ANNO VI. Capodistria, L" novembre 1872. N. 21. VINCIA (MORSILE DEGÙ INTERESSI CIVILI, ECOSOIIC1, JBEÌSIS.TR.IITITI DELL'ISTRIA, ED ORGAXO UFFICIALE PER GLI ATTI BELLA SOCIETÀ AGRARIA ISTRIANA'. Esce il 1 ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONI? per un anno f.ni o; semestre1 e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono press» la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente; gli altri, e nell'ottava pagina soltanto, a soldi 5 per linea. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 1$. — Pagamenti anticipati. ATTI UFFICIALI DELLA SOCIETÀ AGRARIA. Cariche sociali per im-)». Presidente : l'anno Sig. Francesco Sbisà — Parenzo Vicepresidente : Sig. Antonio Cecon,— Rovigno Direttori: • Sig. IVott. Andrea Milossa — Rovigno Tomaso Sottocorona — Dignano Federico Spongia — Rovigno Comitato: •a" r> Sig 11 1> 11 11 11 11 11 11 11 11 11 ■ 11 11 11 11 Sig. 11 11 . Antonio Bartole — Pirano Antonio Bigatto — Pinguente Dott. Matteo Campiteli — Rovigno Nicolò Corva - Spinotti --- Grisignana Bar. Giacomo Lazzarini — Albona Alberto Marchesi — Dignano March. G. P. Polesini — Parenzo M. G. Scopimch — Lussinpiccolo Tomaso Bembo — Valle Eugenio Biscontini — Pedena Dott. Giov. Corazza--r Montona Andrea Danelon — Parenzo Dott. Pietro Madonizza — Capodistria Dott. Egidio Mrach — Pisino Matteo Rismondo — Rovigno Gius, de Susanni — Chersano Revisori de' conti: Giov. Angelini fu Luigi — Rovigno Antonio Basilisco — „ Francesco Monfalcon — „ Segretario : Sig. Dott. Giorgio Piccoli — Rovigno Animarlo della società agraria istriana anno II. Compiuta la stampa della II. annata dell'annuario dell a Società agraria istriana, contenente oltre agli atti relativi al III congresso generale la statistica dei raccolti dell'Istria per l'anno 1870 ed una descrizione agraria della nostra provincia, ne viene fatta di questi giorni la distribuzione col mezzo dèi comizi, di membri di Comitato e di alcuni Comuni: Quei soci pertanto che non fossero per ricevere tosto l'esemplare loro spettante vorranno farne domanda diretta o mediata all'ufficio sociale, a meno che non fossero in arretrato coi canoni da loro dovuti, avendo dovuto limitarsi per ora la presidenza di fronte alle molte restanze a distribuire l'annuario soltanto a quei soci o a quei Comizi che sono perfettamente in corrente coi contributi Sociali. Per ultimo partecipa là presidenza che essendo bene inoltrata la stampa della III annata del-1 annuario essa spera di poterne fare la distribuì ?ione colla fine di novembre. Rovigno 25 ottobre 1872. La Presidenza. Stipendio di olcifìcazione. Compresa dala importanza, che assumeva per noi il prodotto dall' oliva, e della necessità di miglioramento la riduzione ad olio dacché i prodotti agrari, che prima di entrare a far parte del gran fondo delle coisumazioni devono essere trasformati in modo da cangiarne quasi la natura; non co-stituscono la ricchezza agricola di un paese che in ragione del grado di trasformazione più o meno perfetta che sabirouo, la presidenza chiese all' i. r. Ministero d'agricoltura la concessione per una serie di anni di un stipendio di viaggio di f.ni 800 per lo studio dei metodi di oleifìcazione usitati nei migliori stabilimenti italiani e francesi. L'i. r. Ministero nell'intento di migliorare col-l'invio di alunni a stabilimenti forestieri una di quelle industrie che maggiormente tra noi sono capaci di sviluppo, accordò lo stipendio esigendo però che assieme ad un programma di studi e di indagini gli sia presentata persona idonea da cui possa attendersi l'utile operato e che si obblighi di dedicare le 6ue esperienze ed i suoi studi a prò della fabbricazione dell' olio di oliva della Monarchia in genere. Dato mano allo studio relativo la presidenza spera di poter venire a concrete deliberazioni nella prossima seduta di Comitato. Già ora però crede di dover dare pubblico annuncio dello stanziato stipendio con invito a tutti i comprovinciali, che intendessero aspirarvi, a farne sollecita insinuazione all'ufficio sociale. Rovigno 25 ottobre 1872. La Presidenza. Relazione del sotto comitato delegato dal Comitato speciali dell'I. R. Commissione statistica centrale pei la compilazione d una J^tistkgL_ddlajprodu' zione di vino nei regni e nelle provincie rappresentate nel Consiglio dell' Impero. Il conchiuso del Congresso statistico internazionale all'Aia nell'anno 1869 concernente la compilazione di una statistica internazionale in genere, ed in ispecial modo il parere, che in conseguenza del medesimo venne pubblicato dal R. Ungarico ufficio statistico riguardo a una Statistica della coltivazione della vite e della produzione del vino, diedero l'impulso alla compilazione di una statistica della produzione di vino per i regni e le provincie rappresentate nel Consiglio de!l' Impero. Il suddetto parere indusse l'I. R. Commissione stt-tistica centrale a credere, che, ritenendo i punti cai-duali generali dati dalla natura della coltivazione delh vite, il modo di rilievo debba essere diverso in ogii Statoj a seconda delle speciali condizioni di produziore vinaria, per ottenere tanto un Uvoro, che perfettamei-te corrisponda alle condizioni de\ paese, quanto pue una relativa statistica internazionale trattata uniformi-mente. Una statistica dettagliata della produzione vinarii per l'Austria, deve non solo offrir? una base, onde a-vere, come per gli altri rami di produzione, per l'avve nire annualmente informazione in tempo utile sul risul tato della vendemmia, e dei prezzi del graspa'o e de. vino, ma essa deve innanzitutto riempie ancorale molte lacune nella conoscenza della condizione dei paesi viticoli, del trattamento della vite, del» stato der economia di cantina, che nei diversi paesi viticoli dell' Austria sono assolutamente differenti. In questo modo si potrà finalmente fssare l'irea presentemente coltivata a viti, la quantità ed il vaore del vino prodotto; punti d'appoggio necessarii onde sia reso possibile agli individui, ai consorzii ed al Governo, di prendere quelle misure, che realmente hanno per i--fieopo di promuovere «efficacemente un ramo di coltura per noi sì importante. Solo colla scorta di tale statistica dettagliata della produzione vinaria, può il Governo prendere in considerazione le troppo giuste lagnanze delle nostre popolazioni vinicole, incamminare la soluzione dei più urgenti quesiti delle imposte dirette ed indirette sulla produzione del vino, e contemporaneamente, colla necessaria educazione delle popolazioni vinicole, e con una razionale viticoltura ed economia di cantina, creare le basi per la questione vitale della nostra viticoltura, qual' è la esportazione dei vini. La statistica della produzione vinaria forma parte integrante della statistica agraria incamminata dal Ministero d'agricoltura, e potrebbe perciò venir assunta da questo Ministero, e tanto più agevolmente eseguita, inquantochè esso già conosce gli organi più atti per i relativi rilievi dai lavori preliminari per il nuovo quadro della coltivazione dei vini, destinato pella Esposizione mondiale di Vienna. Partendo da questo punto di vista, verranno proposte in seguito quelle domande (Supplemento I.) che dovranno venir prese in considerazione da quelle persone, o corporazioni, alle quali vennero affidati dal Ministero d'Agricoltura i rilievi per le singole regioni vinifere, il cui risultato dovrà venire messo in prospetto per ogni paese, e dal detto Ministero ancora, pure per tutta l'Austria. E perciò i quesiti, tanto sulle condizioni generali della vinicoltura, come sulla coltura della vite, sulla vendemmia, sulla pigiatura e manipolazione in cantina, sul consumo e commercio del rino, sul prodotto lordo e netto della vinicoltura, saranno da evadere solamente una volta per tutta la relativa regione vinifera. In appoggio a queste indicazioni, e per agevolare la compilazione di tavole e quadri statistici, le persone o corporazioni relative dovranno pure incamminare e-satti rilievi nei singoli comuni vinicoli, e forse anche I presso i possidenti medesimi, possibilmente attenendosi al seguente formulare (Supplemento II) sull'estensione dell'area coltivata a viti di ogni Comune, ed e-ventualmente di ogni singolo possidente, sulle specie di viti, sull' annuo prodotto di uva e di mosto, come pure sui prezzi del graspat), e vino degli ultimi anni ecc. ecc. Quelli che si assumono i rilievi per le singole regioni, dovranno convenirsi fra di loro sui confini delle medesime, e potranno anche meglio giudicare, se il riempimento delle tavole dei quesiti, possa farsi dai singoli possidenti di vigneti, oppure se si debba limitarsi ad un rilievo comunale. Il tempo, entro il quale, debbano venir compiti i rilievi, ( con rispetto alla circostanza, che d risultato dei medesimi dovrebbe venire presentato colla nuova carta di vinicoltura all'Esposizione mondiale di Vienna nel 1873) converrebbe venisse stabilito dall'I. R. Ministero d'Agricoltura, al cui carico resterebbero anche le spese di tutto questo lavoro. Supplemento i. Quesiti concernenti la statistica della produzione di vino in Austria. I. Generalità. 1. Esatta descrizione della posizione geografica della regione vinifera (di quella regione cioè, d vino della quale si trova in commercio sotto uu medesimo nome) e vale a dire, grado di latitudine, altezza in me- tri sopra il livello del mare, coll'indicazione dell'altezza di quei punti, sopra e sotto i quali cessa la coltivazione della vite; catene principali dei monti, e speciale loro situazione, vicinanza di un fiume o di un lago; posizione dei vigneti, se al monte o alla.collina (e precisamente a qual versante, e coli'indicazione del grado di declivio), o al piano. 2. Descrizione climatologica coli'indicazione dei risultati delle osservazioni meteorologiche^ specialmente riguardo ai gelamenti di primavera, d'inverno e d'autunno, ai precipitati atmosferici, ai venti ecc. 3. Indicazione della qualità delle rupi e dei terreni (strato inferiore e superiore) e dell'approssimativa, loro estensione, (ove non si hanno in regola da osservare quelle qualità di terreno, che si trovano solo sporadicamente). II. Coltura della vite. 1. Modo di coltivazione della vite, se in vigneti chiusi (e precisamente se in file regolari o meno, in terrazze, in pergolati ovvero festoni, se con o senza coltura frammista, e con quale) oppure in così detti campi vignati (e precisamente se con, o senza coltura di frutti, olivi o gèlsi) coli'indicazione dei relativi nomi locali. 2. Modo d'impianto e rinnovazione dei vigneti (scassare, fossare), piantagione con barbatelle o talee? durata dei vigneti, durata e qualità del maggese. (Qui è da indicarsi, se negli ultimi anni furono fatti nuovi vigneti in maggiore dimensione, e se l'area dedicata alla viticoltura si estende o si restringe, così pure se si trovano nella regione vinifera vivai più estesi, o se le barb itelle e le talee vengono ritirate da altrove e da dove). 3. Metodo di coltivazione della vite e di potatura, specialmente se è usuale il taglio a ceppo nudo, a tralcio corto o ad arco, e in che maniera si formano le viti, se a palo o cornice (e di che legname), se con filo ferro ecc. 4. Yitigni predominanti, se con unità di ceppo, o meno, e proporzione del numero e dell' estensione dei vigneti colla stessa a quelli che sono coltivati a diverse qualità di viti; indicazione di quelle qualità che corrispondono in modo speciale, colla distinzione delle qualità per vini rossi e bianchi e per uva mangiereccia. 5. Lavorazione del vigneto, e precisamente quante volte e quando viene zappato e rincalzato ? Quante volte si lega, spampina, cima e mozza ? Quante volte, e quando viene concimato il vigneto? 6. A quali malattie vanno soggette le diverse qualità di viti, e quali insetti nocivi alla viticoltura regnano in ispecial modo nella regione vinifera? 7. Estensione dell' area vignata nella regione vinifera in Jugeri ed Ettari, e proporzione della stessa all'area arativa. 8. Valore medio di compra della usuale misura plateale, di un Jugero ed un Ettaro di suolo vignato in buona, mediocre e cattiva posizione. 9. Spese annuali di lavoro di una usuale misura plateale, di un Jugero ed un Ettaro di suolo vignato, col-l'indicazione della mercede di giornalieri e dei contratti di lavorio usati nei diversi paesi (sistema dei vignaiuoli, dei coloni ecc.) ed anche delle spese del concime, dei pali, del filo ferro ecc. III. Vendemmia. 1. Quali disposizioni esistono per la custodia dei vigneti ed a quanto ne amontano le spese per l'usuale misura plateale, Jugero ed Ettaro? 2. Esiste ancora un obbligo di vendemmia ? su quali ordinanze si basa, e come viene praticato? 3. Tempo e modo della vendemmia; se si fa la scelta delle diverse qualità, o soltanto delle nere e delle -405)5 primaticcie ^ quale è la media temperatura al tempo della vendemmia? 4. Che mano d'opera viene impiegata nella vedem-mia ed in qual modo viene trasportato il prodotto vendemmiato alla tinaja? Hello stesso tempo si indichino le spese della vendemmia, per usualo misura plateale, in Jugero ed Ettaro. а. Prodotto medio — e quello dell'anno 1870— della detta misura plateale di suolo vignato, d'uva in con-giali, libbree kili. E specialmente si dovranno dare qui varie indicazioni per le diverse posizioni della regione vinifera, e secondo la bontà del suolo ed il modo d'impianto. б. Se, in quale parte della vendemmia non viene pigiata, ma smerciata in grappoli? (Qui si dovranno anche indicare i prezzi medii di una libbra d'uva, ed il modo di smercio, di spedizione, eec.) IV. Pigiatura e manipolazione in cantina. 1. Come viene pigiata l'uva? Qui si deve distinguere la confezione di vini neri e bianchi, ed indicare gli arnesi usati (sgranellatori, ammostatoi, tini per il giaspato, strettoi, e loro costruzione, frulli pel mosto, tini, botti e tappi per la fermentazione) ed i locali, colla loro temperatura, occupati a ciò, ed anche notarer dt quando in qua sono introdotti arnesi da cantina più movi : ed in genere viene applicata più attenzione a un ccrso favorevole della fermentazioue. 2. Metodo di manipolazione in cantina dei vini bian-eli e neri, colla descrizione delle cantine usuali (avuto riguardo alla loro distanza dalla tinaia e dall' abitazione, alla loro costruzione, temperatura, ed estensione ) dei vasi vinarii, di apparati per riscaldare il vino even-tialmte esistenti, dalla maniera di tenere puliti gli arnesi di cantina e di utilizzare gli avanzi. Qui devonsi pure indicare i prezzi dell'affitto di cantina, degli arnesi di Cantina, vasi vinarii ecc. 3. Caratteristica generale delle diverse qualità di vini nella regione vinifera; indicare il tempo nel quale tono pronti per la vendita, come si mantengono, e a ^uali cambiamenti in colore, sapore e profumo sono ordinariamente soggetti, stando in deposito, come pure le solite malattie del vino; di più produrre i pesi del mosto ed analisi di vini fatti, e precisamente di buona, mediocre e scadente qualità, e riferire se, e da quanto tempo si praticano generalmente pesature del mosto ed esami chimici del vino. Si dovrà anche riferire, ove ed in quale quantità vendono confezionati nella regione vinifera vini secchi, spananti e liquori. 4. Indicazioni delle principali pualità di vini (neri e banchi) e dei loro produttori, nominando la posizione >ve sono cresciuti. 5. Quantità, in misura usuale, e in emeri ed ettolitri di mosto prodotto nella regione vinifera nell' anno 1871, e se possibile il prodotto medio annuo negli ul-tim 20 anni (1850-1870J. V. Consumo e commercio di vino. 1. Che quantità dell'annuo prodotto di vino viene coiBumata come bevanda casalinga, quale smerciata nella rendita al minuto !>er conto del produttore, e quale venduta altrimenti? 2. I prezzi di graspato per misura usuale, emero e ettolitro^ per i viri bianchi e neri nell' anno 1870 nelle egioni vinifere più importanti del distretto. Se è pos-sible si indichino i relativi prezzi di 20 anni (1850-18'i0)' p;r calcolare il valore medio dell'annuo prodotto di vàio nella regione vinifera. 3. i prezzi meaii degli ultimi tre anni (1870-1872) p6I yii tatti, coli'indicazione del prezzo più alto e piti / basso per vini comuni e del prezzi fatti per annate vecchie particolarmente buone, accennandone anche all'incirca la quantità disponibile. 4. Mettono i producenti il loro vino in commercio in bottiglie.? 5. Dove è diretto lo smercio del vino delle più importanti posizioni della regione vinifera, ed in che modo viene praticato? Qui devesi anche accennare alle spese di trasporto del vino per emero fino alla prossima-stazione della ferrovia o del piroscafo, come in generale alle condizióni riguardanti i mezzi di comunicazione, ed indicare quei negozianti di vino, che fanno le compre più vistose nella regione vinifera, come pure all'in-circa, quanto vino comprano i negozianti domiciliati nella regione vinifera annualmente nel luogo, o ritirano d'altronde e rivendono. VI. Rendita lorda e netta della vinicoltura. 1. Indieazion dell'annua rendita lorda di una usuale misura plateale di un Jugero ed un ettaro di suolo vignato, compresi i prodotti accessorii nel termine medio di 5 o 10 anni. 2. Compilazione di tutte le spese, comprese quello per la manipolazione in cantina, le steore dirette ed indirette colle sovraimposte calcolate in medio sul prodotto delle dette misure plateali pello stesso periodo di tempo. (Qui debbesi anche aver riguardo a eventuale ' decime sul vino ed agli oneri derivanti dal sistema colonico e simili) 3. Calcolo della rendita netta delle dette misure plateali di suolo vignato in egnale termine medio. 4. Descrizione delle condizioni ipateriali di quelle elassi della popolazione ehe si dedicano esclusivamei-te alla vinicoltura, e di questa vivono, e di quelle, eie se ne occupano solo accessoriamente. 5. Conclusione, se, sotto quali condizioni, e dove la Villiooltura nella regione vinifera li» un avvenire. ( Vedi formulare nell' ultima pagina.) Elenco delle offerte per !' acquisto dei manoscritti kaiiiller, conforme al programma pubblicalo nel n. 4, a. c. della Provincia. Riporto v. n.° 16, f. 1220:15 Sig. Eugenio Biscontini da Pedena » 5: — Somma f. 1225:15 11 V. Congresso della soeictii agraria istriana». Alla città di Parenzo spettava questo amo di ospitare gli agricoltori istriani radunatisi colànei giorni 14 e 15 dello scorso ottobre in occasbne del V congresso generale della società igrark I signori soci, i rappresentanti il governo la provincia e varie società consorelle, coiveme-ro assieme a molto pubblico alle 11 antimeridiane del giorno 14 nella sala della Dieta provncule ; ove il presidente signor Antonio Sbisà con scon- cie e sentite .parole aperse tra gli applausi il congresso. Prese quindi degnamente la parola il Cav, Clesius rappresentante il governo, e soggiunse u-tili idee l'onorevole Cav. Vidulich rappresentante la provincia. Approvato il verbale dell'ultima seduta del congresso il D.r Giorgio Piccoli lesse il resoconto economico-morale della Società. In questo vennero opportunamente messi in rilievo que' punti che riferivansi all' operosità della presidenza nell' anno amministrativo allora compiuto In seguito si passò all'elezione dei membri della presidenza ed a quelli del comitato. I primi vennero tutti riconfermati, nel comitato vi furono pochissimi cangiamenti. Scelta per acclamazione la città di Dignano qual sede del prossimo congresso la seduta venne rinviata pella dimane. Verso le 4 ore pomeridiane attendeva il pranzo fatto allestire splendidamente dai signori pa-rentini nelle sale del palazzo Sincich. — Alle frutta fummo regalati di vari brindisi, tra i quali meritano di essere ricordati quelli scambiatisi dalli signori Antonio Sbisà, presidente della società agraria, e Giampaolo Barone Polesini quale rappresentante la città che ci ospitava. Dopo una notte burrascosa, l'aurora del giorno 15 ci promise una giornata discreta, quindi la possibilità di visitare ed esperimentare alcune macchine agrarie radunate a poca distanza dalla città nella campagna dei signori Gradenigo. Fra le principali meritò l'attenzione dei convenuti l'aratro del signor Filippini, 1' uso del quale va sempre più estendendosi nella provincia: l'accennare a ciò credo sia il migliore elogio che possa farsi all'egregio inventore. Esaminate e provate varie macchine ed accettate gentilmente dalla presidenza alcune commissioni di quelle che incontrarono l'approvazione dei signori soci; si passò ad osservare la esposizione campionaria delli olii, ad esaminare e classificare i quali venne eletto apposito giurì. Riaperta la seduta si trattò di alcune mozioni dichiarate d'urgenza : la presidenza chiese al congresso il parere sull'istituzione del consiglio di a-gricoltura, istituzione che vorebbesi fondare col concorso delle società agrarie della cislaitana, indipendentemente dal governo, ed interpellava quindi i soci sull'istruzioni da darsi al deputato della società agraria istriana al congresso ministeriale, che verebbe delegato a rappresentarla in quel consesso che è destinato a trattare sull'istituzione del predetto consiglio. Dopo varie sensatissime osservazioni partite dalli onorevoli Vidulich ed Amoroso, il congresso stabilì di soprasedere da qualunque deliberazione in proposito fino al prossimo anno. Il Cav. Vidulich presentò una mozione affinchè la presidenza della società interponga i suoi uffici onde sieno dalla rappresentanza provinciale stabiliti due stipendi l'uno da conferirsi a persona che intenda studiare l'enologia l'altra l'oleificio. Il Comizio agrario di Capodistria a mezzo del suo-' segretario D.r Del Bello presentò" una mozione teodente a sollecitare studi dirètti a scongiurare il danno che le febbri intermittenti apportano aliai provincia. Accettate ad unanimità tutte- queste proposte il presidente chiuse il quinto congresso tra gli evviva l'Istria. Fra le feste delle quali furono onorati gli o-spiti nella gentile Parenzo,. meritano particolare menzione l'illuminazione della riva e del porto, ed il ballo al quale convennero oltre le belle partitine altri fiori defle circostanti Borgate. In generale tutti i congressi agrari della società nostra riescirono soddisfacenti, e sorpassarono la comune aspettazione e pel numero dei membri accorsi^ e pelle variate ed importanti materie discusse, e pei felici risultati moraS, che sono ìò scopo principale di simili pacifiche riunioni. Alcuni osservano che queste riunioni non hanno portato gran giovamento all' agricultur» della nostra provincia e quindi si compiacciono di gettare un pò. di biasimo e sulla società' agraria e sui congressi annuali. Ma costoro riflettano, che introdurre nuove pratiche agrarie, nuove macchine, nuove colture ecc. non può essere effetto immediato di simili adunanze. Lo spirito umano cammina a balzi ; ma il progresso è continuo, e gli ultimi risultati possibili ad ottenersi dalla nostra agricoltura, non saranno certami nte frutto ordinario ne di congressi ne di sedute accademiche. I risultati dei congressi'anziché scientifici riescono specialmente morali ; mercè l'avvicinamento di persone e di idee, per cui si dissipano i pregiudizi- e le antipatie di campanile, si destano utili discussioni, si contraggono relazioni di dottrina e d'amicizia, e si colgono altri simili frutti civili. Aggiungasi elle queste adunanze sono uno stimolo allo studio ed. alle utili ricerche: e si noti, che sovente una breve conversazione vale assai più a rischiarare l'intellètto od a- rettificare le idee che lo studio di grossi volumi* La lettura dei soli libri e la dimora continua nello stesso luogo, collè stesse persone, fanno si che uno si aggiri sempre nello stesso circolo di i-dee: mentre intervenendo a queste annuali adunanze, gli agricoltori istriani ritornano ai loro paesi, rinfrescati nella mente e nel cuore, e se la sfera delle cognizioni agrarie non verrà loro allargata di molto, verrà bensì arrichita di quelle idee che non si travano nei soli volumi: giacché'in simili riunioni sTmpara a conoscere specialmente 1' altrui valore moralo ed inlettettuale. d, B< Il comizio di Capodistria propose, nel recente congresso della società agraria, imi voto tendente a muovere studii per ostare alle febbri che affliggono tanta e; si nobile parte dell'Istria, e-qive- età proposta venne accolta con plauso. Però un'atra importantissima mozione doveva essere' fetta in suo nome, quella cioè di manifestare il voto della società agraria per l'attuazione di; una ferrovia che partendo, da Pola ed attraversando l'Istria nel suo interno, la congiungesse direttamente con Trieste. i Pèr un equivoco, certo innocente, questa mozione non fu* presentata, e precisamente, perchè I' incaricai» del comizio di Capodistria venne assicurato che una uguale fu già trattata ed approvata nel congresso di 'Pisino — Ora è vero che nel- detto II congresso venne preso un- deliberato- in argomento di ferrata istriana, ma quello, e per la lettera sua e pel suo senso e per le circostanze in cui fu proposto e fatto, si manifesta molto diverso da. quello che doveva essere provocato quest'anno; infatti là mozione Basilisco e mendata Vidulich accettata nel congresso di Pisino suona precisamente cosi:- ir Resta incaricata la Presidenza di far peti tizione al Ministero dell'agricoltura perchè in-1.1 t&rponga presso il governo i suoi buoni offici ìi- allo scopo che nelle camere legislative ore aperte, n sia presentato un progetto di legge per la con-n cessione garantita di una ferrovia che, parten-n■ do da Pola attraversi l'Istria, e la congiunga, n col sistema ferroviario austriaco. La mozione che, per voto e nome del comizio di Capodistria, doveva essere proposta quest'anno a Parenzo è alla, lèttera così concepita. La società agraria, riconosciuta la utilità di una stradà ferrata che, partendo da Pola ed attraversando V Istria nel suo interno, la congiunga direttamente con Trieste, esprime il suo voto per l'effettuazione di questa linea. Non occorre spiegare quale enorme differenza corra fra le due mozioni, la semplice loro lettura la manifesta; la prima è generalissima, segna il punto di partenza Pola e non determina la percorrenza dell à desiderata via, nè, ed è quello che più. preme, il suo punto di attacco collè altre linee, la seconda è precisa e contiene la manifestazione'del voto, crediamo comune a noi tutti, della congiunzione diretta con Trieste; la prima era ad-datta al tempo in cui non vi era conflitto circa il luogo dove la linea istriana dovesse mettere caio al Nord, la seconda sembra opportuna oggi che l'idea della congiunzione di Pola col resto della Monarchia è accettata nelle sfere militari, oggi che il pericolo di veder costruita una ferrata puramente strategica, senza riflesso al bisogno nostro di averne una commerciale, non è chimera, ma fatto pur troppo, più che possibile, probabile, E! un grave danno che i rappresentanti della agrieuTtura istriana, riuniti a congresso, che quell' allctta di intelligenze, non abbia avuto occasione di manifestare un voto su argomento che tanto interessa il nostro avvenire, e più grave in quanto, l'anno venturo, la loro voce potrebbe giungere | tarda. Noi pertanto invitiamo tutti quelli cbe sono > persuasi della opportunità della sorpassata mozione a far palese alla Presidenza della società agraria il loro voto, o singolarmente, o, che sarebbe meglio, in forma di deliberato adesivo dei comizi. Facciamo esguire le parole colle quali doveva essere presentata là mozione del. comizio agrario di Capodistria. Una grave accusa, prima detta poi ripetuta leggermente, per uso, pesa su noi istriani ; fummo detti « indolenti » fu detto che nostra è la colpa della nostra povertà. Non mancarono alcuni che, consenzio?i e spassionati, vollero esaminare quanto fosse il nostro torto e quanto l'altrui, ma non fecero diletto molti i quali scelsero a tema di pompose parole il pregiudizio, paghi dell' applauso che il volgo accorda alla filippica, nò quelli, che ingenui, credettero che avviare sia scuotere, nè quelli che, approfittando del poco esame, a cui, dai più, viene assoggettata una idea accolta pe- consuetudine, procurarono di raffermarla onde, riaccusando il paziente, scemi la probabilità del rimpiovero per chi gli impedì o non si curò di farlo risorgere. Noi, ai quali nnn fa velo all' intelletto il grande amore che portiamo a questa nostra terra, ma neppure la brama di cieca,, volgare lode od il desiderio di compiacere altrui, possiamo affermare che non tutta ne molta della colpa dell' inazione sia giusto addebitare agli istriani, possiamo affermare che dove, per ispeciali condizioni, e loro dato lavorare con profitto, lavorano al pari e più di altre attivissime popolazioni; che giacciono i-nerti o quasi là, dove il prodotto di enormi fatiche sparisce o scema in modo avviliente per la difficoltà di commerciarlo; posssiamo dirci convinti e convincere che, qualora molte parti del nostro paese che orajgjacciono, isolate per mancanza di addatte comunicazioni, in quasi completo abbandono, fossero messe a contatto di centri, diverrebbero, mercè la stimolata e compensata attività, dei loro abitanti, luoghi ricchi per produzione. — Quante cave quante miniere, quanti boschi, quanti colli e valli non serbano giacenti i loro tesori o inerti le loro forse produttive solo perchè la somma del lavoro di produzione e quella enorme del lavoro e della spesa di trasporto uguaglia o supera il prezzo che i prodotti hanno sul mercato ? - Quanti volenterosi al lavoro non cadono accasciati sotto la convinzione che il premio della fatica si riduce a nulla se vi si sottrae la spesa necessaria a realizzarlo? In codesta condizione tristissima in cui, per cause che qui non occorre indagare, fu lasciato intisichire il nostro paese, conviene riconoscere gran parte della ragione della indolenza die ci si rinfaccia, conviene riconoscere che sprone al lavoro è 1* equo compenso e che l'umanità non affatica solamente per la brama di poter attribuire a se stessa l'aggettivo di » attiva » Molti paesi che come il nostro, (o meglio, parte del nostro) giacevano poco colti, si tramutarono in modelli per la facilitata comunicazione con centri di smercio, e più spesso è 1' esempio di nuove strade che facciano risorgere paesi, di quello di paesi che determinino, per preesistente sviluppata cultura, la costruzione di strade. Molto si parlò e scrisse fin qui di una ferrata che, partendo da Pola ed attraversando l'Istria nel suo interno, la congiunga direttamente con Trieste, ed i vantaggi di cui essa sarebbe apportatrice sono, per noi ai quali è nota la nostra provincia, assiomatici ; basti osservare che quella creerebbe nella nostra penisola una nuova ricca zona quasi paralella a quella che è favorita dalle comunicazioni per mare, zona nella quale an- drebbero comprese località di grande potenza a fornirle prodotti i quali troverebbero facile e vantaggioso smercio sul grande mercato triestino e pel suo mezzo su quelli delle città del continente. E un fatto che l'Istria sia ormai quasi la sola provincia dell'impero cui; non abbia scosso il fischio di u-na locomotiva ed è troppo logico l'osservare che dessa partecipando ai comuni sacrifici, abbia diritto a chie-' aere parte di quel bene che ad altri fu concesso di chie" derlo in nome del proprio, speciale, economico bisogno. Quando un consesso che rappresenta la prima delle nostre fonti di vita assevera un bisogno e ne chiede la soddisfazione in nome dell' equità, è lecito sperare che la sua voce sarà ascoltata e perciò io vi invito ad aderire al voto espresso nellla mozione deposta al banco della presidenza.. Corrispondenze. Pisino, li 21 ottobre. Li 14 corrente si tenne in Parenzo il quinto congrasso della società agraria istriana. Intorno all'opportunità delle radunanze provinciali di qualunque specie, non c' è che dire, perche, non foss' altro in tali occasioni molti compatriptti che altrimenti non si tosto sì sarebbero avvicinati e conosciuti, entrano in relazioni di uomini e di cose a reciproco e comune vantaggio; e lo scambio d'idee ed il contatto a buona disposizione d'animo, non può non riescire efficace ad ammansare prin-cipj ossoleti dell' uomo Blasone, a mitigare l'efferatezza dell'uomo Calcolo, a correggere la rusticità dell' uomo Campagna, a, tamperare la grossolanità dell' uomo Taverna, e così via, chà sebbene terminato il convegno, ciascheduno ritorna ai fatti propri, pure un po'per voltarvi ritorna più disposto ed idoneo al progresso sociale a cui tendiamo. Il caso nostro poi, relativamente agli scopi agrari si presenta sotto un aspetto che richiede qualche spiegazioni per comprendere la cosa qual'è, e quale potrebbe essere. Pure, all'atto che componevasi la nostra società agraria, più d'uno- vi si associò facendosi un concetto vago dell'istituzione, immaginandosi, di accedere ad un esercizio di potenze che influirebbero rapide sul miglioramento delle condizioni agrar ie : ma, passato un anno, passatine quattro, taluno non sa darsi ragione di quanto vi si abbiai conseguito- E in questa inscienza verseranno sempre coloro che non hanno tempo nè voglia di valutare analiticamente le condizioni della società nostra. Non si saprebbe dire se a conseguire le tante cose a cui si aspira ci voglia più di buona volontà o più di denaro; fatto è che senza sagrificio di denaro non si ottengono giammai dal lato materiale effetti di qualche momento. Ora, la nostra: società non ha sufficiente dotazione, e neppur conta mecenati nè agronomi appassionati, danarosi e vogliosi di appoggiarla, sia pure indirettamente, come sarebbe coli acquistare animali, sementi, macchine ; col fare sperimenti sul modo di ottenere ogni sorta produzioni e-di manufare le materie prime, prodotte dagli agricoltori, e di provare le maniere migliori di coltivazione: cose tutte che dando un utile diretto ad essi, sarebbero d'esempio agli altri e servirebbero d'appoggio agli scopi della società. Di tal fatta con reciproci patti l'azione della nostra società a-graria potrebbe insinuarsi benefica per entro le condizioni economiche de' singoli possidenti e vi si conseguirebbero migliorie per ogni verso. Ma come stanno le cose adesso, la nostra società non rappresenta-gyari la lasse agricola e le condizioni agrarie del paese, se la irte virtuale dell' associazione debba consistere nel nes-i tra presidenza, comizj e soci, ner cui ogni membro i riferisca coli' ojiera sua ai rispettivi comizj, e questi i tengano in rapporto continuo colla presidenza onde ssa vi possa trarre perenne alimento nell' esercizio del-e sue funzioni. La nostra società non è che un' associamone di persone le quali pagano un minimo contribu-o, tanto che possa sussistere l'Officio della Presidenza >er corrispondere direttamente col Ministero dell'agricoltura, il quale spicca dimande, impartisce sussidj, chiede relazioni ed emana analogamente disposizioni. Epperò non si peiitaqo i socj del piccolo contributo se con questo viene sorretto l'organo indispensabile a mezzo del quale si ottengono al paese sufficienti beneficj, e vogliano sostenere la cosa, che forse verrà tempo in cui 1 istituzione potrà svolgersi più proficua, come lo è in tutti i paesi civili. E giova sperare che^ la maggioranza de'socj paga il canone non già coli'idea che i miseri due fiorini vi apportino direttamente un premio positivo come quando si presta denaro, od un risico allettevole come quando ci si si mette al giuoco. Non pertanto da tutte parti vengono fatte obiezioni e dimande. Perchè qui nessuno diventa ricco coli' a-gricoltura? Perchè i possidenti civili sono disamorati delle campagne ? Perchè i nostri usi sono più conformi alla vita delle distrazioni sistematiche e lussureggianti di coloro che traggono rendita dalle casse di ferro e dal maneggio di capitali, anziché alla vita delle ricreazioni conforteveli di chi si abitua fruire salute ed indipendenza che offre la campagna? Perchè, se tutti sanno, che coltivando pur malamente ma letamando bene si fa discreta raccolta, e che coltivando bene ma senza letame nulla si raccoglie, non si prendono disposizioni pella produzione in grande del letame, mentre si si affanna per introdurre perfezionamenti e persino industrie agricole, come se la base dèlia fertilità fosse di già costituita ? Perchè si si illude che la scienza inventerà il molto per poco, ed in attesa di miracoli s'impreca la scienza e si schiva a fare la necessarie operazioni? Perchè le istituzioni fatte pel bene del popolo, appena nate diventano burocratiche e tutt'altro che popolari? Perchè non si trova il dritto di preservare le campagne dal costume dei furti e danneggiamenti co-tidiani ? Per ognuno dei perchè ci vorrebbe un articolo apposito, ma collettivamente vi si potrebbe rispondere che anzi tutto dovrebbesi generalizzare l'istruzione, accio-chè gli individui vengano a comprendere la propria posizione e sappiano apprezzare il vero, nel quale caso non tarderanno propugnare uniti la pubblica felicità. Ma per promuovere qui l'istruzione non si si deve illudere circa lo stato attuale dell'intelligenza. Non vale il dato statistico degli individui che assolsero un corso universitario, che per vero sono in numero discreto, se tolti questi, in tutte le file della popolazione resta troppo da desiderare. Non si vuol dire che nel paese manchino uomini d'ingegno; — però va fatta distinzione tra ingegno e senno il quale è il risultato dell' osservazione, dell'esperienza fatta a spese proprie. L'uomo studioso ed indipendente si troverà sempre dal più al meno in campo astratto, e sarà piuttosto dogmatico, mentre la generalità degli uomini s'arrabatta sul campo della pratica ove è il lavorìo peli'utilità pubblica: e qui ci vuole intelligenza, perchè da questa dipende la produzione, da cui il sostentamento pella società. Noi rimanemmo molto addietro eine scontiamo la pena a caro prezzo. Rammentiamoci soltanto delle aziende comunali, ili quanto imbarazzo trovansi i nosti ! luoghi non già per fare scelta, ma per trovai e siugoli individui che possano fungere congruentemente. V' è scarsezza d'individui idonei in tutto e per tutto, ed a sanare il male non v' è altro rimedio che scuole e profusione d'istruzione, finché a forza di frequentazione non si ottenga numero discreto d'uomini che dediti alla vita pratica abbiano senno e capacità per contribuire al riordinamento economico sociale. La società agraria non v' ha dubbio troverà il precipuo sussidio nella scuola agraria, se questa avrà un direttore che sappia applicare i trovati della scienza e dell'industria agricola alle nostre peculiari condizioni. Ma pur troppo sino a tanto che non si troverà ed imporrà il modo di reprimere qui il costume antico de' furti e danneggiamenti campestri, tutte le istruzioni e gl'incoraggiamenti per conseguire progressi in agraria saranno esOrcizj di retorica vani del tutto. — Vragna, ottobre 1872. Egregio Signor Redattore Ella sarà senza dubbio malcontento della tarda e trascurata mia corrispondenza; eppure bisogna che abbia pazienza. Imperciocché sono divenuto vecchio e nojoso a me stesso, e tanto più fastidioso quando non si ha argomenti piacevoli di poter scrivere, e non altro che guai sopra guai, e di nuovo guai. Mi imagino che ella aspetterà da me una consolante relazione di ubertosa raccolta di questo anno nelle nostre parti, eccola: il flagello della grandine, urèdine, malattia della uva, siccità, malattia nei bovini nei momenti dei lavori più importanti, mortalità nei suini, de-2>arimento e sterilità nelle api ooc. - tolsero tutte le speranze dei poveri possidenti. Ora giudichi come si possa essere di buon umore. Faccio quello che posso nella mia tarda età perchè , l'agricoltura prosperi tra noi poveri montanari anche nei suoi rami speciali; e di me "quia nenio judéx in propria causa„ parlino gli altri. Ella Sig. redattore, viene poi urbanamente pregato di voler eseguire anche ver'so noi le matisioni della sua onorevole missione, di cui porta l'impronta il. suo rispettabile giornale, col dire all' eccelsa Giunta provinciale, che anche noi, quantunque poveri Montanari, siamo sempre fedeli figli della patria, e quindi degni dei paterni riflessi della sullodata Giunta, cui furono date le redini ed il potero di provedere a tutti egualmente. Fra altro le faccio sapere, che fa raccapricciare lo slato di desolazione in cui si trovano le una volta bellissime strade comunali, cioè quel'a che dalla strada e-rariale conduce fino alla Chiesa parocchiale, e da questa sino alla erariale verso il Monte maggiore, e che furono costruite me motore, e la costruzione delle quali mi riesci costosissima, sotto ogni iappoco: ora invece è una vera gerosolima. distrutta, e pregio sarà impraticabile. Si proveda per carità! La riverisco distintamente E i Lì I • M. M. 4100 Prospetto delle scuole laiche dell'Istria e della loro reudita nel 1741 ecc. (C.nlinuazinne e fine, vedi n. 20.) LUOCPI E NOMT DELLE SCUOLE Rendita annua in livelli L. in altro L. VERTENEGLIO. Ss.ira Srcremen'o S. Marlin E. V.ne del Cernine S. Rocco S. Pietro S.a Croce S. Donato GRISIGNANA. B.ta V.ne del Donao e S.. Bastian S.ti Cosmo e Damiano Carità S. Nicolò S. Vido e Modesta S. Florian Sa.mo Sacramento S. Rocco S. Antonio S.ti Biasio e Francesco. Filiricù os.a!o Rosaria S. Martini S. Zuanne 3. Mario _______ S. Carlo Ter rito m,o, Ss.mo Sacramento Beata Vergine S. Miehiel S. Zorzi MONTONA. Beata Verdine dell» Porte S. Francesco Berta Verrine di Subienta Cari'ù Tutti i Sen i S. Antonio Abbate S. Dionisio S. Vido S. Tocco S. BoKoIamio S.ta Margherita S. Simon S. Nicolò Ss.ma Conceoion S. Cipriaa S. Mcrco Villa di Caldier Ss.ko Sacramento Ss.ma Trijiià S. Giovanni Batta Villa di Ncvaco, S.ta Marina Rosario §. Roccj CO 146 J02 48. 108 55 27, io; 09 62 21 3i 20 12 6 21 8 6 6 9 6 31 3'3 -12 a 102 24 90 70 40 152 65 130 69 136 136 280 38 12 140 154 40 121 17| 31 171 7l ci 10 91 14| 141 VI 11 151 4| 181 71 17 17 -101 141 11 4:72 250 139 57. 135 80 38 230 145. 144 93 76 93 46 73 17 21 '105 45 33 29 6 44 14 100 21 725 /.OS 210 b06 23G 92 53 00 81 £60 49 214 23 77 136 19 4 7 13 4 4 5 9 6 14 13 1 6 16 16 7£7 171 456 31 220 101 1026 I2J 830 205 —I 350 19 1101 LUOGHI E NOMI DELLE SCUOLE Villa di Caroiba Tutti i Santi Beata Vergine di Bados Sant' Andrea Villa di Vissignan S. OuiriUo Ss.mo Sacramento S.a Elena S.a Maria Madalena S. Francesco S. Antonio Abbate Rosario. Ss.mo Sacramento di s. Vidal Villa di Bupauel Spirito Santo Villa di Cerion S. Mattio S. Micliiel Sotto Terra Villa di Non delle Botte Beata Vergine S. Giacomo S. Giorgio Ss.mo Sacramento Villa di Sterna 5>s.mo Sacramento B.a Vergine del Carmine S. Giovanni Batta Villa di Zumesao S. Miehiel Arcangelo S.a Maria Madalena S. Bastian Villa di S.ta, Domenica S. Giovanni Batta Ss.a Trinità S. Antonio di Padova s.'ìio Sacramento Villa di Ruccolole S. bocco S. Nicolò Villa di Montreo S. Roccj Villa di Bercaz Ps.r>>, Sacramento S. Pancrajio dignano. Beata Vergine del Carmine SS .dio Sacramento S. Giovanni Latta S. Carlo S. Antonio Abbate Carità Ss., 10 Crocefisso ■V Gl/nl.-mo Beata Vergine del Rosario S. Giacomo di Tresiere S. Marlin S.a Croce Chiese Campestre S. Rocco S. Miehiel di Paszago S. Miehiel di Bainole S. Giacomo del monte Ee?ta Vergine di Gosan S.a Lucia S.ta Fosca Rendita annua m livelli L. in altro L. UOGItl E NOMI DELLE SCUOLE 114 59 157 199 281 71 72 175 244 57 184 25 278 43 47 130 50 13 23 41 22 4 CO 58 60 60 30 14 26 50 334 38 119 24 75 209 175 24 173 6 28 6 35 3 9 65 191 12| 181 91 191 14 li 7 7 j 141 111 iol 191 13| 101 101 141 11 18| 11 161 332 171 227 267 391 345 58 130 97 399 341 230 254 3S4 £90 450 514 326 333 IH 350 453 118 12 303 254 352 263 352 369 Rendita annua in livelli L. in altro L. LUOGHI E NOMI DELLE SCUOLE — I 551 328 -I 221 177 7T>9 159 24 117 10 8 42 2"9 75 39 la 31 57 16 16 36 118 233 16 6 18 4 16 12 7 10 7 11 4 4 19 3 19 17 3 10 16 12 18 17 17 S. Tomaso Querin S. Margherita :S. Simon S. Francesco S. Pietro Beata Vergine della Traversa S.ta Domenica Villa di Fillipan S.ti Filippo e Giacomo S. Antonio di Padova Beata Vergine del Rosario Beata Vergine del Carmine M U M I A N 0. S. Martin S. Rocco S. Pietro B. V. degl'Angioli S. Nicolò S. Buffo S. Mauro S. Giacomo di Berda Ss.ma Trinità S.ti Giovanni e Paulo S.ta Maria Madalena POLA. S.mo Sacramento Beata Vergine di Misericordia B. V. di Rosario Beata Vergine del Carmine Carità] S. ISicolò S. Pietro S. Antonio -di Padova S. Tomaso S. Antonio Abbate S. Rocco S. Steffano Beata Vergine del Rosario Villa ai Premontare S. Lorenzo Villa di Pomer Ss.mo Sacramento B.ta V.ue d'Olme S. Nicolò S. Antonio Abbate ' S. Fior Villa di Medolin S.ta Agnese Bla V.ne Pompignnn Beata Vergine di Piazza S. Pietro S. Antonio Abbate Villa di Lissignan Beata Vergine di Monte S. Martin S. Lorenzo Villa d'Altura B. V. del Rosario B.ta V.ne del Carmine S. Gio. Evangelista S. Antonio di Padova Villa di Camita Ss.mo Sacramento 16 141 6 27 3 104 10 41 18 16] 141 101 0! 449 404 544 229 6 21 411 405 396 61 24 160 161 121 205 192 34 39 55 48 30 6 42 108 78 246 125 24 150 414 151 19 19l 12| 161 15 141 12! IO) 30 102 5 42 122 25 150 11 —1 186 159 66 65 248 43 69 58 40 30 43 85 37 37 129 181 10] 51 IU 12 15 10 14 6' 17 4 14 719 313 59 105 39 2tf 197 371 51 28 122 237 8 250 547 218 189 45 69 157 469 259 80 106 461 350 232 61 3S0 80 273 Rendita annua in livelli L. in altro L. 10 15 2 10 14 12 8 14 S 10 10 10 10 7 4 15 15 14 18 14 2 19 4 1 2 13 19 19 11 B.ta V.ne tó Carmine S. Pietro S. Antonio di Padova S.b Rocco -S. Teodoro Villa di Isavarigo ■ SS.mo Sacramento S. Fior Villa di Momaran Ss.mo Sacramento B.a Vergine del Rosario S. Elia S. Miehiel S. Zuanne S. Dionisio S. Gerolamo (Cauran) Villa di Mar zana S.nro Sacramento Beata Vergine del Carmine S. Piero e Paulo S. Gio. e Paulo S. Antonio di Padova B.ta V.ue delta Castagno Villa di Montichiti S. Gerolamo Villa di Galesan Beata Vergine del Rosario S. Mauro B.ta V.ne del Carso S. Croce S. Rocco Sant' Antonio abbate Villa di Fasana Ss.mo Sacramento B.ta V.ne del Rosario B.ta V.ne del Carmine Crocefisso S. Zuanne Corpus Domili S. Andrea Brio ni Ss. Sacramento S. Rocco Villa di Perai S. Gerolamo Villa di Stignan S, Antonio di Padova & Margherita Villa di Sissan Ss. Sacramento B.ta V.ne del Rosario Età V.ne del Carmine Età V.ne della Vera B.ta V.ne Enunciata Ss.ma Trinità S. Francesco S. Rocco S. Biasio S.ta Monica S. Antonio Abbate S. Zuanne 402 57 93 48 27 15 311 60 63 27 48 144 7 24 24 79 18 47 9 9 9 120 17 284 120 156 238 60 12 174 42 169 4 96 12 18 18 278 27 55 17 17 12 452 95 168 241 112 9 18 12 4 2 36 17 146 9 90 122 157 87 75 35 141 469 341 327 181 220 106 200 303 161 90 122 591 232 96 787 59 113 151 139 171 u 184 187 158 93 22 61 99 39 30 15 30 307 75 112 19 19 15 12 2 16 6 49 9 4 19 42 16 40 4 6 14 15 13 6 9 8 19 1 15 17 3 5 5 13 16 8 18 3 4 2 9) Supplemento II. Formulare di un foglio di quesiti per la statistica della produzione del vino in Austria. Num. corrente ti p t s I» Rq CI i si ; di l i S - o i ! «ì u ; Nome del possidente del vignetto N • CI a o TP, è a o f-u o 3 o a ® fi ~ 2 £ o «ab o ® a a o L'i ' i fi .2 ^ N a o. v- ® s tl£ Prodotto d'uva nell'anno 1870 in congiali od altra misura usuale Prodotto di mosto nell'anno 1670 in emeri od altra misura usuale Denominazioni sotto le quali i vini vengono messi in commercio Prezzi del graspato nell'autunno 1870 per emero Prenci medii di vini fiaai negli ubimi 3 anni per éinero or. ■ 2 • o a « 2 A N sf J «t ! r ! Lì i I—ì —1 » di,.. ,.i»t>»3 era ;> vi9ì1 OMMMJC ' t'ir.-vll ioli on.y «T. f tlla.'i aa. / «ieisiiuafl ea'.T .••l'ijihT «i Bi: ! iS € ! su h I in <)!« lei X ft-inol' «1/3 p% ' 'doìili. 36 sautoS £ M o t i z i c. Il Magistrato civico di Trieste con sua notificazione di data 22 ottobre p. p. ha constatata ufuzialmente l'esistenza della peste bovina nel suo territorio, ed ha poste sotto contumacia la villa di Servola, lé frazioni comunali di Rozzo!,. Chiadicco, S.ta Maria Maddalena e Ghiarbola; attivando tutte le misure prescritte dalla leg-ge 20 giugno 1868.4- Si vuole però, che ancora dal giorno, 7 ottobre si fossero manifestati casi di peste bovina,, non sappiamo bene in quale delle suddescritte località, che da principio vennero battezzati per antrace o splenite Carbonchiosa, malattia certamente non confondibile colla peste bovina. E intanto dal 7 al 21 corrente ottobre, il contagio, regalatoci dalla Croazia, ebbe libero campo di diffondersi; nè questa volta, come lo prescrive la legge suddetta, si adoperò in Croazia il filo telegrafico per parteciparlo alle Autorità, onde queste a tempo potessero prendere tutte quelle disposizioni, che ebbero ad emanare in seguito, ma però fuori di tempo. Scongiuriamo pertanto la nostra Inclita Giunta, la Presidenza della Società agraria, la Camera nostra di commercio, di fare quanto stà in lóro onde preservarci da tanto, flagello. Rendiamo grazie a chi ci ha favorito in done l'o-. puscolo perle nozze Marsich — Demarchi, intitolato — Notizie di Muggia e suo territorio. — Saggio di serie di •Podestà di Muggia sotto il dominio dei Patriarchi di Acquileja e di quello di Venezia. E -un erudito ed t accurato lavoro di Don Angelo Marsich, il quale sappiamo si occupa sempre con amore a rilevare notizie storiche della patria, nostra. Non potendo il sottoscritto incominciare la stampa del racconto storico: La disfida di Santo Galardo, se non ha un numero di firme sufficiente onde coprire almeno le spese, prega Uitti que' signori che volessero associarsi a tal opera patria, e scritta da un loro comprovinciale, d'essere sì gentili d'inviargli la scheda munita della propria firma. Giuseppe Tondelli tipografo. TIP. Di GIUSEPPE TOiXOELLI. NICOLO' de MADONIZZA Redattore.