ANNO II N. 28 ' FUBBUOiA (prcBö per mm d'altezza, larghezza 1 oolonna): commerelall L. 1.60 — flnanzlan, legaU, cronaca L. 2.60 — Concesslonarla escluslva UNIONE FÜBBUOITA ITAUANA S. A. LÜBIANA, Via SelenbUTg n. 1 — Tel. 24 83 Lubiana, 15 maggio 1943-XXI SI PUBBLICA 06NI SABATO ABBONAMENTI: Annuo L. 26 — Semcstrale L. 13 — Sostenltore L. 1000 Spedlzione in abbonamento postale n« Gruppo — UN NUMERO CENT. OO DIREZIONE — REDAZIONB: LUBIANA, VIA WOLPOVA 12 — Tel. 2196 Ii Re e Imperatore appunta sul petto della madre di un Caduto i segni del valore, consacrando cosi simbolicamente la promessa del popolo italiano di ritornare a quelle terre che il sangue di innumerevoli Eroi santificö. BOLLETTINO No. 1088 11 Quartiere generale delle Forze Armate comunica: La prima armata italiana, cui 6 toccalo I'onore dell'iiltima resistenza dell'Asse in terra di Africa, ha cessato stamane, per ordine del DUCE, il combattimento. Sottoposta all'azione concentrica e ininterrotta di tutte le forze anglo-americane terrestri e aeree, esaurite le munizioni, priva ormai di ogni rifomimento, essa aveva ancora ieri validamente sostenuto, con il solo valore delle sue fanterie, lurto nemico. E' cosi finita la battaglia airlcana durata con tante alteme vicende trentacinque mesi. Nelle ultime lotte, durante le quali tutti i nostrl reparti — e quelli germanici a loro fianco schierati — si sono battuti in sublime spirlto di cameratesca emulazione, le artiglierie di ogni specialitä e il raggruppamento esplorante corazzato Cavalleggeri «Lodi» davano, come sempre, splendida prova. L'eroico comportamento dei nostri soldati che, sotto la guida del Maresciallo d'ltalia Giovanni Messe, hanno nella lunga battaglia assolto tutti i compiti loro commessi e conquistato nuova gloria alle proprie bandJere, riconsacra nel sangue e nel sacrificio la certezza dell'avvenire africano della Naz ione. DiRmö ALLT™^^^ Da qtiando il centurione romano, che pare abbia risa-lito la corrente del Nilo alia ricerca delle sue sorgenti, C071 inconsapevole gesto le. strada alle venture esplo-razioni, ad oggi che nel primo presidio di Africa romana si e contesa epicamente al nemico, alio straniero, il lembo di una terra che e diventata quasi bandiera e simbolo di a^pirazioni, gli abitatori delki penisola hanno sempre guarded o all'Africa con passione di pionieri, con coscienza di colonizzat&ri, con fedelta di predestinati. Era scritto nel nostra destine che noi, nati al palpito dei venti marini, adusati al rifrangersi delle onde contro le prode Uimbite dalla salse-dine, nascessimo alia luce con gli occhi apcrti sul mare. E poiche — ed i Liguri di Leon Fancaldo, di Pigafetta e di Colombo e di Doria lo sanno — la malia delle distese occa-niche sospingc gli uomini, anime e corpi, a gettarsi sulle distanzc per varcurle c per ricreare nel sogno e nella ' realta le terre che si profila- \ no nelle intraviste lontananze ' ultramarine, era destino che le genti della penisola faces-' sera «ala dei remi al folle voloy> come I'Ulisse dantesco, per aggiungere tvirtude a conoscenza». I nostri occhi abituati a navigare le distese oceaniche, ad indagare tra i piü complessi fenomeni della natura le leggi che alia natura presiedono dandole calo-re di vita e continuitd di sangue, si soffermarono un gioi--no, in particolar modo, sul-I'Africa che al fascino del mistero aggiungeva I'invito del 7-ischio. Fu dunque verso VAfrica, cui Cesare aveva consacrato la pi'iorita di tin detto pieno di fato ed il poeta gentile un carme, che I'anelito della nostra irrequietudine e della nostra ansia di mondi, puntd con decisione di propositi, cui fu di guida un intelletto d'amore. Non valsero le pene d> fatiche diutiirne, protratte per mesi fra terre inospitali e selvagge, ne valse il sangue versato con generosita senza pari perche alle pene cd al sangue fu scttdo la sete d'i-gnoto, fu lenitivo la passione, quasi carnale, di una Stirpe dal sangue impetuoso. Sotto la volta mediterranea corsero e ricorsero cosi le navi por-tanti verso il fato africano le tempre dei nostri uomini, le loro attese, con le pi'omesse di vittoria, inseparabili dalla ccrtezza di sacrificio. Non Vincomprensione delle classi dirigenti o delle masse flut-tuanti fra il barlume di una mal fondata speranza e la bo-vina stupidita delle cosdenze aspettanti il fatto compiuto: non ardori di cUma od osta-colo di acque e di foreste od inimicizia di popolazioni fe-rite nei domini della loro so-litudine trattennero gli audaci che portavano seco le fortune del nome d'ltalia per farne piü ampia e duratura la ri-sonanza. L'utilitä, l'opportunitä, la neces-sitä per il Fascismo di preparare — nella ricorrenza del Ventennale — la Mostra della Rivoluzione, trovano la loro giustificazione in ragioni di ordine squisitamente spirituale, storico e politico. La celebrazione del Ventennale meri-tava questo attinio di sosta, non tanto per guardare indietro e com-piacersi del cammino percorso, quanto per trarre nuova lena per la marcia che si prolunga e si rinnovella ad ogni meta raggiunta e ad ogni cima attinta. Secondo la norma del Duce, il Fascismo non e awezzo a riposare sugli allori, ne tanto meno sente il bi sogno di sostare sulle posizioni conquistate, per quanto ardue e gloriose. La sua ambizione e sempre piü alta delle piü alte con-quiste, e il suo credo politico non limita e restringe a un formu-lario ideolQgico e ad un decalogo del viver civile; esso persegOe qualcosa di piü e di meglio e, non indulgendo a nessuna debole/.za iimana, non promette agli Italiani se non il dovere e il combattimento. La Mostra della Rivoluzione si propone dunque non tanto di metlere sotto gli occhi de! visifatore un panorama di avvenimenti rico-struiti su document! e su cimeli — cosi da dargli uno spettacolo suggestivo, e magari istruttivo — quanto di (ar rivivere plastica-mente un periodo storico di parti-colare intensitä e di eccezionale Interesse per l'Italia, traendone e deducendone un ammaestramento capace di dare al Fascismo una coscienza storica di se stesso. 11 che vuol dire renderlo atto a giudicarsi e a valutarsi, quasi dal di. fuori, per quello che e e per quello che intende essere, al di sopra di ogni considerazione di gretto tornacontismo politico. Nes-sun pericolo, quindi, di indulgenze, o peggio di autoesegesi. Non si tratta, infatti, di esaltare o di ma-gnificare il nostro tempo, si tratta soltanto di ricostruirlo nei suoi elementi principal), nei suoi giornl piü significativi, nei suoi eventi piü memorabili. • E' bastata la notizia che il Fa-sc smo avrebbe predisposto — a celebrazione del Ventennale — la Mostra, perche da tutti i paesi d'ltalia, da parte di Federazioni, di Enti, di personalitä, di camerati, giungessero- in offerta cimeli rari, autografi preziosi, armi, gagliar-detti, medaglie, diplomi, collezioni di giornali, numeri unici, manifesti, fotografie, ricordi; oltre dicias-settemila pezzi, giunti d'ogni dove, sono stati catalogati, smistati, sele-zionati, etichettati e suddivisi tra le varie sale, predisposte secondo un ordine cronologico, in modo che il Visitatore — specie quello meno in confidenza con la storia. anche se storia di ieri — possa — dal susseguirsi stesso degli eventi e dei fatti — rivivere il periodo di tempo ricostruito ed illustrato. Nessuna celebrazione del Ventennale riuscirä, piü di questa, a colpire l'immaginazione degli Italiani, e non degli Italiani soltanto, perche visitando la Mostra si avrä davvero la visione plastica, evidente, precisa di quello che e co-stato di fede, di sacrificio, di vo-lontä la bellissima realtä che oggi ci circonda e quanto la Nazione risorta debba al genio di Mussolini, alla costanza di Mussolini, alla pazienza di Mussolini, per lo svi-luppo, il potenziamento, il presti-gio che l'hanno rifatta grande nel mondo. La Mostra — alla cui realizza-zione ha presieduto anche un crite-rio di ordine artistico — ha un aspetto e un carattere veramente nuovi e originali, non riallaccian-dosi a nesun tentativo del genere sia in Italia che altrove; e i visitatori, di sala in sala, di anno in anno, passeranno successivamente at-traverso stati d'animo different!. Gli Italiani in particolar modo potranno — attraverso la sintesi offerta in visione — Valutare coscienziosamen-te l'enorme, profonda, sostanziale diversitä esistente tra la situazio-ne nazionale degli anni dal '14 al '22 e quella realizzata in 20 anni di Governo; agli stranieri sarä possibile giudicare, in serenitä di spirito, non sulla base di afferma-zioni e di versioni intenzional-mente alterate ed artefatte, ma su documenti autentici, di un valore probatorio assoluto. Finalmente i giovani ed i veterani avranno di che sbddisfare il loro orgoglio. I giovani, lieti di nutrirsi alle immacolate fonti dell'origine, la cui puritä incita a bene operare; i veterani, i vecchi squadristi, fre-schi di spirito ancora se non dv anni, godranno l'intima gioia dü rivivere le epiche giornate della vigilia, le date suggestive delle' battaglie e delle vittorie, e nella: atmosfera infuocata della ricostru-zione storica si sentiranno sempre piü intimamente vicini e legati ai i gloriosi Caduti della Rivoluzione,. TN Ti j- -n. 1 1 . alla cui memoria e dedicata unai Da «Ii dirjt o del popoio; ^^ ^^ ,, «Lettera della prima Con- jiffonde quel mistico senso reli- gioso che 6 insieme conforto e in-citamento perenne ai soprawissuti. La rievocazione dei fasti della Rivoluzione e stata concepita secondo una visione globale che nom ha consentito, logicamente, nessun; personalismo! ed e stata realizzata in modo tale per cui piü che nelle varie effigi e nei diversi autografi, in tutte le sale — e non soltanto in quella rievocativa dell'attivitä particolare del Duce — domina so-vrano lo spirito di Mussolini: del-I'animoso Condottiero, del Capo' amato, dell'interprete del Destino.. STUPIDARIO PARTIGIANO Difficoltä tecniche ...! Secondo fronte » * * Nella gara delle esploi-azio-ni africane che imperversd fra i popoli d'Europa nella seconda metd dell'ottocento, V Italia avanzo con una legio-ne di esploratori che richia-marono su di essa un diritto che si era dileguato nei secoli del decadimento. Quella schie-ra di uornini fece da ponte alia tradizione del passato; salvo una non smentita ma solo dimenticata storicita d i un diritto africano dell'Italia. Essa richia7nd all'attenzione piü vigile della generazione successiva tutti gli imperati- vi, tutte le leggi che gover-nano la nostra gravitazioiie verso rAfrica. La quale e fi-stco-geografica^ storico-mora-le e politica insieme. ž su questo triplice fonda-mento che si salva il nostro diritto a ritornare eon ben piü vasto respiro «Id dove fummo, la dove attendono i nostri mortis Id dove all'or-goglio di un primato secolare si aggiunge un impulso geo-grafico inconciliabile con in-trusioni dettate da un calcolo di mercanti e da un appetito d i avventurieri. Renzo Arnoidi ferenza femminile antifasci-sta (svoltasi nella Bosnia) čille donne antlfasciste Slovene. (Dalla PConlerenza femmi-nile antifascista, alla quale partecipavano le delegate di tutte le donne dell'ex Jugoslavia — eccetto le delegate Slovene che per ragioni tec-niche non poterono interve-nire, fu inviata alle stesse donne Slovene la seguente iettera). Care Slovene: alla nostra conlerenza, che si e svolta con molto succes-so il 6-7-8 dicembre 1942 in territorio libero, erano present! 166 delegate che rap-presentavano le donne di tut-ta la Jugoslavia, di ogni re-ligione e nazionalita. Era presente anche il compagno Tito: siamo state per questo molto felici ed abbiamo de-ciso di aiutare la nostra armata con ogni energia. Siamo decise di unirci an-cor di piü e vi abhiamo di conseguenza riservato due posti nel comitato centrale delle donne antilasciste della Jugoslavia, aiiinche siano occupati dalle vostre delegate.» * * * Da un volantino comunisla del 1° aprile: «Speravamo che I'azione compatta delle tre Grandi Potenze facesse cessare presto il gioco dell'occupatore. Ma poiche I'lnghilterra e 1'America indugiarono fino all'ultimo nel fare seriamente la guerra, tutto il peso della guerra stessa cadde sulla Russia, e i popoli oppress! sopportarono «inutili» sacri- La storia del Fascismo, dalla ormai leggendaria adunata di piazza I San Sepolcro a Milano alla insur- Angeli senza paradiso E' il solito «Slovenski Poročevalec» che ci da notizia deiresistenza in Slovenia di tanti angioletti: sono i ban-diti comunisti che si sono autosantificati. Infatti — a loro parere — siamo noi e i militi anticomunisti sloveni quelli che, per salvare le greppie, sono disposti a ro-vinare il 95 per cento degli sloveni, rhentre vorremmo dimostrare che i partigiani intendono ucciderli tutti; siamo noi, soltanto noi che trasformiamo le chiese in stalle e in caserme, mentre vorremmo far credere che i partigiani le profanano e le distruggono. «Mea culpa, mea culpa»-Ci siamo sbagliati e chiedia-mo perdono. Siamo dei bru-ti, noi e i militi anticomunisti, poiche il pontefice e a Mo-sca e a Roma c'e l'associa-zione dei senza Dio. Noi andremo difilato al-fici per la causa comune del- 1'inferno e a vol, angioletti, la civiltä e dell'umanitä. So-' sarä riservato il paradiso. lo ora il popolo inglese e americano ci appoggiano in questa lotta. Anche noi, come essi, richiediamo il ra-pido e totale annientamento del Fascismo e che subito sia creato il secondo fronte». premio alle vostre buone azioni. Siete degli incompresi, ma confortatevi: tutti i geni sono stati dapprima incompresi e voi ora siete degli angelt senza paradiso. * lezione dell'Ottobre 1922, alia con-<]uista del potere, al discorso del gennaio 1925, alia promulgazione ' fin nei jtressi di un tabernacolo. Essi dovranno sorprendere c catturare la squadra che ccrta-mente anche quella mattina rag-giungera il forno per confezionare il jHine della giornata. Eccnli ivfatli, sono una diecina: alia svclta, spcnsierali ed allcgri, scewlono verso n paese. Stanno per raggiungere il tabernacolo, quando una scarica violenta li in-veste. Contemporaneamente dalle cfwe, in alto, vumerosi fucili mi-tragliatori, rabbiosi ed insistenti, lanciano gragnuole di colpi .iid Castello. In un ultimo il comandante si e reso conto delta situazione, at-tomo a se ha riunilo il suo stato nuiggiore, in verita modesto, ma costituito di gente animosa (un brigadiere dei carabinieri, un sot-tobrigadiere delle guardie di finanza ed il capo degli anticcmu-nisti sloveni) ed ha dcciso il suo piano che in re-ltd, ž molto sem-plice: difcmdersi attaccando, con cinquanta opporsi validamente a duecento. Trenta uomini resteran-no a dtfendere il Castello, contro il quale certamente continuera a sfogarsi la rabbia comunista mentre si svolgerä I'attacco. La squa-dra impegnata continuera la resi-stenza sul posto; Una sqitadra co- Cacciatori, ca/rabinieri, guardie di finanza ed un forte nucleo di militi volontari anticomunisti sloveni (M. V. A. C.), un centinaio complessivamente,, difendono sal-dam^nte il pae.se di D. e control-lano una vasta zona della valle del G. Italiani e Sloveni, differenli armi e specialita, ma perfetta fusio-ne di animi, ferrea disciplina, unico intcTito: combattere i comunisti, averne ragione sempre e ovunque. II comandante, giovane cravalta rossa, se come distintivo del grado non pud sfoggiare che una stellet-ta, in compenso ha cuore saldo, spirito d'iniziativa, coraggio, en-tu^iasmo da vendere. Quasi tutti sono pile anziani di lui, ma ognu-no sent^ che quel piccolo sotto-tenentino biondo, dall'accento me-ridionale che ricorda la lontana Irpinia, tulto brio ed energia, che sa volere e comandare, & veramen-te un capo, il loro capo, a cut in ogni occasione bisogna obbedire. Ed anche i comunisti, da tempo ed a loro spe'se, non ignorano gli eroici difensori del castello di D. Pill che di un castello, in verita, trattasi di un casone a due piani, dalla pianta rettangolare, che in luogo di spalti e torri ž sormon-tato dal co/ratteri.itico tetto aguzzo a due spioventi in tegole rosso scuro. L'intonaco in piii punti Rcrostato e qua e lä sforacchiato, le numerose finestre rusticamente murate, il muro paracolpi dinanzi al portone d'ingresso, le armi au-tomatiche che sporgono dalle fe-riioie, stanno ad indicare la con-siderazione e I'importanza che ne-mici e difensori attribuiscono a quel fortilizio, bastione avanzato della civiltä in ««« zona in cui i partigiani vorrehbero avere in-contrastato dominio. Sovrasta il paese, agglomerato di una trentina di case, ciascuna isolata dall'altra, distribuite su due piccole allure, ma ž a sua mandata da un brigadiere dei carabinieri, costeggiando i margini del bosco, si portera su di un co-stone a nord ovest, qiMsi alle spal-le del paese onde ostacolare al momento opportuno, con aro fal-ciante e d'infilata, I'eventuale nti-rata del nemico verso il fiume. Altra squadra coviandata da un sotcobrigadiere attacchera da ovest la parte ana del paese; la piii numerosa, ai diretti ordini del comandante, premera da sud ovest. L'ultima infine, di militi sloveni, avanzera da sud unitamente alia squadra giä impegnata. Ed in tal modo, regolarmente, ■con sincronismo da esercitazione, si svolge I'azione: le squadre alter-nano il fuoco al movimento, avan-zano e convergono verso il paese come Inngo i raggi di una mezza ruota. Gli assalitori si accorgono ben presto di essere a loro volta assaliti; ma forti del loro numero non mollano, restano inchiodati fra le case. Ed il combattimento si fa sempre piii violento e ser-rato. Emettono ogni tanto incom-prensibili grida di guerra, ma non hanno il coraggio di affrontarci e lasciare gli appostamenti dietro cui S0710 al ripwro. E sparano sempre come forsennati. Le squadre attaccanti invece, tranne quella del costone che ancora noil ha avuto modo d'inter-venire, pur a corto di munizioni, gareggiano in coraggio e bravura. La distanza che ci separa dal gruppo di case ormai assediate non e che di cinquanta metri tan-to che pur fra il frastuono della lotta udiamo distintamente gli in-viti ad arrenderci. Dal rallentare del nostro fuoco debbono aver comprcso che ormai siamo a corto di munizioni poiche non pochi sparano all'impiedi, si spostano da casa a casa, iirlano, sembrano in-vasati. nAvvicinatevi, italiani, se avete coraggio !> Un urlo: ^Savoia!* risponde alVinvito e gli schianti sinistri delle bombe a mano rintronano ovunque ed ogni altro rumore sommergono. Senza elmetto, aruiante, il sotto-brigadiere seguito dai suoi ž il primo a giungere in paese, le altre squadre giungono da pi-esso; una bomba a mano, che per fortuna non esplode, va a finire fra le gambe del sottotenente comandante, una raffica, forse l'ultima dei rossi. prende in pieno il milite volanlario sloveno R. che cad", fulmiuato. Qiuinli sono! Dalle case escono a turbe, si pigiano, si spingono, cadono, imprecano, si chiamano, urlano, ansano, calpestano morti e feriti, terrorizzati non pensano che a fuggirc. E molti cadono sotio le nostre bombe. Tali sono gli eroi dei consueti agguati, coloro che abitualmento si accanisconn sui nostri feriti e sidle salme dei nostri caduti! La squadra del costone, che da loninno hit seguito il nostro movimento, ha ora iniziato la sua sariv-bnnda di morle; raffiche viordenti falciano il terreno percorso dai fuggvnii lun go it dectivio dell'al-tura. .'Ucuni cadono, ruzzotano, si rialzano, altri si abbaUono pe-santemente, non pochi vengono trajtcinnii via dai compagni. I su-persliti trovano scampo nel greto del fiume quasi in secca, al riparo delle sponde, fra pioppi e salici. Trenwnte, la faccia itisanguina-ta, spaurito oltre ogni dire, uno degli eroi delta giornata, motivo co-mico nella tragedia, trascinandosi carponi esce dalla porticina di un canile in cui in ini primo momcnlo aveva pensato di trovare scampo, balbetta parole che non comprev-diamo, ci giumlii imptoraudo, aha le mani e st arrende. II giorno seguenle, mentre nel cimitero il presidio e la popota-zione xendono gli estremi onori al milite sloveno caduto, a ovest raffiche di mitragliatrice tentano di distnrbare la funzione religiosa. L'immediata, encrgica reazione del Castello fa tacvre I'arma dei . Ed il sacra rito si coynpie, 7iel pih assoluto raccogtimento. Eroismo partigiano Giornata smagliante, nell'arixi tiepida odore di primavera. In ubito di festa, uomini e donne si recano at Presitlio per le abituuli pratiche ammini.'itrative: doman-de, permessi, la-iciajjassare. Ä il momento propizio per una manifestazione parligiana divilta. Lacerante, improvvisu, una raffica investe un gruppo nei pressi dell'ingresso del Castello. Due donne ed il brigadiere dei carabinieri cadono riversi, questo ultimo fulminato. L'accampamento distrut-to — Tre volte battuti Un milite anticomunista sloveno di vedetta ha dato Vallarme. A circa 500 metri, lungo un sen-tiero che, dalla quota antistunte ad ovest del Castello, conduce tra gli ubeti al paese, ha sco-rto quatcimo che si avvicina celennente. Le mire di parecchie armi, peri-colose scrutatrici lontane, accom-pugnuno coloro che scendono, ma I'o-rdine e di non sparare. Poco dopo due partigiani, con tanto di Stella rossa sul cd-pi-icapo a bustina, trafelati, parlano e ge-sticolano dinanzi al Comandante che ascolta visibilmente interessn-to e segue attentamente un itine-rario sulla carta topografica delta zonu. Per I'indomani, dal comando superior e, giungono ordini precisi; i due comunisti costituitisi ci ac-compagneranno nell'azione per rin-trucciare e distruggere un vasto apprestamento logistico, iionche soi-prendere e travolgere formazio-ni partigiane sidle alture boscose del G. G. e V. H., qualche chilo-metro ad occidente di D. I valorosi del Can te tto in servi-zio d'avanguurdia di una colonna costituita da artiglieri aarditi» della Cacciatori, partiti in piena notte, alle sette circa sono in vista dell'accampamento ricercato, occii-pante una vasta zona semiooscosa, cupace di raccogliere in piccole l)Uracche ed \n ricoveri blindati, bene occidtati dal sottobosco, non meno di 300 uomini. Qua e la ancora piccoli fuochi crepitant^ di resinose, ma nessuna reazione ci accoglie, tanto che in-contrasiuti possiamo irro-mpere da ogni parte. Baracche e ricoveri ri-velano chiaramente i segni di una fuga precipitosa. Viveri non con-sumuti, indumenti fuori uso per ogni dove, pacchi di manifesti di propaganda in una baracca e sparsi qua e la, fiaschi di benzina in una buca e marmitte ancora sul fuoco. Evidenti piste sul terreno di uomini e quadrupedi indi-cano la direzione seguita dai fug-genti: nord-ovest. £: appeim iniziata la distruzione e I'incendio delle bara^iche che le squadre lanciate all'inseguimento dei fuggiuschi, anche per impedirc un loro eventuale ritorno da talc lato, vengono prese sotto un fuoco rabbioHo ed intenso. Gli attaccanti, un folio gruppo dilla forza di una comjmgniu, sembrano ben dc-cisi e si funno sotto. Due sqiuulre. una di carabinieri e una 'di militi volontari anticomuniiti bene up-postale dietro due costoni roccio."-convergenti a guisu di ungolo. reagiscono. con tiri ben mirati ed cffiend. Cadono i /mmi comunisti, ma il grosso continua ad avanzare in ordine sparso, .si rincuorano, si chiamano per nome, gridano po-tenti mentre lanciano bombe a mano. Una raffica ne abhalte qiuittro ed obbliga gli altri a cercare nelle pieghe del terreno qualche riparo al nostro fuoco sempre jmi preciso. Oramai sono agganciati, vorrebbero trovare scampo nella fuga, ma anchu nt'ubitiuile e comoda via di sal-vezza-» i preclusu: gli e in qiwi prodigiosi cFuo-chi d'artificio: debussyaiii eseguiti roii raru perfczione. .\i U\secuzione di Martucci abbin mo sentito vibrare con scarni iiccenti la partccipnzione prevalen. tcmciitf stniimcntale della pianista: <• cid, anziehe sconcerlarci, ci (■ misteriosiimente piaciuto. Fuori ussolutamente da ogni xchcma usuale. l'interpretazione della «II' Rapsodia iingherese* di Liszt, che ci ha lascifiti un poco perpU'ssi, nsi co-nu' xiamo alle edi-zioni iwnnali di questo pezzo cele-berrimo. La. signora Orlandini ha delibvratamvnte voluto scostwrsi da WM resa oggettiva dell'ormai stucchevole bruno: cosa che ci i parsa, anche se aiidace, lodevole. O forse iippunto lodevole perche atulace. Auguriamo a Hussana Orlandini la perseferanza in quesVauda-cia che le permettera anche in av-venire di discostarsi da gratuiti scliemi, can pure, a pianisii illu-strif grevidiun lungo cnrricolum artistico, per la ricerca di un piii ptrsonale, eppur rigoi-oso, stile. La sorregge ammirevolmente una dose non comune di di lasciarli, consegno al maggiore una somma in denaro, perchfe venisse divisa fra tutti. Alla Sezione di Moste e all'Educatorio Dopo la veduta del panorama della cittä, il Ministro venne accompagnato, sempre dal Segretario Federate, in una breve visita alla sezione di Moste del Fascio di Lubiana. Ricevuto dal Fiduciario, 1'Ecc.za Perrone, si intratten-ne con alcune donne che era-no andate alla sede della Sezione per la consueta assi-stenza. A esse il Ministro con-segnö delle buste contenenti somme di denaro e a due il corredino per neonati. Di ognuna volte interessarsi della famiglia, chiedendo noCizie suUa loro vita, [pol, prima di lasciare la Sezione, volte abbracciare una donna del popolo facendo dire dal-I'interprete che quell'abbrac-cio poteva considerarsi per tutte. Abbiamo notato un attimo di sbalordimento, poi un mor-morio e delle lacrime. Quelle donne del popolo, del popolo sloveno sano, vedevano per la prima volta vicino a esse un Ministro che sapeva com-prenderle e trattarte affet-tuosamente. Forse nella loro vita sarä I'episodio piü im-portante che narreranno ad amici e discendenti. La stessa commozione I'ab-biamo notata in un gruppet-to diuomini che, in disparte, quasi timidi, attendevano la beneficenza. Anche a questi rEcc.za Perrone domandö notizie sulla loro vita. Lasciata la Sezione, il Ministro si 6 recato a visitare I'Educatorio Maschile della G. I. L. di Tomovo. Ricevuto dal Vice Comandante Federate, il quale poi durante la visita diede al Ministro tutte le informazioni necessarie sull'attivitä deU'Educatorio, I'Ecc.za Perrone passö in rivista i bimbi schierati davan-ti all'edificio col quail si in-trattenne a lungo, chiedendo notizie per mezzo di uno di essi Che fungeva da inter-prete. H canto di «Giovinezza» lo accompagna, poi, mentre si reca a visitare i locali. Prima di salire in macchina I'Ecc.za Perrone nota un gruppetto di bambini che, anche qui, guardano Incurio-siti la scena. Chlamatili, chie-de ad uno di essi se 6 conten-to di essere inviato nell'Edu-catorio; 11 piccolo rispocade che quella č la sua aspirazio-ne e, felice di ciö, ne ha par-lato alia mamma. Dall' Educatorio, rEcc.za Perrone, venne accompagnato nella visita al Parco di Ti-voU, in quell'ora frequenta-tissimo dalla folia. Durante la passeggiata, confuso nel via-vai della gente, il Ministro si soffermö con alcuni legionari Che passavano. Erano degli arditi che non voltero perde-re I'occasione di giurargli la loro fede nella vittoria e 11 loro entusiasmo di essere adoperati nella lotta anticomunlsta. Alle 19, nella sala Glasbena Matica, la pianista Rossana Orlandini - Bottai, ha dato un concerto di cui par-leremo ampiamente in altra pagina. Erano presenti, oltre l'Ecc. Perrone, TEccellenze Grazioli e Gambara, il Federale e il Podestä. II pubblico era costituito da italiani i quali voltero tributare alla bravura della Signo-ra Orlandini entusiastiche manifestazioni e applausi vi-vissimi. Messa al campo L'Ecc.za Dino Perrone Compagni ha iniziata la sua se-conda giornata lubianese re-candosi al cimitero militare per rendere omaggio ai glo-riosi Caduti ed ascoltare la messa al campo, predispösta dai Fasci Femminili. Attendevano il Ministro, giunto accompagnato dal Federate, I'Ecc.za l'Alto Com-missario, I'Ecc.za il Comandante il Corpo d'Armata, 11 Podestä e altre Autoritä. Ai piedl del monumento, che ricorda i gloriosi Caduti, rEcc.za Perrone, deposta la corona di fiori, ha ascoltato, insieme con le altre Autoritä, la messa al campo celebrata dal cappellano militare. AIl'Elevazione donne fasci-ste hanno cosparso di fiori le tombs mentre la musica intonava l'inno del Piave e il plotone d'onore, con in testa la bandiera del glorioso reggimento, presentava le armi. Inaugurazione del «Vil-laggio del Soldato» Dal cimitero I'Ecc.za Perrone, si 6 recato ad inagura-re il «Villaggio del Soldato>. sorto nei pressi della stazione per iniziativa di questa Federazione dei Fasci. Erano ad attendere 11 Ministro le Autoritä, l'Ing. Carra, progettista e direttore dei lavori, ed i dirigenti della ditta Astaldi, co-struttrice del «villaggio»; prestava servizio d'onore un pic-chotto armato di avierl. Dopo la benedizione del Villaggio, fatta dal cappellano militare, le Autoritä hanno visitato gli ambienti e gli impianti, Interessandosi vivamente all'attivitä del VU-laggio che darä senza dubbio. ai militari di passaggio da Lubiana, quei conforti che si ■ IN T R I N C E A a Lubiana LIli; OLOMIE I3ELI s pi^ i ü passione africana - La consegna del L'inaugupazionedel'Villaggiodel soldato' addicono alla prima, o 1'ulti-ma, stazione itallana dalla quale passano. II Vlllaggio, di cui abbiamo amplamente parlato in un numero precedente, sarä ge-stito dall'Ufficio Combatten-ti della F^erazione in colla-borazione con i Fasci Femmi-nili, e una visione di quella che sarä l'attivitä il Ministro Perrone ha potuto constatar-la vedendo le Donne Fascist«, fra le quali si notavano madri di Cadutl, glä pronte per iniziare 11 lavoro. Lasciato 11 «Vlllagglo del Soldato», l'Ecc.za Perrone si 6 recato nella Caserma Principe del Piemonte per conse-gnare ai valorosi camerati, distintisi durante le ultime operazioni, le decorazioni al valore. Erano ad atfcendere il Ministro e le altre Autoritä, il Comandante il Battaglione schierato nel cortile. Dopo aver passato in rivi-sta i valorosi soldati e legio-nari, l'Ecc.za Perrone ne ha abbracciato, simbolicamente, uno dlcendo che estendeva l'abbraccio a tutti gli altii che in quel giorno vedevano co-ronato dall'azzurro il loro va-loroso comportamento in guerra. AI Tabor Le consegne del labaro e delle tessere agli squa-dristi Dalla caserma Principe di Piemonte, 11 Ministro Perrone e le Autoritä cittadine si sono recate al Dopolavoro delle Forze Armate, dove un altro spettacolo di forza e di fede sl 6 presentato ai nostri occhi. I Nella vasta sala, decorata di bandiere e plante, erano Schierau reparti militari e le forze fasciste di Lubiana con 1 rappresentanti dei Fasci e del Centn della provincla. Qui, con le Autoritä, erano anche presenti i Consoli di Germania e di Croazia. Nel mezzo del gruppo degli squadristi, spiccava il labaro del Fascio di Lubiana insieme con quelli di Novo Mesto, di Cocievie, Oernomeli, Longa-tico. Dopo il saluto al Re e al Duce, il Segretario Federale ha fatto l'appello del Caduti fascLsti ad alcuni del quali Venne dedicata una fiamma. Subito dopo il cappellano militare ha impartita la be-nedizione al labaro assegna-to alla Federazione del Fasci di Combattimento di Lubiana dal Direttorio del P. N. F. La cerimonia, strettamente militare, ha assunto un par-ticolare significato allorchfe Dlno Perrone Compagni ha consegnato il labaro all'alfie-re ed ha abbracciato la ma-drina, madre del caduto fa-scista Vanniiü, trucidato dal-l'odio bestiale dei comunlsti in questa terra. Questa donna del popolo che, dalla sua lontana Cese-na, era venuta fin qua per vedere 11 labaro della Federazione In prima linea, intito-lato al suo Figliuolo, arriva-to un giorno in questa terra per dare con la civiltä dl Roma 11 suo contribute che, poi, non fu soltanto di opere ma anche di sangue generoso, si 6 sentita a un certo momento smarrita nell'ampiezza della sala e negli occhi che la guardavano, mentre qualche lacrima le rigava le gote: lo squadrista Perrone Compagni le si inginocchiö dinanzi di-cendo che non vi puö essere altro omaggio per una madre che ha offerto alla Patria quanto puö avere di piü grande. La commozione ci aveva stretto la gola: un ministro, un italiano, l'Italia tutta rendeva omaggio ai Caduti. Dino Perrone Compagni ha, poi, voluto parlare da squadrista fiorentino agli squadristi di Lubiana, ai quali ha detto la volontä di combat-tere e la missione di civiltä che loro compiono quotidia-namente, contro tutti gli ostacoli e contro un fcroce nemico degno alleato degli americani, assassini di bimbi e di donne. «L'esempio che voi date, «camerati di Lubiana, ö degno «delle piü alte tradizioni «d'Italia ed fe pari a quello «degli italiani delle cittä bom-«bardate e sacrificate dagli «assaltatori dell'Europa.» «La nostra d una guerra di «resistenza e noi di resistenza «ne abbiamo.» Terminate le ovazioni, 11 Segretario Federale ha rin-graziato l'Ecc.za Perrone Compagni dicendo, fra l'altro, che il labaro da lui consegnato alla Federazione, a nome del Direttorio Nazionale, rimarrä per noi una bandiera. «Noi giuriamo dl custodirla «con onore e con fedeltä e di «difenderla con tutte le no-«stre forze.» «Lo giuriamo in nome dei «Caduti, dei comtoattenti ,di «coloro che si sacrificano e di «coloro che restano fedeli al-«la consegna. Lo giuriamo sul «nostro orgoglio di fascisti e «sulla nostra fede; pronti a «dare ogni prova della nostra «fede e del nostro amore al «Duce.» Alla fine degli applausi che hanno coronato le parole del Federale, l'Ecc.za Perrone ha consegnato ai comandanti delle squadre di fascisti, che prestano servizio in collabo-razione con le forze armate, camerati Cungi e Petronio, le tessere. Terminata la cerimonia, le Autoritä si sono portate nella via che passa davanti alla casa del Dopolavoro delle Forze Armate ove hanno as-slstito alla sfilata, veramente marzlale, del labaro scortato da un reparto della millzia confinaria e degli squadristi. La colonna era agli ordini del Vice Federale Capurso. Alle gare del lavoro -- La rassegna in Via 3 maggio Di lä le Autoritä si sono recate a visitare due delle gare del lavoro organizzate per i giovani lavoratori sloveni dal Dopolavoro Provinciale in collaborazione con l'Unione dei Lavoratori. In via' Miklošičeva e in via Selenburgova erano adunatl i partecipanti alle gare deUe commesse e dei parnicchieri. Abbiamo visto, in quella ra-pida Visita alle gare dei Lit-toriali del lavoro, che i glo- All'Ospedale militare in visita ai gloriosi feriti. L'omaggio ai Caduti. Le tombe vengono cosparse di fiori. AI Tabor. Prima della premiazione del soldati. vani lavoratori italiani svol-gono annualmente nelle cittä d'Italia, organizzati dalla Segreteria dei G. U. F., la stessa perfezione dl organizzazione, lo stesso comportamento dei partecipanti alle gare e ci hanno fatto rivivere quei giorni. L'Ecc.za Perrone si ö inte-ressato vivamente ad ognuno di essi, chiedendo notizie ai concorrenti sul loro lavoro e sulla loro vita. In via 3 Maggio, uno spettacolo veramente grandioso ci attendeva: le forze fasciste, insieme a quelle della G. I. L. attendevano l'arrivo delle Autoritä che dovevano passarle in rassegna. Abbiamo rivisto ancora 11 labaro, scortato dai fascisti e dai reparti della millzia confinaria, poi i reparti della G. I. L. I piccoli sloveni hanno presentato le armi alle AI Teatro Lirico La celebrazione della giornata degli Italiani nel mondo AI teatro Urico attendeva una folia di italiani, di soldati e dl CC. NN., il Ministro Perrone Compagni, oratore designato dal Partito per rie-vocare la giornata degli Italiani nel mondo e parlare del-r«Italia e Africa». II teatro, addobbato con tricolori e gagliardetti, pre-sentava una visione fiabesca. Sul palcoscenico un grande rltratto del Duce giganteggia-va sulla folla. Allorchö 11 Ministro, accom-pagnato dalle Autoritä, ap-parve sul palcoscenico, un prolungato applauso lo ha salutato. Dopo 11 saluto al Re e al Duce, l'Ecc.za Perrone ha ini- II tricolore sul Villagio del soldato. AI Castello, con alcuni bimbi del popolo. Autoritä che passano, al Ministro che passa, In modo veramente impeccabile. Per la prima volta, forse, avevano messo tanto Impegno per ben figurare. Vi erano adolescenti e bambini che, Impettlti e perfet-tamente allineatl al coman-do del loro istruttori, guardavano Incuriositi la piccola folla dl Autoritä che passava dmanzi a loro, soffermandosi davanti al labari, alle fiam-me e ai «Signum» per salutare. Sul marciapiede opposto, per la prima volta, abbiamo visto un pubblico numeroso di sloveni che asslsteva alla cerimonia. Passato in rassegna l'ulti-mo reparto, le Autoritä sono entrate al comando federale della G. I. L. dove l'Ecc.za Perrone, accompagnato dal Segretario Federale e dal Vice Comandante Federale della G. I. L., si 6 reso conto degli Impianti e della attivi-tä del Comando. zlato il suo discorso, premet-tendo che colui che parlava non era, in quel momento, un gerarca, ma un italiano, un fasclsta, un fratello, Dl poi ci ha parlato della nostra passione africana, del nostro mal c'. africa che in questi giorni si estrinseca nel valoroso, so-pra ogni dire, comportamento delle nostre truppe in Tunisia. «L'Italia non ha possibilitä Idi estendersi altrove: e solo «nel suo mare e al di lä del «suo mare fe Roma che per