Parallela, a c. bici, la loro posizione nella letteratura linguistica e il loro status periferico. Importanti sono il fattore sociolinguistico (linguaggio dei giovani, gergo) e l'affetti­vita. A nostro parere sarebbe interessante un confronto e una delimitazione chiara tra le formazioni tipo bici e la cosiddetta formazione regressiva, come accordare -'> accordo. -9. Nicola Munaro (Padova) (321-339): in base all'AIS e certe ahre fonti (tra cui i testi otto-e novecenteschi), l'autore esamina, secondo la sintassi generativa, il dimostrativo wh-nei dialetti ligure, piemontese e in parte lombardo. L'interrogativo kwe risale al dimostrativo kwelu. -10. Sandra Rzehak (Graz) (341-360) esamina le scritte murali (graffiti) torinesi (maggio-agosto 1999), i momenti linguistici (sintas­si, morfologia, soprattutto lessico) ed extralinguistici ( origine sociale, grado di cul­tura, destinatari). Importante la sintassi "smozzicata" e i paralleli tra graffiti e orali­ta. Varie riproduzioni, e una foto (360). -11. Johannes Schnitzer (Vienna) (361-372) stu­dia i significati del termine cashflow (ai livelli generale, economico largo ed economi­co specializzato) in italiano, spagnolo e francese. Il corpus eda to dai dizionari, dalle enciclopedie e altre opere economiche e finanziarie. 12. Rossella Spina e Wolfgang U. Dressler (Vienna) (389-408) si dedicano alla cosiddetta morfologia naturale (iconicita, tipologia, adeguatezza ad un dato sistema), esaminando il lato sincronico (tests univer­sitari) e diacronico (evoluzione ed espansione della desinenza -iamo). Conclusione: l'evoluzione non ecaotica, le spiegazioni proposte sono funzionaliste, non formaliste. Alle pp. 407-408 sono riprodotti due "alberi". -13. Margit Wetter (Chieti/Pescara) (409­424) confronta le tre grandi varieta del tedesco (Germania, Austria, Svizzera): termini registrati o meno nei dizionari, termini scomparsi o antiquati, e i neologismi, con numerosi esempi. Testo importante per la variazionistica attuale. 3. Linguistica testuale l. Done/la Ante/mi e Francesca Santulli (Milano) (17-33) firmano il testo che si occupa delle presupposizioni nei giornali di orientamento prevalentemente ideolo­gico-politico (undici testate principali), lingue speciali, confronti tra gli articoli di fondo e altri, con interessanti sguardi pragmatici. -2. Stefania Biscetti e Wolfgang U. Dressler (Vienna) (53-68) studiano (sui testi dal Settecento ad oggi) gli alterativi, e precisamente dal punto di vista pragmatico, distinguendo le macro-e miscrostrut­ture e le dimensioni statica e dinamica (la prima ela situazione globale, la seconda concerne le funzioni illocutorie e perlocutorie). -3. Paul Dan/er (Innsbruck) (99-113) analizza la grammatica e la semantica in un discorso di S. Berlusconi, secondo i mo­delli di T. Van Dijk e M. Metzeltin (introducendo anche alcune proprie tesi): tema, coerenza testuale ecc. -4. Monika Dannerer (Salzburg) (115-132) esamina le funzioni pragmatiche e testuali dello scherzo, del (sor)riso, il concetto diface, le norme sociali e sociolinguistiche (con le relative infrazioni), il tutto sulle registrazioni delle ditte e testi analoghi. -5. Maurizio Dardano (Roma) (133-148) firma lo studio (abbastanza complicato per i non "addetti") delle strutture testuali e le varie tipologie (poesia-dialo­go, poesia-racconto ecc., epigramma, epistola) (breve elenco: 135), con i regionalis­ 174 mi, tecnicismi, i1 gergo ecc.): -6. Fiorenza Fischer (Vienna) (209-222) si occupa del nome di J. TOBIN e altri, con eponimi, nel corpus consistente di sei testi. Al primo piano sono i linguaggi specialistici. Importante ebeninteso i1 contenuto, ma anche i1 ricevente, il destinatario (pubblico largoj"addetti ai lavori"). -7. Livio Gaeta e Davide Ricca (Torino) (223-249) sono autori del contributo -abbastanza complicato e destinato a specialisti di matematica e statistica -sulla stilistica nei numeri 96 e 97 di La Stampa (corpus, data base, produttivita, hapax legomena, opacita, contatti tra basi e de-rivati, interpre­tazione). Molte tabelle e figure. -8. Axel Heinemann (Salzburg) (251-258) confronta l'i­taliano e i1 francese quanto alle espressioni metaforiche del corpo umano, concreta­mente "l'occhio" (lati sintattico, stilistico, morfologico, in parte anche etnolo-gico). -9. Arturo Larcati (Salzburg) (293-304) esamina i1 dialetto come "educazione alla diversita" nell'ultimo decennio del Novecento (sui testi di A. Zanzotto, V. Consolo, F. Loi e T. Scarpa). II tema centrale einfatti la diversita. Al termine: uno sguardo sul dialetto e i1 computer. -10. Laura Sergo (Saarbriicken) (373-387) studia i tratti linguistici, pragmati­ci e testuali nelle interviste (elaborate/ tradotte, tedesche/italiane). La tematica entra anche nella tecnica del giornalismo: infatti, i1 corpus consiste di giornali, sia "seri" che "popolari", ed e pertanto importante anche i1 destinatario (lettori). 4. Linguistica computazionale l. Manue/ Barbera (Trieste) (35-52) firma i1 contributo, altamente specializzato nell'informatica ( elaborazione elettronica, corpora tra cui il Corpus Taurinense in italiano antico), dedicato al confronto dell'italiano con i1 francese, l'inglese ed il te­desco quanto alle categorie pronome, articolo, determinante e aggettivo. -2. Giulia­na Fiorentino (Roma) (187-203) esamina le caratteristiche linguistiche, testuali ecc. dei messaggi elettronici (tratti tipici, corpus, varie formule, funzioni e destinatari e via dicendo). -3. Antonio Zampolli (Pisa) (425-446): come dice i1 titolo, il testo e dedi­cato ai contributi italiani (al primo piano A. Z. stesso) alla linguistica computazio­nale, con l'esame di diversi problemi, progetti, enti ecc. Com'e da aspettarsi, il con­tributo abbonda di termini tecnici inglesi. 5. Sguardo riassuntivo e giudizio finale Per quanto sommaria sia la nostra rassegna, da essa risulta l'ampiezza tematica, e pertanto i1 molteplice interesse del volume IX di Paralle/a. Anche se al centro sono le discipline linguistiche attuali (v. i1 sottotitolo della miscellanea e i titoli delle tre sezioni), i contributi coprono una larghissima scala, dai testi antichi alla linguistica computazionale, dai dialetti alla lingua, dall'ironia alla terminologia commerciale ecc. ecc., per tacere dei confronti italiano-tedeschi e del costante fenomeno noto col termine inglese intercourse. Se a questo si aggiunge l'ottimo lavoro tecnico (editori, stampa, pochissimi errori tipografici), la conclusione puo essere una sola: compli­menti tanto agli autori quanto ai curatori. II circolo di quanti leggeranno con inte­resse e profitto il volume recensito sara senza dubbio assai largo. Pavao Tekavèic 175