ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 25 ■ 2015 ■ 3 original scientific article UDC 726.034.7:27-523.42(450.36) received: 2014-08-01 IL PROGETTO DI LORENZO MARTINUZZI PER LA CHIESA PARROCCHIALE A GONARS: CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELL'ARCHITETTURA TARDOBAROCCA NEL FRIULI-VENEZIA GIULIA Metoda KEMPERL Univerza v Ljubljani, Pedagoška fakulteta, Oddelek za likovno pedagogiko, Kardeljeva pl. 16, 1000 Ljubljana e-mail: metoda.kemperl@pef.uni-lj.si SINTESI L'odierna chiesa di Gonars, costruita tra gli anni 1970 e 1972, ha una storia molto più antica. Si tratta infatti del quarto edificio costruito su! sito. Il contributo esamina la fase tardobarocca della chiesa di Gonars, dove oggi si trova l'edificio sacrale risalente agli anni 1970 - 1972. La chiesa rappresenta il tipo di edificio sacro più diffuso nel Friuli negli ultimi trent'anni del XVIII secolo, basato sulle opere dell'architetto veneziano Andrea Palladio dalla fine del XVI secolo e formatosi definitivamente con le opere degli architetti veneziani dalla fine del XVII secolo e inizio del XVIII secolo, quali Domenico Rossi, Francesco Comin, Giorgio Massari e Antonio Gaspari. Il progetto qui esaminato è il primo progetto noto dell'architetto Lorenzo Martinuzzi il giovane e conformemente a ció gli si attribuisce anche al-cuni altri edifici sacri nel Friuli. Il contributo inoltre segnala che le chiese di questo tipo in questo periodo e in questa zona sono molto simili l'una all'altra e sono difficilmente attribuibili solo tramite un'analisi formale. Parole chiave: architettura tardobarocca, Lorenzo Martinuzzi, Principesca contea di Gorizia e Gradisca, Gonars, Friuli-Venezia Giulia MARTINUZZI'S PLAN FOR THE PARISH CHURCH IN GONARS: A CONTRIBUTION TO THE STUDY OF LATE BAROQUE ARCHITECTURE IN THE FRIULI ABSTRACT Today's church in Gonars, which was built between 1970 and 1972, has a considerably older history because this is at least the fourth church at this site. This church belonged to the most widespread type of religious architecture in Friuli in the second third of the eighteenth century, which was based on works by the Venetian architect Andrea Palladio from the end of the sixteenth century, and they received their final form with the works of Venetian architects from the end of the seventeenth century and beginning of the eighteenth century, such as Domenico Rossi, Giorgio Massari, Francesco Comin, and Antonio Gaspari. The plan examined here is the first known plan by the architect Lorenzo Martinuzzi the younger, and certain other religious structures in Friuli have been attributed to him based on this work. This paper also draws attention to the fact that the churches of this type from this time and in this area are very similar, and that it is difficult to properly attribute them based only on a formal analysis. Keywords: late Baroque architecture, Lorenzo Martinuzzi, Archdiocese of Gorizia, Gonars, Friuli 625 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 25 ■ 2015 ■ 3 Metoda KEMPERL: IL PROGETTO DI LORENZO MARTINUZZI PER LA CHIESA PARROCCHIALE A GONARS CONTRIBUTO ALLO STUDIO ..., 625-636 Nel paese di Gonars, che si trova nelle vicinanze di Palmanova ovvero presso il confine un tempo instabile tra il territorio asburgico della Principesca contea di Gorizia e Gradisca e tra Venezia, oggi si trova una chiesa costruita tra gli anni 1970 e 1972. Gonars, che negli archivi è menzionato per la prima volta nel 1031 (Dentesano, 1981, 115), ottenne il primo edificio sacro molto presto. Il suo patrocinio San Canziano ci fa pensare che la prima chiesa fu probabilmente costruita già nei primi secoli del cristianesimo (Dentesano, 1981, 49, 50). Il culto dei santi martiri Canziani di Aquilea si diffuse, infatti, già poco dopo la loro morte nel periodo della persecuzione dei cristiani sotto Diocleziano intorno all'anno 304 (Bratož, 1999, 366-388; Bratož, 2007, 128-191; Bergamini 2007, 482-509; Tavano, 2006, 194-196). Questa chiesa, assieme a quella di San Giorgio a Fauglis, apparteneva alla Chiesa madre di Porpetto. Nel XV secolo qui risiedevano due cap-pellani (Dentesano, 1981, 49, 50). Le chiese ottennero una certa autonomia nel 1579, quando il duca austriaco Carlo II, principe dell'Austria Interna, nomino Angelo Bindonio primo vicario. Si separarono definitivamente da Porpetto nel 1643, quando papa Urbano VIII nomino Giacomo Del Grande parroco di Gonars e Fauglis, la presentazione del quale era a carico degli Asburgo. Alla soppressione del patriarcato di Aquileia la parrocchia di Gonars passo alla nuova arcidiocesi di Gorizia, come del resto tutte le altre parrocchie in territorio asburgico della Principesca contea di Gorizia e Gradisca. Gonars faceva parte del più grande arcidiaconato di Gorizia. Al rinnovo delle frontiere delle diocesi nel 1818, Gonars, cos! come le altre parrocchie di Friuli, passo all'arcidio-cesi di Udine. A quei tempi faceva parte della forania di Mortegliano, nel 1912 invece entro a far parte della forania di Palmanova (Dentesano, 1981, 50-52; Tirelli, 2009, 22, 23; Kralj, Tavano, 1994, XXXIII-XXXVII).1 Nonostante la chiesa parrocchiale di Gonars vanti una storia risalente ai primi secoli del cristianesimo, poco sappiamo sugli edifici ecclesiastici situati li nel passato. La chiesa odierna è, infatti, un edificio moderno, costruito tra il 1970 e il 1972 secondo i progetti dell'architetto Giacomo Della Mea di Udine. La strut-tura della vecchia chiesa divenne, infatti, pericolo-sa, percio dovettero chiuderla, ma prima di costruirne una nuova, quella vecchia fu rasa al suolo (Dentesano, 1981, 62, 63). L'edificio odierno è almeno il quarto eretto su questo sito. La prima ristrutturazione documentata della chiesa risale agli anni antecedenti al 1585, quando in una lettera fu menzionato il suo allargamento (Dentesano, 1981, 61), ma probabilmente questa non fu la prima ri- strutturazione o il primo ampliamento della chiesa pre-sumibilmente paleocristiana ovvero altomedievale. L'edificio allargato alla fine del XVI secolo, fu demolito tra il 1770 e il 1775. Secondo i dati raccolti finora la nuova chiesa sarebbe stata costruita tra il 1775 e il 1780, in altre parole nel periodo del parroco Alberto Nicolo Moretti (Dentesano, 1981, 62; Tirelli, 2009, 101). Molto più tardi la chiesa (il 13 settembre 1868) fu consacrata dal vescovo Nicolo Frangipane (Dentesano, 1981, 62). Questo edificio fu fotografato durante la demolizione e cos! si è conservata l'immagine dell'esterno dell'edificio tardobarocco. Si trattava di una sala longitudinale con cappelle laterali e un campanile sul lato meridionale. La facciata era articolata da quattro pilastri su basamenti alti e muniti di capitelli ionici. Almeno i due capitelli interni erano gradonati e creavano una leggera sporgen-za. Al centro tra questi due pilastri si trovava un portale rettangolare sormontato da una finestra rettangolare che appare murata al tempo della realizzazione delle foto. La parte superiore della facciata terminava con un timpano profilato. I pilastri erano posizionati anche sulle pareti laterali in corrispondenza della facciata. Il portale principale era rettangolare con un frontone semicircola-re. A sinistra e a destra della facciata erano aggiunti dei locali più bassi. Stando alla fotografía, che documenta solo la parte meridionale, non si trattava di cappelle co-eve alla navata della chiesa, ma di locali costruiti più tardi, ognuno separatamente, poiché hanno profondità diverse e non sono collegati tra di loro.2 Ma solo in base alla foto non possiamo sapere chi potrebbe essere stato l'architetto di questa nuova costru-zione tardobarocca, poiché in questo periodo e in que-ste località gli edifici sacri più semplici si assomigliano molto e solo in base all'analisi stilistica difficilmente possono essere attribuiti ad un determinato architetto. Per citare un esempio: la chiesa dell'Assunzione della Vergine Maria a Kojsko, costruita sul sito della vecchia chiesa3 tra il 1765 e il 1768 su iniziativa del feudatario locale, conte Rodolfo Coronini, fu attribuita, in base alle sue opere documentate, a Michele Bon (Seražin, 200a, 83-85; Seražin, 2000b, 392). Soltanto gli archivi hanno rivelato che il progetto della chiesa fu creato dall'ar-chitetto Saverio Gianni, che inoltre aveva condotto la costruzione (Osvald, 2004a, 99). Sia Bon che Gianni erano membri dell'Arte dei murari, fondata nel 1759 a Gorizia, e fondatori della compagnia di San Vincenzo Ferreri nel duomo di Gorizia (Seražin, 2000b, 389). La costruzione della chiesa tardobarocca a Gonars risale al periodo di maggior fioritura dell'attività edili-zia nella Principesca Contea di Gorizia, poi di Gorizia e Gradisca. Questa ebbe inizio già alla fine della 1 Ringrazio Karmen Chakir per la traduzione dell'articolo e il Alessandro Quinzi per la revisione linguistica e tecnica. 2 Le fotografíe della chiesa scattate subito prima e durante la demolizione sono pubblicate in Dentesano, 1981, 63. Le fotografíe utilizzate in quest'articolo, di proprietà del sindaco di Gonars, il dott. Marino del Frate, e dell'Archivio della parrocchia di Gonars, mi sono state gentilmente fornite dalla dott.ssa Antonella Gallarotti. Ringrazio di cuore entrambi. 3 Si è conservato l'intero presbiterio e una parte della navata tardogotica. 626 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 25 ■ 2015 ■ 3 Metoda KEMPERL: IL PROGETTO DI LORENZO MARTINUZZI PER LA CHIESA PARROCCHIALE A GONARS CONTRIBUTO ALLO STUDIO ..., 625-636 Fig. 1: La vecchia chiesa di San Canciano, Gonars, il progetto di Lorenzo Martinuzzi, pianta, 1775 (AT-OeStA/AVA Kultus AK Katholisch, 391) guerra di Gradisca (1615-17) grazie alla ricostruzione e all'insediamento di nuovi ordini monastici. Gia al-lora si trasferirono in questo territorio molti architetti dai laghi del Nord d'Italia che qui si stabilizzarono (Serazin, 2000b, 387-389). Il secondo periodo d'oro dell'architettura di Gorizia fu dopo la prima meta del XVIII secolo. Dopo la fondazione dell'arcidiocesi a Gorizia nel 1751 il primo arcivescovo Carlo Michele d'Attems, nominato l'anno seguente, incomincio presto a visitare le parrocchie e le chiese a lui sottoposte (Kralj, Tavano, 1994, XXXVII-XVII). Ferdinando II nel 1638 proibí ai patriarchi di Aquileia di esercitare l'au-torita ecclesiastica sul suo territorio, percio il visitatore trovo molte chiese in cattivo stato o non adeguato, poiché molte avevano ancora soffitti piani. Percio rac-comando di riparare o ricostruire diversi edifici sacri (Kralj, Tavano, 1994). L'attivita edile fu stimolata anche dalla riorganizzazione dell'amministrazione della nuova Principesca contea di Gorizia e Gradisca nel 1754 e dal conseguente arrivo di nuovi nobili e fun-zionari a Gorizia. Prima di allora questo territorio era abbastanza instabile e gli abitanti poveri (Dentesano, 1981, 69-103; Makuc 2015, 211-226 con bibliografía). Cosí alla meta del XVIII secolo operavano nella regio-ne almeno sedici maestri d'opera o architetti (Serazin, 2000b, 389), che erano in grado di svolgere anche le commissioni piu complesse (Serazin, 2000a, 61-63). Tra questi sono stati indagati, soprattutto per merito di Helena Serazin, Michele Bon, Anton e Jakob Vidrih e Saverio Gianni (Serazin, 2000a, 60-91; Serazin, 2000b, 389-395; Serazin, 1999, 183-186; Osvald, 2004a, 99; Kemperl, 2011, 86, 87). Essi non erano legati solo dalla comune appartenenza all'Arte muraria di Gorizia, ma anche dallo stile architettonico, che si basava su modelli veneziani. Inoltre per la costruzione di edifici sacrali utilizzavano un tipo di chiesa molto simile, che si affermo nella maggior parte delle nuove costruzio-ni e ricostruzioni della Principesca contea di Gorizia e Gradisca intorno alla meta del XVIII secolo. Si tratta di una chiesa costituita da una navata rettangolare ampia senza transetto e un presbiterio quadrato. La navata ha su ambedue le pareti longitudinali due o tre nic-chie profonde per gli altari, che sporgono leggermente all'infuori. Tutto l'interno e circondato da una cornice di coronamento singola o doppia riccamente profila-ta. Sotto di essa le pareti sono divise da pilastri con capitelli (solitamente ionici) riccamente decorati che si trovano su basamenti alti. La navata e illuminata da finestre rettangolari, posizionate sull'asse centrale delle cappelle. La navata e coperta da una volta a schifo oppure da una volta a botte con pennacchi molto pro-fondi sopra le finestre. Un profondo pennacchio si trova 627 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 25 ■ 2015 ■ 3 Metoda KEMPERL: IL PROGETTO DI LORENZO MARTINUZZI PER LA CHIESA PARROCCHIALE A GONARS CONTRIBUTO ALLO STUDIO ..., 625-636 Fig. 2: La vecchia chiesa di San Canciano, Gonars, il progetto di Lorenzo Martinuzzi, profilo longitudinale, 1775 (AT-OeStA/AVA Kultus AK Katholisch, 391) anche sopra l'arco di trionfo che separa la navata dal presbiterio. Sul prospetto si ripete il motivo dell'arco di trionfo che pero è leggermente incavato nella parete. La facciata è articolata da quattro pilastri (solitamente gra-donati) con capitelli ionici che si trovano su basamenti alti, di sopra invece sono collegati da una cornice profilata. Sopra di essa la facciata termina con un timpano triangolare che si adatta ai pilastri gradonati. Sopra il portale principale nell'asse centrale solitamente si trova una finestra rettangolare.4 La tipologia dell'edificio e della facciata rimanda alle opere dell'architetto vene-ziano Andrea Palladio, che risalgono alla fine del XVI secolo (ad esempio la chiesa veneziana Il Redentore), ma si afferma in modo definitivo con l'operato degli architetti veneziani della fine del XVII e dell'inizio del XVIII secolo, come Domenico Rossi, Francesco Comin, Giorgio Massari e Antonio Gaspari (Bergamini, 1974, 7-14; Seražin, 2000a, 92). Quest'ultimo, per esempio, con la costruzione della chiesa veneziana di S. Maria della Fava (1705-1715) fisso le caratteristiche base delle chiese di questo indirizzo tardo-palladiano, cosí de-finito da Vladimir Markovic per le architetture istriane (Markovic, 2004, 40-60). Gaspari utilizzo una soluzio-ne di Palladio, ovvero la navata con tre paia di cappel-le, con la differenza che queste sono meno profonde e più basse, mentre le pareti sono articolate da pilastri e non più da mezze colonne (Massari, 1971, 29-31; Bas-si, 1963, 84-86, 98). Forse proprio S. Maria Fava era il punto di partenza per la tipologia di chiesa che poco dopo si affermo con Giorgio Massari nelle più modeste chiese parrocchiali della terra ferma veneziana - la stessa Fava fu ultimata negli anni 1723/24 proprio da Massari (Markovic, 2004, 45, 46; Seražin, 2007, 19-21).5 Nel Friuli questa tipologia si sarebbe diffusa so-prattutto grazie alle opere degli allievi di Massari, quali Luca Andrioli, Bernardo Macaruzzi e Domenico Schia-vi (Seražin, 2007, 202, 203), ma singoli esempi di questo tipo di chiesa li troviamo nella Principesca contea di Gorizia e Gradisca già prima. Probabilmente la prima chiesa di questo genere è la chiesa parrocchiale di Sant'Ulderico ad Aiello, costruita tra il 1691 e il 1693.6 La facciata è ancora manieristica, mentre l'interno rap-presenta in modo compiuto la tipologia sopra descritta: la navata è coperta da un altissimo soffitto a specchio, le pareti sono articolate da pilastri con capitelli toscani, legati tra loro da una cornice di coronamento profilata. Su ambedue le pareti si trovano due nicchie poco profonde per gli altari, che sporgono leggermente all'in-fuori. Il presbiterio è quadrato e coperto da una cupola su tamburo. È articolato da pilastri con capitelli ionici, la cornice profilata invece ha una serie decorativa di perle, tipica alla fine del XVII secolo. Presto questo tipo si diffuse sull'intero territorio della Contea di Gorizia e Gradisca. Cosí le chiese conservate fino ai giorni d'oggi non solo su questo territorio, ma sul territorio dell'inte-ro Friuli, per la maggior parte risalgono al XVIII secolo e tra di loro la più frequente è quella di questo tipo. In Slovenia ad esempio seguono questo tipo le chiese parrocchiali a Vipava (1750), Ajdovščina (1769) e Komen (1768-73) (Seražin, 2000, 82, 83, 84, 89, 90; Kemperl, 2007, 21, 22; Osvald, 2004b, 22, 23). Ancor prima dell'unica opera di Massari, documentata finora in Istria, ovvero la chiesa della Madonna degli Angeli a Poreč (Parenzo) (dal 1747 in poi), questo tipo si diffuse anche in Istria e nel Quarnero (Markovic, 2004, 47-60; Seražin, 2004, 122). La prima chiesa di questo tipo fu, infatti, costruita a Umag (Umago) tra il 1730 e il 1760 (Markovic, 2004, 47-49) . 4 Le chiese veneziane di solito non hanno questa finestra (Serazin, 2000a, 92). 5 Lo dimostra soprattutto la chiesa a Resana risalente al 1 724: chiesa con una navata con cappelle laterali con un'alta volta a schifo, sulla quale si trovano cornici a stucco per immagini. Il presbiterio quadrato è terminato da un'abside semicircolare e sua ambedue i fianchi si trovano le sacristie (Serazin, 2007, 27). 6 Annate secondo Bergamini 1999, 21 e la scritta sopra il portale. 628 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 25 ■ 2015 ■ 3 Metoda KEMPERL: IL PROGETTO DI LORENZO MARTINUZZI PER LA CHIESA PARROCCHIALE A GONARS CONTRIBUTO ALLO STUDIO ..., 625-636 Secondo questo modello, allora già ben affermato, fu costruita anche la chiesa parrocchiale a Gonars. Cio è parzialmente dimostrano dalle fotografie sopra men-zionate, mentre l'immagine della chiesa è chiarita nei dettagli dai progetti originali del Capomastro Lorenzo Martinuzzi, risalenti al 1775, cosï come la storia della costruzione è completata dal rinvenimento delle lettere scritte tra il 1771 e il 1776. Poiché gli Asburgo avevano patronati e avvocati nella parrocchia - essa era dunque imperale e regia - la comunità di Gonars doveva riferire tutto riguardo alla costruzione a Vienna. Percio nell'Ar-chivio di Stato di Vienna (Österreichische Staatsarchiv Wien) nel dipartimento Allgemeines Verwaltungsarchiv, nel fondo Untericht und Kultus7 sono conservate delle lettere dalle quali è evidente che la nuova costruzione non si svolse in modo cosï semplice come avrebbero forse desiderato gli abitanti di Gonars. Il fascicolo, nel quale sono raccolti i documenti riguardanti la parrocchia di Gonars, contiene quattro pacchetti di lettere. Nel terzo pacchetto si trovano sei lettere con allegati, relativi alla costruzione della nuova chiesa. Si tratta di lettere della nobiltà locale, del commissario Nicolo Frangipane e del parroco Nicolo Alberto Moretti, tutte rivolte all'imperatrice Maria Teresa. Tutte le lettere contengono diversi allegati. Dall'allegato alla terza lettera, scritta nel 1771, si scopre che il desiderio di rinnovare la chiesa sarebbe stato espresso dall'arcivescovo di Gorizia, ma gli abi-tanti del luogo sono stati spronati alla costruzione anche dal parroco Giuseppe Bertis.8 Probabilmente pero gli abitanti del luogo erano spinti soprattutto dal desiderio di avere un edificio nuovo. Al tempo, infatti, quasi tutte le chiese negli abitati locali (sia sul territorio austriaco sia veneto) avevano già una facies tardobarocca ovvero erano state già ricostruite. La chiesa parrocchiale di San Vincenzo martire a Porpetto, alla quale un tempo ap-parteneva anche la chiesa di Gonars, venne ricostruita nel 1 753.9 La chiesa della Santa Trinità a Mortegliano (la chiesa parrocchiale originale) fu costruita intorno al 1720, la chiesa parrocchiale a Castions di Strada invece fu costruita probabilmente nel XVII secolo (Bergamini, 1999, 81). La chiesa parrocchiale ad Aiello fu costruita tra il 1691 e il 1693, la chiesa vicina di Sant'Agnese a loannis invece tra il 1742 e il 1749 (Bergamini, 1999, 21, 22). La chiesa di San Tommaso apostolo a Perteole fu ristrutturata nel 1769 (Bergamini, 1999, 332; Serazin, 2000b, 397), la chiesa di San Gregorio a Clauiano fino al 1757, quando fu consacrata (http://www.qr3.it/clau-iano/17/chiesa-di-san-giorgio-martire.html), la chiesa di Fig. 3: La vecchia chiesa di San Canciano, Gonars, im-magine prima demolizione (archivio personale del dott. Marino Del Frate) Santa Maria Magdalena a Jalmicco invece probabilmente gia nel 1725 (cronogramma).10 La chiesa a San Vito al Torre fu costruita contemporaneamente con la chiesa a Gonars, poiche fu consacrata nel 1778 (Serazin, 2000a, 88, 89), nello stesso periodo furono costruite anche la chiesa di San Giusto a Felettis e la chiesa di San Pietro apostolo v Bicinicco. La chiesa della Vergine a Visco invece fu radicalmente rinnovata gia nel 1685 (Bergamini, 1999, 501). La chiesa di Gonars forse era troppo piccola per gli abitanti sempre piu numerosi, di sicuro era antiquata dal punto di vista stilistico. Nelle visite pastorali dei vescovi Attems ed Edling, infatti, abbiamo cercato invano di rin- 7 Le lettere si trovano sotto la collocazione AT-OeStA/AVA Kultus AK Katholisch, 391. 8 Giuseppe Bertis è menzionato come parroco nelle visite pastorali del 1 759, all'età di 57 anni (Kralj, Tavano, 1994, 618), e nel 1771 nella lettera a Vienna (AT-OeStA/AVA Kultus AK Katholisch, 391), mentre nelle visite del 1772 viene già menzionato il parroco Nicolo Moretti (ACAG, Visite pastorali, 1772, 27 (42), 57). 9 Brucio già sei mesi dopo la ristrutturazione e percio fu ricostruita nel 1768 (cronogramma sul portale) (Bergamini, 1999, 284). 10 Il cronogramma sopra il portale principale riporta la data 1 725. Nel 1848 la chiesa brucio e fu radicalmente rinnovata (Bergamini, 1999, 252). 629 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 25 ■ 2015 ■ 3 Metoda KEMPERL: IL PROGETTO DI LORENZO MARTINUZZI PER LA CHIESA PARROCCHIALE A GONARS CONTRIBUTO ALLO STUDIO ..., 625-636 tracciare un passo scritto riferibile all'ordine di ristrut-turazione. L'arcivescovo Carlo Michele d'Attems visito la chiesa due volte; la prima volta nel 1753, la seconda nel 1759. Proprio in quell'anno emano solo un decreto per sistemare alcune peculiarità (Kralj, Tavano, 1994, 618, 619). L'arcivescovo Rodolfo Giuseppe Edling durante la visita del 1772 emano per la chiesa una serie di decreti, ma nessuno riguarda la ristrutturazione della chiesa (ACAG, Visite pastorali, 1772, 27 (42), 57-60), mentre in occasione della seconda visita nel 1779 trovo la chiesa già ricostruita e bella: "Ecclesia parochia-lis recens a fundamentis exstructa de jure Patronatus Caesareo Regio est pro nunc benedicta proxime vero consecranda in honorem eo sub patrocinio S. Cancia-ni M. ... Fabrica seu Structura Ecclesiae insigni mole et opere magnifico constructa ac firmissima est. Facies interior lucida elegans et venusta tensis per totum corpus formicibus. Pavimentum quadris lateralibus planissime structum" (ACAG, Visite pastorali, 1779, 31 (46), 91, 92). Nel periodo della visita di Edling la chiesa aveva già gli altari, il pulpito, l'organo, mentre il campanile aveva l'orologio e tre campane (ACAG, Visite pastorali, 1779, 31 (46), 91). Non sappiamo quando esattamente ebbe inizio la costruzione dell'edificio. Dagli allegati alla seconda lettera del pacchetto citato, nell'Archivio nazionale d'Austria, spedita dai nobili locali a Maria Teresa l'11 febbraio 1775, si scopre che nel 1772 era prevista solo la costruzione di un nuovo presbiterio e solamente il rinnovo della navata. Nella lettera il conte Rodolfo Coronini von Cronberg, il barone Ottavio di Terzi, il conte Alfonso Antonio di Porcia, il conte Giovanni Giorgio Attems, Karl Morelli, Giuseppe von Kappus e Franz von Romani scrissero che la costruzione era già iniziata e chiesero 2.000 fiorini di supporto finanziario per poter terminare la costruzione. L'aiuto arrivo nel marzo dell'anno seguente, ma i problemi non finirono. Dalla terza lettera, scritta dal commissario ecclesiastico Nicolo conte di Frangipane, che fu nominato tale dallo Stato, il 15 maggio 1775, si apprende che chiesero nuovamente del denaro, ossia 3.160, 50 fiorini, come stabilito. Inoltre fu constatato che la chiesa non veniva costruita secondo il progetto previsto, percio i membri del consiglio si dimisero. La costruzione per quest'anno si fermo e come nuovo capo fu nominato il Capomastro muratore Lorenzo Martinuzzi. Questi disegno un nuovo progetto e realizzo un dettagliato elenco dei lavori, necessari per terminare l'opera. Sia l'elenco dei lavori ovvero la distinta delle spese sia i due progetti (pianta, profilo longitudinale) sono allegati alla lettera menzio-nata. Dalla distinta dettagliata delle spese di Martinuzzi si deduce che nel 1775 il cantiere edile aveva in effet-ti ultimato i muri e solo il presbiterio aveva la volta. Martinuzzi scrisse che si dovrebbe terminare la volta e il tetto sia della chiesa sia della sacrestia, che dovreb-bero essere realizzati gli scalini per il pulpito, realizza-ti e installati i portali dell'entrata principale e di tutte e tre le entrate secondarie, forniti e installati i vetri di quattro finestre, realizzati l'articolazione a pilastri e co-struito il muro di cinta in pietra.11 Incluse le spese della manodopera, Martinuzzi calcolo che per terminare la costruzione avrebbe avuto bisogno di 16.724,10 lire ovvero di 3.160, 50 fiorini (AT-OeStA/AVA Kultus AK Katholisch, 391.) (v. Allegato 1). La richiesta di un nuovo aiuto finanziario, avanzata da Nicolo Frangipane nella sua lettera il 3 giugno 1775, trovo il supporto anche dei nobili locali, del conte Rodolfo Coronini Cronberg, del barone Ottavio di Terzi, del conte Alfonso Antonio di Porcia, del conte Giovanni Giorgio Attems, Giuseppe von Kappus e Giuseppe Locatelli von Gibellini. Alla lettera è allegata anche l'approvazione dello Stato del 29 luglio 1775. Il progetto di Martinuzzi mostra una navata rettan-golare con due nicchie per gli altari su ogni lato, che sporgono leggermente all'infuori del tracciato planimetrico. Il presbiterio è un po' più stretto della navata ed ha una pianta quasi quadrata. La volta a padiglione nel presbiterio poggia su pilastri d'angolo, nella navata in-vece la volta è a schifo o a botte. Nella volta si trovano sei pennacchi. Quattro più piccoli s'innalzano sopra le nicchie, un più largo sopra l'entrata principale, l'ultimo, anch'esso largo ma più lungo, si trova sopra l'arco trion-fale che separa la navata dal presbiterio. I pennacchi salgono dai pilastri che affiancano le nicchie, l'arco di trionfo e la controfacciata. Questi ultimi due sono gra-donati. I pilastri poggiano su basamenti alti, hanno ca-pitelli ionici e sono collegati da una doppia cornice. Le nicchie degli altari sono orlate dagli archi di trionfo su pilastri. All'altezza dei capitelli di questi archi di trionfo corre una cornice marcapiano. Sopra di essa, nello spa-zio della parete tra le nicchie, si trovano delle specchia-ture, mentre al di sotto si succedono dall'arco di trionfo verso l'entrata, l'entrata nella sacrestia sormontata dal pulpito, una nicchia poco profonda a terminazione mi-stilinea barocca e una nicchia ancora più bassa, poco profonda a terminazione semicircolare. Le specchiature si trovano anche sopra la cornice marcapiano negli angoli nel presbiterio. Oltre al portale principale l'edificio ha anche un'entrata più piccola, sulla sinistra della parete trionfale, di fronte all'entrata della sacrestia, che è addossata alle pareti longitudinali destre della navata e del presbiterio. Le finestre nelle pareti longitudinali del presbiterio e della navata (in quest'ultima sono in asse con le nicchie degli altari) sono termali, ma sembra che solo la parte centrale sia chiusa con un vetro. La facciata è articolata da quattro pilastri. Il paio interno verso l'entrata è gradonato, cosí che la parete nell'asse centrale è leggermente approfondita. Sulla parte superiore i pilastri 11 Probabilmente si pensa alle mura intorno alla chiesa ovvero al cimitero che fino ad allora si trovava intorno alla chiesa (Kralj, Tavano, 1994, 247). 630 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 25 ■ 2015 ■ 3 Metoda KEMPERL: IL PROGETTO DI LORENZO MARTINUZZI PER LA CHIESA PARROCCHIALE A GONARS CONTRIBUTO ALLO STUDIO ..., 625-636 sono collegati da una cornice profilata sopra la quale si trova il frontone triangolare dal forte aggetto. Sulle fotografíe che riportano lo stato della chiesa prima della demolizione nel 1970 possiamo notare che il progetto, almeno per quanto riguarda l'esterno, fu ri-spettato completamente, poiché le cappelle viste dall'e-sterno, come gia detto, furono probabilmente un'ag-giunta piu tarda. Lorenzo Martinuzzi era membro di un'importante famiglia di architetti, che vivevano a Turriaco. Dei Martinuzzi non si sa molto, soprattutto sul loro stile, poiché loro opere a noi note riguardano principalmente ripa-razioni e costruzioni aggiuntive. Il Magistro Bernardino Martinuzzi (1666-1735), che arrivo a Turriaco da Tricesimo presso Udine, negli anni 1720 e 1721 assieme alla bottegha del maestro lombardo Carlo "Milanese" colla-boro nel rinnovo del duomo di Capodistria, tra il 1728 e il 1731 invece collaboro nella riparazione della cripta del duomo di Cividale (Serazin, 2000b, 397; Serazin, 2004, 183). Nel 1725 si reco assieme al figlio Giovanni a Fiume per concludere la costruzione della chiesa dei Gesuiti di San Vito. Giovanni Martinuzzi (1708-1753) a Fiume si sposo e ambiento, ma finora non gli e stato ancora attribuito nessun edificio per mancanza di dati d'archivio (Horvat, Matejcic, Prijatelj, 1982, 422).12 Bernardino oltre a Giovanni aveva anche i figli Lorenzo e Dionisio. Lorenzo Martinuzzi (1704-1779) nel 1738 inizio come protto a supervisionare la costruzione della navata del duomo di Capodistria progettata dall'archi-tetto veneziano Giorgio Massari. Non lavoro per molto e dovette andarsene gia l'anno successivo a causa dei danni verificatisi per la cattiva costruzione (Serazin, 2004, 183).13 Tra il 1747 e il 1763 al posto del fratello minore collaboro nella costruzione del campanile della chiesa a Turriaco, nel 1769 invece trasformo la chiesa parrocchiale a Perteole in basilica (Serazin, 2000b, 397). Su Dionisio Martinuzzi (1705 ca.-1746) finora sappia-mo solo che nel 1742 incomincio a costruire le chiese succursali a loannis e che aveva un figlio, Lorenzo, che probabilmente continuo a condurre la sua bottega. Nel 1780 Lorenzo e menzionato come capo della costruzione del campanile a San Pier d'lsonzo, nel 1790 invece fu pagato per i lavori svolti nella chiesa parrocchiale di Turriaco (Serazin, 2000b, 398; Bergamini, 1999, 359). L'architetto Martinuzzi viene menzionato anche come autore dei progetti per la chiesa di pellegrinaggio a Log presso Vipava: nel 1718 come autore dei progetti e nel 1737 come destinatario del pagamento per la costruzione (Serazin, 2001, 90, 91; Kemperl, 2012, 47). Di quale Martinuzzi si tratti purtroppo non e ancora dato sapere. In base al periodo si potrebbe pensare a Bernardino, del Fig. 4: La vecchia chiesa di San Canciano, Gonars, im-magine prima demolizione (archivio personale del dott. Marino Del Frate) quale tuttavia sappiamo troppo poco, mentre la chiesa di Log non fu nemmeno costruita secondo il progetto originale. La questione riguardante I'autore e inoltre complicata dal fatto che a Lubiana in quel periodo operava Carlo Martinuzzi. I suoi edifici noti sono di carat-tere piuttosto utilitaristico, percio attribuire la chiesa di Log, che dal punto di vista stilistico non spicca, a un qualsiasi Martinuzzi e per ora molto difficile (Kemperl, 2012, 48, 49).14 Il progetto qui presentato e il primo progetto cono-sciuto assegnabile a uno dei numerosi membri della famiglia Martinuzzi. Ma non si sa se il suo autore sia Lorenzo figlio di Bernardino, scomparso nel 1779, op-pure si tratti di Lorenzo il giovane, figlio di Dionisio, che nelle fonti viene menzionato nel 1780 e nel 1790. 12 Qui si menziona che Giovanni Martinuzzi proveniva da Gradisca d'lsonzo. 13 Con lui collaboro anche il figlio Antonio Adamo. 14 Secondo Helena Serazin la chiesa a Log presso Vipava potrebbe essere stata costruita da Bernardino Martinuzzi e conclusa da uno dei suoi figli, Lorenzo o Dionisio (Serazin, 2000b, 396-398). Ma lo stile non particolarmente originale ci orienta piuttosto verso il Martinuzzi di Lubiana e non verso Dionisio e la sua chiesa di loannis. 631 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 25 ■ 2015 ■ 3 Metoda KEMPERL: IL PROGETTO DI LORENZO MARTINUZZI PER LA CHIESA PARROCCHIALE A GONARS CONTRIBUTO ALLO STUDIO ..., 625-636 Se pensiamo alle opere finora conosciute del vec-chio Lorenzo Martinuzzi, nella comparazione stilistica puo esserci d'aiuto solo la ristrutturazione della chiesa di Perteole. Si tratta di un'impostazione basilicale a tre navate che potrebbe essere o la ristrutturazione dell'im-postazione già esistente oppure la nuova costruzione secondo il desiderio del committente. La chiesa a tre navate ha soffitti piani, le navate sono separate da semplici colonne toscane. L'impostazione a tre navate è seguita dalla facciata, articolata da pilastri, nella parte centrale invece ha due piani. La facciata che copre la navata principale spicca leggermente come avancorpo ed è co-perta da un frontone smussato concavo-convesso-con-cavo. La chiesa ha un'impostazione molto conservativa e anche i dettagli non possono essere comparati con la chiesa di Gonars, percio sulla base delle caratteri-stiche stilistiche della chiesa a Perteole non potremmo dire che i piani per la chiesa di Gonars furono disegnati da Lorenzo Martinuzzi il vecchio. Anche gli anni non parlano a suo favore, poiché nel periodo della realiz-zazione del progetto egli aveva già 71 anni. La chiesa a Gonars assomiglia molto di più alla chiesa di loannis, la costruzione della quale viene legata al nome di Dioniso Martinuzzi, il padre di Lorenzo Martinuzzi il giovane. La facciata della chiesa ha si un frontone che assomiglia a quello della chiesa a Perteole, ma è articolata da pilastri con capitelli ionici ed ha una finestra rettangolare posizionata molto in alto sopra il portale. La navata ha due cappelle su ognuno dei due lati, ma queste sono ancora profonde e sporgono molto all'infuori. Cosi che Lorenzo Martinuzzi il giovane potrebbe essersi formato da suo padre. L'informazione che nel 1780 era a capo della costruzione del campanile a San Pier d'Isonzo e che nel 1790 fu pagato per i lavori alla chiesa parroc-chiale a Turriaco, non ci aiutano molto, poiché in questa zona tutti i campanili erano inspirati a quello di Aquile-ia, indipendentemente dall'anno di costruzione, per la chiesa di Turriaco invece non è possibile stabilire quale potrebbe essere il suo apporto (Bergamini, 1999, 359). È un punto di domanda come questo progetto presen-tato possa esserci d'aiuto nell'attribuzione di altri edifi-ci sacri, che intorno al XVIII secolo furono costruiti in gran numero. Il tipo e lo stile degli edifici sacri, infatti, a quei tempi era molto omogeneo. Forse per la chiesa di Gonars potremmo esporre solo la finestra rettangolare posta molto in alto sopra il portale principale e il presbiterio quadrato. Ma nonostante cio solo in base all'analisi stilistica edifici simili non possono essere attribuiti uno dopo l'altro a Lorenzo Martinuzzi. Alla chiesa a Gonars, infatti, assomigliano moltissimo anche le chiese di Seba- stiano Lotti di Bertiolo. Si tratta della chiesa succursale dell'Assunzione della Vergine a Campolongo, risalente agli anni tra il 1766 e il 1796, della chiesa parrocchiale a Mereto di Tomba, costruita tra gli anni 1756 e il 1764, e della chiesa parrocchiale di San Martino a Morsano al Tagliamento risalente al 1757 (Bergamini, 1999, 69, 215, 228).15 Probabilmente egli è anche autore della chiesa a Porpetto. Questa chiesa fu costruita nel 1753, ma già dopo sei mesi fu distrutta da un incendio. Percio Sebastiano Lotti realizzo un progetto per una grande sala a tre navate, ma per le alte spese il progetto fu rigettato. Cosi venne costruita una chiesa con una navata con due cappelle poco profonde sui lati (Bergamini, 1999, 284), probabilmente secondo il suo progetto. Se compariamo la chiesa a Gonars e la chiesa a Morsano al Tagliamento, non si assomigliano solo per il tipo di edificio, delle volte e della facciata, ma anche per i dettagli, come il portale principale rettangolare con un frontone semicircolare, una finestra molto alta sopra il portale che interrompe la cornice e per i capitelli ionici bassi. L'unica differenza tra le chiese è che quella a Gonars ha sulla facciata capitelli ionici e un finestrino rotondo nel frontone, quella a Morsano al Tagliamento invece ha capitelli toscani e una nicchia cieca a trifoglio nel frontone. Nonostante questa somiglianza forse in futuro sare-mo in grado di attribuire a Lorenzo Martinuzzi il giovane le chiese di Jalmicco, San Pier d'Isonzo (prima del 1767) e San Vito al Torre (1778),16 che sono quasi iden-tiche alla chiesa di Gonars e un tempo appartenevano alla Principesca contea di Gorizia e Gradisca, ma forse anche le chiese di Lavariano (1781), Bicinicco e Felet-tis, che si trovano già in territorio veneto. Queste sono una versione già semplificata di quella di Gonars, poiché hanno una facciata già completamente piana, senza finestra o addirittura senza articolazione a pilastri. La chiesa a Gonars, documentata negli archivi come opera di Lorenzo Martinuzzi il giovane, è una delle ultime erette nel periodo di fioritura dell'edilizia sacra, stimolata dal rinnovo della vita religiosa promosso dal primo arcivescovo di Gorizia Carlo Michele d'Attems, e una delle ultime costruite in uno stile tardobarocco piuttosto sontuoso, risalente al tardo Seicento venezia-no. Molte chiese, costruite in questa zona nel XVIII secolo, si assomigliano invece cosi tanto, che bisognerà essere molto cauti nelle ricerche future sull'architettura sacra tardobarocca. Le interpretazioni che porteranno ad attribuire e datare singoli edifici sacri nell'ex Principesca contea di Gorizia e Gradisca o più in generale, nel Friuli-Venezia Giulia, dovranno essere fondate su fonti d'archivio. 15 Per quel che riguarda la chiesa di Campolongo si puo probabilmente attribuire a Lorenzo solo la ristrutturazione dell'interno, poiché la facciata é piu vecchia dal punto di vista stilistico e probabilmente risale al 1699 (data sul portale secondario). 16 Attribuito ai successori di Michele Bon (Serazin, 2000a, 88-90). 632 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 25 ■ 2015 ■ 3 Metoda KEMPERL: IL PROGETTO DI LORENZO MARTINUZZI PER LA CHIESA PARROCCHIALE A GONARS CONTRIBUTO ALLO STUDIO ..., 625-636 Allegato 1: Fattura Proforma di Lorenzo Martinuzzi per il completamento dei lavori sulla costruzione della chiesa parrocchiale di Gonars, AT-OeStA/AVA Kultus AK Katholisch, 391 Esendo Stato io sotto scrito dal Ill.mo Sig.0 Nicolo Co: Fragipani quae Comissario deputato dal Ecelso. Cesáreo Regg.0 Sup:0 Capp:° Consiglio il dover fare una esatta revisione, e conteggio della facitura, da farsi nella principiata Chiesa di Gonars. Percio portatomi sopra loco unitamente al Ill:mo Sig:° Co: Comissario A il Revd:° Sig:° Pievano di detto locco A L'atual cameraro fatta una diligente revisione di delli Materiali, che d'atrovano provisti come pune delle fature e materiali che d'aspetano al conpimento della detta giusto al Disegno che mi fu presentato come qui a piedi. Pietra per Muro cava N:° 450 cava e condota fa ........................................................................................q 850» Calzina Stava N:° 600 val ....................................................................................................................»1200» Condota della medema ........................................................................................................................» 20» Sabia carva N:° 150 val .....................................................................................................................» 50» Pietre cotte M:ra 20 a q 30 val ..............................................................................................................» 600» Condota ..........................................................................................................................................» 20» danelle Miava N:° 5 a q 30 .................................................................................................................» 150» Coppi M:ra 31 a q 60 val ....................................................................................................................» 195» Cadene Albeo N:° 3 di Passa 7 val ......................................................................................................» 150» Simili di Passa 41 N:° 6 ....................................................................................................................» 180» drani di Passa 4 N:° 20 .....................................................................................................................» 100» Condota di detto Legnamo ................................................................................................................ » 15» Degorenti di Larice N:° 150 a q 70 .......................................................................................................» 75» doloni per il sofito N:° 100 val ............................................................................................................» 300» Cantinelle per il detto N:° 2500 ..........................................................................................................» 375» Chiodi peri il Coperto e sofito Miava 30 ................................................................................................» 300» Canichie per ...................................................................................................................................» 50» Ferro per stesse e Zanche Lib. 200 ......................................................................................................» 150» Scajola Miava 2. val ........................................................................................................................» 100» Lastne di Pietra per le cornici Pa: 50 ....................................................................................................» 50» Condota .........................................................................................................................................» 25» Legname d'armadura di feno ..............................................................................................................» 400» Quadri per il Salizzo di Pa: 111 N:° 2700 val .......................................................................................»1080» Abassamenti di Pietra con suoi Pedestalli ben Lavorati ...........................................................................»1600» per Pietra in agiunta alla Porta Maestra ................................................................................................» 160» per N:° 3 porte di Pietra Laterali ...........................................................................................................» 190» per N:° 3 fenestre di Pietra per la sacrestia .............................................................................................» 80» summa q 8715» Raporto del oltre scrita di q 8715» Per N:0 4 fenestre di Vetri con sue reti di fildifero Ferate di ferro Baston N:0 3 ............................ Vetri per le dette Piedi 36 ............................... Retti di fildifero N:° 3 ..................................... Legname per il coperto della sacrestia et sofito di P:a 3 Nio 30 a q 4 ....................................... pici due di Posta 4 ......................................... Cantinelle per il sofito N:" 200 val .................... Degorenti di Larise N^ 50 ................................ Condota .......................................................... Salizzo di quadri ............................................ Scalla che osenda al Pulpito ............................ doloni di Nogara N^ 24 per fare le 4 Porte ......... feramenta per le dette ................................... fatura al Marangone ...................................... fature fabrili per Aspesi et altro .......................... Fature di Murari sono giornate N:o 1890: a q 2:15 Giornate de Manuali N:c) 1000 a q 1:10 ........... ............... » 5 0» ...............»5197-10 ...................»1500» summa q 16724»10 120» 16» 30» 25» 5» 90» 20» 80» 150» 160» 50» fa fiorini 3160 K 50: dansa di mia operazione il solito 2 per cento sono ... q 63: fui saldato con q 51: Lorenzo Martinuzzi Cap0 Mis' • o 633 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 25 ■ 2015 ■ 3 Metoda KEMPERL: IL PROGETTO DI LORENZO MARTINUZZI PER LA CHIESA PARROCCHIALE A GONARS CONTRIBUTO ALLO STUDIO ..., 625-636 MARTINUZZIJEV NAČRT ZA ŽUPNIJSKO CERKEV V GONARSU: PRISPEVEK K PREUČEVANJU POZNOBAROČNE ARHITEKTURE V FURLANIJI - JULIJSKI KRAJINI Metoda KEMPERL Univerza v Ljubljani, Pedagoška fakulteta, Oddelek za likovno pedagogiko, Kardeljeva pl. 16, 1000 Ljubljana e-mail: metoda.kemperl@pef.uni-lj.si POVZETEK Današnja cerkev v Gonarsu, ki je bila sezidana med letoma 1970 in 1972, ima precej starejšo zgodovino, saj gre za stavbo, ki je vsaj četrtna na tem mestu. Patrocinij sv. Kancijana, ki se je iz Ogleja razširil zelo zgodaj, razodeva, da je bila prva cerkev najverjetneje tu postavljena že v prvih stoletjih krščanstva. To cerkev so okrog leta 1585 povečali, okrog leta 1770 pa so jo podrli in na njenem mestu sezidali poznobaročno stavbo, ki pa prav tako ni več ohranjena. Načrt, po katerem je bila zgrajena poznobaročna cerkev, je leta 1775 narisal Capomastro Lorenzo Martinuzzi iz Turriaca. Cerkev pripada najbolj razširjenemu tipu sakralne stavbe v Furlaniji v drugi tretjini 18. stoletja, ki temelji na beneških vzorih. Taka cerkev je sestavljena iz razsežne pravokotne ladje brez transepta in kvadratnega prezbiterija. Ladja ima na obeh podolžnih stenah po dve ali po tri poglobljene niše za oltarje, ki na zunaj rahlo izstopajo. Celotno notranjščino obdaja neprekinjen bogato profiliran enojen ali dvojen venčni zidec. Pod njim stene členijo pilastri z bogato okrašenimi (ponavadi jonskimi) kapiteli, ki stojijo na visokih podstavkih. Ladja je osvetljena skozi pravokotna okna, ki so postavljena v osi kapel. Ladja je pokrita s kadunjasto-zrcalnim ali z banjastim obokom z zelo globokimi sosvodnicami nad okni. Globoka sosvodnica je tudi nad slavolokom, ki deli ladjo od prezbiterija in sega zelo visoko v predel oboka. Na pročelni strani se ponovi motiv slavoloka, le da je to plitvo vdolbljen v steno. Fasada je členjena s štirimi (ponavadi stopnjevanimi) pilastri z jonskimi kapiteli, ki stojijo na visokih podstavkih, zgoraj pa so povezani s profiliranim zidcem. Nad njim se fasada zaključuje s trikotnim timpanonom, ki se prilagaja stopnjevanim pilastrom. Nad glavnim portalom v sredinski osi je ponavadi postavljeno veliko pravokotno okno. Tako tip stavbe kot tip fasade temelji na delih beneškega arhitekta Andrea Palladija s konca 16. stoletja in se je dokončno izoblikoval z deli beneških arhitektov s konca 17. in začetka 18. stoletja, kot so Domenico Rossi, Giorgio Massari, Francesco Comin in Antonio Gaspari. Obravnavani načrt je prvi znani načrt arhitekta Lorenza Martinuzzija ml., zato so mu na podlagi tega dela pripisane še nekatere druge sakralne stavbe v Furlaniji. V prispevku pa je tudi opozorjeno, da so si cerkve tega tipa v tem času in tem območju zelo podobne in jih težko atribuiramo le s pomočjo formalne analize. Ključne besede: poznobaročna arhitektura, Lorenzo Martinuzzi, goriška nadškofija, Gonars, Furlanija - Julijska krajina 634 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 25 ■ 2015 ■ 3 Metoda KEMPERL: IL PROGETTO DI LORENZO MARTINUZZI PER LA CHIESA PARROCCHIALE A GONARS CONTRIBUTO ALLO STUDIO ..., 625-636 FONTI E BIBLIOGRAFIA AT-OeStA/AVA Kultus AK Katholisch, 391 - Österreichisches Staatsarchiv, Allgemeines Verwaltungsarchiv (AT-OeStA/AVA), Untericht und Kultus, Alter Kultus (AK) (1500 (ca.) - 1848), katholischer Kultus (1250 (ca.) -1848), Akten, 391, Pfarreien im Küstenland, Orte Dol - G, exkl. Görz. 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