ANNALES 14/'98 pred številnimi novimi muzejskimi nalogami, pred kate­ rimi si slovenska šolska arheologija še vedno zatiska oči. Naš cilj je v prvi vrsti bil spregovoriti o skupnem delu in prepoznati težave, s katerimi se srečujemo. Začetek je obetaven in nedvomno smo dosegli prve ugodne sadove dela. Eden od teh je tudi oživljen stik s kolegi muzealci v Istri. OCENE IN POROČILA/RECENSIONI E RELAZIONI / REVIEVVS AND REPORTS, 195-241 Peter Čerče, Snježana Karinja, Matej Župančič STRUTTURE PORTUALI E ROTTE MARITTIME NELL'ADRIATICO D! ETÀ ROMANA. Convegno intemazionale, Aquileia 20,- 23. 5. 1998. ... Ul um, si proprio condidit horreos quicquid de Lybicis veritur areis. Gaudentem patrios findere sarculo agros Attalicis condicionibus numquam demovaes, ut trabe Cypris Mirtoum pavidus nauta secet mare. Lucíante m ¡cari is fluet i bus Africum mercator metuens, otium et oppidi laudat rura su i; mox reficit rates quassas, indocilis pauperiem pati. Kdor prst domačo rad z motiko prekopava, ne bo nikdar zaklad kraljevski ga premamil, da kot boječ mornar bi z ladijskim krmilom zarezal brazdo v val razburkanega morja. Trgovec trepeta, ko burja biča morje, in hvali varni mir, idilo podeželja ; potem pa brž si spet popravi zbito barko, ker revščine ne zna, ne skromnosti trpeti. (Horatius, Flaccus Quintus, Ad Maecenatum, trad. slo- vena: K. Gantar, Pesmi. Carmina, Maribor 1993, str. 5.) Organizzato dal Centro di antichità altoadriaiiche di Aquileia, dall'École française de Rome e dall'Università di Trieste (Dipartimento di scienze dell'antichitá e Scuola di specializzazione in archeologia), alla fine del mese di maggio 1998 si è svolto ad Aquileia un con- A giudicare dal titolo e dai partecipanti, l'evento vegno scientifico intemazionale sui porti e sulla navi- avrebbe dovuto essere un Convegno internazionale con gazione nell'Adriatico in etá romana, convegno che ha una completa e ordinata rassegna delle nozioni acqui- coinciso anche con la XXIX Settimana di studi aqui- site fino ad oggi in mérito alia problemática delle rotte leiesi. Fra i relatori invitati al Convegno due albanesi e marittime e dei porti nell'Adriatico in etá romana, com- tre croati, mentre molto più numerosi sono stati i con- preso lo studio dei natanti, del commercio marittimo, ferenzieri francesi e naturalmente italiani. Lingue uffi- del rapporto fra scali portuali ed entroterra ovvero ciali del Convegno il francese e 11 ¡tal¡ano. Le relazioni navigazione marittima e fluviale, ed altre cose ancora, verranno pubblicate nel prossimo numero del la rivista Questa parte ¡ntroduttiva avrebbe quindi dovuto essere Antichità altoadriatiche che certamente provvederá ad seguita da relazioni mírate ai singoli problemi con eliminare dagli scritti le non poche incoerenze presentí esemplificazioni relative agli aspetti specifici del Mare tanto nelle relazioni quanto nel Convegno come tale. Adriático. MMSTERO PER I BENI CULTURALIE AMBIENTALI SOPRINTENDENZA PER I BENI AMBIENTALI ARCHITETTONICIARCHEOLOGICIARTISTICI E STORICI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA X I I I S e t t im a n a d e i B e n i C u lt u r a l i e A m b ie n ta l i Aquileia, 2 aprile - 27 setiembre 1998 197 ANNALES 14/98 OCENE IN PO RO ČILA/RECENSION! E RELAZIONI / REVIEWS AND REPORTS, 195-241 CENTRO B IANTICHITÀ ALTOADRIATICHE C A S A B E R T O L I A Q U I L E I A ÉCOLE FRANÇAISE DE ROME UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELL’ANTICHITÀ SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN ARCHEOLOGIA Nelle relazioni si é avuta un'alternanza cli elementi íecnici e scientifici. Soprattutto nelie relazioni tecniche l'ascolto é risultaío abbastanza faticoso in quanto si é dovuto fare attenzione a una moititucline cli dati locali senza l'aiuto, nella maggior parte dei casi, di un rias- sunto scritto del la reiazione in questione. Al termine, in occasione del la tavola rotonda, é stata ribadita la man- canza almeno di una carta geográfica del 1'Adriático che avrebbe permesso ai non dalmati di orientarsi fra le miriadi di ¡solotti lungo la costa oriéntale dell'Adriatico. E ancora: nessuno dei relatori ha definito il concetto dell'Adriatico, né nel senso antico né in quello mo­ derno. Ora come ora si ha la sensazione che l'approccio sia stato concentrato sui problemi del Canale d'Otranto e su quelli relativi al Caput Adriae, ma solo nella sua parte veneto-friulana. Una delle caratteristiche del simposio sono State le i11ustrazioni della navigazione mista marittimo-fluviale, frequente soprattutto nell'area veneto-friulana ed in quella albanese. Caratteristica comune delle due aree il declivio dolce delle rispettive coste con formazione di zone paludose relativamente estese lungo le foci dei fiumi, in alcuni casi addirittura di veri e propri sistemi endolagunari. Sia nell'Adriatico meridionale che in quello settentrionale gli archeologi hanno cosí la straordinaria possibilitá di seguiré le lente trasformazioni deH'ambiente e l'interazione di fattori naturali e antro- pogeni. La posizione geográfica ed i fattori geomorfologici che hanno avuto un ruolo determinante nella for­ mazione del suolo e nel rapporto terraferma-mare, sono stati menzionati solo saltuariamente. Di conseguenza anche nelle poche i11ustrazioni preséntate le struíture portuali sembravano sospese nell'aria senza che si di- cesse chiaramente la ragione per cui alcune strutture portuali si trovano a due o piü metri sotto il livello del rnare ed altre invece nell'entroterra, lontano dall'odierna costa marina. Ci sembra che sia mancata un'esauriente illustrazíone geologico-morfoíogica di ció che é accaduto sulle coste dell'Adriatico e ai suoi affluenti. Come minimo le soluzioni tecnologiche (l'uso del legno e la sua conservazione grazie al terreno paludoso) si ripetono, il ritmo della nascita e del deciino dei singoli porti dovrebbe essere análogo... ma niente di tutto ció é stato iIlustrato interamente. Dalle esperienze relative a strutture posíeriori nel Capodistriano ed in primo luogo alia costruzione dell'acquedotto e delle mura, sembra chiaro che a questo riguardo il limitarsi all'eta romana diventa improduttivo e che i singoli scavi vanno trattati in modo diacronico, dalla preistoria fino ai nostri giorni. Citiamo solo a mo' di esempio lo scritto di Bruno Volpi Lisjak sull'utilizzo della pozzolana nelle costruzioni portuali della Trieste del Novecento (Terra vulcanica di Santorino. Suo utUizzo per le costruzioni portuali in Adriático durante il periodo austríaco, An­ uales 10, Capodistria 1997, 163-174) o lo studio di Nadja Terčon (La citta e la sua volontá di crescere, in II porto di Pirano, Museo del tnare "Sergej Mašera" Pirano, Cat. No. 8, 1993, 44-67) sull'utilizzo del lo stesso materiale nella costruzione dei porto di Pirano. L'accento sulla navigazione di lungo corso ha lasciato un po' in disparte i problemi del cabotaggio, della navigazione endolagunare e dei piccoli porti e approdi. Ha destato forte impressione in tutti gli ascoltatori, invece, l'eccezionale conferenza sulla navigazione at- traverso il Canale d'Otranto tenuta da Cosimo Pagliara di Lecce. Particolarmente impressionante il racconto della scoperta di iscrizioni votive a Torre dell'Orso, iscrizioni che documentano le sofferenze dei passeggeri che vi arrivavano via mare non solo in etá romana. Alia luce clegli attuaii eventi in quell'area, la sua conferenza é stata ancor piü toccante. L'lstria nordoccidentale, compresa la parte slovena, é stata solo brevemente menzionata dal dott. Robert Matjašič, mentre nel poster di Kristina Džin Jurkič la penisola istriana termina a nord con il fiume Dragogna. Si é avuta l’ impressione che dopo le opere di Attilio Degrassi in Istria non ci siano piü State ricerche ar- 198