Gustav Ineichen CDU 805.0-56: 804-56 Gottingen L'ITALIANO NEL PARAGONE CONTRASTIVO Quando si consideri l'italiano messo a raffronto con altre lingue europee, si puo pensare dapprima al tedesco. Data del 1942 una caratterizzazione globale letteraria­mente dotta del dottor Santoli, allora professore nell'Universita di Firenze. Un esa­me contrastivo della frase nominale e delle relazioni di causalita e dovuto a Gislim­berti (1989) che si rivolge essenzialmente a studenti e a traduttori d'italiano. A que­sto s'aggiunga Gislimberti (1988) per un esame contrastivo in sede di testualita. Con Holtus-Pfister (1985) l'attenzione e richiamata a problemi particolari esaminati in base a un corpus di traduzioni di prose tedesche e italiane. Tali problemi, che passa­no per essere significativi, sono le proposizioni relative, l'espressione del passivo, le formazioni del diminutivo, la composizione nominale, gli avverbi di gradazione e la traduzione di certe parole chiave del tedesco. Un altro settore e quello dello spagnolo che inizia con la prolusione di Lausberg (1947), il quale si occupa dell'organizzazione della Romania tra est e ovest. A questo s'aggiungano, come-vedremo, i contributi di Gauger (1981) e di Elwert (1989). Un terzo settore e quello dei Balcani. Bisogna ricordare dapprima gli studi dello slavista tedesco Walter Breu che si occupa dei problemi dell'aspetto verbale tra ita­liano meridionale e italoalbanese (cfr. tra l'altro Breu di prossima publicazione). Un bell'esempio poidi caratterizzazione contrastiva sono gli appunti di Nevena Pissino­va (1984) che parte dal bulgaro e che tiene d'occhio, in termini dell'unione linguisti­ca balcanica, anche il rumeno. Nei confronti dello spagnolo l'Elwert (1989) si propone di esaminare "soltanto alcuni fenomeni della sintassi spagnola", fenomeni prescelti perche l'italiano dimo­stra, sempre secondo Elwert, un'Organizzazione notevolmente diversa dallo spagno­lo. E'interessante notare pero che questi fenomeni in fondo sono soltanto tre: Contrutti elittici senza verbo. Ad esempio: eso ustedes y nadie mas; los que nacieron para heroes; cuando la guerra, ecc. Funzioni particolari dell'infinitivo. Ad esempio: a callar; una noche de no dormir; unos terrenos sin edificar; los toneles a medio construir; al termi­ nar el almuerzo; al destruir elrfo las obras; de hablar usted nuestro idio­ ma; a no ser que. -Uso di lo, articolo cosiddetto neutro. Come per tutti, quest'articolo e un fatto tipicamente spagnolo anche per Gauger (1981: 246). E' strano in questo contesto che l'Elwert non si riferisca alla perifrasi verbale, e cioe ai costrutti con verbi copulativi (nella terminologia di Gauger 1981: 246), dato che si tratta di un fenomeno molto caratteristico che sta per svilupparsi sempre di piu, specie nell' America latina. (E si veda ora anche Markič 1990.) E' strano inoltre che l' Elwert rinunci a occuparsi della posizione del verbo nella frase assertiva, anche se ammette che le differenze in merito costituiscono "una delle proprieta piu salienti dello spagnolo nei confronti dell'italiano" (1989: 158). Ma an­che Gauger (1981: 243) e generico nell'informazione, quando parla della "liberta ab­bastanza grande nell'ordine delle parok"' insinuando che l'uso spagnolo e il piu li­bero tra le lingue romanze. E' strano infine che i nostri autori non si riferiscano alla grammaticalizzazione dei pronomi clitici. Bisogna partire dalla legge indoeuropea cosiddetta di Wackerna­gel, secondo cui il clitico occupa la seconda posizione o, con altre parole, si appog­gia sul primo elemento della frase, e cio indipendentemente dalla parte del discorso cui quest'elemento appartenga. Nel corso dello sviluppo romanzo il clitico finisce con l'appoggiarsi sul verbo (Renzi 1987), con grammaticalizzazioni tuttavia indivi­duali: lo spagnolo con la nota ridondanza pronominale (Rini 1990); il catalano con un ritmo diverso, che favorisce forme verbali complesse (Aguado-Lehmann 1989). In questo modo, con la grammaticalizzazione dei clitici si delinea una tendenza opposta nella struttura delle lingue romanze, una tendenza centripeta e una tenden­za centrifuga rispettivamente. In termini di organizzazione areale si puo parlare di centro e di periferia. Dal punto di vista sistematico si impone la distinzione tra lin­gue con proprieta SV e lingue con proprieta VS. Prima di continuare il discorso, e importante tornare sulla caratterizzazione globale dei due autori nei confronti delle lingue in merito. II denominatore comune consiste o consisterebbe nella tendenza dello spagnolo all'abbreviazione e alla sem­plificazione dell'espressione. Per il Gauger (1981: 247), tra le lingue europee "la lin­gua piu semplice piu chiara e piu cartesiana" e lo spagnolo. "L'ideale per il locutore spagnolo e un modo dell'espressione poco ornato, diretto, popolaresco ("volksnah", p. 24S), con poca differenza tra lo scritto e il parlato. Da questo punto di vista lo spagnolo come lingua romanza e anche europea e o sarebbe la sola lingua comunemente accessibile per i locutori della nostra cultura. Si verifica cosi una specie di questione della lingua. E'ovvio che l'accessibilita non e un concetto descrittivo della linguistica, bensi quello di una valutazione relati­va. Quanto pero caratterizza l'italiano, sempre al dire dei due autori citati, e un te­nore altamente letterario, con grande raffinatezza nella periodizzazione, con una di­stanza altrettanto grande tra lo scritto e il parlato e, in concomitanza, con un'importanza notevole dei dialetti, e cioe con un'unita della situazione linguistica molto inferiore a quella dello spagnolo (Gauger 1981: 164, 244). Ammesso che qui i giudizi siano molto personali, direi per conto mio che all'ovest dei Pirenei il mondo e parecchio diverso da quello del centro Europa o del Mediterraneo orientale, o cioe che il genio Iinguistico e la mentalita storicoculturale dello spagnolo ha un'impronta molto individuale e ase stante. Pretende il Lausberg (1947: 122) che "lo spagnolo non ha mai piu trovato modo di inserirsi per bene nella comunita europea" ("hat nie mehr recht zur abendlandischen Gemeinschaft gefun­den"). Non dico poi dell'ideologia attribuita comunemente a Nebrija. In questo con testo, si potreb bero cita.re almeno due. osservazioni di Criado de Val (1954: 231, 203), che non sono senzaimportanza. Testualniente: "Lo espaflol ha ido asi -los movimientos europeos, que por lo general fracasan al llegar a la Peninsula, como en el caso de la Reforma y de la Enciclopedia -formando una especie de isla entre lo oriental-africano y lo europeo y se ha apartado de los otros micleos neolatinos, principalmente del frances. Con la colonizaci6n americana y el enorme desplazamiento que ocasion6, el mundo espafJ.ol ha consumado su largo proceso individualista". A questo s'aggiunga che "En la evoluci6n y en el caracter del espaflol, el factor mas activo no es el ejemplo literario de una minoria (como su­cede en el italiano), ni el habla particolar de la aristocracia, ni siquiera, como en el caso del frances, el buen sentido idiomatico de una burgesia culta, sino el habla po­pular, mas o men os localizada en Castilla, y acatada sin apenas resistencia por los propios escritores y porla aristocracia cortesana". Ecco una cosmografia linguistica d'ordine essenzialmente storicoculturale. Ag­giungiamo ora alcune osservazioni di tipo sisterriatico, adottando le correlazioni tra SV e VS rispettivamente di Komer t1987: 175). I punti sono sette: (1) Lingue senza pronome soggetto obbligatorio, e cioe lingue senza parole come il ted. man e il fr. on (o l'ingl. one o people) non possono essere lingue consistenti di tipo SVO. Con questo si fa riferimento all'unione linguistica centroeuropea -il francese, il tedesco e l'inglese -compreso pero anche l'italiano settentrionale e -tendenzial­mente -l'italiano comune. A questo tipo di lingue si oppongono quelle in cui la persona verbale e inerente alla verbalita: le lingue romanze di tipo periferico con il prolungamento nel greco e nelle lingue slave, a cui s'aggiunga anche l'arabo. In un esame accurato del sistema dei pronomi soggetto in friulano, Laura Va­nelli (1984: 155, 160) ha stabilito tre fasi ben distinte nello sviluppo, fasi che si pos­sono riscontrare con la grammaticalizzazione anche di altre lingue romanze. In par­ticolare: I fase: una sola serie tonica di pronomi soggetto, che sono forme libere e quindi non clitiche. Appartengono a questo sistema arcaico il fiorentino antico, il francese antico e le fasi arcaiche del franco-provenzale, dei dialetti italiani settentrionali e delle varieta ladine. II fase: due serie di pronomi soggetto, una tonica, l'altra atona, che si usano in distribuzione complementare o in variazione libera. L'uso ridondante con la presen­za simultanea del pronome tonico e di quello clitico non e ammesso. Nei confronti delle lingue citate -sempre secondo la Vanelli -questa II fase e una fase transito­ria, conservatasi pero nel romancio "con le appendici dolomitiche". III fase: due serie di pronomi soggetto, tonici e clitici, con i clitici presenti ob­bligatoriamente e i tonici presenti facoltativamente. La reduplicazione e ammessa. Citando sempre la Vanelli: la III fase e del fiorentino moderno -non dell'italiano comune -, del francese moderno, dei patois francoprovenzali, dei dia­letti settentrionali e del friulano. Dal punto di vista cronologico bisogna osservare che una soglia importante si colloca attorno al 1500. (2) Una lingua che coi verbi intransitivi ammette alternativamente costrutti SV e VS tende a conservare la categoria verbale dell'aspetto, e cio piu facilmente che non una lingua senza l'ordine VS. Ne risulta che l'ordine VS comporta un dinamismo molto forte in sede di fun­zionalita del discorso. Nei confronti dello spagnolo bisogna ricordare.con Bossong (1984: 96) che "lo spagnolo di tutti i tempi, dai primi documenti fino a oggi, accetta gli ordini SV e VS nella frase assertiva come varianti possibili senza distinzione di ri­lievo". Secondo lo stesso autore (1984: 98) "la tendenza genericamente romanza e anche europea da un ordine VS verso l'ordine SV ha avuto finora meno fortuna in spagnolo che non nel resto della Romania e addiritura meno che nel vicino porto­ghese". (3) Lingue con ridondanza dei pronomi oggetto ("Objektskonjugation"), e cioe lin­gue con l'oggetto marcato come nel caso ad esempio dell'acusativo preposizio­nale, ammettono lo scambio libero anche dei posti dell'oggetto e del soggetto ri­spettivamente. E'ovvio in questo contesto il riferimento all'italiano mi dice: a me mi dice. Si noti pero che l'accusativo preposizionale, che in spagnolo si estende maggiormente a partire dal secolo XVI (Lapesa 1981: 405), ha come correlativo l'articolo partitivo. In francese, questo articolo si sviluppa a partire dallo stesso secolo XVI (Brunot­Bruneau 1949: 226). Esso si ritrova con una grammaticalizzazione meno stringente anche nell'italiano comune; e pero pcico conosciuto gia in Umbria e nelle Marche, praticamente sconosciuto piu a meridione '(Rohlfs 1949: n, 141). (4) Lingue con il passivo non legato a una forma canonica, lingue in particolare cioe con un riflessivo passivante, non possono essere lingue consistenti di tipo SVO. Bisogna riferirsi qui ai costrutti con si, e piu particolarmente col si impersonale e col si passivante, come caratteristica delle lingue periferiche. (5) Lingue che ammettono costrutti col dativo agente, lingue cioe del tipo "mihi est", ammettono naturalmente anche l'ordine VS. Si pensi qui ai costrutti italiani del tipo mi piace: amo; non mi riesce di capire: non riesco a capire. (6) Lingue con negazione ridondante, ma che non distinguono tra la negazione ag­gettivale (ted. nicht piu V) non possono essere strettamente del tipo SV. A questa intuizione del Komer si aggiunga con Vennemann (1989: 26) che le lingue VS, cioe le lingue periferiche nei confrontidelle lingue del centro, hanno con­servato la negazione in posizione predeterminante (ital. non dico: ted. ich sage nicht; e si notino le negazioni del tipo non-mica nell'italiano settentrionale). Questa serializzazione, che. mantiene l'ordine originariamente indoeuropeo, non e confor­me con la costruzione postdeterminante delle lingue moderne (fr. je sais pas). (7) Lingue con forme verbali non personali che tendono a formare predicati indi­pendenti (come l'infinito, il gerundio o il participio) ammettono anche l'ordine vs. In questo modo si stabilisce una scalarita tra tendenze verbali e nominali nell'organizzazione della frase romanza. Detto questo, vien fatto di osservare che il paragone con le lingue balcaniche ci porta verso l'Italia meridionale. Si citera il "da costrutto", cioe la mancanza dell'infinito (Pissinova 1984:66), ma anche l'uso del perfetto semplice (passato re­moto) che e quello che esprime globalmente quanto e passato (praeteritum). 1dialet­ti albanesi, secondo quanto segnala il Breu (prossimamente), hanno sviluppato un perfetto composto con funzione modale o presuntiva, paragonabile forse con il nar­rativo -in albanese, ma anche in macedonico e in bulgaro (preizkazno) -o cioe col modus relativus ("per sentito dire") del turco. Cosl si ripropone il famoso pro­blema romanzo dell'opposizione tra due funzioni, quella del passato semplice -re­moto come l'aorista -e quella dell'imperfetto, che puo essere concepita slavistica­mente come opposizione aspettuale. - Bisogna fare comunque una distinzione tra caratterizzazioni globali e proprieta particolari tipiche, con o senza implicazioni correlative. BIBLIOGRAFIA Aguado, Miguel;Lehmann, Christian (1989): Zur Grammatikalisierung der Klitika im Katalanischen. 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Povzetek ITALIJANŠČINA V LUČI KONTRASTIVNE ANALIZE Primerja se italijanščino s stičnimi jeziki, ki imajo kolikor toliko podobne strukturne značilnosti. Metoda opisa značilnosti dopušča celostne sodbe, pa celo sodbe o vrednosti posameznega jezika, tako npr. za španščino. Metoda dovoljuje, da se izbere opis lastnosti oziroma črt, ki jih je mogoče imeti za ti­pične, tako npr. na vzhodu od Jadranskega morja. Analiza temelji na konceptih soodnosnosti, se pravi, na sočasnem bivanju, ali odsotnosti, nekega je­zikovnega pojava. Iz tega izhaja strogo razlikovanje med osrednjim delom (kar osrednjeevropska jezi­kovna skupnost gotovo je) in obrobjem. Prikazan je sovpliv besednega reda osebek-povedek oziroma povedek-osebek in sintaktične ureditve stavka.