! sig. ; dott. Silvio Gabrielli Annoi. Capodistria, 15 ì^eembi — , BOLLETTINO! del Consorzio Agrario Distrettuale Cooperativo con sede a Capodistria Uffici di Presidenza e sede sociale: Via Giuseppe Verdi N. 317. Magazzini di acquisti e vendite Porta della Muda 906 Stampato per cura (lei « Consorzio Agrario Distrettuale Cooperativo di & Capodistria Servizi Conti Correnti ed assegni postali N. 11/440 Teledrammi: Sardos — Capodistria.» Telefono : Capodistria N. 33. APPELLO Le spese per la pubblicazione del nostro BOLLETTINO", tanto favorevolmente accollo qui e fuori, sono considerevoli Preghiamo gli amici di voler, mediante generosi contributi, sostenere la nostra modesta opera. La Presidenza. Assemblea Generale del Consorzio L'Assemblea generale ordinaria venne tenuta nella saletta del Teatro Ristori, gentilmente concessa, addi 5 c. m. Furono'approvate le relazioni virtuale e finanziaria. I signori Burliti Biagio, Gerosa ing. Emilio e Longo Dott. Luigi furono eletti Consiglieri d'amministrazione. A formare il Comitato dei sindaci furono chiamati i signori de Baseggio Bortolo, Dragovina Renato, Marsich Dott. Domenico (effettivi) e i signori Corradini Giovanni e D'Andri Silvio (sostituti). E' stato deciso di costituire un Comitato per lo sfruttamento delle saline abbandonate. ' * * II Consiglio d'Amministrazione, nella sua tornata del 12 corr., a voti unanimi, elesse vice-presidente Consorziale il sig. Giuseppe Sandrin. Sulle uiti americane o portainnesti. Si sente di sovente fra i nostri agricoltori discutere sull'opportunità di preferire piuttosto l'uno che l'altro portainnesto, perchè più adatto alla natura dei nostri terreni, tessendone anche in pari tempo l'elogio del proprio favorito. Essendo questo un argomento tutt' altro che trascurabile, così ci permetteremo anche noi di dire due parole in prò posito incominciando con una breve cronistoria. Falliti tutti i tentativi atti a combattere il terribile flagello (filossera), che andava distruggendo irreparabilmente i vigneti del vecchio continente, per la ricostituzione degli stessi, come unica ancora di salvezza, si presentavano soltanto le viti americane resistenti al parassita. Delle 18 specie di viti americane soltanto 3 hanno avuto un interesse speciale nella ricostituzione dei vigneti cioè la Vitis Riparia, la Viiis Rupestris e la Vitis Berlaudieri. La Riparia, unica vite introdotta dapprincipio, venne selezionata ed abbiamo avuto cosi diverse varietà, la più importante delle quali la Riparia Por-uilis, denominata anche gloria di Montpellier. Ora passiamo a descrivere brevemente i caratteri ossia i pregi e difetti di queste 3 specie di viti. La Riparia Portalis è una vite molto resistente alla filossera, le talee attecchiscono con facilità come pure con facilità attecchiscono gì' innesti che si praticano su di essa; le viti innestate producono costantemente ed abbondantemente con maturazione ante-cipata del prodotto. All'incontro è una vite molto esigente riguardo al terreno ed alla concimazione (non a torto i tedeschi la chiamano la vite dello stallatico). Esige terreni profondi sciolti, ricchi di sostanze nutritive, freschi ma non umidi e poveri in contenuto di carbonato di calcio. In questi terreni è certo uno dei migliori portainnesti. Soffre inoltre molto la siccità avendo un sistema radicale che va poco profondo. La Rupestris du Lot, impropriamente detta Monocola, è pure molto resistente agli attacchi della filossera, le talee emettono con facilità radici e gl'innesti che si praticano su essa attecchiscono bene ; sopporta un terreno calcareo sino al 30 35% di carbonato di calcio senza risentirsene, ma gì' innesti danno un prodotto incostante e con maturazione tardiva. Approfonda bene nel terreno le radici, ma è falso il credere che si adatti a terreni poco profondi e sassosi, perchè qui non potendo approfondire, il sistema radicale patisce molto colla siccità. E' una vite, che si presta per terreni calcare^ protondi non troppo pesanti e che desidera una potatura lunga. La Berlandieri, resistentissima alla filossera, vegeta bene anche nei terreni i più ricchi di calce come pure in quelli poverissimi dove non lo può nessun'altra specie di vite. E' resistente alla siccità e gl'innesti danno un'abbondante e costante prodotto con maturazione ancor più antecipatadi quelli della Riparia. L'inconveniente però di questa vite è la bassissima percentuale d'attecchimento tanto delle talee quanto degli innesti. Quali sono le proprietà, che debbonsi richiedere per un buon portainnesto? Le proprietà che devonsi richiedere da un buon portainnesto sono le seguenti: 1) Grand.? resistenza alla filossera. 2) Adattamento in qualunque terreno, sia pure calcareo. 3) Soddisfacente attecchimento sia delle talee che degli innesti. 4) Sufticente grado di affinità colle viti europee. 5) Produzione abbondante e costante degli innesti con maturazione piuttosto antecipata. Agli studi ed alle esperienze fatte specialmente in Francia noi dobbiamo tutto, se oggi possiamo dispone di portainnesti che posseggono le qualità sopracitate Lo scopo di questi studi era quello di riunire, col mezzo di opportuni incroci, i pregi di due specie o varietà procurando di eliminare in pari tempo i difetti. Non faremo la descrizione dei singoli ibridi che al giorno d'oggi-sono ritenuti come i migliori nella ricostituzione dei vigneti, ma passeremo ad accennare brevemente soltanto quelli che noi riteniamo come i più adatti per i nostri terreni. Qui apriamo una parantesi per raccomandare ai nostri agricoltori che non basta scegliere per i nuovi impianti il portainnesto adatto, ma che bisogna pur anche attenersi strettamente a tutte quelle regole dettate dalla teoria e sperimentate dalla pratica: argomento questo, sul quale verremo a parlare un'altra volta, per assicurare ai nuovi impianti una lunga e prospera esistenza. Come portainnesto (vite americana) per i nuovi impianti noi vi consigliamo sopra ogni altro la Ber-landieri Riparia Teleki o la Berlandieri X Riparia 420 A. in seconda linea, per i terreni calcarei (bianchi e gialli), la Riparia X Rupestri» 3309 e la Mourvedre Rupestris 1202. Queste viti, in ispecia-lità le prime, posseggono tutte le qualità che al giorno d'oggi si richiedono da un buon portainnesto. Scasso di terreni mediante esplosivi. In generale le piante da frutto, dopo piantate, il più delle volte senza alcun criterio, vengono del tutto abbandonate a sè stesse, cioè trattate come piante da bosco, ricordandosi di loro soltanto all'epoca del raccolto. Dissi importante ed è effettivamente importante questo ramo della agricoltura, specialmente poi per quelle località, che si trovano vicino a centri popolati ove lo smercio delle frutta è facile, sicuro e reddiiivo. Taluni asseriscono che in certe località non è possibile fare della frutticoltura. Ma noi rispondiamo che non esiste terreno od esposizione dove non si possa coltivare con successo l'uria o l'altra specie di frutta, naturalmente queste vanno scelte secondo le condizioni del terreno. Non ci dilungheremo in inutili ciance, prima di tutto per non annoiare i nostri cortesi lettori, in secondo luogo per mancanza di spazio e di tempo, ma andremo diritti a detiare quelle norme semplici, razionali e pratiche, che si addicono per fare una buona frutticoltura industriale, tralasciando di parlarvi di quella, diremo cosi, ornamentale che si pratica-nei giardini. Preparazione del terreno. La terra migliore per un frutteto è la terra sciolta (leggera) e profonda, fresca ma non umida. Non si deve credere per questo che in terreni compatti ed asciutti non sia possibile esercitare della frutticoltura, anzi, a seconda del clima e del terreno, debbonsi coltivare le specie e varietà di frutta che meglio a quésti s'addicono. La preparazione del terreno va fatta con un buon scasso reale profondo da 80 cm. a 1 metro, se si fa l'impianto a file distanti, aprendo delle fosse larghe 1 - 1.50 m. e profonde da 80 tra. a 1 m. ; per piante isolate si fanno delle buche quadrate di 1.50 m. di lato e profonde 1 m. Se il sottosuolo è umido bisogna necessariamente smaltire l'eccesso dell'acqua o con delle fosse sotterranee o'con delle fosse aperte. Durante lo scasso si pulirà il terreno dalle malerbe e si procederà alla concimazione fondamentale (riguardo la concimazione rimandiamo i nostri lettori al Bollettino N. 4). L'egregio tenente Sig. Gagliardi continua il lavoro di dissodamento di terreni mediante esplosivi. La pubblica stampa se ne occupò diffusamente illustrando quest'ottimo sistema di lavoro ed i nostri agricoltori sono veramente entusiasti. Sul monte S. Marco, nei poderi dei Signori Vattovaz, Cobol, Mondo, Schergat, Zanella, Favento ecc. in settimana furono dissodati estesi appezzamenti. Istruzione per la buona coltivazione / delle piante da fruito. Da noi in Istria la frutticoltura viene trascurata e son pochissimi che s'interessano con amore a questo ramo dell'agricoltura tanto importante, utile ed anche dilettevole. Scelta delle specie e variato da coltivarsi. Nelle terre pesanti e fresche delle valli si coltiverà il melo (pomo), cotogno e susino; nelle terre meno pesanti ma pure profonde il pero ed il ciliegio, in quelle più leggere (sabbiose o argillose - calcirei) il pesco (peisigo) e l'albicocco (armellino). Lo esposizioni migliori per le piante, da frutto sono quelle di mezzogiorno e di levante riparate dai venti freddi e da quelli marini, per il pesco e albicocco specialmente si scieg'lierà una posizione calda e riparata. Riguardo poi alle varietà vi consigliamo di limitare la vostra scelta a poche e queste sieno forti, belle e buone, conservabili, trasportabili, primaticce o tardive, perchè meglio pagate. Regolatevi anche secondo delia facilità dello smercio di certe frutta anziché di certe altre. Acquisto delie piante. Il consiglio che noi vi diamo è quello di acqui stare le piante già belle ed innestate da un vivaio conosciuto e che gode fama e mai d'acquistare selvatici per poi innestarli e ciò non foss'altro per la perdita di tempo che equivale a perdita di danaro (per consigli e pareri il Consorzio Agrario è sempre a disposizione degli agricoltori). Vi consigliamo inoltre d'acquistare piantine giovani perchè d'attecchimento più fàcile e di durata più lunga. Una grande importanza ha il soggetto (selvatico) sul quale viene innestata poi la pianta da frutto. P. e. il pero s'innesta quasi sempre sul pero selvatico, perchè da piante più vigorose e longeve, ma volendo a-vere delle frutta più presto, più grosse e più succose lo si innesterà sul cotogno come pure .sul cotogno lo si innesterà dovendo fare l'impianto in terreni pesanti ed umidi. 11 melo s'innesta sempre sul franco ('melo selvatico), sul dolcigno e sul S. Giovanni soltanto volendolo allevare a forme cosidette artificiali o ornamentali. Il pesco da coltivarsi nei terreni aridi s'innesterà sul mandorlo, nelle pianure sul pesco selvatico, nelle terre pesanti ed umide sul susino. Quando si deue eseguire rimpianto? L'impianto si eseguisce d'autunno o in primavera. • Se il terreno fu apparecchiato durante l'estate, d'autunno, se durante l'autunno o l'inverno in primavera presto appena passati i forti geli. Trattamento delie piante prima dell'impianto, Appena si ricevono le piante si sciolgono dall'imballaggio e si mettono a posto, ma se per una ragione qualsiasi non t'osse possibile di mettere subito a posto le piante queste vanno disposte le une presso le altre colle radici bene interrate, inaffian-dole, se il tempo fosse asciutto, coprendole con dello stallatico se sopraggi ungesse il gelo. Se si ricevessero le piante all'epoca del gelo converrà prima di scioglierle dall'imballaggio collocarle per 2 3 giorni in una cantina od altro locale a temperatura mite indi si tratteranno come detto più sopra. Al caso poi la corteccia degli alberi sembrasse essicata bisognerà immergerli per 2 3 ore in un bagno d'acqua, quindi si stenderanno orizzontalmente in una fossa bagnando poi la soprastante terra per 4 ó giorni prima di passare all'impianto. L'impianto si eseguisce quando la terra è asciutta e non gelata, in giornata serena e senza vento (il terreno non deve essere coperto neanche dalla brina). Prima di passare all'impianto si farà un po'di toilette alle piante tagliando le radici rotte, guaste o contuse e sopprimendo il fittone, ove ciò non fosse stato fatto prima, procurando di fare i tagli lisci ed ^obliqui con istrumenti molto taglienti. Sarà pure buona pratica quella d'immergere le radici in una mescolanza di terra, cessino e fimo bovino sciolti nell'acqua. Nel piantare non si pigi (pesti) la terra fortemente coi piedi, invece la si faccia scorrere fra le radici scuotendo leggermente la pianta. Compiuto l'impianto si bagni, dov'è possibile, ogni albero con un annaffiatoio d'acqua. Le piante vanno collocate in modo che il colletto radicale (il punto dove finisce la radice e comincia il tronco) resti a fior di terra, tenendo presente che il terreno assodandosi si abbassa da 8 a 12 era per metro di profondità a cui è stato scassato. Una delle tante cause dell'infruttuosità delle piante da frutto è l'impianto troppo profondo. Le piante innestate sul franco e su soggetti vigorosi tollerano una profondità maggiore. Un pò più profondo si potrà piantare nei terreni scoscesi e aridi. Lai/ori complementari dell'impianto. Appena assodato il terreno si procederà alla legatura dei fruttiferi al palo tutore, che sarà stato messo a posto al momento della piantagione, frapponendo fra il palo o la pianta un cuscinetto di paglia e facendo la legatura con vimini, non già a H per impedire eventuali strozzature, ma semplice 0 in modo che il nodo venga a trovarsi contro il palo. Il palo sempre più basso dell'estremità dell'albero (qualche cm. sotto la corona) va collocato a mezzodì. Trattandosi d'alti.fusti si fanno tre legature, la prima a 30 cm. dal suolo, la seconda a metà e la terza a 10 cm. sotto l'estremità del palo. Se le piante sono coperte di muschi e di licheni si lavano con una soluzione di cenere. I fusti storti non si raddrizzano del tutto all'impianto ma appena nell'anno successivo quando questi saranno più elastici. Affinchè le piante non soffrano la siccità si coprirà lo spazio occupato dalle radici con stallatico, foglie, paglia od altro materiale. Caso mai fosse necessario di riparare il fusto, contro lesioni d'animali, si forma attorno lo stesso una gabbia con 3 pali che si riempie di spini. Per evitare il diseccamento del fusto e dei rami conviene imbiancarli con una miscela di calce e d'argilla sciolta nell'acqua. Se ad onta di ciò le piante commihciassero ad appassire non resta altro ehe tentare di bagnare alla sera, dopo il tramonto, con acqua il fusto ed 1 rami, adoperando a tal uopo una solita pompa irroratrice. Le cure nel primo anno consistono nel mantenere il terreno soffice e mondo da malerbe con ripetute zappature e di difendere le piantine dagli eventuali attacchi d'insetti e di crittogame. Potatura Distingueremo subito la potatura, di formazione, che è la più importante, da quella di mantenimento. Che forme daremo alle nostre piante? Noi vi consigliamo di dare agli alberi da frutto le seguenti forme: il mezzo vento a vaso, il mezzovento a testa di piramide, la piramide ed il vaso. Tutte queste quattro forme sono di facile allevamento, produttive e consentanee alla natura dei nostri alberi. Alla forma di vaso e di mezzovento a vaso s' adattano bene l i peschi, i meli, i susini, albicocchi e ciliegi; a piramide e a mezzovento a testa, di piramide i peri e i susini. Per la formazione del mezzovento a vaso si procede nel modo seguente : si taglia la piantina all'altezza di 1.30 metri allevando nel primo anno soltanto 3-4 rami ben disposti all'ingiro, sopprimendo tutti gli altri man mano che compariscono. Neil' anno successivo si taglieranno i 3 4 rami lasciati ad un terzo un quarto della loro lunghezza, secondo la loro vigoria, coll'avvertenza, che l'ultima gemma (ocio) guardi all'infuori e che dopo tagliati formino colle loro estremità un piano. Negli anni successivi si taglieranno sempre i prolungamenti delle branche ad Vs-'A della loro lunghezza e tutti gii altri rami a legno (cioè quelli lisci) 1 ,.-'/, della loro lunghezza (quei più in alto più corti, quei più in basso più lunghi) sopprimendo in pari tempo quelli che crescono nel mezzo. I rametti a frutto (quei corti bitorzoluti o con una gemma apicale grossa) vanne rispettati. Per formare il vaso procederete nello stesso modo tagliando soltanto la piantina a 40-50 cm. dal suolo anziché, a 1.30 metro. Per la formazione della piramide si procede come segue: la piantina appena piantata si taglia sull'asta principale a 50 cm. dal suolo sopra una gemma opposta alla parte dove il fusto rimane incurvato per l'innesto. Nel primo anno si sceglieranno: un getto per il prolungamento, che si tiene diritto con un tutore ed altri 45 getti laterali ben disposti all'ingiro, sopprimendo tutti gli altri man mano che si sviluppano. Negli anni successivi si taglierà l'asta principale a 40 cm., le branche laterali si taglieranno ad una lunghezza eguale ad 1 . della distanza che le separano dalla loro base all'estremità dell'albero, sopra una gemma che guarda all'infuori. Si alleverà così ogni anno una serie di quattro branche ben disposte sopprimendo tutte le altre. Il prolungamento centrale va tagliato, un anno sopra un occhio volto da una parte, un'altro sopra un occhio volto dall' altra parte. Per la formazione del mezzovento a tèsta di piramide si procede come per la piramide tagliando però la piantina a 1.30 metro da terra anziché a '40 50 cm. Attenendosi a queste regole, non escluse però tutte le altre cure necessarie, in 3-5 anni le piante cominciano a produrre. Potatura di mantenimento. La pianta dopo formata, si può lasciare anche in balia di sè stessa limitandosi a diradare i rami troppo fitti e che s'incrociano, tagliare quelli rotti e secchi, sopprimendo i succhioni (i peschi devono essere potati annualmente,). A certi fruttiferi anzi la potatura non è favorevole per la fruttificazione come ad esempio per il mandorlo, cotogno, corniolo, nespolo, sorbo, ciliegio, ecc. è poi sconsigliabile per certi altri : castagno, noce e fico. In generale per le piante fruttifere, già formate regolarmente, le norme per una potatura spiccia si riducono a questo: per il pero ed il melo accorciare ogni anno i rami a legno ad rispettare i. rami a frutto. Per il pesco ed albicocco accorciare i rami a legno 'j tagliando i rami che hanno fruttificato a 2 3 gemme. La potatura si eseguisce d'autunno quando sono cadute le foglie ai peschi, albicocchi ed a tutte le altre piante deboli; in primavera (Marzo) si poteranno i peri ed i meli di normale sviluppo e vigorosi. Altre cure da praticarsi alle piante consistono nelle legature degli alberi ai tutori nei primi anni,, nelle zappature, concimazioni, ripulitura dei tronchi e difesa delle piante contro le malattie crittogamiche e dagli insetti. Risposte a quesiti. Al Sig. A. C. Maresego. Come devo procedere per curare il vino che ha preso il sapore di muffa? L'odore ed il sapore di muffa può provenire dal soggiorno anche breve del vino in recipienti muffiti, dall'acqua difettosa adoperata per lavare le botti come pure da uve grandinate (tempestade). Come rimedio Le consigliamo la farina di senape anziché l'olio d'oliva, prima di tutto per economia ecl in secondo iuogo perchè i nostri olii spessissimo non sono esenti di difetti. Introduca nella botte contenente il vino muffito da 40 a 50 grm. (4 5 deca) di farina di senape fresca macinata di recente) per ettolitro di vino da trattare, ed agiti per bene (missiar ben) con un bastone pulito introdotto dal cocchiume aftinché tutto il vino venga a contatto colla farina. Quando la farina gonfiata sarà tutta depositata sul fondo dovrà separare con un travaso il vino soprastante. Naturalmente il vino che si raccoglie sul fondo, assieme alla farina di senape, è inutilizzabile. Pro Bollettino Il Sig. Antonio Apollonio elargisce L. 30 per onorare la memoria del compianto Vice Presidente Sig. Giuseppe Marsich. 11 Sig. Cav. Bortolo Sardos versa L. 30 per onorare la memoria della Sig.a Lina Cossaro Percolt. / consortisti sono pregati di prenotarsi per l'acquisto dei concimi non più tardi del giorno 23 corr. mese. Direttore e procuratore generale : Cav. BORTOLO SARDOS. Tocnico e consulente agrario consorziale: Prof. GUIDO VARDABASSO.