Iva Pasini Tržec, Ljerka Dulibic FORMAZIONE DI COLLEZIONE DI OPERE D'ARTE DEL VESCOVO JOSIP JURAJ STROSSMAYER - CONTRIBUTO DEL PITTORE E RESTAURATORE ACHILLE scaccioni La base della Galleria Strossmayer degli Antichi Maestri presso l'Accademia Croata deUe Scienze e deUe Arti a Zagabria e composta dalla donazione delle opere d'arte collezionate dal vescovo Josip Juraj Strossmayer (1815-1905).1 La Galleria, aperta al pubblico nel 1884, a quel punto custodiva una ventina di quadri di pittori ottocenteschi con-temporanei e duecento opere di antichi maestri appartenenti a diverse scuole europee, dal Trecento a Settecento.2 La maggior parte di quadri degli antichi maestri si puo ridurre a parecchi denominatori comuni: prevalgono opere di dimensioni piu piccole, di tematiche e motivi affini, destinate a spazi privati, cioe creati per la devozione privata; le opere dal primo Rinascimento italiano sono rappresentate in una quantita consi-derevole. Considerato anche il carattere di quadri rappresentati, e ovvio che la collezione Strossmayer e stata formata nel secondo Ottocento, siccome riflette le condizioni sul mercato antiquario di quell'epoca.3 1 Josip Juraj Strossmayer (Osijek 4 febbraio 1815 - Dakovo 8 aprile 1905), vescovo di Dakovo, Bosnia e Sirmio, e stata una personalita fondamentale per la storia politi-ca, sociale, religiosa e culturale della Croazia nella seconda meta dell'Ottocento. Nel 1834 ha conseguito il titolo di dottore in filosofia a Pest, nel 1842 queHo di dottore in teologia a Vienna; ordinato sacerdote nel 1838, dal 1849 e vescovo di Dakovo, Bosnia e Sirmio. Piu dettagliatamente in: Krunoslav Stefano Draganovic, s. v. Strossmayer, Josip, Juraj, Enciclopedia Cattolica, XI, Firenze 1953, pp. 1420-1421. 2 La Galleria Strossmayer venne inaugurata solennemente il 9 novembre 1884. Piu dettagliatamente sulla nascita e sull'attivita di tale ente si veda Vinko Zlamalik, The Strossmayer Gallery of Ancient Masters of the Yugoslav Academy of Sciences and Arts, Zagreb 1985, pp. 9-16; Ljerka Dulibic, A History of the Strossmayer Gallery in Zagreb, Journal of Croatian Studies, XLIII, 2002, pp. 115-150; Ljerka Dulibic - Iva Pasini Tržec , Biskup J. J. Strossmayer kao sakupljac umjetnina i osnivanje Galerije starih majstora [Il vescovo J.J. Strossmayer come collezionista d'arte e la fondazione della Galleria degli Antichi Maestri], conferenza al 3 Congresso di Storici d'Arte Croa-ti, 25-27 novembre 2010 (atti del convegno nel corso di pubblicazione). 3 Occupandosi intensamente delle strategie del collezionismo e la storia delle colle-zioni e mostre, Francis Haskell ha notato che la formazione di una collezione d'arte Come collezionista Strossmayer esordi negli anni sessanta dell'Ot-tocento e nei decenni seguenti, assistito dai suoi intermediari e consi-glieri, raccolse intensivamente opere d'arte, per lo piu sul mercato anti-quario italiano. A quel punto "le piu importanti scoperte" sul mercato d'arte neU'Ottocento sono gia avvenute, e non si trattava deUe scoperte di pittori individuali, ma di una scoperta generale della coesistenza di moltissime qualita diverse e anche opposte.4 In seguito, i prezzi hanno cominciato a crescere e inoltre, alla fine degli anni Sessanta, il noveUo stato italiano ha iniziato ad occuparsi sistematicamente della protezio-ne di opere d'arte, introducendo il controUo sui loro movimenti - in risultato, e diventato piu difficile procurasene dei quadri ed esportarli aU'estero.5 Comunque, Strossmayer, cioe i suoi intermediari, ha trovato una buona via d'uscita in tutto queUo scompiglio che regneva al mercato deUe opere d'arte in quest'epoca. L'immagine di questo scompiglio si puo, talvolta anche nei piu minimi dettagli, ricostruire in base alle ricer-che di documenti dell'archivio che custodisce l'eredita di Strossmayer. Il ricco epistolario del vescovo Josip Juraj Strossmayer e conser-vato in massima parte presso l'Archivio deU'Accademia Croata deUe Scienze e deUe Arti a Zagabria. Oltre ad apportare una migliore e piu completa conoscenza riguardo il suo ruolo neU'ambito deUe trasforma-zioni politiche e sociali della seconda meta dell'Ottocento, tale carteggio permette altresi di ricostruire alcune fasi deUa formazione deUa sua rac-colta di opere d'arte. In tale contesto risulta particolarmente importan-te lo scambio di lettere tra Strossmayer e Nikola Voršak (1836-1880),6 potrebbe essere datata con quasi la stessa precisione come un quadro: "[_] so that the serious student of such matters can date the formation of an art collection [_] with almost as much accuracy as he can date the pictures that go to make it up [^]". Francis Haskell , Rediscoveries in Art. Some aspects of taste, fashion and collecting in England and France, Oxford 1980, p. 3. 4 Cf. Haskell 1980, cit. n. 3, pp. 5-7. 5 Cf. Susanna Avery-Quash , The Growth of Interest in Early Italian Painting in Britain with particular reference to pictures in National Gallery, in: Dillian Gordon, The Fifteenth Century Italian Paintings, London 2003 (National Gallery Catalogues), 1. (n. 5), xxxiii. 6 Nikola Voršak (1lok 6 dicem^re 1836 - Roma 4 febbraio 1880), ha conseguito la laurea in teologia a Vienna ed e stato insegnante presso il liceo vescovile di Dakovo. Nel 1863 diventa canonico del Collegio di San Girolamo a Roma, dove rimane fino alla morte. Cf. Petar Rajic, Grobnica Zavoda svetoga Jeronima na groblju 'Campo Verano' u Rimu [La tomba dell'lstituto San Girolamo al cimitero 'Campo Verano' a Roma], Papinski hrvatska zavod svetog Jeronima (1901-2001): zbornik u prigodi stoljetnice Papinskog canonico del Collegio di San Girolamo a Roma, nonche uno dei piu importanti intermediari e consulenti del presule nella citta italiana per le acquisizioni di opere d'arte.7 La loro corrispondenza contiene i nomi di molti mercanti e/o consiglieri che contribuirono alla configurazio-ne della collezione di Strossmayer.8 Gia nelle prime lettere inviate da Roma risalenti al 1865 e conservate presso l'Archivio dell'Accademia, Voršak cita il nome del pittore romano Achille Scaccioni. Sullo Scaccioni poco si conosceva. Ci sono alcune notizie sulla sua attivita di pittore tra il 1858 e il 1865: e indicato come alunno deUo studio privato di Tommaso Minardi, ma non e documentato l'alunnato presso l'Accademia di San Luca; neU'archivio deU'istituto non si conser-va, infatti, alcuna memoria deUa sua presenza; la sua prima opera nota e l'impegnativa decorazione deUa cappella del Crocefisso neUa chiesa di San Rocco (terminata nel 1858). All'inizio del 1860 e impegnato nel cantiere della Basilica Ostiense (assieme a molti altri allievi di Minardi), verso il 1866 interviene ancora una volta in un cantiere a forte impronta minardiana (la Basilica di Santa Maria in Trastevere) - e questa l'ulti-ma notizia rintracciata sulla sua attivita di pittore.9 Ma, come sapiamo dall'analisi dei fonti conservati presso l'Archivio zagabrese, nel decennio che segui il canonico Nikola Voršak intensifico e allargo la collaborazione con l'artista romano, riferendone ampiamente e regolarmente al vescovo hrvatskog zavoda Svetog Jeronima [Istituto Croato Papale San Girolamo (1901-2001): atti del convegno in occasione del centesimo anniversario dell'Istituto Croato Papale San Girolamo] (ed. Jure Bogdan), Rim, Zagreb 2001, p. 669. 7 Cf. Iva Pasini Tržeč , Ljerka Dulibic, Slike u Strossmayerovoj galeriji starih majstora nabavljene u Rimu do 1868. godine [Quadri della Galleria Strossmayer degli Antichi Maestri procurati a Roma fino al 1868], Radovi Instituta zapovijest umjetnosti, XXXII, 2008, pp. 297-304; Iva Pasini Tržeč , Ljerka Dulibic, Slike starih majstora u Strossmayerovoj zbirci nabavljene posredstvom kanonika Nikole Voršaka u razdoblju od 1869. do 1880. [Quadri degli antichi maestri nella collezione del vescovo Strossmayer procurati attraverso Nikola Voršak nel periodo da 1869 a 1880], Radovi Instituta za povijest umjetnosti, XXXV, 2011, pp. 207-220. 8 Nel fondo Strossmayer nell'Archivio dell'Accademia Croata delle Scienze e delle Arti si conservano 137 lettere di Voršak a Strossmayer e 131 lettere di Strossmayer a Voršak (tutte sono state scritte in croato). Zagabria, Hrvatska akademija znanosti i umjetnosti [Accademia Croata delle Scienze e delle Arti] [Archivio HAZU], XI A / Vor. Ni. 1-137; Archivio HAZU, XI B / Vor. Ni. 1-199. Alcune lettere sono state trovate anche nella Biblioteca Centrale Vescovile e nell'Archivio di Dakovo. 9 Cf. Sabina Gnisci, s. v. Scaccioni, Achille, Lapittura in Italia. L'Ottocento (ed. Enrico Castelnuovo), Milano 1991, II, pp. 1010-1011. croato. In base a questi resoconti scritti e possibile, non solo stabilire la provenienza di alcuni dipinti della collezione Strossmayer, ma ricostruire anche alcuni elementi della biografia - compresa la data esatta e le circo-stanze della morte - e della personality di Achille Scaccioni, un pittore, restauratore e mercante d'arte di scarsa fortuna, che nel suo tempo era "ben noto non solo come un pittore, ma anche come un affidabile cono-scitore e ottimo riparatore di danneggiate antichita e opere d'arte"10. Gia all'inizio del 1865, non molto tempo dopo la nomina di Nikola Voršak a canonico, venne concluso un accordo, preceduto da una lun-ga contrattazione, per l'acquisto di due dipinti da Achille Scaccioni.11 Le lettere che precedettero l'accordo e che includevano "descrizioni e raccomandazioni" dettagliate non sono conservate presso l'Archivio e quindi non e possibile stabilire di quali opere si trattasse. D'altra parte l'analisi comparativa di queste e di altre fonti scritte permette di ipotiz-zare che si tratti dei due dipinti raffiguranti Santa Maria Maddalena nel deserto della scuola di Annibale Carracci (Inv. n. SG-169) e la Madonna con il Bambino attribuita a Bartolomeo Ramenghi (Inv. n. SG-97).12 La somma pattuita di 700 scudi (per entrambi i dipinti) doveva essere pagata per mezzo di lettere di cambio. Voršak nel prosieguo della lettera a Strossmayer fornisce a riguardo indicazioni molto dettagliate che inducono ad affermare come questo fosse uno dei primi affari con-clusi a Roma dal canonico per conto del presule croato. Tutta la successiva corrispondenza del canonico e del vescovo at-testa l'intensificarsi dell'attivita di acquisto da parte di Strossmayer e l'importante ruolo ricoperto proprio dal suo fedele corrispondente romano che aveva instaurato una costante e pluriennale collaborazione, oltre che con altri, anche con Achille Scaccioni. 10 Voršak a Strossmayer, agosto 1871. Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. (Appendice 33). 11 Vorša^c a Strossmayer, Roma, 29 luglio 1865. Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. 2. 12 Entrambe le opere sono annotate nel catalogo manoscritto della raccolta di Strossmayer: Popis slika, koje je preuz. g. Josip Juraj Strossmayer biskup Bosansko-Djako-vački i Sremski kupio i 'Jugoslavenskoj akademiji umjetnostij i znanostij u Zagrebu' poklonio. Archivio HAZU, XI B / IV, 57 (documenti sull'arte) [Elenco Strossmayer]. La prima opera e l'unica di proprieta del vescovo Strossmayer gia prima del 1868 con attribuzione al Carracci (Elenco Strossmayer, cit. n. 12, n. 82), mentre accanto al secondo dipinto il prelato annota nel proprio elenco del 1868-69 che e stata comprata presso il pittore Scaccioni (Elenco Strossmayer, cit. n. 12, n. 81). La ricostruzione del successivo accordo di Scaccioni con il vescovo, ossia con Voršak, e possibile grazie alla testimonianza di Nicola Consoni13 "sull'autenticita" dei dipinti acquistati: in una delle sue lettere a Strossmayer Consoni descrive i dipinti "appartenuti al Sig Achille Scaccioni distinto pittore Romano" di cui non dubita l'attribuzione e il cui prezzo reputa ragionevole.14 Oltre alla gia citata "Maddalena di Carracci", men-ziona altre due opere, che e possibile identificare nella raccolta come l'£^cce Homo di Filippo Mazzola (Inv. n. SG-84) e la Visione di sant'Anto-nio da Padova di Giovanni Battista Piazzetta (Inv. n. SG-190).15 Il vescovo era evidentemente soddisfatto degli accordi conclusi e accolse molto volentieri la proposta di continuare la collaborazione con Scaccioni: "Mi fa piacere che abbiate acquistato i dipinti da Scaccioni, perche sono molto contento di quelli che ho gia ricevuto".16 Nonostan-te la soddisfazione riguardo le opere acquisite, Strossmayer insisteva sempre per avere ulteriori verifiche e tentava continuamente ottenere un prezzo piu vantaggioso. Rimando la decisione di continuare ad ac-quistare dipinti da Scaccioni fino al suo viaggio a Roma: "Probabilmen-te quando si concluderanno le sedute del parlamento [sabor] verro a Roma a vedere i dipinti di Scaccioni [...]".17 In occasione del suo soggiorno romano, all'inizio del 1867, Strossmayer conobbe certamente anche di persona l'artista, e stipulo un accordo per l'acquisto di sette dipinti, come attesta la conferma di Scaccioni riguardo il ricevimento del pagamento.18 Oltre a dipinti di antichi maestri, il vescovo acquisto dal pittore romano anche la copia eseguita 13 II pittore Nicola Consoni (Ceprano, Frosinone, 1814 - Roma, 1884) era il socio piu fedele di Voršak: i suoi consigli e punti di vista hanno influito su molti acquisti di Voršak per la collezione del vescovo (cf. Pasini TrŽEC , DuLIBIc 2008, cit. n. 7), e come pittore era uno dei collaboratori dello Strossmayer (cf. Dragan Damjanovi c, Bakovacka katedrala [Il duomo di Dakovo], Zagreb 2009, pp. 344-347). 14 Consoni a Strossmayer, Roma, 24 settembre 1866. Archivio HAZU, XI A / Con. N. 2. 15 Elenco Strossmayer, cit. n. 12 n. 39 e n. 50. 16 Strossmayer a Vorša^c, [Da^covo], 25 ottobre 1866. Archivio HAZU, XI A, 1 / Vor. N. 10. 17 Strossmayer a Voršak, Zagreb, 27 novembre 1866. Archivio HAZU, XI A, 1 / Vor. N. 12. 18 Conferma di pagamento, Scaccioni, 18 febbraio 1867. Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. Allegato 15. E possibile identificare in collezione quasi tutti i dipinti: la Madonna con il Bambino di autore romano ignoto (tempera su tavola, 70,2 x 50,9 cm, Inv. n. SG-59), la Sacra famiglia di Girolamo Sicciolante Sermoneta (olio su tavola, 100,9 x 77,5 cm, Inv. n. SG-105), la Madonna con il Bambino, santi e angeli di Francesco Solimena (olio su tela, 74,5 x 48,6 cm, Inv. n. SG-162), il San Giorgio di Cavaliere d'Arpino (olio su lavagna, 51 x 40 cm, Inv. n. SG-103), una piccola marina di Claude Joseph Vernet dallo stesso Scaccioni dell'affresco di Raffaello raffigurante la Messa di Bolsena, nonostante in precedenza avesse espresso le proprie perples-sita circa tale acquisto, affermando che "le copie si comprano solo se il loro valore e veramente eccezionale".19 La decisone di Strossmayer venne probabilmente influenzata dal giudizio estremamente positivo del pittore Friedrich Overbeck.20 Overbeck vide "con molto suo pia-cere" il dipinto che riteneva essere "non solamente eseguito con tal amore e precisione come di rado si vede nelle copie, ma ancora con tanto giudizio daU'afresco tradotto in pittura a olio" e concludeva che sarebbe stato un bel ornamento per qualsiasi gaUeria.21 Attualmente questa copia si trova presso la Gipsoteca deU'Accademia Croata deUe Scienze e delle Arti.22 La collaborazione con il pittore Scaccioni quale mercante di di-pinti antichi prosegui anche dopo la partenza di Strossmayer da Roma. NeU'aprile del 1867 Voršak comunico al vescovo che Scaccioni aveva preparato ancora tre dipinti per i quali richiedeva 1700 scudi.23 Il canoni-co non riteneva esagerata la somma richiesta perche "chi ha visto questi (olio su tavola, 18,8 x 25,9 cm, Inv. n. SG-156), mentre non e stato possibile individuare il paesaggio attribuito a Rosa da Tivoli. 19 Strossmayer a Vorsage, [Da^covo], 5 novembre 1866. Archivio HAZU, XI A, 1 / Vor. N. 11. 20 Friedrich Overbeck (Lubecca 3 agosto 1789 - Roma 12 novembre 1869), pittore te-desco ed esponente del movimento pittorico dei nazareni, ha realizzato un'importante collaborazione con Strossmayer negli affreschi del duomo di Dakovo (cf. Damjanovic 2009, cit. n. 13). Cf. infra. 21 Attestato di Overbeck, Roma, 18 gennaio 1845. Archivio HAZU, Elenchi di opere d'arte, XI B / IV, 2. 22 Dopo la costituzione della Galleria delle Copie nell'ambito della Gipsoteca dell'Ac-cademia Jugoslava delle Scienze e delle Arti (JAZU), ora HAZU, ventisei copie della Galleria Strossmayer (tra queste anche la Messa di Bolsena) vennero trasferite nella Gipsoteca, una prima volta il 29 gennaio 1951 e quindi ancora una volta (dopo che temporaneamente erano state restituite alla Galleria Strossmayer) il 21 marzo 1956. Sulla Galleria delle Copie presso la Gipsoteca dell'Accademia di Zagabria si veda Ni-kolina Hrust, Zbirka kopija fresaka i starih majstora u zagrebackoj Gliptoteci HAZU [La collezione delle copie degli afreschi e degli antichi maestri nella Gispoteca Hazu di Zagabria], Informatica Museologica, XXXIV/1-2, 2003, pp. 61-64. 23 Voršak a Strossmayer, Roma, 16 maggio 1867. Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. 14. E possibile identificare nella raccolta Strossmayer tutti e tre i dipinti: YAllegoria della Saggezza e della Forza, copia da Paolo Caliari detto il Veronese (olio su tela, 67,9 x 51,4 cm, Inv. n. SG-271), Sacra famiglia, san Giovanni e un angelo di Polidoro da Lanciano (olio su tela, 69 x 85 cm, Inv. n. SG-241) e Madonna con il Bambino e i santi Francesco e Girolamo di Biagio d'Antonio (olio su tavola, 90,8 x 52,2 cm, Inv. n. SG-98; fig. 1). dipinti puo affermare che Scaccioni nemmeno questa volta ha proposto il prezzo al quale oggi simili dipinti si commerciano e si acquistano".24 Voršak in tale occasione sostenne con fervore la stipula deU'accordo con Scaccioni sottolineando come principale argomentazione il suggerimen-to di Consoni, ossia "che ora [Scaccioni] non avrebbe chiesto molto, in quanto non e che abbia tanto denaro".25 D'altra parte, nemmeno la situazione economica del vescovo era florida in quel periodo. Infatti, dopo la conclusione deUa sessione del parlamento aUa fine del 1866,26 Strossmayer dovette affrontare problemi politici che tra l'altro avevano provocato anche una certa insicurezza finanziaria: "Per quanto riguar-da i dipinti, dobbiamo interrompere l'acquisto. Non so dove [trovare il denaro]".27 Tuttavia, non resistette all'offerta di Scaccioni, in quanto nella gia citata lettera prosegue con l'affermazione: "comprero i dipinti di Scaccioni".28 L'accordo venne concluso a condizioni favorevoli: la conferma del 28 giugno 1867 attestante che Nikola Voršak aveva pagato 1400 scudi a Scaccioni per un totale di quattro opere, indica non solo che questi rispetto aUa prima offerta aveva abbassato il prezzo di 300 scudi, ma che aveva anche aggiunto un quarto dipinto.29 24 Ibid. 25 Ibid. 26 Durante l'adunanza del parlamento (sabor) croato del 1865-1866 Strossmayer ebbe un ruolo attivo esprimendo la propria opinione riguardo l'integrita territoriale del Tri-plice Regno e adoperandosi in favore della sua autonomia in seno all'impero. Subito dopo la conclusione di tale sessione vi fu un cambio di rotta nella politica del vescovo. Non avendo trovato alcuna risposta positiva presso gli ungheresi alle proprie richieste di integrita territoriale e di autonomia, si rivolse a Vienna e si reco nella capitale austriaca dall'imperatore Francesco Giuseppe per esporgli il proprio programma politico. Purtroppo a causa del rafforzamento del dualismo e della generale approvazione deW'Ausgleich tra Austria e Ungheria il suo viaggio non ebbe esito positivo e fu addirit-tura costretto a lasciare la Croazia per un breve periodo (Slavko Sli škovi c, Strossmayer i Madari [Strossmayer e Magiari], Josip Juraj Strossmayer, povodom 190. obljetnice rodenja i 100. obljetnice smrti [Josip Juraj Strossmayer, in occasione del 190 anniver-sario della nascita e 100 anniversario della morte], Zagreb 2006, pp. 102-105). Per un maggiore approfondimento sul parlamento croato, sull'impegno di Strossmayer e sul mancato accordo si veda William Brooks Tomljanovich, Biskup Josip Juraj Strossmayer: Nacionalizam i moderni katolicizam u Hrvatskoj [Vescovo Josip Juraj Strossmayer: nazionalismo e cattolicismo moderno in Croazia], Zagreb 2001, pp. 164-170. 27 Strossmayer a Vorsage, [Da^covo], 1 giugno 1867. Archivio HAZU, XI A, 1 / Vor. N. 20. 28 Ibid. 29 Anche se la conferma di pagamento (Archivio HAZU, elenchi di opere d'arte, XI B / IV, 22) non contiene la distinta delle opere, e lecito supporre, in rapporto alla somma pagata, che il quarto dipinto sia stato donato. Nell'Elenco Strossmayer, cit. n. 12 (n. Il soggiorno a Roma di Strossmayer e I'incontro con Scaccioni certamente contribuirono all'allargamento della loro collaborazione. Lo confermano, sia il fatto che il vescovo inserisse nelle sue successive lettere anche Scaccioni tra i principali collaboratori a Roma cui inviare i propri saluti e che questi tramite Voršak ricambiasse regolarmente, ma anche le ripetute testimonianze (a partire dal 1867) riguardo i re-stauri eseguiti dal pittore romano sui dipinti che il canonico acquistava a Roma per il presule croato in diversi ambiti. Questi interventi dap-prima venivano effettuati per lo piu con la supervisione di Consoni,30 ma ben presto Scaccioni comincio a eseguire quasi tutti i restauri con l'approvazione personale di Voršak e Strossmayer.31 A Scaccioni venne affidata anche la pulizia del dipinto raffigurante le Stimmate di san Francesco e morte di san Pietro martire di Beato Angelico,32 che subito dopo l'acquisto da parte di Voršak a Firenze nel 1873 suscito l'ammi-razione di Giovanni Battista Cavalcaselle che lo vide nell'appartamento del canonico e poco dopo lo inseri nella Storia della Pittura in Italia dal secolo II al secolo XVI.33 67) e presente un ritratto non attribuito, accanto al quale e annotato che si tratta di un dono di Scaccioni. 30 "Scaccioni davanti a Consoni ha eseguito quelle loro verniciature: al Lippi [bottega di Filippino Lippi, Sacra famiglia e i santi Giovanni ed Elisabetta, tempera su tavola, 0 81 cm, Inv. n. SG-54] dappertutto, e al Paris [Paris Bordon, Incoronazione della Vergine, olio su tela, 264, 3 x 161,6 cm, Inv. n. SG-240] in qualche parte" (Voršak a Strossmayer, Roma, 13 marzo 1867. Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. 10). 31 "Se non sapranno [pulire il dipinto] lo sapra fare senza dubbio Scaccioni, che sa-luto" (Strossmayer a Vorša^c, [Da^covo], 3 agosto 1873. Archivio HAZU, XI A, 1 / Vor. N. 123). "E anche il Simone da Pesaro [Simone Cantarini il Pesarese, Madonna con il Bambino e angeli, olio su tela, 65,4 x 51,1 cm, Inv. n. SG-111] e molto piu pregevole dopo che e stato pulito. - In cio Scaccioni ha fatto molto per noi" (Voršak a Strossmayer, [Roma, aprile 1873]. Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. 47). 32 Beato Angelico, Stimmate di san Francesco e morte di san Pietro martire, tempera su tavola, 24,3 x 43,8 cm, Inv. n. SG-34. 33 Vorša^c nella lettera del 21 maggio 1873 (Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. 42) infor-ma Strossmayer del giudizio di Cavalcaselle alla vista del dipinto, della sua ammirazio-ne e dell'intenzione di pubblicarlo nel suo volume dedicato all'arte italiana. Crowe e Cavalcaselle pubblicarono un'ampia descrizione del dipinto, ritenendolo "un'opera di merito veramente superiore" (Giovanni Battista CAVALCASELLE, Joseph Archer Crowe , Storia della Pittura in Italia dal secolo II al secolo XVI, 2, , pp. 398-400). In proposito si veda Ljerka DuLIBIC, Iva Pasini TrŽEC , "E un da Fiesole verissimo, bellissimo e con-servatissimo". Il Beato Angelico del vescovo Strossmayer, Annali di critica d'arte, Vlll, 2012 (nel corso di pubblicazione). Su Giovanni Battista Cavalcaselle come consigliere Lo Scaccioni quindi, dapprima solo procacciatore e venditore di dipinti per la collezione di Strossmayer, con il tempo non solo si assun-se l'impegno dei restauri, ma divenne con Consoni indispensabile con-sigliere di Voršak per quanto riguardava molte questioni, dall'acquisto e valutazione dei dipinti,34 fino alle indicazioni per la loro collocazione e il loro trasporto.35 Il pittore Achille Scaccioni partecipava quindi attivamente a tutte la fasi delle singole acquisizioni da altri venditori, intermediari e/o proprietari. Questa collaborazione era stata caldeggiata dallo stesso ve-scovo Strossmayer, che in occasione del citato acquisto del dipinto di Beato Angelico aveva suggerito a Voršak di portare con se nella citta toscana quale consigliere lo stesso Scaccioni.36 Anche se, come si desu-me dalla corrispondenza, non accompagno il canonico a Firenze, Scaccioni espresse comunque per iscritto il proprio giudizio sul dipinto in occasione del suo arrivo a Roma: "Nel mirarlo mi sono veramente beato nel sentimento purissimo che spira questa finissima pittura che per rarita e cosa piu che preziosa" (brano autografo di Scaccioni all'in-terno della lettera di Voršak).37 1 consigli di Scaccioni, al pari di quelli del vescovo Strossmayer in compravendita di oggetti d'arte si veda: Iva Pasini TrŽEC , Ljerka Dulibic, Doprinos Imbre I. Tkalca (i G. B. Cavalcasellea) formiranju zbirke biskupa J. J. Strossmayera [Il contributo di Im^ro I. Tkalac (e G.B. Cavalcaselle) alla formazione della collezione del vescovo J.J. Strossmayer], Radovi Instituta zapovijest umjetnosti, XXXIV, 2010, pp. 201-210. 34 A partire dal 1867 Voršak informa regolarmente per quanto attiene le osservazioni e il giudizio di Scaccioni sulle opere d'arte acquistate: "Scaccioni ritiene che quel pezzo di dipinto su tavola: le Marie (molto probabilmente alla base della croce) e il san Giovanni siano di mano valente di Giotto" (Voršak a Strossmayer, Roma, 24 marzo 1867. Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. 11). Si tratta in realta del frammento di un dipinto da ascrivere all'am^ito di Bernardo Daddi: Crocifissione, tempera su tavola, 22,5 x 21 cm, Inv. n. SG-23. Voršak menziona pure il ruolo avuto da Scaccioni nel corso dell'acquisi-zione: "Non serve dire che prima di essere comprate Consoni le ha esaminate assieme a me con cura, e in seguito e andato ancora una volta e ha portato Scaccioni" (Voršak a Strossmayer, Roma, 9 maggio 1867. Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. 13). 35 "Da non dimenticare: il dipinto [Inv. n. SG-59] va messo di fronte, vis-a-vis, a una finestra, in questo modo quella fessura riparata non si nota, altrimenti si." (Voršak a Strossmayer, Roma, 13 marzo 1867. Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. 10). Vorša^c sotto-lineava spesso l'impegno tecnico di Scaccioni: "[gli operai] non hanno mai im^allato da soli nemmeno un dipinto, ma sempre in presenza mia e di Scaccioni" (Voršak a Strossmayer, Roma, 24 marzo 1867. Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. 11). 36 Strossmayer a Vorša^c, Da^covo, 7 aprile 1873. Archivio HAZU, XI A, 1 / Vor. N. 110. 37 Voršak a Strossmayer, Roma, 9 maggio 1873. Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. 40. di Consoni, orientavano le decisioni del canonico riguardo l'acquisto o meno dei singoli dipinti.38 Voršak conferi inoltre a Scaccioni anche un altro importante ruo-lo nell'ambito dell'impegno di Strossmayer in campo culturale. Nella seconda meta degli anni settanta dell'Ottocento il vescovo croato fece costruire la cattedrale di Dakovo e per l'esecuzioni dei cartoni per gli affreschi interni scelse il pittore Friedrich Overbeck.39 Non solo Strossmayer si rivolse a Scaccioni definendolo come uno dei pittori romani dai quali si aspettava un consiglio a proposito della commissione dei cartoni a Overbeck, quando subito dopo la stipula del contratto risul-to evidente che l'anziano pittore, ormai ottantenne, non sarebbe stato in grado di portare a compimento l'opera concordata. Voršak contava su Scaccioni anche per attuare l'idea del vescovo di presentare i car-toni di Overbeck con la loro descrizione su importanti riviste d'arte. Voršak scrive a Strossmayer di avere "intenzione (se Voi Ill. Signore non obiettate) come dall'accordo con Overbeck di trasportare tutti i cartoni finora eseguiti per la cupola (:che non servono piu:) nel nostro appartamento, di sistemarli qui per qualche tempo e quindi chiamare, non solo Consoni, ma anche qualche altro conoscitore della scuola tede-sca e di quella italiana, che li valutino singolarmente e con precisione. Allora Consoni Vi comunichera volentieri il proprio giudizio, anche Flatz proseguira la propria critica scritta nel punto dove l'ha lasciata a uso e servizio in particolare di coloro che verranno scelti per eseguire le 38 Ne e testimonianza l'opinione di Scaccioni e Consoni riguardo un'opera ritenuta da Voršak di Pinturicchio: "il dipinto e veramente di quel periodo, in esso vi sono imitazioni di rinomati pittori (in particolare sulla predella vi sarebbero gli apostoli di Raffaello imitati dagli originali qui a Roma alle tre fontane) di scuola umbra e romana; l'autore stesso e di debole ingegno, che non sapendo comporre da solo un dipinto cosi grande, ha scelto figure altrui: di Pinturicchio, di Del Piombo, di Raffaello e non le ha disposte proprio nel modo migliore e quindi le ha consegnate al committente". Dopo un simile giudizio l'unica conclusione possibi-le era che "il dipinto quindi e di poco valore e non e adatto alla raccolta" (Voršak a Strossmayer, [Roma, ottobre 1873]. Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. 44). 39 Con l'incontro tra Strossmayer e Overbeck a Roma il 2 febbraio 1867, dopo accordi per lettera, inizio la collaborazione per gli affreschi all'interno della cattedrale di Dakovo. Overbeck presento il primo progetto per le decorazioni gia il 7 febbraio 1867. Piu dettagliatamente sui complessivi 39 cartoni di Overbeck e sulla decorazione dell'edifi-cio sacro cui collaborarono pittori piu giovani si veda Peter Vignau-wilberg, Overbecks letztes Werk, Johann Friedrich Overbeck und die Kathedrale von Djakovo / Kroatien (ed. Axel Feuss), Regensburg 1994, pp. 15-22; Damjanovic 2009, cit. n. 13, p. 304. decorazioni; allora e solo allora sara possibile accontentare il Vostro de-siderio di descrivere e valutare su riviste d'arte il lavoro svolto finora da Overbeck".40 Voršak prosegue con una proposta concreta: "Per questo testo critico in italiano penso - dopo aver sentito Consoni e altri - sia molto adatto Scaccioni che e uomo di buona penna".41 Nei documenti d'archivio a disposizione non vi sono elementi che attestino se questi articoli siano stati veramente pubblicati e risulta difficile pensare che, nel caso cio sia avvenuto, non sia conservato nulla a riguardo nella do-cumentazione del vescovo. Nicola Consoni nel raccomandare Scaccioni a Voršak e a Strossmayer in piu occasioni e per diverse mansioni, non trascuro l'attivita del Scaccioni di pittore: infatti, come si desume dal breve resoconto del canonico al vescovo croato nella lettera del 13 gennaio 1869,42 sostenne il pittore romano anche per la realizzazione di una pala d'altare per la cattedrale di Dakovo. Il brano della lettera di Strossmayer indi-rizzata a Voršak il 1 agosto 1870 riprende l'osservazione del canonico, anche se rimangono ignoti gli avvenimenti accaduti nel frattempo che hanno potuto originare una risposta cosi dura del vescovo: "Il lavoro con Scaccioni non mi piace per niente e molto difficilmente accettero questa cosa. Io ho migliaia di altre spese ..." ed aggiunge: "Sarebbe meglio se Scaccioni vendesse il suo Correggio. Per esso (...) darei mille scudi, pagandogli ogni mese una somma di 200 scudi".43 Voršak tutta-via insistette per realizzare la proposta di Consoni e Strossmayer infine acconsenti, anche se abbastanza malvolentieri: "Visto che esitate a dire a Scaccioni quello che vi ordinai e visto che Consoni si prodiga cosi tanto per lui; io acconsento alla sua proposta. Ma va da se che io devo prima di tutto vedere l'approvazione di Consoni e approvare. Secondo, va da se: che questo accordo si riferisce a un dipinto e che devo sapere quanto costera. Quando sara come ho detto, daro l'ordine di pagare".44 L'assenso del vescovo alla realizzazione da parte di Scaccioni di un di-pinto raffigurante uno dei martiri di Dakovo era, come indicano le sue successive lettere, solo di massima. Nelle missive che seguono rimanda 40 Vorša^c a Strossmayer, Roma, 15 ottobre 1868. Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. 27. 41 Ibid. 42 Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. 30. 43 Archivio HAZU, XI A, 1 / Vor. N. 50. 44 Strossmayer a Vorša^c, [Da^covo], 21 agosto 1870. Archivio HAZU, XI A, 1 / Vor. N. 52. l'approvazione per la realizzazione della pala d'altare in questione: "In ogni caso che Scaccioni aspetti".45 Si tratta dell'ultima volta che nella corrispondenza conservata viene citato il dipinto. In seguito Strossmayer e Voršak citano Scaccioni solo una volta in riferimento alla cattedrale di Dakovo e lo fanno riguardo la decorazione dei suoi interni. Commentando l'operato del pittore-decoratore cui era stata affidata la realizzazione degli affreschi di tutta la chiesa e che dopo solo due mesi di lavoro era improvvisamente sparito il 30 giugno 1873 insistendo pero per essere pagato,46 Voršak riferisce di un colloquio con un altro consigliere:47 "Avreste avuto meno pensieri e avreste realizzato molto piu facilmente le decorazioni, se aveste commissionato il lavoro a Scaccioni. Io sono rimasto sorpreso e ho replicato che io non sapevo egli fosse un valente pittore di decorazioni. Egli [Salvatore Zeri] mi ha detto: Come non lo e, egli [Scaccioni] ha decorato alla secento il palazzo Borghe-se e lo ha fatto cosi bene, che eccetto il Vaticano e palazzo Madama (quel-lo sotto Monte Mario) in tutta Roma non vi e una decorazione piu bella. - Io pensai: se lo avessimo saputo, avremmo avuto da fare con un uomo in tutto e per tutto onesto e colto".48 Strossmayer non fu colpito dalla "neoscoperta" abilita decoratoria di Scaccioni e commento brevemente: "Solo Scaccioni e colpevole di non aver ottenuto questo lavoro".49 Dalla corrispondenza successiva si evince che Scaccioni lavoro con il vescovo croato con molto piu successo in qualita di mercante di dipinti antichi che non come pittore. Per il citato "Correggio" (fig. 2), che il vescovo cercava di convincere Scaccioni a vendere gia il 1 agosto 1870, alla fine venne raggiunto un accordo nel giugno del 1871. Nel 45 Strossmayer a Vorša^c, [Da^covo], 11 gennaio 1871. Archivio HAZU, XI A, 1 / Vor. N. 63. 46 Strossmayer si accordo personalmente a Roma all'inizio del 1873 con il pittore-decoratore Abbondio Isella per la realizzazione del progetto per la decorazione della cattedrale. Alla fine di aprile del 1873 Isella giunse a Dakovo e inizio i lavori di decorazione della cupola che rimasero incompiuti. La lite riguardo il pagamen-to del lavoro di Isella duro fino al maggio del 1875 (cf. Damjanovic 2009, cit. n. 13, pp. 370-371). 47 Si tratta di uno dei consiglieri e amici romani di Voršak, Salvatore Zeri, pittore e dise-gnatore romano (cf. DAMJANOVI C 2009, cit. n. 13, pp. 242-249). Sulla biografia di Zeri cf. I Castellani e l'oreficeria archeologica italiana (Roma, Museo Nazionale Etrusco di ViHa Giulia, 11 novembre 2005-26 febbraio 2006), Roma 2005, pp. 115-116. 48 Vorša^c a Strossmayer, Roma, 3 dicembre 1873. Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. 45. 49 La lettera e conservata solo nella parziale trascrizione di Artur Schneider (Strossmayer a Vorša^c, 12 dicembre 1873. Archivio HAZU, XI A, 1 / Vor. N. 134). fondo Strossmayer presso l'Archivio zagabrese si custodisce l'ampia do-cumentazione, tradotta in lingua Croata dal Voršak, la quale comprende la descrizione dettagliata dello stato del quadro, notizie sui proprietari precedenti, e gli attestati dell'autografia di Correggo da parte dei nume-rosi pittori e professori italiani.50 Oltre a notizie sull'attivita professionale di Scaccioni dalla corri-spondenza di Voršak si ricavano anche informazioni riguardo la sua si-tuazione psicologica. Il canonico, infatti, nel corso del 1873 riferisce del suo "viaggio" nello spiritismo: "E un grande peccato che si sia fatto traviare nell'errore dello spiritismo in cui, secondo me, e affondato cosi profondamente che sara difficile tirarlo fuori. Egli e caduto nel pietismo e in una pericolosa sorta di esaltazione spirituale. Ieri tutto pieno di ardore e con serieta per due ore intere mi ha raccontato i miracoli che Dio annuncia all'umanita secondo questo spiritismo. Si infuria con tutti queUi che non gli credono e lo contraddicono. Ha raccontato che l'altro ieri uno spirito buono richiamato daUa sua preghiera gli ha spiegato aUa presenza di sei persone la follia del Panteismo e dell'infallibilita, e lo ha fatto in modo cosi chiaro come mai finora in alcun libro e stato scritto. La mano di un giovane presente e stata costretta a scrivere con la matita questo testo dettato daUo spirito. Mi ha detto che avrebbe trascritto questo testo miracoloso e che me lo avrebbe portato".51 Il canonico aggiun-ge solo: "Lo compatisco perche con ogni onore e bravo e onesto".52 Lo "smarrimento spirituale" di Scaccioni, o per lo meno le sue confidenze sull'argomento a Voršak, evidentemente non duro a lungo: "Con grande fatica e pazienza ho convertito Scaccioni. Stava proprio per impazzire".53 Strossmayer risponde: "Mi fa immensamente piacere che Scaccioni sia rinsavito. Leggendo le Vostre lettere temevo che sarebbe impazzito".54 50 Per un maggiore approfondimento cf. Ljerka DuLIBIc; Iva Pasini TrŽEC , Od Correg-gia do Taddea Zuccarija: bilješke o slici Krist u Getsemanskom vrtu iz Strossmayerove galerije u Zagrebu [Dal Correggio al Taddeo Zuccaro: annotazioni sul quadro Orazione nell'orto nella Galleria Strossmayer a Zagabria], Sic ars deprenditur arte: zbornik u cast Vladimira Markovica (edd. Sanja Cvetnic, Milan Pelc, Daniel Premerl), Zagreb 2009, pp. 157-164. Nei documenti, oltre al dipinto, viene citato anche l'indirizzo dello studio di Scaccioni a Roma: "vicolo della Lupa n° 19 3° piano" (Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. (Allegato 29). 51 Voršak a Strossmayer, [Roma, aprile 1873]. Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. 47. 52 Ibid. 53 Vorša^c a Strossmayer, Roma, 7 maggio 1873. Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. 38. 54 Strossmayer a Vorša^c, [Da^covo, 18 maggio 1873]. Archivio HAZU, XI A, 1 / Vor. N. 114. Infine la corrispondenza tra Voršak e Strossmayer fornisce indica-zioni sulle circostanze della morte di Achille Scaccioni e ne conferma la data. Nella lettera del 28 marzo 1874 il canonico annuncia al vescovo la triste notizia che "il nostro buono e onesto Scaccioni e in punto di morte e difficilmente superera i prossimi due giorni".55 Lo informa inoltre sul suo cattivo stato di salute: "Dieci giorni fa gli si e infiam-mato lo stomaco, il terzo giorno l'infiammazione e passata ai polmoni che erano altrettanto melamessi e gia da tempo molto malati".56 Voršak sottolinea che con la sua morte egli perdera "un amico onesto e la col-lezione [perdera] una persona meritoria".57 La notizia della morte del pittore giunse al canonico prima che riuscisse a spedire la missiva, che reca in calce: "P.S. Il povero Scaccioni e spirato poco fa".58 Alcuni giorni dopo Voršak informo Strossmayer che i figli di Scaccioni venivano stati affidati una "famiglia aristocratica svizzera", che il pittore era morto senza lasciare nulla e che per questo le spese della sepoltura erano state divise tra gli amici, tra cui il canonico incluse anche Strossmayer.59 La successiva corrispondenza di Voršak e Strossmayer, quasi a vo-ler essere un epilogo, precisa le molteplici attivita di Scaccioni, quale pittore, restauratore e mercante di opere d'arte. Il restauro rimasto in-compiuto del Martirio di san Lorenzo, attribuito a Lorenzo Leonbruno (Inv. n. SG-99) e per il quale "Scaccioni con indescrivibile pazienza ave-va predisposto tutto", venne terminato da Consoni.60 In occasione della vendita dei beni rimasti di Scaccioni, Voršak acquisto per il vescovo per una piccola somma un acquerello del pittore intitolato "Italia libera" e un volume d'arte,61 e su consiglio di Cavalcaselle compro dai suoi figli tre predelle "del primo periodo del Carpaccio".62 55 Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. 52. 56 Ibid. 57 Ibid. 58 Ibid. 59 Vorša^c a Strossmayer, Roma, 7 aprile 1874. Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. 53. 60 Vorša^c a Strossmayer, Roma, 5 maggio 1874. Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. 58. 61 Di tale vendita Vorša^c informa il 30 aprile 1874 (Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. 57). L'acquerello non viene menzionato negli elenchi della raccolta Strossmayer e non e possibile stabilire se si sia conservato in qualche luogo. 62 Vorša^c a Strossmayer, Vallicellana, 21 agosto 1875. Archivio HAZU, XI A / Vor. Ni. 90. Si tratta delle tre predelle con le raffigurazioni degli apostoli attribuite a Lorenzo di Alessan-dro detto Da San Severino (tempera su tavola, 29,9 x 82,3 cm, Inv. n. SG-265, tempera su tavola, 29,9 x 82,3 cm Inv. n. SG-266, tempera su tavola, 29,8 x 62,6 cm, Inv. n. SG-267). 1. Biagio d'Antonio, Madonna con il Bambino e i santi Francesco e Girolamo, olio su tavola, 90,8 x 52,2 cm. Zagreb, Galleria Strossmayer, Inv. n. SG-98. 2. Taddeo Zuccaro, Orazione nell'orto, olio su tavola, 59 x 44 cm. Zagreb, Galleria Strossmayer, Inv. n. SG-121. 3. Cavaliere d'Arpino, San Giorgio uccide il drago, olio su lavagna, 51 x 40 cm. Zagreb, Galleria Strossmayer, Inv. n. SG-103. 4. Cavaliere d'Arpino, San Giorgio uccide il drago (dettaglio del retro - sigillo del cardinale Crescenzi), olio su lavagna, 51 x 40 cm. Zagreb, Galleria Strossmayer, Inv. n. SG-103. Sedici quadri di antichi maestri procurati da Achille Scaccioni per la collezione di Josip Juraj Strossmayer sono con certezza identificati nel fondo della Galleria Strossmayer. Ad alcuni e stata assegnata an-che la provenienza precedente. Madonna con il Bambino ed i santi Francesco e Girolamo di Biagio d'Antonio (fig. 1) faceva parte della collezione del marchese Alfonso Tacoli-Canacci (morto nel 1801), il che e stato stabilito identificando l'etichetta sul retro della tavola63. Si suppone che il quadro di Taddeo Zuccaro Orazione nell'orto (fig. 2) negli anni Settanta del Cinquecento passo dal possesso del cardinale di Urbino, per mezzo dell'antiquario Giovanni Antonio Dosi, alla col-lezione del collezionista fiorentino Niccolo Gaddi,64 mentre l'analisi dell'insegna araldica (il monogramma DGH) sul retro della tavola accer-to che poi si trovava nel possesso del piu importante collezionista spa-gnolo della seconda meta del Seicento, don Gaspar de Haro y Guzman (1629-1687).65 Infine, il quadro zagabrese di Cavaliere d'Arpino San Giorgio uccide il drago (fig. 3) e stato identificato con quello documenta-to nel 1612 nella collezione del cardinale Scipione Borghese a Roma,66 ma il retro del quadro reca un sigillo (fig. 4), che in questo contribu-to si riconosce per la prima volta: si tratta del emblema del cardinale Crescenzi, piu probabile Pier Paolo (1572-1645), appassionato colle-zionista di antichita sacre e profane, che fu creato cardinale 1611.67 63 Cf. Ljerka DuLIBI C, Istraživanje podrijetla slika u Strossmayerovoj galeriji u Zagrebu: odabrani primjeri iz zbirke talijanskoga slikarstva [L'analisi della provenienza dei qua-dri nella Galleria Strossmayer a Zagabria: scelta di esempi dalla collezione della pittura italiana], Peristil, 48, 2005, pp. 53-64; Vincenzo M. BuONOCORE, Il marchese Alfonso Tacoli-Canacci "onesto gentiluomo smanianteper la Pittura", Reggio Emilia 2005. 64 John A. Gere , Two Panel-Pictures by Taddeo Zuccaro and Some Related Compositions. II: „The Agony in the Garden" in the Strossmayer Gallery, Zagreb, The Burlington Magazine, 105/726, 1963, pp. 390-395. 65 Dulibic - Pasini Tržeč 2009, cit. n. 50. 66 The Getty Provenance Index, Item 0037, Archival Inventory I-3589 (Cesari). Cf. Galleria Borghese: i dipinti (ed. Paola della Pergola), II, Roma 1959, p. 217; Herwarth Röttgen, Il Cavalier Giuseppe Cesari d'Arpino: ungrandepittore nello splendore della fama e nell'incostanza della fortuna, Roma 2002. 67 Per un maggiore approfondimento si veda: Ljerka DuLIBIC - Iva Pasini TrŽEC , O provenijenciji slika Cavalierea d'Arpina u Strossmayerovoj galeriji u Zagrebu [Sulla provenienza dei dipinti del Cavalier d'Arpino nella Galleria Strossmayer a Zagabria], nella preparazione. Il fatto che la provenienza degli alcuni quadri procurati da Achille Scac-cioni comprende altri importanti proprietari testimonia della qualita delle opere provenienti dal pittore e restauratore romano. Traduzione dal croato di Rosalba Molesi. Crediti fotografici: Zagreb, Galleria Strossmayer (figg. 1-4) UDK 7.074:929Scaccioni A. izvirni znanstveni članek - original scientific paper OBLIKOVANJE UMETNOSTNE ZBIRKE ŠKOFA JOSIPA JURAJA STROSSMAYERJA - PRISPEVEK SLIKARJA IN RESTAVRATORJA ACHILLEJA scaccionija Povzetek Temelj današnje Strossmayerjeve galerije starih mojstrov Hrvaške akademije znanosti in umetnosti (HAZU) v Zagrebu predstavlja donacija umetnin, ki jo je zbral škof Josip Juraj Strossmayer (1815-1905). Na zbirateljsko prizorišče je Strossmayer stopil leta 1860, v naslednjih desetletjih pa je s pomočjo svojih posrednikov in svetovalcev zelo intenzivno pridobival umetnine, največkrat na italijanskem antikvarnem tržišču. Njegova zbirka v končnem pomenu odraža Strossmayerjevo hotenje, da hrvaškemu narodu omogoči vpogled v umetnostno dediščino skupne evropske tradicije, obenem pa kaže na stanje na trgu umetnin v drugi polovici 19. stoletja in orisuje iznajdljivost škofovih posrednikov ter profil njegovih svetovalcev. Velik del bogate korespondence škofa Josipa Juraja Strossmayerja hrani Arhiv Hrvaške akademije znanosti in umetnosti. Poleg tega, da omenjena korespondenca pripomore k boljšemu in popolnejšemu razumevanju škofa Strossmayerja kot zgodovinske osebnosti v družbeno-političnem kontekstu druge polovice 19. stoletja, omogoča tudi rekonstrukcijo posameznih etap v oblikovanju njegove umetniške zbirke. V tem kontekstu je še posebej pomembna Strossmayerjeva korespondenca z Nikolom Voršakom, kanonikom Zavoda sv. Hieronima v Rimu, ki je bil tudi eden od tamkajšnjih ključnih Strossmayerjevih posrednikov in svetovalcev pri nakupih umetnin. Ohranjena pisma, datirana od sredine šestdesetih let 19. stoletja do Voršakove smrti leta 1880, vsebujejo obilo opisov umetnin in njihovega stanja ter nam razkrivajo potek nakupov umetnin, pregovarjanje o njihovi ceni, obenem pa predstavljajo tudi enega od virov za ugotavljanje provenience posameznih del. Istočasno omogočajo širši vpogled v načela poslovanja na umetnostnem trgu druge polovice 19. stoletja. Korespondenca vsebuje tudi imena mnogih sodelavcev, ki so kot prodajalci in/ ali svetovalci sodelovali pri oblikovanju Strossmayerjeve zbirke, med katerimi se Že v najstarejših datiranih Voršakovih pismih iz Rima (1865), ki jih hranijo v Arhivu HAZU, omenja danes pozabljeni rimski slikar Achille Scaccioni. V svojem času je bil Scaccioni >>ne samo dobro poznan slikar, ampak tudi zanesljiv poznavalec in izvrsten restavrator starih in drugih umetnin«, kot ga je škofu Strossmayerju predstavil Nikola Voršak. Skozi leta je Voršak povečal sodelovanje z Scaccionijem, o čemer je tudi redno obveščal škofa. Scaccioni, ki je bil najprej le kupec in prodajalec slik za Strossmayerjevo zbirko, v tem času ni prevzemal le dolžnosti pri restavratorskih posegih, ampak je sčasoma postajal tudi eden od Voršakovih neizogibnih svetovalcev pri mnogih vprašanjih, naj bodo to nakupi in ocene slik ali pa nasveti za njihovo namestitev in transport. Sam je tako aktivno sodeloval pri vseh etapah posameznega nakupa od drugih prodajalcev, posrednikov in/ali lastnikov. Slikovno gradivo: 1. Biagio d'Antonio, Marija z detetom in sv. Frančiškom in Hieronimom, olje/les, 90,8 x 52,2 cm. Zagreb, Strossmayerova galerija starih majstora, Inv. n. SG-98 2. Taddeo Zuccaro, Oljska gora, olje/les, 59 x 44 cm. Zagreb, Strossmayerova galerija starih majstora, Inv. n. SG-121 3. Cavaliere d'Arpino, Sv. Jurij ubije zmaja, olje/kamen, 51 x 40 cm. Zagreb, Strossmayerova galerija starih majstora, Inv. n. SG-103 4. Cavaliere d'Arpino, Sv. Jurij ubije zmaja (detajl zadnje strani - pečat kardinala Crescenzija), olje/kamen, 51 x 40 cm. Zagreb, Strossmayerova galerija starih majstora, Inv. n. SG-103