i ISTRIAraora SETTIIVI ANALE DELL’UNIONE A N IE A SCI SX A ITALO-SLAVA Anno I - N. 3 CAPODISTRIA, 28 ottobre 1945 Prezzo Lire 4.— JCa vera libertà Perchè è stata fissata l’attuale linea di demarcazione. - JLa reazione capitalistica. - Fallimento della conferenza di Londra. - Ricostruzione. It e la reazione Le rivendicazioni, gli scioperi, i malcontenti, le insurrezioni sono gli effetti dello sfruttamento e maltrattamento cui i popoli sono sottoposti. Il popolo lavoratore, specie negli ultimi 25 anni di fascismo è stato vittima delle convenienze di una cricca dominante che si serviva di esso per accrescere ricchezze e soddisfare la propria sete di dominio. Questa cricca dominante servendosi delle varie questure e prigioni, servendosi delle minacele di licenziamento e arresto, imponeva al popolo un governo di sfruttamento, le cui conseguenze le conosciamo per esperienza vissuta. Ma il popolo schiacciato in tutti i modi, al momento opportuno insorge per farla finita con l’oppressore, e vuole crearsi un clima di vita che gli consenta di lavorare tranquillamente senza il timore di procreare per non vedere il proprio lavoro ed i propri figli distrutti in guerra. Naturalmente in questo nuovo clima la cricca dominante, causa di tutti i mali, è esclusa perchè il popolo onde impedire altri sfruttamenti ed oppressioni vuole amministrarsi e governarsi da sè. La vecchia cricca vedendosi spodestare e combattuta, corre ai ripari e con ogni mezzo lotta per impedire al popolo di governarsi da solo. Questa lotta contro il popolo per mantenere in piedi il vecchio sistema di governo, si chiama reazione. E con le più dispomate menzogne e già mancate promesse la reazione fa agire tutto un esercito di collaborazionisti per lottare contro il popolo nel suo lavoro costruttivo e di progresso sociale, per un migliore avvenire. E se la reazione è una forza che contrasta il movimento dei lavoratori per il progresso sociale, e se questa forza è alimentata dalla vecchia cricca fascista, i lavoratori possono ben capire chi siano quelli che con qualsiasi pretesto si mostrano contrari a quelle che sono le nuove istituzioni popolari. Oggi il popolo raccolto in un unico fronte, lotta unito per abbattere il vecchio sistema di sfruttamento dell’uomo sull’uomo, lotta per impedire che altri tiranni monopolizzino V umanità. Il popolo lotta per poter essere da solo garante dei propri diritti. Quindi chi non collabora con il popolo per la realizzazione di questi principi, ha comuni interessi con la cricca di prima. Amiamoci ! Non parliamo più di razza, non siamo cavalli, siamo fratelli, unico sangue della medesima Umanità ! La reazione prese forza nel momento che è stata segnata la linea di demarcazione tentando di disgregare le due nazioni già rinsaldate fra di loro nella lotta comune e nel versare il sangue sui campi di battaglia per la liberazione del popolo, privato della propria libertà e dei propri diritti. Noi abbiamo visto a Trieste dove tutto procedeva in perfetta linea, che la reazione e il capitalismo ci hanno imposto lo scioglimento della Guardia Popolare, del Tribunale del Popolo e del Consiglio di Liberazione. Queste organizzazioni create dal popolo per la sua difesa e per il suo benessere. Queste non erano certamente organizzazioni che potevano proteggere il capitalista e il reazionario. Queste curavano gli intercessi del popolo, ragione per cui bisognava scioglierle e sopprimerle. Noi vediamo che tuttala reazione mondiale occidentale si è scagliata contro la Jugoslavia in una lotta politicamente accanita, contro questo nobile paese, e nobili sono pure gli uomini che la governano. E questo perchè o compagni ? Perchè è un paese veramente democratico, perchè i poteri popolari sono in mano del popolo che si ha eletto i suoi capi e dirigenti che lottano contro il sistema capitalistico che per secoli e secoli lo schiacciava con il suo tallone. Basta con la schiavitù. E’ ora compagni che noi dopo aver lottato con le armi in bosco per questa libertà, lottiamo ora nelle città, nei paesi e villaggi, per smascherare a coloro che ancora indugiano i falsi protettori del popolo, quelli che sono stati sempre nascosti e hanno tentato di soprafarci, quando eravamo sfiniti di lottare fra di noi. Questi vigliacchi non troveranno più quel terreno allora adatto e meno che meno il popolo, perchè questo ha potuto constatare e persuadersi da quale parte sia la strada da percorrere per arrivare alla giusta e tanto attesa meta. Quella della pace, del lavoro e della libertà. La conferenza di Londra tanto desiderata da tutti i popoli si è conclusa con un bel fallimento dovuto al non mantenuto accordo già stabilito dai tre grandi nella loro seduta a Postdam. Questi avevano proposto allora di dare 1’ autodecisione ai popoli. Ora che siamo giunti a una pace, la promessa è stata mantenuta solo in parte. . . Dico così perchè solo una nazione ha dato la vera libertà ai popoli oppressi ormai da secoli. Se osserviamo un pò il continente europeo, vediamo che solamente quei paesi liberati dalle truppe proletarie dell’ Unione Sovietica, siano stati essi nemici od amici, ora godono della loro vera libertà, perchè da soli si sono eletti il loro Governo Popolare che li protegge e li guida nel loro per sempre migliore avvenire. Ai margini della Conferenza di Londra. Una delle cause per cui fallì la conferenza dellapaceè il problema dell'amministrazione delle colonie italiane. I giornali ci hanno parlato di trust s c e e p, proposto dagli americani, e di amministrazione individuale proposta dai Sovietici, ma non hanno spiegato V indole profonda di questi contrasti che dividono i due più grandi paesi. La ragione sta nel sistema di governo che vige nei due paesi e che automaticamente verrebbe introdotto anche nel paese amministrato. Ciò sembrerebbe cosa poco importante per un ragionatore superficiale che vede solo i difficili problemi della propria pentola e non è abituato vedere più oltre. Il contrasto sta in questo : I’ Unione Sovietica, non può senza rinnegare i suoi principi di liberazione dei popoli, partecipare ad una amministrazione comune con gli stati capitalistici anglo-americani, per una ragione molto evidente \ lo Stato Sometico è uno stato operaio e socialista, il chè vuol dire, uno stato che ha abolito lo sfruttamento dell’uomo sul- V uomo ; uno stato che non può nè opprimere nè sfruttare altre nazionalità senza venir prima meno a quello che è V essenza dello stato stesso. Dalle cronache dei giornali noi vediamo che in questi soli paesi ferve un grande lavoro di ricostruzione, si ricostruisce quello che la canaglia nazi-fascista ha distrutto nel suo periodo di imposta dominazione. In questi paesi la disoccupazione non esiste, anzi, manca ancora di mano d’opera, dato l’incremento della ricostruzione. Gli operai sono in pochi, ma questi sono coscienti e sanno perchè e per cosa lavorano. Sanno che con un Governo Popolare tutto è per il popolo e con ciò le loro energie e il loro morale aumentano di ora in ora. Essi ricostruiscono case, fabbriche, città e villaggi, linee di comunicazione e commerciali per congiungersi politicamente e commercialmente con gli altri stati confinanti, anch’ essi veramente democratici. Questo è quello che avviene nel-1’ Europa centro orientale. Mentre ad occidente e nel meridione che cosa succede? Osserviamo la Regione Giulia (Zona A) e in tutta l’Italia in generale. Ma soffermiamoci alla Regione Giulia A Trieste e a Monfalcone gli operai vengono licenziati in masse di centinaia e migliaia. Quelli che maggiormente vengono colpiti sono proprio i nostri compagni partigiani, che dopo aver aiutato quei signori a invadere l’Italia settentrionale, marciando come se andassero in gita, ora si vedono non soltanto licenziati, ma addirittura linciati; e da chi? da quei soliti sgherri di un tempo e che oggi sono al soldo del capitalista reazionario, che marciano per la città in uniforme, che ancora non ha voluto cambiare tinta (sempre quella dei bacoli). Questa è la democrazia tanto strombazzante che un tempo una stazione radio emetteva. Ecco lavoro, pace e benessere, mentre la popolazione, già sfinita dai patimenti di una così atroce guerra, oggi anziché poter vivere liberamente, muore nella più squallida delle miserie. «Ecco la libertà». Ora vediamo la vera democrazia che esiste fra le nazioni che occupano 1’ Europa. Mentre la Jugoslavia, nostra confinante, vincitrice in questa terribile guerra tenta di salvare la nostra Regione Giulia e dargli un tenore di vita equo, pari a quello che ne gode lo stesso popolo slavo, la reazione vuole opprimerla come in altri paesi opprime a prò degli imperialisti e capitalisti in genere. Compagni lavoratori ! Combattuto abbiamo per dare al popolo la sua tanto attesa libertàri o no? Ebbene, lotteremo ancora sinché il popolo sia veramente libero e si guidi da sè, spoglio della cricca che lo sfruttava. Partecipare all’ amministrazione comune con gli anglo-americani, significa rafforzare V imperialismo diquesti paesi; vuol dire ribadire le catene dei popoli soggetti; vuol dire farsi complici della politicaimperialistica. Questa guerra che ha costato tanto sangue ai popoli europei e non europei è stata combattuta dal popolo sovietico per i sacri principi di libertà e giustizia dei popoli, perchè questi possano decidere delle forme di governo che li amministrerà. L’amministrazione individuale proposta dall' Unione Sovietica comporterebbe vantaggi non indifferenti per il popolo che sarebbe amministrato dal grande Paese del Socialismo. Innanzi tutto questo popolo amministrato dal-V Unione Sovietica dopo un periodo bi'eve, preparativo, sarebbe chiamato ad eleggere i propri organi del potere popolare, il chè significherebbe la propria indipendenza, e sarebbe aiutato dal popolo russo a rafforzarsi, vedi Rumenia, Polonia, Bulgaria ecc. Quale scapito rappresenta ciò per gli stati imperialistici? E’ qui la questione più importante. Tutti i popoli coloniali, ancora prima di questa guerra ; prima ancora che la Carta Atlantica facesse la propria apparizione, lottavano secondo le loro capacità, a seconda della forza delle loro organizzazioni, con tutti i mezzi per liberarsi dalla tutela degli imperialisti protettori e darsi un governo rappresentativo nazionale. E’ bene ricordare le lotte sostenute dal popolo marocchino guidato da Abd. El. Krim durante gli anni 1925-26 e soffocata nel sangue dal [duplice intervento delle forze imperialiste della Francia cosidetta democratica e della Spagna di Primo de Rivera ; delle lotte del popolo e dei nazionalisti egiziani per liberarsi dal servaggio inglese ; delle lotte del popolo libico, per la propria libertà e indipendenza, soffocate nel sangue dal famigerato maresciallo Oraziani, infine la lotta del popolo abissino per impedire che il loro paese cadesse nel servaggio che L’ U A I S La lotta di liberazione contro un nemico preponderante come numero e come mezzi è stata possibile solamente per la partecipazione totale di tutte le forze sane del popolo in un unico fronte senza far differenze tra ideologie politiche, religione o ceto sociale. Appunto attraverso l’unione di tutte le forze sane del popolo, 1’ oc-cupatore si è visto sabotare e boicottare in modo tale che è stato portato lentamente alla sua disfatta. Oggi la lotta armata è finita ed il fascismo in armi è stato vinto, però sappiamo che i fascisti seppur senza divisa sopravvivono e non solo quelli italiani, ma proprio nella zona A della Regione Giulia vediamo confluire i fascisti scappati dalle file degli ustasci, domobranzi, cetnici, e così via. Questi fascisti sono ben vestiti e ben calzati ed hanno alloggio negli alberghi. Ciò significa che esiste un organismo che li protegge ciò significa che esiste una forza che si serve di loro. Noi vediamo altresì certi criminali fascisti venir assolti o quasi dai tribunali e contrariamente a questo vediamo incarcerare dei combattenti della libertà per le loro manifestazioni anti reazionarie. Tutto ciò lascia chiaramente vedere come i residui del fascismo abbiano, in certe zone di più, in altre meno, facoltà di sopravvivere e anche agire, naturalmente protetti da varie maschere e sostenuti dal resto della reazione mondiale. Questi residui del fascismo sperano ancora in un momento di debolezza del popolo per tornare al potere. Ecco perchè oggi vediamo la necessità del rafforzamento del fronte popolare con tutti i cittadini onesti, sinceramente democratici ed antifascisti, e sarà proprio il contributo di tutti gli onesti lavoratori che garantirà il conseguimento dei diritti che i popoli hanno rivendicato con la lotta di liberazione. Sarà proprio il contributo dei cittadini onesti che garantisce lo svolgimento del programma dell’ UAIS per il rafforzamento del potere popolare e con questo la tutela dei diritti nazionali, linguistici e culturali di tutti i popoli conviventi nella Regione Giulia. il fascismo italiano voleva imporgli. Tutti questi problemi sono ancora al-V ordine del giorno per questi popoli non ancora redenti, nonostante le dichiarazioni della famosa Carta Atlantica. Ora, riconoscere all’Unione Sovietica una amministrazione autonoma nel sistema coloniale africano, che comporterebbe l’indipendenza in una scadenze, molto breve del popolo am. ministrato, metterebbe a repentaglio tutto il sistema di spogliazione imperialista dei popoli, creerebbe un cuneo nel sistema di sfruttamento organizzato dagli imperialisti in Africa, significherebbe anche in questo grande Paese la ripresa della lotta di liberazione nazionale. SGUARDO llll■^lll^■l||| 11 l'Illl HITlilillllilllllMWMBM———W— nei Oìimào. LONDRA. - L’Agenzia «Reuter» informa che gli operai dei porti di Londra hanno deciso di continuare lo sciopero. Ieri pure il personale di bordo dei doks hanno proclamato 10 sciopero determinandolo totale di tutti gli addetti di bordo del porto di Londra. A causa dello sciopero tutto 11 lavoro del porto è sospeso. BRUNELLE. -L’Agenzia «Reuter» informa che il presidente del Governo del Belgio Van Acker ha dichiarato ufficialmente: «Anche addesso confermo che il re credeva nella vittoria germanica ed ha avuto un convegno volontario con Hitler. A Berch-tesgaden ha per primo trattato diverse questioni politiche.» Tutti gli uomini, nascendo, hanno eguali diritti ai godimenti della vita. ATENE. - La «Reuter» informa che il luogotenente Damaschinos ha assunto ieri la Presidenza del Governo ed ha composto il nuovo gabinetto nel quale sono principalmente rimasti i membri dell’ ex governo di Vulgaris. Nella dichiarazione ufficiale è detto che in questo modo il luogotenente Damaschinos è riuscito a risolvere «la crisi di Governo» e che il nuovo Governo avrà «cura di mantenere 1’ ordine». ROMA. - L’Agenzia «France Presse» informa che si è tenuta a Roma sul Palatino una grande assemblea popolare organizzata dai partiti comunista e socialista. Il popolo chiedeva di rievocare quanto prima l’Assemblea Costituente. Gli oratori si sono scagliati contro la Monarchia e la Casa Savoia e anche contro il Governo attuale che vuole creare 1’ apparenza che il popolo italiano non sia capace di crearsi un’ istituzione democratica ma che ha bisogno della tutela straniera. ORDINANZA N. 26 dell’ Amministrazione Militare deH’Armata Jugoslava per la Regione Giulia, Fiume e Litorale Sloveno. Negli ultimi tempi si è notato nel territorio di questa Amministrazione Militare dell’ Armata Jugoslava non vi è denaro sufficiente in circolazione. Una tale situazione potrebbe avere serie conseguenze in relazione ai bisogni dell' economia della popolazione in genere. Per ovviare a questo inconveniente e rendere possibile l’ulteriore sviluppo nel campo della ricostruzione e dell’ economìa, e di migliorare la situazione finanziaria e di conseguenza le condizioni di vita della popolazione di questo territorio ORDINO Che la Banca per V economia per T Istria, Fiume e il Litorale Sloveno metta in circolazione nuovi biglietti da lire 1, 5, 10, 20, 50, 100, 1000. Il valore di questi biglietti è uguale al valore della vecchia moneta della BANCA D’ITALIA. I vecchi biglietti della BANCA D’ITALIA restano ancora in circolazione. Il corso dei nuovi biglietti in rapporto al dinaro è eguale a quello dei vecchi, cioè: 3,33:1. La descrizione dei nuovi biglietti sarà pubblicata in seguito dalla stampa quotidiana. Dal giorno dell’ entrata in vigore di questa ordinanza, nel territorio di questa Amministrazione Militare dell’Armata Jugoslavà {Istria, Fiume e Litorale Sloveno). I nuovi biglietti da lire 1, 5, 10, 20, 50, 100 e 1000 servono come mezzo di pagamento legale. Questa Ordinanza entra immediatamente in vigore. Abbazia, 18 ottobre 1945. Morte al Fascismo! Libertà ai Popoli! Il vice comandante dell’Amm. Mll. dell’Arnu Jug. Colonnello HOLIEVAC m. p. li A C UliTURA Riceviamo e pubblichiamo : La caltuni dai ttmipi storici più remoti ad oggi (cioè, dove i governi sono di marca reazionaria) iù cosa accessibile soltanto ad alcuni fortunati nati per un arbitrario colpo del destino nell’ainbito di qualche classe politica, sociale di possibilità vaste Si il FATO che governa tutte le vicende umane che non dipendono dalla nostra volontà, determinava l’indirizzo di un essere che usciva dalla notte dell’«INCONSCIO» per tuffarsi in un mondo di esseri inuume-revoli nettamente distinti in due classi cioè: una che detiene tutte le ricchezze mobili ed immobili, e con queste tutti i poteri di vita e di morte sopra quell’altra classe che nulla detiene se non la infelice prerogativa di morte per inedia e sfruttamento. Ora, perciocché appartenere ad una classe implicava il perentorio ordine o meglio obbligo di portare un nome, questi membri fortunati o sfortunati subivano di prammatica il titolo inerente al caso. Si avevano cosi, patrizi o plebei, baroni e servi della gleba più avanti, ed infine padroni e salariati; vogliamo dire, sanguisughe in abiti diversi e sfruttati in cenci diversi. Va da sè che un’individuo sfruttato, pieno di gravami d’ogni sorta immerso in una meschina lotta di vita o morte aveva ben poco, anzi nulla del tempo necessario per impiegare la sua intelligenza a fini più sublimi. Ma anche se questi avessero avuto la balzana idea di studiare avrebbe cozzato contro i diversi sistemi di repressione istituite dalle classi ricche per il semplice motivo che la cultura compartita al popolo riuscirebbe perniciosa per i loro poteri. Ed infatti questi abili demagoghi si fecero innanzi tutto monopolizzato« non solo dei beni, ma anche di ogni pastura culturale che potesse suscitare una qualsiasi coscienza dei precipui doveri e diritti deH’individuo come individuo e della collettività. Ai tempi delle contee la cultura era strettamente riservata all’ aristocrazia ed al clero; ai nostri giorni essa per necessità impellenti fù centellinata al popolo in forma di goccioline: cioè si comparti al medesimo un tantino di cultura sufficente per leggere decreti onerosi e di ogni natura, ma.......naturalmente insuf- ficenti per comprendere l’essenza intima del marciume che formava la base prima ed ultima di questi poteri antipopolari per eccellenza. Insomma cercarono di rendere per forza misera la visione, la coscienza, la dignità del popolo; perciocché l’ignoranza crea condizioni molto fa-voveroli per assoggettare al servaggio. Ma ! poiché un ma è conseguenza logica di ogni questione umana; i demagoghi non poterono ciononostante arrestare quello che ineluttabilmente scaturisce e che tutto travolge, per necessità che esulano la «ragion pratica» di alcune teste vuote : IL PROGRESSO. Il popolo con la sua terribile lotta, attraverso tutte le imposizioni ha creato le condizioni di un’ era dove la cultura non sarà giammai felice prerogativa di una classe sociale o di un «clan» politico, ma cosa accessibile a tutti gli esseri che sono mossi dal bisogno di acquisire, di vedere oltre i confini delle culture false, oltre i fumi mistici; cioè là dove la LOGICA UMANA, prorompe concretamente libera. Qila ai £aga di Bkd Per il giovedì 2 agosto fu decisa la partenza su invito dei nostri fratelli sloveni di visitare parecchie località della provincia di Lubiana. Lasciammo Pirano alle 4.30 del mattino e via Divaccia giungemmo nel presto pomeriggio a Lubiana. L’ accoglienza che ci fu fatta sarà una delie cose che non dimenticheremo. Solo cosi in"mezzo alla grande massa dei popolo slavo si può classificarne la gentilezza e la bontà del 1’ animo. Alle 9 del giorno seguente partimmo per Kranij. Il viaggio fu magnifico e la bellezza che si presentava ai nostri occhi ci accompagnò fino al lago di Bled, ove sostammo un’ ora. Questo tempo non sarebbe bastato per ammirare minutamente le bellezze del luogo. Era un’ incanto il magnifico contrasto tra il lago e le alture circostanti. Proseguimmo per Bokim ove pernotammo. L’ accoglienza che ci fecero e il trattenimento in nostro onore fu veramente una cosa straordinaria. Lasciammo Bokjm per Tersig e poi Hamik dove ci fecero trascorrere una magnifica serata con trattenimenti di musiche e danze. Ci dirigemmo a Bistrica fino alle sorgenti del fiume Sava e visitammo il meraviglioso padiglione di caccia dell’ ex re Pietro. Nella mattinata di domenica 5 agosto prendemmo la via del ritorno. Le donne antifasciste che hanno già dato un’ impareggiabile contributo alla guerra di liberazione, oggi con quei diritti di parità che alla donna spetta, si organizzano per portare anche nella pace il loro contributo alla ricostruzione e al rafforzamento del potere popolare. Nel contempo aspettano alle donne i problemi della vita civile ove la coscienza e lo spirito materno potranno meglio di chiunque contribuire alla soluzione di tali problemi In questo ultimo tempo 1’ attività organizzativa delle donne è stata particolarmente intensa tanto a Capodistria come a Pirano e Isola dove si sono tenute le conferenze cittadine durante le quali le donne hanno trattato tanto i problemi economici quanto il problema della loro organizzazione. In queste conferenze conseguentemente alle neccesità del momento, le compagne hanno posto chiaramente d’aver compreso che anche a loro spetta una parte di contributo se si vuole che il nostro giovane potere si rafforzi. Durante le conferenze cittadine a Capodistria. Pirano e Isola le donne hanno trattato in special modo i seguenti problemi : assistenza ai poveri, invalidi, orfani e famiglie bisognose, aiuti agli ospedali e asili. Le compagne di Capodistria hanno deciso durante la conferenza cittadina di formare delle squadre volontarie di lavoratrici per recarsi a portare aiuto di mano d’opera al-l’ospedale; questa decisione è già in pratica e tutti i giorni le compagne si recano ali" ospedale a prestare l'opera da loro stesse scelta. Le compagne di Isola invece si sono prese il compito di raccogliere tra le persone più generose della città un po di vino, pane, biscotti ed altre cose per recarsi al più presto a fare una visita e portare i loro doni ai compagni feriti che si trovano all’ ospedale di Val d’ Oltra. Mentre le compagne di Pirano pensano di iniziare una raccolta di generi alimentari e indumenti usati per un primo aiuto ai paesi bruciati. Ancora altri problemi sono stati trattati come la questione del prezzo dell’ acqua, della luce, dell’ alimentazione e del combustibile. Alla fine di ogni conferenza le intervenute hanno promesso che faranno del loro meglio per far sì che il fronte femminile si allarghi sempre più. Se avessi voluto raccontare minutamente l’incanto dei luoghi, avrei dovuto scrivere e scrivere, ma oltre a questo voglio con qualche"riga, più che altro, dimostrare la mia gratitudine verso il senso di ospitalità ed affetto che ci hanno dimostrato al nostro passaggio i fratelli slavi. Forse gli avremmo potuti visitare prima questi incantevoli paesaggi e avremmo potuto conoscere prima il cuore degli slavi, ma una muraglia era posta fra noi e voi o fratelli, una schiera di gente c’insegnava ad odiarci. Ora il velo della menzogna è caduto, ora sappiamo che è con voi che dobbiamo camminare fianco a fianco e solo stringendoci forte la mano del-1’ amicizia e della fratellanza potremo giungere alla meta. Non potrò mai dimenticare questo viaggio in Slovenia e nel ricordo avrò sempre presente con l’incanto dei paesaggi la bontà dei nostri fratelli con i quali ci siamo uniti per lottare e con i quali vogliamo assolutamente essere uniti per godere, lavorando e assieme ricostruire, i frutti della vittoria. Augusta Radivo. Le compagne di Isola hanno già compreso con la partecipazione alle elezioni quale posto occupa la donna oggi dopo questa grande e lunga lotta. Speriamo che anche le compagne di Pirano e Capodistria seguiranno l’esempio delle compagne d’isola e parteciperanno non soltanto loro ma cercheranno anche di far comprendere agli altri cosa voglia dire eleggersi liberamente i propri rappresentanti, coloro che metteranno in atto i desideri e le volontà del popolo. liettersi aperta ai signori nazionalisti. Se questa moltitudine di cervelli paranoici scienti od incoscienti della loro congenita malattia, fatta di nazionali odii di pregiudizi religiosi, tradizionali, di casta, eco. ecc. non avessero invaso come una terribile malattia sodale la nostra città di lavoratori, tutte le misure che noi prendiamo come profilassi sociale, sarebbero volte a fini più consoni al momento particolare che volge. Non pertanto noi ci fermiamo davanti tanta disgrazia, ben lontani da essere sensibili alle vostre romantiche proteste nazionali, seguiamo una direttiva scaturita logicamente da tutta quella moltitudine di dolorose esperienze che hanno caratterizzato il nostro passato. All’ unanimità il proletariato ha aderito alla Federativa Jugoslavia, non perchè, indotto con abili ragiri o con minaccio, ma perchè siamo convinti che è la sola soluzione possibile, logica, coerènte per tutti ì cervelli che non siano microscopici. G. V. Per i proprietari di autoveicoli Si avvisano tutti i proprietari di automezzi che gli automobili e tutti gli altri automezzi che devono varcare la linea di demarcazione devono essere targati davanti e di dietro. Ila&wgHa dd Il nostro pubblico e la prosa. Strano, ma vero. E’ una constatazione che abbiamo potuto fare una volta, tempo addietro, e che purtroppo dobbiamo fare ancora oggi : Capodistria non ha molto simpatia per la prosa. Non si tratta solamente della nostra città, questo è vero; ma il nostro desiderio sarebbe di elevare il pubblico e di farlo accorrere agli spettacoli di prosa anche se non sono di suo gusto (e com’ è difficile il nostro pubblico). Quando si è data una commedia, la cerchia degli spettatori è stata molto ristretta; uno spettacolo d’arte varia (se si può chiamarla arte) ha fatto ricorrere spesso alle brutte maniere per tenere la gente fuori del teatro a causa dell’ insufficienza di posti. E questo perchè? Sì, nell’arte varia, c’ è o almeno dovrebbe esserci un po’ di tutto; dalla prosa al canto, dal ballo all’opera e all’operetta.... Tutti i gusti dovrebbero essere soddisfatti; e poi in tali spettacoli il pubblico si prende la licenza di fischiare a suo piacimento, di lanciare qualche frase di rimprovero o di elogio all’artista che in quel momento sta esibendosi..... Nelle commedie invece, quanta serietà ci vuole! Così almeno la pensano qui. ,,A teatro noi andiamo per divertirci, per passare l’ora, l’ora, per ridere e non per ascoltare quattro cani che ti fanno le marionette e non fanno che parlare per due ore di seguito11. E quei quattro cani sfacchinano come un povero altro animale per un mese, qualche volta di più a seconda del lavoro scelto, perdono il fiato per riuscire a far sentire la loro voce fino in fondo di quella nostra sala afona, studiano parole e gesti, accettano i rimproveri del loro direttore, perdono ore di sonno e trascurano altri piaceri, soffrono il caldo in una stanza afosa d’estate e tremano dal freddo nella stessa divenuta gelida d’inverno, per poi fare da ,,marionette“ e sentire alla fine di ogni atto un applauso fiacco che sa di sforzo e di noia. D’accordo, gli attori possono anche non valere niente o poco; ma quanto meno si sentono di valere quando, finito l’atto si chiude il sipario e nessuno applaude più di quello che detta la buona educazione. Il pubblico deve pensare che quegli attori hanno faticato con l’intenzione di riuscire graditi e col vivo desiderio di divertire gli spettatori. Ma se non ci sono riusciti, la fatica è uguale. Il permesso di fischiare c’ è sempre, beninteso, ma soltanto quando l’attore e l’attrice merita quel brutto complimento, e non per una antipatia personale. Noi auguriamo di vedere sempre nuovi elementi nelle file dei filo-drammatici e speriamo di riuscire a metterci una buona volta finalmente d’accordo con il pubblico capodistriano. .mulin.imi.. Sport % H. S. Ampelea - U.S. Capodistriana 2-0 Il lettore penserà subito che non può trattarsi altro che del domenicale popolare incontro di calcio. Meglio sarebbe iniziare con una confessione: sbattere di gambe, ricercati colpi d’ancata per rompere l’equilibrio dell’avversario e farlo rotolare al suolo, voli di qualche metro a causa delle sapienti e maliziose finte dell’avversario, e tutto questo in un terreno polveroso, bruciato dal sole, pieno di buchi e fossettine, sotto l’urlo di un pubblico impaziente, pieno di una passione senza logica. Questa è stata all’incirca la partita di ieri a Isola tra le squadre istriane, che dovevano risolvere in sede di rivincita l’incon tro disputato domenica scorsa a Capodistria e finito col punteggio di 1-1. Gli azzurri capodistriani, ben piantati fisicamente sono crollati sotto l’urto fisico, cattivo, certo antisporti. vo, non tecnico degli undici isolani^ Attorno all’ anziano validissimo Bruno Scher (certamente uno dei migliori atleti in campo per pacatezza e finezza di giuoco) la squadra azzurra ha disputato un primo tempo sapiente per scorrevolezza e manovrabilità di giuoco. Il pallone viaggiava da mediano a mezz’ala, da questa all’ala, dall’ala al centro, secondo i validissimi canoni dello stile calcistico italiano. Variamente contrastati dagli isolani, i capodistriani non sono riusciti a segnare e a concretare una Superiorità abbastanza evidente. E qui è praticamete finita la loro partita. Al secondo tempo è stato impressa altra fisonomia: gli isolani hanno sfoderato gli artigli, hanno messo al centro il velocista Gor-dini, hanno messo f. c. per un quarto d’ora il portiere azzurro Deponte e contrassegnato più o meno evidentemente quasi tutti gli atleti. Lettere dei lettori Alla redazione de „L’Istria Nuova" Spesso si sente parlare dell’UAIS. Il vostro giornale ne è Tolgano ufficiale. Che cos’è dunque? Sembra una unione. Da chi è formata, che cosa rappresenta, che scopo ha, cosa fa? Siate così gentili di spiegarci magari con un articolo sul vostro giornale. Ignoras ignorantium. Risposta ad ,,Un osservatore" Il Comitato cittadino ci ha dato questa risposta : — Il Museo Civico di Capodistria non ha ancora un direttore, però il Comitato sta cercando uno capace e competente, il quale metta in ordine il Museo. Alcuni quadri artistici sono già stati ricuperati; per la restituzione degli altri, di maggior valore, che furono asportati nel Veneto, si interessa pure il Comitato cittadino con T aiuto di persone competenti. Tutti i danni sono stati denunciati alla commissione per i danni di guerra. Abbiamo riportato la risposta del Comitato cittadino, e crediamo ti soddisferà ; ci auguriamo che fra non molto il Museo venga riaperto. Caro compagno, se osserverai ancora qualcosa, scrivici pure. d. Comunicazioni locali Orario delle motobarche: Da Capodistria per Trieste : ore 5, 5.30, 6, 12.45, 13.30. Da Trieste per Capodistria: ore 10, 11, 12, 17.15. Direttore Responsabile MARIO ABRAM Staiblimento Tipografico Giuliano - Capodistria VENDITA BICICLETTE e MATERIALE ELETTRICO lampadine DEL CONTE = -------- CAPODISTRIA Le donne antifasciste italiane MAMMA MAJCEN II E tornò a casa. Ciò che allora sentì nel suo cuore è indescrivibile. Essa tornò alla propria terra che amava quasi più che i propri tìgli. «Non mi scaccerete più - giurò nell’anima sua. Andrò nel bosco dai miei figli e li difenderò.» Alla sera si senti un picchiare appena sensibile alia finestra. «Mamma». — Nico, tu? Come? dove? — «Mamma, sono venuto e parto subito». Non c’era nemmeno tempo di baciarsi, le strinse soltanto la mano e si perdette nella notte .. . «Lo sapevo» si parlava dolcemente. «Il sangue è sangue. Nico non resterà dietro ai suoi fratelli». E un sorriso lieve pieno di soddisfazione sfiorava il suo viso. Tutto ciò che finora si sentiva appena in lei divampò in seguito con viva fiamma Tutte le sue parole e tutti i suoi fatti erano consacrati ad un solo scopo. Non viveva più per sè, viveva per tutti. E quasi non c’ era partigiano che non la conoscesse. Essa divenne la madre di tutti e le sembrava che essere la madre di otto figli fosse troppo poco. Per ognuno aveva una parola affettuosa, un pezzetto di pane e una ciottola di latte. Ma più di quello che offriva erano le sue parole. Cosi semplici e cosi piene di sentimento. Quanto amore era in essa. Quante volte si alzò di notte senza alcun lamento, sebbene avesse lavorato tutto il giorno e si fosse coricata stanca alla sera. Bastava un lieve picchiettio e già la vedevi alla porta o alla finestra. Quante volte essa stessa fece la guardia vegliando che i suoi figli stanchi e bagnati dal sudore e dalla pioggia non venissero sorpresi. E i partigiani ! Questi suoi figli le sapevano corrispondere T affetto Essi T amavano e rispettavano come se fosse la loro madre. «Mamma Majcen» — sentivi spesso bisbigliare i nostri combattenti. Nelle loro parole c’era tanto calore ed amore che si capiva quanto era per loro mamma Majcen. Proprio por questo, perchè viveva più per i suoi figli che per sè stessa, non aveva mai paura di nessuno. Essa era pronta a difendere la verità anche a costo della propria vita. I cani bianchi la perseguitavano e non le davano mai pace. Allorché venne la terza primavera le uccisero il marito. Vennero come pattuglia parti-giana — colle bustine partigiano sui sozzi capi. Picchiarono alla finestra come i partigiani — e allorché ella aprì la porta non sapeva che apriva a coloro che le avrebbero assassinato il maritò. Accese la luce e vide luccicare le stelle rosse. Era convinta di parlare coi partigiani. Alle sue parole affettuose le risposero brutalmente. Essa non comprendeva — ma in quel momento si udì un colpo e tutto le apparve chiaro. «Aspettate maledetti — anche voi pagherete il fio» gridò a loro. E quando davanti alla chiesa pubblicarono ufficialmente che tutti quelli che parleranno che il Majcen era stato ucciso dai belogardisti, verranno puniti, lei gridò: — «Ipocriti, mettetevi in fila ed io vi mostrerò chi è T assassino» ... I belogardisti tacquero e le loro mogli e madri incominciarono a meditare che ciò che facevano i loro figli e mariti non era giusto. La primavera trascorreva. Mamma Majcen coltivava con cura e con amore ogni piccolo pezzo di terra. Sebbene esausta non si lamentava mai. Ogni qualvolta si sentiva debole pensava : «I figli sono molti ed hanno bisogno di mangiare». Allora non sentiva più la stanchezza nè il peso della zappa nelle sue mani. Gli avvenimenti, in patria e nel mondo si sviluppavano meravigliosamente. I nostri combattenti erano già saldamente uniti in compagnie, battaglioni, brigate e divisioni e davano molto da pensare al nemico. Il fascismo italiano crollò con l'aiuto dei nostri pugni armati. Una parte del nostro paese era già libera. Mamma Majcen sentiva che le vittime non erano state vane. Il riconoscimento dato alle eroiche madri slovene al congresso di Koèevje da Marija Ivančič valeva anche per lei. Allora anche lei incitò le donne antifasciste slovene a fare il loro dovere e di sacrificare sull’ altare della patria ciò che esse hanno di più caro. Era T autunno. Per le strade si udiva il rombo solenne dei carri armati partigiani e il calpestio dei cavalli partigiani. . . Mamma Majcen però sapeva dalle nubi che si addensavano che doveva venire il temporale. E questo venne all’improvviso. I tedeschi rabbiosi, ora non più altezzosi e pieni di boria, nella loro impotente rabbia si sfogarono sui nostri pacifici villaggi ammazzando, distruggendo e rubando tutto quello che trovavano. Mamma Majcen venne trovata presso il focolare. Col calcio del fucile le sfracellarono il capo, la colpirono di pugnale alle spalle, le tagliarono le mani e le squarciarono il petto. Tutti coloro che conobbero il delitto compiuto su mamma Majcen giurarono di vendicarla. Non più perdoni e misericordie, ma una lotta spietata contro i tedeschi, divenne la parola d’ordine dei suoi figli. Nello stesso periodo il più giovane dei suoi figli, Pietro, ferito gravemente, cadeva in mano dei fascisti che lo sbranarono. Nico non dimenticò mai di essere anche lui Majcen. E giurò di vendicare la morte dei genitori e dei fratelli. Egli non macchiò il nome glorioso, e allorché si trovava nei combattimenti in testa alla brigata gli sembrava che i suoi lo accompagnassero e la figura della mamma lo guidasse attraverso tutti i pericoli. Sembrava quasi che nessuna pallottola nemica potesse colpirlo. Ma un giorno mentre infuriava la battaglia egli venne colpito al cuore e il sangue di mamma Majcen bagnò ancora una volta il suolo della patria. Il sangue innocente della madre martire, il sangue dei suoi cinque figli eroi impose ai suoi innumerevoli figli sparsi per tutto il paese un sacro e grande dovere — la vendetta ... E tra questi si trovano ancora due suoi figli, due figli da lei dati allaluce. Da recenti notizie dalla Serbia si è saputo che in una divisione serba il miglior combattente è uno sloveno: un figlio di mamma Majcen: Giuseppe. Mara RUPENA-OSOLNIK,