1.01 Izvirni znanstveni članek UDK 271.2-726.2Cancianus de Goritia Prejeto: 4. 10. 2011 Cancianus de Goritia, episcopus Emoniensis (1313—1331) LUIGI TAVANO Istituto di storia sociale e religiosa, Via del Seminario 7,1—34170 Gorizia e-pošta: istitutodistoriasociale@virgillo.it izvleček Raziskava o Cancianusu de Goritia (Kancijanu i\ Gorice j — prvem Goričanu, ki je bil v srednjem veku (1313) imenovan škofa, potem ko je bil vikar v mestu Gorici in župnik v Mirnu, prikazuje zapletenost okolišlin, v katerih so se križali interesi palriarhala, Benetk in cesarstva, Kancijan je predvsem opravljal vlom generalnem vikarja in spiritualibus \> J J J J J J O O O J J patriarhov Omobona in Pagana Tum. V glavnem je stalno bival v Čedadu, središču prostrane oglejske Škofije, ki se je J O O J J O J J J J raztezala od Tilmenta (Tagliamento) do Save; skoraj ničesar pa ne vemo o majhni istrski Škofiji med Mirno in Dragonjo, katere naslovnik je bil do smrti. KLJUČNE BESEDE: Kanci/an Gorice (Cancianus de Goritia), Škofija Ejnona (Novi grad), oglejski palriarhat, Čedad, Gorica abstract CANCIANUS DE GORITIA, EPISCOPUS EMONENSIS (1313-1331) Cancianus de Goritia (Candanus of Goritia) was the first native of Gorica to be appoin ted bishop in the Middle Ages (1313) after having previously worked as a vicar in Goritia and as a parish priest in Miren. Research on him sheds light on the complexity of the situation in which the interests of the Patriarchate of Aquileia, Venice and the Holy Roman Empire intersected. Mostly performing the role of the Vicar General in spiritualibus of the patriarchs Ottobonus and Paganus della -v7 J J o J J J J o Torre (Thum), Candanus resided in Cividale del Friuli, the centre of the vast Patriarchate of Aquileia that covered the territory between the rivers Tagliamento and Sava, However, almost nothing is known about the small diocese in Is tria, -v7 o o located between the Mima and Dragonja rivers, where Cancianus was bishop up until his death. KE Y IVORDS: Candanus of Goriija (Candanus de Goritia), Diocese of Fjnona (Novi grad), Patriarchate of Aquileia, Cividale del Friuli, Gorica Solo recentemente, imbattendomi in dati pub-blicati dal Necrologium Aquilejense di C. Scalon1 e in Documenti goricam dei secoli XIII e XIV di V. Joppi,2 ho percepito che •»Cancianus de Goritia episcopus Emoniensis« risulta il primo goriziano elevato alia dignitä di vescovo, nella complessa storia ecclesiastica medievale della vasta regione aquileiese. Pur consapevole dei limiti di questa prima ri-cerca in fonti archivistiche e bibhografiche, riporto qui alcuni dati utili a cogliere tale presenza storica, correlata alle complesse vicende che contrasse-gnano il contesto istituzionale, ecclesiastico e politico, che vede come protagonisti la contea di Go-rizia e il patriarcato di Aquileia all'inizio del secolo XIV: in un rapporto di inevitabile convivenza conflittuale, che rendeva piü evidente la difficoltä dell'autonomia patriarcale di resistere alia pressione di Venezia, alia quale dovrä sottostare anche isti-tuzionalmente dall'inizio del secolo successivo. II contesto regionale all'inizio del XIV secolo Giä quanto leggiamo nella notificazione iniziale del patriarca Ottobono de1 Razzi3 al decano, al capitolo e al clero della diocesi istriana (probabil-mente nel 1313) di aver nominato •»Cancianus de Goritia« vescovo della diocesi, obbliga a riferirsi al momento storico particolare di massimo prestigio espresso allora da Enrico II, conte di Gorizia e del Tirolo: non solo nei confronti dell'autoritä patriarcale (W. Baum considera Ottobono »un semplice fanloccio del conte«),4 ma anche nel quadro com-plessivo del Nord Est italiano. Infatti, detta nomina appare motivata nel testo di Ottobono »ad precesa di Enrico e della moglie Elisabetta da Camino.5 Sappiamo che Enrico ri-sultava, allora, giä nominato capitano generale a vita dello stato patriarcale,6 oltre ad esercitare l'av-vocazia del patriarca di Aquileia e dei principati vescoviH di Trento e Bressanone; egli si muoveva nella direzione avviata dal suo predecessore Mai- 1 Necrologium Aquileiense, p. 182. 2 Joppi: AT 13 (1887), p. 78-79. 3 Gianni: Ottobono da Piacenza, p. 732-736. 4 Baum: I conti di Gorica, p. 127. 5 Hnrico nel 1302 si era congratulate) con Omobono al suo arrivo in Friiili. |oppi: AT 12 (1886), p. 12. Ma in una sentenza del tribunale patriarcale, il conte e detto »nemico crudele e manifesto persecutors della Chiesa in Aquileia«, |oppi: AT 12 (1886), p. 362. 6 11 patriarca nel 1326 nomina quale procuratore per trattare con i conti di Gorizia il cancelliere Francesco di Nasutto. Atti della cancelleria dei patriarchi di Aquileia (1265—1420), p. 59. nardo IV. (f 1295), che aveva sposato l'imperatrice Elisabetta, vedova di Corrado IV.: il quale, appro-fittando anche della debolezza del patriarca Filippo di Spanheim, aveva favorito la strategia di Venezia anche nei confronti dell'Istria costiera, ormai solo formalmente marchesato patriarcale.7 Cosi, le cittä istriane pur riconoscendo tale titolo, avevano eletto dei podestä di tendenza ve-neziana e stipulato con Venezia patti difensivi, trasformati in seguito in rapporti di sudditanza: ciö che era accaduto anche per Cittanova nel 1270, sede della piccola diocesi in parola. La nomina di un esponente del clero goriziano (all'atto della nomina »plebanus mirensis«, cioe di Miren (Merna), probabilmente parrocchia di giu-spatronato comitale) rientra anche in una con-solidata tradizione patriarcale, per cui »l'uno o l'altro dei vescovi istriani erano scelti dal patriarca come aiutantk (P. Paschini) nel ruolo di vicari generali o »in ponlificalibus«,8 come vedremo anche nelle prest-azioni di Canciano. La situazione ecclesiastica di Gorizia Premetto che la conoscenza della sua storia religiosa nel periodo medioevale e ancora molto limitata a dati documentari soprattutto indiretti e del tutto insufficienti a tentarne un approccio critico.9 Gorizia, all'inizio del secolo, detta »urbs superiors (cioe sul colle), con il suo castello comitale, conta 41 case e circa 500 abitanti, con cinta muraria propria, che la divide dalla »urbs inferior«, ai piedi del colle, che si sta sviluppando verso nord-ovest.10 Ecclesiasticamente, Gorizia dipende ancora dalla pieve di Salcano (Solkan): ma si presenta giä nel XIII. secolo con un proprio »vicarius% mentre non manca il cappellano per il conte sovrano, con la sua cappella palatina di san Martino »in arce«. Tale vicario gestisce la vita religiosa in una chiesa dedicata ai santi aquileiesi Ilario e Taziano (piü tardi detta »maiom, mentre quella »minom e probabilmente quella sorta attorno alia presenza dei francescani, accertata giä all'inizio del secolo).11 7 Baum: cit.,p. 115 e ss. 8 Paschini: I vicari generali della diocesi di Aquileia e poi di Udiue. 9 S. Tavano: Medioevo goriziano 1001-1500, p. 181-183. 10 Per i dati relativi alia vita di Gorizia che seguono Kos: Sulla storia di Gorizia nel Medioevo, p. 93-144. " Valdemarin: Im chiesa e la parrocchia dei santi Ilario e Taziano di Gorizia. Nel 1325 il conte Enrico12 esercita esplicita-mente il proprio giuspatronato sulla parroccliia di Salcano: per cui, anclie il »Cancianus«, che risulta »vicarius Goritiae«13 nel 1306 potrebbe essere stato designato dall'autoritä comitale. l''ra i nomi del clero segnalati con riferiniento a Gorizia in tale periodo, appaiono alcuni di rilievo: come »Fulcherius de Goritia«, canonico di Cividale (scomunicato dal patriarca nel 1324 per insolvenza a debiti); »Albertus de Goritia«, canonico nella pre-positura di s. l'elice ad Aquileia (1319); »R/Wtfrakf de Goritia« (figlio di Walcliaris) pievano di Salcano; 12 Su Krnico, bibliografia ia S. Tavano, ia N/iovo Uruti, cit., p. 279. Per il giuspatronato, ]oppi: slT 13, p. 398. 13 Kos: cit, p. 111. 14 Per la scomunica, Bianchi: Docnmenti per la storža del Fri/ili 1317—132S, p. 637. U patriarca Pagano fa esaminare una causa relativa a l'ulcherio di Gorma, 11 maržo 1321, Gianni: Le note di Gngiieimo di Cividale (1314-1325), p. 384— 385; Cameli: Registri e imhreviatnre di Miglioran^a da Thiene (1304-1334), identifica »F//td)er//s de Goritia« con »Fulberus de Goritia«, p. 479. Ma 1'ulbero di Gorizia risulta nella stessa pubblicazione canonico di s. l'elice di Aquileia in una causa del 1306, p. 124—125, e nel 1328 viene assolto da una scomunica, p. 249-250. ma anclie »Sofia de Goritia«, monaca benedettina nel potente monastero di s. Maria ad Aquileia (1286). La diocesi di Cittanova La sede episcopale nota con la dizione latina »Bmomemis« (»_ iemoniensis«) era sorta in un centro abitato della costa istriana in epoca romana e do-cumentato arclieologicamente in eta paleocristiana; l'origine e la datazione della sede episcopale non risulta ancora cliiarita: certa e la sua esistenza in eta carolingia, come risulta anclie dalla nota cripta dell'edificio,16 divenuto poi cattedrale dedicata a Maria Assunta (evidente l'influsso della tradizione aquileiese) e ai martiri locali JSIassimino e Pelagio. Attraverso la complessa e confusa storia alto-medievale dell'Istria, la diocesi vede incrociarsi sul suo territorio possessi patriarcali, veneti, fino a quelli imperiali con la contea di Pisino: risultato di 15 Su Rizzardo, (kameli: cit., p. 222 e Kos: cit., p. 133. Su Sofia, Kos: cit, p. 133. 16 Parentin: Cittanova d'Istria; Novigrad — Cittanova: 599—1999: Cuscito: slncora sni Cihorio del vescovo Alanrirjo a Cittanova d'Istria. vari passaggi di sovranitä reale susseguitesi dal mar-chesato patriarcale all'occupazione veneziana e dei conti di Gorizia. La diocesi, il cui territorio si estende dalla costa adriatica, dove sorgeva Cittanova, delimitato a nord dal corso del Dragogna e a sud da quello del Quieto, si inoltrava all'interno dell'Istria fino alle alture che culminavano con i centri di Buie (»Bullea« nel latino medievale) e di Portole. La sede episcopale risulta, nella rara docu-mentazione, spesso abbandonata e priva del vesco-vo;17 i primi dati sulla popolazione della diocesi risalgono solo al secolo XVI., con un totale di 8.000 fedeli e 14 stazioni curate. La cattedrale ha il suo capitolo, con relativi de-cano ed arcidiacono, mentre una piccola collegiata con tre soli canonici risulta presente anche a Buie. Nonostante 1'inconsistenza economica della sede episcopale (nel secolo XIV. la rendita e di soli 12 fiorini annui), il vescovo titolare, con i propri beni e diritti feudali, godeva di un'autoritä e di un potere che lo rendevano 1'esponente piu. facoltoso del territorio: come risulta anche nei titoli che appaiono nel testo della nomina di Canciano, ove sono nominati »vassallis, offuialibus et colonis« del vescovo. Conferma di tale potere economico, la co-struzione di un castello (»oppidum«) a Buie, esistente giä nel secolo XIV., probabile residenza estiva del vescovo.18 I precedenti della nomina II lungo processo che porta alia nomina di Canciano a vescovo di Cittanova si colloca in un con-testo ecclesiastico regionale che si presenta parti-colarmente problematico.19 Nel 1305 la diocesi risulta vacante da lungo tempo, e non essendo stata presentata alcuna elezione, il patriarca Ottobono, 17 Secondo il Gams, nel 1308 la sede risulta vacante dal 1293 e la cattedrale minaccia rovina. C jams: Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, p. 770. 18 Per tale residenza, il vescovo Nicolö GabrieUi (di Rivolto), farä eseguire, nel 1695, 36 ritratti dei vescovi di Hmona (naturalmente d'invenzione), ora conservati nella sacrestia della giä cattedrale di Cittanova. Parentin: cit., p. 213-214. La diocesi verrä soppressa nel 1828 e incorporata nella diocesi di Trieste e Capodistria nel 1830. Le diocesi d'ltalia, 11, p. 366. 19 Una serie di dati bibliografici incerti ed anche contra-dditori, che andrebbero esaminati a parte, rende difficile la ricostruzione dei tre anni che precedono la nomina di Canciano: anche se la lettera del patriarca per la sua con-sacrazione nel 1313 accenna alia morte del predecessore »veneraMlis fratris Geroldi«: in tal caso, l'episcopato di questi sarebbe stato molto breve. concede, nel 1305 al vescovo di Imola, Matteo Orsini (1308-1317) di provvedere per sua vece, alia nomina di un nuovo pastore;20 nello stesso anno, detto vescovo propone >){rater Giraldo (Gerardino?)« a tale dignitä, se al medesimo venisse dato il per-messo dal legato e dal suo ordine, quello dome-nicano.21 In una lettera, attribuibile al 1310, il patriarca esorta il decano e il capitolo di Cittanova, ad accogliere come vescovo il suddetto frate domeni-cano da Parma. II 5 gennaio 1310, fra Gerardino da Parma,22 eletto vescovo di »Emona« (Cittanova), nomina un suo procuratore generale. Canciano e Gorizia Risulta piü che probabile che l'ecclesiastico »Camianus«, citato in un documento del 1306 come »vicarius de Goritia«,23 sia la medesima persona che nel 1313 risulta »plebanus in Merino«, cioe titolare di una delle piü antiche pievi del Goriziano, nota come »Plebs Merino« dal toponimo sloveno »Miren«.24 Mancandoci qualsiasi altra notizia su di lui prima della nomina a »episcopus Emoniensis«, mi limito ad un cenno sulla pieve di Miren (Merna) prima di passare al carattere goriziano dell'eletto. La pieve, che sorgeva ai piedi del Carso sul bordo sud Orientale della conca goriziana, il cui territorio confinava a nord con la pieve di Salcano, aveva come titolare san Giorgio (forse di origine altomedievale); era certamente patronato dei conti di Gorizia; nel sinodo aquileiese del 1247 risulta nell'ambito dell'arcidiaconato inferiore del patriar-cato; la tassazione della pieve alia curia papale del 1330 assomma a cinque marche, come la pieve di Lucinico, mentre quella di Salcano sale a venti-cinque marche (ma comprende anche Gorizia).25 La denominazione »Cancianus de Goritia«, che troviamo nelle due missive del patriarca Ottobono del 1313, probabilmente denota una sua origine cittadina, secondo una dizione linguistica che troviamo in altri documenti del tempo: relativi, ad esempio, a »Simone de Goritia«, i notai »Alberto« ed »Enrico de Goritia«, »Rapoto de Goritia«.26 20 Cameli: cit., p. 95-96 e Atti della cancelleria, cit., p. 7-8. 21 Cameli: cit, p. 95-96. 22 Cameli: cit., p. 164. 23 Kos: cit.,j>. 116. 24 Baraga: Župnija Miren sko^i stoletja, 25 Baraga: cit, p. 27-28. 26 Su Rizzardo, Cameli: cit., p. 222; su Simone, Atti, cit., p. 143; sui notai, Atti, p. 128; su Rapoto, Necrologium, cit., p. 296. La sua nascita si puö ipotizzare verso il 1270; circa la sua formazione, se potesse avere un significato qualificante la dizione che appare nella nomina patriarcale »litterarum sdenticm, che si ante-pone alia dizione Ml alia virtutum merita«, potremmo ipotizzare una sua formazione nelle mquileienses scholae«, quelle gestite dai capitoli di Aquileia e Cividale, funzionanti giä nel XII. secolo in ambito patriarcale. Forse di famiglia ministeriale,27 certamente deve la sua carriera ecclesiastica all'autoritä comitale, da wicarius« a »plebanus«, e poi a vescovo, come risulta dalla prima notizia sulla sua nomina, che ripor-tiamo piü avanti Caratteri del suo episcopate Circa la data della sua nomina e della sua consacrazione episcopale, dobbiamo ricorrere a due document!: il primo, con cui il patriarca comunica al capitolo e al clero di Cittanova di aver designato Canciano, il secondo in cui incarica »Gratiadem, vescovo dell'attigua diocesi di Parenzo, di provvedere alia consacrazione del medesimo: le due missive patriarcali, nel testo riportato dal no-taio Miglioranza da Thiene, appare preceduto dall'indicazione »/J/J ...«.28 27 Significativa di una prassi sigaorile quaato risulta dal con-teauto dell'atto notarile steso a (Cividale il 24 settembre 1306, con cui Canciano impegna »dominus Aynricus Dyetmari filius«, vicario di S. Vito presso Tolmino a stare con lui un anno per pescare, uccellare e altri servizi. Joppi: AT 12 (1886), p. 306. Ci manca qualsiasi dato relativo alia sua appartenenza linguistica. 28 In Joppi: AT 13 (1887), p. 78-79: M CCC XIII. Indictione XI. Ottobonus Dei gratia S. sedis Aquilegensis Patriarcha dilectis filiis Decano et capitulo ac universe Clero ecclesie Emonensis et omnibus et singulis vassallis ojficialibus et colonis ejusdem Ecclesie salutem in Domino sempiternam. Cum Ecclesie predicte vacanti pastore per obitum verenalnlis fratris et olim Episcopi Emonensis, de discreto viro presbitero Cantiano Plebano plebis de Merino, cui litterarum scientia et alia virtutum merita suffragantur, adpreces magnifici viri Hernia illustris Goricie et Tyrolis Comitis et noMlis D. Beat-rids Comitisse eius uxoris duximus prout ad nos pleno jure pertinet, providendum, ipsurn PresMterum Cantianum eligendo et preficiendo in dicte Ecclesie Episcopum et Pastorem, sperantes quod eiusdem Ecclesiam per ipsurn poterit Deo auctore in spiritualibus et temporalibus utiliter gubernari. Universitatem et devotionem vestram rogamus, requ-irimus, et bortamur in Domino quatenus predictum electum tam-quam vestrum Episcopum et Pastorem benigne recipientes et tractantes bonorifice, sibi obedire, interniere et respondere in omnibus et de omnibus juribus dicti episcopatus fideliter procuretis, ita quod possitis merite commendari. Ottobonus Dei gratia et s. sedis Aquilegensis Patriarcbe veneralnli fratri G[ratiadeo] episcopo Parentino salutem et sinceram in Domino caritatem. Cum Ecclesie Emonensi vacanti Pastore per obitum veneralnlis Se potessimo collegare tale nomina alia pace, concordata fra il patriarca Ottobono e il conte Enrico II, del 25 novembre 1313, dovremmo ipotizzare ragionevolmente la sua consacrazione al-meno nel 1314 o nel 1315. " La prima documentazione archivistica della sua presenza come vescovo »Emotiietisis«, si ha in un atto che documenta l'amministrazione dell'ordine sacerdotale a Giovanni, figlio del fu »Cumucdo da Villa Ribis, aquilegensis diocesis«, nella chiesa maggiore di Cividale, il 18 settembre 1316.30 Nella scelta di Canciano a vescovo, va colto an-zitutto il nesso fra gli interessi dell'autorita patriarcale e quelli della politica svolta dalla signoria go-riziana, quasi un riconoscimento, anche se prov-visorio, di una comune linea di presenza e di stra-tegia seguita precedentemente nell'ambito delle designazioni patriarcali dei vescovi di Trieste, Parenzo, Pedena e Cittanova, quasi sempre canonici provenienti da note famiglie dell'area friulana.31 La scelta di un »gori^iano« costituisce una novitä ed un'eccezione, resa possibile dal ruolo autorevole — spesso antagonista — svolto da Enrico nei confronti del dominio patriarcale. Nello stesso tempo, cogliamo qui un aspetto fondamentale — probabilmente il piü funzionale — del servizio ecclesiastico che Canciano svolgerä nel contesto patriarcale. Quello espresso nel termine curiale wicarius in ponlificalibus«, cioe sostituendo il titolare della diocesi patriarcale nelle celebrazioni sacramentali e liturgiche riservate al vescovo: come il conferimento degli ordini sacri, la consacrazione di edifici di culto, l'amministrazione della cresima. II servizio episcopale svolto cosi attraverso i vescovi coadiutori o vicari risponde anche alia vastitä della diocesi patriarcale (dall'Adriatico e dal Tagliamento alia Sava e alia Drava), sia nei suddetti fratris G[eroldi] episcopi Emonensis de persona discreti viri presMteri Cantiani de Goricia Plebani in Merino cui litterarum scientia, morum bonestas, et alia virtutum merita suffragantur duxerimus, prout ad nos pleno iure pertinet providendum, ipsurn prestiterum Cantianum eligendo et preficiendo in dicte Ecclesie Episcopum et Pastorem et ejus consecrationi aliis nostris et Ecclesie nostre prepediti negotiis intendere non possimus, fraternitate vestre committimus per presentes quatenus convocatis episcopis ad hoc necessariis, prefato electa Emonensi munus consecrationis eurn omni solemnitate debita juxta formam Ecclesie consuetam auctoritate nostra impendere valeatis, recipientes nomine nostra Sacramentum ab eo, quod per nostras sufjraganeos in eorum consacrationibus prestari consuevit et debet. 29 Paschini: Storia delFriuli, p. 438. 30 Gianni: cit.,p. 150. 31 Nel secolo XIII, troviamo vescovi di Cittanova i canonici aquileiesi ].eonardo, Gerardo, Bonaccorso, Simone ed Hn- rico. Scalon: cit., p. 43, n. 21. riti liturgici che in decreti ed atti relativi alia complessa amministrazione propria dell'autoritä patriarcale che aveva le sue sedi a Cividale e Udine. Dai pochi documenti reperiti in cui riscon-triamo la presenza episcopale di Canciano possi-amo cogliere due condizioni, che dobbiamo con-siderare usuali nei suoi quasi vend anni di episcopate. La prima, comune nella prassi di vita ec-clesiastica del tempo, appare la sua mancata re-sidenza episcopale nella sede di Cittanova, abban-donata e priva di strutture adeguate, a cui si ag-giungevano le difficoltä che presentava il territorio della piccola diocesi diviso sotto sovranitä spesso antagoniste; in secondo luogo, di conseguenza, la residenza abituale di Canciano risulta Cividale, sede della curia patriarcale con le sue funzioni ecclesi-asdche e civili nel contempo. In questo, Canciano prosegue in una tradizione che ritroviamo giä nel secolo precedente: infatti, nel 1228 esiste a Cividale una »domus episcopi Emo-niensis«,32 a conferma di una sede stabile di quel vescovo per lo svolgimento degli uffici legati all'esercizio del potere patriarcale. I suoi interventi La sequenza degli interventi nella document-azione reperita, si apre con la sua presenza il 20 dicembre 1316, nel capitolo di Cividale, in cui il decano Bernardo notifica di essersi appellato al futuro patriarca di Aquileia (la sede era vacante per la morte di Omobono), contro la divisione dei beni del capitolo.33 II 7 novembre 1320 e presente a Cividale ad un arbitrato tra quel capitolo e Fillip-puccio di Cividale, relativo alia villa di Prema-riacco.34 Ancora a Cividale, durante il suo episcopate, lo troviamo »in hospicio domini episcopi E^moni-ensis«: dove il 3 febbraio 1328 vende a Zuana, fa-miliare del canonico Lodovico di Aquileia, una casa con l'orto nella zona di Gagliano, alia periferia della cittä ducale.35 A Udine, come »vicarius in pontifi-calibus«, ammette agli ordini minori Bertolotto, figlio di Stefano di Artegna, il 23 luglio 132336; a Cividale il 24 settembre 1323 e chiamato in causa da un delicato problema relativo al decano del locale capitolo, Guido, accusato di non aver ancora ricevuto gli ordini sacri data l'assenza di Canciano;37 il 7 marzo 1328 presenzia ad Aquileia ad un atto 32 JSiecrologium, cit., p. 309. 33 Gianni: cit., p. 175-176. 34 Cjiaani: cit., p. 374—375. 35 1 .eicht: Iprimordi dell'ospedale di Cividale, p. 74. 36 Catneli: cit.,p. 341. 37 Bianchi: cit., 1, p. 583-584 e Gianni: cit., p. 411-412. del patriarca Pagano;38 il 2 giugno 1330 a Udine, sempre alio stesso titolo, conferisce la prima ton-sura a Bellisio, figlio di Pietro da S. Daniele del Friuli e a Francesco, della stessa localitä, figlio di un »magistem, Tomaso, proveniente da Venezia.39 Valenza particolare presentano i suoi interventi che riguardano le pievi di Grisignana e di Buie della sua diocesi di Cittanova,*' considerate appetibili per i loro benefici: cosi, il 12 gennaio 1319, all'abbazia di Rosazzo, conferisce la pieve di Grisignana, in-titolata a s. Giorgio, al chierico Rotileggio, figlio di Havillino di Mossa:41 anche in questo caso la nomina e propriziata dalle istanze »Albertifamiliarissimi Henrici Goriciae et Tiro Iis comitis«; il 13 gennaio 1319, Alberto di Gorizia, canonico della prepositura di S. Feiice ad Aquileia, richiede la permuta del suo canonicato con la pieve di Grisignana e, nell'atto, compare anche »Cantiano Dei gratia Episcopo Emoni-ensi"«.42 Un canonicato della pieve di s. Servolo di Buie, viene conferito da Canciano al notaio patriarcale Meglioranza da Thiene (1320?).43 Conosciamo anche il nome del suo »cappellano et nuncio presbitero Golfardo de Hä«.44 Nei suoi ultimi anni potrebbe essersi ritirato ad Aquileia, del cui capitolo era canonico. Nel 1330, alia vigilia della festivitä dei santi Can-ciani, dona un calice d'argento lavorato all'altare di detti santi, esistente nella basilica patriarcale tra il coro e l'altare di s. Ilario: con l'obbligo di usarlo nella celebrazione su detto altare o altrove nella medesima basilica.45 Dal »Necrologium« di Aquileia, abbiamo notizia della sua morte, (awenuta forse a Cividale) il 2 aprile 1331;46 con il testamente si impegna a dare al capitolo ogni anno, nel giorno anniversario della morte »tre staia e mesgp difrumento, mesgp staio difave, otto pesenali di biada (»annonae«), due congi e mesgp di vino, trenta denari e due galline con le loro uova« ed indica la provenienza di detti beni, cioe il »maso acquistato a Santa Maria la Longa dal signore Cono di Strassoldo e condotto da Domenka Frunmni e Alessim. 58 Bianchi: cit., 11, p. 166-168. 39 Catneli: cit., p. 269. 40 Queste pievi vengono spesso assegnate dal patriarca secondo i propri interessi. Vedi Atti, at.,passim. 41 Joppi: AT 13 (1887), p. 98-99. 42 Gianni: cit., p. 309. 43 Catneli: cit., p. 18, n. 4, dove vengono riportate due versioni del tnedesitno atto. 44 Catneli: cit., p. 315-341. La localita denotninata »Hirn e ipotizzata tra Ika (presso Abbazia in Istria) ed l?gg (in Carinzia). Piü probabile la seconda ipotesi. 45 Scalon: cit., p. 228; Vale, Storia della Basilica dopo il secolo IX, p. 60—61 e id.: Tesoro della chiesa di Aquileia, p. 318, n. 1. 46 Scalon: cit., p. 182. Che l'anniversario della sua morte sia ricordato anche nel Necrologio dei domenicani di Cividale conferma 1'abituale residenza deli1 »episcopus Cancianus« in quella cittä che era stata fino ad allora il centro ecclesiastico e civile del patriarcato.47 Literatura Archeografo triestino 12 (1886). Atti della cancelleria dei patriarchi di Aquileia (1265— 1420) (ur. I. Zenarola Pastore). Udine 1983. Baraga, F.: Župnija Miren skozi stoletja. Miren 2009. Baum, W.: I conti di Gorilla, Una dinastia nella politica europea medievale. Gorizia 2000. Bianchi, F.: Documentiper la storia delFriuli 1317— 1325. Udine 1844. Cameli, M.: Registri e imbrevialure di Miglioranza da Thiene (1304-1334). Roma 2009. 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Imenovanje Kancijana, naprej vikarja v Gorici, nato župnika v Mirnu, leta 1313 je novost v deželnih škofovskih imenovanjih, ki so skoraj vsa izhajala iz furlanskega območja: za imenovanje Kancijana je namreč prosil grof Henrik II. Goriški. Po krajšem orisu še malo znane takratne goriške cerkve je predstavljena škofija Novigrad (Emoni-ensis), ki se je raztezala med Dragonjo in Mirno v Istri; gre za majhno in revno, večkrat nezasedeno škofijo z jezikovno mešanim prebivalstvom, na ozemlju z med sabo sovražnimi gospostvi. Pregledane so karakteristike Kancijanovega ško-fovanja, ki ga označuje skoraj popolna odsotnost bivanja na škofijskem sedežu; to pa gre večinoma pripisati že ustaljeni praksi, po kateri je bil škof No-vigrada patriarhov generalni vikar in pontificalibus in torej zaposlen pri slovesnostih in bogoslužju, ki jih je moral opravljati škof na področju od Tilmen-ta do Save in od Jadrana do Drave segaj očega patriarhata. Da bi lahko opravljal nadomestno vlogo patriarha, je Kancijan v glavnem prebival v Čedadu, ki je bil takrat še vedno cerkveno in svetno središče oglejskega patriarhata. Z vrsto dokumentov je mogoče slediti itinerariju in pastoralnim zadolžitvam, ki jih je Kancijan opravljal skoraj dvajset let v službi patriarhov Omobona in Pagana Turn. O njegovem delovanju v Novigradu pa so podatki zelo skopi. V zadnjih letih svojega škofo-vanja je Kancijan še vedno deloval med Oglejem in Čedadom, kjer je umrl verjetno 2. aprila 1331. Scalon: I Mm degli anniversari di Cividale, p. 561.