III. ANNO. Sabato 15 Luglio 1848. M 39. Elementi statistici per Trieste. Dovendo parecchie volte prendere nei nostri ra-gionamenti argomento da alcuni elementi statistici per la popolazione, ne diamo alcuni che vengono in rettifica-zione di quelle caleolazioni che altra volta ebbimo a fare, e che vanno riferiti ali' anno decorso. Vi sono nella citta di Trieste 55000 nati in Trieste, e sudditi austriaci, ai quali conviene aggiungere altri 5000, di professione non agricola che abitano il Rione di s. Giacomo, e le contrade esterne delle Chiarbole, s. Maria Maddalena, Rozzol, Chiadino, Roiano, Scorcola; in tutto 60000. Di nativi d' altre provincie della Monarchia che hanno o domicilio stabile, o temporaneo nella citfa ve ne sono 12200; tre quarti hanno domicilio temporaneo. Di esteri se ne contano 5200, dei quali 1500 di do- ! micilio stabile, il resto di domicilio temporaneo. Non sono compresi nei calcoli suddetti, i viaggia-tori, i marinai, i militari. La campagna e abitata da 17000. '.. _ Trieste piazza di guerra. I Consoli residenti in Trieste delle potenze stra-niere, e nominatamente tutti quelli della Confederazione Germaniea protestano contro le conseguenze di fatti ostili della flotta sulla citta. L'Agente Consolare della Repubblica francese fece causa separata dagl! altri Consoli, ammet-tendo 1' attacco, e protestando soltanto contro il difetto di avviso preventivo, per poter porre in salvo le pro-prieta francesi, al che domandava 48 ore. L'Agente ri-conosceva che il Governo Sardo aveva diretto di altac-care Trieste perche era questa stata trasformata dall'Au-stria in piazza di guerra. L'Agente Consolare della Repubblica francese diede troppo facile ascolto a vaghe parole di qualcuno allorquando asseriva cio e non 1'avrebbe forse fatto" se della verita delle cose avesse preso co-noscenza. Nel 1382 nell' anno di dedizione di Trieste ali'Austria era gia;conosciuta la polvere da cannone; Trieste aveva un castello nel sito ove e 1' attuale, che venne riparato per ordine di Federico III; la rotonda deli' attuale era stata gia prima del 1382 fabbricata dai Vene-ziani, nel 1380 in questa stessa rotonda vi stettero i Genovesi allorquando conquistarono Trieste per darla al Patriarca di Aquileja, Trieste aveva allora mura e torri, ed era si fattamente cinta di opere militari che era piazza militare, alla cui presa non bastarono armate venete con-siderabili. L' odierno castello venne compiuto poco dopo il 1500. Assai prima del Portofranco v' era il forte s. Vito, rifatto dopo il 1830; il forte di Musiella ora alla bocca del Lazzaretto, la batteria detta della citta assai guar-nita di cannoni. La batteria sul molo grande di s. Teresa fu alzata or sono cento anni; quella delta di Lengo, e qualche altra minore a' tempi di Giuseppe II. II Governo Austriaco invece di convertire Trieste in piazza di guerra, tolse a questa tutte le mura, fa-cendola anzi citta si aperta da non avere nemmeno cinta per dazi. Tulte le attuali batterie, sono quelle medesime che si irovavano armate, qtfando nell' anno del Signore 1813 il colonnello Rabie, Cavaliere della legion d'onore ecc., comandava per Napoleone la piazza di Trieste difenden-dosi contro gli Inglesi e gli Austriaci che lo assediava-no; ed esso Rabie consegno poi il castello con tutte le fortificazioni ai Comandanti per 1' Imperatore d' Austria, senza imporre nella capitolazione 1' obbligo di distrug-gere le opere di difesa. Quelle del mandracchio, quel!e del molo s. Carlo vennero dopo il 1813 tolte, rimessa soltanto quella del mandracchio in piccola dimensione. Antiche relazioni fra Graz e Trieste. II ducato della Stiria nell' udire i časi di Trieste (talmente esagerati da posta in posta che a poche ore da Trieste si credeva la citta bombardata, ad un giorno di distanza totalmente ruinata, a due giorni ridotta in un mucchio di ceneri) offre di venire in soc-corso deli' angustiata citta con gente ed armi. Nella risposta fatta a quel ducato si fe' menzione come fra la Stiria e Trieste esistano reminiscenze storiche, e si cito in prova la segnatura deli' atto di dedizione del 1382 avvenuta nel palazzo ducale di Graz. Si avrebbe potuto aggiungere qualcosa ricordarido che morto Ferdinando I, gli Stati di Časa d'Austria andarono divisi, che alfArci-duca Carlo toccarono la Stiria, la Carintia, la Carniola, Gorizia, P Istria, i confini militari croati, e questa citta di Trieste, componendosi cosi <\na\Y Austria interiore che esiste tuttora come provincia giudiziaria e come provincia militare; che dali'anno 1564 fino ai tempi di Giuseppe II i Consegli Arcani ed Aulici (cosi li dicevano) di Graz erano anche per Trieste, che in Graz risiedeva il Luogo-tenente Statthalter al quale era soggetta Trieste, e che per due secoli e qualche anno Graz fu la capitale, e Trieste il porto dell'Austria interiore, come lo si intitola anche nelle patenti del Portofranco di Trieste. Non fa quindi meraviglia se Graz, memore di tali intime relazioni e di essere stato luogo ove ancor a memoria di viventi si educavano il clero, ed i laici di Trieste, conservasse benevolenza verso di noi. Servigio militare di Trieste. In questi momenti di grandissimi desideri, da pa-recchi istriani fu mossa querela contro Trieste, perche la si dice immune da coscrizione, e si mosse querela non gia per diminuire il contingente di militi che tocca a quella provincia, dacche si coscrive il tanto per cento sulla popolazione, ma perche Trieste non goda di questo privilegio, che da qualcuno udimtrfo dire essere fondato negli Statuti, in quegli Statuti che ben altro di esentare i Triestini dalla leva, impongono loro 1' obbligo delle armi in tempo di guerra. Or ecco in che consiste que-sto invidiato privilegio. Ouelli nativi del Regno Lombardo-Veneto vengono recrutati, essi ed anche i loro figli sebbene nati e bat-tezzati e vissuti a Trieste, per cui annua leva, ed assai molestie. Ouelli di altre provincie che si trasferiscono in Trieste, non godono esenzione dalla leva, ma per essere accettati Triestini devono produrre certificato di avere adempiuto il debito militare, o di esserne stati soddis-fatti. Perche non si čreda gia che si diventi Triestino senza essere espressamente accettato per tale dal Magistrato, ne si accetta se oltre deli' esenzione dal servigio militare non si provano i mezzi di sussistenza; cio almeno e degli austriaci, e noi sappiamo di certa scienza anche di esteri che vennero richiesti e dati pel servigio militare della loro patria. Carlo VI fece di Trieste un refugium peccatorum, ma gia Maria Teresa fe' distinzione fra incoli e vagabondi. E non vi e pericolo che i Comuni vicini dimentichino che in Trieste v' e quel loro tale che pud liberare uno dei praprt domiciliati, e cono-sciamo parecchie famiglie che rimasero senza servi nell' at-tuale coscrizione, e noi siamo testimoni in časa propria. II Comune di Trieste tiene a sue spese armato un battaglione di 800 uomini che deve prestare servigio militare, esce anche in caso di guerra come anche usci in ogni incontro. Alcuni credettero che fosse un giuoca-tolo ed a quel battaglione si die anche (e tacciamo da qual classe) un nome che se non e brutto non e nem-meno bello; ma non e colpa di Trieste, se quelli di altre provincie non curano sapere i fatti nostri. In questi časi di guerra, quei militi animosissimi sostengono fati— che assai gravi, si batterono, e la Cassa del Comune ha non lievi dispendi (gli Ufficiali si tengono col proprio) ed il servigio del soldato non e mica volontario ne di breve durata; si reclutano e servono come P infanteria. Tutto il Litorale da un reggimento, con le altre armi non arriva a 4000 uomini, P uno per mille; Trieste da un battaglione di 800 uomini sopra una popolazione di 90000 nella quale vi sono 5000 esenti per sudditanza estera, 12,000 recrutati per altre provincie. La citta e la campagna danno annualmente parecchi che vengono consegnati al militare, il numero e variato; da molti volontari, il cui numero varia dalli 40 alli 80 per anno. Trieste da ragazzi alla marina dalle pubbliche čase di ricovero; e manda in Istria i frutti di venere vaga, i quali non reclainano ne partecipano 1' esenzione dal servigio militare che loro competerebbe. Trieste conta molti suoi figli fra gli Ufficiali deli'ar-mata; piu assai che non sembra concedersi dali' indole sua mercantile che e preponderante, proporzionatamente assai piu che non P Istria. Trieste vide aprirsi le soscrizioni per la Guardia cittadina, e la si volle ali' invece Nazionale; e questa non titubo di agire insieme colla linea nel momento di pericolo. La Iegislatura disporra su questo argomento, ma seppure le condizioni di emporio non dovessero meritare riguardo; non ci perderemo perche ridotta a 73000 la popolazione coscrivibile non daremo piu di quello che in-adesso diamo i quali non andranno in beneficio di alcuna altra provincia, saremo liberi dali' obbligo di un battaglione armato e pagato dal Comune, e cogli esposti, psi quali dovra valere la condizione di patria, ci guada-gneremo in gente ed in danaro. Pcnsieri su Trieste dettati nel 1785 da Antonio de Giuliani triestino. (Continuazione — Vedi i num. anteced.) Trieste senza la desiderabile comunicazione di un fiume, Trieste che non ha in se niente di ameno a ri-serva di un clima temperato, porta tuttavia di giorno in giorno piu lontano i suoi confini ad onta di tante diffi-colta, che si credono insormontabili. E qualche altra generazione vedra Trieste una citta mercantile asšai con-siderabile, nel tempo che in oggi non si mira se non con occhio di compassione, o almeno d' indifferenza i suoi ingrandimenti. II commercio e a guisa di un ru-scello, che si lascia deviare, e quando una volta si seppe obbligarlo ad un fissato cammino, degl' ostacoli posson« bensi rendere piu, o meno facile il suo corso, ma non cosi presto farli cambiar direzione. Le cose hanno diverse direzioni, e se si ha riflesso a cio che favorisce Ia concorrenza, si vedra che questa dipende da un ac-cordo di molte facilita, e non da una sola. Se il car-riaggio ha i suoi incomodi, egli non manca per questo di occupare un gran numero di gente: egli alimenta le arti ehe tengono ai correlativi bisogni, oltreche gli ani-mali inservienti al trasporto donano un prezzo ai forag-gi, ed incoraggiscono 1' agricoltura. Se il trasporto e co-stoso, resta sempre un compenso nell' abbondanza delle materie prime, nell' abilita degli artisti, nella fertilita delle provincie, nel basso prezzo della specie numerica, nella bonta delle strade di comunicazione, nella copia, e qualita degli animali, nel genio laborioso della nazione, nella sicurezza interna, non meno che esterna, cose tutte che ci distinguono, che sono suscettibili di maggior per-fezione, e che devono metterci a livello nella concor-renza cogli stranieri. Se il commercio si fa dove pe-nose caravane devono passare immensi deserti, perche non potra farsi a traverso di paesi i piu fortunati, dove la natura fu prodiga de'suoi doni? Vani adunque sono i presligi di una troppo timida diffidenza. Gia i savi regolamenti fatti sopra la promozione delle arti, e delle manifatture promettono i migliori effetti. I nostri van-taggi diverranno piu reali a misura che le materie innanzi la loro esportazione acquisteranno varie forme, e verranno prima travagliate dali' industria nazionale. II commercio col Levante servi sempre di nutrimento alle arti, ed alle manifatture di Venezia, e le altre nazioni non mancarono di approffittarsene. Ouesto commercio si decide in oggi sensibilmente a nostro favore. La nostra situazione stessa in rapporto al Levante e piuttosto fa-vorevole. Ella potrebbe divenirlo d' awantaggio. Nello stato attuale di cose v' e molta apparenza, che il commercio deli' .Indie Orientali per il Capo di Buona Speranza debba a poco a poco mancare. Una troppo grande concorrenza distrugge i monopoli, i profitti devono mancare, le spese rimangono sempre enormi, e sempre le stesse in una si lunga navigazione, che non ammette economia di sorte alcuna. Dali' altra parte le manifatture deli' Indie trovano in oggi assai limitato il consumo nell' Europa. Da per tutto si son fatte delle leggi proibi-tive. II disinganno succedette alle prime prevenzioni. Le compagnie non sono piu cosi felici, come lo erano altre volte, ed a riserva delle societa, che vi hanno dei stabilimenti esclusivi, non vi resta piu, se non a rischiar delle perdite. Si rifletta ancora che il maomettismo come tutte le altre religioni dopo le sue epoche di superstizione avra le sue epoche di rilassamento. Gia s' incomincia a conoscere il ridicolo di una legge, che fu un dovere deli' inazione. Gia gli spiriti trovano del piacere nel violarla. Gia la barbarie non e piu quella. E l'Egitto, e la Grecia da dove partirono le arti, e le scienze potrebbero sentire un' altra volta I' in-fluenza dello stesso cielo. Allora tutto potrebbe cangiar d' aspetto. Ecco il Mediterraneo divenir nuovamente il teatro di un gran commercio. L'Adriatico piu frequen-tato. E Trieste acquistar nuove relazioni. II tempo de-cidera se questi non sono che puri sogni. Per ora l'il-luminata attivita di un Monarca puo concorrere in parte a realizzarli. In tanto la costituzione di una monarchia e preferibile alle altre, in quanto che il Monarca puo fare tutto il bene, di cui egli e persuaso senza la mi-nima contraddizione. Materia, e moto determina P esistenza degl' esseri in natura. Leggi consimili di azione, e reazione sono pure 1' anima dei corpi facievoli. E siccome il tempo entra nei calcoli delle forze fisiche, cosi il tempo deve anche venir preso in considerazione in riguardo alle forze che agiscono sui corpi politici. (Economia di tempo.') — L' economia del tempo deve tendere a raddoppiare P efTetto. Una grande attivita distingue la professione del negoziante. Egli non pro-move i suoi interessi, se non colPesser sempre assiduo, e sempre instancabile. In un paese di commercio non solo non vi regna P ozio, ma 1' occupazione incomincia, e finisce col giorno. Avviene spesso che il prodotto di quest' attivita non e qual egli dovrebbe essere. Un vi-zio interno di pubblica amministrazione n' e talvolta la causa principale. In oggi i necessari stabilimenti delle dogane sono d' un grande impaccio al commercio. Una gran perdita di tempo e inseparabile da una complicata amministrazione. Le merci prima di arrivare al loro de-stino sono soggette a delle perquisizioni, che interrom-pono la loro circolazione. Le dogane si vegono spesso irigombrate di carri, che da un giorno ali' altro attendono invano la loro spedizione. Da cio ne nasce non solo una sospensione di travaglio che ritarda le operazioni del commercio, ma ancora una considerabile alterazione nei noli. II noleggiatore deve necessariamente calcolare nel nolo la perdita del tempo, in cui gli animali, ed i fami-gli li restano oziosi, e li sono di peso senz' esserli di utile. II nolo entra sempre nel prezzo della merce. Del prezzo della merce dipende la concorrenza. E dalla concorrenza i progressi del commercio. Nella nostra situazione, dove si conviene che il difetto di canali, e di un fiume navigabile renda difficoltoso il trasporto, si dovreb-bero promuovere tutte le altre possibili facilitž. Se vi sono dei compensi, non bisogna trascurarli. Quando si tratta di favovire il commercio, uno spirito di economia troppo assottigliato e sempre mal inteso. Le strade di comunicazione non dovrebbero ammettere alcun rispar-mio (n). Una via abbreviata, una šalita di un monte, o scansata, o resa meno sensibile, porterebbe seco un' economia di tempo, che col render la merce suscettibile di un prezzo pii discreto, renderebbe altresi piu sicuro, e piu lucroso il suo smaltimento. Una cosa delle piu com-binabili, e che tenderebbe niente meno che ad appros-simare la capitale alla citta di Trieste, sarebbe quella di far correre la posta in tre giorni. Cio non puo ammettere alcuna difficolta (o). Sessanta leghe si corrono co-modamente in tre giorni. Quest' e un viaggio che si fa spesso da chiunque ama di non perder tempo. In oggi ci vogliono dieci giorni per attendere una risposta, in allora sei sarebbero sufficienti. Le conseguenze di que-sta economia di tempo non appariscono a prima vista, ma certamente esse sarebbero al di 1& d' ogni aspetta- (») Dacche le strade commerciali furono date in arrenda, i Iamenti sono universali. Specialmente nelle vicinanze della capitale le strade sono spesso impraticabili. Le conseguenze potrebbero non corrispondere aH' oggetto di economia. Le strade vogliono essere successivamente mantenute, altriiitenti dopo Un corso di anni ci vogliono dei milioni per rimetterle. (o) E bensi vero che la posta ordinaria, che parte due volte la settimana non pui> fare il suo corso che in cinque giorni, a motivo che di tratto in tratto ella deve attendere le lettere, che vengono dalle poste laterali. Ma non v' e alcuna ragione per cui la posta giornaliera, che- da S. M. 1' Imperatore fu ordinata e favore di Trieste, non possa fare il suo corso in tre giorni. zione. Si sorpassi sopra tulti gli altri moltiplici vantaggi d' una piu celere corrispondenza, tanto negli affari, che risguardano il negoziante, quanto a quelli del ministero, e si consideri solo Vienna come una piazza di cambio. Si sa, che per maggior comodo del commercio, il cambio si e sostituito al trasporto, ed alla circolazione dei metalli, che altro non sono che una rappresentazione della merce. Si sa, che dali' attivita del cainbio dipende 1'attivita del commercio. Ordinariamente una lettera di cambio non ha tutto il suo valore, se non dopo 1' ac-cettazione, e questo particolarmente in Trieste dove il credito non e ancora fissato. Ora ognuno vede che dalla facilita di poter tranquillizzarsi in sei giorni il cambio verrebbe a ricevere niente meno che quasi una raddop-piata attivita. Cio non basta. Si consideri ancora, che i ritorni delle cambiali non accettate sarebbero piu pron-ti; dunque le speculazioni sopra gl' inganni, e sopra i fallimenti piu difficili, e piu rare; dunque la buona fede piu assicurata, e il credito in maggior considerazione. Ed ecco in qual maniera con un' operazione delle piu semplici si verrebbe a provedere, ed alla maggior attivita del commercio, ed alla maggior consistenza del credito. (Credito, e sua importanza.') — Si e rimarcato, che il credito generale, quand' egli esiste, supplisce al di-felto dei segni, egli dovrcbbe in conseguenza venir con-siderato come 1' anima del commercio, e come tale inte-ressare le attenzioni politiche di un governo. La pubblica confidenza ha una stretta relazione colla semplicita delle leggi, e delle procedure giudiziali. In altri tempi si volevano premiati i prefetti del commercio, che aves-sero saputo dare la piu pronta spedizione ai processi. Gli oggetti del negoziante non possono essere suscetti-bili di certe formalila. Una decisione sospesa porta seco la sospensione de' suoi affari. Ouindi e, che tra le dif-ferenti piazze mercantili la confidenza e maggiore, o minore secondo 1' opinione che si ha delle differenti am-ministrazioni giustiziali. Dunque in un paese di commercio si puo aggiungere alla massa del credito col to-gliere alle forme della giuslizia. Si permetta quivi una odiosa riflessione, ed e che in un tempo, in cui si travaglio a simplificare le manipolazioni dei tribunali, ed a correg-gere tutte le inutili materialita, queste materialita si tro-vano in oggi vieppiu moltiplicate con maggior perdita di tempo, con maggiori dispendi, e con maggior confu-sione. II Sovrano ha sempre tutti i migliori fini. Egli mette in azione gli spiriti, ma egli non puo gia comu-nicare il suo genio, e 1' ordine delle sue idee. I piu avveduli ministri si trovano nello stesso caso. Essi agi-scono, ma il movimento non si comunica, se non in ra-gione delle idee, che qualificano lo spirito di una nazione. La riforma di questo spirito non e 1' opera di un momento, essa viene col tempo, ed a misura che lo svi-luppo diverra piu generale, cesseranno le inezie di una imaginazione, che in oggi non ha altro nutrimento, se non i piccoli oggetti del dettaglio. Sarebbe solo desiderabile, che un Monarca capace dei piu vasti disegni fosse altrettanto felice nel vederli accompiti, onde egli 1 potesse gustare la piu lusinghiera di tutte le soddisfa- zioni, quella di vedere gli effetti delle sue cure, e dei suoi sacrificati riposi. Trieste potrebbe essere al caso di procurarli que-sta dolce soddisfazione: Trieste si puo dire, che sia ancora nel suo nascere. E se la citta si va formando d i giorno in giorno, qual e quel politico, che sia al caso di fissare con i suoi calcoli il momento in cui Trieste abbia da cessar di crescere? Troppo vari sono i rap-porti, che conoorrono a formare una piazza di commercio : ed i rapporti che favoriscono una citta marittima sono presso di noi ancor troppo ignorati. In Trieste adunque vi sarebbe molto da creare (p); ed in Trieste si potrebbero gettare i fondamenti di una citta capace a rinchiudere nel suo senno commercio, industria, navigazione. Ma questo suppone delle grandi viste; suppone 1' applicazione di grandi principi; suppone il braccio ri-soluto del Sovrano, che tutto impieghi il suo spirito crea-tore. Senza questi aiuti le cose anderanno col loro corso necessario, e tutto sara ritardato. Le piu ardite intra-prese non dovrebbero trovare opposizione alcuna al solo riflettere, che Trieste influisce sopra il rimanente della nazione. Indipendentemente dalle ricchezze, che con-duce seco il commercio, egli deve considerarsi come una sorgente salutifera, che apporta degli altri beni ancor piii preziosi alla societa. II commercio cagiono in ogni tempo una felice diversione alle passioni degli uomini; gli antichi pregiudici, e le antiche costumanze si perdono da per se senza la minima violenza. Allora il legislatore trova pieghevoli gli spiriti, e facili ad essere maneggiati a suo piacimento. II commercio fece succedere tempi piu felici agli orrori del fanatismo: il suo effetto e quello di avvicinar gli uomini, e d' incivilir le nazioni. E se quest' ente cosi benefico nasce, e riceve nutrimento solo dai paesi di mare, ne segue, che tutte le attenzioni dovrebbero decidersi a favore di una citta, che per la sua natura, per la sua situazione, per il suo porto, e per le circostanze de' tempi potrebbe sempre piu essere 1' anima dello Stato, e divenire quello che non si ebbe mai il coraggio di prevedere. (Conclusione.) — Forse i presenti riflessi non hanno altro merito, che d' esser stati dettati dallo zelo il piu de-ciso di chi vive appassionato per la gloria del suo Sovrano. Peraltro questi non sono i deliri di un astratto entusiata, che si perde nei piaceri deli' imaginazione, ma piuttosto calcoli dedotti dali' odierno prospetto di cose, e dal confronto deli' istoria, la quale presenta un quadro di continue rivoluzioni non impenetrabili ali' occhio di. chi cerca a leggere nel seguito delle combinazioni, che necessariamente devono succedersi. Necessariamente, se' tutto e legato nel sistema deli' universo, e se nel mondo fisico, e morale tutto si move con leggi fisse e costanti, ond' e che per quanto composta sia una macchina fatta 1' analisi delle sue parti, e facile a determinare la natura del suo movimento. 00 Questo donerebbe materia al piano, che dovrebbesi proporre. Le presenti riflessioni si restringono solamente a dimostrare, che la cittd di Trieste non fa che nascere, che ella deve as-solutamente ingrandiisi, e che i suoi progressi potrebbero venir accelerati.