ANNO VI. Capodistria, 16 decembre 1872. N. 24. LÀ PROVINCIA CIOMHE DEGLI ISTERESI CIVILI,. ECMOIIICI,. ! .1 ?! IV ì M ii l, I II DELL' ISTRIA, ED ORGANO UFFICIALE PER GLI ATTI DELLA SOCIETÀ' AGRARIA ISTRIANA. Esce il 1 ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIVZtOXK pél* un anno f.iii o; semestre e quadrimestre ih proporzione. — Gli abbonamenti si ricevano presso la Redazione. Invitiamo tutti «juelli fra i nostri signori abbonati, che noai a-vessero ancora pagato il prezzo d'abbonamento, a farlo prontamente a mano degli incaricati alla riscossione, oppure «lei redattore del giornale, onde «piesti non sia obbligato di sospendere loro la spedizione. ATTI UFFICIALI DELLA SOCIETÀ AGRARIA. E I. e is e o;> delle offerte per l'acquilo dei manoscritti fraudici*, conforme al programma pubblicato nel ir. ^ a. c. della Provincia. Riporto v. n.' 22, f. 1:325:15 Municipio Ji Cittanova . . . . . „ 25 :_ Somma, f. 1350:15 Corrispondenza. Pubblichiamo la sfinente corrispondenza, di-cl*m,. bo. Per lo che avviene non di rado, che buoi che passarono la peste, ma che portano seco nel pelo il germe di essa, ed altri apparentemente sani ma in realtà infetti, vengono lasciati liberamente passare, i ed appena dopo che si sono addentrati molte ifiiglia : nel paese e che già il contagio si sparse intuitele direzioni, si si accorge e le mandre vengono rattc-nute. Sintomotologia. Prima che l'animale attaccate dal contagio mostri sintomi certi del morbo, corre un certo spazio di tempo (Stadio di incubazione) che dura dai 5 ai 6 giorni; Durante questo stadio l'animale sembra perfettamente sano: ma in realtà già dopo 36 — 48 ore succede up aumento di temperatura-di 1 -2° C. Di rado là malàttia si mostra con sintomi furiosi: gli ammalati sono fiacchi; mesti, stanno lunge dalla mangiatoja-; spinti al pascolo si muovono lentamente: alcuni si mostrano inquieti: I'appettito vien meno, la setè aumenta, lo sterco scarseggia e diventa secco, il ventre si gonfia, e il volgersi, che fa l'animale verso- di esso, dinota dolori di quell'organo. Due o tre giorni drapo l' apparire dei primi sintomi aumentano' al massimo febbre e temperatura, crescono la stanchezza, fiacchezza ed insensibilità: gli ammalati stanno continuamente sdrajati, e còstrr^t»- ti ad- alzarsi, traballano. Il' respiro aumenta, esso è affannoso ed irregolare: premendo la colonna vertebrale nella regione dei fianchi,, l'animale si mostra sensibilissimo. L'appettito sparisce del tutto,- gli e-sorementi seniiliquidi e puzzolenti vengono emessi con isforzi, a scosse, senza volere dell'animale Esso cangia rapidamente d'aspetto, dimagrisce a vista d'occhio : il pelo perde il suo splendore, diventa arruffato, la pelle secca a guisa di pergamena. Alle volte specialmente presso le razze delle steppe si sviluppano degli esantemi,, il che per quegli animali è uno dei segni morbosi più caratteristici. L' occhio diventa smorto e si addentra, la congiuntiva impallidisce, aumenta la secrezione delle lagrime. che scorrono in gran quantità lungo le guan-cie, all'angolo degli occhi si raduna molto muco viscoso di color grigio oppur verde-giallo. . La mucosa del naso diventa pallida oppur rosso-striata coperta da Echymosi:, dalle nari esce molto muco giallo o sanguigno, clie si cangia in una materia puzzolente, marciosa, ed attaccatici». Sulla mucosa della bocca, sulla quale sul bel principio s' osservano punti o macchie rosse (Echymosi) si scorgono queste cangiate in Erosioni e si trovano specialmente alle gengive e sulle labbra. Dalla bocca esce gran quantità di saliva fissa ed attaccaticia. Negli ultimi, momenti di sua vita i sintomi morbosi dell'ammalato aumentano : egli gjace continuamente, stride coi denti ;. le secrezioni del naso, degli occh', della bocca diventano più grandi e più marciose : gli escrementi totalmente liquidi e di color a-nonnale vengono emmessi involontariamente dall' ano sempre aperto, e l'animale finisce vomitando dalla bocca gran quantità di siero sanguinoso. Certo che non tutti i sintomi sopradescritti si rinvengono riuniti sullo stesso appestato : alcuni emergono sopragli altri, e talfiata non se ne scorge che pochissimi, dipendendo ciò dai diversi periodi del male, nei quali gli animali infetti vengono sottoposti alla mazza. (Continua) Togliamo dall' Italia Agricola, la seguente lettera dall'egregio Prof. Mona, direttore della scuola agraria di Gorizia, scritta all'egregio G. Rosa. Le idèe svolte dèi prof. Mona sulla scuola di agricoltura corrispondono in tutto, a quelle cK ebbe la nostra Giunta provinciale, sul progettare la scuola agraria per l'Istria; e sono le idee di Ridolfi e di Cuppari, messe ih pratica dà questi illustri, a Meleto ed a Pisa con quei splendidi risultati clie sono oramai noti a tutti. Le- Colonie Agricole^ Gorizia il 4. novembre 1872i Carissimo Gabriele Mi avete fatto un rogalone, anziidue: l'uno col farvi vivo, l'altra col trattenermi di. colonie-agricole, delle quali sono tanto innamorato quanta di. voi. E un pochino che io mi occupo d'insegnamento agrario , e sempre più mi persuado, che colle scuole, come le abbiamo ora, non si caverà mai un ragno dal buco. In prova di questo non mi occorre altro che chiedere a tutti gli istituti tecnici del regno con sezione di agronomia, quanti alunni hanno veduto andar a posto-in qualità di agricoltori: vorrei domandare ancora^ quanti alunni hanno inscritti quest'anno in detta sezione! La magra statistica di questi è conseguenza immediata della magrissima di questi altri.. E la ragione? La ragione sta in ciò che noi siamo ancora impastati di arcaismo, e mirando ad un falso sublime caschiamo nel fosso. Abbiamo, un'idea troppo confusa di quanto ci occorra, e non sappiamo specializzare. Che direste voi di due- novelli sposi, i quali dopo d'aver questionato a lungo-se-sia meglio che il futuro nascente riesca maschio o femmina, finissero poi, prò bono pacis, a desiderarlo ermafrodito?. E cosi abbiamo fatto noi, i quali vedendo nell! agricoltura, la parte del manuale, e la parte dello scenziatoj abbiamo combinato di avere un poco dell'uno,, ed un poco dell'altro; una velatura di scenza, ed un po'd' impostura di pratica in un orticello; insufficenza di qua e insufficienza di là, ed eccola costrai scuola, ed ecco i nostri agricoltori : incapaci di assumere un'azienda agricola che si volesse mandare i sulle serte dello inglesi impiegandovi un grosso capitale di speculazione ;: incapaci, e disdegnosi di assumere llumile direziono dei soli laseri manuali di campagna; incapaci, ed insufficenti per doppia ragione a guidare un podere-nel quale cii fosse un poco dell'uno ed un poco dell' altro.. Lai colpa non ò certamente dei traditi alunni, nè - dei poveri professori, i quali hanno un programma in ; manose conviene che s'attengano a quello; ma aves-! sero anche facoltà di modificarlo poco si potrebbe fare di più, perchè-le limitate-ore-d'insegnamento nei due anni d'istituto tecnico sono assolutamente insufficienti per sviluppare convenientemente la multeplice materia che presenta l'agronomia; e di più perche i poveri a-lunni distratti da 12 o 14 altre materie secondarie non vi possono mettere attorno quella applicazione che si esigerebbe per riuscire meno superficiali nella principale. i Quando poi coL' sollevare gli alunni agricoltori di alcune materie per loro recisamente superflue, gli si a-; vesse concessso un maggior tempo per dedicarsi con fondamento all'agronomia, noi non avremmo ancora raggiunto lo scopo di avere dei buoni agenti di campagna, perchè-mancherebbe loro sempre quel criterio pratico . il quale non si.- può acquistare se non col continuo osservare il. sucoessivo svolgersi di tutte le operazioni di campagna in un'azienda,, non ,grande se si vuole, ma completa, in tutte le sue parti. È,làche l'alunno dà corpo e fìssa le idee acquisite-nella scuola; è là che le completa con opportune interrogazioni al proprio professore, il. quale si, fa; sollecito di attingere nei fatti che gli si svolgono davanti agli occhi il mezzo per completare, e corroborare l'insegnamento teoretico dato in i-i .oigtlnor» Ma quando giungessimo ad avere una scuola più | specializzata di agronomia, dotata di un conveniente podere per vedervi tradotto in fatto ciò che viene insegnato, credette voi che avremmo soddisfatto a tutti i bisogni della, nostra: agricoltura-? Io non lo credo, e mi compiaccio che-anche voi siate del mio parere. Rimane ancora- una> grande lacuna,, ed è ad essa che noi dobbiamo attribuire il progredir, lento ohe facciamo in queste utilissime discipline.. L'orologio è un meccanismo semplice;.ma quando noi arrivassimo a far comprendere la meeeanica generale e quella, particolare degli orologi a tutti, I nostri ! milioni d' abitanti non avremmo ancora un orologia -Avremmo lo scienziato, ma non l'artefice. Non ai-menti avviene dell'agricoltura, la quale colle istituirmi che si sono multiplicate pel passato è stata sov-enuta di agronomi, ma non mai di agricoltori, tra i uali passa quella differenza che nella milizia si scor-e tra l'ufficiale ed il soldato. Il primo medita, calco-i, e al momento opportuno ordina l'attacco, e l'altro (tacca pur davvero, e s'apre la broccia; sulla quale ♦assa poi non indegno di gloria, anche 1' ufficiale, ma on vi può passare se non preceduto dal soldato. Fino ad ora in agricoltura abbiamo precisamente jensato a fabbricarci degli ufficiali ; dei soldati mai ; ed per mancanza di questi Soldati che la breccia sull' Empirismo non s'è mai potuta aprire sebbene centina- (i e centinaia di bullettini agricoli sii sgolino ogni gior-» ad ordinarne l'attacco. Voi m'avete compreso. Io accenno alle Colonie a-rricole, le quali non solo sono utilissime per sé stesse, /na sono ancora necessarie per rendere efficace 1* istruzione che si impartisce nelle scuole superiori. 1 Dirò prima che cosa intenda per colonia-agricola, intendo un convitto di giovani contadini, intelligenti e dabbene, già pratici del loro mestiere come glielo ha insegnato babbo e nonno, i quali raecolti sopra un potere, ben organizzato, e completo in tutte le sue parli, vengono impiegati nei lavori manuali che occorrono giornalmente dopo di aver intesa dal loro direttore u-.3 lezione intorno alle operazioni cui stanno per met-|er mano. In questa lezione il Direttore riassume suc-antamente le pratiche del paese, loda il lodevole, ma sello stesso tempo dimostra come col mutar delle cir- Iostanze, debbono pure essere modificate le pratiche, li studi letterarii non vorrei altro che quel tanto di iggere e scrivere che occorro per buttar giù una let-tra, abbastanza oorretta, un ricevuto, un pagherò, ece., ecompagnato dalle quattro operazioni d'aritmetica, ed ^u poco di registrazione. Per libro di lettura vorrei un manuale di agricoltura scritto dal Direttore apposita- Ilente per quella data provincia, tenendovi lo stesso rdine con cui succedono i lavori in campagna. Questa rincipalissima lettura dovrebbe essere intercalata con iella di alcuni altri piccoli manualetti, tra cui un trattilo d'igiène, un altro delle buone creanze, un ter-ìo dei doveri e dei diritti del cittadino, iln quarto di [sempi tratti principalmente dalla storia patria intesi id infonder loro coraggio, amore pel progresso e per-luranza nel lavoro. In capo a due o meglio a tre anni noi ci saremmo preparato un branco di giovanotti abili potatori, perfetti cantinieri, esperti maneggiatori degli stranienti perfezionati, buoni bachicultori, giudiziosi allevatori, di bestiame, e via via, e sopratutto ricchi di buon vo-Jare, e poveri di preteso. ^ Che un'istruzione agraria con questo indirizzo pra- fico abbia a riuscire utile pel paese, non credo ci sia eccssità di provarlo. Mi proverò invece a persuadervi, he senza le colonie-agricole le scuole agrarie superio-:i rimarebbero paralizzate e senza effetto. Facciamo una camminata insieme, ed uscendo da quella porta che crederete meglio, diamo una girata in wovincia; e facendola un poco da commi* -royageur balliamo la nostra mercanzia offrendo agli agricoltori, n'ossi e piccoli, un alunno di agronomia dell'istituto ionico, ed un altro della colonia. Ritornati a casa apriamo la lista. Io mi lascio to- Ìir un orecchio se vi sono stati chiesti più di trenta si primi; ini lascio poi tosar l'altro se dei secondi non i è stato detto che se ne vorrebbe uuo ad ogni uscio, jpe è dunque vero che di cotesti alunni teorici c'è poni richiesta, sia che un fattore o bene o male già ce l'hanno o sia perchè il direttore vogliono farlo da sè, o sia perchè non si sentono al caso di spendere un pa-jo di mille lire in un giovinetto di alta scuòla, perchè non ci alleveremo quest'altro soldato dell'agricoltura di cui c'è tanto bisogno, e tanto desiderio? E qui sento replicare: Sta bene l'istruire il popolo, e non metto dubbio che con molti giovinotti delle colonie sparsi per le campagne si vedrebbe subito un certo progresso; limitato se vogliamo, ma altrettanto generalizzato, il clie non sarebbe piccol compenso ; tuttavia quello che a noi importa si è di spargere l'istruzione agraria fra i proprietari stessi, perchè è da questi che devo venire il vero progresso. A costoro risponderei: Voi avete ragioni da vendere, ed io nutro pure questo pio desiderio, senza grande speranza però di vederlo attuato. 0 che non ci sono le scuole agrarie pei proprietari ? Ma quanti le frequentano? Possiamo noi trascinaceli per forza? Sarà colpa in parte delle scuole stesse, le quali non sono nè così ben organizzate nè così complete da attirarveli; ma prescindendo da questo, noi non potremo mai impedire che nove decimi della nostra gioventù agiata non prenda la via dell'ingegnere, del medico, dell'architetto, del farmacista, del legale, ec., ec., sia poi che ne vogliano fare una professione, sia che si accontentino del titolo. E cotesti signorini sono precisamente i maggiori possidenti, i quali ritornati a casa sentiranno probabilmente il bisogno di migliorare le loro terre, e n'avranno anche la voglia. Leggeranno allora qualche buon libro; si abboneranno a qualche buon giornale, ma dopo esser stati laureati in un Pavia, Bologna, J orino o Napoli, certamente non ritorneranno più all'istituto tecnico per apprendervi 1' agronomia.~E se vi andassero, non avrebbero essi sempre bisogno d'un giovanotto della Colonia a cui affidare poi l'esecuzione delle progettate migliorie? Da tutto questo ne esce che le scuole di agricoltura, come le abbiamo adesso, sono insufficienti; e quando l'ossero poste sul piede in cui dovrebbero essere, non saranno mai accostate dalla grande maggioranza dei nostri possidenti; e finalmente gli alunni pratici delle colonie agricole convengono tanto a quelli che non hanno potuto assistere ad un corso speciale di agricoltura quaii* to a quelli che vi assistettero. Prima di chiudere vi voglio esporre un'altra mia idea, e mi lusingo che sarà da voi condivisa. È un fatto che fra Jo sterminato numero di studenti che abbiamo in Italia, solov microscopico sia quello degli studenti di agronomia. E un altro fatto che tra questi parecchi non sieno nemmeno proprietarii di tèrre. È un altro fatto ancora che il progresso agricolo non potrà aver luogo efficacemente se non per un consenso generale di tutti i possidenti. E come si potrà sperare di giungere a questo consenso se la massima parte dei nostri giovani proprietari rimane estranea agli s^udii agronomici? Ad eliminare questo grande ostacolo io nou vedo altro mezzo che introdurre lo studio dell'agronomia in tutti i licci ed in tutto le università, rendendolo obbligatorio a tutte le facoltà, non esclusa la teologica. Naturalmente che qui le lezioni dovrebbero avere uri tutt' altro indirizzo di quello che si dà nelle scuole speciali di agricoltura, e che non vi si discenderebbe ai particolari del come s'affila una falce o si sdiric-ciano le castagne, ma vi si tratterebbero le questioni fondamentali dell'economia rurale in relazione coli'e-conomia politica, come il sorgere ed il declinare delle nazioni parallelo al sorgere ed al declinare dell'agricoltura; la teoria del capitale applicato a quest'industria ; la statica della feracità diminuita dai raccolti, e ristabilita dai buoni lavori e dai conci; l'utile della meccanica applicata all'agricoltura; il vantaggio del bestiame perfezionalo e specializzato; ancho-la necessità del fecondare la, terra, col capitale intelligenza, ecc. ecc. In un paese eminentemente agricolo, come il nostro, lo studio dell'agronomia non deve formare soggetto di studio per quei soli che intendono di formarsene un& professione, ma per tutti quelli che vi hanno interesse; ed in questo rassomiglia all'igiene, lai qual» non -deve essere insegnata ai soli medici, ma a tutti quelli che hanno il. diritto, ed- il dovere di conservare una mente sana in un corpo sano. \v chiedo mille volte perdono se mi sono dilungato un poco troppo, e- termino raccomandandovi che vi prendiate a cuore l'istruzione delle colonie agricole, e «ho. mi' conserviate la vostra amicizia. Tutto vostro di cuore ■ Arselo Mosi:. ]\o(i/ie e documenti per la conoscenza delle cose istriane. I Intrude e spese della Illustrissima Signoria per conto delle Terre da. Mar. — Istria — II Nola delle rendite dell' affittanze ed abbocca menti della' Comunità di-Rovigno — dell' anno 1773. Ili Note di-piante che crescevano nel boschi dell' Istria durante la prima metà del secolo XVII, e di alcuni tagli fatti per conto pubblico, (Arsemi, Artiglierie, Magistrato alle acque ecc.) nei boschi tanto pubblica che privati della stessa provincia, dall'anno 1685 al 1785. Sono tre nuovi saggi di tabelle statistiche istriane, che il sig. T. Luciani regala, alla Provincia. —Egli oi avverte che le Note relative ai boschi le trasse di volo dagli Archivi dei Provveditori sopra boschi e legne e dei Patroni e Provveditori all'Arsemi, — dagli Atti degli Inquisitori all'Arsenal, e dalla Serie Senato-Rettori; e soggiunge, che cercando riposatamente si potrebbero trarvi altre ed altre indicazioni suL numero e sulla qualità, misura, ed ubicazione delle piante poste in riserva, sui tagli e sulle squadrature e condotte del legname da costruzione e da fuoco per terra e per acqua, nonché sullo stato della valle e bosco di Monto-na e del fiume Quieto, come pure sui rilievi e progetti che si fecero cento, anni fa per la sua escavazione, regolazione e spstegno mediante roste a porte. Del resto non aggiunge commenti, perchè, come dice, le cifre esposte-sono eloquenti per se. E di fatti questi nuovi saggi provano sempre più', che Y Archivio generale veneto- è una vera .Miniera-dalla quale il nostro paese potrà, volendo, trarre materiali preziosi per ogni ramo della sua statistica e della sua storia. La, Redazione. Intrude e spese (kllti Illustrissima Signori per, conto delle Terre damar. — ISTRIA.— - io Ducati Intrade j" Spese Capodistria. 1332 Muggia 1115 Piran. : I2SI. Umagn » Parenzo 373 Ruigno Vefia ' 522 r 5201 Ch'erso et Ossero 7.65 San. Lorenzo : 275 Citta nova. ; 400 Bugia 403: Raspo ' 622 Pula 616 Assieme 1.1024 1691 862 1.439 263 5o0 -T4-Ì 3282 300 239 398 476 S7.0 360 notazioni ! Il presente specehiet fu estratto dal Volume I 1 delle Memorie nntie/ie ih ' portanti, di vario arg mento, che -possono suj plire in parie al vacuo <1 Conimemoriali. Non figurando nè Albi na nè Pinguente nè Pori le si potrebbe ritenere c si. riferisca ad epoca an " _ riure al 1420 ; la scritUj però è della secouda me. del secolo- XVI. a ni Addi 31 maggio 1773 Rovigno Wota delle rendite dell' affittanze, ed abbono menti di questa spettabile Comunità dell'anno coi rente 1773, cioè 1 1 Lire Delli sei. torchi insolidati della cadente condotta Della pescarla ossia della wudita del pesce Del forno del tibiu Del forno di pian de pozzo. .Del forno di vai di buora Del forno di Carrera Del forno di san Benedetto Del forno piccolo de Riva Delle Beccane ossia vendita delle carni Del vino, ossia della vendita del vino Delle panatane Dèli' Accuse Del' Menuto Dell'orne dell'estrazion dell'ogllo Dellè peschiere di Vali'alta e Laverà Della peschiera di Saline Del flutto degli Ollvarj della Comunità Dell' erba dello scoglio dell' Asino Dell'erba degli scogli dèi Perosi eS. Zuanne picciolo Dello scoglio di Marnz/env Della bottega quinta inRiva grand» Della bottega prima in Riva grande Della bottega sesta in Riva grande Della loggia ih piazza grande ridotta inFontico di farine Del quartiere fuori del poute in piazza nuova Del quartiere di sotto sottomuro Della nuova bottéga prima in Riva grande sotto il palazzo verso la pescarià Dell'acque e1 scolio di Polari Delle tre boi leghe in.S: Damiano Della bottega quarta in Riva grande Della bottega seconda in Ri\» grand» Della Gaóevw al Molo dell, heecf.rie IM sito ossia sottopongo delle beccarie- 9244 6600 1670 1920 1800 1710 1351 880 1110 1233 560 77 108 60tì 100 100 8 11 3 70 86 80 93 74 67 62 i«5 fio 174 120--80 60 18 4 \ 4 _ -J — 7 — 10; 10 10 Lire S. malleva ossia magazzen sotto le scale alle becc. ''alici riscossi dell'anno 1772. 1162 ll'A mi etti detti da S. Martino, perchè maturano in fitto giorno itti incerti .Ièlla seconda nuovo bottega sotto il .slazzo, e del quartiere di sopra Sottomuro, per una e l'altra iuaffiltati in un anno circa Summano 31, 846 19'Vs Cumunità di Rovigno Cancelliere della Spettabile Comunità Florio Spokgta. in. NOTE sui boschi dell' I s tri a 1660.— Secondo un vecchio Cata slieo, nel-ìstria veneto esistevano tolpi 35,998, senza quel-delia Valle. -.......— ■roveri ! olmi j tolpi frassini 685 Fu ordinato il taglio di 6000 1S0 300 S86 Fu ordinato il taglio tper aste, .200 brandistocchi o picche di — — — 587 Fu ordinato il taglio di . , .. — — ■150 l?89 Fu ordinato il taglio di frassini ? per 3000 picche — — — I9J Ordinato il taglio 'di olmi per ? artiglierie — — — Isos Ordinato il taglio (fi ! ' ~ j •100 126 — 44 Ì02 detto — 254 i— 50 [03 detto ì — — 3000 400 ;04 detto — — 3000 — 105 detto — 400 — 300 711 detto '1000 — — — 715 detto 1268 1093 — 79 716 detto — 560 — — 717 detto — — 5400 — 719 detto 500 40 70 720 detto • 600 135 20 E2I detto — •600 - i 200 724 detto 200 120 !__ i 50 738 detto — .100 i 45 J729 detto 300 — — 1730 detto — — — 1100 Piante condotte dalla Valle di Montona al krkatore della Bastia e spese relative. Add i 1763 (764 8 >9 <<\ ime Piante dette j S p e 8 e di condotta Annotazioni Pezzoni Lire S. 386 480 1952 370 1282 400 145 11895 15198 65910 10147 51792 12188 4243 10 12 Per l'accomodamento delle strade e ponti della Valle di Montona la pubblica cassa di Piiguente ha speso col mezzo degli appalti, dal 1766 al 1775, —lire 23,720. 5015 171,374 2 Dai 13 marzo 1765 fino agli 8 marzo 1775, furono spediti dalla Valle di Montona a Venezia: 1. Legne passa n. 6056 Vs colla spesa, per il traghetto, di ........... Lire 7267:16 -2. Passi miara n. 2227:400, calla spesa, per il traghetto, di ..... Lire 7575: — Il Governo sostenne inoltre una spesa di...........Lire 18800: — per batelloni e loro acconcio, remi, alzane, acconcio dell' orizzo ed altro assieme Lire 33642:16 Nel 1773 si condussero inoltre le seguenti piante (( stertanic ). Dalle ville di Popetra e Topolovaz (territorio di 'Capodistria) ............. n. 219 Da altre ville dello stesso territorio . . r> 152 Dal di là del Quieto ........ * 396 assieme n. 767 Spese di condotta al caricatore Lire 41,418. Nel 1775 si trasportavano : dai boschi del territorio di Pinguente e del Marchesato di Pietrapelosa e dalle ville di Topolovaz, Figarola, Popetra e Gracisehie piante n.ro 451 da altri boschi di quà dal Quieto » 1160 dal distretto di Montona »_3 assieme piante n.ro 1614 Spese di condotta al caricatore Lire 53262. In scrittura data dall' Inquisitorato all'Arsenal 3 ottobre 1791 è detto : » Negli ultimi scorsi anni dalla « generale curazione dei boschi dell'Istria è pervenuta ■i, una grandiosa massa di stortami, ascendenti al nu-t) 'mero di oltre trentamille (30,000). Secondo il Catastico Contarmi (anteriore al 177L) -erano vincolati nell^etria quattromila (4000) « più boschi. Notizie. Ci scrivono da Trieste: clte il Ministero.della pubblica istruzione di Vienna negò l'approvazione della storia di Trieste scritta dal chiarissimo Abate Cavalli per uso di quelle Scuole popolari, perchè instillerebbe nei giovanetti sentimenti antipatriottici. Si crede però che verrà data alle stampe per cura di quel Municipio a uso del pubblico. È pubblicato il bollettino della Società Geografica italiana, volume VIII — ottobre 1872. — Ci piace rilevare che la nostra provincia conta ben trenta socj, tra i quali la Giunta provinciale. L'Isonzo del 7 corr. mette in campo la questione della fusione delle tre diete, di Trieste, Gorizia ed Istria, ed eccita i Municipi^ della provincia di Gorizia a pronunciarsi onde incomincia- i?e subito le trattative necessarie per raggiungere lo scopo della fusione. È arrivato qui il neo eletto direttore della Scuola magistrale- signor D.r Scàri'zzà, alienai dei professori e molti allievi maestri. Fatalmente,, i locali .per la. scuola non sono ancora approntati, e ne è causa, l'ostinato piovere, per cui non è possibile condurre a termine i divisati lavori, malgrado tutte Le premure del ®fifi!8i]n8?"3® < ' . ' • Siamo lieti di poter annunciare, .che il pericolo di veder invasa la nostra provincia dalla peste bovina, si è, se -non affatto, almeno in parte allontanato; giacché le due località infètte del distretto di Capodistria, Gorenzji- Konè e Beka, sono state ò'fficialmente dichiarate libere, ed il sequestro fu legalmente levato il giorno 10 del mese corrente. La perdita fu minima ; nel primo villaggio essa ascese al di 6r animali sottoposti alla mazza per malattia <ì per dubbio; in Belva al numero di quattro. Nel territorio dì Trieste il itìa-le continua sebbene sporadicamente: furono però prese le più energiche misure per soffocarlo. C L'.rmiÀ'Ifc otetoii-rt^Mfefe «lab r-urtii-io-? ni La Presidenza d^lCohsorzio dei sali di Capodistria il giorno 9 corr.,. raccolto il parere del Giurì, ha premiato con f.ni 25 l'uno, i salinari Pietro Stradi, Giovanni Steffè, Andrea Ruzzier e Giovanni Radivo, per essersi distinti nella confezione del sale dell' ultima ' campagna. Il Comizio Agrario di. Zara lia diretto alla rispettiva Dieta Provinciale la seguente petizione : Eccelsa Dieta! "'1 JjJ l i 1 '. '• 1, : ' i . A i ■ l'J I ' 1 v/ Una gra\e sciagura minaccia di colp're questa Provncia, e !>licaziotai. Lunario istriano per l' anno comune 1873 < Nono Caj'o Baccelli — Anno I. C a podisti1 tip. TondelliL. ' È questo un libricciho che non contiene >s lamenta, l'elènco dei giorni e dei santi, le fa ' della luna e V entrata successiva del sole neg scompartimenti dello Zodiaco, ma può aspirare ; essere scorso con dilètto ed anche profitto. Una prefazione in prosa spiega la causa d terminante il lavoro ed è estesa con brio molto buona lingua, un'altra> graziosa in versi è, cor cosa pit dolce, fótta per le lettrici; in tutte d ci sembrò adombrato l'influsso civilizzatore de cultura italiana, che noi però, (jome parte del ti to, diciamo unica nostra. Yi hanno tre- tabelle statistiche una de quali segna la superficie' e la popolazione di og singolo distretto,l'altra l;i popolazione delle pri cipali città dell'Istria e là terza l'estensione e popolazione dei più ragguardevoli Stati di Euro[ Dopo il lunario propriamente detto, segue l'eie c<3 delle fiere dell' Istria, ed a questo la 6hrrt> logici dette principali case regnanti d'Europa c( in testa non sappiamo pèrche il sommo punteti* e tutto il sacro Colleggiò. Acconcie -tarde pel calcolo degli interessi delle competenze di bollò precedopo un grazio^ mottetto di chiusa il quale palesa lo spirito d galanteria gentile dell'alitare.. - Raébon'iaTicUamb' il buon Lunario ai no~| comprovinciali.'. ; _ _______ __ MCOI.d'. «le. MMJIWZZA litiasi'-'-