QUINDICINALE DEI SINDACATI UNICI DEL DISTRETTO DI CAPODISTRIA Anno I - N. 2 Capodistria, 15 ottobre 1946 Prezzo Lire 5.— UN PASSO! Assemblea Sindacale Distrettuale avanti Già con il secondo numero, il nostro giornale migliora la propria veste tipografica, acquistando un aspetto più presentabile e decoroso. Il miglioramento esteriore non avrà, però, alcun valore se ad esso non corrisponderà un miglioramento nel contenuto, se non tratterà più concretamente i problemi che agitano la vita del nostro distretto, se non diventerà realmente il portavoce dei lavoratori. A qualche lavoratore — dei meno coscienti — il prezzo di cinque lire sembrerà molto alto, però, la maggioranza comprenderà come un giornale distrettuale che ha una limitata possibilità di diffusione, non può certamente costare di meno. dei Comitati Cittadini, di Fabbrica ed Agrìcoli dei Sindacati Unici RELAZIONE POLITICO-SINDACALE 'RICOSTRUZIONE* è il suo nuovo titolo, e tale deve essere oggi la parola d’ordine di ogni cosciente lavoratore. Lavoratori, il potere è nostro! Noi l’abbiamo conquistato con la nostra lotta, con i nostri sacrifici, comi sangue dei nostri figli migliori che, con l’olocausto della loro vita ci hanno additalo la via da seguire t la meta da raggiungere. Lottare per una vera giustizia sociale, costruzione della società popolare, in cui sia abolita per sempre ogni oppressione ed in cui sia assicurato il benessere e con questo la tranquillità. Su noi oggi, lavoratori della Regione Giulia, convergono ansiosamente gli sguardi di tutti i lavoratori del mondo, perchè dall’ esito della nostra lotta dipendono le sorti future del movimento popolare mondiale. Tutti i nostri sforzi, tutte le nostre energie, devono essere spese nella lotta per la ricostruzione del nostro paese, per il rafforzamento deh’economia popolare, per il con-solidarnento del nostro potere. L’esistenza del Potere Popolare dipende dalla nostra partecipazione alla ri-costruzione. I fratelli lavoratori della Jugoslavia, ci siano dì incitamento e di guida. Quanto essi hanno già fatto in così breve tempo ! Qual’è la leva potente che dà ai popoli della Jugoslavia quella me ravigliosa energia creatrice che attira su di essi l’ammirazione di tutto il mondo1! Perchè, mentre in una piccola Jugoslavia, si duramente provata dalla guerra, tutto rinasce, tutto rivive ed il paese è pervaso da una febbrile attività costruttrice, nella ricchissima e strapotente America i lavoratori si agitano, pretendono, scioperano, cadendo in condizioni sempre peggiori di disoccupazione e di miseria? Perchè, compagni, là i popoli hanno spezzato le catene che li avvincevano, perchè chi dirige la vita del paese sono i lavoratori stessi, ricostruiscono per sè con la certezza che nessuno strapperà più il frutto dei loro sudori. Compagni lavoratori, ognuno di noi chieda fa se stesso sè ha dato tutto ciò che poteva alla ricostruzione. Ripromettiamoci di dare di più nell’ avvenire. Nostro è il potere, siamo noi i padroni del nostro destino, da noi soltanto dipende il nostro avvenire. Pensiamo compagni, che se non saremo stati forti nella nostra lotta, i lavoratori del mondo ci giudicheranno ed il loro disprezzo graverà su di noi e sui nostri figli. Dobbiamo lottare senza sosta, per difendere e rafforzare il nostro potere popolare, perchè soltanto in tal modo esaudiremo la volontà di tutti i lavoratori caduti contro l’oppressione e dei martiri caduti nella nostra lotta di liberazione. La Conferenza distrettuale, «he si è tenuta in questi ultimi giorni ad Isola, ha ottenuto senza dubbio una giusta e non indifferente risonanza, per la chiarezza e la concretezza dei problemi esposti, non escluso quello sindacale tanto a profitto dei lavoratori. Il relatore si è proposto innanzi tutto di esporre in forma sintetica utia relazione sindacale, ai compagni convenuti a complemento su quanto è stato già più volte detto e scritto in precedenza. Incominciamo dapprima - egli dice -ad esaminare, sia pur brevemente, il movimento operaio e le sue origini nel mondo capitalistico; per poi concludere con i doveri di questo, tramite i Sindacati, nei confronti di quei paesi diretti ed amministrati dal Potere Popolare e più precisamente dai lavoratori stessi. Per noi lavoratori, è ormai una cosa risaputa, che le nostre organizzazioni operaie, e cioè i Sindacati Unici, si mantengono, in regime capitalistico sul terreno delia lotta di classe ; la quale costituisce il fattore unico e basilare, che caratterizza lo spirito e l’elementare principio per il quale sono sorte a protezione delle aspirazioni proletarie e quindi delle masse popolari in genere. Tale lotta è dovuta, ed è perciò che scaturisce come si sà dalla mancata alli-vellazione sociale esistente, negli stati borghesi antidemocratici per eccellenza e diretti dalle plutocrazie variopinte. Premesso un tanto conveniamo tutti, che ia storia finora è stata sempre la storia della lotta di classe. Perciò finché non saranno eliminato le cause di questa lotta, quindi il dominio tenuto da quella piccola parte della popolazione che rappresenta la classe dominante, i reali e legittimi produttori dell’ economia, saranno sempre degli schiavi al soldo del capitale e sottoposti alio sfruttamento dell’uomo sull’uomo. E’ naturale perciò che più prosperità avrà 1’ industria ancor più numeroso diverrà il proletariato e tanto più forte esso sarà, tanto più adatto sarà al raggiungimento dell’emancipazione per sè e per tutta l’umanità sofferente. Mi soffermo in proposito, soltanto un attimo sul materialismo storico per ripetere che : ,,se è vero che le basi di tutti i fenomeni della natura sono in ultima analisi materiali, cosi anche lo sviluppo della società umana è il risultato delle forze materiali di produzione». Perciò è beae non dimenticare che, in tema di sindacalismo, non poca confusione si è voluto creare, anche specìalmenie in quest’ultimo scorcio di tempo in cui l’attività politica si è manifestata molto viva e nel contempo non poco aspra, sempre nel campo borghese, nei confronti della classe lavoratrice intera. Unità Sindacale A proposito dell’unità sindacale, noi fedeli interpreti del programma marxista riteniamo questa condizione come necessaria ed indispensabile ; per condurre serrata la battaglia, che sgorga dall’ esistente lotta di classe, che si manifesta nei regimi sottoposti a governi antipopolari, perciò borghesi e capitalistici. La reazione multiforme, di conseguenza, nelle sue piene funzioni operative, esercita contro di noi, e quindi contro il nostro proseguimento e sviluppo, ogni azione, anche criminosa, pur di dar vita e forza a dei Sindacati spuri, in contrapposto ai nostri classisti, per disunire, dalla loro compattezza i lavoratori più organizzati nel campo del Lavoro. La scissione sindacale per esempio nella zona «A» , creata appunto dall’organo politico fascista del ,,C.L.N.“ favorisce indiscutibilmente i disegni di coloro, che per i propri interessi vogliono perpetuare il vecohio sistema della dittatura padronale; e permettere così agli antidemocratici di poter manovrare in modo politico la rinascita del fascismo, che si compia quanto prima. La questione sindacale è il cardine principale su cui gira tutta ia questione politica. Tanto è vero che un grande numero di lavoratori, prevalentemente impiegati, aderisce ancora al movimento scissionista, dimenticando, per la loro ignoranza sindacale, che un qualsiasi problema nazionale, o per meglio dire la sua soluzione, è inseparabile dalla democrazia semprecchè progressista. Anche causa questo fattore dovuto a detta ignoranza, nel 1921. si è potuto preparare, per esempio, in Italia la fossa alla civiltà ed al progresso umano. I Sindacati d’ altronde non possono essere apolitici. Questa è una assurdità. Dove c’è economia, là c’ è politica. Separare i due termini è un errore fondamentale. Quando un organismo si forma per la difesa dei lavoratori, questo diviene automaticamente un organismo politico cioè in riflesso dei rapporti esistenti in sede economica fra classi diverse. Premesso quanto esposto, dobbiamo ribadire subito ancora una volta la politi-aità dei Sindaeati di «lasse, che non pos- sono differentemente atteggiarsi perchè dalla lotta di classe scaturisce lo spirito, dai quale sorge il fine politico, come del resto Carlo Marx ravvisa in questo modo il soeialismo. Non estiste in genere alcuna lotta nella attuale società, che non abbia il carattere squisitamente politico. La classe dominante capitalista, che ha tutto l’interesse di sfruttare sempre più gli operai ed i contadini, e all’uopo mobilita l’intero suo proprio apparato statale per pressare le masse popolari, per imporre conseguentemente il rispetto e l’asservimento, adopera la sua tattica a sostegno del proprio potere politico-economico e sociale. La classe lavoratrice, e con essa i Sindacati, devono, per logica elementare lottare contro tale sotto-missione e quindi adottare, a loro volta, quella opportuna tattica, che si uniformi agli interessi dei lavoratori, onde garantire loro io sviluppo e l’orientamento verso l’abolizione definitiva dello stato di sfruttamento e dell' oppressione borghese. Perciò gl’interessi dello stato capitalistico e quelli della classe lavoratrice sono sempre antitetici, e quindi costituisce un grave pericolo per gli operai e i contadini anche il solo prestare, sotto qualsiasi forma, i fianchi propri alla politica di collaborazione sia diretta che indiretta con gli attuali detentori del potere antipopolare. L* assurdo sull'apoliticità Sindacale Pretendere perciò, che i Sindacati classisti siano per i lavoratori degli organi apolitici, è una tale assurdità, per chi esterna in buona fede una simile opinione, che può essere anche scusata se è dovuta a vera e propria ignoranza sindacale ; mentre per converso ci sono ancora degli individui pretendenti il mantenimento del-1’ »politicismo negli organi operai, per mentalità tutta propria ed allora, ben inteso, costoro sono senz’altro dei reazionari e quindi traditori del progress« popolare. I compiti dei compagni membri dei Sindacato, sono corrispondenti, alle capacità ed alla loro stessa maturità; e da ciò ne deriva 1’ onore della tessera di appartenenza a detto movimento di avanguardia. E con. questo, è chiaro che ogni buon organizzato debba sentirsi un pioniere reale nel campo operativo dei Sindacati di classe. Uno dei vari compiti del migliore lavoratore, è anche quello di prestarsi ad educare i nostri lavoratori, per rendere sempre più attive le nostre forze sindacali, e ado perarle meglio nella lotta per i diritti del popolo produttore. Dobbiamo ancora tener ben presente, che la Regione Giulia si trova tagliata in due parti e che l’attività nella zona «A», rispetto al movimento sindacale della zona «B», porta delle differenze sostanziali e richiede perciò un’azione concomitante allo svilluipo della situazione emergente nel mondo nuovo, che si stà edificando là dove, i poteri dello Stato sono in mano dei lavo ratori più emancipati Nella zona «A», p. e., i lavoratori, in tema sindacale, vengono a trovarsi quasi sempre più di fronte ad una situazione veramente insostenibile, perchè dovuta questa, oltrecchè al regime continuato d’occupazione militare, tipo coloniale, al divario esistente fra l'esagerato costo della vita e T entrate salariali, che non corrispondono alle esigenze farnigliari e al superamento delle necessità impellenti per lo sfamamento della classe lavoratrice. lavoratrice su quel naturale binario, che apporta l'immancabile emancipazione sociale. Ecco perciò la necessità che tutti gli onesti e sinceri democratici debbono adoperarsi sui loro posti di lavoro affinchè sia mantenuto uno stretto e continuato col-legamento e affiatamento con i rispettivi comitati aziendali ; quindi devono dimostrare tale interessamento non soltanto quei compagni investiti di cariche sindacali, che sostanzialmente non sono altro che raccoglitori e trasmettitori del pensiero classista, ma la nostra azione dev’ essere escogitata collettivamente in modo concreto Soltanto con questo interessamento generale, riusciremo praticamente a creare nei Sindacati quell’atmosfera come sono riusciti di farlo i nostri compagni in Russia i quali, fecero si che la stragrande maggioranza dei L.voratori accettassero i loro insegnamenti; e in tal modo i Sindacati russi, oggi tanto potenti, non per decreto, ma per volontà popolare, sono divenuti il fondamento basilare dell' attuale regime sovietico. Collaborazione con il potere popolare Sul terreno della vita reale e quotidiana di fabbrica dobbiamo interessarsi di tutto quanto stà sorgendo in seguito all’ esplicazione dell’ attività operaia e contadina, per far si che i comitati di fabbrica siano composti da elementi sicuri e capaci di saper risolvere e contenere le situazioni che di volta in volta si presentano; e in pari tempo interpretare le aspirazioni dei lavoratori, che in sostanza sono quelle per le quali abbiamo sempre combattuto e lottato a spada tratta. In un paese, dove il popolo si dirige e si amministra da sè con le sue proprie leggi, in aperto contrasto con il vecchio inondo capitalistico, i Sindacati sono una delle organizzazioni fondamentali, che la classe lavoratrice crea nella sua marcia vittoriosa. Tali Sindacati difendono gli interessi materiali e culturali di tutti i lavoratori, compresi i contadini, e sono un’organizzazione volontaria, che nessuno obbliga ad entrarvi. Nel caso specifico ad esempio, e più precisamente nella attuale zona «B», i Sindacati sono chiamati a collaborare con il Potere popolare, pur rimanendo indi-pendenti ; estendendo la democrazia sindacale, rafforzeranno la lotta contro l’eventuale hurocraticismo, che per ragioni diverse potrebbe anche verificarsi nelle alte sfere dirigenti; e con la pacifica edificazione mobiliteranno i loro membri per Fattiva partecipazione al rafforzamento del potere esistente, contro tutti i nemici esterni e contribuiranno cosi pure nell’interno all’estirpazione dei nemici del popolo. Cosicché i Sindacati, nella zona «B» anzidetta compartecipano ai lavoro dei piani diversi stabiliti e alla direzione dell’economia collettiva e si pongono nel contempo con tutte le proprie forze sane ed inquadrate per 11 benessere collettivo. I Sindacati in regime democratico prò grossista partecipano anche direttamente all’ elaborazione delle leggi del lavoro, attraverso lo Stato, evitando cosi eventuali sviamenti burocratici, che forse potrebbero scaturire per opera di persone, preposte ad organi economici od altri consimili in un momento di mancato giusto controllo popolare. Infine non mi soffermo più oltre per spiegare tutti i compiti spettanti ai lavoratori, per mantenere e solidificare il potere in mano del popolo. Concludo affermando che la classe lavoratrice potrà svilupparsi e cominciare a vivere veramente, soltanto quando essa avrà distrutto tutte le forme di sfruttamento e d'oppressione. Per questo, non vi è e non vi può essere lotta di classe tra Sindaeati e Potere Popolare, bensì raf forzamento e collaborazione tra Sindacati e quest'ultimo. La libertà bisogna acquistarsela e non attendersela in dono da nessuno. Ogni conquista costa sacrifici, li nemico tratta sempre da brutto e violento il lavoratore, che lotta per se stesso. Cosi anche la nostra lotta odierna è sentita più che un autodifesa, un’affermazione democratica progressiva, che vuole raggiungere ed attuare la Società Socialista, tanto auspicata da ogni sana generazione umana, per ridare finalmente pace e giustizia al mondo interno. La parola d’ ordine quindi che lacc'a-mo ora a tutti i lavoratori, nella zona «B» è, o compagni, la seguente: efficienza sostegno, continuazione del Potere Popolare e per esso collaborazione ed appoggio effettivo all’ autorità militare, che per noi sindacalisti, l’attuale ordinamento, non è altro che l’esercito rosso vittorioso che si appressa e avanza. Condizioni salariali e sociali dei dipendenti dei negozi Compito d'ogni compagno E nel por fine al descritto panorama sindacale, che si presenta ed agisce nel mondo borghese e facendo ancora un’ultima considerazione politica, prima di addentrarsi sui compiti specifici, che ai compagni coscienti spettano, in particolare, nei confronti del Potere Popolare, dirò che : Le forze oscure del capitalismo, manipolate, da quelle velenose arti massoniche, che costruirono nella precedente guerra mondiale il famoso cordone di sicurezza, cosiddetto ..sanitario11, contro la grande Russia Sovietica oggi vincitrice, per oscurare l’immenso faro d’ Oriente, che irradia ormai ovunque la sua luce di civiltà e di progresso, fecero balzare sul proscenio della politica malferma italiana l’idea dell’ apoliticità del sindacalismo, facendo in tal modo presa sugli ingenui a favore degli opportunisti e consimili, che dettero vita al fascismo per oltre vent’ anni di martirio, lutti e miseria per la classe lavoratrice; pretendendo cosi la separazione tra il settore economico-sociale e politico, che invece non possono disgiungersi in realtà l’uno dall’ altro. Ferme restando le premesse e le considerazioni fatte in precedenza, tenendo conto che l’unità operaia si forma proprio attraverso 1’ organizzazione sindacale, la quale come si sà, serve per affrontare ogni specie di reazione tendente a creare i vari fascismi, spetta ai lavoratori di espleterò Passando alla legalità e con la forza acquistata col Potere Popolare, la prima preoccupazione dell’ organizzazione sindacale è stata quella di adeguare le paghe degli operai al costo della vita. A più riprese le paghe furono aumen tate, sempre nel limite massimo consent to dalla nostra situazione economica e dalla particolare condizione industriale. Mentre in quasi tutte le categorie di lavoratori l’aumento seguiva immediatamente le disposizioni sindacali, la categoria dei dipendenti di negozio, oggi, a distanza di tanto tempo è rimasta in condizioni salariali sostanzialmente immutate, e la maggior parte di questi lavoratori percepiscono dei salari talmente miseri che viene il fatto di chiedersi come mai nessuno di essi, sia ancora morto di fame. Che alcuni proprietari di negozi non abbiano aumentato spontaneamente il sala rio ai loro dipendenti in base alle disposizioni, non jiuò destare meraviglia, perchè essi non hanno mai tenuto conto delle umane necessità dei loro operai ed hanno sempre ragionato con la borsa; però ciò che più desta meraviglia è che i dipendenti, che certamente hanno conosciute le disposizioni sindacali, o se non altro, avranno fatto un logico confronto tra i loro miseri salari ed i salari di un qualsiasi operaio dell’ industria, non abbiano mai protestato e non si siano interessati presso i Sindacati affinchè anche nei loro riguardi siano portati quei miglioramenti di cui tutte le. altre categorie di lavoratori erano state beneficiate. 1 dipendenti dei negozi non hanno mai partecipato alla vita sindacale, non hanno pensato di unirsi, creando una loro filiale sindacale in cui avrebbero avuta la possibilità di discutere delle, loro condizioni salariali e sociali, portando ai Sindacati conoscenza dei lori- particolari problemi. Essi vivono pressoché estranei alla vita degli altri lavoratori perciò non sentono la Potenza che tutte le forze del lavoro organizzate nella loro organizzazione sindacale rappresenta di fronte alla reazione ed ai datori di lavoro, che naturalmente recalcitrano prima di riconoscere i sacrossantl diritti degli operai. Non partecipando alla vita sindacale essi non hanno mai potuto conoscere come vengono oggi trattati i problemi dei lavoratori, non sanno quali sono le disposizioni sindacali e le leggi del Potere Popolare, non possono quindi aver compreso quale 1 loro compiti, per inquadrare la massa 1 ala lo spirito d«l Potere Popolare e quale importante funzione abbiano ì Sindacati Unici degli operai ed impiegati nel nuovo sistema sociale. I Sindacati Unici non possono tollerare che in regime popolare, si commettano delle ingiustizie a danno di lavoratori, perciò, nei prossimi tempi rivo geranno tutta la h ro attenzione alle condizioni dei dipendenti di negozio. Però è necessario che questi lavoratori, diano tutto il loro appoggio all’azione dei Sindacati, nerchè soltanto in tal modo gli organismi sindacali potranno conoscere profondamente le loro condizioni e condurre 1’ azione in maniera più proficua. S’ è riscontrato che qualche dipendente per tema di rappresaglie da parte del principale, si rifiuti di fornire ai Sindacati le informazioni sul suo salario, sulle sue condizioni di lavoro, sulla sua iscrizione al-l’IRAS, rendendo in tal modo più difficile l’opera di adeguatamente. Alcuni altri invece, per bontà d’ànimo mal compresa, non vorrebbero arrecar danno al loro proprietario, che, secondo essi è sempre stato buono e generoso, facendo loro qualche regalo o invitandoli qualche volta a pranzo. Comprendano, questi lavoratori che ehi non paga loro il giusto salario, è uno sfruttatore la cui apparente bontà d’ animo o generosità non serve che ad ingannare il proprio dipendente, nascondendo lo sfruttamento a cui lo sottopone. Se un lavoratore anziché ricevere un salario di sei o settemila lire mensili lo riceve di tre o quattromila, non deve nessuna riconoscenza al padrone che gli fa un regaluccio (magari un abito usato) o che lo onora invitandolo a pranzo, perchè il padrone fa queste elemosine con il denaro a lui sottratto. Oggi nella nostra zona e con il Potere Popolare, sono cambiati i rapporti tra il datore di lavoro ed i propri dipendenti bisogna che i datori di lavoro comprendano che il lavoratore non è un animale da soma o una cosa di cui si dispone a propria volontà, ma che è un uomo libero che ragiona e che ha. diritto di vivere con il proprio lavoro, e che esiste un’ organizzazione sindacale che interverrà ogni qual volta sarà commessa un’ingiustizia a danno di un lavoratore. Escano questi lavoratori dal loro isolamento e vengano a far parte della grande famiglia dui lavoro: I Sindacati Unici. ! Pag. 2 «RICOSTRUZIONE» N. 2 La euifura nella lotta della classe operaia Le particolari condiaioni economiche in cui nei regimi capitalistici hanno vissuto per lungo tempo i lavoratori, hanno loro impedito o limitatamente permesso il raggiungimento di quel determinato grado di cultura che è una dei fattori principali per una decisa, disciplinata e cosciente lotta delle masse laveratrici^contro il sistema capitalistico. Dando uno sguardo al passato, si deve attribuire il successo del sistema capitalistico in gran parte al fatto che il lavoratore non ha potuto scorgere l’ingegnosa manovra dei vari e sempre più perfezionati sistemi di sfruttamento, appunto perchè privo della più elementare istruzione e quindi nella impossibilità di predisporsi alla difesa dei suoi diritti. Questo fenomeno si riscontrava iu modo particolare fra la popolazione agricola asservita ai latifondisti. Solo con il graduale progresso della istruzione elementare obbligatoria e con il crescere delle masse lavoratrici, il popolo ha potuto iniziare una lotta concreta contro i propri sfruttatori. Essi perciò, alla fine dell' ultimo secolo ed al principio del presente, si sono preoccupati di diramare o trasferire le loro varie attività nelle colonie o negli stati retrogradi, ove riusciva e riesce tuttora più facile spremere dalla manodopera incolta degli ingenti profitti, mentre nei paesi che hanno raggiunto un alto grado di civiltà, il sistema capitalistico deve giornalmente affrontare le rivendicazioni dei lavoratori organizzati. Ciò prova che la cultura delle forze lavoratrici è una delle migliori armi di cui la medesima può servirsi per la redenzione del lavoro, in alleanza con le caratteristiche contraddizioni del sistema capitalistico e con le sue periodiche crisi che ne minano le fondamenta con crescente inesorabilità. Dare una sana educazione al popolo è accelerare la rivoluzione popolare per l’annientamento del capitalismo. Non è quindi sufficiente che la classe lavoratrice sia organizzata per assolvere efli-cacemente il proprio compito di emancipazione dal barcollante sistema capitalistico, ma è necessario che essa sia altresì conscia della necessità di tale organizzazione, della decisiva portata di essa ai fini della instaurazione della giustizia sociale, ed in particolare, deve addestrarsi assiduamente nella palestra della educazione politica, essendo risaputo che una buona prepara- zione tecnica è, in ogni competizione, l’elemento principale del successo. Il capitalismo, resosi conto della influenza che i lavoratori stavano assumendo nella vita economica e politica attraverso la evoluzione culturale, ha contrapposto 1^, sua sempre maggiore ingerenza nelle scuole e nella stampa, aggrappandosi disperata-mente anche ai superstiziosi sentimentalismi religiosi o stringendo alleanza con le forze intellettuali e particolarmente con quelle che, oltre all’ ascendente sul popolo, garantiscono la difesa, senza scrupoli, delle posizioni di privilegio acquisite attraverso i secoli. Esempio tipico e recente 1’ esperimento nazifascista che, dopo oltre due decenni di vielenze e di terrorismo, ha confermato, con il suo catastrofico fallimento, la maturità politica raggiunta dai lavoratori di tutto il mondo ed in particolare di quelli dell’ Unione Sovietica e della nuova Jugoslavia. La classe lavoratrice, inoltre, è pervenuta già ad un tale grado di cultura e maturità da dimostrare che può governarsi da sè, senza bisogno di funzionari partoriti dalla borghesia o addomesticati dai difensori del capitale, e ciò a dispetto dello scetticismo e delle manovre dei plutocrati, preoccupati nella erezione affrettata delle ultime difese ai trust, ai cartelli, ecc., per mezzo di spauracchi e sterili intimidazioni. Queste lusinghiere constatazioni, anziché fare segnare una battuta di arresto, devono essere di incentivo per una più celere, ordita e intelligente marcia per il raggiungimento della meta definitiva, attraverso una conscguente lotta politica. A tal fine i lavoratori devono completare la propria cultura, partecipando assiduamente alle riunioni indette dalle varie organizzazioni di massa sorte in seno al nostro governo popolare, leggendo e diffondendo i nostri giornali democratici, favorendo la istituzione e l’incremento delle società di cultura popolare e frequentandole. Il colossale esercito dei lavoratori, migliorando così la propria cultura generale e perfezionando la preparazione politica, sarà in grado di affrettare, con una rivoluzione tecnica e serrata, l'annientamento definitivo del suo secolare nemico sempre più convinto che, nella precipitosa evoluzione economica del vecchio mondo, la sua resistenza, per quanto ostinata sia, non è più che questione di tempo. DA PIRANO Datori di lavoro olia recalcitrano Da qualche tempo i Sindacati Unici di Pirnno hanno intrapresa una sistematica azione di adeguamento salariale nei confronti dei dipendenti dei negozi della città. Qualche datore di lavoro (più intelligente) ha compreso subito che, il meglio che potava fare, era di adeguare i salari ai propri dipendenti, liquidando i relativi arretrati sulla base dell’ ordinanza apparsa sul Bollettino ufficiale, però non così s’ è verificato per un S.... proprietario, che, credendosi forse più intelligente degli altri, non seppe rassegnarsi al salasso a cui sarebbe stata sottoposta la sua borsa, è ricorse quindi ad ogni mezzo pur di non attuare l’invito dei Sindacati. Da notarsi, è, che i salari delle sue dipendenti (che svolgevano un lavoro paragonabile a quello di un operaio non qualificato) era il più basso della città, cioè, poco più di 400 lire settimanali. In un primo tempo, tentò di commuovere il Segretario del luogo. Vista però l’inutilità dei suoi piagnistei, si rivolse ai fori sindacali superiori, ricorrendo perfino alla calunnia verso il responsabile dei sindacati di Pirano, onde far passar l’invito all’ adeguamento, come un’ iniziativa personale del Segretario, dovuta a causo immorali che non avevano nulla a che fare con la materia sindacale. Però, le risposte che ne ricevette, furono sempre le medesime: «l’azione dei sindacati di Pirano ò perfettamente giusta ed è conforme ai principi di giustizia, perciò rivolgetevi ad essi». E’ da aggiungere, come incidenza che, chi si incaricò di tutte queste manovre, fu la moglie di questo proprietario, che parlando lo sloveno, credeva di trovare nei compagni sloveni dei fori superiori, delle persone che sentendo parlare la loro lingua si sarebbero commossi e che avrebbero difeso essa (padrona) di fronte alle ingiuste pretese delle sue dipendenti, che non sapevano parlare che l’italiano. Sarà però rimasto chiaro anche ad essa che, nè le calunnie nè altre manovre, possono far deviare i nostri organismi dai principi di giustizia a cui si ispira la vita del Potere Popolare. E la lezione servirà anche a dimostrar* che in regim* popolare non si fa del nazionalismo, bensì si lotta per una migliore giustizia sociale e per il benessere dei lavoratori, siano essi italiani, sloveni o croati o di qualsiasi altra nazionalità Cimenti sul’assicurazione sociale VANE SPERANZE Due categorie principali della popolazione del nostro Distretto attendono, con particolare impazienza, le decisioni della conferenza di Parigi circa il futuro destino di questo contestato lembo dell’ Istria; appartengono alla prima gli antifascisti numerosi e decisi a non lasciarsi strappare i frutti della eroica guerra di liberazione ; della seconda fanno parte i reazionari sospiranti sulle rovine del passato regime, abbarricati nostalgicamente ai resti dei fasci litorii, agli stemmi gentilizi, ai leoni di S. Marco, alle casseforti. Bisogna confessarlo ! La nobile famiglia reazionaria vive in una epoca infausta. Molti suoi tìgli, i migliori, scontano un duro esilio e levano vanamente un disperato «Grido» di protesta contro i sacrileghi profanatori di tradizioni millenarie, contro la plebe indisciplinata che ha avuto la impudenza di ficcare il naso negli affari dei padroni, perfino nei loro conti, e — orribile a dirsi — ha costretto la nobila famiglia reazionaria ad una lotta illegale per difendere la propria esistenza! Davvero una situazione disperata! Il pio De Gasperi ha vanamente orato nel tempio di Lussemburgo per i martiri del-1’ Istria, ed ha malamente cantato le sue lamentazioni. Ma meglio così che peggio.... Se l’Istria sarà disgiunta dallo Stivale, ci sarà lo Stato libero di Trieste, pensano ora nella famiglia reazionaria, ed a Trieste c’ è una forte schiera di amici decisi a tutto, ritorneranno i figli dal lungo esilio, ed allora saranno guai seri. Si faranno finalmente i conti! Chi sa? Può darsi che per la fausta ricorrenza si indosserà 1’ orbace da tanti mesi ripiegato con cura nel-l’armadio, caro ricordo dei bei tempi e roteerà terribile il manganello gelosamente custodito nella soffittf. Le campane suoneranno a festa, e per le vie risuonerà l’inno «Giovinezza». Vane speranze! La famiglia reazionaria avrà ancora una grande delusione e quante ancora! Gli amici di Trieste, decisi a tutto ora che hanno chi li prottegge, domani se la daranno a gambe levate, i figli rimarranno in perpetuo in esilio assistiti dalla Lega Nazionale — finché dura — T orbace finirà nella fogna come corpo di un reato, ed il manganello alimenterà il fuoco della stufa in una sera del prossimo inverno, mentre il suo ex possessore incomincierà finalmente a convincersi che la famiglia reazionaria farebbe bene a riunire 1’ ultimo consiglio segreto e dichiarare fallimento. Sole a scacchi Il viaggiatore che Arriva a Capodisiria da Buie lungo il litorale e da Trieste, nota dei vasti tabelloni reclame, che lo invita a visitare la Falegnameria Meccanica per i suoi acquisti. E’ sorta poco tempo dopo il fragore delle armi. E’ sorta poco tempo dopo una giornata festiva, cara a tutti i lavoratori. Dal 23 agosto /945 la Falegnameria Meccanica è stata presa sotto l’amministrazione della Kuni ed affidata all' amministrazione provvisoria dei suoi operai. A poco a poco il numero dei dipendenti s'ingrossava e veniva così ad aumentare l’attività lavorativa di questa, che, superando le logiche difficoltà del dopoguerra, avrà sicuramente un enorme sviluppo, il quale sarà la prova più significativa, di quale sia la forza creatrice degli operai, quando sono liberati dalle condizioni dì sfruttamento. Trasformazioni interne si sono fatte con un’ardimento non comune, per l’igiene e per il benessere di chi lavora, Nuo-oi macchinari sono stati aggiunti a quelli già esistenti e nuove idee produttive sono state applicate pur di riuscire a vendere la merce prodotta a prezzi bassi. Infatti in seno alla Falegnameria vivono i fabbri costruttori di reti metalliche e gli ausiliari indispensabili come : Pittori, Tappezzieri, Muratori ed Elettricisti. Con questi il numero ascende a circa 70, e le spese del mantenimento di questa famiglia ammontano a circa 125.000-— settimanali. Tutti i dipendenti sono regolarmente iscritti ai sindacati unici formando così una delle più numerose filiali della nostra cittadina. In seno a questa filiale sindacale si organizzano detle conferenze culturali inerenti alla professione e delle gare sportive. Tutti gli organi di Liberazione popolare hanno sempre aiutato la Falegnameria per il buon rendimento e per il massimo sviluppo. Questa Falegnameria potrà assorbire in seguito altri operai, dato che i dirigenti stanno trattando un lavoro importante per la Slovenia che apporterà un grande contributo. L’operaio che attento lavora alla sua macchina od al suo banco non s’impressiona più del sole che penetra d scacchi dalle finestre, ma guarda sorridente al domani che sarà suo. Conferenza a Pirano del comp. Destradi La sera del 27 settembre u. s., al Teatro Tartini, il compagno Destradi, ex-membro della Delegazione Giuliana a Parigi, ha illustrato con una conferenza l’attività svolta dalla Delegazione stessa in seno alla Conferenza della Pace. L’ oratore si è allungo soffermato per porre in rilievo 1’ atmosfera in cui i delegati delle 21 nazioni svolgevano il loro lavoro, onde giungere finalmente a quella pace cui i popoli giustamente anelano, dopo cinque lunghi anni di sofferenze, oppressioni e vessazioni derivate dalla guerra alla quale i popoli oppressi eroicamente si opposero con l’appoggio dell’Unione Sovietica e degli alleati occidentali. Il ioatro era gremito di ascoltatori, come non mai, accorsi ad ascoltare la parola del compagno Destradi dalla cui esposizione è emerso il contributo da lui portato alla Conferenza della Pace in favore della popolazione giuliana. L’oratore è stato calorosamente applaudito. Alla fine ha preso la parola un compagno di Pirano il quale ha dimostrato come soltanto chi sente in se’ il dovere e la coscienza di difendere sinceramente gli interessi del popolo, può adempiere con buon esito a questo compito ed ha citato ad esempio la figura del compagno Destradi il quale al suo attivo culturale e diplomatico ha per ateneo la fabbrica macchine di S. Andrea di Trieste. La conferenza si ò chiusa con la esecuzione spontanea dei canti popolari e della rivoluzione, con la partecipazian« entusiasta dei presenti. Oggigiorno possiamo affermare che gli assicurati dell’ Istituto Kegionale per l’Assicurazione Sociale (IKASj, sono già ben orientati per quanto riguarda i laro diritti ed i loro doveri verso 1' assicurazione sociale. Non possiamo invece dire che tutti gli assicurati siano già consci del nuovo rapporto verso l’istituto assicuratore come istituzione creata espressamente per i lavoratori, cioè per il popolo. Perciò avviene spesso che gli assicurati, nel far valere i propri diritti, e talvolta diritti immaginari, si comportano come si trattasse di un’istituzione che molto chiede e poco dà. Questa mentalità deriva dai tempi anteriori, quando il lavoratore non aveva per cosi dire, alcuna influenza sull’ attività delle istituzioni d’assicurazione. Oggi invece il lavoratore ha la possibilità, mediante i suoi rappresentanti (amministrazione autonoma dell’ Istituto) e specialmente mediante le sue organizzazioni sindacali, di sorvegliare 1’ andamento dell’ Istituto, in modo che la difesa dei suoi diritti è garantita. D' altra parte sorge però anche il dovere del lavoratore stesso, di osservare le prescrizioni e le istruzioni dell’ Istituto com* pure di non tollerare che altri traggano dall’ assicurazione un profitto illecito. E’ poi dovere specialmente dei sindacati, i qqali da una parte tutelano i diritti dei loro affiliati, di difendere dall’ altra parte contro eventuali abusi l’Islituto, scopo del quale è di aver cura per una giusta amministrazione del denaro dei lavoratori nell’ interesse dei lavoratori stessi. Perciò dovranno i sindacati, mediante un’ adatta educazione dei loro membri, allontanare la mentalità vecchia, che spesse volte è la causa del-l’agire irregolare e perciò dannoso per l’Istituto. Il più spesso sorgono difficoltà perchè gli assicurati ed i loro familiari ricorrono direttamente a medici privati e ad istituzioni sanitarie private, invece di rivolgersi al medico dell’ Istituto oppure chiedere istruzioni alla centrale o alle sue agenzie. Con ciò vengono causate spese rilevanti che potrebbero venir facilmente evitate. Deve cioè sapersi che i medici dell’ I-stituto vengono pagati con un compenso fisso e non secondo il numero delle visite e perciò le spese per i medici privati sono per l’Istituto un soprappiù. E’ chiaro che l’Istituto debba cercare di allontanare tali spese, tranne i casi di malattie urgenti e motivate. Nei primi tempi dell’attività dell’ Istituto, tale comportamento da parte degli assicurati era comprensibile, perchè la nuova assicurazione non era ancora conosciuta e la sua organizzazione era incompleta. Ora però tale procedimento non è più giustificabile e T Istituto è costretto di rifiutare il pagamento delle spese per medici privati, salvo i casi urgenti già citati. Ed anche in questi casi può l’Istituto rimborsare le spese soltanto per la prima urgente assistenza, non però per la cura ulteriore, per la quale T assicurato deve rivolgersi al medico dell’Istituto. Forse talvolta il motivo per ricorrere all’ assistenza del medico privato sta nella poca fiducia nel medico dell’ Istituto Dobbiamo accentuare che tale sfiducia non giustifica affatto il ricorso al medico privato, perchè è già tutto predisposto affinchè 1’assicurato riceva tutta l’assistenza medica, le medicine necessarie e trovabili. Se è necessario l’Istituto manda 1’ ammalato dallo specialista, all’ ospedale ed anche in sanatorio, se per T assicurato sussistono le condizioni prescritte delle quali parlere- mojun’altra volta. Vale il principio che 1’ assicurato deve rivolgersi sempre al medico dell’ Istituto o alle sue istituzioni. Nei numeri successivi del nostro organo continueremo con gli schiarimenti sulle diverse questioni dell’ assicurazione sociale. Sarebbe raccomandabile che gli assicurati stessi esternassero i loro desideri in merito agli schiarimenti da darsi, dopodiché risponderemo qui alle domande di interesse'^ generale. Lavoratori! Leggete e diffondete il vostro giornale Estratti di ordinanze Fra le categorie di lavoratori che oggi ancora vivono in pessime condizioni, si trovano le donne di servizio, perchè nessuna di esse fa presente ai Sindacati Unici le proprie condizioni, e perchè le famiglie presso cui sono occupate, sfuggono tuttora al nostro controllo, daremo perciò un estratto di ordinanza del Bollettino Ufficiale n. 11, affinchè gli interessati conoscano i loro diritti. REGOLAMENTO Art. 1. Il personale ausiliario domestico ha diritto ai seguenti salari mensili: 1) Domestiche che compiono tutti i servizi casalinghi, escluso il cucinare, da L. 1330,— a L. 1990.—. 2) Domestiche che compiono tutti i servizi casalinghi, compreso il cucinare, da L. 1660,— a L. 2660.—. 3) Cuochi indipendenti da L. 2490.— a L. 3330.—. 4) Cameriere da L. 1330.— a L. 1990.—. 5) Le prestaservizi occupate tutto il giorno (minimo otto ore) ricevono da L. 1660.— a L. 2660.— oltre a tre pasti almeno al giorno. Tutte le categorie del personale ausiliario casalingo citato dal punto 1 al punto 5 hanno diritto oltre al salario, all’ alloggio, al vitto, al riscaldamento ed alla luce. L’ orario lavorativo per il suddetto personale, è di ore 11 al giorno, rispettivamente 66 ore settimanali. Le ore di lavoro prestate oltre alle normali saranno retribuite coll’ aumento del 50°/o all’ora. 6) Le prestaservizi che prestano la loro opera per alcune ore al giorno, in ogni caso meno di otto ore, hanno diritto al salario orario dell’ operaio non qualificato e cioè da L. 30.— a L. 36.50 escluso il vitto e l’alloggio. 7) Le lavandaie a giornata presso famiglie hanno diritto alla mercede giornaliera da L. 266.— a L. 333.— oltre ad almeno tre pasti giornalieri. Distribuzione viveri per il mese di ettobre 1. Con I« tassare ordinarle a) con ogni tagliando di pane 375 gr. di pane o 300 gr. di farina. Con tutti i tagliandi 11.625]lgr. di pane o 9.300 gr. di farina o 10 kg. di grano. b) coi tagliandi dei generi da minestra dal n. 1 al 10, gr. 500 pasta o gr. 500 farina bianca ; dal n. 11 al 20, kg. 1 farina bianca; dal 21 al 31, gr. 500 farina da pane. c) coi tagliandi di carne tll a, b, c, d, opp. 31 a, b, c, d, con ogni tagliand* 200 gr. di carne fresca. d) con tutti i tagliandi dello, zucchero gr. 150 di zucchero. e) con tutti i tagliandi detrassi gr. 200 di olio o strutto. f) con i tagliandi del sale gr. 500 di sale. 2. Con i supplementi per I bambini lattanti a) col tagliando, 116, gr 500 di zucch*r*. b) col tagliando'117, gr. 1500 di farina bianca. c) col tagliando 118, gr. 200 saponeìtoal. (2 pezzi). 3. Con i supplementi dei bambini del secondo anno di età a) col tagliando 126, gr. 500 di zucchero. b) col tagliando 127, gr. 1500 di farina bianca. c) col tagliando 128 gr. 200 sapone toal. (2 pezzi). 4. Con f supplementi dei bambini dal 3 ai 7 anni di età a) col tagliando 136, gr 350 di zucchero. b) col tagliando 137, gr. 1000 di {farina per pane. c) col tagliando 138, gr. 100 sapone toal. (1 pezzo) 5. Col supplementi delle donne gestanti a) col tagliando 5, gr. 500 di zucchero. b) col tagliando 6, gr. 500 di pasta o farina bianca. c) col tagliando 7, gr. 400 di olio o strutto. 6. Con I supplementi dei lavoratori pesanti : a) col tagliando 9, gr. 500 di lardo. b) col tagliando 10, gr. 600 di zucchero. c) col tagliando 11, gr. 150 di caffè crudo. d) col tagliando 12, gr. 500 di pasta o farina bianca. e) coi tagliando 13, gr. 5000 di farina per pane. f) col tagliando 14, gr.3000 di farina per pane o polenta. g) col tagliando 16, gr. 1000 di piselli (se la «Prerad» avrà disponibilità). 7. Con i supplementi dei lavoratori leggeri: a) col tagliando L-l, gr. 250 di lardo. b) col tagliando L-2, gr. 350 di zucchera. c) col tagliando L-3, gr. 100 di caffè crudo. d) col tagliando L-4, gr. 250 di pasta o farina bianca. e) coi tagliando L-5, gr. 3000 di farina per pane f) col tagliando L-6, gr. 1600 di farina per pane o polenta. g) col tagliando L-7, gr. 1000 di piselli (se la «Prerad» avrà disponibilità). Sezione economica Invitata a collaborare al nuovo giornale «Ricostruzione» rendiamo noto a tutti i lavoratori, che mensilmente la seziona economica del Comitato Distrettuale di L. P., darà disposizioni per quanto riguarda la distribuzione di generi razionati normali, quelli supplementari, ed altre inerenti l’attività della sezione Invitiamo perciò tutti gli interessati a leggere detto giornale e ad attenersi alle disposizioni. Onde evitare reclami inutili, questa sezione rende noto a tutti gli operai ed impiegati del Distretto di Capodistria, che le denuncio per il supplemento per lavori pesanti • pesantissimi, devono essere fatte in questa sezione, non più tardi del 20 di ogni mese. Coloro che entro questa data non avranno fatta la denuncia, perderanno automaticamente il diritto al supplemento. Sarà fatta eccezione per quegli operai od impiegati che saranno assunti al lavoro dopo questa data, I supplementi dovranno essere prelevati entro il 30 di ogni mese. Se entro questa data il supplemento non sarà prelevato, sarà considerato non più valido. Affinchè i supplementi siano distribuiti in modo regolare, invitiamo tutti i lavoratori a prenotarsi presso le diverse filiali della Cooperativa Distrettuale e nell* stesso tempo invitiamo di non cambiare filiale per non creare dei disguidi nella distribuzione della merce. Solamente gli operai che lavorano nelle fabbriche di Arrigoni ed Ampelea, preleveranno i supplementi nei loro spacci. Radatore reiponiabile : LORI BRUNO Redaziane: Via deirAnnunziata 801-A - Telefone 76 Slab. Tip. GIULIANO - Capodi.tri. JOavoratori ! La vita del nostro giornale dipende dalla vostra volontà Inviate eorrlspandenza, fatti elle avvengono Intorno a voi, questioni elle riguardano 11 vostro lavoro, la vostra officina, nonché la vostra vita