o % \J I M a n u a 1 e GEOMETRIA per il GINNASIO INFERIORE del Dr. Francesco Hočevar, professore di matematica presso 1’ i. r. Politecnico di Graz. Seconda edizione rimaneggiata sulla sesta edizione tedesca da Franeesco Postet, I. R. professoi Con 184 figure iliercal| Approvato con riv. I. R. dispaccio minis Legato alla rustica costa C. P50, leg^bd^legantem^' Vienna. F. Tempsky, editore, 1902. 145478 Indice. Pag. Introduzione. 1 Planimetria. La retta. 2 II cerchio. A. 5 L’angolo. 8 Le parallele. ...... ...14 II triangolo. 17 L’asse di simmetria dei segmenti rettilinei.23 L’asse di simmetria dell’angolo.25 Congruenza dei triangoli.27 I triangoli particolari . ..32 [1 cerchio. B.34 II quadrilatero. . . . 38 II poligon o. 44 Equivalenza.48 Teoremi sulParea del triangolo rettangolo. 52 Trasformazione e partizione delle figure.53 Longimetria.56 Calcolo delle superficie. 59 Somiglianza.69 Stereomctria. I piani.77 Posizioni principali di rette e di piani.78 Rette e piani paralleli.19 Rette e piani perpendicolari. 80 Proiezioni, distanze, angoli d’inclinazione.82 Piani vicendevolmente normali.85 L’angolo solido.86 II prisma.88 II cilindro. 96 La piramide e il tronco di piramide.99 II cono e il tronco di cono.104 La sfera ..• • 108 I poliedri regolari.118 Buchdruekerei G. Freylag, Gesellschaft m. b. H., Wien. Introduzione. § I. Forme geometriche. Concetto della geometria. Ogni corpo ha diverse proprieta o contrassegni, clie noi percepiamo coi sensi; esso occupa uno spazio, ha una certa forma ed lina determinata posizione; si compone di sostanza avente colore e durezza; ha un peso determinato ecc. Fra queste proprieta differenti dei corpi reali in geometria non si ha riguardo che alla forma, alla grandezza ed alla posizione, prescindendo da ogni altra proprieta. In questo modo si giunge al concetto del corpo geometrico e si dice: Un corpo geometrico h uno spazio interamente limitato. Ogni corpo ha tre estensioni o dimensioni: lunghezza, larghezza ed altezza (grossezza, profondita). I limiti del corpo si chiamano superficie; ogni superficie ha due dimensioni: lunghezza e larghezza. I limiti delle superficie si dicono linee ; ogni linea ha una sola dimen- sione: lunghezza. I limiti delle linee chiamansi punti ; i punti non hanno estensione alcuna. Giovi quale esempio un cubo. Punti, linee, superficie e corpi si chiamano forme geometriche, e la dottrina della genesi e delle proprieta delle forme geometriche porta il nome di geometria. Le forme geometriche non si percepiscono coi sensi; possono essere pero rappresentate mediante corpi reali, che diconsi modelli, come pure mediante disegni o figure. Costruire vuol dire disegnare una figura date alcune parti della stessa. (Problemi geometrici.) § 2. Genesi delle forme geometriche mediante il movimento. Un punto che si muove descrive una linea. Si distinguono linee rette e linee curve. Secondo che il punto descrive una linea retta o curva, si dice che durante il moto esso mantiene constantemente la propria dire-* zione, oppure la camhia di contuno. Una linea che si muove descrive una superficie, supposto per6 che la linea non si muova nella propria direzione, cio che p. e. ha luogo trattandosi di una retta. Si distinguono superficie piane e superficie curve. In ogni superficie piana si possono condurre linee rette in tutte le direzioni. Hočevar -Poste t, Manuale di geometria per il Ginnasio inf. 2. ediz. 1 2 Una superficie clie si muove descrive un covpo, supposto pero cho la superficie non si muova uella propria direzione, cio clie p. e. lia luogo trattandosi di un piano. § 3. Divisione della geometria. Secondo che le forme geometricho giacciono in un piano o no, si chiamano forme piane o forme della spazio. La dottrina della forme piane si dice geometria piana o plani- metria; la dottrina delle forme dello spazio si cliiama geometria della spazio o stereometria. Planimetria. La retta. § 4. Proprieta fondamentali della retta. II concetto, clie possediamo della retta, ci pone in grado di rispondere facilmente alle seguenti domande: Quante rette si possono guidare per un punto dato? Quante rette si possono condurre per due punti? Qual’ b la piti breve di tutte le linee, che uniscono due punti dati? Assiomi della retta: 1. Per due punti non si puo condurre clie una sola retta. — 2. La retta e la via piu breve fra due punti dati. Problemi: ,1. Guidare una retta per un punto dato. — II problema e indeterminato, perche ad esso corrisponde un numero infinito di soluzioni. 2. Guidare una retta per due punti dati. — II problema e deter- minato, perche ad esso corrisponde una sola soluzione. Per tirare linee rette ci serviamo della riga. § 5. Retta illimitata, semilimitata, limitata. La retta, che s’immagina prolungata alf infinito da ambedue le parti, si cliiama retta illimitata o raggio; essa viene segnata mediante una o due lettere collocate vicinn alla stessa, colle quali viene anche letta, p. e. la retta AB Fig. 1. Una retta illimitata viene divisa da lino dei suoi punti in due rette semilimitate ; una retta semilimitata viene indicata con due lettere scritte accanto ad essa, la prima delle quali si deve eollocare al suo punto limite, p. e. la retta semilimitata CA e CB Fig. 1. La direzione di una retta semilimitata, nella quale la si puo immaginare prolungata, viene indicata con una punta di freccia. Una retta, interamente limitata da due punti, dicesi retta limitata o segmento rettilineo ; i punti limiti di- o O cousi anche estremita della retta o del segmento. Una retta limitata, viene segnata o con clue lettere scritte alle sne estremita o con una lettera collocata nel mezzo, p. e. i segmenti DE, FG, a, b (Fig. 1). Una retta che passa per due punti e detta retta che unisce gnesti clue punti; la retta limitata dai due cosi DE (Fig. 1) e la distanza dei Fig. 1. punti chiamasi distanza degli stessi; punti D ed E. C § 6. Punto d’intersezicne di due rette. Se due rette AB & CD (Fig. 2) non hanno comune che un solo punto S, si dice che s’intersecano nel punto S , il quale d detto punto d’intersezione delle rette. § 7. Confronto fra rette limitate. Due rette sono eguali, se possono venil’ sovrapposte l’una all’altra in modo che coincidano le loro estre¬ mita e quindi anche tutti i loro punti intermedi, come p. e. le rette a e b (Fig. 1) e si scrive a = b; in caso contrario le rette sono disuguali, come p . e. DE ed FG, dove DE e maggiore di FG e si scrive o DE>FG od FGCDE. Problema. Trasportare una retta di data lunghezza, cioe dise- gnare una retta eguale ad una retta data. Per confrontare e trasportare le rette ci serviamo del compasso. § 8. Operazioni colle rette. Come eoi , a , b numeri, cosl anche colle rette possiamo ese- guire alcune operazioni.' A _ B _ C 1. Addizione. Se e AB = a e BC a b = b (Fig. 3), šara A C la somma dei seg- -D_ F E menti a e b, cioe 6 a-b A C = a b. Fi S- 3 - 2. Sottrazione. Se e D E= a e DF—b, šaril F Ela, differenza dei segmenti a e b, cioe FE = a — b. l* 4 Jlv- ■iS) 3. Moltiplicazione di un segmento rettilineo per un numero intero. Se b dato AB = a (Fig. 4) e si fa AB — CD = DE — E F — F G — G H, šara C E il doppio, C F il triplo, C G il quadruplo, CII il quintuplo di AB, cio clie shndichera cosi CE= 2. a, C F = 3. a, C G = 4. a, C H =5. a. 4. Partizione o divi- sione di un segmento rettilineo per un numero intero. AB e la A -+- G JC E F Fig. 4. meta di C F, un terzo' di C F, un quarto di C G, un quinto di CII, e si scrive: AB-. 2 C E - \CF- \CG = \CH. Dimezzare una retta limitata vuol dire dividerla in due parti eguali. Il punto di divisione d detto punto di mezzo o punto medio della retta. 5. Misurazione o divisione di una retta per un’altra retta limitata. Misurare una retta vuol dire cercare quante volte una retta, preša quale unita di lunghezza, k contenuta nella retta data. Il numero che indica cio dicesi numero esprimente la misura della retta o pid brevemente la misura della retta. Per misurare le lungliezze adoperiamo il metro (m) per unita, le parti e i multipli del quale si formano secondo il sistema decimale: 10 m — 1 dkm (decametro), 100 m = 1 hm (ettometro), 1000 m = 1 Jon (cliilometro), 10000 m — 1 um, (miriametro). operano aste di-legno o di metallo, 0-1 m — 1 dm (decimetro), 0'01 w = 1 cw (centimetro), 0’001 m — 1 mm (millimetro), Per misurare le distanze si ac come pure corde, catene e simili, sulle quali sono riportate ed suddivise una o piii unita lineari. Tali apparecchi diconsi canne, corde, catene. Nel disegnare piani topografici, mappe e simili si adoperano comune- mente segmenti rettilinei sni quali 1’unita di lunghezza e trasportata in dimensione minore; tali rette diconsi scale ridotte. w s . 0 / Z 3 4 s 6 7 S 9 lOrru Fig. 5. La fig. 5 mostra una semplice scala a divisione decimale, Funita della quale rappresenta 1 m, mentre la lungliezza reale di essa dl cm; percio questa scala e ^ della grandezza naturale. Quesiti d’esercizio. 1. Date tre rette a, b, c, e precisamente b"3> c, costruire le seguenti espressioni: a -p b, a -p c, b -p c, a — b, a — c, b — c, a -p b -p c. 5 2. Costruire il doppio, il triplo, il quadruplo, il quintuplo di una retta data. 3. Si provi a dividere una retta data in 3, 4, 5, 6 parti eguali col compasso o ad occhio. 3 2 13 4. E data una retta a ; costruire —a, — a, 1 — a, —a, 2'4 a. J O O 4 : 5. Si misuri una retta col mezzo della scala della Fig. 6. 6. Col mezzo della medesima seala si disegni una retta di una lunghezza data in della propria grandezza. Supponiamo che la retta sia lunga 7‘3 m, 65 dm, 240 cm. Il cercliio. A. § 9. Genesi del cerchio. Definizioni. Se una retta O A (Fig. 6) rota nel piano attorno ad una sua estremita sino a che ritorni novamente nella sua posizione primitiva, 1’altra sua estremita descrive una linea curva, che si chiama linea circolare, e la retta medesima genera una superficie limitata dalla linea circolare, detta super¬ ficie circolare. Dal contesto 6 faeile com- prendere se per cerchio si voglia inten- dere la linea circolare o la superficie circolare. La linea circolare e detta anche circonferenza o periferia della superficie circolare (del cerchio). La linea circolare e dunque una linea chiusa, ciascun punto della quale dista egualmente da un punto dato, che si chiama centro del cerchio (O Fig. 6). Ogni retta, che unisee il centro del cerchio con un punto della periferia, si chiama raggio; tutti i raggi di un cerchio sono eguali: OA — OB — OC; perchč? Ogni retta, che unisee due punti della periferia del cerchio, dicesi corda, come D E. Ogni corda, che passa pel centro, si chiama diametro, come A C. Tutti i diametri di un cerchio sono eguali, perche il dia¬ metro e doppio del raggio. Problemi: L Costruire un cerchio, dati il centro ed un punto della periferia. 2. Disegnare un 'cerchio intorno ad un punto quale centro con un dato raggio. Per disegnare linče circolari ci serviamo del compasso. § 10. Posizione vicendevole di un punto e di un cerchio. Un punto, che non giace nella periferia di un cerchio, puo trovarsi o dentro o fuori del medesimo. Il punto giace dentro al cerchio se la sua distanza dal centro e minore del raggio, giace fuori del cerchio se la sua distanza dal centro e maggiore del raggio. 6 Problema. Determinare la posizione di un pnnto, clie abbia da un punto dato una distanza data. Questo problema e indeterminato, perche v’ba un numero infinito di punti, che sodisfanno alla condizione enunciata; tutti questi pimti giacciono nella linea circolare, il cui centro e 11 punto dato e il raggio la distanza data. Si dice ancbe: Questa linea circolare e il luogo geo- metrico di tutti quei punti, la cui distanza dal punto dato e eguale alla distanza data. § II. Cerchi eguali. Due cerchi, che banno raggi eguali, si dicono eguali se sovrapposti 1’uno alFaltro ih modo che i centri coincidano, si coprono ancbe le loro periferie. Due cerchi di raggio disuguale si dicono disuguali. Problema. Si trasporti un cerchio, cioe intorno ad un punto dato, quale centro, si descriva un cerchio eguale ad un cerchio dato. § 12. Secante e tangente. Una retta illimitata, che ha due punti comuni colla linea circolare, e detta secante, come FG (Fig. 7). In che si distingue dunque la secaute dalla corda? Una retta, la quale per quanto la si prolunghi non ha che un punto solo comune colla linea circolare, e detta tangente. Si dice che essa tocca il cerchio, p . e. H T; H e il punto di contatto. § 13. Arco, settore, segmento. Una porzione della periferia del cerchio e chiamata arco circolare N P (Fig. 7). Due archi dello stesso cerchio od di due cerchi eguali, possono, riguardo alla loro grandezza, esserc confrontati fra loro come due rette. Due archi, che lianno raggi eguali, si dicono eguali , se sovrapposti Puno alPaltro si coprono esattamente, altrimenti si dicono disuguali, Alfinche due archi eguali AB e C D (Fig. 8) possano andare a sovrap< e Fig. 7. Fig. 8. 7 porsi 1’uno alFaltro, basta lasciare un arco fermo al suo pošto e spostare in sb stessa la circonferenza assieme colFaltro arco. Ogni diametro divide il cercliio in due parti eguali. Ogni altra corda divide il cerchio in due archi disuguali, p. c. la corda A B (Fig. 8); il minore di essi dicesi arco corrispondente alla corda. La porzione della superficie circolare limitata da due raggi e da un arco dicesi settore circolare , come NO P (Fig. 7); la porzione della superficie cir¬ colare limitata da un arco e dalla rispettiva corda, e detta segmento circolare come HJL e IIJ P (Fig. 7). § 14. Relazioni fra archi e corde. Se facciamo che uno degli arclii eguali AB q CD (Fig. 8) vada a coprire 1’altro, i punti A & C coin- cideranno coi punti B e D; percio anche le corde AB e CD saranno eguali, cioe nello stesso cercliio od in cerchi eguali ad ar c hi eguali corrispondono corde eguali. Inversamente: Nello stesso cercliio o in cerchi eguali a corde eguali corrispondono arclii eguali. Per mezzo di questo teorema si possono nello stesso cerchio od in cerchi-eguali prendere archi eguali col trasportare le loro corde ri- spettive. Archi circolari di raggio eguale si possono, al pari delle rette, sommare e sottrarre. Un arco circolare puo anche essere moltiplicato e diviso (misurato) per un nuinero intero o per un arco circolare di raggio eguale. Quesiti d’esercizio. 1. Si trasporti un arco. 2. Si costruisca il doppio, il triplo, il quadruplo, il quintuplo di un arco dato. 3. Si provi a dividere un arco dato in 2, 3, 4, 5, 6 parti eguali col compasso o ad occhio. § 15. Partizione della periferia del cerchio. Se si divide la periferia di un cerchio in 360 arclii eguali, uno di questi si dice grado (°), piu esattamente grado circolare. Le 60. parte di un grado dicesi minuto (') la 60. parte del minuto e detta secondo ("). Dunque un grado lia 60 minuti ('), un minuto 60 secondi ("). La meta di un cerchio chiamasi semi- cerchio (FGF Fig. 9),' la quarta parte guadrante {FG), la sesta parte sestante {EJ ), 1’ottava parte ottante {EH). — Quanti gradi ha un semicerchio, un qna- drante, lin sestante, un ottante? Q u e s i t i d’ esercizio. 1. Si disegni ad occhio la quarta parte di un quadrante, la terza parte di un ottante, la quinta parte di un sestante. d 8 2. Quanti gradi ha la quinta parte del quadrante, la quarta parte del sestante ? 3. Quanti gradi ha la nona, la quindicesima parte della periferia? § 16. Problemi. 1. Determinare la posizione di un punto, che abbia una data distanza e da due punti dati A, B (Fig. 10). — II punto cercato deye giacere nella linea circolare, che ha il centro in A e il raggio e, e in pari tempo nella linea circolare, che ha il centro in B e il raggio anche e; percio i punti d’intersezione X e Z delle due periferie corrispondono al problema proposto. Vi sono sempre due tali punti? Quesiti d’esercizio. 1. AB — 3 cm, e — 2 cm. 2. AB = 4 cm, e = icm. 3. AB = 36 mm, e = 18 mm. /1 t? / Fig. 10. B 4- c / \ u \ Fig. 11. 2. Determinare un punto, che abbia due distanze differenti da due punti C, D (Fig. 11), e precisamente sia p la distanza da C, q quella da JA. Quesiti d’esercizio. 1. CD = 5cm, p — 3cm, q=\cm. 2. CD = 3'5 etn, p = 2 cm, g = 3 cm. 3. CD = 36 mm, p = 15 mm, q = 21 mm. 4. Sopra una retta data determinare un punto, che abbia una data distanza da un punto dato e che sia situato fuori della retta. L’angolo. § 17. Genesi delTangolo. Definizioni. L’angolo b generato da una retta semilimitata AB (Fig. 12), che si fa rotare nel piano intorno alla sua estremita. Per angolo s’intende la porzione del piano deseritta dalla retta. La prima e 1’ultima posizione della retta mobile {AB, A C) si chiamano lati, Festromita (yl) dicesi vertice delFangolo. Un angolo si segna o mediante una lettera che si pone nella superficie angolare in vici- nanza del vertice, o mediante una lettera al vertice preponendovi il segno delFangolo; dun- que <£; w oppure A. Spesse volte per indi- care un angolo e necessario adoperare tre lettere, delle quali la prima e 1’ultima stanno presso ai lati. quella in mezzo sta al vertice; dunque <)C B A C', oppure C A B. Fig. 12. 9 La grandezza di un angolo non dipende gia dalla lunghezza dei lati, cioe e indifferente che essi sieno pid o meno lunghi; noi li possiamo sempre immaginare prolungati quanto si voglia (oltre B e L). Due angoli sono eguali, se possono venir sovrapposti in modo clie i lati di uno coincidano coi lati dell’altro. Altrimenti si dieono disuguali, come p. e. gli angoli x ed y (Fig. 20). Come si riconosce mediante la sovrapposizione di due angoli disuguali quale sia 1’angolo maggiore e quale il minore ? § 18. Rotazione a sinistra e a destra. Ogni retta semilimitata puo rotare nel piano intorno alla sua estremita in direzioni opposte. La retta semilimitata A i? (Fig. 12) puo rotare o verso l o verso r. La rotazione di AB verso l dicesi rotazione a sinistra (rotazione positiva), 1’altra cliiamasi rotazione a destra (rotazione negativa), e ci6 perche chi si trova sul piano orizzontale in A e guarda verso il punto B, ha l a sinistra, r a destra. — Quale rotazione fanno gli indici di un orologio ? § 19. Distinzione degli angoli. Due rette che partono da un punto formano due angoli; il minore di questi dicesi concavo, il maggiore convesso. Nella Fig. 12 1’angolo concavo w formato dalle rette AB ed A C, e che fu originato dalla rotazione a sinistra di AB verso A C , e indicato piu da vicino mediante la freccia curva; al contrario 1’angolo descritto dalla rotazione a destra di AB verso AL e un convesso. Quando in seguito si parlera di un angolo di due rette, s’intendera sempre il minore, cioe il concavo, a meno che non venga detto espressamente il contrario. -— Un angolo, i cui lati giacciono in P linea retta in direzione opposta, dicesi angolo diritto P S Q (Fig. 13); esso e generato da mezza rotazione della retta semilimitata. Tutti gli angoli diritti sono fra loro eguali; perche? L’angolo concavo 6 minore, 1’angolo convesso e maggiore di un angolo diritto. La meta di un angolo diritto dicesi angolo retto (ASB Fig. 14); esso e prodotto da un guarto di rotazione di una retta. Tutti gli angoli retti sono fra loro eguali; perche? S Fig. 13. Q Un angolo minore di un retto si chiama acuto, un angolo concavo maggiore di un retto e detto ottuso. {C O D Fig. 15). £ R S Fig. 14. 10 L’angolo descritto da una retta semilimitata in una completa rotazione dicesi angolo pieno. L’ angolo retto si segna sovente con II ; percio 1’angolo diritto e = 2 E, il pieno = 4 E. Nel disegno pratico per la costruzione meccanica di angoli retti, ci serviamo dei cosi detti „triangoli“; si dara piu tardi una costruzione geometrica dell’angolo retto (mediante il compasso e la riga). § 20. Differenza delle direzioni fra due rette semilimitate. Posizione normale ed obliqua. La grandezza di un angolo dipende esclusivamente dalle direzioni e non gia dalla lunghezza dei suoi lati. Due rette semilimitate, clie partono da un punto, lianno differenti direzioni-, 1’angolo concavo, clie esse formano, e la misura della differenza delle loro dire¬ zioni. Se esse formano un angolo diritto, lianno direzioni opposte. come SP ed S Q (Fig. 13). Se due rette, clie si tagliano, formano angoli retti, si dice che s’intersecano ad angolo retto od anche che Vuna e perpendicolare o normale alValtra. Nella figura 16 CD e perpendicolare a d A R od AB e perpendicolare a CD. Cio si scrive nel modo seguente: CD _L AB (si legge CD e per- G pendicolare ad AB) od AB _L CD. Da un punto di una retta non si puo inal- zare che una sola normale alla stessa; perche? Si badi di non scambiare il concetto „normale o perpendi- uolare“ col concetto „verticale o a piombo“. La direzione verticale e data da un filo, il quale 6 fisso ad un’estremita ed 6 teso da un corpo appeso liberamente all’altra estremita. Esempi per rette normali e verticali. J D Fig. 16. Fig. 17. Se due rette intersecantisi formano angoli acuti ed ottusi, si dice che una e obligua alValtra o che s’intersecano obliguamente, p. e. BF e G H (Fig. 17). § 21. Misura angolare. Nello stabilire la misura delPangolo si parte dalfangolo retto e lo s’immagina diviso in 90 angoli eguali, uno dei quali si chiama grado (°), piu esattamente grado angolare, per distinguerlo dal grado circolare. La 60. parte di un grado angolare dicesi minuto angolare o semplicemente minuto ('); la 60. parte di un minuto angolare e detta secondo angolare o semplicemente secondo ("). L’angolo retto ha quindi 90°, il diritto 180°, il pieno 360°. 11 Si . Q u e s i t i d’eseroizio. Di esprimano in gradi, minuti, secondi: 1. 1000", C 58294", 3. 201600", 4. 2420' 12", 5. 36-45°, 6. 7'36°, 7. 10f°, 8. 492f'. Si esprimano in gradi e in frazione decimale di grado: 9. 12° 45', 10. 61° 52' 30", 11. 48° 7' 30", 12. 106° 13'12" 13. 28° 6' 45", 14. 94° 0' 10". Si esprimano in secondi: 15. 360°, 16. 64° 49', 17. 57° 17' 45". 18. Slndichino quali fra i seguenti angoli sono acuti, ottusi, convessi: 135°, 75°, 210°, 36°, 324°, 160°, 270°, 100°. 19. Dati tre angoli x , y, z , espressi in misura angolare, e precisamente x y> z, calcolare le seguenti espressioni: x -f- y, x z, y z , x — y, x — z, y — z, * -f- V + *• P. e. x = 78° 5' 54", y = 56° 41' 19", 2 = 45° 12' 47". 20. Calcolare il doppio, il triplo, il quadruplo, il quintuplo di un angolo dato, p. e. di 22° 36' 48". 21. Calcolare la meta, il terzo, il quarto, il quinto di nn angolo dato, p. e. di 44° 15'. 22. Quanti gradi importano i seguenti angoli: Ji, >}*, ajs? 23. Misurare un angolo dato mediante un secondo angolo, p. e. a) 54" : 12°, b ) 180°: 22° 30', c) 142° : 9° 28'. 24. Quante volte sta nell’angolo pieno 1’angolo di a) 12°, b) 18°, c) 25°, d) 45° ? 25. Calcolare 1’angolo descritto in un dato tempo a ) dall’indice delle ore, l) dalPindice dei minuti di un orologio, p. e. in 4 ore e 15 minuti. § 22. L’angolo al centro e 1’arco corrispondente. Un angolo, il vertice del quale coincide col centro di un eercliio, si dice angolo al centro (AMB Fig. 18). L’arco giacente nella superficie ango¬ lare viene detto arco corrispon¬ dente alVangolo. Due angoli eguali si pos- sono sovrapporre 1’uno alFaltro in modo clie si coprano intera- Fig. 18. mente; se cio avviene, si copri- ranno anche gli archi corrispondenti descritti da raggi eguali, cioe nello stesso cerchio od in cerchi eguali ad angoli al centro eguali corrispondono archi eguali. Inversamente: Nello stesso cerchio o in cerchi eguali ad archi eguali corri¬ spondono angoli al centro eguali. Per mezzo di questo teorema il trasporto e la partizione di un angolo si riducono al trasporto ed alla partizione di un arco. 12 Problema. Trasportare un angolo dato, cioe costruire un angolo eguale ad un angolo dato. — Sieno AMB (Fig. 18) P angolo dato ed N C un lato delFangolo, clie devesi disegnare. Facendo centro in M ed N, si descrivino, con eguale raggio, gli arcbi AB e CD e s’immagini guidata la eorda AB e trasportata nella posizione CD. — Su che si basa la costruzione? Siccome tanto la periferia del cerchio quanto Pangolo pieno vengono divisi in 360 gradi, cosi ogni angolo ba tanti gradi quanti ne ha Parco go corrispondente. Cio si pu6 esprimere con maggiore esa- tezza cosi: Ogni angolo ha tanti gradi angolari quanti sono i gradi circolari conte- nuti nell’ arco corrispondente. Per rapportatore s’in- Q tende un semicerchio di car- tone, di ottone e simile, sul quale e riportata una divi- sione in gradi (Nella figura 19 la pid piccola porzione del semicerchio contiene 5 gradi). Esso serve a misurare e a trasportare angoli di un dato numero di gradi. Quesiti d’esercizio. 1. Si misuri un angolo dato col mezzo del rapportatore. 2. Si costruisca un angolo dato in misura angolare, p. e. di 54°, 72°, 130°, 215°. 3. Si trasporti un angolo col mezzo del rapportatore. 4. Si disegnino tre angoli, che formino assieme un angolo diritto e si misurino. Quanto importa la somma delle tre misure? § 23. Operazioni con angoli. Se e A OB = x (Fig. 20) e BOC = y, sar& A O C la somma degli angoli x ed y, cioe A O C = x -(- y. Se e inoltre DBF— x ed ESF — y, šara D SE la differenza degli angoli x ed y, cioe D SE = x — y. Come si ottiene un multiplo di un angolo dato? Per dividere un angolo in un dato numero di parti eguali, si divide un arco ad esso corrispondente nel numero prescritto di parti eguali e 13 si unisce poscia il vertice coi punti di divisione. — Dimezzare un angolo, bissettrice delFangolo. Quesiti d’esercizio. 1. Sono dati tre angoli x, y, z, e precisamente x > 2 />z; si costruiscano le seguenti espressioni: X + y, x-\-z, y + z, x — y, x — z, y — z, x-\-y + z. 2. Si costruisea il doppio, il triplo, il quadruplo, il quintuplo di un angolo dato. B. Si tenti a dividere un angolo dato in 2, 3, 4, 5, 6 parti eguali col eompasso o ad occhio. 4. Si disegni ad ocdhio un angolo retto (dividendo per meta un angolo diritto). 5. Costruisci i seguenti angoli: 1* t* 1* -1* 6. Si disegni una rosa dei venti e si dieno le normali alle seguenti direzioni: NE, S S O, ENE. 7. S’indiehino gli angoli fra le seguenti direzioni della rosa dei venti: NE ed SE, ENE ed ESE, OSO ed E, ENE ed ONO. § 24. Angoli adiacenti. Se si prolunga oltre il vertice un lato di un angolo, si ottiene un angolo adiacente ad esso; cosi FSG (Fig. 17) e 1’angolo adiacente ali’ <£_ESG e inversamente. Angoli adiacenti sono adunque due angoli, che hauno comune un lato e gli altri due giacciono in linea retta. La somma di due angoli adiacenti e un angolo diritto o d == 2 E. Se uno di due angoli adiacenti disuguali e acuto, l’altro šara ottuso (Fig. 17); se due angoli adiacenti sono eguali, ognuno e retto (Fig. 16). § 25. Angoli opposti al vertice. Se si prolungano oltre il vertice aiubidue i lati di un angolo, i prolungamenti formano 1’angolo opposto al vertice delFangolo dato; cosi FSH (Fig. 17) e F angolo opposto al vertice delFangolo ES G e inversamente. Angoli opposti al vertice sono dunque due angoli, nei quali i lati di uno sono i prolungamenti dei lati delFaltro angolo. Angoli opposti al vertice sono eguali, perclič generati dalla stessa rotazione; imperocche una retta illimitata rotando attorno ad un punto suo qualunque, descrive due angoli opposti al vertice; p. e. E F (Fig. 17) colla rotazione a destra genera i due angoli E S G, FSH, colla rotazione a sinistra" i due angoli ESH, FSG. § 26. Angoli complementari e supplementari. Due angoli, che in- sieme importano 90°, si dicono complementari e ciascuno di essi e detto complemento delFaltro. Due angoli, che assieme importano 180°, diconsi supplementari ed ognuno di essi b detto supplemento delFaltro. Angoli eguali lianno eguali complementi ed eguali supplementi e inversamente. (Juesito d’esercizio. Calcolare a) il complemento, t) il supplemento di un angolo dato, p. e. di 60°, 44° 19', 71° 32' 13". 14 JI C D > .<7 Fig. 21. Fig. 22. Le parallele. § 27. Definizioni. Due rette in un piano, clie per quanto si prolun- ghino non s’incontrano mai, si dicono parallele. Se AB e CD (Fig. 21) sono parallele, si scrive AB [| CD (si legge AB e parallela a CD). Dne rette parallele hanno direzioni eguali od opposte; cosi le direzioni di AB e CD sono eguali, al contrario le direzioni di CD ed E F sono opposte. Due rette in un piano, clie non sono pa¬ rallele, prolungate con- venientemente s’incon- trano in un punto, come NE e PQ (Fig. 22). Tali rette convergono verso il loro punto d’intersezione e divergono palFaltra parte. Sugli orli della tavola nera, di una parete si cerchino esempi di due rette parallele e di due rette intersecantisi. § 28. Proprieta fondamentali delle parallele. Dal concetto, che ei siamo formati delle rette parallele, possiamo riconoscere la verita del teorema seguente: Per un punto fuori di una retta non si pu6 con dur re che una sola parallela ad essa (1. Assioma delle parallele). Per il punto A (Fig. 23) non si puh guidare che una sola retta parallela alla retta BC, cioe la. DE; ogni altra retta che passa per A, p. e. F G, non 6 parallela a BC. Da questo assioma segue: a) Due rette j parallele ad una ter za sono fra loro parallele. Se e H J || MN e K L || MN (Fig. 24), dev'essere anche H J || K L. Infatti, se H J non fosse parallela a K L, queste due rette convenientemente prolungate dovreb- bero incontrarsi in un punto S, e per questo punto passerebbero due parallele alla retta MN, ci6 che e impossibile. b) Se due rette sono fra loro parallele ed una viene intersecata da una terza, questa deve intersecare anche n jf M Fig. 23. Fig. 24. 15 L’ a 1 ir a. — Se e D E [| B C (Fig. 23), ed F G interseea la retta D E, la F G (leve intersecare anche la BC , altrimenti pel punto d’intersezione A passerebbero dne parallele alla retta BG, cio che non e possibile. § 29. Angoli corrispondenti, alterni, conseguenti. Una retta, cbe interseea due o piu altre rette, e detta trasversale delle stesse. Due rette tagliate da una trasversale (Fig. 25 o 26) danno origine ad otto angoli, di cui quelli che giaeciono fra le rette interseeate diconsi interni (p, g, r, s), mentre gll altri sono detti esterni (m, n, v, u). Un angolo esterno ed uno interno, cbe non hanno il vertice comune e giaeciono dalla stessa parte della trasversale, diconsi angoli corrispon¬ denti; p. e. m ed r, n ed s, p ed u, g e v. Due angoli interni o due esterni, che non hanno il vertice comune e giaeciono da parti opposte della trasversale, diconsi angoli alterni; p. e. to- ed u, n e v, p ed r, g ed s. Due angoli interni o due esterni, che giaeciono dalla stessa banda della trasversale, si dicono conseguenti; p. e. m e v, g ed r, n ed u, p ed s. Si determinino per esercizio angoli corrispondenti, alterni, conseguenti. § 30. Teoria delle parallele. Gli angoli formati da due rette intersecantisi rimangono invariati, se una di esse si sposta parallelamente a sh stessa (2. Assioma delle parallele). Se AB (Fig. 26) si muove parallelamente a se stessa sino a che giunga nella posizione CD , sani <3- m = r. n — s, p — u , g — v, cioe: Due angoli corrispondenti sono eguali. Gli angoli corrispon¬ denti sono disuguali, se le rette AB e CD non sono parallele (Fig. 25). Se, nella fig. 26, la retta A B si muove parallelamente a se stessa, 1’ to viene al pošto deli’ r e quindi diventa opposto al vertice deli’ percio dev’essere = come pure n = v, p — r, q = s, cioe: Due angoli alterni sono eguali. Nella Fig. 25 queste eguaglianze non possono aver luogo. 16 Se, nella fig. 26, AB si muove parallelamente a se stessa sino a clie giunga nella posizione CD , gli angoli m & v diventano adiacenti; percio dev’essere m -f- v = 2 R ; parimente n u — 2 R, p s —2 R, q r = 2 i?, ciož: Due angoli conseguenti sono supplementari. Cio non puo aver luogo, se A B e CD non sono parallele (Fig. 25). Risnlta adunque clie: a) Rette parallele formano con ogni trasversale angoli corrispondenti eguali, angoli alterni eguali ed angoli conseguenti supplementari. b) Se due rette formano con una trasversale angoli corrispondenti eguali od angoli alterni eguali od angoli conseguenti supplementari, esse sono parallele. Problemi. 1. Si conduca per un punto la parallela ad una retta data. — Si conduca per il punto dato A (Fig. 27) una retta A D, clie intersechi in D la retta data RC e si faccia 1’ <$iEAD = BDA- A E b parallela a BC. Come si costruirebbe la paržtllela, facendo uso degli angoli corrispondenti? Per oostruire meccanicamente le parallele si adoperano i „triangoli K . 2. Si costruiscano due rette intersecantisi, che sieno parallele ai lati di un angolo dato e si espongano le relazioni esistenti fra i quattro angoli in tal modo ottenuti e l’angolo dato ( angoli delle parallele). Quesito d’esercizio. Dato uno degli angoli nella fig. 26 calcolare tutti gli altri; p. e. a) m = 7o°, b) n = 114° 17' 38". 3 Ji - /\ , / \ / / \ / 1 _^ / n I Fig. 27. J) Fig. 28. § 31. Proprieta delle normali. Applicando alle normali la teoria delle parallele, risultano i seguenti due teoremi: a) Due rette perpendicolari ad una terza, sono fra loro parallele. Se e CD )_AB ed EF ±_AB (Fig. 28), gli angoli corrispondenti A CD e C E F sono eguali; perclie ? Percio le rette CD ed EF sono parallele. b) Se due rette sono fra loro parallele ed una b per- pendicolare ad una terza, lo e anche l’altra. Infatti, se la 17 retta CD, normale alla AB, si sposta parallelamente a se stessa, sino a che giunga nella posizione E F, in base al secondo assioma delle parallele dovra essere E F _L AB. II triangolo. § 32. Definizioni. Se si uniscono con rette tre punti, clie non giacciono in linea retta, si ottiene una figura piana, che si cliiama tri¬ angolo (ABC Fig. 29). I segmenti AB, punti A, B, C vertici del triangolo. Ogni due lati formano un angolo del triangolo. La somma dei lati dicesi perimetro e la porzione del piano limitata da essi dicesi superjicie del triangolo. Ad ogni lato del triangolo si oppone un angolo, ad ogni angolo si oppone un lato ( elementi opposti ), come A B e d <£; C. I lati del triangolo ABC si segnano so- vente mediante le lettere a, b, c, cosi clie agli elementi opposti corrispondono lettere eguali. Accanto ad ogni lato del triangolo giacciono due angoli, che si cliiamano angoli adiacenti a quel lato, p. e. al lato AB o c sono adiacenti gli angoli A e B. Ogni angolo del triangolo e formato da due lati e si chiama angolo racchiuso da quei lati, mentre questi vengono detti lati racchiudenti, p. e. A e 1’angolo racchiuso dai lati b e c. Un lato qualunque del triangolo, il pid delle volte 1’orizzontale, viene prešo quale base e il vertice opposto ad esso quale vertice dello stesso. La normale abbassata dal vertice sulla base (o sul prolungamento di essa) si chiama altezza del triangolo. Cosi, rispetto al lato A B quale base C b il vertice e CD 1’altezza. Se si prolunga un lato di un triangolo, il prolungamento forma col lato attiguo un angolo esterno; come p. e. d, e, f nella fig. 32 sono angoli esterni per distinguerli dagli angoli del triangolo, che appunto percio diconsi anche angoli interni. Ogni angolo esterno e un angolo adiacente ad uno degli angoli interni. § 33. Relazioni fra i lati. a) Dalfassioma che la retta e la via piti breve fra due punti segue che ogni lato del triangolo, anche il maggiore, b minore della somma degli altri due lati, p. e. c < a -)- 6 (Fig. 29). Dunque: Ogni lato di un triangolo e minore della somma degli altri due lati. HoSevar-Postet, Manuale di geometria por il Ginnasio inf. 2. ediz. A C, BC si dicono lati, i C 2 18 b) Se nel triangolo ABC (Fig. 29) ne a ne l e maggiore di c, dev’ essere certamente c > b — a. Se si fanno rotare il lato a intorno al punto B verso sinistra e il lato b intorno al vertice A verso destra sino a c h e questi due lati vadano a sovrapporsi al terzo lato c (Fig. 30), si vedra che b a > c — b e b>c — a. Dunque ogni lato di us triangolo b maggiore della diffe- renza degli altri due lati. Q ne siti d’e s er cizi o. 1. Si ealcoli il perimetro di un triangolo, di cui sono dati i tre lati, p. e. a = 8'7 cm, b = 6'5 cm, c = 4‘8 cm. 2. Dati il perimetro e due lati di un triangolo, calcolare il terzo lato, p. e. p = 38’0 cm, a = 15 6 cm, b — 10'4 cm. 3. Dati due lati di un triangolo, si ealcolino tutti e valori che puo avere il terzo lato. a) a — 16 cm, ž = 9 cm; b) b = a — 1 m. § 34. Relazioni fra gli angoli. a ) Se si prolunga il lato AB del triangolo ABC (Fig. 31) oltre al vertice B e si guida B E || A C, ognuno dei lati AB e, B C si puo considerare quale trasversale delle parallele A C e BE-, percid dev’essere <^DBE=BAC = m, <£EBC = ACB=p. Indicando inoltre con n 1’ <^ABC, e considerando che gli angoli m, n, p col vertice comune in B formano assieme un angolo diritto, si avra: m -J- n -\-p = 2 R, ciod: La somma degli angoli di un triangolo eegualeadue retti, ovvero a 180°. Dalla figura 31 e chiaro che <£. CBD = m -\-p] percio: Ogni angolo esterno di un triangolo b eguale alla somma dei due angoli interni ad esso n on adiacenti; da cio segue che 1’angolo esterno e maggiore di ciascuno degli angoli interni ad esso non adiacenti. b) Se si prolungano nel mede- simo senso tutti i lati del triangolo -p (Fig. 32), si ottengono i tre angoli esterni. Questi formano cogli angoli interni tre paia di angoli adiacenti ovvero 67?; togliendo gli angoli interni = 'žil, risulta che: La somma degli angoli esterni di un triangolo e eguale a quat- tro retti: d -j - b = 4 R. 19 Fig. 32. Riguardo ai lati si Un triangolo si dice X Quesiti d’esercizio. 1. Dato un angolo di un triangolo, oaloolare la somma degli altri due. a) a = 90°, b) b = 124°, c) c = 73° 15', d) m = G0° 51' 25". 2. Dati due angoli di un triangolo, caleolare il terzo. a) m = 78° 18' 11". » = 53° 17' 37"; b) m = n = 62° 15'. 3. Dati due aDgoli esterni di un triangolo, caleolare gli angoli interni, a) d =120°, e = 135° (Fig. 32); b) e = 133° 48',/=136° 12'. § 35. Distinzione dei triangoli riguardo ai lati. distinguono triangoli scaleni, isosceli, equilateri. scaleno, se ha i tre lati p disuguali (ABC, Fig. 29) j isoscele, se ha due lati eguali (D E F, Fig. 33); eguilatero, se tutti i lati sono fra loro eguali ( HJK , Fig. 34). Nel triangolo isoscele il lato disuguale DE di- cesi comunemente base. Problemi: 1. Sopra una retta, quale base, si costruisca un tri¬ angolo isoscele. (§ 16, probl. 1.) P. e. DE— 3 cm, DF=EF=kcm. 2. Si costruisca un triangolo equilatero il cui lato sia di 4 cm. § 36. Distinzione dei triangoli riguardo agli angoli. Dal teorema sulla somma degli angoli di un triangolo segue che ogni triangolo ha almeno due angoli acuti; il terzo angolo puo essere acuto od anclie retto od ottuso. Allora il triangolo d detto C c rispettivamente acutan- golo, rettangolo, ottus- angolo. Un triangolo si - dice rettangolo, se ha J/ un angolo retto (ABC, Fig. 35. Fig. 36. Fig. 35). I lati (AB & BC) che racehiudono 1’angolo retto (B) si dicono cateti ; il lato (A C) opposto alhangolo retto e detto ipotenusa del triangolo. Per altezza di un triangolo rettangolo s’intende in via ordinaria quella che corrisponde all’ipotenusa come base. — Quanto iinporta la somma degli angoli adiacenti all’ipotenusa ? 2 * 20 Un triangolo, in cui nessun angolo e retto, si chiama obliquangolo, e precisamente cicutangolo, se non ha che soli angoli acnti; ottusangolo, se ha un angolo ottuso. Come e disposta 1’altezza del triangolo ottus¬ angolo ABC (Fig. 36) rispetto alla base AB o BC? Un triangolo, in cui un angolo d eguale alla somma degli altri due, e rettangolo ; perche ? Problemi. 1. Si costruisea un triangolo rettangolo isoscele. 2. Si costruisea un triangolo ottusangolo isoscele. Quesiti d’esercižio. 1. Dato il perimetro (p = 124cro) e la base (6 = 54 cm) di un triangolo isoscele, calcolare uno dei lati eguali. 2. Dato il perimetro (p = 78 cm) ed uno dei lati eguali (c = 29 cm) di un tri¬ angolo isoscele, calcolare la base. 3. Dato un angolo acuto di un triangolo rettangolo, calcolare l’altro angolo acuto e gli angoli esterni presso l’ipotenusa. a) 36°, b) 19° 9' 30". 4. Se nel triangolo A B C 1’ <£. A = 74°, 1’ AC. Se lo levo, lo rivolto e lo pongo in modo che 1’angolo C ritorni novamente al pošto di prima, allora 1’angolo m diventa esterno del triangolo (A) B D ; percio m>n, cioe: *) Si tagli in cartone un triangolo isoscele, e, collocatolo sulla tavola nera se ne disegni uno eguale passandovi il gesso lungo i suoi lati; poi si rivolti quel triangolo di cartone. 21 In ogni triangolo a lati disuguali si oppongono angoli disuguali, e precisamente al lato maggiore F a n g o 1 o m a g g i o r e. I due teoremi ora enunciati intorno alle relazioni clie batino luogo fra gli elementi opposti del triangolo si possono invertire nel modo seguente: c) In ogni triangolo ad angoli eguali si oppongono lati eguali; imperocelie se i lati fossero disuguali, essi non potreb- bero opporsi ad angoli eguali. Si mostri Fesattezza di questo teorema anche rivolgendo il triangolo. d) In ogni triangolo ad angolidisugualisioppongono lati disuguali, e precisamente alFangolo maggiore il lato maggiore. Corollari: Nel triajigolo rettangolo 1’ipotenusa e il lato maggiore. Nel triangolo ottusangolo alFangolo ottuso si oppone il lato maggiore. -(D N /' / <7 / 7 \\ // \\ JL _^ § 38. Problemi. 1. Costruire un angolo di 60°. — Per risolvere il problema si costruisca un triangolo equilatero (Fig. 39). 2. Costruire un angolo di 120°. — Si co¬ struisca F angolo adiacente alFangolo di 60°. 3. Dividere un angolo diritto in tre parti / eguali. 4. Costruire un an¬ golo retto (I. Modo). — Si costruisca un triangolo equilatero ABC (Fig. 40), si prolunghi il lato BC, sul prolungamento si faccia Ji' ^ - g - —*ji CD — BC e si unisca poscia mediante una retta il punto D col punto A. Essendo x = 60° ed x = 2 z, percbe angolo esterno, šara z = 30°; percib <^B AD = x-\- z = 90°. 5. Dali’ estremita di una retta inalzare a questa la normale (I. Modo) — Questo problema ha, lo stesso significato del precedente. Quesiti d’esercizio. 1. Dato un angolo a) alla base (p. e. di 34° 18'), b) al vertice (p. e. di 90°) di un triangolo isoscele, calcolare gli altri angoli. 2. Dato l’angolo esterno a) alla base (p. e. di 100°), b) al vertice (p. e. di 105°) di un triangolo isoscele, calcolare gli altri angoli esterni e gli angoli interni. 3. Nel triangolo ABC sia A C = B C e <£. C= 38° 28', inoltre .4 D J_ C; quanto importa ciascuno degli angoli B AD, C ADI Fig. 40. § 39. Distanza di un punto da una retta. Fra il punto A ed una retta Al N (Fig. 41) si pub tirare un numero infinito di rette; fra queste, ve n’ha una sola che cade perpendicolarmeute alla retta MN Infatti, 22 se e AB _|_ MN e se >1 C e una retta qualunque, nel triangolo rettangolo ABC 1’angolo ABC b retto e 1’angolo ACB e acuto, quindi AB<^AC (§ 37, d), cioe: La normale e la piu breve fra tutte le rette condotte daunpuntoad una retta da ta; essa si chiama percio distanza del punto dalla retta. § 40. Costruzione della tangente al cerchio. Se dall’estremita A del raggio MA di un cerchio (Fig. 42) s’inalza la perpendicolare TU, la MA šara la piu breve di tutte le rette condotte dal centro M alla retta T U ; percio ogni altro punto della retta T U, ad eccezione del punto A, giacera fuori del cerchio; quindi la retta TU ha comune col cerchio un punto solo, ovvero essa e tangente al cerchio, cioe: La perpendicolare inalzata dalFestremita del raggio e tangente al cerchio. § 41. L’angolo nel semicerchio. Un angolo, il cui vertice giace nella periferia di un cerchio ed i cui lati passano per 1’estremita di un diametro, dicesi angolo nel semicerchio, p. e. 1’ B A C (Fig. 43). Se si tira il raggio MA, si ottengono due triangoli isosceli A MB ed A M C, in cui gli angoli segnati colle stesse lettere sono eguali. Dalla figura suddetta si rileva che 1’angolo B A C e eguale alla somma degli altri due angoli del triangolo ABC, percio e retto, dunque: L’angolo nel semicerchio e un retto. Corollario: Il diametro e la massina corda del cerchio (§ 37, d). 23 Problemi. 1. Costruire un augolo retto (II. Modo). — Si costruisca un angolo nel semicerchio. 2. Dalla eštremita di ima retta s’inalzi la perpendicolare alla stessa (II. Modo). — Se MS (Fig. 44) h la retta data ed A il suo punto estremo, si scelga un punto M in modo che un cerchio, descritto intorno a questo punto con raggio eguale ad A M, intersecbi la retta data p. e. nel punto B ; si conduca poscia il diametro SC e si unisca il punto C col punto A mediante la retta A C; questa e la perpendicolare domandata. B r> / j k / / M 1 P Fig. 45. d \ ^B L’asse di simiuetria dei segmenti rettilinei. § 42. Definizioni, proprieta deliasse di simmetria. Se due punti A e S, giacciono rispetto alla retta illimitata PQ (Fig. 45) in modo che la retta limitata AB venga dimezzata dalla PQ, e sia perpendicolare a questa, si dice, che i punti A e B sono simmetrici rispetto alla retta PQ, la quale e chiamata asse di simmetria della retta A B. Cii> vuol dire che, se si rivolta uno dei due piani, limitati dalla PQ, intorno a questa retta, preša quale asse, fino a che yada a cadere sopra 1’altro piano semilimitato, i punti A e B coincideranno. a) Ogni punto delFasse di simmetria dista egualmente dalle due eštremita della retta. Infatti se C h un punto qualunque della retta PQ, girando il triangolo A M C attorno a PQ si pub fare che esso vada a coprire il triangolo BMC e allora šara A C = BC. (Si adoperi un modello.) h) Ogni punto, che giace fuori delFasse di simmetria, ha distanze disuguali dalle due eštremita della retta ed e piti vicino a quella eštremita, la quale si trova conesso dalla stessa parte delFasse di simmetria. Infatti, se h e un punto qualunque, che con A giace dalla stessa parte di PQ e sc C e il punto d’intersezione delle rette BD e PQ, šara: BD = BC + CD = AC + CD>AD; perche? Inversioni: c)Ognipunto, che dista egualmente dalle eštremita di una retta, giace nel F asse di simmetria della stessa. d) Ogni punto, che ha distanze disuguali dalle estre- mita di una retta, giace fuori delFasse di simmetria della stessa. 24 x'c \ JI \r , JI •*<- -\B_ 4 J) \ Fig. 46. § 43. Problemi. 1. Si costruisca 1’asse di simmetria di uua retta data. — Basta trovare due punti delTasse di simmetria; perche? Percio dalle due estremita A e B della retta data (Fig. 46) si descrivano con raggio eguale due archi cbe s’inter- sechino; la retta che unisce i punti d’inter- secazione C e D e Tasse di simmetria cercato. (§ 16, 1.) 2. Si dimezzi una retta data. — Veggasi il problema precedente. 3. Si determini un punto cbe sia simmetrico ad un punto dato rispetto ad una retta data. — Siccome la distanza di un punto qualsi- voglia P delTasse dato (Fig. 47) dal punto B, cbe si cerea, dev’essere eguale alla distanza di P dal punto A dato, cosl B giacera nell’ arco circolare, che si descrive centrando in P con raggio PA ; parimenti B giacera nelTarco descritto centrando in un altro punto qualunque Q delTasse con raggio QA. Percio Tintersezione dei due archi šara il punto B cercato. 4. Da un punto di una retta data inalzare una normale alla mede- sima. — Siano M N la retta data ed A il punto dato in essa (Fig. 48). Partendo da A si prendano, dali’una e dalTaltra parte sulla retta MN, Fig. 47. JI B A Fig. 48. X Jl- X Fig. 49. due segmenti eguali AB = AC e si costruisca Tasse di simmetria della retta BC. Essendo A un punto gia dato di questo asse, non rimane altro che determinare ancora un altro punto D dello stesso, il che si ottiene facendo BD = CD; allora šara A D X M N. 5. Da un punto situato fuori di una retta abbassare la perpendicolare alla medesima. — Sieno MN la retta data ed A il punto dato (Fig. 49). 25 Fatto centro in A si descriva un arco, che intersechi MN in B e C, e si costruisca F asse di siinmetria della retta B C ; allora šara AI) J_ M N. Oppure si determini il punto B (Fig. 47) in modo che sia simmetrico al punto A dato, rispetto alla retta data PQ; allora šara AB ±PQ. Quesito’d’eseroizio. Sopra una retta, preša quale diametro, si costruisca un cerchio. § 44. II cerchio circoscritto ad un triangolo. Nel triangolo ABC (Fig. 50) si costruiscano gli assi di simmetria DE ed F G dei due lati AB e B C. II punto d’intersezione O degli stessi, siccome giace nelFasse D E, dista egualmente da A e da B, e siccome giace nelFasse EG, dista egualmente da N e da (7; dunque esso dista egualmente anche da 4 e da C, e giace quindi nelFasse di sim¬ metria H J del terzo lato AC-, cioe: I tre assi di simmetria dei 1 a t i d i u n t r i a n g o 1 o s’ i n t e r- secano in un punto, che dista egualmente dai tre verticil’ Questo punto e il centro di un cerchio, che passa per i tre vertici de. triangolo dato e che si chiama cerchio circoscritto al triangolo. Problema. Si circoscriva un cerchio ad un triangolo dato. — Si distinguano tre časi, secondo che il triangolo dato b acutangolo, ret- tangolo, ottusangolo. IPasse di simmetria delFangolo. § 45. Definizione. Proprieta delFasse di simmetria. La linea, che dimezza un angolo, e detta anche asse di simmetria dello stesso. Cio vuol dire che se si rivolta Fangolo /1 S C (Fig. 51), intorno alle bisset- trice SC, preša quale asse, i lati S A ed j SB delFangolo ASB coincideranno. a) Ciascun g _ punto delFasse di simmetria di un angolo dista egualmente dai lati del mede- Fig. 51. Fig. 52. 26 simo. Se supponiamo che sia <£ A SC = BSC, CA J_ e C B J _SB (Fig. 51), possiamo far rotare i suddetti angoli attorno alla retta SC sino a che 1’uno vada a coprire 1’altro. In tal caso coincideranno non soltanto i lati S A ed S B, ma anche le normali CA e C B, perche da un punto non si pud abbassare che una sola perpendicolare ad una retta (§ 39); percio C A = C B. (Si adoperi un modello.) b) Ogni punto, che giace fuori delFasse di simmetria di un angolo, ha distanze disuguali dai lati dello stesso, ed e precisamente piu vicino a quel lato, che con esso si trova dalla medesima parte delFasse di simmetria. Per dimostrare che p. e. pel punto D (Fig. 52) e B D > D E, si cali da C (punto d’intersezione delFasse di simmetria colla retta B D) la C A perpendicolare a d SE, e šara: BD = BC+CD = AC + CD>DA>DK Inversioni: c) Ogni punto, che dista egualmente dai lati di un angolo, giace nelFasse di simmetria del medesimo. d) Ogni punto, che ha distanze disuguali dai_ lati di un angolo, giace fuori delFasse di simmetria del me¬ desimo. § 46. Problemi. 1 . Si costruisca 1’asse di simmetria di un angolo dato. — Centrando nel vertice S delFangolo dato (Fig. 53) si descriva un arco, che intersechi i lati nei punti A e B ; slmmagini guidata poscia la corda AB c se ne co- J J) / 7 x f/ J struisca 1’asse di simme¬ tria; si ottiene <ž^ASC = BSC. Si dimostri me- diante sovrapposizione. 2. Si dimezzi un an¬ golo dato. — Ha lo stesso significato del problema precedente. Fig. 54. 3. Si costruisca un angolo di 30°. — Si disegni un angolo di 60° e lo si dimezzi. 4. Si divida un angolo retto in tre parti eguali. — Sia BAC (Fig. 54) 1’angolo retto dato; centrando in A si descriva 1’arco BC, poi collo stesso raggio centrando in B 1’arco A D e finalmente in C Farco A K 5. Si costruisca un angolo di 15°. 6. Si costruisca un angolo di 45°. Si disegni un angolo retto e lo si dimezzi, oppure si faccia la somma 30° + °. 27 Quesitid’ eseroizio. 1. Costruire i seguenti angoli: a) 150°, b) 165°, c) 75°, d) 105°. 2. Si divida un angolo diritto a) in 4, b ) in 6 parti eguali. 3. Si divida un angolo retto a) in 4, b) in 6 parti eguali. 4. Si divida un angolo retto in 8 parti eguali. • 3 15 5. Si costruiscano i seguenti angoli : a ) — R, b) 1— R, c) — R. 4 o b § 47. II cerchio iscritto in un triangolo. Se nel triangolo ABC (Fig. 55) si costruiscono gli assi di simmetria AMe B M dei due angoli A e B, questi s’intersecano in un punto M, il quale dista egualmente dai tre lati; perche? Dunque il punto M giace anche nelFasse di simmetria del terzo angolo C; eioe: I tre assi di simmetria de- gli angoli di un triangolo slnter- secano in un punto, clie dista egualmente dai tre lati. Questo punto e il cent.ro di un cerchio, che tocca i tre lati del triangolo dato e si dice cerchio iscritto nel triangolo. Problema. Si iscriva un cerchio Fig. 55. in un triangolo dato. Congruenza dei triangoli. § 48. Definizioni. Due figure possono venire confrontate fra loro tanto riguardo alla loro forma che alla loro grandezza. Figure, che hanno eguale forma, ma grandezza differente, si dicono simili (CV)); figure, che hanno eguale gran¬ dezza, ma forma differente, si di¬ cono equivalenti (=), e figure di ^ forma e grandezza eguali, si chia- mano congruenti (£^). Due figure congruenti dif- feriscono solo riguardo alla loro posizione: esse possono venir J sovrapposte in modo che si coprano perfettamente. La fig. 56 mostra quattro triangoli congruenti, collocati in differenti posizioni. Per fare che due di quei triangoli si coprano, si deve spostarne uno parallelamente e, se occorre anche, girarlo nel piano, oppure lo si dovra levar fuori dal piano e rivoltare. Quali movimenti si deve impri- C 28 mere al triangolo I, affinche vada a coprire ciascuno dei triangoli II, III, IV? Si spieglii mediante un modeljo. Se due figure congruenti vengono sovrapposte, quei lati e quegli angoli che coincidono si dicono elementi omologhi ; nella fig. 56 essi vengono segnati colle stesse lettere. § 49. Problemi indeterminati intorno al triangolo. I lati e gli angoli sono i cosi detti elementi perimetrici del triangolo; essi dipendono talmente uno dall’altro, che, conoscendone alcuni, si possono determinare anche gli altri, cioe si puo costruire un triangolo, unendo convenientemente alcuni elementi dati. Problemi: 1. Costruire un triangolo, dato a) un lato, b) un an- golo dello stesso. — Problema indeterminato. 2. Costruire un triangolo, dati a) due lati, b) un lato ed un angolo adiacente, c) un lato e 1’angolo ad esso opposto, d) due angoli. Dati due lati a e b (Fig. 57) del triangolo, si prenda BC = a come base, e fatto centro in C con raggio b si descriva un arco; siccome ciaseun punto di questo arco puo riguardarsi quale vertice del triangolo, cosi il problema proposto b indeterminato, perche coi dati elementi si puo ottenere un numero infinito di triangoli, i vertici dei quali giaceranno in una linea circolare ( luogo geometrico dei vertici). Percio il triangolo non e determinato da due soli lati. La fig. 58 corrisponde al caso c), se sono dati cioe un lato a e 1’angolo ad esso opposto. Anche questo problema e indeterminato. Analogamente si puo riconoscere 1’indeterminatezza anche dei problemi b ) e d). Si vede dunque che un triangolo non h determinato da due soli elementi. 3. Costruire un triangolo, dati tre angoli. Dal teorema sulla somma degii angoli del triangolo segue che, dati due angoli, il terzo e gia determinato; percio il problema proposto o e determinato ad esuberanza, e cio se la somma degii angoli dati 6 differente da 180° e la costruzione di un triangolo cogli elementi dati e in tal caso impossibile, oppure e indeterminato e coincide col problema 29 d) gia eonsiderato, e ci6 se la somma degli angoli dati 6 = 180°. A quale condizione devono sodisfare dunque due angoli, affinchš si possa con essi costruire un triangolo? Da quanto e stato detto fin qni si conclude che per costruire un triangolo devono essere dati piit di due elementi e fra questi ci dev’essere almeno un lato, e cio affinche il problema sia determinato. § 50. Prima costruzione del triangolo. Costruire un triangolo, dati un lato a e i due angoli ad esso adiacenti m ed n (Fig. 59). Si faccia BC — a e si trasportino su questa retta, preša qnale lato, gli angoli m ed n. Ai dati di sopra non corrisponde che un solo triangolo, vale a dire se cogli elementi medesimi se ne costruisce un altro, questo non differira dal primo che per la posi- zione. Da cio segue il : I. caso di congru- enza: Due triangoli sono congruenti, se hanno rispettivamente eguali un lato e i due angoli ad esso adiacenti. Quesiti d’esercizio. 1. a = G‘2 cm, m = 72°, n = 48°. 2. a = 5'1 cm, m = 105°, n = 32°. 3. Si trasporti un triangolo mediante un lato e i due angoli ad esso adiacenti. § 51. Seconda costruzione del triangolo. Costruire un triangolo, dati un lato a, un angolo adiacente m e 1’angolo opposto n (Fig. 60). Si faccia BC — a, CB A — m, <^C ABD = n, si guidi CA || BD. — Il triangolo e determinato in modo unico dagli elementi dati, cioe se con essi ne costruisco un altro, questo non differira dal primo che per la posizione. Da cid segue il: II. caso di congru- enza: Due triangoli so¬ no congruenti, se hanno rispettivamente eguali u n lato, un angolo adiacente e l’a n golo opposto. I due teoremi precedenti si possono compendiare nel modo seguente: Due triangoli sono congruenti, se hanno un lato e due angoli omologhi rispetti- vamente eguali. Quesiti d’esercizio. 1. a — 4'5 cm, m = 68°, n = 60°. 2. a = 7'0 cm, m = 45°, n = 100°. 30 § 52. Terza costruzione del triangolo. Costruire un triangolo, dati due lati a e b e 1’angolo n da essi racchiuso (Fig. 61). Si faccia BC = a, <3C BC A = n e C A — b. III. caso di congruenza: Due triangoli sono congru- cnti, se hanno rispettivamente eguali due lati e Fangolo da essi racchiuso. Q u e s i t i d’esercizio. 1. o = 6'7 cm, b — 4'3 cm, n = 40°. 2. Si trasporti un triangolo mediante due lati e Fangolo da essi racchiuso. § 53. Quarta costruzione del triangolo. Costruire un triangolo, dati due lati a e b e Fangolo m opposto al lato maggiore a (Fig. 62). Si faccia <^B AC — m, A C — b e fatto centro in C con raggio = a si descriva un arco, che intersechi in B Faltro lato delFangolo dato. IV. caso di congruenza: Due triangoli sono congru- enti, se hanno rispettivamente eguali due lati e Fangolo opposto al lato maggiore. Quesiti d’esercizio. 1. a = 4'7 cm, b = 3‘2 cm, m = 54°. 2. a = 7'3 cm, b = 2'9 cm, m = 120°. § 54. Qmnta costruzione del triangolo. Costruire un triangolo, dati i tre lati a, b, c (Fig. 63). Si faccia BC — a, e si descrivano due archi centrando in C e in B coi raggi c e b. A quale condizione devono sodisfare i tre lati, affinche gli archi s’intersechino ? — I due triangoli ABC ed A 1 BC risultanti sono congruenti. Si ottiene dunque un solo triangolo deter- minato. Da ci6 segue il: V. caso di congruenza: Due triangoli sono congru¬ enti, se hanno tre lati ri¬ spettivamente eguali. 31 Q u e s i t i d’esercizio. 1. a = 6'8 cm, b = 5'7 cm, c = 4'6 cm. 2. a — 2'7 cm, b = 6'4 cm, c = 5'5 cm. * Si trasporti un triangolo mediante i tre lati. § 55. Šesta costruzione del triangolo. Costruire un triangolo, dati due lati a e b e Fangolo n opposto al lato minore b (Fig. 64). Si faccia ABC = n, BC — a e fatto centro in C si descriva un arco con raggio b. Ora possono aver luogo tre differenti časi, secondo che il lato b e mag- giore, eguale o minore della normale CA, ab- bassata da C sulFaltro lato delFangolo B. 1. Se e b B C t§ 42, b). Inversamente: Fig. 65. 32 b) Se in un triangolo, rimanendo invariati due lati, cresce il terzo lato, cresce anche 1’a n golo ad esso opposto. Infatti, ad un angolo decrescente, dovrebbe corrispondere pel teorema precedente, nn lato opposto decrescente; e ad nn angolo che rimane invariato? I triangoli particolari. § 57. II triangolo isoscele. Sia ^4-8(7 (Fig. 66) un triangolo isoscele (A C = B C) e CD sia Tasse di simmetria deli’angolo al vertice. Se c’immaginiamo che il triangolo roti attorno alla retta CD , B coincidera con A, A con B ; perche ? Percio C D šara anche 1’asse di simmetria della base AB, e come tale dovra cadere perpendicolarmente alla stessa; cioe: Nel triangolo isoscele Tasse di sim¬ metria delTangolo al vertice, Tasse di simmetria della base e 1’altezza coin- cidono in una stessa retta. Due figure, le quali come i triangoli ACD e BCD rivolgendole attorno ad una retta, vanno a coprirsi, si dicono simmetriche rispetto a questa retta. Ogni figura, che da una retta puo venir divisa in due parti simmetriche, chiamasi figura simmetria e la retta dicesi asse di sim¬ metria o brevemente asse. Dunque il triangolo isoscele 6 una figura simmetrica. Fig. 66. Quesiti d’esercizio. Si costruisca un triangolo isoscele dati: 1. la base ed un angolo ad essa adiacente, AB = 3 cm, A — 70°; 2. la base e 1’angolo al vertice, AB = 5cm, (7=90°; 3. uno dei lati eguali e 1’angolo adiacente alla base, AC=6cm , A = 72°• 4. uno dei lati eguali e l’angolo al vertice, BC =62 mm, (7=36°; 5. la base ed uno dei lati eguali, AB — 4 cm, A C = 3 cm. § 58. II triangolo rettangolo. a) L/ipotenusa del triangolo rettangolo e il di a metro del cerchio ad esso circoscritto. Infatti, se dalTangolo retto A (Fig. 43) si leva via uno dei due angoli acuti x, rimane quale residuo Taltro angolo acuto z; perche? Percio i triangoli ABM ed ACM sono isosceli, quindi MA — MB = MC. b) I vertici degli angoli retti di tutti i triangoli rettangoli che hanno comune 1’ipotenusa giacciono nella linea circolare, ildiametro della quale e Tipotenusa stessa (luogo geometrico dei vertici). c) Se, rimanendo costante Tipotenusa di un triangolo rettangolo, n n cateto aumenta, Taltro dimi n u is c e. 33 JJ A Infatti, costruendo 1’asse di simmetria MN della retta CC 1 (Fig. 67), šara BC 1 ^>BC, a contarrio A C\ C F, dovra essere MEcMF (§ 58, c). Inversioni: c) Corde egualmente distanti dal centro sono eguali. d) Corde di un cerchio, che hanno distanze disuguali dal centro, sono disuguali, eprecisamente la piti distante e la corda minore. Confronta il corollario al § 41. § 63. Angolo alla periferia. Un angolo, di cui il vertice e nella periferia di un cerchio e i lati sono corde, chiamasi angolo alla peri- 3* 36 feria-, la porzione della cireonferenza compresa dai lati delFangolo si dice arco corrispondente od arco sul quale insiste Vangolo atta periferia. L/angolo al semicerchio e parimente un angolo alla periferia. Qual’e la grandezza deli’arco corrispondente? Fra un angolo alla periferia e 1’angolo al centro insistente sullo stesso arco sussiste una relazione semplice nel studiare la quale devesi distinguere se il centro del cercliio giace in un lato deli’angolo alla periferia o si trova dentro o fuori delFangolo. 1. Nel triangolo A MB (Fig. 73) gli angoli segnati con m sono eguali (perclie ?); percio 1’angolo al centro AMC k, doppio delFangolo alla periferia ABC (§ 34, a) clie insiste sul medesimo arco. 3 2. II diametro BD (Fig. 74) divide Fangolo al centro AMC nelle parti AMD , DMC e Fangolo alla periferia ABC nelle parti m, n. Siccome Fangolo AMD e doppio di m e DMC e doppio di n, sani anche AMC doppio di ABC. 3. Se conduciamo il diametro BD (Fig. 75), risulta che Fangolo al centro AMD e doppio delFangolo alla periferia ABD, cioe di m-j-n. Siccome CMD e doppio di n, de ve essere anche AMC doppio di m. a) L/angolo alla periferia e la meta delFangolo al centro corrispondente al medesimo arco. b) Tutti gli angoli alla periferia, insistenti sullo stesso arco o sopra archi eguali, sono eguali. Quesiti dtesercizio. 1. Si calcoli Fangolo alla periferia che corrisponde a un arco di -j-, , -g- della periferia. 2. Come si dimostra col mezzo del teorema a) che Fangolo al semicerchio 6 un retto ? 3. Si costruiscano in un cerchio dato parecchi angoli alla periferia di 30° a) sul medesimo arco, b) su archi diiferenti. § 64. Costruzioni delle tangenti. 1. Costruire la tangente al cerchio, dato il punto di contatto. — Vedi § 40. 37 2. Da un punto situato fuori di un cerchio condurre allo stesso le tangenti. — Si unisca il punto A dato (Fig. 76) col centro O del cer¬ chio dato e si descriva sopra la retta A O, preša quale diametro, una circonferenza, la quale intersechi quella del cerchio dato nei punti D ed E. Al) ed A Ji sono le tangenti cercate; perche? — Al problema proposto eorrispon- dono adunque due soluzioni. Quesito d’esercizio. Dati un cerchio con raggio r = 2 ' 1 cm ed un 3 punto la cui distanza dal centro fe a) — r, b) 2 r, condurre da questo punto le tan¬ genti al cerchio. § 65. Posizione reciproca di due cerchi. Cerchi, che hanno lo stesso centro, si dicono concentrici (Fig. 77); la superficie limitata da due liuee circolari concentriche e chiamata anello circolare. Due cerchi, che hanno centri differenti, si dicono eccentrici (Fig. 78—82); la retta illimitata che passa per i centri di due cerchi eccentrici si chiama centrale; il segmento di quella retta limitato dai dne centri dicesi distanza dei centri. In seguito noi segneremo la distanza dei centri con c, i raggi dei due cerchi con r ed r„ ed ammetteremo che sia r^>r v Fig. 78. Fig. 79. Fig. 80. Se ora c’immaginiamo che il minore dei due cerchi nella fig. 77 si muova, esso assumera rispetto al maggiore successivamente cinque posi- zioni differenti, che sono rappresentate dalla fig. 78 alla fig. 82. Modello! 38 Nella fig. 78 il cerchio minore giace del tutto dentro al maggiore. Nella fig. 79 i due cerchi si toccano internamente; qui e c = r — r x ; dunque nella fig. 78 dev’essere c O— r x . Si esprima con parole. Nella fig. 80 i due cerchi s’intersecano e nel triangolo MNC si osserva che e r -(- r x c > r — r x (§ 33). Si esprima con parole. Nella fig. 81 i due cerchi si toccano esternamente; qui b c == r-j-r,. Nella fig. 82 i due cerchi sono esterni Funo ali’altro; qui chiaramente si vede che e c^>r -\- r x . Si esprima con parole. Q u e s i t i d’ esercizio. Costruire due cerchi, dati (in centimetri) la distanza dei centri e i raggi: 8. Si determini nei časi precedenti anche con calcolo la posizione vicendevole dei due cerchi. 9. r = 5 cm , r x = 4 cm , quale šara la lunghezza di c affmchh abbia luoge a) un contatto esterno, b) un contatto interno ? II quadrilatero. § 66. Definizioni. Se si uniscono con rette secondo un determinato ordine quattro punti, tre dei quali non giacciono in linea retta, si ottiene un quadrilatero {ABCD, Fig. 83). Ogni quadrilatero ha quattro vertici, quattro lati e quattro angoli. Ad ogni lato si oppone un altro lato, ad ogni vertice e ad ogni angolo un altro vertice ed un altro an- golo, p. e. A B e CD, A e C. Una retta, che congiunge due vertici opposti, dicesi ^ diagonale, come A C. II quadrilatero ha due diagonali. § 67. II teorema degli angoli. Ogni diagonale divide il quadrilatero in due triangoli, i cui angoli assieme formano gli angoli del quadrila- tero; percid: La somina degli angoli di un quadrilatero e eguale a quattro retti, ciod a 360°. Perche non si puo conchiudere nel modo seguente: Siccome le due diagonali dividono il quadrilatero in quattro triangoli, percio la somma degli angoli del quadrilatero b eguale a quattro volte due retti, cioe a 8 BI 39 Un quadrilatero non puo avere piii di un angolo convesso. — In seguito si considereranno soltanto quadrilateri con soli angoli concavi. Q u e s i t i d’ esercizio. 1. Si disegni un quadrilatero con un angolo convesso. 2. Quanti angoli acuti e quanti angoli ottusi puo avere un quadrilatero ? Si disegnino i časi possibili. Costruire un quadrilatero ABCD, dati: 3. i quattro lati e un angolo, A B = 3 cm. B C — 4 cm, C D — 4 cm, D A = cm, A = 90° ; 4. i quattro lati ed una diagonale, A B = 5 cm, B C = 4' o cm, C II = 3 cm, D A = 6 cm, A C — 4 cm ; 5. tre lati e i due angoli da essi racchiusi, AB = 35 mm, BC=CD = 3cm, B = 90°, C= 120°; 6. tre lati e le due diagonali, A B = 4 cm, B C = 5"5 cm, B D = 5 cm, AC = 5 cm, A D = 3 cm. 7. Dati tre angoli di un quadrilatero, calcolare il quarto: a) 04° 37', 84° 12', 113° 48'; b) 67°, 45°, 36°. 8. Determinare la somma degli angoli esterni di un quadrilatero. § 68. Distinzione dei quadrilateri. Un quadrilatero, che ha i lati opposti paralleli, si chiama parallelogrammo, come ABCD (Fig. 84); AB || DC, AD || BC. Un quadrilatero, che ha soli due lati opposti paralleli, si dice trapezio come ABCD (Fig. 89); A B (| D C. Un quadrilatero, nel quale nessun lato e parallelo ad un altro, d detto trapezoide (Fig. 83). Un trapezoide si chiama deltoide, se ha due paia di lati attigui eguali, come ABCD (Fig. 92); AB = BC ed A D = C D. § 69. Proprieta del parallelogrammo. a) Ciascuna diagonale divi d e il parallelogrammo in due triangoli congruenti. I triangoli A B D e BC D (Fig. 84) sono congruenti, p ere h 6 hanno il lato BD comune e gli angoli adiacenti j m ed n eguali. b) 1 lati opposti di un parallelogrammo sono eguali; AB = CD, AD = BC. Cio segue da a). Inversamente: Unquadrilatero e un parallelogrammo se ogni due lati opposti sono eguali. (V. caso di congruenza.) c) Gli angoli opposti di un parallelogrammo sono eguali; <£ A — C, B = D. Ci6 segue da a). Inversamente: Un quadrilatero 46 metria di un angolo 6 asse di simmetria delfangolo opposto ed ogni asse di simmetria di un lato e asse di simmetria del lato opposto (Fig. 96). Dunque il numero degli assi di simmetria di un poligono regolare e uguale al numero dei lati. Quesito d’esercizio. Quanto imporfa a) un angolo interno, b) un an¬ golo esterno di un poligono regolare di 5, 6, 7, 8, 9, 10, 12, 16, 24 lati ? § 82. II poligono regolare e il cerchio. a) Ad ogni poligono regolare si p u o circoscrivere ed iscrivere un cerchio. L’asse di simmetria F M del lato A B (Fig. 95) e 1’asse di simmetria G M del lato BC s’intersecano nel punto M, che dista egualmente dai tre vertici A, B, C. Siccome ora C ed E sono punti simmetrici rispetto ad F M, šara CM— EM ; siccome ancora A e D sono punti simmetrici rispetto & G Al, šara A M = D M. Dunque M e il centro di un cerchio, che passa per tutti i vertici del poligono. Siccome corde eguali distano egualmente dal centro, cosi F M — G Al = HM = . . .; cioe Al e il centro di un altro cerchio, che tocea tutti i lati del poligono. Percio il punto M e detto anche centro del poligono regolare. b) Se si divide la periferia di un cerchio in parti eguali, i punti di divisione sono tanto i vertici di un poligono regolare iscritto, che i punti di contatto dei lati di un poligono regolare circoscritto. Se gli archi A B, BC, CD . . . (Fig. 96) sono eguali, devono corrispondere ad essi corde eguali, cioe AB — BC = CD = . . . Noi possiamo ora far rotare il poligono ABC D . . . attorno al punto ilf in modo che il vertice A coincida con un vertice qualunque, p. e. con B ■ allora B cadra su C, C m D ecc.; dunque tutti gli angoli sono eguali; quindi ABC D . . . e un poligono regolare. Nella suaccennata rotazione la tangente G H cadra sopra un’altra tangente, p. e. sopra H J, H J sopra J K ecc. La seconda posizione 1 D J{ Fig. 96. Fig. 95. 47 del poligono GHJK . . . c o pri ra esattamente la prima; percio esso avra i lati e gli angoli rispettivamente eguali; quindi GHJK . . . šara un poligono regolare. Problemi. 1. Ad un cercbio dato a) iscrivere, b ) circoscrivere un triangolo equilatero. 2. Ad un cerchio dato a) iscrivere e b) circoscrivere un quadrato. 3. Ad un cercbio dato a) iscrivere e b) circoscrivere un esagono regolare. Quesiti d’esercizio. Ad un cerchio dato iscrivere e circoscrivere: 1. un ottagono regolare, 2. un dodecagono regolare, 3. un pentagono regolare, 4. un deca- gono regolare. — Nel 3 e 4 caso si tenti di dividere ad occhio la periferia del cerchio in cinque e rispettivamente in dieci parti eguali. § 83. Trasporto di lin poligono. Problema. Costruire un poligono congruente ad un poligono dato (trasporto del poligono). a) Determinandone i vertici sulla base del V. caso di c on gr u en z a. Si faccia (Fig. 97) A 1 B l — AB-, fatto centro in A l con raggio A C ed in B 1 con raggio BC, si deserivino arebi, cbe s’intersecano in C 1 ■ nella stessa guisa si determinino i vertici D x K x ecc. — Si di- mostri mediante sovrap- posizione. b) Mediante le coordinate rettan- golari dei vertici. Dai vertici del poligono dato (Fig. 98) si abbassino le normali ad una retta qualunque e si co- struiscano sopra un altra retta O x X x i segmenti 0 1 M x = OM,O x N 1 =ON . . s’inalzino le normali ad O x X x e si D D, ecc.; poscia dai punti M x , N x faccia M x A x — MA, \C. 1’ascissa OM e 1’ordi- 0 M ■ JT P 0, JI, M P, _ Fig. 98. 48 nata MA sono dette coordincite rettangolari del punto A rispetto ad O quale origine e ad O X quale asse delle ascisse. — Si faccia cenno delle coordinate sfericlie nel fissare la posizione geografica di un luogo. Quesiti dlesercizio. Si costruisca un quadrilatero tale clie possa an- dare a coprire un quadrilatero dato 1. spostandolo semplicemente, 2, rivolgendolo in- torno ad una retta, p. e. intorno a un lato, 3. imprimendogli mezza rotazione attorno ad un punto dato, p. e. attorno a un vertice. 4. Si trasporti a) un parallelogrammo, b) un pentagono, c) un esagono. 5. Si costruisca un quadrilatero, date le coordinate dei suoi vertici: A B C D ascisse 1, 4, 5, 3 cm ordinate 1, 0, 4, 5 cm. 6. Costruire un pentagono, date le coordinate dei vertici: A B C D E ascisse: 0, 1*4, 4'6, 6’0, 8'0 cto; ordinate:2‘9, 5 - 6, 5‘0, 4'3, 0 - 9 cm. Equivalenza. § 84. Definizioni. Quella porzione di piano compresa dalle linee, che limitano una figura (piana), dicesi superficie della figura (superficie del triangolo, del cerchio ecc). La grandezza della superficie si chiama area della figura. Due figure, che lianno eguale area, si dicono equi- valenti o semplicemente eguali (=); al contrario si dicono disuguali O o <). II confronto fra due superficie si basa principalmente sui seguenti teoremi, che sono evideuti da se: 1. Due figure congruenti sono anche equivalenti. Da cid segue che p. e. un parallelogrammo vien diviso in due parti eguali da una diagonale, e parimente un poligono regolare viene diviso in due parti eguali dalfasse di simmetria di un lato o di un angolo. 2. Se due figure date si sommano (si collocano una accanto all’altra) in differenti modi, si ottengono nuove figure, che sono fra loro sempre equivalenti, ma che non sono in generale congruenti. Quante figure di forma differente e di grandezza eguale si possono ottenere ponendo uno accanto alFaltro, con due lati eguali, due triangoli rettangoli congruenti? 3. Se da una figura data si sottrae (si leva via) in differenti modi un’altra figura data, si ottengono nuove figure, che sono fra loro sempre equivalenti, ma che non sono in generale congruenti. Vedi p. e. § 85. ✓ 49 Per rettangolo di due rette s’intende quel rettangolo, i cui lati sono le rette date. II quadrato costruito sopra una retta quale lato dicesi il guadrato di guesta retta. § 85. II parallelogrammo. Se due parallelogrammi liaimo basi eguali ed eguali altezze, si possono sovrappore in modo che le basi coinci- dano e i lati opposti giaceiano in una retta (Fig. 99). Qui b il A AFD J) C F E B EC] perclie? Se ora dal trapezio A BED si sottrae il triangolo AFD, rimane il parallelogrammo ABEF-, se dallo stesso trapezio si sottrae il trian¬ golo BEC, vale a dire il triangolo AFD collocato in un’altra posizione, si ottiene il parallelogrammo ABCD- percio ABCD = ABEF. Si adoperi un modello in cartone. Parallelogrammi, che hanno basi eguali ed eguali altezze, sono equivalenti; percid: Ogni parallelogrammo e equivalente ad un rettangolo di base eguale e di eguale altezza. Quesitid’esercizio. 1. Si ripetano le considerazioni precedenti, sup- posto che il punto C coincida con F, oppure che F si trovi fra C e D. Si diano le ragioni dei seguenti teoremi: 2. L’area di un parallelogrammo rimane invariata, se si fa scorrere un lato suo qualsivoglia lungo la retta condotta per il lato stesso. 3. Di due parallelogrammi di base eguale e di altezza diseguale, quello e maggiore che ha 1’altezza maggiore. 4. Di due parallelogrammi di altezza eguale e di base diseguale, quello b mag¬ giore che ha la base maggiore. § 86. II triangolo. Il triangolo ABC (Fig. 100) fe la meta del parallelogrammo ABDC, che ha la medesima base e la stessa altezza. Ogni triangolo b la meta di un parallelogrammo di base eguale e di eguale altezza; percib: Triangoli, che hanno basi eguali ed eguali altezze, sono equivalenti. Hočovar-Postet, Manuale di geometria per il Ginnasio inf. 2. ediz. 4 50 H D Quesitid'esercizio. Si dia la ragione dei seguenti teoremi: 1. L’area di un triangolo rimane invariata, se si sposta il suo vertiee lungo una retta parallela alla base. (Fig. 101.) 2. Di due triangoli di base (altezza) eguale e di altezza (base) diseguale quello h maggiore ehe ha maggiore altezza (base). (Fig. 102.) 3. Ogni parallelogrammo viene diviso dalle due diagonali in quattro triangoli equivalenti. 4. Se in un parallelogrammo si tira una diagonale e se per un punto qualsivoglia della stessa si guidano delle parallele ai lati, queste scompongono il parallelogrammo in due paia di triangoli congruenti e in due parallelogrammi equivalenti. 5. Dei quattro triangoli, in cui un trapezio e scomposto dalle sue diagonali, quei due i cui lati sono i lati non paralleli sono equivalenti. § 87. II quadrato della somma di due segmenti rettilinei. Se a e b sono due segmenti rettilinei e si fa A B = a, B C — b, šara AC — a -f- b. Il quadrato AGDE costruito sul lato A C (Fig. 103) si puo dmdere mediante le rette B H ed FG in due quadratii cui lati sono rispettivamente a e b e in due rettangoli i cui lati sono a e b. Da cio segue: Il quadrato della somma di due seg¬ menti rettilinei si compone del qua- drato del primo segmento, di due ret¬ tangoli di ambidue i segmenti e del qua- drato del secondo segmento. § 88. II trapezio. Se si divide per meta il lato BC del trapezio ABC D (Fig. 104) e se pel punto E di divisione e pel verticie D si tira una retta, che incontri in F il prolungamento del lato AB, si ottengono due triangoli congru¬ enti EBF ed EC D. Se ora si gira il triangolo EC D intorno al punto E sino a che arrivi nella posizione EBF , allora il trapezio ABC D si trasforma nel triangolo AFD di eguale altezza; la base del triangolo AFD b uguale alla somma dei lati paralleli del trapezio, cio6 A F = A B B F = A B -f- CD-, percio: Un trapezio b equivalente ad un triangolo, che ha la medesima altezza e per base la somma dei lati paralleli del trapezio. Quesito d’eser cizio. Col mezzo della fig. 89 si mostri che il trapezio h equivalente ad un rettangolo che ha eguale altezza e per base la retta media del trapezio. § 89. II quadrilatero a diagonali vicendevol- mente perpendicolari. Nel quadrilatero ABCD (Fig. 105) sia A C _L D B. Si conducano pei suoi B Fig. 103. Fig. 104. 51 vertici le parallele alle diagonali. Cosl yiene circoscritto al quadrilatero il rettangolo EFGH, i lati del quale sono rispettivamente eguali alle diagonali parallele del quadrilatero ABC D. Essendo ora A CI) = \aCGI1, ed ABC= \~AEFC, šara anclie ABCJD = ~EFGII. Un quadrilatero a diagonali vicendevolmente p e r- pendicolari e la meta di un rettangolo, i lati del quale sono le due diagonali. Quesiti d’esercizio. 1. Per quali speoie di quadrilateri vale il teorema precedente ? 2. Come sona questo teorema applicato al quadrato? 3. Si dimostri che un qnadrilatero e la meta di un parallelogrammo eirco- scritto, i cui lati sono paralleli alle diagonali del quadrilatero. § 90. II poligono regolare ed un suo settore. a) Se O e il centro dell’esagono regolare A B C DE F (Fig. 106), e evidente, che ABCDEF = 6 .ABO. Se ora sul prolungamento di AB si trasportano gli altri lati del poligono, cosicche H L sia eguale al peri- metro dello stesso, šara HGO = GAO = ABO = ....; percio: HLO = 6. A B O. Quindi: ABCDEF = H L O. Il poligono rego¬ lare e equivalente ad un triangolo, che ha per base il perimetro del poli¬ gono e per altezza il raggio del cerchio iscritto al poli¬ gono medesimo. b ) Se si unisce il centro di un poligono regolare con due vertici qualun- que, si ottengono due settori dello stesso; tali sono p. e. ABCO e CDEFAO, dove ABC si dice base del primo e CDEFA base del secondo settore. Ogni settore di un poligono regolare e equivalente ad un triangolo, che ha per base la base del settore e per altezza il raggio del cerchio iscritto al poligono. Quesitid’ esercizio. 1. Ogni triangolo b equivalente ad un altro, che ha per base il perimetro del primo e per altezza il raggio del cerchio iscritto allo stesso; .perche? 2. Come sona il teorema corrispondente ad un poligono qualunque circoscritto al cerchio? § 9!. II cerchio ed il settore circolare. Quanto pit grande d il numero dei lati di un poligono regolare, tanto meno il suo perimetro e 1’area differiscono dal perimetro e dalFarea del cerchio iscritto nello stesso. 4* 52 Questo uumero si puo prendere sempre tale, clie la suddetta differenza, anche nelle figure disegnate con tutta esattezza, e nei calcoli eseguiti con ogni precisione, riesca insensibile. Da qui deriva che i due teoremi precedenti, che furono enunciati per un poligono regolare qualsivoglia e per un settore dello stesso, si possono applicare al cerchio ed al settore circolare, e si puo dire: a) La superficie circolare 5 equivalente ad un tri- angolo, che ha per base la periferia del cerchio e per altezza il raggio d’ello stesso. b) II settore circolare e equivalente ad un triangolo, che ha per base 1’arco e per altezza il raggio. Teoremi sulFarea del triangolo rettangolo. § 92. Teorema di Pitagora. Se si costruisce un triangolo rettangolo in modo che un cateto contenga tre segmenti eguali e l’altro cateto ne contenga quattro, 1’ipotenusa ne conterra cinque. Si costruiscano poscia su questi lati i quadrati e si dividano questi in piccoli quadrati come lo mostra la Fig. 107. Questi quadrati sono eguali e 25 ne contiene il quadrato dellipotenusa, 9 e 16 rispettivamente i quadrati dei due cateti. Si vede dunque che: Il quadrato delFipotenusa b uguale alla somma dei qua- drati dei due cateti. Questo teorema, che vale per qual- sivoglia triangolo rettangolo, si attri- buisce al filosofo Pitagora (nato a Samo verso 1’anno 580 a. C.), e porta anche il suo nome. Per mo strare che questo teorema vale per un triangolo qualunque, si puo fare la seguente con- siderazione: Se a e b sono i cateti e c 5 1’ipotenusa di un trian¬ golo rettangolo, sopra la retta a -f- b si costruiscano due Fig. 107. Fig. 108. Fig. 109. quadrati e si decomponga il primo corrispondentemente alla Fig. 108, il secondo corrispondentemente alla Fig. 109. Se ora dal quadrato della somma a -f- b si tolgono quattro triangoli rettangoli congruenti, nel 53 primo caso rimangono i quadrati dei due cateti e nel secondo rimane il quadrato delFipotenusa. (Modello!) Dal teorema di Pitagora segue: II quadrato di un cateto 6 uguale al quadrato del- 1’ipotenusa meno il quadrato delFaltro cateto. Q u e s i t i d’eseroizio. Costruire un quadrato eguale: 1. alla somma di due quadrati dati, 2. alla somma di tre quadrati dati, 3. al doppio, al triplo, al quadruplo di un quadrato dato, 4. alla differenza di due quadrati dati, 5. alla meta di un quadrato dato. § 93. Teorema delFaltezza. Sia ABC (Fig. 110) un triangolo rettangolo (1’angolo in C = 90°). Dal vertice C si abbassi l’altezza CD; essa divide il triangolo ABC nei triangoli ADC (che indichiamo con I) e CDB. Se ora si fa rotare il triangolo I intorno al punto C fino a che arrivi nella posizione C E F e si prolunga EF sino in G, si ottiene il quadrato delFaltezza, cioe CDGE. Se si sposta poscia il triangolo I lungo 1’ipotenusa C F D B HJB e si prolunga J H sino in jr ig 110 K, si ottiene il rettangolo dei due segmenti delFipotenusa, cioe DBJK. (A D = FE = B J — D K.) Il quadrato CDGE e il rettangolo DBJK sono equivalenti, perche ognuno si compone del pentagono DGFHK e dei triangoli I e II. (I triangoli indicati con II hanno la ipotenusa e gli angoli rispettivamente eguali perche e H C = BC — A C e BF = BC — AC.) Da ci6 segue: Il quadrato delFaltezza di un triangolo rettangolo b equiyalente al rettangolo dei segmenti delFipotenusa. Trasformazione e partizione delle figure. § 94. Trasformazione delle figure. Trasformare una figura in uifaltra vuol dire, costruire una figura equivalente alla data. 1. Problema. Trasformare un parallelogrammo obbliquangolo in un rettangolo. Soluzione. Dalle estremita di un lato s’innalzino le perpendicolari al lato opposto (§ 85). 2. Problema. Trasformare un triangolo in un parallelogrammo a) di base eguale, b) di altezza eguale. 54 Soluzione. a) Sia ABC (Fig. 111) il triaDgolo dato. Si faccia AD — DC e si conducano DF\\AB e BF^AD] ABFD e il parallelogrammo cercato. b) Analogamente come in a). 3. Problema. Trasformare uu triangolo in nn altro in modo che abbia un angolo invariato ed uno dei lati cbe lo racchiudono sia di una data lunghezza. Soluzione. Siano A B C (Fig. 112) il triangolo dato, B A C 1’angolo che deve rimanere invariato, ed AT) = a il lato che deve sostituire il lato AB. Si gnidi la .CD e da B si tracci la BE parallela a CD , che intersechi il prolungamento del lato A C in E] si unisca E con D mediante una retta e šara A ED il triangolo cercato. Infatti CDB = C D E, percio ACD + CD B = AC D + CD E, ovvero ABC— AD E. Quesiti d’esercizio. 1. Trasformare a) un parallelogrammo, b) un tri¬ angolo in un altro di base eguale, che abbia un dato angolo come angolo adiacente alla base (Fig. 113). 2. Trasformare un triangolo in un altro di base eguale a) isoscele, b) con un angolo retto alla baše, c) con un angolo retto al vertice. Solo quando 1’ultimo problema puo essere risolto? 3. Trasformare un triangolo in un parallelogrammo rettangolo di base eguale. 4. Trasformare un parallelogrammo in un triangolo a) di altezza eguale, b) di base eguale. 5. Trasformare un triangolo in un altro, che conservi un angolo invariato ed uno dei lati che lo racchiudono venga sostituito da un lato piu lungo. Se A DE (Fig. 112) e il triangolo dato e se AB e la nuova base data, si guidi D C |[ BE e si unisca B con C mediante una retta; šara AB C = A D E. 6. Costruire un parallelogrammo equivalente a) alla somma, b) alla diflerenza di due parallelogrammi dati di altezza eguale. Se ABCD e BEFG (Fig. 114) sono A Fig. 111. Fig. 112. Fig. 113. C J) K C HG F J Fig. 114. J) ~ Fig. 115. 55 i due paral lelogrammi dati di altezza eguale, AEHD šara la somma ed A J K D la differenza degli stessi. BJ — BE, EFI\\AD, JK\\AD. 7. Oostruire un triangolo equivalente a) alla somma, b) alla differenza di due triangoli dati di base eguale. Se ABC ed ABD (Fig. 115) sono i due triangoli dati di base eguale, ACE šara la somma ed A C F la differenza degli stessi. DE\\AB B F— B E. 8. Trasformare un trapezio a) in un triangolo (Fig. 104), b) in un rettangolo (Fig. 89), c) in un parallelogrammo obbliquangolo di altezza eguale. 9. Trasformare un deltoide a) in un rettangolo, b) in un rombo. 10. Trasformare a) un rettangolo, b) un rombo in un deltoide, i cui lati disuguali racchiudano angoli retti. 4. Problema. Trasformare un poligono dato in un altro che abbia un lato di meno. Soluzione. Nel poligono proposto ABCDEF (Fig. 116) si guidino la diagonale BF ed F G || D F- se si uniscono B eon G mediante una retta, si ottiene il poligono cercato ABC D G, che ha un lato di meno, e che e equivalente al poligono dato ABCBEF. Siccome i triangoli BEF e BGF sono equivalenti, cosl sommandoli singolarmente al poligono A B CD F, si ottengono due figure equiyalenti. 5. Problema. Trasformare un rettan¬ golo in un quadrato. Soluzione. Si pro- Fig. 116. Fig. 117. lunghi il lato A B (Fig. 117) del rettangolo dato ABC D, si faccia BE—BC e sopra la retta A E. preša quale diametro, si descriva un semicerchio. Se ora P 1 e il punto d’intersezione del semicerchio col lato B C, il quadrato della retta BF, cioe BHGF, corrisponde al problema proposto, perche nel trian¬ golo rettangolo A E F, il quadrato dellaltezza b equivalente al rettan¬ golo A B CD, i cui lati sono i segmenti AB e B E delFipotenusa. 6. Problema. Trasformare un poligono in un quadrato. Soluzione. Si trasformi il poligono dato in un triangolo, questo in un rettangolo e questo poi in un quadrato. Quesiti d’esercizio. 11. Trasformare un quadrilatero in un triangolo in due modi diversi. 12. Trasformare a) un pentagono, b) un esagono in un triangolo. 13. Trasformare a) un triangolo isoscele b) un triangolo scaleno in un quadrato. 14. Trasformare un quadrilatero qualunque in un quadrato. § 95. Partizione delle figure. 1. Problema. Dividere un triangolo in n parti eguali con rette, che passano per uno dei suoi vertici. 56 Soluzione. Si divida un lato del triangolo in n parti eguali e si uniscano i pnnti di divisione col vertice opposto mediante altrettante rette. P. e. n = 4. 2. Problema. Dividere un parallelogrammo in n parti equivalenti con rette parallele ad un lato. Soluzione. Si divida un lato in n parti eguali e da ciascun punto di divisione si guidino delle parallele ai lati contigui. P. e. n = 8. Quesitid’esercizio. 1. Dividere un triangolo ad occhio a) in tre, b) in oinque parti eguali con rette, che partono dallo stesso vertice. 2. Dividere un parallelogrammo a) in due, b) in sei parti eguali con retta parallele ad un lato. 3. Dividere un parallelogrammo a) in due, b) in quattro, c) in sei parti eguali con rette, che partono dallo stesso vertice. 4. Dividere un parallelogrammo in tre parti eguali con rette, che partono dal- o stesso vertice. — Si scomponga il parallelogrammo prima in sei parti eguali. 5. Dividere un trapezio in n parti eguali con rette, che passano pei lati paralleli. 6. Dividere un quadrilatero qualsivoglia in due parti eguali. — Si divida una diagonale in due parti eguali e si congiunga il punto di divisione coi vertici opposti alla diagonale. Longimetria. § 96. II perimetro di un poligono. Per calcolare il perimetro di uu poligono, si sommano (le misure di tutti) i lati. Se tutti i lati sono eguali, per avere il perimetro (p) si moltiplica un lato («) per il numero dei lati (n); p = na. Quesiti d’esercizio. 1. Calcolare il perimetro a) di un quadrato, 2. di un rombo, 3. di un decagono regolare, il cui lato 6 a) di 2 cm, b) di 3 * 15 m, c) eguale ad a. 4. Calcolare il perimetro di un rettangolo, di cui sono date la base b e l’al- tezza h : a) in generale, b) per b = 2'5 cm, h, = 1 ‘ 5 m. 5. Calcolare la base di un rettangolo, di cui sono dati il perimetro p e l’al- tezza h: a) in generale, b) per p = 18 cm, h = 6 cm. 6. Calcolare l’altezza di un rettangolo dati il perimetro p e la base b: a) in generale, b) per p = 236 m, b — 86 m. § 97. Calcolo della linea circolare. Siccome una linea retta non si pub portare sopra una curva, cosl invece di determinare la lunghezza di una linea circolare direttamente, la si determina in via indiretta. Si misura meccanicamente la linea circolare, formando con un filo un cerchio, cbe si tende poscia in linea retta e si misura col diametro o con una retta qualsivoglia preša quale unita di lunghezza. Per pro- cedere con maggiore esattezza si avvolge un filo sottile in parecchi giri attorno ad un cilindro a sezione circolare, e dalla lunghezza del filo gia misurata e dal numero dei giri ottenuti si calcola la lunghezza di un 57 salo giro, clie poi si divide per la lunghezza del diametro del cilindro. (Si faccia un esercizio.) Anche questo proeesso non ammette che una esattezza assai limitata e non ha per la geometria alcuna importanza. Si misura geometricamente la linea circolare confrontandola coi perimetri del poligono iscritto e circoscritto. Se ad un cereliio s’iscrive un esagono regolare, essendo ogni lato minore delFareo corrispondente, il perimetro šara minore della periferia del cerchio. Percih la periferia e maggiore del triplo del diametro; p>3d. Ma se al cerchio si circoscrive un quadrato, la sornma delle por- zioni dei lati del quadrato concorrenti in un vertice, le quali sono limitate da due successivi punti di contatto, e maggiore delFareo da esse com- preso, e quindi anche il perimetro del quadrato e maggiore della periferia del cerchio. Percio la periferia e minore del quadruplo del diametro; jp<4 d. Quanto maggiore e il numero dei lati dei poligoni regolari, iscritto e circoscritto, tanto minore h la differenza dei loro perimetri e percio tanto pid vanno avvicinandosi i valori dei medesimi fra i quali h con- tenuta la periferia del cerchio. Se p. e. il numero dei lati e di 3072, si ottiene mediante calcolo, di cui pid tardi si dara ragione. ji 7> 8'141591 d e p < 3‘141593 Dunque il primo coefficiente del d e minore ed il secondo h maggiore di quel numero, che multiplicato per d da per prodotto esattamente p. Percio questo numero e .344159 .. e, se si ritengono soltanto cinque cifre decimali, e p — .3'14159 . . X d. Il numero 3‘14159 . . ., che esprime il rapp‘orto fra la periferia e il diametro, si chiama numero di Ludolf (da Ludolf Van Ceulen, che circa Fanno 1600 lo ha calcolato a 35 cifre decimali) e per brevita viene comunemente indicato con n. In alcuni časi basta assumere per n il valore approssimativo 3 1 / 7 (il rapporto di Archimede), mentre nei calcoli di una certa esattezza si deve prendere il richiesto numero di decimali dalFeguaglianza n — 34415926536 . . (Il numero di Ludolf non puo essere espresso esatta¬ mente nh mediante una frazione ordinaria, nh mediante una frazione decimale tinita, come non lo puo essere p. e. neppure la \/ 2). Da cih segue che: a) Laperiferiadi un cerchio e eguale al prodotto del diametro o del doppio raggio pel numero di Ludolf. p = d n, p — ‘2rjt. b) Il diametro e eguale alla periferia divisa pel numero di Ludolf. d—p:7i , r=p:2?r. 58 c) Le periferie di due cerchi stanno fra loro come i diametri o come i raggi. p : p± — d: d x — r : r x . Osservazioni. 1. Nei teoremi preeedenti per „periferia, diametro, raggio “ si possono intendere tanto le dette linee che le loro misure. 2. Nei calcoli numerici della periferia, dato il diametro, o del raggio, data la periferia ecc., si devono eseguire comunemente eol numero di Ludolf le moltiplicazioni e le divisioni abbreviate. II riehiesto mimero di cifre decimali dipende dalla natura del problema, oppure anche dal riflesso, che si deve tener conto di tutte le cifre del resultato ad eccezione tutt’al piu delPultima. Se p. e. si trova, che il diametro di un cerchio e eguale a 42 mm e se nella misurazione e stata trascurata la frazione di mm, anche la lunghezza della periferia non puo essere espressa inediante la fra¬ zione di mm. Perche se il diametro fu prešo circa J di mm piu piccolo, si trova che la periferia e piu di 1 mm piu piccola. In questi časi devesi determinare il risultato con la maggior possibile esattezza. Quesitid’esercizio. 1. Data una delle tre grandezze r, d, p (raggio diametro e periferia di un cerchio), calcolare le altre due. a) r = 1'344m; b) d = 122 m-, c) p = 42'33 m- d) p = 478'192 km. 2. Quanti km importa il diametro di un meridiano terrestre, supponendolo un cerchio di 40000 km di lunghezza? 3. Calcolare il diametro di un tronco d’albero a sezione circolare, data la periferia del tronco. P. e. p = 4’32 mm. 4. Quale deve essere il diametro di un cerchio, affinchfe la sua periferia diventi quadrupla di quella di un secondo cerchio, il diametro del quale e di 12 cml 5. Quanti giri fa la ruota di un carro del diametro di 64 cm sopra una via lun ga 1 km ? 6. Quale via descrive in un anno la punta dell’indice dei minuti lungo 20 mm di un orologio-.? 7. Si descriva un cerchio la cui periferia e uguale a) alla somma, b) alla differenza delle periferie di due cerchi dati. § 98. Calcolo degli archi. a) Problema. Calcolare la lmigliezza di un grado circolare, di un minuto circolare e di un secondo circolare. Essendo un grado circolare la 360 ma parte della periferia, šara . -i • i P d n rn 1 grado circolare = ^ = m = m ; 1 minuto circolare = glfoO = 21^0= JuSo 5 1 secondo circolare = jggfggg = = »()• b) Ad angoli al centro eguali eorrispondono nello stesso cerchio archi eguali. Percio ad un angolo al centro 2, 3, . . n volte maggiore corrisponde anche un arco 2, 3, ... n volte maggiore; quindi: Archi del medesimo cerchio stanno fra loro come gli angoli al centro corrisponde n ti. a : a l = a : «,. 59 c) Problema. Calcolare la lunghezza di un arco a, dati il raggio r e 1’angolo al centro a (espresso in misura circolare delharco). Se si confronta 1’arco colla meta della periferia, si trova giusta il teorema precedente: T JZ OC a: m = a : 180, da eni a = — In questa formola 1’angolo a deve essere espresso in gradi (eventual- mente in frazione di grado). d) Problema. Calcolare l’angolo al centro «, dati il raggio r e la lunghezza deli’arco a. DalFultima proporzione si trova a 180 a T JI e) Problema. Calcolare il raggio r, dati la lunghezza delFarco a e l’angolo al centro a. Dalla stessa proporzione si ottiene r n ■ 180« . 180« -qumcli r =-. 0C CtJl Come si vede, dalla proporzione « : m — oc : 180, date due delle grandezze a, oc, r, si pub calcolare la terza. Quesitid’esercizio. 1. Se un grado dell’equatore importa 15 miglia geografiche, qual’ e il diametro dello stesso? 2. Si calcoli la lunghezza a) di un grado circolare, b) di un minuto circolare, c) di un secondo circolare in un cerchio, che ha il raggio di 1 m (7 decimali). 3. Se si suppone che la via deseritta dalla terra sia un cerchio col raggio di 148 '6 milioni di km, e che la durata di una rivoluzione dalla terra attorno al sole sia di 365‘25 giorni, si deve calcolare la via, che essa deserive con moto uni¬ forme a) in un giorno, b) in un minuto, c) in un secondo. Si adoperi 1’unith. di lunghezza adottata di sopra e si eseguiscano le operazioni con la maggior possihile esattezza. I risultati non sono del tutto esatti, giacchh le supposizioni fatte non sono che approssimative. 4. Calcolare la lunghezza di un arco di cerchio, la periferia del quale 5 di 32 m, se la misura circolare dell’arco 6 a) 45°, b) 122° 22', c) 42° 13' 24". 5. Calcolare il raggio di quel cerchio, nel quale l’arco, a cui corrisponde 1’angolo al centro a = 30° 42', e lungo l'421m. 6. Calcolare 1’angolo al centro, al quale corrisponde un arco a = 44 cm, se il raggio del cerchio 6 di 1$ cm. 7. Calcolare la misura circolare dell’arco, la cui lunghezza e eguale al raggio. Caleolo delle superlicie. § 99. Definizioni. Quale unita di superficie si prendeun quadrato, che ha per lato hlinita di lunghezza. Secondo che 1’unita di lunghezza preša e l m, 1 dm, 1 cm . ., la superficie del corrispondente quadrato si chiama un metro quadrato, un decimetra quadraio, un centimetro quadrato ecc. 60 Misurare una data superficie vuol dire ricercare quante volte 1’uirta sia in essa contenuta. II numero che lo indica esprime la misura della superficie proposta. Se p. e. si devono sommare 3 metri quadrati ed \ di metro quadrato per ottenere una figura equivalente ad un dato tri- angolo, 3‘25 šara la misura del triangolo rispetto al metro quadrato, o detto piti semplicemente, Varea del triangolo šara di 3:25 metri quadrati. Per misurare meccanicamente l’area di una figura data, si tagliano in latta (di uniforme grossezza) o in cartone tanto la figura che hlinita, e, pesandole, ši determina quante volte il peso dell’unita sia contenuto in quello della figura. In geometria per calcolare 1’area di una figura, si misurano quelle rette, quegli angoli ecc. da cui essa dipende. Applicare immediatamente l’unita di superficie nella figura data, sino a che essa sia pienamente misurata, il piu delle volte e impossihile. § 100. II quadrato. Se si divide eiascun lato del quadrato ABC D (Fig. 118) in tre parti eguali, le rette che uniscono i punti opposti di divisione, scompongono il quadrato in 3X3 = 9 qua- drati congruenti. In generale, se il lato del quadrato e diviso in a parti eguali, si ottengono a X a — « 2 quadrati congruenti. Se ora 1’unita di lungliezza e contenuta a volte nel lato del quadrato, a šara la misura di un lato, ed il quadrato si comporrii di a X a = a 2 quadrati, ognuno eguale all’unita di superficie; percio a 1 e la misura della super¬ ficie del quadrato. Dunque: La misura della superficie di un quadrato si trova col moltiplicare la misura di un lato per se stessa, o piti brevemente: L’ a r e a di un quadrato si trova colhelevare un lato alla seconda potenza. D B Fig. 118. S=a 2 ; a — Osservazioni. 1. L’espressione delParitmetica „elevare un numero al quadrato“ proviene da cio, che col moltiplicare un numero per se stesso, si calcola l’area di un quadrato, il lato del quale ha per misura quel numero. Dalla formola S = a 2 si puo spiegare il motivo per cui s’indicano 1 metro quadrato, 1 decimetro quadrato, 1 centimetro quadrato, 1 millimetro quadrato me- diante 1 m 2 , 1 dm 2 , 1 cm 2 , 1 mm 2 . 2. 1 cm 2 = 100 mm 2 ; 1 dm 2 = 100 cm 2 = 10000 mm 2 ; 1 m 2 = 100 dm 2 — 10000 cm’ = 1000000 mm 2 ecc.; perche? Nella misurazione di grandi estensioni si prende anale unita Varo (a) che equivale a 100 m 2 ; 100 ari 6 un ettaro (ha). 3. Se il lato di un quadrato 6 = 4'23 m = 423 cm, 1’area šara S = (423 X 423] cm 2 = 178929 cm 2 = 17'8929 m 2 . Si ottiene lo stesso risult.ato anche col seguente calcolo: S= (4'23 X 4’23) m 2 = 17'8929ra 2 . Come si vede, si ottiene 1’area di un qua- drato adoperando direttamente la formola S = a 2 , anche se a non e un numero intero. 61 Quesitid’esercizio. 1. Calcolare l’area di un quadrato, il lato del quale 6 a) 10'24m, 6) 3'6m, c) 16 cm. Dovendosi riguardare 10'24 quale un numero decimale incompleto, si eseguisea la moltiplicazione 10'24X10'24 abbreviata con la maggior possibile esattezza. 2. L’area di un quadrato e a) di 3’61m 2 , b) di 18'49 7iO, c) di 16'6284m 2 ; calcolare il lato. 3. Dato il perimetro p di un quadrato, calcolare l’area S. a) p = 32 cm; b) p = 2'78 m. 4. Data l’area S di un quadrato, calcolare il perimetro p. a) S = 169 a, b) 5=2‘89m 2 . 5. La cornice di un’immagine di forma quadrata, di cui il lato 6 a = 62 cm, e larga 12 cm; calcolare l’area ed il perimetro esterno della cornice. § 101. II rettangolo. Se la base del rettangolo ABC D (Fig. 119) e di 6 cm e 1’altezza di 4 cm., esso si potra scomporre in 4 file, di cui ciascuna contiene sei cm 2 ; percio l’area del rettangolo šara (6X4) cm 2 = 24 cm 2 . In generale, se nna determinata unita di lunghezza e contenuta nella base b volte e nelfialtezza h volte, cioe se b „ _^ ed h sono le misure della base e delFaltezza, il L_i_j_ rettangolo verra scomposto in h file ciascuna di b J_1_{_[_I_ quadrati, dunque in tutto in b .h quadrati, ognuno _ j__ ! __j_ | j dei qnali b 1’unita di superficie; percio: j I i I ! L’area di un rettangolo b egnale al A prodottodellabaseperfialtezza; S=b.h. Si dimostri, cbe questa formola vale anche se b ed h non sono numeri interi. Quesitid’esercizio. 1. Si calcoli 1’area di una tavola nera, di una lastra di vetro, di un foglio di carta, misurandone i lati. 2. Quante lastre quadrate di pietra, il cui lato 6 di 22 cm, occorreranno per selciare una piazza rettangolare lunga 25'3 m e larga 9’9ra? 3. Un’area lunga 52'2m, larga 36‘4m' costa 0. 14250 , 6. Quanto vale lm 2 ? 4. In un giardino rettangolare lungo 70 m e largo 45‘5 m trovasi lunghesso il perimetro una strada larga 1 m. Oltre a cio le meta dei lati piu lunghi sono congiunte mediante una via larga 0'6m. Quanti ari contiene la parte coltivata del giardino? 5. Da un quadrato, il cui lato 6 a = 15 cm, si formino diversi rettangoli di eguale perimetro, aumentandone successivamente la base di 1 cm. e diminuendone d’altrettanto la altezza e si confrontino poi le aree delle figure ottenute. 6. Come si. calcola l’altezza h di un rettangolo, data l’area S e la base 5? S = 12 a, 5 = 1 km. 7. Si calcoli la base 5 di un rettangolo, data l’area S e 1’altezza h. S — 33 cim 2 , h— 2 m. 8. Qual’ e il siguificato geometrico dell’equazione (a -f- 5) c = a c -f- 5 c, dove a, b c sono segmenti rettilinei? 9. Parimente l’equazione (a — 5) c = a c — b c. 10. Parimente l’equazione (o-J-5) (c —|— c?) = <2 c -|— a c? -|— 6 c —f— 6 h a = {fl -f- b). — S (a-fb).A a a-\-b „ -2-’ S = - 9 — - h ’ S = ( a + J )- V Siccome poi la semisomma dei lati paralleli e eguale alla retta media m del trapezio (§ 75), cosl si pub ancbe dire: L’area di un trapezio e eguale al prodotto della retta media per Faltezza. (§ 88, ques.) S —m .h. Quesitid’esercizio. 1. Calcolare l’area di un trapezio, dati i lati paralleli a, b e Faltezza Ti. a) a —Z m, b — 2m, h = 2 m-, b) a = 6'2 m, b = 4:'5m, Ti = 2'2 m. 2. Calcolare Faltezza Ti di un trapezio, dati i lati paralleli a, b e 1’area S. a = 6-247 m, 6 = 3*948m, 5 = 275265 cm 2 . 63 3. Calcolare la retta media m di un trapezio, date 1’alt.ezza h e 1’area S. h = 6 cm, S = 0'76 dm, 2 . 4. Dati 1’altezza h, il lato parallelo a, 1’area S di im trapezio, calcolare il secondo lato parallelo b. h = 4 dm, a = S'hm, 15=1 m 2 . 5. Calcolare 1’area di un trapezio isoscele, conoscendone i due lati paralleli (a = 8 cm, b = 6 cm) ed un angolo (a = 45°). 6. Si determinino mediante una scala (Fig. 5) le aree dei trapezi nelle fig. 89 e 91. § 104. II quadrilatero a diagonali vicendevolmente perpendicolari. L/area di lin quadrilatero .a diagonali vicendevolmente perpendicolari feeguale al semiprodotto delle due diago¬ nali (§ 89). Quesiti d’esercizio. 1. Calcolare l’area 5 di un quadrato, data la diago¬ nale d. a) d = 5 cm, b) d = 0'2im. 2. Data 1’area S di un quadrato, calcolare la diagonale d. a) S = 1 m 2 , b) S = 2 '89 m 2 . 3. Calcolare 1’area di un rombo, date le diagonali d x e d 2 . P. e. d x = 16 cm, d 2 = 24 cm. 4. L’area di un deltoide fe = 42 cm 2 , una diagonale 6 = 7 cm; calcolare 1’altra diagonale. § 105. II poligono regolare ed un settore dello stesso. a) L’ar e a di un poligono regolare e eguale al semiprodotto del per i metro pel raggio del cercliioiscrittoallo stesso (§90, a). S p r b) L’area di un settore di un poligono regolare e eguale al semiprodotto della base del settore pel raggio del cerchio iscritto al poligono (§ 90, b). Q u e s i t i d’ e s e r c i z i o. Se ad un cerchio, il cui raggio e = r, si circoscrive un decagono regolare, si trova cke il lato di questo 6 = 0'64984r. Si calcolino a) 1’area del decagono, b) 1’area di un settore, di cui la base e com- posta di tre lati del decagono. § 106. II poligono irregolare. a) Per calcolare 1’area di un poligono irregolare, lo si scompone in triangoli e se ne calcolano le aree; la loro somma šara 1’area del poligono irregolare. Vol en do calcolare p. e. 1’area del quadrilatero ABC D (Fig. 120), si fanno le misurazioni seguenti: # A C = 4 dm, B JE = 3 dm, D F— 1 dm. 64 Si avra A ABC= ^-^ = 6^m 2 . A A CD = ^-1 = 2 dm 2 . A Percio ABC D = 8 dm 2 . h) Se sono datele coordinate dei vertici del poligono, si opera nel modo seguente: OA x =3, OB 1 = 6, O C t = 9, OD 1 = 7 siano le ascisse e -4 X J. = 3, ^£ = 1, (7, C = 4, A Z> = 5 le ordinate dei vertici del poligono ABCD (Fig. 121) rispetto alhasse OX. Dalla stessa figura si ottiene: 4 BCD = AA 1 DD 1 + D D 1 C 1 C — AA 1 B 1 B — B B 1 C 1 C — (3 + 5).4 , (5 + 4).2 (3 + 1).3 (1 + 4). 3 -2-+ -2-2 2 - 115 ' L’area del poligono ABCD contiene dunque ll - 5 unita di super- ficie. Se ep. e. B 1 B = \cm, 1’area di ABCD e di 11'5 cm 2 . Quesitid’esercizio. 1. Si calcoli l’area di un pentagono ABCD E, avendone misurato le lunghezze dei lati BC, CD, DE e le loro distanze dal punto A. 2. Si determini 1’area di un triangolo a) misurandone la base e 1’altezza, b) misurandone le coordinate dei vertici rispetto ad un asse, che giace fuori del triangolo. 3. Si scelgano su di una carta murale quattro punti importanti, e, consideran- doli quali vertici di un quadrilatero, se ne calcoli 1’area. § 107. II cerchio. a) L’areadiuncerehio b eguale al semi- prodotto della periferia pel raggio (§ 91, a). 2 b) Siccome e p = 2 m, cosl: 2rix . r S-- 2 L’ar e a di un cerchio e eguale al quadrato del raggio moltiplicato pel namero di Ludolf. c) Indicando con d il diametro del cerchio, si avra: d d 2 ed S -- d 2 : (Si esprima con parole.) d) Per mi secondo cerchio sussistono le formole: — r\n — AjJL ; percio: S: S x — r 2 n: r\n = r 2 : r'f, S: = #ix =dt d * cio6: 1 4 4 *’ Le aree di due cerchi stanno fra loro come i quadrati dei raggi o dei diametri. S 1 / $ e ) Da r 2 ji = S segue r 2 = —ed r= 1/—(Si esprima con 71 ' 71 parole.) Quesitid’esereizio. 1. Calcolare l’area di un cerchio, il cui raggio e a) di 12 m, b) di 1‘3 cm, c) di 0'236 ra. Si eseguisca con n la moltiplicazione ab- breviata a due decimali. 2. In seguito ad una misurazione eseguita si trovo che il raggio di un cerchio h di 5'623 ra, e si tratta di calcolare l’area di questo cerchio. Siccome 5'623 si deve riguardare quale un numero decimale incompleto, si devono eseguire le molti- plicazioni 5'623 X 5*623 X n con il maggior possibile grado di esattezza. 3. Data la periferia di un cerchio se ne calcoli 1’area. a) p — 1 m, b) p =17 cm, c) p = 60'378 m. 4. Qual’6 la periferia di un cerchio, la cui area e a) di 1 m 2 , b) di 3*26 m 2 , c) = S ? 5. Calcolare il raggio di un cerchio, la cui area e uguale alla somma delle aree di tre cerchi coi raggi r, = 5 cm, r, = 7 cm, r 3 — S cm. Qui si potrebbero evitare le operazioni con n. 6. Dato il raggio di un cerchio (r = 1 m), calcolare il lato del quadrato ad esso equivalente. Si costruisca un cerchio eguale 7. alla somma di due cerchi dati, 8. alla somma di tre cerchi dati, 9. al doppio, al triplo, al quadruplo di un cerchio dato, 10. alla differenza di due cerchi dati, 11. alla meta di un cerchio dato. § 108. L’anelio circolare. Si trova: S = r 2 7i — r\ ti = (r 2 — r j) ti, od anche S = (r + r,) (r — r,) n. (Si esprima con parole.) Quesitid’ esercizio. 1. Calcolare l’area compresa fra due cerchi con- centrici, i cui raggi sono r — 57'236 m ed r 1 , = 32'147 m. 2. Calcolare l’area di un anello circolare, date l’area del cerchio interno (S, = 42' 18 cm 2 ) e la larghezza dell’anello (l = 4 cm). 3. Calcolare l’area di un anello circolare, date la periferia del cerchio esterno (p = 162'7834m) e la larghezza dell’anello (l — 2'56 m). 4. Calcolare il raggio del cerchio esterno, dati il raggio del cerchie interno (»i = 3 cm) e l’area dell’anello circolare (S = 10 era 2 ). 5. Calcolare il raggio di un cerchio equivalente ad un anello circolare (r, = 1 cim, r 2 = 6 era). 6. Si trasformi un dato anello circolare in un cerchio. Hoeevar-Postet, Manuale di geometria per il Ginnasio inf. 2. ediz. 5 66 § 109. II settore circolare. a) L’area di un settore circolare e eguale al semiprodotto d e 11’ar c o (a), pel raggio (r) (§91, h). h) Ad archi eguali corrispondono nello stesso cercliio settori eguali; percio ad un arco 2, 3 ... n volte maggiore corrisponde un settore 2, 3 ... n volte maggiore; quindi: Settori dello stesso cercliio stanno fra loro come g 1 i archi c o r r i s p o n d e n t i. S . /Si, ——— ct . rz,. c) Ad angoli al centro eguali corrispondono nello stesso eerchio anche settori eguali; percio ad un angolo al centro 2, 3 ... n volte maggiore corrisponde un settore 2, 3 ... n volte maggiore; quindi: Settori dello stesso cercliio stanno fra loro come gli angoli al centro corrispondenti. S : /S\ = a : oc 1 . d) Siccome la snperficie circolare puo considerarsi quale un settore, che corrisponde ad un angolo al centro di 360°, cosl dalFultimo teorema risulta: S: r a ji = a : 360. E’ chiaro dunque che conoscendo due delle quattro grandezze: area del settore, raggio, lunghezza delFarco e misura circolare delfarco (S, r, a, a), si possono calcolare le altre due. Quesiti d’eseroizio. 1. Calcolare l’area di un settore circolare e 1’arco rispettivo, dati il raggio r = 2'71m e l’angolo al centro corrispondente a = 63°, 2. Calcolare 1’area di un settore circolare e l’angolo al centro corrispondente. dati il raggio r = 0'944m e la lunghezza deli’arco a = 1'237 m. 3. Calcolare il raggio e l’area di un settore circolare, dati l’angolo al centro a = 45° 25' e la lunghezza dell’arco a = 1 dm. 4. Calcolare il raggio e l’arco di un settore circolare, dati l’angolo al centro a = 40° e l’area S — 25 dm 2 . Osservazione. Per risolvere questi quattro quesiti, fra le formole S : r 2 n = a \ 360, a : r n = a : 180, si adoperi prima di tutto quella che delle gran¬ dezze r, a, a, S contiene le due date e quindi si prenda una delle altre due. 5. Qual’ 6 il raggio di un cerchio equivalente ad un settore, al quale corrisponde il raggio r = 5 dm e l’angolo al centro a = 42° ? Si evitino le operazioni con n. § 110. II segmento circolare. Il segmento cir¬ colare e eguale alla somma od alla diffe- renza del settore corrispondente e di un triangolo, secondo che esso d maggiore o m i n o r e del s e m i c e r c h i o. Dalla fig. 122 si ottiene: D 67 Segmento ACJi = settore AOBC — triangolo AOB. Segmento ADB = settore AOB D -f triangolo AOB. Quesito d’eseroizio. Calcolare l’area di uno dei segmenti limitati dalla periferia di un cerchio, di cui il raggio r = 5 cm e dai lati del quadrato iseritto (§ 104, quesito 1). § III. Applicazioni del teorema di Pitagora. 1. Problema. Calcolare un lato di un triangolo rettangolo, dati gli altri due lati. Indicando con a, b, c le misure dei due cateti e delFipotenusa, giusta il teorema di Pitagora si ha: c 2 = a 2 -f- b 2 , da cui: c == Vo 2 -j- b 2 , a — Vc 2 — b 2 = V (c -f- b) (c — b). L/ipotenusa d eguale alla radice quadrata della somma dei quadrati dei due cateti. Un cateto e eguale alla radice quadrata della differenza del quadrato deli’ ipotenusa e del quadrato delFaltro cateto. In questi due teoremi le espressioni, „ipotenusa, cateto“ stanno per abbreviazione in luogo delle piu lunghe „misura dellipotenusa, misura del cateto “. P. e. a = 3, b = 4, c = VlT+lli = 5. b = 5, c = 13, a = V (13+ 5) (13 — 5) = Vl44 = 12. 2. Problema. Calcolare la diagonale di un quadrato, di cui e dato il lato. Indichiamo con d la (misura della) diagonale e con a il (la misura del) lato. Giusta il teorema di Pita¬ gora si otti en e d = Va 2 + a 2 V Y^~ = a V5T P. e. o = 3, d = 3XU414 = 4-242. A 3. Problema. Dato il lato a di un triangolo equi- latero (Fig. 123), calcolare Faltezza h e Farea S. 3 a 2 _ a _- 4 — 2 • S = a ~ a T f"- V V 3. 4 P. e. a = 6 m, Ji = 3 X l'732m == 5'196m. ^=9X l‘732m 2 = 15-588m 2 . Quesitid’esercizio. 1. Calcolare l’ipotenusa di un triangolo rettangolo, dati i due cateti a e b. a) a — 15 m, b — 8m; p) a = 21 dm, b = 20 dm\ y) a = 64'327 m, b = 46'525 m. 2. Data l’ipotenuza c e dato uno dei cateti di un triangolo rettangolo, calcolare 1’altro cateto. a ) c = 25 cm, a = 24 cm-, (!) c = 5'89 m, b = 3'12 m. 5 * 68 3. Una scala a piuoli lunga 8 m b appoggiata ad una muraglia, ed il suo plode sul terreno dista dalla stessa di 3'6m. A quale altezza arriva la scala? 4. Calcolare il lato a di un quadrato, data la diagonale d. a) d = 4 cm, P) d = 13 m. 5. Calcolare il lato di un quadrato iscritto in un cerchio, di cui il raggio b di 1 dm. 6. Date le dimensioni a e b di un rettangolo, calcolare a) la diagonale, /3) il raggio del cerchio circoscritto allo slesso. a = 4 dm, b = 9 cm. 7. Calcolare l’altezza e l’area di un triangolo isoscele, di cui la base e b ed un lato e a. a) b = 8 cm, a = 5 cm; P) b — 2'66 m, a = 2'05 m. 8. Calcolare 1’altezza h e l’area S di un triangolo equilatero, dato il lato a. a) a = 12 cm, P) a = 4'12 m. 9. Se r, c, d indicano rispettivamente il raggio di un cerchio, la corda e la distanza della stessa dal centro, calcolare ciascuna di queste grandezze, date le altre due. a) r = 5 cm, c = 5 cm; P) r = 3‘24 m, d = 2'18; y) c — 3 dm, d = 3 dm. 10. Calcolare il perimetro e l’area di un rettangolo, di cui la diagonale b = d e l’angolo acuto racchiuso dalle due diagonali b di 60°. d = 12 cm. 11. Calcolare l’area di un trapezio isoscele, dati i lati paralleli a e J ed uno degli altri due lati c. a = 1 • 8 dm, b = 1'2 dm, c = 5 cm. 12. Calcolare il perimetro di un rombo, date le due diagonali d, e d 2 . d, = 1 ’ 5 m, d 2 = 1 m. 13. Calcolare 1’area dell v esagono regolare iscritto in un cerchio, di cui il raggio e R. 14. Calcolare il lato di un dodecagono regolare, dato il raggio R del cerchio circoscritto. P. e. R — 1 dm. Se AB ed A C (Fig. 124) sono rispettivamente i lati delFesagono e del dodecagono regolare, si calcoli dapprima j OD, poi CD e nel triangolo rettangolo ACD, il lato A C. Si trova A C = 0" 51764 R. 15. Si calcoli il lato di un poligono regolare di 24 lati iscritto in un cerchio, di cui il raggio e R. Vedi il quesito precedente. 16. Calcolare il perimetro di un ottagono regolare iscritto in un cerchio, di cui il raggio e R. P. e. R = 1 dm. 17. Dati il raggio r di un cerchio ed una corda c, calcolare la corda che sottende mezzo arco. P. e. r — 6 cm, c — 4 cm. 18. Dato il lato a di un triangolo equilatero, calcolare il raggio a) del cerchio iscritto, /S) del cerchio circoscritto allo stesso. P. e. a = 1‘2 dm. Vedi § 59. 19. Calcolare il lato di un triangolo equilatero, di cui 1’ altezza e = h. V 3. P. e. h — 5 cm. _ , «./„ . , ., . 2 h 2 h Da/i= —V 3 sincava 2h = a V3, a = — —- 1 V 3 3 20. Calcolare il lato o di un triangolo equilatero, di cui b dato a) il raggio r del cerchio iscritto, /3) il raggio R del cerchio circoscritto. a) r = 1 m, p) R — h cm. Vedi § §9 ed il quesito precedente. 21. Calcolare il perimetro di un triangolo isoscele, di cui sono date la base b e l’area S. P. e. b = 12 mm, S = 6'5 cm 2 . 22. Calcolare d) il lato, /3) 1’altezza di un triangolo equilatero, di cui b date l’arca S. P. e. R — Ib cm?. 69 23. E dato un cerchio, il cui raggio h r = 1 dm; caloolare di quanto l’area di questo cerchio e maggiore di quella dell’esagono regolare isoritto e di quanto e minore di quelia del quadrato circoscritto. 24. Calcolare l’area di un cerchio a) iscritto, (S) circoscritto ad uu quadrato, di cui 1’area e S. P. e. S — 10 cm, 2 . Somiglianza. § 112. Definizioni. Secondo clie due figure hanno eguale grandezza od eguale forma, o grandezza e forma eguali, si dicono rispettivamente eguivalenti (==), simili (cv)) o congruenti (£^) (§ 48). II segno cv) deriva dalla lettera iniziale della parola „similis“. Una pili esatta definizione per la somiglianza di due poligoni (compresi i triangoli e i quadrilateri) e la seguente: Due poligoni diconsi simili, se gli angoli di uno sono rispettivamente eguali agli angoli delFaltro e se i rapporti di ogni due lati omologhi sono eguali. Si dicono lati omologhi quelli clie uniscono i vertici degli angoli rispettivamente eguali. Se p. e. nella fig. 125 sono eguali i se- guenti angoli: A = A 1 , B = B 1 , C -- (7j, D = />,, lati omologM sono AB ed A l B v come pure B C e B,C\, CD e C\ B t , DA e D 1 A l . Se poi questi lati sodisfamio alle condizioni AB: A l B 1 = B C : B t C\ — CD : C 1 D l = DA: D 1 A 1 , i due poligoni sono simili; si scrive ABC D cv) A l B 1 C l D 1 . La condizione, clie i rapporti di ogni due lati omologlii siano eguali, si pno enunciare in una altra forma ed esprimere matematica- mente nel modo seguente: Indicando con m il numero, a cui 6 eguale il rapporto AB:A l B 1 , cioe il valore o 1’esponente di questo rapporto, avremo: AB : A l B l =m, BC:B 1 G\=m, CD : C 1 D 1 — m . . . , dunque AB=m.A 1 B 1 , BC = m. B l C 1 , CD = m.G\D l .... Percio si dice clie i lati del primo poligono sono multipli eguali i ei 'ati omologhi del secondo poligono, oppure clie quelli sono proporzionali a questi. Da quanto e stato detto sin qui risulta cliiara 1’esattezza dei teoremi seguenti: Due poligoni sono simili, se ciascuno di essi e simile ad un terzo. Se due poligoni simili hanno due lati omologhi eguali, sono anche perfettamente eguali. 70 § 113. Partizione delle rette. Se partendo dal ve rtiče di un angolo si divide un lato in un dato numero di segmenti eguali e per i punti di divisione si guidono verso il secondo lato delle rette fra loro parallele, questo lato riesce diviso in altrettanti segmenti eguali. Fig. 126. Siano (Fig. 126) AB = B C = C D = D E, B F\\CG \\ D H\\ EJ. Per dimostrare ehe e p. e. G H= AF, si conduca CK [| G H. Essendo CKHG un parallelogrammo, šara CK—GII, ed essendo i triangoli ABF e CD K congruenti, šara CK || A F] percio GH—AF. 1. Problema. Dividere una retta data in n parti eguali. 1. Soluzione. Per 1’estremita A della retta data A E (Fig. 126) si tiri un’altra retta e si prendano su di essa a partire da i n segmenti eguali, si unisca 1’estremita J con E mediante la retta E J e per ciascun punto di divisione si guidino delle rette parallele a questa. Del resto basta guidare solo la parallela pel punto II precedente a J; percbe? 2. Soluzione. Per dividere la retta J. D (Fig. 127) in n (qui in clnque) parti eguali, alle due estremita A e B della stessa si conducano due rette A M e BN parallele e di senso opposto e partendo da A si prendano sulla retta AM n (cinque) segmenti eguali, il cbe si fara ancbe sulla retta BN partendo da B. Le rette, che uniscono C con L, D con K ecc. dividono AB in n parti eguali (§ 69, e). 2. Problema. Dividere una retta secondo un dato rapporto numerico. J* £ c Fig. 128. Soluzione. Per dividere la retta AB (Fig. 128) nel rapporto di 3 : 4, la si divida in 3 + 4=7 parti eguali ed il punto estremo C della terza pcrzione šara il punto cercato e cio perelič A C = 3 . A E. C B= 4 . A E] percio A C : BC — 3 : 4. — La fig. 129 mostra come si possa risolvere nel modo il piti semplice il problema. 71 Quesiti d’ e s e r c i z i o. Si divida una retta: 1. in a) 3, b) 5, c) 6, d) 10 parti eguali; 2. nel rapporto a) 2 : 3, b) 1 : 4, c) 5 : 2; 3. nel rapporto a) ~ : -i-, b) 1~ : 2-~, c) 0’6 : 1*5; 4. in tre parti, che stiano nel rapporto di 2 : 3 : 4. 5. E dato un parallelogrammo; oostrnire un altro parallelogrammo di base eguale e che stia al dato nel rapporto di 3 : 4. — Si badi che due parallelogrammi di egual base stanno fra loro come le altezze. S : = bh : J, A, = h : h,. 6. E dato un triangolo; costruire un altro triangolo di base eguale e che stia al dato nel rapporto di 5 : 2. 7. E dato un triangolo; costruire un altro triangolo di eguale altezza, che stia al dato nel rapporto di 2 : 3. § 114. Proporzionalita fra segmenti rettilinei. Se in un triangolo si gnida una retta parallela ad un lato, gli altri due lati vengono divisi proporzionalmente ed i lati del nuoro tri¬ angolo sono proporzionali ai lati del triangolo dato. Sia (Fig. 130) DE^AB ed il lato A C sia diviso nel punto D nel rapporto di 2 : 3, cioe A D : D C — 2 : 3. Se ora per i punti di divi- sione si conducono altrettante rette parallele ad AB, anclie il lato B C viene diviso in cinque parti eguali, delle quali due spettano alla retta BE e tre alla EC- percid šara B E: EC = 2:3; quindi anclie A D : D C = B E: EC, cioe i segmenti del lato A C stanno nello stesso rap¬ porto di quelli del lato BC, od in altre parole i lati AC e BC vengono divisi proporzional¬ mente dalla DE. Se poi dai punti di divisione del lato AC si conducono delle parallele al lato BC , col solo osservare la figura si vede che d AB:DE= 5:3, BC: EC =5: 3, CA : CD = 5: 3. Percid: AB : DE=BC: EC=CA : CD. C'~ 17 I lati del nuovo triangolo sono proporzionali a quelli del triangolo dato. Si ottengono gli stessi risultati, anclie se il lato A C viene diviso nel punto D nel rapporto di m: n, dove m ed n indicano due numeri interi qualunque. Quesitod’esercizio. Senellafigura 130 AB —12 cm, BC — 15 cm, A C— 11 cm, AD= 3 cm, quanto importano i lati del triangoli C D El 1. Problema. Dividere una retta se- condo un determinato rapporto di lunghezza. Per dividere la retta AB nel rapporto di CD: DE (Fig. 131), si trasportino sui 72 lati di im angolo concavo qualunque G A li i segmenti AF — CD, F G = D E, si eongiunga G con B mediante la retta GB e da F si conduca FII j| GB] con cib la retta AB viene divisa nel punto H nel rapporto di CD: D F. 2. Problema. Trovare la quarta proporzionale geometrica rispetto ai tre segmenti dati a, b, c. Sirast portino sui lati di un angolo concavo qualunque (Fig. 182) i segmenti AB — a, BC=b , A D = c, si eongiunga mediante una retta il punto D col punto B e da C si guidi C E || DB; il seg- mento D E — x sodisfa alla con- dizione a : b — c: x. 8. Problema. Trovare la teiza proporzionale geometrica ri¬ spetto a due segmenti dati a e b. a : b = b : x. Questo problema pub considerarsi quale un caso speciale del precedcnte. 4. Problema. Trovare la media proporzionale geometrica fra due rette date a e b. Siccome il segmento x domandato deve sodisfare alla condizione a : x — x :b, ovvero x % — ab, percib si determina il lato x del quadrato cbe b equivalente al rettangolo i cui lati sono a e b. (Vedi § 94, Probl. 5.) § 115 . Somiglianza dei triangoli. a) Se in un triangolo si guida una retta parallela ad un lato, i due triangoli ehe risul- tano sono simili. Se nel triangolo ABC (Fig. 133) si tira DE\\ AB, i due triangoli ABC e D EC hanno gli augoli rispettivamente eguali e i lati omologbi proporzionali (§ 114); percib /\ A. B C co /\ D EC. b) Due triangoli sono simili, se hanno gli angoli rispettivamente eguali. Se nei triangoli ABC ed A 1 B 1 C l (Fig. 133) A = A t , B — B,, C — C 1} essi possono venir sovrapposti Funo alFaltro in modo cbe coincidano i lati racchiu- denti gli angoli eguali C e C, e il lato A l B , čada nella posizione di DE j AB. Percib in base al teorema precedente i due triangoli sono simili. 73 Quesitid’esercizio. Costruire un triangolo A 1 B l C 1 simile ad mi altro ABC: 1. dato il lato A 1 B 1 omologo al lato AB; 2. se il rapporto dei lati omologhi AB: A, B, e eguale al rapporto numerico 4:3; 3. se il rapporto dei lati omologhi B C : B l C l 6 eguale al rapporto fra due segmenti dati a : a ,; 4. se il lato A, B, omologo al lato 45 e la quarta proporzionale geometrica rispetto ai lati A B, B C, C A. 5. Costruire ud triangolo con un lato di 4 cm che sia simile ad un altro ABC, in cui AB = 6cm, BC=A'5cm, CA = 5 cm. Quante soluzioni corrispondono al ques.ito? Quale e in ciascun caso la lunghezza degli altri lati del nuovo triangolo? 6. Perche due triangoli equilateri sono simili? Perchh lo sono due triangoli rettangoli isosceli? 7. Ad un cerchio, il cui raggio b r, e circoseritto un esagono regolare; se ne calcoli il lato (Fig. 134). Il A C OF<\> A AO E\ percio C F: A E — O F: O E, da cui si puo calcolare C F e quindi anche CD. 8. Ad un cerchio, il cui raggio h r, e circoseritto un dodecagono regolare; se ne calcoli il lato (§ 111, ques. 14)- 9. Assegnare la lunghezza della retta a b (Fig. 135), supposto che la retta da 0 ad 1 sia = 1 m. —: Schiarimento. Dalla fig. 130 e chiaro che i segmenti tirati nel fD Fig. 135. 0 1 2 A ABC parallelamente ad A il sono rispettivamente — A B, — A B, ecc. Da una O o simile riflessione risulta chiaro 1’uso della scala trasversale (Fig. 135), la costruzione della quale appare dalla medesima figura. c) L/altezza divide il triangolo rettangolo in due tri¬ angoli simili fra loro e ciascun o simile al triangolo dato. I triangoli rettangoli ACD e ABC (Fig. 136) sono simili, perclie lianno C 1’angolo D A C = % comune e quindi eguali anclie gli angoli indicati con [i. Anche i triangoli CDB ed ABC sono simili per analogo motivo. Percio i trian¬ goli ABC, ACD, CBD sono a due a due simili, avendo ognuno di essi gli angoli R. a, fi ed 74 C d) L/altezza b la media proporzionale geometrica fra i dne segmenti delfipotenusa. I lati p ed h del triangolo BCD sono proporzionali ai lati omologlii h ed q del triangolo simile C A D, cioe: p:h = h:q, da cui: h 2 —pq (Oonfr. § 93). Quesito d’ esercizio. 10. Calcolare e costruire la media proporzionale geometrica fra dne rette date. a) 3 cm, 12 cm; b) 2‘5cm, 1 dm. § 116. Somiglianza dei poligoni. Problema. Sopra una retta, preša quale lato, costruire un poligono simile ad un altro d ato. Soluzione. Sia ABCDE (Fig. 137) il poligono dato e sia s il lato dato del nuovo poligono omologo ad A B. Si conducano le diagonali AC ed A D, si faccia A F=s e si guidino FG\\BC, GH\\CD, HJ\\DE. I poligoni ABCDE ed AFGHJ lianno gli angoli rispet- tivamente eguali (perche?) e i lati omologbi proporzionali; imperocche: /\ABCc^AAFG, percio: AB : AF= BC: FG = AC: AG, AACDc^AAGH, „ AC: AG — CD : GH= AD: AFt, AADEc^AAHJ, „ AD:AH=DE-.HJ=AE-.AJ- quindi A B C D E c\J A F GII J. Se ora noi trasportiamo il poligono AFGHJ nella posizione A 1 B 1 C 1 D 1 E 1 (§ 83), dovra essere anche ABCDEcvA^C^E, Teorema. Poligoni similiTengonoscomposti mediante diagonali omologbe in triangoli simili. Nei poligoni simili ABCDE ed A 1 B 1 C I D 1 E l (Fig. 137) AC e A 1 C 1 , AD e A l D 1 sono le diagonali omologbe, perche uniscono i ver- tici di angoli rispettivamente eguali. Si faccia ora AF = A 1 B l e si costruisca, come antecedentemente, il poligono AFGHJ, il quale sia simile al poligono ABCDE e quindi ancbe al poligono A 1 B I C 1 D 1 E 1 . Ma essendo ancbe AFGHJ^^A 1 B 1 C 1 D l E 1 , perche i lati omologlii A F ed A 1 B 1 sono eguali (§ 112), šara A4A c, afgc^abc, AA&D^AAGHcvACD, ecc. Q u e s i t i d ! esercizio. 1. Costruire nn poligono simile al poligono A B CD E (Fig. 137), nel quale il lato omologo a B C sia eguale ad un segmento dato s. 2. Si dimostri che due poligoni regolari di eguale numero di lati sono simili. 75 3. Costruire un poligono simile ad un altro dato (p. e. ad un esagono) in modo che il rapporto di due lati omologhi sia eguale a) ad un dato rapporto di lunghezza, b) ad un dato rapporto numerico 2 : 3. 4. Sopra una carta topografica costruita nel rapporto di 1 : 1200 la distanza di due punti e di 82 mm. Qual’ 6 la distanza dei detti punti d) in natura, 5) sopra una seeonda carta costruita nel rapporto di 1 :5000?— Osservazione; Ogni poligono disegnato sopra una carta, una pianta ecc. 6 simile a quel poligono, che a d esso corrisponde in natura. II rapporto di ogni due lati omologhi e dato da una apposita scala. 5. Sopra una carta topografica costruita sulla scala di 1 : 150000 che lunghezza ha la distanza di lkm? 6. Si ingrandisca il pentagono A 1 B l C, D 1 E t (Fig. 137) nel rapporto di 2 : 3. 7. Si disegni un quadrilatero qualunque e lo si dimiunisca nel rapporto di 5 : 3. § 117. Rapporti fra i perimetri di due figure simili. Se il rapporto fra due lati omologhi di due triangoli simili ABC e d A 1 B 1 C 1 e —m, cioe se e AB = m. A x B ly BC = m. B 1 C \, C A = m. C 1 A l) šara A B -f- B C -j- C A — m (A, B x -j- B x C x -f- C\ A x ), oppure, indicando con p e p x i perimetri dei due triangoli, šara p = mp 1 , percih: p: Pl = AB : A 1 B 1 = BC : B X C X = CA: C X A,. Egualmente si procede per i poligoni; pereio: I perimetri di due triangoli o di due poligoni simili stanno fra loro come due lati omologhi. Quesito d’esercizio. Sono dati due triangoli simili; i lati di uno sono a = i2 cm, 6 = 9 cm, c — 14 cm, il perimetro dell’altro e p x = 56 cm; calcolare i lati del secondo triangolo. § 118. Rapporti fra le aree di due figure simili. a) Se il rapporto fra due lati omologhi di due parallelogrammi simili ABC D 'e A 1 B 1 C 1 D 1 jt (Fig. 138) 6 = 5:3, il parallelogrammo ABC D si potra scomporre in 5 X 5 = 25 ed il parallelo¬ grammo A 1 B 1 C 1 JD 1 in 3X3 = 9 piccoli pa¬ rallelogrammi, i quali sono ^ tutti fra loro congru- enti. Se ora indicliiamo con s l’area di uno dei triangoli, nei quali i piccoli parallelogrammi vengono scomposti mediante le diagonali parallele a BI) ed a B 1 D 1 , si trova che A B CD = 50s, /i, />', C\ J) 1 = 18 s, dunque 7i /d = 25s, Fig. 138. I\A 1 B 1 D 1 = 9 s. 76 Da ci6 segue clie A A b D : /\ A x B l D l =25:9. Per i quadrati oostruiti sui lati omologhi AB e A i B l si ottiene oltre a cio la pro- porzione A B E F : A x B x E l F x =25:9, dunque A ABD : A A, B, J), = ABEF: A X B X E X F X , oppure indicando con S ed S x le aree con a ed a x i lati dei due triangoli, šara: S: S x = a 2 : a x 2 , cio5: Le aree di due triangoli simili stanno fra loro come i quadrati di due lati omologhi. Per esercizio si-ripeta la derivaziohe di questo teorema, supposto che AB : A 1 B l = m : n, dove m ed n sono due numeri interi qualunque. Se il lato a di un triangolo e 2, 3, 4 .... m volte maggiore del triangolo simile, anche l’area S del . m 2 volte maggiore dell’area S x del šara S — m 2 S x . Cio vale anche se m secondo lato omologo a x di un primo triangolo Sara 4, 9, 16 . . . secondo triangolo; se 6 a — m a x , non e un numero intero, come p. A,B X 5 e. nella fig. 138, dove: AB=b. 3 = A 1 B l eABD = 25. A,B X D X 9 -( 4 )- a x b x d x . b) Per confroutare le aree di due poligoni simili, si scompongano questi in triangoli mediante diagonali omologhe. Se si ammette nella fig. 137, che sia AB = m.A l B x , si avra: ABC=m 2 . A X B X C X ACD—m 2 . A 1 C 1 D 1 A D E= m 2 . A x D x E x ABC D E— m 2 . A X B X C X D X E X , da cui: ABCDE: A x B x C x D 1 E i =ABC: A X B X C\ = TS r : A^B?, cioe: Le aree di due poligoni simili stanno fra loro come i quadrati di due lati omologhi. Quesiti d’esercizio. 1. Due lati omologhi di due triangoli (poligoni) simili sono a = 15 cm, a x = 12 cm; calcolare l’area del secondo triangolo (poligono), se quella del primo 6 = 1 dm ! . 2. Sapendo che se il lato e = 1 cm, l’area del pentagono regolare e = 1’ 7205 cm 2 , „ dell’esagono „ e = 2 - 5981 cm 2 , „ „ ottagono „ 6 = 4'8285 cm 2 ; quale e 1’area in ognuno di questi tre časi, se il lato e di o) 1 m, b ) 23 cm, c) 2 ’15 m? 3. In quale rapporto si deve ingrandire il lato di un poligono, affinche dise- gnaio in una scala maggiore 1’area si raddoppi? 4. Se 1’ingrandimento lineare di un microscopio e di 80 volte, quale šara 1’ingrandimento in superficie? 5. Sopra una carta topografica disegnata secondo la scala di 1 : 100 1’area di un triangolo e di l'5423(/m 2 . Quale šara 1’area del corrispondente triangolo simile a) in natura, b ) sopra una earla topografica disegnata secondo la scala di 1 : 150? 77 Stereometria. I piani. § 119. Assioma del piano. II concetto, che possediamo della retta e del piano, ci pone m grado di riconoscere 1’esattezza del segmente teorema: Una retta, che ha dne punti comuni con un piano, coin- cide in tutta lasua estensione collo stesso (assioma del piano). Tanto qui che in seguito e d’uopo immaginare illimitati non solo la retta ma anche il piano, purclie non si presupponga espressamente il contrario. Per rendere anche visibili con modelli e con disegni piani illimitati, non possiamo evidentemente adoperare che porzioni limitate dei medesimi. Sull’ assioma suesposto si basa il metodo di provare un piano col mezzo di una riga. § 120. Determinazione di un piano. Problemi. Guidare un piano 1. per un punto, 2. per due punti, 3. per una retta, 4. per piu punti giacenti in una retta. — Problemi indeterminati. Si renda intuitiva la eostruzione richiesta, ponendo un foglietto piano od una tavoletta sulFangolo e sullo spigolo del tavolino. 5. Guidare un piano per tre punti non situati in linea retta. Si conduca il piano per due punti e poi lo si faccia rotare attorno alla retta che li congiunge, sino a che anche il terzo punto vada a cadere sul piano. 6. Guidare un piano per una retta e per un punto fuori della stessa. (Probl. 5.) 7. Guidare un piano per due rette intersecantisi AB e BG. Il piano condotto per i puntih, B e C deve contenere anche le due rette date. (Perclie?) 8. Guidare un piano per due rette parallele. Supponiamo che il piano MN passi per due rette a e b intersecantisi (Fig. 139) e che la retta b roti attorno ad un punto A in modo chf il punto d’intersezione D si sposti continuamente lungo la retta a. Con cio la retta b rimane eonstante- mente nel piano MN (perche?) anche quando b diventa parallela ad a. Se Fig. 139. dunque due rette sono parallele e se un piano passa per una (a) di esse e per un punto (il) deli altra (c), questa deve giacere anche in quel piano. Da-cio e chiaro che anche nello spazio per un punto non si p u o c o n d u r r e che una sola parallela a d una retta d a t a. 78 Gli ultimi quattro problemi sono determinati in modo imico, perche ad ognuno non corrisponde che una sola soluzione; percio: Un piano e determinato: a) da tre punti non situ ati in linea retta; b) da una retta e da un punto situato fuori della stessa; c) da due rette intersecantisi; d) da due rette parallele. Quesiti d’eseroizio. 1. Che cosa si potrebbe dire di due piani ai quali sono comuni tre punti non giacenti in una retta ? 2. Quale vantaggio presenta un sedite a tre piedi rimpetto ad uno a quattro piedi? § 121. Genesi del piano. Un piano pub immaginarsi generator 1. da una retta, che scorre lungo due rette intersecantisi; 2. da una retta, che rotando attorno ad un suo punto, scorre lungo un’altra retta; 3. da una retta, che scorre lungo una seconda retta parallelamente a se stessa; 4. da una retta, che scorre lungo due rette parallele. La retta, che nel suo movimento genera il piano, si chiama retta generatricej se questa scorre in pari tempo lungo altre rette, queste vengono chiamate Unee direttrici, o in particolare rette direttrici od anche semplicemente direttrici ( direttive ). Quesiti d’esercizio. Si cerchi un esempio nella Fig. 139. per ciascuno dei quattro modi, secondo i quali si genera un piano. Posizioni principali di rette e di piani. § 122. Due rette. Due rette possono avere una rispetto alFaltra tre posizioni essenzialmente diverse: 1. s’intersecano ; 2. sono vicendevolmente parallele ; o 3. ne shntersecano, ne sono parallele; in tal caso si dice che le due rette s’incrociano. N el due primi časi le rette giacciono nello stesso piano; non pero nel terzo. Si ottengono due rette incrociantisi, facendo passare un piano lungo una retta e per un punto fuori della stessa e guidando una se¬ conda retta per questo punto e per un altro che trovasi fuori del piano. Sugli spigoli di un armadio, della scuola ece. si dieno esempi per ciaseuna delle tre posizioni essenzialmente diverse di due rette. § 123. Due piani. Due piani si dicono paralleli, se non hanno al- cun punto comune per quanto possano venire estesi. Se essi hanno dei punti comuni, questi sono punti di una retta, che si chiama linea dlinter- sezione dei due piani, e in questo caso si dice che i piani s’intersecano, Infatti, se per due punti comuni a due piani guidiamo una retta data, essa deve giacere in ciascuno di essi e šara quindi la loro linea d’inter • 79 sezione. Ad eccezione di questa retta, i piani non possono avere comune alcun altro punto; giacche per una retta e per un punto fuori della stessa non si pn6 condurre che un solo piano. Si cerchino sulle pareti di un armadio, di una stanza ecc. esempi di due piani paralleli e di due piani intersecantisi. § 124. Retta e piano. Una retta ed un piano si dieono paralleli, se non lianno comune alcun punto per quanto la retta si prolunghi e il piano si estenda. Se la retta e il piano non sono paralleli e se lianno comune un solo punto, questo si chiama punto d’intersezione della retta col piano od il piede della retta nel piano e si dice che la retta in- contra il piano o che il piano interseca la retta. Se infine una retta ha pid di un punto comune con un piano, essa coincide col medesimo in tutta la sua estensione (§ 119). Si dieno esempi per le tre suaccennate posizioni di una retta rispetto ad un piano. Rette e piani paralleli. Fig. 140. § 125. Due rette. Se due rette intersecantisi si muovono parallela- mente a se stesse, gli angoli da esse formati rimangono invariati. Se supponiamo che in un dato piano sia A B |J A, B, (Fig. 140) e che in un altro piano sia CD [| C 1 D 1 , šara anclie A O C — A j 0 1 C 1 . Da cio segue che: Anclie nello spazio angoli for¬ mati da rette parallele e rivoltej nello stesso senso sono eguali. Per angolo di due rette incrociantisi si intende d’angolo che si ottiene conducendo per un punto di una retta una parallela allaltra. In questo senso si dere in- tendere che 1’angolo A O C (Fig. 140) e 1’angolo delle rette incrociantisi AB e C, D,. § 126. Rette e piani, a) Problema. Guidare per un punto dato una retta parallela ad un piano dato. Si gnidi nel piano dato MN (Fig. 141) una retta qualunque BC e pel punto dato A la D E || B C; šara DE |] MN. Perche, sela retta DE prolungata sulficientemente incontrasse il piano M N, il suo piede dovrebbe eoincidere tanto col piano M N che con quello determinato dalle parallele BC e DE, dunque questo piede sarebbe un punto della linea d’intersezione BC dei due piani, e quindi le rette BC & D E non sarebbero parallele; percio il teorema: Fig. 141. 80 Se una retta6parallelaadun’altrasituatainunpiano, e parallela anche al piano stesso. Quante solnzioni corrispondono al problema dato di sopra? b) Se una retta e parallela ad un piano, 6 anche parallela ad ogni retta nel medesimo, la quale giace con essa nello stesso piano. Infatti, se la retta AB h parallela al piano MN (Fig. 142) e se attorno ad A B, preša quale asse, si fa rotare un altro piano, la linea d’intersezione dei due piani, in tutte le sue posizioni CD, C\ D 1 , C 2 D a ..., rimane parallela ad AB. Giacche, se p. c. A B c, CD avessero un punto comune, questo dovrebbe appartenere anche al piano MN, e quindi A B non sarebbe parallela ad MN. Si cerchino esempi corrispondenti a questo teorema sngli angoli e sulle pareti della scuola ecc. Fig. 142. Fig. 143. § 127. Due piani. «) Se MN ed M, (Fig. 143) sono due piani paralleli, AB ed A 1 B l le rette nelle quali questi piani vengono tagliati dal piano RS, queste rette devono essere parallele, perche esse giacciono nel medesimo piano (BS) e non s’intersecano. Dunque: Se due piani paralleli vengono tagliati da un terzo, le linee d’intersezione devono essere parallele. Essendo AA 1 \\BB 1 (Fig. 143), il quadrilatero AA 1 BB i k un parallelogrammo, quindi A A l — BB X . Percio: b) Rette parallele frapposte a piani paralleli sono eguali. Rette e piani perpendicolari. § 128. Definizione. Teoremi, a ) Se si fa rotare unangolo retto intorno ad un lato, 1’altro lato de seri ve u n piano. Infatti, se si porta 1’ang-olo retto B A C (Fig. 144) nella posizione BAB e si fa passare un piano MN per le rette A C ed AB, qualunque retta, p. e. A D, che passa per A dev’ essere perpendicolare ad AB. 81 Per dimostrar cio si conduca la retta C E in modo che intersechi le rette A C, A D, A E, si faccia AB — AB 1 e si uniscano mediante altrettante rette i punti C, D, E con B e con B v Siccome A C ed A E sono assi di simmetria della retta B B 1 , dev’ essere B C — B L C, B E — B 1 E, percid B C EBEl B l C E. Questi triangoli si coprono, se si fa rotare uno di essi intorno a. C E, preša quale asse, fino a che B čada su B x - Allora anche le rette B D ed B 1 D coincidono, percid sono eguali, ed essendo A D asse di simmetria di BB t , šara ADJ_BB 1 . b) Se una retta e perpendicolare a tutte le rette condotte in un piano per il suo piede, si dice che essa e perpendicolare al piano o che la retta e il piano sono vicende- volmente perpendicolari. Dalla dimostrazione del teorema a) segue che una retta, la quale e perpendicolare a due rette condotte in un piano per il suo piede, e perpendicolare anche al piano. Se e (Fig. 144) AB_\_AC e AB±_AD , dev’ essere AB_\_MN. Una retta si dice obliqua a un piano, se non e ne parallela ne perpendicolare ad esso. c) Da un punto esterno a un piano non si puo abbassare che u n a sola retta perpendicolare a questo. Imperocche se fossero p. e. BA e BC (Fig. 144) due rette perpendicolari al piano MN, esse dovrebhero essere perpendicolari anche ad A (7, cio che b impossibile. Inoltre due rette normali allo stesso piano non possono avere il piede comune. Perche ? d) Se una retta b normale ad un piano e si muovono o l’una o 1’altro in modo che si mantengano sempre paralleli a se stessi, la retta e il piano rimangono sempre vicendevolmente perpendicolari. Sedi due rette parallele una e perpendicolare a un piano, lo deve essere anche 1’altra. Se di due piani paralleli uno e perpendicolare ad una retta, lo deve essere anche 1’altro. Gli inversi a questi teoremi sono: Rette perpendicolari a un piano sono parallele. Piani perpendicolari a una retta sono paralleli. Infatti, se si muove una delle rette normali in modo che si man- tenga sempre parallela a se stessa fino a che raggiunga un punto comune con 1’altra normale, le due rette coincideranno. Quesiti d’eseroizio. 1. Come si chiama un piano normale ad una linea verticale ? H.o če var- P os tet, Mamiale di geotnetria per il Ginnasio inf. 2. ediz. B Fig. 144. 6 82 2 . Che cosa fa il muratore per persuadersi se un piano sia orizzontale ? 3. E’ una retta perpendicolare a un piano se e perpendicolare solo ad una retta condotta nel piano per il suo piede ? Proiezioni, distanze, angoli d^nclinazione. § 129. Proiezioni normali, a) Per proiezione normale di un punto sapra un piano s’intende il piede della perpendicolare abbassata dal punto al piano. In seguito si fara uso sovente per brevita dellespres- sione „ proiezione “ invece della „proiezione normale giaeche altre proiezioni (oblique) non vengono in questo libro considerate. b) Per proiezione di una linea sopra un piano s’intende il com- plesso delle proiezioni di tutti i punti di questa linea. Per proiettare dunque una retta AB (Fig. 145) sul piano MN, facciamo cbe una retta CC\, perpendicolare al piano, si muova se stessa in modo cbe si mantenga sempre normale al piano. Durante questo moto la normale deserive un piano, la cui linea d’intersezione A 1 B 1 col piano MN e la proiezione cercata. Quindi si puo dire che: La proiezione di una retta e parimente in generale una retta; ma se la retta e perpendicolare al piano, la sua proiezione b un punto. c) La proiezione di un segmento rettilineo su di un piano e deter- minata dalle proiezioni dei suoi punti estremi. Se si confronta un seg¬ mento rettilineo pošto nelle posizioni O A, OB, O C, OB (Fig. 146) con le proiezioni dello stesso, risulta il teorema: Secondo che una retta limitata b parallela, obliqua, o normale a un piano, la sua proiezione b eguale ad essa minore di essa o e un punto. Quesitid’esercizio. 1. Che cosa e la proiezione di nn friangolo, in generale di un poligono su di un piano? 2. Quando una figura ha la proiezione perfettamente eguale a sh stessa V 83 3. Se le rette A C, AC U A C 2 , . ., che eongiungono un punto esterno A (Fig. 147) con vari punti di un piano MN, sono egnali, anche le loro proiezioni devono essere eguali. Perchh? Che cosa šara dunque il luogo geometrico dei piedi C, C„ C 4 . . . di qnelle rette? d) Problema. Da un punto esterno a un piano si abbassi una per- pendicolare a questo. Si conduca sul piano MN (Fig. 148) una retta C\ C 2 e da A si abbassi la A D perpendicolare ad essa; si faccia ji DC 1 =v D C 2 , poi si unisca il punto A coi punti C\ e C 2 mediante le rette A C l e A C 2 ; queste rette sono eguali (perche ?); percid C x C\ d la corda del cerchio, il cui centro B deve essere la proiezione del punto A sul piano. Se si conduce dunque nel piano MN Tasse di simmetria DE del segmento C, C 2 , questo asse deve passare per il piede della perpendicolare domandata. Si faccia dunque A B _L D E. r B § 130. Distanze. a) Se AB (Fig. 147) e una perpendicolare a] piano MN z C m punto qualsivoglia di questo; siccome d A B < A C, šara: La perpendicolare a b b a s s a t a da un p u n t o a d u n p i a n o elapiiibreveditutte le rette che si pOssono condurre dal punto sino al piano. Essa dicesi distanza del punto dal piano. i) Se una retta e parallela a un piano, tutti m , i punti di essa hanno eguali distanze dal piano. Una di queste distanze dicesi distanza della retta ‘ dal piano parallelo. c) Se un piano d parallelo a un altro piano, tutti i punti del primo distano egualmente dal secondo piano. Una di queste distanze dicesi di-‘ stanza dei due piani paralleli (Fig. 149). Q u e s i t o d’esercizio. Che cosa e il luogo geometrico di tutti i punti che a) distano egualmente da un piano, b ) distano egualmente da due piani paralleli? /X B, X, _ Fig. 149. § 131. Angolo d’inclinazione di una retta verso un piano, a) Per angolo d’inclinazione di una retta verso un piano s’intende 1’angolo che la retta forma con la sua proiezione sul piano. Cosi se d p. e. A B J_ MN 6 * 84 (Fig. 150), 1’angolo d’inclinazione della retta A C verso il piano MN 6 1’angolo ACB. b) L’angolo d’inclinazione di una retta e il pid piccolo di tutti gli angoli che essa forma con le rette condotte n el piano per il suo piede. Infatti, se si proietta la retta A C nel piano MN (Fig. 150) e si fa rotare la proiezione BC intorno al punto (7, sino a che, rinianendo sempre sul piano MN. giunga p. e. nella posizione B 1 C , chiaramente si vede che e AC = AC, BC — B 1 C , mentre šara /1 C B /3 — y. (Del resto questa disuguaglianza si potrebbe derivare anche in via aritmetica della disuguaglianza a + y 7> p.) Parimente si trova y > /9 — a e inoltre /9 > a — y, ovvero /9 > y — a. Cio prova che: Se si gira 88 In un triedro ogni angolo piano d minore della somma e maggiore della differenza degli altri dne. Quale & il teorema analogo di planimetria? Se e p. e. a = G0°, (1 = 70°, dev’essere y < 60° -(- 70° e y > 70° — 60°, cioe 10° cosi si avra S A : S A x — A B: A 1 B 1 — S B: S B x = B C: B 1 C 1 = .. .; dunque AB: A l B 1 =BC:B l C 1 =AC:A l € 1 = . . . I due poligoni ABC ... e A 1 B l C l . . hanno gli angoli rispet- tivamente eguali e i lati omologhi proporzionali; dunque sono simili. Se si taglia una piramide con un piano parallelo alla base, si ottengono due poliedri, cioč il tronco di piramide e la piramide comple- 101 mentare. 11 tronco di piramide e la porzione della piramide compresa fra la base e il piano segante parallelo. I poligoni, che giacciono nei piani paralleli, si ehiamano basi, e la loro distanza (E 1\) altezza del tronco di piramide. Le basi sono poligoni simili, le facce laterali trapezi. Se la piramide intera ha gli spigoli laterali eguali, li dovranno avere eguali anche la piramide complementare ed il tronco di piramide. Se la piramide intera e regolare, anche il tronco corrispondente sarii regolare. c) Si conduca S E _L ABC (Fig. 170) e šara il /\±AESc\J 1\ S- percid S JE: S E 1 = S A : SA 1 — AB : A 1 B 1 dunque anche A i? 2 : Aj B 1 2 = S E 2 : S E 1 2 ; ed essendo i poligoni ABC.., A 1 B l C 1 ... simili, giusta il § 118 si avra ABC . . .: A, B, C\ = TIP : A^B^ La base di una piramide sta ad una sezione ad essa parali el a come i q u a d r a td delle loro rispettive distanze dal ver tiče. S S Quesitid’ esercizio. 1. Sdndichino il numero, le specie delle superficie limitanti e degli angoli solidi, nonche il immero degli spigoli dei seguenti corpi: a) di una piramide trilatera, b) di una piramide di n lati, c) di una piramide quadrilatera ed equilatera, d) di una piramide pentilatera a spigoli laterali eguali, e) di un tronco di piramide trilatera a spigoli laterali eguali, f) di un tronco di piramide di n lati. 2. Si costruisca la rete a) di un tetraedro, b) di una piramide quadrilatera regolare, c) di un tronco di piramide trilatera, d) di un tronco di piramide quadri- latera regolare. La fig. 171 e la rete di una piramide trilatera; la fig. 172 e la rete di un tronco di piramide trilatera regolare. 3. Si divida l’altezza Ji di una piramide, di cui la base e B, in tre parti eguali e per i punti di divisione si guidino dei piani seg»nti paralleli alla base e si calcolino le aree delle due tfezicmi. B = 9 cm 2 . 102 4. In una piramide, di cui la base e B, l’altezza e h ed una sezione parallela alla base e a) — B, b) = ^ B, a quale distanza dal vertice e stato condotto il piano segante? § 158. Calcolo della superficie. Per la superficie di una piramide vale la formola: S = B M. a, k In una piramide di n lati regolare e M = n dove a indica lo spigolo della base e k llaltezza di una faccia laterale (altezza laterale). Se ora indiehiamo con p il perimetro della base, essendo p = na, šara M—-—-. (Si esprima con parole.) § 159. Calcolo del volume. a) Se due piramidi, di base equivalente (B) e di eguale altezza (h), posano sullo stesso piano MN, ogni due se- zioni fatte nei due corpi con un piano parallelo ad l/A T sono equivalenti. Infatti il piano segante deve avere distanze eguali ( x ) dai vertici delle piramidi; percio le sezioni B, e B 2 risultano equivalenti dalle propor- zioni B: B 1 = h 2 : x 2 , B: B 2 =h 2 : x 2 . Per il teorema di Cavalieri si concbiude cbe: Piramidi di base equivalente ediegualealtezzasono equivalenti. b) Ogni prisma trilatero si p u 6 scomporre in tre piramidi e q u i v a 1 e n t i. Il prisma trilatero ABCA 1 B i C 1 (Fig. 173) viene scomposto dalla sezione A, B l C nella piramide trilatera A, C 1 C B x (/) e nella piramide quadrilatera ABB 1 A 1 C. Quest’ultima viene C, scomposta ancora dalla sezione diagonale AB,C nelle piramidi trilatere AA 1 B 1 C(1I) ed AB B 1 C (III). Le piramidi 1 & II sono equivalenti, perche banno basi congruenti, cioe A 1 C l C‘^.AA l C ed altezza comune, cbe e la normale abbassata dal vertice comune I?, sul piano A C C, A,. Ancbe le pira¬ midi II e III sono equivalenti, perche banno basi congruenti, cioe A A x B , ^ ABB 1 ed altezza comune, che e la normale abbas¬ sata dal vertice comune C sul piano ABB l A 1 . Siccome le tre piramidi sono fra loro equivalenti, ognuna šara la terza parte del prisma trilatero. Se indiehiamo con B 1’area della base ABC e con h 1’altezza del prisma trilatero, il Suo volume sarii = Bh. La Fig. 173. 103 piramide ABCB 1 ha anche la base B e 1’altezza h, percio dal suesposto e chiaro che il suo vohune šara -'3 ; dunque: O II vol n m e di una piramide trilatera si trova col mol- tiplicare la (misura della) superficie della base per la (misura della) altezza e col dividere il prodotto per 3. V-- Bh 3 h B h- B 3V h ’ h = 3F B • c) Una piramide m-latera, che ha la base B e l’altezza h, e per quanto e stato detto in a), equivalente ad una piramide trilatera, della quale la base b B e 1’altezza 6 h. Per ognuna delle due piramidi dev’essere quindi V= O Il volume di una piramide qualunque e eguale alla terza parte del prodotto della (misura della) superficie della base per la (misura della) altezza. 13 Ji Per una seconda piramide si ha V 1 = 1 1 : percib: O in generale V: V 1 — B h : B 1 li l ; per h :h 1 , V: V 1 — B:B l - per B = B 1 , V: V t — h: /q. (Si esprima con parole). Quesiti d’esercizio. 1. Calcolare la superficie e il volume di una pira¬ mide quadrilatera regolare di cui sono dati lo spigolo della base a e 1’altezza h. (Si ricorra al Iriangolo rettangolo SEF, Fig. 168). a) a = 12cm, h = 16cm; b) a = 233 m, h = 149m (Piramide di Cheope). 2. Calcolare la superficie e il volume di una piramide quadrilatera regolare, dati lo spigolo della base a e lo spigolo laterale I. a) a — 6 dm, l = 5 dm • b) a — l — \ m. 3. Calcolare la superficie e il volume di un ottaedro dato uno spigolo /. a) l = 5 cm, b) l = 0'3G2m. 4. Un ottaedro e iscritto in un cubo, vale a dire i vertici dell’ottaedro coin- cidorio ooi centri delle facce del cubo. In quale rapporto stanno i volumi dei due corpi? 5. Una piramide, a spigoli laterali eguali, ha per base un rettangolo. Calcolare la superficie e il volume di questa piramide, se uno degli spigoli laterali e l = 1 dm, e le dimensioni della base sono a = 14 cm, b = 6 ‘4 cm. 6. Qnanto pesa una piramide di marmo, la cui base e un quadrato, se lo spigolo della base e di 1*2 m, 1’altezza e di 3 m e se il peso specifico del marmo e 2-84? 7. In un parallelepipedo rettangolo e iscritta una piramide quadrilatera in modo che le basi si coprano e il vertice della piramide coincida con uno degli angoli solidi superiori del parallelepipedo. Date le dimensioni a, b, c del parallelepipedo, calcola la superficie e il volume della piramide. a = 15 cm, b --- 8 cm, c = 6 cm. 8. Calcolare la superficie e il volume di una piramide trilatera regolare, se sono dati lo spigolo della base a e 1’altezza /i. 104 Avviamento. A E±B C (Fig. 169), AE = -§V, n E 3 = T V3 (§ 59) 5 2 6 a) a — 18cm, h = 13cm; b) a = li = \ m. 9. Calcolare la superficie e il volume di una piramide trilatera regolare se sono dati lo spigolo laterale L e lo spigolo della base a. a) a = 17cm, l — 20cm; b) a = l = lm. 10. Qual’ e uno spigolo del tetraedro, la eui superficie e — S? P. e. S = 10 dm 2 . 11. Qual’ e uno spigolo del tetraedro, il cui volume e = V? P. e. V = 1 m 3 . 12. Calcolare la superficie e il volume di una piramide esalatera regolare, dati lo spigolo della base a e 1’altezza h. a) a — 2cm, h — 8cm; b) a = h = 1 dm. 13. Calcolare la superficie e il volume di una piramide esalatera regolare, dati lo spigolo della base a e lo spigolo laterale I. § 160. Genesi, descrizione. Una retta semilimitata, che, rimanendo ferma alla sua estremita, si muove intorno alla periferia di un cerchio, tagliano la generatrice, che si trova in differenti posizioni, šara il ed anche il ^ B O S c\J A -Bi O l S. Da queste somiglianze risulta A O : A 1 0 1 = OS: O, S = BO: B x 0 1 , da cui A x O x —B 1 0 1 , perehe 6 A O = B O. SE = \fk*+D& = \J*' + Avviamento. (Fig. 169) A D = ~A E = -^/ 3 . _ \^l P — (L. Avviamento. V— 6^- VŠ - - -g- V^ 2 — a 2 = ^- V3 h 2 — a 2 ). a) a = 12 cm, l = 2 dm; b) l = 2a = 1 m. Il cono e il troneo di cono. genera uno spazio coniforme (Fig. 174).. Eetta eneratrice, cerchio direttivo. La superficie descritta dalla retta generatrice dicesi superficie conica. La retta tracciata pel punto immobile (S) della generatrice e pel centro (O) del cerchio direttivo si dice asse della superficie conica. 'i> j/- un cerchio, il centro del quale (OJ e in pari \ tempo il punto in cui l’asse viene intersecato dal piano segante. Infatti, essendo A ed 1,, B e B x i punti in cui i due piani paralleli Ogni sezione fatta nello spazio coniforme con un piano parallelo al cerchio direttivo e Fig. 174. 105 La porzione dello spazio eoniforme compresa fra il punto immobile e il piano del cerchio direttivo, o il piano di una sezione ad esso parallela, si cliiama cono (piu esattamente cono circolare). Si confronti il modo con cui si genera la piramide con quello con cui si genera il cono. Dalla descrizione del eilindro e della piramide b senza altro chiaro il significato delle espressioni: Base, superficie convessa (manto), vertice, lato, asse, altezza del cono. § 161. Distinzione e denominazione. Secondo ehe 1’asse e normale od obliquo alla base, il cono chiamasi retto od obliquo. Nel cono retto, Tasse e in pari tempo Taltezza (Fig. 175). Tutti i lati di un cono retto sono fra loro eguali; perche? Siccome il cono retto si puo immaginare generato anche dalla rota- zione di un triangolo rettangolo attorno ad un cateto, cosi esso viene annoverato fra i corpi di rotazione. Un cono retto, che ha il diametro della base eguale al lato, si cliiama cono equilatero. § 162. Sezioni piane: il tronco di cono. a) Se si taglia un cono con un piano, che passa per Tasse, la figura che si ottiene si dice sezione assiale ; essa e sempre un triangolo. Le sezioni assiali di un cono obliquo sono in generale triangoli scaleni, quelle di un cono retto sono triangoli isosceli congruenti, e quelle di un cono equilatero sono triangoli equi- lateri congruenti. b) Ogni sezione parallela alla base di un cono b un cerchio (§ 160). Fig. 175. Se si taglia un cono con un piano parallelo alla base, si otten- gono due corpi, cioe il tronco di cono e il cono complementare. I cerclii, che giacciono nei due piani paralleli, si dicono basi e la loro distanza (DD l nella fig. 174) altezza del tronco di cono. La porzione della superficie convessa del cono corrispondente a questa altezza, dicesi superficie convessa del tronco di cono. 11 tronco di cono dicesi retto od obliquo, secondo che 1’intero cono, e percib anche il cono comple¬ mentare, e retto od obliquo. Ogni sezione assiale di un tronco di cono retto e un trapezio isoscele. Che figure sono le sezioni assiali di un tronco di cono obliquo? c) Essendo nella fig. 174 OS cv> AA O r S e /^DOScsj l\ D x 0 1 šara 106 A O : A 1 Oj = O S: O x S = D S: I) 1 S, quindi anclie : AfiOfi = Se indichiamo quindi con B e B 1 le superfieie della base e della sezione parallela, avremo B : B, =XO" 3 : AfiOfi = BS*: La base di un cono sta ad n na sezione parallela come i quadrati delle loro rispettive distanze dal vertice. § 163. Sezioni coniche. Se la generatrice di nna superfieie eonica d una retta illimitata, la superfieie da essa generata dicesi superfieie conica completa (cono doppio). Se si taglia una superfieie eonica me- diante un piano cbe ne altraversi tutti i lati, la sezione che si ottiene dicesi ellisse (cerchio, se il piano segante e parallelo al cercliio di- rettivo). Se si conduce il piano segante pa- rallelamente ad un lato, la sezione risultante si chiama parabola ; ma se il piano segante e parallelo a dne lati, si ottiene e 1 'iperbole (Fig. 176 e 177). In questo Fig. 176 Fig 177 ultimo caso il piano segante incontra en- trambi le porzioni della superfieie conica completa, ed il piano guidato pel vertice parallelamente ad esso interseca la superfieie conica in quei due lati, ai quali il piano delliperbole e parallelo. Noi possiamo ottenere tutte le specie delle sezioni coniche, facendo rotare continuamente il piano segante attorno ad un asse parallelo alla base. Per rendere intuitive le sezioni coniche, si puo adoperare un cono doppio cavo di vetro, coi vertici riuniti insieme e pieno in parte di un liquido colorato. S § 164. Calcolo della superfieie. Per la super- ficie di ogni cono vale la formola: S—B -f- M. Se chmmaginiamo la superfieie convessa di un cono retto (Fig. 178) tagliata lungo un lato e svolta sopra un piano, otteniamo un settore cir- colare (Fig. 179), di cui l’arco e la periferia della base ed il raggio e il lato del cono; percio M= 2rjz-^r- == ml ed S =?- 2 nlA-rn=rn (»•-)- 1). Fig. 178. 2 1 . . / Per il cono equilatero e l == 2 r, percio S = 3 r 2 n. Q u e s i t i d’ esercizio. Dise- M gna la rete di un tronco di cono retto (Fig. 179). § 165. Calcolo del volume. Se c’immaginiamo eollocati sopra un piano MN un cono ed una pira¬ mide di base equivalente (B) e di eguale altezza (h), risulta che ogni due sezioni fatte in questi due corpi con un piano parallelo ad MN sono equivalenti (= B ). Dimo- strazione giusta il § 159, a). Percio: Un cono 6 equiralente Fig. 179. ad una piramide di base equivalente e di eguale altezza. T7 . B . h _r 2 jih V ^ d _ T"* Per il cono equilatero 6 h — V (2 r) 2 — r 2 n V.3 “3 Per due coni differenti abbiamo T7- _r 2 nh ir r x 2 nh x ' 3 ’ Kl — 3 ’ in generale V : V x = r 2 li: per h = h 1: V: V x = r 2 : r da cui r 2 h • ' i 'h > , 2 . i > per r = r x , V x : V x = h : h x . (Si esprima con parole.) Q u e s i t i d’ e s e r c i z i o. 1. Calcolare la superficie e il volume di un cono retto, dati il raggio r della base e 1’altezza h. a) r — G cm, h = 8 era; b) r = 1 cim, h = 13 cm. 2. Calcolare la superficie e il volume di un cono retto, dati il raggio r della base e il lato l. a) r = 2m, l = 2'9 m ; b) r — 15 cm, l — 32 cm. 3. Calcolare la superficie e il volume di un cono equilatero dato il lato l. a) l = 1 dm, b) l = 0'41 m. 4. Calcolare la superficie e il volume di un cono retto iseritto in un cubo, il cui spigolo e a. 5. Un triangolo rettangolo, i cui cateti sono a e b, roia intorno a ciascuno dei suoi lati. Calcolare le superficie e i volumi dei tre corpi di rotazione. P. e. u = 3 dm, b = 4 dm. 6. Un cono di legno pesa 1” 378 kg\ il diametro della base e di Ib cm, 1’altezza . di 2 dm. Qual’ e il peso specifico del legno ? 7. Data la superficie di un cono equilatero, calcolare 1’altezza. P. e. S = 10 dm 2 . 8. Dato il volume di un cono equilatero, calcolarne il diametro della base. P. e. V = 1 -5 m 3 . 108 9. Volendo trasformare un cilindro in un cono di eguale altezza, in quaie rapporto staranuo i raggi delle basi dei due corpi? 10. Volendo trasformare un cilindro equilatero in un cono equilatero, il cui lato e = /, quale šara l’altezza del cilindro ? 11. Calcolare l’altezza e il volume di un cono retto, dati la superficie e il dia- metro della base. P. e. 6’ = 113'097 cm 2 , d = 8 cm. 12. E’ dato il volume di un cono e si sa che 1’altezza e il triplo del diametro della base. Si caleoli questo diametro. P. e. V = 1 dm 3 . 13. Calcolare il volume di un cono retto, di cui sono dati 1’area della base e il manto. P. e. B — 28’27 cm 2 , M — 94'25 cm 2 . La sfera. § 166. Genesi della superficie sferica. Definizioni. Un semicerchio, che rota attorno al diametro da cui e limitato, deserive una superficie sferica. Lo spazio raccbiuso della superficie sferica si chiama sfera. La sfera e un corpo di rotazione. Siccome un punto qualunque del semicerchio non cambia durante la rotazione la sua distanza dal centro, cosi tutti i punti della super¬ ficie sferica distano egualmente dal centro. Perčič: La superficie sferica e il luogo geometrico di tutti i punti nello spazio, che distano egualmente da un punto dato. Questo punto si chiama centro della superficie sferica o della sfera. La retta, che unisce il centro con un punto della superficie sferica, si chiama raggio. Tutti i raggi della sfera sono eguali. La retta, che unisce due punti della superficie sferica, dicesi corda e, se questa passa pel centro, si chiama diametro della sfera. Tutti i diametri della sfera sono eguali e ciascuno e eguale al dia- _ T’ metro del semicerchio generatore od al doppio del raggio. Un punto giace nella superficie sferica, o dentro o fuori della stessa, secondo che la sua distanza dal centro e eguale al raggio, oppure e minore o maggiore dello stesso. § 167. Superficie sferica e retta. La retta, la cui distanza dal centro e maggiore del raggio della sfera, non ha alcun punto comune colla superficie sferica. La retta, la cui distanza dal centro e eguale al raggio, ha un punto solo comune colla superficie sferica; mentre tutti gli altri punti della stessa retta giacciono fuori della sfera; perche? — Questa retta (T J\, Fig. 180) si chiama tangente alla superficie sferica e il punto B e detto punto di contatto. 109 La retta, la cui distanza dal centro e minore del raggio, incontra la superficie sferica in due punti. Corda della sfera. Problema. Data la distanza d del centro da una corda e dato il raggio r della sfera, calcolare la lunghezza (c) della corda. Si trova c =V r 2 — d 2 ; da eui: a) Corde, che distano egualmente dal centro, sono eguali e inversamente. b) Corde, che hanno distanze disuguali dal centro, sono disuguali, e precisamente la piu vicina 6 la corda maggiore e inversamente. c) II diametro della sfera e la massima corda. § 168. Sfera e piano. II piano, la cui distanza dal centro e maggiore del raggio della sfera, non ha alcun punto comune colla snperficia sferica. II piano, la cui distanza dal centro e eguale al raggio, ha u n punto solo comune colla superficie sferica. Questo punto si dice punta di contcitto, e il piano e detto piano di contatto o tangenziale. Si ottiene un piano di contatto, facendo rotare un cerchio assieme ad una sna tangente (7'2'J attorno al diametro ( BB perpendicolare alla tangente. Percio: a) 11 piano tangenziale contiene in sd tutte le tan¬ genti, che si possono condurre alla sfera nel punto di contatto. b) Il piano tangenziale e perpendicolare al raggio della sfera condotto pel punto di contatto. Il piano, la cui distanza dal centro b minore del raggio della sfera, interseca la superiicie sferica. Ogni sezione piana fatta in una sfera e un cerchio detto cerchio della sfera. Essendo le rette OD , O E .eguali, anche le loro proiezioni C D, C D . . . (Fig. ISO) devono essere eguali. Problema. Calcolare il raggio g di un cerchio della sfera, data la sua distanza d dal centro e dato il raggio r della sfera. Si trova q = V r 2 — d 2 , da cui: c) Cerchi, che distano egualmente dal centro, sono eguali e inversamente. d) Cerchi, che hanno distanze disuguali dal centro, sono disuguali, e precisamente il pili vici no e il cerchio maggiore e inversamente. e) I piu grandi fra tutti i cerchi sono quelli che passano pel centro della sfera; essi sono eguali fra loro e si chiamano cerchi massimi o principali ; un altro 110 cerchio qualunque dicesi cerchio minore o secondario. (Cerchi massimi e secondari sopra un mappamondo.) Quesiti d’eseroizio. 1. Dati i raggi r della sfera e g di un cerchio secondario, calcolare la distanza di questo cerchio dal centro. a) r = 1 dm, g = 8 cm ; b) r = 13 cm, q = 6'4 cm. 2. Date le aree ed S 2 di un cerchio principale e secondario, calcolare. la distanza del secondo cerchio dal centro. ^Si trova d? — -th—— —. ) P. e. S x — 40 cm 2 , S 2 = 25 cm 2 . 3. Calcolare il volnme di quel cono, il quale ha per base un cerchio secon¬ dario e il vertice del quale coincide col centro della sfera, se sono dati i raggi della sfera e del cerchio secondario. a) r = 1 m, g = 0 - 6 m ; b) r = 6 cm, g =-5 cm. § 169. Figure sulla superficie sferica. a) Per le estremita di un diametro si puo condurre un numero infinito di cerclii principali (meri¬ diani terrestri); ma per due altri punti della superficie sferica non si puo guidare che un solo cerchio massimo; perche? Per distanza sferica di due punti della superficie della sfera s’in- tende l’arco minore compreso fra questi due punti del cerchio massimo, che passa per gli stessi. Nella fig. 180 si determini la distanza sferica dei punti i? ed F, B ed F, A e D, B e B x . Come si fa per calcolare la distanza sferica di due punti deH’equatore col mezzo delle longitudini geografielie, la distanza sferica di due punti di un meridiano col mezzo delle latitudini geografiche dei detti due punti? b) Il diametro della sfera perpendicolare al piano di un cerchio della stessa dicesi asse ; le sue estremita diconsi poli di quel cerchio. S’indicliino Tasse e i poli del cerchio A E D. Un cerchio massimo e determinato dai due poli ( B, di un cerchio secondario e da un terzo punto F della superficie sferica. Questo cerchio massimo interseea il cerchio secondario in due punti (E, ). Delle distanze sferiche FE ed FE i la minore d detta distanza sferica del punto F dal cerchio della sfera. Si fissino sul globo terracqueo i poli di un circolo parallelo. Come si chiama sul globo la distanza sferica di un punto daH’equatore ? Si dimostri inoltre l’esattezza dei seguenti teoremi: Tutti i cerchi paralleli della sfera hanno lo stesso asse e i poli comuni. Ogni polo di un cerchiodellasferahaegualidistanze sferiche da tutti i punti dello stesso, che si chiamano raggi'sferici del cerchio. Ogni cerchio della sfera ha sulla superficie sferica due raggi sferici. 111 Ogni polo di un cercliio massimo dista di 90° da tutti 1 punti dello stesso, oppure: II raggio sferico di un cerchio massimo importa 90°. Come si calcola il raggio sferico di un circolo parallelo col mezzo della latitudine geografica dello stesso? c) Per angolo sferico s’intende l’an- golo di due cerchi massimi; p. e. ABC (Fig. 181). Gli arclii BA e BC diconsi lati e il punto B dicesi vertice dell’angolo sferico. Ogni angolo sferico viene misu- rato dali’angolo MB N formato dalle due tangenti condotte ai cerchi massimi nel punto in cui s’ intersecano, ovvero, cio che d lo stesso, dalhangolo d’inclinazione dei piani dei due cerchi massimi. d) Due cerchi massimi dividono la superficie sferica in quattro parti, che si chiamano fusi sferici, p. e. B AB l C B. I due angoli sferici di un fuso sferico sono fra loro eguali. e) Tre cerchi massimi, i cui piani non s’intersechino in una mede- sima retta, dividono la superficie sferica in otto parti, che si dicono triangoli sferici, p. e. ABC. Gli arclii AB, BC, CA si dicono lati e gli angoli sferici C A B, ABC, BC A angoli del triangolo sferico ABC. Queaitid’ eseroizio. 1. Nella Fig. 181 mostra tutti i triangoli sferici. 2. Si cerchino su di un mappamondo angoli, fusi e triangoli sferici. § 170. Segmenti sferici, settore sferico. Un piano divide la sfera in due parti, che si chiamono sezioni sferiche o segmenti sferici, dei quali quello d maggiore che contiene in se il centro della sfera. Se il piano segante passa pel centro della sfera, esso la scompone in due parti eguali, che si dicono emisferi. Il piano segante divide la superficie della sfera in due calotte sferiche. La superficie di un segmento sferico si compone di un cerchio della sfera (base) e di una calotta (manto). L’ asse di un cerchio della sfera viene da questo diviso in due parti, le quali sono in pari tempo le altezze dei segmenti sferici e delle calotte corrispondenti (BC e B, C nella fig. 180). La porzione di una sfera compresa da due piani seganti paralleli si chiama strato sferico. La superficie dello stesso si compone di due cerchi paralleli (basi) e della porzione della superficie della sfera com¬ presa dai due piani seganti paralleli, detta zona sferica (manto). La distanza delle basi si chiama altezza dello strato o della zona sferica. Un settore circolare di un cerchio massimo (BOD, fig. 180), che rota attorno ad uno dei raggi (OB), da cui b limitato, descrive un 112 settore sferico. UDa sezione piana scompone questo corpo in un seg¬ menta sferico ed in un cono. La sua superficie si compone dunque di una calotta e della superficie convessa di un cono retto. Quesitid’esercizio. 1. S’indichi la superficie, che produce mediante rotazione a) un segmento sferico, /?) uno strato sferico. 2. Quali indicazioui geometriche corrispondono ai concetti geografici: zone fredde, temperate, calde ? 3. Calcolare il raggio g della base di un segmento sferico data 1’altezza h dello stesso e dato il raggio r della sfera. 4. Come si calcola h dati reg? § 171. Calcolo del volume e della superficie. a) La superficie di u n d sfera e uguale al quadruplo diquella diuncercliio massimo. S = 4 n r 2 . La derivazione di questa formola viene ommessa in questo libro. Per una seconda sfera e S 1 = 4 n r x 2 . Da cui S: S x = r 2 : r, 2 . Si esprima con parole. Osservazione. La sfera non si puo svolgere nel piano; percio una costruzione esatta della sua rete e impossibile. b) Ad una sfera sia ora circoscritto un poliedro di un numero qualsivoglia di facce B 1 , /i 2 . P s . . . B n , cioe ogni faccia del poliedro tocchi la sfera. Se si scompone il poliedro in piramidi, i cui vertici coincidano col centro e le cui basi sieno le facce B t , B a , B 3 . . B„, il suo volume šara: V= B, . -J + B 2 . ^- + .. + B .. y= (A + B 2 + .. + B.) j = S. S Questa formola vale anche per la sfera; giacche essa differisce tanto meno dal poliedro circoscritto quanto piu piccole sono le sue facce, cioe quanto piu grande e il loro numero. In tal caso F e il volume ed S d la superficie della sfera; percio il teorema: La sfera e equivalente ad una piramide, che ha per base la superficie della sfera e per altezza il raggio. F=/S'.-^-; ma essendo /S' = 4jrr 2 , šara O V — Per una seconda sfera e V 1 n r' 3 . Percio F: V 1 =r i : r l 3 . Si esprima a parole. Quesitid’esercizio. 1. Calcolare la superficie e il volume di una sfera di un dato raggio r. a) r = lm, b) r = 2‘821 m. 113 2. Calcolare la superficie e il volume di una sfera di un dato diametro d. a) d — 134 mm, b) d = 1'2407 m. 3. Calcolare la superficie e il volume di una sfera, di cui e data 1’area di un cerchio massimo. a) s = 1 m 2 , b) s = 14'2976 m 2 . 4. Qual’ e la superficie e il volume della terra, supponendola una sfera perfetta, la cui periferia di un cerchio massimo e a) di 40000 Im, /J) di 5400 miglia geografiche? 5. Quanto pesa una palla di leguo di bosso (peso spec. 0'92) del diametro di 12 cm ? 6. Quante volte e contenuto il volume della luna in quello della terra, se il diametro della luna e di 3482 km, quello della terra e di 12756 ta? 7. Calcolare il raggio e il volume di una sfera, di cui e data la superficie. P. e. S =125 cm 2 . 8. Calcolare il raggio e la superficie di una sfera, di cui e dato il volume. P. e. F = Im*' 9. Sono date due sfere di egual materiale, di cui una ha un peso doppio del- l’altra. Come stanno fra loro i diametri delle due sfere? 10. VolendcTrappresentare la terra mediante un mappamondo, in quale rapporto essa viene impiccolita, se il diametro del mappamondo e di 42cm? (V. ques. 6.) 11. Il volume di una sfera e eguale a quello di un cilindro equilatero, di cui 1’altezza e h. Qual’ e il raggio della sfera? P. e. h = 12 cm. 12. Una sfera viene trasformata in un cubo, di cui lo spigolo e a. Di quanto ne viene con cio aumentata la superficie ? P. e. a = 16 cm. 13. Ad un cubo, di cui lo spigolo e a, e circoscritta- una sfera. Calcolare la differenza dei due volumi. P. e. a = 23 cm. 14. Ad un cilindro retto fe, h) e circoscritta una sfera. Calcolare la superficie e il volume della stessa. P. e. £> = 4 dm. h = 6 dm. 15. Ad un emisfero e circoscritto un cilindro e nello stesso emisfero e iscritto un cono retto. Come stanno fra loro i volumi di questi tre corpi? (Teorema d’Archimede.) 16. Un pallone aerostatico di forma sferica col raggio di 10 m viene riempito di gas d’illuminazione. Si calcoli la forza ascensiva del pallone, se la densita del gas e la meta di quella dell’aria, se 1 m* d’aria pesa 1'293 kg e se il peso delle parti compoDenti il pallone (eccettnato il peso del gas cho lo riempie) e di 130 kg. 17. Il diametro esterno di una sfera cava di rame e di 12 cm. e ia grossezza delPinvolucro metallico e di 2 mm. Qual’ 6 il peso della sfera, se il peso specifico del rame e 8'8? I poliedri rcgolari. § 172. Definizione e teorema. Si dicono poliedri regolari quelli, di cui le facce sono poligoni regolari congruenti e gli angoli solidi sono congruenti e regolari. 1 ) Vi sono soltanto cinque poliedri regolari. Prendendo per facce del poliedro triangoli eqiiilateri, questi possono formare soltanto angoli solidi triedri o tetraedri o pentaedri; giacche la somma degli angoli piani dev’essere minore di quattro retti. Si otten- ‘) Qui la parola „regolare“ viene adoperata in un senso ben diverso a quello nei §§ 141 e 156. Hočevar-Postet, Manuale di geometria per il Ginnasio inf. 2. ediz. 8 114 gono dimque tre soli poliedri regolari limitati da tri ari goli equilateri; essi sono: il tetraedro, Yottaedro e Y icosaedro. Prendendo per faece quadrati, questi possono formare soltanto angoli solidi triedri; pcrcbe? V’ha un solo poliedro regolare limitato da qua- drati: Vesaedro (cubo, dado). Prendendo per facce pentagoni regolari, questi possono formare soltanto angoli solidi triedri; p er che ? V’ha nn solo poliedro regolare limitato da pentagoni regolari: il dodecaedro. Per eh e non yi pu6 essere alcun poliedro che abbia per facce sol¬ tanto esagoni od ettagoni ecc. regolari? 3 X 20 — 60 lati dei triangoli concorrono a due a due a formare uno spigolo; percio l’icosaearo ha 30 spigoli eguali. I 60 angoli dei 20 triangoli formano cinque a cinque un angolo solido; percio l’ico- saedro ha 12 angoli solidi congruenti. La fig. 183 mostra un icosaedro e la sua rete. Il dodecaedro 6 limitato da 12 pentagoni regolari e congruenti. Quanti spigoli e quanti angoli solidi ha esso? — La fig. 184 mostra un dodecaedro colla sua rete. Neirinterno di ogni poliedro regolare v’ h un punto, che dista egualmente da tutti i vertici degli angoli ed anche da tutte la facce; esso e percib il centro tanto della sfera circoscritta che iscritta nel poliedro e si cliiama centro del poliedro. Come si trova il centro «) del- 1’esaedro, p) delFbttaedro ? § 173. Descrizione. Noi ci siamo di gia occupati del tetraedro, deli’ ottaedro e deli’ esaedro. La fig. 182 rappresenta un ottaedro colla sua rete. Fig. 182. L’ icosaedro & detcrmi- nato da venti triangoli equilateri congruenti. I Fig. 183. 115 Se noi prendiamo il centro del poliedro regolare comc vertiee e le facce quali basi di piramidi, il poliedro potra venir scomposto in tante piramidi regolari qnante ne sono le facce. Quanti spigoli laterali ha cias- cuna di queste piramidi? Quesiti d’esercizio. 1. Calcolare la superficie a) di un ottaedro, P) di un icosaedro, di cui lo spigolo e = a. P. e. a = 12'7 cm. 2. Calcolare uno spigolo e il volume di un ottaedro, di cui la superficie e S. P. e. S = 40 cm 1 . 3. Calcolare lo spigolo e la superficie di un tetraedro, di cui e dato il volume V. P. e. V = 172 cm s . 4. La' supeificie di un tetraedro, di cui lo spigolo-e a, e eguale a quella di un icosaedro. Calcolare lo spigolo di quest’ultimo. P. e. a = 1 dni. 5. Il volume di un ottaedro, di cui lo spigolo e a, e eguale a quello di un prisma esalatero ed equilatero regolare. Si calcoli lo spigolo di questo corpo. P. e. a = 12 cm. 6. Il volume di un tetraedro, di cui lo spigolo e a, e eguale a quello di una sfera; qual’e il diametro della stessa ? P. e. a = 2 dm. 7. Ad un tetraedro trovasi circoscritto un cono; come stanno i volumi di questi due corpi ? >NA IN UNIVERZITETNA knjižnica