ANNO VII. Capodistria, ad«lt 35 giugno 1881 UT. 18 Soldi 10 al numero L' arretrato soldi 20 L'Associazione è anticipata: annua o semestrale Franco a domicilio L'annua, 9 ott. 80 — 25 sett. 81, importa f. 3 e s. 20; La semestrale in proporzione. Fuori idem Il provento va a beneficio dell'Asilo d'Infanzia L'UNIONE CRONACA C APODI STRI ANA BIMENSILE si pubblica ai 9 ed ai 25 Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte e le anonime distrutte. Il sig. Giorgio de Pavento è l'amministratore. L'integrità di uu giornali! consiste nell'atteuersi, con costanza ed energia, al vero, all'equità, alla moderatezza. ANNIVERSARIO — 28 giugno 1808 — Nasce Cristina Trivulzio-Belgiojoso (m. 1871). — (V. Illustrazione). Effemeridi di città e luoghi marittimi dell' Istria Gingilo 16. 1365. — Venezia. Il senato scrive al conte di Pola, che voglia inviare degli uomini d'armi nell'isola di Candia. - 44 VII, 41. 17. 1279. Ducale Contariui che raccomanda al podestà di Pirano, Marino Polani, di evadere con ogni sollecitudine la lite del Veneziano ser Giacomo Rampini. - 13. 18. 1312. — Ducale Soranzo che ordina al podestà di Pirano di riferire in quanto sia vero, che il comune di Pirano abbia venduto il castello di Sipar a persona di Trieste con danno del comune di Capodistria, e che ove ciò fosse faccia ogni possibile di combinare le parti. - 13. 19. 1419. — Il piranese Mafono del fu sei-Giovanni Mafoni investe il proprio nipote, Almerico del fu Giovanni de' Verzi da Capodistria de'suoi diritti sulla decima di Val Morasia e Laura. - 3. 20. 1229. — Papa Gregorio IX minaccia di scomunica il patriarca di Aquileia, Bertoldo, ove si facesse a favorire o ad aiutare i nemici della Chiesa e non avesse ad impedir loro P imbarco a Pola, porto il più addatto per fare la traversata in ver l'Apulia. -4, XXI, 205. 21. 1683. — li capitolo di Albona è reinvestito dell'antico diritto di eleggore i propri canonici meno il canonico arcidiacono, la cui nomina spettava al vescovo di Pola. Il capitolo era di nove canonici. - 25, II, 274. 22. 1674. — Capodistria. Sor Antonio conte Sabini, procuratore del civico ospedale di San Nazario, consegua alla mensa vescovile il solito annuo censo, uua libbra di pepe. - 3. 23. 1486. — Roma. Innocenzo Vili scrive a Nicolò Franco, vescovo di Parenzo e legato papale in Venezia, di interessarsi presso il Doge, cbe gli permetta di trasportare da Pola quel quantitativo di sale, necessario alla Marca di Ancona. - 34, I, 522. 24- 1279. — Bonifacio vescovo di Parenzo avanza protesta al podestà locale, Leonardo Giustiniani, contro i diritti portati in campo dagli eredi di Marco Bulgari riguardo la giurisdizione di Torre al Quieto. - 2. 25. 1573. — I comuni di Rovigno e di Valle vengono ad una revisione di confini. -25, VI, 58. 26. 1300. — Capodistria. 11 vescovo Simone investe la famiglia de' Verzi del feudo di Geme. - 2. 27. 1593. — Rovigno. Il podestà locale ordina agli impiegati comunali il rilascio della metà dalle loro paghe a vantaggio del Comune, perchè si redintegri del suo1 credito. - 25, VI, 58. 28. 1788. — Promulgazione di legge che vieta l'intruduzione dei vini dell'Istria veneta nella contea di Pisino. - 54, 1660. 29. 1304, — Il patriarca Ottobono ordina a j don Gregorio, arcidiacono di Parenzo, di chiamare a sè frà Valtero abbate di San ; Michele di Sottoterra in Di liano, intrusovi dal Vescovo parentino Bonifacio invece di frà Rizzardo, e di inviarglielo quindici giorni dopo che avrà ricevuto l'invito. - 2. 30. 1542. — Con odierno breve Paolo III riserbasi la giudicatura delle cose del castello di Orsera; proferita che avrebbe il Vescovo di Parenzo la sua sentenza. - 12, IV, 402. VITA DJ GIANRINALDO CARLI CAPODISTKIANO dettata da GIAMMARIA MAZZUCHELLI trascritta dallo Schedo Vaticane da Salomone Mor purgo (Continuazione, vedi il N.ro 12 e seg.ti) (Dall' Archeografo Triestino, fascicolo di febbraio 1881) Egli si tratteneva in Pisa anche a' 25 di Febbraio del 1757, ed era stato a Firenze per qualche tempo ; ed avendogli nostro padre dato un cenno di condursi in Toscana, esso gli siguificò il piacere che avrebbe avuto di rivederlo in quel tranquillissimo e placido cielo: „Non v'ho risposto prima d'ora — così scrisse da Pisa a nostro padre — perchè sono stato a Firenze per qualche tempo, e i divertimenti e le distrazioni sono state tali da togliermi ogni libertà. Ora me ne sono ritornato alla mia solita vegetazione, godendo della tranquillità del clima, e del crocchio di buoni amici lettorati, che mi favoriscono giornalmente. Voi nella vostra mi date un cenno di venire in Toscana. Sarebbe veramente tempo che voi vi ci risolveste. Iu Pisa voi potete far conto di venire a casa vostra. Qual piacere sarebbe il mio in rivedervi in questo tranquillissimo e placido cielo! Voi così potreste ricavare da per voi notizie insigni per la vostra Opera; e fareste più voi in uu giorno che altri in cento. Animo dunque, e coraggio. Non è poi il viaggio di Calicut." Ma l'infausta nuova, che gli giunse mentr'era in Firenze, della morte del Conte Rinaldo suo padre, l'obbligò negli ultimi di Aprile del 1757, a partirsi dalla Toscana, alla volta di Capodistria, lasciando la moglie, e il figliuolo iu Toscana, che di poi lo seguirono, e improvvisamente capitarono in Capodistria, ove questi si fermarono, e il nostro Conte Gian-rinaldo ritornò a Pisa, d'onde a' 12 di Ottobre dello stesso anno 1757 volle di tutto rendere inteso nostro padre : »Eccomi a darnvi le mie nuove e a ricercarvi nel tempo medesimo le vostre. Negli ultimi d'Aprile essendo a Firenze ini pervenne l'infausta nuova della morte del Signor mio Padre, onde sul momento dovetti risolvermi di portarmi sollecitamente a Capodistria, come infatti avvenne. Essendo tanto tempo da che mancavo di casa, ed avendo tre altri fratelli, uno de' quali era aPadova, ed uno a Venezia, ci dovemmo unire ; e dopo avere discifrato il caos delle nostre cose si dovette fra noi trattare, convenire, e finalmente transigere, perchè il Signor Padre non fu in tempo di far testamento, onde trattare la mia primogenitura, tutta la facoltà rimanente andava divisa in quattro parti. Tutte queste operazioni mi trattennero due mesi ; sicché quando ero per partimene, improvvisamente mi sorprende la Contessa col figlio ; e per questa improvvisata mi ci dovetti trattenere sino all'ultimo d'Agosto. E molto più che fo uua Villa d' uu disegno tutto mio, e affatto nuovo per rispetto a quello, che si costuma sull'orizzonte Pantalonico; la quale tutto che avessi da quaranta persone di lavoro, nulla ostante ci vorranno tre anni prima che sia tutta terminata, e compiuta. Mi sono invaghito d'una superba veduta Teatrale, stando sopra una collina, dove di prospetto si vede la città, il mare, e il litorale del Friuli, d'un aria squisita, o d'un acqua perfetta. Poi c'era qualche principio d'una villa d'altro disegno, e ci ha anche contribuito le idee de' primi piaceri della fanciullezza avuti colà. Insomma sarà fatta, e sarà questa un asilo della mia età senile, se ci arriverò ; come iu un'iscrizione ho fatto indicare, servendomi de' versi d'Orazio nel Lib. II. de' Sermoni, in proposito della sua villa, cioè: —.....Quandoque licebit Nune Veterum Libris, nunc somno, et inertibus [horis Ducerà sollicita siecunda oblivia vitse. — Ora la Contessa e il figlio restarono colà, ed io me ne ritornai in Toscana per accudire alla stampa della mia Leggenda Monetaria. A quest' ora siamo alla fine del Tomo II ; e si darà dietro al terzo con tutta sollecitudine". Dalla Toscana finalmente tornò in Capodistria, ove si tratteneva a'28 di Febbraio del 1758: „A1 Sig. Abate Tamagno — così scrisse a nostro padre in detto tempo — nel mio passaggio per Venezia ho lasciato due carte da mandarvi con le notizie per le vitediFabrucci, e di Frisi. Le altre verranno, io spero, fra non molto. Ora con questa avrete il secondo Tomo Monetario, in cui vedrete il Prospetto e il Sistema di tutta l'opera; e vi troverete ancora qualche cosa di particolare intorno alla Zecca di Brescia, e alla contesa, che il Sig. Abate Doneda s'è compiacciuto d'aver con me. Accoglietelo vi prego con la solita vostra amicizia. Sono sulle mosse per Venezia, onde indirizzate quivi le vostre lettere le quali desidero accompagnate da' vostri comandi." A' 4 d'Aprile del 1758 il celebre P. Paolo Frisi gl' indirizzò da Pisa una lettera, colla quale al nostro Conte Carli, che l'aveva impeguato nell'esame del Problema: — Se i corpi celesti abbiano qualche atmosfera? e posto che l'abbiano qual sia V altezza e la estensione dell' atmosfera medesima, — proposto per il solito premio dalla Reale Accademia di Parigi, diede ragguaglio de' suoi studi e dei premi conseguiti; „Io non vi ho punto appagato Sig. Conte, quando colle ultime lettere vi ho dato così in un succinto la nuova d'aver finalmente ricevuto la medaglia d'oro da Berlino, e d'aver ottenuto un altro premio dalla Reale Accademia delle Scienze di Parigi. Voi che alle più profittevoli e importanti teorie delle mo- o liete e del commercio unite gli altri più ameni studi delle celesti e naturali cose, e v' interessate in tutte le novità letterarie, e molto più in quelle che mi riguardano, ne volete 1111 ragguaglio più distinto."1) Il Conte Carli si trovava in Venezia a' (i d'Aprile del 1759, donde diede ragguaglio a nostro padre del tenor di sua vita e delle sue applicazioni : „Quasi un anno sono stato tra miei affari e con la mia fabbrica. Nelle ore d'ozio mi sono posto alle Antichità del mezzo tempo della Provincia, che potrà servire di seguito alle dissertazioni del Muratori, avendo grandiosa copia di documenti, e carte inedite illustranti puuti di Storia italiana da quella parte. Nel medesimo tempo mi è riuscito di ridurre in buon sistema la nostra Accademia. Questa è delle più antiche d'Italia Sin nel XV secolo s'è istituita. S'è rinnovata alla metà del Millecinquecento col titolo di Desiosi, a cui il Muzio dirige due sue lettere. Poi nel 1640 si rinnovò col titolo di Risorti dopo la peste del 1637. Ora io essendone stato eletto Principe, diedi nuove leggi, e la ridussi in modo da dare un premio d'una medaglia d'oro ogni anno alla migliore Dissertazione sopra i Programmi che si daranno, e formare uua pubblica libreria. Si raduna quasi ogni mese, e vi si recitano delle prose molto erudite. Eccovi i miei passatempi presenti. Son venti giorni incirca che son veuuto qui por i miei affari Veneti, e fra breve tempo me ne ritorno. Spero in un anno di pormi poi in libertà: cosicché dato sistema alle cose mie potrò pellegrinare di nuovo. Il mio terzo Tomo delle Monete si stamperà in Lucca." (Continua). LA SPERANZA. Vergine casta — che ognor sorridi Ai dolci affetti — del nostro cor. E ognor dell'Istria — lunghesso i lidi Correndo in giubilo — parli d'amor, Non ci fuggire — sempre gioconda Ci mostra invece — la tua sembiauza: L' unico palpito — che vita infonda Dell'Istria ai figli — è la speranza. Dai colli splendidi — di verde olivo Discende un alito — fresco, giulivo, Egli è quell' alito — che tutti avanza, Essendo l'alito — della speranza. Nei piani un murmure — scorre a sua voglia, E lieto s'agita tra foglia 0 foglia: Egli è quel murmure — cho tutti avanza, Essendo il murmure — della speranza. Pel mar, che accelera — l'onde remote, S'accosta un fremito — che il cor porcote: Egli è quel fremito — che tutti avanza, Essendo il fremito — della speranza. Cara speranza — sorridi ognora Ai dolci affetti — del nostro cor, E ci risplendi — qual fausta aurora, Piena di luce — ricca d'amor. D'estri magnanimi — madre feconda Ci sarà sempre — la tua sembianza : L' unico palpito — che vita infonda Dell'Istria ai figli — è la speranza. I'irano D.r Nazario Stradi. ■ Una giornata all' Esposizione *) — Sento cantare grandi inni di laude a questa Esposizione Nazionale — dice chiudendo il numero dell' Illustrazione della settimana passata un buon provinciale, uomo positivo, avvezzo ad apprezzare il valore del denaro perchè ha saputo guadagnarne parocchio lavorando mattina e sera, poco disposto agli entusiasmi a freddo, punto suscettibile di lasciarsi commuovere dalle frasi, e sempre desideroso come S. Tommaso di toccare con mano le cose ') Veggasi la detta lettera del P. Frisi nel Tom. XI delle Memorio per servire àlVIstor. Letter. a car. 470. e nelle Novelle Letter. di Firenze del 1758 alle col. 291, e 301. *) Dall'Illusi raziono Italiana del 19 giugno. — Riproduzioni autorizzate. piuttosto che crederle ad occhi chiusi — sento cantare de' grandi inni, ma nou mi è ancora riuscito a capire bene di che cosa si tratti. Ed il brav'uomo mette uu paio di camice in uu sacco da notte, abituato com' è a viaggiare filosoficamente senza bagaglio per poter dire come il saggio greco Omnia bona mea mecum porto, monta nel primo treno che passa dalla stazione del suo paese e arriva a Milano la mattina allo 7, quaudo la grande città non s'è ancora bene svegliata, ma comincia ad aprire gli occhi e ad allungar le braccia, sentendo passare i primi omnibus ed i primi carrozzoni del tramvay. Milauo è una città cho fra lo svegliarsi e l'essere animata e pronta al lavoro non ci mette gran tempo. Il nostro buon uomo ci si trova bene perchè vede da per tutto dell'attività e l'unica cosa per la quale è capace di inquietarsi è il veder la gente con le mani iu mano. Se desse retta alle sue ispirazioni si fermerebbe a visitare qualche officina della quale sente il rumore; ma è venuto a Milauo per vedere l'Esposizione, si è imposto questo dovere, e vuol vedere in un giorno quanto più gli è possibile. Ha già posato il suo modesto bagaglio in un albergo altrettanto modesto quanto deconte e casalingo, e sarebbe pronto a cominciare la sua visita. Ma ha letto che l'Esposizione si apre solamente alle 10: questo ritardo lo contraria, gli pare illogico in una città come Milano, dove molta gente può arrivar la mattina presto per tornar via la sera. Ci s'adatta alla meglio ed alle 91/., è ai cancelli di via del Senato ad aspettare,"studiando sopra uua pianta topografica il modo più sollecito 0 più facile per visitare l'Esposizione. Finalmente suonano le 10. Il buon provinciale, che ha fatto già il suo piano di battaglia aenza dimenticare un assalto ad una delle trattorie sparse per i giardini, entra finalmente uel vialo de' Boschetti e si trova subito in un crudele dubbio. Da quale parte incominciare la visita ? dalla galleria di destra 0 da quella di sinistra? Si decide per quella di destra e infila sotto la tettoia dell' esposizione ferroviaria. Poten-zinterra! Io avevano assicurato che l'Italia era tributaria dell'Inghilterra e della Germania in fatto di locomotive e qui ce ne sono delle stupende costruite a Torino, a Napoli, a Vicenza per conto delle amministrazioni ferroviario italiane ! Qui ci sono carrozze da passeggeri e carri da merci costruite nelle officine dolio Romane, dell'Alta Italia 0 della Società Veneta, ed in quelle dol Grondona e di una nuova Società anonima di Savigliano! C'è un modello di treno - spedale cho è una bellezza ammirato da tutti i più competenti! Venuto col dubbio di trovarsi deluso, il buon provinciale si tranquillizza. L'Esposizione dunque supera qualunque sua più rosea speranza? Per le ferrovie economiche e per i tramvays si fabbricano locomotive e materiale mobile come per le strade ferrato, e uno scompartimento destinato alla marina mercantile è pieno di modelli dei quali egli, uomo di terraferma, 11011 capisce di molto, ma che gli dimostrano quanto si lavori e si produca anche in questo genere, — benché la marina sia una delle parti più incomplete dell' Esposizione. — Però — i dubii si risollevano nella sua mente — faremo sempre poco nelle industrie, nell'agricoltura, finché ci mancherà il combustibile 0 avremo bisogno di audare a comprar le macchine all'estero .... Esce dalla galleria e si trova davanti a un gigantesco pezzo di lignite e ad uua sfilata di macchine trebbiatrici, seminatrici, tritura-trici e che so io. Dall'altra parte c'è un intero museo di prodotti di cemento idraulico corn-presu una casa che accenna e precorre una rivoluzione nell' arte del costruire. E della stessa materia vi sono statue per decorazione, tubi per condotti d'acqua, ponti che servono nello stesso tempo da canale ... Il nostro visitatore vorrebbe entusiasmarsi, ma il suo carattere gli suggerisce sempre qualche diffidenza. A lodare c'è sempre tempo : potrebbe essere che non fosse tutto oro quello che riluce. E poi non siamo ancora a nulla, tiriamo avanti .. . Entra nella galleria centrale, esamina i filati di seta, poi le stoffe bellissime ; dopo le stoffe i vestiti e i cappelli da signora, le biancherie, i cappelli da uomo. Non lo commuovono : anzi trova da ridire su qualche cosa 0 non si persuade perchè ci sia, per esempio chi perde tempo per inventare un cappello da uomo a due dritti, visto e considerato che la parte di dentro sarà sporca più presto di quella fuori. I merletti, le trine, i ricami non sono roba per lui e passa via. Si sofferma più volentieri davanti ai mobili perchè ha sempre avuto un po'di gusto naturale per l'arte e prevedo la possibilità di esportare all' estero mobili di fabbricazione italiana. 1 pianoforti e gli organi lo fanno scappare : compatitelo ; al suo paese non ha 1' abitudine di sentirli strimpellare tutto il giorno come 1' abbiamo noi cittadini. Così ad occhio e croce gli pare che sia padrone del campo il maresciallo Pe-litti: ma per i pianoforti e per gli organi l'Italia non può ancora considerarsi maestra delle nazioni, nonostante i buoni prodotti del Ducei, del Brizzi e Nicolai e del cavaliere Aymonimo. Quanto ai violini, il maggior numero sono fabbricati dagli speziali; uno speziale del Veneto ne ha mandati sei tutt'insieme fabbricati fra una ricetta ed un' altra. Guarda coii attenzione le fusioni in bronzo adatte agli usi comuni della vita, e le stanze arredate ed ammobiliate. Esamina i prodotti della calzoleria, ina si ferma più lungamente dove sono esposti i tessuti di cotoue e tutte le qualitàdi questo prodotto tessile che si raccolgono e si lavorano nelle diverse provincied'Italia. Non credeva questa industria tanto avanzata e se no compiace; come si compiace vedendo i prodotti de'canapifici, le stoffe di lana di Biella, di Prato, del Casentino e di tanti altri luoghi, 1 tappeti e le coperte di lana, gli abiti da uomo tagliati e cuciti. Incomincia proprio a sentirsi contento di essere venuto. Non saprei precisamente dirvi che effetto gli facciano quei cinque signori tanto splendidamente vestiti, chiusi nella vetrina teatrale dell'Ascoli, ma fa una buona cera anche a loro. E continua a camminare con passo sveltQ e con la fisouomia ilare per la galleria degli oggetti d'uso domestico ; entra nella sala Bresciana artisticamente arredata da operai ed artisti Bresciani, e viene a fermarsi di nuovo dove sono esposti gli animali preparati dal Bonomi, il re degli imbalsamatori. Allora ritorna sui propri passi e avendo sentito parlare tanto della ceramica si dispone ad andare verso la Rotonda. Ma lo stomaco ha le sue esigenze : 1' ora della colazione è già passata ed il nostro visitatore, assorto nel contemplare i progressi dell'industria nazionale non se n'era avveduto. Va nel giardino dove lo tentano un padiglione alla turca che vede sorgere iu mezzo al verde degli alberi dietro ad altri edilìzi, una isbà russa, una tabernula pompeiana, uu piccolo padiglione di galvanoplastica, altri padiglioni di terra cotta. Ma nell' isbà si beve solamente, nella tabernula si mangiano de' dolci.. . troppo poca cosa per uno stomaco positivo. Dunque al padiglione turco ... e buon appetito. * Non si prende ueppure il tempo di fare un po' di chilo. Dopo venti minuti eccolo lì in piedi che si avvia verso la gran gelleria di legno costruita dal Brambilla ed entra nella navata di mezzo. Quaudo a casa legge raramente qualche giornale gli è venuta spesso la malinconia di stare coi rusteghi; con quei tali legislatori che non vorrebbero mai approvare un soldo di spesa per 1' esercito e per la marina, salvo a strillare come aquile quando sentano dire che l'Italia non è pronta a fare una guerra, magari contro tutta 1' Europa. Davanti a quei proiettili, a quei cannoni, a quelle tante cose necessarie all' arredamento ed all' armamento del soldato, vedendo con quanto zelo e con quanta cura si pensa a far tutto nel miglior modo possibile, comincia a credere che i rusteghi abbiano torto. E quando vede i modelli dell'itola e del Duilio diventa subito partigiano delle grosse navi, lui che in qualche momento di cattivo umore ha dichiarate inutili le grandi e le piccole se non mercantili. .. Nuove sorprese: prima l'Esposizione della società commerciale per l'esplorazione dell'Africa apre nel suo cervello nuovi orizzonti : poi la Mostra del Ministero dei lavori pubblici con le sue macchine elettriche fabbricate in Italia e le sue carte della viabilità, dei servizi telegrafici e postali. Prima di venire all'Esposizione chi le sapeva queste cose? Per esempio l'Italia la cede solamente al Belgio nell'avere uua fitta e completa rete di punti trigonometrici stabiliti per rilevare le grandi carte; la Francia e l'Austria hanno molto da fare prima di arrivarci... . E noi le abbiamo raggiunte nell' abbondanza e nella bontà di molti prodotti chimici e ne' risultati di parecchie industrio nelle quali la chimica entra come principale elemento. Il nostro galantuomo resta attonito davanti a montagne di stearina, di cera, di gomma elastica e di sapone; davanti a infinite quantità di cuoi e di pelli di tutti i generi. Ormai lo ha preso come un'inquietudine che il suo sangue freddo e la sua calma consueta non arrivano a dominare. Vorrebbe correre, veder tutto nello stesso tempo, portar via una quantità di impressioni, ed invece ogni oggetto lo ferma, lo attrae, e poi quello che vien subito dopo gli fa dimenticare tutto quanto ha veduto prima. Torna indietro, rifa la strada due volte, brontola per la mancanza di uu catalogo e contro un lepido libercoletto che gli hanno venduto sotto lo specioso titolo di Guida. Vorrebbe veder le carrozze ad una ad una ma sono troppe; poi ci sono i velocipidi, i finimenti adatti alia carrozza signorile per il giorno di gala e quelli adatti al carro d'artiglieria o da trasporto .. . Chi lo avrebbe mai detto ? un lord inglese proprio d'Inghilterra e per giunta un sportman de' più conosciuti, lord Walvertou, ha comprato uua carrozza in Italia. ..E quanti di quei bauli tanto comodi e tanto perfetti ne' quali si può riporre dentro una casa ripiegandola bene, passavano od erano fatti passare per inglesi e per tedeschi ! Adesso si sa che si devono andare a prendere di prima mano dal Cattaneo o dal Pranzi. (La fine nel prossimo N.") LETTERA Pareuzo, 18 Giugno. Ho promesso di scriverti e mantengo la parola. Alle 11'/2 circa di ieri sono giunto a Parenzo. A mia vergogna devo dichiarare, che era la prima volta che ci veniva; ma non c' è male che non abbia il suo lato buono, onde io, s'ebbi a rimproverarmi d'un cauto d'avere aspettato fino ad oggi di visitare questa interessantissima cittadetta, d'altra parte ho goduto di sorprese tali, che non mi sarei mai immaginate, e che concorsero quindi adrallietarmi l'animo. Bella è Parenzo, dall' aspetto gaio e ridente, dalle case pulite e palesemente ostentanti nobiltà ed agiatezza. Nette anco le strade, con selciato ben mantenuto e spazzato ; insomma nel suo complesso come nei particolari di questa città n'ebbi ottima imprssione. Sopra tutto poi attirò la mia attenzione il grande numero di case dall'alto al basso costruite in pietra battuta, colle finestre arcate ed alcune persino dai cornicioni e grondaie di pietra, opere di eccellente fattura. E l'epoca di questi fabbricati non è tanto re-I cente ; in uno ho potuto leggervi la data del 1400, ma ve ne sono d'epoca molto anteriore. Salvo le proporzioni, mi pareva qualche momento di camminare per le vie secondarie di Siena. Non parlo poi della celebre basilica, nota a tutto il mondo scientifico ed artistico, delle mura e delle torri medioevali e dell'antichità romane, su di che sarà tempo di ritornarvi. Posso dire ad ogni modo, che fra l'antichissimo, l'antico e il moderno disposati confusamente assieme, costituiscono un tale complesso interessante d'appagare il più esigente viaggiatore. Quando poi i moltissimi cippi, lapidi, mausolei ecc. ecc. saranno raccolti e classificati in un museo — che il cielo e gli uomini bravi e di cuore vogliamo sperare presto ci regaleranno — allora ci sarà materia di studio per settimane e per mesi. Ma lasciamo le cose e veniamo agli uomini. Anche di questi la Dio mercè non posso che dir bene. Faccie aperte, modi squisiti, facile entratura, bonarietà istriana ; ecco i caratteri generali da me riscontrati nelle persone ch'ebbi la fortuna di conoscere e di vedere da vicino. Di questi Signori talfiata, ho inteso parlare cose contraddicenti ma io credo, che alla fin fine troppo spesso l'ozio e la passione facciano emettere dei giudizi e degli apprezzamenti su chi dirige le cose nostre, da essere del tutto esagerati o gratuiti. Lasciamo pure anche gli uomini pubblici, e veniamo a qualche privato. Appena arrivato, credetti mio dovere di correre in cerca del nostro bravo storiografo Carlo De Franceschi. Auche di questi te ne parlerò più tardi. Quindi sono passato dal Marchese Giampaolo Polesini. Al vederlo su d'uua poltrona col collo fasciato e dall'aspetto sofferente, ho provato uno stringimento di cuore. Si parlò di molte cose, e quantunque accusasse atroci patimenti e qualche fatica nell'esporre, conversò con molto senno e con qualche lepidezza di forma. Certo l'animo suo è ancora superiore al male che lo tormenta ; voglia il cielo che presto si redima del tutto e sia ridonato alla famiglia ed alla patria. Col De Franceschi ci siamo poi riveduti al dopopranzo. Per chi noi sapesse, sarà utile il dire, che il De Franceschi in ottobre conterà gli anni 72. Nacque in su quel di Pisino; frequentò le scuole di Gorizia e di Graz, e compì gli studi nel 1832. Oh che tempi, amico mio, erau quelli, quando i giovani che frequentavano l'Università non potevano — por dirne una fra le tante — portar neppnr pelo sul mento sotto comminatoria d'immediata espulsione ! E me ne raccontò il caro vecchio di queste e di peggiori ancora; ma lasciamo pure tuttociò da parte. Nel settembre del 1855, essendo assessore di giustizia a Pisino ed aspirante al con-siglierato, fu posto in disponibilità per sospetti politici. Povero, senza pensione o con sei fiorini al mese, andò allora a Fiume in cerca di pane. Finalmente trovò impiego dal Avv. Thierry iu qualità di concepista, e stette in quel posto un quinquennio. Nel 48 i Pi-sinotti lo elessero deputato a Vieuna e a Kremsir. Oltre al defunto avvocato Madonizza ebbe a oompagni Michele Fachiuetti e l'attuale capitano provinciale coinm. Dr. Francesco Vidulich. Scoppiata la rivoluzione a Vienna, si portò in Deputazione al Ministero per attingere informazioni. Alcuni dei Ministri, fra' quali Latour, non volevano credere che Vieuna si fosse sollevata e tergiversavano sul da farsi. Lo stesso Latour pretendeva soffocarla con un pajo di battaglioni.... due ore dopo egli pendeva invece da un fanale, strangolato dal furore della turba. Disciolto il parlamento, il De Franceschi ritornò in Istria, nè mai più potè allonta-narvisi. Visitò bensì la nostra penisola a palmo a palmo e cogli occhi bene aperti. Istigò il canonico Stancovich a pubblicare una storia I dell'Istria, poi l'illustre Kandler, e all'uno e all' altro cooperò cogli studi, colle escursioui, coi rilievi. Nel 1861 fu uominato segretario della Giunta Provinciale ; ora è in riposo. Questo uomo carissimo, privo di mezzi, lontano dagli Archivi, affaticato dal continuo lavoro per provvedere a sè ed alla propria famiglia, come poteva ripromettersi di pubblicare un volume di storia istriana? Eppure lo pubblicò, sollecitato dai buoni ed assistito dalla stessa Giunta. Da ultimo fu lui che scoperse, 0 fu il primo a sentenziare, doversi ritenere presso Altura il luogo dove sorgeva l'antica Nesazio. A tutti questi meriti scientifici, arrogi uu animo retto e costantemente rivolto al bene ed allo studio. Egli è poi tutto anima e vita; riscaldati il cuore e la mente del sacro fuoco d'amore per la sua Istria ; affezionato alla gioventù studiosa come uu buon babbo verso 1 suoi figli ; nel discorrere di cose patrie s'eu-tusiasta e s'investe in modo straordinario; quella sua mente dev'essere un vulcano costantemente in azione; uon gli preme tanto di fare quanto di cooperare perchè si faccia; quindi ti ajuta, ti consiglia, ti dirige, ti anima e ti conforta. L'orgoglio, la novità, l'iuvidia e tauti altri diffettacci propri di molti e molti letterati gli sono affatto ignoti. A grandi tratti questo mi sembra l'uomo interno ; l'esterno è asciuto ed esile, ma ner-boso ed ossuto. Era in sul tramonto, ci si trovava nel giardino del Marchese Polesini a ispezionare i ruderi dei templi di Marte e di Nettuno. L'aere dolce e soave, il mare tranquillo e scintillante pei raggi riflessi, i deliziosi profumi della fiorita, i fantastici isolotti che quali sirene allettatrici rompevano la monotonia del vasto orizzonte marino, tutto concorreva, colle erudite spiegazioni del De Franceschi, a rendermi supremamente incantevole quel luogo. E la mente vagava pei campi infiniti della storia e dell'arte; ma in mezzo alle tante riflessioni non si poteva sfuggir quella, come mai questo nostro paese sia tanto dagli uomini trascurato e talvolta vilipeso. In quel-P ora il buon vecchio mi aveva l'aspetto d'un vero profeta che pianga sconsolato sulle sventure della patria; a mala pena auch'io ho frenato il pianto. Marco Tamaro. I due eccellenti giovani triestini Sala-mone Morpurgo e Albino Zeuatti, oramai care conoscenze anche dei lettori nostri, e che studiano, come è noto, belle lettere a Roma, facendoci concepire alte speranze, hanno diffuso testé la circolare qui appresso riprodotta, la quale spiega compiutamente il loro intento e reca la promessa di ragguardevoli collaboratori: opperò non v'ha bisogno delle nostre povere parole a raccomandare l'importante periodico a tutti coloro (per buoua ventura numerosi anche iu Istria), che coli' acuta intelligenza rendono proficuo l'amore sviscerato che portano alla patria comune. ARCHIVIO STORICO per TRIESTE, L'ISTRIA ED IL TRENTINO Lo scopo di questo periodico è di raccogliere quanto può servire alla conoscenza della storia di Trieste, dell' Istria e del Trentino. Informandosi ad un indirizzo strettamente scientifico, l'Archivio tenterà di raggiungere lo scopo suo con la pubblicazione di memorie originali e documenti inediti, che illustrino la storia civile, letteraria ed artistica delle regioni onde s'intitola. Larga parte verrà anche fatta alla rassegna bibliografica di quelle opere che direttamente od indirettamente si occupassero di quelle provincie, o ne rappresentassero il movimento letterario. I fortunosi avvenimenti, d'importanza assai più locale, che si svolsero in quelle regioni offrono vasto campo di uuovi studi all'Archivio, e però possiamo sperare ch'esso incontri il favore degli studiosi, e con le pubblicazioni di egual natura che veggono la luce in quasi tutte le parti della penisola, porti non inutile contributo alla storia italiana. Ci sia lecito l'augurarlo dagli incoraggiamenti e dalle adesioni che vennero d' ogni parte alla nascente impresa, e più ancora dalla collaborazione di molti illustri scrittori quali G. I. Ascoli, A, D'Ancona, G. Carducci, C. Cipolla, C. Combi, T. Luciani, B. Malfatti, G. Milanesi, E. Monaci, F. Schupfer ed a/tri. La Direzione dal canto suo nou ri-sparmierà cure affinchè l'opera riesca non indegna del nome che porta. Roma, 25 maggio 1881. S. Morpurgo A. Zemitti PATTI D'ABBONAMENTO Ogni volume di 16 fogli di stampa (266 pagine in 8°) distribuiti per fascicoli, possibilmente trimestrali, da 4 a 8 fogli cadauno, costa 8 lire nel Regno d'Italia, i fiorini nell' Impero Austro - Ungarico, IO franchi negli altri Stati d'Unione postale. Gli abbonamenti si fanno per volumi. — Pagamento anticipato. Manoscritti, lettere, libri, ecc. si dirigano alla Direzione ed Amministrazione dell' Archivio Storico per Trieste, l'Istria ed il Trentino — Roma Via del Corallo, 12 p. I. Le associazioni si ricevono presso V Amministrazione. II I. fascicolo uscirà nel Giugno p. v. Illustrazione dell' anniversario È donna meritevole di ricordo pel suo fervido e costante amore di patria. Nacque a Milano nel 1808, figlia del marchese Trivulzio ; e fino dalla sua prima età rendevanla notabile la leggiadria delle forme, l'ingegno precoce e forse più ancora uu fare sciolto non concesso dall'austerità patrizia del tempo. A sedici anni fu sposa del principe Emilio Belgiojoso, gentiluomo di buona pasta, ma che aveva carattere e abitudini in contrasto colla Trivulzio: poco perciò stettero insieme, e per nou far rumore con uu divorzio si separarono amicamente Ella allora, non ancora ventenne (non confaceiidosi, per ragioni facili ad immaginarsi, il soggiorno della languida Milano alla sua indole focosa) volle esulare, e scelse Parigi. Quivi, perchè doviziosa e inclinata alle lettere e alle arti belle, divenne centro di ragguardevole società, alla quale partecipavano anche uomini di politica; e quivi, coli'aiuto dei varii connazionali esuli come lei, fondò uua rivista italiana mensile, l'Ausonio, con cui si mise a propu gnare la causa ond' era accesa, e che contribuì non poco a sollecitare i tentativi italiani del 48. Restituitasi poi a Milano, appena udite le prime voci di rivolta, vi partecipò con tanto ardore da mantenere a proprie spese il battaglione di volontari! comaudato dall' Antonini ; e quando la repressione iu Lombardia fu assicurata, si recò negli ospedali di Roma a curare i feriti; caduta la Repubblica romana, andò iu Oriente peregrinandovi a e lungo per svago e per studio. In quelle belle regioni doveva soppravenirle terribile accidente : un suo domestico, a vendicarsi del licenziamento, la feri sì gravemente da metterla in fin di vita; si riebbe, ma rimase ammalaticela sempre. Ritornata in Francia, scrisse in parecchi giornali parigini cose politiche e letterarie; nel National -le reminiscenze del suo esilio ; poi il libretto Nozioni storiche ad uso dei fanciulli; nella Revue des Deux Mondes alcune, novelle ed i ricordi del viaggio in Oriente; infine, dopo il 59, rimpatriata fermamente, pubblicò iu francese una Storia della Casa di Savoja, e concorse a fondare il giornale l'Italie (che ora si pubblica a Roma, e che prima si pubblicava a Torino e a Firenze, quando queste due città erano capitali); ma in breve dovette lasciarne la collaborazione a motivo della salute deteriorata. Cessò di vivere il 5 luglio 1871, dopo parecchi anni di fievolezza. Effemeridi istriane. — (Dall' Archivio Veneto., tomo XXI, parte I, dell' anno corr.) Nel giornale La Provincia dell' Istria l'eruditissimo ab. Angiolo Marsich di quindici in quindici giorni pubblicò nel 1877 una sua Nuova serie di Effemeridi Giustinopolitane, dell'origine e del nome della quale rese ragione in un breve preambolo. Il modo stringato, chiaro e preciso, con cui verniero richiamati alla memoria del lettore i punti più importanti della storia municipale di Capo d'Istria, ottenne 1' accoglienza più favorevole, onde lo stesso autore nel giornale medesimo pubblicò l'anno successivo (1878) con egual-rnetodo le Effemeridi della città di Trieste e del suo territorio. Nel 1879 il Marsich incominciò la pubblicazione delle Effemeridi istriane che continuò nell'anno 1880 nello stessogiornale. Non si confondano peraltro queste effemeridi con quelle che vanno pubblicando certi giornali politici i quali, trattano la storia come un'arma di partito. Il Marsich cita sempre le fonti a cui attinge le sue notizie, e 1' indice i di questo fouti manoscritte c stampate conta non meno di 86 numeri. Lo effemeridi del Marsich adunque, citando con precisione ad ogni notizia la fonte a cui sono attinte, hanno un valore storico e rendono interessantissimo il paziente lavoro dell'erudito scrittore. Laterizi. — Al signor conte Emilio Alberti-Poja e Consorti venne concesso dall'i. r. Ministero dell' interno di fondare, colla sede a Trieste, uua "Società in azioni per la fabricazioni di laterizi presso Cittauova d'Istria". Tale concessione peraltro sarebbe considerata estinta in caso che la Società non venisse fondata entro sei mesi, computabili dal 7 giugno a. c. Condanna. — Il bracciante Pietro Ga-sperutti subì la condanna di quattro settimane di arresto inflittagli dall'i, r. Capitanato distrettuale per avere gridato Viva l'Italia, mentre ritornava colla banda cittadina dalla sagra di Semedella. fu bravo soldato. -- I giornali di Padova recano i particolari del seguente caso pietoso avvenuto iu quella città il giorno 8 corr. È il meriggio : Daniele Costa, fanciullo di novo anni, inseguendo una farfalla lungo l'argine del Baccliiglione presso il ponte dei Tadi, inciampa e precipita nella profonda correntia ; l'artigliere Antonio Ferrerò, che si trova sullo stesso argine ad abbeverare i cavalli, non esita un istante, non si toglie nemmeno la divisa, e si slancia nel fiume... ma d'improvviso l'uno e l'altro scompaiono e invano li attendo la folla angosciata. Furono rinvenuti dopo parecchi giorni e molto lungi. Il Municipio, la Cittadinanza tutta e gli studenti gareggiarono nell'onorare con solenni funerali la memoria del bravo soldato; e ima lapide ne ricorderà il uome e la generosa azione. (Questione funesta. Riassumiamo con questo titolo uu triste fatto, di cui i giornali romani ne forniscono i particolari. Nella farmacia di Poli, una delle ultime sere di maggio — Poli è uu paesetto di circa duemila abitanti nel circondario di Roma — si trovavano seduti e convesavauo tranquillamente due dol luogo. Passando da un argomento all'altro, la conversazione si mutò in un calcolo stranissimo — calcoli veramente del genere che udrete si fanno purtroppo e non di rado in alcuni ritrovi di provincia : forse trovano la loro origine nel difetto di coltura o di notizie —: si misero a questionare intorno alla quantità di fieno cliu avrebbe potuto contenere quella farmacia ; uno riteneva che spropositasse l'altro; cominciarono le parole vivaci, a queste seguirono i contrasti, infine la questione s'accese e si cangiò in un diverbio serio fanto che il farmacista ed i suoi che già li udivano cenando nella retrostanza, videro il bisogno di accorrere ; ma la loro in-trommissione non fu efficace: uno dei due ; calcolatori afferrata d'improvviso una di quelle pietre che i farmacisti sogliono tenere sul banco, la scagliò con tale veemenza sul capo dell'altro che questi cadde a terra e poco dopo spirò. Una signorina americana, nata da genitori italiani nominati Riccioli, attraversa ora l'oceano per entrare nel „cervello del mondo." cioè a Parigi. Questa signorina, di giuste proporzioni e che conta trentaquattro anni, misura cinquantaquattro centimetri di altezza! Essa adunque è dieci dita circa più alta doli' Unione e diciassette centimetri più bassa dell'ultimo celebre nano Tom Pouce, che pure fece molto chiasso, e che riuscì una vera fontana d' oro pel suo impresario. LIBRT RECENTI Passeggiate ricreatrici nell' Italia artistica. Giovanni Robustelli. — Milano, Alfredo Brigola; in 8. di pag. 124: L. 2. Grammatichetta della lingua italiana, seconda edizione. Ab. Giovanni Moise (istriano). — Firenze, tipografia Polverini. L'arpa della fanciullezza, quinta edi-dizione rifusa ed aumentata, di Luigi Sailer. — Milano. Agnelli. Pensieri sul credito agrario, di Alessandro Ferretti. — Firenze, tipogr. del Vocabolario. Saggio sopra la genesi della metrica classica. Firenze, tipogr. della Gazzetta d'Italia. Popolano arricchito. Storia e massime dell' altro moudo, riferite e postillate da F. Bosio. Seconda edizione — Roma, A. Manzoni. Annuario della Letteratura Italiana nel 1880, compilato da A. De Guberriatis. — Firenze, G. Barbèra. Liriche moderne raccolte da Raffaello Barbiera, con uno studio dello stesso sulla Lirica italiana moderna. — Milano, G. Ottino editore; pag. XXVI1I-388. ; in 16; L. 4.50. Pubblico ringraziamento All' i. r. ispettore superiore di Finanza sig. Giovanni de Juriskovich nob. Hagendorf, alle corporazioni, nonché a tutte quelle persone che gentilmente vollero assistere ai funerali ed unire le loro preci in suffragio dell' amatissimo fratello Villi-haltlo, si porgono i più sentiti ringraziamenti dalla famiglia de Kuhacevich, Bollettino statistico municipale di Maggio 1881. Anagrafe. -- Nati battezzati 1» ; (fanciulli 14, fanciulle 5 ; — Morti 26 ; maschi adulti 16 (dei quali 7 carcerati): femmine adulte 5 : fanciulli 2; fanciulle 3. Matrimonii 4. — Polizia : Denuncie : in linea di polizia igienica 1 ; d' edilizia 1 ; di sanitaria 3 ; per contravvenzione all'ora di Polizia 1 ; per danneggiamento 1; per contravvenzione alle prescrizioni sulle persone di servizio 11 ; sulla sorveglianza al regolamento dei cani 1; per trascuranza ed abbandono degli animali 4 ; per lesione d'onore 1 ; — Arresti : per schiamazzi notturni 5 ; per ubriachezza 1; per accattonaggio 2 ; per eccessi insulti e min acci e col le armi alla mano 6 — l'ermeissi d'industria 1 ; di ballo 2. - Insinuazioni di possidenti per vendere al miuuto vino delle proprie campagne : nessuna. — Certificati pel trasporto di vino 24, in 30 recip., con hi. 27 e 1. 2. — di olio 14, iu 17 recip, con Kg. 1736 e g 750. — di pesce salato". 0. — Animali Imacellati nel mese suddetto : Bovi 50, del peso di Kg. 11432, con Kg. 830 di sego ; vacche 12, del peso di Kg. 1722, con Kg. 99 di sego; citelli 36 ; agnelli 212 ; castrati 6. Corriere dell'Amministrazione (dal 6 a tutto il 22 giugno corr.) Rovigno. Casino di Società (II sem. del VII anno) — Trieste Sale di lettura al Tergesteo (VII anno).