ANNALES • Ser. hist, sociol. • 13 • 2003 • 2 POROČILA IN OCENE / RELAZIONI E RECENSIONI / REPORTS AND REWIEWS, 427-446 del modello per lo studio del Catasto Franceschlno ¡n base all'esempio di tre comuni catastall dall'area di Parenzo. E, ¡n conclusione, Mirjana Matijevic-Sokol ha parlato del la carica del podesta ¡ntrodotta a Spalato nel ' 200 . Dunque, in base a quanto presentato sopra, possiamo concludere che il convegno non ha dato solo un notevole contributo per ¡Iluminare il rapporto tra le istituzioni e la gente comune nell'lstria veneta e per la conoscenza del la storia di questa provincia nei suoi corsi piü vasti (dell'area adriatica ecc.), ma ha bens'i offerto anche spunti per la storia di genere in Istria, per la sua storia religiosa ecc. Ma cib che e anche piü importante, ¡I Primo biennale storico istriano viene a colmare quella lacuna o mancanza d'incontri e di dialogo tra gli storlci manifestatasi negli ultimi anni nell'area croata dell'lstria. Quindi non ci resta che augurare una lunga e intensa attivita al Biennale storico istriano ed attendere con impazienza la pubblicazione degli atti del suo primo convegno. Dean Krmac Seminario di studio: LA PIETRA D'ISTRIA E VENEZIA. Venezia, 8 ottobre 2003 Lo splendido palazzo del la Scuola Grande San Giovanni Evangelista di Venezia ha fatto da cornice, lo scorso 8 ottobre, al seminario di studio su "La Pietra d'lstria e Venezia". II convegno, patrocinato dalla Re- gione del Veneto, si e articolato in due sessioni: una mattutina, dedicata agli aspetti prettamente storico- scientifici ed al leganie secolare nell'architettura tra Venezia e l'lstria rappresentato dalle pietre, ed una pomeridiana nel la quale si e preso in esame soprattutto l'uso del la Pietra d'lstria negli antichi cantieri veneziani del Seicento ed ¡I suo concreto utilizzo nel le vere da pozzo, nelle sculture erratiche e negli edifici di Venezia. I lavori, coordinad dallo storico dell'arte Nedo Fio- rentin, si sono aperti con un saluto introduttivo dell'assessore regionale alle Relazioni Internazionali Marialuisa Coppola che ha tenuto a precisare come il seminario volesse analizzare lo specialissimo rapporto che lego in modo esclusivo Venezia e la terra istriana attraverso la Pietra d'lstria, e lo straordinario uso che architetti, scultori e artigiani seppero farne. Ad esordire e stato Egidio Ivetic, dell'Universita degli Studi di Padova, ¡I quale si e soffermato in particolare sugli aspetti economico-sociali che l'estrazione ed ¡I trasporto della pietra hanno avuto nel suo luogo di origine. Nel la penisola istriana si possono distinguere tre zone geografiche legate all'estrazione: la prima, inclusa nella Diócesi di Parenzo, che si estende dalla cittä rivierasca fino al Canal di Leme, la seconda posta tra il Leme e la citta di Pola controllata principalmente dai rovignesi e la terza che si estende da Pola all'Arsa e che include puré la cava di Vincuran da dove e partita diversa pietra alia volta di Ravenna. Per quanto riguarda il trasporto va detto che questo e stato per buona parte appannaggio clei naviganti rovignesi, mentre scarne sono le notizie sulle tecniche di estrazione, perlomeno fino al tardo Seicento. I cavatori erano tutto sommato esigui e l'estrazione era in mani prívate con un alto utilizzo di manodopera saltuaria. Di conseguenza, questa attivita non aveva una grossa incidenza sul set- tore economico-sociale dal momento che non erano piü di 100-200 le famiglie istriane a vivere di pietra. Lorenzo Lazzarini, del Dipartimento di Storia dell'Architettura dell'Universita luav di Venezia, ha rela- zionato sulle caratteristiche petrografiche della Pietra d'lstria. Tra queste vanno sicuramente annoverate la grande densita (2,6 in una scala massima di 2,7 ap- plicabile ad un calcare), la bassa porosita (quasi simile a quella di un pórfido), un'alta resistenza a compressione (pari a 1350 kg/cm2 calcolata da F. Calvino) ed un'elevata velocita di propagazione dei suoni. Lazzarini ha anche proiettato alcune immagini legate a Montauro dalla cui cava sono stati estratti ben 700.000 m3 di Parte della ex cava di Montauro presso Rovigno. Del bivšega kamnoloma na Zlatem rtu pri Rovinju. 428 ANNALES • Ser. hist, sociol. • 13 ■ 2003 • 2 POROČILA IN OCENE / RELAZIONI E RECENSIONI / REPORTS AND REW IEWS, 427-446 pietra, ¡I che fa della miniera del Rovlgnese la piü grande cava del Mediterráneo. Geológicamente, invece, la Pietra d'lstria, il cui nome geologico formazionale si applica a dei calcari ben precisi, e da ritenersi un calcare di scogliera. Interessante la relazione di Michela Dal Borgo, dell'Archivio di Stato di Venezia, il cui contributo ha i I lústralo sulla base del la documentazione archivistica un caso di estrazione e commercio di pietre provenienti da Rovigno. Corre voce che i rovignesi fossero degli eccellenti cavatori, a tal punto che lo storico Bernardo Benussi conib per i propri concittadini il detto "Rovigno pien d'ingegno spacca il sasso come ¡I legno". "La Pietra d'lstria e l'architettura veneziana" e ¡I titolo del contributo di Mario Piaña, docente di Restauro presso la Facoltä di Architettura dell'Universita luav di Venezia. La Pietra d'lstria, scoperta dai veneziani alia meta del XIII secolo ed adoperata fino a tutto l'Ot- tocento, e stata particolarmente sfruttata nel periodo gotico. Gli esempi architettonici in Pietra d'lstria a Venezia si sprecano e riguardano la maggior parte del le strutture della citta lagunare dal momento che in massima parte, ponti, case, chiese e palazzi di Venezia sono costruiti, decorati e rivestiti di Pietra d'lstria. La sessione pomeridiana si e aperta con il contributo di Giulia Sebregondi del Dipartimento di Storia dell'Architettura e dell'Urbanistica dell'Universita luav di Venezia dal titolo "La Pietra d'lstria in un cantiere veneziano del primo Seicento". La giovane relatrice si e soffermata sugli aspetti economici, ¡n particolare su quelli legati ai costi, fornendo, fra l'altro, alcuni inte- ressanti dati statistic!. E seguito l'intervento di Alberto Rizzi, gia Soprin- tendenza Beni Artistici e Storici, che ha relazionato su alcuni singolari esempi dell'uso della Pietra d'lstria a Venezia ed oltre. Gli inizi dell'importazione della pietra dall'lstria coincidono cronológicamente con la dedi- zione del le cittadine istriane alia Serenissima (1267- 1335) e segnano nella cittä lagunare l'inizio della scul- tura gótica che va a soppiantare quella véneto-bizan­ tina, basata sul marmo grigio greco, fino allora pre­ dominante. L'esempio classico di scultura in Pietra d'lstria e quella del leone marciano, divenuto a partiré dal 1260 il símbolo della potenza veneziana e di cui Rizzi e oggi uno dei massimi esperti. Curioso pero rilevare che i primi tre leoni veneziani non sono in Pietra d'lstria ma bensf in pietra di Vicenza. Per risalire al primo leone in Pietra d'lstria (Torcello) bisogna attendere l'inizio del XIV secolo. Un altro esempio di opera ¡n Pietra d'lstria e quello delle vere da pozzo. Lo studio di queste ultime meriterebbe un approfondimento anche nella nostra stessa penisola, partendo magari da un elementare censimento delle stesse, dal momento che pochi sono i lavori scientific! (Starec a parte) che vi si sono últimamente dedicati. II ritrovamento di una vera da pozzo a Negroponte dimostra come la Pietra d'lstria lavorata dai tajapiera veneziani venisse esportata fino in Levante. L'intensa giornata veneziana si e conclusa con l'intervento di Peter Rockwell che ha il lústralo l'espe- rienza personale che lo ha visto ¡mpegnato, tra ¡I 1999 ed il 2000, nella costruzione del chiostro del palazzo vescovile di Chioggia. Particolarmente ardua e stata la realizzazione dei 38 capitell¡ raffiguranti grottesche l'una diversa dall'altra. Lo scultore americano ha con­ cluso che la Pietra d'lstria e molto piü difficile da la- vorare rispetto ad un marmo comune (specialmente per quanto riguarda la cura dei dettagli), ma e proprio per questo motivo che da maggiori soddisfazioni. L'opera di Rockwell e encomiabile anche perché pochi sono ancora i maestri in grado di lavorare la Pietra d'lstria come una volta, con tecniche, strumenti e sistemi per- fezionati nel tempo e tramandati da generazioni. Questa interessante giornata di studio ha avuto una eco non eccezionale in Istria, prova ne é puré la scarsa affluenza di pubblico proveniente dalla nostra regione, in particolare dall'area centro sud-occidentale piü direttamente coinvolta nell'argomento. Manchevolezza alia quale la Regione Veneto -che gia da qualche anno é impegnata nella salvaguardia del patrimonio cultúrale di origine veneta in Istria e Dalmazia con la sua legge n. 15/199- puo rimediare pensando di presentare gli atti, la cui pubblicazione é prevista nel 2004, in una, o piü localita istriane. Raffaele Gianesini: I PROCLAMI VENEZIANI DELLA BIBLIOTECA CIVICA V. JOPPI DI UDINE. Catalogo e studio del fondo l'iconografia del leone di San Marco, I. Firenze, Leo S. Olschki editore, 1999, pp. 444 L'autore, dopo aver pubblicato nel 1997 il catalogo del fondo dei Proclami Napoleonici emessi durante la prima occupazione napoleónica del Friuli del 1797, ha portato a termine il primo dei tre volumi che andranno a costituire il catalogo dei Proclami Veneziani della Biblioteca Cívica V. Joppi di Udine. Gianesini inizia con una lunga introduzione de- dicata al Leone di San Marco come elemento ico­ nográfico caratterizzante tutti i proclami veneziani. II leone vede il suo connotato specifico e distintivo nel suo significato universale legato alia Cristianita pur essendo contemporáneamente espressione di una realta política precisa quale lo Stato veneziano. II símbolo del leone di San Marco diventa quindi la rappresentazione di quel connubio che il Fornasari ha definite come "stretta connessione fra potere politico e potere reli­ gioso". L'autore decide poi di spostare l'attenzione verso un'interpretazione iconologica del símbolo stesso per 429