ANNO XX. Capodistria, 1 Febbrajo 1886. N. 3. LA PROVINCIA •f il i or- ji j;1C ! ut iL oqflioJlin: fon ')■■> Bilm 1 £ DELL'ISTRIA si •iÌi:Ì'>'-«8 ob finta il!'} li THI ,&tli > • 1 Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Le elezioni comunali di Trieste Il patriotta dell' Istria fu confortato assai della vittoria splendida riportata a Trieste dal partito liberale nazionale ; e non soltanto perchè prevalsero idee di libertà e di progresso ; ciocché sempre conforta, anche se il trionfo non avviene così vicino a noi, ma perchè la vittoria di Trieste è di incalcolabile vantaggio per noi dell' Istria, dove solleva il cuore a quelli che giustamente, anche di fede sicura, tremarono delle nostre sorti, incoraggia i meno animosi, e costringe a seguire il carro trionfale coloro che, per avventura, avrebbero colto con piacere 1' occasione favorevole per seguire altra via. Quella vittoria splendida e sicura tanto che ci garantisce 1' avvenire, arde la fiamma ancora, per fortuna, vivacissima, delle nostre speranzè, in tempi, a dir vero, poco lieti di speranze, ora che ci troviamo soli addossati a quest' Alpe Giulia, d'onde s' ode e dì e notte 1' urlo selvaggio di un' altra razza che ci contrasta, favorita da larghi appoggi, non l'antica civiltà ch'ella disprezza perchè non comprende, ma la padronanza in casa nostra ; per cui nessuna salvezza possiamo sperare fuori di quella che in noi è riposta. E in così difficili condizioni, non bisogna nasconderlo, abbiamo veduto, non è molto, spuntare il velenoso fungo del municipalismo e discutere con ridicola e goffa serietà la questione di fondare una capitale istriana ; e 1' opporsi da quelli che con voce più grossa predicano 1' unione con Trieste, con ragioni meschine di campanile perchè una società marittima in formazione, abbia Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Uà numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. la sua sede a Trieste; abbiamo veduto cittadini, unico e sciagurato esempio nella storia paesana, farsi portare nella rappresentanza comunale dalle vanghe più rozze, aizzati da preti croati, pur di fare dispetto ad altri cittadini ; e con tali imprese invocare la gioventù, insultando coi vecchi e provati patriotti, istituzioni create dalla fiducia del pa«se quale baluardo dei nostri diritti; e alimentare una stampa, rimproverata ai nemici, che trova il suo tornaconto a fomentare discordie in nome della libera discussione, coperta., dalla.nostra bandiera. In queste condizioni, che se non fanno disperare, addolorano i patriotti, non diremo di quai disastri avrebbe potuto essere causa un trionfo, anche effìmero, dei nemici ; diremo piuttosto che fu immensa fortuna la vittoria di Trieste, della città vigorosa e nobilissima che tiene il centro del movimento del nostro paese ed attrae 1' attenzione d' ogni dove. Gli entusiasmi, sbolliti, purtroppo, in cento occasioni, trovarono ancora questa volta un' eco dentro di noi per mandare il nostro Evviva Trieste! Sull' andamento delle elezioni, e sugli episodii della lotta, crediamo bene di riportare un articolo dell' Istria, e lo riportiamo coli' intenzione di rilevare, per quanto al nostro umile giornale di quindicina è concesso, la voce del nostro confratello di Parenzo, in questi giorni fatto segno ad attacchi stupidi e grossolani: „Come abbiamo annunziato nell' ultimo numero, anche Trieste di questi giorni era tutta sconvolta — per lo meno moralmente — da lotte elettorali. Già da parecchi mesi quel municipio doveva essere rinnovato; ma, contrariamente alle disposizioni delle leggi, le elezioni furono protratte fino a questo tempo, con manifesta tendenza in chi le voleva protrarre, di farle riescire del tutto contrarie ai desideri ed al sentimento della grande maggioranza del paese. Trattavasi nel frattempo di far accogliere nelle liste elettorali cittadine più di qualche centinaio di forastieri (consorti) domiciliati casualmente in quella città, per il cui statuto speciale 11011 avrebbero potuto godere del diritto di elezione. Questi, naturalmente, dovevano venire, come vennero, ad ingrossare il partito dei retrogradi, collegati nell' Associazione politica, che con tale aiuto speravano di annichilire il partito avversario, quello del Progresso. La maggioranza liberale del cessato Municipio tenne duro, protestò, ricorse contro un tale rimpinzamento, diremo, delle liste elettorali; ma le proteste ed i ricorsi a nulla valsero, e si dovette forzatamente, a furia di torcimenti di paragrafi, inserire nelle liste quei duecento e tanti nomi, il cui merito consiste in ciò, di avversare cordialmente tutto quanto sa d'italiano e di liberale a Trieste. A tutto ciò si aggiungano altre cause di malumore, occasionate proprio dal Governo, fra le quali principalissima quella, di non aver saputo, mai ed anzitutto sinceramente rispettare il sentimento nazionale della grandissima maggioranza della cittadinanza ; poi P altra, non meno importante della prima, che il Governo ha diuturnamente trascurato di curare come doveva, gl'interessi commerciali della città, gloriandosi anzi di non averlo fatto, per una specie di castigo vèrso il partito liberale italiano di Trieste ! Le quali minaccie si sono lette, a guisa di spauracchio, persino in quest' ultimi giorni nei giornali governativi. V' ha di più. Da qualche anno si andò alimentando una stampa che, per dir poco, è un vituperio ; la quale a piena luce di questo secolo dei lumi, fomentò, predicò, organizzò con impune tracotanza la crociata e la caccia contro le istituzioni liberali del paese, riconosciute dalle leggi, e contro le personalità più spiccate e dabbene del partito liberale. A questo intento nulla fu risparmiato ; si sollecitarono, incoraggiandole, persino le più turpi passioni della feccia demagoga di quell' emporio commerciale, sguinzagliandola per le strade contro pacifici ed onesti cittadini, che 'dovevano in tutti i modi frenarsi, persino quando si sentivano slanciare. in faccia le provocazioni più smaccate, gl'insulti più scottanti, com' erano quelli di morte agli italiani ! morte ai liberali ! morte al Progresso ! Persino nella sala municipale, nei giorni che si tenevano le sedute, eransi tradotti codesti miserabili e sozzi eccessi, con grave disdoro del prestigio e dell' autorità non solo di quel nobile Consesso, ma di tutta Trieste in esso rappresentata. Ma il giorno della riparazione non doveva tardare. E questo venne di fatti nell' occasione appunto che si doveva rinnovare il municipio. Già da qualche mese i giornali dei due partiti si combattevano con accanimento furioso, che andava aumentando a. mano a mano ei si avvicinava al giorno delle elezioni. L'Indipendente, sopra tutti, sostenne con una lunga serie di ponderati e ben nutriti articoli, tanto più efficaci, quanto erano giusti e moderati, una vera battaglia elettorale in pro del Progresso contro 1' Associazione politica, sostenuta e difesa dai fogli governativi e prezzolati. Ma ancor più delle buone ragioni e dell' ottima causa che militavano per il Progresso stava vindice la coscienza pubblica della grande maggioranza del paese troppo rudemente oltraggiata da una serie infinita di umiliazioni e di soprusi. Questa infatti, venuto il giorno della prova, sorse compatta a protestare solennemente contro le prevaricazioni e le ignominiose coalizioni d' uu partito, che sotto il manto della fedeltà e del sentimento austriaco, cercava di soffocare ogni spirito di libertà, di progresso e di nazionalità. Così è avvenuto, che non solo nel IV e nel II corpo, dove hanno voto i buoni e veri popolani, 1' intelligenza seria, onesta ed indipendente di Trieste, le liste del Progresso rimasero vincitrici con una schiacciante maggioranza ; ma una preponderante maggioranza fu ottenuta dal Progresso anche nel III corpo, dove è ascritta una colluvie d'impiegati obbedienti al cenno, che loro comandava di votare colla scheda dell 'Associazione politica. Per oggi sono indette le elezioni del I corpo, quindi verranno quelle dei 6 distretti della campagna. Qualunque però possa essere l'esito di quest' ultime elezioni, il partito liberale italiano ottenne, già nelle tre prime, non' solo una splendidissima vittoria, ma gli resta, quello che monta assai di più, incontestata una grande maggioranza in seno del nuovo Consiglio municipale. Di che . noi giojamo di cuore, e con noi tutta l'Istria, non altrimenti la vittoria fosse nostra. Di fatti una sconfitta del partit'o liberale italiano di Trieste non si sarebbe potuto non riflettere sinistramente sull' omonimo della nostra provincia men- tre così, mercè il partito liberale di Trieste, noi godiamo anche unavolta; e speriamo per sempre, d'un trionfo, che è quello della nostra tanto invisa italianità, della nostra imperitura quanto augusta civiltà ; le quali, per quanto si faccia e si dica, non potranno mai essere nonché distrutte, manco soffocate; chè desse anzi risorgeranno rifatte nella lotta tanto più gagliarde fulgide e brillanti, quanto più iniquie saranno le arti, o maligni i mezzi adoperati per rintuzzarle. Chiuderemo alfine il presente articolo colle assennatissime parole dell' Indipendente del 19 corr. „La causa liberale ha ottenuto quella soddisfazione che le competeva; tocca a noi tutti di mostrare al paese come nè le vittorie c' inebbriano, nè il lavoro ci stanca." Ed ora rechiamo qui i nomi dei candidati che sortirono eletti : IV Corpo. — Votanti 1111. — Eletti: Bazzoni Dr. Riccardo, Boccardi Antonio, Combi Cesare, D' Angeli Dr. Guido, Liebman Jacopo, Luz-zatto Dr. Moisè, Nobile Dr. Emilio, Pervanoglù Dr. Pietro, Rascovich Edgardo, Stranschi Francesco, Tolusso Enrico, Venezian Dr. Felice. III Corpo. — Votanti 1762. — Eletti: Artelli Filippo, Benco Dr. Giovanni, Biasoletto Dr. Bartolomeo, Dompieri Dr. Carlo, Holzner Enrico, Jellersitz Carlo, Riedmüller Adolfo, Rin de Vittorio, Turrek Eduardo, Ventura Salvatore, Wieselberger Gustavo. II Corpo. — Votanti 313. — Eletti: Cambon Dr. Luigi, Cesare Alessandro, Consolo Dr. Felice, Hermet Carlo, Janovitz Dr. Edoardo, Mau-roner Leopoldo, Morpurgo Dr. Eugenio, Piccoli Dr. Giorgio, Poglayen Emiliano, Rascovich Augusto, Vianello Leopoldo, Zay Giuseppe. I Corpo — Votanti 206 — Eletti : Brunner Dr. Eugenio, Burgstaller Giuseppe, Dimmer Francesco, Geiringer Dr. Eugenio, Luzzatto Raffaele, Pitteri Dr. Ferdinando, Ralli bar. Paolo, Richetti Eugenio, Righetti Dr. Giovanni, Stalitz Carlo Marziale, Strudthoff Augusto, Tomasini Dr. Antonio. IST o tizi e Il signor Enrico Jurettig di Gorizia, già direttore dell' Indipendente, dopo aver scontato dieciotto mesi di carcere nelle prigioni di Suben, per condanna a titolo di perturbazione della pubblica tranquillità mediante stampato, fu ridonato a libertà il 15 m. d. — Oltre i dieciotto mesi di espiazione, il Jurettig avea subito altri nove mesi e mezzo di arresto preventivo nelle pri- gioni di Trieste e di Innsbruk. Allo strenuo goriziano i nostri sinceri mirallegro. Alcuni giornali, parte in buona e parte in mala fede, divulgarono la notizia che il partito croato sia stato quello che nelle ultime elezioni amministrative di Parenzo è rimasto vincitore ! Ciò è assolutamente falso, nè sappiamo donde si sia ricavata questa notizia. Ripetiamo anche una volta : il fatto sta come segue. Solamente nel III corpo elettorale è restata vincitrice la lista portante 5 nomi di slavi, fra quali quelli di Giurcovich e Lavisati, i due caporioni che agitarono nelle ultime elezioni pel Consiglio dell' Impero in favore del candidato Don Spincich contro il nostro candidato on. de Franceschi ; epperciò questa lista fu detta anche croata. Se-nonchè questa stessa lista portava i nomi di 4 cittadini di Parenzo, che sono italiani, italianissimi come ogn' altro parenzano. Considerato adunque, che nel I e II corpo spuntarono tutti cittadini italiani, più 5 del III, ne viene di conseguenza che la nuova Rappresentanza di Parenzo conta 25 cittadini italiani contro 5 slavi. Diremo anzi che questa volta il numero dei contadini nella Rappresentanza è inferiore a quello che c' era solitamente nelle passate Rappresentanze, nelle quali faceva parte per una lunga serie d'anni lo stesso Giurcovich. Solamente questa volta la maggioranza dei cittadini voleva escluso lui e Lavisati dal Municipio, in vista appunto del loro fanatismo croato, e dell' agitazione da loro fatta nella passate elezioni. Comunque sia, chi ha fior di senno capirà, che questi 5 slavi nulla potranno di fronte ai 25 italiani. (Ball'Istria) VINCENZO DE CASTRO veterano della pedagogìa italiana si spense nel giorno 18 decorso dopo una laboriosa esistenza. Nacque a Pirano nel 1812. Egli non fu solo pedagogista, bensì pubblicista, letterato, storico e come tale fecondo, facile, erudito, lasciando documento di sua valentìa in moltissime opere stampate. Ma ciò che gli assicurano fama non labile sono le Lezioni di estetica e la versione poetica dell' opera Le Gemme dell' antico testamento. All'illustre trapassato sopravive un figlio degno del nome paterno : Giovanni De Castro, professore a Milano, il quale è detto dal De Gubernatis nel Dizionario biografico — lavoratore indefesso e scrittore che sempre ha conservato alto il decoro degli studii italiani e contribuito con tutti i suoi scritti a nobilitarli. . in«!!- „ ì ìh imiioZ i'.xn m,m j;Ji>-tonne . rfi iuucnor> Oltre il De Castro, altro distinto si spense nel mese di Gennajo: Carlo Bottura, che vissuto molto tempo a Trieste, l'amava come sua patria. Avea 61 anni e coperse varie cariche, tra cui quella di segretario della biblioteca civica, del teatro comunale e delle associazioni per le arti e industrie Fu chimico valente e coltivò nello stesso tempo la letteratura. Trieste e 1' I-stria ricorderanno sempre con affetto il rovere-tano, che onorò tra noi con la bontà della vita e con le opere egregie la provincia consorella. Storia, Patria- li. SUMMARIUiV! sive INVENTARIUM omnium iurium, instrumentorum et scripturarum spectantium ad Ecclesiam et Episcopatum Aemonie ab anno 1228. IV. Buie, A. 1469. Novembre I. II. Il Comune di Buie si obbliga di corrispondere annualmente, per decima ecclesiastica, alla mensa episcopale di Cittanova il cinque per cento del prodotto de' grani, del vino e degli agnelli. In cristi nomine Amen. Anno Domini millesimo quadrigentesimo sexagesimo nono, Indictione secunda, die Lune sexto mensis Novembris bora Meridiei vel circa ; Actum Bulleis in Pallatio Ressidentie Magnifici et generosi Domini Ioannis de Molino pro Illustrissimo Ducali Dominio Venetiarum Honorandi Potestatis dicti Loci ; praesentibus Prudente Viro D. Bartholomaeo de Fran-ciscis, Venerabile Viro D. Paroco Martino de Andronicis de Parentio et I). Micliaele de Gravisio Marchione Petre Pillose testibus vocatis et rogatis et aliis. Ibique ut Comunitas haec Bullearum ab inde infra babeat pacifi-cum amorem, benevolentiam etcharitatem cum Reverendo in Christo Patre et D. D. francisco Contareno Dei et Apostolice Sedis Gratia Episcopo dignissimo Aemoniense, quod cum successoribus suis occasione Decimarum, sol-vendarum dicto Episcopatui Aemoniensi per dietam Co-munitatem, pro ut dieta Comunitas tenet : Magnificus et Generosus Dominus loannes de Molino pro Illustrissimo et Excellentissimo Ducali Dominio Venetiarum Hono-randus Potestas Bullearum vigore libertatis sibi concesse et attributo tam per consilium Bullearum quam per Populäres dicti Loci, qui totam Comunitatem repraesen-tant, ut patet ex commissione sibi attribute per dietam Comunitatem annotata man mei Notarii et Cancellarli infrascripti in'millesimo et die suprascripto nomine et vice ipsius Comunitatis cum Reverendo in Christo Patre et D. D. Francisco Contareno Dei et apostolice .Sedis Gratia Episcopo dignissimo Aemoniense, tam suo proprio nomine quam successorum suorum ad hanc Conventio-nem, Compositionem et pactum unanimes et concordes inter se amicabiliter convenerunt in praesentia tam dic-torum de Consilio et Popuiariorum ; quod cum sit quod dieta Comunitas consueverat solvere dicto Episcopatui Aemoniensi per elapsum Decimas de Vino, frumento. Agnis et alliis bladis ad suam bonam conscientiam, quod de caetero et perpetuis temporibus dieta Comunitas Bullearum per se et successores suos omni anno solvere debeat et teneatur suprascripto Reverendo D. I). Francisco Contareno Episcopo Aemoniensi ac successoribus suis stipulanti et accipienti nomine suo proprio ac vice et nomine successorum suorum de omnibus Iutroitibus et Reddibus suis, videlicet Vini, Frumenti, Agnorum et aliarum Bladarum quinque pro centenario, videlicet de viginti unum pro Decima, hoc tam addito et declarato, quod dictus Rev. D. Franciscus Contareno Episcopus toto posse providere debeat quod suprascripta Convengo facta inter eundem Rev. D. Franciscum Contareno Episcopum suo nomine proprio ac vice et nomine successorum suorum cum prefato Magnifico D. Ioanne Molino Potestate vice et nomine diete Comunitatis confirmetur in Curia Romana per Beatissimum Papam nostrum Paolum : Quam Conventionem ut supra factam dictus Rev. D. Franciscus Contareno Episcopus cum supradicto Magnifico D. Ioanne Potestate nomine diete Comunitatis dixit fieri posse secundum Ius Canonicum, quia compo-sitio inter Personam Ecclesiasticam et Laicos super aliqua parte seu quota Decima facta de consensu Su-perioris Praelati valeat, promittens quod dietus Reve-rendissimus Dominus Franciscus Contareno Episcopus per se et successores suos suprascriptam Conventionem ut supra factam inter eundem Rev. D. Franciscum Episcopum suo nomine ac vice et nomine successorum suorum cum prefato Magnifico Ioanne Molino Potestate vice et nomine diete Comunitatis habere firmam ratam et gra-tam numquam in aliquo non contra dicere aut venire ali-qua ratione vel causa, et de converso dictus Magnificus D. loannes Molino Potestas nomine et vice diete Commu-nitatis simili modo Conventionem predictam aut supra factam, et omnia ot singula suprascripta firma rata et grata habere, attendere et observare, et in aliquo non contrafacere vel venire per se vel per alios modo aliquo vel ingenio de iure, vel de facto stipulatione pre-missa sub obligatione omnium Bonorum diete Comunitatis ac dicti Episeopatus satisfacere et adimplerere in omnibus et per omnia pro ut et quemadmodum in praesenti Instrumento continentur : Nota quod huius tenoris duo sunt Instrumenta, unum pro parte. Ego Ambrosius d1 Ambrosiis D. Antonii Buliensis Notarius et Coadiutor eiusdem patris mei ad praesens Cancellarii Magnifici et Generosi Domini Iacobi Leono Rectoris Bullearum Dignissimi presens ultra anotatum exemplum Instrumenti Conventionis et compositionis fi-deliter exemplavi ex libro Regiminiš Magnifici Domini Ioannis de Molino ad cartas 439 olim Potestatis Bullearum Dignissimi, nil adens aut minuens quod sensum mutet, aut intelectum variet. In quorum fidem et testi-monium me subscripsi et sigilo Sancti Marci comunivi sub die 7 octobris MDXXXVIII, et hoc ad instantiam i D. fratria Ottaviani Oleverii Doctoris et Episcopatus Jmoniensis Vicarii meritissimi dicentis pro se tacere. (Continua) Coae locali La Rappresentanza comunale tenne sedutea il giorno 16 gennaio alle ore 5 pom. sotto la presidenza dell' ili. «ig. podestà Giorgio Cobol, presenti 19 rappresentanti, « 5 sostituti, col seguente ordine del giorno : 1. Istanza dei fratelli avv. Pier Autonio Dr. Gambini ed Ing. Pio Dr. Gambini, per acquisto di fondo pubblico comunale e di una frazione dell' orto ex Grisoni. - Delibera per la fornitura triennale dei medicinali ai poveri ed al civico Ospedale. — 3. Presentazione del wnsuntivo del civico Ospedale per 1' anno 1884. Tra le comunicazioni della presidenza notiamo [«ella della elargizione di fior. 25 fatta dalla spett. ditta Carlo Dragovina a favore dei poveri della città in iccasione del capo d' anno. Al primo punto dell' ordine del giorno viene pre-etta l' istanza dei sig.i fratelli Gambini, la quale, stante la gravità dell' argomento, riportiamo per intiero : „Onor. deputazione comunale — In esaurimento Ielle pratiche corse tra questa onor. deputazione a lezzo dell'Ili, sig. Podestà ed i sottoscritti, rispetto a eliminazione della vertenza insorta per 1' esercizio da arte loro del passaggio attraverso la corte, i portici, orto della casa ex Grisoni, ora di proprietà comunale, ier accedere al pianoterra di una stalla di loro ragione, àia in fondo all' orto ex Grisoni, dal lato di tramontala, essi propongono a quest' onorevole Deputazione, P essa voglia coli' approvazione della Rappresentanza omunale : Cedere loro la proprietà dell' androna co-j minale sita in contrada Porta Isolana, precisamente a j lamontana del cennato orto ex Grisoni, androna, che jirve esclusivamente a loro transito, nonché, in conti-nazione della medesima il fondo segnato A sullo schizzo 1 le viene rimesso sub verso obbligo da parte loro 11) di pagare alla civica cassa l'importo di fior. 35.— I di erigere a proprie spese il pezzo di muro nuovo ■visorio sulla linea b-c dello schizzo; c) di riconoscere ■lo spett. comune di Capodistria 1' esclusiva proprietà ■ti muro stesso per tutta la linea a-b-c dello schizzo, ■ quindi della porzione anche che verrà eretta a loro I fese; d) di cessare da ogni passaggio attraverso la corte portici e 1' orto della casa ex Grisoni ora comunale; i I di sopportare ogni spesa inerente all' operazione da j seguirsi ad eccezione di quella dipendente dalla inta-ilazione della cancellazione del passivo che gravita sul lido a favore dell' Istituto di Credito fondiario Istriano, i quale cancellazione sarà da eseguirsi a cura di que-1 fonor. deputazione comunale. Nella lusinga d'un be-I svolo appoggio sulla da loro avanzata proposta di tquisto, si protestano di quest' onor. deputazione co-I male, devotissimi — Capodistria 12 gennaio 1886." Dagli schiarimenti esaurienti offerti alla Rappre-i mtanza dal Podestà, risultava che, soltanto pochi mesi no, il Municipio venne a rilevare che il locale a piano terra ad uso stalla di cui si parla nella istanza qui sopra, sempre appartenuto alla casa dominicale Grisoni, era passato in proprietà dei sig. Gambini, assieme a un corpo di case staccato, pure della massa ereditaria Grisoni, eh' essi avevano deliberato al pubblico incanto successivamente alla delibera comunale e per cui, avevano acquistato il diritto di servitù attraverso lo stabile comunale. L' on. prof. Babuder si duole di questi fatti, e non crede giusto accettare P offerta Gambini per cessione di una servitù della quale venne aggravato lo stabile comunale unicamente per grave trascuranza della anteriore amministrazione del Comune presieduta dall' avv. Pier Antonio Gambini e propone, appoggiato dal Dr. Longo, che sia respinta detta istanza, e si proceda coi mezzi di legge alla rivendicazione dei diritti del comune. L' on. consigliere Dr. Sandrin, che pur riconosce 1' inesplicabile grave trascuranza della cessata amministrazione comunale, insiste perchè sia accettata pro bono pacis P istanza Gambini, allo scopo di evitare ogni motivo di discussioni, e porre il suggello sopra una vertenza oltremodo spinosa. Risponde P on. prof. Babuder, eh' egli era chiamato a proteggere gli interessi del comune anche a costo di dispiacere a taluno, e vorrebbe che a questa stregua si indirizzasse la spett. deputazione, e mantiene ferma la proposta. L' on. consigliere avv. Gallo, a nome della deputazione, dichiara che non accetta le dichiarazioni dell' on. Dr. Sandrin membro pure della deputazione, ma che certo parlò quale rappresentante comunale e non a nome della deputazione ; fa conoscere tutte le difficoltà e le incertezze di una lite coi f.lli Gambini, crede quindi consulto di dover accettare nell' interesse del comune la proposta cessione, perchè unicamente in tal modo senza sagrifìzio del comune, si andrebbe prontamente a liberare lo stabile da una servitù che ne scema d' assai il valore. Chiusa la discussione, la proposta Babuder rimase in minoranza, fu accolta invece quella della deputazione. Al secondo punto dell' ordine del giorno venne approvata la delibera del sig. Luigi Costantini per la fornitura dei medicinali ai poveri del comune a domicilio, ed al civico ospedale per il triennio a tutto il 1888 col ribasso del 25 % al prezzo di tariffa. Al terzo punto si passa al comitato di revisione il conto consuntivo del civico ospedale per Panno 1884. Appunti bibliografici I Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi. Ricerche storiche del Prof. Arturo Galanti. Opera premiata dal ministero della pubblica istruzione. Roma. Tipografia della R. Accademia dei Lincei. 1885. È un libro sereno, solenne come la scienza, e punto politico come potrebbe parere a taluno dal titolo. E troppo noto come gli scrittori tedeschi lo Schneller, l'Attlmayr, il Widter, e in parte an- che lo storico di Gorizia il Czörnig, dal fatto di poche migliaja di Tedeschi, stanziati anche oggi sul versante meridionale delle Alpi, ne deducessero la conclusione che un tempo quasi tutta l'Italia superiore, e specialmente il Trentino, il Veneto ed il Friuli fossero occupati da genti germaniche. Combattere queste esagerazioni dello spirito germanico era un debito d' onore per la gente di razza latina; e ben provvide il ministero della pubblica istruzione del Regno, aprendo un concorso tra gl' insegnanti delle scuole medie per la compilazione di un libro che confutasse un tale asserto. Non già che mancassero opere in Italia che indirettamente sì, ma pure con potenti ragioni già avevano dimostrato erronea quell'opinione ; e bastino per tutti i volumi del nostro illustre Ascoli, e poi gli scritti del Malfatti, del Manzano ed altri. Importava però moltissimo raccogliere le sparse fila, e riunire in un tutto quanto da vari autori fu scritto nelle singole regioni; e dare così occasione ai giovani nostri docenti di presentare un saggio del loro ingegno, e di compilare insomma un libro da contropporre degnamente ai conati scientifici della dotta Germania. Questa, in poche parole, la storia del libro. Come da avvertenza stampata nel principio dell' opera, sappiamo di più che questa fu dichiarata degna di premio, con deliberazione del 16 decembre 1882, dalla Reale Accademia dei Lincei, giudice del concorso, e che fu dall' autore riveduta ed ampliata in seguito a nuove pubblicazioni uscite tra il 1882 e il 1885 intorno a questioni che nell'opera stessa si trovavano studiate e diffuse. Il premio a quest' opera aggiudicato fu di Lire 3000. Le nostre congratulazioni anzitutto coli' egregio Arturo Galanti professore nel R. Liceo Terenzio Mamiani di Roma. Dopo un giudizio pronunciato dall' Accademia dei Lincei, ben poco resta a fare alla critica, se officio del critico ritiensi il solo censurare e notare difetti e lacune; molto allo scrittore di una modesta e coscienziosa recensione, il quale non ha però mai giurato in verba magistri, e crede lecito un qualche appunto anche in opera di vasta erudizione solo nel caso che speciali studi, e la conoscenza di una determinata e più ristretta regione gli offrano l'opportunità di manifestare, sempre coi debiti riguardi, un suo particolare giudizio. I/ opera si divide in due parti ben distinte. Nella prima, che contiene tredici capitoli, l'autore esamina le varie ipotesi immaginate per determinare le origini delle colonie tedesche sul versante meridionale delle Alpi ; e quindi espone le sue idee in proposito. La seconda, di otto capitoli, è più battagliera, ■ e contiene 1' esame speciale e la confutazione di una modesta scuola Austro-Tedesca. Diciamone par- ' ticolarmente. Le isole di lingua tedesca sulle Alpi I italiane sono oggi tre. La prima è la regione centrale nel Trentino e nel Veneto; la seconda, l'orien- j tale, trovasi nel Friuli; nel Piemonte la terza. Nella prima s'incontrano i sette comuni te- 1 deschi della Valle della Noce, della valle di Fer-sina, sopra le sorgenti del Brenta, di Folgereit ' (Folgaria) ecc. ecc. . . . Appartengono questi al ! regno italico; solo il comune di Loserna, che non è dei sette, appartiene su questo altipiano al Tren- 1 tino. Si passi dalle Alpi Tridentine alle Venete, e i s'incontreranno i sette Comuni del Vicentino, e i ' Tredici comuni del Veronese. 1 primi giacciono su j di un altipiano sopra Vicenza con una popolazione j di ventiseimila abitanti ; i secondi, affini agli altri per lingua e costumi, giacciono all' oriente dell'Adige tra Verona ed Ala con quattordicimila abitanti. I VII e i XIII comuni sopra Vicenza e Verona formano oggi due nuclei di popolazione, d' origine germanica, affatto separati e distinti ; ma non sempre fu così. Nei villaggi intermedi fu pure avvertita nei secoli passati la favella tedesca; nel secolo XVIII si parlava ancora tedesco a Recoaro e a Velo d'Astico. Passiamo ora alla regione orientale o friulana, di maggiore importanza per noi. Quivi in tre luoghi soltanto i Tedeschi riuscirono a stabilirsi solidamente : a Bladen (italiano Sappada), a Zabre (Sau-ris), a Tischlein (Timau) sopra Ampezzo e Tolmezzo con circa tremila abitanti. Da Sappada o Sauris poi movendo verso Pordenone, Udine e Cividale, s'incontrano paesi e montagne, i cui nomi si presentano nella tradizione sotto due diverse forme, la friulana e la germanica. Non pochi anche i castelli sparsi qua e là, disposti su due linee, l'una verso Cividale, l'altra lungo il corso del Tagliamento : Robinstein, Pramberg, Pattinstein, Dorimberg, So-limberg (Solimbergo), Spilimberg (Spilimbergo borgo del Friuli) Reichenfeld (San Giorgio sopra Valvason) e molti altri. Qui però la fonte è sospetta, i luoghi non sono situati con quella disposizione delle due linee, ma 1' enumerazione è saltuaria, e comprende paesi distinti, come il nostro Monfalcone (Neumarkt) ? Biglia nel Coglio, e perfino Mestre (?) L' autore però aggiunge subito che egli non ha citati questi nomi per provare che il Friuli era in altri tempi tedesco. Anche sul valore etnografico di questi nomi di castelli e villaggi friulani, come per quelli Ila ragione centrale, egli fa subito le più ampie serve. Sono queste le esagerazioni dello Schneller, ilio Zahn, del Bidermann che il Galanti confuta irosamente nalla parte seconda. Piacemi rilevare ibito P errore ; e una piena cognizione del Friuli ridentale, che si estende dalla Livenza al Taglia-ento, e dalle Carniche alle lagune, mi dà il ditto di parlarne con piena conoscenza di causa, litte le 123 parrocchie e le curazie vent'una della iocesi Concordiese recano nomi o ladini, o della i pura origine latina, ad eccezione di tre : Spi-nbergo, Solimbergo e Richimveld o Reichenfeld, te Spilimbergo abbia avuto origine feudale è liaro ; ma nel distretto i villaggi recano nomi dia più pura latinità: Valeriano, Gajo, Pinzano, eichenveld si chiama da tutti San Giorgio sopra alvasone : solo in questi ultimi tempi per non infonderlo con altri paesi omonimi cavò fuori nel-Innnario Ecclesiastico, e nei libri civili 1' arcaico m Giorgio della Richinvelda. Un lieve errore poi sfuggito dalla penna al Galanti in nota a pagina 35, dove dice che Solimbergo è anche oggi ìrgo popoloso. E voleva dire Spilimbergo, come il resto è riconosciuto dall'autore stesso a pagina 7. Solimbergo invece è piccolo villaggio con 500 Utanti. I nomi dei fiumi, delle acque sono tutti tini senz' ombra di germanismo nel Friuli occi-tiitale : la Cosa torrente che mette nel Taglia-ento sotto a Spilimbergo, la Meduna e le Cellino )i loro affluenti: il Noncello, il Fiume, la Luma a lama di Dante), il Sile (taciturnus amnis) da )Q confondersi col Sile di Treviso, il Rivolo, la loja; e poi giù giù fino al classico Lèmene. Farei l'eccezione per la Rieghena affluente del Lemene (tto a Portogruaro. Ma meglio del Regen tedesco, oche questa voce fa sentire l'origine greco-latina. Ma l'autore, giovi ripeterlo, ha già trionfal-lente confutate le aberrazioni della filologia tedesca; assiamo adunque alla terza regione. Dirigiamoci verso il Monte Rosa, e nelle valli, itorno a questo gigante delle Alpi, troveremo sette omuni abitati da una popolazione tedesca; di più i altri punti, come nella vai Sesia superiore e «Ila gran valle d'Aosta lungo la Dora Baltea, Icuni hanno riscontrato nei dialetti tracce della lingua tedesca e nei caratteri antropologici degli Aitanti 1' impronta teutonica. Anche qui, come lei Veneto l'uso dell' idioma germanico è però uolto ristretto, e vive soltanto in Gressoney e in Formazza con circa 7500 anime. Queste le tre isole germaniche tuttora esistenti di qua dalle Alpi; e la formazione di queste è spiegata dall'autore nella prima parte del suo libro. Ma qui è buono che ci occupiamo di una dichiarazione dell' egregio Galanti posta in nota a pagina 131. „Nelle mie ricerche, scrive egli, non ho tenuto conto del Goriziano, di Trieste e dell' Istria, perchè è noto che la popolazione tedesca è quivi puramente avventizia." Nella contea principesca di Gorizia e Gradisca, secondo il censo del 1856 non si avrebbero che 2,500 Tedeschi su 195,675 abitanti (Czörnig. Das Land Görz und Gradisca). Neil' Istria la popolazione si compone d'Italiani, Slavi e Rumeni, e punto tedeschi.......Chi desidera dati più recenti legga Czörnig : Die ethnologischen Verhältnisse des österreichischen Küstenlandes ecc. ecc. Triest 1885. L'autore accenna in questo libro a una piccola iso1; di lingua tedesca nell' Istria oggi interamente scomparsa. „So ist durch Strassenbau und Wechsel heirathen mit den Slovenischen Nachbarn die kleine deutsche Sprachinsel in Istrien mit 1856 völlig verschwunden. Nè a me reca meraviglia che anche l'Istria abbia conservato per un certo tempo, come il Friuli, scarse, ma pur sempre notevoli reliquie di elemento germanico." E qui, a mio debole avviso, c' è una lacuna nell' opera dei chiarissimo autore. Accettata l'ipotesi dello Czörnig, sia pure in nota, l'autore doveva discuterla come ha fatto per le altre ipotesi sul Friuli. È certo che oggi in Istria non c' è una Sprachinsel tedesca ; ma come egli ha discusso la questione friulana, perchè nel Friuli ci sono nomi tedeschi di castelli e paesi; ed ha dimostrato che non perciò si può dedurre essere stato un tempo il Friuli abitato da genti germaniche, così doveva dimostrare che l'esistenza di molti castelli e paesi dell'Istria montana con nome tedesco non è buona ragione per credere la nostra Istria essere stata un tempo abitata da genti germaniche. A noi preme rilevare questo punto. Imitando la calma dell' egregio Galanti e il sistema delle più larghe concessioni, ammetto anch' io tra i possibili 1' esistenza di una piccola isola tedesca ai tempi delle invasioni barbariche. Benché P Istria sia rimasta fuori della grande strada indicata ai barbari dalla natura, pure è memoria di scorrerie, e forse di brevi stazioni barbariche anche nella nostra penisola. Il Dandolo nel suo Chronicon indica Radagaiso venuto in Italia per la Dalmazia e l'Istria (Vedi l'importante opera — l'Istria. — Note Storiche di Carlo de Franceschi pag. 70 in nota. Parenzo, Coana 1879). Il Galanti poi, dallo studio delle lettere di Cassiodoro e da un passo di Procopio crede di poter desumere che una parte degli Alemanni tributari di re Teodorico ebbe licenza di trasferirsi ai confini della Dalmazia (pag. 58). Ma è un' indicazione vaga, e chi sa poi dove fossero questi benedetti confini in tanto rimescolamento di popoli. Fatto sta che di popoli d'origine germanica con ferma sede nella nostra Istria, che io mi sappia, non parlano i nostri storici; nè ci sono ragioni per credere un tale fatto storicamente probabile. Troppo aperto il paese sul mare, troppo depresse le Alpi, rare le valli; nè quindi poteva l'Istria presentare un sicuro rifugio a qualche tribù di vinti, al sopravvenire d'altri popoli, come le Alpi del Trentino e del Friuli. Lasciamo adunque nel mar degli improbabili l'isola tedesca ed occupiamoci piuttosto dei vari nomi tedeschi di castelli e ville nell' Istria come nel Friuli: fatto questo che non può dar luogo alle conclusioni dei dotti della scuola germanica. Rari sono i nomi tedeschi nell' Istria ex Veneta ; quivi anzi i nomi della più pura latinità. Non così nell' Istria montana, ossia nella Contea di Pisino, dove troviamo i castelli di Sumberg, Frain, Pass-berg, Marenfelss ecc. . . . Ma anche qui è a notarsi, più ancor che nel Friuli, la preesistenza del nome latino o slavo continuato anche più tardi. Marenfels era Lupoglavo ; Passberg Pass o passaggio, Frain era corruzione tedesca di Urana o Aurana che anche fu tradotto in Goldsberg. E tutti noi ricordiamo fino ai nostri giorni durato ad uso dei dicasteri e degli Anabatisti il secondo battesimo di Pisino chiamato poi Mitterburg; ciò che avrebbe potuto somministrare al Galanti nuovi argomenti per analogia trattando dei castelli friulani. E tutto questo venne dalle tante famiglie feudali tedesche fra le quali fu abburattata la contea di Pisino, fino alla famiglia italiana Montecuccoli che oggi la possiede. Ecco in proposito le conclusioni del De Franceschi che nel Capitolo — La Contea di Pisino — ne trattò diffusamente, riempiendo così una lacuna della storia istriana. „Strano miscuglio di popolazioni presentava la Contea. Nel centro Slavi, nella periferia villaggi romani, avanzi delle antiche colonie agrarie piantate da Roma .... Nelle cittaduole e borgate chiuse, diffuso più o meno 1' elemento italiano. All'incontro la nobiltà era tedesca. Antiche famiglie erano i Crottendorfer, i Schuel, i Sensenberg. Nel 1500 e 1600 appariscono nobili famiglie italiane : i Barbo, i Rampeiii, i Mosconi, i Rapici i Dell'Argento, i Bagni, poi i Tranquilli, i Valeri) i Bianchi" (Op. cit. pag. 406 e 407). Degno di nota questo trionfo dell'elemento taliano pur anche sul ceto della nobiltà. Ben fai adunque 1' egregio Galanti a tener conto anche j questo fatto. Ed alla sua opera tornando, dirò che è con mendabilissima per chiarezza di esposizione, e ludi ordine. La dimostrazione procede calma e regolari specialmente è a lodarsi quel suo metodo di larg concessione e di ammettere tutto per poi ritorcer l'argomento contro l'avversario stesso (pag. 101) Nè si alza mai sulle nuvole ad imbottir nebbia, n] mai imita gli avversari in quei loro amabili gioì chetti di supposizioni, di se, di ma con alzate d'ini gegno. Nei dubbi espone modestamente la sua opinione ; ed annunzia con tutta riserva anche le ipoi tesi più fondate. E questo è frutto della scuoli moderna in Italia, preoccupata della verità, sena idee preconcette e senza sottointesi, sia pure no bilissimi. Tale il giudizio che mi sono formato di qu^ est'opera dopo una prima fuggevole lettura. Ma sarà buono ritornarci sopra, e fare una recensione accuJ rata, specie nei punti di contatto con la storia istriana. Per questa volta finisco col manifestare (se anche invano per ora non importa) il desiderio che nella provincia nostra si trattino argomenti storici di pratica utilità. I giovani forse m'intenderanno:1 il breve studio per esempio del nostro De Franceschi sulla famosa Reambulazione, vale tutti assieme, sotto questo aspetto, i libri che da egregi autori si scrissero sul nome antico di questa o quella città, e le arcaiche disquisizioni sui popoli più re-j moti dell' Istria. P. T. PUBBLICAZIONI Flacio, studio biografico — storico del Dr. Ermanno Nacinovich. Fiume, Stab, tipo - litografico di Emidio Mohovich. Ed. 1886. Questo lavoro, che abbiamo già annunziato, è ora venuto in luce e si trova in vendita, a Capodistria, presso il librajo sigr. Benedetto Lonzar al prezzo di fior. 1 (uno.) Per ora diciamo soltanto che è dedicato a quella cima dei pubblicisti e scrittori che è Ruggero Bonghi. Nei prossimi numeri la continuazione del lavoro di A. Tommasich, una lettera inedita di Pasquale Basenghi e le Digressioni di G. Vatova. UAPOOlS'lBlA, Tipografi» di Carlo Prior». i'ietro üadouiiz» — Anteo (jrarisi edit. e redat. reupousabili