Elena Rizzi, /taliano regionale e variazione sociale: L 'italiano di Bologna, /Editrice CLUEB/, Bologna 1989, pp. 150 Non appena un italianista vede un lavoro sulla situazione sociolinguistica a Bo- logna, il pensiero, immancabilmente, gliva al passo dantesco sulle divergenze tra i parlari delle citta pur vicine et quod mirabilius est, sub eadem civilitate morantes, ut Bononienses Burgi soneti Felicis et Bononienses Strate Maioris (De vulgari eioquen- tia 1, 9, 4). II lavoro della dr. Elena Rizzi si occupa dell'italiano regionale di Bologna (IB), di una parte ben delimitata della citta. L'autrice constata che quella emiliana e una situazione microdiglossica: il codice basso; che sarebbe il dialetto regionale, tende a essere usato in domini ristretti (famiglia, amici) e la ricorrenza di enunciati mistilin- gui e quasi nulla;. contrariamente, per esempio, alla situazione nel Veneta, come ri- sulta dalle indagini del Trumper, caratterizzata da una 'commutazione del codice' (p. 17). II ruolo del dialetto, in Emilia, e dunque meno iinportante. Certo, il lavoro non vuol parlare del dialetto; .questo, semmai, serve salo da punta di riferimento. Si occupa, invece, dell'italiano regionale, parlato in Bologna, anzi in uno dei quartieri entro i confini storki. L'autrice da precisazioni esaustive sulla popolazione del quartiere (circa 18.000 persone) che e caratterizzato da un'alta percentuale di laureati, di quasi inesistenza di analfabeti (i quali sarebbero per defi- nizione dialettofoni) e di meno di 10 OJo di alfabeti privi di titoli di studio. L'autrice ha preso in considerazione il sesso, l'eta,