Anno I Capodistria, 15 novembre 1941-XIX N. 6 ere e Vincere QUINDICINALE DEL FASCIO DI COMBATTIMENTO «NAZARIO SAURO" I CADUTI PER LA PATRIA SONO PRESENTI XVIII Novembre 1935-XIV Dio stramaledica gli inglesi Novembre 1935. Sanzioni. Gli inglesi spingono 52 nazioni ad affamare l'Italia. Novembre 1941. Gii inglesi bombardano ospedali della Croce Rossa, bombardano abitazioni civili, colpiscono duramente Napoli e Brindisi, uccidono donne e bambini, uccidono gente inerme. Gli inglesi sperano così di fiaccare il popolo italiano, lo vogliono stancare. Si illudono. No pirati ! No inglesi ! Voi non conoscete chi siamo, non conoscete le nostre donne, i nostri ragazzi, essi si chiamano Balilla, sono tutii di Portoria. Le nostre donne sono madri italiane. Una di costoro ha detto al Duce : „Duce sono la madre di un Caduto, ho ancora due figli, prendili essi sono per la Patria Inglesi badate, le donne italiane sono tutte così. Dio stramaledica gli inglesi. Imprimiamo bene nella nostra mente, nel nostro cuore, queste parole, devono essere il viatico per la Vittoria. Bombardamenti, privazioni, sacrifici, propaganda inglese, giudei, non serviranno a nulla. Sono piccoli episodi che il popolo italiano affronta con energia e con coraggio. Signor Churchill, tu non conosci il valore italiano, tu dimentichi che il Capo della Nazione italiana è il Re Vittorioso, il Re di Vittorio Veneto, tu dimentichi che in Italia abbiamo Mussolini. Agli italiani non fa paura la tua 18 - NOVEMBRE - 1935-XIV A RICORDO DELL'ASSEDIO PERCHÈ RESTI DOCUMENTATA NEI SECOLI L'ENORME INGIUSTIZIA CONSUMATA CONTRO L'ITALIA ALLA QUALE TANTO DEVE LA CIVILTÀ DI TUTTI I CONTINENTI isterica propaganda, le tue spacconate, le tue minacce. Il popolo italiano non ha vacillato e non vacillerà. Cento Inghilterre cadranno prima che cadda mezza Italia, ogni soldato italiano è un eroe, ogni nostra battaglia è una pagina di gloria. Siamo in guerra, ogni cittadino deve dare il suo contributo alla Patria. Ogni italiano deve lottare per la Vittoria. Guerra dura, guerra lunga. Gli italiani in pochi anni hanno fatto tre guerre. Questa è la definitiva, la nostra guerra ,che ci darà la pace giusta, che ci darà la tranquillità per i nostri figli, per i figli, dei nostri figli. L'Italia lotta con tutte le sue forze, con tutti i suoi soldati, con i suoi cannoni, con le sue armi, in cielo, in terra, in mare. L Italia sarà vittoriosa, una nazione così giovane, così sana ; un popolo così forte e compatto deve vincere. La vittoria sarà nostra. Anche se l'Inghilterra è potente, anche se l'impero inglese- è sconfinato, l'Italia e la Germania sono più potenti, sono più forti. Hanno un entusiasmo più sconfinato di quel-I' impero. L'Asse è un' arma formidabile, è fatta d' acciaio temperato dal fuoco dei nostri cannoni e da! sangue italo-tedesco, che dai mari glaciali alle torride regioni africane è sparso nella lotta contro 1' oppressore inglese, La Vittoria delle nostre armi può essere vicina, può essere lontana. Gli inglesi potranno bombardare ospedali, potranno uccidere ancora donne e bambini, potranno massacrare i nostri soldati che già feriti o mutilati giacciono negli ospedali da campo, ma la fede italiana rimarrà intatta e la Vittoria sarà nostra; gli .affamatori dell'Italia saranno schiantati e verrà il giorno che in ginocchio domanderanno perdono della loro nefanda opera. Poca vita ancora ha la Russia bolscevica. Questa primavera sarà la volta delf Inghilterra : l'Asse lascierà cadere il suo colpo di grazia sulla isola maledetta. I pirati inglesi non avranno più il tempo di spingere altri popoli contro la Germania, contro l'Italia per ritardare la loro agonia. Inglesi, sarete soli e se anche avrete ancora della forza, la forza della disperazione, la Germania e l'Italia vi schianteranno. Sarà per voi la punizione di Dio, sarà per voi il giusto castigo. Dio vi stramaledica. Duce ! ai tuoi ordini hai migliaia di squadristi puri, di squadristi che adorano la loro Patria. Non abbiamo bisogno di corsi preparatori per paracadutisti. Dai un ordine e siamo tutti pronti a scendere su/I' Inghilterra in qualsiasi momento ne avresti bisogno : qualcuno di noi rimarrà in vita e saprà 0 fare quello che i paraca-dusti russi o inglesi non hanno saputo compiere. Duce noti sono parole. Vuoi l'elenco dei camerati che sono pronti a tale ordine ? ' Lo Squadrista LA VOCE Han brillato gli occhi per l'emozione. La voce ha avuto un leggero tremolio, ma il cuore non ha tremato. Gioia ed orgoglio si sono avvicendate nell'anima, ma spontanea è uscita dalle labbra la parola: è l'ora! Si studente è l'ora dell'armi! Destati, tu sei un guerriero. Lascia le aule, i volumi, lascia tutto e corri, corri laggiù. Lo senti il fragore della battaglia ? Quello è il tuo posto. Continua la meravigliosa collana della tradizione, quella che, come fiamma perenne arde nell'urna sugli Altari della Patria. Continua quella bella storia della quale ti senti fiero. Essa non può scemare mai, solo vivificarsi e rafforzarsi. Fuggi lontano dalle nostalgie, dai sentimentalismi, dai falsi desideri, da tutto ciò che non sia sensazione pura. Ogni dannosa aspirazione deve morire, anzi non deve morire perchè non deve mai nascere. Pensi alla casa forse, alla fidanzatala, agli studi? Son gli occhi tuoi diventati ciechi, oppure il cervello s'è coperto di nera tenebra? Vorresti offendere le memorie? Se debole ti senti o la tristezza ti afferra pensa, pensa sempre alla storia, e ricorda Foscolo il grande. Fà scorrere in un sogno di fantasia i vecchi di Curtatone e Montanara, vecchi si ma fulgidi e sempiterni, tipico esempio della virtù studentesca d'Italia. Non vedi le file toscane dei forti goliardi giacere ordinate l'une accanto alle altre nella fredda morte. E' il sacrificio di sangue di altrettanto vigorosa gioventù avvenuto dal '16al'18. La calde vite di quegli studenti sono fissate eternamente là sui freddi marmi negli atri delle scuole e dell' Università. Non ti senti fremere il sangue? Non pensi ora ai nuovi martiri immolatisi sulle giogaie lucenti d'Albania e di Grecia, e a quelli sepolti sotto le calde sabbie di Cirene romana. Pensa quanto lunga è la schiera, quanto è bella e forte ed immortale. Tu tremi ! Si non negarlo la voce di tutti loro t'è giunta agli orecchi li senti vicini, ti senti prode come loro. Guardati allo specchio come luccicano i tuoi occhi, come il volto è acceso e come la bocca trema, perchè vorrebbe ur- lare al cielo quanto si agita nel tuo petto. E'l'ora! Non soltanto le memorie t'hanno scosso e destato, di memorie sol non si deve vivere, ma la voce della coscienza s'è destata prepotente! Il dovere! Quanto grande vergogna e quanto orrore sarebbe veder morire teste canute dinanzi a giovani petti. E tu sei giovane non solo ma anche studente ricordalo. Sei la speranza viva, I' esercito di oggi l'anima dell' avvenire. La tua calda vitalità non può languire nelle fredde aule di studio mentre lontano sotto il fuoco infernale la morte passa e raccoglie. Studenti Universitari di Italia in piedi! Gridate in faccia a tutti fieramente che le liste dei vostri nomi in tuttf i distretti d'Italia sono pronte, come pronti siete voi con l'anima, e vi accingete a compiere il più sublime dei doveri, quello della Patria, delle armi. „Noi vogliamo che i giovani raccolgano la nostra fiaccola, si infiammino della nostra fede e siano pronti e decisi a continuare la nostra fatica". Mussolini Gridate a tutti che voi fra tutti siete stati sempre l'esercito più bello, più nobile perchè il più giovane, il più finemente educato, e lo sarete oggi, domani, sempre. Che importa se l'uniforme vostra sarà d'un umile fantaccino o d'un brillante ufficiale. Sotto i diversi indumenti palpita il medesimo cuore d'italiano, arde la medesima fiamma, vive la medesima fede sicura. Caporale, sergente o sottotenente il vostro distintivo di volontario vi uguaglierà, vi affratellerà sul Campo d'Onore. In faccia alla morte lo slancio non sarà uguale e la morte men bella per l'uno o per l'altro? Se il caso o la necessità non ha voluto che tutti potessero rivestire l'ambito grado, ciò non deve far corrugare la fronte a nessuno. L' orgoglio, le aspirazioni più o meno giuste devono svanire di fronte alla solennità dell' ora all' idea del mo- mento ed al richiamo che viene dalle Urne dei Forti. Se il caso o la necessità ha voluto mescolare voi, meravigliosi simboli della cultura e dell' ingegno con gli oscuri e incolti simboli del lavoro ciò non deve rattristare nessuno perchè l'ideale è uno, uno solo. Vestire l'uniforme non vuol dire passeggiare o farsi ammirare dalle donne, ma vuol dire come quella vostra : dovere, cioè volontario, truppe d' assalto, Africa Settentrionale o Russia. Ognuno di voi di fronte ai nomi di queste crudeli terre deve ancora una volta fremere, e sentire il sangue affluire alla faccia, e in gola battergli il cuore pensando alle quoJi-diane offerte di sangue e di carne. Deve sentire 1' orgoglio gonfiargli il petto, orgoglio di fascista puro, di soldato d'onore, ed all'orgoglio u-nirsi un istintivo desiderio di battersi sino in fondo. Tanto più voi studenti universitari dovete sentire l'anima, il significato di questo immane conflitto perchè la vostra cultura e I'alta educazione fascista ve I' ha conficcata nel cervello, scolpito nel cuore, ve I' ha fuso nel sangue. E' la Vittoria quella che Iddio, I' Eterno, Giusto ed onnipossente vuole sia nostra sarà tanto più bella in quanto sarà vittoria di virtù e di ideale. Ingrli VITTORIA L'Italia fascista e guerriera ha celebrato in un clima di alta tensione spirituale l'annuale della Vittoria. Oggi, nel momento in cui sulle pianure di Russia come nei deserti d'Africa, il fante d'Italia combatte la sua guerra santa, questo annuale suona quale squilla per la sicurezza del nostro domani. Quando nel lontano 1918 gli eserciti dell'Italia di Vittorio Veneto ritornarono alle loro case, si pensò in Europa che l'Italia era ormai perduta, si pensò che essa si sarebbe accontentata dei rimasugli del lauto banchetto consumato da Francia ed Inghilterra a Versaglia, si credette che mai il nostro popolo avrebbe osato ribellarsi ai suoi «alleati» che furono così «generosi » e così egoisti. Il tavolo verde della conferenza europea aveva veduto far da padroni proprio quegli inglesi che della guerra conoscevano ben poco, quei francesi che giudicarano il nostro sacrifìcio nullo: l'Italia era allora governata dai politicanti dell'Aventino, dai giocolieri che prendevano quello che veniva loro offerto facendo poi vedere al popolo che quello bastava, che quello era già di troppo; fu per questo che Fiume dovette essere riscattata versando ancora sangue generoso, per questo che oggi si combatte la guerra nuova, che darà la Vittoria ai popoli giusti e farà tramontare per sempre la ma- nia di dominare il mondo che è stata sempre una prerogativa dei pirati dell'isola britannica. Oggi che l'Italia è sorta/ alla voce del Capo che le ha ridato l'Impero usurpato dai barbari e che la lia ricondotta sulla via dei suoi destini immancabilmente vittoriosi, essa può guardare in faccia l'avvenire con la sicurezza dei forti, con la Fede, incrollabile nella sua meta che sarà meta di gloria. Nel giorno che ricorda all'Italia la Vittoria di vent'anni or sono, tutto il nuovo popolo ha elevato il suo grido di Fede oltre i monti ed oltre i mari, col volto rivolto a Roma per dire al Suo Re e al Suo Duce quale sia la tenacia che lo anima, quale sia il coraggio che lo distingue. In A'ella tensione di spiriti era tutta W forza della nostra gente, tutta la volontà della nostra razza: mille bocche si sono aperte in una invocazione, mille cuori hanno fatto uscire la fede che li riempie: ogni borgo, ogni città ha fatto, comprendere in quelle parole che il popolo di Mussolini è pronto ancora a sacrificarsi, a morire, perchè sa che il sacrificio sarà il fondamento della nuova Vittoria che sarà vittoria di popolo, vittoria dì un'Idea, vittoria santa che darà giustizia al mondo e che restituirà Roma alla civiltà della terra. Il Giovane Fascista, /•/■'Q/7/. / HALIFAX Pensando a quest'uomo naturalissima sorge la domanda: «E' un ambasciatore accreditato presso il governo americano oppure il delegato apostolico dell'Anglicana chie--sa inglese in America?». Infatti se ben rammentiamo è stato lui a fondare la «VI Colonna della preghiera», ed ora don ... Halifax con appesa al collo al posto del crocefisso la maschera antigas (secondo la moda ... inglese) va battendo ribattendo alle porte della Casa Bianca perchè la cugina America vada in guerra a fianco della cuginissima Inghilterra. Quando Churchill lo nominò ambasciatore, egli conosceva il suo uomo; ci voleva un ciarlatano che sapesse raggirare gli animi degli americani. E partì così l'allampanato Halifax, accompagnato dai voti e dalle estreme speranze del gabinetto e del popolo inglese. I sonni del Premier e del popolo, almeno per la durata della traversata, furono un po' più tranquilli (forse perchè l'offensiva aerea su Londra era un po' rallentata). Infatti Halifax in America voleva dire gli aiuti americani in Inghilterra, ci doveva essere una specie di corrispondenza biunivoca. I guai vennero dopo. Infatti malgrado dal suo bagaglio di prestigiatore egli avesse tirato fuori i più commoventi discorsi e le più catastrofiche visioni di una Inghilterra assalita da barbari, non impressionò per nulla il popolo americano che dimostrò così di essere realista e di non volersi interessare dei fatti degli inglesi. Al contrario però fu accolto molto bene dallo stato maggiore ebraico della Casa Bianca con a capo l'affabile Delano. L'Inghilterra malgrado tutto ha ottenuto ed otterrà ancora qualche cosa dallo zio Sani, non per merito una nutrita scarica di derrate varie quali pomodori, carote e da uova non troppo fresche, le quali ultime essendo il loro tiro troppo preciso, gli hanno cagionato una ferita leggera in un occhio. E mentre lui avrà maledetto il momento d'esser andato in America, chissà quanti suoi concittadini non lo avranno invidiato, perchè almeno una volta con le derrate di Detroit, avrebbero potuto far sparire quel languore di stomaco che, causa il sempre più stretto controblocco dell'Asse, continua a tormentarli. Giorgio Bianchi. del suo ambasciatore, che in questo caso diventa personaggio secondario, ma per inerito della combutta ebraica che nell'«affare» inglese ha visto che «Vivaddio non ci rimetteva nulla». Povero Halifax! dopo essersi sgolato ed affaticato per patrocinare la sua causa è stato trattato così duramente dal popolo americano. Giorni or sono a Detroit, mentre in un comizio voleva convincere la folla alla necessità e alla urgenza dell'aiuto americao è stato accolto da „ll Partito Nazionale Fascista è un esercito, un Ordine. In esso si entra soltanto per servire e per obbedire". MUSSOLINI JEHOVA.... EXCELSIOR Non manchiamo mai di osservare per benino anche quegli articoli dei giornali, che dal titolo possono dire poco, anzi nulla: bisogna invece leggere con attenzione il giornale dalla prima all'ultima pagina perchè da quella lettura si potrà comprendere molto di quello che non si conosce. Per esempio, sfogliando i grandi quotidiani troviamo spesso accenni al giudaismo, troviamo cifre e statistiche tali da rivelarci che in Italia l'ebreo vive ancora, e vive bene. Sono migliaia e migliaia quei giudei che hanno saputo scantonare di fronte alle leggi razziste, sono lauti da poter fondare con essi una città di rispettabili proporzioni. Se per un' momento (cioè dall't'-poca dell'emanazione delle leggi per la difesa della razza) il giudeo ha dovuto, con suo grande rincrescimento, celarsi nell'ombra più o meno compiacente di qualche ariano bastardo, oggi, svanito quasi il ricordo di quelle disposizioni, ritorna ad affiorare il fedele di Je-liova. Fortunatamente c'è sempre qualcuno che vigila, che stà in guardia, e che può quindi dare l'allarme quando il nemico s'avvicina. ^Dobbiamo avere l'or- goglio d ella nostra razza e della nostra storia". MUSSOLINI Queste sentinelle le hanno alcuni quotidiani d'Italia, i quali hanno intrapreso, ai primi sintomi d'una ripresa ebraica, la loro campagna sistematica e giovevole moltissimo agli effetti della propaganda. Abbiamo visto mutarsi i nomi di importanti ditte nostrali, abbiamo visto cambiarsi i principali azionisti di quelle ditte, ma conosciamo troppo bene quelle manovre: «buttare polvere negli occhi», questa è la massima dei rimasugli, troppi rimasugli, ebrei d'Italia. Cosa è stato cambiato nel grande magazzino di W : nulla o quasi. E' stato levato il grande cartello col nome dell'ebreo proprietario, vi si è sostituito un nome che sa di precipitoso riparo come «Unital» per esempio. Ed intanto, nelle sinagoghe piii o meno nascoste si continua a godere della fesseria del cristiano, che si lascia gabbare in massa da un piccolo gruppo di tìgli di Israele. In quelle sinagoghe si immaginano, si stampano per poi diffonderli, opuscoli e fogli che sanno un lezzo tale che non può essere sopportato che dagli odorati di gente abituata al fetore del ghetto. Su quei fogli spicca il candelabro e sette braccia, la stella a sei punte e se occorre anche la fotografìa di qualche gran rabbino. Ho avuto occasione di porre il piede un giorno in una città su un foglio di carta giacente nel mezzo alla strada; chinando lo sguardo ho letto cosa slava scritto sopra: «Je-liova, excelsior!» Mi sono arrestato un attimo per leggere la data di quel laido straccio di pubblicazione: maggio 1941. E credo che questo basti!!!! Fulvio Apollonio. NILI mCIHA Ogni giorno i quotidiani che noi abitualmente leggiamo, escono con titoli vistosi e sensazionali che riportano notizie le (piali, pur essendo importanti nel quadro della guerra vengono diramate con una veste esteriore soverchiamente pomposa e pubblicitaria. E' vero che anche i giornali devono venir smerciati, ma tale pubblicità va abbandonata perchè poco consona alla serietà del momento attuale. Non solo, ma anche questo metodo di propaganda di certa stampa nostrana non si intona con lo stile del Fascismo il quale predilige l'azione ed il rischio e perciò si giova della sincerità e soprattutto della semplicità. Orbene, se la propaganda è un'arma della quale uno stato in guerra non può non servirsi, quest'arma deve essere. usala con intelligenza e ponderazione: e soprattutto deve tener conto del grado di cultura e di intelligenza del popolo. Noi sappiamo però che il nostro popolo è un popolo intelligente e sa valutare con le sue capacità la importanza di questo o quell'avvenimento bellico, senza bisogno dello stile clamoroso di certe testate di giornale. La stampa deve adattarsi alle esigenze del momento, deve inserirsi nella vita della Nazione come elemento costruttivo ed educativo. Basta quindi con lo sfoggio di aggettivi roboanti, basta con le invettive retoriche, basta con l'abuso di luoghi comuni. La nostra razza è tanto forte sia moralmente che fisicamente da non aver bisogno di iniezioni di ottimismo perchè ora tutto chiama alla serietà: il culto per i Caduti, la gratitudine per i feriti, la solidarietà per i combat-lenti. La stampa deve smettere la sua veste uniforme e ridurre magari il numero delle pagine dei giornali ma deve lavorare disinteressatamente per la sempre maggior compattezza del fronte interno. Ed anche ciò sarà un passo verso la Vittoria. Pietro Apollonio. Campa cavallo, che l'erba cresce Sarà straordinario, sarà qualche cosa fuori del comune, ma invece noi sappiamo che esiste e che vegeta tra noi. Mi si chiederà chi? Rispondo con una parola: il fesso. Non si creda ora che l'intenzione di chi scrive, sia di abolire i fessi dalla faccia della terra: nemmeno per sogno; sarebbe lavoro troppo lungo e troppo dispendioso. C'è però una categoria di fessi che potrebbe essere messa in un angolo a vegetare nell'oscurità. Sono coloro che ti dicono di stare attento a non far questo e a non far quello, sono coloro che ti danno sempre il consiglio da amico, sono coloro che stanno bene solo se foderati di illusioni e di idiozie, sono infine quelli dell' (dio sentito dire». Di solito si chiamano cav. Giacinto o rag. Spiccioli, di solito hanno la faccia da cretino, di solito portano le ghette e l'ombrello sotto braccio anche col sole. Non hanno mai fatto il militare e non sanno quindi cosa sia disciplina, non furono mai per nessun partito e non sanno quindi cosa sia azione: sono sempre vissuti nell'amorfismo, nell'apatia, nel buio. Ogni tanto alzano il grugno dal beverone rappresentato dalla loro monotona vita, si guardano attorno e vedono che c'è qualcosa di nuovo. Allora forza! Criticare, obbiettare, sollevare dubbi che quello che si vede non è che un miraggio. Hanno sentito dire, durante il letargo, che il senatore tale ha combinato ... Hanno sentito dire che in Russia va così, è vero, ma avrebbe potuto andar peggio, perchè ... Hanno sentito dire che se non ci fosse il comm. Virgola o il cav. uff. Puntini, a questa ora ormai... E' l'eterna storia dei grigi, dei :senza scorte di idee, dei senza vitalità: è il destino senza cuore dei poveri eunuchi che leggono i romanzi per signorina e rammentano sempre il tempo del tramwai a cavalli: è la sorte snaturata dei cavalieri per modo di dire, dei mancati per troppe vacuità. Non sapendo come intavolare discorso con gente che non dà loro bada, cercano di interessare l'interlocutore dicendogli di aver sentito dire ... E in questo caso anche quel fesso che a casa porta la papalina per paura del raffreddore, anche quello è dannoso al fronte interno. Quindi bisogna farlo tacere, in qualche modo bisogna chiudergli la bocca che si apre solo per portar danno. Quando poi non potrà articolar più parola ce ne andremo per i fatti nostri, a fare la nostra guerra, certi di non avere alle spalle chi parla a vanvera perchè non ha altro da dire. E al piccolo grigio che starà finalmente intanato in casa a far parole incrociate (perchè fuori l'aria frizzerà di manganello) potremo applicare uno dei tanti vec-: chi ma sempre opportuni proverbi. E in questo caso abbiamo scelto: «Campa cavai, che l'erba cresce». E di erba se ne vuole, ce n'è in abbondanza. fa La celebrazione dell'annuale della Vittoria Con riti austeri Capodistria ha ricordato l'annuale della Vittoria. Al mattino alle ore 9 le autorità, rappresentanze delle organizzazioni del Partito, giovani della G. I. L, reparti delle Forze Armate hanno assistito alla Messa solenne in suffragio dei Caduti officiata nella tata da due soldati ed una del nostro Fascio portata da Marinaretti. I reparti armati presentarono le armi nel momento del rito e conservarono la posizione di onore finché venne fatto l'appello dei caduti cui lutti risposero con commossa voce «Presente». Indi vennero resi L'interno del Sacrario dei Caduti Foto Pizzarello Cattedrale. Nel centro del Duomo era eretto un tumulo coperto dal tricolore attorno al quale prestavano servizio d'onore camerati in grigioverde. Reparti delle Forze Armate e della G. I. L. erano di servizio ai lati del presbiterio e presentarono le armi all'elevazione e all'assoluzione del tumulo. Terminata la funzione religiosa tutti i reparti si portarono in Piazza Roma ove vennero deposte sulla lapide dei caduti in guerra due corone: una del Presidio militare por- gli onori ai caduti pure al Sacrario sullo sfondo del quale spiccava un grande tricolore. Indi una rappresentanza di giovani del Littorio accompagnati dal Vice Comandante della G. I. L., si recarono al cimitero: sulla tomba dei caduti vennero deposti molti mazzi di fiori. Il trombettiere suonò l'attenti ed i reparti si misero sul presentatarm conservando un minuto di raccoglimento: indi tutti risposero con voce forte alla chiamata dei caduti. Il Segretario Politico intanto recò al Comandante del Presidio Militare il saluto delle Camicie Nere ca-podistriane. Durante tutta la giornata venne montata la guardia alla lapide dei Caduti. Nelle scuole cittadine gli insegnanti ricordarono agli alunni la storica data ponendo in rilievo il fatto che questo annuale della Vittoria trova la Patria per la seconda volta in guerra per affermare i suoi diritti sul mondo e per ritornare ai suoi destini imperiali. IL PARALITICO GELANO ALLA SBARRA Ci è riuscito il caro Delano! Ha pagato senatori e deputati, ha dorato la pillola data da ingoiare giornalmente ai suoi accoliti della Casa Bianca, e tutto ciò per avere una minima maggioranza di voti nell'abrogazione della legge sulla neutralità. L'oro funziona, e funziona bene alla faccia del popolo statunitense! Evviva la dottrina di Monroe. Attendevamo questo fatto già dal giorno dell'incontro sul «Potcynac» tra i due rappresentanti della massoneria anglo-americana: sapevamo che Delano se ne strafotteva delle dimostrazioni antiinterventiste delle madri americane, degli scioperi dimostrativi degli operai dell'industria di guerra della Repubblica stellata, delle proteste dei deputati dalle idee sane. „Durare fino alla vittoria; durare oltre la vittoria, per l'avvenire e la potenza della ti azione". mussoum Ma che così ad un tratto si ponesse alla sbarra degli imputati, a sottostare al giudizio del Tribunale rappresentato da tutto il suo popolo ed assieme a quello del mondo non credevamo che si arrischiasse. Del resto però ben poco ci importa del suo modo di fare: l'Asse cammina diritto verso la Vittoria, facendosi un baffo delle ciance della stampa d'Oltreoceano, pagata dai propagandisti e dagli agenti del «Signor Presidente». L'Asse marcia impavida ai suoi destini senza nemmeno volgersi un istante per osservare il sorriso d'asino in amore che diletta il volto del paralitico di Washington, felice di condurre gli americani sul sentiero di guerra, su quel sentiero tanto in pendìo su cui sta rotolando la politica rooseveltiana da qualche tempo. E i popoli italiano e tedesco si divertono immensamente alle notizie date dai giornali sul proseguimento del processo mondiale contro il «delinquente» framassone di America: e legge avidamente la cronaca giudiziaria nell'attesa di vedere un giorno a caratteri cubi- tali, su un'edizione straordinaria, la notizia che Roosevelt è stato giustiziato ed è andato a curare i suoi dolori di paralitico all'Inferno, nel calduccio dei regni di Satana, per essere pronto a fare dei balletti di gioia quando potrà ricevere nel suo salotto privato dell'oltretomba il «tovarisch» Stalin ed il «gentlemen» suo cugino, Winston Churchill. F. A. LA MEDAGLIA D'ARGENTO AI PILOTI RIOSA E ZUBALLI II Ministero dell' Aeronautica ha concesso a due nostri valorosi piloti la medaglia d'argento al volor militare con delle motivazioni che indicano il grado di valore dei capodistriani fregiati della ambita decorazione. La medaglia di argento è stata concessa a Giovanni Riosa, tenente pilota, dichiarato disperso dopo la sua azione menzionata nella motivazione della medaglia che dice: „Ardito e abile pilota da1 ricognizione marittima si pilota- Giuseppe Zuballi, ardito e valoroso soldato come il suo amico Rosa, suona così: „Primo pilota di apparecchio da ricognizione marittima precedentemente più volte distintosi, a bordo di un monomotore, in un volo di ricerca di una formazione navale nemica, molto lontano dalla base, scoperte importanti unità avversarie, non esitava a portarsi più volte a breve distanza della stessa, malgrado la presenza della nave ." porta distingueva per belle qualità di pilota e di soldato. Partito alla ricerca di una potente formazione navale nemica, segnalata molto lontana dalla base, per individuarla e segnalarne i movimenti ad una nostra formazione da bombardamento, non faceva ritorno alla base". Cielo del Mediterraneo, giugno - 51 agosto 1940-XVIII. La motivazione della medaglia d'argento concessa al sottotenente aerei e di aerei da caccia nemici in volo, per dare precise notizie sulla formazione e sugli elementi del moto delle navi avvistate". Cielo del Mediterraneo orientale, 14 giugno - 4 ott 1940-XVIII. Per merito Hei suoi figli, temprati nel clima di costante eroismo della città di Sauro, Capodistrta può essere fieramente superba del suo valido contributo alla Vittoria della Patria. Victoria Potiemur" Nella saia magna del R. Liceo Ginnasio „CarIo Combi" sede della locale sottosezione dell'Istituto di Cultura Fascista, il Preside Cav. Dott. Tommaso Frosini ha parlato sul tema ^Victoria potiemur", conferenza con la quale si è inziata l'attività dell' I. N. C. F. per 1' anno XX. Rievocata la figura di Rruno Mussolini, alla cui memoria ordinò un minuto di raccoglimento, ricordati i sacrifici e il valore dei nostri soldati nelle gelide lande moscovite, parlò del valore etico sociale della guerra presente, della santità della causa che assicura la Vittoria alle nostre armi. Sottoposte a disam ina storica, filosofica e sociale le fallaci teorie bolsceviche, dedusse le ra- gioni del ravvicinamento russo an-glossassone, del legame e convivenza fra democrazia bolscevica e demoplutocrazia internazionale. Aggiunse infine che il destino per cui già una volta i due grandi popoli dell'Asse folgorarono a Lepanto il comune nemico, per meraviglioso ricorso storico voluto dalla divina Provvidenza, assicura loro anche adesso il trionfo sull'insidiosa idra anglo asiatica. „l PROBLEMI DEL CINEMA Il fascista universitario Vittorio-Frosini ha parlato sul terna :„l problemi del cinema". Il giovane camerata ha espresso alcuni importanti pensieri di registi e di critici cinematografici analizzando poi l'essenza di quei giudizi e facendo rilevare le ragioni per cui questo o quel problema vengono trattati in modo diverso dai produttori, dai soggettisti, dai registi dei film. Ha ricordalo la mostra cinematografica notando che, oggi, le realizzazioni di maggior successo sono date dai film documentario come le ultime pellicole «La nave bianca» ed «Uomini sul fondo» che sono state lodate perchè hanno portato sullo schermo la verità della guerra, nella sua cruda essenza. Ha fatto ancora vedere il perchè della stasi che ha preso il nostro cinema, non avendo ancora la nostra cinematografia assunto il suo carattere personale. PER IL SACRARIO DEI CADUTI La camerata Pillotta Venturini ha offerto al Segretario Politico per il Sacrario dei Caduti una tovaglia di altare lavorata da lei con costanza e tenacia durante alcuni mesi. Al bel lavoro hanno collaborato pure la camerata Pini ed alcune Giovani Italiane. Il dono venne molto apprezzato e andrà ad abbellire il Sacrario che ricorda il sacrifìcio dei nostri gloriosi caduti. L.* O. N. D. per i feriti !1 complesso filodrammatico del locale Dopolavoro si è portato all'Ospizio Marino ove rappresentò per i feriti la brillante commedia in tre atti «Pif». La commedia ottimamente svolta dai camerati del Dopolavoro diretti dalla signora Venturini ha suscitato la più benevola impressione dei degenti i quali hanno ripetutamente applaudito alla fine di ogni atto. Infine hanno espresso ai filodrammatici il loro ringraziamento per le belle ore fatte loro trascorrere. Direttore responsabile il Segretario Politico Bruno Boico