863 Izvirni znanstveni članek/Article (1.01) Bogoslovni vestnik/Theological Quarterly 82 (2022) 4, 863—876 Besedilo prejeto/Received:09/2022; sprejeto/Accepted:12/2022 UDK/UDC: 27-277-245.38 DOI: 10.34291/BV2022/04/Palmisano © 2022 Palmisano, CC BY 4.0 Maria Carmela Palmisano Prospettive di libertà e liberazione nel libro del Siracide Perspectives of Freedom and Liberation in the Book of Sirach Perspektive svobode in osvoboditve v Sirahovi knjigi Riassunto: L’articolo presenta i risultati dell’analisi lessicale e semantica sul tema della libertà e della liberazione nella versione ampia del testo greco (GII) del li- bro veterotestamentario del Siracide e tiene conto del confronto con i mano- scritti ebraici dell’opera sapienziale. Dopo una chiarificazione di ordine metodo - logico e avendo situato la ricerca nell’ambito delle indagini teologiche contem- poranee sul tema nell’ AT, il contributo presenta i risultati dell’analisi di circa trenta passi del libro nei quali compare un vocabolario direttamente o indiret - tamente collegato con il tema studiato. I testi sono raggruppati facendo riferi- mento a due prospettive adottate dal saggio Ben Sira: quella teologico-sapien- ziale, in cui soggetto della libertà e della liberazione è Dio o la sapienza, e quel- la antropologica, in cui soggetto è l’uomo (il maestro di sapienza o il suo disce - polo) ed il suo agire nelle relazioni interpersonali e nella storia; un terzo gruppo di testi illustra lo stretto collegamento tra le due prospettive. Infine, l’articolo offre spunti di riflessione per un dialogo con la cultura del nostro tempo. Parole chiave: Libertà, liberazione, salvezza, Siracide, prospettiva teologico-sapien- ziale, prospettiva antropologica Abstract: The article presents the results of the lexical and semantic analysis of the theme of freedom and liberation in the broad version of the Greek text (GII) of the Book of Sirach and considers the comparison with the Hebrew manu- scripts of the text. After having explained the methodology and having situated the research in the context of contemporary theological researches regarding the theme in the OT, the article provides the results of the analysis of approxi - mately thirty passages of the Book, containing the vocabulary directly or indi- rectly connected with the topic studied. The texts are grouped according to two perspectives adopted by the sage Ben Sira: the theological-sapiential per - spective, where the subject of freedom and liberation is God or wisdom, and 864 Bogoslovni vestnik 82 (2022) • 4 the anthropological perspective, in which a subject is a man (the master of wisdom or his disciple) and his action in interpersonal relationships and in the history. The third group of texts shows a close connection between the two perspectives. Finally, the article offers some guidelines for a dialogue with the culture of our time. Keywords: Freedom, liberation, salvation, Sirach, theological-sapiential perspecti- ve, anthropological perspective Povzetek: Članek predstavlja rezultate leksikalne in semantične analize teme svobode in osvoboditve v širši verziji grškega besedila (GII) starozavezne Sirahove knjige in upošteva primerjavo s hebrejskimi rokopisi knjige. Po metodološkem pojasnilu in umestitvi raziskave v kontekst sodobnih teoloških raziskav o tej temi prispevek predstavlja rezultate analize približno tridesetih odlomkov knjige, v katerih je po- sredno ali neposredno uporabljeno besedišče, povezano s preučevano tematiko. Besedila smo uvrstili v dve skupini, ki pomenita dve perspektivi, navzoči v knjigi: v teološko-modrostno, v kateri je subjekt svobode in osvoboditve Bog ali modrost, in v antropološko, v kateri je subjekt človek (učitelj modrosti ali njegov učenec) in njegovo delovanje v medsebojnih odnosih in v zgodovini. Tretja skupina besedil pa prikazuje tesno povezavo med obema perspektivama. Na koncu članek prika- zuje nekatere sklepe in iztočnice za dialog s kulturo današnjega časa. Ključne besede: svoboda, osvoboditev, odrešenje, Sirah, teološko-modrostna per- spektiva, antropološka perspektiva 1. Introduzione Tra i numerosi temi e valori, oggetto degli insegnamenti sapienziali del saggio Ben Sira, riveste un ruolo particolare quello della libertà presentata nelle sue numero - se sfaccettature, innanzi tutto come caratteristica dell’esistenza umana ricevuta in dono con la vita stessa e perciò intimamente legata alla creazione e al Creatore. 1 La libertà è presentata anche come esperienza di liberazione da quelle condizioni che ostacolano l’espressione degli individui e dei popoli. Se Israele con l’esodo dal- la schiavitù in Egitto sperimentò la libertà come dono gratuito di Dio, essa è pure ritratta da Ben Sira come un invito rivolto ad ogni persona a dare il suo assenso e a partecipare con responsabilità alla propria educazione e formazione, così come alla liberazione di coloro che, per ragioni di ordine storico, culturale o sociale, non sono nella condizione di progettare e realizzare una vita piena di senso. In questo studio presenteremo i risultati dell’analisi lessicale dei concetti di libertà e liberazione nel libro del Siracide. Considerando la problematica della cri - 1 Questo articolo è stato scritto come risultato del lavoro svolto nell’ambito del programma di ricerca «Valori nelle fonti e nelle tradizioni giudaico-cristiane e le possibilità di dialogo (P6-0262I)», cofinanzi - ato dall’ Agenzia Slovena per la Ricerca. 865 865 Maria Carmela Palmisano - Prospettive di libertà e liberazione... tica testuale del libro sapienziale 2 e delle versioni antiche a nostra disposizione, prenderemo come testo base della ricerca quello della versione greca ampia (GII) edita da Ziegler (1980), facendo riferimento anche ai manoscritti ebraici quando questi sono presenti ed il confronto risulta significativo ai fini della nostra indagi - ne. Analizzeremo inoltre alcuni testi nei quali, pur non ricorrendo il vocabolario tipico del campo semantico della libertà e della liberazione, Ben Sira utilizza im- magini che attengono al medesimo tema e ci consentono di arricchire la discus - sione includendo nuove prospettive. Il libro sapienziale del Siracide è un testo poetico in cui l’autore ha utilizzato differenti generi letterari (come le istruzioni sapienziali, la preghiera, l’inno, l’elogio), caratteristica questa che è necessario avere presente quando cerchiamo di proporre una visione di sintesi su un tema che l’autore ha trattato in punti e contesti letterari diversi dell’opera. 2. Il vocabolario della libertà e della liberazione nel Siracide L’indagine lessicale dei concetti di libertà e liberazione nel libro del Siracide 3 indica che il nipote di Ben Sira utilizza un vocabolario ampio e articolato: oltre al sostan - tivo greco evleuqeri,a «libertà» 4 (che traduce il termine ebraico ה ָשׁ ְפ ֻח «libertà»), egli impiega i verbi greci lutro,w «liberare» e sw,|zw «salvare» (con i quali sono rispettivamente resi i verbi ל ַצ ָנ «liberare» 5 e ע ַשׁ ָ י «salvare»). A questi occorre ag- giungere le ricorrenze di altri verbi ebraici con valore sinonimico dei due verbi greci lutro,w e sw,|zw (ad esempio, ל ַא ָג «redimere» 6 ) e degli antonimi quali «opprimere, schiacciare» (cfr. la versione greca in 3,27a con riferimento al cuore; 13,12 nella descrizione dell’arrogante) oltre ai sostantivi ebraici corrispondenti ai termini greci quali «(qli/yij), grido (katabo,hsij)» (cfr. la versione ebraica di 4,9 קוּצ ָ מ ). I verbi greci ed ebraici menzionati sono quelli più ricorrenti nell’ AT per trattare del tema considerato. 7 2 Per una presentazione più dettagliata della critica testuale del libro del Siracide, cfr. Gilbert 2014a, 3‒21; Palmisano 2016b, 18‒31. 3 Oltre all’utilizzo delle concordanze elettroniche facciamo riferimento all’utile strumento di Barthélemy e Rickenbacher 1973. 4 Il sostantivo greco ricorre in Sir 7,21; 33,26 in entrambi i casi nel contesto di insegnamenti sulla relazio - ne con lo schiavo. Il corrispondente termine ebraico ה ָשׁ ְפ ֻח ricorre nel medesimo passo (Sir 7,21 mssACD, in forme grafiche diverse ma provenienti dalla medesima radice Xpx) ed in Sir 13,11 msA. Nei mano- scritti ebraici del libro sapienziale non ricorre il lemma רוֹר ְ ד «liberazione» presente ad es. in Lv 25,10; Ger 34,8.15.17 in riferimento alla libertà proclamata nell’anno del giubileo e la liberazione degli schiavi e dei prigionieri. 5 Il verbo ricorre nei manoscritti ebraici di Sir 4,10 msA; 8,16 mssAD; 12,15 msA; 31,6 ms B; 40,24 msB; 51,2.8 msB. 6 Il verbo ebraico ricorre quattro volte nei manoscritti ebraici di cui disponiamo (Sir 37,19 mssBC; 51,8.12 msB). 7 Facciamo riferimento al lavoro di teologia biblica di Pietro Bovati 2012, 18-21 dove viene analizzato il campo semantico della libertà e della liberazione. 866 Bogoslovni vestnik 82 (2022) • 4 3. Analisi dei testi principali in cui ricorre il vocabolario della libertà e della liberazione Lo studio analitico del libro del Siracide condotto sulla versione greca e col con- fronto con il testo ebraico, dove questo è stato possibile, ci ha consentito di indivi - duare trenta passi in cui compare il tema della libertà e della liberazione, 8 ovvero un vocabolario attinente alla tematica che include anche l’uso di immagini ad esso riconducibili direttamente o indirettamente. 9 I passi analizzati possono essere ricondotti a due prospettive di interpretazione della libertà e del processo di liberazione da parte del saggio: la prospettiva teolo- gico-sapienziale e quella antropologica. Nella prospettiva teologico-sapienziale soggetto della liberazione è Dio che dona la libertà oppure è la Sapienza (personi- ficata o intesa come insieme di insegnamenti e istruzioni che hanno la loro origine nella rivelazione di Dio); 10 nella seconda la libertà e la liberazione sono descritte nella loro dimensione antropologica, cioè come caratteristica della persona umana nel suo compiere scelte e agire nella storia. Presenteremo anche un terzo gruppo di testi in cui i due aspetti teologico ed antropologico della libertà si intrecciano. I risultati dell’analisi condotta cercano di definire quali sono, per il sapiente di Gerusalemme, i tratti fondamentali del tema, tenendo conto del contesto socio - culturale e religioso del II° sec. a.C. nel quale l’opera è sorta. 11 3.1 Libertà e liberazione secondo la prospettiva teologico- sapienziale di Ben Sira Il primo testo del libro sapienziale in cui troviamo un riferimento esplicito al tema della libertà e della liberazione è Sir 2,11 (dio,ti oivkti,rmwn kai. evleh,mwn o` ku,rioj kai. avfi,hsin a`marti,aj kai. sw,|zei evn kairw/| qli,yewj, «Poiché compassio- nevole e misericordioso è il Signore, perdona i peccati e salva nel tempo della tribolazione»). 12 Nell’unità centrale dell’istruzione sapienziale di Sir 2,1-18 (Sir 8 Nel libro del Siracide il tema della libertà umana è oggetto esplicito di istruzioni sapienziali nella sezio - ne di Sir 15,11–18,14 dedicata al tema di Dio, del peccato e della grazia; cfr. Gilbert 2014b, 123-141, soprattutto 124-128. I trenta testi ai quali facciamo riferimento in questo studio analizzano in modo sistematico tutti i passi nei quali si può osservare qualche riferimento al vocabolario diretto o indiretto della libertà anche se non si tratta sempre di trattazioni sistematiche. 9 I passi individuati e analizzati sono i seguenti: Sir 2,11; 4,9-10; 7,21; 8,18; 10,25; 12,15; 14,26; 15,14.16- 17; 22,25; 23,1; 24,24; 25,25; 26,29; 29,12; 30,21; 31,5; 33,1.26; 34,12-13.16; 35,23; 36,8; 38,24; 39,26- 27; 40,7.24; 41,1; 46,1.20; 47,25; 48,20; 49,10; 50,24; 51,2.8.9.11. 10 Nel presente lavoro usiamo il termine Sapienza, con l’iniziale maiuscola, quando ci riferiamo alla sa - pienza personificata e sapienza, con l’iniziale minuscola, quando facciamo riferimento agli insegnamen - ti sapienziali. 11 Il contesto storico in cui visse Ben Sira era caratterizzato dalla sottomissione della Giudea alla domina - zione siriaca, dalle persecuzioni dei Giudei già presenti prima dell’avvento al regno di Antioco IV Epifa - ne che certamente esercitarono un particolare influsso sul saggio e sulle sue istruzioni sapienziali; per una presentazione del contesto storico della Palestina al tempo di Ben Sira, cfr. Hengel 2001, 29–42. 12 Al testo di Sir 2,11 potrebbe essere accostata un’aggiunta greca presente in 24,24cd avente valore di un’affermazione teologica in cui si sottolinea l’unicità della salvezza divina: «Il Signore Onnipotente è l’unico Dio, fuori di lui non c’è altro salvatore»; per un’analisi esegetica dell’aggiunta, cfr. Severino Bus - sino 2013, 375‒377. L’affermazione potrebbe essere collegata a una condizione storica particolare, 867 867 Maria Carmela Palmisano - Prospettive di libertà e liberazione... 2,7-14 costituisce la seconda unità del passo), in cui il saggio invita i discepoli ad affidarsi al Signore che libera e salva al momento della prova, il v. 11 offre le ra- gioni teologiche di questo affidamento, radicato nell’esperienza dei padri (v. 10), nella storia della salvezza e corroborato dall’esperienza personale. 13 La libertà umana riveste un ruolo particolare nel passo di Sir 15,14.16-17. Il v. 14 (auvto.j evx avrch/j evpoi,hsen a;nqrwpon kai. avfh/ken auvto.n evn ceiri. diabouli,ou auvtou/ «Egli dall’inizio ha creato l’uomo e l’ha lasciato in potere della sua volontà») avvia la discussione sulla libertà umana indicando che essa è un dono di Dio, che l’uomo riceve al momento della creazione e risulta immediatamente legata, nei vv. 16-17, ai concetti di scelta e responsabilità libere e personali, espressi median- te il contrapporsi di duplici immagini particolari, quali quelle del fuoco e dell’acqua (al v. 16) e quelle della vita e della morte (al v. 17), verso i quali l’uomo può sten- dere la propria mano, avendo consapevolezza delle conseguenze del proprio agi- re; le immagini e i termini presentati ai vv. 16-17 infatti si escludono a vicenda. 14 L’insegnamento di Ben Sira appare in questo punto in linea con la tradizione ve- terotestamentaria (Dt 30,19) ma in contrasto con il pensiero degli stoici, che rifiu- tano l’idea che l’uomo abbia la libertà di scegliere tra azioni opposte. Il passo successivo, di particolare rilievo per il nostro tema, è la preghiera del sapiente presentata in Sir 22,27–23,6 nella quale il saggio si rivolge a Dio chieden - dogli la libertà interiore espressa come controllo dell’uso della lingua e delle pas- sioni. 15 In Sir 23,1 leggiamo: ku,rie pa,ter kai. de,spota zwh/j mou mh. evgkatali,ph|j me evn boulh/| auvtw/n mh. avfh/|j me pesei/n evn auvtoi/j, «Signore, padre e padrone del- la mia vita, non abbandonarmi al loro volere, non lasciarmi cadere per loro [bocca e labbra]». La preghiera esprime la fiducia dell’orante in Dio che può custodire la libertà interiore più profonda del saggio liberandolo dalla caduta in possibili forme segnata da pericolo e persecuzione per il popolo (nel periodo della dominazione della dinastia dei Se - leucidi in Palestina), probabilmente dopo la morte di Ben Sira, cfr. Hengel 2001, 276–313; per uno studio più ampio del periodo, cfr. Schürer 1973‒1987. 13 Ben Sira anticipa, in questo passo, il motivo dell’insegnamento sviluppato nell’Elogio dei padri (44–50). Nelle generazioni precedenti siamo invitati a scorgere l’esempio della fede di Giobbe (cfr. Gb 8,8, che la fonda anch’esso sull’esempio dei padri), ma anche a considerare l’affermazione di Dt 32,7 e, per contrasto, di Ger 18,15-17). Il saggio invita, al v. 10, a tenere conto della tradizione, quindi offre una serie di domande retoriche negative cui corrispondono, per contrasto, riferimenti impliciti a esempi attinti dalla storia (cfr. Sal 22,5-6 e anche Sir 15,4b). Il v. 10 contiene anche espressioni simili a quelle ricorrenti nell’Elogio dei padri (Giosuè in 46,5, Samuele in 46,16-17 e Davide in 47,5). Tutti i riferi - menti impliciti nel v. 10 tendono ad attualizzare le lezioni del passato, mentre al termine del libro lo stesso saggio si presenterà al discepolo come esempio di fede nella prova (cfr. 51,1-12). 14 Nel msA il v. 14 contiene tre stichi, nel secondo leggiamo: «L’ha liberato dal potere del suo nemico» che ricorda dall’inizio l’intervento salvifico di Dio. Il terzo («E l’ha consegnato alla sua inclinazione»), contiene il termine wrcy (yṣrw), che potrebbe indicare «il suo Creatore (colui che l’ha formato)» o anche «La sua (dell’uomo) inclinazione», secondo l’interpretazione rabbinica, con un’allusione proprio al problema della libertà dell’uomo. 15 La preghiera mostra somiglianza con testi più antichi (in particolare con la preghiera di Agur in Pr 30,7- 9) ed è una preghiera tipicamente sapienziale, in quanto non allude a un particolare contesto della storia di Israele ma esprime a Dio una richiesta di carattere universale che, sollevandosi al di sopra delle contingenze storiche, rimane valida per ogni tempo e ogni luogo; cfr. Schökel e Lindez 1988, 603–611. 868 Bogoslovni vestnik 82 (2022) • 4 di dipendenza dalle proprie passioni. 16 In Sir 29,12 leggiamo, sempre nell’ambito della prospettiva teologica (in quan - to agente non è l’uomo ma il bene operato che Dio conosce), un testo sul carat - tere espiatorio dell’elemosina (su,gkleison evlehmosu,nhn evn toi/j tamiei,oij sou kai. au[th evxelei/tai, se evk pa,shj kakw,sewj «Chiudi l’elemosina nei tuoi scrigni ed essa ti libererà da ogni sventura»), termine con il quale il traduttore greco traduce di frequente il termine ebraico «giustizia». 17 Al termine di una sezione (32,14–33,3) sulle caratteristiche del saggio che teme il Signore e fedelmente trasmette la Legge, in Sir 33,1, leggiamo: tw/| foboume,nw| ku,rion ouvk avpanth,sei kako,n avllV evn peirasmw/| kai. pa,lin evxelei/tai «Chi teme il Signore non incorrerà nel male, ma nella prova ogni volta sarà liberato». La con- clusione dell’istruzione indica che la liberazione ha la sua fonte nel timore del Signore, come possiamo dedurre dall’uso del verbo passivo nel quale riconoscia - mo l’agente divino. Chi osserva la Legge, nel senso più ampio indicato, mostra di temere il Signore che lo libera e salva nella prova. Il tema viene ripreso nuova- mente e con tratti simili in Sir 34,13-17 dove il saggio è ritratto con le qualità re- ligiose di chi teme il Signore. Ai vv. 13.16 leggiamo: 13 pneu/ma foboume,nwn ku,rion zh,setai h` ga.r evlpi.j auvtw/n evpi. to.n sw,|zonta auvtou,; 16 oi` ovfqalmoi. kuri,ou evpi. tou.j avgapw/ntaj auvto,n u`peraspismo.j dunastei,aj kai. sth,rigma ivscu,oj ske,ph avpo. kau,swnoj kai. ske,ph avpo. meshmbri,aj fulakh. avpo. prosko,mmatoj kai. boh,qeia avpo. ptw,sewj. « 13 Coloro che temono il Signore vivranno, poiché la loro speranza è po - sta in colui che li salva. 16 Gli occhi del Signore sono rivolti a coloro che lo amano, protezione potente e sostegno forte, riparo dalla calura ardente e dal sole di mez- zogiorno, protezione dagli ostacoli e soccorso nella caduta». 18 In Sir 48,20, nel ritratto di Isaia, leggiamo in riferimento al tentativo di sottomet - tere la città di Gerusalemme da parte del re Assiro Sennacherib: kai. evpekale,santo to.n ku,rion to.n evleh,mona evkpeta,santej ta.j cei/raj auvtw/n pro.j auvto,n kai. o` a[gioj evx ouvranou/ tacu. evph,kousen auvtw/n kai. evlutrw,sato auvtou.j evn ceiri. Hsaiou, «In- vocarono il Signore misericordioso, stendendo a lui le loro mani. Il Santo dai cieli subito li esaudì e li liberò per mano di Isaia». Anche in questo testo è chiara l’origine divina dell’atto liberatorio del Signore. In 49,10, invece, l’evento della liberazione 16 Nell’invocazione possiamo osservare anche l’uso della metafora della caduta, frequente in Ben Sira in relazione a diverse tematiche trattate (cfr. 28,18: la lingua; 9,5: le donne; 13,21: ricchi e poveri), per esprimere nell’orizzonte culturale e spirituale del saggio una grande disarmonia, che sconvolge l’ordine stabilito da Dio mediante la sapienza (cfr. Sal 27,1-2). Va quindi evitata con grande attenzione sia nella comunicazione (22,27), sia nell’uso del pensiero sia nella sfera dei sentimenti (23,3). 17 Pur non avendo il testo ebraico del passo, osserviamo, nella traduzione siriaca della Peshitta, l’uso del termine «giustizia» che potrebbe essere stato presente anche nel testo ebraico. Sul carattere espiatorio dell’elemosina in Ben Sira, cfr. anche Sir 3,14 all’interno di una pericope che può essere considerata un commento sapienziale al comandamento divino di onorare i genitori (Es 20,12; Dt 5,16; cfr. anche Lv 19,3): il compimento del comandamento è un atto di giustizia che ha un suo ruolo nell’economia della salvezza. 18 Cfr. anche Sir 35,23 che in greco presenta un testo il cui soggetto è Dio ed il suo intervento in difesa dell’umile e del suo popolo: «finché [il Signore] non abbia giudicato la causa del suo popolo e non li abbia consolati con la sua misericordia»; nel testo ebraico leggiamo «con la sua salvezza» al posto di «con la sua misericordia». 869 869 Maria Carmela Palmisano - Prospettive di libertà e liberazione... del popolo viene presentato come parte della missione dei dodici profeti, descritti come soggetto del riscatto di Israele e verrà trattato in un paragrafo successivo. In Sir 50,24, al termine della ricca descrizione del sommo sacerdote Simone e della liturgia da lui guidata, leggiamo un augurio conclusivo rivolto dal saggio al suo uditorio in cui viene invocato un nuovo intervento di liberazione di Dio, nel contesto in cui Ben Sira visse, caratterizzato dalla sottomissione della Palestina alla dinastia Siriaca dei Seleucidi: evmpisteu,sai meqV h`mw/n to. e;leoj auvtou/ kai. evn tai/j h`me,raij h`mw/n lutrwsa,sqw h`ma/j, «Sia fedele con noi la sua misericordia e nei nostri giorni ci liberi». del vocabolario della liberazione aventi come soggetto Dio sono particolarmen- te concentrate nell’ultima preghiera di ringraziamento rivolta da Ben Sira a Dio nell’ultimo capitolo del libro. Il passo, particolarmente interessante perché di ca- rattere autobiografico, narra in forma di inno di ringraziamento la liberazione operata dal Signore quando il sapiente è stato vittima di una calunnia. I versetti più significativi ai fini del nostro studio sono: 51,2.8.9.11: 2 o[ti skepasth.j kai. bohqo.j evge,nou moi kai. evlutrw,sw to. sw/ma, mou evx avpwlei,aj kai. evk pagi,doj diabolh/j glw,sshj avpo. ceile,wn evrgazome,nwn yeu/doj kai. e;nanti tw/n paresthko,twn evge,nou bohqo.j kai. evlutrw,sw me; 8 kai. evmnh,sqhn tou/ evle,ouj sou ku,rie kai. th/j evrgasi,aj sou th/j avpV aivw/ noj o[ti evxairh/| tou.j u`pome,nonta,j se kai. sw,|zeij auvtou.j evk ceiro.j evcqrw/n; 9 kai. avnu,ywsa avpo. gh/j i`ketei,an mou kai. u`pe.r qana,tou r`u,sewj evdeh,qhn; 11 kai. eivshkou,sqh h` de,hsi,j mou e;swsaj ga,r me evx avpwlei,aj kai. evxei,lou me evk kairou/ ponhrou/ 2 poiché sei stato mio protettore e mio aiuto e hai liberato il mio corpo dalla perdizione e dalla trappola di una lingua menzognera e da labbra che dicono il falso e dinanzi a quanti mi accerchiavano fosti aiuto e mi liberasti. 19 8 Allora ricordai la tua misericordia, Signore, e le tue opere che sono da sempre, poiché tu salvi quanti sperano in te e li salvi dalla mano dei nemici. 20 9 Allora elevai dalla terra la mia supplica e pregai per la liberazione dalla morte. 11 E tu hai ascoltato la mia supplica; 21 poiché mi hai salvato dalla perdizione e 19 Nel msB leggiamo: «Hai trattenuto la mia carne dalla fossa e dal potere [traduzione letterale: “dalla mano”] dello še’ôl hai liberato il mio piede. Mi hai liberato dalla calunnia del popolo, dal flagello della calunnia della lingua e dalle labbra di chi insegue la menzogna». Continuando, nel msB al v. 3, leggiamo: «Tu mi hai liberato secondo la tua grande bontà dalla rete di quanti spiano dalle fessure della roccia». 20 La traduzione dal testo ebraico del versetto nel msB: «Egli salva quanti cercano rifugio in lui, li libera da ogni male». 21 Il v. 11 descrive il momento dell’esaudimento della preghiera da parte di Dio come ascolto, salvezza e liberazione. Una dinamica simile di invocazione a Dio nella situazione di pericolo, comprendente la descrizione della minaccia subita, l’ascolto del Signore e la celebrazione della lode, si può osservare in numerosi salmi di supplica o grida di aiuto per la salvezza (cfr. Sal 22,2.7-19.22c.23-24; 35,17; 40,14; 41,11). 870 Bogoslovni vestnik 82 (2022) • 4 mi hai liberato nel tempo della malvagità. 22 Possiamo osservare come Ben Sira, nella descrizione della liberazione dalla lin- gua menzognera, utilizzi un vocabolario molto simile a quello dei salmisti ed anche degli autori dei libri storici con cui descrivono l’ostilità e l’avversità dei nemici, i pericoli sui campi di battaglia, spesso anche raffigurati con immagini di animali feroci o di immagini di caccia (per es. Sal 22,13-19). La mappatura dei testi considerati consente di affermare che la prospettiva te- ologica è particolarmente ricorrente nel libro, sia negli insegnamenti sapienziali con cui viene descritta la libertà come dono originario di Dio sia nei passi, più nu- merosi e dettagliati, in cui il saggio descrive la liberazione come prezioso dono di Dio nella storia degli antenati d’Israele e, infine, nell’ultima sezione del libro, nell’esperienza personale. Da quanto detto scaturisce che il riferimento ricorrente alla dinamica della li - berazione nel libro può essere considerato un indicatore di quanto acuto fosse il desiderio di liberazione dal popolo oppressore al tempo di Ben Sira e di come questo anelito sia divenuto di seguito, al tempo delle traduzioni greca e latina, un tratto caratteristico sia della condizione della Palestina nei secoli successivi sia al tempo delle persecuzioni in epoca cristiana. 3.2 Libertà e liberazione secondo la prospettiva antropologica di Ben Sira Passando ora a considerare la prospettiva antropologica, la prima ricorrenza che attiene alla prospettiva antropologica della libertà/liberazione ricorre in Sir 7,21 dove leggiamo: oivke,thn suneto.n avgapa,tw sou h` yuch, mh. sterh,sh|j auvto.n evleuqeri,aj «ama il servo intelligente, non rifiutargli la libertà». Si tratta di una riflessione sul tema della relazione verso lo schiavo (cfr. Es 21,1-11; Lv 25,39-46; Dt 15,12-18), 23 nella forma di esortazione a favorirne la libertà, tema ripreso e affrontato in un contesto differente in Sir 33,25-32, dove al v. 26 la libertà viene presentata negativamente come volontà del servo di sottrarsi al lavoro. 24 Possiamo riconoscere un gruppo di testi che presentano la prospettiva antro- pologica della libertà ritraendo, in negativo, colui che manca di sapienza, lo stolto o l’irascibile, come tipi di persone che minacciano la libertà altrui; ad es. in Sir 8,16, con pochi tratti il maestro di sapienza rivela l’intenzione dell’irascibile di avventarsi contro chi gli si oppone: « 16 Non avere contesa con un irascibile e non attraversare con lui un luogo deserto, poiché ai suoi occhi il sangue non è nulla e nel luogo in cui non c’è possibilità di soccorso (in ebraico, msAD: «dove non c’è chi 22 Possiamo osservare che la versione greca, seguita da quella latina, usa la seconda persona singolare, mentre l’ebraico, con il siriaco, la terza. Nel msB leggiamo: «Egli mi salvò da ogni male e mi liberò nel giorno della tribolazione». 23 La tematica della relazione verso lo schiavo deve essere letta nell’ambito della situazione storica e so - ciale in cui il saggio Ben Sira viveva. 24 Il versetto è di particolare interesse in quanto situato nel contesto di un insegnamento sulle relazioni amicali e familiari, dove la relazione con lo schiavo viene caratterizzata dall’amore (cfr. anche 33,32 che descrive la relazione con il servo come quella verso un fratello). 871 871 Maria Carmela Palmisano - Prospettive di libertà e liberazione... liberi dalla tua sventura, $tyxXy lycm ») si avventerà contro di te». 25 In Sir 10,25 viene presentato un tratto delle persone libere, la prontezza cioè a servire chi è dotato di sapienza: 25 oivke,th| sofw/| evleu,qeroi leitourgh,sousin kai. avnh.r evpisth,mwn ouv goggu,sei, « 25 Uomini liberi serviranno un servitore saggio e l’uomo esperto non brontolerà». Il testo indica significativamente che libertà e disponibilità a servire non si oppongono, ma procedono insieme, se guidate en- trambe dalla sapienza. Nella seconda metà del libro sapienziale sono frequenti gli insegnamenti del maestro di saggezza che invita il discepolo ad agire deliberatamente nei confron- ti di sé stesso per custodire un modo di vita buono che si basa sul saper discerne- re e decidere valutando le diverse situazioni di vita come potenzialmente positive o negative. Ad esempio in Sir 30,21 leggiamo un’esortazione al dominio di sé e a non abbandonarsi ad abbassamenti di umore e tristezza: : mh. dw/|j eivj lu,phn th.n yuch,n sou kai. mh. qli,yh|j seauto.n evn boulh/| sou, «Non abbandonarti alla tristez- za e non affliggerti deliberatamente» poiché al v. 23 viene specificato che «la grande tristezza» ha condotto molti alla rovina, facendo quindi leva sul valore dell’esperienza, maestra di sapienza nella tradizione popolare e biblica. 26 Nell’istruzione del capitolo successivo in cui si affronta il tema della ricchezza, in Sir 31,5, leggiamo: «Chi ama l’oro non sarà giustificato, chi corre dietro i beni ne sarà fuorviato». La variante ebraica (msB e nota in margine al manoscritto) mostra una maggiore attinenza del passo con il tema della libertà e della libera- zione: «Non si trovarono (i beni) per liberarli dal male né per salvarli nel giorno dell’ira». L’esperienza del saggio ammonisce contro l’inconsistenza dei beni che non possono procurare né libertà né salvezza davanti a Dio e così afferma che la libertà più profonda è dono di Dio e non può essere acquistata. In Sir 38,24 nella descrizione del ritratto del saggio, viene presentato il tempo libero dedicato allo studio come condizione per acquistare sapienza: sofi,a grammate,wj evn euvkairi,a| scolh/j kai. o` evlassou,menoj pra,xei auvtou/ sofisqh,setai «La sapienza dello scriba proviene dal tempo libero dedicato alla lettura, chi ha poche occupazioni diventerà sapiente». Questo passo consente di sottolineare il 25 La medesima prospettiva antropologica che descrive situazioni negative, di mancanza di aiuto e possi- bilità di liberazione ricorre in Sir 12,15ab (solo nel testo ebraico del msA) dove descrive l’atteggiamento del peccatore: «Quando viene con te egli non si manifesta a te, se cadi non intende cadere per libe rar ti»; per la ricostruzione del testo, cfr. Beentjes 1997, 38; 2001, 375. In Sir 26,29 il saggio descrive la difficoltà di incontrare un commerciante immune dal peccato, facendo riferimento ad un insegnamento ben radicato nella Legge (Lv 19,35-36; Pr 11,1; 20,10; Am 8,4-6) e nel giudaismo antico secondo i quali l’attività commerciale, che in se stessa non è negativa, rappresenta tuttavia di frequente una minaccia per chi la pratica e quindi il pericolo di infrangere la Legge; cfr. Palmisano 2016b, 255. 26 Tra le istruzioni indirizzate al discepolo menzioniamo anche Sir 25,25 che, nell’insegnamento sulla cat- tiva e brava moglie, ritrae ciascuna con particolari immagini ed esorta il discepolo a: «Non dare all’acqua un’uscita e non dare confidenza a una donna malvagia». La sentenza fa uso dell’immagine della ci sterna che, per adempiere alla sua funzione, deve essere senza fessure; essa è associata al motivo dell’abuso della libertà di parola da parte della donna «malvagia» che, come le screpolature del pozzo, ne ren - dono impraticabile l’uso. Il discepolo è invitato ad essere prudente e a scegliere la donna che teme il Signore, tratto che caratterizza sia il sapiente che la donna ideale (26,23b.25b), cfr. Di Lella 1987, 351‒352. 872 Bogoslovni vestnik 82 (2022) • 4 valore della adesione libera del discepolo agli insegnamenti del saggio. Questo tratto deriva all’uomo, in particolare nella rivelazione, dalla creazione e dall’alleanza di Dio con il suo popolo. Il saggio sa che ogni percorso formativo ne- cessita di una relazione di alleanza all’interno della quale il discepolo esprime la propria libertà accogliendo l’educazione. 3.3 L’intrecciarsi dell’aspetto teologico ed antropologico della libertà in alcuni passi del Siracide All’inizio del libro del Siracide e all’interno di un’istruzione di sapienza offerta dal maestro al discepolo, sono presenti in contiguità le due prospettive antropologica e teologica del nostro tema. In Sir 4,9.10 leggiamo: 9 evxelou/ avdikou,menon evk ceiro.j avdikou/ntoj kai. mh. ovligoyuch,sh|j evn tw/| kri,nein se 10 gi,nou ovrfanoi/j w`j path.r kai. avnti. avndro.j th/| mhtri. auvtw/n kai. e;sh| w`j ui`o.j u`yi,stou kai. avgaph,sei se ma/llon h' mh,thr sou, « 9 Libera chi subisce ingiustizia dalle mani di chi gliela arreca e non giudicare con ristrettezza d’animo. 10 Sii come padre per gli orfani e come marito per la loro madre: sarai come figlio dell’ Altissimo, che ti amerà più di tua madre». In questo testo è possibile osservare al v. 9 la prospettiva antropologica nell’invito rivolto dal saggio al discepolo perché sia attivamente promotore di liberazione. Il testo ebraico (msA) del v. 10, diverso dal greco, riporta: «Sii come un padre per gli orfani e diventa marito per le vedove e Dio ti chiamerà figlio e ti consolerà e libererà dalla disgrazia (txXm $lycyw)», utilizza il vocabolario della libertà facendo emergere il tratto della retribuzione divina che il saggio può attendere se vive nella fedeltà a Dio e all’alleanza con Lui. L’alleanza che fa da sfondo all’opera sapien - ziale di Ben Sira è quella bilaterale Sinaitica che si fonda sulla proposta di Dio, di essere l’unico Dio del suo popolo dopo averlo liberato dalla schiavitù d’Egitto, ed è espressa nel dono della Legge, alleanza accolta dal popolo dopo aver per tre volte espresso il proprio libero consenso (Es 19,8; 24,3.7). In entrambe le versioni, ebraica e greca, è interessante la prospettiva teologica del v. 10 che presenta la risposta di Dio al saggio il quale, impegnandosi per la li - berazione di poveri, orfani e vedove (categorie di persone privilegiate da Dio nell’ AT), vivrà nell’amore di Dio che è superiore all’amore della madre (secondo il testo greco) o sarà riconosciuto da lui come figlio e sarà liberato al momento del- la caduta (secondo l’ebraico). Il discepolo è invitato a ricordare, con il suo modus vivendi (v. 10a: «Sii come padre per gli orfani»), colui che gli fa dono della sapien- za e della libertà. Entrambe si presentano non tanto come un fine da raggiungere e un bene da possedere, quanto come un atteggiamento, una modalità di vivere l’amore di Dio il quale è compassionevole e libera dall’oppressione. La pericope andrebbe letta in parallelo a Sir 34,18–35,24, dove la semantica del povero e del popolo tendono a sovrapporsi così come anche si sovrappongono quella del sa- piente e di Dio. Quanto è detto del povero viene detto del popolo di Israele ed il sapiente è invitato ad assomigliare nell’agire al suo Dio. Il vocabolario della libertà e della liberazione è presente nella sua ricca varietà anche nella sezione del libro intitolata «Elogio dei padri»; in questa sezione (Sir 44–50) Ben Sira presenta una vivace carrellata degli antenati di Israele caratteriz- 873 873 Maria Carmela Palmisano - Prospettive di libertà e liberazione... zati dalla loro particolare relazione con il Signore e verso il popolo. In questi testi possiamo cogliere in modo ricorrente l’intrecciarsi delle due dimensioni teologica e antropologica di ciascun personaggio. Di Giosuè, in Sir 46,1 si sottolinea l’etimologia del nome che racchiude in sé stesso il riferimento al Signore come Salvatore («Potente in battaglia, Giosuè, [figlio] di Nun e successore di Mosè nel- le profezie, divenne secondo il suo nome grande per la salvezza (הָעוּשְׁי swthri,a) dei suoi eletti, quando vendicò i nemici insorti per assegnare l’eredità a Israele»). 27 In Sir 49,10 viene usato il verbo «liberare», nella particolare accezione di «ri - scattare» per descrivere l’attività dei dodici profeti verso il popolo d’Israele: kai. tw/n dw,deka profhtw/n ta. ovsta/ avnaqa,loi evk tou/ to,pou auvtw/n pareka,lesan ga.r to.n Iakwb kai. evlutrw,santo auvtou.j evn pi,stei evlpi,doj, «Le ossa dei dodici profe- ti fioriscano dalle loro tombe: poiché consolarono Giacobbe e lo liberarono con una fede piena di speranza». Il verbo della liberazione che ha per soggetto i do- dici profeti minori va inteso non letteralmente ma indirettamente poiché il vero soggetto della liberazione sono la parola di Dio annunciata dai profeti ed il loro esempio di vita che invitavano il popolo alla conversione, essendo i profeti media- tori e intercessori di Israele. Essi agiscono stimolando nel popolo risposte di ri torno e conversione libera a Dio; senza libertà non c’è conversione. Anche in questo testo è possibile osservare come gli antenati di Israele sono esempi significativi di come le due prospettive teologica ed antropologica si intrec- cino ed il vivere con la sapienza o come discepoli della sapienza costituisca uno spazio di relazione tra gli uomini e Dio in cui la storia della continua a compiersi. 3.4 Per una visione d’insieme della libertà e della liberazione nel libro del Siracide L’analisi del vocabolario semantico della libertà e della liberazione (nei diversi aspetti della fraseologia adottata dal saggio, che include anche la descrizione della fenomenologia dell’oppressione e della schiavitù e si oppone alla condizione di libertà), ci ha permesso di cogliere punti di contatto tra il campo semantico della libertà ed altri campi, quali ad es. quello della salvezza e quello della sapien za; quest’ultima, mediante l’istruzione e l’educazione, conduce il saggio verso ampi e profondi orizzonti di libertà. Interessante è notare come il cammino del sapien- te e del discepolo verso la libertà comporti una prima fase di sottomissione alla sapien za; in questa fase viene impiegato un vocabolario ricco di termini che appar - tengono al campo semantico dell’asservimento e della sottomissione collegato con il processo educativo e formativo (si veda ad es. l’espressione di Sir 51,26 che descrive la relazione tra sapiente/discepolo del sapiente e la Sapienza: «piegate il vostro giogo al suo collo»). Le due prospettive teologica ed antropologica individuate nell’affrontare il tema della libertà nel libro del Siracide, come abbiamo visto possono essere distinte, ma al tempo stesso sono profondamente collegate tra loro e perciò indivisibili (cosa che risulta particolarmente visibile in Sir 4,9-10 e nei testi dell’Elogio dei 27 Il nome, Giosuè, significa «YHWH è salvezza». 874 Bogoslovni vestnik 82 (2022) • 4 padri). Non può essere libero chi non riconosce da dove viene il dono della libertà. 28 Questo è il primo e più profondo insegnamento del saggio Ben Sira che conserva la sua grande attualità. La libertà è un dono di Dio Creatore ad ogni persona ed è legato, in secondo luogo, all’alleanza stabilita da Dio con il suo popolo al Sinai. La consapevolezza del dono della libertà invita alla vigilanza e alla custodia del dono mediante un con - tinuo atteggiamento di discernimento e esercizio di scelte responsabili perché il dono ricevuto non vada perduto ma possa svilupparsi nella vita e nelle relazioni in famiglia, nelle amicizie e nella società, ambiti ai quali il saggio dedica partico- lare attenzione e riflessione. Inoltre nel pensiero di Ben Sira non può essere libero chi non partecipa alla li- berazione altrui, sia che si tratti della relazione verso il servo, sia che si tratti dell’essere coinvolti in prima persona nella storia della salvezza e del ritorno del popolo a Dio (secondo l’agire profetico). Ma l’esperienza del saggio mostra la sua peculiarità quando Ben Sira, in linea con gli antenati di Israele, riconosce nella vita personale – come maestro di sapien za – che vivere con responsabilità nel dono della libertà ricevuta apre alla fiducia che la liberazione compiuta da Dio per il suo popolo nel passato si compie nuovamente «oggi» nelle difficoltà e prove della vita e si trasforma in inno di ringraziamento a Dio, che è anche il fine per Ben Sira della vita umana. Infine, un importante aspetto dell’analisi lessicale del libro del Siracide è legato al linguaggio poetico utilizzato e perciò ricco di immagini, allusioni e simboli con i quali il saggio presenta ai suoi discepoli numerosi e differenti aspetti della libertà e della liberazione. Ad es. in Sir 15,16-17 il sapiente parla della libertà umana sen- za utilizzarne il vocabolario tipico, ma attraverso una bella immagine che riecheg- gia testi più antichi della Legge: 16 pare,qhke,n soi pu/r kai. u[dwr ou- eva.n qe,lh|j evktenei/j th.n cei/ra, sou 17 e;nanti avnqrw,pwn h` zwh. kai. o` qa,natoj kai. o] eva.n euvdokh,sh| doqh,setai auvtw/| 16 Egli ti ha mostrato fuoco e acqua, dove vorrai potrai stendere la mano. 17 Davanti agli uomini sono la vita e la morte e sarà dato a ciascuno secondo quanto gli è gradito. Solo una lettura attenta dell’intero libro consente di cogliere profondamente il pensiero del saggio. 28 Come leggiamo nella riflessione di Salomone riportata in Sap 8,21: «Sapendo che non avrei ottenuto la sapienza in altro modo, se Dio non me l’avesse concessa – ed è già segno di saggezza sapere da chi viene tale dono –, mi rivolsi al Signore e lo pregai, dicendo con tutto il mio cuore…». 875 875 Maria Carmela Palmisano - Prospettive di libertà e liberazione... 4. Conclusione: teologia sapienziale in dialogo L’indagine ci ha consentito di cogliere diverse sfumature del concetto di libertà e liberazione nel libro del Siracide e costituisce un contributo alle indagini della te- matica biblica nell’ AT. 29 Come è noto il tema della libertà e della liberazione non è stato affrontato in modo sistematico sia nell’ AT sia nel NT. Le prospettive emerse nell’opera sapienziale appaiono in linea con quanto affermato nell’ AT. Il NT orien- ta la riflessione teologica precedente alla persona di Gesù Cristo, Figlio Unigenito di Dio Padre, che rivela le dimensioni più profonde della libertà umana nel suo offrire la vita liberamente per la salvezza del mondo e mostrando che la libertà è un requisito imprescindibile dell’amore. L’apostolo Paolo in 2 Cor 3,17 afferma: ~O de. ku,rioj to. pneu/ma, evstin\ ou- de. to. pneu/ma kuri,ou( evkei/ evleuqeri,a, «Il Signo- re è lo Spirito e dove c’è lo Spirito del Signore, lì c’è libertà». Il passo descrive la Nuova Alleanza stabilita da Dio in Gesù Cristo come ministero dello Spirito che si contrappone all’alleanza della Legge. Quali sono le possibilità di dialogo tra le prospettive di libertà e liberazione nel libro del Siracide ed il nostro tempo? La libertà, valore al quale siamo particolar - mente sensibili nella situazione storico sociale che viviamo, ha nelle radici giuda- ico-cristiane, dalle quali è sorta l’Europa moderna, la sua ricchezza spirituale e culturale, che necessita oggi più che mai di essere riscoperta anche mediante la riconsiderazione della riflessione biblica, in particolare sapienziale. L’invito pecu- liare che possiamo ricavare dalla riflessione sapienziale di Ben Sira, nella totalità della rivelazione dell’ AT e del NT, si muove lungo due direttrici: la libertà necessi- ta di formazione personale lungo tutta la vita perché possiamo crescere nella consapevolezza di ciò che essa è e di ciò che essa non è e di come vivere nella libertà vera e non apparente; essa inoltre si verifica nell’impegno personale e col - lettivo a promuovere la libertà e la liberazione di quanti nel corso della storia ne sono sempre di nuovo privati o non vi possono ancora avere pieno accesso. Elenco delle abbreviazioni AT – Antico Testamento. cfr. – confronta. ms – manoscritto ebraico del Siracide. mss – manoscritti ebraici del Siracide. NT – Nuovo Testamento. 29 Cfr. Bovati 2012, 203‒206 (ove si fa cenno all’opera di Ben Sira). 876 Bogoslovni vestnik 82 (2022) • 4 Riferimenti bibliografici Barthèlemy, Dominique, e Otto Rickenbacher, ed. 1973. Konkordanz zum Hebräischen Sirach mit syrisch-hebräischem index. Göttingen: Vanden- hoeck & Ruprecht. Beentjes, Pancratius Cornelius, ed. 1997. The Book of Ben Sira in Modern Research. Berlin: De Gruyter. – – –. 2002. Errata et Corrigenda. In: Renate Egger- Wenzel, ed. Ben Sira’s God: Proceedings of the International Ben Sira Conference, Durham - Ushaw College 2001. Beihefte zur Zeitschrift für die alttestamentliche Wissenschaft 321. Berlin: De Gruyter. Bovati, Pietro. 2012. Parole di libertà: il messaggio biblico della salvezza. Bologna: Edizioni Deho- niane. Bussino, Severino. 2013. The Greek Additions in the Book of Ben Sira. 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