L' ASSOCIAZIONE per un anno anticipati f. 4. III. ANNO, Sabato 14 Ottobre 1848. M 60-61. Al Sig. Vi rimando il foglio del Kuranda, o di chi altro sia, nel quale dite mi si facia autore del libercolo = Sulle questioni odierne deli' Austria, = e mi si faria Patrizio triestino; ve lo rimando senza averlo letto, come lo ho ridato ad altro amioo che voleva favorirmelo. Oueste cose si serivono in Trieste e si mandano poi fuori per farci montare in istizza, ma io non sono di quelli che facilmcnte s' accendono, e non ho ambizione di a-vere celebrita ne da quelli che mi sono propizi ne da quelli che mi sono avversi. Lasciamo che facciano, che serivano, che dicano; non sento tuttogiorno dirmi autore di quell' articolo, autore di quell' altro ?, e molti credere, perche ignari deli' alfabeto non sanno giudicare se e roba mia o degli altri. Oue«te dicerie somigliano al cibo che si da alle' oche, affinche gridina; io non voglio tengano per oca, non voglio ne ingoiare que gracchiare. — Lasciate che dicano, quesle sono che io non amo; voi tapete che io non son quell' opuseolo, il quale fu chiesto da Sua Ma' peradrice che ne fu curiosa. — Addio. P. Kandle Esslme di fatti lisici. Condizione sanitaria delt' Istria. L'Istria e penisola. Una Jingua di terra pressoche Iriangolare, sporgente in perfettissima direzione dal N. al S, nel mare che, ad occidente di questa terra chia-masi Adriatico, ad oriente Ouarnaro; Mediterraneo e 1' uno e 1' altro. . Dali' apice del triangolo alla base, uno spazio compreso fra'1 44° 46' ed il 45° 37' di latitudine B.; la base del triangolo, ad evitare iinbarazzo. di con-fine tra cio che vuolsi Istria e non vuolsi, segnata da una linea che p'assi da N. ad E.; da Muggia a Volosca; 1' apiee (punta .di Promontore) guida del meridiano della penisola, 11° 30' 21" distante da quelIo di Parigi; pas-sera questa linea da Promontore a Gimino, Pisino, Gher-dosello, Sovignacco, Fantinich, per finire a Popecchio, ove intersechera P altra linea tracciata da Muggia a Vo- losca, nostro confine convenzionale. Una superficie di 70 leghe quadrate da 15 al grado; una popolazione di 189,000, corrispondente a 2700 per ogni lega, notizie che aminettono una qualche incertezza, stante il confine di convenzione segnato piu sopra, e diverso da quello che avra servito a tal calcolo: varra per altro, a un di presso, alla idea di proporzione tra il numero degli abitanti e la superficie abitata; e la rettificazione che si volesse, ne difficile, ne tale da introdurre diserepanze di grande rilievo nell' esame che a noi proponiamo. Frastagliate le due coste da sinuosita; di queste alcune rilevanli, siccome la sboccatura del Ouieto, il ca-nale del Leme, i grandi porti di Pirano e di Pola ad occidente; lo sbocco deli'Arsa, il porto lungo e quello di Fianona ad oriente, per tacere gli altri di minore rilievo., >requente alternativa di eolline e vallate; qualche alti— liano alle coste, alla occidentale sopratutto, come da 'irano a Pola, ed alla sinistra deli'Arsa. La regione settentrionale, montuosa- tutta. Coste seogliose alfatto, battute dal mare;- limpida P acqua marina e spumeggiante ,alle coste, non liinacciosa da palude, e, come diciam, inremmosa, nel senso ordinario della parola; del che ivrebbesi eccezione a Muggia, Capodistria, Pirano. Ma rin que' tre luoghi il suolo maremmoso artificiale e de-stinato alla preparazione del sale da cucina; e que'luoghi hanno vere saline. Stagni df acqua p"iovana a di-stanza di miglia molte, conosciuti dagl' indigeni coi nome di laghi; -e sono infossamenti di breve diametro che, av-venuti da qualche alluvione, rimasero a dissetare gli a-nimali 'domestici, ed i campagnuoli padroni di quelli; serbatoi d' acqua impura destinati agli usi detti, nel verno, nella primavera, nell'autunno; manehevoli d' acqua, e piur asciutti nella state, sempre caldissima. Oualche niidri-mento di-palude che fu, ma che, a merito di isola natura, non avra a rinascere, in uno o due punti della cbsta occidentale; e che fosse pur estesa negli anni andati la e tradizione ripetuta a segno da eseluder d«bbiezza. Nella stagion delle pioggie, molte vallate (del Ouieto e deli' Arsa precipuamente) avenji sbocco senza governo, non aventi sbocco per incuria o impotenza, rimangono coperte dali' acqua che attende il caldo per liberarnele; stagnazioni non ordiriarie pero, e di quegli anni soltanto ne' quali, alla stagion delle pioggie, non tiene dietro il calore ardente del clima, siccome quando a quando suoi avvenire. Un grande geognosta, D'Omalius d1 Halloy, fa che P Istria entri nella regione che si estende al S. del Da-nubio, fra '1 mare Adriatico ed ilmarEgeo, regione che egli denomina Slavogrecia fra '1 35° e 47° grado di Ia-titudine boreale, 11° e 27u di longitudine orientale. I confini sarebbero: al N. una parte di sommita delle Alpi carniche, quindi la Drava ed il Danubio; ali'E. il mar Nero, il canale di Costantinopoli, il mar della Marmora, lo slrelto dei Dardanelli ed il mar Egeo; al S. il Medi-terraneo; aH' O, il mare Jonio, 1' Adriatico, 1' Isonzo. La parte continentale e una penisola imperfetta dacche si attacca al resto del conlinente col lato di sua larghezza maggiore; molte penisolette circondano questa grande penisola; le piu considerevoli, il Peloponneso e V Istria. Avvertimento a colui che facesse un giorno la geognosia deli' Istria, posciache le innumerevoli montagne di quella grande regione non furono studiate abbastanza. II dott. Boue, percorrendo la terra da geognosta indefesso, non ha lasciato la particella da Linz a Pola. Eccone i pochi cenni = Gorizia, de Id d Trieste sy-steme cretace d TSummulites; ainsi Pinguenfe, avec gres murueux Sovignacco, calcaire d Numrmdifes alternant avec gres, ligocite et amas pyriteux. Pisino, calcaire cretace avec gres et marnes. Fianona, calcaire d Num-rnulites. Carpano, liouille dans le calcaire cretace, Me-lanies. Pola, systeme cretace a Nummulites. — Egli, anche medico, non puo negare che gli operati vantaggi alla medicina dalle nozioni geologiche, non si sieno av-verati finora; che sebbene si usi far precedere tali nozioni alle topografie mediche, on y remari/ue un manque _ de connaissances suffisanles et surtout du talent de la ge-neralisalion rationelle ; nen erojfnet rotrb baf in 3Infet>unq ber 3tboofate, rceldje blofj alg ©tctt« »ertretter ber žtnroalte ernannt roerben, ber f. f. &err 3u(ti§ SDftnifter fidf> »orbctjolten babe, bie entfprecfjenbe SSelotjnung mit (Snbe eineS 3eben ju befttmmen. ®?ini(l. Srlajj, 19. 3"nt 1848, 3- 104(i- iT!* ffC-t x Marina militare austriaca. 9 ■{ / 'J In precedenti articoli abbiamo fatta lamentazione che la storia del novello Emporio di Trieste sia talmente celata per incuria di quelli che allora presero parte alle pubbliche cose, che a sommo stento possiamo rafazzo-nare qualche piccOlo brano. Abbiamo altresi manifestato il sospetto che il nostro Casimiro Donadoni siasi ado-perato per 1' avviamento deli' Emporio, egli che fu dottb ed amantissimo della patria, ma che sgraziatamente non compreso o male capito, ebbe poi in premio di suo operare il bando da Trieste, dalla quale aveva dovuto fug-gire per Ie ire troppo frequenti; cio diciamo perche non potemmo rilevare che egli si fosse macchijito di delitti od azioni turpi. Ed ecco il diligentissimo sig. Luigi de Jennet fe-vorirci una lettera dello stesso Donadoni che egli scri-veva nel 1722 da Vienna ad illustre patrizio, il di cui nome crediamo di tacere, per le troppe susceltibilita dol di d' oggi. La copia a tratta dali' autografo. \ Jll.mo S. S. P.ron Col.mo. Per doppio motivo volentieri avanzo a V. S. Ill.rna le seguenti Notizie, tanto perche so il di lei zelo a!li avvantaggi della Patria, quanto per trovarsi presentemente nella carica di giudice il sig. Francesco suo fratello, onde piu facile gliene riuscira la communicazione et il consiglio al bene. Sappia dunque, che avendo io risaputo, essersi tenuto qui in časa di soggetto di gran sfera, un serio coloquio e consulta con 1'Ecc.to delli sig. Millord Forbes inglese, gia dichiarato vice ammiraglio da S. M. et Co. General Smetau (che hanno tutta la mano nel-1' affare di Marina militare) quale delli due Porti di Trieste e Buccari fosse piu proprio per la permanenza delle Arinate navali deH'Aug." Sovrano, sopra la considera-zione di disegni che avevano alla mano, da quali si di-mostrava tanto bello aH'occhio il Porto di Buccari, fer-marono le loro intenzioni a favore di questo ed ali' esclu-sione di quello di Trieste, ond' io riflettendo alle cattive e pregiudizievoli conseguenze che averebbe potuto portar seco tal deliberazione per coteste citta, in riguardo al fine di stabilir in essa e traffico e concorso e manifatture, cercai molto d' esser insinuato et ammesso dali' accennato soggetto in časa di cui si fece il colloquio, ove effetti-vamente portatomi il martedi della scorsa settimana, si incontro subito il discorso di Buccari, e sfodrati subito li disegni, s' incomincio a parlarne largamente sopra. Io dissi quello ch' in quell' istante mi pote suggerire la mia capacita per sostener Trieste. Ma perche vidi lissata 1' in-tenzione del soggetto per Buccari, e considerando che in un parlicolar discorso vocale, ne si puo dire tutto con ordine, ne si riflette a tutto quello si dice, stimai meglio riserbarmi a porre in scritlo le ragioni di Trieste, giucch' esso soggetto m' haveva anco comandato di darli certa specifica delle Signorie sottoposte a Buccari; par-lito dunque con tal pensiero, m'affatticai il resto del carnovale a estender una scrittura con 14 punti di ri-flessi per sostener Trieste ed escluder Buccari, e giovedi prossimo scorso secondo di quadragesima, mi portai a presentarla, che ricevutola e fattala legger accuratamente mi disse ch' era buona assai, e che subito 1' haverebbe communicata, come in effetto e successo in modo che ha fatto un' allarme ben grande, perche subito e passata alle mani del sig. General Smetau, e da questo al sig. MiJIord Forbes, e neli' istesso tempo delto sig. Generale Smetau mi fece dire che gliene facesse haver un altra copia, e che mi portassi da lui a parlar seco, il che hoggi devo fare, e con tal occasione li consegnero la copia ricercata, mentre per appunto ne havevo una fatta fare.-per mandargliela quest' ordinario inclusa che' hora non puo essere, ma seguira la ventura, accio vedino il mio zelo, le mie applicazioni e fatiche. Io ho esteso questa scrittura a mio nome privato, ma non sarebbe male che co-teslo pubblico facesse in tal parlicolare qualche passo, almeno con Scrivere a drittura a questi soggetti. Ma non 10 faccia prima che non ricevino la copia della mia scrittura, accio si sappino regolare, quale certamente spediro 11 venturo ordinario, e con quello li sapro anche dire quello accadera hoggi nel discorso col sig. Generale Smetau. Intanto mi e necessario haver una chiarezza per scio-gliere con fondamento una difficolta che mi viene op-posta, ed e di sapere elfettivamente quanti passi ali' ifi-« circa sia lontana 1'isoletta del Zucco per retta linea, dalla punta di Musiella. E cosi anche lontano da detta di Musiella per 150 passa, o 200 in mare per retta linea verso il Zucco, quanti passi di fondo d' acqua vi sia, considerando il mare quando e in decrescenza, non in crescenza, e questo fondo d' acqua cominciarlo a pren-dere cento passa lontano da terra in mare, e cosi suc-cessive ogn 20 in 25 passa sino alle 200, — e queste distinzioni con tutta premura e prestezza mandarmele fuori, quali si potranno ricavare con facilita dalli Mari-nari piu esperimentati e dal scandaglio delli fondi, av-vertendo nel mentre di tener in se questi particolari per non dar ansa a malevoli di criticare e frastornare il bene. Non voglio mai credere che da buoni cittadini non venghino gradite queste mie applicazioni tendenti al buon servizio Cesareo ed alli avvanzamenti della Patria, che ha avuto in questi affari contrarieta non credute, et ne ha ancora, onde non bisogna mancare ma accudire, accio si colga il frutto delle fatiche fatte. Io non manchero, purchč non si mancni da cotesta parte. E qui col ras-segnarmi a' suoi comandi, riverendo P Ill.mo sig. Giudice fratello divotainente sono Di V. S. Illustrissima Vienna 21 febbraio 1722. Dev. obblig. serv. Gio. Casimiko Donadoni. A questa lettera aggiungiamo quel poco che po-temmo porre insieme sull' Arsenale e sulla marina di guerra austriaca. Net 1717 o 1718 la Compagnia Orientale mando suoi agenti a Trieste (ed erano Pandolfo Federico Ren-ner e Giovanni Colombo) con molto danaro e si fece a comperare le saline fra il canale piccolo (oggi la Borsa) ed il porto (Mandracchio) dai PP. Gesuiti e dalla RR. MM. Monache di S. Cipriano, interrandolo e rečintando il terreno di tavole per farne Navale. Nel 1719 fu costrutta la prima nave la quale ebbe nome il PrimogenUo, e parti nel di 11 luglio (domenica) 1723 con altri due basti-inenti della Compagnia, salpo pel Portogallo dove la Nave fu venduta. Gli affari della Compagnia sembra che non andas-sero bene, gli interessati cominciarono ad uscire, tra gli altri Orlando di Fiume, Reigersfeld di Lubiana; il Navale venne venduto ali' imperatore Carlo VI con tutto il le-gname che vi era sopra. Carlo VI vi formo un' arsenale da guerra; nel 1733 si recinto in muro e si fabbricarono i magazzini nel sito ove poi sorse il palazzo di Governo; di facciata a questi si fabbricarono le abitazioni per gli artieri, le quali esistono tuttora fra il Teatro ed il largo dietro P edifizio di Borsa. Francesco de Reigersfeld era sopra-intendente alla marina, incaricato del dispendio che veniva portato dali Offizio dei sali, si era Pietro Tognana. In questo navale si costruirono diversi legni armati in guerra, pero i primi che formarono la flotta austriaca erano di costruzione napoletana, e venuti da Napoli, cioe la S1. Elisabetta da cannoni 60, il Michele da 40, ed il S. Carlo da 70; sui corpo del quale alfondato per caso o malizia nel 1737 si costrui piu tardi il molo di S. Carlo. Ammiraglio era Giovanni Pallavicini da Genova. Sappiamo di questo Arsenale reale, che il costruttore aveva 150 fiorini al inese di paga, che nel 1735 fu costruita un armanizza da 32 cannoni e 40 remi, poi altra da 30 cannoni e 40 remi. Vi erano poi anche tre trabaccoli ar-, mali, ed una fregata. Ma nel 1741 si abbandono il pensiero di una flotta; navi, attrezzi, depositi di materiali da guerra tutto fu* venduto per 13000 fiorini (ne valeva meglio che 60000 a detta dei contemporanei) e disposto del fondo del navale. II costruttore era un' Ugonotto, M. Boyer che in Trieste si fe'cattolico, dimoro 11 anni qui, vi fabbrico tre navi ed una fregata; nel 1734 avendo intaccata la cassa reale, ed incontrati debiti se nefuggi colla moglie e fratello. Nel locale deli'Arsenale si teneva la fiera franca e privilegiata. Venduto P arsenale, disfalta la flotta non si penso piu a ritarla, si addotto il sistema di guardare le coste austriache (che erano fino al 1797 brevi) con barche cannoniere. Oualche Iegno maggiore si ebbe in sui finire del secolo decorso; poi la flottiglia triestina sui principio del secolo venne unita alla veneta. Farebbe opera di patrio amore chi volesse favorire migliori cenni.