Anno I Capodistria, 15 settembre 1941-XIX N. 2 QUINDICINALE DEL FASCIO DI COMBATTIMENTO „NAZARIO SAURO" I CADUTI PER LA PATRIA SONO PRESENTI Vecchia guardia, a noi! Se a Trieste gli ebrei stanno bene e fanno i loro porci affari, è anche vero che la Vecchia Guardia triestina ed i giovanissimi hanno dato in questi giorni il «la». Vecchia Guardia istriana, a noi! Giovani e giovanissimi venite ad ingrossare le nostre squadre, venite da noi a prendere le misure per fabbricarsi il manganello. Questo è il momento per chi l'ha ancora, di tirarlo fuori e pulirlo bene dalla polvere, dalla troppa polvere che in tanti anni si è accumulata. Polvere sul manganello... polvere sui nostri pugnali... polvere sulle nostre «Sjpe»... milioni nelle tasche dei molti commendatori, per non salire a titoli onorifici più alti dei più o meno ebrei discriminati. Su qualche giornale si leggevano e si leggono bellissimi articoli razziali, si diceva: «Niente pietismo»; si scriveva: «A morte gli ebrei»; «chi è ebreo è ebreo e così deve crepare». In certi caffè poi, forse esagerando, si applicavano delle tabelle che dicevano «qui non entrano nè cani nò ebrei» e via di questo passo. Tutte parole, esagerazioni, intenzioni piìi o meno buone, tutt'insie-me però soltanto parole. Se gli ebrei o i pescecani di guerra non entrano più nei suddetti caffè, entrano però e con le loro macchine lussuose, nei grandi alberghi di Cortina, di Riccione, di Viareggio, di Rimini. E là, li sentite ancora dire, con spavalderia e con grandi arie, forse seduti durante la lettura del bollettino del Quartier Generale delle Forze Armate: «Caro commendatore, caro signor Samuele, ci aspettiamo assieme alle nostre signore alle cinque per prendere il caffè — e con una strizzatimi d'occhio ripetono -— caffè autentico, l'ho pagato a 300 lire al chilo». Sorridono ancora, si stringono la mano e si ritirano nelle loro stanze per digerire l'abbondante pranzo, ricordandosi mentalmente in quante società fanno parte del consiglio d'ammini- strazione e quanti milioni potranno ancora accumulare e quanto tempo, per loro fortuna, durerà la guerra. Alle 17 poi si trovano tutti uniti nella «Hall» (ci tengono tanto a pronunciare bene questa parola) e là le signore sfoggiano lusso e brillanti, giocano a «bridge» e non a «ponte», giocano a «pocker» e non a «scopa» mentre un «jazz-band», sta suonando cretine musiche sincopate scimmiottando suonatori inglesi, americani o australiani. Vecchia Guardia, giovani di Mussolini, è là che dobbiamo andare con il nostro manganello a fare accompagnamento d'orchestra sui gropponi di tutti, distribuire santamente cazzotti. Vi ricordate camerati, venti anni or sono le Camere del Lavoro? Ebbene, là erano i covi dei rossi, dei bolscevichi, qui sono i covi degli ebrei, dei commendatori pescecani, dei traditori della Patria, dei delinquenti che pensano soltanto di accumulare denaro, milioni, titoli, oro, in barba al popolo che fa la guerra, in barba al fascismo. Sono forse peggiori costoro di quelli che abbiamo purgato e pic- chiato vent'anni or sono: quelli erano degli illusi, questi sono delinquenti e farabutti. Vecchia Guardia, fascisti puri, giovani di Mussolini allarmi! Duce, Tu sei nostro, Tu sei del tuo popolo, di quel popolo puro che ti ama. Fascisti, a noi! Vi ricordate, camerati, quando si era in pochi, così pochi. Vi ricordate quando il Duce con un pugno di uomini ha portato il popolo al Re Vittorioso. Perchè oggi che siamo in tanti e tanti non sappiamo portare o mandare in galera questo pugno di pescecani, questi arricchiti di guerra, questi traditori della Patria? A noi che siamo lontani dal centro, a noi che non siamo ancora commendatori ma che abbiamo soltanto una gran fede nel cuore e questo modesto cordoncino rosso ai polsi datoci dal nostro Duce dopo vent'anni di obbediente attesa, a noi il compito di rompere il muso, il brutto muso, di questa gentaglia. Sia grand'uffieiale, sia commendatore, più o meno ariano, più o meno ebreo, più o meno discriminato, non conta: si parla degli ap-profittatori. A voi camerati che per maggiori meriti o maggior fortuna siete arrivati più in alto e più al centro, il compito di portare le prove al Duce. Dite Gli chi sono costoro, fate i loro nomi, dite a Mussolini la vostra, la nostra fede, la nostra devozione. Dite al Duce che tutto il popolo è certo della Vittoria ed è disposto di combattere fino in fondo, ma aspetta e vuole qualche esempio dall'alto. Noi, qui in provincia, abbiamo fatto qualcosa; ma a che serve punire colui che ha venduto qualche chilogramma di patate a 5 cent, di più del prezzo fissato, o condannale la donnetta che ha venduto il latte annacquato, se si vendono giornalmente quintali di burro, farina «doppio zero», caffè, a prezzi iperbolici, per riempire i ventri e gli stomaci famelici degli arricchiti di guerra? Sui giornali ogni giorno appaiono nomi di Caduti, nomi di nuovi Eroi, nomi di adolescenti che muoiono sotto il piombo nemico gridando «Viva l'Italia — Viva il Duce», e non si pubblicano i nomi di coloro che prima della loro ascesa avevano debiti ed ora hanno i milioni nelle banche o più probabilmente all'estero. E' bello che i nomi degli eroi siano ricordati alla gratitudine del popolo, ma il popolo gradirebbe anche conoscere chi lo tradisce e chi 10 affama. Perchè quel bel grido che era voce di riscossa e che vent'anni or sono serviva a chiamare a raccolta i pochi fascisti che hanno aiutato Mussolini a fare la Rivoluzione, non torna a risuonare nelle piazze, anche in quelle di Roma, per aiutare 11 Duce a sbarrazzarsi dei famelici accaparratori di milioni, di farine bianchissime, di caffè, lardo, olio, pane che sottraggono al nostro popolo, a quel popolo che sta combattendo in pochi anni la sua terza guerra, che sottraggono ai nostri soldati che lottano con indomita fede il forte ed agguerrito nemico? Abbiamo fatto la Mostra della Rivoluzione per far vedere agli Italiani ed al mondo il sacrifìcio delle Camicie Nere; perchè non facciamo la mostra dei pescecani, degli accaparratori di guerra, dei traditori del fascismo? Si potrebbe mettere costoro in un bel gabbione assieme alle fotografìe di Roosevelt, Churchill e Stalin. Appartengono tutti alla stessa categoria. Duce! Quanto ti amiamo, quanta fede abbiamo in te, inesauribile, inintaccabile, inconfondibile. Tanta fede quanta ne abbiamo in Dio. Dai un'ordine Duce: ordina alla Vecchia Guardia di intervenire, carta bianca, ma prima chiamala all'appello, alla Tua presenza, guarda uno per uno negli occhi; innanzi al Tuo sguardo chi è colpevole, chi non è puro dovrà chinare la fronte. Molti sono gli squadristi ma non tutti sono squadristi nel vero senso della parola. Coloro che al Tuo sguardo ti guarderanno negli occhi, sono i fedelissimi : essi hanno sempre creduto, obbedito e combattuto, dal Covo di Milano ad oggi, essi credono, obbediscono e combattono. Squadrista Bruno Boico A Trieste i fascisti hanno fatto la faccia „nuova" a due pescecagnoni. Noi istriani siamo solidali con i triestini. Un beli'inizio.... ma bisogna andar a fondo. L'INCONTRO DI NUOTO tra il G. U. F. di Pola c il nostro N. U. F. Il Federale presenzia le gare In un' atmosfera di fervido entusiasmo sportivo il G.U.F. provinciale si è incontrato a Pola col N.U.F. di Capodistria per una interessante competizione di nuoto che ha visto riaffermato il valore degli universitari in ogni campo agonistico. Ogni gara, combattuta in cavalleresco certame dai giovani atleti, ha soddisfatto la attesa degli sportivi presenti a Ver-garolla e a Valcane ove si sono svolte le gare in programma. Le capacità dei polesi e dei capodistriani si sono rivelate in pieno e sono stati ottenuti tempi lodevoli anche se il mare poco amico ha contrastato il regolare svolgimento delle gare. Non furono vanto dei polesi che si conquistarono i primi posti, terminando le competizioni con il punteggio di 56 a 40. Dalla nostra parte avevamo una campionessa italiana, Etta Radivo di cui non occorre, crediamo, dare notizia dato che è conosciuta da tutti sportivi istriani e non istriani per la sua capacità di nuotatrice. Essa ha vinto brillantemente le gare cui ha partecipato sfoggiando classe e tecnica lodabili Tutti si sono comportati bene insomma, tutti hanno reso quello che era nella loro possibilità senza preoccuparsi del primo posto quando si parliva sicuri di essere battuti, ma Il Federale premia la campionessa italiana Etfa Radivo del NUF di Capodistria è nostra intenzione ripetere ora i risultati tecnici dell' incontro di nuoto : oggi parliamo per far sapere a chi ancora non lo sapesse, cosa hanno fatto i capodistriani nell' incontro con la agguerrita compagine polese. A dire il vero noi eravamo convinti che si poteva far di più : forse avevamo giudicato senza riflessione le possibilità dei locali, ma in ogni modo non ci si aspettava che Zucca venisse battuto da Maracchi per esempio e che la squadra di pallanuoto non riuscisse a porre nella rete avversaria alcun pallone contro i tre ben tirati dei polesi. Tirando le somme della giornata però non abbiamo da lamentarci troppo. Le staffette furono vittorie nostre, le altre gare in genere lottando strenuamente fino all'ultimo per ostacolare l'avversario più forte. Il Segretario Federale che ha voluto presenziare le gare ha premiato alla fine di esse gli atleti vincitori congratulandosi per 1 ottima riuscita della manifestazione natatoria e lodando il G.U.F. per 1' ottima organizzazione delle gare. E non poteva mancate, eravamo sicuri, la tradizionale cantata alla fine delle gare : da tutti i petti dei nuotatori presenti ad un tratto con l'impeto della giovinezza è sorto il canto degli atenei e delle scuole d' Italia, il canto dell' incrollabile speranza, il canto della primavera della vita : „Siamo fiaccole di vila siamo l'eterna gioventù...' II [amplio della iì. I. L a Clini 11 Comando della G I L ha organizzato nello scorso mese un campeggio per le organizzate più meritevoli, a Cucciarti di Portole, ove le giovani hanno sostato diversi giorni all'aria libera. Partite al gkwedì da Capodistria le organizzate hanno piantato le tende nel luogo di arrivo nel pomeriggio del giorno stesso, I levandole alla domenica sera quando il tempo, punto amico, le ha costrette ad abbandonare la incantevole località che le aveva ospitate. A! campeggio le gióvani erano accompagnate dal Vicecomandante della G 1 L e da una dirigente. CARBONAI ! ' Si bagnano le piante e non il carbone! VINCERE ! ARCONI - ZAMBRELLI Edizioni musicali Nazionale - Torino I. Temprata da mille passioni la voce d'Italia squillò : , ,,Centurie, Coorti, Legioni, in piedi che l'ora suonò!" Avanti gioventù ! Ogni vincolo, ogni ostacolo, superiamo ! Spezziam la schiavitù che ci soffoca prigionieri sul nostro Mar ! Vincere ! Vincere ! Vincere ! • E vinceremo in Cielo, in Terra, in Mar! È la parola d' ordine d' una suprema volontà ! Vincere ! Vincere ! Vincere ! Ad ogni costo ! Nulla ci fermerà ! I nostri cuori esultano nell' ansia di obbedir ! Le nostre labbra giurano : o Vincere o Morir ! II. Elmetto, pugnale, moschetto : a Passo Romano si và ! La fiamma che brucia nel petto ci sprona, ci guida : Si va ! Avanti ! Si oserà l'inosabile ! L'impossibile non esiste ! La nostra volontà è invincibile ! Mai nessuno ci piegherà ! RITORNELLO : Vincere ! Vincere ! Vincere ! ecc. Grafiche Pecchiari BRUNO E caduto a Pisa, come un' a-quila che vola intrepida nella tempesta e che il fulmine abbatte fuori del combattimento, nel cielo sereno di agosto. Un mese è trascorso dal giorno in cui il grifagno uccellacelo mimetizzato che egli pilotava si è ribellato al suo polso e si è abbattuto sulla nera terra col suo carico di giovinezza e di vita. Ma noi lo sentiamo ancora tra noi, sentiamo ancora in noi la sua anima calda di Italiano nuovo, il suo spirito eroico di soldato d' Italia. Sentiamo che Egli non morrà : non può essere scordato dalla Patria chi per lei dona il suo sangue in olocausto sublime. Bruno Io abbiamo nel cuore come lo ha nel cuore ogni Italiano ; sentiamo ancora il suo volo di aquilotto dei nostri cieli, non ci sembra vero che la sua spoglia mortale sia inumata nella-terra di Romagna : la sua figura è lassù nel cielo in tutta la sua ardimentosa imponenza per vegliare sull' Italia fascista, L'Italia si è sentita mancare, ha udito fremere il suo volto di giovinezza, quel giorno d'agosto quando il simbolo della giovinezza nostra, il pilota ventenne venne a mancare L'Altare della luce ha riunito assieme a Lui nei cieli i figli di tante e tante madri d'Italia, affratellati dal comune sacrificio e affratellanti i cuori terreni delle madri e delle spose nell'orgoglio di un egual bene perduto per la grandezza e la glorificazione della Patria. Parlare di Bruno è come parlare di tutta la gente nostra guerriera, dire del suo valore non è altro che celebrare il valore di tutti coloro che combattono, glorificare la sua figura è come santificare il sacrificio di quanti obbedirono ai comandamenti del Duce e della Patria combattendo e cadendo per la loro Idea. Le madri, le spose di guerra dolorose, offrono il comune velo nero del sacrificio comune alla madre del pilota e alla sua sposa, glorificando assieme ai propri figli il loro figlio e sposo, Bruno caduto nella volontà eroica di offrirsi alla Patria. L' elica canta nei cieli d' Italia e nei cieli del nemico le laudi di Bruno, i cuori ripetono quelle laudi e glorificano il suo nome, la storia e la memoria della nostra gente riporteranno nei secoli il suono della sua voce fresca di giovinezza negli spazi la Parlar chiaro e bene che affermava gloria d'Italia. Fulvio Apollonio „>So/o Iddio può piegare la volontà fascista, gli uomini e le cose mai". Mussolini Pochi anni sono trascorsi dalla Campagna d' Etiopia e il ricordo di Forges Davanzali non è ancorspento nei cuori degli italiani ma sopratutto dei combattenti d'Africa. La sua parola serena, chiara, limpida era ascoltata da tutti con vivo interesse. Sembrava monotono, mentre era la parola pacata del padre che alla sera descrive ai figli i fatti del giorno, come si usava un tempo e in qualche casa ancora oggi. Non aveva toni caldi nè accenti irati e solenni, non aveva invettive. Non si accostava al microfono per fare un discorso ma per parlare, parlar chiaro e sereno come un padre che non vuole far cattedra in famiglia ma educare e orizzontare i figli. Tutti lo sentivano così, tutti lo ascoltavano così. La sua serenità si diffondeva negli ascoltatori dispersi nelle strade, fermi nei crocicchi, seduti nei caffè, ai combattenti che in NNV Africa sostavano alla sera quando potevano, accanto ad una radio, e tutti vedevano più chiare le cose, comprendevano gli sforzi di Mussolini, del popolo, dei legionari, tutti conoscevano il nemico come lo avessero faccia a faccia. Era un interprete fedele di Colui che ama sopiti i clangori e le trombe del trionfo ; era la nostra bussola : ci indicava senza indugi la rotta che il Nocchiero aveva stabilito di seguire. E tutte le sere andavamo a lui idealmente e realmente : ma un giorno la radio ci portò l'annuncio che l'uomo fedele, che per noi non a-vrebbe dovuto mai morire, era morto. Era morto povero, era morto secondo il suo stile : serenamente e senza pompa ; aveva voluto essere sepolto con la sola camicia nera, quella frusta della vigilia, dei primi tempi quando la si portava al sole, alla pioggia e non occhieggiava da giubbetti o sa- hariane. Il suo funerale non ha avuto corteggi, corone, ceri, ma dalla Chiesa, ove si recava spesso solo, solo è partito per 1' ultima dimora. Accanto eravamo però noi tutti perchè amavamo lui per la sua parola per il suo stile per la sua fede. Chi lo ha sostituito ? potremmo rispondere nessuno, perchè coloro che sanno parlare chiaro e sereno come parlava lui parlano tanto di rado scrivono troppo poco e sopra-tutto non sono i compagni nostri di tutti i giorni, quando passiamo per le strade e ci fermiamo al richiamo della radio, per ascoltare i commenti ai fatti del giorno. Nelle famiglie ora le parole roboanti di certi commentatori, le parole tronfie le invettive le esaltazioni, non trovano quel clima di serenità accogliente che trovava la parola di lui. E allora certuni di questi commentatori se potessero vedere attorno a sè si accorgerebbero che nessuno li ascolta. La parola è lo stile dell' uomo, ma la parola dell' uomo della buona causa deve essere limpida e serena, deve essere lo specchio di tutta una vita al servizio di una fede, ma di una sola fede. Liquidiamo gli oratori vuoti e troppo ricchi di parole, parole parole e ritorniamo alla serena pacata e limpida parola di un Forges Davanzati. Italo Sauro DUE ANNI DI GUERRA Una preoccupazione gravava due anni fa nei cieli londinesi ai primi di settembre : era stata dichiarata la guerra al Reich tedesco di cui I' Europa non conosceva ancora la forza e la volontà e di cui il mondo non sapeva nulla dopo il crollo delle potenze centrali. Ma oggi dopo due anni di guerra tutto il genere umano sa cosa significhi opporsi al rullo tedesco, comprende il valore spirituale grandissimo della guerra che oggi si combatte, capisce cosa è stato fatto nelle due nazioni oggi alleate contro la plutocrazia, in questi anni che hanno seguito il dopoguerra. Noi abbiamo fatto tutto nuovo, abbiamo ricostruito ogni cosa di comune accordo col popolo d'oltralpe che non ha sentito le imposizioni del disarmo ma ha compreso che una Nazione per essere forte ha bisogno di un forte esercito. Due anni fa il Governo britannico che dichiarò guerra all'Asse aveva la preoccupazione di soffocare a! più presto i popoli giovani, stroncare definitivamente le idee naziste e fasciste che tendevano con tutte le forze a loro disposizione, alla formazione dell' Europa nuova. I „dominatori del mare", i padroni del cielo", i „signori della terra" dopo due anni di guerra si trovano, a dire il vero, un po' lontani dalle mire apparse tanto lumi- nose in quel mattino di settembre, tra le nebbie fosche della metropoli londinese. Essi tentano di riparare le innumeri falle della barcaccia che spande maledettamente, tentano in ogni modo di fermare con le mani e con i piedi gli spruzzi di acqua salsa che giungono sopra di loro, presagi dèi prossimo affondamento. E, strano a dirsi, quei popoli senza Marina, senza Aviazione, senza Esercito che dovevano crollare sotto la forza plutocratica, sono più vivi che mai, e più che mai sani, pronti in ogni momento a picchiar sodo come hanno picchiato in questi due anni spezzando reni e anche qualcosa altro alla Polonia, alla Francia, alla Grecia, alla Iugoslavia ecc. Il terzo anno di guerra dei popoli dell'Asse si inizia ne! segno dell' ordine nuovo indicato dai due grandi Capi delle nazioni totali-fa -ie. Italia e Germania vinceranno, questa è una certezza che non può negare nessuno ; e con esse vince-anno il diritto e la civiltà dei popoli, F. A. MAMME E BIMBI REFETTORIO MATERNO E CONSULTORIO Nel primo numero di questo foglio che speriamo divenga caro ai fascisti e alle fasciste di Capodistria, rappresentando un'eco dell'attività del Partito e insieme un angolo inlimo dove .sia possibile fare delle soste serene, abbiamo dato uno sguardo complessivo all'opera vasta e molteplice del Fascio Femminile. È ora nostra intenzione illustrare in una serie di articoli, ognuna delle att;vità. Scoprirete molte cose, prima superficialmente sfiorate, e saprete come si interpreta in silenzio fervido, in lavoro tenace, la dottrina evangelica e fascista dell'amore al prossimo; come si possa, con quotidiana dedizione, servire la Patria. La vita è milizia : non mai come oggi queste parole sono state nostra guida. Il popolo italiano rivela di avere, in un ventennio di Regime fascista, compresi i suoi doveri e la sua disciplina. Questo popolo, lanciato verso il futuro, deve innanzitutto volgersi, pur senza dimenticare le esigenze attuali, alle generazioni nuove, potenziare la sua stirpe, salvaguardia dell'Impero, alfiere di civiltà. Augusta appare la figura della madre, promessa di affermazioni future l'infanzia; su questi due centri vitali gravitano le forze della nazione. In ogni città, paese, villaggio, la massima cura è prestata a questi germi di potenza. Dispensari, consultori, nidi si allineano idealmente, promessa di razza sana, vivaio di generazioni. A Capodistria in una calle tranquilla potete vedere una casa bian-coazzurra, internamente linda come un dado d'avorio ove giornalmente le madri nel Refettorio, settimanalmente i bimbi nel Consultorio, si radunano a ricevere le cure amorose delia previdenza fascista. «Sospingiamo le porle cedevoli ed entriamo sul mezzogiorno: una tavola bianca, un giro di piatti ove giallosole troneggia nel sugo la polenta, il vino rosso nella caraffa sprizza colore riflettendo il sole che irrompe dalla ampia finestra e dal cuore delle mamme che attendono o hanno già visto sbocciare in se nuove vite. Mamme povere ma benedette da Dio, ricche nel tesoro della creazione, che accolgono con volto sereno e cuore puro l'assistenza fascista. Accanto al Refettorio materno altri locali splendenti di lindura attendono i bimbi del Consultorio. Settimanal-mente le madri portano i piccoli al controllo medico. Le vediamo giungere, affollarsi ; l'occhio riposa sulle testoline in cui il roseo traspare sotto i primi capelli, sulle camiciole bianche pulitissime. Piccoli trilli, agitarsi di manine irrequiete, qualche pianto vigoroso sulla bilancia che constata lo sviluppo progressivo, occhi sgranati sulla dottoressa che, con materna esperienza osserva, sorride, consiglia. Qualche crosticina lattea che deve sparire, qualche pappetta prematura che è meglio evitare e sulle cartelle sanitarie si allineano le annotazioni che permettono di seguire la vita infantile nelle sue fasi di accrescimento. Le collaboratrici affiancano la dottoressa, accolgono le madri, compilano le cartelle e i buoni che il Fascio destina alle donne povere, assidue al Consultorio. Sui volti di tutte le mamme si accendono P orgoglio e P impegno di dare alla loro terra, alla Patria, una nuova vita sana, certezza del domani. Ornella Puglisi II controllo del Partito su/ mercato cittadino Con P istituzione del mercato all'ingrosso di Capodistria cui devono convergere tutti i prodotti della terra della nostra regione, è stato risolto l'annoso problema dell'approvigio-namento della nostra città che spesse volte mancava di qualche prodotto perchè la totalità delle derrate era stata trasportata in altra provincia. Ora invece tale questione non ha più ragione di esistere. Il Partito a mezzo dei suoi organi di vigilanza, controlla tutto il mercato, facendo in modo che venga assicurata anzitutto la richiesta locale permettendo poi ai produttori di esportare dalla nostra provincia i loro ortaggi o le loro frutta dietro rilascio del permesso e del foglio di mercato. Squadristi e fascisti vigilano affinchè siano pienamente osservate tutte le ordinanze in materia annonaria deliberate dal Consiglio Provinciale delle Corporazioni o dagli organi competenti del Partito. Come i cittadini hanno spesso osservato in questi ultimi tempi, il fabbisogno locale di prodotti ortofrutticoli, di combustibile ecc. è ora pienamente accontentato in modo che la popola/ione ne risente un maggiore benessere. Ogni cittadino che desidera conoscere i prezzi al minuto e all'ingrosso della giornata, fissati per disciplinare maggiormente la produzione e la compravendita, può consultarli in ogni negozio posto sotto il controllo del Partito. Infatti sono ovunque esposte delle tabelle a prezzi variabili da cui si può prendere visione del costo delle derrate. In questi giorni il Segretario Politico, sempre per seguire le direttive superiori in materia annonaria, ha convocato nella Sede del Fascio gli osti e i trattori e indi i produttori della zona, per esaminare con essi l'opportunità Hi diminuire i prezzi del vino al minuto e all'ingrosso. Tra le due categorie di lavoratori il Segretario Politico ha potuto giungere ad un accordo in modo che il vino ha diminuito sensibilmente il suo prezzo. Si è riunita spesse volte poi la Commissione prezzi per la deliberazione dei prezzi abbisognanti di variazioni riportati nel listino del Consiglio Provinciale delle Corporazioni. In ogni seduta si è cercato di apporre sempre variazioni in meno per andare incontro alla classe lavorativa. Per disposizione del Segretario Politico, ogni sabato le donne fasciste saranno al controllo nelle macellerie constatando che vengano sempre osservati il prezzo, il peso di carne dovuta ad ogni famiglia. Il Segretario Politico assieme ad alcuni squadristi h^ provveduto a fermare l'illecita attività di un forte produttore della zona che portava le uova di sua produzione fuori provincia con forte maggiorazione di prezzi. Le uova furono requisite dal nostro Fascio che ne fece poi un' equa distribuzione tra il popolo. Gita del Dopolavoro a Lubiana Il giorno 5 ottobre partiranno per Lubiana diversi treni speciali riservati ai dopolavoristi della nostra provincia e di quelle limitrofe. La gita del Dopolavoro è stata organizzata in occasione della Fiera di Lubiana: allo stadio del capoluogo della nuova provincia avranno luogo un saggio ginnico femminile e gare di atletica leggera. La squadra femminile di pallacanestro di Capodistria si incontrerà con una delle più forti compagini nazionali. Tutti i dopolavoristi che intendono partecipare alla gita possono assumere informazioni presso la sede dell' O. N. D. in Casa del Fascio. Direttore responsabile 11 Segretario Politico Bruno Boico