" /
L' ASSOCIAZIONE
per un anno anticipati f. 4.
Semestre e trimestrein proporzione Si pubblica ogni sabato.
I. ANNO.
Sabato 14 Novembre 1846.
M »O—Jf*.
M Sig. Zaccaria Maver
ROVIGNO.
Quando io veggo, Maver mio dilettissimo, affaccendati gli uomini a raccogliere notizie delle cose patrie, che sono o che furono, a divulgarle colle stampe, a ragionarvi sopra, a trarne conchiusioni di pratica utilità, il cuore mi si allarga, scorgendo che 1' amore di patria non è nome vuoto, e che vi sono ancora persone le quali desiderano il bene del prossimo, e procurano promoverlo; ma non posso comprimere la stizza quando vedo divulgarsi cose o non ponderate, o per non dire di peggio, e-spresse per sola smania di dire. Ho in mano un foglio « Sie ©egciwart » Nro. 259 e sto leggendo il mazzetto variato di fiori per l'antica storia di Trieste, di un triestino il quale per completare le notizie storiche di Trieste date nell'Sttuflrirte 3ei^un9 di Lipsia Nro. 173, ci racconta (crediamo ingenuamente) che Trieste fu fabbricata 278 anni dopo il diluvio, 1364 anni prima di Roma, 2121 anni prima di G. C. N. S., per ordine dato da Cotlin, nipote di Noè, a Carnio; che ebbe allora il nome di l'ago Comico .... che S. M. Norizio re di Germania la distrusse ......ed altre siffatte coserelle, stampate nel 1846,
delle quali però io non voglio attediarla. Bensì in tutta confidenza le parlerò di altra cosa che tocca Trieste.
In un opuscolo uscito in Venezia nel 1844 e divulgato assai per la provincia, diretto ad illustrare gli acquedotti antichi dell' Istria, e ad indicare il modo di scoprire due antichi acquedotti triestini, l'uno dei quali fu ristabilito nel 1749 (mille settecento quarantanove), l'altro fu minutamente descritto nel 1823; in quest'opuscolo io leggeva per riguardo al dispendio di costruzione di acquedotti il seguente passo:
« Il dispendio è forte, ma il bisogno è di necessità « imperioso. Tutto si ottiene, quando si affratellano 1' a-<c more del pubblico, il patriottismo, ed il buon volere in « una città di cittadini zelanti, emporio di commercio, e « di un vistosissimo reddito municipale. Con maggiore « dispendio Qdi fui. 806,027) fu eretto il superbo Terge-« steo, forse unico in Europa, che tanto distingue ed ab-« bellisce la bella Trieste, e non dubito punto che si ve-« rificherà un' impresa di tanto interesse, e di somma <c ed eterna importanza ».
L'autore di questo opuscolo dichiarava di averlo scritto — « per offerire anch' io il mio obolo alla bellissima città di Trieste nell' imperioso bisogno, eh' essa contempla, delle acque » — obolo che certamente non doveva essere metallico, ma di esperienza, di sapere.
Nel leggere e rileggere siffatto opuscolo per conoscere lo scopo che l'autore si era prefisso, non mai potei comprendere perchè si annunciassero come scoperte da farsi quelle che erano già fatte e note per le stampe da tanti anni; nè potei comprendere perchè parlando alla città di Trieste si citasse per sprone di esempio 1' edifizio del Tergesteo, alzato da private persone, per uso privato, e non si ricordasse 1' edifizio del nuovo ospedale, costrutto coi danari del comune, per uso pubblico, e ciò che torna di encomio, per soddisfare al debito evangelico di carità del prossimo, per soccorrere al poverello, lo non vado a chiedere ai proprietari del Tergesteo quanto abbia loro costato quell'edifizio, chè degli affari economici di private persone non ho curiosità, e se lo sapessi, lo tacerei, riguardando per dovere di non parlare degli affari altrui; non cerco di sapere cosa abbia costato al comune quell' edifizio, sebbene sieno cose che tornerebbero ad onore del comune, e sieno veramente cose comuni; però io penso che 1'edifizio da per sè solo basti per parlare agli occhi corporei. Imperciocché il fabbricato principale, ciò che costituisce 1' ospedale dei poveri, è e-difizio di cui l'un lato misura in lunghezza 101 tese viennesi, l'altro 75, e l'area abbracciata da questo edifizio non è minore di 7500 tese viennesi, eguali a 4 iugeri e 3/i austriaci ; superficie che è maggiore di quella occupata da Umago (6400 tese) il quale conta oltre i 1000 abitanti; superficie che è la metà dell'area di Cittanova. 11 giro dell' ospitale per poco non è mezzo miglio di misura romana o nostra volgare, e non vi sono meno di 3000 tese viennesi quadrate di superficie coperta da fabbricato.
Ed il tempio di S. Antonio, eretto a tutte spese del comune, è tale che non cede per dispendio al Tergesteo.
Nè potei comprendere per quale motivo si annunciasse colle stampe, specialmente in quei tempi (nel 1844), che i redditi municipali della città di Trieste erano vistosissimi, e si adoperasse questa parola di vistosissimi, allorquando si parlava di fni. 800,000 da erogarsi per la conduttura dell' acqua da S. Canciano, quasi vi fossero sopravanzi tali che, bene avvertiti, basterebbero a sopperire la spesa. Non posso persuadermi che 1' autore di quel-F opuscolo abbia parlato senza cognizione delle cose, perchè se dell' acquedotto e del modo di scoprire la sorgente se ne erano pubblicate notizie vent' anni prima eh' egli il facesse, ed erano a portata di tutti, le finanze del comune di Trieste non erano un mistero perchè ne aveva dato lo specchio a stampa il de Brodmann nelle sue Memorie (Venezia 1821) assai dettagliato e credibile;
ed i cangiamenti avvenuti dopo il 1821 erano facilmente noti in un comune che non è dei massimi, in una città nella quale il reggimento pubblico non ha fatto misteriosità delle sue operazioni, ed è ognuno a portata di saperlo : e ciò anzi a mio vedere ridonda in lode del pubblico reggimento. Per quanto io pensi, non so arrivare al motivo dello spargere voce che i redditi municipali erano vistosissimi, di spargere questa voce mentre allora appunto i progetti per le acque erano in discussione, e che altra volta non giunsero a maturità eziandio per la questione economica. Appunto in quel torno di tempo Sua Maestà accordava al comune di Trieste il diritto di spro-priazione per la costruzione di un acquedotto.
Comunque sia, 1' autore di quell' opuscolo avrà avuto le sue ragioni di spargere quelle voci; però com' esso straniero assai alle cose nostre, ha voluto recare un suo obolo - non sappiamo poi di quale vantaggio per Trieste-,
10	non posso adattarmi a quella sua sentenza, in qualunque modo si facesse poi a sostenerla.
Sì, la cassa civica di Trieste ha un introito annuo di un milione di fiorini, traendolo dal dazio vini per 650,000 fni.; dal dazio carni per 117,000 fni.; dall'imposta diretta per fni. 177,000; da balzello sulle vetture e sui carri per 50,000 fni.; da licenze di mercato, di macellazione, di caccia e simili, da tasse di seppellimento, per 11,000; da locazioni civili per 30,000; da censi e livelli per 8000 fni., e da altri titoli minori che non saprei indicare o perchè incerti, o perchè di varie minori categorie. E vero : il comune introita un milione di fiorini, ma non sono mica tutti danari suoi, chè anche lo stato ha i suoi diritti; e Trieste, talvolta invidiata da chi si appaga di parole, Trieste ha i suoi obblighi, e comunque sia affidata al comune 1' esazione di alcuni diritti erariali, non perciò cessa quell' antico : date Caesari quod est Caesaris. Ed io penso che nessun triestino crederebbe roba sua quello che incassa per conto altrui, e che nessuno vorrebbe dichiarare reddito del comune quel milione, del quale 570,000 sono danari dell'Erario; sicché non rimangono che 430,000; e di tutti questi il comune non ha mica la disponibilità. Perchè al comune è poggiato
11	carico (ed io direi ha 1' onorevole fiducia) di provvedere all'amministrazione politica, non già quella che è di polizia locale importante fni. 32,000 (ramo che per legge generale incombe ad ogni comune), ma quello di tenere magistratura che provveda al servigio di autorità politica di prima istanza e di giudicatura dei reati minori, e le spese dell' amministrazione, la quale intende anche alle cose del comune in oggetti economici, sono di fni. 80,000 circa, comprese le spese di cancelleria, di pigioni, di pensioni, di indennità. Ottantamila fiorini sono presto ripartiti; prenda lo stato personale degli impiegati civici, che è bello e stampato, e vi troverà: magistrato, procuratore civico, segretario, attuari, tesoreria civica, edilato, commissariato degli alloggiamenti militari, commissari annonari, commissari ai macelli, inspezione degli arresti, inspettore alla nettezza, inspettore alla illuminazione. Vi troverà il medico fisico, i medici e chirurghi, le mammane per i poveri; il visitatore dei morti. Vi troverà i capi delle contrade interne ed esterne, gli agenti comunali ecc. ecc.
Vi sono poi le spese di culto, concorrendo il co-
mune a sostenerne il dispendio con fni. 4000, perchè il comune ha la propria chiesa di S. Pietro, ha il patronato del duomo, ha il patronato di qualche chiesa nelle ville, rimunera il predicatore italiano, stipendia la cappella nel duomo, sostiene le spese della processione teoforica. Vi sono le opere pie con 116,000 fni., dei quali 86,000 e più vengono all' ospitale dei poverelli per gli infermi, per gli spossenti; vi sono poi le spese di educazione, le quali arrivano intorno a 70,000 fni. distribuiti fra accademia di commercio e di nautica, affitto del ginnasio , biblioteca petrarchesca, orto botanico, scuola delle arti, scuola d'agricoltura, museo d'antichità, tredici scuole popolari in città e nelle ville, che esigono 42,000 fni. Aggiungansi poi 30,000 fiorini per l'illuminazione della città, 4000 per le spese di tumulazione, 10,000 per la nettezza, 5000 per allontanare gì' incendi, 50,000 pel lastrico, 7000 per le prigioni, 1000 pel battaglione territoriale, 7800 pel teatro, 40,000 pei lavori ordinari di manutenzione delle case, delle strade, dei ponti, dei passeggi, dei fontanoni, dell' acquedotto (di quello restituito da Maria Teresa), delle cisterne nelle ville del Carso, aggiungasi qualche altra spesa minore di festività e simili, e vedrà che ben lungi dall' esservi questi vistosissimi redditi, la di cui scoperta è simile alle altre proclamate dall' autore di quell' opuscolo, non sarebbero sufficienti a bilanciare i redditi, se in ogni anno non vi fosse un sopravanzo derivante dai risparmi dell' anno precedente e da opere non potute eseguire. Non parlo all' aria: dico cose che tutti sanno, e che tutti possono verificare, non già con esame degli atti e de' conti, ma stando sulla piazza e facendo i calcoli sulle dita, colla scorta delle patenti, degli avvisi di concorso, e degli avvisi d' incanti e di appalti, che Ella può vedere sulle gazzette, e che sono più credibili che le ciarle fatte qua e là.
Allorquando usciva quell' opuscolo, si trattava della costruzione dell' acquedotto, si trattava dell' aumento di scuole, si trattava di costruire chiese, ed i più conoscevano ed applaudivano ai divisamenti. V'aveva chi pensava non essere Trieste,
Che il capo in Carso posa
E stende a Muggia il piè,
il paese cui sia indifferente, se al di là del ponte di Zaule (precisamente al di là della somma curva del
ponte), od al di là della colonne di......(non vorrei
dire di Nabrisina perchè è fuori del territorio), trovinsi provincie austriache; che anzi Trieste nella sua condizione di emporio austriaco e di città precipua del Litorale proteso dall' Isonzo alle Bocche di Cattaro, aveva debito di dare sviluppo a quella condizione in cui è posta, e di provvedere anche più che col bilanciare i redditi ordinari coi dispendi, di essere soddisfatta se non ispendesse un soldo più di quello che era in grado di spendere, di essere tranquilla in suo animo se soddisfasse ai bisogni crescenti col persuadersi di non averne i mezzi, non dandosi poi la briga di rintracciarne, siccome farebbe un piccolo comune di campagna. Trieste non è soltanto la città che tratta il commercio coli' Egitto, col Levante, col Ponente, coli'America e coli'Asia; ma va a formarsi città nella quale si concentrano i movimenti della spiaggia sopravento dell' Adriatico ; già
mercè i vapori la Dalmazia si unisce a Trieste, l'Istria comincia a dirigervisi, ed ai Dalmati ed agli Istriani non sarà più Trieste città straniera. Da 50,000 fora-stieri vengono in ogni anno in Trieste, e fra questi non van compresi quelli delle contermini provincie, e questi 50,000 non vengono già per ammirarvi le opere d'arte, o per godere i piaceri di società, od i frastuoni dei pubblici divertimenti, chè sulle dita possiamo contare quelli che vengono per 1' opera o pel corso ; ed il dirsi a noi che si viene per sì frivolo oggetto non è cosa che ci edifichi gran fatto; sono cinquanta mila che vengono per compiere, per avviare affari, per transitare più oltre; ed è pure debito di provvedere anche per le esigenze di questi, che ridondano in benefizio generale, quantunque non si possano sottoporre a censo, o fare che concorrano ai pubblici dispendi in proporzioni pari ai domiciliati.
Non è certamente vistosissimo reddito municipale quello che appena è sufficiente agli ordinari ricorrenti dispendi di opere e di istituzioni che sono avviate; e se a nuove instituzioni, a nuove opere vuoisi dare mano, è necessità il crearne dapprima i fondi. L'acquedotto romano di Montecavo, o quale altro nome gli si voglia dare, sarebbe stato restituito da lungo tempo, se nel 1836 il quesito pecuniario non vi avesse frapposto ostacolo tale che non potè allora venire superato. Nè credo si possa fare rimprovero delle cifre di dispendio, perchè mentre le opere pie sommano a 116,000 fiorini, il teatro non ne richiede che 7800; mentre 1'educazione costa 70,000 fni., le pubbliche festività richiedono 3000 fiorini, e questi pure applicati per la maggior parte ad opere di beneficenza.
La condizione di Trieste nell' Adriatico e per rispetto alle provincie marittime e le provincie più prossime al mare è tale che richiederebbe anzi un sopravanzo di rendita oltre i bisogni ricorrenti, oltre le esigenze indispensabili, per applicarlo a sostenere degnamente il rango che ha, o che è chiamata ad occupare in progresso di tempo, non per le materialità del vivere, non per supplire a quelle necessità che sono di ogni vivente; ma per provvedere ai bisogni dello spirito. Altrove torna facile il reggere le cose di comune perchè l'incarico si concentra più a conservare quello che è, ad impedire che deperisca, a togliere che le instituzioni di comunale utilità deviino, a dirigere verso uno scopo comune anche quelle instituzioni che di privata dotazione e diligenza, pure sono di utile e d' uso comune. Altrove la previdenza dei maggiori, la pietà di ripetute generazioni, la stabilità di doviziose famiglie, l'amore patrio rinnovato negli effetti in molte generazioni ha eretto edifizi, ha dotato stabilimenti, ha creato opere e luoghi pii, ha alzato templi, chiostri, ha disposto opere di comune utilità, ha fondato scuole, case d'educazione, ha lasciato monumenti che scuotono almeno 1' animo e Io dispongono all'ammirazione del bello e dell'utile, seppure non giungono a disporlo a farsene imitatore. Non mancava invero per 1' addietro Trieste di siffatte cose, ma che sono mai i bisogni, la pietà di una piccola città di 5 a 6000 abitanti, cui era dischiuso il commercio, di confronto ai bisogni di una città di 60,000 abitanti, emporio austriaco, porto dei precipui dell'Adriatico? di una città nella quale le generazioni sono nuove, instabili le fortune, non for-
mate le famiglie; d'una città che è nella vigorìa, nel-1' arditezza di un giovanotto il quale si dispone appena a divenire adulto; nella quale i pronti guadagni inducono a più pronto dispendio? Cosa sono mai le dotazioni di poche lire dei nostri antichi, gli scarsi edifizi di chiese, quasi nessuno di chiostri, il meschino patrimonio di qualche soppresso convento o confraternita, di confronto alle esigenze sempre maggiori dei tempi presenti ?
E solito l'uomo di prendere a base de' suoi giudizi quegli elementi che in sua gioventù ha appreso od ha veduto, e spesso nel frastuono della vita laboriosa non pensando che possa essere seguito cangiamento, li ritiene come posizioni invariabili. Ed io pure ingenuamente confesso che ricordando come a' miei tempi una sola era la scuola pubblica pel popolo, scarse le private;-nel veder repentinamente aumentare e le une e le altre, parevami cosa eccedente, non ricordando come a'miei tempi contasse la città 20,000 abitanti, e come allora si pensasse da molti, occorrere a persona destinata ad affari anche di rilievo, il leggere, lo scrivere quanto basta per segnare il nome, e sopratutto ed essenzialmente il fare conti, tenuta da molti per spregevole, per ridicola la coltura delia mente e dell' animo, quasi fossero vanità stolte di chi voleva figurar dotto.
Le chiese eh'erano cent'anni fa troppe forse (e dico così per ripetere soltanto ciò che 80 anni fa si diceva), erano scarse nella mia infanzia, venendone ad ognuna delle quattro, che dir si potevano pubbliche, da 5000 a-nime; ora più che 60,000 sono aggregate a queste quattro chiese, ed il bisogno della religione è più sentito dopo le vicende avvenute in sul cadere del secolo passato, in sul principiare' del presente, e la massa avveni-ticcia ha più che mai bisogno del culto.
Maria Teresa ha restituito 1' acquedotto di S. Giovanni, non già conducendo il fiumicello Starebrech che non esiste, nè aprendo le porte di ferro, delle quali non si è mai saputo chi abbia la chiave, ma sibbene raccogliendo in un solo conduttore piccole vene ; e l'acqua che sgorgò nella città intorno il 1750 parve opera stupenda tale da ornarne le fonti con gruppi di statue marmoree, e fu l'acqua anche distribuita perle case; ma la città s'estendeva allora da piazza al canal grande, dal mare a casa Ilierschel; non già che tutto questo tratto fosse coperto da case, ma non più di quest'area desi-gnavasi a città. Venga fra noi e vedrà le fistole di quest' acquedotto terminare soltanto in questo rione sulla piazza del Ponte rosso, sulla piazza della Borsa, sulla piazza maggiore, e per uso privato in poche case di questi dintorni, che non son già città, ma parte minima della città. Quell' acquedotto che parve miracolo cent' anni sono a 10,000 abitanti, dei quali appena 4000 attendevano al commercio, che parve miracolo alle poche barche, ai pochi navigli, ora ai 60,000 abitanti, ai 50,000 forestieri che transitano, alli 1500 bastimenti sembra ed è un campione di acquedotto, posto a provocare la sete piuttosto che ad estinguerla.
Ogni città bene disposta deve considerarsi come casa destinata ad uso di famiglia e devono le parti singole configurarsi a modo che per ogni uso della famiglia sieno adatte, e siffatta distribuzione è testimonianza di sapienza. La città di Trieste era completamente dis-
posta prima che venisse dichiarata porto-franco; anche dopo, quando vi si aggiunse la città fra il Corso ed il canale, anche quando fu preso a limite della città il torrente maggiore, quasi mura che la cingeva; ma questi limiti durarono breve tempo, nuovi rioni si protesero e verso i SS. Martiri, e verso 1' acquedotto, e verso Pon-dares, e verso S. Pietro od il Lazzaretto nuovo, per modo che quella piazza, la quale al cominciare di questo secolo stava al primo ingresso della città, era destinata a mercato delle legna eh' entrano per la via di terra, sarà presto nel centro della città, ed ottimamente serve ad erberia. L'estendersi dei caseggiati da ogni lato esige novelle distribuzioni, novelle opere, per servire a quei bisogni che provengono dal vivere sociale, dalle abitudini mercantili. La piazza maggiore che in ogni luogo, per piccolo che sia, è quasi pubblica sala da conversare, manca onninamente, ed è necessità adoperare per mercato quel largo il quale o tosto o tardi dovrà convertirsi in piazza. Non v' ha palazzo pubblico, non v' hanno luoghi sufficienti od adatti a mercato; non v'ha Campo Marzo nel quale la gioventù possa darsi ad ilari esercitazioni, il popolo raccogliersi a festività, od a spettacoli.
Se questi soli fossero i nostri bisogni, non credo che vi si potrebbe supplire con una somma eguale a quella che costò il Tergesteo, che temo sarebbe troppo scarsa, ma altri ve ne sono se non di si urgente, vitale necessità, certamente desiderali, certamente tali che nello svilupparsi e crescere di questa città diverranno necessari, indispensabili. So che qualcuno è pronto a dire: paghi la Cassa civica; ma questa è una cassa che bisogna riempirla perchè abbia danaro, chè il danaro già non vi cresce, ed il riempirla quando occorre è cosa da far nascere dolore di testa a chi è chiamato di pensarvi, è cosa che esige grande esperienza, grande perspicacia, grande prudenza. I miei compatriotti non sono avari, i miei compatriotti sanno molto bene che il denaro impiegato in opere di vantaggio pubblico vale assai più che il danaro chiuso nei cofani, e sanno molto bene vendere all'occasione, ed all'occasione prendere danaro da altri; i miei patriotti in ogni incontro che si trattò di opere pie, di opere di vantaggio comunale, hanno saputo mostrare intelligenza delle pubbliche necessità, e patrio a-more; ma tutti non sanno le cose, ed il dire pubblicamente che la città ha reddito vistosissimo e 1' accennare che con questo reddito si potrebbe dotare la spesa di un acquedotto, il dirlasi da chi si assume di voler dare un obolo alla bellissima Trieste, in verità è cosa tale che
se detta senza saperlo, è.....se poi con animo di....
Ma io le intenzioni le lascio a Dio, e voglio sempre sup-porle buone, e più in persona che dichiara di agire per impulso di patria carità; i fatti però non possono cangiarsi, nè possono tacersi, se inesattamente esposti.
Ella, mio caro Maver, che non nato in questa penisola l'ama come fosse sua terra natale, Ella non vorrà farmi carico se io le ho voluto mostrare che conosciamo le cose nostre; ma se le recasse noia tanta diceria, la getti da banda, e non faccia che essa pregiudichi all' a-micizia che mi professa, e di cui mi vanto.
Trieste, 14 novembre 1846.
Il Portolano del mare
ci' Alvise da Mosto, nobile veneto.
Nel secolo presente il Marieni pubblicava un eccellente portolano del mare Adriatico, a spiegazione della carta idrografica del medesimo mare, pubblicata dal governo Austriaco, opera che è certamente la migliore in questo genere che abbia prodotto l'ingegno umano.
Confidiamo che non sia per essere discara la pubblicazione del portolano dell'Istria quale lo dettò il celebre navigatore veneto Alvise da Mosto, perchè è altresì sussidio per la geografia dell'Istria nei tempi addietro. Lo pubblichiamo coli' ortografia dei nomi che sono nel testo ; altra volta daremo altri brani.
« Se vuoi saper quel che pertiene alla Pedottaria dell'Istria dalla riviera infin'alle Polmontore, et inlino al porto di Venezia, dirottelo tutto per ordine. — Sopra Polmontore fuora in mare è una secca, dentro ostro et si-rocco mig. 2 et vi sono passa 2 d' acqua dentro le due Polmontore è secco, tienti alla Polmontora grande, largo mezzo canevo, et anderai sicuro. Partendoti dalla Polmontore troverai Olmisiello largo migl. 4, dalle Polmontore, et poi troverai Olmo, largo da Olmisiello mig. uno e mezzo. Poi tu trovi Veruda, largo da Olmo mig. 2 ; va per la bocca da ponente, et anderai netto. Da Veruda à Tetelo mig. 2; va dentro per maestro, et è netto per tutto. Et da Tetelo à vai di figo mig. 3; va per levante, et anderai a Pola, et fa che il scoglio di S. Andrea ti rimanga da maestro. Da capo S. Pelegrin à Marcodena va dentro maestro et tramontana, et lascia Marcodena da tramontana, il Freo per mezzo, et anderai sicuro. Da Marcodena per maestro tu verrai à S. Andrea di Serra, et anderai netto da tutto. Da Marcodena per tramontana tu verrai la Fagiana, ivi è fondo di passa 6 in 7 d' acqua. Se tu vuoi andar da Brifoni, lascia due ponte, et và alla 3 et là trovi vai Zerma, ove è buon porto, et da vai Zerma per maestro tu trovi un freo, che ha nome Menor, et ha buon porto da ponente, et da levante; vuoisi intrar dentro da mezo giorno, et se volessi uscir da tramontana vi è una secca di pie 5 d'acqua, et non più. Da capo de' Brifoni per maestro tu trovi una secca entro ponente et garbin m. 2 larga, et vi sono pie 7 d' acqua, et puoi venir dentro Brifoni, et la secca, et an-deriane la maggior nave del mondo, et sappi che i scogli del capo di Pola sono tutti netti. Se tu venissi da levante per andare alle due Soror, guardati dal capo grosso, e non ti accostare a due Soror infin' a tanto che tu non sei per mezo quella da levante, et da quell'altra metti i provesi, et le ancore alla terra. Se tu volessi trovare la secca di due Soror melti la torre da Avora nel scoglio da ponente entro due Soror, et fa che il scoglio sia ben da parte di levante, et avanza Bagnuol in ostro, et S. Andrea di Sera in la staria, et sarai sopra la Secca, et se tu la vuoi scapolare, fa che tu ti scuoti Bagnuol da S. Andrea. Et se vuoi andare in Vestre fa la via di greco, et lascia il scoglio di scirocco, et anderai con ogni nave dentro. Se volessi andar a S. Andrea, non ti accostar al scoglio da ponente a'due canevi, et va a radente a i due scogli, che sono in la bocca di S.Andrea, et lascia i due da tramontana. Se tu volessi venir den-
tro da S. Andrea di Sera vien a radente al scoglio di S. Andrea, et lascia le due parti del Freo da tramontana infin' alla chiesa, et poi per il Freo per mezo fin che scapoli il scoglio picciolo.
« Se fossi al capo di Pola, et non potessi venir dentro da S. Andrea, va a radente il scoglio di S. Giovanni in Pelago, et lascialo da mezodì, ancora tu puoi andar dentro il scoglio piccolo, vuoi dentro o vuoi di fuora. Et se tu fossi a S. Andrea di Sera, et se volessi scapolar la secca de Orsal, metti Bagnuol in S. Andrea, et vien dentro per quel segno, che tu vedi Parenzo di fuora dalla ponta grossa, et poi va per mezo Parenzo, et anderai netto. E se tu fossi à S. Andrea diSera, et volessi scapolar la seca d'Orsal, metti la valle bianca, che è sopra il scoglio d'Orsal, et li albori nella Torre d'Or-sal, et metti Bagnuol di fuora da S. Andrea, et che S. Andrea ti rimanga da levante, et sarai suso la secca a porto. Partendoti da Ruigno per venir a Parenzo trovi due scogli che si dice Figarola, lasciali da garbin, et la è buon stacio. Partendoti dalle saline va poi dentro, et trovi un porto che ha nome S. Fele et ha una torre, et ha buon stacio. Partendoti da S. Fele per venir a Parenzo tu trovi un scoglio, che ha nome Conversato, lascialo da garbin. Se volessi venir dentro alla secca d'Or-sal, và largo da quel scoglio canevi due, et và a radente Orsal, et non ti accostare a radente il scoglio piano, che è due scogli, et se volessi andar di fuora dal scoglio piano, va largo un canevo, infino a fontana da pasi da garbin, et vieni a radente il scoglio da garbin insino a S. Fragilitade, et lascia i tre scogli di S. Fra-gilitade da garbin, et poi trovi un' altro scoglio che ha nome Mazzuccor et va a radente d'esso, et lascialo da greco, et anderai sicuro. Se tu volessi venir di là a Parenzo tu trovi un porto che ha nome S. Pietro Saverna; et se vuoi andar dentro S. Nicolò, et S. Rafael, metti il camin del Podestade entro del campani! di S. Moro, et vieni à radente la corona quanto tu puoi à salvamento se trovi con un'acqua coinunal pie due d'acqua, et se tu volessi andar, dentro da S. Rafael, et la Scavala, parti il Freo per mezo, e tu trovi un'acqua comunal che è piò 5; et se tu vuoi andar di fuora di S. Nicolò, va un canevo largo, et va tanto che tu scapoli il scoglio dalle Forche da levante, tanto che tu metti la chiesa, che è nel monte Talian nel campanil di S. Angiolo, et poi vieni per mezo Parenzo et se venissi per mezo il scoglio di Leno et Maranfo, parli il Freo per mezo, et anderai sicuro. Et se vuoi trovar la secca che è di fuora da S. Nicolò da levante dentro la Beccaria, metti la valle rossa in S. Angiolo che la vegna da tramontana, et facci un poco di calle, et sarai suso la secca pie 7 d'acqua. Partendo da Parenzo verso punta di Croce, ivi trovi una secca che tiene il scoglio dell'Asino in S. Rafael, metti la chiesa di S. Martin, che è in tramontana di Parenzo, ad una Nogara che è là, et sarai suso la secca, e se tu vuoi scapolare averti i segni che ti sono dati. Et venendo da Città nuova, tu trovi Vescovelli, fa che tu traghi S. Rafael di fuora dal scoglio, lasciala, et lascia una buona calle tanto che tu apri le punte di Cer-vere, et lascia tutti gli scogli da scirocco un canevo, et anderai in porto, et sta coperto un provese da levante.
« Partendoti da Cervere tu arrivi in questo che è buon
porto, et se tu ti vuoi metter da levante, passa la prima valle, et va all' altra che si chiama S. Andrea, vi sono passa 10 d'acqua. Se vuoi andar dall'altro lato verso città Nova mettiti alla pietra, che è alla ponta di Lice-do, et habbi à mente che non è se non passa due d'acqua, et partendoti da Licedo va largo un canevo. Da tutte le ponte infino a Castagnedo, ivi è Cittanuova. Partendoti da Castagnedo per venire verso Umago, tu trovi un porto che ha nome Dena, va largo dalla ponta, et la Torre tre canevi, infin'a tanto che tu apri bene il porto, et metti la valle rossa dentro il scoglio, che è da greco, et va dentro il porto per quel segno, et metti i provesi da levante et vi sono da passa 5 in 6 d'acqua. Et partendoti da Dena verso Umago, tu trovi un porto che ha nome S. Lorenzo, va per la cominciera, et li è tutto netto. Et partendoti da S. Lorenzo tu trovi Umago, et se vuoi andar dentro il scoglio, metti la Nogara che ò entro la valle entro la chiesa che è suso il monte, et ha un scoglietto dentro il porto, et metti provesi dentro alla cittade, et le ancore alla tramontana et lì trovi passaci d'acqua ». —
Geografia ecclesiastica.
(continuazione)
Diocesi di Veglia.
Decanato di Veglia.
Parocchie :
Veglia..........Anime 1292
Convento dei PP. Francescani illirici
del III ordine. Monastero di Benedettine.
Comichia, Curazia.......368
Monte, Curazia........295
Poglizza............586
S. Fosca, Curazia.......467
Convento di S. Maria di Capo dei PP. Francescani illirici del III ordine.
Ponte, Curazia........1024
Convento di Cassione dei PP. Minori Osservanti.
Anime 4032 Vicariato foraneo di Verbenico.
Verbenico.........Anime	1700
Besca..........................2333
Valle di Besca..........752
Besca vecchia, Curazia .....307
Anime	5092 Vicariato foraneo di Dobrigno.
Dobrigno.........Anime	2427
Castelmuschio..............1335
Micoglizze, Curazia ......434
Dobasnizza...........1469
Convento dei PP. Francescani illirici del III ordine.
Anime 5665
Vicariato foraneo di Ossero.
Ossero..........Anime 859
Convento dei PP. Minori osservanti
in Nerezine. Convento dei PP. Francescani illirici del III ordine in Yiaro.
S. Giacomo, Curazia......128
Ponta Croce, Curazia ......113
Bellei, Curazia........162
Ustrine, Curazia................94
S. Giovanni, Curazia......161
Unie, Curazia.........346
S. Martino in Valle, Curazia ... 298 Convento dei PP. Francescani illirici del III ordine.
Anime 2161
Vicariato foraneo di Clierso.
Cherso..........Anime 4447
Convento dei PP. Minori conven-
tuali.
Monastero di Benedettine.
Caisole.............528
Lubenizze............354
Vallon Buschieva, Curazia ....	172
Dragosichi, Curazia.......269
Convento dei PP. Francescani del III ordine in Faresina.
Orlez, Curazia........240
Vrana, Curazia........108
Anime	6118
Vicariato foraneo di Lossin piccolo.
Lossin piccolo.......Anime	4872
Lossin grande..............2368
Sansego, Curazia.......994
Chiunschi..........419
Anime	8653
Questi decanati sono entro il territorio della provincia del Litorale, e propriamente formano le due antiche diocesi di Veglia e di Ossero. Vi ha il territorio di una terza diocesi, quella di Arbe, la quale oggidì soppressa, è incorporata al vescovato di Veglia; però è situata entro il territorio della Dalmazia e forma un Provicariato. Anche di questo daremo le indicazioni.
Avvertiamo che le cifre delle anime sono il risultato di numerazione fatta in sul finire del 1844.
Provicariato di Arbe.
Arbe..............Anime 1120
Monastero di Bendettine. Monastero di Francescane del III ordine.
Loparo................650
Anime 1770
Parocchje: Riporto Anime	1770
Novaglia............846
Valle di S. Pietro, Curazia ....	672
Mondaneo, Curazia.......410
Kaplak, Curazia................96
Bagnol...........362
Barbado...........448
Campora..........435
Ponta Leoni, Curazia......130
Convento di Minori Osservanti in Campora.
Anime	5169
La diocesi di Veglia numera .... Anime	36,890
entro il territorio del circolo d'Istria . .	31,721
Antichità.
Nella scorsa settimana aprendosi un canale che dalla piazza del duomo mette all' antico episcopio , ora manicomio, fu toccato il muro di cinta del campidoglio romano di Trieste, grosso più che per una tesa viennese, il quale attraversa la piazza in linea retta partendo dalla casa nel predio l'illepich, e si dirige al sito ove già stava grandissimo Lodogno o Celti australe, il quale delle sue ombre copriva tutto il sacrato del duomo, il campanile e la facciata della chiesa. Questa stessa muraglia continua presso alla sala delle sezioni anatomiche e fu veduta or sono pochi anni, però in gran parte denudata di quella pietra riquadrata che la rivestiva. Le speranze di ricupero di qualche monumento andarono deluse del tutto ; nemmeno cocci letterati ebbero a rinvenirsi.
Fuori del recinto del campidoglio sulla china verso 1' odierna città si toccò il masso naturale, e (cosa singolare) artifizialmente abbassato verso le mura del campidoglio quasi fossa. Si ebbero più cose indifferenti, un brandello di semi-colonna, nella facciata piana della quale sta incisa l'imperfetta leggenda :
///UBI/// ///RIDIN/// BARBIVS • E////
CHARISTVS CVM • SECVND • PAT
Le lettere accennano a tempi di decadenza; la N e la D dell' ultimo verso sono in nesso, e sembra che la pietra originariamente destinata ad essere mezza colonna poggiata a parete, servisse poi ad incidervi leggenda. La quale indica chiaramente la condizione libertina di questi Barbi, che potrebbero provenire dalla stessa famiglia e-rile di quelli di cui leggonsi i nomi sugli stipiti della porta del duomo. Abbiamo letto spesso il nome di Barbio su mattoni nostrani antichi, ed anzi sembra di questo stesso Barbio Eucaristo.
BARBI • L • L • EV/// - L • BARBI • L -F - Q • BARBI • L • ///
Stima censuaria.
Distretto di Capodistria.
Antiniano .
S. Antonio
Boste .
Carcauzze
Capodistria
Castabona
Covedo .
Crestogliano .
® 'Ducaina
S ( Gason . fi
9 -
cs
H
Risano
■
ri e fi
Cerusol Soliunz
Odorico
Lazareto o Lonche . Maresego Monte . Pomiano Popechio Rosariol Trusche o < Xaxid . Bagnoli o Borst . Cernical Cernotich Dolina o S Draga . Gorzana Occisla . Mascoli o Prebeneg Presniza . . . S. Giuseppe . . \ S. Servolo / Caresana 1 Gabroviza \ Monti . Ospo Plavia . Vescovato Valle . Muggia .
Somma .
Superficie
Iugeri kl. Q
829 1232 1636 1098 71 1841 2194 1112 971 635 6339 811 1862 1244 1720 1680 927 2934 2078 870 387 440 1484 991 1354 1683 2730 214 2958 306 1269 499 453 896 1063 1112 1665 1508 1033
Stima Censuaria
fior. car
! 1013 11418 ! 845 1279 1072 | 368 ! 944 113 1423 1457 1185 1448 398 952 621 817 69 389 961 857 945 449 581 228 676 616 362 638 1067 788 124 569 1447 1128 1387 432 1549 1232 339
1406
2280 2614 3742 306 3303 2647 1215 3940 1890 25181 1169 3802 3071 3073-1401 1846 4130 1874 3514 1220 1103 914 3955 1266 1950 2759 741 3024 1901 1179 1765 1011 1864 3259 3623 5091 5172 2621
58
22
5 47
40
4 42
1
36 17
6
5 2
•35 50 39
3 24 15 28 31 47
4 54
37 45
15
41 14
16
6 45
3 19 1
14
3
53
53949 186 1168371 27
Distretto di Pirano.
Superficie
Iugeri kl. □ fior.' | car
Stima Censuaria
.Pirano . . . Salvore . . ' Castelvenere . (Isola . . . ) Corte d'Isola |Padena, S. Pietro della Matta . . . .
Somma . .
5186 2828 3647 3885 1183
2165
598	38079	26
1170	6997	56
1438	6458	56
1303	18889	10
1272	4251	46
395	6304	9
1376	80981	23
Distretto di Buie.
Superficie
Iugeri j kl. □ fior. | car.
Stima Censuaria
Buie.....
Momiano .... Merischie. . . . Berda con Sorbar. Crassiza .... Tribano .... Carsette .... Grisignana . . . Villanova.... Piemonte.... Castagna .... Sterna .... Cuberton .... Umago .... Pelrovia .... S. Lorenzo . . . Materada.... Cittanova.... Verteneglio . . .
Somma .
3512 2115 1195 1774 2567 616 1855 4536 2473 2862 681 1857 1499 5608 1121 2415 1627 3886 4064
839 282 809 1255 906 749 245 951 1519 1315 442 1371 469 106 979 214 972 54 752
16578 4171 2247 2215 5879 1041 3143 9157 4647 6012 1568 1812 1658 14840 4775 5159 5351 12459 12043
30
57 23 16 28 32 56 54 52 11 20 42 20 51 47
58 41 38
3
46271 1429 j 114766 19
Distretto di Pisino.
	Superficie		Stima Censuaria	
	Iugeri	kl. □	fior.	car.
Antiniana ....	4330	160	8343	33
Bottonega ....	832	430	869	51
Cascierga ....	1745	243	1500	38
Cerouglie ....	934	717	1283	15
Chersicla.....	1022	207	1362	55
Gherdosella ....	1935	1061	2066	49
Gollogorizza . . .	2495	119	2220	40
Lindaro .....	3908	1170	4304	17
Novaco .....	2860	237	3887	6
Pisino ......	8197	1240	13560	18
Szamasco.....	686	1368	878	56
Sarez : .....	1039	1369	1299	27
Terviso.....	2680	486	3642	2
Vermo.....	2603	1425	3690	32
Coridico.....	2817	1038	5171	8
Gemino.....	12041	1163	16126	44
S, Ivanaz.....	2265	599	2402	13
Kreuzerbrech . . .	336	759	583	44
S. Pietro.....	2457	1225	3962	53
Cherbune.....	877	736	1221	4
Pedena .....	6548	658	10518	10
. Tupliaco.....	790	114	2187	19
Galliniana ....	8201	11	8490	40
Scopliaco.....	' 656	649	575	24
Somma . .	72264	1174	700149	38
Colonie austriache alle Indie..
Negli ultimi anni dell' impero di Maria Teresa fu avviato uno stabilimento austriaco sulle coste orientali dell' Africa nel paese Delagoa sotto il grado 25, minuti 58 di latitudine meridionale. In un' isola vicina all' imboccatura del fiume dello Spirito Santo in un seno di mare lungo 18 leghe fra terra fu avviato uno stabilimento, trasportandovi coloni.
llyder Ali cedette a Giuseppe II due estensioni ri-
Osservazioni meteorologiche fatte in Parenzo alt'a
Mese di Oi
levanti di terreno sulla costa del Malabar, 1' una situata nel regno di Canara, l'altra sull' isola di Balliapatnam.
Neil' anno 1778 i due legni imperiali Giuseppe e Maria Teresa, usciti da Livorno, presero possesso in nome dell'Austria delle quattro isole nicobariche Nanka-veri, Surri, Irikute e Katechiout, poste fra l'ottavo e nono grado di latitudine nel golfo di Bengala, le quali avevano 2000 leghe □ di estensione, e poche migliaia di abitanti.
(Dalle memorie del de Brodmann)
izza di i 5 piedi austriaci sopra il livello del mare. ibre 1846.
1 o «s g c M 5 E «o .2 o o N	Ora dell' osser-	Termometro R		Barometro			Anemoscopio	Stato del Cielo	» Ì B c M S O O N	Ora dell' osser-	Termometro R		Barometro			Anemoscopio	Stato del Cielo
OŠ ? T3	vazione	Gra.	Decimi	follici	Li-nce	Decimi			i- si «U !» T3	vazione	tira.	Decimi	Pollici	Linee	Decimi		
Ottobre 1	7 a. m. 2 p. m. 10 „	!14 16 117	8 7 0	27 27 27	8 8 8	8 8 8	G. Levante detto Levante	Pioggia detta detta	Ottobre 17	7 a. m. 2 p. m. 10 „	15 17 16	8 8 3	27 27 J 27	10 10 11	5 5 0	Scirocco detto Levante	Nuvoloso detto detto
2	7 a. m. 2 p. m. 10 „	14 13 14	6 4 5	27 27 27	8 9 9	9 0 0	Levante Greco Levante	Nuvolo Pioggia detta	18	7 a. m. 2 p. m. io „	15 18 15	4 8 0	27 27 27	11 11 11	0 0 0	L. Scirocco Scirocco Levante	Nuvoloso detto detto
3	7 a. m. 2 p. m. 10 „	14 16 14	0 8 6	27 27 27	9 9 9	0 0 2	Levante Ponente Levante	Nuvolo Sole e Nuvolo Nuvoloso	19	7 a. m. 2 p. m. 10 „	15 16 16	1 4 0	27 27 27	11 11 11	0 0 0	Levante Calma Levante	Nuvoloso Poche gocce Nuvoloso
4	7 a. m. 2 p. m. 10 „	14 16 14	5 8 7	27 27 27	9 9 9	2 | 2 2 1	L. Scirocco Scirocco detto	Nuvoloso Poche gocce Pioggia	20	7 a. m. 2 p. ni. 10 „	14 16 13	1 2 8	| 27 ! 37 ; 27	10 10 10	1 1 1	i L. Scirocco Maestro Levante	Nuvoloso Sole e Nuvolo Semisereno
	7 a. m.	14 16 14	9 9 6	27 27 27	10 10 10	0	Levante	Sole e Nuvolo	21	7 a. m.	12 16 13	2	27 27 27	10 10 9	2 0 5	Levante 1 Ostro | Levante	Nuvolo
5	2 p. m. 10 „					5 5 1	Scirocco Levante	Nuvoloso		2 p. m. i io „ 1		b 1					Pioggia, lampi e t lieo) Nuvolo
G	7 a. m. 2 p. m. 10 „	15 18 15	7 2 3	27 27 27	10 11 11	5 I 2 8 |	Scirocco Ponente Levante	Pioggia Sole e Nuvolo Nuvoloso	22 j	7 a. m. 2 p. ni. 10 „	13 13 13	0 4 1 0	27 27 27 |	9 9 9	4 ; 4 4 |	0. Scirocco detto L. Scirocco	Nuvolo Poca pioggia Nuvolo
7	7 a. m. 2 p. m. 10 „	14 17 14	8 4 8	27 27 27	11 11 11	8 6 6	Levante Ponente Levante	Nuvoloso Sole e Nuvolo Nuvoloso	23 |	7 a. m. 2 p. m. io „	12 14 13	3 7 |	27 27 27	9 9 .9	4 I 2 o I	Levante 0. Scirocco L. Scirocco j	Nuvolo P ioggia Pioggia, lampi e tuoni
8	7 a. m. I 2 p. m. 10 „ 1	14 15 13	8 6 8	27 27 27	10 11 10	8 1 0 1 2 j	Levante Ponente G. Levante	Nuvoloso Nuvolo Pioggia	24	7 a. m. 2 p. m. 10 „	14 13 12	6 8 2	27 27 27	8 8 8	8 6 6	Levante L. Scirocco detto	Nuvolo Gr. piogg.,Umpl e tao. detto
9	7 a. m. 2 p. m. 10 „	13 16 13	;> 3 1	27 27 27	10 11 11	0 0 0	G. Tramont. Tramontana G. Levante	Semisereno detto Sereno	25	7 a. m. 2 p. m. 10 „	12 12 11	2 8 2	27 27 27	9 9 9	0 0 0	0. Scirocco detto L. Scirocco	Nuvolo detto Pioggia
10	7 a. m. 2 p. m. 10 „	11 15 12	6 4 2	27 27 27	11 11 11	6 6 6	G. Levante Maestro Levante	Sereno detto detto	26	7 a. m. 2 p. m. io „	10 12 10	8 1 8	27 27 27	9 8 10	4 4 0	L. Scirocco Ostro L. Scirocco	Pioggia Nuvolo Pioggia
11	7 a. m. 2 p. m. 10 „	12 16 13	0 2 0	27 27 27	11 11 11	6 6 3	Calma Maestro Levante	Semisereno detto detto	27	7 a. in. 2 p. m. 10 „	10 11 10	0 6 0	27 27 27	10 10 10	2 6 6	L. Scirocco G. Levante	Nuvolo Pioggia
12	7 a. ni. 2 p. m. 10 „	13 16 13	0 0 0	27 27 27	10 9 9	8 6 0	G. Levante Scirocco Levante	Sereno Nuvolo Pioggia	28	7 a. m, 2 p. m. io „	9 12 11	0 0 0	27 27 27	11 11 11	8 8 8	Levante Greco Levante	Nuvoloso Sole e Nuvolo Nuvoloso
13	7 a. ni. 2 p. m. to „	12 15 14	8 0 1	27 27 27	9 9 9	0 2 2	Garbin detto Levante	Nuvoloso detto Poche gocce	29	7 a. m. 2 p. m. 10 „	11 14 12	4 5 5	27 27 27	11 11 11	8 2 2	Levante detto detto	Nuvoloso Sole e Nuvolo Nuvoloso
14	7 a. m. 2 p. m. 1 io „	U 15 U	6 1 8	27 27 27	10 10 10	2 2 0	Levante Ostro Levante	Sole e Nuvolo detto Nuvoloso	30	7 a. m. 2 p. m. 10 „	11 11 11	8 8 8	27 27 27	11 10 10	0 8 8	Levante Maestro Levante	Poche gocce Pioggia detta
15	7 a. m. 2 p. ni. 10 „	11 14 14	6 8 2	27 27 27	8 8 8	8 8 8	Levante Maestro Levante	Nuvoloso detto detto	31	I 7 a. m. 2 p. m. 1 io „	10 12 11	7 0 1	27 27 27	11 11 111	9 9 9	Calma Maestro I G. Levante j	Nuvoloso Sole e Nuvolo Nuvoloso
16	] 7 a. m. 2 p. m. 1 io „	13 15 14	6 8 6	27 27 27	9 9 9	0 0 0	Levante Ostro | Levante	Sole e Nuvolo detto Nuvoloso							Gio	Andrea Zuliani.