ANNO XXVIII. Capodistria, 16 Gennaio 1894. N. 2 LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3: semestre e qua-irifnefltre ili proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la fi'« lazi une. Dieta Provinciale Prima seduta. — Parenzo, 3 gennaio 1894. Presenti: Il Capitano provinciale cav. Matteo Dr. Campitelli. L' i. r. Consigliere di Luogotenenza Alessandro Cav. Eluschegg, quale commissario governativo; 18 Deputati. Aperta la seduta alle ore 12, il Capitano provinciale tiene il seguente discorso : "Onorevoli signori Deputati. Lieto di rivedervi in quest' aula, dove veniste dalla Sovrana parola convocati all' ordinaria sessione annuale per trattare degli interessi dell' amatissima nostra Provincia, io vi porgo il cordialissimo' mio saluto, unendovi i migliori auguri per l'anno testé iniziato. Oltre quindici mesi sono trascorsi dall' ultima brevissima sessione, la quale d'altronde, nella sua brevità, deve pur aver lasciato in tutti, che sono compresi dalla maestà e decoro della px-ovinciale Rappresentanza, penosa impressione. E la brevità appunto della medesima causata dall'inopinata convocazione e dalla stagione impediente 1' allontanamento dalle proprie aziende private, nonché la straordinaria lunghezza del periodo interposto, indipendentemente eziandio da altre circostanze, accumularono una mole d'affari per la presente sessione, il cui programma io avea già sommariamente tracciato nel mio discorso di chiusa della passata, preannunciando 1' importanza della successiva, quantunque ne sperassi prossima la convocazione. Gli è perciò che devo fare calcolo sull' assidua vostra diligenza per portare a compimento i molti oggetti che vi verranno presentati, vari dei quali, il progetto della ferrovia, l'affare delle tasse scolastiche, quello della riorganizzazione degli uffici provinciali ed altri, esigono profondo ed accurato studio, quantunque la Giunta siasi data ogni possibile premura per convenientemente apparecchiarli e corredarli. Se poi il compito precipuo per uno studio approfondito è serbato alle commissioni che sarete per nominare ; siccome è in seno alla Dieta che tutti gli oggetti vanno discussi e deliberati, così mi lusingo Articoli comunicati d'intere»«e generale «i ttempano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — 0« numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. che tali discussioni verranno fatte con quella serietà di propositi, che sono richiesti dalla maestà e decoro della Camera e dalla importanza degli oggetti nell' interesse generale del Paese. Quantunque di gran lunga scemata nelle sue forze ufficiose, la Giunta provinciale ha non solo compiti gli affari di sua ordinaria gestione, ma ha adempiuto a tutti gli incarichi dietali Nel mentre poi il completo assettamento delle forze officiose mediante la riorganizzazione proposta, in seguito ad incarico dietale, e che non dubito approverete, la porrà in grado di fungere in avvenire completamente il proprio mandato, assecondando eziandio pienamente i desideri ripetutamente espressi in qStó'aula, coli'estrinsecate la propria attività estesamente al difuori dell' ufficio e presso le amministrazioni locali; la determinazione che la Dieta abbia ad essere convocata normalmente ogni anno a sessione ordinaria ed in un' epoca fissa, che ne agevoli a tutti il concorrervi assidui e non preoccupati, — su di che sarete pur chiamati a pronunciarvi, — renderà in avvenire possibile un migliore e sistematico ordinamento nella relazione, eh' è chiamata a darvi sulla propria attività ad ogni sessione la Giunta, agevolandone alla Dieta la conoscenza per materia e quindi il sindacato. Purtroppo, uno dei nostri importanti Comuni, quello d'Isola, si.vede ormai tolta dalla filossera, da cui non seppe a tempo premunirsi, la quasi totalità delle sue viti, e quindi, per qualche anno, il precipuo suo prodotto. Forse ancora nell' attuale sessione sarete chiamati a provvedere, in base alla Legge, per concorrere al ripristinamento dei vigneti in quel territorio, essendo il relativo operato già abbastanza avanzato. La filossera poi progredì anche quest' anno, invadendo lo stesso territorio di Parenzo. Non vi ha però motivo d' allarmarsi soverchio, chè il disastro d'Isola non avrà sicuramente a ripetersi, mercè specialmente gli studi del nostro Istituto agrario e le disposizioni di questo e del Consiglio agrario, purché, siccome non è a dubitarsi, e ne danno prova i territori di Capodistria, Pirano e Buje, i possidenti vogliano a tempo provvedervi. Ad onta del propagarsi della filossera però, la produzione del vino aumenta in modo da superare ogni previsione. Quest' anno infatti l'Istria produsse ben 700,000 ettolitri di vino. Fu questo prodotto eccezionale, che sopperì in gran parte alla diffalta, per la straordinaria siccità, degli altri prodotti del suolo, come pure die splendida sanzione alle previsioni con serenità di mente fatte all'occasione del nuovo trattato di commercio d' Italia. Sennonché questa produzione ha ornai raggiunto tali proporzioni, da esigere seri studi per trovare smercio in piazze diverse da quelle in cui gli era finora assicurato, e ciò con un confezionimento corrispondente. Di tali studi pure si è occupato e si occupa il nostro Istituto agrario, e con ottimi risultati, come avrete pieno agio di sincerarvene durante la sessione. L'Istria, appunto per l'amentata produzione del vino, ha attraversato in questi ultimi anni un periodo di relativa prosperità. Ed oh ! quanto di maggior bene avrebbe acquistato materialmente e moralmente il paese, se in questo periodo avesse continuato a regnare 1' antica concordia fra campagna e città ; concordia consigliata dai comuni interessi senza lesione dei diritti, senza rinuncia ad aspirazioni, ma con quel individuale sacrificio eh' è imposto dal bene comune ; concordia al cui raggiungimento dobbiamo tutti cooperare, assecondando le paterne intenzioni del Sommo Imperante, il quale assiduamente s'interessa alle cose nostre, come Si degnò manifestarmelo quando Gli umiliai il mio omaggio nell' ultima mia missione a Vienna, assicurando alla Provincia nostra la Sovrana Sua grazia: ed è inneggiando a Lui con sentimento di leale sudditanza che io Vi invito ad iniziare la nostra attività parlamentare. Viva l'Augustissimo Imperatore Francesco Giuseppe I.„ I Deputati ripetono l'Evviva. II Capitano provinciale dichiara, in nome di S. M. l'Imperatore, aperta la sessione, e presenta l'i. r. Consigliere di Luogotenenza Alessandrocav. Eluschegg, quale delegato commissario governativo alla Dieta provinciale. I Deputati della minoranza abbandonano la sala. II signor commissario governativo saluta la Dieta in nome dell' imperiale Governo. Non essendo più la Camera in numero legale, il Presidente leva la seduta — ore 121/4— riservandosi di comunicare in tempo utile ai signori Deputati il giorno, l'ora ed il programma della prossima seduta. Seconda seduta. — Parenzo, 8 gennaio 1894. Presenti: Il Capitano provinciale cav. Matteo Dr. Campitelli. L'i. r, Consigliere di Luogotenenza Alessandro Cav. Eluschegg, quale commissario Governativo. 17 Deputati. Aperta la seduta alle ore 12, e rimessa alla prossima la lettura del protocollo della precedente l'onor. Bartoli presta la solenne promessa a tenore del regolamento. Il Capitano provine, commemora il decesso degli onorevoli deputati provinciali mons. Ferretich vescovo di Veglia e Francesco Sbisà invitando la Camera ad esprimere il suo cordoglio mediante alzata. I deputati assorgono dai seggi. Si passa all'ordine del giorno. Ad I. Il Presidente fa le seguenti comunicazioni: Disposto avendo il Reverendissimo Ordinariato vescovile di Parenzo per la celebrazione di un ufficio divino nell'occasione dell'apertura della Dieta, la Px-esidenza gli ha presentato i dovuti ringraziamenti. Gli on. de Franceschi, Martinolich, Stanger, Marinoni e Babuder hanno scusato il loro non intervento alla prima seduta. Mons. Glavina, vescovo di Trieste-Capodistria, ha annunciato di essere impedito d'intervenire alla sessione dietale, per urgenti affari del suo ministero ; e così pure l'onor. Giov. Augusto Wassermann per causa di malattia. L'onor Dr. Stanger con lettera odierna partecipa di essere ammalato. L'onor. Martinolich si è del pari annunciato impedito per l'odierna seduta. Mons. Flapp. vescovo di Parenzo, prega di essere scusato se non potrà intervenire a tutte le sedute della Dieta. Ad IL La Dieta procede all'elezione dei segretari e dei revisori mediante schede. A pieni voti riescono nominati: a segretari gli onor. Dr. Matteo Bartoli e Dr. Tomaso de ^ergottini; a revisori gli onor. Dr. Matteo Bartoli, Dr. Giovanni Cleva, Dr. Pier Antonio Gambini, Leopoldo Marinoni : Dr. Domenico Stanich e Dr. Marco Tamaro. Ad III. Presentazione degli atti : A. dall'eccelso Governo: 1. il progetto di legge sulla caccia, 2. quello concernente i requisiti per la conferma ed assunzione a giuramento del personale di guardia stabilito a tutela della coltura rurale, 3. quello relativo alla tutela degli uccelli utili all' agricoltura. B. dall'eccelso i. r. Consiglio scoi, provinciale: 1. i conti consuntivi del fondo scolastico provinciale e del fondo generale di pensione dei maestri per l'anno 1892, e quelli di previsione per l'anno 1894. il rapporto dell'i, r. Ispettore scoi. prov. sullo stato dell'istruzione popolare nell'Istria nell'anno scolastico 1891-92. 3. le istanze per graziali e sussidi. C. dalla Giunta provinciale: 1. La Relazione generale sulla sua attività dall'ultima sessione in poi, 2. i conti consuntivi del fondo d'esonero per gli anni 1891 e 1892, e quello di previsione per l'anno 1894 3. i conti consuntivi 1891 e 1892 del fondo provinciale, e di previsione per l'anno 1894, 4. il prospetto di gestione sull' amministrazione del fondo provinciale per l'epoca dal 1 Gennaio al 31 Dicembre 1892, 5. il resoconto per l'anno 1892 dell'Istituto di credito fondiario, 6. il conto consuntivo 1892 e quello di prevision» per l'anno 1892 e quello di previsione per l'anno 1894 del fondo pensioni degli impiegati provinciali, 7. il conto' consuntivo del fondo delle Confraternite per l'anno 1892, 8. il resoconto del fondo "Depositi e denari altrui, per l'anno 1892, 9. i progetti di legge: a) concernente l'intavolandone nei libri fondiari in base a documenti privati in affari tavolari non eccedenti l'importo di fior. 100 (proposta dell' onor. Costantini), b) per la modificazione del §. 110 dello Statuto comunale di Rovigno, c) con cui vengono istituiti i due nuovi comuni locali di Lovrana e Moschienizze, d) con cui vengono mutate alcune disposizioni della legge provinciale 30 Marzo 1870 N. 20, rispetto la procedura penale nei casi di trascurata frequenta zione delle scuole pubbliche popolari, é) con cui viene introdotta la tassa scolastica, ed abrogato il §. 9 della legge provinciale 3 Novembre 1874 N. 29, f) col quale, abrogandosi la legge provinciale 19 Dicembre 1874 N, 19, vengono stabilite nuove norme rispetto la rifusione al fondo provinciale delle spese ospitalizie, g) concernente il contributo degli istituti e compagnie di assicurazione contro gli incendi alle spese per i corpi di vigili, h) concernente 1' equiparazione degli Ospitali per malattie epidemiche (Lazzaretti) agli Spedali pubblici. 10. le relazioni: a) sulla concorrenza della Provincia e dei Comuni interessati nella spesa per la progettata ferrovia Trieste-Parenzo-Canfanaro, b) sulla nuova organizzazione degli uffici della Giunta provinciale, c) sulla organizzazione definitiva degli uffici dell' istituto di credito fondiario e relativa proposta di modificazione dello Statuto, d) sull' elezione a deputato prov. dell' onor. Dr. Giovanni Martinolich nel collegio delle città di Lus-sinpiccolo e Lussingrande, e) sull' elezione dell' onor. Dr. Matteo Bartoli a deputato provinciale nei collegio della città di Parenzo con Cittanova ed Umago, f) sulla convocazione annua regolare della Dieta provinciale, g) sull'incarico dietale rispetto alla revisione delle attuali circoscrizioni dei comuni locali dell'Istria, h) colla quale accompagna I' istanza di Elena ed Emilia Sussa fu Giov., per un provvedimento graziale, vengono inoltre presentate : i) la relazione generale sull' attività del Consiglio agrario prov. nel periodo 1892-93, e t) la relazione della Direzione sull'attività dell'Istituto agrario provinciale pel periodo 1892-93. I). Vengono presentati infine i ricorsi e petizioni. Sopra proposta del presidente, si passa all' elezione delle commissioni, in esito alla quale sono chia- mati a formare la Commissione finanziaria gli on.: Dr. Andrea Amoroso, Cav. Giacomo Babuder, Dr. Giuseppe Bubba, Pom.o Doblanovich, Dr. Giacomo Lius, Leopoldo Marinoni, Dr. Silvestro Venier; la scolastica gli on. : Cav. Giacomo Babuder, Dr. Matteo Bartoli, Dr. Francesco Costantini, Giov. Battista de Franceschi, Dr. Marco Tamaro ; la politico-economica gli on. : Dr. Francesco Costantini, Dr. Domenico Fragia-como, Dr. Tomaso de Vergottini. Gli atti dei quali fu comunicata la presentazione, e quelli che potranno in seguito essere prodotti, vengono deferiti per istudio e riferta alle singole Commissioni, a seconda degli argomenti di cui trattano; restando accolte le proposte dell'on. Gambini che gli atti in argomento agrario passino alla Commissione di finanza, e dell'on. Babuder che alla Commissione scolastica sieno demandati pure i conti consuntivi e di previsione prodotti dal Consiglio scolastico provinciale. Riguardo poi all'importante oggetto della ferrovia Trieste-Parenzo-Canfanaro, il presidente si riserva di portare nella prossima seduta la proposta dell'elezione di una speciale Commissione. Ad IV a riferisce per la Giunta provinciale 1' ass. Dr. Gambini colla proposta: „L'eccelsa Dieta si compiaccia di approvare 1' elezione del sig. avvocato Dr. Giovanni Martinolich a deputato provinciale pel collegio elettorale delle città di Lussinpiccolo e Lussingrande." Accolta senza discussione. I). Riferisce lo stesso sig. assessore, proponendo: „Piaccia all'eccelsa Dieta di approvare la elezione del sig. Dr. Motteo Bartoli a deputato provinciale pel collegio elettorale delle città di Parenzo, Cittanova ed Umago." La proposta è accolta senza discussione. Dall' onor. Dr. Bartoli e comp, viene presentata la seguente interpellanza all' imperiale Governo : „Se 1' eccelso Governo sia disposto a desistere per l'avvenire, nel tempo in cui siede la Dieta, da un inutile ma offensivo sfogio di forza pubblica nella città di Parenzo." L' interpellanza, dopo letta dal Dr. Bartoli, viene passata dal Presidente al sig. Commissario governativo. Esaurito così l'ordine del giorno, il Presidente si riserva di comunicare ai sig. Deputati il dì e il programma della prossima seduta. La seduta è levata alle ore 1 pom. --—las——:-- Questioni del Giorno Dall'Istria, Gennajo. Tutta l'attenzione, si può dire, dei comprovinciali ora è rivolta alla Dieta provinciale di Parenzo ; non tanto perchè si attendano dei benefici straordinari da questa assemblea legislativa, ma per una certa curiosità di conoscere l'atteggiamento che sarà per prendere la minorauza slava. Avvegnacchè in questi ultimi tempi ella si sia resa famosa per il suo contegno eccentrico e petulante. Mi esprimo in tal modo, perchè parmi che fra la maggioranza e la minoranza dietali si sieno tagliati i ponti alle spalle, per usare di una frase metaforica. Dunque, contatti più nessuni, e che la vada come la vuol andare. E non basta che si vuole rotto ogni contatto in Dieta; ma altrettanto si vorrebbe si facesse dai campagnuoli coi cittadini, se 1' attuazione di quest' ultimo progetto fosse altrettanto facile come il primo. Egli è certo per altro, che tutti i deputati della sinistra — altrettanti capi banda o portabandiera d'intransigenza in ogni singola regione in cui sono dispersi — persuadono insistono e propagano codesto distacco, codesta secessione. Veramente, per tutto ciò non sarebbe da impensierirsi gran fatto, se le marcate e. potendolo, assolute divisioni di tale natura, non fossero sempre per creare dei disagi non soltanto economici, ma anche sociali e morali. Nè è da far calcolo su alcuna resipiscenza o rimis-sività in cotestoro —- come bene osservò l'Istria di Parenzo — dal momento che i signori della minoranza si tengono legati coi patti e coi criteri del partito slavo più avanzato della Monarchia. Gli interessi quindi provinciali restano subordinati a quelli del detto partito, che vuole un totale capovolgimento del vigente diritto interno dello Stato, complessivamente preso. E che lacosa stia precisamente così, basta ricordare le famose riunioni, alle quali i deputati liburni fecero parte, i deliberati presi e l'atteggiamento dei liburni on. Laginja e Spincich al Consiglio dell'Impero in Vienna. Dunque, alla grande politica! Dal momento che si lasciò eleggere le persone di cui sopra; dal momento che si permise sovvertire da cima a fondo gli animi degli elettori; dal momento che si volle ascoltare la voce del fanatismo, piuttosto che P altra del buon accordo e della tranquillità; a noi non resta che chinare il capo, e attendere, se anche con trepidazione, gli eventi che si andranno maturando. E per incominciar bene la minoranza, intanto, subito alla prima seduta dietale, lasciò tutta dimostrativamente i suoi seggi, alla semplice formale presentazione del commissario governativo. Ma, ella è questa una dimostrazione fatta al Governo, oppure alla persona del commissario su detto? Per chi ricorda le invettive pro• nunciate in Dieta, nelle passate sessioni contro il signor Eluschegg, che funge appunto da commissario governativo; e le voci di pereat gridate al suo indirizzo nella sessione che precedette l'attuale ; e le filippiche al suo indirizzo dirette dai deputati Laginja e Spincich al parlamento di Vienna; non si può non dedurre, che le dimostrazioni stesse sono dirette alla persona del Commissario, per indurre il governo a sostituirlo con altra di tutta loro fiducia. E quando dico : di loro fiducia, non devesi intender altro, che una persona la quale si presti a interloquire con la minoranza in Dieta nelle rispettive favelle esottiche, senza alcun riguardo alla maggioranza. Chi bene seguì l'azione dei deputati slavi negli ultimi tempi avrà osservato, che del governo due persone principalmente sono state prese di mira : il luogotenente cav. Rinaldini ; e il consigliere cav. Eluschegg. E battono e ribattono su codesto, all' unico scopo di vederli rimossi dai loro posti. Eppure ci sono tanti altri dicasteri tenuti da una miriade di impiegati; ma siccome in quasi tutti prevale l'elemento slavo, così questi sono lasciati iu pace, se anche, virtualmente, non corrispondono tutti al loro munere. In una parola, si fa della politica anche in questo, senza badare alla sostanza della cosa. Intendo dire che, non importa che gli affari vadano qua e là di male in peggio basta che a quel dato posto stia persona fidata, e tutta propensa a seguire sia pure di sottomano le mire dei caporioni dello slavismo. Dal canto nostro poi è sempre un male sia nell'uno che nell'altro caso. Imperochè vi sieno nelle pubbliche amministrazioni delle oersone che se non condividono anche i sentimenti dei fanatici slavi, pure hanno di loro un tale timore da indursi a concessioni veramente deplorevoli. Quel vedersi bistrattati dai giornali slavi ; oppure malmenati dai discorsi o interpellanze deputatizie ; ovverosia veduti di malocchio dai rispettivi superiori ; e di conseguenza posposti negli eventuali avanzamenti ; tutti questi riguardi e timori fanno si da rendere più d'uno pusillanime indeciso e persino ingiusto. Come vedete fu creato uno stato di cose, non solo degradante ma perfino inquietante ed immorale, in causa sempre di codesto fanatismo, a cui fu lasciato le briglie sciolte per correr la cavallina. E delle concessioni non poche, anzi troppe, se ne sono fatte anche in Dieta, senza per questo accontentare le ingorde brane della minoranza. Pur troppo si addotto la perniciosa politica delle mezze misure, e si ottenne come era d' aspettarselo, il risultato opposto da quello che ci si riprometteva. O che importa a noi, dice la minoranza di vederci salutata con una semplice frase di nostra lingua; o di vederci accoltele nostre interpellanze, quando alle stesse si risponde ia diversa lingua della nostra mentre si pretende da noi la traduzione del petito in lingua italiana ! Noi vogliamo l'equiparazione delle liugue, e che ognuno s'intenda come vuole! Dal momento, dunque, che non è possibile venire a codesto estremo, il che equivarebbe a non intendersi più, perchè si continuerà a fare delle concessioni, o quanto meno a secondare in parte le loro esigenze, dal momento che non li accontenta, e scontenta, viceversa, tutta la maggioranza? Cosi si finisce, in verità, a diventare „spiacenti a Dio e a' nemici sui". Se non chè parlando con taluno di codesta condizione caotica della nostra dieta, mi venne fuori coli' esempio della Dieta goriziana dove le due parti sono perfettamente equilibrate, e quindi si vive in perfetta armonia. Che nella dieta goriziana le due parti sieno equilibrate, è vero ; ma perchè ? e come avvenne codesto equilibrio ? Al tempo dell' infausta reggenza del Luogotenente Pino, anche nella Dieta di Gorizia la maggioranza era italiana e gli sloveni perciò si mostrarono inquieti e sofferenti come i croati da noi. Allora si pensò, per equilibrare le parti, di far accettare un progetto di legge elettorale, mercè il quale ad essere elettori del grande possesso, per quelli della montagna ^intendi gli Slavi) bastano 50 fior, d'imposte dirette, mentre per quelli del piano (Friuli) si sono lasciati i fior. 100, come vige da noi. Il barone Pino si maneggiò tanto e feca tanto finché la legge fu accettata. Ne venne quindi che anche gli slavi del monte poterono avere una curia propria del grande possesso, che prima non avevano, e così poterono mandare in Dieta un numero eguale di deputati a quelli degl' italiani. Ma io domando se tutto ciò è giusto, e se la Dieta goriziana ha fatto bene di creare una curia privilegiata per i signori slavi. Chi ha fior di senno deve dichiarare, che codesto modo d'agire equivale ad una vera buffonata delle più colossali, per non dir peggio. E si pretenderebbe forse che la dieta istriana faccia altrettanto ? Se ne stia piuttosto chiusa in sempiterno, che commettere di siffatti strambotti inqualificabili. Visto, dunque, che la maggioranza italiana alla nostra dieta non può essere menomata, in essenza, da quella che è «ra, si governi con essa e non si corra dietro alle intemperanze di chi pretende, senza ragione, equiparazione di diritto. Il costituzionalismo si basa appunto sui diritti della maggioranza al governo ; perchè, dunque, si abbandonerà codesto principio per correre dietro a delle pretese fantasmagoriche ? Lessi ancora di questi giorni che alla seconda e terza seduta dietale tutti i deputati slavi — compreso il vicepresidente — fecero sciopero. Ecco un bel modo di procedere che quei signori dovrebbero continuare. La seduta, anche senza loro, anzi malgrado loro, procedette tranquilla e serena. Si vuole che la seconda dimostrazione sia da attribuirsi al fatto che nessuno della maggioranza è stato accolto a far parte delle diverse Commissioni. Ma dal momento che quando furono chiamati, si comportarono scorrettamente, nel senso che, approvati certi conti o deliberazioni in seno ai Comitati, li combattevano poi in Dieta, giuocando così con poca lealtà una doppia parte ; tanto valeva dunque ignorarli affatto, e di lasciarli a struggersi nelle loro irragionevolezze. Conchiudo col far voti che la Dieta proceda serena e sicura senza venire a concessioni di sorta verso la minoranza, concessioni che, oltre a non portare nessun pratico risultato, non tanno altro che stuzzicare 1' apetito della lupa croata, e indispone parecchio 1' opinione pubblica del paese. — Non si dia quartiere ! L--—m—-- ILT o t i z I e Ricordiamo Carlo de Franceschi oggi che ricorre il primo anniversario della sua morte successa addi 4 gennaio 1893; e ricordiamolo oltre che per spontaneo bisogno del cuore e per obbligo di gratitudine, per richiamare e raccogliere il pensiero dei comprovinciali intorno a quelle rare virtù che fecero di quell' uomo una delle più belle figure di quest' ultima metà di secolo, e gli assicurarono posto degno nella storia del rinnovamento dell' Istria. La sua mente non accolse mai un pensiero che non fosse inspirato al più grande affetto per questa provincia ; tutto dedicò, tutto sacrificò a questo affetto, lasciando un ricco patrimonio di studi storici, dei quali parecchi furono opposti con pieno trionfo contro le pretese slave su questa terra. E quest' uomo morì povero nella sua angusta casetta di Moncalvo ; rinnoviamo riverenti i fiori sulla sua tomba. Ieri furono eletti in Parenzo con voti 47 a deputati nella Dieta provinciale nel collegio elettorale del grande possesso fondiario, gli on. Dr. Lodovico Rizzi podestà di Pola, e Agostino Tornasi podestà di Montona. ---s^sgsjKSP'®-:-- Questione Cameraro - Mainati a proposito dell'antico dialetto tergestino. Lo ripeto : lis soluta ; Trieste e Muggia avevano lina parlata affine alla friulana. Non per voglia di litigare, riè per l'istinto di attaccarmi ad ogni spino, come chi sta per affogare, mi sia lecito però di manifestare qui un mio dubbio. Tale parlata a Trieste, ed a Muggia l'hanno poi conservata quasi fino ai nostri giorni, come vuole il Cavalli? Per Muggia non ho alcun dubbio, per Trieste sì, e domando schiarimenti, pronto sempre ad arrendermi all'evidenza. O con altre parole, sciolta la questione dell'esistenza del dialetto latino non rimane per avventura sempre aperta l'altra che chiameremo Cameraro-Mainati? Secondo il cameraro triestino, e le conclusioni dello Zenatti esisteva già un dialetto veneto nel secolo XV a Trieste. Di ciò non va dubbio; e che questo si estendesse sempre più, lo provo subito con argomenti addotti da un'autorità grande e punto sospetta: l'autorità del Cavalli stesso1). Nella sua premiata storia di Trieste a pagina 159, 160, si legge: „A modificare questo nostro vernacolo, che aveva del friulano, concorsero molti fatti. Prima di tutto la venuta di quasi cinquanta famiglie fiorentine, rifugiatesi qui nel 1300, persone agiate e colte, dedite alla mercatura, che entrarono nelle magistrature del comune; le nostre scuole tenute da celebri precettori; la nuova civiltà progrediente; le continue e secolari relazioni con le Romagne e col Napoletano; le molte famiglie che di là vennero a dimora nel 1500, fra cui i Bottoni, i Brigido, i Calò, i Capuano, i Conti ; l'università di Padova dove i nostri solevano andare a studio. Ma in modo speciale la vicina Venezia, la quale, sebbene non ci dominasse politicamente, influiva ciò non di meno, e molto sulla vita morale e civile di Trieste, con la quale, tolti casi di guerra, tenne sempre comunicazione. Venezia che parlò e diffuse sulle coste orientali del Mediterraneo la lingua italiana, modificò e trasformò a poco, a poco il volgare triestino; e già dai documenti della seconda metà del 1500 si vede, come fin d'allora egli avesse ceduto non poco a quel dialetto veneto che lo soppiantò, e che è dell'uso presente". (') É di vecchia data la stima che io nutro pel Caralli. Veggasi la mia recensione nella Provincia Anno XI. N. 16. In ciò adunque lo Zenatti ed il Cavalli vanno di un passo. Ma vi ha un altra causa ancora, secondo me, di questo passaggio dal vecchio tergestino al veneziano, cioè la proclamazione del porto franco a Trieste, e il rapido estendersi della città nel borgo delle saline. Si può supporre che i nuovi venuti da ogni parte a' subiti guadagni, volessero piegarsi, per trattare coi Triestini d'affari, ad apprendere un così barbaro dialetto? Sempre, e in ogni luogo i forestieri si studiano d'impossessarsi della lingua colta della nuova loro patria, e non di un gergo plebeo e così avvenne anche da noi. La lingua commerciale poi su tutto l'Adriatico era il veneziano; l'ho detto altra volta: il friulano è indizio di vita feudale, d'ordinamenti barbarici, di soggezione a quel Patriarca Re, il cui giogo scossero ben presto Trieste e l'Istria tutta. A queste ragioni d'ordine generale, mi permetto di aggiungere qualche altra desunta dalla mia vita privata e da lontane memorie, sempre fresche però della mia fanciullezza. Nacqui nel 1826 a Trieste da padre friulano di Cividale, e da madre triestina. Non ho mai sentito in famiglia neppure una parola di friulano; e sì che mio padre si sarebbe compiaciuto di ripetere con la moglie qualche frase almeno del suo parlare natio. M'affretto però subito, e onestamente, a togliere io stesso forza all'argomento. Mia madre era una Dollenz, figlia del maestro di posta di Santa Croce nel territorio; in prime nozze congiunta ad un Nicola Punzi da Bari; dunque di gente nuova. Ma i parenti? Passi pei Buzzini, miei cugini, venuti anche questi dal di fuori. Ma non così pei Tomiz, vecchia famiglia triestina che abitava da anni ed anni nella così detta contrada dei cesti dietro piazza, proprio nel centro della cittadella della friulanità, secondo il Cavalli. Alla signora zia faceva immancabilmente visita col babbo tutte le domeniche; di quella casa ho vive e fresche memorie ('). Yi spirava un'aura di fedelissima', torno torno alle pareti erano appesi i ritratti di tutti i sovrani di casa d'Austria da Carlo YI in giù : la zia ed il babbo da buoni vecchi discorrevano delle antiche glorie di Trieste e delle tredese casade mai gasadis. Mio padre è morto nel 1S38; la zia, (per via di madre) nel 1850 o giù di lì; contemporanei adunque al Mainati, e a tutte le illustrissime citate dal Cavalli. Sarà stata anche la Tomiz delle ultime venute ? Forse sì ; ma tutto ciò accresce i miei dubbi C) L'ho descritta nel mio romanzo — La Contessa Matilde Milano-Carrara. ed ecco, perchè al comparire dell'opuscolo Zenatti mi sono schierato tra suoi difensori, anche, per un sentimento, non biasimevole certo, di solidarietà col debole contro il forte, e che forte! Ciò nulla ha a fare coli' argomento, e lo dico solo, perchè mi sa male si creda che io sono una banderuola, e do ragione all'ultimo che parla. Tornando all' argomento mi giova rilevare subito la differenza tra Muggia e Trieste. Per Muggia il Cavalli ha recato testimonianze di persone viventi che gli parlarono proprio il vecchio dialetto; per Trieste si accontentò in generale di addurre esempi di persone che si ricordavano di averlo sentito parlare, il che è ben altra cosa. „La Signora Carolina Canuz-zino per esempio dichiara che nei primi venti anni del secolo presente le famiglie di vecchio ceppo triestino parlavano più o meno, oltre al veneto un dialetto rassomigliante molto al friulano, „(pag. 188). Dunque nei primi venti anni del secolo si parlava il veneto, anche da quelle stesse persone che usavano nell'intimità della famiglia il dialetto vecchio!! A Muggia si hanno quindi testimonianze di vivi, a Trieste di vivi che ricordano i morti, e di morti che parlavano da vivi anche il veneto. Tutto ciò fa rinculare l'uso frequente del dialetto friulaneg-giante fino a qualche secolo più indietro, per le diverse condizioni in cui si trovava Trieste colta, ricca, grande in confronto della microscopica Muggia. I dialoghi del Mainati finalmente il quale fa parlare il vecchio dialetto da ogni sorte di gente e perfino da lustrissimi che vanno a piantar ulivi mi paiono invece una mistificazione bella e buona del buon prete, il quale gli avrà pescati chi sa dove; e ciò tanto più perchè la sua capacità a delinquere è provata da altre sue gherminelle. Non già che l'abbia inventati lui, intendiamoci ; così si parlava veramente ai tempi dei tempi in Trieste; egli ci avrà aggiunto di suo qualche frase e cangiati certi fatti per dare ai dialoghi il colore del tempo. No, mille volte non è possibile che dopo tanti e tanti anni dacché il veneto era rimasto vittorioso del tergestino, dopo le mutate condizioni di Trieste, il portofranco, e la cresciuta civiltà, nei primi anni del secolo così si parlasse, non da pochi nell' intimtà della famiglia, come è certo, ma per le strade de omnibus rebus et de quibusdam aliis : •' le ragioni storiche vi si oppongono risolutamente.. [ E dopo quanto si è detto di sopra, dopo le testimonianze del Cavalli stesso si potrà credere che la parlata di quattro lustrissime babe in famiglia fosse così diffusa ancora da sentirsi per le vie, come si rileva dai dialoghi del Mainati? In questi si accenna; dia consacrazione del Vescovo De Buset, avvenuta nel 1796. Dunque, si noti bene, secondo il Mainati, trentadue anni dopo, nel 1828, si sarebbe ancora parlato così per le vie, per le campagne, mentre, sempre secondo i documenti raccolti scrupolosamente dal Cavalli risulta che poche erano le persone che ne osavano. Non nego, giovi ripeterlo, l'esistenza del tergestino, solo dubito che così fosse ancora nel 1828 diffuso. Per lasciare un documento del vecchio dialetto il Mainati (') avrebbe dovuto compilare dei dialoghi famigliari, di vicende private e senza accenni alla vita publica, alla piazza dove oramai il veneziano era trionfante secondo la testimonianza dello stesso Cavalli. So bene che egli potrebbe ripetere come il nostro vescovo Enea Piccolomini, a chi gli notava la contraddizione tra i suoi scritti di cortigiano imperiale e di Pontefice: Aeneam rejicite; audite Pium, ma è ovvio rispondere che il primo giudizio il Cavalli l'ha dato, come si dice, a mente vergine mentre più tardi forse, come è naturale ed avviene a tutti, si è lasciato alquanto trascinare dalla predilezione dell'argomento. La nuova scienza linguistica è certo da ammirarsi; ogni rispetto merita il maestro che è una gloria nostra; ma anche la storia, viva Dio ! ha i sui diritti. Ed il sentimento patrio pure; ed è perciò che molti Triestini, i giovani specialmente, provano una certa ripugnanza a credere la nostra bella e florida Trieste, nei primi anni del secolo ancor così rozza e barbara nel suo linguaggio. Quanto alla questione Mainati, certo è lodevole l'intenzione del Cavalli di purgare il povero sagre-jstano dalla calunnia: ed anche si capisce il suo ingrossare alquanto la voce, rilevando V esemplare condanna dei calunniatori. Ast contra reputando, questo sviscerato amore pel povero segrestano, e la esemplare condanna ecc. potrebbero sembrare a taluno fuori di proposito. Il Mainati, anche provata la falsità de' suoi dialoghi, potrà sempre godere in pace la gloria del paradiso, e i suoi pretesi calunniatori rimanere sempre, quali sono, fior di galantuomini. Se si avessero a condannare tutti gli autori di opere apocrife, e di simili gherminelle letterarie, quanti roghi si dovrebbero accendere dai primordi della nostra letteratura giù giù fino al Leopardi, che spacciò per suo il famoso inno greco a Nettuno ! Dunque veniamo, che è ora alla conclusione. I. a Muggia e a Trieste si parlava ne' secoli scorsi un dialetto affine al friulano. In ciò sono (') Il Mainati l'ho conosciuto anche io, e in prova della mia fresca memoria cito i suoi compagai allora vicari corali: lo Zock, Don Gaetano, famoso basso e l'Antonucci tenore. pienamente d'accordo col Cavalli; e pentito e confesso mi rendo. II. Fino dal secolo XV, come si sa dal cameraro dello Zenatti, e dalle citate parole del Cavalli, il dialetto veneto si diffuse a Trieste, e a poco a poco soppiantò il tergestino. III. Rimanendo sempre fermo che molti vocaboli e frasi del vecchio tergestino sono ancor vive, specialmente nei nomi locali, e di qualche attrezzo domestico ecc. ecc.; non pare probabile che nei primi anni del presente secolo, fosse ancor così diffuso, così consistente come appare dai dialoghi del Mainati, e in quella misura che dai detti dialoghi si vorrebbe far credere. Le ragioni storiche si oppongono a ciò. Sono adunque pienamente d'accordo con l'erudito Cavalli nei due primi punti: pronto sempre ad arrendermi a più convincenti ragioni, e a negar fede agli argomenti stessi del Cavalli, quando altre e più sicure testimonianze mi saranno addotte dall' autore, tanto benemerito dei patri studi. P. T. --Ä3ÄCS«----- Appunti bibliografici Arclieografo triestino edito per cura della società del gabinetto di Minerva. Nuova serie. Voi. XIX. Fascicolo 1 Gennajo-Giugno 1898. Trieste. Caprili 1893. Un volume di pagine 370. Questo eccellente archivio storico estende la sua attività su Gorizia ed il Friuli, su Trieste con l'Istria, e si può quindi riconoscere come un rappresentante della vita storica di tutta la Venezia Giulia. Per Gorizia ed il Friuli abbiamo in questo volume l'appendice ai documenti goriziani del dottor Vincenzo loppi ed il— Ricordo storico biografico della nobile famiglia de' Nicoletti di Cividale; per Trieste oltre allo studio del Cavalli, di cui si è già detto, la continuazione — Delle Saline di Trieste con documenti del dott. Domenico de Rossetti, e la relazione della LXXXIII annata della Società di Minerva, del dott. Lorenzo Lorenzutti; per l'Istria (provincia). — La storia di Montona con appendice e documenti del prof. Luigi Morteani. Così tutta la regione e nelle due città principali — Gorizia e Trieste, e nella provincia è degnamente rappresentato; e sta bene che il movimento si concentri in Trieste la quale siede in mezzo, ed è chiamata da natura e dalle circostanze a regolarlo. Diciamo particolarmente di questi vari studi. La pubblicazione dei Documenti Goriziani del chiarissimo loppi incominciata nell'Archeografo fino dall'anno 1885 ha termine con questa appendice. I documenti dati alla luce sommano in tutto a 232 e vanno dall'anno 1138 al 1414. I ventidue di questa appendice corrono dall'anno 1242 al 1367: importanti tutti perchè rilevano le relazioni politiche, ecclesiastiche ed economiche coi Patriarchi d'Aqui-leja, colle comunità, con la nobiltà e coi Friulani di qualsiasi condizione. Gli storici ne approfitteranno per dimostrare quanta fosse l'influenza dei conti di Gorizia, quali avvocati della chiesa aquilejese, anche sul Friuli occidentale, fino all'estinzione della famiglia dei detti Conti, avvenuta nel 1500. Importantissimo il documento (a pag. 267) sui patti nuziali, giurati nell'antica chiesa di San Giovanni di Duino, tra i procuratori di Alberto conte di Gorizia e di Andrea duca di Slavonia, poi re d'Ungheria negli sponsali di Chiara figlia del conte col duca Andrea. Notajo del conte di Gorizia fu in questa occasione un Ottolino giustinopolitano. L'erudito conte Francesco di Manzano ci dà quindi un accurato ricordo storico — biografico della nobile famiglia de' Nicoletti da Cividale, dalla quale in linea materna discende 1' autore stesso. Questo studio è dedicato quindi con riverente, filiale-pietà alla cara memoria dell'ottima e indimenticabile madre. Fra i moltissimi che onorarono la nobile famiglia rammento Giovanni che fu vescovo di Parenzo, uomo di singolare bontà, e che forse, nel 1388 solennizzò con altri vescovi la consacrazione della chiesa Venzone fatta dal Patriarca Bertrando; e Marcantonio, lo storico, nato nel 1536, autore di opere pregiate, sugli uomini illustri di Cividale e sulle vicende del Ducato del Friuli : opere tuttora inedite pur troppo. A me non nobile, non ricco, figlio di padre cividalese, il quale nacque da un umile sarto, piace qui accoppiare la memoria de' miei poveri antenati ai fasti d'illustre famiglia, perchè il nome di mio padre, che lasciò a Trieste fama di amministratore intemerato della ricca famiglia Mauroner non reca certo disonore a Cividale; nè il nobile signor di Manzano è uomo da adontarsi di questa vicinanza di nomi e di care memorie. Le buone relazioni tra la nobilà ed il popolo è del resto antico vanto dei Cividalesi ; mia nonna, cameriera nell' illustre famiglia de Portis n' ebbe non dubbie prove : un altro suo figlio, Pietro, mio zio, ottenne dai De Portis i mezzi per istudiare, e quindi il necessario patrimonio per ricevere gli ordini sacri. Passiamo ora a Trieste. I documenti sulle saline di Zaule e di Servola giovano a conoscere le intricate e difficili relazioni dei proprietari con l'Eccelsa Camera dell'Austria, e le affannose cure del magistrato civico per tutelare i diritti storici sulle saline. Ed erano impedimenti d'ogni maniera, si voleva il sale bianco, si pretendeva che i cavedini fossero selciati, e ad opera compiuta si trovava che' il sale riusciva più bianco sul fondo di semplice terra. I proprietari avevano un bel ripetere, senza un giusto aumento di prezzo per parte dell'erario nella compra primitiva del sale paesano nero, le saline di Trieste non si riavranno mai dall'attuale loro decadenza, e lo Stato avrà sempre più bisogno dei sali esteri. E così avvenne che le saline rovinarono poi del tutto. In ogni modo è utile sapersi che nel 1778 i proprietari godevano ancora, ce del privilegio di ritirare il sale per uso delle loro case, dei coloni e loro animali nonché dei cittadini e territoriali, escluse le fabbriche di salumi e simili manifatture,, ecc. (pag. 258). Anche noto come nel testo si legga spesso capetini invece di cavedini. ; È dell'uso letterario; ma forse spiega l'origine del vocabolo, in cao, — in capite del fondamento. Dell'attuale movimento letterario di Trieste è testimonio la forbita relazione del dott. Lorenzutti presidente della società di Minerva, il quale dà un rapido e sicuro sguardo sulle varie letture tenute dai soci durante la scorsa annata, e tutto riassume con tatto squisito e lodevole diligenza. Ed ecco finalmente rappresentata anche l'Istria (provincia) dallo studio sulla storia di Montona del prof. Morteani: storia che sempre più ci conferma nella sicurezza che con questo lavoro il chiarissimo professore ci darà una completa monografia della simpatica cittadella. In questo fascicolo si legge prima la storia della celebre foresta di Montona, delle leggi venete per la conservazione di quella e delle varie vicende, nella limitazione dei diritti del comune sul bosco stesso, fino al concordio di questi ultimi tempi, sotto il benemerito podestà Flego per cui una parte del bosco fu diviso in 242 particelle a benefizio delle singole famiglie di Mon-tonesi. Fu vera gloria? conchiude l'autore. Ai posteri l'ardua sentenza. Non tanto ardua però. A Montona, come da per tutto, il pesce grosso mangiò il piccolo; quasi tutti gli agricoltori vendettero in poco tempo le loro particelle, e si trovarono ben presto privi del denaro e del bosco che passò in mano di pochi, i quali lo ridussero a prato, mentre il resto rimase sotto la sorveglianza rigorosa dell'erario come proprietà incontrastata. Il capitolo IX è dedicato alle cose di chiesa,. e descrive accuratamente l'insigne collegiata di San Stefano protomartire, i suoi cimeli, alcuni dei quali veramente preziosi anche per memorie di personaggi illustri, le chiese minori, le confraternite e le feste e costumanze antiche: eccellente contributo quindi per la Rivista delle tradizioni popolari italiane diretta dal Prof. Angelo De Gubernatis. F. T.