ANNO XXII. Capodistria, 16 Gennajo 1888. N. 2. LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mei». ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Oli abbonamenti *i ricerono prtiao la Redazione. . Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro frane» alla Redazione. — U» numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. ANTEO DEI MARCHESI GRAVISI Redattore del periodico LA PROVINCIA DELL' ISTRIA moriva la sera del 7 Gennajo alle ore 8. La sottoscritta ne porge la dolorosa notizia ai signori associati. La Redazione del periodico LA PROVINCIA DELL'ISTRIA ANTEO GRAVISI Nel vostro corredattore e stretto parente, nel carissimo Anteo, spento la sera del 7 corr. dopo lunghe sofferenze con raro coraggio sopportate, l'Istria ha perduto un uomo di mente acuta, di cuore generoso, un patriotta nel più ampio senso della parola. Uscito egli dal patrio Liceo, fece studio di giurisprudenza parte a Graz e parte a Pisa. Là, in Toscana, lo squisito senso estetico, ohe possedeva, e la non comune facilità di penna lo avrebbero condotto, ossia trattenuto, sui fiorito sentiero delle belle lettere, se una travagliosa ipocondria non lo avesse costretto ad abbandonare i fatti disegni e a riedere in questa sua città natale; e qui, superato in non lungo andare il malore, e capacitatosi a prima giunta come e quanto la nostra terra abbisognasse di studi storici, si diede a tutt'uomó a le ricerche, col pensiero di approfon- dire un giorno qualcuno dei piti importanti momenti della storia istriana. A tale fine cominciò dal porre in ordine il noto archivio della sua famiglia patrizia e antica, che contò guerrieri, uomini di lettere, e parentele cospicue ; e cominciò pure a studiare le fonti antiche e moderne ; ma la morte lo colse durante il periodo preparatorio, lo colse nella verde età di 46 anni, sì che il suo lavoro storico rimase a lo studio di analisi. Materiali per altro ne raccolse in quantità, e della patria storia egli è per tale modo benemerito. Nè ora noi sapremmo notare con precisione tutti i luoghi nei quali egli veniva pubblicando saggi della sua raccolta o scrivendo su altri argomenti ; noteremo soltanto ciò che in questo punto ci rammentiamo, fiduciosi di poter noi in sèguito, o altri meglio di noi, tessere di lui una biografia compiuta. Pubblicò adunque un libro intitolato Anticaglie e un altro intitolato Lugrezio Gravisi, entrambi col pseudonimo di "Giaufilippo Squinziani, „ e in numero di copie assai ristretto ; trattò poi argomenti storici nelle tre annate del Lunario per il popolo di Capodistria, nelle due della strenna provinciale La Concordia, nella prima della cronaca V Unione, e, va da sè, in codesto vostro periodico, nel quale collaborò per lunghi anni; e probabilmente in qualche periodico fuori di provincia, da noi ancora ignorato. Tra le sue carte per altro, oltre gli accennati materiali storici e le aggiunte e mende che faceva alle Biografie dello Stancovich (tuttora in corso di ristampa) dovrebbe trovarsi qualche suo lavoro letterario, chè lontani sentori vi avemmo in più incontri e certo prova palmare di una sua commedia. Infatti un giorno, mentre alenili di noi ci trovavamo in lieto circolo nella sua casa paterna, cadde da parte nostra il discorso sul teatro; egli allora, barzellettando, estrasse da un cassettone un suo manoscritto e ci lesse due scene, delle quali adesso ricordiamo soltanto la scorrevolezza e il fare cicconiano ; nè più ci volle scuriosire. Ma forse quello ed altri suoi lavori li avrà distrutti, essendo egli solito di ciò fare per subitaneo senso di trepidanza dopo autocrìtica troppo severa. Grande del resto fu sempre la sua inclinazione per il teatro; e sue sono le intelligenti critiche comparse in codesto periodico. Giovinetto ancora, il suo favorito sollazzo era il recitare coi propri condiscepoli e il provvedere a osmi cosa. Chi dei nostri concittadini non lo ricorda quale primo attore, circa tre lustri addietro, dei nostri bravi dilettanti riscuotere ben meritati applausi? E pochi anni or sono si ditettava a dilettare in casa sua fanciulli e adulti con ricchi fantocci, componendo per essi apposite commedie e savie satire politiche e sociali. Ma a biografare compiutamente il povero Anteo ci vorrebbero parecchie pagine; e per oggi almeno, dobbiamo limitarci a questo cenno affrettato e scritto con grande afflizione d' animo. Visse gli ultimi anni per lo più ritirato; sempre fu modesto, affabile,"caritatevole, giocondo ; sempre pronto a rispondere, più spesso in iscritto e largamente, a le richieste che gli rivolgevano gli studiosi delle cose patrie ; visse in armonia ammirabile con la sua dolce compagna, coi parenti e con tutti gli amici. Amare la patria, facendo voti quotidiani di poterla vedere felice e procurando con tutte le forze sue d'illustrarne la bella storia a ogni occasione propizia e in ogni luogo e modo possibile: ecco la vita di Anteo Gravisi, vita, ahi, troppo breve e negli ultimi anni non scevra d'acciacchi, di Anteo Gravisi, amico leale e affezionato del quale serberemo ricordo perenne e soavissimo. Alcuni amici concittadini Anteo Gravisi ebbe parte nella compilazione di questo periodico fino dalla sua istituzione; ne fu il correttore per parecchi anni, e vi inserì iu seguito moltissimi articoli di storia patria, di criticai letteraria e teatrale; col giorno 16 Marzo 1883 ne assunse la corredatone. — Fu sempre sua cura assidua di mantenere intatte le tradizioni del periodico, di evitare ogni polemica che potesse condurre nel campo delie personalità, anche quando la redazione ne fu parecchie volte provocata, sempre convinto che la concordia, tanto necessaria e tanto invocata .... in questi tempi tristissimi per la nostra provincia, nou si potesse ottenere se non con sagriftzio continuo in tutte quelle piccole questioni locali e „ provinciali, le quali rilevate che sieno per una ragione *o per 1' altra, provocano la divisione delle forze così scarse nelle nostre piccole città, e permettono il trionfo dei nostri nemici. Non ha mai esitato quando si dovesse dire la verità chiara e netta, e difendere i nostri diritti nazionali, qualunque rischio si potesse correre, ed ebbe sempre fede sicura in un migliore avvenire della nostra provincia. Fra le molte attestazioni di stima e di affetto con le quali i nostri amici vollero confortarci della perdita del compianto corredatoli. e rendergli omaggio, dobbiamo notare una lettera da Venezia, dell' egregio nostro cav. Tomaso Luciani, dalla quale togliamo i seguenti brani: Venezia 9 gennaro ....... annunzio doloroso davvero e per voi che me l'avete dato, e per me che F ho ricevuto e per quanti in Istria e fuori l'han conosciuto; chè fu buono, e bravo, e uomo di carattere e patriotta senza vanti di parole, ma a fatti. Gli studi sono la vita dello spirito, la parte migliore dell'uomo, ed egli li ha dedicati intieramente, assiduamente alle cose patrie. Sia onore alla sua memoria e l'onore tributato al defunto marito sìa di conforto alla superstite vedova. Ella che si é | mostrata così forte e virtuosa mentr' egli era in vita, si mostrerà tale senz'alcun dubbio ora che l'ha perduto..... Registriamo inoltre telegrammi, ed atti di condoglianza di moltissimi associati, e istituzioni, nonché le condoglianze dell' Indipendente, del Carriere di Gorizia, dell' Operaio, dell' Istria, della Scolta, del Giovine pensiero. Ai funerali celebrati la mattina del 10 coir, concorse un grandissimo numero di concittadini di tutte le classi sociali, le autorità e rappresentanze di tutte le associazioni; vi erano rappresentati parecchi municipi, la società politica istriana, la società del progresso di Trieste, la società di archeologia e storia patria istriana, e vi intervennero il I)r. Tamaro redattore dell' «Istria", e parenti e amici dell' egregio estinto arrivati da di verse parti. _ Pochi giorni prima della sua morte il compianto nostro Gravisi, corresse le ultime prove della ristampa annunziata, dell'opera , Gli uomini distinti dell' Istria" del canonico Stancovich ; da lui diretta con molto amore e molte fatiche, spesso interrotto da crudeli sofferenze; vi manca soltanto l'indice che sarà compiuto per cura gentile di altro nostro concittadino, e 1' opera attesa con giusta impazienza, potrà essere pubblicata e lascierà imperitura memoria dell' egregio estinto. DIETA PROVINCIALE Dodicesima seduta, 19 dicembre, presenti 23 deputati. Aperta la seduta alle ore 9 ant., approvati i protocolli delle due precedenti, viene data comunicazione di uno scritto dell'on. Dr. Amoroso, col quale ringrazia della elezione a direttore dell'istituto di credito fondiario, e depone la sua carica di assessore provinciale. Il capitano provinciale vi aggiunge parole di plauso al deliberato preso dalla dieta, e manifesta il rammarico proprio e dei colleghi assessori per l'uscita dell' on. Dr. Amoroso dalla giunta prov., e propone di passare all' elezione di un assessore provinciale nella curia dei comuni foresi. Su dieci schede, sette portano il nome dell' on. Dr. Canciani, tre sono in bianco ; eletto Can-ciani il quale ringrazia. Il sig. commissario governativo risponde all' interpellanza dell'on. Amoroso e compagni, riguardo il trasporto, della posta sulla linea Trieste-Pola ; dell' on. Volameli e soci (seduta 5 decembre) — dell' on. Volarich (seduta 13 decembre). All' ordine del giorno, 1' on. Campitelli per la commissione di finanza, propone, sulla petizione degli armatori di Lussinpiccolo : Resta incaricata P inclita giunta provinciale d'interporre i suoi buoni uffici presso l'imperiale governo, affinchè nel più breve tempo possibile voglia: 1. disporre che la marina mercantile della Cislei-tania, riguardo all'imposta d'industria e rendita, venga trattata come lo è da due anni quella della Translei-tania ; essendo anche le marine coperte della stessa bandiera austro ungarica ; 2. adottare sollecitamente per la marina mercantile austriaca quei provvedimenti che vennero proposti dalla commissione d'inchiesta all' uopo istituita ancora nell'anno 1885 presso l'eccelso i. r. governo marittimo, onde i rimedi non abbiano a giungere troppo tardi ; in-quantochè da allora si trova già ridotta di due quinti ; ed ogni ulteriore ritardo andrebbe a togliere perfino la speranza di un rilevamento ; 3. procedere alla compilazione e promulgazione del codice per la marina mercantile, in armonia coi bisogni e progressi attuali, prendendo in tale riguardo in considerazione le proposte fatte dagli armatori nella commissione all' uopo riunita presso 1' eccelso i. r. ministero del commercio, cou ispeciale riflesso alle onerosissime condizioni fatte ora dalle camere di assicurazione agli armatori. L'on. Volarich prende la parola in lingua slava — e si chiude la discussione, dopo di che le proposte della commissione vengono approvate. Continua 1' on. Campitelli, per la commissione di finanza e riferisce sul conto di previsione del fondo provinciale per l'anno 1888 colle seguenti proposte: 1. Viene approvato il conto di previsione del fondo provinciale dell'Istria per l'anno 1888 colla esigenza di fior. 359159 e col coprimento di fior. 107058. 2. A coprire la risultante deficienza di f. 252.101 viene stabilita l1 esazione : a) dell' addizionale del 24 p. c. su tutte le imposte dirette comprese le addizionali straordinarie dello Stato; ò) dell'addizionale del 100 p. c. sul dazio consumo erariale delle carni e del vino ; c) dell'imposta provinciale di fior. 1.70 per ogni ettolitro di birra venduto al minuto; di fior. 10.02 per ogni ettolitro venduto al minuto di liquidi spiritosi ed acquavite indicati nell'art. 1. lett. B. II, punto 1 della legge dell'impero 18 maggio 1875 N. 84; di f. 6.68 per ogni ettolitro venduto al minuto di acquavite indicato al punto 2 dello stesso articolo 1 della legge ora citata. 3. Vengono cedute all' inclita giunta prov. per le sue attribuzioni, le petizioni per sussidio della società per soccorso agli studenti ammalati in Vienna, di Antonio Brescia tutore di Dom. Brescia fu Pietro da Pirano, allievo del liceo musicale di Bologna; della Società di asilo presso la università di Vienna, e della società di soccorso degli studenti di filosofia nella università di Vienna. L' on. Laginja parla in lingua slava, si chiude la discussione generale. Vengono approvate le singole miriche senza modificazioni come proposte dalla commissione, meno la rubrica VII alla quale venne accolta la proposta dell'on. Laginja "s'incarica la giunta prov. di sussidiare adeguatamente con f. 2000 stabiliti al titolo 4 della rubrica VII quei comuni che maggiormente si prestano alla regolare amministrazione dei propri boschi., Vengono quindi accettate le proposte finali della commissione. Sospesa la seduta per mezz' ora, l'on. Lius riferisce per la commissione d'inchiesta intorno all'amministrazione del fondo d' esonero, conchindeudo col proporre : 1. di riconoscere, iu base all'inchiesta da essa dieta ordinata, che il fondo d' esonero del suolo è regolarmente amministrato secondo le norme amministrative e di contabilità e giusta le leggi ed ordinanze che lo istituirono e lo reggono, e giusta le deliberazioni dietali, e ciò con progressiva evidenza in seguito alla liquidazione generale del fondo ed all' attivazione dei Hbri presenti che completarono tale evidenza; 2. di riconoscere che l'attuale procedimento corrisponde il meglio possibile agli interessi del fondo e a quello dei censiti; 3. di incaricare l'inclita giunta prov. a) ad ufficiare l'eccelsa i. r. direzione di finanza : 1.) a che tutti gli ii. rr. Uffici delle imposte si presentino alacremente per gli incassi e per le assicurazioni dei crediti del fondo, ed alla sollecita compilazione delle tabelle dimostrative e spedizioni delle istanze di frazionamento, ed alla conseguente cancellazione gratuita degli aggravi delle particelle obnoxie dei debiti saldati ; 2). ad incaricare gli ii. rr. Uffici delle imposte di assumere gratuitament» d' ufficio le istanze di frazionamento, verso somministrazione, da parte della giunta prov. dei necessari formulari : 3). a. di disporre — onde agevolare l'incasso dei crediti di esonero — che gli ii. rr. uffici delle imposte annotino presso le rispettive ditte le eventuali partite di debito d'esonero per cui rispondono le ditte stesse, rendendo attento il debitore all' atto dei pagamenti, e possibilmente simili annotazioni sieno pur fatte nei libretti di pagamento. b) di impetrare l'esenzione da bollo per le istanze di frazionamento riflettenti partite il cui capitale originario non superi i fior. 50. c) di estendere la concessione del condono di interessi di mora anche a quei pagamenti di intere partite di esonero che venissero fatti in rate convenute. Prendono parte alla discussione gli on. Laginja, Gambini, Campitelli, ed il commissario governativo. L' on. Laginja presenta le sue deduzioni e proposte diverse da quelle della commissione, e ne viene data lettura. Sono le seguenti : 1. Sospensione di tntti gli atti esecutivi intrapresi finora e quelli che dovrebbero intraprenderersi ; 2. Attenzione ed evidenza accurata di tutti i casi di subaste esecutive e l'iusiuuazione conseguente di crediti d' esonero i quali godouo speciale favore di legge anche se nou intavolati : 3. L'esazione da tutti gli esonerati indistintamente ad ogni anno di un importo che corrisponda al 5 p. c. massimo 7 p. c. dell'attuale loro debito complessivo, e ciò mediante gli ii. rr. uffici di imposte, assieme e nei modi d' esazione delle pubbliche imposte previo frazionamento d' ufficio fra i condebitori, locchè non è assolutamente impossibile vista la totale evidenza delle particelle obnoxie, ed alla qual cosa uulla osta il cambiamento successivo dei possessori di fondi, il quale cambiamento con riguardo alla totalità dei foudi sarà sempre una eccezione ; e riguardo la quale è pure possibile un evidenza da stabilirsi a congrui periodi di tempo." Gli on. Campitelli e Gambini parlano contro la proposta Laginja, e P on. Lius relatore insiste sulle fatte proposte che vengono accolte. Esaurito P ordine del giorno, il capitano provinciale pronuncia il discorso di chiusa; quindi approvato il protocollo, in nome di S. IL l'imperatore chiude la sessione, e la seduta è levata alle ore 3 pom. Storia, patria, CENTENARI ISTRIANI tratti dalla mia raccolta « Annali Istriani » 288 d. C. Parenzo alza nel Comizio statua all'imperatore Massimiliano, collega di Diocleziano. 588. Autari, re dei Longobardi manda contro l'Istria Evino duca di Trento ; gl' Istriani chiedono tregua di un anno dando grossa somma di danaro. 588. I vescovi di Trieste e Parenzo, accettati gli atti del V Concilio Generale, sono messi iu libertà di ritornare da Ravenna alle loro sedi. 788. Adelchi, duca d'Istria, ritirato in Ravenna tenta di riavere il regno eoll'ajuto dei Bi-santini, ma indarno. 788. Carlo Maguo garantisce a Fortunato, patriarca di Grado, piena immunità sulle terre che la Chiesa Gradense possedeva iu Istria. 1188. Istituzione della plebania di Duino; il Capitolo di Trieste godeva in certe solennità del diritto alle offerte che si raccoglievano in detta Chiesa, lo che durava anche nel secolo XVI. 1188. Bertoldo II, figlio di Bertoldo I degli An-dechs duca di Merania viene al possesso della Marca d' Istria. 1288. Venezia invia in Istria il capitano di mare, Marino Morosiui, per porre V assedio a Trieste ; il Morosini occupa Moccò e guasta il castello di San Giorgio, li 5 novembre prende sotto la sua protezione Muggia e s'impadronisce del castello sul monte. 1288. Il papa ordina alla Republica di Venezia di restituire al patriarca di Aquileia Parenzo, Cittanova, Capodistria, S. Lorenzo, Montona, Grisignana, Pirano, Isola e Muggia. 1288. La Republica accorda alla città d'Ancona il ritiro di CC tavole di rovere per fabbricare delle barche onde porre un fine al corseggiare di Trieste siili' Adriatico. 1388. Ser Pensio del fu Tomaso costruisce in Pola, sua patria, la chiesa della Misericordia in memoria dell' apparizione della Vergine. 1388. Costruzione della chiesa e del convento dei Minori di San Francesco in Muggia-Nova. 1388. Il patriarca Antonio Pancera avvoca a sè il marchesato e castello di Pietra-Pelosa, godati da Nicolò Rodolfo de Portis, e ne investe i propri fratelli Franceschino e Natale. 1488. Valaresso, vescovo di Capodistria, investe Simone del fu Giovanni Nucio del feudo di sette masi, posti nella villa di Ceruscolo detta anche Ceruschio, Truscolo e Truschio, e oggidì dagli slavi detta Truscke. 1488. Pirano si avanza per la seceuda volta con le sue mura sino al mare. 1488. La popolaziene di Veglia si solleva contro il proprio conte Marin Moro; Venezia vi manda un provveditore con due galee, due fuste e quattro grippi, e richiamato il Moro al consiglio dai dieci invia al suo posto un segretario. NB. La sollevazione ebbe luogo tra il 21 giugno e 3 settembre. 1488. Muore ser Giovanni Alberti di Capodistria dettore in medicina lasciando degli scritti tutt' ora inediti. *) 1588. Lodovico Memo, provveditore in Istria vieta sotto pena di morte il taglio dei roveri nel territorio di Muggia, terminazione annullata con ordini superiori li 18 giugno anno stesso. 1588. Fondazione della chiesa Greco-orientale in Pola, soggetta all' arcivescovo di Filadelfia, domiciliato in Venezia. 1588. Si ristaura il duomo in Trieste e si ingrandisce 1' episcopio. 1588. Il provveditore Nicolò Salamon, propone in senato a tutela dei boschi istriani la soppressione della regalia in legna ai podestà. 1588. Si toglie l'antico uso di raccogliere le olive colla perticazione e vi si sostituiscano a bene del frutto e degli alberi 1' uso delle scale e degli scaloni. 1688 Istituzione dell' arcipretura in Fasana. 1688. Il consiglio di Trieste delibera di raccogliere sulla piazza le Antichità Romane. 1688. Viene proibita l'istituzione di fondachi privati in Rovigno. 1688. Il convento dei Minori Conventuali in Trieste viene aggregato alla provincia della Stiria. 1788. I vescovi triestini depougono l'antico titolo onorifico di Conti di Trieste. 1788. Si aprono in Trieste due scuole elementari italiane, ma hanno breve durata. ") La biblioteca palatina di Vienna conserva due codici del I austro Alberti sotto i N.i 2317 n. 2 c. 34b e 2456, i quali trattano I intomo alla peste. 1788. Pio VI smembra li 19 agosto le parocchie di Umago e Materada dalla diocesi di Trieste e le unisce a quella di Cittanova. 1788. Ad istanza di Giuseppe II Pio VI sopprime le due diocesi di Trieste e Pedena incorporandole nella nuova diocesi di Gradisca; Trieste ha novellamente dopo brevi anni il suo vescovo. 1788. L'imperatore Giuseppe II conferma li 2 gennaio al Porto Franco di Trieste i privilegi accordatigli da' suoi predecessori. D. A. M. 3ST o tizi e Annunziamo con profondo dolore la morte del nostro egregio collaboratore Domenico Verginella di Cittanova ; animato dal più vivo amore di patria, nella ristretta cerchia della sua città non sapendo come meglio rendersi utile, degno esempio, si era dato con passione, senza studi preparatori, alla ricerca di documenti storici, e vi riuscì con grande vantaggio generale. Ultimamente aveva posto 1' occhio su preziosi documenti che portarono luce a schiarire un episodio storico di sommo interesse, e pur troppo 1' opera sua fu troncata, dalla immatura morte! aveva appena 37 anni. Non abbiamo potuto pubblicare un cenno neurologico arrivato troppo tardi, e per dimostrare la nostra gratitudine e il nostro affetto ali1 egregio estinto riportiamo il cenno inserito nell'ultimo numero dell'Istria. Domenico Verginella Cittanova, 2 gennaio 1888. Il consegnare ai posteri la memoria dei trapassati fu sempre opera pietosa. La lagrima sparsa sull'avello di cittadino bonemerito, di patriotta affettuoso non può essere negletta nè obliata. Nè avrei mai creduto che proprio a me toccasse il doloroso e mesto incarico di vergare queste poche e dolenti parole ; ma a farlo mi muove sincero affetto al cittadino degno di lode che or ci lascia desolati. La sera dei 30 dicembre decorso esalava l'ultimo respiro Domenico Verginella d'anni 37, di condizione civile, vittima del vaiuolo che iu dieci giorni lo condusse al sepolcro. Ancor giovane, di costumi illibati, attivo e laborioso sempre fu seguace del buono, del vero, del bello. Non è già che io intenda di magnificare il povero defunto fino a farlo credere insigne personaggio. Fa d'uopo forse di essere illustri e grandi per essere virtuosi ? Una virtù modesta, una disinteressata applicazione al bene della patria, un assiduo interessamento agli studi storici della provincia, non meritano forse di venir ammirati ? L'onorevole Società d' archeologia e storia patria, la spettabile Redazione della Provincia, Cittanova che gli diede i natali, piangono in Domenico Verginella un socio zelante, un corrispondente indefesso, un cittadino virtuoso. Ei dedicò gran parte della sua, ahi ! troppo breve esistenza, nella ricerca incessante di documenti storici atti ad illustrare singoli fatti della nostra provincia. E parmi ancor di vederlo là nell1 archivio comunale, fra montagne di carte semirose dal tarlo, occupare le intiere giornate, rovistare scartafacci, corrugare la fronte con rara pazienza su caratteri strani, ingialliti dal tempo, ed emettere un sospiro di soddisfazione dopo aver scoperto un nome solo, una sola data che avrebbe potuto dar luce alla storia buia degli avi nostri. Poco prima di morire aveva impreso il compito di decifrare da vecchi documenti alcuni fatti relativi alla partecipazione degli istriani alla battaglia di Lepanto o di Zonchio — anzi non è un mese che l'illustre Paolo Tedeschi, cui il misero estinto aveva mandato dei documenti relativi a quel fatto storico, incoraggiandolo a proseguire nelle sue pazienti ricerche, rispondeva : ,Non è un lumicino, bensì una torcia a vento che voi, caro Domenico, avete offerto alla storia patria Coi documenti che mi avete spedito. " Povero Domenico ! Dal cielo volgi lo sguardo sulla mamma e sulla consorte che non sono ancora persuase della tua dipartita, sui tuoi amici costernati, sulla patria tutta che ti piange, e sii certo che la tua memoria ci resterà scolpita nei cuori, poiché sebbene in fresca età abbandonasti questa terra, pure, vi campasti abbastanza per lasciare dietro a te larga eredità di affetti ! Cose locali Bollettino statistico municipale di Dicembre 1887. Anagrafe. — Nati (battezzati) «32; fanciulli 20, fanciulle 12 morti 24; maschi 12 (dei quali 3 carcerati), femmine 3, fanciulli 4, fanciulle .Val di sotto di sette anni, nati morti nessuno. — Trapassati. 1. Iurco Maria tu Bernardo, d' anni 25; — M. I). (carcerato) da Zara, d'anni 45 — C. Meotti Andrea fu Biagio, d'anni 10 —9. Dellavalle Nazario fu Giuseppe, d'anni 86 — 9. Bencich Matteo fu Biagio, d'anni 69 — 9. Tremul Nazario fu Andrea, d'anni 73 — 14. C. D. (carcerato) da Zara, d'anni 34 — 20. Pellizer Giacomo fu Domenico, d'ani 83 — 23 Geisler Antonio fu Antonio, d'ani 84 — 27. Rigo Paolo di Antonio, d'anni 42 — 28. Iursi Catterina fu Andrea, d'anni 45 — 29. M. S. (carcerato) da Zara, d' anni 31 — Cocever Maria fu Gaiconio d' anni 23 — 29. Marcovich Conte Ugo di Giambattista, d'anni 12 — 31. Corra-din Alessandro fu Nazario d'anni 70. Più fanciulli 4, fanciulle 5 al'di sotto di sette anni. — Matrimoni: 11 Driolm Cipriano fu Giambattista — Jelersig Francesca dt Francesco ; 26. Padovan Antonio di Pietro — Majer Antonia di Paolo. — Polizia, Denunzie in oggetto edile 1 ; arresti per furto 2 ; per eccessi notturni 1; per scròcco 1. — Sfrattati 14. Usciti dall'i, r. carcere 14. dei quali 2 dalmati, 5 istriani, 2 triestini, 1 goriziano, 1 tirolese, 1 suddito italiano,, 1 stiriano, 1 carintiano. — Insinuazioni di possidenti per vendere al minuto vino delle proprie campagne 5, per Ettolitri 43, litri 12, prezzo al litro di soldi 28 a 32. — Certificati per spedizione di vino 12, per ettolitri 60, litri 15; per condotta d'animali 2 per capi 3: per spedizione di maglioli di vite 2, per pezzi 1300; di povertà 1; d'indigenato 1; di morale condotta 2; permessi di fabbrica 0; rilascio di nullaosta per Pestradazione di permesso di viaggio marittimo 2, di carta di legittimazione .1 ; rilascio, libretti di lavoro 4. — Animali macellati: buoi 74, del peso dì chil. 14401, con chil. 953 di sego; vacche 14, del peso di chil. 2038, con chil. 127 di sego, vitelli 43, castrati 4. — Licenze di fabbrica 0 ; industriali 4, di cui per vendita al minuto di pellami conci 2, di bibite spiritose 1, di commestibili 1. Bollettino mensile delle malattie zimotiche Capodistria >— Angina difterica ; rimasti dal mese precedente 0, colpiti in dicembre 4, dei quali guariti 2, morti 1, rimasti in cura 1; — Group: 2 ca9i seguiti da esito letale: —Vajuolo: rimasti dal mese precedente 2, colpiti in dicembre 7, assieme 9, dei quali 2 guariti, 2 morti, 5 rimasti in cura. — Lazzaretto — Vajuolo: rimasti dal mese precedente colpiti 1, in dicembre 3, assieme 4, dei quali guariti e morti nessuno, rimasto in cura 4. Appunti bibliografici Storia della Dalmazia dal 1797 al 1814 di Tullio Erber I. li. Professoi-e. Zara Tipografia Woditzka. 1886 e 1888. Due volumi in ottavo grande. Il primo di pagine 111; il secondo di pagine-152. Estratto dal Programma dell'i, r. ginnasio superiore di Zara 1885-1886. Ci siamo testé occupati di uno studio storico sulla Dalmazia (vedi Num. 24 della Provincia de! 1887); e già la nostra attenzione è rivolta ad altra opera storica sulla Dalmazia : i forti Dalmati vigilano a tutela del Pro Patria con fatti maschi e non solo con parole femmine. Di quest'opera si è fatto già un cenno nella Provincia, quando comparve nel Programma del Ginnasio superiore di Zara : giova ora darne una più ampia recensione, anche per le-molte relazioni della Dalmazia con l'Istria. Questa storia abbraccia un periodo breve, ma importante e gravido di fatti. Trattasi della caduta della repubblica veneta, della cessione della Dalmazia all'Austria dopo il trattato di Campoformido, e poi della retrocessione del paese al Regno italico, 0 per meglio dire al governo francese: tre dominazioni nel breve volgere di diciasette anni. Nella prima parie l'autore in quattro capitoli, tratta della caduta della veneta repubblica, dell'anarchia in Dalmazia, degli Austriaci in Dalmazia, e del dominio austriaco. La Parte seconda contiene undici capitoli così intitolati: I. I Francesi occupano la Dalmazia. II. I Francesi occupano Ragusa. III. Dandolo e Marmont. IV. Primi movimenti insurrezionali in Dalmazia, Y. Francesi e Russi. VI. 1 Russi attaccano la Dalmazia. VII. La rivoluzione del 1807. Vili. Tribunale militare a Spalato. IX. La fine di Ragusa. X. La Dalmazia dopo la pace di Tilsit. ^1. Amministrazione in Dalmazia. Più volte i singoli capitoli sono, specie nella parte prima, suddivisi in vari paragrafi; per accennare ai movimenti, prodotti dalla stessa causa nelle varie città ; e ciò obbliga l'autore a frequenti ripetizioni, e dà alla sua storia lo stile d' una cronaca. Di tutto però discorre con piena conoscenza di causa ; i suoi giudizi sono sempre oggettivi; quindi il libro può essere lètto con profitto da tutti. Accennerò qua e là spigolando ai fatti che hanno un valore per la storia generale, o per la particolare dell' Istria. Molto fu scritto sull' ignominiosa caduta dell'aristocrazia veneta nel 1797; ma il fatto è complesso, varie le circostanze che 1' accompagnarono, è l'ultima parola non fu ancora scritta. A scusare in parte quel fatto, getta molto lume a pag. 8 e 9 della Parte prima il chiarissimo autore. Nicolò Morosini deputato alla custodia interna si presentò al Doge Manin, asserendo di avere .scoperto una congiura, e incolpò le milizie nazionali dalmate, di attendere il momento più propizio per saccheggiare Veuezia. L'autore aggiunge che le truppe regolari non avrebbero mai questo permesso, ma difeso 1' avita Signoria contro i Francesi. Nota però che queste milizie, iu parte irregolari, male si acconciarono alla disciplina, e facilmente si lasciavano condurre al saccheggio. Arrogi che molti di questi militi scaricarono i fucili, quasi in seguo di saluto, e che a questi colpi fecero eco i Bocchesi, aquar-tierati a san Zaccaria. „Era uno scherzo, dice l'Erber, ma le detonazioni posero in sussulto il senato, e quasi fosse ornai scoppiata la rivoluzione, si passò iu tutta fretta allo scrutinio, e l'aristocrazia abdicava: Le famose parole storiche — no senio sicuri de dormir nel nostro letto — hanno un'attenuante adunque; e l'incolpare il povero Manin della caduta della repubblica vale tauto come accusare una servente della morte della decrepita padrona, per la dimenticanza di stendere il paravento davanti al suo seggiolone. Si, fu un riscontro d'aria die soffocò la povera vecchia ; ma le cause de'suoi malanni risalgono a un'epoca assai lontana. Quando poi si rifletta agli orrori dell'anarchia in Dalmazia ed ai saccheggi dell' orde irregolari, convien riconoscere che la paura degli aristocratici veneti era tutt' altro che infondata. Fatto uu elogio a pag. 18 e 19 del governo veneto, l'autore tratta dell' anarchia in Dalmazia dopo la caduta della repubblica. E qui ogni lettore di buona fede fa subito una necessaria distinzione, e vede chiaro in quella confusione. La parte marittima, (così gl'Italiani come gli Slavi) era sinceramente affezionata a San Marco : le prove d'affetto, lé scene commoventi, come a Perasto, vengono da questa parte sana e civile della popolazione. I disordini, i saccheggi si devono attribuire agli Slavi della montagna, al partito croato specialmente, capitanato dai frati francescani. E i fatti parlano chiaro. Uu certo Fra Andrea Dorotic si fece allora capo del partito che eccitava i Dalmati di unirsi ai popoli e al Regno di Croazia, con cui erano anteriormente, come parte annessa, uniti alla corona < al Regno d' Ungheria (pag. 25 e 26). Contem- poraneamente all'arrivo del Dorotic in Dalmazia fu sparso un proclama alla nazione con cui la si eccitava a insorgere contro la municipalità, contro i giacobini e gli Ebrei. Fu questa la scintilla che fece divampare un grande incendio in tutta la Dalmazia, specie per opera di uu battaglione di Croati al servizio della repubblica, e reduci da Verona. Le scene, di sangue, che col pretesto della religione avvennero allora in tutte le pacifiche e colte città della Dalmazia, destano un profondo orrore. A mal partito si trovò allora anche il noto vescovo Strafico, allora a Lesina, e che, come sempre, in quel-1' occasione diede prova di sangue freddo e di generosa liberalità. Forse però in quella circostanza il celebre vescovo sarà tornato col desiderio agli ozi della quieta nostra Cittanova, benché colà non ci fossero nè letterati, nè letteratesse, uè poste regolari. Un altro fatto giova rilevare a noi Istriani. Nel 16 giugno dei 1797 arrivarono nel porto di Zara, con ordini della municipalità di Venezia due commissari democratici — Giovanni Luca Garagnin da Travi e il Dr. Angelo Calafatti da Lesina (pag. 16). Se la memoria non m'inganna, questo è il Calafatti prefetto, che tanto si rese benemerito di Capodistria durante il governo francese. Riassumendo le trascorse pagine panni si po9sa stabilire che in quel tempo tre erano i partiti in Dalmazia. Il democratico, debole, e costituito dai giovani; il secondo, che chiamerò autonomo, vagheggiava la dedizione all'Austria, ma all' Imperatore, non già all'austriaco, quale re d'Ungheria, e questo era seguito dalla gente quieta e civile. Il terzo da ultimo voleva l'unione con l'Ungheria; e a questo partito appartenevano i frati e la parte rozza della popolazione montana, ed il quale senza dubbio si rese colpevole di tutti gli orrori, le carneficine ed il sangue sparso nella Dalmazia. E questa è storia. Ma già i voti del secondo partito sono appagati. e il generale Rukavina, signore di Boynograd ecc. ecc. ha preso possesso della Dalmazia, e ristabilito l'ordine da per tutto. Se non che questo signor generale, come bene osserva l'autore, non era che un soldato „il quale non vedeva niente fuori di se e delle bajonette di cui disponeva." Si trovò quindi ben presto in conflitto con le autorità civili e moltissimi de' suoi atti furono poi sconfessati da Vienna, ove si desiderava di affezionare i Dalmati con più mite governo. Si aggiunga che il Rukavina in segreto teneva mano al partito croato. I suoi proclami, in istile del 18-18, eccitano oggi l'ila- rità : ... „ Invitiamo ed esortiamo che ninno presti i orecchio ai malintenzionati ecc. . . (pag. 54). I Proibisce come contraria al costume ed alla perfetta morale la libera lettura ne' casini, caffè, botteghe ed altri pubblici luoghi di monitori, fogli scritti o stampe che prevaricano le deboli inenti ecc. . . . (pag. 56). In ispecial modo se la piglia coi Zara-tini e scrive: „È di mia certa scienza che alcuni individui della città di Zara e del contado, ad onta dei doveri che gli obbligano come sudditi, tengono colpevoli corrispondenze con certi conventicoli detti Muuicipalità, Comitati ecc. delle deliranti città d'Italia ecc. ecc." (pag. 69). Ma tra i proclami di questo generale, ne furono (giustizia a tutti) di buoni, come quelli che proibivano di gettare immondizie giù dalle finestre, e di esporre sopra le mura della città e per istrada pelli di bove, come una cosa contraria alla decenza ed alla igiene pubblica. Credo che qualche citta-duzza dell' Istria abbia anche oggi bisogno di un ordine energico in istile Rukavina. Il bravo generale se la pigliò anche coi cani. Udite: — „'Incomoda resa essendosi la quantità dei cani, specialmente in tempo di notte, che con il loro latrare molestano la società, e perturbano la quiete fo pubblicamente intendere e sapere che saranno ammazzati tutti quelli, che dopo le ore ventiquattro, s'attrovassero vaganti per la strada. Siano perciò con la presente avvertiti, li padroni, affine munire abbiano d'un collare quelli di loro proprietà, essendoché quelli ciré mancassero d'untai distintivo s'intenderanno non degni di riguardo" (pag. 67 e 68). In tempo di guerra sono sempre utili le diversioni. Propongo quindi a tutti quelli che oggi si agitano a Capodistria, per la questione AeU'anno secolare (questione del resto rispettabile rispettabilissima, ma adirne sub judice) la risoluzione di quest'altro quesito : Aveva si o no il diritto il general Rukavina di far tacere i cani ? Ma. come ho detto, da Vienna fu spedita una buona museruola anche pel Rukavina per mezzo del Conte di Thurn incaricato dell'amministrazione civile e col seguente prò memoria — Rukavina non s'intrigherà punto in questioni politico-amini-nistrative (pag. 84). Ma già la battaglia d' Austeriitz con un sol colpo avea deciso la guerra della terza coalizione, e Venezia, l'Istria occidentale, la Dalmazia e l'Albania veneta dovevano passare al regno d'Italia. E qui nota bene 1' autore — Involontariamente sorge l'idea perchè Napoleone non abbia chiesto il possesso di Gorizia, Trieste e di tutta l'Istria, anziché quello della Dalmazia, paese isolato e diviso dai rimanenti suoi stati? (Parte seconda pag. 3). E risponde. — Egli non supponeva che i Russi e gl'Inglesi gli potrebbero chiudere il mare, ed avea quindi gettato 1' avido suo sguardo sulla Dalmazia ed Albania veneta, allo scopo di farne una base di operazione contro l'Austria, non meno che contro la Turchia, perchè già allora aveva concepito il disegno di spingere le sne schiere vittoriose dalla Dalmazia, verso l'oriente, alla conquista di Costantinopoli. Anche in questa parte seconda 1' autore con molta diligenza discorre degli avvenimenti in Dalmazia. Nel capitolo secondo si tratta dell' occupazione di Ragusa, quindi della caduta di quest'antica repubblica aristocratica, la quale era stata rispettata dall' Austria nella prima occupazione. Destano poi non poco interesse le pagine 25, 26 ecc. dove si tocca dell'antagonismo tra il generale Marmont, poi Duca di Ragusa, comandante le forze militari, ed il Dandolo comandante civile, e che fu per la Dalmazia l'uomo energico come il Calafatti per l'Istria. Benché impedito dal Marmont, che gli metteva bastoni tra le ruote, e giunse perfino a insidiarne la moglie, il comandante civile contribuì al buon andamento della giustizia, e dell'istruzione, promosse la cultura rurale, il commercio e 1' industria ; fu buono con gli onesti, severo coi tristi, e punitore inesorabile degli abusi nei subalterni ; fu uomo insomma provvidenziale, e il suo nome e ricordati' tuttora in paese, ed è rimasto tipico a significare il progresso, la civiltà e tutto quell'assieme d'istituzioni per cui, anche con molti errori, il governo francese lasciò buona memoria sulla sponda orientale dell'Adriatico. E grazie al Prof. Erber che ci ha cor. questa sua opera rinfrescata la memoria. P. T. RINGRAZIAMENTI Per le molteplici dimostrazioni di condoglianza, e per gli ultimi onori resi al corredattore Anteo dei marchesi Gravisi porge i più sentiti ringraziamenti ai signori associatir alle autorità municipali, redazioni di giornali, società corporazioni ecc. ecc. La redazione del periodico La Provincia dell'Istria Pregati pubblichiamo: La sottoscritta ringrazia sentitamente tutti quei cortesi che presero viva parte al suo lutto e che onorarono di loro presenza i funerali dell' indimenticabile sue Anteo Particolarmente poi sente il dovere di ringraziare .lo spettabile Municipio locale e gli altri Municipi della Provincia, nonché tutte le Associazioni cittadine di Capodistria, la spettabile società del Progresso di Trieste e la Redazione dell' Istria, i quali inviarono speciali rappresentanze ai funebri dell' amato defunto. Capodistria li 12 Gennajo 1888 La famiglia dei marchesi Gravisi-Barbabianca CAHODISI BIA, Tipografia di Carlo Priora. Pietro àladouizza eiiit. e redat. responsabile