ANNO III. Capodistria, 16 Luglio 18G9. N. l i. LA PROVINCIA GIORNALE DEGLI INTERESSI CIYJliI, ECMOflCI E» (MSISISTRtTITI DELL'ISTRIA. Esce il 1 ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno f.ni 3; semestre e quadri-mestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. sulla quantità' delle principali produzioni del suolo dell'istria. Se io azzardo di trattare l'argomento difficile della quantità dei più importanti prodotti agricoli della nostra Provincia, mi corre obbligo di avvertire il lettore, che a'miei dati non pretendo s'abbia da attribuire il carattere di novità e certezza; essendoché io non potei attingere a fonti ufficiali,.te quali d'altronde non credo offrano notizie in ogni riguardo precise e sicure, e perchè sventuratamente non possediamo ancora un'esatta e dettagliata statistica generale, nè tampoco statistiche parziali del nostro paese, di cui avessi potuto avvantaggiarmi nelle mie ricerche e calcoli. Questi come si vedrà sono puramente ipotetici ; ma perchè non si creda che siano arbitrarli, e senza qualche base, non esito d'esporre per quali vie io sia giunto ai risultati effe presento, lasciando poi agl'intelligenti di giudicare se siano accettabili, avuto riguardo alle condizioni agricole attuali della Provincia ed al progrediente loro sviluppo. Si potrebbe credere che il catasto debba offrire una sicura guida a determinare appunto le più rilevanti produzioni del suolo; ma se si consideri che dall'epoca della sua formazione alcuni terreni scomparvero o deteriorarono per dilavamenti delle acque, che in molli fu cangiala coltura, e coli'accrescimento progressivo della popolazione altri fondi o boschivi o improduttivi vennero posti a campo o vigna, locchc viene dimostralo anche dalla grande quantità di usurpi latti sui beni comunali, il catasto, quantunque presti buoni sussidii, non può prendersi a principale scorta in siffatti studj. Egli è indubitato che nessun meglio delle Autorità era per l'addietro in grado di raccogliere i dati più precisi ; senonchè i loro organi a ciò incaricati non sempre si davano la fastidiosa briga di rilevarli in ogni comune con esattezza ; ollrecchè temendo la maggior parte dei comuni che i rilievi statistici venissero dal Governo istituiti colia mira di aumentare le imposte, davano indicazioni di quantità al disotto del vero, mentre alcuni altri, per darsi maggior importanza, esageravano; dal che avvenne, che nemmeno il Governo potè venire a conoscere con sicurezza a quanto ammontassero le produzioni- del suolo in questa provincia. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente; gli altri, e nell'ottava pagina soltanto, asoldi 5 per linea. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Pagamenti antecipati. Da molli anni addietro mi provai di raccogliere dalle persene meglio informate delle notizie,, che possibilmente si avvicinassero al vero, intorno alla quantità media dei prodotti del vino, grano, olio, seta e legna nelle singole parti dell'Istria. Il tentativo riuscì vano; che, o mi veniva la risposta che ciò era impossibile di determinare, oppure i dati avuti da più persone dello slesso luogo diversificavano si grandemente da lasciarmi ignaro come prima. Ma desiderando pur formarmi un'idea possibilmente fondala della quantità dei suddetti prodotti, non mi restò altro che la via delle induzioni poggiate sulle condizioni del suolo e del clima, e dell'agricoltura del paese, e su alcuni dati sicuri da me raccolti, confrontali colle cifre pubblicate da alcuni, pochi, che ricorsero a fonti ufficiali, o di propria diligenza si procurarono gli occorrenti materiali. Fra questi vanno citati il defunto Ispettore catastale Fraucesso de Mùhleisen il quale intorno all'anno d840 pubblicava nel Journal des Oesterreichisccn Lloijd di Trieste una memoria sulla produzione del vino e dell'olio nell'Istria, ed il Lovventhal,. che scrisse nel citalo anno una breve statistica intitolata: Der /-slrianer Kreis und die Inselli des Qnarnero. Nell'anno Ì84G ho potuto avere ad ispezione un'opera rimasta inedita del defunto Consigliere Aulico Barone Federico de Grimschilz Capitano Circolare dell'Istria, intitolata: Nalizeu in hislorisch-slatislisch-lo-porjraphisch-adininislralion Beziehung iiber dell Istria-ner Kreis im oeslerreichisch-illirischen Kiislenlande, scritta nel 1842. A quanto con piacere rilevo, il manoscritto sarebbe non ha guari stato gentilmente donato al nostro Archivio provinciale dalla di lui vedova signora Giuseppina nàta nobile de Verneda. Di quest'opera pure ho pollilo valermi ne'miei calcoli, quantunque il Grimschilz, il quale avrebbe potuto farlo meglio che qualunque altro, ommise di offrire la quantità dei prodotti del suolo di lutta la Provincia, indicandola soltanto di un pajo di distretti,.e per qualche prodotto, senza dubbio per mancanza di sicuri dati, non fidandosi di quelli che ufficialmente venivano raccolti. Inaominciamo a dire dal prodotto del vino. Il Miihleiseu stabiliva che a quel tempo l'Istria dava 300,000 orne da 40 boccali (emeri) di vino annualmente. 362 _ __Dlj A me parve già allora assolulamenle mollo al dissolto del vero questa cifra, e tentai di fare un calcolo più esatto. Oltre le notizie che ho potuto qua e là spigolare volli prendere a base dei miei computi il distretto di Pisino. Soggetto tutto al pagamento della decima, questa dava in media 30,000 spodi da 52 boccali di Vienna all'anno. Siccome però è a ritenersi che nella contribuzione della decima la popolazione non a-veva troppi scrupoli, il suddetto numero di spodi si può con tutta ragione elevare a 35,000 almeno, che corrispondono a 45,500 orne. Ma anche questa cifra mi risultò troppo bassa, dopoché preso in considerazione un comune di cui conoscevo esattamente la produzione, e visto che la coltura delle viti irei medesimo non era più eslesa proporzionatamente alla superficie di territorio ed al numero del distretto, dedussi che questo dava circa SO,000 orne di vino. Ebbi il conforto di vedere che il Grimschilz nella citata sua opera ne dà al dislretto di Pisino olire §0,000. Ora, formando l'area e la popolazione del distretto di Pisino incirca 1/10 di quelle della Provincia, ed avuto riflesso che il distretto di Castelnuovo è quasi punto vinifero, v'erano in compenso altri distretti ove proporzionatamente la vite veniva coltivata in ' maggior estensione che nel distretto di Pisino, credei di poter ritenere, come tuttora ritengo, che sino alla comparsa della crittogama l'Istria facesse almeno t 500,000 orne di vino.. 11 Lowenhtal, che dichiara di avere approfittato di notizie ufficiali nella sopracitata opera, gliene assegna 417000, dei quali 335000 di nero, ed 82000 di bianco, rimarchevole differenza tra la cifra di 300000 orne stabilito dal Miihleisen. La crittogama, che dall'anno 1SS3 incominciò a infierire, specialmente nelle regioni più basse e calde, investendo e distruggendo di preferenza le viti di più fina qualità, venne scemando d'anno in anno, con gravissimo dissesto economico dei possidenti, lo slato della produzione in tutta la Provincia, meno quelle poche parli ove per essere sialo più prontamente adottato il rimedio della solforazione, o per trovarsi in migliori condizioni di postura, o per hi maggior resistenza che prestarono le coltivatevi men nobili specie di vili alla crittogama, non esercitò tutta la sua distruttiva potenza. Nella Porta Orientale del 1838 fu ritenuto, che sino allora la-produzione del vino era scesa a 300,000 orne; ma questa diminuzione progredì sempre più per la ognor crescente mortalità delle viti accompagnata dalla persistenza del morbo, sicché si può calcolare che l'Istria dia presentemente, ad onta delle già frul-tanti novelle viti surrogate alle vecchie estinte, soltanto 150,000 orne di vino. Però la solforazione che si viene generalizzando farà, speriamo, si. che dopo soli tre anni l'Istria avrà 250,000 orne di vino. Le nuove piantagioni già fatte, e che ogni anno si vanno alacremente eseguendo, tanto per rimettere le vili perdute, quanto per accrescere le vigne a palo, al che sosio sprone gli alti prezzi attuali dei buoni vini, avranno congiunte alla solforazione, per effetto, che entro dieci anni la Provincia avrà riacquistato il suo prodotto primiero di 500,000 orne, il quale grado a grado s'aumenterà coli'accrescersi della popolazione, che come ho dimostrato nell'articolo Movimento della popolazione dell'/-slria contenuto nell'N. 11 di questo periodico dell'anno 1868. aumenta iu media con 1500 anime all'alino) ^.hlaiftoqe^ .IH 0//7 sinché arrivi ad 1,000,000 d'orne c più, di cui l'Istria è capace. Ln milione d'orne sembrerà forse a taluno troppo, non certamente a coloro che conoscono la Provincia, e sanno quali immensi ,spazii offrano alla coltura della vite i beni comunali. La divisione dei medesimi verso un adequato corrispettivo a favor del peculio comunale fra i comunisti, che saggiamente si vte» accordando dalla Giunta provinciale a quei comuni interni, ne'quali l'aumentan-tesi popolazione non trova bastante nutrimento sui terreni di privata proprietà, darà un polente impulso all'allargamento della viticoltura nelle più propizie esposizioni. A cura dei contadini sorgeranno sulle tangenti ad essi toccate, là dove la loro mannaja e gli animali portarono la devastazione, oltrecché vigne e campi, anche numerosi novelli boschi, i quali unitamente all'allevamento di boschetti d'acacie e di canneti, già incominciato a diffondersi, forniranno alle vili i neetssarii sostegni, la cui scarsità sinora fu uno degli ostacoli, che impedivano un maggiore sviluppo della coltivazione della vigna separata dal campo. La vigna pura era sino intorno all'anno 1550; allora appena, penfededel vescovo Tommasini, s'incominciò a introdurre il sistema detto lombardo delle viti maritale ad albero, poste a schiere nei campi, siccome meno costoso. Provegga pure la Società agraria che le nuove vigne nei luoghi declivi siano formale a banchine, o terrazze (scaglioni^, di cui dà il migliore esempi') tirano; che vi si piantino soltanto viti distinte adulto al suolo ed al clima d'ogni luogo, che in una vigna non siano frammiste vili di qualità diverse. Se l'Istria coltiverà poche ma ottime qualità di vili nere e bianche, e quali meglio allignano in una od altra regione, ess t potrà assicurare un facile smercio de'proprii vini all'estero anche lontano- Per determinare il reddito netto che deriva alla provincia dal vino, converrebbe sapere quanto se ne consumi nel paese. Questo consumo, secondo il Griin-schitz importava un quinto del prodotto, cifra indubbiamente troppo bassa per un paese ove lutti bevono vino, ed io convengo pienamente col caleolo fallo nella Porta orientale (pag. 59ì), che il consumo interno uè assoiba un terzo. (Continuo) 0 i'ds«od 0 ibisdl i itili •jijoi4oi(; {0 | ùlhh otiti ■ , ■:..'/ 0 :> ------ hvilttv h> JilifrlBup ^bflfi-ia filisi» :hbà(, u^'Ufc'CraiL; JKS-il scuole di metodo magistrali {Continuazione vedi A', loj. ..jbute illiiSk ci Ài maestri, oltre le doli inorali individue, occorrono due cose, e sono : il corredo di cognizioni sufficiente e lo sviluppo delle facollà proprie all'arte. La somma delle cognizioni necessarie ad un maestro, non può essere altra da quella che torma la coltura generale delle persone civili Ai nostri tempi se ne allargò non poco la cerchia. Salve poche differenze, essa è non guari dissimile da quella che si riceve dalle scuole ginnasiali e dalle tecniche o reali. Altrove per la educazione dei maestri si aprirono istituti speciali con spesa grandissima; ma, fraintesane la indole, ridotti quasi esclusivamente ad istituti di istruzione, non diedero eccellenti frutti, e gli allievi che ne cscoaa "non diversificano gran che da quelli usciti del ginnasio e delle tecniche. E veramente nei programmi di quelle scuole vi è consonanza quasi perfetta con la parte generale assegnala tanto alle scuole ginnasiali quanto alle tecniche» Se dunque, col compenetrare queste scuole, raggiunto lo scopo di una uguale istruzione, si può raggiungere un considerevolissimo risparmio di denaro, ci pare questa circostanza da non trascurare. Proponiamo pertanto che i; giovani aspiranti entrassero con gli undici, anni nel patrio ginnasio di Capodistria, e vi percorressero L piànsi qiKitftro' anni, attendendo a tutti gli studi obbligatori, dispensati però assolutamente dalla lingua greca, dalla latina nella 4.a classe e dalla tedesca che potrebbero studiare liberamente. Invece avrebbero aumentato l'orario di aleiaio materie: \. Due ore sellimanali di più d'istruzione nella lingua e nelle lettere italiane servirebbero per dare più complete, piene e ragionate nozioni di grammatica,_ per gli esercizi pratici, che eonnaturino meglio il retto uso della lingua necessario, se ad altri mai, ai maestri, e per informare di tutte quelle Scritture che occorrono nella vita pratica. 2 In due ore nella 4.a classe si aggiungerebbe un corso di sloria nazionale e provinciale, dove dei latti principali si mostrassero gli. effetti civili, religiosi, e-conomicK 3. In un'ora di più d'aritmetica in lutti i corsi, richiamando le regole del conteggio, se ne esporrebbero le leonie con processo razionale, si farebbero e-sercizi applicali alle arti, e mestieri, e quindi nella 3." e 4.a i primi esercizi della tenitura dei conti e delle a-ziende domestiche e commerciali, come notammo per te maestre delle scuole femminili.. 4. In un'ora settimanale si raccoglierebbero le cognizioni elementari fisico naturale chimiche da insegnarsi ai bambini,, e specialmente i fatti principali, le cognizioni, le pratiche agricole ed igieniche per illuminare le menti, e distruggere i pregiudizi dei- contadini. Le materie affollo speciali* sarebbero : \. La pedagogia. Si dirà dei principj" per i quali solo essa avrà attività ed efficacia. Della pedagogia pratica si noteranno le norme desunte dalla scienza che non dimentica, l'attinenza dell'uomo colla famiglia e collo sialo; e i metodi migliori perchè, nell'uomo considerando tulle le- facoltà,, giovino ad istruire la mente e formare il carattere. 2. La morate, coi diritti e doveri de'cittadini. Dirà nella morale propriamente delta delle virtù e dei vizi in genere e in particolare. Quindi darà idea chiara del diritto e del dovere, e svilupperà gli speciali diritti e doveri naturali,, civili» e politici, considerando l'uomo nelle sue molteplici relazioni: Hislringerassi tuttavia alte cose fondamentali e di applicazione più frut-luosa ed immediala. Se è vero che Io scopo della società e dello stato è quasi assicurato quando tulli c-csercilano i loro diritti e adempiano agli obblighi, questo insegnamento, condotto con efficacia e saggezza, è importantissimo ai maestri elementari per aiutare l'educazione politica del popolo tra cui vanno mescolali. 3. Il disegno geometrico e lineare. 4. Il canto. 5. La ginnastica. Bove fosse istituita una scuola agraria, gli alunni frequenterebbero anche questa. Della utilità di< questa istituzione leggemmo nella Provincia discorso con buone parole. Infatti noi dobbiamo nell'agricoltura avviarci al progresso diffondendo quelle utili cognizioni, che sole fanno trarre tutto il vantaggio dalle produzioni locali. E il maestro elementare, istrutto per questa parte, potrà grandemente concorrere all'importante scopo. Ma fino alla istituzione di queste scuole, bisognerà stare paghi a quelle aggiunte, che abbiamo fallo alle scienze fisico-naturali. Le aggiunte alle varie materie si attribuirebbero ai corrispondenti insegnanti ginnasiali; le altre ad incaricati: lultasia la pedagogia e la morate sarebbero affidale preferibilmente ad un docente ordinario. 11 complesso di questi sludi ni uno stimerà soverchio ad un maestro elementare, che nei nostri tempi deve avere un'istruzione conveniente al maggiore s\i-luppo che si vuol dare alte scuote primarie, e abba-stanaa vasta per comparire onorevolmente. Alla conoscenza profonda di quanto deve insegnare, deve aggiungere una certa coltura generate necessaria per vivere nelle borgate e nelle campagne dove utilmente si presenterà fornito di cognizioni riguardanti le pràtiche che aiutano le speciali risorse del luogo. Terminalo il ginnasio inferiore, gli alunni sarebbero sottoposti ad un esame di patente abbastanza severo davanti ad una commissione di più esaminatori solto un presidente nonvinaio dalla Giunta Provinciale. Secondo le materie d'esame e il risultato particolare, le patenti riportale varrebbero per insegnare in tulle te classi elementari o soltanto nelle due interiori. (Continua) ----- L'Amico dei campi col suo nolo articolo sulle strade comunali e sul sistema Sacchi ci stimola ad esaminare in quale sialo si trovi attualmente quest'importantissima questione da noi in Istria; quali lavori sieno stati incamminati e compiuti, quali strade sieno state fatle e su quali basi e lavori e studj si appoggino. Falla eccezione di poche linee, condolle con sicurezza di. scopo, la rada rete di straducole che ora segna FIsivia, è lavoro che a guida e stimolo s'ebbe il pressante bisogno di comunicazione fra i vicini punti abitati, ed a norma, la maggior economia sul primo dispendio se anche raggiunta a prezzo di lunghezza o di pendenza, piuttosto che il vero tornaconto e la coscienza dell'utilità di congiungere quanto più è possibile direttamente un dato punto con quello da cui è da attendersi il maggiore vantaggio. Si può dire che la maggior parte delle strade dell'Istria non sia altro che sentieri aperti dalla scarpa del contadino e dall'ugna del somiero, e poi mano mano allargate e battezzate col nome di strade. Quanti debbano essere i giri viziosi e quanta e quale la loro opportunità, non solo in riflesso al vantaggio generate della provincia ma ben anco in riguardo ai luoghi ogni poco discosti non occorre accennare. Stando cosi te cose furono istituiti i comitali distrettuali. Questi corniteli hanno a vero dire utile e facile compito per ciò che riguarda la manutenzione delle strade esistenti, ma la possibilità di una loro utile aziont sparisce quando la si voglia senz'altro applicare a quel- le che si faranno, per le quali è necessario studiare se o meno saranno tali da conseguire poi realmente Io scopo migliore^ cioè la comunicazione voluta, e ciò non solo fra paese e paese ma (col prevedere il loro futuro prolungamento e l'eventuale relazione con porli o ferrate senza gran spreco di lunghezza e perdita di altezze, con contropendenze e gran lavori di costruzione) fra comune e comune fra distretto e distretto e possibilmente anche fra i punti più discosti della provincia e saranno tracciate in modo da poter far parte quindi della rete stradale che un giorno dovrà attraversarla. Se è vero che l'unità di scopo è necessaria a far sì che il beneficio particolare ridondi a generale vantaggio e che i comitali per agire utilmente abbiano ad ispirarsi a tale ordine di idee, risulta chiaro che i mezzi per cui f.ia loro reso possibile di agire conformemente a questo scopo comune, debbano essere loro forniti. Trattandosi di provvedimenti che implicano il benessere generale della nostra provincia viene da se, che la Dieta sia chiamata a soddisfarvi, e noi con tutto il diritto ed anche con fiducia da lei lo attendiamo. Quale debba essere in questa questione il suo compilo non è difficile risolvere, e secondo noi è questo: 1. Invitare tutte le comuni a presentare o direttamente o mediante i rispettivi comitali stradali una distinta: a) di tutte le strade esistenti nel comune che pel loro stalo non abbisognano che di una regolare manutenzione. h) di tutte le strade che dovrebbero venire radicalmente riparate o deviate per qualche tratto. c) di tutle le nuove strade o in progetto o soltanto ideate, però riconosciute come necessarie per conseguire una data comunicazione, con motivazione della loro maggiore o minore importanza pel bene del comune o del distretto (*). Allorché la Dieta provinciale conoscerà in complesso ed in particolare quali sieno le strade più importanti e su cui è necessario rivolgere i primi riflessi le sarà focile-: 2. il far redigere studj preliminari tecnici alti fi dimostrare la maggior o minor difficoltà dell'esecuzione, e la maggior o minor importanza delle strade proposte. l'orlali a compimento gli studj suddetti sarebbe necessario far seguare tutte le nuove strade e le linee studiate sopra una mappa che abbracci tutla la Penisola, onde si vegga il complesso ed i particolari della rete istradale destinala a dar nuova vita alla provincia; e poi convocare una commissione di uomini esperti, sentire il loro parere sull'importanza delle strade propóste, sulla loro maggiore o minor utilità pratica a seconda delle località lambite, dei paesi attraversali, dei punti congiunti ecc. ecc., ed in base al risultato di questi studj dividere |e strade progettate e quelle esistenti in strade di J.J II.a e III.a classe, ovvero in strade commerciali, distrettuali, comunali ecc. ecc. e distinguerle marcatamente in mappa. Compiuta quest'operazione con quell'esattezza e coscienziosità che si esigono per tale scopo, si pre- C) Da recenti informazioni sappiamo che simili distinte o poco differenti da questi furono già presentate alla Dieta, in questo caso si potranno utilizzarle facendole completare 6ulla base di «jmato fu detto qui sopra. senti alla Diela questo elaboralo, Io si discuta nuovamente, si modifichi al caso di nuovo la mappa, e poi finalmente si approvi il piano e la rete generale, e la si stabilisca qual legge, salvo eccezioni di circostanze, immutabile. Di questa mappa si spediscano copie a tulli i comitali stradali ed a tulli i comuni, e si avrà i' unità di azione pei comitati e la base fondamentale per le loro operazioni. Ora alla pratica esecuzione; ma per la prima volta ci siamo dilungati anche troppo, 11011 ci mancherà tempo, speriamo, di ritornare sull'argomento. Ci rimane però ancora una parola d'aggiungere a tranquillità di chi nel sentire parlare di lavori tecnici si fosse allarmato. A questi però osserveremo che l'Istria non potrà risorgere se prima non saranno sistemale le sue strade, regolate ed utilizzale le poche sue acque, essiccate le paludi, utilizzale a beneficio dell'industria tulle le forze di cui venne fornita dallo natura : non potrà risorgere dicemmo, se non si toglieranno i sistemi adamitici delle industrie più comuni; al quale effetto voglia o non voglia si esigouo studj tecnici, si esigono persone dell'arte per istruire l'artiere, scuoterlo e guidarlo alle nuove leggi, ci vogliono persone dell'arte in fine che con interesse e cuore sappiano studiare i bisogni della provincia e sappiano usofruife a suo vantaggio i progressi delle scienze, delle arti e dell'industria. La spesa pei suaccennati studj sarebbe assai mite ed anzi nulla di confronto ai vantaggi che ne deriverebbero. Ad eseguire questi operali di massima, con sufficiente esattezza, basta la scorta delle sole mappe militari dove sono segnate esattamente tutte Jc sinuosità del terreno, i monti, le valli, le colline, i burroni, le acque correnti ecc. ecc. in scala di 1"=400 kl. j e pei rilievi allimt-trici si può anche servirsi del barometro - aneroide, non trattandosi di questionare per ora nè sopra 10 o 20 tese di maggior o minor lunghezza nè sopra 3 o 4 piedi di maggiore o minor altezza. Il desiderio del bene ci spinse a render pubblici questi suggerimenti che speriamo troveranno appoggio nell'esperienza degli uomini pratici e nella sana ragione di ognuno. Y la razza b0v1ka della bretagna. La razza bovina indigena della Bretagna (race bretonne), la più piccola fra tutte le razze di terra ferma, si dislingue per quantità di latte e per poche esigenze, per cui ripetutamente se ne tento l'acclima-zione in altri paesi poveri di foraggi. Ultimamente si discusse anche l'opportunità d'introdurre questa razza nel!" Istria, nel litorale croato e nella Dalmazia, ove si richiedono animali che reclamino poche sollecitudini, ma che diano ì eudita relativamente vistosa. Tornerà acconcio pertanto dare il riassunto da una serie di articoli del Journal d'agriculture prati-que di Parigi (18G8), in cui fatto preciso calcolo della struttura e delle condizioni di vita di questa razz3, troviamo un giusto apprezzamento dei vari tentativi di acclimazione. Imianzi tutto 1' autore fa risultare come le fatte esperienze non sieno stale accompagnate in varie Provincie dall'esito sperato. Le ragioni di questa mala riuscita sembrano stare in ciò, che non si ebbe riguardo alle condizioni (ii clima speciali della Bretagna, delle quali molto spesso si ebbero concelti erronei. Il clima della Bretagna è assai mite ed uniforme. 1 venti di ponente molto frequenti rendono talmente uniforme la temperatura, che tanto il gran freddo che il gran caldo appartengono alle straordinarie rarità. L'aria è sempre umida per le evaporazioni del mare, e le pioggie vi spesseggiano appunto per questo motivo. Se per solito non piove per quattordici giorni, si sentono già lamenti di siccità, perchè se la terra assorbe facilmente la umidità, essa la perde nuovamente colla stessa facilità, e vi sono luoghi della Bretagna in cui giornate senza nebbia e senza pioggia si possono dire insolite eccezioni. Le montagne della Bretagna sono troppo inconcludenti per modificare essenzialmente le mentovate speciali condizioni di clima, prodotte dalla vicinanza dell'oceano. La catena di colli che attraversa la Bretagna, spignendone le acque a settentrione ed a mezzogiorno, si innalza soltanto in pochi sili ad altezza considerevole c nessuna delle cime è coperta di neve perenne, la cui presenza possa bastare ad influire sulle condizioni di temperatura. Il clima della Bretagna è si dolce che molte piante di serra reggono l'inverno all'aperto, e l'agricoltura si occupa di prodotti, che sono propri sol lauto ai paesi più meridionali. Alcune parti del litorale settentrionale godono di condizioni di temperatura ancora più favorevoli, perchè sono toccate dalle calde onde della correlile del golfo. In queste parti si coltivano all'aperto e con elicilo persino l'alloro ed il fico. D'altra parte però la Bretagna non conosce, come già si disse, calori eccessivi. Da ciò viene che la vite non si coltiva quasi per nulla, giacché le uve o non maturano affatto, o qua e là a stento. In questo clima vive adunque la razza bovina bretanua, la quale se viene condotta nell'interno del paese, non trova più le stesse condizioni di clima dei luoghi nativi, per cui l'aria più asciutta va ad esercitare un' influenza molto sensibile sugli organi respiratori. Se l'aria è calda, non se ne faranno sentire sì tosto gli effetli dannosi sui polmoni dell'animale; ma se invece l'aria è fredda, lo stato igienico dell'animale langue e deperisce facilmente. 1 luoghi di montagna finalmente, ove il processo respiratorio è più vivace, i sintomi della malatlia dell'apparalo respiratorio si faranno ancor più fortemente sentire. Queste deduzioni appoggiate a ragioni di teoria vengono confermate pienamente dalle fatte esperienze pratiche. A Cantal (Auvergne) e nella Corsica s'introdusse la razza bretanna, e qui e là essa perì in seguito a sopraggiunta lisi polmonare. La stessa sorte avranno probabilmente le vacche brelanne condotte con molta spesa da RI. Sowelon dalla Bretagna nella Russia, nei beni del Granprincipe INicolò L'importazione della razza bretanna in un paese distante dalla costa deve dirsi sempre arrischiata. Si deve però distinguere se l'importazione avviene all'uopo di far razza o soltanto per ottener latte; nel primo caso non si avranno certamente risultati favorevoli, mentrechè nel secondo e finché la vacca dà latte, non falliranno i profitti. Quello che si disse delia razza bretanna e della sua introduzione in nuovi paesi, vale in genere per tutte le razze indigene della costa, così per la razza di Jcrsei, la normanna, la fiamminga, la olandese. Tutte queste razze vivono ove nacquero in un clima molto più conferente alla loro costituzione, e soffrono sotto l'influenza delle condizioni di clima più sfavorevoli dei paesi d'infra terra. Le razze indigene delle montagne e dei paesi asciutti come quelle dell' Auvergne e della Svizzera possono all'incontro essere trasportate in altri paesi seuza pericolo. Si possono è vero acclimatare con cure e speciali precauzioni anche animali di paesi più miti, come p. e. quelli di Durham; ma colla vacca bretanna queste costose esperienze non riuscirebbero proficue, ed alla fine non si realizzerebbero nemmeno le concepite speranze per quanto risguarda il latte ed il burro. Qualora cioè la vacca bretanna sia lontana qualche tempo dal proprio paese, essa incomincia a dar poco latte, che per giunta va perdendo della sua naturale bontà. Questo fatto si spiega del resto facilmente: la secrezione del latte è alla costa più ricca, perchè colla minore attività della pelle e dell'apparato respiratorio viene adoperata una minore quantità di sostanze alimentari, e quindi nutrendo bene gli animali, tutto il Soprapiù di sostanze alimentari viene impiegato nella formazione del latte o di grasso secondo la qualità del foraggio. Ne' paesi entro terra all'incontro è maggiore l'attività della pelle dei polmoni e quindi maggiore la perdita di sostanze alimentari. In un paese freddo la vacca bretanna potrà ancora servire alla produzione del latte, perchè la perdita attraverso la pelle è minore, ma giammai alla produzione del burro, perchè in conseguenza della temperatura più fredda è necessario nel corpo animale un processo di combustione più efficace, in cui vengono consumale appuuto le sostanze che darebbero il burro. Straordinaria è in genere l'influenza del clima sulla produzione del burro nelle singole razze bovine. Nelle montagne della Francia centrale le vacche bene nutrite danno p. e. una corrispondete quantità di latte, da cui però si ottiene assai poco burro. Diversamente sta la cosa nei paesi vicini alla costa. Così la razza fiamminga è inegabilmente quella che in Francia dà la massima quanlilà di latte (35-40 litri per giorno dopo il vitello). La si trova diffusa nelle vicinanze di Parigi assieme alla razza normanna, e da un confronto tra le due razze risulta, che la razza normanna dà minor quanlilà ma miglior qualità di latte. Nella Bretagna si trovano vacche, il cui latte è tanto grasso, che 20 a 25 litri di latte danno un chi-logramma di burro. Ancora più ricco di burro è ii latte della razza di Jersey: con 14-15 litri di latte si fa un cliilogramma di burro. Le vacche della razza di Ayrshir, introdotte nella Bretagna sono riconossinte come buone lattaje, ma lasciano invece mollo a desiderare quanto alla produzione del burro. Tutti questi fatti si spiegano del resto facilmente: Dalla Fiandra alla Bretagna il clima diventa sempre più mite. Jersey gode di condizioni di clima ancora più favorevoli di queile della Bretagna, mentre la contea di Ayrshir, quantunque sita alla costa dsl mare, è mollo più fredda della Bretagna. Per quanto concerne l'alimentazione della rnzxa brelannn giova ricordare che essa è ben poco esigen-1e, e che si accontenta di scarso cibo, mentre la sua hirne è ad onta di ciò molto più saporita di- quella di altre razze di gran lunga p:ù esigenti: in fitto di alimentazione, come quella p. e*, della razza di Ayrshir. Ciò nori pertanto si meravigliano coloro che comperano vacche brelannc del loro appetito,, e trovano che esso non islà in nessun rapporto colle loro dimensioni, giacche consumano tanto foraggio quanto animali molto più grandi. Questa fatto è però soltanto passeggero e deriva dalla grande dilatazione degli organi digestivi, prodotta alla sua volta da nutrimento ordinario e abbondante." Ove poi vi si sostituiscano sostanze nutritive di finalità migliore, allora l'animale soffre di questo mutamento di alimentazione, se il volume del nuovo foraggio è minore dell'anteriore. Pt-i suoi organi digestivi si richiede appunto un detcrminato volume di l'oraggio. Vacche hrelanne novellamente inlrodolle consumano quindi spesso le stesse quantità di foraggio, coinè le grandi vacche fiamminghe, mentre d'altra parte i risultali ne sono ben diversi. Sta bene perciò di mescolare il foraggio delle vacche brelanne di molla paglia per preparate loro in questo modo il volume necessario al loro apparalo digestivo. • > Ove ciò si ammetta, le sostanze nutritive contenute nel foraggio non vengono smaltite che imperfettamente dalla digestione A poco a poco e col mezzo di opportune alimentazioni si possono però restringere gli organi addominali, ma vi si richiede qualche lampo. Per queste ragioni non sarebbe nemmeno raccomandabile l'ingrassamento di csemplari magri di questa razza destinati a breve tenitura, giacché il foraggio molto succulento adoperalo per questo scopo non darebbe risultati corrispondenti. Sin qui le deduzioni dell'autore francese nel Journal (Vagriculture praliqne di Parigi. Ora resta a vedere, qunli ne sieno le pratiche < onseguenze per noi. In un prossimo articolo noi porremo di fronte il dima delle nostre coste con quello della Bretagna, e ne trarremo le relative conseguenze. Per quanto risguarda i nostri paesi d1 infralerra. abbiamo già un tentativo di acclimazione fatto dal Sig. Cav. de Brenncr-Felsach a Bòsendorf nell'Austria inferiore, c da lui o dall'attuale allevatore o custode di questi animali si potrebbero avere pregevoli notizie autentiche sulle condizioni di questa razza nel no->lro dinu». SiM sb ititi GJ-fr uoa : ; :!. issivi »sibb alisi (Gazzella Agrafia di Vienna anno 186ft n. Sto). '.--■. NOTA Dacché la sovvenzione governativa del 1868- di f. 1900 fu impiegata quest'anno per premi bovini, la presidenza della società Agraria istriana chiese l'assegno dei f. 2466 accordati come sovvenzione di quest'anuo per l'acquista di tori e di vacche, onde completare la somma già aacordata per l'acquisto di asini, e per l'introduzione di qualche buona razza ovina (rapporto 5 Maggio a. c. n.» 124-a). Vi rispose il Ministero dell'Agricoltura con disp. 4 Giugno a. e. n.° 2470 - 850. Esso accorda il.chiesto assegno, ma desidera che I.' intiera imposto di. f. 3l4£6 sia impiegato nell'acquisto di buoni torà e di buone vacche;.ritenendo necessario di migliorare innanzi tutto la razza esistente in Istria, coli.'introduzione di buoni esemplari di razza. II. Ministero lascia alla presidenza la massima libertà d'azione nell'acquisto e nell' impiego degli animali, ma raccomanda jili studi che intorno alla razza bretanna verranno pubblicati nella Gazzetta di Agricoltura di Vienna, nonché un regolamento di distribuzione della Bucovina. Alla presidenti della Società Agpasia Istriana non possono che ritornare graditi e preziosi i Scordi che le venissero fatti in proposito sia colla stampa, sia per lettera. ; Hi * "liù - fi'is&Jym bU'MJ mgfjtii-»i '. . 4 •.•..t'M'.Ui.iiifrgc.o «nnjftihoni nq L n j <■ w . b Jlobtì'iq 56ln.l; ;b i u.hr :. '> iltf QORRISPOKBENZA I :• »uon?ii-.-!} ••» r, <;• p.,B ; biingi ; .i : Spettabili Redazione^ ; •"'!( ib elfjqto •> «ani sllab smwxi i ilcr: b; i Nel vostro Giornale del 16 Maggio venne pubblicalo il Progetto di una Banca ipotecaria Triestina - Istriana ch'era in via di costituirsi, e quella notizia fu acclamata da quanti hanno a cuore il progressivo sviluppo economico della vostra provincia. Da quell'epoca però non avendosene più udito parlare volli attingere da buona fonte qualche informazione in proposito, ed ho la compiacenza di dir-vi che le varie difficoltà inerenti ad una creazione di tal genere essendo prossime ad una favorevole soluzione, è sperabile che un Comitato fondatore possa costituirsi fra breve. Non vo'celami però di alcune mutazioni al Progetto proposti-da persona più che altra mai autorevolissima, mutazioni che a parer mio si attagliano perfettamente allo spirito dell'Istituzione eh'è quello, fra altro, di vantaggiare il più possibile la piccola possidenza e la classe meno agiata della popolazione istriana. Per raggiungere più facilmente questo scopo la Bauca da istituirsi dovrebbe denominarsi: banca di credito ed ipotecaria ecc. e sarebbe conseguentemente facoltizzata ad antecipara danaro sopra i prodotti che venissero consegnati nei magazzini della Banca a congruo interesse e per epoca da destinarsi. Questo nuovo importante ramo d'attività reclamando ina azione severa e coscienziosa da parte delle Amministrazioni distrettuali. non basterebbe più una semplice Agenzia per ogni distretto giudiziale, ma sarebbe bensì da istituirsi in quella vei-f per ogni distretto giudiziale una Delegazione composta da un Consigliere d'Amministrazione, e da due o tre persone pratiche da scegliersi fra gli azionisti, od in mancanza anche all'infuori della Società. Affinchè poi ogni distretto possa ottenere un Consiglière d! Amministrazione,.il Consiglio sarebbe formato di venti membri, dei quali quattro verrebbero eletti fra gli azionisti di Trinale ed uno per ciaschedun distretto giudiziale. Se queste modificazioni, di cui verrà tenuto discorso al primo riunirsi del Comitato, saranno aggradite, la Banca non potrà a . mio credere cho crescere nel favore del pubblico, mentr» >- vrà provveduto ad una delle maggiori piaghe dei vostri piccoli possidenti che uor di rado per l'urgenza del bisogno sono costretti di vendere a prezzi vili le loro derrate o di sottoporsi «Ile gravose condizioni imposte loro dai capitalisti. Fxobisq io «hltisvA filk-L hoJJol i .rflov &Jci . . i? 6,'Ujv r.nr j si : <>i;i't';voiq li bltio'-.')» tor.: »■> ,.», re; I »" om ; BIBLIOGRAFIA. dliytàt f>lt€xn .•> ■ odmeite ol i-vr.ti i?. ;. .oa< U V Uomo e la Scimmia lettere dieci di Niccolò Tommaseo. Milano, Giacomo Agnelli, 1869. (,tfrt^R ottura |t'. J .'tp 1 ni i. .i * Giuseppe Giusti, in un momento di sublime ispirazione, divinando gli eccessi e le utopie delle opinioni nuove, canto: Nella gran cittadinanza Picchia e mena, ho la speranza 131 veder le scimmie. Oh la disgrazia, Beppe, eh'è stata la tua di morire! Vedi, se non scappavi così presto da noi avresti avuto la soddisfazione di veder .pienamente avverata la tua profezia, di vedere co' tuoi occhi l'oratore della scimmielù, e anche d'udirlo strombazzare, proprio in quella nuova e soavissima lingua mescolata e tutta frasi aeree (che te, vivo, e a immaginartela soltanto, faceva andare in solluchero) strombazzare, diciamo, dall'Alpi al Lilibeo, queste nobili e consolanti parole: Invano, Italiani, vi sbracciate a comparir uomini, mentre voi uomini non siete, si bene scimmie, un po' rimpannucciati, se volete, ma in fondo scimmie, e precisamente della famiglia illustre del gibbone, dell'drang, del cimpingè e del go-rillo. Dalla speciosa teoria consolati, Giusti, Spunteranno foghe e fiori o • 1 Senza puzzi e senza odori Come le camelie. ni ■ ì Che piacere quando ... sopite nel pensiero Le sublimi ombre del vero, Avventate ipotesi; Troverem nel positivo Uno stato negativo Buono per lo stomaco. Dicevamo noi, else morendo, hai perduto assai! L voi Dante, Machiavelli. Michelangelo, Alfieri e Manzoni perchè vi siete presi tante scese di capo per nobilitare la vostra razza? Scusate, naa vo' avete sciupato tempo, inchiostro e carta proprio per niente. Diffalli che importa a noi, scimmie incivilite, virtù o vizio? Non e vero, grida qui lo scopritore della nuova teorìa ( notate e' dice nuova, mentre la metamorfosi è vecchia come il brodetto) altro è vizio e altra cosa è virtù, perchè quello è pernicioso, cotesta è utile. Udiste? La nuova base della società, il motore del progresso, la regola della vita è l'utilità. Comoda dottrina davvero. Dove poi questo principio meni e quali conseguenze da quello fluiscano lo vedrebbe anche Ghianda, il quale, stando alle scritture antiche, aveva gli occhi di panno. E bene notiate quest'altro che il banditore della scimmiata ancora non è ben certo se parentele o altro ti leghi a quella graziose bestie, il che si rileva dalle sue stesse parole, giacché promiscuamente or la chiama pa- rentela, or filiazione, ed ora parità. Ma per ciò l'argomento non fa grinze, nè lo scopritore si butta via, chè anzi la speranza di scoprire quel benedetto anello intermedio ei l'ha sì ben radicata che non gliela levereste nemmaocc collo scalpello; scoperto poi che sia, non ci potendo più cadere dubbio, gl'increduli, loro mal grado, dovranno piegare il capo e rassegnarsi con calma civile., non solo a parere, ma a essere scimmie di garbo, scimmie di ventiquattro carati nè più né meno. Di questo passo il Tommaseo, da q;iel censore arguto ch'egli è, va rivedendo le bucce alio scopritore, e ve lo tartassa e concia pel dì delle feste. E a ragione, avvegnaché la strana teoria si basi sopra un passato incerto, sopra .mia mera possibilità, e sia puntellato da arzigogoli, sofismi e paradossi da far spiritare i cani. Dav vero che se lo scimmiologo non ha altri moccoli <;' può far conto d'andare a letto al bujo. E doveva pur ricordarsi del nostro proverbio che dice: sasso lanciato e parola della non Ionian più indietro, e quindi prima d'impaccarsi a sdottorare pensarci sopra due volte. Doveva pur prevedere che fra que' molli che, letti gli avvisi sulle cantonate, sarebbero accorsi a udirlo, e forse, senza nè manco intenderlo, ad applaudirlo, ci poteva essere, com' è stato, chi non gliele avrebbe gabellate tutte dove prima non si fosse un po' sincerato da sè della bontà della mercanzia spacciabile e spacciata. E sincerarsene volle il cieco Tommaseo, il (piale, presa in mano la lezione che lo straniero seimmiologo lesse, non è molto a Firenze, e quella coli'occhio perspicacissimo della mente considerata da ogni lato, dettò il libro sopì annunziato, in cui, con vella maestria che gli è propria, mette in rilievo e confuta la falsità delle idee, la stranezza dell'invenzione, Fin convenienza e la improprietà del dire, i barbarismi e « sollecismi delle locuzioni, il danno della teoria, gli strafalcioni di logica, l'assurdità de' principj, lo zoppicare delle conclusioni, la mancanza di buon senso. Colia sua dialettica stringente e sarcastica, condita d'un'arguzia che taglia e cuce, e' piglia di fronte la scìmmiologia, la circuisce, la incalza e colie stesse parole dell'avversario, la distrugge. Scim-miologi e materialisti ne hanno rilevata una che si ricorderanno per un pezzo in là. Nessuno, crediamo, farà le meraviglie vedendo in questo bolli bolli della moderna società venir a galla così strampalate teorie. Sono fratti dell'epoca, effetti d'abuso di libertà, il qual abuso è tanto nocivo quanto questa è in sè ottima. La libertà del pensiero male intesa ha sempre nociuto e nocerà sempre perchè trasmoda in licenza, ed allora non è più libertà, ma servitù; servitù verso i sensi, verso le passioni, verso P egoismo, l'ignoranza, l'orgoglio e le preoccupazioni d'un falso sapere. Con questo ci pare spiegato, in parte, il gusto fradicio del giorno di sbraitare ai quattro venti la parentela o vogli filiazione dell'uomo colle scimmie. La qual parentela, ripetiamo, non la è ancora chiarita punto. Le prove che di presente si adducono le sono più apparenti die altro e non reggono a una critica ragionata e severa. Lo stesso scopritore confutato dal Tommaseo, senza tratti di corda, confessa che la scienza si sforza di provarla, ma che v'è immenso divario tra l'uno e l'altra. Ma, poniamo, per un poco, che la parentela esista, domandiamo noi, quali vantaggi se ne caveranno? L'umanità diverrà ella per ciò più laboriosa, più giusta, più onesta? Gioverà forse al benessere materiale di lei? E se non conduce a questo, perchè tanto gavazzare? Il ne- gare una verità, come osservano e il Gioberti e l'Azeglio, per abbracciarne un'altra non dimostra forse spi-7'ito superficiale e leggero? Noi, salva l'approvazione degl' interessati, vorremmo applicato a' scimmiologi quel che, a proposito della ricerca della patria di s. Girolamo, che Istriani e Dalmati si disputano, diceva E-rasmo di Rotterdam: Coleste sollecitudini, così egli, non sono degne d'uomini di senno: piuttosto che perdersi dietro queste ricerche sarebbe meglio imitare la vita di fui. Così qui. Scambio d'andare col lanternino in mano in cerca della origine dell'uomo e di rintracciare i gradi di parentela tra questo e la scimmia, sarebbe -meglio mettersi con tulle le forze, o come dicono i Toscani, di buzzo buono a migliorarlo e moralmente e materialmente. Ma, ci diranno col Guerrazzi, la scienza non deve aver rispetti di sorte, ella deve alzare le gonelle alla natura. Rispondiamo: la scienza faccia quelle indagini che crede migliori che nessuno ha in testa d'impedirglielo, ma la non imiti il fanciullo che, visto lucicare per terra una pielruzza, la leva e, ingalluzzito, corre a mostrargliela alla mamma credendo avervi trovato un diamante. Indaghi pure, ma le somiglianze, le analogie e le ipotesi non ce le venda per vangelo. Indaghi, ma infino a che la non avrà prove palmari del fatto suo non iseap-pi fuori a vociare: eureca. E se vuole che le abbiamo stima e rispetto, rispetti ella noi, e nou ci venga dinnanzi con voce e portamento da saltimbanco. Modestia nel le indagini, le raccomanda il Tommaseo, e nel linguaggio temperanza. E ciò in quanto che eli'è tuttavia fanciulla e, se la si rammenta, molte delle cose che proclamò verità irrefragabili, più tardi, fattone più maturo e-same, istituiti con piò diligenza i raffronti e giovatasi delle susseguite scoperte, l'è bisognato ricredersi e disdirsi. Le disdette la facciano dunque cauta. Abbiamo detto poc'anzi che una delle cause che producono oggidì sì avventate teorie si è l'abuso di libertà; qui v'aggiungiamo che una delle cause che a molti le fanno, a occln chiusi, accettare, è l'ignoranza delle discipline filoso&che. Cotesta ignoranza è adattassimo terreno a por vigne, onde gl'innovatori, che conoscono i loro polli, vengono fuori con viete dottrine con molta industria inzuccherale, e gf imboccano, come si pratica colle oche, ne intronano le orecchie con paroloni di larga battuta, strepitosi come la musica turca e vuoti come bolle di sapone, incantano gli uditori o i lettori con discorsi co' fiocchi sulla libertà, sulla perfettibilità, sul progresso, sull'avvenire roseo dei popoli, e su cento altre belle cose. Ma se sottomettiamo, coni'ha fatto il Tommaseo della scimmiologia, le lezioni e i libelli di voga (la libertà ce lo consente) a un esame ragionato, ci troviamo parole, parole e parole da capo. Pure le stesse aberrazioni del pensiero apportano sempre qualche vantaggio, non fosse altro questo di mostrarci la necessità di temprare le mentì ne" forti studj per non lasciarne abbindolare e menar pel naso dal primo scrittorucciaccio o parolajo che capita. E però fecero molto bene Terenzio Mamiaui e Domenico Berti a fondare una società promotrice e ajutalrice dello studio della filosofia e della nobile e dignitosa letteratura. Raccomandiamo questo studio a coloro che non vogliono essere scimmie e pappagalli coi dire e fare quel ! che gli altri dicono e fanno, e anche a coloro, (e sono i ì più) i quali costumano seguir l'esempio delle pecore cb'è quello d'andare ciecamente dietro certi caporioni, senza cercare se la via eletta conduca alla meta o al precipizio. Ci siamo allontanali alquanto dal nostro assunto, ma per questa volta, i lettori della Provincia ci perdoneranno, secondo il proverbio: la prima volta si perdona, la seconda si condona, la terza si bastona. Noi siamo nel primo caso, e però ci lusinghiamo d'ottenere tà-eilmente perdono. Raccomandare il libro soprannunziato sarebbe lo stesso, ci si passi lo strambo paragone, che raccomandare il nostro refosco. Una sola parola basti : è del Tommaseo. Trovasi in vendila presso il librajo Giacomo Sa-raval in Trieste, e costa lir. 1,25. E qui punto fermo. J C. V A R I E T A' distruzione dei topi, sorci, ratti campagnoli e ghiri Gli orticoltori mettono in opera uno sterminato numero di procedimenti che variano più o meno in ogni località. Alcuni hanno la pericolosa abitudine di avvelenare con dell'arsenico dei piselli, delle fave, delle mandorle, dei semi d'ogni specie, e persino della carne; le spargono nei siti i più frequentati dagli animali di cui vogliono sbarazzarsi. Ordinariamente i risultati riescono soddisfacenti, ma essi offrano una infinità di pericoli per gli animati domestici ed anco per ragazzi. È assai più facile e nuli'affatto pericoloso di grattugiare o sminuzzare del pane e polverarlo di calce viva e di zucchero in parti uguali. Si mescolano intimamente le due sostanze. Si mette in piccoli mucchi questa polvere nei luoghi più frequentati dai Topi ecc. Questi essendo ghiottissimi del zucchero, mangiano la polvere. I liquidi dello stomaco, venendo in contatto colla calce, determinano un effetto analogo a quello dell'acqua sopra questa sostanza, essi la estinguono; la violenta infiammazione che ne consegue cagiona una pronta morte, la quale si può accelerare col mettere vicino alla polvere un vaso pieno d'acqua nel quale gli a-nimali possano estinguere la sete che li divora dopo aver mangiato della calce. Tale operazione conosciuta da noi per molto tempo, ci è sempre riuscita perfettamente. {dati'Economia Rurale. ) Rettifiche. Correggiamo un maiuscolo strafalcione che cadde inavvertitamente dalla penna al compilatore dell'articolo, stampato net numero precedente sul mercato de' bozzoli in Capodistria nel 1869. Accennandovi nella chiusa alla quantità de' bozzoli giunti sulla piazza, la s'indicò in Centinaia, ma invece non fu che di Finiti. Preghiamo i nostri lettori a scusare se furon tratti per un momento in errore. Or sanno come sia la cosa A pag. 355, seconda colonna, Linea 24 è detto pel di lei benessere Convien leggere pel di lui benessere. Alla stessa pag. colonna prima, linea trentuna, dicesi Quella ricchezza che le fanno Correggi Quelle ricchezze che le fanno.