TASSA POSTALE PAGATA EDIZIONE DEL SABATO la nostra lotta ORGANO DELL* U.A. 1.S. DEL CIRCONDARIO ISTRIANO - TERRITORIO TRIESTE CONTRO TUTTE LE CALUNNIE E LE. PRESSIONI ESTERNE ED INTERNE, IL POPOLO LAVORATORE OPPORRÀ’ LA SUA DECISIONE E LA SUA FERMEZZA SUPERANDO OGNI OSTACOLO DIREZIONE — REDAZIONE — AMMINISTRAZIONE: Riva Castelleone 2 -- CAPODISTRIA, tele!. 138 ABBONAMENTI: Zona B e Jugoslavia anno: Din. 180, semestre Din. 90, trimestre Din. 50. — Zona A: anno L. 1400, semestre L. 740, trimestre L. 380. DINARI 2, — LIRE 10. [ Conto corr. nella Banca Istriana SUGLI ARRESTI^IN ZONAB LOGICA FERREA Da un po’ di tempo tutta la. stampa reazionaria si è lanciata a tutto fiato in una campagna di calunnie contro la zona jugoslava del Territorio del Trieste, tentando di far credere all’opinione pubblica — quella, disposta a prendere per oro colato tutto ciò che sia in. grado di solleticare il suo spirito antipopolare ed. il suo irrendentismo sciovinista — che nella zona luges’ava del Territorio del Trieste sia ^n atto una deliberata persecuzione ai danni dell’elemento italiano. Cosi questa stampa, costituzionalmente avversa ad ogni tentativo di arrivare ad una distensions tra i due confinanti, la Jugos^via e l’Italia, sta inventando «ondate di arresti di Italiani in zona B», un presunto progetto, tendente ad espellere tutti gli italiani dalla zona B, ecc. eco., senza peraltro — more solito — spendere nemmeno una parola per illustrare le difficoltà in mezzo alle quali il potere popolare è costretto ad operare per tutelare gli interessi del popolò lavoratore della zona B e della sua edificazione economica, sociale, nazionale e culturale. Vediamo un po’ che cosa si cela dietro a questa nuova ondata di calunnie che la stampa reazionaria locale dirige contro i poteri popolari della zona jugos'ava del Territorio di Trieste, e quale ne è il reale significato. Il potere popolare della zona B, uscito dalla vittoriosa lotta rivoluzionaria antifascista delle masse popolari della Regione Giulia, si è trovato a dover combattere su due fronti: su quello interno, costituito dal resti delle vecchie classi sociali spodestate e dal clero ad esse intimamente legato; su quello esterno, costituito dalla reazione triestina, fattasi ardita dalla politica nettamente antipopoiare e antidemocratica del governo militare anglo-americano, nella sua qualità di esponente degli interessi imperialistici nel mondo. La reazione interna faceva capo al cosidetto CLN istriano, organizzazione che, per i fini che perse-sto prodotto verrà semplicemente reso più accessibile per l’economia dei lavoratori. Sappiano queste persone, d’altronde ben individuate, che nessun Comìnforrn ò CLN dellTsTrià al mondo potranno salvorle dall’ira del popolo che le obbligherà ad abbandonare la nostra zona poiché di simile zavorra sociale non sappiamo che farcene. gue, non ha mai voluto uscire alla luce del sole, ma si è tenuta deliberatamente su un terreno illegale di clandestinità, essendo questo il terreno che meglio si presta a ogni- sorta di provocazioni di cui nessuno è tenuto ad assumersene la responsabilità. Inoltre non va dimenticato il ruolo che in. tutta questa attività svolta dal cosidetto CLN. istriano ha giocato e continua a giocare il clero istriano. In un primo tempo, e grazie alla sua campagna allarmistica, intesa ad intimidire la popolazione con l’asserita certezza di un prossimo ritorno dell’Italia su queste terre, il cosidettq CLN dell’I.stria ha potuto mantenere un certo seguito tra le masse italiane. Il potere popolare però ha saputo lottare con successo contro la pesante eredità costituita da 25 anni di ma’governo fascista e conseguire continui miglioramenti che hanno latto perdere gradatamente al cosidetto CLN istriano quel relativo seguito nelle masse che inizialmente esso era riuscito ad avere. Gli uomini del cosidetto CLN i-striano, diretti dalla reazione triestina si videro allora costretti ad appigliarsi all’arma del terrore, passando a vere e proprie azioni terroristiche. Cosa inevitabile e comune a tutti i vinti della storia. Ma il potere popolare vigilava. Si ebbero così i noti processi dell’anno scorso, in cui diversi elementi del CLN istriano furono giustamente e severamente condannati. Così il potere popolare seppe stroncare anche questa attività criminosa della reazione interna, e per un po’ l’attività del cosidetto CLN istriano si limitò a far apparire di tanto in tanto i suoi soliti proclami e memoriali che le-sciavano il tempo che trovavano. A questa vita grama e senza prospettive della reazione istriana e locale versò nuova linfa il Com-inform. Così assistiamo a una ibrida combutta fra il clero, la reazione ed i cominformisti che ha per obiettivo fondamentale la distruzione del potere popolare nella zona B. Essendo costoro senza seguito nelle masse, essi ricorrono oggi nuovamente ad azioni terroristiche. Così possiamo citare alcune di tali azioni: il ferimento di una sentinella a Buie; l’attentato a Verteneglio che però fortunata-u>ente non ha avuto conseguenze; l’incendio del grano a-un contadino, ecc. Le azioni di repressione contro simili azioni terroristiche, intrap-prese dal potere popolare, hanno portato all’arresto dì alcuni elementi sia Italiani che Sloveni e Croati, per lo più contadini ricchi, avversi al potere popolare per comprensibili ragioni di caràttere sociale. Questo stesso fatto smaschera nel modo più chiaro il tentativo dell^ reazione, inteso a presentare l’arresto dei criminali come persecuzione dell’elemento italiano, mentre per i cominformisti assume lo aspetto del terrore di cui si servirebbe la «cricca di Tito» in zona B. In sostanza tanto gli. uni che l’altra si trovano sullo stesso piano antipopolare, perchè tentano di presentare come vittime del potere popolare semplici criminali che essi stessi buttano allo sbarragli per intorbidire le acque e per tentare di impedire il progressivo -migliormente nei rapporti tra la Jugoslavia e l’Italia. Con questo loro inqualificabile modo di procedere non potranno però sfuggire alle loro responsabilità. E’ inuti e gridare circa un pieteso terrore del potere popolare, mentre il vero terrore è- quello organizzato da loro, e guidato da Trieste, come sono inutili i loro piagnistei che non hanno mai avuto la forza di far arrestare il corso della storia. Il potere popolare è una conquista troppo preziosa del popolo lavoratore perchè esso possa rimanere indifferente di fronte ad azioni criminali che vorrebbero distruggerlo. Nell’interesse del popolo lavoratore il potere popolare stroncherà senza pietà ogni sabotaggio criminale da qualsiasi parte esso provenisse e per qualsiasi motivo esso venisse compiuto. Il potere popolare e l’Armata jugoslava liberatrice, la cui correttezza ha dovuto essere ammessa — sebbene a denti stretti — dalia stessa reazione, non possono non agire così come agiscono nell’interesse di quelle conquiste popo'ari rivoluzionarie del popolo lavoratore che tanto sangue sono costate, e che ora la reazione imperialistica, in combutta col clero e non i cominformisti, vorrebbe annientare. Tale, è la ferrea logica delle cose, a cui nessuno può sfuggire. TIRA-MOLLA POLITICO STATUNITENSE RETROMARCIA PER L'ORIENTE affettusoità per l'occidente La «PUZZA» di rivolta non s'addice al governo Americano WASHINGTON — Essendo cadu te le speranze di un preteso miglio ramento della situazione nell’Estre mo Oriente per i monopolisti ame ricani, la Camera americana ha re spinto con 164 voti contro 92 l’e' mendamento al programma degli aiuti militari presentati dal repubblicano Lodge, il quale proponeva cfìe si aggiungano .100 milioni di dollari per gli aiuti militari ai pae-. si dell’Estremo Oriente e precisamente 75 milioni per il Governo nazionalista cinese e 25 milioni' per gli altri stati asiatici. Essa ha d’altra parte approvato con 238 voti contro 122 l’ammontare complessivo dei crediti richiesti per l’Europa occidentale. Ha approvato pure 211 milioni 370 mila dollari per la Grecia e la" Turchia, 276 milioni 400 mila dollari per l’Iran, la Corea e le Filippine. Alleato perduto LONDRA — Sotto1 il titolo «Alleato perduto» là rivista «The Economist» commenta in un lungo articolo il recente Libro Bianco A-mericano sulle relazióni tra gli Stati Uniti e la Cina, mettendo in rilievo che i cìrcoli governativi a-mericani si attendevano di vedere dopo la guerra la Cina a prendere il posto del Giappone, e ciò naturalmente, grazie agli aiuti americani, e diventare la principale nazione industriale dell’Asia. Il giornale L’ITALIA VERRÀ' DISAIUTATA Cominciano a piangere i figliocci di Marshall I primi effetti della rttatoi-ia- dei- Prano Mar»....... ROMA -politica rrtr shal.1. si fanno sentire in questi gior-' ni con notevole forza nella repubblica italiana. E oramai nota la notizia del fallimento dei colloqui tra gli incaricati del governo Italiano e l’Amministratore dell’ECA. Mentre la stampa democristiana si affanna-a minimizzare od addirittura ad escludere che un simile «gravissimo avvenimento» possa verificarsi da Parigi giunge la notizia ufficiale che gli esperti dell’OECE hanno deciso di decurtare gli aiuti all'Italia di ben un terzo, portando la quota da 600 milioni di dollari a soli 400 milioni di dollari. D’altra parte però è stata, accolta la richiesta britannica di un aumento di assegnazione per la somma di 850 milioni c#L dollari. Questa notizia dà una mazzata «quasi finale» alle speranze italiane per una revisione ed una reintegrazione degli aiuti, ed a provare ciò sta l’indecisione e la volontà di levarsi dagli impicci dimostrata dall’amministratore dell'ECA nei colloqui Veneziani. Spira brutto vento dunque per il governo democristiano e non è da escludere il caso che qualche corrente «sinistroide» in seno al partito chieda una sostituzione alle cariche governative prendendo di mira come pezzo da colpire l’inconcludente e pacifico Tremelloni. Il potere popolare per il popolo L’impulso dato alla nostra economia permette un continuo.e sensibile miglioramento del livello di vita dei nostri lavoratori. E’ di questi giorni infatti la di-stribùzione di tagliandi che permettono alle famiglie operaie l’acquisto di generi alimentari a prezzi fortemente ribassati. I generi acquistabili con i suddetti buoni, che vengono distribuiti tramite le filiali sindacali, sono: 25 kg. di patate per ogni componente di famiglia al prezzo di din 2 al kg., pesce ad un prezzo ribassato del 50 p. c. del normale in vendita libera e latte a din. 8 al litro. Inoltre ogni capo famiglia - potrà, con speciali libretti annonari, acquistare anche 1 qt. di legna da ardere. Come si può quindi constatare chi gode i benefici immediati della nostra ripresa economca è senza dubbio la classe lavoratrice poiché è da essa che provengono tutte le ricchezze. Come già detto, è compito delle rispettive filiali di procedere alla statistica dei capi di famiglia di ogni posto di lavoro e quindi con tali dati ritirare il quantitativo dei buoni da distribuire. Si nota però un certo, disinteressamento da parte delle filiali sindacali di Capodistria e Pirano i cui responsabili per l'approvvigionamento ed alloggi non si curano con la dovuta .celerità di adempire al loro dovere. E’ compito degli affiliati di smuovere dalla loro inerzia i responsa- bili per l’appi'ovvigionamento, poiT; sponsabilità data loro dalia fiducia dei compagni di lavoro ora devono adempire esemplarmente ai loro obblighi. Certamente questo trattamento di favore, goduto da chi lavora e produce, non garba a certi circoli ben noti i quali hanno sparso la voce che d’ora in poi il pesce sarà tesserato mentre, come già detto, questo prodotto verrà semplicemente reso più accessibile per l’economia dei lavoratori. Sappiano queste persone, d’altronde ben individuate, che nessun Comlnform o CLN dell’Istria al mondo potranno salvorle dall’ira del popolo che^ le obbligherà ad abbandonare la nostra zona poiché di simile zavorra sociale non. sappiamo che farcene. sottolinea il modo con il quale gli aiuti militari, venivano dati alla Cina. Tale modo aveva reso inefi-caci gli aiuti americani anche dopo l’insuccesso della missione Marshall. L’«Economist» prosegue che in Cina non c’è più nulla da sperare. Si tratta di scegliere, continua il 'giornale, tra la resistenza ad oltranza contro l’esercito popolare, il che è assurdo, oppure venire a patti con Mao Tse Tung. Nessuna" di queste due soluzioni offre però, conclude il giornale, delle prospettive incoraggianti nelle attuali circostanze. Gli Stati Uniti devono quindi cancellare la Cina dal numero dei loro alleati. Governo fantasma BONN — Nella Germania occidentale si sta procedendo alla costituzione del nuovo Governo fantasma, logica conseguenza delle e-lezioni che poco tempo fa hanno avuto luogo nelle zone occidentali. Senza dubbio si manderanno ai seggi elementi designati dalle autorità militari d’occupazione occidentali. Il compito delle consultazioni per la formazione di tale Governo, è stato affidato ad Adenauer che, su istigazione dei monopolisti americani, ha già preso dei contatti con ì rappresentanti dei vari partiti reazionari e di tendenze hazi-ste. GRECIA LIBERA GOMDNiGA ATENE — Radio Grecia Libera annuncia che il generale greco Pa-pagos, che dirige le operazioni mo-narco-fasciste contro l’esercito democratico, è gravemente ammalate. La direzione delle operazioni militari è stata affidata al capo della missione militare americana in Grecia, Generale Van Fleet. La stessa radio comunica che unità dell’esercito democratico che operano nella regione del Vitsi, hanno avuto il compito di evitare un conćen-tramento di truppe nemiche nella regione del Gramos. I combattimenti continuano nella regione del Vitzi, I monarchici han no avuto 40 feriti. — O — ROMA — In diverse regioni dell’Italia si sono avuti temporali che hanno provocato vittime e danni, hanno provocato vittime e danni. In un’arteria centrale di Napoli, un'improvviso cedimento del terreno provocava l’interruzione della circolazione. Tutte le comunicazioni telefoniche tra Napoli ed il .resto della Peniso’a, sono interrotte. In un villaggio dèlia regione di Napoli, la folgore ha ucciso due giovani. Nelle regioni di Padova e di Livorno, le pioggie torrenziali hanno provocato grandi danni. GRANDIOSI MAGAZZINI VENGONO COSTRUITI NEL CIRCONDARIO ISTRIANO PER L’ACCUMULO DELLE MERCI CHE CONTINUAMENTE VI AFFLUISCONO PANORAMA SETTIMANALE Con le elezioni di ferragosto, Trizonesia è entrata a far parte- — almeno, sotto un certo aspetto — dello scodinzolante gregge (più o meno democratico, più o meno cristiano), al seguito del sorridente pastore transoceanico, signore e salvatore a tutti i costi. Adenauer gongola, Schumacher un po’ meno, i tedeschi (almeno quelli in buonafede), hanno già incominciato a riflettere sulla portata della loro leggerézza elettorale, ed avranno ora tutto il tempo per convincersene appieno. Dei significato che rivestono le recenti elezioni germaniche, delle conseguenze che esse arrecheranno alla Germania, all’Europa e al mondo intero, ognuno si può facilmente render conto. Per la Germania, esse significano l’asservimento più completo e spietato all’occupante occidentale, a permanenza..— praticamente illimitata — delle truppe alleate sul suo suolo, la negazione assoluta — persino dal punto di vista giuridico —- di quella famosa autonomia amministrativa promessa dai microfoni e delle rotative atomiche. I 146 articoli della cosidetta co-, stituzione. di Bonn, non rappresentano altro che. lo strozzinaggio e la pirateria, internazionale eretti a .sistema: non solo viene attribuito ali’«alta commissione» il diritto di disporre in ogni senso dell’attività politica e commerciale tedesca con le potenze straniere, ma addirittura quello d’intromettersi diretta-mente e con poteri dittatoriali nelJ le questioni concernenti l’econumia nazionale, le finanze, le reiazioni giuridiche tedesche e via di questo passo, sino a dare alla sfortunata federazione, occidentale la tipica forma del protettorato coloniale. «Il popolo tedesco ha chiuso da solo la porta all’unificazione della sua patria», scrive l’Avanti! ber-inese: ed è questo che preoccupa tutti gli uomini di buon senso, i quali — dopo, gli avvenimenti di ferragosto — guardano sempre più inquieti ai destini futuri del vecchio continente. Oltre al pericolo rappresentato — per gli stessi paesi marschallizzali — dall’esistenza duna potente e stabile centrale commerciale statunitense nel cuore d’Europa, ' sussistè Téternò minaccioso incerto d’una linea di demarcazione tracciata sulla carne viva d’un popolo, linea su cui si affacciano, non certo in ottime disposizioni di spirito, due grandi antagonisti che vedono così accresciute ed acutizzate le possibilità di attrito. Quando al mondo, restiamo sempre del parere della Washington Post: «La Germania occidentale incomincia ad essere il calderone da strega in cui gli Alleati stanno cuocendo i dispiaceri futuri per sé stessi e per gli altri.» AI FERRI CORTI Colpo di Stato in Siria: defenestrazioni, processi in cinca e minuti, fucilazioni, coprifuoco e nuovo governo. Cose che succedono, specialmente in certe parti del globo. Si tratta, di solito, di beghe inter- ne, di meschini interessi personali assurti con la massima facilità al ruolo di alte ideologie politiche e così di seguito. Ma qui c’è qualcosa di nuovo, qualcosa che sta preoccupando non poco i circoli politici occidentali e mettendo nel massimo imbarazzo gli organi dell’inarrivabile propaganda atlantica. Qui l’affare puzza maledettamente di petrolio: e ne sanno qualcosa gli ambienti giornalistici nuova-yorkesi che, maestri nel voltare le frittate, si sono stavolta trovati abbastanza a disagio, ed hanno tentato di cavarsela per il rotto della cuffia, asserendo che «gli avvenimenti siriani hanno esclusivamente un carattere interno», ma non dimenticandosi, nello stesso tempo, di premere una lacrimuccia sulla immatura fine di Husnj el Zaim e del suo inimitabile stato maggiore da SS. Che cosa sia stato il defunto Zaim per meritarsi simili epigrafi cartacee, tutti lo sanno, un bo'a, e nemmeno di quelli comuni. Husnj el Zaim è l’uomo che faceva scorticare vivi i «comunisti», incatenare le donne con la testa in basso nelle galere damaschine e frustare pubblicamente i disgraziati che a-vessero avuto la sciagura di capitare tra le grinte dei nazisti tedeschi che costituivano l’élite della sua «Polizia di sicurezza». Ma, a queste sue detestabili qualità, Zaim univa un pregio unico: quello di essere uno sviscerato a-mico della «grande democrazia a-mericana» e, particolarmente, di certi signori dalle parti di Wall Street, con cui pareva intendorsi molto ma molto bene, specie su alcuni trascurabili affarucci di petrolio. Zaim fu: a lui ed alla sua cricca di colonnelli, succede un altro illustre militare ed un’altra altrettanto chiara cerchia di colonnelli (si vede che tutto funziona a base di colonnelli, laggiù). Ed il futuro fautore dei destini siriani vedrà... perchè no? di essere un tantino più ragionevole e comprensivo verso gli amici britannici che tanto si preoccupano della salute del suo popolo. Ironia a parte, la questione siriana e assai sintomatica, e merita di essere considerata in tutta la portata, non certo indifferente. Essa è un chiaro, preciso speU'.Uio della situazione in cui le due potenze anglosassoni sì solo venule a trovare in seguito al'.a loro pc-. litica egemònica, il sintomo evidente che la lotta tra il «nuovo» imperialismo consacrato dai quarto punto Truman ed il decrepito colonialismo britannico, è scesa dai campo economico a quello politico. Se . Washington è decisa a raggiungere con ogni mezzo i suoi fini espansionisti, il vecchio leone al-' bionico difende ormai a zanne visibili la sua spelacchiata criniera. Ai ferri corti, dunque: sorrisi e calci, inchini e revolverate, il tutto condito con «il sereno spirito d’amicizia delle nazioni democratiche». Ma che razza d’amici! PETER KOLOR IMO Nei Paesi capitalistici dell’occidente maggiormente si sviluppa e si precisa lo schieramento delle varie organizzazioni sindacali esistenti. L’acuirsi della lotta di classe, per l’accentuarsi della crisi del sistema del capitalismo monopolista, fa si che da una parte le forze lavoratrici più coscienti si temprino in dure lotte ed irrobustiscano cosi le proprie organizzazioni sindacali di classe, mentre dall’altra parte categorie di lavoratori meno esperti e coscienti della propria situazione, perchè in gran parte sotto l’influenza di abitudini, ideologie piccoloborghesi e clericali, si lasciano convogliare in organizzazioni, appositamente costituite, operanti sulla linea o della vecchia e scaduta socialdemocrazia, del sindacalismo patriottardo, di quello clericale, oppure di quelle agenti direttamente per conto dell’imperialismo angloamericano. Lo schieramento di queste forze sindacali su die posizioni distinte diventa sempre più rimarchevole e gli organi coordinatori di esse, la FSM e la istituenda organizzazione sindacale internazionale asservita agli interessi del capitalismo, si troveranno nei prossimi mesi l’una al cospetto dell’altra nelle due distinte, inconciliabili posizioni: la Federazione Sindacale Mondiale, in difesa degli interessi contingenti e storici dei lavoratori; l’altra, in difesa ed in servizio ausiliario del sistema capitalistico delle classi e degli interessi, della ideologia e della cultura che esso rappresenta ed esprime, In questo quadro generale, in un terreno politico-economico, complicatissimo, in una situazione sindacale tra de più delicate, con meno evidenza perciò, ma per le stesse posizioni, anche a Trieste si concreta quel processo di differenziazione inevitabile fra la massa dei lavoratori di ogni categoria. Solo che a Trieste la differenziazione av- viene purtroppo attraverso un processo di disintegrazione e di disgregazione quasi generale delie forze lavoratrici. Conseguenza della politica comin-formista. L’attuale dirigenza vida-liana dei Sindacati Unici ne è. responsabile in campo sindacale, come l’altro gruppo, con Viđali alla testa, ne è responsabile per la disgregazione in campo politico. Al fine di raggiungere l’ormai confessato obiettivo di orientare tutte le attività della classe operaia sulla linea italiana, i dirigenti, in queste ultime settimane, stanno intensificando l’opera di liquidazione sostanziale della organizzazione sindacale dei lavoratori triestini. Infittiscono al massimo i legami politici, sindacali e sportivi con le corrispondenti organizzazioni della Repubblica Italiana, adeguandone le forme organizzative, liquidando tutto ciò che si era costituito; qui indipendentemente, ed inserendo infine tutto ciò che resta. La cessazione di ogni autonoma attività, la mancanza di volontà e programma da parte dei dirigenti dei Sindacati Unici trovano conferma anche dalle deliberazioni dell’ultima sessione del CC dei SU. In questa sessione, di fronte alla gravità della situazione sindacale, di Trieste, alla crisi di lavoro, alle minacele di licenziamenti, al necessario adeguamento salariale e tanti altri insoluti problemi, il Comitato Centrale non trova altro da dire ai lavoratori e da decidere se non che proclamare il suo asservimento alle iniziative e direttive d’oltre Isonzo, accordarsi nell'attesa. che capitasse ai lavoratori di Trieste qualche «civanzo» della lotta altrui e raddolcire tutto questo col demagogico comunicato di «a-ver dato mandato al propr’o Comitato Esecutivo di fare i passi più opportuni per mobilitare tutte le forze del lavoro ecc. ecc.». Parole, soltanto parole! Il Comitato Centrale elei SU trova 'però da fare, ma in casa d'altri, dove già si fa tanta pei i lavorato- . ri, e come! Il Comitato Centrale dei SU interviene in favore dei «disgraziati lavoratori della zona B, oppressi e calpestati ecc. ecc.» e sancisce infine l’opera del. proprio esecutivo di «riorganizzazione» dei SU, che altro non è se non uno degli aspetti, tra quelli definitivi, della liquidazione dei SU, per trasformarsi da organizzazione sindacale classista in agenzia od «ispettorato» della Confederazione Generale Italiana del Lavoro, e del definitivo passaggio dei Sindacati Unici, cosi conciati, sulla linea dell’irredentismo e del revisionismo del Trattato di Pace e della liquidazione del Territorio Libero di Trieste. Analogia di azione in questo caso con i deliberati del Consiglio Generale dei Sindacati della Camera del Lavoro, il quale ha dato anche mandato alla propria Commissione Esecutiva di intensificare ed ispessire i legami ed i rapporti con le organizzazioni affini dei «Sindacati Liberi» della Repubblica Italiana. Azione parallela in sostanza di due direzioni che, ognuna per proprio conto, ma tutte due per io stesso fine, distruggono il già potente e compatto fronte sindacale di Trieste, che ha dato ai lavoratori tanta forza e tante vittorie. Inevitabilmente la politica sindacale dei cominformisti di Trieste, unitamente a quella dei loro amici «socialisti» e .repubblicani della CdL, porta al completo disarmo della classe operaia triestina e all’appoggio alle «rivendicazioni» del neoimperialismo italiano, alla revisione del Trattato di Pace, al ritorno dello Stato Italiano a Trieste. Ciò che contrasta con gli interessi e la volontà della maggioranza dèi iavòra'tori triestini, che anche nelle ultime elezioni hanno votato contro la revisione del Trattato di Pace, contro la liquidazione del Territorio di Trieste. Da ciò si spiega l’allarme vivis-: — que intraprendere decisioni od a- simo tra i lavoratori dei SU e le giustifìcatissime preoccupazioni ed azioni dei più coscienti lavoratori organizzati che cercano affannosamente una via adatta per por argine a questa politica rovinosa. Fra larghi strati di lavoratori si fa strada la convinzione della necessità urgente di eliminare dalla dirigenza dei SU e della CdL i dirigenti socialpatriotti, revisionisti ed irredentisti e di affrontare in un congresso unitario la situazione attraverso un esame di tutti i problemi che guardano i lavoratori del Territorio di Trieste, sulla piattaforma politica del rispetto e dell’attuazione del Trattato di Pace, dell’indipendenza della ^entrale sindacale di Roma, sulla base della diretta affiliazione alla Federazione Sindacale Mondiale e dei suoi principi statutari. I lavoratori di Trieste devono dare al movimento sindacale le vecchie caratteristiche classiste, rianimarlo di quello spirito di lotta che na caratterizzato tutta la sua tradizione, imprimere quell’orinetamento politico-sindacale corrispondente a-gli interessi della grande massa dei lavoratori di Trieste, con la struttura organizzativa basata su quei concetti demopratici esaltati dà Saillant, Kuznecov, Salaj e Santi al recente II congresso della FSM. II precipitare della crisi sindacale a Trieste esige da parte dì tutti i lavoratori una sollecita presa di posizione, i più coscienti, i più preoccupati, i comunisti, devono insorgere subito contro i metodi veramente trotzkisti di Radich e compagnia. Bisogna impedire che si effettuino minacce di licenziamenti di funzionari sindacali; che si minaccino di «liquidazione» politico - morale singoli o gruppi di organizzati; che comitati od intere federazioni sindacali siano minacciate di sanzioni quando danno vita ad azioni atte a Salvare l’organizzazione, o com un- zioni che possano concorrere al miglioramento della situazione sindacale, anche se queste suonino condanna per gli attuali dirigenti. L’importante ..è che i lavoratori di Trieste non rimangano disarmati, alla mercè della coalizione capitalistica, del compatto fronte organizzativo padronale, della reazione imperialista sempre più audace. L'unione sindacale è il primo, il più elementare dovere di ogni lavoratore che si preoccupi dell’esistenza sua e della sua famiglia, dei suo avvenire e dell'avvenire della 'sua classe. • All’azione dei cominformisti liquidatori del movimento rivoluzionario e sindacale classista di Trieste, di fronte all’opera dei revisionisti del Trattato di Pace, alla politica antioperaia del GMA, alle azioni di servilismo al nazionalismo italiano dei dirigenti della Camera del Lavoro, tutti i lavoratori del Territorio di Trieste devono sforzarsi di imboccare la strada giusta dell’unità di azione, da noi costantemente indicata, allo scopo di riportare la classe operaia triestina e le sue organizzazioni di lotta ancora una volta in linea contro l’im-perialismo e le sue locali manifestazioni ed alla vittoria i lavoratori. f postulati unitari non possono mancare, ed infatti ci sono: li abbiamo frequentemente accennati nella nostra stampa e nei nostri «Panorami Sindacali»; le concrete azioni da svolgere nei casi particolari ed in quelli generali i lavoratori le possono apprendere quotidianamente, sia ascoltando le trasmissioni della nostra radio e leggendo la nostra stampa, sia partecipando alle nostre riunioni, difendendo le nostre posizioni, sostenendo la nostra lotta, accettando ed attuando la nostra linea rivoluzionaria. B P La Nostra Lotta I NOSTRI FIGLI TRASCORRONO le vacanze nelle colonie slovene Ih fotoreporter Mario Magajna ci ha gentilmente concesso questo suo servizio sulle colonie slovene di Vi6, černuče, Kranj e Križe, ove. sono ospitati molti giovani di Trieste e Territorio. Siamo felici di pubblicarlo sicuri di far cosa grata alle famiglie dei piccoli ospiti tanto desiderose di notizie che descrivano la vita giornaliera dei loro figli- Era dovere di visitare le colonie estive dove i nostri figli trascorrono le vacanze, abbiamo voluto interessarci e vedere con i nostri occhi l’ambiente nel quale vivono e come passano il loro tempo. Già dalle lettere che ci avevano scritto eravamo ormai sicuri che essi si trovassero a loro agio: e la nostra certezza non è andata delusa. La prima colonia da noi visitata è stata quella di Vič, un sobborgo di Lubiana sulla Tržaška cesta (strada di Trieste). In questo luogo di vacanze,^ appartenente al secondo turno, si trovano ospitati 108 studenti dai 11 ai 16 anni tutti iscritti alle scuole medie. Essendo arrivati senza preavviso i ragazzi erano per il momento assenti. Guidati da una compagna abbiamo potuto pienamente constatare la pulizia e l’ordine che regnano in tutti i reparti dello stabile: dalle camere al refettorio, dalle sale di soggiorno alla cucina. Quando fummo a contatto con i piccoli ospiti il loro primo pensiero fu di chiederci notizie della nostra città, e dei loro parenti in particolare. Fu nostra premura di rispondere a loro nel migliore dei modi onde soddisfarli in questo logico desiderio: la notizia da casa! Essi si trovavano radunati attorno alla tavola da pranzo, linda: "ed accogliente, il loro aspetto sano dava l’idea di un vivace mazzo di fiori. Fu nostro vivo dispiacere doverli abbandonare. Purtroppo il tempo passava ed altre colonie ci aspettavano. La nostra macchina parti tra un coro di saluti che noi vi compendiamo in questa semplice maniera: i vostri bimbi stanno bene, non mancano di nulla e vi pensano costantemente. A Cernuče ci accolse l’amministra-trice. Sebbene di minori proporzioni questa colonia presentava le medesime caratteristiche di pulizia e giocondità della precedente. Notevole il fatto che tutti i paesi del territorio avevano qui un loro rappresentante. Il tempo ingrato non ci lasciava tregua. Trovammo però l’occasione per dare un’occhiata alle stanze da letto: .l’aria ed il sole dei monti della Slovenia entravano generosamente ad accumulare fonti inesauribili di salute per le giovani vite. Ed avanti sempre più su sino a raggiungere Kranj e Križe. Nella prima, un edificio grandioso munito di ampi finestroni, si trovano ospitati 200 ragazzi dai 6 ai 12 arini. Inutile dire le festose accoglienze che ci sono state fatte dai piccoli amici. Abbiamo constatato come essi trascorrano le loro giornate felici e pieni di spensieratezza. Giuochi, ore di svago e di riposo , si susseguono ininterrotti in queste intense giornate, uno solo è il pensiero: fare provvista di energia e di vitalità per il prossimo ritorno a casa. Nel lasciarli mille voci sì levarono per raccomandare i saluti alle famiglie; ognuno voleva stringerci la mano e farsi sentire più degli altri. Quando la macchina si mosse una deliziosa fila di visetti rosei apparve sopra il muro di cinta a sorriderci ancora una volta, alcuni ragazzi tentarono persino di seguirci un pò correndo e cercando in tal maniera di far meglio sentire i loro saluti. Ma si, ma si, cari piccoli compagni, gli abbiamo sentiti tutti, e li riportiamo qui su questa nostra pagina carichi d’amore per le proprie famiglie, e di gioia di vivere. E per ultima Križe: un’amena località tutta circondata da montagne, insomma un vero paradiso per gli amanti della natura. Un quadro chiaro della vita giornaliera ce lo diede in poche parole la compagna di servizio. Qui i ragazzi si sono abituati ad una vita di lavoro sia nella colonia stessa che nella vicina campagna. Questo sistema ha fatto conprendere ai giovani quanto bella sia la vita attiva. Ma il concetto vero lo ha dato uh giovane ospite in una sua lettera alla famiglia, e precisamente con questa frase: «finora non ho vissuto giorni cosi felici».. E questo è ben vero, nella nuova Jugoslavia lavorare è un onore, e chi vive con onore vive felice. Ritornando questa gioventù porterà u-na nuova voce a scalzare le volgari ingiurie mosse contro un paese o-ve il . socialismo è parola d’ordine in tutte le attività della vita. Abbiamo concluso questo viaggio sicuri di aver vista e sempre vigile una salvaguardia sicura per noi e per i nostri figli. MARIO MAGAJNA IL POPOLO PER IL PARTITO COMUNISTA GRANDE PROGRAMMA DI LAVORI in onore del congresso del P.C. T.d.T. Grande è l’amore del popolo per il Partito Comunista del TdT. Per quel Partito che è stato la guida nella lotta di liberazione e che ora continua il suo ruolo per raggiun-p f.j■ fi qUeiie mete di fratellanza e di giustizia per cui tanto sangue si è sparso, tanto lavooro si fa. .Naturale quandi che i lavoratori del Circondario, ad un mese dal Il Congresso del Partito., vogliano esprimere tutto il loro attaccamento verso la loro guida, intensif:-cando i loro sforzi sul lavoro per onorare cosi degnamente questo avvenimento storico. Abbiamo già pubblicato i programmi di lavoro volontario assunti dagli operai delle nostre maggiori industrie. E’ doveroso però continuare la pubblicazione di tali impegni dei lavoratori di altri posti di lavoro, affinchè ciò sia di spro- ne anche a quelli che ancora non si sono decisi di seguire questo e-sèmpio, affinchè i nemici sappiano che i loro infami piani di staccare il popolo dal suo Partito sono destinati al sicuro fallimento. Il personale dell’Ospedale civile di Isola si è impegnato di attuare entro il 12 settembre un piano di lavoro che attivizzerà i suoi 38 componenti per 2300 ore. Il personale della ditta Russian di Capodistria cosi si esprime: «Noi lavoratori della ditta Russian, in segno di solidarietà con il II Congresso del PC, ci impe-gnamo di aumentare la produttività del lavoro del 30 p. c. Questo per un avvenire migliore del popolo lavoratore della nostra zona, affratellati alla Repubblica Federativa Jugoslava. Il nostro lavoro sarà un efficace contributo al no- LE DONNE SULLA MONTE-VILLANOVA FULGIDO ESEMPIO di coscienza lavoratrice La mostra della gioventù lavoratrice ad Isola OTTIMA RASSEGNA DELLE "CAPACITA’ DEI GIOVANI CREATORI DELL’AVVENIRE Ad Isola si è aperta la «Mostra della gioventù lavoratrice». Questa mostra assume un grande significato ora che nel nostro Circondario tutte le forze sane del popolo sono impegnate nello sforzo di realizzare, nei termini stabiliti, il programma economico. Questa mostra rivela anche che le giovani forze operaie hanno preso sul serio il loro ruolo d’avanguardia nella marcia veršo quelle mete che ci sono state indicate dai nostri grandi maestri: Lenin, Stalin e Tito. La nostra gioventù lavoratrice sa quali grandi compiti la aspettano- poiché in un non lontano domani la struttura economica della nostra zona subirà una tale trasformazione che la necessità di quadri tecnici sarà una delle più urgenti. Ci siamo portati ad Isola e nella grande sala dell’Arrigoni abbiamo osservato tutti i lavori dei nostri giovani operai. Il maggior interesse dei Visitatori era per il modello di piroscafo radiocomandato del compagno Žaro di cui abbiamo parlato già diffusamente in un precedente articolo- Anche la linea elegante ed aerodinamica dell’aliante costruito dal comp. Pellin Angelo richiamava l’attenzione dei visitatori, molti dei quali commentavano il fatto che nel nostro Circondario non si è ancora sviluppato nella gioventù l’amore per l’aereo-modellismo, ma siamo certi che ben presto anche questa sana attività troverà da noi i suoi appassionati. I banchi erano letteralmente coperti di attrezzi da lavoro, veri capolavori del genere, tra i quali si distinguevano quelli costruiti dagli apprendisti della Arrigoni e dell’Ampelea. Meritano menzione i lavori di Veglia Germano dell’Adria di Isola, di For-•nasaro Bortolo di S. Lucia, di Jerman Paolo dell’Adria di Capodistria. L’arco in mattoni di un' giovane muratore dell’Edilit di Capodistria rivela nel suo costruttore un bravo operaio che farà strada. Il giovane Colomban Bruno ha e-sposto un bellissimo sparghert, oggetto della curiosità dell’elemento femminile. Anche i giovani dei Cantieri Navali Piranesi hanno e-sposto bei lavori quantunque avessero incontrati ostacoli nell’incomprensione di un capo reparto. E’ doveroso citare i giovani, della falegnameria STIL di Capodistria per i loro speciali lavori in legno ed il giovane Leodovié Emilio delle saline di Sicciole che ha esposto un modello di pompa in legno. Poi altri ed altri lavori di cucito delle nostre giovani sarte5 disegni di macchine eseguiti dagli apprendisti che frequentano le scuole serali ecc. Notati dal pubblico i quadri ad olio del comp. Zaro Bruno raffiguranti scene della lotta di liberazione. Queste le poche linee prospetti- che della mostra il cui quadro completo richiederebbe molto spazio. Tuttavia questi brevi accenni danno una idea della sua riuscita e della volontà, che ha animato i giovani espositori. Un rilievo che vogliamo fare e che forse non risulterà gradito al comitato promotore (che per l’assenza di tutti i suoi membri dubitiamo esista) è che lo .stesso non ha funzionato poiché l’addobbamento della sala lasciava molto a desiderare ed il visitatore era sgradevolmente colpito dalla nudità del locale. Appare strano inoltre che in questo senso non abbia funzionato il Comitato Circondariale dell’UGA poiché suo compito sarebbe stato di controllare perlomeno se detti lavori erano e-seguiti prima dell’apertura della mostra. ORGOGLIO PARTIGIANO Questa la parola d’ordine lanciata da centinaia di partigiani del distretto di Capodistria, durante il loro raduno nella località di Rokava, nota per l’eroica lotta ivi sostenuta durante la guerra di liberazione. L’Associazione partigiani del distretto . aveva indetto per domenica e lunedi, 14 e 15 corr. il raduno partigiano in quella località. Nonostante condizioni atmosferiche assolutamente proibitive, gran numero di partigiani e di popolo era accorsa al raduno. Alle ore 6 di mattina è stato iniziato il lavoro volontario sulla strada Babici-Borst. al quale oltre 300 partigiani ed attivisti hanno contribuito. Nel pomeriggio è seguita la Conferenza distrettuale, nella quale hanno parlato i compagni Knez e Maraspin. Nel pomeriggio di domenica sono seguite altre manifestazioni culturali. Al lunedi mattina è continuato il lavoro volontario sino a mezzogiorno. Complessivamente hanno dato la loro, opera 488 partigiani ed attivisti che hanno eseguito 1297 ore di lavoro volontario. Nel pomeriggio hanno fatto seguito altre manifestazioni. E’ stato formato un corteo che si è recato al Bunker ove era situato il Comando Città Capodistria, e nel quale cadde eroicamente il Comandante Frenk ed altri compagni. La commemorazione è stata tenuta dal comp. Jakomin il quale in quell’occasione era riuscito a sfuggire miracolosamente dalle mani dei nazifascisti. In seguito il raduno partigiano ebbe fine. Nella stessa data nella valle del Quieto si è tenuto il raduno dei partigiani del distretto di Buie. Dopo i discorsi rituali, ebbe inizio il lavoro volontario. La giornata si concluse con un ballo popolare protrattosi sino a tardi. Cosi si sono conclusi i raduni partigiani nel circondario, nei quali i combattenti della lotta di liberazione hanno riaffermato la loro decisa volontà di continuare sulla strada intrapresa all’inizio della lotta contro i nazifascisti. Essi hanno lanciato la parola d’ordine: «Siamo orgogliosi del nostro passato e della nostra lotta gloriosa». BRAVI STRADINI Tante volte percorrendo una strada fuori dì città si incontrario dei lavoratori che riparano la strada. E solo raramente si fa caso a questi umili lavoratori che viceversa son tanto utilipoichè . essi curano col loro lavoro la manutenzione delle nostre strade la cui importanza è di primo piano per la realizzazione del nostro programma economico. A questi operai deve andare la nostra riconoscenza e citiamo a tale titolo il comp. Valentič Giuseppe da Buie che si distingue inoltre per la sua opera nell’organizzazione della filiale sindacale degli stradini. Meritevole di elogio è anche il compagno Razza Giovanni da Castelvenere che è d’esempio per tutti i suoi compagni di lavoro. Ora gli stradini del buiese sono occupati nell’allargamento delle curve pericolose della strada nei pressi di Businia, Giurizzani, Mat-rerada e Babici. AUTOLINEE § “NUOVI ORARI PORTOROSE — CAPODISTRIA Partenze da Portorose: ore 6.15, 9.30, 14.00, 16.30. Da Strugnano: ore 6.30, 9.35, 14.15, 16.45. — Da Isola: ore 6.45, 10.00, 14.30, 17.00. Arrivi a Capodistria: ore 7.00, 10.15, 14.45, 17.15. CAPODISTRIA — DI VACCI A E RITORNO Partenza da Capodistria: Oeni sabato, domenica e lunedi alle ore 24.00. Partenze da Divaccia: Ogni domenica, lunedi e martedì alle ore 3.00 antimeridiane. Nell’ultima rìunone di massa del-l’UDAIS, alla quale ha partecipato un gran numero di donne, sono stati trattati vari problemi inerenti alla organizzazione femminile. E’ stato discusso specialmente il problema delle ragazze del luogo che invece di prestare la loro attività nel circondario, vanno al servizio dei signori di Trieste. Un fatto simile non può essere tollerato ulteriormente, poiché nel cinrcondario ogni uomo o donna ha la possibilità di dedicarsi à qualunque professione o mestiere dando còsi il' proprio contributo all’edificazione della nuova vita. Una madre presente alla rrunone la cui figlia lavora a Trieste, ha dichiarato che le proibirà assolutamente di continuare il suo lavoro a Trieste. Le donne hanno deciso altresi di recarsi in visita dai bambini Serbi ospitati presso la colonia di Capodistria, desiderose di allietare questi giovani figli della nuova Jugoslavia, portando loro doni. Prima di concludere la riunione, è stato trattato il problema della partecipazione delle nostre donne alla costruzione della strada Mon-te-Villanova. Dopo ampia discussione, un gruppo di donne si è impegnato a partecipare al lavoro volontario sulla menzionata strada ogni domenica. Questo esempio di altruismo e di comprensione per le necessità collettive, dovrebbe essere seguito da tutte le donne delle località direttamente interessate alla costruzione della strada. Le donne di S. Pietro, di Carcasse di Villanova ecc., dovrebbero in tal modo concreto dimostrare il loro attaccamento verso jLPotere Popolare, non prestando ascolto alle ciancie di certi sacerdoti i quali suggeriscono più o meno larvatamente, di non partecipare al lavoro volontario. Sappiano esse che un migliore avvenire si realizza solamente se tutti danno il proprio contributo. Ciò che non vorrebbero quei tali sacerdoti (intendiamo riferirci al parroco di Carcasse ed altri) ai quali non garba il progresso. Essi vorrebbero BREVI ISTRIANE ATTO DI ONESTA’ Snoj Zinka da Zagorje della Sava, appartenente al personale accompagnatore delle Colonie marine di Portorose, giorni or sono rinveniva un portafoglio senza documenti, contenente la somma di dinari 4.000,- . La Snoj si presentava immediatamente- alla locale stazione della DP consegnando la somma rinvenuta. Il giorno stesso si rintracciava il proprietario del denaro, un certo Vidonis Mario, occupalo presso la direzione della società Invalidi di guerra di Porto-rose, il quale poteva rientrare in possesso della somma smarrita, grazie alla onesta rinvenitrice. Si cita l’esempio di questa compagna che, con il suo atto, ha dimostrato la purezza della nuova e-ducazione sociale. — O — TRAGICO INCIDENTE AUTOMOBILISTICO La notte di domenica al porto di Pirano è avvenuto un tragico in- L’operaio Steffè al lavoro sul tetto dei nuovi magazzini OMNIA di Capodistria. Questo bravo compagno, a capo di una scelta squadra di operai, supera giornalmente la media normale di lavoro. cidente nel quale hanno perduto la vita tre compagni. Infatti verso le ore 2.55 di mattina una macchina proveniente da Portorose, sulla quale si trovavano 4 compagni e procedente a forte velocità verso Pirano andava a finire in mare, sulla svolta presso la Rotonda. Una occupante riusciva a gettarsi dalla macchina e, con l’aiuto di altre persone accorse a mettersi in salvo mentre gli altri due occupanti e l’autista affogavano miseramente. Il CPL di Pirano dovrebbe prendere le misure necessarie onde evitare il ripetersi di simili incidenti (ciò a mezzo segnali luminosi, colonnette di sbarramento ecc.) poiché in quel posto si sono verificati diversi casi analoghi. — O — SMENTITA A VOCI TENDENZIOSE In merito alla notizia di un quotidiano di Trieste del 17 corr. dalla quale apparirebbe che a Cittanova sia scoppiata una grave epidemia di tifo, siamo in grado di affermare che tale notizia non corrisponde assolutamente alla realtà dei fatti. Da accertamenti effettuati all’ospedale di Isola non risulta che ivi ci sia degente alcuno affetto da tifo. La realtà si limita a 4 casi accertati di tifo a Cittanova ed uno a Grisignana. Questi dati dimostrano quindi che a tutt’oggi i casi di tifo nel Circondario sono al di sotto della media normale che, nella stagione estiva degli anni scorsi, dava circa una ventina di casi di tale malattia. — O — CARTE D’IDENTITÀ’ RINVENUTE Sono state rinvenute le seguenti carte d’identità, al Lido di San Nicolò: Carta d’identità rilasciata dal Comune di Trieste, Nr. 189519 intestata a FOT! ANTONINA fu Santo. Carta d’identità rilasciata dal Comune di Trieste Nr. 209945 ed altri documenti, intestati a GRAN-DUS MARIO di Antonia Grandus. Gli smarritori possono presentarsi per il ritiro presso la sezione Affari Interni distrettuale in via Verdi presso l’ufficio dell’Ordine Pubblico di Capodistria. che il popolo lavoratore dell’Istria continuasse a vivere nell’oscurantismo cui l’hanno costretto i precedenti regimi. Ma, piaccia o non piaccia a questi «pastori d’anime», un tanto non si verificherà mai più poiché il popolo istriano avviatosi finalmente sulla strada del progresso non si arresta e nessuna forza umana potrà cqstringerlo a indietreggiare. IL PROBLEMA degli alloggi Il problema degli alloggi — problema invero molto scottante' — ritorna sempre all’ordine del giorno. ■ Infatti riceviamo giornalmente appelli di- operai e di impiegati i quali danno la propria attività per il consolidamento dell’economia del nostro circondario, e sono costretti dopo aver faticato lunghe ore nelle officine, aziende, uffici ecc. a dormire assieme alla propria famiglia, in locali che possono comunemente definirsi stalle. Viceversa ci sono certi signori cui ben poco importa il benessere della popolazione del circondario e che prestano la loro attività fuori della nostra zona, oppure che vengono foraggiati dall’esterno per scopi ben intuibili, i quali dispongono di quartieri e appartamenti con tutte le comodità. Gli organi del Potere Popolare, competenti in materia di alloggi, dovrebbero intervenire per risolvere questo problema, in favore della classe lavoratrice eliminando lo sconcio ancora in atto. Che cosa aspetta il CPL di Buie ad intervenire in favore del comp. Agarinis Nazario, che lavora presso la cooperativa? Detto compagno è costretto a dormire assieme alla famiglia con 3 bambini, in una stanza sovrastante ad una stalla. Ognuno può comprendere le condizioni di salute di quella famiglia. Di contro abbiamo la signora Antonini vedova del noto criminale fascista avv. Antonini che ha messo all’incanto le terre di una buona mettà dei contadini di Buie; detta signora ha tre figli esuli a Trieste, essa occupa un quartiere ampio e vive agiatamente senza lavorare. Da dove detta signora trae i mezzi per tutto ciò? Con l’immediato intervento degli organi del Potere, in questo ed in centinaia di casi consimili detto problema verrà risolto. LOTTERIA-UDAIS Il comitato Distrettuale della UDAIS organizza per domenica 21 agosto una lotteria dotata di ricchi premi. II ricavato, di detta lotteria viene devoluto pro colonie estive. I biglietti si trovano in vendita al prezzo di din. 20 presso la libreria LI-PA a Capodistria e presso la rivendita giornali in piazza Tito. L’estrazione avrà luogo domenica, 21 agosto alle ore 10 in piazza Tito. • stro programma economico che tende al raggiungimento del socialismo». Concretamente i bravi operai della ditta Russian col loro lavoro daranno un contributo di 100.000 din. I lavoratori del Turist Hotel si sono obbligati di por fine alla copertura di un tetto per un totale di 600 metri quadrati, tre giorni prima del termine previsto dalla direzione tecnica. Altri importanti lavori saranno anche portati a termine in anticipo. L'importante centro industriale dei Cantieri. Piranesi dà i seguenti dati: I carpentieri ultimeranno i lavori in corso un giorno prima della data stabilita e cioè il 16 settembre 1949. I meccanici addetti a delle riparazioni sui motovelieri «Eugenio», «Octor Petar» e «Maica Maria» ultimeranno i lavori per, il giorno 16 settembre p. v. I lavori sulla «S. Nicola» saranno per la data del 16 sett, realizzati per il 20 p. c. I falegnami addetti ai lavori sui sopracitati motovelieri si sono obbligati come segue: I lavori sulla «Maica Maria» ultimati un giorno prima del Congresso. Sul «S. Nicola» ultimati per il 50 p. c. per la stessa data. I lavori suddetti daranno un totale di 24.000 ore di lavoro. Inoltre la disciplina sarà aumentata per quanto concerne la regolare presenza giornaliera sul lavoro ed il ‘ rispetto scrupoloso dell’orario. II lavoro dell’Amministrazione Acquedotti e Bonifiche presenta un interesse speciale, per cui diamo dei dati particolareggiati: Gli operai della squadra per la nuova canalizzazione di Capodistria hanno come obiettivo di lavoro la sistemazione dei lavori ed il getto di cemento di 200 metri lineari per il collettore principale. Questo importante lavoro verrà portato a termine un giorno prima del Congresso. La squadra per la bonifica della valle di Sicciole porterà a termine una escavazione di 1.000 m cubi di terreno tre giorni prima del previsto. La squadra per la manutenzione dell’acquedotto di Capodistria si impegna di ultimare in 4 giornate lavorative, la nuova canalizzazione conduttrice principale che va dalla Muda alla Fructus. Tutti gli altri dipendenti, e dei quali diamo i nominativi, si sono impegnati per 265 ore di lavoro volontario. Cavallich Giovanni ore 10. Contento Domenico ore 15. Ruzzier Pietro ore 25. Coscia Giuliano >»re 5. Corrente Rita ore 5. Galimberti Alessandro ore 5. Tutta Edo ore 7. Zetto Antonio ore 5. Bartoli Lidia ore 5. Minca Giovanni ore IO. Riccobon Giuseppe ore 3. Flego Gioacchino ore 10. Parovel Luciano ore 6. Schipizza Pietro ore 10. Bordon Carlo ore 25. Drandi Luigi ore 15. Furlanich Federico ore 10. Zet-to Pietro ore 25. Lanza Nicolò ore 10. Sestan Guido ore 10 Dellore Italo ore 25. Pucer Giordano ore 4. Orlati Orlando ore 10. Brecevich Mario ore 10. Oltre a tutto questo programma di lavoro una squadra composta da 13 operai darà, lavorando il sabato pomeriggio, 52 ore di lavoro volontario. ROMPITIMPANI (Riceviamo e pubblichiamo) «Bisogna dire che certi signori di Capodistria si siano fissati in testa l’idea che il resto della popolazione sia affetta da sordità. Altrimenti non sapremmo spiegarci il perchè essi in tutte le ore del giorno e della notte si dilettino a romper i timpani ai propri vicini a-prendo tutto il volume al proprio apparecchio radio. Noi comprendiamo benissimo, essendo pur noi amanti della musica che allieta lo animo e solleva le menti, che i predetti signori possano suonare giorno e notte, ma non possiamo tollerare le radio rompiscatole ed assordanti. Detti signori dovrebbero imparare anche come si manovra il potenziometro, poiché non è ammissibile che dopo le ore 22, quando i lavoratori, dopo aver faticato la intera giornata nelle officine, nei cantieri, aziende ed uffici, si apprestano a fruire del dovuto riposo, concesso dal sonno, debbano subire il tormento fino alle ore piccole. Un gruppo di lavoratori Agire decisamente contro le calunniatrici Maresego, località ben nota in tutto il circondario per le sue tradizioni rivoluzionarie con l’assiduo concorso di tutta la popolazione si sta lentamente trasformando da paese nel quale gli eventi bellici hanno lasciato le loro inconfondibili traccie, in un paese nuovo, moderno, con le sue case e la sua scuola, ricostruite; con la nuova casa del cooperatore a cui si stanno dando gli ultimi tocchi. Il lavoro progredisce, mancano però le braccia per una più rapida ricostruzione. La volontà della ‘stragrande maggioranza della popolazione è per la ricostruzione, però vi sono degli elementi che noi definiremo incoscienti — per non usare altre definizioni che sarebbero più adatte al caso — i quali invece di contribuire alla ricostruzione, preferiscono andare a prestare la propria attività a Trieste, a vendere la loro forza lavoro agli sfruttatori reazionari di quel centro. Tali perso- ne sono ben conosciute dalla popolazione, la quale attende che il locale CPL prenda provvedimenti a loro carico. Ci riferiamo per l’appunto alle seguenti persone: Kermac Alessia, da Krmci No. 81, Babic Maria ed Amalia da Burià, nonché a Sergon Giustina ed Amalia da Maresego No. 111. le quali prestano la lóro attività a Trieste. Durante le loro peregrinazioni, queste persone vanno parlando «sulla lame e sulla impossibilità di vivere in zona B» ecc. divenendo cosi strumenti propagandistici della reazione congenita. Ma non tutti sanno che le suddette donne hanno possibilità di vivere in zona B anche senza lavorare, poiché posseggono appezzamenti di terreno dai 3 ai 5 ettari di. coltivato, nonché capi di bestiame. Sappiano quste donne che vanno blaterando sulle condizioni «disastrose» della zona B; et Simili che il popolo di Maresego non tollererà ulteriormente il loro contegno offensivo.