ÖSSERVAZIOM ED AMIINTE DI Gr» D. »ELIA BOKA SOPRA ALCÜNI PASSI dell' ISTORIA DELLA Contea di Gorizia <>¿ CARLO MORELLI DI SCHÖNFELD. VOLUME QUARTO che contiene un Appendice di note illustrative GORIZIA premiata tipografia paternolli 1856. k» rnmU OSSERYAZIOM ED AGGIIM di O, D. nGLLi HOM sopra alcuni passi dell' ISTOKIV DELIA Contea di Gorizia CARLO MORELLI DI SCHÖNFELD, Ossmazioni ed aggiunte sopra alcuni passi DELL'istoria della contea di gorizia di ( llil.o de »URKIiLI. I avvette lo storico noslro Morelli ( Yol. I. ) che, con eccezione di alcune scritture, le quali si trovano nelle mani de.' particolari, gli altri documenti che precedono il secolo XVI, e anche quelli che si riferisjono al principio del secolo stesso, tutti perirono al tempo che i Veneziani impadronironsi di Gorizia (1508), che perciô solamente dopo la pace con la repubblica (1521) ebhe principio I' arcliivio goriàano. Discorrendo in geuerale 'il nostro Morelli sugli archivî, deplora (Vol. III.) la condizione, che gli archivî siano fatti servire per lo più al solo bisogno delle cose presentí, e che nessuna cura sia presa dei monument! antichi, i quali possono istruirci sui fatti passati ; egli ci narra poi lo stato pressochè normale di disordine e di confusione in cui trovavasi T arcliivio provinciale della Contea. Fu gran fortuna per noi, che, trovandosi queU'archivio sconvolto, la cura di riordinarlo venisse affidata (1764) alf egregio nostro Morelli, il quale ponendovi mano, non limilossi al solo coordinamenlo, nè al materiale inventario delle scritture, ma col senso e coll'amore che lo guidavano, seppe dalla circostanza di quel lavoro concepire I' idea di compilare una storia della sua patria. Venne questa storia a compimento e riusci degna di lui, quale giustamente il puhblico I' attendeva dalla sua abililii e dai suoi talenti: che se poi ció nialgradp 4 NOTE ED AGGIUNTE Topera forse non riusci in tutta la sua estensione uguale, se alcune epoche sono più digiune di fatti, o se qualche fatto lasci desiderare maggiore chiarimento, chi sarà quelío che vorrà ciô attribuire a difetto dello scrittore? È questa la condizione di chi scrive, di non poter dar conto sui fatti se non in quanto arriva a conoscerli dalle fonti cui attinge. Ci è piaciuto di fare qui tale premessa, perché consti, che nel mentre noi osiamo di sottoporre al giudizio del pubblico queste nostre pagine, e nel mentre citiamo talvolta fonti forse non conosciule dal Morelli, siamo ben lontani dal voler portare con ciô una qualche critica che possa essere interpretata nel senso di biasimo contro 1 opera dell'esimio autore: noi protestiamo anzi che queste nostre qualunque siano osservazioni, note ed aggiunte, le vogliamo sfornite d' ogni- pretesa, e vogliamo che si abbiano come un tributo délia sincera stima ed ossequio che professiamo per uno scrittore dei più benemeriti délia nostra patria. 1/ ordine che noi seguiamo nelle nostre osservazioni, è quello stesso, che lo storiografo ha osservato nella sua opera, e si avverte che i volumi e le pagine da noi citate, si riferiscono a quelle délia presente edizionç. VOLUME I. INTRODUZIONE (pag. i). La Contea di Gorizia solto il dominio deo-li anlichi Conti. I» ■ oiché al Morelli interessava di principiare (pag. 1) Vinlrodmione delta sua storia con citare le epoche gloriose dei nostri antichi Conti, ci pare che avrebbe dovuto risalire a quella dei fratelli Alberto II e Mainardo IV, e pare che avrebbe potuto essere nótala ALl' INTRODl'ZIONE. 5 la circoslanza narrata nella storia generale délia Casa d'Austria, ricordata pure presso Cuspiniano e il Cardinale di Roo, che resosi vacante 1'impero germánico per la morte di Federico II, e unitisi nel 1273 gli elettori per fare la nuova scelta, furono proposti tre soggetti per laie elezione, e questi furono Bernardo duca di Carintia, il detto Allier lo II nostro Conte di Gorizia e Rodolfo Conte di Habsburg. La sola circostanza di essere egli stato uno fra i proposti a taie eecelsa dignità, basta per mostrare in quale alta consideruzione. si avessero ancor prima del 1300 i Conti di Gorizia. Ma poichè il nostro storiografo principia la sua inlroduzione da Arrigo ossia En rico II ch' era figlio di detto Alberto II, nolercmo che, sebbene Gorizia sino dall' anno 1210 avesse avuto i privilegî di foro ossia di me reato, fu propriamente il detto Conte E n r i c o II che conferiva a Gorizia i privilegî di c i 11 à e nccordava nel 1207 ai suoi abitanti il diritto di riunirsi e di crearsi le proprie magistrature vrbane. Vi esiste il s i g i 11 o c o m u n a 1 e di quel tempo, che, avuto in dono dalla gentilezza del Reverendiss. nostro Monsignor Proposito infulato Barone de Codelli, noi abhiamo pubblicato alla pagina 15 del nostro Sunto storico stumpato coi tipi l'aternolli nel 1853, e lo si trovera pure sotto riprodotto in quesla appendice. « Segue il nostro Morelli (pag. II) le croniche del Giuliano e di Odorico da Pordenone, che ci dicono morto il nostro Conte Enrico in Trevigi, ma ció non viene ammesso dal Verci: questo diligentissimo indagatore délie cose spettanti a quella marca, dopo essersi occupato a lungo sulle ricercbe di circostanze anche le più minute in riguardo al soggiorno del nostro conte Enrico, ivi vicario imperiale, e di sua moglie Béatrice da Camino, ci racconta bensi la morte di questa, e pubblica il di Iei testamento 25 agosto 1321, ma in quanto la morte del marito, dichiara egli anzi espressamente, essere in errore quelli che asserirono morto il Conte Enrico in Trevigi, ed adduce le ragioni, per le quali deve ritenersi ch'egli mancasse a vivi nell'aprile 1323 nella citlà di suo proprio dominio in Gorizia. Noi accorderemo volontieri al nostro autore essere impresa difficile il voler determinare con precisione gli stati soggetti agli antichi Conti délia linea nostra goriziana, specialmente se ciô voglia farsi colle necessarie distinzioni dei tempi; ma non possiamo essere d'accordo con lui su ciô ch" egli dice, che, anche riuscendo, una tale impresa sarebbe senza storica utilité. Siccome la cronología e la geografía furono sempre considérate per i due occhi délia storia, egli è chiaro di quanta importanza fosse il conoscere su che territorî, nei diversi tempi, i nostri Conti estendessero il loro dominio. Parlando per esempio dei tempi del suddetto nostro Enrico II Conte di Gorizia e Vicario imperiale di Trevigi, vi sí potrebbe aggiungere ai Iuoghi menzionati dal Morelli, la gastaldia della Cargna che da lui fu tenuta almeno per alcuni anni come feudo patriarcale. Fa menzione il nostro Morelli alla pag. III, di una guerra intrapresa da Arrigo, o Enrico IV di Gorizia con più coraggio che prudenza contro Taddeo d'Este, di cui cadde prigioniero nell' anno 1419. -11 racconto non è del tulto esatto, poichè Taddeo d' Este non fu in quella guerra altro che comandante in Cividale al servizio della veneta repubblica, ed il nostro Enrico IV conte di Gorizia, ausiliario del patriarca duca di Tech, e rispettivamente di Sigismondo re dei Romani in Friuli, si trovava alT assedio di quelle città. Non conviene confondere i semplici generali con le parti belligeranti che erano, la repubblica e Sigismondo re dei Romani. E vero ció che il nostro Morelli ci racconta, che la veneta repubblica fece ¿ostruire nel 1473 la fortezza di Gradisca, ma non si ammette ch' ella facesse ugualmente costruire il bastione che. esisteva alia testa del ponte Isonzo presso Gorizia, e che fu demolito ai tempi nostri; questo bastione fu fatto costruire Tanno 1496 per conto ed ordine di Leonardo Conte di Gorizia coiné ce lo narra il Rauzer, il Coronini, ed altri scrittori. (ivi pag. III). Come il governo veneto si credesse autorizzato durante il dominio dell'ultimo Conte Leonardo, di esigere per opere pubbliche la prestazione personale e con carri anche dai contadini sudditi della Contea nel Friuli, si puô vedere da diversi ordini dei Luogolenenti di Udine inseriti nella collezione intitúlala " Leggi per la patria e contadinama del Friuli„ tipografía Schiratti 1680. Non si vede la ragione per cui il nostro Morelli volendo smentire (pag. IV) quelli, che asseriscono non aver i nostri Conti antichi avuto diritto di coniare moneta, si restringa a citare le sole nionele deirultimo Conte Leonardo, quando ê un fatto che, principiando da Mainardo II dall' anno 1200iinpoi, si ha la serie non interrotta di monete dei nostri Conti. Si consulli su di ció il Welzl "SWtíiisen ïet' ©vûfftbûft ©Ci; „ e specialmente poi quella recente dell1 egregio sig. Schweitzer "Abrégé de V histoire de Gorice„ ove si trova inaestrevolmente disegnata la serie delle monete goriziane. Sebbene qui non si tratti di parlare se non in modo assai compendioso del dominio dei nostri antichi Conti principi di Gorizia, 1301 1304 1323 ALl' iNTRODyziONE. 7 k¡ crede perianto opporluno di aggiungere al piccolo sunto del Morelli, la serie degli ailtichi Conti di Gorizia, che principia coi due fratelli Engelberto II e Mainardo I nel 1120, e termina nel 1500 con Leonardo, ultimo Conté della linea del Fusterthal. SERIE DEGLI ANTICIII CONTI DI GORIZIA. Secolo Xi*. SeColo XBV. al 1304, Alberto II, solo. Enrico II, che poi fu anche dal 1319 vicario imperiale di Trevigi, ed Alberto 111. GianEnrico figlio di Enrico II, pupillo del re di Boeinia, duca di Carintia, cugino del def. suo padre, essendo contutrice la propria madre Beatrice di Baviera. I tre fratelli Alberto IV, Mainardo V ed Enrico III íigli del def. Alberto III. Alberto IV eMainar.V frat. Mainardo V, solo. Enrico IV e Gian Mainardo, íigli del def. Mainardo V. Secólo XV. 1401 Continuado i predetti fratelli Enrico IV e Gian Mainardo. 1430 Enrico IV, solo. 1455 I fratelli Giovanni, Lodovico e Leonardo íigli del def. Enrico IV. 1457 Giovanni e Leonardo, fratelli. 1462 Leonardo l'ultimo superstite, solo ; con la di luí morte seguita in Lienz li 12 aprile 1500, restava estinta la sua linea. 1121 Engelberto I e Mainardo I fratelli. 1122 MainardoI col figlio Enrico I. 1139 Enrico I ed Engelberto II ligli del def. Mainardo I. 1 i 50 Engelberto II, solo. 1180 Engelberto II coi figli Mainardo II ed Engelberto III 1187 Mainardo II ed Engelberto III fratelli. Secolo XIII« 1201 Continuano Ii fr. Mainardo II ed Engelb. III sino al 1220. 1220 Mainardo II coi suoi nipoti Mainardo III ed Alberto I, ligli del def. Engelberto III. 1232 Mainardo III ed Alberto I fratelli. 1250 Mainardo III, solo. 1258 Mainardo IV ed Alberto II ligli del def. Mainarjlo III e di Adelaide Tirolese. 1267 e 1271. Seguiva la divisione fra i detti due fratelli, per la quäle Mainar. IV riceveva il Tirolo, e ad Alberto II toccava la Contea di Gorizia ed il Pusterlhai. 1271 Albertoll solo, sino alPanno del suo obito 1304. 1338 1364 1374 1386 NOTE ED AGGIUNTK II* Governo ecclesiastico (pag. iv). I^e cosl dette abdicaliones cuín regressu, furono un ripiego assai efficace per ottenere, che dopo la morte política del patriarcato di Aquileja, avvenuta nel 1420, non altj-o che sudditi veneti venissero a reggere quella diócesi. Dacchè perció i Veneti col diritto defle armi occuparono la parte maggiore delle terre patriarcali in Friuli, e che poi gli Austriaci si posero nella guerra successiva al possesso délia città e metropoli patriarcale di Aquileja e del suo territorio, le difficoltà pratiche non potevano non palesarsi ne! reggere una diócesi cosi divisa fra due potenti e gelosi governi. Sarebbe stato impossibile che le misure unilaterali, úsate per perpetuare nei veneti T elezione dei patriarchi, non provocassero delle complicazioni, corne le provocarono, e da ció nacque la soppressione del patriarcato, che, perduta la sua esistenza política già nel 1420, più tardi non esercitava di fatto ecclesiastica giurisdizione nel territorio austriaco. (alla pag. VII) Noi riporteremo più sotto, ove si tratterà dei documenti, i passi dei due testamenti di Ulrico e Pandolfo di Gramogliano (1376 e 1382), che si riferiscono al legato disposto in favore délia fabbrica délia chiesa dei ss. Ilurio e Taciano in Gorizia, e osserveremo che questo combina anche con quello che ci narra il P. Baufcer, il quale dice, che, tosto eretta dietro la curia pubblica per disposizione di Caterina moglie d'Enrico IV Conte ¿i Gorizia nel 1365,1a cappella di s. Anna, faceva il comme daré mano alla fabbrica di detta chiesa parocchiale. III. Rendite (pag. vu e vin). f "iacché il nostro autore ci parla degl' impiegati aile rendite* pare che avrebbe dovuto ricordare i ticedomini cui era principalmente appoggiato tutto ció che riguardava la finanza ; a questi erano soggetti ¡ Pfleger o Richter, i quali ci venivano per lo più spediti dal Pusterthal, e avevano 1" incarico délia riscossione delle rendite patrimoniali e dei dazt. Ma oltre a questi proventi di cui parla il Morelli, i noski antichi Conti ne avevano uno spéciale, cli' era quello che derivava dalle tasse speltanti all'esercizio deWavvocazia nel territorio patriarcale. IV. Amministrazione di giustizia. (pag. VIII e seguenti.) ïl governo interno délia provincia era bensl affîdato al capitana di Gorizia, il quale era il capo dell'amministrazione si política che giudiziaria, ma egli era assistito nelle sue funzioni avanti, come dopo 1* anno 1500 per lo piii da un luogotenente o vicecapitano, come pure da un cancelliere. Tranne rari casi, noi troviamo che il hiogotenente o vicecapitano per ordinario sempre presiedeva negli affari giudiziarî, e che il capitana si occupava delle cose concernentí il governo político. • La procedura giudiziaria era, come ben nota il Morelli, semplicissima e spicciativa; ma noi non possiamo essere d'accordo con lui, che non vi sia memoria, che al. tempo degli antichi Conti i litiganti non si servissero délia penna o délia voce dei causidici. Nelle cause reali e d'importanza, troviamo non solo in Gorizia, ma anche jn Cormons ed altrove, che v' intervenivano causidici e patrocinalori a difesa delle parti, e gli statuti stessi di cui andiamo parlare, ammettevano un tale patrocinio. Dichiara il nostro autore non conoscersi quali fossero le antiche patrie consuetudini goriziane, ma qualunque esse si fossero, le crede per induzione, non essere state molto dissimili da quelle del patrio statuto del patriarca Marquardo, da cui le crede derívate. Alla sua congettura aggiungeremo noi qui la certezza che a quei tempi si osservava qui in Gorizia precisamente lo statuto del patriarca Marquardo. La prova di ció ce lo offre 1' esemplare in lingua tedesca che si conserva manoscritto, il quale porta soprascritto il titolo " Ooijerifd) ©totutt Sucûfcn £>o!;apfe( ¿ugeí)ó'rig. „ Se si considera che gli antichi nostri Conti di Gorizia erano avtocati della chiesa di Aquileja, e che come tali erano in diritto e in dovere di sedere in giudizio anche nel territorio patriarcale, è facile di persuadersi, ch' essi trovavano conveniente di valersi di quelle stesse leggi e norme anche nei luoghi di loro proprio dominio. 10 NOTE ED AGCIUNTE Queslo stesso códice poi di Marquardo pubblicato Panno 1366, ci avverte, che vi avevano esisíiio gih prima diversi particolari statuti, usi e consuetudini, le quali, perché non piü conformi ai tempi, si credeltero degni di riforma, e le memorie del Friuli ci moslrano in fatti molte traccie di statuti municipal/,, che prima dell1 anno 1366 esistevano in diversi luoghi. Si ha memoria degli statuli di Cividale, di Belgrado, di Spilimbergo, di Cladrezis, ecc. Leggansi su di ció i documentó per la storia del Friuli, raccolli e pubblicali dal ch. ab. Bianchi nel 1844 e 1845. Noi ci siamo piii volte occupati a confrontare il códice nostro con quello delle consuetudini del/a .patria del Friuli, che dietro la prima riforma del 1429, le abbiamo nell1 edizione stampata a Venezia per Cristoforo de Pensis 1' anno 1497, e vi abbiamo rilevate delle differcnze notabili tanto per la distribuzione che per il contenuto. Le delte consuetudini del Friuli principiano dallo stabilire col primo arlicolo de Religione, le pene contro le eresie e le bestemmie, mentre in nessun luogo del nostro manoscritto tedesco vi si trova una qualche disposizione in tale riguardo. Lo statuto nostro, premesso 11 decreto patriarcale "2)?arquat't Ven (9ot¿ gciiflfccit icé feeiligcn (hieltf JU ílfllcj "Catl'ifll'fj) ecc. „ principia il suo primo articolo concernente le ferie giudiziarie, che molte ne stabilisce, ed é osservabile come in tale abbondanza di ferie, non vi siano comprese le domeniche. Non é nel resto nostro proposito di daré qui un commentario di detto statuto, ma noteremo solamente per conferiría di ció che fu detto piii sopra, essere sancito nell'articolo quarto, che l1 oratore ossia avvocato di una parte, non possa patrocinare l'altra. Interessa poi la storia degli antichi nostri Conti di qui trascrivere per intero il breve articolo 35, che si riferisce al modo come debba in certi dati casi il conté di Gorizia esercítare solo I' avvocazia, o farla esercitare da uno straordinario ed apposito delégalo. Questo articolo é concepilo cosi: "SRott Sctt ©íttíjrtfftcn S&rfrtilen túc t>c$ Qh'aacu Vlmvatbt obev t>or icciieit ¿iKiSen pfcer ipcld»cm cc att fctiicr fíat bcuilrfjt. Item olí iivflirt) mugen furpvorfjt \jntib gmtcnt tuerten toot ícá (3ra»cu 9lmua!t Vim'b taumib vot fcín mag Iníí gcf(|c()cn. 9lii¿gcnonicn vfl u mii fvc^ti t, fcicnft guetev unb leben, tic fe Ib forf) fo(f ber ticvv fetbá vns Vtínti oxtitcn, obcv cín autor, bou cr (4 an feiiicr fíat bcu¡I<&t.„ AU' INTBODÜZIOKE. 1 í Che cosí suoiia recalo in italiano: »,.!■» «entenze deilnltive , che devun» proferU-si diñan«" II rappreseutonte «leí Conté, o dinanal I» I"ñrla nersoa» di Sua SI«..orla Illustrisslma , « dinanzl a chí viene da luí perció speclalmente lncartcato. Item (vogliamo) che iutte le contestazioni siano pórtale e regolate dinanzi il rappresentante del Conté, e che alia presenta di lux ne tia proferita la sentenza, con eccezione delle sentenze nelle quali si tratti della liberté, o si tratti di realitá sottoposte a riitcolo di sudditela o di feudi: tali vertenze deve Sua Signoria udirle e definirle solo, o detono essere udíte e regolate da persona che a ció sin stata da lui specialmente delegata. „ Conservava percio in Gorizia il códice del patriarca Marquardo il suo vigore, e lo mantenne dopo le riforme avvenute in Friuli; pero lo conservava per la citta sola e per il suo territorio ¡inmediato, mentre in quei tempi di municipaüsmo e di separatismo, ogni gastaldia credeva avere bisogno di legg'i particolari, e pretendeva avere diritto di godere di qualche privilegio separato. Cosí fu che anche la gastaldia di Cormons, come puré il capitanato di Tolmino, riuscirono di ottenere sotto il dominio degli ultimi Conti, la sanzione di alcuni loro particolari statuti. V. Governo interno (pag. x e xi). Si è già parlato nei premessi nrticoli sulle attribuzioni che aveva il capitano della contea e gli altri funzionarî^ pubblici. I capitani erano per lo piii scelti fra i militari, e poichè la storia stessa del Morelli ci mostra che dopo l'anno 1500 i sovrani austriaci conservarono per Iungo tempo il sistema antico di governo, è superfluo di qui occuparci di ció che viene chiarito dalla storia di epoche posteriori; coglieremo qui solamente l'occasione per dare ai nostri lettori un prospetto dei capitani e degli altri principali pubblici funzionarí che hanno governata ed amministrata la nostra Contea sino all'anno 1500. 12 NOTE ED AGGIUNTE SERIE DEI CAPITANI, VICE-CAPITANI ed allri PUBBLICI FÜNZIONARJ nella Contea durante il dominio degli antichi Conti di Gorizia. Secolo XIII. 1210 Bernardo, castellano di Gorizia sotto Mainardo II ed Engelberto II. 1263 Volchero Pertis vicedomino sotto Mainar. IV ed Alb. II. 1286 Chamozzo giud. sotto Alb. II. 1299 N. capüano sotto il detto. Secolo XIV. 1315 Leonardo di Dornb. vicedom. sotto Enrico II. 1317 Eberardo di Herberstein capitano sotto il detto. 1318 Volrico di Dornb. vicedomino sotto il medesimo. Durante la tutela del pupillo Conte Gian Enrico furono : » 1323 Alberto III Conte di Gorizia zio paterno del pupillo. 1328 Ugone di Duino capitano. 1330 Alberto IV Conte di Gorizia cugino del pupillo. 1331 Griffone di Reutenbach capitano. Indi durante il dominio dei tre frai. Alber. IV Main.V ed Enr.III 1343 Enrico di Salcano burgravio. 1360 Enrico il giov. di Salcano figlio del precedente. 1363 Giovanni vicedomino. 1365 Enrico il giov. di Salcano la seconda volta, sotto i fratelli Alberto IV e Main. V. 1380 Giorgio figlio di Stefano di Dornbergo, vicedomino. Indi durante il dominio dei Conti Enrico IV _e Gian Mainardo. 1385 Giov. vesc. di Gurk, vicedom. 1387 Federico Cleynizer, aliter S>cinifecr, capitano. 1391 Albertino degli Alberti, cap. 1398 Erliardo Zappel, vicecapit. 1399 Giovanni de Rabatta, capit. 1399 Giorg. di Dornb. vicedomino. 1400 Giov. di Dornb., vicedom. Secolo XV. 1401 Leonardo di Dornbergo sotto i sud. Conti Enr.IV eGianMain. 1404 Erasmotdi Dornbergo burgr. 1405 Giovanni di Rabatta, capit. 1411 Giov. Hungnot (Ungnot), cap. di Gorizia per parte del Conte Gian Mainardo. 1415 Leon. diDornb.,cap. (Bauzer). 1417 Giov. Raumburger, capifano per il Conte Gian Mainardo sino al mese di agosto - e Bertoldo Sench, vicecapitano (Coron). 1417 Giov. Paychwig, capit. per conto del Conte Gian Main, già nel mese d'agosto 1417. ALL' INTRODUZIONE. 13 1417 N. N., capitano di Gorizia per parte del Conte Enr.IV. 1421 Tominaso di Dornbergo, gasta/do della cilla di Goriz. 1423 Conrado Ncapit. di Goriz. 1429 Burcardo, o Bernardo di Holzhauzen, capitano. Indi sollo il dominio del Conte Enrico IV solo. 1440 Conrado Ungnadio, capit. 1440 Ulvino di Dornbergo, capit. 1440 Accazio di Dornb. consigl. 1449 Nicolù di Ponteroz, capit. 1452 Pietro Flojaner, capit. di Gorizia e del Curso - Giorg. di Alm, vicecapitano. Sollo il dom. dei Iré frat. Conti Giov., Lodovico e Leonardo. 1454 Febo seniore della Torre, vicedomino. 1456 Bartolom. Peham, vicecapit. Sotto il dominio dei fratelli Conti Giovanni e Leonardo. 1458 Giorgio figlio di Paolo di Dornbergo, capitano. 1459 Febo seniore della Torre, per la seconda volta. 1460 Febo il giov. della Torre, capitano. 1461 Vito di Dornbergo, luogoten. e cancelliere (Coron). Sotto il dominio del solo Conte Leonardo. 1463 Nicolô di Strassoldo, capit. 1464 Febo il giov. della Torre la seconda volta capitano di Gorizia. 1465 Nicolô di Strassoldo, capit. per la seconda volta. 1469 Soldonerio di Strassoldo, capitano. 1471 Federico d'Attems, cancell. 1472 Febo il giov. della Torre, la terza volta capitano. 1477 Giorgio di Dornbergo, vice capitano. (Cor.) 1479 Peregrino Andriani, v. cap. nel principio del gennajo. 1479 Giov. Schrott Verweser del capitanato di Gorizia nel febbr. 1479. 1485 Lod. Crassiacher o Roschier, capitano. 1489 Ulvino Elocher, vicecapit. 1490 Virgilio de Graben,vicedom.\ si firmava Verweser der Grafschaft Garz. VII. Popolazione. (pag. xvn.) I estensione della citta di Gorizia verso l'anno 1320 risulta da diversi atti. Dal lato di levante vi era il caslello che formava la Ierra superiore, e dal lato di ponente vi era la térra inferiore ossia mércalo di Gorizia, che era chiuso da un fosso, quello st»sso che 14 NOTE ED AGGIUNTK oggidi ancora, quantunque in gran parto coperto, si riconosce solto la denominazione di grappa. Questo fosso principiava dietro l'attuale locanda Trojer, passava dietro la casa e per la braida di attuale speltaiiïa conte Lantieri, indi dietro la casa fu conte de. Rabatta, tagliava presso le case Leicht e Goriup la contrada ora detta del municipio, e giungeva per dietro la casa ed orto Perinello, nella contrada de' macelli. Per Paîtra parte aveva questo fosso principio sul fine délia contrada detta Rastello, passava per la contrada dietro lu caserma, volgeva indi a sinistra dietro l'orto di attuale spettanza delle MM. Orsoline, e congiunto poi coll' altra parte del fosso sopra descritto, traversava la braida allora spettante .alla famiglia Antonelli e scolava, come presentemente, le sue acque nel torrente Corno. La popolazione délia città era certamente minore dell' attuale, e cosl pure quella del Contado, ma nella mancanza di libri battesimali, e di coscrizioni, è impossibile di darne conto : osserveremo perô che nelle memorie e nei registri urbariali di quei tempi si trovano menzionati pressochè tutti i luoghi i quali presentemente si conoscono nella nostra Contea. La geografía ha avuto pochi cangiamenti, e solamente la denominazione è diversa in tutto, o in parte per rispetto ad alcuni luoghi : cosí trovasi scritto linter den Thurn l'attuale eubborgo di s. Rocco, Stran il luogo di Cronberg, Fidelsdorf il villaggio- di Biglia, Weinstegen il luogo di Samaria, Willian il luogo di Bigliana, Kulsco Quisca, Savoden Savogna, Kaslach Cassegliano ecc. VIII. Fonli per la storia sino al 1500. P I oichè lo storico noslro Morelli non intende di trattare di proposito la storia anticto, ma ne dà solamente un cenno rápido per offrire nella sua introduùone un idea dello stato délia nostra Contea sotto il dominio dei Conti, sarebbe fuori di luogo che su quella noi più a Iungo ci trattenessimo, o che ci proponessimo di supplirla. Crediamo perciô di fare ai nostri lettori ufficio più utile, se loro diamo un breve cenno delle fonti aile quali conviene ricorrere per chi voglia acquistare cognizioni più precise sulla storia antica délia nostra patria. Si sa che ¡ due scrittori principali delle patrie antiche cose nostre, sono, il gesuita P. Martin o Baueer che ci lasciava mnnuscrilte le sue opere Rerum noricarum et forojuliensium, e. Sullabus ducalium S. R. /• Goritiae Comitum, e il Rudolfo Conte C o r o n i n i, clie ci lasciava il suo Tentamen geneotogico-chronologicum vromorendàe seriei Comilum et rerum Goritiae, la di cui ^conda edizione veniva stampata in Vienna nel 1759, e Vopera sua Miscellanea Venezia 17C9, corne pure • altre diverse sue opere minori; ma si sa pure clie per quanta diligenza essi usassero, e per quanto grande fosse il loro merito di essere stati i primi ad alfrontare le difficoltà, non puô pertanto ammettersi clie le loro opere abbiano esaurita la storia dei nostri nntichi Conti. Le loro opere perciô non possono essere considerate se non corne materiali pregevoli per comporre una sloria clie ancora non abbiamo, ma non ci .dispensano di consultare le moite altre opere di merito e di credilo clie ci hanno Jasciate, tanto resimio P. de Rubeis, ,quanto gli altri molti scrittori delle cose aquilejesi, gradensi e friulane, come pure quelle delle altre province limilrofe. Principalmente poi devono consultarsi i documenti antichi clie in tempi posteriori aile opere dei Bauzer e dei Coronini ci hanno recalo alla Iuce e pubblicato, i chiarissimi raccoglitori e scrittori Jlormayr, Ankershofen, Chmel, abate Bianchi, Kandler, e più altri. Vi sono fra quelli pareccbi che si riferiscono ai nostri Conti di Gorizia, e rischiarano meglio le condizioni di quei tempi in questa nostra conte«, ed è a quei documenti che conviene ricorrere. Poichè il noslro Morelli ci assicura di nulla trovarsi nei nostri architî pubblici che ricordi epoclie anteriori alla guerra veneta con Massimiliano I, diviene importante qualunque documento privato o pubblico che contempli le cose nostre e che, riferendosi a quei tempi, ci ajuti stipplire almeno in parte quella mancanza. Anche a noi è riuscito di fare una piccola raccolta di alcuni documenti di quei tempi, che dobbiamo credere non essere stati noti nèal Bauzer, nè al Coronini, nè al Morelli. Sono fra questi bensi alcuni non altro che atti giudiziarî, o contratti notarili in affari privati, ma si sa di quale imporlanza possa divenire un documento anche di taie categoria, ove si tratti di far constare le relazioni di famiglia, la condizione dei tempi, i coslumi, e le altre circostanze clie servono a completare una storia particolare. Se si traitasse di scrivere la storia antica délia nostra Contea, dovrebbe desiderarsi clie quella accompagnata fosse dai documenti che vi si riferiscono, perché i documenti soli giustiflcano la storia; nia qui tratlandosi di semplici cenni, non puo essere discorso di 16 NOTE ED AGGIUNTE pubblicare documentó per esteso; ci Iimiteremo perciù a daré per ordine cronologico un semplice sunto di alcuni fra essi, in quanto possono servire alla conferma di ció che abbiamo esposto nelle premesse noslre /isservazioni. 1307. - Sigillo in bronzo del Comune di Gorizia, di cui si è parlato in queste nostre note a pag. 5. 1322. 24 agosto Gorizia. - Strumento (inpergamena, origínale) per atti del notajo Zambono. Actum in mercato Goricie, presentibus dominis Wolweno della Turre, presbítero Orlico, Henrico milite, el Thomytio fratribus filiis q. dom. Andree de Peuma etc. - Cario figlio di Grimoldo, e Michele íiglio di Gozenamo di Gorizia, vendono per marche 72 di soldi in moneta vecchia aquilejese, un caseggiato con fondi annessi, il tutto posto presso la porta vicino al fossato di Gorizia (probabilmente la casa, che posteriormente si conosceva sotto il nome di casa Rabatta), ad Enrico scrivano, ossia segretario del Conté Enrico II (Domino Henrico scribe magnifici viri Domini Henrici comitis Goricie el Thyrollis, jure recti el legalis feudi) e salvo il sovrano consenso del Conté. 1331. 17 dicembre Gorizia. - (pergamena, origínale, pero strappalo il sigillo pendente). B e a t r i c e contessa di Gorizia e del Tirolo, vedova del def. Enrico II, concede a nome di suo figlio r-»n Enrico pupillo, ad Alberto di Gorizia fch' era suo cancelliere) o dei fedelí servigi, l'abitazione e le rendite del Castello "l! Connons habitantiam site Burghutam in Castro nostro Cormoni cm omnibus redilibus et quibuscumque proventis etc. - Bnrghuta, ,lal tedesco *urg Dutten, cioé custodia del Castello. - Risulta dallo stesso documento che quest' officio di castellano 1' aveva sin' allora lenuto Weihardo di Racspurch, ll quale 1' aveva rassegnato nelle mani della Contessa. Testimoni in questa investitura sono: Griffode Reutenbach nosier Capitaneus, Cholo de Pleberch, Pelegrinus de Tirenstein, Jacobus de Cormono, milites, Wilelmus de Turre, Remricus \otarius de Goricia, Erchanger Nindorfer. Factum el actum Goricie in Castro etc. 1332. 6 ottobre. - La stessa contessa Beatrice, facendo per conto di suo (¡glio come sopra, dichiara liberi ed esenti dalla contribuzione del censo due terreni spettanti ad Enrico detto Sprul in Connons. Sono testimoni: fideles nostri Vollenus de Hasperch, Jacobus de Cormono, Nicolaus Voels, milites, Volfrinus, et Albertus scriba de Goricia et alii. Datum et actum in Castro nostro Goricie etc. - II documento é in copia autentica fatta per mano del notajo Ruggero Hastello vice Cancelliere di Gradisca. 1337. 18 luglio in Gorizia nella Casa Rabatla. - Purmano del qm. Scalco vende ad Antonio Rabatta toscano, ma che abitava in Gorizia, per il prezzo di 36 marche di soldi, quattro terreni -quatuor mansos, videlicet unum in Dobraviz .... unum in Podgorach, - unum in Crepisach (forse Creple) super Carsio. - II venditore dichiara di venderli proprium pro proprio, et feudum pro feudo. Questo documento é in pergamena col tabellionato del notajo Pucino che si firma - Ego Nicolaus Pucinus de Glemona imp. aut. notarius, jussu magniflci et potentis Domini Domini Mainhardi incliti Comitis Goricie et Tirolis, nihil adens aut mutans quod tenorem aut sensum mutet, sicut in actis Petri qm. Jacobi ae Ysnard Notarii invent, scripsi el pubblicavi. 1340. 13 nov. Cormons. - Giacomo detto il giudeo, figlio del ser Baldo di Barbana, iuvesle per quattro marche e mezza di danaro inoneta aquilejese, Enrico Sbruglio del territorio di Barbana (nel Coglio), con casa, vigna1 e pergola. - (Per atti del notajo Mattia di Cormons, perö in sola semplice copia). É detto nello strumento, vendidit, tradidit, et cum fimbria sue tunice inveslirit etc..... de territorio in quo erat domus cum tinea et pérgula sitis in Barbana, proprium pro proprio et pheudum pro pheudo. 2 1346. 1 aprile, Udine. - Documento di locazione origínale ín pergamena con due sigilli pendenti. Bertrando-patriarca d'Aqñileja rinnova a favore dei contadini dei villaggi di Deutschrulh la locazione dei terreni. Questo documento interessa per conoscere quale era a que' tempi la condizione dei contadini, e quale il sistema delTaffiltanza nella montagna, e perció ne daremo qui un breve estratto - Nos patr. Bertrandus notum fore volumus, quod massarii nostri de Corítnick, Trenanich, Gradisclia et Loca teuthonii gastaldie noslre Tulmini supplicaverunl ut, cum Privilegium locationis facte suis progenitoribus per bone memoria Bertoldum patriarcham aquilegensem predecessor em nostrum de mansis aquilegensis ecclesie, sitis in eisdem villis, dudum fuerit igne crema tum, dignaremur eis locationem etc. . . propterea inclitati etc. solvendo nobis et Aquilegensi Ecclesie annis singulis triginta duos denarios novos aquilegensis monete etc. Rutharius (capomaso) qui nihil pro manso quem laboral solvere debet etc. tenetur dare vnum pasltim, videlicet unum prandium et nnam cenam el omnes alii massarii dictarum villarum ulium pastum gastaldioni nostro Tulmini etc. aut tres forlones denariorum pro dictis pastis circa festum sancti Michaelis. Qui quidem gaslaldio facere debet ilia vice rationem inter eos, aliis vero temporibus debeat juxta. consuetum morem, Rutharius rationem seu justitiam facere inter massarios ipsos, ita tamen quod appellate possint ad nos, aut gastaldionem nostrum Tulmini. Item quod, si quis massarius ex sedibus recedere voluerit, teneatur tertiam partem bonorum omnium que habuerit dimitiere super manso nostro quem laborabat; item quod quandocumque Castrum nostrum Tulmini etc. teneantur dicti massarii mittere ad custodiam dicti Castri et in eo tenere, si predicto gastaldioni placuerit, decern ex ipsis pedites cum armis ad eorum expensas etc. Vi é poi soggiunta la conferma della locazione per parte del Capitolo di Aquileja. L'ispezione di questo documento ei fu concessa dal molto reverendo Signore Don Stefano Cociancig da cui noi ne abbiamo tratta copia. 1347. in luglio, Reifenberg. - Dichiarazione in lingua tedesca di Amoldo del fu Federico Hais di Dornberg, per riguardo ad alcune realitä in Salosclie (presso Dornberg) soggette a vincolo feudale verso Ulrico di Reifenberg. Lo stesso Ulrico di Reifenberg, padrón feudale concorre alia conferma della detta dichiarazione - Principia: 3d) Arnolt ltjflollaiit fun toon Dornberch tongue mit tiefem offen s3?íepS), e termina : geben ili ju ReyfTenberch fco man jelt toan Ct)tifti ©elmi't £aufeni) 3ar, íreufuinfort 3ar, unb ben fibtn itnb toi«ji$fen M a»ontfl9á liad) »et Heiligen jluclf Rollen Aibling. - Quesfo documento trovasi pubblicato nel 1854 in una noslra memoria sopra I due esiíiite fomigli« dei Reifenberg e dei Dornberg, inserita nella Btconda decade delle notizie archeologiche del Sig. Schweitzer. l'¡52 29 aprile, nel castello di Varmo. - Elisa moglie di Durisso qm. Nicolö di'varmo, figlia di Sisniforte de Tiusio, verso ¡I palto di ricevere una túnica di colore del prezzo di quattro marche, ucconsente di smontare e cancellare le cauzioni che aveva sul Castello di Varmo per sua dote di trecento marche. Per atti del Not. Marco qm Ant. Turloni; pergamena originale; interessa i costumi di quel lempo. . 1356. - Patente di Marquardo patriarca di Aquileja, per la quale, dichiarale nulle ed abolite le leggi e le consuetudini sino allora in uso viene posto in attivita il nuovo statuto patrio di cui abbiamo piü sopra paríalo. Nelia nostra antica manuscrilta versione tedesca ihiamasi questo códice @tfltcpuc<¡). Vedi ció che intorno a delto códice fu dello in queste noslre osservazioni alia pag. 9 e seguenti. 1371. - Sigillo spettante a Fulchero dell'illuslre eslinta famiglia di Ungrispach signori di Cormons, pubblicato in una nostra memoria del novembre 1851 , inserita nelia prima decade delle notizie urcheologiche del Sig. Schweitzer; abbiamo pure lo Strumento originale in carta pécora, stipulato in Brazzano per atti del notajo Peregrino da Paletlo 19 gennajo 1371, con cui Dominus Fulcherius qm. Guilelmi de Ungrispach comorans in castro Cormone, vende a Marino di Medea un sedime in Fratta. 1376. 14 agosto, Padova. - Testamento di Volrico da Gramogliano (cittadino di Gorizia) genero di Antonio di Rabatta. Ordina con questo il testatore di essere sepellito nelia chiesa di s. Francesco in Gorizia, cui lega una marca d'argento di rendita iill'anno. Fra gli altri legati vi sono quelli di un cálice d'argento alia chiesa di s. Leonardo in Gramogliano, ed un cálice ita di questo vecchio capo della Contea. 1507. 5 luglio, Gorizia. - Procura ehe rilascia il magnifico e chiarissimo signor Virgilio di Graben regio consigliere, al nobile ser Leonardo figlio del ser Vito di Dornbergo e all'egregio ser Leonardo papes, per rappresentarlo dinnanzi il magnifico e prode milite signor Simone di Ungrispach regio consigliere e speciale delegato nella causa ch' egli de Graben aveva nel punto d' ingiuria contro i nobili ser Leonardo Orzon, e ser Ñútale figlio di ser Pietro Rafaele di Gorizia, e generalmente poi istiluisce il predetto ser Leonardo Papes, suo procuratore anche in ogni altro suo aflare. 1507. 22 novembre, Gorizia. - Protocollo per I' apertura del testamento. In questo é detto, che seguita la morte del prefatto sig. Virgilio, e fatte le debite esequie, gli spettabili e magnifici sigg. Enrico Elaclier come attinente al prefatto magnifico sig. Virgilio, Bernardino liuunacher milite, e Giovanni di Castronoco (Neuhaus) previa consulla con lo speltabile e generoso signóte Erasmo di Dornbergo vice capilano di Gorizia, presentí il sig. Giovanni Turriano, Giorgio Edlinger, e l'egreggio ser Leonardo Papes, circa il modo da conlenersi, fu aperto il testamento del def., ch'era sigillato col sigillo suo proprio, e con quelli, di Erasmo (Oornberg) sopradelto, del sig. Giovanni Turriano, e del sig. Odorico Merlatto dottore in legge e del sig. Federico cancelliere (Allems) di Gorizia, e che dopo lello, fu lornalo a sigillare e veniva consegnalo al vicecapitano di Dornberg, passando frattanto ad inventariare subito gli effetti mobili. - Virgi|j0 di Graben non Iasciava discendenza, poichè come parente il p¡¡, prossimo vi compariva a quella Iettura Enrico Elacher. Troviatno pertanto registrato in nlcune memorie, ch'era párroco qui in Gorizia negli anni 1527 e anche nel 1529 un Leonardo di Graben, che puö essere stato fratello o parente del predetto noslro Virgilio vicecapitano. Dopo che il capitano Andrea di Lichtenstein aveva per capitolazione ceduto li 22 aprile 1508 il castello, e con esso la Contea di Gorizia ai Veneti, vi delegava quella repubblica corne ci dice il Morelli, per suo luogotenente, Pietro Venier, patrizio veneto al governo della Contea. Abbiamo già avuto occasione di far riniarcare, che la veneta repubblica non risguardava già quella sua occupazione corne un avvenimento che dovesse produrre risultati provvisorî, ma intendeva di aver preso possesso stabile e permanente della Contea, e vediamo perciô da lei esercitati nel 1508 e 1509 tutti quegli atti che denotano piena sovranità e persino quelli del conferimento dei feudi, e della rinnovazione delle investiture. E perciô è uopo di collocare pure questo luogolenente nella serie dei pubblici funzionarî, che hanno governata questa Contea. Oltre poi al luogotenente Pietro Venier, ed oltre a Domenico Gritti, ch' era comandante del Castello, vi era a Gorizia' in città un altro comandante, il quale abitava nel pubblico palazzo, e questi era Bernardino degli Ugoni di Brescia contestable veneto, come ció lo mostrano i documenti da noi citati a pag. 30 di queste nostre osservazioni. Viene indi nella serie Enrico duca di Brunswik, che il Morelli mette come secando capitano. Egli godeva favore e grazia speciale presso I' imperatore Massimiliano I per avergli salvuta la vita; quindi è che gli fu assegnato il godiniento di una parte delle rendite della Contea di Gorizia. Si occupava perô questi, come ce lo mostra la storia, esclusivamente col comando delf armata in Friuli a lui affidata, nè consta che egli prendesse altra ingerenza.negli atfari speltanti alia Contea, i quali li vediamo sempre guidati dall'esperto vicecapitano Erasmo di Dornbergo. II capitano Giorgio d'Eck, che è il terzo citato dal Morelli, viene da lui chiamato figlio di Simone di Eck, e di Anna de Brazzi, ma non cosí dal Coronini nei suoi Fasti, nè da Bauzer nel suo Silhûo cap. XI, che ambi Io vogliono figlio di Enrico di Eck, e di Margherita flglia única di Simone di Ungrispach. Si trova in fatli scritto nelle minute di Girolamo d'Altems, che mancato a vivi Simone ALL'ISTORIA. 41 fjugrispach, la sua facoltà passava li 7 marzo 1511 in Giorgio j' Eck capitana di Gorizia, e fu perciô che vediamo Giorgio e ] , sua discendenza , chiamarsi d'allora impoi d1 Eck col predicato signori di Ungrispach. - Nè si saprebbe combinare il mérito, che ¡| Morelli attribuisce al capitano Giorgio d' Eck d' aver indotto il territorio di Pietz a sottoporsi volontariamente al dominio austríaco, con 'e niemor'e ant'c'ie conservano i Plezani, e che ci furono gentilmente fatte yedere dalP egregio i. r. consigliere del tribunale di Gorizia sig. Ferdinando Huber. In quelle memorie, compílate da ferdinando di Rehbach capitano di Pletz, intitolate: 5Sûgma6cn tic 2}¿ftun¡} iîlitfd) tuiïcftimbctt on t)aé fiotjitloblifhc Srsflaug Ocftcrcciib [bomben di data anno 1509 im 3)?onat îlugtift - viene invece attribuito lutto il mérito delle trattative e délia riuscita a Vito Welzer capitano délia Corintia, il quale cosi autorizzato daH'imperatore, ebbe a trattare e riusci di concludere col Supano A(ßstino le condizioni délia resa, che poi diffatti seguiva nell'agosto 1509. Gabriele di Salamanca, conte di Orte il bürg. Fra i diplomi che Rudolfo Coronini lia pubblicati nelle sue Miscellanee, vi è a pag. 50, quello delParciduca Ferdinando 20 ottobre 1522 dato in Norimberga, col quale, come plenipotenziario del fratello, raperatore Carlo Y, concede al suo proprio segretario arciducale Gabriele di Salamanca, per sè, per i fratelli, e cugini e per i discendenli il titoin di cavaliere aurato. Quelli che si sono occupati di questa famiglia spagnuola, lo chiamano Hoyos di Salamanca, e vogliono che spettasse a questa stessa, Giovanni de Hoyos che comparisce nelle serie dei capitani di Trieste dall'anno 1546 al 1559 col predicato di barone di Stichenstein. Noi troviamo Gabriele di Saláiianca firmato in un diploma di Ferdinando dato in Innspruch li 10 giugno 1523 con cui concede ai sudditi della Contea di Gorizia di poter portare dinnanzi quel tribunale (d' Innspruch) Tappfllazione delle loro cause. Divenuto poi Gabriele di Salamanca il favorito di Ferdinando e suo tesoriere, e trovandosi estinta la linea degli antichi Conti di Ortenburg, gli veniva coli'investitura 10 marzo 1524 conferita come feudo la Contea di Ortenburgo, a malgrado le rimostranze, che contro'tale concessione vi fecero gli stati della Carintia. L'epoca del governo della Contea di Gorizia di Gabriele di Salamanca, interessa molto la nostra storia a motivo dello smembramento avvenuto nel tempo del suo governo, dei distretti di Vipacco e di Duino, che venivano uniti al ducato della Carniola. Certo che i nostri capitani, almeno sino verso 1'anno 1522, s' intitolavano Capitanei Goritiae et Carsii, e diverse fra le minute 3* 42 note ed aggiunte di Girolamo Attems si riferiscono al Carso e a Vipacco, e moslrano i rapporti in cui quei distrelti stavano prima dello smembramento della nostra Contea : aoi non ne citaremo, che due solé. 1507. 17 febbrajo. - Acturn in Ceuta sancti Pol/ay districtu Duini super Carsis. - Alia presenza di Girolaino d' Attems viene congregata vicinia di tutti i decani e uomini dei comuni di Prosecco, di Sgonieo, di san Pollay e di Repetí grande, che in quel processo verbale sono nominati. In quella viene da essi comuni creato loro generale procuratore Gregorio Cusman qm. Canciano cittadino di Gorizia, cui viene conferito pien potere di rappresentarli dinanzi Sua regia Maestá (Massimiliano I) dinnanzi il regio Consiglio d'Irmspruch, e davanti qualunque áltro giudizio ordinario, delegato, o suddelegato, ecclesiastico o temporale, per agiré nelle cause che hanno, e in quelle che potevano ancora avere contro la cittá e i cittadini di Trieste a motivo di alcune vigne, e a ffotivo di alcune molestie, e símilmente a motivo di alcuni gravami che intendevano di presentare contro il magnifico Guidone Berz eupitano di Duina, o ció anche per motivo d'ingiurie e per cause di aflilti ecc. 1516. 19 gennajo. - Actum in Vipacho in stupha D. Edling, presentíbus ser Giorgio Rafl'uell e Pankirch cappellano, nec non Blasio Stiebl magistro scolarum in Vipacho, testibus ecc. Avendo la signora Slarosha moglie del sig. Giorgio Gall fatto il suo testamento, che fu notato dal venerabile sig. Mar Uno Widerwalt in Vipacco, e dubitando il marilo sig. Giorgio Gall, che quel testamento, fatto in tale modo, non possa considerarsí aver forza bastante, qualora non vi siano esamínati i testimoni, venne al sig. Girolamo di Atteins cancelliere e notajo di Gorizia, dt§a commissione dal sig. Erasmo di Dornbergo, onorando vicecapitano di Gurizia, di farne la rilevazione mediante regolato esame de' testímoní. II Bauzer e il Morelli presso che niente c¡ dicono sull'avvenimento, che concerne la smembrazione di que' due distretti; il solo Coronini narra che, trovandosi Gabriele di Salamarica creditore verso il sovrano erario, gli si assegnava come pegno e col titolo di capitano, il godimeuto delle rendite della Coiitea di Gorizia, con rccezione pero di quelle dei distretti di Duirw e di Vipacco e delle altre Signorie in quelli comprese ; ed aggiunge, che per sotlrarli da tale godiuiento assegnato al pignoratario, que' distretti venivano escisi dalla nostra Contea e uniti alia Carniolia. Vogliono pertanto gli scrittori di quel Ducato, che íl Carso giá prima fosse stato unito alia loro provincia in yirtü del trattato di Brusselles tra 1' imper. Cario V e I'arciduca Ferdinando O gennajo 1522, noi troviamo pero ancora posteriormente a * i'est'epoca, che Giorgio di Eck continuava a cliiamarsi capitano di (lorizia e del Carso, quindi è forza ritenere che lo smembramento venisse nel 1527, in cui secondo alcuni notati (Klun Archiv}sarebbe t-ita unita la Signoria di Vipacco alla provincia délia Carniola. Francesco conte délia Torre, barone. di s. Croce. poccliè Gabriele di Salamanca moriva, come ce lo segnano gli annali *lell» Carflitia nel 1540 , deve la Contea essere stata retta da luogotenenti da quell' época sino al 14 marzo 1542, in cui lu nominato come capitano Francesco conte della Torre. Dopo il ïungo governo di questo sino all'anno 1587, seguono gli altri due capitani Giorgio conte della Torre, che moriva nel 1592 e Gio va n ni de Kheveniiller, il quale, perché sempre assente, veniva qui supplito e retractibus. In bonis censuarijs, libellarijs, emphiteulicis sub hasta venditis, non datur retractus Goritiae. - Judicalum Goritiae inter Benignant Cernozam ex una, et Simonem Studenh ex altera 20 januarij anno 1556, - Contrariuin observatur Gradiscae, ubi in bonis datur retractus. lie I »cafo et conducto. Cites Goritiae non posse excomeari a terris per eos ab ecclesiis et bospitalibus ad affictum t emit is. - Rescript. Ferd, Caesar, mense Aprili anno 1551. - Bona capitularía Farae, nemini alii in emphyteusim sen censum concedí, quam civibus Gradiscae. Rescr. Archidux Carolus Jacobo deAtthimis capitaneo anno 1571 etprius Ferd. /, Nicolao a Turri Capit. Gradiscae anno 1554 die 3 Jan. Be successionibiiSa Tarn Goritiae, quam Gradiscae niret consuetado, ut foeminaei exlanlibus masculis de familia, non succedant; controversum igitur est an usque ad quartum gradum mares excludant foeminas. Be delicti» et poeniü. Bannítus ab Uno loco archiducaU, toleran non debet in aliis, sed cu pi, et ibi exequi poena in qua fuit damnatus. - Banniti alieni dominii, in loca archiducalia, excepta Aquileja, sub poena capitis, interdicuntur. - Receptans bannilutn, si sit nobifis, incidit in poenam 500 ducatorum, si civis 100, si ruratis 50; ha rum poenarum dimidium debetur accusatori. - Constit. Archid. Caroli 2 feb. 1583, et Ferdinandi die 13 sept. 1596. Extat etiam ediclum promulgatum a Leonardo de Atthimis locumtenente de die 19 angustí, per quem licet bannitos impune occidere. Et memini (cosi scríve colui che compilava quell'elenco) in judicato Goritiae, absolutos Franciscum et Raf'aelem fralres Tertios interfeclores Joannis DonaliMedoU Tratisani, die 25 martii anno 1595. Exoriaratts ín alium archibusium, sive non offendat, Sive offendat, g J horarum lúa t capite; ma dopo registrata questa legge, chi j gcrisse, vi pone la giunta, che il fatto deve essere stato premeditato, teiido in caso diverso il denunciato venir assolto, e chiude la nota on Tosservazione: Judicatum Goritiae locumtenente Rabatha, absoluto Nicolao Fontana, qui in Joannem Coroninum ejaculari fuit conatus «nno 1594. Dopo aver parlato a pag. 143 e 146 nel I Volume, del modo come si decidevano le cause civili e criminali presso il tribunale dei «atrizí in Gomia, passa lo storiografo nostro a trattenerci pag. 148 sulla giuridizione civile e crimínale del capitano di Gradišča ed altri capitani; c¡ parla indi delle gaslalderie, edel gastaldo del paese, come pure della giurisdizione civile e crimínale conceduta dal principe a particolari chiamati gíurisdicenti. Dobbiamo essere grati al Morellí per i dati interessantí che ci oííre, ina gli saremmo ancora piü, se versando su questo argomento, ci avesse Irattato a parte Tepoca che si riferisce al dominio di Massimiliano, e non 1' avesse unita col restante di quel secolo, che ha fisonomía diversa: lié puó confondersi il sistema di gerarchia e di dipendenza nella ■jiurisdizione civile e crimínale, ch' era in vigore sotto il dominio deli' imperatore Massimiliano, col sistema svariato e pieno di eccezioni, che poi, dopo le ríforme e dopo le concessioni di molti privilegi erasi qui introdotto sotto i suoi successori. E in quanto a Gradišča ed ai suoi capitani, si crede qui necessario di notare, che sarebbe un errore di voler considerare Gradišča ai tempi di Massimiliano coiné capoluogo dei villaggí che la circondano. Era quel luogo, benché spettato ai conti di Gorizia, stato fortificato da' Veneti dal 1471 al 1481 a pretesto di servire come baluardo contro i Turchi, e fu poi continúalo a tenersi in loro potere anche durante il> dominio di Massimiliano sino al setiembre 1511; ma a questa condizione non era che la sola fortezza di Gradišča, mentre i luoghi ali' intorno continuavano sempre a formar parte come prima, delta contea di Gorizia. Parlando noi in queste stesse noštre aggiunte nlla pag. 39 del capitano della contea di Gorizia Andrea di Lichtenstein, abbiamo fatto vedere, come egli, e cosi pure il gastaldo di Gorizia, e il cancelliere della provincia, esercitavano nell1 auno 1507, quindi prima ancora della resa di Gradišča, piena autoritá in Romans: a jmg. 46 abbiamo veduto parimente nell'anno 1507, il vicecapitano di Gorizia Erasrno di Dornbergo e il cancelliere Federico di Attems-4* 58 NOTE ED AGGIUNTE proferire sentenze nelle vertenze di pascolo fra i comuni di Nariano e di Fratta: abbiamo veduto a pag. 47 darsi ugualmente ne] 1507 a( medico di corte Giov. Batt. de Baldironi per ordine di Massimiliano I il possesso dei beni e délia giurisdizione di Villesse, e ciô me(liai,|e Cristoforo Reschawer spedito quale commissario de Erasmo'di Dornbergo vicecapitano di Corizia, e più altri documenti potremino citare che si riferiscono a Farra, a Villanova, e altri luoghi dei contorni di Gradisca i quali fanno vedere essere stati immediatamente soggetti a Gorizia Ma che di Gradisca anche in época posteriore, cioè dopo che riel 151) era pervenuta in potere degli austriaci, fosse F attuale suo territorio rimasto dipendente dal capitano di Gorizia, ce lo lia falto vedere il protocollo assunto nel 1513 sulla comparsa e doglianza di Caterina di Prodolon di Versa contro il contegno del capitano di Gradisca Feliciano Pedeschacher, di cui noi abbiamo fatto menzione in queste stesse nostre aggiunte alla pag. 43 e seguenti, e abbiamo vedulo che la querelante ivi implorava le opportune providenze come da una legittima autorité superiore. I capitani di Gradisca erano quindi durante il dominio di Massimiliano immediatamente subordinad e soggetti al capitano di Gorizia, e Adamo Rottaller gaslaldo di Gorizia, nellá sua qualité di gaslaldo del paese, venne in Villesse in apposita comniissione, per far ivi proclamare sulla piazza la proibizione generale di portare le armi, e troviamo ancora in epache assai più tarde, che tutti quei villaggi di Farra, Villanova, Romans, Versa, Villesse erano soggetti ¡inmediatamente a Gorizia. Da ciô si vede che il nostro Morelli, o prende errore, o almeno non è abbastanza preciso, quando in questa nostra edizione Vol. I pag. 110 délia sua storia, senz'altra particolar distinzione vuol farci supporre, che quel territorio, il quale poi venne a formare la contea di Gradisca, lion spettasse alla contea di Gorizia, ma fosse territorio conquistato da Massimiliano sopra la repubblica di Venezia. È uopo qui ricordare, che fra i Ire luoghi, che mediante la convenzione 18 giugno 1445 la veneta repubblica aveva concessi in temporale dominio ai patriarchi, vi era la ci/là d'Aquileja: quella veniva occùpata dalle truppe imperiali verso 1'anno 1509 *) e nelPanno 1514 veniva dal capitano imperiale Cristoforo Frargipani occùpata per sorpresa la fortezza di Maraño. L'uno poi e l'altro.di questi due luoghi venivano da Massimiliano affidati ad un capitano particolare, ed ambidue quesli capitani si *) Lç memorie posleriori ci mosfrano, che Aquileja drvr essore slala mruytala dallo Iruppe imperiali duratile la lega di Camljrai, e forse imnicdiaiameuie dopo recnperala uel giuguo liioy la cuuléa di Gorizia, ma non IroTiamo fonli sicure per assegiiarne l'cpoca precisa. ottu p osero alia sorveglianza del capitana di Gradišča come posto magg¡or imporlanza, e cosí ebhe origine quel capitanato. ' [| luogo di Gradišča aveva speltato come si sa, a Leonardo llimo conté di Gorizia, ed era solamente slato fortifícalo dai Veneziani ■r opporsi alie incursióni contra i turchi, sollo la dicliiarazione ¡.'spressa, che per quelle opere non s' inlendeva di portare pregiudizio j (jjritti del dominio di esso conté. Fu perció assai proficua la supera di questo luogo che aveva importanza slralegica in quei tenipi) nía in quanto agli altri acquisti non si puó maravigliarsi abbastanza dell'imprecisione con cui era stalo concepito un alio cosi ¿olenne, quale si fu la conrenzione di riparia giá principíala in Vormazia nel 1520 e ultímala in Brusselles li 7 fcbbrajo 1522 fra i due fratelli' Cario V e Ferdinando I, in cui, nell' enumerare le jjrovincie che il primo cedeva al secondo, si citano alia rinfusa coiné conquiste fatte da Massimiliano sui Veneti: Gorizia, Ortenburg, il Pustersthal, il Carso, l1 Istria, Metling, il Friuli, Trieste, iVarano, tíradisca, Grado, e Dornbach. La verita si fu, che come nuovo acquislo non poté ríguardarsi se non Aquileja e Maraño, ed anche questa fortezza acquistata per sorpresa nel 1514 veniva ugualmente per sorpresa perdula nel 1542. Di fronte a queslo acquislo vi sta la perdita di un territorio baslantemente esteso che si fu coslretti di cederé a' Veneti nelle parti di Sivigliano, Muzzana, Mortegliano, Codroipo, Belgrado, Castelnuoro, Gorizia, Virco, Fiambro, Chiarmozis, Rorereto di Torso, Latisana, ed allri luoghi che prima avevano spettato al dominio dei conli di Gorizia. Tratlandosi di una sloria particolare quale é quella della conten di Gorizia, sarebbe stato ulile se fosse stata accompagnata da una inappa, onde le nozioni geografiche non restino vaghe, ma si conosca con precisione il territorio che si acquistava e si cedeva. Una tale inappa avrebbe potuto anche giovare per rendere ostensibile ció che Gorizia ancora lungo tempo dopo quella guerra conservavp nei dintorni di Gradišča, e per mostrare la difTerenza di terrilorio che era fra quello che gia speltato aveva al capitanato, e quello che poi di fatto veniva ceduto alie famiglie dei principi di Eggenberg con la creazione della nuova contea di Gradišča nel 1047. I cap i ta ni particolari nei distrelti, e quindi anche quelli di Gradišča, non avrebbero dovuto essere secondo la primiera loro istituzione, allro che capi di allrettanle islanze, subordínate al capitano capo della provincia, ma poi egli é un fallo, che lale subordinazione, se anche mai del tullo lévala, fu almeno resa piü o meno dubbia da più rescritti, e la cosa giunse finalmente a tale segno, che verso la fine del secolo XVI i due capitani di Gradisca e di Pletz potevanu considerarsi pressochè indipendenti, e le loro disposizioni si politicly che giudiziarie passavano direttamente alia censura della Reggenza di Gratz, senza bisogno di essere più insinuate al capitano, o al Consiglio capitaniale di Gorizia. Ma ci crediamo in obbligo di ritornare ancora per un poco all' época del dominio di Massimiliano, per discorrere sui diversi gastaldi che funzionavano a quel tempo, e per mostrare, che, quantunque già allora si trovassero nella nostra contea alcune poche giurisdizioni private, quelle non avevano ricevuto ancora quell'estensione e quello sviluppo, che poi lo ricevettcro in epoca più tarda, mostrandoci il Morelli (pag. 150) che solamente nell'anno 1546 veniva da Ferdinando I istituita una commissione per esaminare la légalité delle giurisdizioni della provincia. Gasta Ido significava qui da noi nel suo vero significato, giudice, e le patrie memorie di que' tempi ci ricordano gastaldi di tre catégorie, l'una era quella dei gastaldi, o giudici di campagna, il cui ufficio era stato di decidere soli, o far decidere mediante i loro scabini (assessori ©((jó'ppfen) le vertenze civili, r forse anche le trasgressioni semplici in campagna; noi troviamo che in alcuni castelli uguale incarico di giudici 1' esercitavano talvolta i Pflegcr (amministratori) sebbene questi erano cousiderati inferiori in rango ai gastaldi elîettivi. Altro officio e più cospicuo, era quello di gastaldo del paese, che s' intitolava gastaldio contractae (2aní>v¡(t)tec). Era quest'ufficio sempre unito alia persona di quello ch'era contemporáneamente giudice o rettore della città (at, bvingt...........• . nu|Tci'f)flIb tec (Silingetifdjen tonnt) jpetni tion ©rtjon ^oftcn, fambt ten Silucín.......inní) rriiqufticrt fcin fl. 12363, ft\ . . . ......í)aí)ení)ie fremi SSerortenten fect'tn Cassparn Wellin Steut eincmbcc fuñí) Src birunbtcc gefidtcn fcrtigung,cingcí)cnt)igt. Actum ©¿itj *) Ma senlenza profcrila dagli arbilri nel )535, si legge Saberda sen Mainizza, e nd ISauzcl rer. uoric. Jib. IX jN,/¡;>, S a brida scu Main i iza. ALL'ISTORIA 77 et" ft en tag Somtorj 1585. Vi sono i sigilli e poi le lirme „tografe Soldati 15 miglia al giorno, e che stiano «11- obbedienza dei deputali. - Parte, di premiare chi manifesterá chi gporcó la statua del luogotencnte. ccc. 1502. Parte per supplicare il principe necio mandi ingegneri per le fortezze della Patria — Circa la caccia e le cause di sforzo di Monfalcone e dei bagni di delto loco. 1 503. Circa le fosse del Carmagnola, le cernide di Gradisca, circa i miglioramenti e conventicole dei conladini, le fosse di Monfalcone. esenzione delle ville dannifleate dai Turchi. 1501. Circa le comunita di Maraño, li scqvastri praticati da yebo della Torre, le cause delle monache di Aqnileja, circa !i luochi di lista, li sequestri falti dal conté di Gorizia fdeve intendersi Massimiliano). Questi pochi cenni bastino a farci conoscere che se Massimiliano per pai te sua, toslo preso possesso della conten faceva metter mano 0 alie forliíicazionl del castello di Gorhia, neppure stava oziosa |a veneta repubblica, facendo porre in regola le fortiíkazioni di Gradisca e di Monfaleone, e c.¡ fa vedere che il movimento da ambe le par(-si spingeva sino da principio con attivitá, ben prevedendo 1' una e l'altra parte, che la guerra sarebbe slata inevitabile. CtipUolo quinto. Governo ecclesiaslico. (dall'l 500 all'anno 1600; Yol I. pag. 245 a pag. 300). I. Dei p a t r i a r c h i d i A q u i I e j a, T^agiurisdizione spiriluale che almeno per un dato tempo hanno esercitato qui nella nostra contea di Gorizia i patriarchi d'Aquileja, c'impegna a conoscerli e c'induce, di dare a' nostri lettori in prospetto la serie di quelli ch'erano nominati a reggere la delta chiesa nel secolo XVI; questi sono: 1497. Domenico cardinal Grimani. 1517. Marino card. Grimani nipote, per rinunzia dello zio. 1529. Marco Grimani per rinunzia col diritto di regresso del fratello Marino card. Grimani. 1533. Marino card. Grimani per la seconda tolla, attesa la rinunzia del fratello Marco. 1545. Giovanni Grimani altrofratello del card. Marino. 1550. Daniele Barbaro. 1571 Alvise Giustiniani coadjutore. 1585. Giovanni Grimani per lu seconda volta. 1595. Francesco Barbaro, che ebbe il patriarcato sino al 1 G 17. Avvenuta il giorno 3 setiembre 1497 la morte di Nicolô Donato, si passava tosto alla nomina del suo successore Domenico cardinale Grimani, che da papa Alessandro VI veniva confermata il di 13 febbrajo 1598; fu perciô la vacanza brevissima, ma con tutto ciô si conserva presso di noi memoria di essa, per essere stata appunto nel lempo di taie vacanza falta la concessione per erigere la chiesa nel luogo suburbano di s. Rocco, délia quale verra fatta menzione quando si avrà occasione di parlare delle chiese e d'elle capelle. Mostra il prospetto dato qui sopra, che Domenico zio e i stioi tre nipoti Marino, Marco e Giovanni fratelli Grimani ebbero la sede ali,'istoria 83 Iriorcale per una gran parle del secolo XVI, benehe fossero per assenli dal Friuli. Fra essi il primo lo zio Domenico cardinal ■fintuni frateïlo d'Antonio Grimani, il quale dopo la morte di Leonardo 'red1111 ven"e creal° doge délia repubblica nel 1521, e fratello pure i-"vBlore Griinani, che cuopriva la carica di Procuratore di s. Marco: ..•rn perciô famiglia dislinta, ed era egli inoltre porporato assai collo niecenate dei letlerali del suo tempo: al patriarca Domenico cardinal I :inani dedicava il giurisconsulto Giovanni Candido i suoi Commentai t ¿i AqUilejo, t'l° arrivano sino al fine délia guerra Ira Massimiliano e lu repubblica. Si fu durante la sede del patriarca Domenico cardinale Grimani, „1 1,'ijipo délia lega di Cambrai, che nel 1599 veniva occupala Aquileja e j| suo terrilorio dalle truppe imperiali, scnza che per quunlo ci consla, mai neppure per qualche tempo fosse stala resliluila ; sicche dobbiaino credere in errore il de Iîubeis, se nei suoi Monum : col. 1075 > sembra supporlo, dicendo. " Ereplam sibi anno 150!) Aquilejam doluerat Dominicus : deque recepta civitale gavisus cst Yormacensi capitulo indícenle auno 1521, essendo quei capitoli cle successive sentenze rimasti in ciô, corne in molti altri punti, ineseguili. Ci fa conoscere il Morelli nel Vol. I. pag. 272, avere l'imperadore jlassiiniliano conferito nel di 1 novembre 1510 a Cristoforo Stogar sacerdote di Lubiana la parrocchia di s. Vito nel distrello di Tolmino, e il Cappelletti nelle sue chiese d'Italia vol. VIII. pag. 5 19, pubblica un documento del 15 dicembre 1511, con cui il patriarca Domenico cardinale Grimani, che si tratteneva a Roma, confermava a favore di Jacopo Banisi consigliere e segrelario dell' imperadore Massimiliano, la nomina da questi falta al vicariato e relativa prebenda nel capitolo di Aquileja di giuspatronato dei conli di Gorizia. II. e III. Visítalo r i, Vicarí apostolici, Archidiaconi ccc. giurisdizione ecclesiastica ecc. Alia pag. 256. il Morelli si mostra Iroppo severo censore dei palriarchi Grimani con tacciare come colpevole il loro contegno, e nltribuire a cupidigia di dominio temporale, il desiderio che avevano di essere reintegrati nel possesso di Aquileja : tale desiderio è naturale, e lo avrebbe avuto come ci sembra, chimique altro si fosse Irovato nella loro posizione. Ostavano solamente riguardi più alti, per poler concedere ció che ad cssi era stato loro aggiudicato. Si considerava, che erano patrizi vene ti, e il governo austríaco non 8»peva scoslarsi dall' idea di riguardarli come incaricati, i quali agivano í«llo mano nelP intéresse, non del palriarcato ma della repubblica. Alia ¡>ag. 258. L' arcidiaconalo in Cumia, istituito sutto il ¡>alriarta Giovanni Grimani li 21 dicembre 1574, veniva attivalo tul principio ilell' auno 1575, e non ebbe in questo secolo XVI che i soli segueuti arcidiaconi, - 1575 Girolamo Calta párroco in s. Pietro, il prii«u íregiato di quesia dignitá, che pero la tenne due soli anni, esseud,, stato rimosso nel 1577 per zelo troppo spinto e per altriti con lo curia di Udine. 1577. Tautscher Giovanni párroco di s. llurio e Taziano in Gorizia, il quale nel 15S0 veniva promosso al vescovado di Lubiana — Andrea Napokaj párroco della predelta chiesj in Gorizia. IV. Capitoli, parrochie, cliiese, cappelle. Noi non ci troviarao in islato di daré ai noslri Ijllori una serie continúala dei canonici di nomina sovrana che col nume di vicarj imperiali ed arciducali, erano in questo secolo XVI. nel capitolo metropolitano di Aquíleja. Anzi perché di quei tempi non si trovano ancora né libri de' balleizati, né di morti, i¡é altro registro, ci íidiamo di poter daré qui la serie dei parrochi della c/üesa de'ss, llario e Taziano in Gorizia, non. poteudo garantiré che non ci si» qualcuiio di piü, il quale sia sfuggito alio ilustre ricerche. Si trova di quesli memoria che morlo il párroco Nicoló di Custello, veniva dal Conté Leonardo proposlo a párroco Andrea í'osch, il quale si trova elTettivamente a cuoprire quel posto nel 14 88 ed in altuui anni posteriori. — Nell' anno 1527 si trova párroco Leonardo dt Graben, ma non sappiamo, se era ¡inmediato successore del Postii. Cosi vi é un documento siipulato li S0 ftbbrajo 1515 in stuba domas habitationis reterendi domini presbiteri Lucae Piler plebani Goriliue, del quale pawoco Piler si hanno puré ulleriori uolizie, e si sa che era vívente sino nel 1549. Ad esso seguiva come párroco Girolamo Catta che rimase a quel posto sino al 1562, dopo di che passava alia vicina parocchia di s. Pietro. Dal 1562 al 1573 si trova pievano della chiesa parocchiale di Gorizia Mattia Martina, il quale dopo quel ternpo lo troviamo párroco di Crainburgo. Nel 1574 era párroco di Gorizia Luca Tautscher, e morlo questo nel 1 575, lo seguiva Giovanni Tautscher, che nel 1577 fu créalo anche arcidiacono, e nel 1780 veniva promosso alia sede vescovile di Lubiana, A questí succedeva nella parocchia e nell' arcidiaconalo Andrea Napokaj, e finalmente troviamo segnato nel 1576 Giovanni María l'anizolo col carattere di párroco di Gorizia e di Salcano. Da uno scritto autógrafo del vescovo di Trieste Nicoló de Corel, sul quale sta segnata la presentazione del 20 gennajo 1576, si rileva, che la cap p e 11 a di s Anua di Gorizia L- fondala rjiá da au/ ISTOlîlA 85 I, ¡llustrisstmi Signori Cuntí di Corista felicissima memoria ec-e. tla stata conferita a lui ancora prima che diveuísse Yescovo, che (¡uellü cappella aveva fra le sue possidenze quattro musi fuori del l0lllado di Gorizia sollo la giurisdizione di Castelnoco; egli chiede ili (jucllo serillo la condoiiazioue di aleune reslauze di sleura a motivo t[ie la rendita di que1 beni come egli asserisce era stata gravala limpiamente, una volta sollo la contea di Gorizia e 1' altra nella l>ruviiicia della Camiola, Altra cappella nella chiesa paiTOeiii.de di ss. llario e Taziauo ¡a (Joiizia è quella di s. Nicolo che prima del 1591 era tenuta dal sacerdote Gíuseppe Localelli, e per la quale in quelfauno l'Arciduea lírneslo presenlava al patriarca Giovanni Griinano, come cappellano ¡1 sacerdote Giovanni Mangello* Si hauno memorie sulla consacrazione e sulla reconciliazione di diverse chiese, cappeile ed allari nel seeolo XVIv e i doeumenti elie rileriscono hauno inleresse tanto più, quanto che ci fauno couoscere ¡ vieuri apostolici, o patriarcal! che funzioiiavano iu que'tempi. Nel 1500 veniva consacrato la Domenica penúltima d'agoslo da Pietro Cario \escovo di Caorle vicario del patriarca Domenieo Grimani, 1' altare maggiore nella chiesa di s. Roceo presso Gorizia, della quale lu falto ceuno alia pag. 82. 1518. 12 aprile. Veniva riconciliata la stessa chiesa juxla ritum da Daniele de Rub¿is vescovo di Caorle, vicario del patriarca Marino Griinani. 1544. 18 ottobre. Si consacrava la chiesa della B. V. sopra il monte di Saleauo eoii quattro altari, da Egidio Faleella de Cingulu vescovo di Caorle, che ivi dieesi sulfragaiieo e vicario generale del patriarca Marco Grimani. Supponiamo perô che invece dovesse dirsi Marino tírimuni, perché come é noto, Marco aveva riuunciato al palriarcato, e la sua rinuncia fu accettata nel 1533, venendo destínalo da papa l'aolo 111. a comandante generule della tlolta eoulro i turehi. (Vedi de líubeis e Cappelletti). 15(37. 13 maggio. Documento di consacrazione della Chiesa dei ss. Tre Pie in Oóloch mediante Lúea Bisanlio vescovo di Cattaru Milírugaueo geuerale del patriarca Giovanni Grimani. 1574. Nella domenica ultima di Ullobie veniva consacralo I' allure di s. Lucía in Sammaria dallo slesso Lúea Bisanlio vescovo di Caltaro, e suHragaueo come sopra. 1593. 19 maggio. Francesco Barbaro arcivescovo Tirnense, e eoadjulore del patriarca Giovanni Grimani cousaerava la chiesa di s. Giovanni Balta in Gorhia che fu fondala ed era di giuspalronato di Vito barone di Dornberg. 1596. 4 Settembre. La chiesa dei cappucini presso Gorizia veniva iu quest'anno consacrata per fede dell'inscrizione che trovasi dietro Faltare maggiore, dal patriarca Francesco Barbaro ; ciocchè non combina con la data assegnata dal Morelli, il quale la mette consacrata già dal Barbaro come coadjutore nel di 7. setiembre 1591. V. e VI. C o m u n i t à r e 1 i g i o s e ecc. Abbiamo gia avuto occasione di parlare del convento di s. Francesco in Gorizia alla pag. 73 in queste nostre- Osservazioni, ed ora per daré un idea dei conventi in generale come si trovavano presso di noi nel secolo XVI non dobbiamo fur altro che daré un brano dall' Estratto sommario di tuttifti conventi delV Austria., che si sono trovati al tempo della visitazione e riformazione falta neir anno 1563. In queslo sommario si trovano nella contea di Gorizia riportati tre conventi: Vuno in Gorizia di s. Francesco con con due frali ecc. rendita vecchia fiorini 130, nuova liorini 240, 1' altro in Gradisca con tre frati ecc. rendita vecchia fiorini 100, nuova flor. 213, il lerzo il monastero delle monache di s. Benedetto presso Aquileja di quaranta donne ecc. rendita vecchia 2921, nuova 40200. Vedi de Luca Staotéanjciijcn Vol. I. parte I. peg. 246. Da queslo quadro si vede quanto ristretto era allora il numero dei frati in Gorizia. VII. Eresie. A malgrado delle prediche del Truber in Rubia il luteranismo deve avere falte presso di noi poche radici, se poté essere cosi fácilmente púrgala da esso la contea. Neir Archivio fíír tic £mibcéi]cf4)¡íí)te fíír jtroin del Klun troviamo solto l'anno 1584 che I' arciduca Carlo rilasciava ordine a Lorenzo barone di Lantieri signore giurisdicente di Vipacco sollo la comminativa di mille zecchini d'intimare a quelli fra i suoi sudditi che professavano la sella evangélica a dover ritornare alia fede caltolica, o di dover altrimenlo abbandonare i suoi stati. Nel di 21 marzo ^1584) comparvero le venlisei persone che professavano quelle sella in Gorizia. Alcuni ritornarono in grembo alia chiesa cattolica, ma la maggior parle abbandonava assieme con la famiglia la patria. össervazioni ed Aggiunle sopra alcuni passi nel Vol. II. p F L I/ I S T O R I A D E L L A C O N T E A DI G O R I Z I A dalPanno 1600 al 1700 LIBRO III. Capitfolo primo. L'arciduca Ferdinando, dipoi imperadore II di questo nome, assume il governo delle sue provincie. 'A storia del secolo XVI ci ha moslralo che con la morte di Ferdinando I, avvenuta li 25 luglio 1564,la dignità _ imperiale, eh' era elettiva, si mantenne nel primogénito ■ ramo degli arciduchi d'Austria, ed è perciô che da quelP anno 1564, sino alla morte di Mattia nel 10 marzo 1619, i sotrani di Gorizia, ch'erano del ramo lerzogenito detto di Stiria, non sono fregiati altro che délia dignità arciducale. Siccome poi gl' imperatori, se anche non sovrani iinmediati nella contea, avevano molta influenza negli a (Ta ri de' nostri principi, crediamo utile di qui esporre, che dopo Ferdinando I, erano stati imperatori, dal 1564 al 1576 Massimiliano II - dal 1576 al 1612 Rodolfo II, e - dal 1611 Mattia, il quale moriva nel di 10 marzo 1619, dopo di che la dignità imperiale passava in Ferdinando II del ramo di Stiria, ch'era nostro sovrano. Si ebbero poi tre soli sovrani immediati délia contea di Gorizia in questo secolo XVII, che furono : 1. 1590. Ferdinando (H) primogénito delParciduca Carlo 83 NOTE En AGÍiTl'KTB di Stirin, unto 9 luglio 1578, conseguiva alia morle del padre Jo luglio 1590. gli stali palerni, e con ció anche il dominio de||:, tontea di Gomia. Veniva créalo re di Boem. 20 ging. 1617; fu d'Ungh. 1 Ingl. 1018; imperat. elello 28 ag, coron. 9 sett. 1619. moriva li 18 fehbr. 1637. 2. 1637. Ferdinando III. figlio di Ferdinando II, nato |¡ 13 lugl. 1608; re d'Ungh. 8 dic. 1637, elelto re de rom. 22 dic. 1636,- succedeva negli stali arcidncali, e quindi anche nel dominio della contea di Gorizia li 18 febb. 1637. Veniva coron. come imper. li 22 dic. 1637: cedeva Gradisca creata contea al principe Giov. Ant. Eggenberg li 25 febbr. 1647; moriva li 22 aprile 1657. 3. 1657. Leopoldo I, figlio di Ferdinando III nato 9 giug. 1640; re d'Ungh. 27 inagg. 1655; re di Boem. 14 sett. 1656, entrava nel dominio degli stali ereditari arciducnli con la ¡norte del padre 22 aprile 1657 e 17 ottob. 1660 e moriva li 5 mag. 1705 Per quello concerne i principi, sovrani particolari della contea di Gradisca, si dará la serie piü avanli nel Capilolo terzo, ove si discorrera dell' alienazione del territorio di Gradisca. CapUoio sccondo. (íiterra fra l'arciduca Ferdinando, e la repubblica di Venezia (negli anni 1615 e 1616 pag. 5). Tanlo scarse che sono le memorie, che si hanno intorno alia prima guerra che avenne in Friuli ai tempi di Massimiliano dall'anno 1508 al 1517, tanto copiose sono qutlle, che descrivono i fatli di quesla seconda guerra, avvenuta ai tempi di Ferdinando II dídl'annn 1612 olí' atino 1617. Senza ricorrere agli scrittori dtlle cose venete di quei tempi, e senza citare neppure il Giucciardini che ne parla nella sua storia d"Italia, noi ci limileremo qui a menzionare solamente i tre scrittori che si occuparono particolarmente dei fatti di que I! a guerra . II primo, e senz" filtro il piii pregevole fra quesli, é Faustino Moisesso, che era di Ucline, ma di famiglia pervenuta da Vilacco; pgli ci ha lasciata la sua opera intilolata Historia dell'ultima guerra nel Friuli dedícala al generale Veneto Francesco Erizzo, che poseía fu doge della repubblica veneta; la stor:a é slampata a Venezia dal Barezzi nel 1623 ed é corredala di díte carte le quali ci moslrano ALL'ISTORIA. 89 I teatro luogotenenti, giudici, borgomastri, consiglieri, cittadini, cornuni, e generalmente a tutti gV impiegati, sudditi e fedeli di ualunque rango, stalo, o condicione ecc. di rispettare e di non \ontrariare i detti privilegi, ecc. sotto pena della indegnazione socrana, e sotto la comminatita di una penale di dieci marche d' oro, ecc. II. Alienazione del territorio di Gradišča ecc. pag. 5 8. Non sembra che il nostro storiografo Morelli, per solito tanto diligente ed esatto in ció che concerne la tontea di Gorizia, mellesse uguale impegno nelle ricerche che concernono Gradišča e ¡| suo territorio smembrato nel 1647, che anzi le notizie che ci da, sono in qualche parte piuttosto scadenti. Rileveremo qui 1' errore di «ver supposto a pag. 58, come acquirente del capitanalo di Gradišča nel 1647 Giovanni Ulrico di Eggenberg, quando questi, come si sa, dopo gli avvenimenti sfortunati del Wallenstein, reputandosi non piü beneviso alia Corte, si ritirava a Lubiana, dove moriva li 18 dicembre 1634. L'acquirente perció di Gradišča non fu Giovanni Ulrico, ma fu il figlio Giovanni Antonio principe di Eggenberg, il quale era succeduto nelle immense riccliezze del padre e aveva acquistato dei meriti presso l'imperadore Ferdinando III. per aver sostenuto neiranno 1638 un ambasceria presso il papa, ambasceria, la quale per lo splendore e lusso straordinario, si rese celebre e mérito l'ammirazione di quei tempi. U alienazione di Gradišča e lo smembramento del suo territorio dalla Contea di Gorizia é un fatto, che troppo interessa la nostra storia, per non desiderare di conoscere piü da vicino e per esteso il documento che vi si riferisce. Siamo stati un istante perplessi, se dovevamo qui pubblicarlo nel testo originale tedesco, ma poi abbiamo considerato che il documento é scritto senz'altro in lingua tedesca antiquata, in periodi ligati e con ortografía non piü in uso, cosicché imbarazzanti persino per quelli che conoscono la lingua moderna tedesca, e ci siamo perció dcterminati di farne una versione italiana che qui la presentiamo ai benevoli nostri lettori. Mot Fer <11 n a mi o Terzo per la (¿razia di Dio elett0 imperalore dei Roinani gempre Augusto . Re ,1! (xermania, Knglicria, Boemia, Ualmnzia, ('ronz{H Slavouia , eco. ecc. Arciduca d' Austria , duca ,|¡ Bnrjfosna, Stiria, Carlntia, Carniola e Wirtenfoerg, della Silesia superiore ed interiore, conté d'ibsburgo' del Virolo e Uorúia ecc. ecc. Confessiamo col tenore della presente per Noi e Noslri eredi e successori, e rendíanlo manifestó a tutti, che Palustre Nostro ben amato principe fC^eimb*.) e caro fedele Gian Antonio duca di Crumau, principe di Eggenberg, conté di Adelsbergt can altere del Tosone d' oro, Nostro capitano nella Carniola, ci ha fallo conoscere tanto a toce, quanlo per iscrilto mediante il suo segretario Abale Boffl, munilo a tale uopo presso la Nostra corte di suficiente Mandato, che tolendo egli nostro Diletlo corrispondere al recente dietale concluso e relativo Imperial decreto, che gV impone di procurarsi unostato libero (cioé sovrano), all" oggetto di conseguir il diritlo d' intertento e di voto nel consesso dei principi delV impero, avrebbe inlenzione di fare acquisto a tale uopo della fortezza e capitanato di Gradisca, e ci ha percib supplicato divolamente, che Noi vogliamo fare a lui piena e completa cessione di tale capitanato con potestá sotrana e con ogni altro dominio, nel modo come Noi e gli antecessori Nostri V abbiamo posseduto e godulo, e ci degnassimo inoltre di graziosissimamente fregiarlo di qualche titolo, o predicato. Egli ci offre come corrispettivo una certa somrna in contanti, ed esibisce di dichiararsi per soddisfatto di tulle le pretese e spese, sostenute nelVambasciata avuta a Roma, come eziandio di riguardarsi per abbastanza compénsalo e rimuneralo per le sue prestazioni, e cid lutto verso la condizione, che tale cessione dotrá intendersi fatla solamente a favor suo e della sua linea mascolina, e che, mancando quella, il detlo capitanato con la sovranitá e con le rendite debba da nuovo devolversi plenamente libera, e senza obbligo di reversione del prezzo di compra, a favore Nostro e della serenissima Nostra Casa, nelle mani della Nostra Camera delV Austria interiore. Visto percid, considéralo eponderato l'impegno e le spese, che con onorevole rassegnazione esso Nostro diletto principe fSeine SicbíenJ ha avuto nelV ambasciata sostenula 4J L' cspressione di Oheimb, che significa zio, viene úsala dall' imperalore, come gia s' inlende, non nel vero signifícalo di parentela, ma di pura cortesía, e cosí la cspressione spcsso ripelula di Seine Liebden « che significa diletlo, o ben amato, é termine parimenle di cortesía, che T imperalore suole usare verso i principi. Roma, e ai grali servigî che in quella, e in più allre occasioni ha préstalo, e amito parimente riflesso ai bisogni di guerra, ed aile Cl ize in cui ora Noi e lo Stato ci troviamo, per i quali, siamo tretti d'impegnare e vendere una parte delle nostre Conlee, ilanati e Signorie aWuopo di procurare i mezzi necessarî di j fesa coi quali poter viemeglio preservare le nostre provincie e ■ fiostri suddili da un invasione nemica, ed è perciô che * Abbiamo concesso ad esso principe e a tutti i di lui eredi successori maschi in infinito, e per quanto durera la linea mascolina, il predetto capitanato di Gradisca cou ogni e singóla attinenza con tullo quello che concerne i suoi proventi, dirilti e percepimenti territoriali, e con tutti gli abitanti, spettanti tille condmoni di conti, cavalieri, provinciali, alla nobiltà, alla classe dei cittadini, e délia contadinanza, con le terre, villaggi, castelli , boschi di alto e di basso fusto, affitli, rendite, sieur e ordinarie, contribuzioni, feudi ecclesiastici e secolari, confische, servit»provinciali (gaiibiabot^cn) vigne, foreste, caccie, campi, decîme, dirilti montanistici (3ef)iitvcrt)te), aapie, ponti, pescaggioni, dogane, e tulle le allre spetlanze ed appartenenze nominale o non nomínate, frequentate o solitarie, (bcfudit obel' unbcfudit), una coi rispetlivi urbari, regislri, libri di scossione, catasti ((9íílttítd)cf), reconfinazioni e qualmque ait,ra scritlura o documento pubblico (.ftiinjclcl) nnb Olitcre Sdn'iftciO, che si riferisea al detto capitana!» o ai suoi abitanti, e cosi particolarmente la città stessa e la fortezza di Gradisca come non meno la città di Aquileja, e tutto quello che concerne V alto dominio, le regalie, le preminenze, prérogative, i dirilti, privileggi, nel modo come Noi e i predecessori JSostri abbiamo posseduto, tenuto e goduto finora, f uno e V altro luogo con tutle le immunitá, o come V avremo poluto possederli lenerli e goderli, e tullo secondo la volutaiîone contenuta neW Estratlo falto dalla Nostra ragionateria camerale dell' Austria interiore (unit) 3llMC ïeé von Unfercr 0. -Sommet- 25urt)l)flltci-ct) nufgevitbtcn ülnfíblagá Ëttl'flCt), e cosi secondo quello che moslrano gli urbari, libri di scossione e catasti, o libri di qualunque allra denominazione, niente escluso, in tulla la loro circonferenza, distretto e confiai (KiiClinifcieii;, ¡District uni) (3iànitsJ, » quali per maggior precisione saranno rilevati al tempo che seguirá la consegna mediante una commissione a ció specialmente delegata, previa ispezione sopra luogo e premesso suficiente esame, e in quanto si estende il noslro indipendente e pieno dominio che ivi abbiamo esercitalo, o che l'avremo poluto esercilare, o Noi soli immediatamente, o mediante i nostri capitani o esattori urbariali, come lo mostra il succitato Estralto camerale, J su di che sarà da errigersi separato speciale islrumento; per la somrtia in contanti, cioe per fiorini Duecentomila in effettivi, la meta alla consegna del presente documento d'acquisto, e l'altra meta allorche gli sarà dato V effettivo possesso, e inoltre centoquindicimila fiorini investiti presso la provincia della Corintia in capitali effet lit i e interessi su quellt, i quali saranno ugualmente da consegnarsi col secondo pagamento di fiorini Centomila, verso quitanza a mani del nostro consigliere e tesoriere fíllatílC lint 3. O. ^fcniligéniciliní) Jacopo Hilleprandt, e quindi in tutlo per Trecento e qui n d i c i mila fi o r i n i, e inoltre verso la cessione della Signoria di Stokna con ogni sua pertinenza e rendita, posta nel nostro Regno di Boemia. E ció tullo abbiamo a lui cesso e vendulo pleno jure come uno stalo eredi/ario, libero, e proprio bensi, ma verso i seguenti espressi patti e condizioni (mit teffm huicbeni 33etmg uní) CfoiitifionciiJ cioè. Primo. Essendo la città e fortezza di Gradisca confinante da pin lati con lo stalo veneto , ed essendo ella la chiave delle altre nostre provincie ereditarie, e specialmente della Carintia e della Corniola, quindi la sua conservazione di alta importanza iTt'()ï \)iíl uní febl' t) o rt) gelegen) per ¡Soi e per il ben comune, dovrà il Nostro diletto principe fâcilie Sictîcn) anche d'ora ituianzi. t enere a sue proprie spese un sufficienle discreto presidio (gemigfanien Ct'îinnrt) îU-fat;ung), nel modo come Noi fui'ora lo abbiamo tenuto, scegliendo a suo beneplácito il personale e V officialità, e sarà tenuto di conservare in buon slato le fortificazioni, le fabbriclie, r artiglieria e la munizione, con far seguire i ristauri e i risarcimenti che si rendessero neceessarî, aU'uopo che, verificandosi il caso dell'eslinzione senza discendenza di esso principe e della sua linea mascolina, abbiano da esserci riconsegnati nella stessa quantità, in cui a lui furono consegnati mediante inventario, e quellt pervengano assieme con la fortezza e coi miglioramenti fatti, a Noi,- o ai Nostri eredi e successori. Secondo. Ci dere restar riservato il jus aperturae, cioè delVingresso nella fortezza in modo, che nei casi di neccessità e nelle circostanze di qualche guerra, o altra occorrenza ci sia possibile di poler introdurre a nostre spese un presidio più abbondante per più efficace difesa di quella piazza e dei Nostri stati ereditarî, il tutlo perd senza pregiudizio dei diritti di socranità di esso Nostro diletto principe : Poichè. ALL'ISTOKIA 103 T e r z o. Noi ci riserviamo pure a questo riguardo il protettorato i i¡i £itcct¡Oii) e ci offriamo nei casi di bisogno di prestargligraciosamente-occorso ed assist enza, e di protegere lui e il suo statu da ogni \eria riolenza (í|l'ofií ©citwltj. Avrà perd cura Esso principe di mantenere la buona intelligenza, e le amichetoli reluzioni col c,mfuiajite veneto dominio, e cogli altri vicini; di non causare ad essi delle importunità o ntolestie, onde con esse non risvegliare ¡nisinlelUgenze e di/ferenze, o contese. lnoltre. Quarto. Siccome già da molli anni pendono fra la sede papale, il dominio re neto e Noi, delle grandi quistioni a causa dei diritti patriarcali di Aquileja e altri punti che da quelli derivaito, e che al noslro diletto principe riescerebbe troppo difficile di appianare tali difference e di difendere i diritti del palriarcato come pure quelli del Romano Impero, della Casa Nostra e degli Stati ereditari, in cui si estende la delta Diócesi, e di poter mantenere rit i i noslri inleressi e le nostre prerogative, cosi ci devono essere riserrati anche i detti diritti, con tutti quelli annessi e connessi, e in qualunque modo da essi dipendenli, sempre perd in modo che debba spettare ad Esso principe il gius patronato, le collazioni dei benefizî particolari e dei canonicati in quanta siano posti e si riferiscono al distretto di quel capilanato, dovendo esso osservare, che nel caso di vacanza, la presentazione va falla al santo padre, nel modo, come Noi ci siamo sin' ora contenuti durante le quistioni patriarcali, ed abbiamo direlle immediatamente alla santa sede simili presentazioni, che avanti d'ordinario spettavano ai palriarchi. Da questi conferimenli si avrà pero esclusa e a Noi riservata la nomina al vicariato arciducale presso il capitolo di Aquileja, percliè quel vicariato entra pavimente fra le dijferenze patriarcali. Quinto. Il predelto capilanato con tulle le sue spettanze, dovrà come già sopra fu detto, nel caso di estinzione di esso Nostro diletto principe e delV intera di lui discendenza mascolina, cui pero ïddio voglia donare lunga esistenza, ritornare a Noi e alla Nostra Casa, ajfatlo libero senza verun obbligo della rifusione del prezzo, o dei miglioramenti o ristauri fatli durante quel tempo, ne sarà lecito ad esso principe, ne ai suoi descendenti mascolini di fare di propria autorità una qualche disposizione testamentaria ed altra, in pregiudizio di taie condizione ; cosi parimente. S e s t o. Egli non sarà autorizzato di poter senza Nostro consenso o senza consenso dei Noslri eredi e successori, alienare ne trasferire 104 NOTE ED AGGU1NTE a maní dei possessori di üomint vicini e confmanli, né in quelle di nessun allro estraneo, una qualche parte di territorio, fuori che ai suoi fedeli sudditi, e anche cid in quanto per tale modo si tratti di aumentare e migliorare la rendita, cid che gli sará permesso anche senza previa Nostra inlelligenza, e cosi gli é niélalo di aggravare quel capitanato con debiti ed ipoteche, dovendo il tullo rimanere sempre libero ed unito. Inoltre S e 11 i m o. Le famiglie nobili e provinciali, che sono comprese in quel distretto, non dovranno venir aggravate cont.ro le immunitá ad essi concesse da Noi o dai Nostri predecessori o legalmente usucapite da vecchie consuetudini, ma dovranno quelle immunitá venir rispettale (tuiíer ¡Jtyie vioti Uñé uní) unfcrn 3JoiWl)vcn icítltriuífiij eriangte uní» erfefíenc Sre^citen, uní) alteé jjciC&ommen nit befctjmá'ccn, foníevn fcnfkt) toevbleiben liifíetij, in modo pero che il solo loro privilegio, g razia o prerogaliva non valga né debba ad essi servire in nessuna maniera di pretesto per esimersi dalla giurisdizione e dipendenza persónate e reale di Esso principe, in quanto i beni specificati nel sudetto Eslratto spettano al detto Capitanalo, e appartengono a quel territorio e distretto. E poiche No¿ abbiamo fin ora úsalo di esigere dagli Stati le contribuzioni ordinarie e etraordinarie di tutta la Contea, compresa Gradisca, facendo percio annualmente destinare una dieta, cosi, O 11 a v o. Avrá il principe acquirente a usare di questo modo anche in avvenire a Gradisca, onde 'conservare questa vecchia consuetudine. Nono. Né egliprincipe Nostro diletto fScine Sicbíon), né i suoi eredi potranno muovere ulteriormente pretese di compenso a causa deW a m h a s c i a t a s u ni tn e n z i o n a t a , né per le spese, essendosi per questo riguardo Esso obbligato di rilasciare espresso Ríversale nelle mani della Nostra Camera deW Austria interiore al momento che gli verrá consegnato il presente documento di compra vendita. Con che diamo, concediaino e vendiamo questo Capitanato di Gradisca scienlemenle e dopo maturo esame, consiglio e in forza della propria potestá sovrana\, nel modo e nella maniera, che il detto capitanato con tulle le sue pertinenze, preminenze e rendite, per quanto si estende la sua giurisdizione, il suo distretto e i suoi confini, come l* abbiamo atufo Noi, o so/i, o mediante i Nostri capilanied esatlori urbariali (questori), e conforme al predelto Eslratto e valutazione Camerale; e vogliamo che debba da ora innanzi essere uno Stato libero ed immediato di esso floslro diletto principe, e delta sua linea mascolina con dependenza inmediata dalV impero, pero senza provocazione né appellazione a gnetlo, essendo che la Serenissima Casa Nostra e i Nostri Sla ti ereditari ri sono senz' altro per antico esenti, e inoltre esso principe e la sua descendenza mascolina, che arrá in maniera inappellabile la piena e completa giurisdizione nello stesso Stato suo proprio, potra secando i bisogni e secondo le circostanze far esercitare tale appellazione mediante i Nostri tribunah e giudici dell'Austria interiore, e accordiamo ch'egli di questo territorio possa disporre senza pregiudizio pero delte prefatle riserve e condizioni, non altrimenti che come finora arremo poluto di esso disporre Noi ed i Nostri predecessori come padroni territoriali e sovrani, e come se non alienándolo, avremmo di esso, Noi o i Nostri eredi, o successori, poluto liberamente disporre in ogni tempo futuro. Perché poi esso Nostro diletto principe e la sua successione mascolina possano acere un tilolo che si riferisca a questo capitanato e a questo stato, abbiamo loro graziosissimamente conferito il predicato di principi Conti di Gradišča (©efücffete ©raffiitooit ©ratif^ nel modo come Noi e la Nostra casa abbiamo por tato, e porliamo tult ora il nome di Principi Conti di Gorizia; in guisa tale, che da ora innanzi essi hanno diritto di nominarsi, di scricersi e di farsi chiamare e daré da tutti il titolo di Principi Conti di Gradišča, e debba il possesso di questo territorio come Stato immediato, serviré ad esso Nostro diletto principe quale mezzo per farlo conseguiré il diritto d'intervento e di voto nel consesso dei principi delVimpero, conforme al recente concluso delta dieta, fatto e pubblicato in Ralisbona Panno 1641 e del decreto rilasciato dal cancelliere dell' impero elettore di Magonza, e quindi per poter esservi come tale regolarmente inscritto e invitato; a quale effetlo Noi ci troviamo aver date le opportune disposizioni ed ordini alta speditura aulica dell' impero, onde ad esso principe sia falta pervenire P analoga evasione. In quanlo poi concerne la contribuzione dovuta per questo capitanato e stalo, offriamo al predetto principe ed alia sua linea mascolina, o di rappresenlarlo Noi presso PImpero e di comprenderlo nella totalilá delta tangente speltanle alta Nostra Casa d'Austria, di cui fa parte anche la Contea di Gorizia e Gradišča, come cid usiamo di fare con alcuni altri principi immediati, domiciliati nei Nostri Stati ereditari, oppure Noi lasciamo a sua scelta, s'egli preferisce, di assumure su di sé, e di far versare immediatamente la quota 7" che proporzionalamente viene a cadere su quel terrilorio; e ció per tullo il tempo eft Esso principe o la sua discendenza mascolina avranno e possederanno il detto capitanalo su cui la quota ta commisurata. Nel resto promettiamo per Noi, eredi e successori Nostri ad Esso Nostra diletlo principe ed ai di lui eredi maschi di proteggerli e di difenderli in futuro nel presente acquisto graziosissimamenle contro le pretese di chimique, e in ogni occorrenza di garantirli e mantenerli, anche di far concorrere il ben amalo Nostro figliuolo, Nostro fratello, Nostro cugino come re di Boemia, come pure gli arciduchi Leopoldo, Guglielmo e Ferdinando Carlo oerüt)mten ÊinjugcS ecc. cioè: Descrizione del solenne rinomatissimo ingresso in Roma e della prima udienza atula presso Sua Santità Urbano VIII da Sua Altezza il sig. Principe Antonio duca di Cromau, principe di Eggenberg Ambasciatore e straordinario lucíalo di Sua Maestà V Imperatore l'erdinando III. Traita dalla relazione di Antonio Gerardi stampata a Roma, e recata in ledesco e stampata ad onore spéciale e a perenne memoria di Sua Allezza Panno 1639: ma come questa descrizione è Iroppo lunga, preferiamo di qui dare ai nostri lettori la relazione compendiosa che su questo stesso ingresso si trova inserita nell' Enciclopedia Ersch e Gruber all'articolo Eggenberg. Da venli conti - ci dice quelP articolo " e ventiquattro allre persone di nobiltà distinta, tutti superbamenle montati, format ano il seguilo delV ambasciata. V ingresso solenne seguita con più di cento carrozze, dopo di che Sua Altezza con tulta la comitiva venita invitato quella sera ad un banchetto al palazzo del cardinale di s. Sofia. Vudienza principale ebbe il principe presso il papa nel di 9 novembre di quest'anno, alla quale ti si recata nelVordine che segue: - Precedetano séssanta muli, e tre deslrieri, ferrati d'argento, mit lilbevncn feufeifen, e con gualdrappe di scarlatto e di telulo, e con selle e briglie con finimenli d' oro, d' argento, e ornate di perle. A questi seguivano dodici trabanti con alabarde dórate, sette trombettieri con trombette d'argento, che davano un suono assai armonico, sedici lacchè e ventiquattro carabinieri a cavallo vestiti di scarlatto rosso con omamenti d' oro e d' argento, due compagnie di cavalleria pontificia e le guardie svizzere. Poi reniva V ambasciatore di Spagna con sedici pagi con collane 108 NOTE ED AGGIUNTE d' oro e con decoraziom. Indi il principe di Egge ii be ig sopra il superbo suo cavallo, accompagnalo dal maggiordomo di Sua Santità e da monsignor Gonzaga arcivescovo di Rodi, e finalmente V ambasciatore ordinario di Sua Maestà Imperiale Conte di Poziuolo con famigliari di Sua Santilà e dei Cardinali, lo seguivano al palazzo ponleficio. Per farsi in qualche modo un idea della spesa, bastí conoscere, che nella succitata relazione estesa, si valuta a ottantamila Crocioni il solo addobbo dell' »ppartamento in cui il principe Eggenberg abitava in liorna, e che si attribuisce da ottocento a mille crocioni il valore di ogni singóla gualdrappa di cui i sessanta muli erano coperti. Quale contrasto di questo sfarzo con le ristrettezze di finanza, per le quali l'imperatore Ferdinando III, nel premesso documento dichiara di dover vendere Gradišča ! ' L'anno 1639 sposava egli Anna María margravia di Brandenburg, del quale matrimonio ebbe i figli di cui si parlera in seguito. Divenuto Sovrano di Gradišča, ci narra il Morelli a pag. 59, che nel dl 15 giugno gli veniva prestato come tale in Gradišča I' omaggio, venendo perció colà da lui delegato in sua vece a riceverlo Antonio de Marenzi Vescovo di Trieste, e a pag. 60 ci narra che nel di 23 settembre 1647 si teneva dai nobili di quella nuova Contea la prima convocazione, che veniva chiamata dieta. Mercè la gentile compiacenza dell' egregio nostro podestà di Gorizia, Signor Cario Dottor Doliac, siamo venuti a conoscere un proclama di Gian Antonio principe Eggenberg pubblicato con la stampa, ed affísso in Gradišča lo stesso anno della sua acquisizione nel 1647. Con quello vengono da lui eccitati i forastieri a venir abitare e popolare il territorio di Gradišča, promettendo ad essi diversi vantaggi. II nuovo sovrano annuncia essere quel suo editto un atto fatto nell' ingresso del suo principato, ed è perció che stimiamo opportuno di qui far seguire anche quel documento come un saggio sulla vita política del primo conte di Gradišča, e anche per conoscere in tutta l'estensione i titoli della famiglia. Questo proclama è in italiano, ed il suo contenuto il seguente : Noi Giovanni Antonio per la Iddio grazia Principe Conte di Gradišča, e Aquileja, Duca di Croman, Principe di Eggenberg, Conte di Adelsperg, Signore di Racckerepurg, Pettovia, Strass, Ernhausen e Waltenslain, Supremo hereditario Maresciullo dell Austria Superiore el Inferiore, sup. haeret. Cameriere della Stiria, Copiere sup. haeret. della Marca di Schiavonia, e Ducato del Cragno. all' rsToniA 1 09 Qaval¡ere del Toson d' oro, e Capitano supremo del medesimo pacato etc. Tra li affari piu importanti, che giudicliiamo meritar reflexione nell' ingresso al Nostro Principato di Gradisca ecc. Aquileja, ano stimiamo che sia l'intraprendere, d'introdursi habitatori forustieri „,. ristorare li danni, che in riguardo alie guerre antepassate han patito quelli amplissimi Territorí. I quali di sua natura rertilissimi al pari di qualsivoglia terreno fruttifero e delitiosi, si ridurebbono con poca industria di collura a produrre in abbondanza tutti quelli frutti, che vogliono sertire al Commodo, ed alP uso humano. Benignamente perció con il tenore del presente Editto, facciamo sapere a tutti quelli, che si disponeranno di tinire ad habitare i Territorí del suddetto Rustro Principato, che conforme (día conditione delle persone loro, non solo da ISoslro Goternatore le saran consignati campi, terreni e luoghi atti a fabbricare hubitationi, per loro famiglia. Ma pqr Maggior ampliatione della gratín in benefizio di quelli, rogliamo che tutti, e ciaschedun di loro (ia mantenuto immune da ogni e qualunque gravezza, sia di qualsivoglia specie, e natura, e ció per li treprimi Anni, computandosi il principio deW anno dalla prima seminazione, che ciascheduno di essi Coloni fará, obligando per la manulentione di questa parte, non solo Koi, ma anche i Nostri successori. Aggiongiamo anco che dopo il detto triennio, le sará falto ogni ugilitá possibile, dichiaraudosi Noi di assislerle Paternamente con la Aostra Prolettione, e gratia. Yogliamo uondimeno che nelP entrare che faranno ogni uno e ciascheduno di loro, sia di che conditione o slato esser si voglia, radi a consegnarsi al ¡Sostro Governatore, del quale per ordine Mostró, le vena corrisposto nella presente conformitá, et in ció adempirá la I\ostra Gratiosissima mente et volontá. Uato nella Nostra Residenza d' Eggenperg, li 15 Oitobre 1647. G. ANT. m¡). Decrelum per suam Celsitudiueni FRANCESCO ABRATE BOFFI til]). La sovranitá di Gian Antonio principe di Eggenberg in Gradisca fu breve, poiché egli mori in Lubiana li 19 febbrajo 1649. Non consta ch' egli mai avesse visitata tale sua Contea, e benchè di esso si trovino dei talleri e dei pezzi da tre carantani coniati anche negli anni 1648 e 1649, pure in nessuna delle monete si vede fatto da luí uso del suo nuovo titolo di Conte di Gradisca. Giovanni Cristiano nato Ii 6 setiembre 1641, e Giovanni Sigisfredo nato li 12 Agosto 1644 subentrarono nel 1649 in comune nell'eredità del padre Gian Antonio, e cosí pure nel dominio della Contea di Gradisca, e dacchè tutti due si trovavano in età infantile, la vedova loro madre Atina Maria nata margravia di Brandenburg assumeva come tutrice anche la reggenza della Contea, che in sostanza veniva diretta dal suo Segretano e Consigliere Canonico Francesco Iloffi. II documento sovra pubblicato, con cui Ferdinando III, cedeva il capitanato di Gradisca al principe Gian Antonio di Eggenberg, ci fa conoscere che per traltare dell' acquisizione di Gradisca, ii principe aveva delegato come suo procuratore il detlo suo Segretario abbate Boffi; fu poi questo Segretario, che anche in seguito agiva, ed era una specie di consigliere e commissario speciale incaricato in tutti gli allari che concernevano queTla nuova Contea. Tale incarico lo si vede parimente anche conservare dopo la morte del priucipe Gian Antonio, durante la reggenza della Vedova, e il Conte Rudolfo Coronini lasciô scritto in una nota nella Miscell: pag. 390. - essere esso abbate Francesco Boffi stato canonico prebendarlo e vicario imperiale presso il Capitolo metropolitano di Aquileja, ed essere inancato a viví verso Panno 1663. Nell' archivio arcivescovile di Gorizia abbianio nvuto occasione di vedere riportati in un libro parecchi rescritti rilasciati dalla Vedova reggente Maria principessa di Eggenberg, i quali si risferiscono in gran parte ad alcuni beni romuuali pascolivi, stati da lei, parle venduti, parte concessi a feudo alle famiglie Andriani e Loltieri. II capitolo metropolitano di Aquileja pretendeva spettarsi quei pascoli all' abbuzia della tíeligna e Ii reclamava perciô comâ una sua proprietà. Troppo lontano pero ci condurrebbe se volessimo occuparci di quei singoli alti, ed essendoci noi trattenuli abbaslanza su ció che concerne lo smembramenlo del territorio di Gradisca, chiuderemo questo capitolo col rammentare qui solamente che dei due fratelli Giovanni Cristiano e Giovanni Sigisfredo di Eggen berg vi si trovano coniate col titolo di Conti di Gradisca, parecchie moncle d'oro e d'argento, da noi descritte nel noslro S u n t o s t o r i c o pubblicato l'anno 1853. all' istoria Capifolo quarto. Leopoldo riceve l'omaggio délia Contea di Gorizia nell'anno 1660. Vol. II. pag. 63 e seguentî. Sull' ingresso dell' ¡mperatore Leopoldo I in Gorizia è da leggersi la relazione a pag. 113 e seguenti nel libro 16 intitolato - Brete, e svccinto racconto del viaggio, solenne Entrate et ossequiosi cassallaggi', essibiti alla Gloriosa Maestà dell'Augustissimo Imperatore Leopoldo dall' Eccelsi Stati e fedelissimi Vassalli dell' inclite Ducali Protincie di Sliria, Carinthia, Carniola, Goricia, Trieste ecc. principíalo il mese di Giugno e finito d'Otlobre T anno 1660, con l' appendice di tutti l' Atti pubblici e notabili accaduti minutamente nelli Omaggi, arrollati nei Fasti Araldici, per opera e studio di Lorenzo de Churelichz Araldo di Sua Maestà Cesarea. In Vienna con privilegio e licenza degli Superiori. Typis Mallhaei Ricij Typographi Accademici Anno MDCLXI. Penes Authorem Impensis ejusdem. — Di questo racconto non tanto succinto, noi ne daremo qui un Sunto. §.21 Racconto araldico (del Cburelichz) délia partenza Cesarea da Lubiana verso il Contado di Gorizia. " Dopo partito li 15 da Lubiana, passava l'Imperatore alli 16 setiembre lo gran bosco ecc. venendo sin' ad Hasberg spettante al Prencipe d'Eggenberg, et air 17, pure per altro bosco giunse alla Planina, donde dopo pranso si mosse a Vipava (Vipacco) e S. M. fu trattata dal Sig. Conte Lantieri con tutta la Corte nobilmente ecc. „ §. 22 Racconto araldico délia solenne Entratta in città di Goricia alli 18 di setiembre. " Finito il pranso a S. Pass. ecc. vennero ad incontrare S. M. tutti gli Cavallieri del Contado di Goricia, quali erano li Conti délia Torre, con vaghe e superbe livree, gran quantità di Gentilliuomini da Friuli e Stato veneto ecc. Non dico del infinito popolo, e turba gentium, quale concorse da tutti quelli contorni ecc. „ u Alla prima porta (allora porta sul fine délia Contrada dei Signori verso il Corno) il Magistralo con una Oratione italiana congratulavasi alla Maestà Sua délia Cesarea benvenuta (sic); et in quel luogo si messe solto ricco baldachino, cavalcando sino alla Chiesa parrochiale (or metropolitana) per rendere il debito tributo al Sovrano Dio, d'haver passato in salvamento quelli bosci e strade pessime (*) senza sinistro mínimo accidente. Già avanti detta città nella larga campagna più di /re mille armati del paese, tutti con li casachini rossi liavevano per |re volte sbarrato le loro armi, e di continuo si udiva il Salve de canoni del Castello, nel quale fu alloggiata- la Maestà Sua con magg¡0r parte delli Ministri, dove restó per giorni otto, dando giornalmente uudienze ecc. „ " Nella festa dell' Esallazione di s. Croce ecc. e parimente nelln festa di s. Mattheo apostolo S. M. C. fu appresso i R. R. P. p Giesuíti, dove si celebro la solenne Messa in Pontificalibus dal Monsig. Vacano (Vescovo di Trieste nativo di fíorizia) con una straordinaria coinpositione di música da 24 Virluosi, li quali arrivarono du Vcnetia ecc. „ §. 23. liacconto araldico del solenne Omagio délia città dj Goritia, essibito allí 22 di setiembre nel giorno di s. Mauro Renedittino. " Con somma pompa, e scollennità si fece la Cavalcata verso la Chiesa paroccbiale ecc. Il Maresciallo Provinciale Conte di Turn, cavaliere con la spada ignudu avanti la Maestà Sua, e tutti altri cavaglieri e Signori de Officii bereditariî con l'Araldo Churelichi, undavano in bellissimo online, a piedi. „ " Finito cbe fu l'Officio divino, si ritornô al Castello Sua M. C. dove tutti li Stati furono radunati in presenza di S. M. la quale sedendo nel solilo sno gran Trono, ricevette da quelli Stati F Omaggio, poi nndarono tutti alla Capella, e cantato cbe fu F Hymno Te Deum Laudamus, diedero il Salve per tre volte da canoni, ecc. „ " Dopo la funzione si passava a Tavola, e di queste ve n'erano parecchie; percliè ciascun diguitario délia Contea aveva in Goricia i suoi speciali invitati. „ " La prima tavula era quella del Maggiordomo maggiore Conte Porzîa, e i convitali erano il principe di Lobkovitz, il principe Gonzaga, il Conte di Zinzendorf, Monsig. Vescovo Vaccano : il Capitano délia Contea conte di Ilerberstein, il Conte Colloredo ; il cavaliere di Pers, il Baror.e di l'assis generale delle poste venete; conte Zncchi ; e conte di Trautmannsdorlî e il Sig. Carlo Milis pagatore délia cesarea Corte. „ " La seconda tavola era quella del Cameriere maggiore Conte Breuner con sette invitati; la tena dell'ereditario Maresciallo Conte di *J Convient! dire che quei passaggi erano hrutll auai, se mettevano apprcusioilü a un sovrano e ad una Corle. AL^ 1ST0RIA 113 n parimenle con sette invitati : la quarla dell'ereditario cavalerizzo utrgioro Conte Rabatta con otto invitati : la quinta fu del Cacciatore maggiore Conte Mauritio di Strasoldo con sette invitati : la sesta del Coñtestabile ereditario Conte di Werdenberg con diversi invitati: la ettima fu del Coppiere maggiore Conte Lantieri con sette invitati, r ollava dell' ereditario Truchsesio Conte Kiissel con undici e ' invitati- ,, Lauli e squisili non v' ha dubbio, saranno stati quei pranzi, ma nessima è una poesia, parte latina e parte italiana che per occasione ¿i quelle solennité si faceva in onore del Maggiordomo maggiore Conle di Porzia, e che l'Araldo Churelichz ha inserita in quel suo ragguaglio; noi volentieri qui la ommettiamo, e proseguiremo il racconto di altre tavole. L'una era la cosi detta tavola franca presso la quale vi sedevano tredici persone, la seconda era la lavóla del magistrato délia città di Gorizia alla quale erano ventiquattro persone principali, ma 1' Araldo dice di non aver ricevula la lista dei loro nomi, quindi di non poter annotarli; finalmente fu anche la tavola di tutti i giudici, forse Churelichz intendeva di dire Decani del contado , i quali facevano festa straordinaria in quella funzione, e stettero molto allegri, bevendo alla salute dell'illustrissimo Signor Conte di Gorizia, cioè dell'Augustísima Casa d'Austria, ecc. * Alli 23 sett. Sua Maestà andô a visitare la miracolosa Madonna di Castagnavizza ecc. Si vede ancora vicino la miracolosa Madonna del Monte santo, dove per asprezza e cattiva strada S. M. non è salita ecc. „ §. 24 Racconto araldico délia partenza di S. M. C. da Goricia. " Dopo aver vista la Maeslà Sua li bisogni di quel Contado, e provisto alli aggravj di quelli sudditi, come anche alla fortezza (,di Gorizia) acciô fosse ben governata, e principalmente la giustitia a tutti amministrata, volse parimente coll'aggiuto divino vedere le terre maritime, ecc. „ " Cosi alli 24 settembre circa le otto hore si pose in carrozza ecc. A pranzô arrivé S. M. C. alla città e fortezza di Gradischa, nella quale dal Magistrato per l'eterna memoria fu eretta la statua dell'imperatore Augusto Leopoldo, a cavallo ed il medesimo Magistrato presento le chiavi ecc. Fu qui trattata la Corte nobilmente dell' lll.mo Sig. Conte Francesco délia Torre commandante e capitano di quella fortezza ecc. Finito il pranso Sua Maestà per quella cattivissima strada costeggiando, si trasporto a cavallo sino al Castillo chiamato s. Gioan de Duin 8 spettante al Sig. Conte Carlo della Torre, il quale símilmente tratlô tutta la Corte quella sera ecc. Prosegue l'Araldo il suo racconto narrando al §. 25 l'Entrait* di Sua Maestà in Trieste e al §. 26 descrive l'Ambasciata veneta giunta a Trieste, la quale fu veramente solenne, e tanto alla pagina 136, quanto alla pagina 146 poi fa onorata memoria dei dieciotto gentiluomini Triestini (a) che servivano in quell' occasione come Truchsesj («c) alla prima tavola portando le vivande e dando n lavar le niani. Capifolo quinto. Altri provvediinenti militari fatti nella Contea di Gorizia nel XVII secolo (Vol. II. da pag. 67 alla pag. 91). i. Soccorsi di truppe prestati ecc. Non è nostro proponimento di seguire lo storiografo nei dettagli che fa in riguardo agli avvenimenti nella guerra contro i Turchi, e in riguardo alla guerra di religione durata per trenta anni in Boemia ed in Germania, perché sono avvenimenti acqaduti fuori della nostra provincia : ma poichè il nostro Morelli parla di Giovanni Filippo Studeniz nostro concittadino che moriva nel 1600 aH' assedio di Canissa, e siccome pure ci narra che a quell' assedio si trovavano Carlo Formentino e Germánico di Strassoldo, non sarà fuori di proposito di aggiungere, che vi era pure a quello stesso assedio Giovanni figlio di Cipriano Coronino comandante un corpo di cavalleria. Erasi questi segnalato poco prima, cioè nel 1594 in un fatto presso Petrinia, ove gli riusci di sconfiggere un piccolo corpo di cavalleria turca e di fare prigioniere colle proprie mani il comandante Erdogli Beg : di questa prodezza è fatta menzione, e viene ascritta a mérito del nostro Giovanni Coronini nel diploma della conferma di nobiltà concesso alia famiglia Ii 9 agosto 1596, ed il Conte Rudolfo Coronini ha celebrato quasi dopo due secoli quel fatto nella sua opera latina, intitotata Bellum Petrinense, che si trova stampata a Gorizia coi tipi de Valerj 1' anno 1779. Erano questi i Sig. Maurizio Urbani, Crisloforo Wassermann, Giusto e Lorenzo Giuliani, Francesco Argento, Alvise e Gian Paolo Capuani, Giulio Cicchio, Annibale Conti, Pielro Giuliani, Francesco Dolcrtli, Gian D o mí u ico iTArgento, Felic« Cergna ed altri. Per quelle poi riguarda T una e l'allra guerra, ma principalmente (juella cosi detla dei treílla anni, abbiamo resi già attend i nostri letlori alla pag. 93 di queste nostre aggiunte, che un Wallenstein, un Colloredo, un Moradas, un Dampierre, ed altri capitani, phe ivi, u si resero gloriosi, o acquistarono un infelice célébrité, erano a noi gia prima noti per aver militalo in questa nostra Contea nella guerra conlro i Veneti del 1615 al 1617. - La pace diWestfalia, c|ie metteva fine alia guerra dei trenta anni, segna per verità in troppi rapporti una delle epoche principali nella Storia Europea. II. Moví nienti di guerra e perturbazioni ecc. Dello spoglio, che il Morelli Vol. II pag. 84, dice falto dai Gradesani sul territorio del comune di Fiumicello, abbiamo sott'occhio una memoria gulle trattative di aggiustamento fra Antonio di Rabalta capitano di Gradisca ed Ortensio LocalelU procuratore fiscale della Contea di Gorizia per conto austríaco, e Michele Priuli provveditore di Palma per parte veneta. II territorio di circa duemila campi che dicevasi usurpato, giace fia i fiumi ¡sonso e Tiel e consisteva in paludi, prati, pascoli, terre coltivate e in boschi. Fu il primo congresso bensi tenuto in Ajello, come dice il Morelli li 26 Aprile 1635, ma questo si sciolse subito per mere sottigliezze, mentre si comminciô col metiere in campo la domando preliminare quale parte dovesse essere la prima a proporre, poichè, secondo il loro modo d'intendere, si credeva, che chi il primo parlasse veniva a confessare di non avere il possesso del territorio contenzioso. Per togliere ogni ostacolo nel secondo ubboccamento seguito in Strasoldo allí 2 maggio 1635, si stabili, che tutle due le parli s'intendessero Attori e Rei, dopo di che certo Virginio Forsa, come il piú giovine, parlo lungamente a favore dei Gradesani. Nel terso congresso seguito pure in Ajello ai 3 maggio, il procuratore liscale Locatelli espose le ragioni del Comune di Fiumicello, e fece lettura di documenti che rimontavano alie epoche del 1316 e del 1490. Fra gli argomenti di cui faceva uso il Locatelli, era pure quello, che la gastaldia di Fiumicello era stata conflscata dal veneto governo neU'anno 1498 e ció in lutta la sua estensione, compresovi il teniinento di cui si quistionava, ma che poi il Comune vi venne resliluito nel possesso, perché non poté provarsi che quello spettato avesse al demanio patriarcale, e il capitano Rabatta conchiudeva non essere possibile di controagire ad un alto sancito sotto lo stesso dominio veneto. Si raccoglie in fallí da quanto è detto in quella memoria, che, seguita fra il Senato veneto ed il patriarca Ludovico Mezzarota nel 1445 la nota convenzione in proposito del dominio del Friuli, la repubblica, avendo cosi consolidate le sue ragioni pretendeva nel 1486 devoluti al suo fisco tutti i beni e pascoli comunali, che supponeva spettare al demanio patriarcale, ma che po¡ piii tardi smontava almeno in parte da questa primiera pretesa, la quale metteva in sconcerto la maggior parte delle Comuni del Friuli. Pare che a tale confisca debba riferirsi la Sentenza del podestà di llonfalcone 6 ottobre 1694 di cui noi abbiamo fatto menzione alia pag. 26 in queste nostre aggiunte. Ci spiace nel resto di non poter dare per esteso la suddetta memoria che concerne la vertenza sui Comunali di Fiumicello, la quale è troppo lunga per essere qui inserita. Ella cliiarisce in diversi rapporti la condizione del nostro basso Friuli verso l'anno 1500. Le trattative poi del 1635 terminavano con una convenzione ratificata da parte d' ambi i governi, ed indi vi furono poste commissionalmente le pietre di confine con analoghe iscrizioni, le quali indicavano ciocchè per lo innanzi doveva spettare a Grado, e ció che spettar doveva al comune di Fiumicello. -nffflfff»«- L1BI10 IV. Capitolo primo. Sistema generale del governo civile della conloa nel XVII secolo. (Vol. II. dalla pag. 91 alia pag. 122). BBENCHíí il Morelii ci parli di tutti i Ca pita ni che hanno retta la contea di Gorizia in questo secolo XVII, crediamo ció nulladimeno essere non inutile di daré in succinto un prospetto, disposto per ordine cronologico dei capitani medesimi, precisando l'epoca e la durata delP impiego di ciascuno, e ció tanto piii quanto che abbiamo in questo punto qualche divergenza fra il Morelii ed il Coronini. Serie dei Capitatii della contea di Gorizia nel Secolo XVII, e inenzione di alcuni fra i lnugofenenti. 1601. Giovanni Dom. di KhevenhüUer, dall'anno 1587 al 1590 sotto Cario duca di Stiria, e indi, dall'anno 1590 al 1606 sotto Ferdinando arciduca, che fu poi imperatore II di questo nome. Perché presso che sempre assente, veniva la contea retta dal luogoten. Giuseppe di Rabatta. II capitano Khevenhüller moriva in Madrid li 5 maggio 1606. 1606. Baldassare barone di Thonhausen per sovrano decr. del predetto arciduca Ferdinando 29 settembre 1606, sino al 1609, in cui dava la sua rinunzia. Aveva per íuo luogotenente Filippo di Cobenzl. 1610. Giovanni Sforza conte di Porcia, sotto lo stesso Ferdiuando I[ imperatore, dal di 2 gennajo 1610, sino alla sua morte segui(a in Venezia nel 1624. Filippo di Cobenzl continuava ad essere luogoten durante il suo capitanato. 1624. Federico conte di Lantieri nomínalo governatore li 30 settemhre 1524 sino al 1637 sotto Ferdinando II; e sotto Ferdinando m dal 1637 sino alla sua morte seguita li 21 settembre 1642. 1643. Federico conte di Lantieri, goriziano, liglio del precedente capitano, nomínalo per rescrítto di Ferdinando III 16 giugno 1643; moriva in Gorizia li 14 settembre 1656. 1657. Ernesto Federico conte di Herberstein nomínalo li 25 giugno e posto in possesso del capitanato li 12 agosto 1657, gov. per Ferdinando III sino al 1660, e poi fu da Leopoldo I promosso a presidente del consiglio segrelo in Gratz nel 1661. Aveva per luogotenente Valerio Soldán. 1661. Ludorico conte di Rabatta, goriziano, dichíarato dall' imperatore Leopoldo I capitano li 30 setiembre 1661; moriva a Gorizia iiell'agosto 1674. 1664. Giovanni Oltone barone di Rindsmaul governatore sotto Leop. I dal 1664 sino al inese di maggio 1667. Aveva per luogot. Vito Valentino di Weberspach. II Rindsmaul veniva promosso indi come luogotenente alia reggenza di Gralz. 1667. Carlo conte della Torre Valsassina, goriziano, sotto Leop. I dal 1667 sino alla sua rimozione dall' impiego e prigionia uell'anno 1670. 1672. Giovanni Everardo conte Kazianer nomín. da Leopoldo I li 31 agosto 1672; ebbe il possesso 6 febbrajo 1673. Moriva 1681. Furono luogotenenti dal 1671 al 1673, Filippo conte Cobenzl, e poscia Ludo vico Vincenzo conte Coronini. 1682. Giorgio Sigisfrido conte Dietrichstein (da Rud. Coron: delto Sigisinondo) nomínalo da Leopoldo I li 11 gennajo 1682, nía che a motivo della peste arrivava solamente li 13 aprile 1683 e rimase capitano sino al 1685. Continuava Lud. Vincenzo Coronino nelle funzioni di luogotenente. 1685. Francesco üom. di Stubenberg nom. da Leopoldo I li 29 agosto; ebbe il possesso li 26 setiembre 1685 e rimase sino all' anuo 1688 in cui veniva rimosso dall' impiego. 1696. Giovanni Erardo conte di Auersperg nom. da Leop. I li 30 setiembre 1696, ebbe il possesso 28 febb. 1696, passù ad »Uro iinpíego a Lubiana nel 1697. au' istoisia 119 1697. Giaii Ftlippo conte Cobenzl Iraslocato (lui governo di Trieste per decreto 13 aprile 1697 al capitanato di Gorizia: ebbe ¡I possesso li 23 novembre 1698. Mori in Gorizia li 31 genn. 1712. Stati provincial]'. Poichè il Morelli cita (Vol. II a pag. 109) i' rescritto 16 giugno 1626 di Ferdinando II, il quale dichiara formare la contea di Gorizia come provincia eredilaria parte deU'impero germánico, noi ne daremo qui la traduzione, onde i lettori ne conoscano il contenuto. Valgono poi qui quei niotivi stessi, da noi adolti in queste nostre osservazioni alla pag. 99, per determinarci a dare il rescritto tradotto, anzi che darlo nel testo tedesco originale : *<>¡ Ferdinand« seconda per la grazia di Ilin iuiperntore dei Houiani , sempre Augusto re di Gemianía , di (Jngiierla, di Hoeniia, Diilinaxia, Cmazia, Slnvonia; arcidiica (l'Aiistria, duca di llurgogiiH, del Brabante, della Ntiria, Carintia, C'arniola, del Lussenburgo, di Wirteinbcrga, della Slesia superiore ed infer. principe della Nvevia; inargravlo del H. 1. in Ourgovia, nella .Woravia e nella l.usazia superiore ed interiore, principe conte di Absburgo, del Tirolo Kereto, liybiirgo, e (»orizia; liandgravio ín tlsnzia, Pignore nelia Marca Miáronla, in Pordenone , e uclle Saline ecc. Confessiamo per Noi e per i successori Nostri nel Sacro Romano Impero, e per quelli nei nostri regni, principali ed allri paesi ereditarj, mediante la presente Nostra letlera patente, e rendiamo manifestó a tutti, essersi presentati dinnanzi alta Nostra Cesarea Maestà gli spettabili fcrfíimej, reverendi, ben nati, nobili, e i nostri diletti, divoti e fedeli Prelati, Signori, Cavalieri, e le città delta nostra principata Contea di Gorizia, spettante alla nostra serenissima arciducale Casa d'Austria, mediante il nobile nostro caro e fedele Orfeo barone di Slrasoldo, nostro Consigliere e Gentiluomo di Camera, il quale con un umilissimo memoriale ben corredato, Ci ha umilissimamente supplicato che si degnassimo graziosissimamente concedere alia predetta Nostra principesca Contea, come stato ereditario incorporato agli allri stati della serenissima Nostra Casa d'Austria, affinchè, per quello concerne le immunità, i diritti e i pririlegj spettanti alia nazione germanica, essa possa continuare a goderli come sin ora, ftoie bififleto), anche nelV avvenire. Ci espose quindi, in quale modo i nostri predecessori, i già Conti di Gorizia sino da' tempi rimotissiini, (unfcvc íBoifabrcii, roeilonfc tic ©rallen ;u Wor„ Von nbralten 3eiten fiero), ven ir ano sempre riconosciuti e consideran in tulle le occasioni per Principi Conti d«j Sacro Romano Impero di nazione germanica; come, estinla la foro linea, quella Conten passasse per diritto ereditario nella seremssitna Nostra arciducale Casa <¡'Austria-, come ella venisse nel compartimento seguilo nel 1520 inscritta nel primo Circolo assieme con altre nostre ereditarie provincie; e come poseía la si numerasse nel Rescritto imperiale del 1596, con la Sliria, la Corintia, e la Corniola fra le provincie che godono il patrocinio e la protezione del Romano Impero fDlomifíben jtaifeiliítjcn uní) 2rt)iun>; aggiunse, come della prenominata Contea vi fossero stati piü cominendatori, cavalieri dell' insigne ordine teulonico, e cosi pavimente piü Cesarei colonnelli7 maggiordoini, intimi consiglieri e consiglieri Aulici imperiali, non solamente presso le reggenze delle Nostre protincie deW Austria inferiore ed interiore, nía che anche i goriziani abbiano coperti con onore in ogni lempo, si in guerra che in pace, dei posti onorevoli, e che si sono dimostrati di continuo fedeli ed obbedienti verso il Sacro Romano Impero, e verso lai serenissima arciducale Nostra Casa d' Austria. Arendo percid N'oi graciosamente esaminata, considérala ed osservata la summenzionala riverente e divola supplica della principesca Nostra Contea di Gorizia, come puré posto ri/lesso ai grati, fedeli, divo/i, utili, indefessi e sponlanei servigi, ch'essa sino da tempi immemorabili ed antichissimi, ed in occasione di guerra e di pace, a immorlale e perenne sua gloria ha dimostrati e provati a Noi, ai Nostri predecessori, al Sacro Romano Impero, ed alia spesso memórala Nostra arciducale Casa d' Austria ("Don pillen tmbenfliijien 3at)ren uni) ufcralten Seiten t>cro, jii .RriegeS tinb ííricteníi Seiten, 511 ircm unftevWíí^en t¡timcrn>c()rtntoen rut)em ecjcigt tmí) betunen bat), e consideruto, quelli che essa ancora giornalmenle presta, e offre rispettosamente e dichiara di voler prestare in avvenire. Indotti da cid, e presa in debita dtliberazione tale di lei domando, e cosi puré dalle molte informazioni avule, si é trovato essere indubitato fauffer alten StDeifel) che la predella principesca Contea di Gorizia, tanto al di qua, quanlo al di Id dei monti ffoil'ol íifeitfé fllá ¡enfries íeá (9cpííigá>, spelti sino da rimoti tempi sempre come feudo al Sacro Romano Impero della nazione germánico, per cui ella e giuslamenle (¡nulificóla a godere, come le altre nostre provincie ereditarie, e come i loro abitanti, di tutti i corrispondenti privilegj, dirilti e prerogative; ed é percid che, accogliendo graziosissimumente la loro umilissima e sollecita preghiera, A1.L' IST0R1A 121 Riconosciumo, dichiariamo, giudichiamo, ordiniamo e vogliamo con Ia Presellle con pienezza delta putestá Nostra Romano Cesaren, dietro maturo consiglio, nella migliore, efficace e nella pía valida forma-, modo e guisa, con cui possa, debba, e valga avere [orza e vigore, per tale modo che da ora innanzi, come sin' ora, la piü menciónala Noslra principesca Contea di Gorizia, debba essere e debba restare per sempre (cU'ijIirfU soggella come feudo fleljciirceife; ¡ Sacro Romano Impero, e che i suoi abitanli debbano dalle persone di qualunque celo alto e basso, e costituite in qualunque dignitá, nessuna esclusa, essere tenuti, onorati, a voce e per iscritto nominati, e consideran, per veri, nativi, naturaM, antichi tedeschi fun' vcít)te gcpome, iuitíiilidK, alte SLeutfí&e), e che perció in lulte le loro occorrenze e in tutte le occasioni, abbiano, possino e valgano godere e far uso, tanto in rapporto ecclesiastico, che riel secolare, di ogni e qualunque concessione, grazia, esenzione, onore, dignitá, vantaggio', privilegio, irnmunitá, diritto e prerogativa, come l' han no sempre avuti e goduti dai tempi i piú remoti, e come anche presentemente per dirilto, o per uso, li godono, e se ne trovano generalmente inpossesso tulle le allreprovincie ereditarie e patrimoniali della serenissima Nostra arciducale Cusa d'Austria-, intendendosi per allro che devono aversi per espressamente riservati ed esclusi quei privilegí e quelle concessioni, che le singóle nostre provincie ereditarie avessero nella loro specialitá propria, eiascuna per sé riportati. Quindi é che Noi seriamente e ferinamente comandiamo con la presente a tutli e singoli gli Elettori, f6l)uifüt'ñeuj, principi ecclesiaslici e secoluri, prelati, conti, baroni, signori, cavalieri, funti (Jtuefttcn), luogotenenti, marescialli di provincia, capitani, governatori, ispettori, amministratori, pubblici funzionari, giudici provincia ti, sculdasí (Sd)UlC|)e¡frnO> borgomastri, giudici, cittadini, comuni, e generalmente a tutli gF allri sudditi e fedeli del Sacro Romano Impero, come puré dei Nostri regni, principati, e delle allre provincie ereditarie, spettino essi a qualunque rango o condicione, che debbano da ora impoi sempre nominare, riconoscere, onorare e rispetlare V intera prenominata Nostra Contea di Gorizia come feudo del Sacro Romano Impero, spetlante ed incorporato all'antica vera nazione germanica, (nel modo come per fede delle autentiche prove giá allre e spesse volte per tale fu riconosciula e riguardata), e che debbano lasciarla tranquillamente far uso e godere ed essere partecipe di tutli e singoli i privilegi, delle grazie, concessioni, onori, dignitá, vantaggi, irnmunitá, dirilti e prerogative, tanto nelV ecclesiastico che nel secolare, che le competono per consueludine o per dirilto, di cut usano ijodono le che abbiamo dato a pag. 61, niostra che , ai priini nomi ermanici di Ketlner, Kelbel, Klingenstein, Rothlhaller, Phuster, ¿ehenlgraf, Ilamerlen; Scherer, ecc. nella seconda niela di quel gecolo, subentravano i nomi ilalici di Valentinis, de Franciscis, Terzi, albino, ed altri, e qui notereino che, ollre alie molte altre cause aecenuate anche in piii luoghi dal Morelli, ad imprimere maggiormente Gorizia fisonomía italica, contribuí moltissimo la circostanza che i gesuiti qui giunti la prima volla nel 1615, aprirono presto dopo le gcuole in lingua italiana. Se si considera che questi gesuili giungevano da Gratz, e se f¡ riflette che anzi il primo collegio non era altro che filíale ¿¡pendente ¡inmediatamente da quello di Gralz, si stenta a capire, come a nialgrado anche del voto del vescovo Stobeo, Segretario di Ferdinando II:, il quale desiderava " ul Goritiw innovelur lingua: germánico: usus „ quei gesuiti preferissero perianto d'introdurre qui l'istruzione in lingua italiana; ma, ollre che di l'atti nel secolo XVI gran parte delle famíglie di Gorizia erano italiane, la causa di tale preferenza si spiega da se, se si va ad investigare i motivi per tai P ordine dei gesuiti piantava un suo collegio a Gorizia. Tanlo caldo proltettore ch' era Ferdinando II dei gesuiti, ultrettanto poca simpatía aveva per essi la repubblica veneta, talché nel 1606 li espelleva dai suoi stati. Fu perció che quel ordine, non potendo piii stare nel veneto, venne sull'idea, di fissarsi almeno in un luogo che fosse il piü vicino, sicché scelse Gorizia posta all' ingresso dell' Italia all' uopo d' influiré e possibilmente attirare a se la giovenlii del prossimo veneto Friuli. Ella riusci anche in parte di reagire con questo mezzo alie disposizioni venete, poiché ¡n fatti moltissime famiglie del Friuli veneto, persuase dell'educazione dei gesuiti, spedivano i loro ligli ai studj presso i gesuiti a Gorizia, e ció spiega abbastanza il motivo per cui riguardavano come necessario di preferire l'insegnamento in lingua italiana. Abbenché il vescovo suinmenzionato e segretario imperiale Giorgio Stobeo si adoperasse infruttuosamente perché sia ristabilito l'insegnaniento della lingua tedesca in Gorizia, egli era pero protettore degli italiani, come lo mostea la sua lettera a pag. 260 della sua raccolta, diretta all' áulico cancellierej in cui nel raccomandare Ottario Terzi per un impiego a" Gorizia, si scaglia conlro quelli che gli si opponevano, perché era Véneto - Venetus est ajunt, dice lo Stobeo, e domanda cosa siano i Turriani, i Formentini, i Frangipani, i Porzia, i Panizolli ed altri, se non veneti. Ma a quelli lo Stobeo poleva a que¡ tempi aggiungere un gran numero di altre famiglie italiane. Aggregazione alla nobiltà patrizia. Dair elenco stesso delle famiglie patrizie che, come ci avverte il Morelli nella sua nota Vol. II a pag. 117, gli stati goriziani spedivano alla reggenza di Gratz nel 1643, si desuine rhe allora vi spettavano le seguenti: Elenco ilei Signori e TVobiü iirovinciali délia l'ontea di Gîorîzia. Primieramente il Signor Francesco Conte di Lantieri cap i ta no della principesca Contea di Gorizia, poi il Signor Antonio conte di Rabatla, ora tore per Sua Maestà Cesarea presso la Repubblica renela, capitano di Gradisca. I qualtro d e p u t a t i, Giacomo Crisai párroco di Gorizia. - Ludovico bar. Formentini di Tolmino - Giovanni bar. di Orzon - e Ludovico barone di Cronberg (sic). Indi i membri registrati con questo ordine; i Signori. Sigismondo Studenitz, ricevitore. Muttia conte Thurn. Gian Filippo co: Thurn. Sigismondo co: Thurn e suo figlio. Simone conte Thurn. Bernardo co: di Lantieri. Lorenzo co: di Lantieri. Gian Gasparo co. Lantieri. Federico conle di Attems. Massimiliano Ermano co: di Attems ora gentiluomo di Camera di S. M. P arciduca Leopoldo ; tiene qui un amministratore. Gian Giacomo conte d'Attems, che abita ora in Carintia, e tiene un amministratore. Michele conte di Rabatta. Orfeo conte di Strasoldo Vicedom. del Cragno, e capitano di Aquileja. Riccardo co: di Strasoldo colonnello della milizia provinciale;nom. maresciallo nella principesca Contea di Gorizia. Marzio conte di Strasoldo. Carlo Antonio co: di Gainbara. Nicolö conle di Petazzi. II giovine Co: di Colloredo ancora minore. Gian Vito Delmestri ammiuislratore del capitan. di Grad, ricevit. demaniale, e commissario di guerra (Ävicgtijaljlmeilict') in Friuli. Andrea barone di Orzon. I tre figli del Sig. co: Ferdin. Altems. I Sig. Breuner proprietari della Signoria e capitanato di Tolm. in questa Contea, che perö tengono un amministratore. ALL1 ISTO RIA 125 {¡¡„Ii Gasparo bar. Cobenzl. Lorenzo barone di Alterns, ¿ins. barone di Alterns. Giorgio Federico bar. di Alterns. Gian Pietro barone Coronini stalo colonnello di cavalleria. Rudolfo bar. Coronini di Cronberg. Giau Antonio Coronini. Giovanni barone Coronini. Giuseppe barone di Neubaus. Ferdinando barone di Neuhaus. Wolf Federico di Neuhaus. Giovanni Guglielmo di Neuhaus. Giovanni e fratelli Mels di Valsa. Haimondo barone di Dornberg. Vito bar. di Kienburg. Federico bar. di Kienburg, e suo fratello. Giulio barone Campana. Lúea bar. Delmestre arcidiacono. Gian-Batta bar. Delinestri. Leonar. e Sief. frat. baroni Delmestri. Luca Delmestri secolare. Gasparo Wellino. Francesco Ribisini. Alessio Coronini Cesáreo Capo ricevitore della dogana in Gorizia. Giulio Felice Sembler Ces. Capo forestale nel Friuli. Ambrogio Sembler suo fratello. Cario Suardo. Melchiore Grabitz. Federico Grabitz. Helleno Grabitz. Pietro Antonio de Grazia. Giovanni de Grazia. Nicolö de Grazia. Francesco Brandis. Giacomo Fontana. Giuseppe Panizolli. Gasparo Panizolli. Ludovico Goro. Giovanni Baldassare Arardi. Michele Radieucig. Francesco Terzi. Francesco Catta. Daniele Rassauer. Due Sig. frat. Rassauer in Gorizia. Lorenzo Rassauer. Enea márchese Richieri di Gradisca. Baldassare Bayo. Vinciguerra Formentino. Giorgio Mordax. Giovanni Batta Pesler. Giovanni Cristof. Wertiseg tenente del Castello di Gorizia. Tommaso di Wertiseg e suo frat. sacerdote. Giovanni Cristof. Edling e suo flglio Contea di Poi segue lo stato ecclesiastico nella principesca Gorizia che suole compadre alla convocazione. II Capitolo di Aquileja e il Capitolo di Cividale, e i parroch di Cormons, Reifenberg, Lucinico, Prebacina, Bigliana, Camigna, Canale Romans, Chiopris, Mossa, Cernizza, Schönpass. I parrochi di Visco, Vilesse, Fiumicello, Ruda, Villa Vincentina Castel Porpetto, Cervignano, S. Martino di Terzo, Ajello, e di Tomai non vengono chiamati alla convocazione, (ItKlften Sanbtflijen ni(|t frcrilfft), dice il documento. 126 n0te ed aggiunte Lista 66 clie approva le misure già pubblicate per la confezione di quel catasto. Si ordinava in quella pubblicazione che per rendere completo il detlo catasto t/enerale (;ur 2Jei'\)0(lftá'ii6i<(tUlí ïctf ©illbuci^) dovesse ciascun proprielario, chiunque egli si fosse, e cosi i conventi, le cliiese, i prelati, le persone privilegíale nobili, i cittadiiii, artieri, abitatori di campagna, ed allri di qualunque condizione, i quali possedessero qualcbe bene sia jure proprio o jure pignoralizio o enfiteuticario, o censuario, e quelli clie possedessero case, campi, prati, aratorî, molini, bosclii, decime, quarlesi, vignelti in piano o in colle, percepimenli di pedaggi, capitali, livelli, inleressi, in somma qualunque sorta di rendila nella contea di Gorizia, o in luogbi incorporali in essa contea, e cosi nella signoria capilauiale di Tolmino, e nel tenimento di qualunque allra signoria; giudizio, giurisdizione, territorio e distretto — escluse pero le rendite dell' urbario camerale — e cosi quelli clie avessero percezioni di vino, olio, contanti, frumento od altro a tilolo perpeluo, o a tempo, presentare la sua fassione ed insiuuare tali rendite con esattezza sotto vincolo del proprio giuramento. Si ordinava poi cou la stessa nolificazione clie gli aggravî e servilù clie fossero a carico delle realità o rendite fassionate dovessero in separato specificarsi per venir detratle dalla fassione, e perché la conlabililà le possa mettere a carico di quelli che le godono. Finalmente si dichiara abolito F uso del terreno franco di cu¡ godevano i possessori di signorie, dichiarando che a compenso verrebbe loro posto a diffalco l1 importo di fiorini dieci di rendita per ogni simile terreno. Da ció si vede che a quei tempi si confondevano le rendite di qualunque specie, facendo entrare nello stesso catasto tanto l'effettivo possesso immobile quonto la semplice ipoteca. Capitolo diiiuto Governo ecclesiaslico (dal 1600 al 1700 Vol. II. pag. 235 a pag. 284.) Dei patriarch i di Aquí leja. La serie dei patriarchi di Aquileja residenti in Udine, era nel secolo décimo settimo secondo il de Rubeis, la seguente: 1601 Francesco Barbaro sino dalF anno 1593, e moriva nelP anno 1616; aveva per coadiutore cuín spe successionis Ermolao Barbaro. 1616. Ermolao II Barbaro, che aveva per suo coadiutore Ai.tonio Grimani. 1622. Antonio IV Grimani, che aveva per suo coadiutore Agostino Gradenigo. 1628. Agostino II Gradenigo, il di cui coadiutore era Marco Gradenigo. 1629. Marco II Gradenigo, aveva per coadiutore Girolamo Gradenigo. 1656. Girolamo Gradenigo, che aveva per coadiutore Giovanni Delfino. 1657. Giovanni VII cardinal Delfino; aveva per coadiutore Daniele Delfino, e morto questi gli venne dato per coadiutore Dionisio Delfino. 1659. Dionisio Delfino; suo coadiutore Marco Delfino. Giurisdizione ecclesiastica;progetto dierezione di un vescovado in Gorizia Vol. II pag. 250. Affidata la giurisdizione ecclesiastica del palriarcuto di Aquileja nella parte austríaca al nunzio apostolico in Vienna, queilo per lo píii vi delegava ad esercitarla in sua vece o il vescovo di Trieste®) o queilo di Pedena (Vedi in queste nostre aggiunte pag. 130). Ma ció che deve recare piii sorpresa, si é, che mentre a Roma si trovava tanta difficoltá di concedere la separazione della parle *) I vescovi di Triesle 15¡)5 Giovanni Bogarino (Wageuring1, i!>;¿8 Orsino de Berlis, \6?I Pompeo Coronini, 1663 Francesco 3Iassimi!iano VaccanOj 16^2 GiacumoFcrdinaiidu Gurizzulti, crauo d'allropde Goriziatii. puslr'"011 patriarcato, per l'altra parte non solo la si sanzionava coir al'fidarla alla glurisdizione del nunzio apostolico di Vienna, ma parlando di luoghi anslriaci si tisava nelle slesse Etoile pcrsino un secolo prima della soppressione c< nsiderarli come posli nclia diócesi di Aquilej», ossia di Gor'zia. A comprova di ciô puô serviré la luilla di papa Alessandro VII dala liorna 30 agoslo 1603 che concede nella chiesa di s. Daniele sul Carso alcune indulgenze, e che è concepita cosi. Alexander papa VU etc. Unitersis Christi fidtlibiis praesenles lilleras inspecturis salutem et apostolicam benediclioueiA. Ad augendam fidelium Religtonem et animarum salutem coelestibus Ecclesiae thesauris pia charitate intenti, omnibus utriusque sexus Christi fidelibns tere poenilenttbus et confessis ac sucra comunione refectis, qui Ecclesium Saneti Danielis noslrorum Kegularium oppidi gancti Angelí in Comitatu Goritiensi, Aquilcjensis seu Goriciensis Diócesis sitam, cui Ecclesiae ejusque capellis et a/taribus sire omnibus, site singulis, cumque et eas, tel ea sen illarum uul illorum singula s tel singula si tisilantibus nulla alia indulgentia reperitur concessit, die festo Ssmi. Corporis Christi a primis tesperis usque ad occasum sols fesli hujus modi singulis anuís detole risitarerint, et ibidem pro Christianorum Principum concordia, haeresum extirpatione, ac Sanctue Malris Ecclesiae exaltatione pias adDeumpraeces e[[uderhil,Plenurium omnium peccatorum indulgenliam et remissionem misericorditer in Domino concedinius, Praesentibus ad septenmum tan tum valituris. Volumus autem ut si alias Christifidelibus in quocu que alio concessa fuerint, tel si pro impétrala prestalione, admissione seu publiai Hotte presenlium aliquid tel minimum daretur aut spent obligationis recipiatur, praesenles nullité siut. Dalum Romae aptttl S. Mariam Majorem sub annula Piscatoris die XXX Augusli MDCLXIII, Ponliftialus Nostri Anno Nono. A pagina 256 parla il Morelli della foudazroue del noslro concittadino Vilo Gullin prolonotaro apostolico, ch'era párroco di llensperg nella Stiria : non dovrà perciô essere discaro ai nostri letlori se qui puhblichiamo il suo testamento, che contempla appunto il caso dell'eresione di un rescatado in Gorizia. Esso è del tenore che segue : lu nomine sanclissimae et iiidttiduae Trinitatis, Pair is, Filii el Spiritus Sancti. Amen. Ego Vitus Gullin Prolhonoturius apostolicus etc. sanus per Dei gratiam mente, sensu et intellectu, corpore autem ob meant nimiam senectulem debilis et inflrmus, cogitans quod nihil sit certius morte etc. circa menm substantiam etc. in hunc sequenlem modum disponere meamque uttimam voluntatem in scriptis declarare statut et ciUui ' Et in primis quidem an imam etc. Deo omnipotenti etc. etc. Item volo et ordino, ut mea dtlectissima sornr ejusque martins Jacobus Spir a post mea m mortem sint usu fructuara illorum vifai durante, duarum mearum vinearum existentium in Sun Pas una cum domo ibidem, nec non camporum in Smet in Comilatu Goritiensi ita lamen, ut ista bona exculta et elabórala conservare feneantur et post Hlorum mortem ad infra nominalum bénéficiant revertantiir et incorporentur. Ulterius ordino el slaluo, ut meo fratri Andreae ex meis bonis in comilatu goritiensi exislentibus, ejus vita durante pro illius alimentis singulis seplimanis unus jlorenus pendatur. Item lllustrissimae dumitiae viduae baronissae a Wirzburg in signum gratitudinis et singularis a/fectus, nec non beneficiorum omni tempore, et in hac polissimum diuturna infirmitate ab eadem acceplorum, lejo florenos 500. Item libros meos ecclesiaslicos, reverendis Patribus Cappucinis in Laibniz, juristos vero aliosque saeculares domino Doctori Vitelli. Et cum mihi nihil aliud restât pro coronide hujus meae ultimae voluntatis; quam haeredis instilulio, hinc animo bene delibéralo, et hoc maxime bene perpenso, quod ego hanc meam exiguam facultalem, quam in statu ecclesiastico acquisiverim, ac proinde tandem jure, mérito ad statum quoque ecclesiasticum applicandam esse slatuo, volo, et ordino, qualenus omnia mea reliqua bona mobilia, stabilia, pecuniae, acliones, jura, et crédita quocumque modo ad me spectantia, persolutis lamen prius persolvendis, pro fundalione el erectione Episcopatus Goriliae sub titulo sancli Viti, si aulem in erigendo praefato Episcopatu tales insurgèrent dif/icultales, quo minus erigi possit, ex nunc pro tunc volo et ordmo, ut ex praefatis omnibus meis bonis mobilibus unuin beneficium ecclesiasticum pariter sub titulo sancti Viti sub perpetuo jure palronatus Gullinianae familiae inslituatur, ad quod proximior ex mea parentela sacerdos Pelrinus pro beneficalo admittalur, qui singulis diebus suum sacrum, singulis autem quatuor temporibus unum sacrum cantalum pro mea meorumque genitorum anima cum dislributione quinqué florenorum in pauperes applicare el celebrare (enealur. all istoria 151 jVe aulem mea reliqua bona stabilia usque ad erectionem raefati Episcopatus ant beneficii sine vispedore et oeconomo ^gmaneant, nomino pro eorumdem adminislralione supradictum Jacobum Spira affinem meum, obligando eundem ad reddendas rationes suae administrationis, ad quern tunc temporis spectabunt, capitalic aulem mea tolo et ordino ut immola et intacta remaneant, aliaque mea bona mobilia, quae servando servari poterunt, usque dum tempus venerit coemendi bona stabilia pro funda tiane ejusdem ßpiscopatus aut beneficii, quorum census jam elapsos et labenies ad massam meae haereditalis accumulandos et incorporandos esse statuo et ordino. Ad hoc ul aulem hoc meum testamentan et ultima voluntas in omnibus et singulis ad unguem executioni mandetur, pro commissario et executore ejusdem rogo el consliluo dominum Doclorem fabianum Vitelli meum optimum amicum in quo summe confido propter affectum quo ego ilium, et Ule me semper prosecutus est, mihique in omnibus fideliter adstitit, lego florenos 300. Et hoc est meum test amentum, ac ultima voluntas, quae volo Ul habeat vim testamenti, sin minus vim et robur codicilli et donationis mortis causa, et non solum hoc, sed etiam omni meliori modo et forma tarn de jure canonico, et civili, quam de consueludine et vigore constitutionum hujus inclytae Provinciae Stiriae ac comitatus Goritiensis, rvgans humillime suam Sacram Caesaream Majestatem, Ejusque liaec excelsa Tribunalia, quatenus hanc meum ultiman voluntatem manutenere taliler velint, ne ulli mortalium eandem alterare, minuere, aut quocunque modo infríngete liceat. Quae omnia el singula, praemissa, ul majus robur capiant, mea propriae manus ac Dominorum Testium subscription, Sigillisque appositione corroborata esse tolui. Actum Graecij die 29 Oltobris 1686. VITUS GULLIN. ¡: ' MATTHIAS MEJAKH, .s.) MATTHAEUS WINKLER, Arcidiaconus Graecensis. Vicarius Graeccnsis. (l.s.) JOANNES BAPT.STERMSCIIECH. (l.s.) Capellanus Graecensis. (L.S.) SEBASTIAN FRIEDRICHSCHUL, JOANNES SIGISMUNDUS Stadtpfarr Mesner. (L.s.) VOLLER, Curatus Graecensis. (l.s.) STEPHAN COVACIG, Fleserns Parochiae Graecensis. Manéalo a viví ¡1 teslilore Gullin, e non essendovi per allora il caso contémplalo nel teslarnento dell'erezione di un vescovado in Gorizia, la sorella di esso testatore Dorotea Gullin maritata Spira come islituita Putrona, proponeva fraltanto cappellano dell' interínale beneficio, sollo invocazione di s, Vito, ¡I proprio liglio sacerdote Vito Vincenzo Spira, cui veniva pure conferito dal Nunzio aposlolico cardinal Cañara allora residente in Vienna con suo Rescritto diretto aü'arcidiacono Giov. Balta Crisai Ii 4 febbruio 1696. Documenti piii tardi fanno vedere, che Dorotea Spira ebbe poi a cedere il suo dirilto di Patronato di delta capella di s. Vilo, che era posta all'altar maggior in Gorizia, ai suoi nipoli fratelli Miiller ; che uno di quesli, cioé Tommaso Miiller ne fosse slato secondo cappellano, e che in seguito il patronato aveva falto passaggio nel 1723 per cessione dei Miiller, nei fralelli Giov. Batta e fratelli Pipan di Trieste, presso i quali il patronato rimase, sino a che soppresso il patriarcato di Aquileja nel 1751 vaniva come si dirá eretto il arcivescovado di Gorizia. C o m u n i t ä religiose. Coll' occasione che il Morelli parla delle comunita religiose, torna egli nel volume II pag. 267 sni gesuiti, e poiché nella seguenle pagina cita la sovrana concessione a quella compagnia dei beni speltati alia commenda di Precenico, noi ne porteremo qui il documento, che é il seguenle: 1623. 12 Augusli. Ferdiiiansliisi Secnnilus ES«-i Gratia etí Praesenti nostro Dip'ornate publico not um, testatumque esse ra hi mus pro Nobis, nec non haeredihus, el succcssoribus nostris quibuscunque. Quod posteaquam per üivini Numinis Clemeiitiam sopilis jam ante aliquod annos motibns bellten, quibus Comitalus Nosier Goritiensis, ttliaeque Ditiones Noslrae ad sinum Adriaticum i:i Istria sitae tum temporis graviter fueritnt infestatae, non modo divina bonitas easdem terras hactenus meliore oc.ulo aspectacit, sed etium Nos cum in perpetuum dsbitae gratituihiis monument-urn, tum vero subditorum quoque nostrorum utiHssimum solatium fundationem Collegii Goritiae pro Patribus Societatis Jesu, quibus nimirum Uli telut oplimis ducibus ad iram Dei a cervicibus averlendam, et ad omne bonum coelo in terras evocandum fl uctuóse uterenlw, incepimus, eliamnum singularem earn curam gerimus, ul liac in parte nostra pia erga Deum, el paterna- pro subdilis nostris inlenlio quantum fieri potest in dies majores consequatnr progressus. Ad earn rem all* istoria 153 féliciter conflciendam uli antea commodissiini Nobis visi sunt Patres e dicta Societale Jesu, ita iidem maxime ad Divinam simul gratiam in Terris Nostris slabiliendam peropporluni sunt judicati. Nam ut ¡Hi jam a tot annis in Orbe Christian.o, el Dei Ecclesia in juvenlute optimis moribus, omnique litlerarum suppellectile inslruenda, populisque ad omnem Dei timorem, pietatem, sanctilatemque efformandis, bonis omnibus aggratulantibtís, felicissime desudarunt, ita spes magna nos tenet, eosdem fructus pietatis, et probitatis, quibus Divina bonitas eximie delectalur, in riostro Goriliensi Comilalu per eosdem Patres posse colligi, inque horrea Ecclesiae conferri. Ut ergo dictum Noslrae erqa Deum 1er'Optimum Maximum gratitudinis monumenlum eo magis elucescat, ac ipsum Goritiense Collegium in perpetuum stabiliatur, simulque majores ex hac fundatione in Terra nostra emanent fructus, visum Nobis est, praefalum Goritiense Collegium seqiienli ulteriori beneficio ad meliorem Palrum suslentationem augere dotareque. Motu itaque proprio, ex certa Nostra scientia, maturo desupet habito consilio, animoque deliberato, deque Caesarea Regia, et Archiduculi nostra libera potestate, auctoritate-, el absoluta potenlia saepius die/is Patribus Societatis Jesu, eorundemque Collegio Goriliensi Dominium seu Domum, Bona, et Commendam Brixinei, el vulgo Precinis nuncupalam, in ipso noslro Ducali Comilalu Goritiae sitam, quae antehac ad Equestrem Ordinem Teutonicum spectabat, et Nobis non ita prideni in hunc solum finem a Reverendissimo, et Serenissimo Carolo Archiduce Austriae, Duce Burgundiae, Stiriae, Carinlhiae, el. Carnioliae et Wirtembergae, Adminislratore Magni Magistralus in Prussia, Ordinis Teutonici per Germanium, el Italiam Mugislro, Episcopo Brixinensi, el Wratislaviensi, Comité Habsptirgi, Tgrolis, el Goritiae, Fralre, et Principe Noslro Charissimo, ad noslram requisitionem, suo diclique totius Ordinis sui nomine, et consensu, acceptis e contra in solutionem, el permulationem in Ducalu Nostro Silesiae aliis ejusdem valoris bonis stabilibus, nimirum Dominio Olbersdorjf in Principóla Oppaviae sito, legitime el omnirnode cum omni proprietate cessa, divendita, et vigore Instrument desuper in authentica forma sub dato Nissae vigésimo secundo proxime elapsi Mensis Junii hujus infrascripti currents anni Millesimi sexcentesimi vigesimi tertii confecti, nobisque consignati, cum omnibus ad earn spectantibus juribus, et proprietatibus, provenlibus el pertinentiis suis, quomodocumque nuncupulis, realiter, el effeclualiter tradita fuit, simili et omni meliori modo, via, jure, et ratione, libere, plene, et proprie, cum omnibus juribus, el pertinentiis suis, ac redditibus, 10» proventibus, usu, afficlis, et censibus tarn in pecunia, quam in vino, trilico, animalibus, caséis, carnibus, piscibus, aliisque rebus in dicli Dominii, seu Commendae Urbario, seu reddituum codicibus, et registris lam descriptis, el nolalis, quam noil descriptis, ñeque notatis, nee non vuiversis, el singulis hominibus, colonis, rusticis, el subdilis, domibus, aedificiis, casis, agris, carnpis, pratis, vineis, braidis, decimis, censibus, nemoribus, sylvis caeduis, et aliis, pasctiis, venationibus, item jluminibus, aquis, eurumque piscatiouibus, decursibus, narigationibus, el usibus, datiis seu telombus, et vectigalibns, eorumque exaclionibus, et perceptionibus, ac insuper Jurisdiclionibus, superioritatibus, exemptionibus, honoribus, sessione, praeeminentiis tarn realibus, quam personalibus, ac denique omnibus libertatibus, pricilegiis, el utihtatibus, quibus retrouctis temporibus Teutonici Ordinis Equiles, Commendatores, Ordo et ipse Magnus Ordinis Magister possederunt, tenuerunt, habuerunt, et usi sunt, ac de jure, et de facto uti potuerant, donarimus, dedimus, altribuimus, cessimus, et concessimus; prout vigore praesentis liberae, legitimae plenariaeque, ac irrevocabilis fundalionis, et donalioms, ac concessionis Diplómate libere, proprie9 integre, et omnimode una cum consignatione supradicti Originalis Instrumenli acquisitions, el tiluli noslri legilimi, ac traditione Urbarii, Registrornm, aliarumque ad saepe memoratam Commendam et bona spectantium scripturarum, donamus, damns, altribuimus, cedimus, et concedimus, ita ut iidem Paires Societalis, et Collegium Goriliense Commendam banc, et suprascripta bona omnia, et singula veluti praefatus Equestris Ordo ipse haclenus habuit, et possedit, in posterum ac futuris temporibus perpetuo habere, possidere, eademque Commenda, el ipsius proventibus, et redditibus cum omnibus bonis, juribus, el perlinentiis suis qualibuscumque in memorati Collegii suamque liberam dispositionem, ibidem sustenlationem, libere et absque omni impedimento pro suo arbitrio, beneplácito, et volúntale uti, ac frui possint, ac valeant. Nulli ergo omnino hominum liceat dictos Paires Societalis Jesu, ipsumque Goriliense Collegium contra hanc piarn nostrum donalionem, concessionem, el fundationem, penes quam Nos pro Nobis, ac Haeredibus, et successoribus nostris saepius memoratam Societatem, et Collegium contra quoscunque protegere, manulenere, et defendere recepimus, et vigore praesentium promillimus, turbare vel molestare, vel alia quavis ratione gratiosae liuic nostrae Caesareae Regiae, Krchiducalique voluntati, et dispositioni ulla in parte ausu temerario contraire. Si quis autem id attentare praesumpserit, is praeter nostram summam indignationem, etiam gravissimam poenam corporis, vel bonorum, ad arbitrium nostrum, jS'ostrorumque Haeredum, el Successorum infligendam, se noverit ipso facto incursurum. Harum testimonio litterarum, manu nostra subscriptarum, et maj oris sigilli nostri Caesarei appensione muni/arum. Dutum in Civilale nostra Viennae die duodécima Augusti Anno Domini Millesimo sexcentesimo vigésimo let lio, Hegnorum Noslrorum Homuiii quarto, Hungarici quinto, Bohemici vero sexto. VKKIIIVA1D1I8 in. p. JOANNES BAPT. VENDA LIB. BAR. DE WERDENBERG. m. p. Ad Mandalum Sac. Caes. Majestatis proprium CASPARUS FREY. m. p. Ollre alle predette estese realilä ¡11 Precinico e ollre a quelle in Vitesse di provenienza della fondazione verdembergica, possedeva quella religiosa compagnia, parle per eredilä e parle per acquisli dei beni in piii luoglii delle due coulee, e bisogna rendere giuslizia al coraggio e alla niolla inlelligetiza con cui erano dai gesuili falle collivare principalmente le vigne, laiche ancora lungo tempo dopo la soppressione del loro ordine, si distinguevano da tulle le allre le \igne eh'erano slule gesuiliclie. II Morelli c'informa in questo stesso Vol. II. a pag. 183 sullo stalo deplorabile, in cui 1' islruzione e le scuole si trovavano a principio del secolo prima che giungessero i Gesuiti. In nuincanza di memoria si tiene egli pero a termini generali, né sa fornire dati per farci comprendere come veramente si corrispondesse al bisogno dell* islruzione in quei tempi. Ci duole di non poter neppur noi fornire lumi-baslanli in quesla parte; per darne tuttavia una qualche idea, daremo qui l'estrallo di Ire documenti, ora gentilmente comuniealici dal nostro egregio amieo il sig. doltore Pietro Czernazai di Udine, i quali hanno qualche rapporto coll' islruzione in Gorizia nel secolo deciino sesto. É Funo di questi il catechismo di carle otlo non numerate e di carle 19 1 numerate, puhblicato per decreto di Ferdinando I nel 1554 ehe porta il litolo: Summa doctrinae christianae per quaestiones tradila et ad usum christianae pueritiae nunc primum edita. Jussii et auctoritale Sacratissimae Rom. Hung. Bohem. et Regiae Majestatis Arcltiducis Austriae et Dicto regio cuulum est, ut hie libellus solus, praetermissis reliquis Cathechismis per omnes Austriae interioris Provincias et Goritiae C o m i t a t u m in scholis tum privatis tum publicis praelegatur el conservetur; alqui a nulla Typographo ant Bibliopola inter decennium denuo excudatur aul excussus vendalur. Non è senza interesse anche il sovrano decreto che introduce quel catechismo, e che è del tenor seguente: Ferdinandus Divina fatente clementia Romanorum Rex semper Augustus etc. Universis et singulis fidelibus Nostris tarn ecclesiasticis quam saeeularibus, Praelatis, Comitibus etc. omnibusque aliis et singulis subdilis el Fidelibus Nostris Interiorum Provinciarum noslrarum Austriacarum et C o ni i t a t u s Noslri Goritiae Principalis etc. Magno cum animi Nostri moerore perpendimus el vidimus quibiis hodie quantisque motibus et pcriculis orbis Christianus undique conculiatur, potissimum vero miserandus ille s talus neglectae, adeoque contemlae passim Religionis saepe multumque Nos et pios omnes discruciat. Nec desinit adhuc satelites (diaboli) quosdam et ministros suos, qui edilis suis libellis omnia impielatis studio forçant, disséminent et propagent, subornare etc. Mandantes id circo vobis omnibus et singulis, praecipue vero iis qui nostro nomine el loco juris et justitiae administrationem in Provinciis Nostris Austriae inlerioris et Goritiae Co mi ta tu exercent, ac in magistratu constiluli sunt, ut hunc Cathechismum solum, nullumque ativm per ludimagislros, Praeceptores ac Paedagogos, pueris in scholis publice aul privatim prop uni, praelegi etc. Haec eriim est espressa mens et voluntas Nostra. Datum in civitute Nostra Yiennae die XIIII mensis Augusti, Anno Domini MDLllU. II secondo documento pure latino, tratto dal libro degli alli della città di Udine Tomo XXI11I car. 193, tergo, è un atiéstalo per idoneità d'istruzione e di lodevole condolía, che i sette deputali della città di Udine rilasciavano sotto il di G luglio 1575 a certo Evandro Erminio, il quale come ivi si annuncia, aveva da qualche teinpo trasferito il suo domicilio in Gorizia, ut ibi pueros ad Humanitatem informaret. Queslo Evandro era liglio di Benvenuto Erminio (Benvenuti Herminii), il quale già con molta Iode aveva insegnato F umanità in Udine -, finalmente Il terzo documento pure tratto dagli Annali della citlà di Udine dal Tomo L1X carte 69 tergo, moslra che nella convocazione dei magnifici signori sette Deputati del giorno 3 novembre 1575, veniva lêtta supplica degli studenti di dirilto romano che loro faceva egregiamente T Eccellente Marc' Antonio Ottelio giurisperito udinese. Chiedevano i supplicant! che il pubblico dasse alPOtlelio uno stipendio, e tra questi supplicanti vi è pure fírmalo et io Vitlorio Muthioli di Gorizia, che per la concorrenza del tempo possianio rilenere essere stato Jiglio del celebre nostro dolt. Andrea Mathioli protomedico di Gorizia. Össervazioni ed Aggiunle sopra alcuni passi nel Vol. IIB. PELLMSTORIA DEL LA CON TEA DI GORIZIA dair anno 1700 al 1790. *) LIBRO r. Capitolo primo. Giuseppe I assume le redini della monarchia. 01 profitleremo del!" occasione di questo primo Capilolo, per pubblicare il Sovrano Diploma di qneslo iinperatore, con cui confermava al Comune di Cormons i suoi privilegi, che in esso diconsi essere stali conferili ai Cormonesi otto diverse epoche gia dagli anlicbi Conli sovrani di ioriiia, in parte poi, o concessi da nuovo, o rinovati lagli Iinperatori Romani e dai Sovrani d' Austria, e últimamente da Leopoldo I di gloriosa memoria solto li 28 ottobre 1699. II documento indica due principali meriti dei Corinonesi che diconsi risultare da documenti autentici anlicbi, e in considerazione dei quali l'Imperatore Giuseppe I trova giusla la loro domanda di conferma; questi sono Vuno di aver i Corinonesi abdícalo alia protezione dei patriarcbi di Aquilejí, solto i quali vivevano liberi, per darsi spontaneamente ai Conli di Gorizia, raltro di essersi comporlati sempre valorosi e fedeli nelle battaglie di modo che non solo olí' occasione che i Turchi *) Le agg'unlc itoslrc si' tsleutloiio sim* alfátmo l£oó. invasero il Friuli, disfecero la loro armala presso Fogliano, nia anche vinsero due volte gloriosamente glí stessi Veneli Ira Manzano e Cormons. Ora siccome si ceÄherebbero inútilmente le prove di questi fatti in altre fonti storiche, ci pare a proposito di rapportare questo Diploma che é del 9 dicembre 1705 , ed il di cui contenuto é il segtiente: Sios Joseplius llivina favente dementia Klectus Romanorum Im per. semper iusustus. ac Ueruianiae, Hnngariae, Sloliemiae, Ualinaliae, Croatia«, Sclavon. Hex, Archidnx An striae, Uux llurgundiae, Stiriae, Carinthiae, l^ucenbiirgi, ac superioris et inferioris Silessiae, Yirtembergae, etTeclilae, Princeps Suevine, March io Sacri Roman! Imperii liiirtfoviae, Mora viae, Superioris, et inferioris ILusatiae, Comes llabspurgi, Tirolig, Feretis, liiburgi et Cioritiae, l>andgravius March ¡»e, IBoaninus Tlarcliiae Sclavouicae, Portas Kiaonis, et Salinaruui. Nolum facimus et tenore praesentium memoriae Commendamus, quibus expedit universis, quod coram Nobis fidelis nobilis dilectas N. Judex, aut vulgo Potestas, et tota Communitus Cormonensis in Comitatu nostro Goritiae sita per libellos supplices, et mandatarios suos humillime exposuerint, se quaedam statuta, jura, Privilegia, immunitates, exemptiones, antiquas consuetudines el gralias sibi ob fidelitatis constanlissima merita, non lantum olim a prioribus quondam, Ducibus, et Comitibus Goritiae sub diversis aunts, partim de novo concessa partimque reservata, et approbata, sed etiam recent ¿oris temporis decursu a quibusdam Coll.mis Praedecessoribus Nostris, Romanorum Imperaloribus, Regibus, et Archiducibus Austriae, immo noviter a. Colimo Domino , et Genilore nostra , Gloriosissimae Recordations sub 28 Oclobris 161)9 benigne confermata habere, quorum vir lute hactenus, ul decuit, Plebem, el Communilatem suam pro jure, et bono publico administrarunt, et imposterum adntinistratun essent, demisse supplicantes, ul etiam Nos praedicta eorum Jura, Privilegia, Statuta, Exemptiones et antiguas consuetudines juxla documenta aulhentica nobis desuper exhibila, non solum auctoritate Nostra Caesarea, Regia, et Archiduculi denuo clementer renovare, approbate, el confirmare dignaremur, verum etiam pro ipsorum solatia omnia et singula Jura, alque Privilegia, proul in memoralis documentis debito modo productis conUnenlur, vel alias ab immemorabili ¡empöre apud ipsos obsérvala el practicata fuerunt, huic Confirmation tioslrae punclatim inserí, et in eadem speclabiliter exprimí concederemus. Considerantes igitur Communilatem nostram Cormonensem cam Yenetis confmem, abdícala Patriarcharnm Aquilejensium, sub quibus aixerant , protectione Praedecessoribus nostris Comilibus quondam (joritiae se spnntanee, et molu propria devovisse, eorumque proteclionem ait melius libertalem suam, aliaque sibi competentiu Jura intacta conservando sedulo quaesirisse, nec non in praeliis semper• furies strenuosque se gesisse, et saluli Principia, au Patriae suae,particulari posthabita,magna nimila tern, zeluiit.fideitjue constantiam suam a mullís abhinc saeculis comprobasse, uti non mudo varias J'urcarum copias cum in Forum Julii irrupissent apud Folianum plune disperserunt, sed etiam ipsos Venelos Manzanum inter, et Villain Cormons mullis eorum mililibus desideralis bis acie cecidere, ac gloriose devicerunt, hucusque etiam suum erga Augustissimam Domum nostrum iutegerrimae fidelitatis devotionisque zelum in omnibus occasionibus teslali sunt, in humillimam eorum petilionem clementer condescendere voluimus ; ac proinde ex certa nostra scientia, sano consilio, animoque bene dehberato, deque Caesareae Regiae el Archiducalis Potestatis nostrae pleniludine omnia, et singula memoratae Comunilatis Cormonensis staluta, Privilegia, Jura, Jmmunitales, et consuetudines, quantum hactenus in eorum possessione fuerunt, I\'osque pro jure, et aequo approbate, et confer mare possumus, praesenttbus hisce /Uteris nostris in omnibus, el singulis eorum punctis, clausulis, et verborum expressionibus, ac si hie omnia de verbo in verbum descripta, et inserta essent generaliter, spectatim vero sequenlia clementer renovamus, approbamus, et confirmamus. Nimirum 1.° Nundinas Ilebdomadales a Ludorico, et Leonardo Cothitibus Goritiae specialiter ipsis incolis Cormonensibus concessas, in huncque finem constituías, ut omnes, et singuli qukumque diebus Mercurii cum, vel sine victuulibus aliisque mercibus cujuscumque conditionis sint, Cormontium frequentuluri sunt, ibidem libere, et absque ullo impedimento emere, vendere, mercari, ac nundinari possint, ac valeant. Sicut el 2.° Instituía omnia, quae ratione paslurae, Lanienae, Mercatus, Olei, frumenti, Cauponae, et officinae Pistoriae ab antiquo introducta sunt, el usque hodie vigent, quorumque virlute illis, non solum quattuor eligere júralos, qui Carni, Vino, Pañi, oleo, sali, frumento, aliisque modum, praeliumque decernent, verum et praeler jam dicta, caetera quo que ad vitam civilem necessaria pro tibitu et absque ullo tributo, Del gratamine emere, el renders, jnrc permissum est. Denuo et pro 3.° Privilegium, et antiquam, qua gaudent consuetudinem, eligendi Judicem, Vulgo Potestatem, ac duodecim Consiliarios, quibus in Causis ipsam Cotnmunilatem, vel quemcumque alium ex ipsa concernentibus virtute Jurisdictionis sibi antiquitus competentis vid juris procedere, ipsasque controversias ex aequo, et justo decider e, nec non alia, quae ad primam instanliam per liner e possunt, libere exercere; in Causis gravioribus et Criminalibus autein una cum Vicario Jurisdicentis, seu alio ex ejusdem officio, qui tamen Vicarius juxla antiquam observantiam ad melius coinpescendos sceleratorum rno/us, bannitorumque facliones impediendas fixuin Cormoitii Domicilium habeat, ibidemque commorelur, facinorosos, el bannitos persequi, aliaque omnia, quae pro Communi bono perficienda suntj administrare, et executioni mandare incumbit. Ibidem et pro 4.° Jus illud el observantiam antiquam in eo consislentem, ut nobiles Privilegian, et Nolarii in Territorio Cormonensi commorantes, nisi per expressum a Nobis, vel Praedecessoribus Nostris exempli sinl, non minus quam alia membra Communitatis, ac consequenter ad officia publica, id est Potestatis, Camerarii, et Consiliarii active, et passive capaces, a de oque subeundu, si electi fuerint, sub poena arbitraria ab ipsa Communitale iiijligend:i obbligati esse censeantur, nitnirurn ne secas dicta Comiuunitas nostra Cormonensis melioribus imposterum, et ad manulenendam ejusdem Jurisdictionem capacioribus subjectis priventur, sed magis magisque conserventur. Quern in finem, et ut praefatorum incolarum Cormonensium antiqua Privilegia, immunitates, consuetudines, jura et staluta intacta et illaesa maneanl, ac ab omnibus firrniter et irrecocabitiler observentur, itaque iisdem uli antiquitus et hucusque sic etiam imposterum quiete, libere, et absque ullo impedimento aut perlurbatione uti, frui, et gaudere possint, aut valeant, mandamus et serio praecipimus omnibus, et singulis nostris Goritiae Capilaneis Locumtenentibus, et Tribunali, nec non cunclis aliis Ministris ecc. ecc. (Omniissis) Viennae die 9 Mensis Decembris 1705. Josici-Htrs. all* istoria 161 Capitolo SccoikIo. Regno di Carlo VI, Successione di Carlo VI. L'ordine di successione nella monarchia austriaca, e quin di anche nel dominio della Contea di Gorizia, fu il seguente nel secolo décimo ottavo. Leopoldo I di cui abbiamo paríalo in queste nostre osservazioni a pag. 88 e Iii, dopo aver regnato dal 1658 al 1705, moriva Ii 5 maggio 1705. 1705. Giuseppe I.figlio del predetto, nato Ii 26 luglio 1678, creato re d'Ungheria nel 1687, re de' Komani 24 e coronato 26 gennaio 1690, re di Boemia ed imperatore nel 1705, moriva il di 17 aprile 1711. 1711. Carlo VI fratello di Giuseppe I, figlio secondogenilo dell'imperatore Leopoldo I, nato Ii 1 ottobre 1685, creato re di Spagna Ii 12 setiembre 1703, che poi nel 3 dicembre 1703 dovelle cedere a Filippo V d'Angio. Era inoltre Carlo VI creato nel 1707 re delle due Sicilie, nel 1708 re di Sardegna; veniva eletto imper. de Rom. Ii 12 ottobre e coronato 22 dicembre 1711, re d'Ungheria Ii 22 maggio 1712, re di Boemia 1 luglio 1713; moriva Ii 20 ottobre 1740, e con esso rimaneva estinta la linea mascolina della casa di Habsburgo. 1740. Maria Teresa nata Ii 10 maggio 1717 figlia di Carlo VI, si sposava ai 15 febbraio 1736 a Francesco duca di Lorena, che da essa lo si dichiarava Ii 21 novembre 1740 correggente della monarchia austriaca, e veniva poi eletto Ii 13 setiembre 1745 imperatore dei Romani solto il nome di Francesco I. Rimasta Maria Teresa vedova prendeva Ii 17 agosto 1765 per correggente il proprio figlio Giuseppe: essa moriva dopo un glorioso regno di quaranta anni nel di 29 novembre 1780. 1780. Giuseppe II figlio di Francesco I e di Maria Teresa, nacque Ii 13 marzo 1741, veniva creato re de Rom. Ii 27 marzo e coronato 3 aprile 1764; succedeva nella corona imperiale dopo la morte del padre nel 1765, e veniva coronato re d'Ungheria e di Boemia alla morte della madre nel 1780: moriva Ii 20 febbraio 1790. 11 1790. Leopoldo II giä stato granduca di Toscana fratello di Giuseppe II, nato da Maria Teresa Ii 5 raaggio 1747, veniva creato imperatore de Rom. Ii 30 settembre e coronato Ii 9 ollobre 1790, e re d'llugheria Ii 15 novembre dello stesso anno, re di Boemia 11 6 settembre 1791: cessava di vivere riel di 1 marzo 1792. 1792. Francesco II, figlio del predetto, nacque in Firenze Ii 12 febbraio 1768: venne coronato Ii 6 giugno come re d'Ungberia e Ii 14 luglio 1792 come imperatore dei Romani; Ii 9 agosto 1792 re di Boemia. Assumeva Ii 11 agosto 1804 il titolo di imperatore d'Austria, e rinunciava il di 6 agosto 1806 a quello di imperadore dei Romani. Come imperatore d'Austria portava il nome Francesco I, e moriva nel di 2 marzo 1835. La Con tea di Gradisca ricade nell'anno 1717 alia casa d'A u Stria: sua riunione alia Contea di Gorizia nel 1 7 54. (Vol. III. pag. 7 e seguenti:; Proseguendo la serie brevissima dei principi di Eggenberg, sovrani della contea di Gradisca, discendenti dal primo acquirente Giovanni Antonio I, e riassumendo il filo dello cose narrate alia pag. 110 di queste noslre aggiunte, noteremo che Giovanni Cristiano principe di Eggenberg il piü vecchio dei due fratelli, nato come gia si disse, li 7 settembre 1641, cessava di vivere in Praga li 13 dicembre 1710. In Gradisca veuiva fra le solenni esequie recitata nella parrochiale il di 28 febbraio 1711 una orazione fúnebre dal P. Valentino Pasquali párroco di Vilesse, che dedicata alia vedova Maria Ernestina nata principessa di Schwarzenberg, si trova stampata in detto anno coi lipi di Domenico Murero di Udine. Giovanni Sigisfredo principe di Eggenberg, altro fratello, nato li 12 agosto 1644, fondava li 23 novembre 1711 il convento dei Domenicani in Ajello. Egli moriva in Gratz nel giorno 5 ottobre 1713 e nel di 23 febbraio 1714 furono per lui celebrate le esequie in Gradisca. Giovanni Antonio II figlio di detto Giovanni Sigisfredo principe di Eggenberg moriva nell' etá di 47 anni li 6 gennaio 1717 ; finalmente Giovanni Cristiano II principe d' Eggenberg figlio di Giovanni Antonio II, moriva nell' etä di soli 14 anni, circa li 23 febbraio 1717, ed estinta con esso la linea mascolina di questa principesca famiglia, F imperatore Cario VI, attenendosi ai patti dell' investitura del 1647 (pag. 100) faceva prendere immediato possesso della Contea di Gradisca. Au'isToniA 163 Da alcune meniorie manoscrilte gradiscane che abbiamo avuto l'opportunité di vedere, si rileva che a ricevere per conto imperiale la consegna del luogo e délia Contea di Gradisca, eransi colà recati coinm ssionalmente r.el di primo marzo 1717 il capitano di Gorizia (d¿ Weldenstein), il gastaldo di Gorizia Nicolà Bevilacqua, il cancelliere tiiacomo Morelli, il proiuratore fiscale Francesco Romano e il mudaro Crisloforo liog.'ovich, i quali fatti intimare i decreti superiori eseguirono ció clie ad essi incombera. A fronte di questo avvenimento, rimasero deluse le speranze dei goriziani di poíer unire il territorio di Gradisca con quello délia Contea di Gorizia, che anzi gli stali gradiscani insistettero più che mai e vi riuscirouo a rimanere separati. Nel corso délia sloria del Morelli ed in quesle nostre stesse osstrvazioni si è fatto vedere, come, ancora prima che Gradisca veuisse ceduta ai principi di líggenberg, i suoi capitani prelendevano di non avere, o nessuna, o pochissima dipendenza da quelli di Gorizia. Dopo 1' estinzione délia famiglia degli Jiggenberg, si mantenne perció più che mai vivo lu spirito di separatismo nei Gradiscani, e non fu che nell' anuo 1751 che le due contee vennero unité ail'occasione che il nuovo lîegolaincnto pubblicato dal capitano Ferdinando Filippo conte di Harrsch li 30 ottobre, annunciava: avere Sua Ces. Reg. Maestà, risolulo non solo di nuovamente unire ambe le fedelissime contee di Gorizia e Gradisca, ma allresi unilamente ed inseparabilmente di conferire ad un signor Capitano da denominarsi Capitano di Gorizia e di Gradisca V amministrazione delle cose pitbbliche e giudiziali fui al presente stata separata ecc. Vuole quindi che cessino anche i due Tribunali separati ch' erano V uno in Gorizia, V altro in Gradisca, e ne sia eretto un solo Giudizio Provinciale residente in Gorizia, per tulle due le contee, ed in Gradisca debba essere solamente un amminislratore giudiziale, in maniera che il detto Giudizio Provinciale debba cominciare le sue operazioni dal di 1 novembre 1754. Questa è dunque, dopo la separazione più o meno assoluta, di secoli, l'epoca délia riunione dei due territorî e gli stemmi delle due conlee si videro da 1 novembre 1754 impoi figurare per la prima volta insieme in uno stemma solo. Comprende quello a dritta lo stemma proprio délia Contea di Gorizia, che ha in un campo il lione d'oro rampante, nell'altro le fascie bianche e rosse altemanti, a sinistra vi è l'arme délia Contea di Gradisca che lia un ancora e la corrispondente figura délia speranza. Gli stati della Contea di Gorizia presta no nell' anno 1728 l'omaggio a Carlo VI. Poicliè il Morelli fa nel Vol. Ill a pag. 9 menzione dell'arrivo in Gorizia di Carlo VI, noteremo per quelli che bramassero avere su ció ancora niaggiori dettagli, esservi pubblicato un libretto da Antonio dali'Agata, il quale porta per titolo: Gorizia in giubilo per V aspettato arrivo delV augustissimo imperatore Carlo VI con una breve notizia della città come della Provincia, dedícala agit inclili Stati della medesima. In Venezia 1728. Se si aslrae dalle esagerate lodi che lo scrittore tributa senza misura alie persone ivi nominate, il libretto vale nel resto come un programma a quella festività e serve a darci un idea sullo stato di Gorizia e della Contea in queH'anno 1728. Capitolo terzo. Regno di Maria Teresa (Vol. III. dalla pag. 19 alia pag. 40). Se anche i fatti e le guerre che il Morelli ci narra in questo Capitolo, avvennero fuori di questa Contea, e che quindi spettano più tosto alla storia generóle austríaca di quello che alla nostra sloria particolare, egli è pertanto utile che il lettore anche nel leggere questa storia particolare, abbia sott' occhio le condizioni generali politiche di quei tempi, se vuole farsi una giusta idea sulle cause influenti, e se vuole valutare giustameiite le condizioni particolari d'allora. In quanto ai titoli particolari che Maria Teresa si è acquistata alla riconoscenza sincera e alla memoria perenne dei Goriziani, sono da leggersi presso il Morelli nel III. Volume gli articoli che si riferiscono air erezione dell' arcivescovado pag. 203, e le pubbliche fontane in Gorizia pag. 114, e l'articolo che concerne l'agricoltura ove a pag. 118 si parla del diseccamento delle paludi di Aquileja, e in più altri passi ove si dimostra l'agricoltura migliorata e l'industria da ogni parte incoraggita e i progressi in ogni genere fatti durante il felice suo regno. Noi ne riparleremo ai rispettivi capitoli, e qui noteremo soltanto che a Maria Teresa era rigerbato di spargere i prim¡ semi di molle utili riforme allora potentemente reclamate dal lempo, le quali furono l'oriere delle maggiori, poi seguite durante il regno di suo iiglio. Il sincero cordoglio palesato ail' occasione délia sua morte da tul ti i suoi sudditi, ina in partirolare dagli abitanli di questa Contea, e la memoria sempre viva che di Lei presso di noi si conserva, forinano il inigiior elogio di una tanta Sovrana. Michèle Grandi professore di dirilto ecclesiastico e direttore del Seminario recitava nel di 18 diceinhre 1780 qui in Gorizia forazione fúnebre, e il dottor Antonio Comini sotto il noine arcade di Filisto- Alcione pubblicava per conto dell' accademia un Carme anaiogo, che trovasi stampato in Gorizia dai torcht del Tommasini. Capitolo quarto» Regno di Giuseppe II. (da pag. 35 a pag. 40.) a Il Morelli sa accoppiare con gran maestria in questo quarto Capitolo le lodi che giustamente sono dovute al mérito esimio di un gran Sovrano come era Giuseppe II, eon le coii.-eguenze sfavorevoli che produssero in questa nostra Contea le sue riforme ecclesiastiche e civili, e osserva come sare'tbe ingiusto se le operazioni sue si volessero giudicare dai soli elfetti che produssero presso di noi, mentre la nostra patria è un punto troppo angusto per formare in vista di essa un retto giudizio sulle sue operazioni. Siccoine poi nello slesso capitolo fà 1' autore occasionalmente menzione del viaggio che Pió VI faceva per Vienna, e del suo arrivo in Gorizia, cosi nell' interesse locale che ha questa circostanza, dareino un eslratlo dall'opuscolo di Giuseppe Divi che si riferisce a tale viaggio e che fu stampato a Venezia Panno 1783. Si dice in quel Diario a pag. 25 „ Giunto il Santo Padre nella cilla di Gorizia capitale delta bassa Carpióla nelli dominj austriaci, ote stubilito ateta di passare la nolle, discese dalla Carrozza al Palazzo del Signor Conte Lanthieri, il quale per ordine di Sua Maestà Cesaren era stato preparalo con lutta la più esatla e diligente allenzione e mitnificenza per cornado délia Santità Sua, non solo in quesla cilla, ma ancora in tulti gl' altri luoghi, nei quali nel corso del viaggio per quella Monarchia Sua Sanlilá sarebbe dovuto rimanere, per prendere riposo, e farvi tratienimento nella nolie. Nella piazza innanzi al dello I'alazzo Irovossi schierala su/le armi una compagnia di truppa regolala, la quale con gV onori militad, e tamburo batiendo saluto Sua Santitá nel passaggio, e tanto il portone del Palazzo, quanlo li piani delle scale, edingressi neW Apparlamento erano tulti custodili con le respective guardie, giusta gl' ordini da ti, che tanto in quesla Cilla, quanlo negV altri luoghi tulti, nei quali avrebbe dovuto pernotlare il Santo Padre, si dovesse osservare verso la di lui Sacra Persona questo rispelloso contegno; come símilmente era slalo prescrilto che in tulle le poste, ove dovea farsi tratlenimento per il cambio delli Cavalli, vi dovesse essere sempre un Carpo di truppa a fine d' impedire li disordini, che sarebbero certamen/e nali dalV impeto, ed affollamento del Popolo. Inconlrata Sua Santilá nel discendere dalla Carrozza da Monsig. Giuseppe Garampi Nunzio Apostolico alP Impelíale Corte di Vienna ascese nell'Apparlamento, ove poco dopo si presentó il Signor Conté Cobenzl Vice Cancelliere di Corte, e di Stato prescelto da Sua Maestá a dovere in di lui nome complimentare nel primo arrivo negli Stati Austriaci il Sanio Padre, ed a servirlo ed accompagnarlo in tullo il viaggio che avrebbe fatto per delti Stati, dal quale fu preséntala una lettera di Sua Maestá essendo stato accolto con le piú vive dimostrazioni di gradimenlo. Ammesso indi Monsig. Nunzio, e di poi il Signor Generóle Estherasi alia testa di tulla l'Uffizialitá, e tulla la Nobiltá che desiderava potergli dimostrare il suo divoto ossequio. Venerdi 15 Marzo, il Sommo Ponte fice alie ore 12. si portó ud ascollare la Messa nella Chiesa Caltedrale, e dalla medesima pariendo, proseguí il suo viaggio per Adelsberg, ove giunse verso le ore 24. della sera, essend 'si id preséntalo alia Santitá Sua Monsig. Francesco Filippo Inzughi, Vescovo di Trieste ecc. „Fin qui il Divi. Quando il pontefice Pió VI passava per Gorizia 1' areivescovo lludolfo Giuseppe Conle d'Edling era ormai caduto in disgrazia delf Imperalore, ed aveva giá data la sua rinnuncia all1 arcivescovato di Gorizia. Per eteruare la memoria di questo breve soggioruo del prelodato pontefice in Gorizia veniva posta sotlo il portico di casa Lantieri all istoria incisa in marmo 1' iscrizione che luit' ora ¡vi dice : PIO VI. MAX. VLNDOBOÎSAM PROFICISCENTI . DE MANSIONE IIIC CAPTA PRID. ID. MARTH A. E. V. MDCCLXXXIl FRIDERICVS LANTHERIVS HERVS VENERABVNDVS GRATVLABATVR. Sul fine poi di questo quarto Capitolo fa il nostro Morelli un carico ai nostri Stati provinciali, ch'essi non abhiano all'occasione della morte di Giuseppe II neppur reso P ultimo oinaggio alia sua memoria. Se il Morelli che pur era egli slesso deputato degli Stati fosse ben informato o no di ció che scriveva, non lo sapremmo dire, ma certo si è che nello slesso III Volume della sua opera che si conserva presso 1' i. r. Società agraria, vi si trova d' aliena mano una poslilla posteriore, la quale riferendosi a quel passo dice : Furono celebrate le esequie nella Metropolitana Chiesa con quella pompa che è dovuta a un gran Sovrano, e furono da Monsignor Codelli Proposito con due Orazioni, la prima italiana, latina la seconda tribulali gli omaggj al genio di Giuseppe II, che furono stampati da Valerio de Valerii per conto ed ordine degP incliti Stali goriziani. \ Aggiimtc alia storia. (per 1'época dal 1790 al 1800.) Siccome il nostro Morelli ha compreso in ciascuno dei due primi Volumi della sua storia l'epoca di un intero secolo, pare ben probabile ch' egli erasi posposto di dare anche nel III Volume la storia per il periodo uguale di un secolo, se la morte non P avesse coito nel di 3 setiembre 1792 per cui non riusci condurre a termine l'opéra sua se non che sino all'anno 1790. Pare perciö quasi un dovere per noi che abbiamo assunto P incarico di questa edizione, 167 si legge, la quale di dare ai nostri leltori in queste aggiunte un supplenieiilo ristrelto almeno degl' avvenimenti i più importunti accaduti dall'anno 1790 all'anno 1800. Regno di Leopoldo II. Nessuno meglio di Giuseppe II aveva conosciuti i difelti e i bisogni dell' austriaca monarcliia, ma troppi erano allora ancora i pregiudizî nazionali dei suoi suddili, del popolo, della nobiltà e del clero, per poterli urtare cosi di fronte con tunta precipitanza, e ancbe quelli che sono sinceri ammiratori delle sue molle e sublimi virlù personali convengono ch' egli non sapeva valutare le condizioni essenziali del tempo e dell' opporlunità, cosicchè nulla hadando a questa, e passando sopra tutti i riguardi delicatissimi della politica vide rivolti contro di lui gli animi tutti e mal disposte la maggior parte delle potenze d' Europa. In questo stato Giuseppe II morto senza discendenza li 20 febbraio 1790, ebbe a lasciare la monarcliia austriaca. La successione ereditaria chiamava Pietro Leopoldo suo fratello, allora Granduca di Toscana a prendere le rediui della monarcliia, che poi eletto imperatore dei Romani nel di 30 setiembre dello stesso anno, si couosce sotto il nome di Leopoldo II. E noto che questo sovrano, essendo ancora Granduca di Toscana, moltissime prove aveva dato di essere egli pure come il fratello portato alle riforme; chiamato perianto allora a reggere la monarcliia austriaca, serio pensiero gli davano le condizioni in cui allora si trovava l'Europa per i torbidi avvenimenti in Francia, per i malcontenti nell' Ungheria, per I' impegno incontrato dal fratello nell' alleanza con la Russia contro la Turchia, e più che più per i torbidi avvenimenti in Francia. Invece perciô di progredire sulle vie della riforma, Leopoldo si determinava a richiamare in gran parte le disposizioni del fratello. Regno di Francesco II. Mancato a vivi I' imperatore Leopoldo II il di 2 marzo 1792, suo figlio P arciduca Francesco, allievo di suo zio P augusto Giuseppe II, lo seguiva sul trono austríaco, il quale veniva eletto Imperatore dei Romani Ii 5 luglio sotto nome di Francesco II. Lungo fu il regno di questo sovrano, e pieno di vicende di avversa e seconda fortuna. Sono noti a tutti gli avvenimenti in Francia per causa della rivoluzione ivi scoppiata li 27 giugno 1789 e consta che dopo reso quel regno costitnzionale li 14 setiembre 1791, veniva ivi alla fine proclamata la repubblica nel di 21 novembre 1792. Prima ancora di quest'ultimo avvenimento, cioe nel dl 20 aprile 1792, intimava In Francia la guerra aU'Auslria, per cui puó Jirsi che appena salito sul (rono Francesco si Irovava in guerra. Non é nostra iutenzione di ollrire qui ai lettori ¡I dettaglio di questa guerra con la Francia, che aperta li 1 marzo 1793 dal generale austríaco príncipe di Sassonia Coburgo , per piü vantaggi riportali, dava tanto piü speranze di felice riuscita, quanto che era presso che collegata tutta I' Europa a danno dei Francesi. II prossimo capitolo ci ofírirá gia senz' altro I' oecasione di parlare di questa guerra e delle sue conseguenze per la nostra Contea, sicché qui sarebbe soverchio il discorrerne. In quanto alie leggi emanate e alie disposizioni fatte da Leopoldo II dal 1790 al 1792, e quelle di Francesco II dal 1792 al 1800, si troveranno da noi ripportate sotto i rispettivi Capitoli cui spettano per ragione degli oggetti che traltano. Capitolo quinto. Provvedimenli generali per la Contea di Gorizia dal 1700 al 1790 e dal 1790 al 1800. (Vol. III. da pag. 41 alia pag. 51.) Dispos i e i o n i per la difesa ecc. Nella prima sezione di questo quinto Capitolo fa cenno il nostro Morelli alia pag. 42 del bombardamento di Trieste mediante le navi francesi, che secondo il Mainati seguiva la notte del 19 agosto 1702. Mainati racconta, che caduta fra le altre una bomba nel convento delle monache Benedettine, quelle fuggirono da Trieste e si salvarono a Sagrado, ove riinasero per sei mesr prima di restituirsi al loro convento. La flotta gallo-ispana continuava poi durante la guerra di successione a molestare negli anui seguenti il litorale triestino e I' aquileiese. Nel maggio 1703 vi fu uno sbarco dei francesi a Cervignano, e li 23 luglio uno piii grande in Aquileja. A proposito dell' anno 1703 troviamo registrata una memoria la quale dice: Nel di 1 gennaio venue dalP Italia in Gorizia per la via del ponte S. A. il principe Eugenio di Savoja generale di Sua Maestá: 11» 170 NOTE ED AGGtUNTE pernottà in casa conte Rabatta e nel di segaente parti per Vienna._ In luglio essendo ritornata la jlottiglia franccse nelTAdriático, alcune barche comanda te dal capitano Furbin entrano nella fiumera di Aquileja, e la gente sbarcata saccheggia e commette incendt considerevoli. Dopo questi fatti nessun altro avvenimento di guerra venne a inquietare direttamente il territorio di questa nostra Contea se non che verso la line del secolo décimo ottavo, neppure essa ne andô esente dalle calamita dei tempi. A chiunque non è alTatto digiuno délia storia délia campagna del 1796 e 1797 in Italia, è noto l'esito delle infelici battaglie di Monlenolle e di Milésimo del 12 e 14 aprile, e dopo il passaggio AtWAdda ai 10 maggio, quella di Casliglione del di 3, e di Arcóle del di 15 al 17 novembre. Altra battaglia svantaggiosa alie nostre armi fu quella di Rivoli li 14 gennaio 1797, indi resasi Mantova li 2 febbraio si avanzarono le truppe francesi sino al Tagliamento, ove le nostre truppe dopo la battaglia del 16 marzo, doveltero ritirarsi, parte per la strada dclla Pontebba e parte verso Gorizia. I Francesi occuparono il di 18 marzo Udine, e il giorno 19 giuugevano avanti Gradisca, la quale presidiata da due battaglioui del reggimento austriaco Deutschmeister falta qualche difesa, si vide costretta lo stesso giorno di capitolare, e si rendeva al generóle Bernardotte for defunto re di Svezia Carlo XIV). Nella notte verso il 19 e 20 marzo faceva P arciduca Cario continuare la ritirata delle sue truppe, paite per la strada di Canale verso la Carintia e parte per la strada di Schônpass a Resderta. Dopo il niezzodi del giorno 20 marzo arrivava a Gorizia il primo picchelto francese di cacciatori a cavallo del reggimento N.ro 19, comandato dal generale Mural (che poi fu Gioacchino re di Napoli), e a questi seguiva la divisione del generale Bernardotte, che andava prendere posto nel Liack, spingendo in quella sera T avanguardia sino al luogo postale di Cernizza. La divisione del generale Dugna andava verso Trieste, ove arrivava il di 23 marzo. Arrivava indi nel giorno seguente in Gorizia il generale in capo Bonaparte accompagnato da Berthier poi principe di Neufchatel, e furono alloggiati entrambi in casa dei Baroni De Grazia ; il generale Murât alloggiava nel palazzo detto di s. Croce, ora spettante alla famiglia de Bitter, e il generale Bernardotte nel palazzo vescovile ora arcivescovile. II primo atto di Bonaparte in Gorizia, fu quello d' istituire un governo promisorio composto di quindici persone, il quale veniva all'istoria 171 pubblicato in lingua tedesca ed italiana il 1 germinóle armo quinto, cioè li 21 marzo 1797. Per la siugolarilà del documento, riporteremo queslo proclama limitandoci al testo italiano. repl'bblica francese LI11ERTÀ EGUAGLIANZA Dal Quartier Generale di Gorizia, 1 Germinale. anno quinto délia Repnbblica una ed indivisibile. BONAPARTE Generale in Capo delV Armala d'Italia. Alli Popoli délia Provincia di Gorizia. Un timoré ingiusto lia preceduto P armata francese, noi non siamo venuti qui per conquistarvi, nè per cangiare i vostri costumi, e la vostra Religione. La Repnbblica Francese è Pamica di lutte le Nazioni ; guai ai Re, che hanno la follia di guerreggiare contro di Essa. Sacerdoti, Nobili, Cittadini! Popolo che formate la Popolazione délia Provincia di Gorizia, bandite da voi qualsiasi inquieludine. Noi siamo huoni ed umani, voi V accorgerete délia ditlerenza che vi passa fra la conJotta d'un Popolo libero, e quella d'una Corle e de' suoi Ministri. Non vi mischiate in una querela, che non è vostra, ed io proteggerô le vostre persone, le vostre propriété, ed il vostro culto, lo aumenterô i vostri Privilegj, vi restituirá i vostri dirilti. II Popolo Francese attacca più pregio alia Vittoria per poter con questa riparare le ingiuslizie, che alia vana gloria che ne deriva dalla medesima. Arlicolo primo. II culto della Religione continuerà ad essere csercitato senza veruna sorte di cambiamento come per lo passato : da domani impoi il servigio Divino verra celeberato in tutte le Chiese come all'ordinario. Arlicolo secondo. Le unite Provincie di Gorizia e Gradisca saranno provvisoriamente ainininislrate da un Corpo composto di quindici persone, che avrà la denominazione di Governo Centrale. In questo corpo concentrata sarà P autorité Civile, Política, ed amministrativa. Arlicolo terzo. II Governo centrale mi presenleré nel termine di ore 24 un progetto d'organizzazione civile e crimínale, ed un progetto di organizzazione municipale per tulta la Provincia. m Arlicolo quarto. Il Governo centrale nominerà il stio Presidente il suo Segretario, ed il suo Tesoriere. Sarà questo diviso in un Dipartimento militare, Dipartimento di Finanze, Dipartimento di Polizia, Dipartimento di Sussistenza. Li differenli Dipartimenti non polranno prendere veruna inisura essenziale, amenochè non venglii loro ordinato dal Corpo componente il suddetto Governo, e saranno specialmente incaricati d'eseguire le misure prescritte dal detto Corpo. Arlicolo quinto. Tulte le imposizioni dirette o indirette che appartenevano in avanti alF Imperatore, o alia Provincia, saranno ammministrate dal Governo centrale, e saranno rimpiegate per sovvenire alie spese pubbliche, Articolo sesto. Tutte le leggi civili e criminali esistenti saranno mantenute. Articolo settimo. Tutti li Corpi di qualsiasi denominazione che formavano Fantica amministrazione sono aboliti. Articolo ollavo. I Signori Francesco Desimon Francesco co. della Torre Giacomo Fehr Francesco Savio Giuseppe de Cattarini Cario Cattinelli- Giuseppe Morelli Francesco Zaccaria Slarzio co. di Strasoldo Gio. Nepomuceno Visini Luigi Cav. de Castellini Nicolô co. di Altems Alfonso co. di Portia Francesco de Bassa Feder. co. de Lanthieri Comporranno il Governo Centrale, in conseguenza si raduneranno nel Palazzo Pubblico alie ore cinque, ed il Generale Capo dello Stato maggiore-generale, installera li medesimi con estendere il processo verbale della loro installazione, R»VtlMIlTE. Una contribuzione veniva imposta di (recento mila fiorini alie unite Contee, che pero veniva ridotta alla metà, e ne fu al governo provvisorio lasciato F incarico di ripartirla. Al generale Massena era fraltanlo riuscito di superare i fortini di Malborghetto e di entrare a Tarvis, in conseguenza di che ricevutone avviso, Bonaparte con Berthier partivano da Gorizia, e, per la strada di Canale e del Predil raggiungevano il corpo di Massena, Li 12 aprile 1797 si formavano presso Leoben i preliminar* di pace, in conseguenza dei quali il di 27 inaggio rientravano in Gorizia le truppe austriache, e nel giorno 17 ottobre si stipulava in Campo Formido il tratlato di pace definitivo, celebre se non fosse per altra ragione, perché poneva line ai fasti delF antica Repubblica di Yenezia. Ci duole che questo documento è troppo lungo perché lo spazio profissoci ci permettesse di riportarlo per intero ; ci limiteremo perciô di dame un eslralto, inserendo quei passi che crediamo aver inaggior interesse per la noslra storia. nS. M. f imperalore e re de romani, d'Ungheria e di Boemia, e la repubblica franeese volendo consolidare la pace, le cui basi sono state stabilité da preliminari segnati nel caslello di Eckenwald presso Leoben in Stiria il 17 aprile 1797 (29 germinóle auno V della repubblica francese), himno nomínalo per loro plenipotenziarí, e qui vengono nominati : Per parle dell'AusIria il márchese del Gallo, Luigi Conte di Cobenzl, Massimiliano Conte di Marvelt, ed Ignazio barone di Degelman, e per parle della repubblica francese il ciltadino Bonaparte generale in capo deir armala francese in Italia, i quali dopo il cambio delle rispetlive loro plenipotenze, hanno stabililo. I. Vi sará in atvenire e per sempre una pace solida ed invinlabile Ira S. M. V imperalore, re de romani ecc. e sueeessori, e la repubblica francese. II. Si stipula che le parti contraenti faranno levare ogni sequeslro posto sui beni, diritti, e rendite dei particolari ecc. III. IV. S. DI. 1' imperalore e re rinuncia a favore della repubblica francese a tullí i diritti e titoli sulle per lo innanzi provincie belgiche, note sollo il nome di paesi bassi austriaci ecc. V. 5. M. r imperalore e re acconsente, che la repubblica francese posseda in tulla sovranilà le isole per innanzi venete del Levante, cio'e Corfú, Zanle, Cefalonia, s. Mauro, Cerigo ecc. VI. La repubblica francese acconsente, che S. M. l'imperatore e re posseda in tulla sovranilà e proprielà i paesi qui sollo >egnuti, cine : l'lstria, la Dulmazia, te isole per lo innanzi veneziane deW Adriático, le Bocche di Catlaro, la cilla di Venezia, le lagune, ed i paesi compresi Ira gli slati ereditari di S. M. I' imperutore e re, il mar Adriático ed una linea che partirá dal Tirolo, seguirá il torrente avanli Gardola, traversera il lago di Garda, sino a Lazzise, di là una linea militare sino a san Giacomo (offerendo un vantaggio eguale alie due parti), che sarà disegiiala da ufficiali del genio nominati da una parle e l'allra prima del cambio delle ralifiche del presente íraUato ; la linea dei confini passerà in seguito l'Adige a san Giacomo, seguirá la riva sinistra di questa ritiera sino aliimboccatura del Canal Bianco, compresavi la parte di Porto Legnago che trovasi sulla rita destra dell'Adige, col contorno d'un raggio di tremila tese. La linea continuerà per la sinistra rita del Canal H ¿aneo, la rita sinistra del 'far taro, la rita sinislra del canal detto la l'olicella sino alla sua imboccatura del Pô, e la rita sinistra del gran Pô sino al mare. VII. S. M. l'imperatore ecc. rinuucia in perpetuo a fatore délia repubblica cisalpina a tutti i diritti e titoli che aveva prima délia guerra su¡ paesi che formuno parte délia delta repubblica ecc. VIII. S. M. r imperatore ecc. riconosce la repubblica cisalpina come potenza indipendente. Questa repubblica comprende la per innanzi Lombardia Austríaca, il Bergamasco, il Bresciano, il Cremasco, la ciltà e fortezza di Maniota, il Man totano, Peschiera, la parte degli stati per l'innanzi veneti aWotest, ed al sud délia li'iea disegnata con l'art. VI, per la frontiera degli stati di S. M Pimperatore in Italia ; il Modenese, il principato di Massa e Currara, e le tre legazioni di Bologna, Ferrara e la Romagna. Ommessi gli arlicoli IX al XXV. Fallo e segnato Campo Formio presso Udine li 17 oltobre 1797 (26 tindemiatore anuo VI délia repubblica Francese). Segnati : Honapurte. — 11 márchese del («alio. — liuigi coûte ('ol)cnzl. — II conte di Slarvelt general inaggiore. _ II barone di Uegeliuan. Contese per i confín i ecc. Lo smembramento della signoria di Vipacco e delTaltro territorio spettato alia Contea di Gorizia, di cui il Morelli parla nel Vol. III. alla pagina 45, seguiva coll' occasione che Ferdinando I cedeva a godere nel 1521 la massima parte della Contea al suo cancelliere Gabriele di Salamanca conle di Ortenburg come corrispettivo degli inleressi di una somma avuta a muluo. ¡Negli Annali del Cragno del Klun, troviamo segnala T aggregazione di questi territorî a quel Ducato parle nel 1522, e parle, cioè Vipacco nel 1527. In qunnlo ai confini noslri col territorio di Monfalcone vi esisle fra Sagrado e Fogliano in pietra il monumento, che porta la seguente iscrizione : D. 0. 81. A. Mariae Theresiae — Rom. Imp. Hung. Bo. Reginae. Arch. Austr. Francisco Lauredano — Venetiarum Duci — Ob Dubiis a pace Wormatiensi ud hancusque — Diem limites — Controtersiis tándem feliciter diremplis — Principum jussis — Et Populorum desideriis — Ferdinandus Philip. Comes ab Harrsch — A secrelis Augustae Consiliis — Alae Pedeslris Dux ac legionis Chiliarcha — Et — Joannes Donatus ex Prae Consultorum ordine r- Senator Venetus Pinium regundorum arbilri — /'. P. LIBRO VI. Capitolo primo. Sistema generale di go verno ecc. dali' anno 1700 al 1790 e dal 1790 all'anno 1800. (Vol. III. pag. 52 e seguenti) EGUENDO il modo che abbiamo tenulo nei due precedent! secoli, daremo anche in queste nostre pagine la succinta Serie dei Capitani ed altri capi politic! e Hfiudiziarj che liannu presiedutu nel secolo XVIII alia Contea di (»orizia, o alle riunite Cootee di fworizia e Gradisca. 1701. Gian Filippo conte Cobenzl si trovava, come già si disse a pag. 119, dal 1697 al 1712capitano sotto il regno di Giuseppe I. Moriva il Cobenzl nel primo anno del regno di Carlo VI li 31 gennaio 1712. 1713. Gian Gaspare conte Cobenzl, figlio di Gian Filippo, faceva già prima sino dal 1704 le veci del padre, e fu nominato da Carlo VI, capitano Ii 1 otlobre 1713. Era suo luogotenente Leopoldo Adamo di Strasoldo. Passava poi il Cobenzl nel 1714 al governo dells Carniola. 1715. Gian Giuseppe conte di Wildenstein capitano, fu commissario per ricevere a nome di Carlo VI la consegna di Gradisca nel 1717 dopo estinta la linea degli Eggenberg. Rassegnava la carica nel 1721. 1721. Francesco Antonio figlio di Federico co. di Lantieri, nominato capitano li 19 novembre 1721. Dopo aver retta per sette anni la Contea, moriva in Gorizia'li 28 gennaio 1729. 1729. Gian Giuseppe conte di Wildenstein incaricato <1^ Carlo VI per la seconda tolla al governo délia Contea, lo tennö sino alTanno 1732. 1732 Leopoldo Adamo conte di Strasoldo, dopo essere stato Iuogotenente della provincia per 38 anni, veniva promosso alia carica di capitano nel febbraio 1732, e moriva in questa carica l¡ 20 agosto 1733. 1733. Antonio fíglio di Giotanni conte di Rabatta capitano. \Aveva per Iuogotenente Carlo conte di Purgsthal ; moriva il Rabatt« verso il principio del regno di Maria Teresa il di 25 marzo 1741. 1741. Cario Venceslao conte di Purgsthal nominato li 22 novembre 1741. Si ritirava dalla carica di capitano alia nuova forma di governo introdotta nel 1747 da Maria Teresa, la qualo separava ramininistrazione di giuslizia dalle incombenze politiche. 1748. Antonio barone De Fin dicbiarato amminislratore politico della Contea di Gorizia con dipendenza in molti rapporti dalla Carniola. Il De Fin rimase a questo posto sino alia nuova Organizzazione Teresiana del 1 novembre 1754. 1748. Sigismondo conte Attems cesáreo regio rappresentante giustiziale in Gorizia. 1754 1 novembre. Unió ne delle due Contee di Gorizia e Gradisca. „Ferdinando Filippo conte di Harrsch generale d' artiglieria commissario áulico plenipotenziario, introduceva 1' organizzazione Teresiana fermandosi a Gorizia mesi sei e ventidue giorni. 1755 22 maggio. Enrico conte di Auersperg commissario áulico plenipotenziario per un anno, sei inesi, giorni 14. 1756 dicembre. Ferdinando Filippo co. di Harrsch commissario áulico plenipotenziario per la seconda tolla per mesi sei giorni 23. Era il generale Harrseh contemporáneamente commissario alia retlifica dei confini auslro-veneti ; ed ebbe sempre occupazioni in questa contea dal 1754 al 1757. 1757 30 giugno. Giuseppe Maria co. di Auersperg commissario áulico plenipotenziario nominato li 9 aprile : ebbe come tale la presidenza del consiglio per un anno, mesi 5, giorni 2. 1758. Antonio barone De Fin suppliva alia carica di commissario áulico plenipotenziario per mesi sei giorni 27. 1759 29 giugno. Antonio diPortogallo conte della Puebla, generale d'artiglieria áulico commissario plenipot. per anni 4 mesi 7 giorni 18. all' ISTOltIA 177 1764. 17 febbr. Giuseppe Diana, cu. di Auersperg commissario áulico plenipotenziario, per un anuo, mesi due, giorni 4. 1765. 21 aprile. Enrico co. di Auersperg preside del consiglio capitaniale per anni otto, giorni 3. 1773. 24 aprile. Rudolfo conté di Wagensperg preside del consiglio capitaniale per mesi sei, giorni 11: nioriva in Gorizia li 5 novembre 1773; vacanza mesi sei, giorni 18. 1774. 21 maggio. Francesco Adamo conté di Lamberg supremo capitano, fu al governo anni sette, mesi nove, giorni 26. Si trova opportuno di far qui menzione che durante il di luí governo era qui in Gorizia capitano circolare Gian Paolo barone Baselli, di cui si lia una diligente e giudiziosa informazione sullo stato e sui bisognt dalle due unite Contee in quei tempi. E poiché il capitano conté di Lainberg era assente, aveva per vicepresidente nella Contea Rudolfo conté Coronini che tenne quella carica dal 1774 all'anno 1778. Continuava poi Francesco Adamo conté di Lamberg nella sua cariea di supremo capitano durante il regno di María Teresa. 1782. 18 marzo. Pompeo conté di Brigido supremo capitano delle unite Contee di Gorizia e Gradisca, che furono congiunte con la provincia del Cragno, governava un anno mesi tre, giorni 13. 1783. 1 luglio. N'uova organizzazione. Prevale il piano di uniré le Contee di Gorizia e Gradisca col Governo di Trieste; gli stati provincial! sono soppressi. „Lo stesso Pompeo conté Brigido divenuto governatore di Trieste ¡i 4 ottobre 1782 ; governava perció dopo tale concentrazione per anni, otto mesi due anche la nostra Contea affidata al capitano circolare Alfonso conté di l'orzia. 1791. 1 setiembre. Raimondo conté delta Torre del fu Gio. Batía in qualitá di presidente capitaniale delle unite due contee, che furono staccate dal Governo di Trieste per sovrana concessione di Leopoldo II. Ei sostenne questa carica per anni dieci e mesi due, quindi sino al principio del secolo XIX. Stati provinciali ed aggregazioni ecc. A pag. 70 mostra il Morelli come il numero della deputazione provinciale erasi nel 1783 ridotto ad un solo: questo, che era lo stesso nostro storiografo, risiedeva presso il Governo in Trieste, e aveva il titolo di consigliere di Governo. La considerazione che fa il Morelli a pag. 75 che nelle elezioni il favore rovescia le difficolta, é applicabile in tutti i tempi, ma neppure vi era bisogno di molte brighe, se é vero ció ch' egli 12 178 note ed aggiunte insinua nella seguente pagina 76, clie il ruppresentante inclinava d¡ Hccettare tutti coloro che aspiravano di conseguiré il patriziato, e se la inaggior parte dei patrizî tendeva a non lasciare veruno dei'candidati deluso, a segno che qualunque carta prodotta acquistava senz' altro esaine peso e validité. Pubbliche scritture, Yol. III. pag. 77. La storia non puô altro che deplorare la poca cura che per 10 piñ si ha nel conservare le anliche scritture, sicché grazie ríe siano rese alla diligenza e all'amore del fante Nicolù Kraschina che verso il fine del secolo décimo settimo ci conservara una patte almeno del pnbblico archivio, e grazie moite ne siano rese aH'egregio nostro autore de Morelli, che si prese l' incombenza di coordinarle, senza di che noi non avremmo il prezioso suo manoscritto che ora pubblichiamo. Capitolo Secondo. Amministrazione di giustizia della Conlea dall'anno 1700 alPanno 1790, e dal 1790 al 1800. (Vol. III. pag. 80.) Nuove leggi civili derogatorieal patrio statut o. Molte leggi ne cita il nostro autore da pag. 80 a pag. 84 che derogavano alie patrie costituzioni, ma la riforma piii importante è senz' allro quella della procedura civile giuseppina 1781 pubblicata 11 1 maggio. Erasí sino allora mantenuta viva la disposizione del Capitolo XVIII, nella parte de Conlractibns, del nostro statuto, la quale attribuiva piena fede agli urbari e libri dei nobili, e considerava per vera senza eccezione qualunque partita registrata in quei libri. Ora la nuova procedura toglieva questo prestigio a registri, che non considerava se non come scrittura propria e unilaterale. Costituzioni del principe. Ha ragione di dire il nostro scrittore a pag. 92 ehe sarebbe lunga la serie, se si volessero citare tutte le leggi e sovrane costituzioni pubblicate specialmente sotto i regni di Maria Teresa e di Giuseppe II, egli si è percio che noi ci limitercmo di citare solamente alcune ira quelle emanale in época posteriora sotto i regni ALL ' ISTORIA 179 di Leopoldo II e di suo figlio Francesco II dall'anno 1790 all'anno 1800. — Sono queste: La risoluzione di Leopoldo II del 26 aprile 1790, per cui Jichiarato senz'effetto F operato del catasto Giuseppino, si ritornava col di 1 maggio di quell'anno all'esazione delle steure in base della cecchia perticazione. Veniva repristinato col di 1 settembre in Gorizia il consiglio capitaniale, e per gli aulici decreti 14 aprile e 18 agosto 1791, venivano con quello riunite ancbe le altribuzioni di decastero giudiziario. L'aulico (iecreto 6 agosto 1792 inesivo a preceduta sovrana risoluzione di Francesco II, disponeva per la concentraztone delle inolte piccole giurisdizioni in soli 17 giudizi centrali. II sovrano permesso di Francesco II 15 aprile 1793 repristinav* la cliiesa del Monte Santo. La disposizione sovrana coinunicata per decreto aulico 7 luglio 1796 ordinava che nel caso di vendila di decime, debba senipre essere preferito clii le corrisponde. La patente 1 novembre 1799 introduceva qui la nuova sleura classificatoria. Tribunale d i g i u s t i z i a nelle cause civili ecc. e ■i e 11 e cause c r i in i n a 1 i. Una delle epocho che piii ineritano di essere rimarcate per la storia dei cangiainenti nel modo di amministrazione di giustizia in quesla Contea, e quella del 1747 in cui Maria Teresa mettendo coil sna disposizione del 20 agosto fine alF ingerenza fin allora avuta in questa dagli stati provinciali, volle che per lo innanzi la giustizia almeno presso i Tribunali fosse amminislrata da pubblici funzionarj salariati dal sovrano erario. All" occasione di questa organizzazione che deve considerarsi la prima, fu il ramo giudiziale separato dal politico, e cessava da 1 nov. 1747 sino a 1 nov. 1754 affatto in Gorizia la carica di capitano. II Tribunale veniva la prima volta affidato a nome sorrano alia presidenza di Sigismondo conte di Alterns che aveva il titolo di ces. reg. Rappresentante giustiziale, e F amministrazione politics, perö dipendente dalla Carniola, era affidata coine abbiamo veduto, ad Antonio barone de Fin che aveva il titolo di ces. reg. rappresentante politico Üflniee'Vcl'TOciei' della Contea di Gorizia. La seconda organizzazione e quella all' occasione che venivano riunite le due sin' allora separate Contee di Gorizia e di Gradišča. Le dicisioni di autoritä in due parti, e la dipendeuza della nostra Contea dalla Carniola, sotto cui era stala dal 1747 »I 1754, cessava, e per elTetlo delle sovrane risoluzioni di Maria Teresa 8 maggio, 15 luglio, e 17 setiembre 1754, si riunivano nuovamenle i poteri nelle mani del generale, ees. reg. commissario e plenipotenziario Ferdinanda Filippo conté di Harrsch. Veniva in conseguenza col di 1 nov. 1754 installato il nnovo Consiglio, cui fu dato il titolo di Ces. Heg. Capitaniule Consiglio delle unite principóte Contee di Gorizia e Gradišča. Con tutto che pero questo Consiglio i'osse un sol corpo, troviamo dagli Alti del 1774 che per lo piu ¡ Consiglieri si dividevano in due Senati, gli uní per traltare g|¡ allari politici, gli altri per gli affari giudiziari. Nel 1774 erano Consiglieri di queslo Consiglio nella sezione In pubblicis ei pohticis: Oltavio bar. Terzi, Alfonso co : Porzia, Emanuale co: Torres, Francesco Maria co: di Maijans, Giov. co: d' Alterns, Carlo de Morelli (il nostro storiografo), G tus. de Kappus, e il prolomedico Antonio Musnig, e nella sezione In Justitialibus sedevano: Sigistnondo de Salamanca, Cario Lndovico de Soardi, Emanuale co: Torres, Francesco Maria co : di Maijans, Federico co: Lanthieri, Giovanni co: Alterns, Gius. de Kappus, Francesco de Romani, Giuseppe l.occatelli de Gibellini, e ció fa vedere che alcuni fra essi sedevano in entrambi i Senati. - Queslo sistema durava sino all" anno 1782, e non vi fu altro cangiamento se non che col di 1 maggio 1781, era stata introdolta la nuova procedura civile per gli affari giudiziari. La terza organizzazione é quella allorché soppresso nel di 4 ottobre 1782 il suddelto Consiglio capitaniale, si assoggettavano per la prima volta le due unite Contee di Gorizia e di Gradišča al Governo di Trieste: in Gorizia vi restava il solo Alfonso conté Porzia come capitano circolare e Presidente delVAmminislrazione (jiustiziale. II tribunale dei nobili di Gorizia e Gradišča per le cause sopra l1 importo di fiorini cinquecento, era imito al Giudizio civile provinciale di Trieste, di cui il governatore politico, Conté Brigido n' era pure presidente giudiziaie, poi che durante questo periodo era stato introdotto con patente del 13 gennajo 1787 il nuovo Codice criminóle, che abrogava il Codice crimínale Teresiano. Finalmente fu la quarta organizzazione quella, allorché, seguita la morte di Giuseppe II uel 1790, sotto suo fratello e successore Leopoldo II cessava col giorno 1 setiembre 1791 la concentrazione con Trieste, e riducendoci le cose in stato prístino, veniva restiluilo in Gorizia il Consiglio capitaniale, il quale veniva affidato al Conté Raimondo di Thum. Questo nuovo sistema durava sino all' anno 1803 : le organizzazioni e riforme successive non spettano piü a questo secolo. all1 istoiua 181 Giurisdizioni concedute a particolari Volume III pag. 99. ¡Nel mentre coll'organizzazione Teresiana del 1747 si toglieva 8g[i Stati provinciali uno dei principali suoi privilegi, che era quello d¡ amininistrare da sé la giustizia, deve recare maraviglia il vedere c[)e ancora nel 1756 si vendessero a privali delle piccole giurisdizioni persino neí luoghi suburbani di Gorizia, come se il saddito suburbano e quello di campagna non dovessero godere di uguale prolezione del governo. L' esperienza fece presto vedere gli inconvenienti e dimostró la necessitá di una riforina e di una riduzione di queste tante giudicature e giurisdizioni, alcune delle quali erano cosi piccole che si eslend'evano sopra un piccolissimo numero di case. Noi troviamo iu un registro dell'auno 1783 registrati come capduoghi di giurisdizioue nelle due unite Contee i seguenti villaggi: Plelz con Case 1084; Tolmino con Case 3520; Cúnale con 1351, Oargaro 407; Loqua con 158; Cronberg con 53; Schónpass 295; S. Croce conCase 1206; Aidussina 121; Resderta 9ü; Schwarzenegg 1033 ; Slivie 22; s. Dámele 617; Reijfenberg superiore 829; ¡tei/feulierg inferióte 397; Sabia con case 609; Dorimbergo 188; Prebacina 147 ; Voghersca 73 ; Ranziano 376 ; Uschizza 71 ; s. Pietro 211; Mema 141; Rubia 7 2; s .Andrea 72; s. Rocco 100; Salcano 163; s. Floreano 150; Cerón infer. 59, Cerou super. 70. Quisca 302; Suliusechia 94; Uobra 123; Medana 195; Cormons 455; Medea 191; Chiopris 77; Mossa 222; Lucinico 319; Parra 91; Villanova 39,' Bruma 98; Romans 124; Versa 65; Ajello 422,- Jalmico 49; Vilesse; 101; Villavicentina 65; Ruda 69; Fiuinicello 132; Aquileja 85; Cervignano 168; Castel Porpetto 338 ; s. Giorgio 154; Gonars 405 ; Precenico 99; Driolassa 56; Flumbruzzo 46; Gorizizza 153; Zuins 25; Prestan 28; Rosenthal 3; Sludeniz 12; Savogna 35; Pegg 16, Rupa 26, Biglia 65, Raccogliano 35; Riiunizza 33; Loca 24; Piuma 95; Podsemzza 28; Vipulzano 66; Russiz superiore 8; Russiz inferiore 5; Spessa 22; Vedrignano 37; Albinia 15; Nosna 23; Meriano 93; Frata 22 : Duberdi) 43; Sagrado 25; Palacrucis 27; Monastero 24; Terzo 135 e Moruzzis con 7 case. Si trova pubblicata con la stainpa nel 1 788 una concentrazione delle delte giurisdizioni, in venti giudizi centrali; era forse questo un solo progetto, poiché il Morelli ci dice a pag. 99 essere quelle state ridotte uello stesso auno 1788 al solo numero di quattordici. La collezione delle leggi giudiziali ci rende perianto certi, che solamente t'uulico decreto 6 agosto 1792 metievn in attività qnella disposizione col di 1 setiembre, portando a diecisetle il numero dei giudizî central!. Erano quesli : 1 Grafenberg, 2 l'ietz, 3 Tolmino, 4 Canale, 5 s" Croce, 6 Reife/iberg supertore, 7 Schwarzeneck, 8 Resderta, 9 Cornions, 10 Quisca, 11 la Pretura di Grudisca, 12 Ajello, 13 Castelporpelo, 14 Monastero, 15 Flambruzw, 10 s. Daniele sut Cat 'so e 17 Ranziano. In considerazione dei rapporti di sudditela veniva consérvala iu separato l'autorilà política aile signorie di Sabla, di Reifenberg e di Aidussina, cioccliè appunto comlrinerebbe col predetto progettb di compartimento del 1788 da noi cennalo. Capitolo tcrzo. Governo interno délia Conlea di Gorizia. (Volume 111. dalla pag. 103 alla pag. 148) Dell'Annona. Se clii era'appaltatore del pesee doveva ad ogni sua comparsa in città darne per obbligo in regalo due libbre al pubblico rappresentante, se il gastaldo délia città aveva diritto di esigere olio soldi per ogni somma, e se i quattro deputati dell' annona preteudevano di aver il pesce due soldi per libbra meno del prezzo comune, è certo che 1' appaltatore avrà fallí i suoi conli avanti di stipulare il conlratto d'appalto, e non è da credersi che le condizioni fossero riuscite le migliori per il pubblico. Nel reslo per queilo riguarda gli appalti e' le privative in sè, erano queste misure usate allora pressochè ovunque, perché in qnella condiziono dei tempi, in cni le straile e le comunicazioni erano pessirne e difflcili, quasi nullo ¡1 commercio, molta la rivalilà fra provincia e provincia, non polendosi contare sulla concorrenza dei venditori, gli incaricati ail' annona erano per cosí dire forzati di garantiré ad ogni costo la sicurezza che certi generi non manchino al pubblico. Oggi giorno la cosa è diversa , e le privative e gli appalti non possono essere considerati se non dannosi al pubblico interesse, nè gl'incaricati annona devono far altro se non sorvegliare che la concorrenza dei venditori non sia impedita. P r o v ve d i m e n ti di s a n i tà. Il cimitero che ¡I Morelli nel suo Vol. III. pagina 108 dice trasportato nel 1752 ad una délie estreme parti délia città, lo fu AU'lSTORIA 483 solamente ne! 1781, leggendosi nei libri necrologici la memoria relativa che dice : 1781 12martii. Ex delegaiione Celsissimi et Reverendissini principis Arcliiepiscopi com. (ab Edling), benediclum fuit Cemeterium extra Portant Castagnavizza a me Stepliano Cecovig Vicario perpetuo Goritiae. Provvedimenti di Poveri, fondazioni ecc. Alvarez Márchese Francesco di nazione spagnuolo , di cui il Morelli parla nel Vol. 111. alla pag. 110, moriva in Gorizia li 24 setiembre 1753. Egli lasciava per testamento 14 gennaio e 6 setiembre 1753, tulta la sua facoltà consistente in oltre centomila ¡iorini a favore dei poveri orfani della cilla. La fabbrica sopra un disegno grandioso fatto fare da lui, e che è quella stessa che ora serve di pubhlico ospilale civile, veniva termínala dopo la sua morte verso la fine delP auno 1757, e gli orfanelli che prima già erano ricoverati provvisoriamenle iti altre case, vi fecero il loro ingresso nel «li 15 febbraio 1758. La testamentaria disposizíone in discorso trovasi con la stampa pubblicala, e porta il titolo di Ultime disposiziotii del Francesco Alvarez 'Peliez de Metieses falte nell'anno 1753. Contempla un luogo di ricovero al determínalo scopo d' istruire 20 orfani dell' Ínfima plebe (sic.) nei mestieri ; questi che già prima si trovavano provvisoriamenle ricoverati in altre case, vi lecero 1' ingresso nella nuova casa nel di 15 febbraio 1758. A pag. 111 racconta poi il Morelli la causa della breve vita di questo istiluto che dietro mente del fondatore avrebbe dovuto essere perpetuo. Alia slessa pag. 110 ci parla il nostro Morelli della fondazione Vandola. Era Giuseppe Vandola capitano spagnuolo seguito l'imper. Carlo VI allorchè questi rinunciava alia corona di Spagna. Egli iissó il suo domicilio in Gorizia, ove visse per inolti anni nella casa Nr. 42 ñero, 41 rosso, che spettava alla famiglia Pieina e che ora spelta al cívico Municipio. Moriva il Vandola qui in Gorizia li 19 marzo 1748, dopo aver fallo testamento per attí del notaio Antonio Zauutti 14 marzo detto auno, con cui lasciava in suo erede Francesco de Cesari. Fra le varie pie dísposizioni che lasciô il Vandola, una sussiste ancora, quella cioè fatta pçr Vannua dotazione di due donzetle povere di questa cilla, o dei suoi contorni, le quuli ricevono fior. 95 Tuna, súbito che giungono ail' età di 24 anni, o anche prima se loro si rappresenta Poccasione di marilarsi. Il capitale di fondazione consiste in fior. 4000 di lire 5 Puno che corrispondono a fiorini 3800, ed è perció che gPinteressi di questo capitale si riducono a soli fiorini 190, o siano iiorini novantacinque per donzella. Vospitale, ossia casa di ricovero chiamata di s. Baffaele fondata dal conte Gio. Balta della Torre, della quale si parla pure nel Vol. 1|[ pag. 110, fu aperta col di primo gennaio 1756, e cosi il lanificio unito, ma l'istiluto non fu che di brevissima durata. Per quello concerne il Monte di pietà, che fu il primo, islituito nel 1753 AaW arcivescovo conte Atteins, vi furono impiegati per lo più capitali spettanti alie fraterne che allora sussistevano. Di quesle fondazioni parla il Morelli, la di cui storia termina coll'anno 1790, ma a noi corre l'obbligo di paríame di una posteriore, ed è quella, che veniva fatta nel 1794 da Giovanni Balta Formica. La biografía e i dettagli della fonduzione di questo nostro benemerito concittadino si trovano pubblicati per cura del nostro municipio nel 1851, e noi non ne daremo qui che un breve sunto. Giovanni Batta Formica nato li 17 settembre 1726, moriva li 19 maggio 1794, lasciando un figlio único per nome Carlo, dopo aver col suo testamento fatto il di 4 delio stesso mese, provveduto al caso ch'esso figlio dovesse in età minore mancare senza successione. Egli convertiva per tale caso la sua facoltà in fondazione perpetua al doppio scopo, che dai frutti della stessa dovessero in ogni anno essere, primo, dotale due donzelle orfane di poveri cittadini goriziani con fiorini 150 1'una, seconda che altri fiorini trecento servir dovessero per sostentare sei orfani di padre e madre pure di poveri cittadini goriziani, e voile che quesli orfani conseguiscano ciascuno fiorini 50 ail' anno per corso di cinque anni, e che apprendano un arte od una professione cittadina. La condizione da cui dipendeva se doveva sortire o no la fundazione, si è verificata con la morte del figlio ed erede Carlo Formica, seguita nel 1807 e di sua madre usufruttuaria Elisabetta li 18 maggio 1810. Il capitale di fondazione ammonlava nel 1851 a fiorini 26050. Altri pubblici provvedimenti fatti in Gorizia e suo a g g r a il d i m e n I o. Fra gl'incendî, dei quali il Morelli parla nel Vol. III pag. 113 puô annoverarsi come principale quello dell'antico Teatro Bandeu, che accadeva nelfanno 1779. L' aumento dette case seguiva in questo secolo specialmente nella cosi detta contrada dei macelli, ove poche case prima esistevano. Pubbliche strade e lavori aile acque. Bisogna coiifessare che nel passalo secolo si aveva poco spirito per le strade, e quel poco che si fece fu fatto a caso senza piano e senza disegno. Non si arriva a comprendere come in un secolo ¡11 cni da s. Andrea al finme Vipacco era fondo comunale incolto, e che quindi in ogni caso aveva ineschinissimo valore, ai nostri Stati mai venisse 1" idea la più semplice, di aprire per Triesle una strada clie conducesse in linea relia aWimboccalura del cosi detlo Vallons presso Gabria, e .non si déterminasse di cassare la strada tortuosa die passa per Mema. Lo slesso riflesso puô farsi sulla direzio:.e délia strada del Prívale che conduce in Cogito, di cui si parla alla pag. lit) e sulla direzione viziosa e sragionala di tante altre slrade. I,e strade essendo uno dei principali bisCgni socíali, ben ineriterebbero che fossero rettificate in ogni provincia, non già dietro le mes,chine idee dei secoli passati, nè a dettaglio, nía dielro un piano generale. In tutto il secolo decimoollavo vigeva, come nei secoli preceduli, j| sistema di far eseguire tanto le costruzioni che il mantenimento delle pubbliclie strade mediante le cosi dette i-abolle, che si prestavaoo dai comuni rustici coiné corrispeüivo «I beneficio di pascolo ad essi lasciato godere nel comune. Queste prestazioni, per le quali prima non era nessuna norma, venivano poi regúlate mediante la capitaniale del 26 marzo 1772, che stabiliva la riparlizione fra i comuni delle rabolte : assegnando a ciascuno il tratlo di strada che doveva riparare e conservare. Quella circolare dispensava i comuni dall'obbligo delle rabolte in certi tempi dell' auno, nei quali i villici erano impediti di prestarle per causa dei lavori in campagna, e questi tempi erano a) per il taglio delle viti dal giorno 24 febbrajo sino al di 19 marzo-, b) per la semina dei formentoni dal giorno 24 aprile sino il di 15 rnaggio; c) per lo sfalzo dei fieni dal di 15 giugno sino il di 24 luglio ; d) per le vendemmie e seminagioni dal di 7 setiembre sino il di 11 novembre. Venivano poi le strade tutte, tanto regie che commerciali delle due Contee ripartite nelParticolo decimoseslo della detta Circolare in otto grandi sezioni o distretti, che misuravano, la prima, quella da Aidussina sino alia porta della cilla di Gorizia, klafteri 12904; la seconda, quella del ponte della Piazzuta in Gorizia sino al confine di Gradisca, klafteri 4700 ; la terza, quella del confine di Gradisca sino al confine di Palma, klafteri 148!; la quarla, quella da Gradisca per Aquileja sino a s. Egidio, klafteri 7795; la quinta, quella da Gorizia per andaré a Trieste sino al confine del Cragno, klafteri 3850; la sesta sezione è quella per la strada di Salcano, principiando da Gorizia fino fuori di detta villa, klafteri 700; la s'etlima è quella per la strada di Doberdô, principiando da Sagrado sino al lago stesso, allora confine del Cragno, klafteri 4330; finalmente Voltava 12a sezione, quella per la strada commerciale di Cornions, principiando dal capitello di Lucinico sino al confine venelo di Brazzano, clie misura klafteri 5460. — Gli ulteriori compartí assegnano alie singóle comuni la parte delle strade da ripararsi nelle rispellive sezioni. L' ulteriore dettaglio che ivi si trova, essendo troppo lungo, noi 1' ommetteremo in queste nostre aggiunle. Ció che il Morelli dice a pagina 115, non basta per acquistare un idea chiara Sulla direzione che aveva la strada da Gorizia a Lubiana prima dell' anno 1724. Quel tratlo fra Gorizia a Sanpass (Schônpass) non passava come ora passa per i casali di Rosenthal e Baila, ma passava dal lato opposto del bosco Panovilz sotto la Cappella e per i casali detti della ss. Trinité, e conduceva nelle praterie del Liach. Da Aidussina (Haidenschaft) in avanti non passava poi come ora passa, ma volgendo presso Vipacco, a sinistra, conduceva per P antica strada romana," úeW'alpe giulia per Podcrai e giungeva in tempo assai più breve per il bosco chiamato Hrussizza a Logatiz (Loitsch). Noi troviamo scritto nelle memorie del Dragogna che viveva a quei tempi : Li 17 maggio 1727: arrivava in Gorizia un sopraslante aile strade regie e diede principio aile strade n u o v e dalla parte della citlà, principiando dal porlone di Schonhaus, e poi sotto li 24 maggio 1728 trovasi scritto : fu pubblicato Veditto, essere traspórtala la posta da Logatiz a Planina, e quella di Podcrai a Resderta, quella di s. Croce a Vipacco, e fu notifícalo che a Cernizza sarà una nuova posta. Abbiamo poi già parlato alla pag. 164 in queste nostre osserrazioni, delParrivo di Carlo VI, e del suo ingresso che fece in Gorizia li 2 setiembre di delto anno 1728 per il portone di queste stesse, d'allora iinpoi, ancora sempre chiamate strade nu ove. A gr i col tu ra. Nella storia alla pag. 119 del III. Volume, menziona il nostro Morelli P imp. reg. Società Agraria di Gorizia, e noi ci crediamo tanto più nelP impegno di supplire in qualche parte allq brevità di quelle nolizie, in quanto che la presente edizione delPopera storica del Morelli sorte solto gli auspizî della Società menzionala. Il Protocollo di sessione del 27 agosto 1765, che è la prima tenuta da delta i. r. Società, fa conoscere avere il ces. reg. consesso commerciale, che allora risiedeva in Gorizia, notiflcata a S. Ë. il conte Giau Gaspare Lanthieri, la risoluzione di data Gratz 24 luglio 1765, con cui inesivamente ad altro sovrano Rescritto di Maria Teresia del 4 giugno anno stesso, era stata accordata in Gorizia Perezione di una Società d'agricoltura. Egli conte Lanthieri era stato decretato come primo preside sociale, e il decreto stesso uominava altri dieci individui come primi associati di quel corpo che andava ricevere vila da quella sovrana disposizione. Lasciava poi il Bescritlo sovrano libero alla Socielà di dividere fra i cominembri 1' ispezione secondo i diversi distretti della provincia, e cosi lasciava libero a lei di accettare qualunque siasi (sic) nel di lei grembo. In relazione di ció si passava in quella stessa prima sessione a ripartire 1' ispezione in ventidue distretti, e si accettavaiio undici nuovi membri, talc lié la società veniva consistere compreso il Preside, di ventidue soli individui. Si nominava per segretario Gio. Dom. Parker a cui alcune sedute piii tardi subentrava il Dr. Polli. II titolo che la società assuineva, era quello di Ces. Reg. Socielà d'agricollura nelle principóte Contee di Gorizia e Gradišča. Si passava finalmente in quella prima seduta a proporre al cesáreo regio consesso commerciale la pubblica promulgaztone di un Editto, con cui si rendeva noto essersi la Socielà costiluita, e si eccitavano gli agronomi e agricoltori pratici della Coutea di voler comunicare alla Società, o a qualche di lei inembro, sia a voce, sia per ¡serillo delle notizie, sperimenti, ritrovati, o piani di riforme riferibili a metodi di coltura che qui potessero introdursi. II restante di quel primo libro contiene i protocolli di seduta sino 7 marzo 1767. Si scorge da quelli che dei inembri sociali compariva ogni volta chi voleva alie tórnate, che tenevansi due volte al mese, ed era lecito ad ognuno di fare delle proposte ed entrare in discussioni, senza che vi fosse una qualche speciale deputazione. 11 governo assegnava alla Società a cuoprimento delle spese e di premi, 1' importo di fiorini quattrocento all'anno e gli Stati le avevano concesso per gli sperimenti agrarî il colle detto Raful verso l'obbligo di corrispondere ad essi ogni anno quattro soli fiorini in signum dominii. Non è nessuno fra i goriziani che non conosca questo bello ed esteso colle, posto ad oriente immediatamente presso la città, e tutti sanno quanta gara oggigiorno si manifesti fra i concorrenti, se si, presenta P occasione che qualche particella di vigna posta su quel colle sia in vendita ; ma le condizioni in quei tempi erano diverse, e in piíi sperimenti che gli Stati avevano tentato di venderlo, non vi fu chi avesse falla una qualche olïerta. La Società dunque lo accettô, ma nelPaccettarlo fece la riserva di poterlo retrodare agli Stali ogni volta che non trovasse più le sue convenienze di possederlo. E in fatti passava la Società agraria nel 1769 ail'acquisto di quel podere che presentemente tiene, e che prima aveva spcltato al soppresso ospitale delle donne. Molla operosilà si trova spiegala dalP allor naseente Socielà in qiiei primi anni, e noi ascriviamo a suo grau mérito quello, clie ella si melteva non solo in conlatto diretto col contadino, ma che anche parecchi contadini si lasciavano comparire aile sessioni, ammessi in qnalità di membri effettivi di quel consesso sociale. La Società avanzava ogni quadrimestre al consesso commerciale una informazione sulle sue operazioni, e provocava mediante quel canale dal governo disposizioni legislative sulle sue proposte. Fra le altre proposte vi erano anche di quelle che concernono la polizia agraria e le pene da infligersi per i f'urti di campagna ; noil è nessuno che 11011 conosca F importanza di una qualche disposizione più pronta e più efficace delle solite conlro un delitlo che mette alla disperazione gli agricollori, ma intanto nessuno approverebbe ai giorni nostri il rimedio eccessivo e barbaro che allora proponeva la Società. Ella proponeva che il reo di furto flfr la prima voila fosse relegato in Aquileja come luogo di ma! aria ; la seconda colla gli fosse tagliato 1111 orecchio, e la terza rolla gli fosse ampútalo il naso. Il modo di vedere era allora diverso di quello dei tempi noslri. Ollre le operazioni spuciali agrarie, la Socielà" prendeva sino a principio anche ingereiiza in affari che avevano qualche rapporto con le arli e con il commercio, ma dacchè veniva soppresso in Gorizia il consesso commerciale, le fu devoluta più direttamente taie incombeuza, ed ella assumeva perciô il titolo di Ces. Reg. Società di Agricoltura, arli e commercio delle principale Contee di Gorizia e Gradisca. Le disposizioni principali che si riferiscono ail'Agricoltura, aile arli e al commercio emanate in questo seeolo, prima e dopo l'esistenza della predetta i. r. Società agraria, sono : quella di Carlo VI del 1724 che concerne le coslruzioni di un filatojo di seta in Farra; — dello stesso sovrano il Regolamento boschivo 11 dicembre 1732 per riguardo al ta gli o dei Rover i. — Vendita di Maria Teresa fatta per diploma 20 febbraio 1745 per fiorini 26000 dei comunali di questa provincia. — 1746. Disposizioni per il ristauro per conto erariale del rastello sul fiume Isonzo al sito detto Straciz all' oggetto dello sguazzo delle legna — 1757. 27 gennaio. Regolamento fatto pubblicare dal commissario cesáreo conte di Harrsch per norma delle perizie. — sovrana patente 10 gennaio 1761 per 1'introduzione dell' ufficio tavolare in Gorizia. — Circolare 30 setiembre dello stesso ann.0 che ripete la proibizione d' introdurre vini veneli e prescrive la cautela dei certificati di provenienza. — 1763. Patente sovrana 6 agosto per 1' incremento della colima sérica e degli alberi tnori in questa provincia. — 1764. Governativa 22 setiembre, che concede il permesso a chiunque di poter piantare degli alberi mori sopra fondi comunali e camerali. — 1765. Rescrilto sovracitato di Maria Teresa 4 giuguo che accorda la fondazione delta Societd agraria. — 1766 7 maggio. Decreto di Maria Teresa per riineltere la negletta coltura del dislretto di, Aquileja, dietro il quale furono asciugati da circa dodicimila cainpi di paludo. — 1767. lnibizione ripetuta del consiglio capitaniale 1 1 maggio, di pascolare sopra fondi de' privati. — 1769. Sovrana patente 5 maggio sulla riparlizione dei puscoli comunali. — 1769 8 maggio. Desenlio sovrano per incoraggimento della coltieazione degli olivi nel goriziano. — 1770. Circolare capitaniale 14 agosto relativa alia coltivazione degli alberi mori. — 1771. Hisoluzione sovrana per la riduzioue dei giorni festivi considerati per il troppo gran numero, di pregiudizio alP agricoltura e all'industria. — 1772. Tálente 24 ottobre concernente le rabotte. — Poiche fra le premesse leggi vi é la sovrana patente di Maria Teresa del 5 maggio 1769, che concerne la riparlizione. dei beiii comunali fra i comunisli, e siccome il nostro Morelli non ne parla che leggermente di quella riparlizione nel Vol. 111. alia pagina 123, cosi per P importanza che quella sovrana disposizione lia avuto anche in tempi a noi vicini, crediamo utile di qui riportarla, ed é la seguente : !\'oi Maria Teresa per la Idilio Grazia Impera trice tie' Itouiani ecc. ccc. Annunziamo a tulti i fedelissimi nostri Vussali, abilanti e suddili di qualunque dignitá, stato, grado e condizione che si trotano nelle Ereditarie Nostre Provincie della Boernia ed Austria, ed alii quali pervertirá, questa nostra Patente, VIrnperiale Regia nostra grazia ed ogni bene, e facciamo a tulti sapere, quulmente abbiamo crédulo nostro dovere il pensare a mezzi stabili per efficacemente riparare all' epidemie bovine, che piu volte insorgono nelle ereditarie noslre Porvincie. E siccome verranno da Noi quanlo prima pubblicate le prescrizioni d'osservarsi nel caso d'ejfettiva epidemia, cosi abbiamo pure falto esaminare Vorigine d' onde specialmenle proceda un male cosipericoloso. Essendo dunque per opinione universale degli intelligenti stato conchiuso che tul male provenga dal callivo pascolo, che il besttame ritrova nelle Comugne, e dal frammischiamento, che cola succede tra gli animali sani ed ammalati; ed avendoci insegnata Vesperienza d'alcune noslre Provincie che mediante il miglioramento di simili fondi incolti coll'ajulo d'altri mezzi economici, il bestiame bovino pud provvedersi di nutrimento piú sano e piii sostanzioso • abbiamo slabilito rispetto a nostri sudditi, che non si trovano in grado di profiltare di tale vantaggio, oppure che avessero negletto un mezzo si salutare, di porre i primi in istalo, ed astringere gl¿ altri a promuovere il loro bene, a qual fine comandiamo. 1." Che in termine d'un atino, cio 'e dal di 1 Gennajo 17 70 sino tullo Dicembre dello stesso atino, in tulle le ereditarie nostre Provincie deW A. I. vengano dicisi nel modo -e maniera che in seguito sará determínalo, tullí i pascoli comunalí, sieno quesli posseduli, e usufrutlali dalle Comunitá in corpore, o únicamente da parlicolari in singulo, ovvero da proprietarj delle Ierre del rispetlivo distrelto di ciasckeduna Signoria e Giurisdizione, o Comunitá, con incarico che entro lo stesso termine delti comunalí dixisi vengano ripartiti a' sudditi a ragguaglio de' fondi che saranno da medesimi posseduli, di maniera pero che con tal riparlizione non s' abbia alcun riflesso a' sotlani, che non hanno Ierre in affilto, ne a que' parlicolari che avessero solamente Ierre che furono in passato comunalí, e che ora sono ridotte in coltura, dovendo r¿guardare tal riparlizione le solé Ierre, che sono riporlale nella perticazione per Ierre giá coltivale. 2.° La misura e riparlizione di quesli fondi comunalí nei dislretti delle nostre Contee di Gorizia e Gradišča dotrá effettuarsi con la modalilá sotlo desorilla, e coll1 intervento degli interéssati, da un Perito in arte, ossia Geómetra, che viene per tal fine nomínalo nella persona del Sig. Lorenzo Vicenlini, al quale dovrá ogni particolare possessore delle terre coltivale, a beneficio delli quali s' effelluerá tule riparlizione, pagare titulo mercedis k. 6 per ogni campo comunale ripartilo; se poi nelP alto delV operazione ritrovasse esso Geómetra qualche distrelto comunale, che non potesse assolutamente dividersi, dovrá il rnedesimo, 4 mesi avanti V espiro del termine prefisso adittare le circoslanze e dífficollá che si frappongono alia suddetta divisione al nostro Capitaniale Consiglio, al quale incomberá di provedere e di determinare l'opportuno. Dandosi il caso, che in un comunale d' estensione vi fosse molla, o parte della Ierra della pessima qualitá, sterile, e quasi impossibile di ridursi in coltura, dovrá il Geómetra nomínalo invigilare che il pezzo cattivo, quando ció fosse fattibile, venga riparlito col buono a tullí. Non potendosi forse cid effeltuare per la situazione, o per allro motivo, dovrá la qualitá catliva del Comunale essere r¿compénsala con la quantilá dello stesso proporzionala, facendo per sorte scegliere questo peizo di Comunale, acciocché fiessuno possa aggratarsi. Sard pure inco'mbenza d'csso Geómetra, terminóla Voperazione della divisione di de!lt fondi Comunali. di rassegnare al detto nostro CapHaniale Consiglio una circostanziata Tabella de' fondi ripartili sepdralamenle d' ogni distretto, affinche dal medesimo possa indi trasmettersi a chi s' aspetla per quell' uso, che rerrá in seguito determínalo. 3.° Toccante la modalila, con cui il nominato Geómetra dorrá procedere a tale ripa' tizione, ordiniamo clementissimamenle, che in tal operazione delta Perlicazione, debba il medesimo rilerare la quantitd della terra aratira, che ciascheduno possiede nel distretto d'ogni Comunilá, e cosi anche la quantitá de' fondi comunali esistenli nelT islesso distretto, in seguito di che dorrá assegnare a ciaschedun possessore quella quantitd di Comunule che con proporzione pud ripartirsi, ututo ríflesso all'eslensione di fondi comunali ed alia quantila della terra possedula. I possessori poi saranno lenuli di subrepartire a' loro Coloni la terra Comunale stalagli assegnata con proporzione pero a' campi da essi ad affitto, o in qualche allra guisa tenuti, incaricando i detli proprietorj a noil esigere da' loro coloni, né ora, ne mai alcun benché mínimo aggratio da tali fondi. Tale subrepartizione da eseguirsi da' rispettiti possessori de' fondi, dorrá tanto infallantemente seguire, entro il prescritlo termine d'un anno, quanlo che riletandosi che in tal termine non fosse statu eseguita, spirato il medesimo, si fura effettuare per via del nostro Capitaniale Consiglio da un Geómetra, espressamente da nominarsi, at quale il possessore negligente dotrá in poenam passare a rigore le spese del viaggio e le compelenti diete. 4.° É nostro espresso tolere e comando, che i fondi comunali ditisi e ripartili a' rispettiti possessori, e da' medesimi successitamente assegnali a' coloni, non possano in terun modo, in alcun tempo e sotto qualunque pretesto alienarsi, sollo propria responsabilitá di quel dato possessore, che atesse V ardire d' operare contro questo nostro serio ordine. Se mai pero si trovasse laluno che osasse alienare simile fondo, locche per altro non togliamo supporre, ordiniamo, che questo tal possessore ollre le pene da prescritersi ad arbitrio del nostro Capitaniale Consiglio, debba essere astretto di rilasciarlo con allra tanta terra di sua ragione da ridursi in prato: inlendendo espressamente, che resli solamente col presente concesso V usufrutto de' fondi stessi, salva la propriété a chi si nspetta. Nel caso pero che la propriété délia terra coltivata, alla quale è assegnato un rispetlivo pezzo di comunale, venisse venduta passasse con altro palto in allre mani, oppure che venisse ripresa dul proprietario al colono per farla lavorare in casa, il fondo Comunale assegnato a quella terra essendo talmente vincolato colla stessa, che per nessun immaginabile pretesto o motivo puà separarsi dovrà infallantemente passare colla terra a cui è assegnato, a quello che diverrà il possessore continuo o ad tempus délia terra stessa, e ciô senza alcun prezzo e slima. *) 5.° Se un proprietario pensasse per maggior suo utile di far lavorar in casa uno, o più terreni, che prima teneva in affilto, o alla meta con qualche individuo délia Comunità, quale con la presente divisione de' Comunali viene a godere quel pezzo di Comunale che sarà annesso e destínalo per quel tal terreno, e per cui viene a godere di quegli utili stessi, che quel tale individuo, come colono godera in comunitate, vogliamo e delerminiamo, che questo tal proprietario debba anche in a vv en ire portare i pesi ed aggravj che erano addossati a quelV individuo, e conseguentemente sia obbligalo a concorrere a tulle le prestazioni si reali che personali, che da quesla Comunità dovranno prestarsi. 6.° La proporcione dei pascoli comunali divisa e riparlila, dovrà ne' susseguenti due anni convertirsi in prati, specialmenle ne' luoghi umidi, oppure sopra, i medesimi seminarsi il trifoglio, che ad insinuazione d'ogni proprietario, in quanto sarà possibile verra nel primo anno somminislrato dalla Socielà d'agricoltura di Gorizia, da effelluarsi a senso delT islruzione da pubblicarsi, e ciô tanto infallantemente, quanto che dopo spiralo tal termine, nel caso, che taluno avesse meno efficacemente opéralo (quai trascurazione si farà da noi esaminare mediante un espressa Commissione), i renitenli e negligenti incorrerranno nella perdita délia loro porzione, la quale, o il valore délia quale verra impiegalo a pro de' più diligenli, 7." Per facilitare pero a nostri sudditi di quesle Conlee il modo di migliorare tali fondi, e per rendere agit stessi più utile la collura, permetliamo clementissimamente che ne' primi tre anni possa seminarsi ogni sorta di grani sopra de' medesimi, incaricando *) L'espericrza ha fitllo vcd.i'e (pernio poro fosse ítala osserva.'a quesla sovvaua disposai per aliro gli stessi sollo comminazione délia perdila del prodotto di npplicarsi alla Cassa délia noslra Commissionp di Polizia, a dovere non solo metiere a pralo tant" allra terra arativa di loro ragione, onde non tnanchi il necessario foraggio per sostenlamenlo degli animali, ma eziandio che spiralo il termine di tre anni, dehbano iiuo turne nie ridursi a pralo. 8." Chimique osasse molestare, o itnpedire taluno nel miglioramento délia sua porzione di. pascolo, o dei prati anco dei particolari con introdurre bestia me, o in qualunque allra guisa, dovrà per la prima tolla, ollre la rifusione de' danni condannarsi. alla pena di ftorini 12, d i dislribuirsi rnelà alla Cassa délia nostra Commissione délia Polizia, e i allra melà al dannificato, per 1:1 seconda tolla poi a rabottare in ferri per giorni 14 in figura di brazzente, e finalmente in caso d'ulterior trasgressione alla pena del Zucht/iaus per mesi tre, o allra pena corporale. Affinchè perô la ripartizione e separazione di detli fondi comunali migliorali, sopra dei quali indispensabilmente dete portarsi il suddito agricoltore per raccogliere i prodotli delPerba, de' grani e délia foglia degli alberi mori esistenti sopra detli comunali, non serva di preleslo per danneggiare il vidrio fondo altrui, e per rilrotare perciô motivi di rissa, e inconvenienti, incarichiamo il Geómetra destínalo alla ripartizione dei medesimi a dover formare le opportune s/rade di ingresso ed uscita, per dove il villano possa transitare co' suoi animali, e col Carro ; ordinando ad esso Geómetra di far meno strade che sia possibile, per non perdere mollo dislretto, e di farle in tal maniera, ove massime sono piantaggioni regolale di morí, che questi reslino a canto délia strada, affinchè senz' alcun danno del fondo possano sfogliarsi. Se pero ció eseguir non si potesse in ôgni dislretto, conte è credibile, e che i mori restassero entro il dislretlo assegnuto ad un particolare, vogliamo in tale caso, che il proprietario di tali alberi Mori volendosi servire per proprio uso degli stessi debbu farli sfogliare con meno danno che sia possibile, sertendosi per tal opera di quel villano al qnale è assegnato quel pezzo di cotnunale, ove esislono. Non volendo poi il proprietario di detli mori servirsi per proprio uso della foglia, comandiamo che sia lenulo a darla coetcris paribus a quel particolare al quale apparterrà quel pezzo di comunale, quale pure dovrà colla stessa massima preferirsi anche i'i caso d'alienazione di del/i alberi mori. 9." Insegnando Vesperienza, che la decadenza dell' agrie olíura, in queste nos tre Cantee particolarmente, provenga dalla scarsezza 13 de' pascoli, e maticama di foraggi, per cui non pud nutrirsi, c/ie poco numero cTanimalia, necessaria perd al lavoro ed alia cultura della terra, dimostrando la stessa esperienza, quanlo »proportionally sia il numero di prati in raggnuglio a campi arativi, e volendo Hoi ovviare a un tal inconveniente contrario al bene ed utility de' nostri sudditi, e nell' islesso tempo provvedere al necessario nutrimento degli animad anco in questo fraltempo deW ordinata migliorazione de' Comunali, confidiamo che ogni uno in suo particolare vorrà metiere a prato uno, o più Campi a proporzione della quantitá della Ierra coltivata, da seminarsi con trifoglio, erba medica, o altra seminazione deserviente al nutrimento degli animali, lusingandosi che nessuno sarà per ommettere un mezzo si salulare e si giovevole alia buona agricoltura, incaricando per tal effelto le Signorie, e Giurisdizioni, ed anco i proprietary stessi a dovere ridurre ed in ogni caso astringere i loro Coloni all'esecuzione del presente nostro Sovrano volere. Affinchè poi si provveda anco con altri mezzi a tendere più copioso il foraggio e vengano alletati i particolari alia- migliorazione de' loro prati, tanto necessarj per l' allievo di maggior numero di Bestiame, vogliamo clementissimamenle, che resti d'ora in poi proibito I'uso praticato di pascolare in comune ne tempi fin ora permessi, ne' prati anco de' particolari ; confidando pavimente, che gli stessi a tenore degli ordini già stati antecedentemente rilasciati dal nostro Capitaniale Consiglio con Circolari 21 Maggio 1767 e 4 Giugno 1769 vorranno migliorare nella maniera in detli Circolari suggerita, i prati medesimi, onde partecipare dell' imp ar tita esenzione, menlre in caso contrario si permetterà al vicirto più diligente, l' uso del pascolo per i suoi animali tantum in quel prato,' che non fosse stato miglioralo. 10.° Per pascolo delle pecore apparlenenti a nostri sudditi di Gorizia e Gradišča, vengono assegnati i luoghi più secchi e magri, a quai fine il Geómetra destínalo alla dívisione di detli fondi comunali dovrà ne' rispellivi distretti d'ogni Comunità lasciare una proporzionata quantitá di comunale secco e magro, a ragguaglio della quantitá di pecore di ciascun luogo, onde serva alie rnedesime di pascolo ; proibendo per altro le poste e l'accettazione di pecore estere condotte da sudditi, o da esteri, sia in propriété o alia meta sotto pena della pignorazione d'essere reluita verso k. 7. per ogni animale grosso, e k. 3 per ogni animale minuto in beneficio del pignorante nel termine di giorni 8, quale spiralo potranno Iiberamente incantarsi a beneficio del proprietario del fondo, sopra del quale fuvono pignórate. Riguardo poi alie pecore dei suddili, che stanno tullo Panno nei piano, in riflesso alVaumento della copia delle lañe genlili ad uso del commercio e de' lanificj introdolti, o d'introdursi nelle cilla o nelle Cantee,si permette ad ogni particolare Puso delpascolo nei rispeltivi suoi beni come pure nelle strade pubbliclie, o rivait se ve ne fossero, ordinando che detle pecore di qualunque sorte ed ■ appartenenti a chi si sia non possano condursi al pascolo nelle j bruide, orli, siti chiusi, campi seminati, e piantate intermedie ai campi slessi, oppure ne' luoghi ove fossero, olivari, argini e volte di fvumi, che servono per riparo alie acque in pena al contraffacente deli' asporto, e perdita delle pecore stesse : restando perallro assolutamente proibilo ad ogn' uno di poler pascolare gli animait grossi sopra il terreno deslinato per pascolo delle pecore, sotto la sopramentovata pena di pignorazione d' incorrere loties quoties. 11.° Ció nonostante permettiamo, che i pascoli comunali nei luoghi monluosi, nelle allure ossieno planine, le quali in altra guisa non possono usufrutluarsi, restino ulteriormente indivisi con le precauzioni pero, che verranno prescritte nei nuovo Registro concediente il bestiame. 12.° Ordiniamo perciù a tutti i Signori e Giurisdicenli di quesle nostre Conlee, a quali sarà opportunamente ed a tempo intimata Ï operazioue della riparlizione eseguita dal nominato Geómetra, di dovere dopo 1'espiro del te) mine prescritto a tal divisione entro il corso di sei seltimane, e cosi pure deWallro assegnato pel miglioramento delle rispetlive porzioni comunali, relazionare al nostro Capitaniale Consiglio sotto pena di fi. 100 da pagarsi ex proprio a mani della Cassa di Polizia, mediante una Tabella stampata (che ad ognuno d'essi verra a tule oggetto trasmessa) il modo con cui si ilprimo che il secondo punto sarà stalo eseguito. 13.° Affinche pero nessuno dubilar possa, che V única mira sia d'aggravar i fondi comunali migliorali, dichiariamo per Noi, e per i Nostri successori, che tutti i fondi comunali pel corso d'anni 10 da principiarsi dal termine prescritto alia migliorazione, non verranno aggravait più di quello che anualmente già sono secondo la consuetudine di ciascheduna Provincia ; commettiamo in seguito a tutti e singoli i Signori e Giurisdicenli e proprietarj esistenti in queste Contee di dovere con tullo zelo insistere sopra V esecuzione del presente Sovrano nostro volere, con promoverlo da canto loro con ogni efficacia, e di non permettere sollo la loro responsabilità jmj6 rote ed agulllk'ie personate che da alcuno renga contra /fa tto, con incarico di risolutamente insistere, acciocche i contrajj'attori e contumaci vengano senza minimo riguardo puniti con le prescritle pene, e ciid solto la pena della Sovrana nostra indignazione e altri severi risentimenti. Data nella Nostra citla Capitale di Gorizia il di 5 Maggio 1769. ENRICO CO. D. AUERSPERG. Ad mandatum Sacrae Caesareae Regiae Majestatis in Consilio Capitaneali unitorurri Principatuuni Goritiae et Gradiscae Comitatum. Secretarius DE FILIPPUSI. Leggi posteriori che si riferiscono a cose agrarie, sono : 1778. Circolare 12 settembre clie proibisce lo spruzzare le viti e lordare le uve con calce o col fango. — 1781. Sovrana Patente 1 settembre sul nesso di sudditela, che determina il modo, secondo il quale sono da trattarsi le vertenze fra i sudditi prediali e i loro padroni. — 1796. Decreto áulico 7 luglio ordinativo che nei casi di vendita di decitne, debba essere sempre preferilo chi la corrisponde. — 1798. Normativa 12 maggio, concernente la proibizione di pascolare sui fondi altrui (Collez, polit.) — Decreto del consiglio capitaniale della stessa data, (pure in detla collezione), sui furti e sui danni di campagna nelle Contee di Gorizia e Gradisca. Industria e traffico Vol. III. pag. 128. Berichè già a tempi dell'arciduca Carlo di Stiria (1564-1590), vi fosse stalo un qualche movimento nelF industria e nelle arti, e fossero state prese sino d' allora alcune disposizioni per ridurre praticabili le strade, per tanto le cure sue non proseguite in tempi posteriori, fecero in gran parle perdere il frutto che da quel movimento doveva attendersi. La condizione della nostra Contea doveva considerarsi ancor sempre cattiva, perché rozze ancora le arti, l'industria inceppata e priva del sussidio del commercio ; le strade per lo più non ruotabili a segno che le spedizioni ed i trasporti dovevano farsi per lo più sopra scliiena di cavullo : vi si aggiunga a quesle cause d'isolamenlo linche quella della rivalilà e della poca simpatía che regnava in quei tempi fra provincia e provincia, vi si aggíunga il fatto che Vadriatico era ¡aleramente ¡u potere dei Veneziani, che quindi il nostro litorale era sempre hloccato o occupato da essi, e si ponga mente alie condizioni ristrettive e proibitive fra PAustria e la repubblica, anche lungo il confine in Friuli, e potra da tutto ció spiegarsi fácilmente iu che slato P industria e il traflico dovessero trovarsi. Presso che il solo ramo di specolazione che allora reslava aperto, si riduceva ad affari d'usura e uell" intercettare frumento e altri grani per venderlo a tempi più opportuui. Solamente nel regno di Carlo VI si apri una nuova era in ogni rapporto commerciale ed industríale, e le tu^ disposizioni prese da lui furono con energía e con intelligenz-j proseguite dai degni suoi successori Maria Teresa e Giuseppe II. Sul riflesso della inolta importanza che nel secolo XVIII ha avulo qui principalmente P industria sérica sarebbe forse stato a proposilo di riportare la Risoluzione sorrana di Maria Teresa del 24 aprile 1756 che qui in Gorizia istiluiva un magistrato commerciale per lar prosperare questo ramo d'industria nelle riunite Conlee. A quella vi va unita I' istruzione speciale del 10 maggio dello stesso anno per il magistrato, la quale prescrive delle rególe da osservarsi in riguardo alie manifatlure di seta, e detla anche le norme per il fila tojo di Farra, ma siccoine P istruzione è assai estesa e occuperebbe troppe pagine di queste semplici nostre note, ci limiteremo qui di dare di quelle un solo sunto sommario. Annunzia dunque la predetta sovrana risoluzione che, avendo S. SI. per aumentar e rnighorare nelle unite Contee di Gorizia e Gradišča le manifatlure, produzione e fabbriche delle sete, trovato necessario di erigere un espresso Magistrato dipendente únicamente dal di lei supremo commercial Diretlorio, aveva nominato come Preside di quello, il fu capitano di Gradišča ed amministratore di Gorizia Sig. Antonio Barone De Fin, attesa la di lui cognizione in occasione di simili manifatlure per il corso di più anni acquistata. Venivano poi con la stessa sovrana risoluzione nominati come assessori del delto Magistrato Carlo Giuseppe Lang, che aveva Pispezione del Filatojo di Farra, nonchè P ispezione demaniale in Gradišča, i due già arrendatori di delto Filatojo Giuseppe Periello e Domenico Segalla-, il giudice e Rettore di Gorizia Francesco Gironcoli, e il negoziante Giovanni Degiorgi. Veniva nominato in qualità di attuario il dottor Giovanni Polli, ollre un caneellista, e si trasmetteva al delto magistrat« commerciale mediante il supremo Direttorio commerciale P istruzione corrispondeiite. Spiegava poi P istruzioue ora menzionata, essere il motivo che aveva indotlo S. M. a islituire quel Magislrato appunto P ¡mportanza del setificio: che per corrispondere a questa importanza, erasi alcuni aniii a dietro fatto erigere con grave dispendio il filatojo eruriale in Farra; che mediante la concessione di privilegí eransi invítate persone industrial! estere, e che erasi usato ogni altro mezzo per accrescere un commercio si vanlaggioso. Avere ció pertanto mostrato l'esperíenza che non si possa senza una sorveglianza special« giungere ad oltenere perfezione nè nella produzione della seta, nè in quella dei drappi, ed è perció che veniva istituito quelP apposito Magislrato, a cui veniva ingiunto: 1) di aver cura che sia piantata gran quantité di alberi mori, e che sia regolata la produzione delle sete da principio al fine; 2) di procurarsi mediante corrispondenza le norme dietro le quali iu ció si regolavano le cilla le piü mercantil! delP Italia, della Francia e deWInghillerra ; 3J d'insinuare ció che potrebbe influiré sulP incremento delle manifatture; 4) di procedere coi debiti riguardi nel regolare le manifatture per non inliuiorire e inettcre in confusione gli industriali ; 5) che il Magislrato debba unirsi almeno una volta in ogni settimana, e sentire le parti, le quali avessero qualche cosa a proporre, e nel caso di difference fra i producenli e lavoranli, dovesse deciderle in via sommaria. 6) Viene coiiferita generalmente ad esso Magislrato la facoltà di rimediare, e sommariaments decidere lutto quello che si riferisce alie manifatture ; 7) deve formtfrsi in ogni anno una statistic» sulla prodHzione della seta, rilevando quanta seta e galetta sia stala prodolta nelle Contee, sul Carso, a Trieste e Fiume. 8) Vengono rilasciati ordini appositi a tutte le Islanze, perché prestiño mano alie ricerche del Preside del Magistrato. 9) In ogni anno dovrà il Magislrato avanzare al supremo Direttorio commerciale un prospetto sui prezzi stabiliti per le sete. 10) JNello stabilire tai prezzi converrà riflettere se devono essere fissati durante la galetta, oppure piii tardi, e ció per il principal motivo che stabiliudo prontamente un prezzo alquanto mite, la galetta non vada vendersi nello stato *) Dalla biografia dello sloiiografo TVTorelli rompilala da noi, e preposla alia presente edizione della sna istoria, consta che non essendo col mezzo della corrispondenza il Magistrato Commctciale riuscito a oltenere le informazioni bramale, veniva ad esso Cario de Morelli allora consiglieri, dalo T incarico di viaggiare e visitare le cilla mariltime c piü commerciali deJI'ltalia e della Francia, ció ch'egli esegui negli anni 1706 e ]7^7. cénelo. 11) Due mesi prima del solilo, sono obbligati i Irattori di gela a insinuare al delto magislrato il numero dei fomelli che-iolendono di altivare, e ne dovranno atlendere il permesso. 12) garanno da nominara i uno, o píii ispettori dal corpo del Magistrato per invigilare sulla traltura della seta; a nessuu traltore é permesso d¡ acquistare, sollo la pena di fiorini 50 piii di libbre mille di galelta per ogni fornello, a motivo che quelle non si guastino col tenerle piii a lungo senza svoglierle, ció che renderebbe la seta ineno perfelta. 13) Gli induslriali avranno cnra di provvedere i loro-fomelli di buone maestre, alie quali saranno tenuli di daré gli attestati sulla loro abilitá, né potra prendiera una maestra sproveduta di ¡iltestato. 14) Dovranno i trattori al principio dell'opera portare una mostra della seta. 15) E proibito a chiuuque non sia perito in arte di poter tirare neppure la galelta di propria produzione. 16) Si dice in quest' articolo, che essendo 1' annua produzione media nelle due Contee fra le treílla e Irentacinque mila libbre di seta cruda, sia necessario di pronto sinaltimenlo della stessa, sul riflesso che molti induslriali v' impiegano eapitali non proprl, ma capitali presi a mutuo verso interesse. i 7) Viene stabilita la preferenza del cesáreo regio Filatojo di Farra nelPacquisto della galelta, ma poiché 18) il delto ñlatojo per allora non era in stalo di lavorare piü di libbre 7500 Orsoglio, e 10000 di Trama, e gli altri filatoj a mano non erano in caso di lavorare piii di libbre 2000 á'Orsoglio e libbre 6000 di Trama, dunque in tullo non piü di venlicinque mila libbre di seta, si ordina al Magislrato di esaminare come sia da rimediare a ció, onde la seta non debba essere spedita a torcersi ai filatoj in stato estero. 19) Si ordina che la galelta prodotta in Gorizia, Trieste e Fiume sia tirata a trama e (fuella di Gradisca e Cormons ad Orsoglio. 20) Si prescrive che ai manifatluristi sia data ogni anno una nota di questa seta e sia falta lavorare nell' imp. reg. filatojo. 21) S'inculca al Magislrato la vigilanza sopra la maestranza si del filatojo che delle allre manifatture, e si vuole che vi venga impiegata gente del paese. 22) Si chiede che il Magistrato informi se sia espediente di far bollare i drappi, e si vuole che sia avanzato in ogni anno un prospetlo sulla quantitá e qualitá dei drappi col nome dei rispettivi maeslri al Direltorio commerciale. 23) É da proporsi il modo come ritrovar maeslri idonei per tutti i lavori serici, specialmente per coloriré e lavorare dietro disegni delfultimo gusto. 24) Si affida alia pratica del Preside ogni allro suggerimento, con ordine di sfuggire ogni motivo di attrito cogli altri decasteri, e di esatninare in pieno Magistrato tullo ció die si riferisce allé incoiiiltenze di cui si traita. Dopo aver il Morelli paríalo del commercio e delle fabbriclie di sela, passa a, discorrere a pag. 156 dell'industria artiera e cita le fabbriclie di cera, ili cuoj, di tela, di vetri e di carta; ('ultima cartiera che si costruiva ai tempi dello storiografo, fu quella still' Isonzo a Podgora già conte Thurn, ora spettante alla famiglia Ascoli la quale veniva eretta dietro permesso ottenuto Fauno 1789. ¡Non essendosi poi in nessun altro Iuogo fatta menzione delle lipografie introdolte in Gorizia nel secolo XVUI, troviamo glusto di far qui memoria, che due ne furono attivate, la prima dal Veneziano Giuseppe Tommasini, la quale iutitolavasi a principio arcivescovite ed aveva anche caratteri greci ed orientali : questa veniva aperta li 4 gennajo 1754. Succedeva al padre Giuseppe, il figlio Giacomo Tommasini nel 1777, il quale vi uni anche una slamperia tedesca, e, morto questi, troviamo che le slainpe sortivano nel 1802 sollo il noma di eredi Tommasini. Vultra tipografía fu qui traspórtala da Civ.dale da Valerio de Valerj nel 1773. Fra le cose pubblicate coi suni tipi, troviamo una Gazzetla Goriziana, foglio settimanale, che principia col di 30 giugno 1774, e va sino al 20 giugno 1776, cosiccliè precede di data all' Osservatore tries/irlo. La dita della stamperia cainbiavasi nel 1785 in quella di Valerio de Valerj e figli., e nelF anno 1798 in quella di Fralelli de Valerj. Costumi e pubblica educazione. Sotto qualche punto di vista non è senza interesse il confronto che fa il Morelli, Volume III pag. 139 e 14 0, fra i costumi degli abitan ti della nostra Contea nel décimo oltavo e i costumi. di quesli nei preceduti secoli ; pero in quanto a noi, dobhiamo confessare che non sapremtno sottoscrivere alia preferenza ch'egli si sforza di dure alie costumanze vecchie. Lo sappiamo ancor noi che maie si misurerebbero i gradi di felicita degli uomini dai maggiori o miuori coinodi o dal raffinamento degli agi di cui godono, e nessuno put) assumersi l'impegno di mostrare che i tempi di civillà fossero scevri da inconveniente Ogni secolo lia il suo lato dritlo e il suo lato rocescio, ma quando già si è disposti di fare un confronto, bisogna essere giusti, e non si deve, come ci sembra che qui fa il Morelli, mostrare il lato sinislro del secolo décimo ottavo, per confrontarlo col solo lato dritlo dei secoli preceduti. Se prima del secolo XVII si contentavano i nostri padri di avere nelle loro case il pavimento di mattonato, se erano contenti (|j avere le porte con assi mal connesse, fermate con roz/.i chiavistelli, e ferrate corne ai ternpi di Tubalcain, se nelle loro stanze si contentavano di ricevere una debolissimu luce per finestre mal chiuse e a traverso vetri tondi di diámetro piccolissimo, se per garanlirsi dall' intemperie, la maggior parte degli abitanti era costrelta tenere I' invernó tutto il giorno lo scaldino fra le mani, e fare la sera le sue conversazioni presso il focolajo in cucina, non sarà nessuno che possa biasimarli, e ancora meno se si osserva, che, anche volendo, sarebbe stato difficile di far meglio nello stalo qui presso di noi di assoluta dejezione dette arti. Non vediamo pero ncppure motivo di portar censura sugli abitanti del secolo susseguito, se quesli, profitlando délie arti migliorate, si sono procurati coinodi inaggiori, se (pag. 139) hanno fatto che i mattoni dessero tuogo aile assi ed i caminí alie stufe, se cuoprendo di stucchi il cielo dette stanza, e rendendo più grandi porte e finestre, levarono quel tetro che ai tempi del noslro storiografo ancora incontravasi in alcune vecchie abitazioni. Non sono da approvarsi gli eslrenv, e sono da biasimarsi qnelli, che per vanilà e per ostenlazione spingono la smania del lusso oltre i confini prescritti dai proprl mezzi, ma non quelli che enlro questi liniiti ne fanno uso. La suscettibililà di perfezionamento nelle arti, come in ogni altro ramo d'intelligenza, non fu data da Dio agli uomini senza motivo, egli è perciô giusto che tutti ne * approfiltino. Ma lasciamo a parte queste circostanze addotte dal Morclli, le quali a parere noslro nulla concludono sulla preferenza, e vediamo se quesla è giustificata in altri rapporti. Non si ha motivo di restare assai edificati se si legge che in quei tempi i notai per rogare i loro atti avevano il loro studio ordinario alV osteria, e se si legge che le cause trattavansi presso le giurisdizioni in gran parte post prandium, se si riflette ció che ci dice il Morelli, che gli uomini, lasciate le incombenze di famiglia alie donne, menavano per lo più una vita oziosa, e non si occupavano che délia caccia. Ci narra il Morelli Vol. I. pag. 191 i puntigli di preminenza, di gelosia, fantasmi d' ignoranza e di orgoglio che allora insorgevano di continuo non solo fra persone dello stesso stato, ma ancora fra lo stalo nobile e quello dei citladini, e ci riporla ¡vi a pag. 172 il rimprovero, che fa 1'arciduca Cario alia Contea sulla cattica educazione, che qui riceveva singolannente la giovenlù nobile, abbandonala alie prave inclinazioni da cui dice che nascecano infiniIi liligi, dissensioni, disordini, scandali, che canducevano inlere famiglie in eslerminio. Nello stesso primo 13* Volume, ina più che più nel Volume seconda, ci parla il Morelli dei frequenti delitti di sangue che qui si coinmeltevano , e a pag. 190 cita un rapporto del capitano di Poma, con cui propone la proibizione delle armi per occasione che in quella seltimana ne furono ammazzati tre, e sogg inge essere urgente una tale misura, perché vengono commessi una quantitá di delitti, e se non si risolve nel proposto, il contado di Gorizia diverrà un bosco di Aravano. — Né allora a migliori condizioni si trovava la Contea per rapporto alla condolta del clero, di cui il Morelli nel Volume I pagina 257, ne dà una assai svantaggiosa pitlura. Si lascia poi qui da parte P osservazione . che non puô neppur reggere un confronto fra I'industria di quei tempi coiragricoltura, commercio ed industria dei tempi posteriori sotlo Carlo VI e Maria Teresa, cosicchè sotto ogni aspetto devono ritenersi come inigliorate di molto le condizioni della Contea, ed è forza di riconoscere la preferenza delle costumanze, rese già più civili nel secolo decimoottavo. Prima che fosse interamente compiuto il teatro (chiamato teatro Bandeu), di cui si parla nel Vol. 111. pag. 140, rileviamo da un libretto stampato, dedicato al presidente dell1 Intendenza commerciale co. Antonio di Rabatta, che nella primavera del 1740 si rappresentava il dramma Siface nella pubblica sala del palazzo. Subito dopo, cioè nella stessa primavera 1740 veniva rappresentato nel suddetto nuoto Teatro PArsace, dramma in música, nel quale cantavano Anna Cosiini e Catarina Bassi, entrambe virtuose della duchessa di Parma. 11 libretto pure stampato, è dedicato a Wenceslao Carlo co. di Purgstall, che allora era ces. luogotenenle di Gorizia. Più altre commedie annunziate da successivi libretti mostrano P operosità di quel teatro, il quale indi dopo quaranta anni, ebbe la disgrazia di essere distrutto dalle Piamme nel mese di marzo 1779. In poca distanza risorgeva sotto miglior forma 1 'alíñale Teatro sociale Panno 1782. Per quello concerne la società letteraria di cui il Morelli fa pure cenno nel detto III. Vol. a pag. 143, era questa l'Accademia degli arcadi romano-sonziaci. A certo Giuseppe Colletti, nativo tosca no ma che poi era stato militare austríaco, è dovuto il suggerimento di erigere quest'accademia in Gorizia, della quale furono promotori il co. Guidobaldo Cobenzl e Raimando co. della Torre. Mostra un catalogo pubblicato coi tipi Tommasini nel 1783, che questa colonia arcadica romana veniva fondala in Gorizia nel di 8 agosto 1780, e noi faremo palesi qui i sedici meinbri fondatori ponendo a canto i nomi arcadici anche i nomi corrispondenti di famiglia. 1780. 8 agosto. Eurimonte Epidaurico, Guido co. di Cobenzl — Filoresio Eleoneo, il co. Raimondo della Torre. — Pilomene Nisseo (censore) Luigi Torriano di Spessa — Licindro Coroneo, abate Germánico Torriano. — Everisco Plateo (Provicecustode) DIarzio co. Strasoldo Villanova — Libanio Crissanteo, co. Rudolfo Coronini — Bebisco Medoneo, Alessandro bar. De Fin. — Ardelio Salaminio, conté Guido Torriano di Spessa. — Filomello Tirinzio, Gio. Paolo bar. Radieucig. — Celindo Egineo, Lodotico de Benigni. — Rovillo Trezenio, Gius. de Brignoli. — Nerisco Acaico, Ant. de Radieucig. — Adamastore Ermioneo , (censore) Carlo Morelli di Schónfeld (¡1 nostro storiografo). — Vespillo Eteoneo, Austríaco de Wassermann. — Archigene Beozio, ¡I Prevosto metropolit. Pietro Antonio barone Codelli. — Coribante Tebanico, Giuseppe de Coletti. Seguono dopo questi in detlo catalogo i Pastori e le Pastorelle della suddetta colonia arcade, secondo il tempo della loro ammissione, e troviamo sotto il di 8 settembre registrato il quinto fra questi con il nome arcade di Lesbonico Pegasio, il noto abate don Lorenzo da Ponte — il sesto sotto il nome di Filisto Alcioneo il doltor in legge Antonio Comini, — P ottavo sotto il nome di Ipparco Calistonio, Giuseppe Barzellini, e cosi via di seguito, non essendo nostra intenzione di qui proseguire il detlo catalogo. Bensi, giacche abbiamo menzionato Lorenzo da Ponte di cui si banno alcune produzioni poetiche fatte durante il suo soggiorno qui in Gorizia, il quale poi aveva in seguito acquistata qualclie celebritá, ed erasi misurato col Casti fra i concorrenti al posto di poeta cesáreo, ne diremo qui di lui due parole. Era Lorenzo da Ponte nato israelita in Ceneda nei 1749, e poi falto caltolico studio in seminario e prese gli ordini sacri, scrisse ancor giovine sul strano tema: Se le leggi civil i sono ulili o nocevoli alia societá, per cui fatlogli di ció un carico, veniva esiliato dal Tribunale veneto degl' inquisitori di stato. Colpito da tale sentenza giungeva egli esule in Gorizia nella primavera del 1779 all'occasione appunto cbe qui si annunciava la pace fírmala in Tesclien fra 1'Austria e la Prussia li 13 inaggio 1779. Ció gli suggeriva 1'idea di coinporre prontamente un Ode, intitolata: Le gare degli uccelli, stampata a Gorizia coi tipi del Tominasini. L' ode veniva dal da Ponte dedicata al conté Guido di Cobenzl padre del ees. ministro Gio. Filippo che aveva fírmala quella pace. Gli valse quell' ode la prolezione del nostro conté Cobenzl, e la stima della nobillá goriziana, e quindi é che nei mentre godeva di quest'asilo nei 1779 e 1780, componeva piü altre poesie, fra le quali qui citeremo il capriccio poema eroico pubblicato con i tipi del Valerj nel 1780, e J¡| Iraduzione in versi ilaliani dei Fas ti goriziani del conté Rudolfo Coroníni, slampato lo stesso anno col testo latino a fronte. Partito da Gorizia, si recava a Dresda , ma non trovandosi ivi secondulo dalla fortuna veniva a Vienna, ove ebbe buona accoglienza. Morlo il Melastasio celebre poeta cesáreo, fu uno fra gli aspiranti a r|uel poslo, ma il Casti fu preferito, lasciaudo al nostro I)a Ponte qtiello di poela degP imperiali Tealri con l'annuo stipeudio di inille e duecento liorini. Nel 1790 mancato di vita I" imperatore Giuseppe, Leopoldo nulla volle piü sapere di avere a servizio dei poeti, sicché il Da Ponte, abbandonata Vienna, si recava a Trieste, dove trovó bastante l'avore, ma ivi, stravaganle com'egli era, s" ínvaghi nel 1792 di un donzclla inglese, con la quale ando a vivere in Inghilterra. In Ingbilterra ebbe il Da Ponte una serie di strane vicende, e ando a terminare che, ridottosi alia miseria, e, fuggita la sua Nancy a Nuova York, dovette risolversi egli puré di seguirla in America, ove dopo una vita eslremainenle agítala, cbíudeva alia fine i suoi giorni nelP anno 1838, nell'elá di anni 90. Sembra che le classi migliori goriziane, benehé esigenli in paese, affettassero simpatía speciale e accarezzassero i foreslieri, cosicché oltre il Coletti che aveva militato da semplice soldato, e ollre al poeta da Ponte, troviamo in questo secolo anche altre persone che avevano ricevula córtese accoglienza. Le memorie che si hanno sulla vita di Cario Goldoni, resosi poi celebre come scrittore di Commedie, ci moslrano, che nato egli in Venezia nel 1707, ni!' eta sua di 16 anni aveva ottenuta una piazza franca presso Puniversitá di Pavia, ove erasi recalo per istudiare le Ieggi. Per una inordace salira che fece conlro i pavesi e in cui metteva in caltiva luce anche i costumi della gioventü femminile di quella cilla, egli veniva espulso e coslretto abbandonare queir universitá; si recava a Udine col padre che ivi esercitava medicina. II giovine Goldoni fece delle conoscenze anche in Udine ed ebbe ivi presto delle avventure amorose per le quali fu costretto rifuggiarsi a Gorizia. Si combinava che il padre aveva in Gorizia appunto in cura il generale conté Lantieri, allora comandante delle truppe imperiali nella Carniola e nel Friuli austríaco. Nel seguito di questo generale vi si recavano i Goldoni padre e figlio piü volle al castello di Vipacco. Raccontano le memorie come ivi il conté Lantieri avesse un teatro di marionette, sul quale il Goldoni esegui: „Lo sternuto di Ercole" farsa burlesca del Martelli. II giovine Goldoni che fraltanto si ritrovava spesso a Horm«, poneva l'uccasione di quel soggiorno a profitto per fare col segretario del generale conte Laiitieri un viaggio per la Corniola e per la Sliria. Da Gratz passava poi nella Corintia e da quella ritornava per il Friuli e per Aquileja, Trieste, Gradišča e Gorizia a Vipacco. Krasi frattanto il conte Lantieri rislabililo, e il medico Goldoni dopo essere stato generosamente compénsalo, si recava assieme col figlio per la via di Palmauova a Cliioggia. Fra quelli che vennero poi far mostra di sè a Gorizia, lu pure Giacomo Casanova, abale, famigerato ciurinadore, il quale, dopo essere stato segretario del cardinale Aquaviva, poi alliere nelle truppe venete, indi suonator di violino, cabalista ecc. erasi acquistato qualcbe celebrilà dalla circostanza che la repubblica veneta Faveva fatto porre agli arresli dei piornbi-, egli riusci di fuggire da quelli, e scrisse Fopuscolo suo : Histoire da ma fuite des prisons de la republique de Venise, qu1 on appelle les plombs, stainpato a Praga nel 1788. Durante il tempo che si trovava in Gorizia nel 1773 soggiornava in parte nel castello di Spessa, e nelle memorie su quel suo soggiorno descrive P originalità e le stravanganze del conte Luigi Torriano proprietario di quel castello che l'ospitava. Dacchè in Gorizia era stato levato il governo, e che una parte dei membri dovette trasferirsi a Trieste, principió a languire in Gorizia anche la colonia, cosicchè veniva traspórtala la sua sede in Trieste, e andô ivi a terminare con la consegna che fu fatta per titolo di dono della biblioteca al coinune di Trieste. Aveva questa biblioteca nelPatto della consegna 2375 opere, ossia 4965 volumi. Non fa poi il Morelli menzione alcuna di un altra Società, che è quella istituita li 21 febbraio 1779 coli'occasione che si trovava a Gorizia Ferdinando re delle due Sicilie. A questa veniva dato il titolo di Società dei cavalieri di Diana caccialrice., e il re stesso veniva nomínalo gran maestro. Fra i detli cavalierí trovavansi Guido co. di Cobenzl, Marzio co. di Strasoldo, i due fratelli Luigi e Guido conti Torriani di Spessa, Federico conte Lanthieri, Austríaco di Wassermann, Antonio doit, de Rodelli, ed altri. II culto a Diana, pero fu ugualmente che quello ad Appollo di breve durata, poichè ambe le società morivano ancor gíovini di morte naturale. Le associazioni ai Casini e le loro rególe entrano a far parte delle costumanze degli abitanti, ed è perció che noi faremo qui menzione di quelle che sotto il titolo di leggi del Casino di Gorizia si trovano stampate in Gorizia nel 1795 appresso Valerio de Valerj e figli. Si desume dai primi due articoli, che il Casino era nel palazzo cosí delto di s. Croce, allora spettante al sig. conte Cristiano Atteins e che ora è di proprietà délia famiglia de Ritter. Non tuiij indistintamente i nobili, neppure patrizî potevano aspirare a díveníre membri di quel Casino, ma solamente quellí, le di cui l'amíglíe contavano un patrícíato almeno di venlicinque auni. L'anima corrisponsioue era fissata per ogiii associato a florini vend. Aveva questa nobilu Società lie presidenti e due eensori : il primo dei presidenti doveva essere concambiato alla fine dell'anno con un altro, e cosí di anuo ¡n auno, ¡n maniera che dovessero restar sempre alla direzione due presidenti veccbi ed un niiovo. Ai censorí era afliduta la cassa, I' incarico di provvedere le carie da giuoco, cera ed altro. Nelle. consulte dovevano le dame ¡nscritte l'arsi rappresentare mediante un procuratore : ma se già glí staluti erano esigenti sulle condizioni degli associati mascbí, lo furono anche più in riguardo alie femmine, giacchè I' articolo IX dichiara che le mogli ñute da famiglie non nobili, benchè accasale con persone nobili e capad, non saranno ammesse alie conversazioni, o a qualunque altro traltenimento del casino, e cosi pure benchè nate dame, capaci di casino, se si mari tino con persone incapace di casino, per legge fondamentale restaño escluse. Mu ritorniamo al Morelli. Alia pagina 144 del detto 111. Volume, ci narra il noslro autore il modo come venissero organizzate le scuole dopo lo scioglimento dei gesuili, e parla nella susseguenle pagina 145 dei padri delle scuole pie, che dice introdolti in Gorizia dielro il progelto falto nel 1779 dal capitano della provincia Francesco Adamo co. di Lamberg. Una memoria di quei tempi ci fa conoscere, che le due sovrane risoluzioni di María Teresa dell'8 gennaio e 25 marzo 1780 dispoiievauo, che le scuole si normuli che le latine, e cosi le scuole filosofiche in Gorizia fossero affidate, principiando dal prossimo aulunno ai detli padri scolopí. Dice la stessa memoria che in consegueiiza di tale disposizione giungevano qui in dicembre di quel!' anno nella casa di fondazione Verdembergica sedici scolopí col loro superiore e primo rettore del collegio P. Ermanno Heinrich. Di questi, due assunsero 1' iusegnamento della filosofía e matemalica, uno veniva destínalo ad essere prefelto, e cinque ad essere maestri delle scuole latine, uno fungeva come catechista, cinque come uniestri delle scuole normali, ed uno era direttore delle medesime. La solennítá per 1'apertura delle scuole sí celebrava il di 14 diceinbre 1780 con intervento anche del príncipe arcivescovo co. Edling. La gioventü che frequentava le scuole in quel primo anno, era di oltre seicento scolari. Capiiolo quarto. Rendite del principe ed amminislrazione di pubblica economia. (Vol. III. da pag. 148 a 191.) Ben i camerali del principe. Quel Giovanni Zerniz, di eni il Jlorelli fa menzione a pagina 149, noi lo troviamo nell'anno 1724 come agente incaricato dalla Compagnia Orientale di Trieste allorclie si trattava di una visita commissionale dei boschi erariali inesivamente a risoluzione aulica 5 aprile di quell'anno. La compagnia Orientale aveva ottenuto da Carlo VI la concessione di estrarre da questi boschi il legname che le fosse stato necessario per le sue costruzioni navali. Da una specifica si raccoglie che erano stati giä estratti allora dal solo bosco Panovitz 1607 tronchi per conto di quella compagnia: altre 4 jone e otto altri tronchi erano stali adoprati al ristauro del ponte Isonzo, 12 tronchi per il filalojo di Farra, 4 per il ristauro del ponte di Rwbbia, 8 per quello di Ranziano e 6 per quello di Merna. Per farsi poi un idea sull'estensione dei boschi camerali, dei quali il Morelh parla, servirä il conoscere ch'essi sono: a) il bosco, la maggior parle d i quercie, detto Panovitz, di jugeri 674 klaft. 476 sulla strada poslale di Vienna enlro il pomerio della cilia mezz'ora circa distante da Gorizia ; b) il cosi detto bosco grande ossia bosco di Tarnova. Questo bosco per la maggior parte di faggi, e distante nella sua vicinanza maggiore tre, e nella sua maggiore distant cinque ore da Gorizia, misura in lutto in estensione jugeri 17026, klaft. 785; c) il bosco del Sabolino che forma il pendio Orientale del cosi detto monte di s. Valentino. II bosco Sabolino di legname misto, e pošto entro i confini del comune di s. Mauro alia sponda destra dell' Isonzo ed ha un estensione di jugeri 329, klaft. 330; d) il bosco detto Loch distante mezz'ora circa dal Panovitz ed un ora circa da Gorizia, e posto sul Liach e si cstende sino ai confini del comune di Vogrisca. Noi non ne conosciamo 1' estensione, ma nella detla memoria del 1724 e detto che quantunque assai maltraltato, vi conteneva ancora circa settemila alberi che avrebbero potuto servire a costruzione navale, e si accenna che erano stati frattanto assegnati a tale uopo alia compagnia orientate 448 alberi. Noi ommelteremo di parlare qui degli allri bosclii erariali np| teuimento di Tribussa, ove già esisteva per prívala impresa u ^ fabbrica di vetri, e di quelli nel dislretlo capitaniale di Pietz, ej altrove, e i boschi nella Contea di Gradišča, chiamati Sacil, Bando ecc. confinante ai comuni s. Gervasio e Carlins, che uniti avevano un cstensione di circa 1380 campi. Un contralto di rinovata locazione di data Gradišča 23 febbrajo 1738 ci fa conoscere, che spettava allora al sovrano Demanio il diritto di pesca nei fiumi Anfora, Natissa e Padovano nel dislretlo di Aquileja. Concedevasi col detto Contralto fírmalo del conte Enrico di Orzon, che ivi s'intitola signor di Savogna e Russiz, intimo consiglíere di stato, sopraintendenle alia razza di Lippiza, capitano di Pietz e vicedoinino di Lubiatia, a cerlo Francesco Popolini per sei allri anni la pesca delle ostrighe nell'Anfora verso la corrisponsione dell'annuo aflitto di flor. 121, e inoltre la pesca del pesce e delle ostrighe nei fiumi Nalissa e Padovano per allri annui fior. 22. II conte Orzon assumeva per conto dell'erario Fobbligo di far geltare ogni anno nell'Anfora dodicjmila ostrighini, i quali dovevano essere levati nel territorio veneto, o altrove, ma non dal Hume Anfora, affinchè ivi la pescagione delle ostrighe non venga ad esaurirsi. Ollre la firma originale del conte Orzon, vi è pur quella di Pietro Antonio Morelli di Schöufeld (padre del nostro storiografo), il quale aveva F impiego di questore ossia pagatore di Gradišča. Feudi. Volume III. pagina 155. Nel sistema di Governo che reggeva nel medio evo, avevano avulo i feudi la più alta iinportanza e devono considerarse come la pietra fondamentale di quel sistema, poichè nelle mani dei feudatari era riposta la vila e F esistenza del governo. Gli elletti di quel sistema forse in nessun luogo si mostravano cosi espliciti che nel governo debole dei nostri patriarchi, allorchè ebbero dominio: i vassali anche di secondo rango ubbidivano quando volevano, ma quando non trovavano più il loro conto, erano pronti ad invocare I'assistenza o della repubblica veneta, o dei trevigiani, e si collegavano a danno dei patriarchi col conte di Gorizia, o coi signori da Camino. Noi vediaino anche i signori di Dtiino professarsi, secondo che lo cliiedeva il loro interesse, ora vassali del patriarca, e ora dei Conti di Gorizia, e ncppure i registri della camera patriarcale, nè il cosí detto Tesoro aquilejese ci olfrono una chiara nozione dei corpi feudali soggetti ai patriarchi, e pare che sino a principio il nesso si basasse più sopra certe presunzioni, di quello che sopra inventar! regolati che precisassero gli enti feudali. Dopo che ¡ sovrani ¡mpararono a conoscere qiianto sia meglio d¡ reggere lo slato da sè, e quanto sia più vantaggioso il trarre profilto dalla fora, dalla capacita e dall'industria delPititera popolazione, la feudalità spari, e perdendo il suo signifícalo político e strategico originario, acquislô una fisonomía tulla diversa e nuova, che per il solo camerale lia in casi assai rari una qualche finanziaria importando. Nessuna meraviglia perciô, se la ruggine del tempo che ha corrosa la natura e l'essenza délia feudalità, ne ha aumentata anche l'illiquidilà ed incertezza a segno, che il nostro scriltore e consiglíere JIorelli, henchè di ahilità distinta, confessa e dichiara egli slesso la somma diflicoltà di cliiarire una materia negletta e divenuta coll' andaré del tempo sempre più oscura. Estimi delle terre. Yol. III. pag. 160. Intorno la commissione ¡ncarica_ta alla misurazione e stima delle terre nel 1751, troviamo registrata presso il notajo e perito Dragogna la seguente memoria: Nel di 2 maggio 1751 arriva in Gorizia il Sarone Bechin de Laschan come supremo direttore della rettificazione da farsi nella Contea di Gorizia e Gradišča. Il personale che componeva questa commissione prestava il suo giuramento nel di 26 giugno, e nel di 6 luglio fu dato principio ai lavori in campagna. essendosi incominciato dalla decania del Zengraf (Grafenberg). Questo è 1" opéralo che chiamasi Teresiano, ossia Catasta di vecchia perlicazione, il quale a malgrado la sua originaría imperfezíone serve tutlavia ancor sempre come base alie operazioni tavolari. Nelle memorie che ci lia lasciate I' abate Segala si trova un sunto su questo vecchio operah) dal quale si rileva, che secondo quella incompleta misurazione risultava un estensione = Nella Contea di Gorizia di cauipi 178,654 3 1 e nella Cantea di Gradišča di campi 65,489 • 1 • 1, e perciô assieme una superficie di campi 244,144. — 2, descritti in 194 operazioni, e formanti numeri, ossia particelle 122,424. Di queste terre principiarono le Contee a pagare nel 1762 per contribuzionale l'importo di fior. 60,000, ed in separato fiorini 15,000 per domestícale ; quindi assieme l'annua somma di fior. 75,000 II contribuzionale era misurato nella ragione del 15, e il domestícale in ragione del 31/2 per cento sulla rendita che si formava in base del 6 p. % sul valore attribuito aile realità ; ció importava car. 54 di contribuzionale e car. 13% di domestícale per ogni fiorini cento, valor capitale di stima, che corrispondevá al 18 ®/4 per cento sulla rendita. Nel resto è da notarsi che il domestícale veniva 14 pagato dai soli possidenti non nobili, e che i possidenti nobilí ne andavano esenti, cosicché la diversilá di condizione, costiluiva una diversitá nell' obbligo del pagamento. Dietro i ragguagli lasciatici dallo stesso Segala che corrispondouo a quelli notati nei detto cataslo, si vede a che inite ragguaglio eransi in quelP occasione calcolati i generi per servire di base a quell' opéralo. II frumento per modo d' csempio al pesinale misura di Canale (che corrisponde a hoccalj 18) era valutato a car. 44, la segala car. 29, Torso non pílalo a car. 22, il panizzo o miglio a car. 20, 1' arena, saraceno e spella a car. 18, la ribolla Poma (misura di 72 boccali) flor. 2 car. 24, il vino bianco flor. 2 car. 12, e il vino ñero Torna a fior. 2. Per quello concerne l'operazione del Catasto sotto Giuseppe II, che chiamasi Giuseppina, o anche 1llore/liana, fu a quella dato principio in seguito all' istruzione qui pubhlicata li 20 aprile 1785; anche questa porta P impronta della troppa celeritá con che si precipitava il lavoro. Lo storiografo Morelli essendo egli stesso stato il direllore supremo di quel lavoro, non si saprebbe trovare persona piü competente di lui a dame ragguaglio, come di fatti ce lo da in modo assai circostanziato nella pagina 165 e seguenti del suo III. Volume, e quindi ci dispensa di allre osservazioni dopo un ragguaglio cosi esauriente. Sussidt, d a z í e pubbliche gráveme. Volume III. pag. 184. Anche intorno a questi sussidi, dazí e gravezze del secolo XVIII ci da il Morelli un ragguaglio distinto e circostanziato, e noi non abbiamo da aggiungere a questo chc qualche particolaritá regístrala nelle memorie conlemporanee della famiglia Dragogna e ció puré solamente in mérito ai tumulti dei montanari del distretto di Tolmino, e di quelli del Carso, che suscilarono al principio del secolo sotto il pretesto appunto delP introduzione di alcuní dazi. II Morelli non tocca che leggermente questo avvenimento alia pag. 187. Meltono dunque le meinorie del Dragogna che nell'anno 1713 a prelesto del dazio del sale e delle carni si sollevavano i contadini di Tolmino, cui si associavano quelli di Chiapovano, Tribussa, Baisenza e di quei contorni. Nei di 28 marzo arrivarono tre e piii mille di questi contadini in Gorizia, demolirono la casa delP appaltatore Bandeu e poi assediarono il castello, cosicché il capitano, che fu allora il conté Giovanni Cobenzl si vide costretto di venire a patti, e a lasciar liberi i complici loro compagni, che poco prima ecano stati arrestati. Narra indi la memoria che ai 4 mes» di maggio, i contadini del Carso, (jiielli delta Piuca e di altri luoglii, abbracciarono Poccasione di quei t h unit ' i [»er insistere presso e Signorie rispettive, che fossero loro eStradati i vecchi urbarí, in cui era regístralo 1' obbligo delle loro preslazioni censitiche. Teinendosi sempre tumulti maggiori, vennero spcditi dei soldati da Gradišča, i tjuali si portarouo, e piantarono olio pezzi di cannone sulla piazza Traunich in Gorizia. Nel di 5 giugno poi arrivava un corpo di cinquecento croati, del (junio numero una parte veniva spedila a Reifenberg. Proseguono le stesse memorie a raccontarci che partiti (da Gorizia alia lor deslinazione) per la maggior parte quei croati, giungevano invece cinquecento cmquanta uomini del reggimento ungherese Aistergal per la strada dell' Uzhidraga (dalla parte di s. Pielro) a Gorizia, Ira i quali erano cento granatieri. Nel di 30 giugno veniva condolto prigioniere dai croati Stefano M a ràs a cui nel di 1 luglio seguirono altri sette Tohninoti (pure arrestati), finalmente troviamo sotto il 18 aprile regístrala la memoria essere stata intimata la sentenza a Giovanni Gradnich, giovine di anni 26 capo ribelle nella sollevazíoue di Tolmina, e di altri suoi Ire compagni, Gregorio Cobau, Lorenzo Cragl e Martino Munich, i quali tutti furono indi giustiziati sulla piazza Traunich il di 30 aprile 1714. Essi furono decapitati e squarluti, e furono inoltre conliscati i loro beni. Nel giorno seguenle 21 aprile venivano ugualmente giustiziati altri quatlro TalminoU che la memoria non nomina, e finalmente nel di 23 venivano giustiziati gli ultimi tre, che furono Mattia Podgornich, Andrea Lacainer e Valentino Lapagna. Parlando poi il Dragogna poco dopo del dazio del Tabocak dice, che queslo veniva dato in arrenda a Francesco Antonio de Neiuizhofen di s. Croce, e a Giuseppe Periello napolitano per annui flor. ventiotlo mila e ció per tulla la provincia del Cragno, per Fiume, Trieste, come pure per Gorizia e Gradišča. Cosi troviamo pure in una collezione di leggi di Carlo VI un documento in tedesco con cui si concede per tre anni a Davide Luzzatto il diritto di percepire nelle Contee di Gorizia e Gradišča il dazio sulla vendita della carta (^apietîSltifublag) e a Giacomo Körpf, e a Pietro Neida simul et in solidum pure per tre anni il diritto di percepire il dazio sui libri e sulle stamp e (33íí(t)cv tint 2)vu(faet)i9luff(blag) in queste Contee. Da ció si vede che a risparinio d' impiegati amministrativi era sistema allora di cedere silfalti dazi e gabelle ad appalto. CapitoSo qiiarto. Governo ecclesiastico nella Contea di Gorizia. (Vol. III. pag. 200 sino al fine.) Del patriarca di Aquileju. Dobbiamo avvertire, che in qiieste nostre Note ed aijgiunle veniva stampalo a pag. 148 per errore il 1659 come anno della promozione di Dionisio Delfino al patriarcato, quando deve leggersí invece 1' anno 1699. Correggendo perció quell'errore diremo che nel secolo XVII non altri prelati fur.ono nella serie dei patriurchi aquilejesi che due soli, cioé: , 1699. Dionisio Delfino che aveva avuto come primo suo coadiutore Marco Gradenigo, e trasferito questi alia sede vescovile di Verona, divenne suo coadiutore cum spe successionis, Daniele Delfino. Dionisio Delfino moriva li 13 agosto 1734, e a questi succedeva 1734. Daniele cardinale Dellino predetto, nomínalo al patriarcato con bolla pontificia 13 agosto 1734. Ggli é T ultimo nella lunga serie dei patriarchi di Aquileja, poiché di quell' il lustre patriarcato seguiva la canónica soppressione nelTanno 1751 come si dirá nel. prossimo articolo. • In quanto all'esercizio della giurisdizione patriarcale nelle Contee di Gorizia e Gradisca, e in tullo il restante della diócesi nelle terre poste sollo il dominio austríaco, era quella cessata assai prima, ed era stala affidata al Nunzio apostolico di Vienna, il quale la faceva esercitare per lo piii mediante i vescoví di Trieste o di Pedena, come noi 1' abbiam falto constare alie pag. 130 e 148 di queste Osservazioni. —'II Morelli poi ci parla in questo Volume III. alia pag. 202 di una bolla di papa Clemente XII, rilasciata sulle istanze deir imperatore Cario VI, con cui il nunzio residente in Vienna veniva autorizzato di conferire al vescovo di Lubiana 1' autorita di esercitare la giurisdizione episcopale nella diócesi della chiesa di Aquileja, che si estendeva a parte iinperii, ma dice non esistervi traccia che i vescoví di Lubiana 1' avessero di fallí esercitata. Se durante il regno dell' imperatore Cario VI avevano í vescovi di Lubiana una tale delegazione, non lo sapiamo diré, ma bene ci consta che il nostro Giovanni T autsch er stato párroco e arcidiacono di Gorizia, divenuto poi vescovo di Lubiana era stato delegato dal nunzio apostólico alia visita della diócesi nella parte austriaca nel 1582, come ció si scorge dalle segutnli letlere tratte dai libri capitolari di Aquileja : Prima leltera del vescovo Tautscher al capitolo. (Ex actis Capituli Aquilejensis ad an. 1582 pag. 32 tergo.) R. R. devotis churissimis in Christo salutem et obsequiosum uostraeque benecolentiae Studium. Cum Ulustriss. et Reverendissimus Dominus Sanctissimi Domini Nostri Gregorii l'apae XIII Nuntius cum potestate leguti de Latere ad serenissimum Dominum Arciducem Austriae Dominum Carolum missus, nobis quondam Commissionis suae potius Apostolicae visitationis provincium nuper demandaverit in cujus expeditionem accingimur Aquilejum Deo volente, crastina die iter nostrum persecuturi; ne id Dominationes Vestías later et, praesentibus eas reddere tolumus cerhores, quos etium op time valere cupimus. Datum Goriliae die XIII mensis Marlii anno 1582 ~ Vester m Domino Joannes Kpiscopus l>abacensis a tergo. Reverendis, devotis, sincere nohis dilectis D. D. Decano et Canonicis almae Ecclesiae Aquilejensis, amicis nostris singularibus = Aquilejae. Sopra questa Iettera si legge data nello stesso giorno la seguente risposta : Reterendissime in Christo Puter Domine observandissime salutem plurimain et serviliorum nostrorum studiosam commendationem. Certiores nos fácil Dominatio Vestí a Recerendissima, se cum mandato Reverendissimi Legati a Latere apud Serenissimum principan Carolum crastina die hue accessurum, tamquam Visi tato rem eleclum Itujus Ecclesiae sanclae. Quare dicimus quod gratus eril nobis adventus Dominationis Vesicae Renerendissimae et vicissim in quibuscunque polerimus servire et gratificare, cognoscat nos promplissimos. Quas Deus etc. Datum Aquilejae XIII mensis Martii 1582 Dominationis Vestrae Reve.mae sludiosi Decanus, Canonici et Capitulus S. Ecclesiae Aquilejensis. a tergo. Reverendísimo D. Joanni Episcopo Labacensi, Serenissimi Principis Caroli Archiducis Austriae Consiliario, Nostro observandissimo. Goritiae. Seconda Iettera. Gratiam Christi, et sinceram benevolentiam Reverendis Devotis Dilectis in Domino plurimam. Accepimus lilleras RR. DD. VV. quibus nobis responderunt adtenlum nostrum sibi grutuiu fore. Cum autem nos Interim alia quaedam ardua, et seria negotia adcoceiu et visitationern propositara in aliud tempus magis cemmodum diferrl cogamnr, cupimus nos excúsalos, nostramque operam vicissim commendalam haberi. Datum Ooritiae die XV rnensis Martii 1580 Veslrarum Dorninationum in Domino Joannes Kpiscopu.« Imbacensi* a tergo. Devotis, Dilectis in Christo fralríbus Dominis Decano, Canonicis et Capitulo S. Ecclesiae Aquilejensis, amicis suis optimis. Su questa seconda lettera fu la risposta la seguente : Reverendissime in Christo Pater plurirnum observande. Proximis Iiis litteris Reverendissimae Dorninationis Vestrae certiores facti sumus, quod arduis et seriis negoliis impedita in aliud magis commodum tempus visitationein hujus sanclae Ecclesiae diferre coacta fuerit. Quare etsi mandatis upostolicis, et llluslrissimi ac Reverendissimi Patriarchue Pastoris et Dornini nostri voluntati libentissimc obtemperare parati era mus, tarnen ad praesens excusationem Reverendissimae Dorninationis Vestrae accipimus, id etiam praesentirn sciere cupientes, quemlibel autliorilale apostólica, adjuncla volúntate llluslrissimi nostri Patriarchue ad nos missutn, ad laudern Dei et exaltationem sanclae Ecclesiae, cultusque Dei augmeutum laeto animo nos accepluros. Interim Reverendissirnam Dominationem bene in Christo valere cupimus, cui plurirnum nos commendamus. Dalum Aquilejae XVII mensis Martii anno 1582. Dorninationis Veslrae Reverendissimae Decanus, Canonici et Capitulus S. Ecclesiae Aquilejensis. tergo. Reverendísimo Domino Joanni Episcopo Labacensi, serenissimi Principis Caroli Archiducis Austriae Consiliario, Nostro observandissimo. Goritiae. Soppressione del patriarcato di Aquileja, ed erezione dell'arcivescovato di Gorizia. Deploriamo sinceramente, e cliiunque lia seuso patrio deplorar (leve con noi le cause che indussero ßenedetto XIV a ricorrere al rimedio cosí estremo, quale si fu la soppressione di un patriarcato cotanto illustre, e che per tanti seioli formato aveva la gloria della nostra Aquileja, e del h'riuli. Siamo per l'altra parte giusti, e riconosciamo clie giá Pinfelice guerra del patriarca duca di Tech nel 1420, e la susscguita transazione del suo successore Mezzarota nel 1445, sebbene in apparenza non togliessero ai patriarchi che ií solo dominio temporale, non poterono non esercilare anche influenza sinistra e rendere dillicile assai l'esercizio del potere spiriluale, se si considera che lullochè fosse bipartita la diócesi, una sola parte, cioè la repubbliea veneta, non solo prelendeva di avere. ma esercilava di falli il diritlo esclusivo di nominare i patriarchi. L' annosa quercia del patriarcato ebbe qui ml i sino dal 1420 quella potente scossa, che Pattaccô nelle radici, e d'iillora impoi non ebbe per lo piii che un esistenza precaria nelle purli della diócesi che non erano venete. Il Morelli cita in più luoghi memorie della chiesa di Aqnileja, ma siccoine su quella, e specialmente intorno alia vertenza che concerne la soppressione di quel celebre patriarcato parecchie memorie e discussion! vi esistono ; noi fareino qui menzione di alcuni manuscritti da noi veduti e consultât!'. In quanto ai giudiz! che si trovano proferiti in alcune di queste memorie, non dobbiamo meravigliarsi se essi sono divergenli ed anzi per lo più opposti, provenendo da persone di diverso partito, e pariendo ciascuno da premesse diverse. Una di queste memorie che forma un Volume manuscritto contiene la collezione delle cose dette e scritte per lo più da persone fuvorevoli agli interessi della repubbliea veneta ; ella è inscritta De rebus uquilejensibus e contiene pure il carteggio del patriarca Dellino con Benedelto XIV, nonchè le proteste più volte ripetute dal primo e dalla repubbliea contro la nomina del vicario e contro la soppressione. Di grande interesse è la lettera di Benedetto XIV, scritta in termini alquanto forti al patriarca Daniele cardinale Delfino li 30 agosto 1749 sul proposito della protesta contro 1'istituzione del Vicariato apostolico in Gorizia, che allora era ancora in progetto ; questa lettera ■nostra meglio degli altri scritti il vero punto della vertenza. Con tutto ció prova il processo verbale tenutosi dai Canonici congregati in Aquileja li 15 agosto 1750, essersi quelli, con eccezione del Capello, Lanlieri ed Edling, formalmente ricusati di prestare obbedienza ai susseguenti due brevi pontifie! del 29 novembre 1749 e 27 giugno 1750. Un secondo manuscritto lia il titolo : Collectio eorum quae circa Patriarcatum aquilejensem in ejus suppressione acta sunt, duorumque arcliiepiscopatuum Ulinensis ac Goritiensis erectio. I discorsi e le dissertaçioni in questo sono scritte in senso precisamente opposto a quelle contenute nella collezione precedente, e quindi favorevole ail' Austria. I document! poi che si riferiscono all'istituzioiie del vicariato ed alla soppressione del patriarcato sono gl! stessi che quelli riportati nelle prime memorie, e di più sono le bolle pontiíicie che concernono l'erezione dei due nuovi arcivescovali. Un lerzo manoscritto è intitolato : Memoria e documenli circa la soppressione del Patriarcato di Aquileja, tralti dal libro delle deliberazioni, segnato col num. XXIV; contiene pure i pareri cliiesti dal de Rubeis, dal Ballerini e di altri ecc., sulle differeuze aquilejesi di quei tempi ; finalmente La quarta raccolta pure manuscritta, che abbiamo avuto l'opportunità di vedere e di consultare, è quella che si conserva nell'archivio della curia arcivescovile in Gorizia; questa è del 1755, e porta nel suo frontespizio 1' inscrizione : Raccolta di Bolle, Brevi, lettere, ed altre annotazioni concernenti il principio della fondazione deW arcivescovado di Gorizia. Contiene questa raccolta in parte i carteggî e le memorie stesse riportate nelle tre collezioni prccedenti, ma oltre di quelle vi si Irovano inserite alcune memorie e documenti particolari di cui giova qui fare menzione, perché interessano la nostra storia spéciale. Una di queste concerne Pincremento considerevole, che il beuemerilo e generoso Agostino Codelli dava nel 1747 alla originaria fondazione del vescovado allora ancora in progelto, dedicando a ció un capitale di oltre fiorini quarantamda, di più un palazzo anche ammobigliato per la resideriza, con l'ampia tenuta dell" orlo e della vigna attigua e con la cappella. La seconda, compresa dallo stesso documento, è quella che concerne la fondazione contemporánea di una Prepositura e di due Canonicati presso il futuro vescovato, per dota Jone dei quali egli ivi dedicava un altro Capitale di quarantamila fiorini; finalmente il terzo documento è quello dell* anno 1766, allorchè l'arcivescovado già esisteva: con questo concedeva Maria Teresa al primo arcivescovo Carlo Michele conte d'Attems non meno che a tutti i fuluri successori in detto arcivescovado di Gorizia, il titolo e grado di Principi del Sacro Romano impero. Alia pag. 149 di queste nostre annotazioni ed aggiunte abbiamo dato il testamento di Vito Gullin goriziano, protonotaro, párroco di Hensperg nella Stiria, e da quello si scorge ch'egli dedicava la sua facoltà per la fondazione ed erezione di un futuro sperato vescovado di Gorizia sotto il titolo di s. Vito. Siccome egli conosceva che la facoltà delP annua rendita di fiorini duemila circa che lasciava, era troppo tenue per corrispondere alio scopo a cui la destinava, e per Paîtra parte siccome prevedeva, che poteva passnre ancora lungo tempo prima che si ottenesse la concessioue del vescovado, voile che le annue rendite andassero di anno in anno sempre più ad ingrandire il capitale di fondazione, sino a che il vescovado fosse attivato. Per il solo caso poi che insorgessero difficoltà tali che togliessero- ogni speranza a otlenere in Gorizia il predelto yescovado, voile il testatore, jM questo solo caso, che la sua fondazione sia convertita in un beneficio geinplice di una cappella da erigersi nella parocchiale di Gorizia Hfjuahnente sollo l'invocazione di s. Vito, al di cui patronato nominava la famiglia di sua sorella Dorotea Spira. llorlo il testatore don Vito Gullin, la detta sorella Dorotea Spira e suo llarito, anziehe farsi serupolo di dare esatto adeinpimento alla volonlà del fratello e cognato, rivolsero le loro mire piuttosto al modo, come traire prontamente da quella facoltà un qualche utile per la propria famiglia. Si rivolsero essi quindi al nunzio apostolico cardinale Tañara a Yienna, e riportarono da lui la dichiarazione, che non essendovi speranza per il vescovado, la cappella sotto il titolo di s. Vito dovesse essere subito attivata. La cappella stessa veniva poi conferita a don Vito Vincenzo Spira, Figlio dei supplicanti, e cosi fu che, consúmate le rendite di'anno in anno, resto delusa la volontà del testatore in quella parte che concerne I' aumento, e il capitale di fondazione trovavasi nei 1747 ancora sempre nell1 insufficiente suo stato primitivo. Le cose si trovavano nell'esposto modo, allorchè nei 1747 le cristiane premure del generoso Agostillo Codelli facevano sparire ogni difficoltà dal lato della sufficienza della dotazione, poicliè questi sponlaneo veniva ad olfrirsi di voler dedicare all' uopo una parte considerevole delle sue sostanze. Meglio di quello che non lo potremmo fare noi porta, queslo esiinio tratto di pia generosità nella sua vera luce, il sovrano Rescritto di Maria Teresa del 8 novembre 1747, che è il seguente: Vus Marin Tlieresia lMvina favente dementia Romanoruin Inipcratrix, fierinaniae, Hiing-ariae ecc. Honorabili, Nobili el Fideli, Nobis dilecto Augustino Codelli de Fahnenfeldt, graliam Nostram Cesareo-Regiam, alque Archiducalem, et onine bonum. Sublimae Regiae et Arcluducali dignitali, Omnipotentis nuta, ac Providentia Nobis demandatae, magnopere convenit. Nosque pro innata Nobis dementia omnino propensae sumus, tum subditos, tum fideles nos/ros, quorum potissime id virtus, et industria merentur, quovis loco, et tempore singularibus, ac honorißeis liberalitatibus, et benevolenliae Nostrae signis decorare, majorem tarnen non immerito ralionem eorum, qiu Natalium honestamenlo, vitae, morumque integritate, aliisque egregiis animi dotibus, zelo erga orthodoxam Religionem, fldei, et de vol tout erga Nos, et Augusta m Dornum Nostram conjunctis. 14* alios, untecelluni, seque coetei-is magis commendalos reddunt habetulatn esse arbilramur, ut hi gralam meritorum, ac laborum svorutn experiantur agnitionem, alii vero illorum exemplo ducli, tel admoniti ad paria honoris, el gloriae capessendae praemia bene merendi Iramiteni alacriter conscendant. Consideranles itaque Augustine Codeiii de Fahnenfeldt diuturna, fideliaque, belli pacisque temporibus Serenissimis Praedecessoribus Nostris praestila servilia, sed etiam, quae Tu ipse Nobis, et Augustae Domus Nostrae Austriacae insigni Progenitorum tuorum exemplo indefesse, ac conslanler, simulque te dignum exhibuisti, qui a Colendissimi Gemtoris Nostri Caroli Sexti Caesareo— Regia Dlajestate, atque dilectione piissimae recordationis jam turn vigesima quarta Martii Anno millesimo seplingentesimo trigesimo quarto variis Caesariis gratiis, atque immunitatilms condecoratus fueris, unde ad ulteriora vir tut is tuae conamina, et ad edendum insigne pielatis tuae protolypon allectus in Reipublicae Christianae commodam, Fideique orthodoxae magnum incrementum, inque nominis tui nobile juxta ac perenne memnosynon , erectione Ecclesiae Parochialis Goritiensis in Calhedralem, seu Sedem Episcopalem tanto zelo curasti, ut fundationem Gullinianam pro Episcopatu Goritiae erigendo dudum destinatam, bis inille florenoruin redditus annuos tarnen Torte lion attingentem, ad redditionem talis summae annuae redueere oinnino decreveris, ac insuper ex tuis quadriginta millium t'lorenorum rhenensium capitalem summam, cum Palatio tuo in urbe Goritiae sito, supeliectili decenter instructo, cumque horto, vinea et s a c e 11 o adjacentibus magnifice dedicasti, ita ut ex hoc capilali conjunclo cum fructibus Gulliniani beneßcii Anlistiti Goritiensi annis singulis in fixo quatuor florenorum mill i a, detracto omni prorsus onere, quod alias ex fundalione Gulliniana persohendum districte praecipilur, sit obventura, El praeterea pro inibi pariter stabiliendo Capitulo Cathedrali in supplemenlum memorati Gulliniani beneficii per Nostrum Rescriptum inter bona Episcopalium prorentuum incorporati, pro fundanda Praepositura, aliam summam capitalem quadraginta millium florenorum, ex qua mille floreni a n n u i pro compelenti et honorißca sustentatione Praepositi desertire possint, et ressidui mille floreni pro erigendis d u o b u s Canonicatibus (quorum unus in subsidium Beneßciati Gulliniani in casu estincti, alter vero ad collationem, sen disposilionem Nostrum dessignabitur) quemadmodum expediens fore judicavimus, liberaliter, ut ex authografo fundationali tuo luculenter, et punctatim constat donasti. Nobis istanter supplicasti, quatenus Nos mos dictas lúas pías fundationes in protectionem Nostram Regiam clementer suscipere ad earum con suma tionem assensum Nostrum praebere, et ralißcationem Pontificiam Romae procurari facere; Jus autem I'atronatus, quoad Episcopalum in Nos, el Successores Nostros Regnantes Archiduces Austríacos acceptare: Capituli Cafhedralis erectionem vero cum Curia Romana concertare, el ex addendis pro Nostro arbitrio fundís congruis ad effectum perducere dignaremur. His sane, pluribusque de Causis le omnino dignum judicavimus, quem pro pía hac lúa Deo grata intentione specialibus gratiis, Juribus, atque praerogalivis, quae Ubi tuisque posleris perpetuo honori, atque Dignitati existerent, ornandum, condecorandumque susciperemus, ac proinde officiosis luis tolis, et praecibus Nos pro oblinendo Jure I'atronatus, seu praesentandi personas hábiles Austríacas non solum ad praedictam Praeposituram Goritiensem, sed et ad Parochiam Nostram Archiducalem in Dominio tuo, seu Baronía Mossa, concedendaque confirmatione omnium privilegiorum, Jurium, atque immunitatum, quibus tanquam Palritius Nobilis in Carinthia, Camiotia, Comitatuque Goritiensi, quam, et Dominus in Mossa, una cum omnibus perlinentiis gaudes humillime exorasli, clementer annuere roluimus. Ex certa itaque scientia Nostra animo bene delibéralo, deque Ces. Regia , atque Archiducalis Nostrae potestatis plenitudine, acceptato supradicto Jure Palronatus quoad Episcopatum, acceptatis etiam antedictis luis fundationibus, et aere ad eas destínalo, suscepta panier in Nos procuratione assensus, et ratifications Pontificiae, prout tibi per aliud quoque Rescriplum Nostrum sub hodierno dato nuntiamus Ubi memorato Augustino Codelli de Fahnenfeldt petilam graliam facultatem, Jus, et authoritatem concessimus, contulimus, el elargiti sumus, prouti vigore hujus Nos tri Caesareo-Regii Diplomatiis concedimus, conferimus, et elargimur, ut memorato Jure Palronatus, seu praesentandi personas hábiles Austríacas Regnanti gratas, et ad anlediciam Praeposituram Goritiensem pro te, et luis Descendentibus tnasculis, ita ut his deficientibus, Jus Patronatus ad Serenissimam Dornum Nostram decolvatur, gaudere idque pro quotis casu legitimae tacantiae, observatis tamen observandis, libere exercere possis, et valeas. Pariter ex praememorata authorítdte Nostra in te, tuosque Descendentes Másenlos Jus Patronatus, seu praesentandi ad Parochiam Archiducalem in Mossa, quod Nobis Augustaeque Domui Nostrae hucusque competebal, transferiríais, pleno que Jure tibi, tuisque conferimus, et elargimur, dumodo quotis racationis tempore talis Ordinario legitimo seu Antistiti luco, aut eique in spiritualibus Vicario Generali praesentetur persona Austríaca Nobis grata, quae Beneficii hujus digna sit, omnique vilio, aut exceptione careat sicque pruesentata, el accept ala haberi possil, et debeat. Demum ul ulterius in te Augustine Codelli de Falinenfeldt propensionis Nostrae exlet Documentum, ex praefata authoritute Nostra Caesareo-Regia, atque Archiducali tibi antedicto, omnibusque liberis,et descendentibus luis legitimis omnia privilegia. Jura,exemptiones, immumtutes, et praerogatiras, tarn personales, quam reales, quibus tanquam Patrilius Nobilis in Carinthia, Carniolia, et 'Gorilla, item Dominas in Mossa cum omnibus privileges , ac juribus, quae Praedecessoribus hujus Dominii, et Baroniae Mossaviensis, Dominis proprietariis ex Jure, aut privilegio competebant, et adjudícala fuere per Praedecessores Nostros, et Domus Austriacae Caesares, el Archiduces ex bonis, et Dominiis luis in praenominatis Provinciis sitis, item fundis, et domibus a defunclo Patruo tuo jure haereditario, aut aliunde legitimo titulo comparalis, hucusque imperlurbale gaudes, omnino quantum de Jure, vel aequo possumus, approbavimus, inovavimus, et confirmavimus, prouli ea vigore praesentium clementer approbamus, inovamus, et confirmamus. Decernenles, et expresse volentes, ul tu saepius nominate Codelli de Falinenfeldt, omnesque Descendentes tui legitimi hac nostra clementissima Confirmations, innovatione, el concessione, quiete, ac pact fice sine ullo prorsus impedimento, aut contradictione frui, uli, atque gaudere possitis, et debeatis, salvo tamen semper nostro, Successorumque Noslrorum Superioritatis Jure. Quapropter omnibus el singulis Nostris Repraesentantibus Cesareo-Regiis, Superior ¿bus, Provinciae Consiliis, Officiis, Tribunalibus, Capitaneis Collonelis, Vice Dominis, et Locumtenentihus, Fiscalibus, Administratoribus, Offtcialibtts, Gubemaloribus, Civibus, Communitutibus, insuper, el omnibus turn Ecclesiasticis turn Saecularibus Magistralibus, Tribunalibus, el fidehbus Subditis Nostris, cujuscumque dignitatis, Status, el praeminentiae, gradus, ordinis, seu conditionis sint, praesertim praesentibus Nos/ris, et futuris Capitaneis, Locumtenentihus, Tribunis, et Provinciae Gastuldis quotis tempore existentibus serio mandamus, ul te praeMlum Augustinum Codelli de Falinenfeldt, tuosque liberos, et Descendentes legitime natos in infinitum hac Nostra respective Clementissima Concessicfne, et Cunfirmatione. atque dicto all'isioni.v 221 „truque Jure Palroiialus, seu praesentandi, eo quo saperias habetur, modo, el ordine u/i, alque frui, pariterque omnia praeallegala Jura, gratias, immunilales, exempliones, indulta, et praerogativas tam reales, quam personales in omnia buna, dominia, fundos, alque domos in tnemoratis Provinciis existentes exercere, Usque omnibus pací fice, quiete, el sine ullo prorsus impedimento omnino frui, et gaudere sitian!, rosque in iisdem manuteneant, alque defendant, nec quidquam contra eorum tenorem attentent, faciant, reí ab aliis quotis modo fieri permitan!. Si quis aulem Subditorum Nostrorum praesens Edictum transgredí, reí ausu quupiam temerario violare praesumpserit, is praeter Nostrum, alque Successorum Nostrorum gravissimam indignalionem qnadraginta Marcarum auri puri mulctam, Semissem Fisco, seu Aeraría Nostro, reliquam vero partem ex eo injuriam passo, aut passis, loties quuties conlrafactum fuerit, omni spe veniae subíala pendendam se naveril ipso fado incursurum. Harum testimonio litterarum manu Nostra subscriplarum, el sigilli Noslri Casareo-Regii, alque Archiducalis appensione munitarum. Datum in Civitate Nostra Viennae die celara Mensis Novembris Anno a Nativitale Domini supra Millesimum septingentesimum quadragesimo séptimo, Regnorum Nostrorum octavo. MARIA THERESIA. J. F. C. a Seillern. Ad Mandatam Sac. Caes. Regiaeq. Majeslatis proprium F. (■. fle Rolleman. AI premesso Diploma segue nella citata collezione come appendice alio stroniento di fondazione del Vescovado, una scrittura del benefallore Agostillo CodelH, nella quale dichiara, doversi ritenere obligatoria la sua offerta di aumento della dotazione anche in quel caso, che per le pendenze delle trattative in Roma, il progetto del vescovado si risolvesse in un Vicariato aposlolico. Ren si mostrava in seguilo non inulile questa cautela, poicbè Benedetto XIV per quanto fosse convinto che la gregge nella parte Austriaca della Diócesi di Aquileja fosse interamente abbandonata, non voleva risolversi di staccarla dal Patriarcato, ma sperimentando prima misure più blandí si appigliava piuttosto a quella interínale, di affidarla ad un Vicario aposlolico con carattcre vescovile. 222 NOTE ED AGGIUNTB Sortiva percíó ¡I Breve del 29 novembre 1749, che principia; Omnium ecclesiarum, *) con il quale viene stabilita la fondazione di detto Vicariato in Gorizia, con la riserva di nominare in separalo il Vicario. Si parla in questa dei molti disordini ai quali la parte austríaca della Diócesi di Aquileja soggiaceva già da gran tempo, e con grave detrimento delle anime a motivo delle moite dissensioni aile quali la Corte di Roma sino allora non era riuscita di poter effícacemente rimediare : per la quai cosa, abrogando tutti i singoli rimedii sino allora praticati, ordina, che la parle austríaca della diócesi di Aquileja dovrà d'allora impoi essere nello spirituale retta e governala da un Vicario apostolico fregiato del carattere episcopale, con residenza in Gorizia, e lulto quello che lo stesso farà, s'intenderà falto con aulorità della sede apostólica. La deputazione di tai Vicarj dovrà dai pontefici farsi scmpre in ogni tempo di persona accetta, e non sospetta al principe territoriale di questi Iuoghi, affinchè egli abbia una tranquilla amministrazione del suo ufficio. Dovrà poi durare la provvisoria misura del Vicario apostolico sino a che per opera del papa, sia posto fine alie dissensioni ch' erano allora, sino a che cessi la causa per cui il patriarca di Aquileja era impedito nella ordinaria sua giurisdizione, oppure sino a tanto, che quantunque non estinte le discussioni medesime, si possa appigliarsi a qualche spediente opportuno con consenso delle parti, e finalmente dichiara che tutle quelle disposizioni si debbono intendere falte senza verun pregiudizio deir una e delF altra parte, e salve tulle le loro ragioni tanto in petitorio quanto in possessorio. Richiamandosi ora alia premessa Bolla, si passava appena li 17 giugno 1750 con Paîtra Bolla, che incomincia : Postquam per alias, a nominare al posto di Vicario apostolico Carlo Michele conte d'AUems Vescovo in partibus di Menito, rilenuta sempre la condizione, senza pregiudizio delle parti nè in petitorio, nè nel possessorio, ed assegnando ad esso sino a che rimanesse nell'uffizio di Vicario per congrua abitazione la casa in Gorizia col giardino annesso e con la cappella pubblica, come pure a suo sostentamento, tullo ció che Agostillo Codelli allora già defunto, aveva ceduto e donato anche per il caso delP istituzione di un semplice Vicariato. Se si considera, che la parte austríaca della *) Di queslo Breve.* Omnium Ecclesiarum, e delle atlre /«Bolle qui sovra menzionale, Irovansi le veisioni ilaliane e tedesche nelle Notizie storiche concernent i la fondazione delV Arcivescovato ¿i Gorizia , lili il figlio di chi serive qursle note, Dottor Gian Giacomo Vetla-Bnna , allora professore di Teología pastorale, pubblicava per incarico del Principe Arcitrescovo Luschin, colC fíccasiont cite della fondazione slessa trlebravasi nui in Gorizia ïanno seco/are il di 16 novembre »85i. piocesi di Aquileja si Irovava giá di fallo per lunghissimo lempo affidata alia giurisdizione del nunzio aposlolico residente in Vienna, ci vuole poco a comprendere, che con la concessione del Vicariato V Austria poco guadagnava, poiclié in soslanza la quislione principale sul dirilto di nomina dei palriarchi, rimaneva ancor sempre viva, ma con tutto ció alte doglianze e le piii solenni proteste si fecero udire da parte della venela Repubblica e del Patriarca di Aquileja contro le premesse misure ponlificie, e la cosa era ridotta a tale, che ormai l'ambasciatore veneto aveva ricevuto ordine di parlirsi da Boma : ma quando le apparenze erano le meno lusinghiere, ecco che con l'interposizione di buoni uffici si giunse ad intendersi. La Repuhblica comprese ella stessa la convenienza di metiere fine ad uno stato di cose, che era il fomite di perpetúe discordie, sicché le due potenze pensarono di togliere affatto l'oggetto controverso, e quindi proposero alia Corte di Roma la soppressione del patriarcalo. Accolto a Roma tale progelto, sortiva il memorando Breve di Benedetto XIV del 6 luglio 1751, che principia con le parole: Injuncta nobis a supremo paslorum Principe ecc. Questo é pienamente corrispondente alia convenzione che ¡vi si dice felicemente stipuluta; dichiara esso con pienezza delV autoritá apostólica, di sopprmere ed estinguere interamente ed in perpetuo nella cittá e chiesa di Aquileja, la cattedra, la dignitá, la sede, il titolo e la denominazione patriarcale, con ogni dirilto patriarcale, metropolitano e diocesano, come puré ilcapitolo della chiesa stessa, le dignitá, i canonicati, e le prebende ecc. Perché poi ai fedeli cristiani non manchi il sussidio di un governo ecclesiastico, si erigono e si slabiliscono ugualmente con pienezza della potestá apostólica in perpetuo due cattedre arcivescovili, V una in Udine, l' altra in Gorizia ecc. Conosciuta dal patriarca Daniele Delfino questa disposizione pontificia, nuove e piü impegnate proleste seguirono del canto suo, credendosi leso nei suoi diritti, ma isolato e non sostenuto dalla rupebblica, le sne proteste rimasero senza efletto, e fu perció che conseguente alia premessa Bolla, sortiva 1* altra 18 aprile 1752 che incomincia: Sacrosanctae militanlis ecclesiae gubernacula ecc. e con questa viene prescrilto con piü presisione il modo e la forma dell* Arivcscovato di Gorizia giá sopra menzionato, e vengono date disposizioni relative alia Chiesa ed al Capitolo dello stesso. Vi é in detta Bolla una descrizione della ciltá di Gorizia con menzionare le chiese, i conventi, le confraternite che allora esistevano. Vi si parla della chiesa parochiale di Gorizia, che allora esisteva sollo il titolo delly Esaltazione deüa Suata Croce e San Vito, che con quelf occasione si dichiara soppressa, assieme colf annessavi chiesa parrocliiale di di Salcano presso Gorizia, e cosí si dichiara soppresso il prepetuo beneficio semplice sollo il titolo di s. Anua *) nella parrocliiale di Gorizia ; e si conferisce alia stessa chiesa, prima parrocliiale, il grado di chiesa arcieescovile e Metropolitana da noininarsi goriciense e la si slabilisce come cittá capitule della provincia per la sede de¡ futuri arcivescovi, quali abbiano 1'uso del Pallio e della Croce, con un proprio Capitolo e tulle le altre arcivescovili ¡nsegiie, privilegi onori, prerogative, diritti, giurisdizioni ecc. Dichiara poi la delta Bolla, che il Presule d' allora, che era ¡| Vicario upostolico Cario Michele conté d' Attems, veniva nomínalo in primo Arcivescovo, e gli si assegna Y aiuiuo appuntamento di fiorini sei mila seicenlo e si assoggetlano alia chiesa arcivescovile di Gorizia le chiese vescovili di Trenlo, Trieste, Pedena e Como giá sulTraganee al Patriarcajo di Aquileja, e per rendere la chiesa parrocliiale poi arcivescovile, in ogni parte pit'i cospicua, la si vuole decórala di un Capitolo corrispondente con un numero condegno di Canonici, dignitarj e Mansiouari, sicché s1 instituisce in quella una Prepositura, come la prima dignita dopo quella dell' arcivescovo, con ció che il Preposito abbia ad essere il Capo del Capitolo con l'annuo appuntamenlo di mille fiorini, ollre 1' abitazione della casa assegnata ; di piü un Decanuto, come seconda dignita, che portera il titolo di Proposito di s. Stefano con 1' animo appuntamento di fiorini otloccnto, indi un Primiceriato, che costituir (leve la terza dignita, e il Primicerio che percepira animalmente fiorini seicenlo, portera il nome di abale della Beligna ; indi cinque canonicalt, ciascuno con I' appuntamento di fiorini quutlrocento cinquanta; di piü sei Mansionerie ciascuna di fiorini duecento; innoltre due cappellanie con fiorini cento cinquanta per cadauna. Queste sono le disposizioni che piü interessano la nostra sloria, e noi dobbiamo rimettere quelli che desiderano di conoscerle piü da vicino, a legerle nelle Bolle per esteso che trovansi riportale nelle JS'otizie storiche concernenti la fondazione del dello arcivescovalo, di cui abbiamo parlato poco fa nella nostra nota alia pagina 221 di queste osservazioni. *) La della capella di s. Amia eia ¡(ala fúndala nel ¡365 dal Calerina mnglie del Conle Alberlo sovrano di Gorizia, Qui ci limiteremo a far menzione, che il primo capilob metropolitano di Goriúa, cui veniva conferito il possesso nel di 29 luglio 1752, era composto: 1) dal preposito Pielro Antonio Pollini (f nel 1770), g) dal decano Rudolfo eonle Edling prima slalo canonico di Aquileja quello stesso che veniva poi creato arcivescovo nel 1775; 3) dal primicerio Toinmaso Ansizio (t nel 1764); poi da quattro canonici che avevano giá spettato al capitolo metropolitano di Aquileja, e che erano 4) Ludovico Felice Roinani (f 1773); 5) Pietro Paolo Cappello (f 1775); 6) Luigi conté Lantieri (+ 1762); 7) Cario de Baronio poi promosso nel 1765 a Primicerio e 8) il quinto nuovo canonico Sitrisinondo Beltraine (f 1773); piü tardi vi venivano aggiunti come canonici di nuova fondazione 9) nel 1753 Federico Madco; 1 Oj nel 1754 Paolo Jacomini; 11) nel 1772 Martino de Strolendorf. Quanta importanza si mettesse a Vienna al sopimento delle lunghissime vertenze caúsate per le vicendevoli pretese di diritti sulla nomina dei patriarchi di Aquileja lo mostra la circostanza, che di quell" avvenimento si volle conservata la memoria mediante il conio di un apposita medaglia, della quale un esemplare d' oro della grandezza di un tallero conservasi presso l'arcivescovato di Gorizia. Porta questa nella sua parte diritla l' efflgie delPAugusta coppia imperiale di Francesco Primo e di Maria Teresa con intorno l'epigr. FRANC. AUG. ET M. THERES. AUG., e nel suo rovescio vi si legge P iscrizione corrispondente airavvenimento della soppressione del patriarcato di Aquileja e dell' erezione dei due Arcivescovadi in Gorizia ed in Udine, che dice: QUOD INTER STATUS AUSTR. ET VENET. DISSIDIA FOVIT PATRIARCH. AQUILEJENSI IN METROPOLES GORICIENS. ET UTIN. MUTATO SEDENTE BENEDICTO XIV IMPERANTIBUS FBANC. ET M. T. AUGG. PAX SUBDITIS REDDITA MDCCLI. Veniva poi come lo dice anche il Morelli nel Vol. III alia pag. 216, il nostro arcivescovo conté Alterns insignito nel 1766 della dignitá del Principato, la quale dignitá rimaner doveva perenne ed inerente alia sede arcivescovile, come lo mostra il Rescritto 15 sovrano partecipato al Ces. Reg. Supremo Capitaniale Consiglio con la seguente notificatoria : Da parte di Sua Sacra Imperiale Regia Apostólica Maestä, si notifica al Supremo Ces. Reg. Capitaniale Consiglio di Gorizia e Gradisca, qualmente Sua Cesaren Imperiale Regia Apostólica Maestä in vigore di Diploma Ad. 2 maggio 1766, fírmalo di proprio pugno, s' avesse compiaciuta d'innalzare al grado ¿¿Principe del Sacro Romano Impero non meno il presente Signor Arcivescovo di Gorizia ma ancora tullí li futuri successori in detlo arcivescovato. Qual dimostruzione di Sovrana Imperiale Grazia clementissimamente imparlita all' Arcivescovado di Gorizia, si notifica ad esso Supremo Capitaniale Consiglio pro stain notitiae, observantiae, ed ulteriore rilascio di opportuni ordini ecc. Restandogli ecc. Vienna 6 febbrajo 1767. Tergo: da presentarsi al Supremo Ces. Reg. Capitaniale Consiglio d elle unite principale Contee di Gorizia e Gradisca. Li 19 maggio capiló Privilegio ossia il Diploma spedito da Sua Eccellenza Generale Puebla mediante un cadelto. Dalla raccolta neW Archivio Capitolare. Siccome poi nella ripartizione seguente della facollá giá spetlata all' abbazia di Rosazzo, all" arcivescovado di Gorizia venivano assegnate come sua porzione le rendite, che si percepivano nella parle austriaca, cosi veniva conferito ai nostri arcivescovi, comune con quelli di Udine, il titolo di abbale di s. Pietro di Rosazzo, ed é perciö che nelle pastorali di quei tempi vi si trova fatto uso di questo titolo, e di altri titoli e prebende che godevano quelli arcivescovi. Le pastorali del primo arcivescovo portano la inscrizione seguente : Cario Michele arcivescovo di Gorizia, del Sacro Romano impero Principe dei Conti d' Alterns, Abbale di s. Pietro di Rosazzo e di Topolska, Preposito di Rudolfswerth , delle Loro Ces. Reg. ed Apostol. Maestä Consigliere intimo e'JeUivo ecc. Moriva il primo arcivescovo Conté Altems in Gorizia li 8 febbrajo 17 74, e seguiva ad esso nella sede arcivescovile il decano del capitolo, giá vescovo in partibus Rudolfo Giuseppe conté d'Edling proposto da Maria Teresa sulle raccomandazioni del suo predecessore e nomínalo da Pió VI con la bolla del 22 febbrajo 1775. Soppressíone dell' arcivescovato di Gorizia ed erezione di un vescovado in Gradisca. Vol. II! pag. 212: Moriva coiné giá allrove si disse nel 1780 Y augusta Maria Teresa, la quale dichiarava di risguardare come opera sua Perez ¡one Jeir arcivescovato di Gorizia, e con essa parve sparire 1' interesse che si aveva di proteggerlo. Era 1' arcivescovo Rudolfo Giuseppe conté d'Edling prelato assai pió, e pieno di sentimenti di cristiana carita, ma a queste virlü e alio zelo suo apostolico non andava del pari I' intelligenza per saper calcolare I' opportunitá e le altre condizioni di teinpi dillicili. A luí parve di gravare la sua coscienza se lasciava pubblicare nella sua Diócesi la patente di tolleranza del 13 ollobre 1781, quinrfi é, che rhiamato a Vienna e non avendo i vi saputo addurre ragioni plausibili per ginstificare la sua resistenza, cadde nella disgrazia dell' imperatore, e questa influí molto a fare che poi questo sovrano nessun riguardo avesse per il Iuogo della sua residenza, ed é perció che nelle combinazioni di un nuovo compartimento, F arcivescovalo veniva soppresso, e posposta Gorizia, si dava la preferenza a Gradisca come Iuogo di residenza céntralo per riunire in una sola le tre soppresse Diócesi di Gorizia, di Trieste, e di Pedena. * Noi abbiamo sollo gli occhi alcune memorie manuscritte, che si riferiscono agli avvenimenti durante 1' impero di Giuseppe II, ed alcune di queste contengono dettagli speciali intorno agli ultimi anni in cui fu qui presso di noi arcivescovo il conté d'Edling, per cui non sará superfluo che ne facciamo cenno. " 1782. 13 Marzo. - Veniva l'arcivescovo chiamato a Vienna per discolparsi presso Sua Maestá per non aver pubblicata la imperiale patente concernente la lolleranza. „ " delto, 27 Aprile a sera ¡mhrunita ritornava l'arcivescovo da Vienna; il giorno seguente ha fatto nella sua Chiesa Metropolitana le sacre funzioni del Giovedi Sanio. „ " 1783. - L'imperatore faceva insinuare all'arcivescovo (conté Edling) che rinunciasse all'arcivescovado. La rinuncia fu fatta, pero diretta al papa, e all' imperatore ne veniva spedito un duplicato. L' imperatore ritenne cosí la rinuncia per fatta, e gli assegnava la pensione annua di liorini diecimila. „ " detto. Con breve 23 noveinbre, dichiarava il papa di non accogliere la rinuncia, perché non poggiata a nessun canonico motivo e perció esortava P arcivescovo che continui a stare nella sua sede.„ 1784. 10 Marzo. - Arrivo dell'imperatore a Gorizia. Smontara alia Locanda Baylon, in contrada signorile (attacco al Monte di pietá).„ * detto 14 Marzo, passava 1' imperatore per Gradisca, indi proseguiva il suo riaggio per Trieste. „ K delto, 23 Marzo. - Veniva falla la sigillazione per comando sovrano delle rendite arcivescovili, ed insistilo che goda la sua pensione di florini diecimila. „ " detlo, 19 Maggio, S. E. il Governatore Co. Brigido fa presentir« il prossimo cangiamento nei compartimento delle Diócesi, e siccome da parte dello stesso arcivescovo era posta ancora sempre in dubbio la validità délia prima rinuncia, insisteva il Governo che quella sortisca il suo effetto, e gli fu perciô insinúalo dall'imperatore che si porti a Koma. n " Partiva il nostro arcivescovo verso il fine del mese di giugno, ed arrivava a Roma Ii 12 luglio 1784, e dopo parecchie udienze ivi avute, ottenuto 1' assenso pontificio, soltoscrisse nel di 7 agosto 1784 il formale suo Atto di rinuncia. n " 1785. - Veniva diretta la diócesi da un Concistoro. „ " Il Calendario pel 1785 sortiva senza frontespizio, caso che trovasi essere stato anche nella diócesi di Aquileja nel 1720; il Calendario di quest'anno 1785 principia essere soggetto al bollo.n " 1785, - Don Luca Schiffer sacerdote délia Diócesi di Gorizia, oriundo délia Carniola, nato in Locopolito, in età di anni 62, ha presentato air imperatore un memoriale, facendo inchiesla di professare la religione elvetica calviniana. L'imperatore ha rimesso il memoriale aile Curie arcivescovili di Vienna e di Gorizia, prescrivendo, che 1' una e 1' altra Curia nel termine di sei settimune per ciascuna, si adoperi per il ravvedimento e per la sua conversione. Restossi lo Schiffer nella sua pertinacia : Cesare lo ha esiliato e per sempre sbandito da tutti gli Stati délia sua monarchia. „ u detto. Veniva in quest' anno sotto li 28 giugno conferito al nostro fu arcivescovo Edling, il totolo di vescovo assistente al soglio pontificio. „ " Neil1 otlobre di quesf anuo perveniva al Capitolo di Gorizia ordine sovrano di dover sottoscrivere alia soppressione del primo arcivescovado e Capitolo. „ " 1787. - Monsig. arcivescovo Edling passava verso il fine di marzo per ordine sovrano da Roma a Lodi nella Lombardia. „ " 1788. - In luglio arrivé in Gorizia il barone Michele de Brigido. Smontato alia locanda, invitavai Canonic della metropolitana e teneva con essi la seguente formalité. Levava prima di tutto dall' impiego il Vicario generale e Vicario capitolare Don Maltia Godina, e lo dichiara trasferito come Vicario generale per la Diócesi di Lubiana. Comunica indi ai Capitolari presentí la soppressione del loro Capitolo metropolitano, lasciaudoli godere ad dies vitae le loro prebende, parché non abbiano da essere promossi ad altre prebende o benefiel ecclesiastici con rendita migliore. „ " La rappresentanza fatta ai Capitolari di Gorizia dal barone Brigido (allora uon ancora arcivescovo di Lubiana) esseudo mancante di legali formalità, lia dato motivo ali Capitolari di ordinare al Provicario genéralo e capilolare di non riconoscere in modo veruno la rappresentanza Brigidiana, essendo che essi Capitolari avevano innoltrato rimostranze alla suprema Commissione ecclesiastica in Vienna e al Governo in Trieste. Egli si è perciô, che le uflicialure capitolari, anche dopo hanno continuato, ed hanno poi cessalo col di 21 agosto 1788. „ Sin qui narrano le dette memorie le vicende dell'arcivescovado e del Capitolo Metropolitano di Gorizia. L'arcivescovo conle Edling rímase perciô al governo della sua chiesa solamente sino al 1784, época nella quale ne fu privato: seguiva poi la soppressione del!' arcivescovalo Teresiano in Gorizia dietro disposizione dai §§. 4o. e 5o. della Bolla di Pió VI 8 marzo 1788, che principia : In universa gregis Dominicae cura ecc, ed è quella stessa che dava vita al nuovo arcivescovalo di Lubiana. La breve esistenza poi che ebbe il vescovado di Gradisca è dovuta alia posteriore Bolla del 20 agosto 1788, cítala dal Morelli nel Vol. III a pag. 215, che principia: Super spécula militantis ecclesiue ecc. Dice in questa Bolla Pío VI di secondare queste innovazioni sulle insínuazioni del carissímo figlio P imperatore Giuseppe, il quale dopo soppresso P arcivescovalo di Gorizia, inlende di uniré in una sola diócesi, le diverse porzioni rimaste , e non ancora ordinale, le diócesi di Gorizia, di Trieste, e di Pedena, e che perciô ora soppritnendo e dichiarando cunie est nte anche queste ultime due chiese di Trieste e di Pedena, erige la delta Terra in città vescovile gradiscana, con tutti quei diritti, onori, preminenze che godono le altre cilla vescovili, assoggettandoilvescovo di Gradisca in perpetuo all'arcivescovato di Lubiana. Sono mnoltre in questa Bolla nomínate una ad una tulle le parocchie che d" allora impoi dovevano far parte del detto vescovato. Unico e solo per essere installato in questa nuova chiesa, fu il già vescovo di Trieste Francesco Filippo conte d' Inzaghi, e sebbene gliene fosse slato dato formalmente il possesso dal governatore conte Brigido, e fosse anche il medcsiíno giorno tenuto in Gradisca un concisloro, furono pertanlo, come lo dice pure il Morelli alla delta pag. 215, questi i primi ed ultimi atti esercitati dal nuovo vescovo e dul capitolo di Gradisca. Dacchè dunque in Gradisca vi mancav tullo quello ch' è neeessario ad una residenza vescovile, si conobbe appena allora che le disposizioni fatte 11011 potevano sortire il ioro elfetto, sicchè convenue a ogn' uno di essi ritornare al luogo d'onde era partito. Morto poi Giuseppe II li 20 febbrajo 1790 1'imperatore Leopoldo suo fratello si rivolse a Pió VI ed ottenne cou la nuova Bolla 20 sett. 1791 che incomincia : Recte prudenlisque consilii ecc che si decampasse dalla perpetuità proferita nella Bolla preceduta Venivan dunque trasferiti con questo Breve, che è il settimo dal 1 749 al 1791, e vescovo e capilolo e la sede della chiesa di Gradisca a quella dei ss. niartiri liarlo e Taúano, titolo parochiale originario, in Gorizia. Voile pertanto che il vescovato portasse il titolo di Goriziano ossia Gr a discano, come per conservare memoria di ció che si era tullo prima senza matura ponderazione delle condizioni locali. Parlando il pontificio Breve del vescovado, dice : ratio postulat ut quae execulioni tradi non posse compertum sil, in pristinum et opporluniorem stalum restituantur ece. I11 quunlo al nostro sgraziato arcivescovo Rudolfo conte Edling, ridotlo alia comfzione di persona privata, sopravisse a lutti quesli cangiamenti rilirato in Lodi, ove moriva nell'anno 1803. Nella sua morte recituva il barnabita Valdani un'orazione fúnebre, da cui ci riserviamo di trarre un Sunto biográfico, che porremo fra le nostre Aggiunte nel libro sellimo ed ultimo del Morelli. Visite e Sinodi. Alia pag. 213 in queste noslre Ossertazioni ed aggiunte si trova una corrispondenza dell'anno 1582 tra il vescovo di Lubiana Giovanni Tautscher stato primo nostro arcidiacono di Gorizia, col Capitolo metropolitano di Aquileja, il quale fa vedere la inissione ch' egli aveva dal nunzio apostolico di Vienna, di visitare le chiese della diócesi patriarcale nella parte austríaca. Dopo la visitazione accordata in via di eccezíone all' in allora coadjutore palriarcale e visitatore apostolico Francesco Barbaro e dopo il suo Sinodo tenuto in Gorizia nell' anno 1593, nessun altra visita patriarcale nè sinodo si ebbero da queste parti. Trovansi poi gli Atti di quel Sinodo Goriziano pubblicati a Udine P anno stesso sotto il titolo : Constitutiones promulgatae ab III,mo el Rev.mo D. D. Francisco Barbaro, Dei el Apostolicae sedis gratia Archiepiscopo Tyri, Coadjutore Aqutlejae et visitatore Apostolico in pubblica Congregatione Goritiae habita post peractam Comitatus Goritiae el Çapit. Gradiscae visilationem. Utini 1593, ex lyp. J. Bapt. Nalolini. all'jstoria 231 Di quesle coslituzioni, e cosi anche del sínodo provinciale che ¡I nostro primo Arcivescovo Cario Mi Chele Conté d' Atteins ebbe a lenere Panno 1768 oltre a diverse manuscrittc memorie snlle qnali scríveva il Morelli, ci offre notizie il Direttorio litúrgico che la curia arcivescovile di Gorizia pubblicava per P anno 1848. G i u r i s d i z i o n e e c c I e s i a s t i c a. Ha tempo il nostro Morelli di lodare nel Vol. III alie pag. 21 7 e 218 i provvedimenli che il governo d' allora nello spirito del tempo prendeva, per mettere alie supposte tendenze del clero un argiue, onde non oltrepassasse il giusto limite. II Pissare appunto questo limite é il diflicile della verlenz», né noi assumercmo 1" incarico di giudici nelP ardua quistione intorno ai limili della civile ed ecclesiastica potestá: osserveremo soltanto, che se lo storiografo nostro fosse in vita, si sarebbe convinto che i modi d' intendere si cangiano, e che nelle vicende umane sembla stabilito un certo giro, percorso il quale si ritorna per lo piii al punto d1 onde si partiva. Capitoli, parocchie ecc. Vol. III pag. 220. P.osiziohe assai ingrata doveva essere quella dei vicarj imperiali e degli allri cánonici austriaci presso ¡I capitolo metropolitano di Aquileja. Per quanta prudenza essi potessero avere, non era possibile che s'isolassero in modo, che non fossero colti di mezzo nelle coutese che agitavansi in quei lempi. Era poi naturale che siccome la massima parte del capitolo componevasi di cánonici veneti, un certo attrito di nazionalitá era pressoché permanente. Da ció deriva che i cánonici austriaci per lo piü non si ammeltevano a votare, o ammessi, restavano in minorita, o venivano altrimenti pregiudicati, ed é perció che si leggono di quel tempo tanle ripetute disposizioni, che tendono anche con misure di sequestrazioiii del le retidite capitolari a conservare ai suoi cánonici, i diritti di voto, di stallo, e di percepire quel tanto che loro si competeva. Ci siamo provati di riunire assieme la serie dei vicarj imperiali che trovavansi presso il capitolo metropolitano di Aquileja negli ultimi tre secoli, rna , come a pag. 84 in queste osservazioni abbiamo esposto, non c¡ riusciva di poter farla completa. Quelli che noi trovamo registrati come tali, sono i segnenti: Durante P i in p e r o di Federico III, intorno P anno 1450 Daniele Strasoldo; nel 1452 Francesco Stigio, 1469 Benedetlo della Croce di Venezia: Durante 1'impero di Massimiliano I nel 1499, Pietro Bonomo di Trieste; intorno il 1501 ISicoló Canussio; nel 1504 tíiov. Baila Baldironi di Milano. Durante P impero di Cario V nel 1527 Girolamo Rorario di Concordia e nel 1530 O no frió Rorario di delta Iuogo. Sotto l'impero di M a s s i m i 1 i a n o II. verso I'anno I574 Giuseppe Formenlini: Durante 1' i m p e r o di Ferdinando ¡I verso il 1636 Cesare Penachirw, e sollo l'impero di Ferdinando III nel 1651 Francesco abate Boffi, quello cli'era Segretario e Procuratore dei principi di Eggenb rg allora famiglia sovrana di Gradisca. Durante l'impero di Leopoldo I Francesco Rudolfo barone Coronini e poi verso il 1700 Francesco bar. Defin. Sollo 1' impero di Cario VI 1712 Gius. Antonio Delmestri, clie fu poi arcidiacono di Gorizia, e nel 1721 vescovo di Trieste; finalmente suecedeva a lui come vicario imperiale Ludovico Felice Romani, il quale si trovava in quella carica ai teinpi di SI aria Teresa allorché veniva .-»ssieme col patriarcato, soppresso anclie il capitolo di Aquileja nell'anno 1751, Sara ugualmenle opporluno per alcuni il conoscere la serie degli arcidiaconi delle Contee di Gorizia e Gradisca dalla loro istituzione nel 1570, sino a che cessarono per I' istituzione del Vicariato Apostolico con la bolla di Benedetto XIV nell'anno 1749; sicché noi la diamo qui come ci riusci di unirla assieine dalle djverse incmorie che abbiaino esaminale. Furono arcidiaconi delle due contee nel 1570 Girolamo Calla párroco di s. Pietro presso Gorizia. nel 1577 Giovanni Taulscher párroco di Gorizia, poi promosso a vescovo di Lubiana; nel 1780 Andrea Napoliay párroco di Gorizia, rimosso nel 1596; nel 1592 e seguenti era I'arcidiaconato e la parocchia per qualche anno, contenziosa fra il detlo Napokay e Giuseppe Maria Paniaolo, sinché quest'ultiino riportava decisione favorevole e rimase nella sua carica sino alia morle seguitu nel 1602; nel 1602 Pietro Ragno párroco di Cormons; 1630 circa, Luca Delmestri párroco di Cormons; 1656 Slefano Delmestri successore di Luca; 1668 Giov. Baila Crisai párroco di Gorizia, fu il primo noslro abbate mitrato, moriva nel 1702; 1702 Sertorio Delmestri fu F ultimo arcidiacono e rimase sino a che Farcidiaconato cessava per l'erezione del nuovo Vicariato apostolico col Breve di Benedetto XIV nelF anno 1749. Comunita religiose e fraternite. Stando a ció che accenna il Morelli nel Vol. III a pag. 228, si dovrebbe ritenere che i Domenicani d'Ajello esistessero giá verso il fine del secolo XVII, ciocché non combina con la notizia che noi rileviamo dal Lessico dell' Ersch e Gruber all' arlicolo degli Eggenberg. Ivi é detto, acere il principe Giovanni Sigisfreddo di Eggenberg fondato nel 1711 il Convento dei Domenicani di A ¡ello nel dislretto di Aquileja, II documento di tale fondazione «i trova cilato come esistenle nerl 4 Volume dell' Austria Sacra di Giovanni I<ïdler, e perciô no» possiamo combinare quelle gare che ivi si dicono esislite fra i Domenicani di Ajello e i Cappuccini di Gradisca, i quali ultimi sarebbero stati sostenuli contro i Domenicani. Fra i nuovi conventi introdolli in questo decimoltavo secolo si deve pure annoverare quello dell' ordine degli scolopj, il quale ju surrogazione dei Gesuili soppressi nel 1773, veniva aperto in Gorizia nell' anno 1780, come di ció fu già tenuto discorso alla pag. 205 in queste nostre aggiunte. Cosí pure per quello riguarda le confraternité, non altro qui osserveremo, se non chè quelle erano in numero assai grande, e che furono tutte soppresse in seguito a sovrano ordine del 28 febbrajo 1782. La facollà inventaríala dalle fraterne ammontava nelle Contee di Gorizia e di Gradisca alTimporto di fiorini 283,043.— Abolizione della compagnia di Gesù, e soppressione delle altre co muni ta regolari, Vol. III pag. 232. Noi non invidieremo, nè al conle Rudolfo Coronini, nè alio storiografo nostro Cario de Morelli, gl' incarichi che ebbero, il primo di recare la notizia della loro soppressione ai padri della compagnia di Gesù, il secondo di esaminare come commissario i proventi del monastero delle Benedettine di Aquileja, che furono soppresse nell" anno 1782 ugualmente che le monache di s. Chiara in Gorizia. Ci restringeremo soltanto in quanto ai Gesuiti di fare cenno che al Conte Rudolfo Coronini riusciva di trovare e conservare in queir occasioue le Memorie annuarie del Collegio. Esse sono in due Volumi e salva qujlche interruzione vanno dal 1615, sino al I' anno 1772. — Le memorie troviamo in vero per la storia nostra patria assai più sterili di quello che non avremmo pensato, ma tuttavia non crediamo di doverci dispensare di daré qui ai nostri leltori una qualche idea sul loro contenuto. Principia questo annuario nel suo primo Volume con un introduzione storica di Gorizia, che ivi erróneamente si vorebbe confondere coll' antico Giulio Cárnico di Tolomeo, errore poi che fu seguito da molti, e anche dal nostro conte Rodolfo Coronini nel suo Tentamen genealogicum, indi si passa a narrare come essendo stata prescelta Gorizia per F aprimento di un collegio gesuitico, erano stati spediti da Gratz nell' aprile 1615 il Provinciale padre. Buseo con due altri compagni di quell' ordine, per trovare i locali opportuni, ma che poi partiti essi, vi giungeva presto dopo certo 15* padre Vitale con altro socio, i quali, dopo essere slati ospitati per due mesi nella famiglia Coronini prendevano in settembre, aIloggitt nella Casa presso la Chiesa di s. Giovanni. La casa e la chiesa erano allora sotto patronato délia famiglia Dornberg, godute corne semplice beneficio da Nicolô Parentino vicario in Trieste, e questi, visto lo scopo, dichiarava di cederne 1' uso. In ottobre era anche arrivato lo scolastico padre Salateo, e in dicembre 1615 il padre Tommaso Polizio, e già pensavasi di daré principio a qualehe insegnamento, allorchè verso la meta di dicembre scoppiava inaspettata in Friuli la guerra fra gli Austriaci ed i Veneti. Per questa cagione i pochi Gesuiti che qui trovavansi, si occuparono nei due anni 1616 e 1617 parte a predicare nella chiesa di s. Giovanni, e parte in confessioni castrensi, recandosi alternativamente al campo militare austríaco, per le quali prestazioni I' arciduca Ferdinando ebbe ad assegnare per loro sostentamento 1' importo annuo di fiorini trecenlo, percepibili dalle rendite che aveva il Capilolo di Cividale nel distretto di Tolmino. Consegaivano poi già nel primo anuo per testamentaria disposizione di certo Misan, fiorini duecento, e per quella di certo Potamander medico délia cità di Gorizia, fiorini mille, e per strumento pubblico ottcnevano dal barone Gaspare Vito di Dornberg la donazione assoluta della Chiesa di s. Giovanni e della Casa annessa, che sino allora non avevano goduta se non precariamente. Nel susseguito anno 1618, essendosi resa vacante per la morte di don Ciro Frangipani la parrocchia di s. Pietro presso Gori%ia, P ottennero i Gesuiti per concessione sovrana, e il colonnello (poi generale) austríaco di cavalleria Baldassare di Maradas dimostrava in quest' anno anche egli la sua generosità verso i Gesuiti con un dono di mille fiorini, e cosí la dimostrava il capitano de la Bruiere eon l'importo di fiorini duecentocinquanta. Con tutto che i mezzi dei Gesuiti fossero ancora ristretti, acquistarono essi, non ci si dice a quale prezzo, nel 1619 una Casa da certo Gulianiz, nella quale occasione ottenero dagli stati provinciali un sussidio di mille fiorini, e nelPanno seguente 1620, ne acquistarono un altra sulla piazza grande da certa vedova Marcina per il prezzo di fiorini quattromille che ivi si dice assai opportuna al loro scopo (praeopportuna rébus nostris propter forum spatiosum) ecc. In queste due case, che sembrano essere state conligue e che furono anche auinentate coIP acquisto per altri mille fiorini di alcune altre case piii piccole, trasferivano nel 1621 i Gesuiti il loro domicilio. Le memorie di quest' anno fanno vedere che i desiderj dei nostri padri Gesuiti oltre alia possessione di Precenico si estendevano a fare che loro venissero assegnate le rendite anche dell' Abbazia di Rosazzo ; venivano perô quelle rendite allora godute per titolo di comnienda dal Cardinale Lodovico ed è perciù che i nostri padri ricevettero ordine dal loro Generale di Roma di sopprimere ogni desiderio, nè di mai più muovere parola intorno quell'Abbazia. Le memorie che si riferiscono agli anni 1622 al 1624, contemplano la sovrana munificcnza di Ferdinando IL, che donava a questo collegio gesuitico Parnpio stabile A\ Precenico già spetlato alla Comineada teutónica. Di questa donatione abbiamo avuto già incontro di parlare alia pagina 152 in questo nostre aggimite, ove trovasi pubblicato anche il documento. La consegna perianto dello stabile di Precenico non veniva fatta ai Gesuiti, se non che tiel di 30 maggio 1624. Contemplano pure quelle memorie Punione alle rendite del loro collegio di quelle della prepositura di l'isino, e contemplano la disposizione di ultima volontà che a loro favore faceva certa Signora Vittoria Jordan, per cui veniva il collegio ad ereditare il bello stabile di agúale nome in Coglio. Le ulteriori memorie sino al 1640 versano principalmente sulla fondazione del conte G. Batta di Werdenberg, di cui il documento ii trova da noi pubblicato in queste nostre aggiunte alia pag. 139. Pare dielro le indicazioni regístrate che parecchi anni prima del 1636 in cui la fondazione fu rogata, il Seminario fosse attivato, poichè vi si trova nell'anno 1634 un passo che dice: Provisum est hoc anno Seminario Verdenbergico, ul cum esset a collegio remotum et insuper non esset habitationibus sufficientibus, nec sat comodis instructum , in alias aedes longe comodiores trasferretur. Itaque actum est cum D. Jacobo Sembier, ut suarn nobis domum cederet, et facta aestimatione, confeclo instrumento, promissi sunt illi flor. 4900, e cum statim esset illustris. D. Julius Campana, qui alteram Seminarii domum peteret emendam, data illi est 2440 florenis. L' acquisto pero della detta casa fu cagione di gravissimi dispiaceri per i Gesuiti, perché la Nobillà vi si oppose nell' interesse delle monache di s. Chiara a pretesto che quel Seminario era troppo vicino al inonastero. La discussione era divenuta iunga, seria e piena di amarezze, più suppliche e rimostrazioni erano andate a Roma, quando 1' imperatore avvocava a sé la cognizione di tale vertenza, imponendo a tutti silenzio, permetteva ai Gesuiti di riinanere nel possesso, e accordava che la casa acquistata fosse investita per uso del nuovo Seminario, e cosi troncava ogni quistione. Dispiaceri non minori e con esilo non cosi fortúnalo, ebbe il collegio in causa di una donatione falta da Sebastiano Posarel, il quale a pregiudizio della prole erasi spogliato di una facollá considerevole, talché dopo molte vicende i| controtto venne rescisso. La concorrenza degli Scolari specialmente veneti cresceva frattanto sempre piü e si trova gis sotto 1' anno 1338 un passo di quelle memorie, il quale dice: Adeo numerosa increverat Seminarii nostri Venetne jurentutis concursas, ut earn discernere opus fuerit in duo Musaea, et duo dormitorio, dato cuilibet eorum singulari magistro. L'anno 1640 veniva dai nostri Gesuiti celebrato con gran pompa, come anno centesimo della fondazione del loro ordine, e le memorie lion mancano di raccontare le festivitá fatte in quell'occasione, e ricordano essere allora stata collocata sulla piazza Traunich la colonna alia 37 piedi, su cui fu posta la statua di s. Ignazio nel luogo ove ora si trova. Aumentando i Gesuili sempre piü i loro diritli e privilegi avevano ottenuto dai Sovrano pure quello di poter eleggere i parroclii pro tempore della Chiesa dei Ss. Ilario e Taciano in Gorizia, e a ció si riferisce la memoria registrata nell'anno 1640 che dice: Quod etiam Goritiensis Parrochi nominationem Verdinandus III. Augustus Collegio conlulisset, earn rem non pauci Nobilium indignati, misso nd sedem Apostolicam libello multis Religionem nostrum objectorum capitibus perstrinxerunt. Ma poi i ricorrenti dovettero acquietarsi, ed il collegio continuó ad esercilare si bel privilegio ancora per piü d' un secolo. Sotto l'anno 1642 si trova fatta la memoria: Contigua Collegio domus a Domino Panizzolo empta est 2627 /lorenis, conferente Caesare bis mille ¡lorenis ad earn emptioiiem, e ció mostra che i Gesuiti dovettero acquistare da mani di piü proprietari un gruppo di case per ridurle al loro Collegio. Nell'anno 1648 si trova scritto: Carmelitani reformati adito Sancti Rochi templo et auspicalo ibidem Coenobio solemnem habuere festivilatem. Piü avanti sotto 1' anno 1649 vi é fatta memoria del pingue testamento di Adamo Clemse di Dornberg a favore di quella Compagnia di Gesü, per la quale disposizione acquistavano delle realitá in Dornberg, valulate giá in quei tempi a fiorini 15000. Nell'anno 1654 si dava principio alia costrnzione del nuovo tempio presso il collegio sulla piazza Traunich, avvisandoci un passo di quelle memorie, quod Septembri mense presente R. P. Provinciali Bernardo Geyer datum erigendo templo initium, et manus applicatae nil eruendam potiendis fundamentis templi, ten am. Ma quella prima costruzione non fu solida abbaslanza come ci avvertono le memorie ulteriori, mentre dorpo che la fabbrica era ormai giunta pressochè ni suo termine il lulto crollô nel 1655 circa Notaient Domini magno edito fragore. 11 Capomaestro che di rige va la fabbrica fu chiamato in giudizio, e a malgrado ch'egli altribuisse laie avvenimento aile continue pioggie di quell'anno, non gli fu menalo buono un laie pretesto, e fu eondannalo a rifare a sue spese la fabbrica. Le memorie non ci dicono il nome di queslo infelice dirigente. Nelle meinorie che si riferiscono ail'anno 1660 si parla delF arrivo in Gorizia dell'Imperatore Leopoldo e della visita di cui egli onorava il collegio gesuilico in cesperis sancli Mutthiae di quell'anno, ma null'altro contiene quel racconlo, che meriti di qui riportarsi. Nel 1665 essendo seguita la morte del párroco D. Stefano Pesler di Comen, la Sovrana Corte ebbe a conferire quella pingue parocchia ai nostri Gesuiti sotlo la condizione che rassegnassero alla prepositura di Pedena la quale già senz' allro dava una meschinissima rendita. Empiremmo molto spazio, se ci proponessimo di riportare qui tutte le risse e le altre trasgressioni degli Scolari di cui trovasi falta menzione in quelle meinorie annuarie. Alcune furono in fatti clamorose e congiunte con fatti criminal!, i gesuiti che avevano immediala giurisdizione punitiva sui loro sludenti davano alie autorità gran motivo di reclamo contro la loro troppa indulgenza con cui procedevano. Sono troppe le morti regístrale in quegli annali gesuitici per poter qui riferirle, sicchè noi ci conlenteremo fra le quattro accadule nelPanno 1668 di citare le due più considerevoli che sono in setiembre quella del padre Francesco Moisesso nato in Udine nel 1631 e quella del celebre padre Martillo Bauzer, cujus nationale solum Hit fuit Comilalus Goritiensis aggiungeiidosi ivi ch' era nalus mundo anno superioris seculi 95 (cioè nel 1595): ritorneremo pero a parlare del Bauzer nella parte ullima di queste aggiunte ove seguiremo il Morelli nei suoi elogi sugli uomini illuslri di questa nostra Contea :nel 1678 cessava di vivere il padre Francesco Baselli. L'anno 1682 trovasi anche in quei annali segnalo come anno di luttuosa ricordanza per la peste qui introdottasi, e le memorie raccontano le particolarità che singulis diebus mane circa liorum quint am in foro publico ad columnam Sancli Palris (Ignatii) sacrum celebrabatur, che il gesuita padre Andreusio erasi recato nel di 18 agosto al Lazzaretto , d'onde aveva poi avulo la fortuna di restituirsi sano e salvo al collegio ai 28 febbrajo 1683. Parlando nel 1686 di nuovi altari fatti in quella chiesa si narra che le spese per F elegante Altare di marmo, il quale vale oltre a mille colonnali, fu sostenuta col ricavato dul legato del conte Germánico della Torre, già preposito di Rudolfswerth e canonico di Passavia. Fra i rari racconti dei progressi scolastici si trova sotto I'anno 1704 fatta menzione di un opuscolo stampato, che ora è divenuto raro, ma che non ha in sè nessun pregio ; è questo certa Cronología di un Sacerdote Zoralti il quale la pubblicava quelPanno nelPoccasione di certe Tesi, Hic, dicono quelle memorie, memorabilia orbis et urbis Goritiensis in saecula 31, lustra 4, et integrant fere Olijmpiadent distribuía a prima urbis Goritianae origine in libello proposait, quem dedicaverat Celsissimo et Reverendissimo Anlistili Ferdinando e Comilibus de Khienburg S. R. I. Principi et Episcopo Labacensi, Goritiensis urbis patriae suae fulgidissimo sideri, etc. Dal chè chiaro sí vede come il preposito Agostino barone Codelli prendesse errore nell'attribuire al padre Thulner quelTopuscolo. Quanto lenti fossero stati i progressi nella fabbrica della chiesa di s. Ignazío ce lo moslrano le memorie degli anni 1721 e seguenti ; dicesi in quella del 1721: Erecti hoc anno ultra dimidium parietes Templi, qui frontespicium et latera exterioris Ecclesiae formant; perfectae ingentes rotundae colutnnae quat/uor cum politioris lapidis capitellis ad majestatem et splendorem artificioso scalpro eleganter elaboratis compluraque alia exteriora ornamenta cum cornicibus'et capitellis nobilis celaturae ad perfectionem deducía. Accessit pari/er templo nostro post marmoreum magnificum tabernaculum Arae nostrae, romana pictura ab imo parielis usque ad fornicem templi producta, qui Aram majorem octo column is suffullam, in medium vero divum Parentem ab angelis in coelum elevatum, superne aulem sanctissimam Triadem exhibet eleganti admodum penicello arlificis rnanus cujusdam nostri Fratris coadjutoris opus, singulari non sine admiratione a peregrinis considera tum, a peritis supra mille imperiales appretiatum. In qua omnia universim expettsi sunt floreni rhenenses 3393 etc., e le memorie dell' anno 1723 ci narrano: Unius hujus anni periodo ulraque turris templi ad culmen producta et imbricibus interim tecla, impositis scisis lapidibus ad oclu praegrandes fenestras et suis locis adaptalae majores trabes necessariae pro structura cupulae. Apposila praeterea porta major altiludinis duodecim pedum geomelricorum elabórala ex albo lapide excisis in margine listis, de super posita fornice, in cujus lateribus insident ex marmore tuagtiae duae statuae angelorum veneto eleganli scalpro elabora lae in medio tero marmoreae basis statua Putriarchae nostri sanclissimi, et infra basim incisum aureis lilteris, se que us Cronographicon DJVo IgnatIo de LoIoLa soCIetatIs JesY fVnDatorI. Dopo queste notizie ci avvertono quelle del 1725, che in quell' anno veniva termínalo il Coro, ma se anche dicono quod : si turrium tecla excipias, novum hoc anno Templum S. P. Ignatii ultimum manum uccepit, vi restavano parecchi lavori ancora a compirsi, e fra questi vi era il salizzo interno di marino falto nel 1747. Dicono le inemorie di quest'anno : ipsum templum majori parle quadrato marmore stratum est sumptibus Collegii : lmeredilale vero cujusdum Nostri 1500 floreni novo organo obvenerunl. Non dicono poi le memorie quando le due torri fossero state coperle. Versano nel resto le memorie contenute in que' annali gesuitici, a) sui cangiamenti che accadevano nello stalo personale del collegio-, b) sulle occupazioni di citiesa, e sulle frequenti missioni spiritual!, fra le quali una tenuta in Cormons nel 1715 si distingue special-mente per il modo solenne con cui fu tenuta ; c) sulle istruzioni date nelle scuole e nel Seminario Werdenbergico, le quali memorie sono scarse, e si restringono per lo più a indicare il solo numero degli Scolari, o a narrarci la recita di qualche dramma all'occasione che terminavano i corsi scolastici ; versano finalmente d) sulla parte economica del Collegio, e raccontano gl' incrementi dati alla facolta coll'acquisto di qualche podere, o con la migliorata coltura dei loro stabili, ed in questo bisogna far giustizia ai Gesuiti, e conviene confessare che le loro tenute, ma principalmente le loro vigne erano le meglio coltivate in lutta la Contea. In seguilo ad áulico decreto 1775 veniva ceduto al militare il Collegio con alcune case vicine, e ne fu fatta la stima che importava assieme fiorini 57475 k. 31. Venivano poi dotati in seguito al decreto 6 agosto 1774 e 9 agosto 1777, il beneficio parocchiale e la parocchia di s. Pietro, e le sue filiali di Yertoiba, Raccogliano, Pegg, Boccavizza, Savogna e Biglia con l'assegno di fior. 22976 k. 55, e la parocchia di Comen con l'assegno di fior. 6404 k. 22 in tante realità, essendo il resto délia considerevole facoltà gesuitica passata al fondo di religione. Da un altro libro di memorie rileviamo che la soppressione dei conventi era seguita nelle Contee di Gorizia e Gradisca coll'ordine seguente. 1782. 28 gennajo. Ordine aile religiose di s. Chiara che entro il termine di cinque mesi debbano rendere libero il monastero, e (Valíanlo veniva subito dato principio all" inventario : Li 26 giiigno si sciolse il inonastero. La badessa con due religiose passavano a lldine-le altre si ritirarono la maggior parte aile case paterne e godono della pensione sovrana, solamente selle e due Converse passarono a vivere nel Convento di s. Orsola qui in Gorizia. 1782. 2 ottobre fu sciolto il ritiro delle poverelle di Farra essendosi quelle ritirate aile paterne abitazioni: godono queste pure della pensione assegnata. delto. Ai primi novembre intimava la Cesarea Commissione aile monache Benedettine di Aquileja lo scioglimento del loro monastero. Le suddile venele restaño nel loro ospizio di Cividale e in quanto aile cinque monaciie austriacbe fu loro accordata la pensione. I beni venivano incamerati. 1785. nel mese di muggio fu chiusa la Cbiesa e il Convento dei padri Francescani minoriti, istiluiti da s. Antonio, ed i suddetti padri liirono mandati a Trieste. detto. Nel mese di giugno veniva cbiuso il Convento dei padri Carmelitani scalzi della Castagnavizza. In agosto dello stesso anno 1785 seguiva la soppressione dei Cappuccini di Cormons, ritirandosi quei padri parte nel convento dei Cappuccini in Gorizia, e parte nel convento dei Cappuccini in Santa Croce. La soppressione della Chiesa del Moule Santo seguiva mediante una commissione composta del Consigliere di Governo Emanuele conte Torres e del Canonico Fiechel ch'erasi colà recata Ii 29 agosto 1785, e nel gennajo 1786 seguiva il trasferimento dei padri Francescani riformati da quel Santuario nel soppresso Convento dei Minoriti in Gorizia. 1793. Dietro sovrano permesso 15 aprile seguiva la repristinazione della Chiesa del Monte Santo, che veniva affidata alla direzione del clero secolare. Istituzione di un capitolo di Dame in Gorizia. Posteriormente a quello che il Morelli ci narra nel Vol. III pag. 239 e seguenti, venivano con la stampa dei fratelli de Valerj pubblicati qui in Gorizia in ambo le lingue, tedesca ed italiana, gli Statuti per V i. r. Capitolo di nobili donzelle della provincia di Gorizia eslesi a nome de1 Sovrani Rescrilli. Veniva questo Capitolo fondato con le rendite del soppresso convento di s. Chiara ed era per la prima volta composto di tredici prebendiste, ex-monache dello stesso Convento, delle quali ciascuna percepiva annualmente fiorini trecento. Stabilisée 1'articolo 3.° che d'allora impoi le prebende sarebbero conferite solo e con preferenza alie nobili liglie orfane, o a quelle i genitori délie quali fossero poveri ed i più aggravati di numerosa famiglia: indi dispongono gli Articoli ulteriori; 4.° che le candidate abbiano d'avere almeno 18 anni, essere di condotta iminaccbiata, e poveré, nè poler godere d'altra prebenda; che se perô, dopo entrate nel Capitolo, facessero qualche eredità, potranno conservarla. Il 5.° articolo spieea che al conseguimento di siiïatte prebende capitolari sono abilitate únicamente le figlie dei patrizî di questa provincia, e di genitori, nobili. Articolo 6.° 1' impetrante è tenuta al suo ingresso di prestare giuramento nelle mani del capo délia provincia per I'(isservanza degli Statuti capitolari. 7.° Il rango fra le prebendate si inisura secondo il seniorato del loro ingresso nel capitolo : sono inferiori in rango aile mogli dei Ciamberlani, ma uguali aile altre donne maritale, e precedono in rango le donne nobili. 8.° Non banno obbligo di convivere in comunità, ma possono godere le prebende, basta che abitino nella provincia di Gorizia. 9.° In pubblico devono comparire in abito nero.. 10.° Viene dato a ciascuna per distintivo una Croce (Toro con smalto bianco su cui vi sono impresse le lettere T. et F. II e alla parte opposta vi è l'iscrizione Auguslorum providentia coll'annotazione dell'anno 1797: questa croce sarà restituita al capo di Provincia nel caso di matrimonio, o di morte della prebendista. 11° Sono le prebendiste in obbligo a) di recitare Pufficio nel giorno della commemor¡izione dei morti in sutfragio dei defunti della Casa austríaca; b) di recitare lo stesso breviario per l'anime d'ogni consorella capitolare tosto che loro ne venga notifieata la morte,- c) di recitare ogni giorno un de profundis in sulfragio delle anime dei defunti della Casa d'auslria. 12.° Viene permesso perô alie prebendiste di frequentare i pubblici teatri, e balli e ridotti. 13.° È obbligo delle prebendiste d'avere un contegno morigerato. 14.°QueIla che incontrasse debiti capricciosi, verrebbe privata della prebenda. 15.° Ogni cangiamento di domicilio devono le prebendiste insinuarlo al capo della provincia. 16.° È libero a ogni una di maritarsi, portando perô ció la conseguenza di perdere il godimento della prebenda. 17." Nei casi di vacanza era obbligo degli stati provinciali d' indicare le concorrenti qualificate e avvanzare il loro parere per attendere la sovrana risoluzione. Art. 18.° ed ultimo. La direzione economica e la facoltà di proporre le candidate spettava agli stati, e la vigilanza sul capitolo veniva impartila al capo della provincia. Lo scematismo ossia il libro manuale pubblicato nel 1855 per il Litorale austríaco, che comprende pure 16 le principesche Contee di Gorizia e Gradisca, ci fa vedere essere presentemente accresciute al numero di dieciselte le prebendiste che » principio erano solamente dodici. Per quello riguarda rultimo art. XI del Morelli sui b e n i ecclesiastiei, Vol. Ill pag. 242, siccome quello si riferisce in gran parte a ció che trovasi già delto alcune pagine più innanzi, cosí noi pure non avremo qui fare altro che rimettere i nostri lettori allé pagine 233 e seguenti in queste nostre osserrazioni ed aggiunte, ove si è trattato delf Abolizione della compagnia di Gesù, e della soppressione di alcune comunità regolari, e a ricordare che coi beni di quelle fu formato un apposito fondo politico, chiamato di religione. Con ció trovansi riscontrati tutti tre i Volumi dell' Istoria della Contea di Gorizia deli' egregio e benemerito scritlore nostro consigliere Cario de Morelli, che abbraccia 1'época dall'anno 1500 sino all'anno 1790; altro perciô più a noi non resta che di passare aU'ullimo suo lavoro che comprende gli Elogi di uornini illustri, di scrittori ecc., e che in forma di appendice si trova soggiunto in fine dello stesso suo terzo Volume. Osservazioni ed Aggiunte ALL' ISTORIA DELLA CONTEA DI GORIZIA nel Vol. 1BI libro VII. che contiene gli Elogi di uotnini illustri, di scritlori, e di ciltadini bencmeriti delta patria dall'anno 1500 all'anno 1790. VU felice 1" idea del nostro Consigliere Carlo de Morelli ^di darci sul line del suo storico lavoro, le biografíe * rlegli uomini che si sono distinti nella nostra patria dal 1500 all'anno 1790: noi avremmo solamente amato di trovare piü conseguenza in quella raccolta; avremmo cioé 'Yvoluto che vi si avesse osservato una qualche misura per Fífeainmettere, o per escludere le persone di cui s'intende di scrivere. Una tale misura non ci pare che fosse stata ¡osservata, mentre si trovano ammesse alcune persone con ,litoli troppo scarsi di celebrilá, ed altre all' incontro si vedono dimenticate, le quali a parer nostro ben avrebbero meritato di occupare con preferenza un posto in quella raccolta. Al def. preposilo metropolitano Pietro Antonio de Codelli parve ancora troppo scarso il numero dei celebrati, che i! nostro Morelli aveva accolti come scritlori nelle sue biografíe, sicche una nuova raccolta egli ne pubblicava assai piü estesa sotto il titolo : Gli scritlori friulano-austriaci dcgli ultimi due secoli, e cosi avenue che nella terza sua edizione del 1792 ottantasei egli ne raccoglieva, e fra questi non meno che sessantaqualtro nuovi, non menzionati dal Morelli. A chi interessi di conoscerli non possiamo fare allro che rimelterlo all'opuscolo cítalo, non essendo noi inlenzionati di dare una lauta eslensione a quesle noslre semplici osservazioni: 244 NOTE ED AGGIUNTE ci limileremo perció ai solí Elogi di uomini illuslrt celebrati (|a| nostro Morelli, facendo su quelli alcune sobrie osservazioni, e se vi sará il caso di fare qualche nuova aggiunta, risguarderá quelle persone di deciso mérito, cbe dobbiamo ritenere essere puramente dimenticate dal nostro autore. Lo stesso ordine alfabético tenuto dal Morelli, sará anche da noi conservato in queste nostre osservazioni ed aggiunte. Attems Girolamo Vol. III pag. 245. Non altra osservazione abbiamo noi da fare sulla biogralia di Girolamo di Attems, se non che il Morelli sembra non aver conosciuto le sue minute notarili, che sono inscritte: Kotae compilatae per me Hieronimum de Attimis notarium cúrrente anno natimtalis domini nostri Jhesu Christi millesimo quingentésimo séptimo, lndictione decima diebus ut infra. Principiano queste note dal giorno 15 gennajo 1507, e vanno sino al 28 agosto 1528; ed hanno interesse per ¡Ilustrare la storia nostra patria troppo digiuna di fatti per riguardo air época del regno di Massimiliano. Noi ne abbiamo perció fatto uso, e ci siamo serviti di quelle minute alie pagine 29, 30, 31, 32, 45, 46. ecc. in queste nostre osservazioni. Attems Conté Sigismondo *. * Nel mentre il nostro Morelli si mostra facile in ammettere nelle sue biografié persone di mérito anche non molto elevato, é difficile spiegarsi come egli sorpassi interamente sotto silenzio due scrittori patri di cosi deciso mérito come sono il conté Sigismondo Attems, e il conté Rudolfo Coronini. Alcuni attríti per gelosie letterarie avvenute fra éssi, possono essere deplorati, e puó anche rincrescere di vedere che persone cosi rispettabili non si sieno sempre tenute, nelle loro lizze entro i limiti di certe sociali convenienze; ma ció non diminuisce il mérito intrínseco dei loro scrítti, ed é perció giusto, che di tutti due, nei rispettívi Iuoghi ne sia fatta onorevole menzione in queste nostre osservazioni ed aggiunte. L'aslerísco (*) posto presso i norai. significa essere queila lale persona non compresa nella Ho&afia del nostro Morelli. lira Sigismundo liglio primogénito «Ii Gianfraucesco conte d'Attems, nato da Elisabeüa contessa Cordniui di Cronberg Ii IS giugno 1708. Un anno «topo la morte del padre veniva tollo dal giiinasio di Gorizia e veniva nel di 9 novembre 1722 spedilo, al collegio di Modena. Ivi fornilo di scienzs di più lingue erudite, recavasi alio studio delle leggi in Salisburgo, e terminati quelli resliluivasi nel 1730 in Italia ove si tratlenne per ben due anni ed ebbe la fortuna d' in contra re relazioni con i più celebri letterali di quei tempi, come lo moslrano i diversi passi delle sue corrispondenze col márchese Scipione Maffei del 1731, coll1 abate IHetastasio del 1741, con Bernardo Maria de Rubeis del 1743, che lo storiografo Girolamo Guelmi ci ha dalo nella sua Storia geneologico- cronologioa degli Alterns auslriaci, s tamp uta in Gorizia I'unno 1783. Ritornato in patria con queste doti che fanno risaltare ogni scienza, si applicava il nostro Sig sniondo alio studio delle anlichità e si occupava specialmente nella raccolta di vecchi docuinenli poi comunicati al dotto padre di Rubeis, con cui riusci di slabilire con muggior precisione le epoche delle p ill funeste vicende di quel palriarcalo. Con grande esallezza distribniva l'Attems in cinque Volumi le memorie di sua fam glia, e raccoelieva poi in due Volumi i documento delle cose le più memorabili della sua patria che si riferiscono tanto al tempo dei Conti sovrani, quanto ai tempi che, estinta la loro linea, la Contea passuva in polere dei principi aostriaci. Secondo quello che narra il padre Guelmi, era riuscito al conte Sigismondo Alterns di siuoprire aleuni nuovi documenti prima non conosciuti nè dal Bauzer nè dal Pesler, e con la scorta di questo egli erasi posto a scrivere la serie dei Conti di Gorizia, ma poi impedito dalle sue incumbenze d* ufficio, era s'tato costretto ad abbandonare quel lavoro ch'era già molto avvanza^. II dolto padre de Uubeis avrebbe ricusato di assumersi la prosecuzione di un tale lavoro, e fu allora che il nostro conte Atteins avrebbe passati i suoi scrilti al padre Frölich, che trovavasi prol'essore nel collegio Teresiano in Vienna, e pretende il Gnelmi che questo, servitosi di quegli scritti, compilasse il J'en/amen genealógico cronotogicum, che poi col nome di Rudolfo Coronini vidi la luce in Vienna nell'anno 1752. Che il conte Sigismondo d' Atteins si sia prestato e abbia coadjuvato quel lavoro è cosa posta fuori di dubbio e senza bisogno di ricorrere ad allre, ci basto la testimonianza dello stesso conte Rudolfo Coronini chiaramente spiegata nella prefazione all' una e all' altra edizione di quell' opera. Fra quelli ai qnali il Coronini ¡vi si professa obbligato per Iumi e per ajuti uvuli, cita dopo il padre Froelich in principalità il conte Sigismondo Altems: Maximi quoque momenti nobis tulere viri quidam Utteratissimi dice il Coronini e soggiunge : Excellentissimus ac eruditissimus Cornes Sigismund us ab Attems Auguslae ab intimis consiliis, et Goriliae Praetor, ex opulenla sua diplomatum Goritiensium penu. Se poi questi lumi ed ajuti prestati al conte Rudolfo Coronini dal gesuita padre Frölich, dal conte Sigismondo Attems, e da altri siano tali, che possano far perdere corne pretenderebbe il preposito Pietro Antonio bar. Codelli, ogni merito corne autore al conte Rudolfo Coronini, è questa un allra quislione, che ci proponiamo di esaminare con storica imparzialità nella biografla dello stesso Coronini, la quale faremo seguire per ragione di alfabelo nel corrispondente luogo in queste nostre osservazioni ed aggiunle. Da quanto lo storico della famiglia Attems padre Guehni scrive, e da una raccolta di letlere sue proprie dei Conte Sigismondo Atteins, che ci è riuscito poter esaminare, si conosce ch' egli aveva per alcuni anni coperto prima I' impiego di luogotenenle assistente al capitano della Contea nel quale incontro aveva ricevuto la chiave d'oro, che poi nell' aprile 1747 veniva trasferito alla caméra di appellazione erella in Lubiana. Trovando egli ivi il clima non confacente al suo teinperamento, si vide dopo un mese costretto di fare ritorno <1 Gorizia, e quindi sollevato da quell' impiego gli veniva conferito per decreto 25 agosto dello stesso anno quello di SfliiDeSttecttefec rappresenlante giustiziale, ossia présidé dei Tribunale di Gorizia, che per la prima voila doveva funzionare per no|ne e conto cesareo. Lé letteresummenzionate, e speeialmente quelle dirette al Consigl. di stato Conte di Haugwitz, e cosi diverse minute di memoriali contenule nella stessa raccolla fanno vedere le gravi doglianze dei conte Sigismondo Attems d'essere in questa nomina mis entièrement en parallèle avec 31: N. Baselli Landesverweser de Gradisque, nous nommant tous les deux ensemble par les mêmes raisons: 23cite in %ifehcn iljt'CC guten ûiiftjûbiuîen Si^enfdiaficn unö ©cf^iifliéfcit, et avec le même appointement de 500 florins, sans vouloir faire mention de la différence qui passe entre M. Baselli et moi, dont il u est. pas à moi à parler ; un Landesverweser à Gorice a plus à faire dans un mois, que celui de Gradisque dans dix: ecc. Anche si scorge da quegli seritli che gli assessori ossiano giudici dei Tribunale avevano l'atiriuo appuntamento di soli fior. 130. — Non pare le rimoslranze dei Conte Atteins producessero l'elfelto che sperava, poichè noi troviamo nuovamente agu elogi degl'uomitsí illustri 247 ripetute le stesse doglianze in una leí (era scrilta al Consigliere (le Iluppon nel 22 maggio 1751. Sia questa insistenza il motivo, o quella clie il Guelmi adduce alia pag. 225 della sua storia, il Conté Sigismondo Attems non venne compreso fra i pubblici impiegati nell' organizzazione che seguiía poco dopo, e solamente nell1 anuo 1757 rientrato in grazia del governo, gli fu conferita l'amminislrazione interínale di questa provincia alf occasione che veniva chiamalo a Vienna il connnissario áulico plenipotenziario Giuseppe Maria conté di Auersperg e nel 23 agosto 1751 gli veniva anche concesso il titolo e grado di Consigliere intimo. Cessava il conté Sigismondo Attems pochi mesi dopo di vivere li 18 marzo 1758 nell' etá di cinquanta anni. Fra le Iettere delle quali qui sopra abbiamo falto menzione, parecchie vi sono di argomento letterario dirette al conté Daniele Florio di Udine. Sia che il nostro conté Attems lodi le poesie di queslo, sia che vi porti qnalche modérala censura, lo fa seropre con garbo e con tale destrezza, che si é coslretti di aminirare la sua abilitá con la quale sa corrispondere a cosi scábroso impegno, ed é certo che quelle Iettere avrebbero meritato di far parle con quelle della Collezione t puntualmente esercitate in servizio di quella Maeslà, fe chiaramente constare di quale tempra e finezza fosse la sua prudeuza e destrezza cos'i nei civili, come in tutti gli altri politici maneggi Le minute di Girolamo Alterns ci hanno conservata la memoria che nel di 6 novembre 1507 il vicecapitano Erasmo di Dornberg conferiva in virtù di rescrilto di Sua Maeslà Massimiliano I e del regio Consiglio d'Innspruck, al magnifico e generoso milite Simone cavaliere di Ungrispach il possesso dei beni e della giurisdizione di Canale, e sotto Ii 9 febbrajo 1 508 compariva il Notajo Luca Diemiter a dare re'azione di avere immesso esso cavaliere nel físico e corporate possesso di delti beni e giurisdizione. E poicliè in quel tempo appunto era per incominciare la guerra contro i Veneti in Friuli, vi eomparivano nello stesso giorno in casa del detto magnifico e prode militare Simone di Ungrispach come infeudato nuovo giurisdicente, i decani dei comuhi di Baisenza, di Désela, di Anicova, d' Idria e molti vieilli con essi, e dichiaravano a lui, essendovj presente anche il vicecapitano suddelto Erasmo di Dornberg, che intendevano di prendere parte attiva in delta imminente guerra, e ehe erano disposti di stare nel bene e nel male alle condizioni medesime che si trovera il resto della Contea. Ma giunto il nostro Simone di Ungrispach ad accrescere cou tanti meriti lo splendore di sua famiglia, si fu appunto in lui che ebbe ad estinguersi la linea goriziana di quelPantico ed illustre Casato, essendo egli mancato a vivi nell' anno 1511 seiiza aver lasciata discendenza. Tutte le sue pingui sostanze le troviamo perciô passate dopo la di lui morte mediante Margherita di Ungrispach in Giorgio di Eck eh' era allora capitano della Contea di Gorizia, e fu da ció che poi egli e la sua discendenza presero motivo di chiamarsi Eclt Sitjnori di Ungrispach. FINE DEL QUARTO ED ULTIMO VOLUME. IIDICE DELLE OSSERVAZIONI ED AGGIUNTE che si contengono in questo IV. Vol. *). Vol. IV Dichiarazione come proemio alle osservazioni ed aggiunte . . . . . . pag. 3 Osservazioni ed Aggiunte. di <». It. Deila Bona all'istoria di Carlo de Morelli. Vol. I. I. All'INTROBUZIONE, che si riferisce al dominio degli antichi Conti di Gorizia . . „ 4 Serie degli antichi Conti di Gorizia . n 7 IV. Sul governo ecclesiastico (antico) . . „ 8 VII. VIII. Sülle Rendite....... ivi VIII. SulV amministrazione di Giustizia . • . w 9 Sunlo di leggi vecchie che vigevano nella Conlea „ 10 X. XI. Sul Governo interne (prima del 1500) . „ 11 Serie dei capitani, vicecapitani ed altri pubblici funzionarj nella Contea dal 1210 al 1500 „ 12 XVII. Sulla popolazione (prima del 1500) . „ 13 Fonti per la storia prima sino all' anno 1500 „ 14 Sigillo in bronzo del 1307 spetlato al Comune di Gorizia, e Sunto di molti altri documenti storici prima del 1500 . . . . „ 16 *) Nota. Le pagine citate in questo Indice poste a s i n i s t r a , si riferiscono all' opera del Morelli contenuta nei tre premessi Volumi; quelle poste a d e s t r a, si riferiscono alle osservazioni ed aggiunte contenute in questo IV Volume. Osservazioni ed aggiunte snll'opéra storica del Morelli nel Vol. I, Libro I. Vol. I. Vol. IV. 1 Al Capitolo primo, che concerne il possesso preso da Massimiliano délia Contea .... pag. 27 Condizioni di Cormons F anno 1499 . . • » ivi 2 Famiglie goriziane verso V anno 1500 . . „ 28 9 Al Capitolo secondo, che si riferisce aile guerre Ira Massimiliano e la repubblica . . . • n 29 Sunto di diversi documenli del 1508 durante il tempo che Gorizia era occupata dalle truppe venete . „ ¡y¡ 20 AI Capitolo terzo : Altre guerre fra Massimiliano e la repubblica . . . . . . „ 31 Continua il Sunto de' documenli durante V occupazione veneta di Gorizia . . . . „ ivi 57 Al Capitolo quarto : Successione nel dominio délia Contea di Carlo V e dell' arciduca (poi imperat.) Ferdinando suo fratello . . . „ 33 68 Al Capitolo quinto, Perdita délia fortezza di Maraño nel 1542 . . . . . . j 35 76 Al Capitolo sesto : Successione di Carlo arciduca e Ferdinando suo figlio . . . „ ivi Serie dei sovrani che ebbero il dominio délia Contea di Gorizia nel secolo XVI . . . „ 36 79 Al Capitolo settimo : Altre spedizioni ed armamenti „ ivi Alla storia Vol. I, Libro II. 102 Al Capitolo primo, che concerne il Governo civile délia Contea (nel secolo XVI) . . „ 38 Alcuni documenti che sçrvono a illustrare le epoche, non ben chiarile délia storia dal 1500 al 1 ¿25 „ 39 Supplementi alie biografié dei nostri capitani di prov. nella prima meta del secolo XVI • » ivi 108 Luogotenenle délia Contea . . . . „ 43 111 Degli stati provinciali . . . . . „ 44 114 Dell' Aggregazione alla nobiltà patriiia . . „ ivi 118 Degli Archivj, e custodia delle pubbliche scrillure . „ 45 Vol. I. Elenco di documenti eslratli dalle minute del notajo (poi luogot. Girolamo Alterns dal 1507 al 1524 121 Al Capitolo secondo : Amministraz. di giustizia dall' anno 1500 all' anno 1600 . ivi Leggi municipali. Riforme del Codice del patriarca Dlarquardo e delle Constitutiones patriae Forojulii 132 Costiluzione del principe. - Diverse osservazioni forensi del secolo XVI sui titoli de privilegiis ; de fori competentia; de advocatis; de notariis; de appellationibus; de pignoribus ecc. . 143 Tribunali di giustizia. Gastaldi. Giurisdicenti Sui capitani di Gradisca ed altri capitani particolan Si torna a discorrere dei diversi gastaldi Serie dei gastaldi reltori della cittá di Gorizia ne secolo XVI ...... „ delle giurisdizioni private a pag. Si danno alcuni eslratli dei protocolli della giurisdizione di Savogna dal 1572 al 1586 Avvocati ch' erano a Gorizia in quei tempi Sentenza in causa Ira Benedetto Pincherle e Nicola Urbanich ...... 156 Al Capitolo terzo: Rególe d' amminislrazione interna della contea nel secolo XVI . Dell' annona ...... Prezzi mercuriali che aveva il frumento in quei temp 159 Provvedimenti di sanitá .... Sospetti di peste in Udine nel Í572, e misure sanitarie all' Isonzo ...... 164 Spedali ed altri provvedimenti . , üegl' israelili e loro banchi di pegno e privilegi 166 Comunicazioni, strade, poste 170 Agricoltura, Popolazione, industria. Si prende in esame il modo di vedere dello sloriografo Morelli Coslumanze . . . Sulla lingua e nazionalitá dei padri di s. Francesco in Gorizia ...... 173 Al Capitolo quarto: Rendite del principe e amministraz di pubblica economía .... Deila monela porticolare per la contea di Gorizia pag. 45 „ 50 „ ivi 52 57 58 60 61 62 63 65 66 ivi ivi 67 ivi 68 ivi 69 70 72 73 75 ivi 1VI Vol. I. Vol. IV. Dei beni camerali e dei feudi .... pao-, 75 Sülle alienazioni de' beni camerali falte a particolari e sulla concessione di feudi . . . n 77 245 Al Capitolo quinto, che concerne il governo ecclesiastico „ 82 Dei palriarchi di Aquileja, loro serie dal 1500 al 1600 ....... Si parla della consacrazione del/a chiesa suburbana di s. Rocco presso Gorizia . . . • » ivi Dell' occupazione di Aquileja nel 1509, mediante le truppe austriache . . . . . . „ 83 252 Conferimento nel 1510 della parocchia di s. Vito di Tolmino a Cristo foro Svogar e del vicariato imp.le nel capitolo di Aquileja nel 1511 a Jacopo Batiisi . . . . . . „ ivi 256 Sui visitatori, Vicarj apostolici, arcidiaconi, sulle giurisdizioni ecclesiastiche . . . „ ivi Inlorno alie censure che fa il Morelli ai patriarchi, tacciandoli di cupidigia di dominio temporale . „ ivi 258 Sugli arcidiaconi nella Contea di Gorizia dal 1575 al 1600, Calta. - Tautscher. - Napokai . „ 84 Sui capiloli, parocchie, ciñese, cappelle ecc. . „ ivi Parocchia di ss. Ilario e Taciano in Gorizia . „ ivi Cappella di s. Anna pag. 84. Cappella di s. Nicola in Gorizia . . . . . . , 85 Riconciliazione di diverse chiese . . . „ ivi Consacraz. della chiesa dei cappucini presso Gorizia „ 86 Ai §§. V e VI. sulle comunitá religiöse e Conventi „ ¡vi Al S- VII. Sulle eresie. Si fa menzione del canonico Truber canonico di Lubiana come predicatore in Rubia: Famiglie sospette di eresia in Vipacco „ ivi OSSERVAZIONI ED AGGIUNTE sopra alcinii passi nel Vol. II. Libro III. 1 Al Capitolo primo, che concerne V época del regno delV arciduca Ferdinand'o, dipoi imperat. II di queslo nome . . . . . „ 87 Continuazione della serie imperiale . . „ ivi Yol. II. Vol. IV. 5 Al Capitolo secondo, sulla guerra fra V arciduca Ferdinando e la repubblica di Venezia negPanni 1615 e 1616......pag. 88 Sono citali e confrontali gli storici di quella guerra Faustino Moissesso, Biagio Ritli di Colenberg, ed Enrico Palladio . . . . . „ 89 ivi Sui motivi di questa guerra . . . . „ i vi 13 Aperle oslilitá della repubblica nelP anno 1612 . „ 90 17 Oslilitá riprese ncl 1615 . . . . „ ivi Si cita il Verri che parla di quattro guerre fra V Austria e la te neta repubblica . . „ 91 22 Falli d'armi nelP anno 1616 . . • » ivi 37 Continuazione della guerra nelV anno 1617 . . „ 93 Prospetto delle persone principali che presero parte alia delta guerra: per parte austríaca . „ ivi ivi Símilmente: per parle vene ta . . i . „ 94 49 Pace fra Ferdinando e la repubblica nel 1617 . „ 95 Si porta il testo di quel trattato di pace . . „ 96 56 Al Capitolo terzo: Successione di Ferdinando III al governo della Contea . . . . » ivi Gli stati provinciali prestaño nel 1631 V omaggio . „ ivi Clausole della conferma dei pritilegi della Contea di Gorizia . . . . . • » 09 58 Alienazione del territorio di Gradisca . . „ ivi Si discorre delP acquirente Giov. Antonio principe di Eggenberg . . . . . • • » ¡v¡ Documento della predelta alienazione 25 febbrajo 1647 ......... 100 Fasto di Giov. Ant. principe di Eggenberg nella sua ambasciala avuta a Roma nel 1638 . » 107 Suo proclama come primo Conté sovrano di Gradisca ed invito ai forestieri a venir ad abitare quel territorio . . . . • . ^ . „ 108 Giovanni Cristiano, e Giovanni Sigisfredo principi d' Eggenberg figli del primo acquir en te Giov. Antonio ....•••» 63 Al Capitolo quarto: Leopoldo riceve f omaggio della Contea di Gorizia nelP anno 1660 . . . »111 Si portano alemi passi del racconto dell' araldo Vol. II. Vol. IV. Lorenzo de Churelichz suW arriva e soggiorno dell' imperatore in Gorizia .... pag. 11 J 67 Al Capitolo quinto: A lir i provvedimenli militari fatti nella Contea di Gorizia nel XVII seeolo . „114 Soccorsi di truppe prestati. Menzione di Giov. Filippo Studeniz, Carlo Formentino, Germ, di Strasoldo e di Giovanni ftglio di Cipriano Coronini, che eransi distinti ai fatti di Canissa e di Pelrinia „ ¡vi 84 Movimenli di guerra e perturbazioni • . „ 115 Traita lire commissionali in Ajello e in Strasoldo per aggiustare le di/ferenze fra il comune austríaco di Fiurnicello e il comune Veneto di Grado, nel punto di prelesi usurpi di territorio fra i fiumi Isonzo e Tiel . . . . . „ ivi Alla storia Vol. II. libro IV. 91 AI Capitolo primo : Sistema generale del governo civile della Contea nel XVII secolo . . .»117 Serie dei Capitani della Contea nel secolo XVII, e menzione di alcuni fra i luogotenenli . . „ ivi 108 Slati provincial . . . . . . .„119 Documento, 16 luglio 1626 che dichiara formare la Contea di Gorizia parte deW impero germánico „ ivi Sulla nazionalitä, lingua ecc. nel secolo XVII . „123 114 Aggregazione alla nobiltà patrizia . . „ 124 Elenco dei Signori e nobili provinciali della Contea di Gorizia sino aW anno 1643 . . „ ivi Liste di alcuni Signori che non erano consider ali per provinciali, bench'e possedevano feudi imperiali, e che si trovavano e domiciliavano nel territorio veneto . . . . . . „ 126 123 AI Capitolo secondo: Amministrazione di giustizia net XVII secolo ..... ivi Coslituzioni municipali goriziane ossiano Statuti Statulo garzoniano ossia Cosliluzione gradiscana Comuni soggette alla Contea di Gradišča Si fa, menzione dello Slatuto per Monfalcone . 127 Cosliluzione del principe .... 127 ivi ivi ivi 128 ivi Vol. II. Vol. IV. Raccolla di alcuni vecchi sorrani rescritti e praticlie forensi di questo secolo, pubb. da Ferdinande) di Rechbach . . . . . • P 135 Tribunali cirili e crimina Ii ..... Sülle Instante di Gorizia come erano allora . Diploma della Cilla di Gorizia che concerne Pelezione del suo gaslaldo ...... • Arlicolo speciale che concerne il capitanato di Pietz 144 AI Capitolo terzo : Regole delF Amministrazione interna della Contea nel secolo XVII. Dell' annona ...■••• 148 Prottedimenli di sanitä . Si parla della chiesa di s. Rocco e della sua erezione Sulla peste avtenuta nel 1682 . 151 Sülle memorie concernenti la delta peste, lasciale da Giov. Mar. Marussig . 157 Ampliazione della città . ... • Si fa menzione degli Israeliti . . . • 162 Agricoltura ...•••• Del Sorgoturco, e degli anni di abbondanza e di carestía del frumento . Menzione della metida . ... • 173 Conservazione ed ampliazione delle pubbliche slrude Menzione del ponte di pietra ch'esisteva alla Mainizza 178 Industria e commercio . ... • Sülle fucine di ferro ...... 181 Popolazione ..,...• 183 Pubbliche scuole e coslumi . Pareri sitlV istruzione gesuilica • Fondazione Verdenbergica ; documento del 2 magg. 1636 ....... 195 AI capitolo quarto -.Rendite del principe cd Amministraz. di pubblica economía nel XVII secolo Deila moneta. Monete coniate dai prineipi di Eggenberg. Valuta ordinaria di conteggio Beni camerali. Feudi ..•■•• Si citano i passaggi di alcune grandi proprietà 212 Nuovo eslimo delle terre . 217 Sul calasto Leopoldino . >s- 129 n 131 n ivi n 132 n 133 y> ivi » ivi n 134 r> ivi n ivi » ivi » 135 n ivi n 136 » ivi n 137 n ivi n ivi n ivi n 138 n ivi n ivi n 139 V ivi » 144 y) ivi ■y ivi W 145 n 147 »■ ivi Vol. II. Vol. IV." 235 Al Capitolo quinto; Governo ecctesiastico . . „ 148 Dei patriarchi di Aquileja : Loro serie dal 1 601 al 1700 .......pag. 148 250 Giurisdizione ecclesiaslica, proggetto di erezione di un vescovado in Gorizia .... Vescovi na tit i goriziani in Trieste Bolla di papa Alessandro Vil 30 agosto 1663 Testamento di Don Vito Gullin che contempla la fondazione di un vescovado in Gorizia . 267 Comunità religiose ...... Documento 12 agosto 1623 con cui lo stabile spettato alia Commenda teutónica in Precenico viene data ai Gesuiti ...... Catechismo pubblicato nel 1554 e decreto sovrano che lo accompagna ..... Altri documenti che si riferiscono all' istruzione antegesuitica in Gorizia .... Osservazioni ed Aggiunte al P opera del Morelli net Vol. III. libro V. Vol. HI. " Vol. IV. 1 AI Capitolo primo : Giuseppe I, assume le redini della monorchia ...... .pag. 157 Diploma de IP imper. Gins. I, a favore dei Cormonesi „ 158 5 Al Capitolo secondo.- Successione di Carlo VI . ,161 Serie dei sovrani Austriaci del secolo XVIII . „ ivi 7 La Contea di Gradišča ricade nel 1717 alla Casa d'Austria, sua riunione alla Contea di Gorizia nel 1754 .......«162 Viene continúala la serie de1 principi di Eggenberg sovrani di Gradišča . . . . „ ivi Sülle cause per cvi la Contea di Gradišča erasi rimasta separata sino al 1754 . . . „ 163 Arme delle riunite Contee di Gorizia e Gradišča . „ ivi 9 GH stati della Contea di Gorizia prestano neW anno 1728 Pomaggio a Carlo VI . . . . , 164 19 AI Capitolo terzo: Regno di Maria Teresa . . „ ivi » iv» » ivi „ 149 „ ivi „ 152 « ivi „ li>6 „ ivi Vol. III. - Vol. IV. 35 Al Capitolo quarto: Regno di Giuseppe II . . pag. 165 Viaggio di Pió papa VI per Vienna e suo passaggio per Gorizia estratlo dal Diario pubblicalo nel Dini . . . . . . n ¡vi Iscrizione che conserva la memoria di questo passaggio „ 167 Aggiunle alia storia del Morelli per f época del 1790 al 1800 ...,...„ ¡vi Regno di Leopoldo II, e di Francesco II . . „ 168 41 Al Capilülo quinto : Provvedimenti general* per la Conlea di Gorizia dal 1700 al 1790, e dal 1790 al 1800 ......«169 Disposizioni per la difesa. La flolta gallo - ispana dinanzi Trieste . . . . B iyi Passaggio del principe Eugenio di Savoja per Gorizia. Sbarco de' francesi in Aquileja . . % 170 Arrivo dei francesi a Gorizia nel 1797 . „ ¡vi Proclama del generóle in capo Bonaparle; islituzione in Gorizia di un governo promisorio . . „ 171 Trattato di pace di Campoformido . . . „ 173 44 Contese per i confini . . . • • » 174 Monumento sulla rettificazione dei confini fra Sagrado e Fogliano . . . . . • ¡vi Alia storia Vol. III. libro VI. 52 Al Capitolo primo. Sistema generóle di governo dall' anuo 1700 al 1790 e dal 1790 al 1800 . 56 Serie dei capitani ed altri cap* politici e giudiziarj, che hanno presiedulo nel secolo XVIII alia Contea di Gorizia, o alie riunite Contee di Gorizia e Gradisca ..... 68 Degli stati provincial* ...... 77 Pubbliche scritture ...... 80 Al Capitolo secundo .• Amministraz. di giustizia delta Contea dall'atino 1700 aW atino 1790, e dal 1790 al 1800 ...... ¡vi Anove leggi civil* derogalorie al patrio statuto 81 Costituziúni del principe . ... ■ Aleone leggi pubblicate dal 1790 al 1800 , , 175 1VI 177 178 1VI ¡vi ivi 179 99 103 Vol. III. 93 Tribunali di giustizia nelle cause chili e nelle cause criminali ...... Rifarme negli anni 1747 e 1754 Stato personale degV impiegati nelV anno 1774 Assoggeltamento delle riunite Contee di Gorizia Gradišča al Goterno di Trieste nel 1784 Repristinazione del Consiglio capitaniale nel 1791 Giurisdizioni concedute ai parlicolari Capiluoghi di giurisdizione nel 1783 Concentrazione della giurisdizione, ed organizzazione di giudizî centrali Capitolo terzo : Governo interno della Contea di Gorizia ivi Dell' annona. Provvedimenti di sanilà 109 Provvedimenti di poveri, fondazioni ecc. Giuseppe Vandola Giov. Baila Formica 113 Altri pubblici provvedimenti falli in Gorizia e su aggrandimento .... 114 Pubbliche strode e lavori alle acque Strade per il Vallone e per il Prediel . Riparlizione delle rabotte per le shade fra t comun Strade delte nuove, fuori della porta di Vienna 119 Agricollura ....... Estratlo dei primi protocolli sulla prima operosilù dell i. r. Società agraria fondala nel 1765 Disposizioni sovrane della seconda meta del secolo XVIII che si riferiscono all'agricollura Sovrana patente di Maria Teresa del 5 maggio 1769 che concerne la riparlizione dei beni comunali 128 Industria e trafßco .... 131 Magistra to commerciale introdotlo nel 1756 lstruzione per lo stesso. 13G Industria artier a . l'ipograße. Gazzetta goriziana 139 Coslumi e pubblica educazione. ivi Confronto delle condizioni del seco del secolo susseguente . Teatro .... Accademia degli arcadi sonziaci o XVI con quell Pag- Vol. III. Giuseppe CoUetli, Lorenzo da Ponte Aleuni cenni su Carlo Goldoni Giacomo Casanova ..... Leggi del casino di Gorizia del 1795 144 Scuole dopo lo scioglimenlo dei gesuiti . , 148 Capitolo quurlo: Rendite del principe ed amministr di pubblica economía .... 149 Beni camer ali del principe. Boschi erariali : del Panovitz di Tarnova, del Sabotino, del Loch ecc. . Pesca di oslriche nelP Anfora e nella Nalissa . Feudi ....... 160 Estimi delle terre e catasto Teresiano del 1751 167 Catasto Giuseppino del 1785 184 Sussidî, Dazi e pubbliche gravezze Memorie del Drugogna sul tumulto dei contadini d Tolmino nel 1713 l)azi sulla vendita di carta e sui libri e stampe . 200 Capitolo quinto : Governo ecclesiastico nella Contea Dei patriarchi di Aquileja: Dionisio e Daniele Delfmo Due leltere del 1581 del Vescovo Tautscher come visita/ore aposto/ico al Capitolo di Aquileja . 203 Soppressione del patriarcato di Aquileja ed erezione deirarcivescovado di Gorizia .... Salle diverse memorie manuscritte e stamp ate, ed atti che si riferiscono a della soppressione Diploma di Diaria Teresa 8 novembre 1747 sulla fonda zione di Agoslino Codelli di Fahnen fe! d . 209 Vicariato apostolico perpetuo nella parte austríaca della Diócesi di Aquileja con residenza m Gorizia ivi Carlo Michele co: d'Alterns promosso a quella cattedra Capitolo metropolitano di Gorizia .... Medaglia coniata per l'avvenimenlo della soppressione del patriarcato. ...... Rescritto con cui gli arcivescovi prehiti di Gorizia sono innalzuti al grado di principi del S. R. I. Títoli che spettavano al primo principe arcivescovo . 212 Soppressione delV arcivescovado di Gorizia ed erezione di un vescovado in Gradisca . . . Sul secondo arcives. princ. Rudolfo Giuseppe co; Edling Vol. IV. pag. 203 » 204 „ 205 „ ivi „ 206 207 ivi 208 ivi 209 210 ivi „ ivi „ 211 „ 212 » ivi „ 213 „ 215 „ 217 „ 222 » 224 „ 225 226 Vol. III. Vol. IV. Alaune memorie sopra avvenimenti durante V impero di Giuseppe II...... pag. 227 213 Sulla nomina di Gradišča avescovado e sulla istallaz. del già vescovo di Trieste, Francesco Filippo conte lnzaghi . . . . , „ 229 Vescovado con la denom. di Goriziano ossiaGradiscano „ 230 215 Visite e Sinodi . . . , . . „ ivi Costiluzioni sui sinodo tenulo in Gorizia nel 1593 . „ ivi Sinodo provinciale in Gorizia nel 1768. . . „ 231 217 Giurisdizione ecclesiastica . , . . „ ¡vi 220 Capiloli e parocchie . . . . . , ivi Vicari imperiali in Aquileja . . . . „ ivi Arcidiaconi delle Conlee di Gorizia e Gradišča . t 232 228 Comunità religiose e fraternité . . . . » ivi ivi Domenicani in Ajello . . . . . , ivi Scolopî in Gorizia . . . . '. , 233 Facoltà spellata aile confraternité . . . m ivi 232 Abbolizione della cempagnia di Gesù e soppressione delle altre comunità religiose. . . „ ivi Memorie annuarie, ossiano annali del collegio gesuitico „ ivi D ona zi oni e diverse eredilà . . . . „ 23 4 Acquisti di parecchi fabbricati sulla piazza Traunich „ 236 Si principia a fabbricare il tempio di s. Ignazio . „ ivi Clie cade per V inabilità del cupomastro . . „ 237 Muore il gesuita storiografo, padre Bauzer . . „ ivi Progressi lenti nella fabbrica della chiesa . . „ ivi Sui destino della facoltà gesuitica dopo la Soppressione „ 239 233 Soppressioni dei conventi di s.Chiara, delle p over elle di Farra, delle Benedeltine di Aquileja, dei Francescani minoriti, dei Cappuccinidi Cormons . „ 240 Soppressione e reprist. della chiesa del. Monte Santo „ ivi 239 Istituzione di un capitolo di Dame in Gorizia, loro Statuti „ ivi osservazioni ed aggiunte sopra gli elogi degli uomini illustri nel Vol. III. Lib. VII. Introduzione '.......„ 243 245 Alterns Giro/amo , . , . . . . » 244 Vol. III. Vol. IV. Alterns conle Sigismondo"'} . • pag- 244 257 Baselli Francesco ..... * ' Y> 247 258 Bauzer Martino . . . ... • * n 248 269 Bosizio Giovanni Giuseppe n 250 Cobenzl conle Gian Fi t ipp o ")■ ' n ivi Coronini conle Rudolfo*) • » 251 Dornberg Erasmo *).... n 255 Edling conle Rudolfo Giuseppe*) • ' n 256 Isolani conte Giovanni Ludovico . ' 'Vi 258 Ungrispach cavaliere Simone*) n 261 ■