z £’ LlbđtO mi alilo (jioìnale. Ma rientrerà subito ! PREZZO Ili TUTTO IL T.L.T. Lire 20. ' 3 LUGLIO 1948 li. 29 Tassa postate pagata - Abb. Il Gruppo SANCIO: — Potrei risponderle perchè sono fascisti e perciò hanno una praticacela, risaputo che i manganelli sono le loro armi preferite, ma la risposta è un altra: Giacché i poliziotti sono i tutori dell'ordine è loro compito impedire la confusione è cambiarle una consonante e mutarla in contusione... non so se mi spiego...! DON CHISCIOTTE: — Buon Dio, Sanc:o, come mi sembri imbecille, e quanto è idiota questa tua freddura. SANCIO: — Infatti, eccellenza, sembrerebbe quasi una battuta della «Cittadella». ERRATA CORRIGE Nei «Dialoghi* della scorsa settimana dedicati in parte all’ex prefetto nazista Coceani, si leggeva anziché Coceani, Pagnini. nonostante gli sfora terribili — del nostre correttore di bozze. Il nostro proto, irriducibile nemico di Pagnini, ha voluto (dopo ripetuti tentativi) sostituire il nome poiché Sancio diceva «assolto per errore giudiziario, fascista e mascalzone*. Ora noi siamo d’accordo che anche Pagnini è pur degno di questi epiteti, ma via signor proto, lasciamo da parte i casi personali. Che, diammine. Perciò il mascalzone ecó, ecc., della settimana scorsa è il signor Coceani. DON CHISCIOTTE: — Dimmi Sancio ohe te ne pare della situazione berlinese? SANCIO: — E’ un po’ come nella favola che raccontavo al pio paese, ecelieuza, quella del «Lupo e del Leone». DON CHISCIOTTE: -- Racconta, villano, ma falla breve. SANCIO: — C’era una volta un lupo che Voleva regnare su tutte le bestie e si recò quindi dal leone e gli disse: — Sta a vedere di che sono capace! — E con un colpo dì zanne, «piccò netta la testa di una pecora. Guardò allora dall’alto in basso il leone e gli disse: — Beh ragazzino, che te ne pare? Levati ora di torno e lasciami regnare in pace! — Senonchè il leone, senza scomporsi affatto, con una zampata ruppe la schiena d’un vitello. Subito il lupo, che non era un minchione, cambiò discorso e propose un accordo». DON CHISCIOTTE: — Vedo con piacere Sancio che tu da qualche tempo a questa parte ti spieghi per parabole. Ti sei fatto prudente dunque? > * SANCIO: — Lei capisce, eccellenza, quando la libertà di parola non è che una bayliss piena di airey! DON CHISCIOTTE: — Dimmi Sancio, lo sai Perchè gli agenti della Polizia Civile usano così forte i manganelli. IL PROGRAMMA DEI SINDACALISTI GIALLI ASSOCIAZIONI DI IDEE Come ta C. d. L vorrebbe „Guidare*, i lavoratori Scoperto Truman fu abolita la democrazia. . o Scoperta la democrazia *£ abolito Trnman. □ Sapete che differenza passa tra la religione dei poveri e quella dei ricchi? I poveri hanno una «fede» tentre 1 ricchi hanno una :redenza»... piena di ogni ben l Dio. — À proposito, che te ne sembra dello sciopero della C. d. L? (Di’s. di Lucas) E’ ACCADUTO Il proprietario all'operaio: — Crumiro! (Dis. di Red :— Dopo il diario di Rach eie Mussolini, in prima pagina ci pubblicheremo alcune puntate del caro Vito..* — Vorrete dire caro-vita? — No, no, del caro e diletto Vito Mussolini. (DIs. dl Lucas) H magg. Bayliss sarà teste a carico di un «giovane generoso» che per caso fortuito» difendeva l’italianità di Trieste» sotto 1 suoi occhi. Che il maggiore Beyliss sia diventato slavofilo? Le autorità locali hanno f| proibito la venuta a Trieste del giustiziere di Mussolini, «colonnello Valerio». Che si siano spaventati di qualche cosa? CII OSATOM DELI KADILE Proprietari di tutti i paesi, scioperatevi/ Anzi, „serratevi“ (in cantina) che santo è ravvenir! PARADOSSO.... raggio E’ uno sconcio, sono passati tre anni e si ha ancora il codi scrivere certa ro bai lDls- di Red> Poveri giovani generosi: così sfruttati, così indegnamente sotto pressione. Pensate: per qual che migliaio di lire dover sobbarcarsi ore e ore di tavolino, al Viale, con bombe a mano e pistola in tasca; passeggiale serotini in Corso sgolandosi per cantare cdnzonacce fasciste; aggredire (in venti contro uno) passanti isolati arrischiando qualche slogatura di piede. Che vitaccia! Proprio vita da'carni! si, da cani. E giorni fa, ci pensate? Dalle 12 di venerdì alle 12 di sabato, sempre in moto; assaltimi alle vetture —tranviarie con lanci di sassi e colpetti di pistola, tentati de-raglóameirdi ai Portici, inafflamento da parte di aulopompette « civili*, éarichette terribilissime di P. C. lanciati a caccia dì elogi del generale Airey. O, che vita da cani! Ma, poveri cenerosi ss mi giovami, chi glie lo fà fare? Vittime, vittimane, poveri «generosissimi*; incassano poco e lavorano molto. Poveri sfruttati. 1 loro - esercitazioni di tiro - servono a dare «ossigeno» ai puzzoni della direzione dei Cantieri che trovano il destro (sono tanto più furbi di loro quelli là) dì far arrestare alcuni operai per «disordini* e sobillazioni. Tirano i fili e quelli lavorano; formo incassare - e incassano -lauti stipendi e li fanno sgobbare. Non che quella sita farina del loro sacco (il prodotto viene da «qualche parte* oltremare) ma, ad ogni modo, poveri quegli sfruttati, angioletti. La Camera del Lavoro proclama uno... sciopero che le dilezioni degli stabilimenti e degli uffici organizsano per telefono. I «capi* della C. d. L. domandano consigli ai padrotmi e proclamano lo sciopero: le fabbriche, gli uffici si serrano* per mandare a passeggio, naturalmente pagati, i dipendenti. O, che bella festa: la paga corre, si stà a casa e si va al bagno (a piedi, purtroppo, mentre piacerebbe tanto prendere il tram) e gii «ultra - generosi* fanno le straordinarie, anche notturne. Sciopero, dunque, lasciate il lavoro, voi, dipendenti. E voi, «giovani*, sorvegliate (e agile) che tutti osservino -il - democraticamente ordinato nelle direzioni - sciopero di protesta. Non è economico? che importa! Non politico (guati)? Che importa! Ciò che interessa è che qualche cosa ne esce fuori. Incidenti: bevenu- ti! Arresti: benvenuti! Aggressit ni? bene accette, perdiana! Co: «non c’è pace nel Territorio» e kahistì possono restare SINE Lì MITE da noi, come desìderalissi mi ospiti. Intanto le riforme c struttura (tipo Ordini prefettizia li) si avviano lentamente a me turazione. Dite, «giovani», siete «pronti a Osare l’inosabile» e «vivere pericolosamente» col tremendo rischio di prendervi un pò d’acqua col contagocce? Sì? L’AVVENIRE E* NOSTRO, giovanissimi «preoccupati e innervositi», LA PATRIA E’ IN PIEDI. «Tutta La Nazione ha venfarmi»? compreso mìo nonno che ha l’emo-roidi doppie e II papagallo sotto il cuscino. Che vita da cani, quei «giovani generosissimi». Però f in che hanno simili truppe i padroni non possono stare troppo tranquilli: in qualche caso quelli si mettono sotto le gonne della mamma, piangenti e tremanti.... Ma non importa petto in fuori e canto alle stelle. Proprietari di tutti i paesi, scioperatevi! Anzi, «serratevi» (in cantina) eh è santo è l’avvenir. ---'VI ORIZZONTI Dia. di Ssssjs) Hon Chi!) ciotta Dopo lo "Sciopero Generale" ! CrohIcSt ni TuirsT-r — Scusi, è qui che ci sono dei fiaschi da vendere? Lìbere elezioni Il Gen. Airey a Palutan: — Universalmente, direttamente e segretamente e-leggo all' unanimità Gino Palutan a Prefetto! « Quando il territorio è di Trieste E’ una città strana Triesti?! Pensate che durante il cosiddetto sciopero dei Sindacati Gioiti abbiamo visto il non tanto piccolo capitalista Beltrame mentre pernacchiava come un frequentatore dell’Osteria alla Grotta. Scioperava, il signorotto di via Besenghi pernacchmndo contro un manovratore dell’Acegal! Quale ridicolo e pietoso spettacolo questa serrata indetta dalla Camera Datori di Lavoro! Volete sentire lo. Voce Libero? Ecco quà della prosa facilmente riconoscibile per quella del poeta direttore social - capitalista, professor Furlani: «la polizia si scaglia contro pacifici scioperanti, malati o indisposti! contro bambini deboli e disarmati! Un tale, zoppo fin dalla nascita, mentre scioperava tranquillamente davanti ai Portici, osservando quasi con disinteresse l’opera di alcuni gioverosi (giovani generosi) in funzione unti - tram, fu violentemente investito da un getto d’acqua poliziesco che lo bagnò tutto! Anche la gamba zoppa! Indignato e gocciolante venne da noi: lo asciugammo confortandolo con panni asciutti e Fede pura!» Forse voi r.on la sapevate, ma la Voce sì; durante la suddetta serrata squadre dì «crumiri comunisti» obbligavamo pacifici cittadini a salire sui tram per dare così alla città un’aria di normalità. Gesti a parte, per la pri- ma volta nella storia si è verificato il paradossale Caso dove molti datori di lavoro hanno minacciato di licenziare quei dipendenti che non volevano scioperare! Povera Trieste! Come scricchioli! Ti rodono come le termiti; i padroni, i loro servi, i servi ,di quest) servi, tutti d’accordo si sorto scavate le gallerie come le termiti si sono procurati dei posticini e adesso ti rodono da tutte le parti! Si, povera Trieste! A-pri l'Orinale di Trieste e trovi scritto che l’eco della crisi degli alloggi è arrivata fino al Consiglio di Zona! Trieste è diventata di legno. Adesso anche i padroni di casa si trasformano in termiti: hanno in mano la carta della cosiddetta parentela fino al secondo grado, e vogliono giocarla. Stiamo attenti triestini: spunteranno come i funghi questi parenti dei padroni di casa, e gii sfratti potrebbero divenire legali! Molti ci hanno chiesto spiegazioni in merito alla faccenda delle buste sull’altare; appena oggi siamo in grado di accontentarli. Il Vaticano come ognuno sa, è ricchissimo - basto pensare ai no- vantanove pesanti candelabri di oro zecchino che ornane la tomba di S. Pietro - dunque il ricchissimo Vaticano ha pensato di aiutare i poveri Triestini; faremo così, si son detti gli alti guanto buoni prelati, ogni parrocco riceverà tante buste bianche contenenti del danaro. Scriverà su dette buste i nomi dei pili poveri della sua parrocchia e le depositerà sull’altare. Alla domenica, i miserelli, le riteranno benedicendo il nostro buon cuore e la nostra carità cristiana. Bello no? Perchè ridete? Troppo evidente la balla? Che tristezza.... wo@Mnnri e®INl CMCD mi i P DECADENZA I rigurgiti di tutto il malcostume fascista sono ritornati a galla, favoriti dai vari governi con mascheratura più o meno democratica. Alta la testa, inarcato il petto, i noncostituisce reato galoppano baldanzosamente per i sentieri che già un giorno condussero molti popoli alla rovina. Garriscono al vento le sudice bandiere di questi manigoldi come fossero vestili e non i labari della vergogna, gli emblemi della mariuoleria organizzata a corrente politica. Ed i loro cantori ne esultano, le qualità, INCONTRI UNA „QUARANTENA" E „DUE BANDIERE" Nel mondo dei più si incontra- che «anti-italiano» in giro e bi-l no, un giorno, due libri. Libri, sogna tare bella figura. Non co-direte. — Si, libri, cari miei, prò- me la Bega Nazionale —. ' prie libri. E sapete quali? tino è Comincia Sotto due bandiere «Sotto due bandiere» l'altro è «La (stringendo i denti); — Come va te ancora non te Io sò dire. Ti posso assicurare però, fà dopo un pò — che a Genova si sta mica male. Il vitto è eccellente —. — E petrolio ce n’è? fà con un lampo di cupidigia Sotto due bandiere —. — Veramente io ne ho visto solo quando facevano la pulizia al pagliericcio — risponde quarantena. — Già, già, capisco, commenta piano Sotto due bandiere — segreti di stato —. — Appunto, dice piano anche lui, Quarantena, — stato d’arresto —. — Oh, io, sai, coll’ editore non ci ho ricavato gran che. Se non c’era per il mio intuito affaristico DON BASIDIO: — Fatemi la carità di un di odio Iraterno—. (Da «Brancaleone» Roma) Nella vignetta eseguitadal noto fascista Ap-imperiale e propagandista 1. bellezza, come sa non tosse nm.enelmnnt.č đn66„ quernntina tifino . ***-£ Che libri, che sapienza. re! S’incontrano, dunque, e. si ,at<* • guardano in cagnesco: stanno per — E si «ossigena, anche nei Ve-azzuffarsi ma poi ci ripensano, nezuela? —. — Sai, veramente — Quarantena. Indi si salutano e se ne vanno, ognuono per conto suo. Cose che — Bisogna arrestare quella « tualet », nel suo atteggiamento ci sono delle chiare allusioni ai danni del « prefetto » ! La ville Lumière Non si sà mai. C’è sempre qual- risponde l’altro, cauto, veramen- accadono nel mondo dei più. — Scusi, cosa vuol dire? — E che ne so, io sono francese. Escono gli operai dai portoni delle fabbriche. Grandi portoni di ferro arrugginito e travi di legno Questi si spalancano e quelli escono a frotte, stanchi. Anche oggi erano stanchi, ma poi è arrivato il comm. Rizzi su una grossa automobile lucida e gli operai si sono raccolti attorno a lui. A dire il vero, il commendatore dapprima riuscì loro antipatico, lo hanno guardato di brutto. Uno, poi, gU chiese: — Perchè ha l’auto? E il commendatore spiegò, spiegò a lungo. Disse che lui era buono, che lui aveva l’auto perchè era sitato sempre buono. — Non ho mai scioperato, — spiegò. — Volete ottenere l’auto? — chiese. — Sì, si, — assentirono gli operai. — Volete k> yacht, la villetta col parco, 11 bagno installato? Volete Carolina? — E chi è Carolina? — chiesero gli operai. — La mia dattilografa, — spiegò il commendatore. — Bene, — continuò. — Avrete Carolina se sarete buoni e costanti. Ma che dico, costanti, basta essere buoni; anzi, neanche buoni, buonini; e non d rei neanche buonini, ecc., un po’ disobbedienti potrete esse- RACCONTINO e di a loro che vengano da me a dieci alla volta! Se vengono in più sono dei vigliacchi! — Così dicendo Giacinto prese tra le dita una sottile penna di Cleofe e la spezzò cori esagerata facilità. Cleofe gonfiò il petto assumendo espressioni di figlio orgoglioso, ma non si mosse. In quella suonò il campanello. Giacinto divenne pallido e cominciò a tremare. — Fa freddo — balbettò — questa estate non arriva mai. — Si papà — disse Cleofe, asciugandosi il sudore. 11 campanello riprese a suonare. — Papà, e meglio che tu ron ti faccia vedere. Non voglio ?he tu malmeni, quella gente, tàirò che non sei in casa. Giacinto baciò Cleofe sulla troiate. — Tesoro! Bontà fatta fanciullo! In questo momento tu salvi ia vi+a a parecchie persone! Ti sa' prà ricompensare la società per questo tuo nobile atto d’altruismo? Va a vedere chi è, figliolo, ma prima chiudimi nell’armadio: voglio prevenirmi da ogni tentazione! Cleofe tornò dopo qualche secondo. — Non era nessuno — disse consegnando un foglio a suo padre — l’ho trovato sotto la porta. Giacinto si mise gli occhiali e lesse ad alta voce: «Cornuto e fascista». — Ah è così — tuonò — mi date del fascista perchè volete portare la cosa in politica! Bene. E’ proprio quello che volevo! Aprì un cassettone e levò fuori ima voluminosa cartella: «Nov. 1942, Rapporto del capo — ^sa Giacinto» diceva ufta dicitura io stampatello. — Ecco quà — disse solenne — casa ci vuole per quella genìa: questa volta li mando tutti in galera! Evviva il proprietariato! PRECISAZIONE DI DON — Ci dev'essere un equivoco, brav'uomo; noi non aiutiamo i cristiani, ma i democristiani. (Dìs. di Welter) LE GRANDI RIFORME — ...ma se i signori deputati si ostineranno a disapprovare il nostro programma, noi, forti deli'appoggio sara-gattiano, non esiteremo a trasformare quest'aula sorda e grigia in un bivacco per le nostre suore carmelitane r (Dis. di Erio) (Dia. df Zergol) INDISCREZIONI SULLO SCIOPERO Lo sciopero, stando alle dichiarazioni dei tecnici, è — l'espressione più risoluta della volontà delle categorie organizzate dei prestatori d’opera per difendere i loro interessi nei confronti dei datori di lavoro. In tempi antichi lo sciopero non esisteva poiché lo spirito delle legislazioni d’alloee proibiva che un cittadini, si facesse giustizia da sè. Lo sciopero, oltre che economico e politico, può essere della fame. Non pochi, infatti, sono gli scioperi della fame registrati dopo il 1890, data questa in cui alcune suffragette britanniche, in carcere, decisero di protestare in maniera del tutto nuova, rifiutando cioè di assaggiare i cibi o altri prodotti della terra ebe venivano loro offerti quotidianamente dai secondini. La storia non ricorda che un prestatore d’opera sceso in isciopero vi sia rimasto fino alla vecchiaia; ma vi sono dei casi in cui, grazie al diretto interessamento dei datori di lavoro, non pochi operai rimarranno senza lavoro fino alla vecchiaia. E questo, a parte tutto, è consolante. E* consolante perchè gli uomini costretti a lavorare fino agli ottanta anni fanno pena. La pena può essere anche capitale noi, disdegnando i possessori di capitali passeremo oltre senza soffermarci su questa spiacevole associazione d’idee. Anche perchè i vecchietti, lo speriamo, sia pur nel loro intimo, non a-goneranno mai alla pena capitale. In alcuni casi lo sciopero può provocare la chiusura di stabilimenti da parte dei datori di lavoro, per reazione di questi allo sciopero dei pressatori d’opera. Oggi, però, essendo tanto i datori di lavoro quanto i prestatori d’opera maledetta mento progrediti e organizzati, difficilmente si riesce a distinguere la serrata dallo sciopero. Se «serrata» si scrivesse con una «erre» sola, allora sarebbe tutto un’altra cosa perchè le serate essendo belle, fresche, tiepide, profumate sentimentali nulla hanno in comune con gli scioperi che luti’ al più possono essere parziali o generali. A Trieste, la settimana scorsa, si è inaugurato un nuovo tipo di sciopero che, per essere stato appena caperai maggiore, da alcuni turisti di passaggio è stato scambiato per un semplice «serratiopero». I serratioperi oltre a semplici possono essere anche composti. Pieveloce esserisce di averne visti anche di scomposti; ma a Pieveloce non si deve credere niente, neanche la faccenda del nostro amministratore. Secondo Pièveloce infatti il nostro amministratore si sarebbe comperato un cavalino a dondolo e durante le ore di lavoro, chiuso nel suo ufficio, lo cavalcherebbe mandando urla terribili e roteando minacciosamente gli occhi. Ma anche questo non c’entro con lo sciopero -> ELGAR LA „MERCEDES“ DI HITLER IN AMERICA Piaccia » bob piaccia, Hitler possedeva un* «Merccdes-Beiut»! Per evitare che i noetri 32 lettori credano die Mercede» eia 11 nome di una delle amanti di Hitler, noi, intelligenti e celti, spiegheremo che «Mercedes Bena» * la marca di fabbrica dell’automobile personale posseduta dall’ex fuehrer. Secondo tecnici di provata competenza la macchina sarebbe blindata, avrebbe cristalli infrangibili delle spessore di ben otto centi-mentri e un motore da aeroplano, Il quale. In caso di necessità, sarebbe In grado di far volare la macchina ad un’alteaia di dodicimila' metri. La Mercede», prelevata da ura ditta svedese, sarebbe da questa stata Inviata ad un co ormerei ante di Chicago a titolo di pagamento. Da fonte non ufficiale apprendiamo ohe non »tritante la Mercede* è stato inviata In America, ma anche due pala di mutande corazzate appartenenti *- all’ex luche«'. SI ha ragione di credere che verso la seconda metà di agosto anche quattro magliette, sei paia di calcetti e un sospensorio di proprietà di Hitler, ti tutto gelosamente custodito al Brithls M lift eum di Londra, In base alla Legge Affitti e Prestiti, dovranno essere trasferiti negli Stati Lui ti d'America a di» pozione delle principali Università a scope «ti studio. SI dice, tra l’altro, che li sospensorio di Hitler, sottoposto ad Mfinl da insigni scienziati di Oxford, sla riuscito a resistere ad una pressione di ben 182 atmosfere, sappia l’abbaco dal due all’undici, ed abbia una capienza dl 8 Utrl d’acqua distillata * 4* centigradi. Noi in redazione conserviamo un rotolino di carta igienica già appartenente all’ex fuejier, e slamo pronti a cederlo agli Stati Uniti verso congruo compenso. Politica e no. affari sono affarti K. TEATRO ClITlMMAItO Consiglio di medico I "1, (La scena rappresenta un ga- oscttro mantello, passasse per i bìnetto medico, Intendendo con corridoi oscuri del misterioso tale nome una stanza attrezzala ! edificio, avrebbe l'impressione di per le visite degli ammalati e '' Covarsi tu uno caserma. non un W. C. con la laurea in ! Ecco che, con una carrellata medicina. In un angolo un ap-1 lun90 ci spostiamo nello stadi'» parecchio per i raggi X, a una ; ^ TRUMAN.) parete un armadio con fiale e strumenti chirurgici, nel mezzo un lettinb che alle Volte serve anche per visitare i clienti. Al-l’alzarsi dei sipario IL MEDICO sta Osservando il CLIENTE a? saggi S, cioè controluce essendo il soggetto trasparentissimo, nel I qual caso l raggi X sarebbero sprecati.) IL CLIENTE (ansioso e pieno di curiosità scientifica): — E così, dottore? Che cosa mi consiglia? IL MEDICO: — Per lei c: vuole un governo di tecnici democristiani. IL CLIENTE: — Cioè? IL MEDICO: — Cioè: niente vino, niente tabacco, niente donne, niente viaggiare e dieta assoluta. FINE DELLA VISITA □ Il pacifista (La scena rappresenta l’interno della Casa Bianca, la quale non fa affatto onore al suo nome perchè, tn realtà, in questo momento è straordinariamente nera. TRUMAN (agii accoliti): — Io mi opporrò ad ogni costo ad una altra guerra. Anche a costo di un'altra guerra. TELA con raggi gamma MclliHo Se non hai la villa e l'automobile, pensa a chi non ha casa. Se non hai la casa, pensa a chi non ha niente. Se non hai niente pensa a chi non ha la salute. Se non hai la salute pepsa a chi sfa all’ergastolo. Se stài all’ergastolo pensa a chi sta in segregazione. Se stai in segregazione pensa a chi è condannato a morte. Se sei condannato a morte sii felice, poiché senza villa, fi che non toglie che vi circoli i ’ * ... j,- ' senza automobile, senza casa, un gran numero di generali, otti- j ’ miragli, tecnici ed ingegneri te- j $enza niente, senza salute, in deschi specializzati in costruzio- j segregazione, che te ne frega ne e lancio dì VI e V 2, agenti 1 di vivere? Siamo giusti! Grancllini Il tempo, questa valanga terribile (che non pochi imbecilli chiamano; «il medico migliore»), infinita, continua la sua marcia inesorabile distruggendo tutto, uomini e cose, impolverando e ricordi e amore, polverizzando i miti. Le fanciulle di tanti anni fa, di sera, andavano a letto sole. A ietto, alla luce d’una lampada a petrolio, leggevano «La Dame aux Camèlia»», e sospiravano d’amore nei punti felici del libro e tentavano di reprimere in gola il pianto che, nato nel cuore, per non spezzarlo, cercava di esplodere diagli occhi e dalla bocca. Qualche volta, le fanciulle d’un tempo, dopo che la mamma era venuta loro augurare ima felice notte, aspettavano che questa, dopo il bacio sulla guancia e "occhia tina bonaria al libro del Dumas, si allontanasse. Lontana che era la mamma, con cautela mal contenuta per la curiosità quasi spasmodica, traevano da sotto le coperte ti primo successo di Zola: «Nana». E se lo leggevano il libro, anzi, lo divoravano, godendo di quella g’-o:a che solo le cose proibite sanno dare. «Nanà», sussurravano, «povera, piccola Nanà!» Qc fanciulle E. Zola, dalla sorrideva. sua nuvoletta, Poi, dopo aver lasciato «La Dame aux Camèlias» bene in vista sul tavolinetto, nascondevano «Nanà» tra i libri di greco e di matematica, soffiavano sulla fiammella della lampada e sognavano. Ma a distoglierle, quasi ogni lungato come un lamento, fischio di treno. Le fanciulle allora, supine, con le mani dietro la nuca, aprivano gli occhi per vedere. Dalle tenebre della stanza uscivano meravigliose carrozze ferroviarie, con tiepidi e profumati divani di velluto rosso. Saettava il treno attraverso notte, veniva un lontano e prò- campagne addormentate. Un viag- giatore, uno solo, un ufficiale della guardia, viaggiava con lei. Tra loro due non vi erano occhi indiscreti. L'ufficiale era bello, alto, forte; aveva una medaglia con due rovesci. Un ufficiale, insomma, come quelli di Liala. L’ufficiale la guardava con occhi di fuoco, le sue labbra assetate chiedevano baci, le sue mani maschie erano nate per ghermire là bella preda. Lui s’avvicina. Lei si ritrae. I.ui avanza. Lei lo guarda estasiata. Non si difenderà: è più forte di lei! «Oh!...» Niente «oh!...», lasciamo perdere. Non possiamo giudicare malamente una fanciulla di tenti anni fa per il solo fatto che, nella solitudine della sua stanzetta, ha sognato che un ufficiale della guardia le aveva baciato la mano. S sognavano le fanciulle di tanti anni fa, nel loro lettino, tra Zola e Dumas, u principe azzurro. E vedevano, nel buio della loro stanzetta, divani di velluto rosso, ufficiali educati, campagne buie e il mondo addormentato. Ed erano felici. Felici - perchè credevano che il mondo, di notte, dormisse. Elgar Quando i poveri muoiono mica vanno subito in jxt-radiso, macché; aspettano su una nuvoletta qualcuno che dia loro un passaggio poiché data la loro indigenza non possiedono neanche le ali per salirvi. Com’è però la vita. Prima non avevamo mai una lira, poi non avevamo mai un foglio da dieci lire, poi non riuscivamo mai ad avere un foglio da cento, poi un biglietto da mile, ed ora non abbiamo mai un foglio da cinque o diecimila Ijstl ALLORA SI E’ AGGIORNATO — Ma come, prima non portavate un cartello con su scritto « povero eie co »? — Sì! ma capirà, poi mi hanno fatto iscrivere alla Democrazia Cristiana ... (Dìs. di Walter) VERITAS A MILANO — Io non capisco! Questi benedetti operai hanno perduto alle elezioni e continuano a chiedere anc ora aumenti di paga. (Dis. di Erio) Hoii Chisciotte Eccomi a voi. signore e signori. Io sono il Presentatore. Già. il presentatore deila rivista che vede la luce su queste colonne mentre, effettivamente, ’o spettacolo doveva aver luogo uno dei maggiori locali cittadini. A questo scopo, la nostra Compagnia si era rivolta al Politeama Rossetti, ma Ja direzione del teatro, dopo aver letto il copione, rispondeva che il locale, per il momento, era impegnato: però si sarebbe potuto riparlarne nel I960... Breve corsa al Teatro Verdi: lì non hanno chiesto il copione in lettura: hanno racco- mandato soltanto di «far menzione della gentilézza usata dalla direzione... nel resoconto delia magnifica manifestazione.... l’amore indefettibile...». Quando abbiamo chiarito l’equivoco, ci hanno riso in faccia. «Venduti!» gridarono sbat.t^idoci la porta sul muso. Abbiamo capito subito che sarebbe stato inutile spiegare che chi è «venduto» non è senza— stamberga, e siamo corsi al g. M. per farci assegnare la Stazione Marittima. Abbiamo fatto cilecca anche qui: il fratello dell’amico della zia della moglie del vice-sottousciere dell’ufficio della segreteria del Colonnello ci ha informato che «non ci si può fidare di permettere manifestazioni, alla Stazione Marittima, che non abbiamo l’alta protezione della Democrazia Cristiana». Stanchi, delusi, sfiduciati, abbiamo deciso di rinunciare allo spettacolo vero e proprio, e pubblicare -le fasi salienti su questo giornale. Attenzione! si alza il sipario: la scena rappresenta una spiaggia solitaria. Un uomo si aggira fra le rocce in preda a profondi pensieri. Da lontano giunge l’eco del coro' degli inquilini: (sull’aria di «BALALAIKA»), Amministratore, vuol dire uomo