ORSANO OIL FRONTE POPOLARE ITALO-SLAVO ANNO VI* - No. 291 Sedazione - Amministrazione CAPODISTRIA Via Santerio 26 - tei- 128 Martedì 21 Aprile 1953 PREZZO: 5 din. - 20 lire ABBONAMENTI: T.L.T. Zona Jugoslava e R.F.P.J. annuo din. 250. semestr. din. 130 Spedizione inlc.c p. GLORI« EIERN« « RORIS Oltre 150 mi9aspersone hanno reso l’estremo me dei nostri popoli al grande omaggio in no e rivoluzionario (Dal nostro inviato) LUBIANA, 15 aprile — E’ l’alba. Alla luce plumbea, opaca, che si fa lentamente nelle strade bagnate, la città appare come, in un giorno d’inverno. Nuvole nere sono attaccate basse sui tetti e’ la pioggia cade e cade inesorabile. Si direbbe che anche gli elementi siano in lutto, partecipino alla, mestizia della quale sarà pieno questo giorno. Quà e là sui marciapiedi, al riparo dei cornicioni, c’è gente che passeggia in . silenzio. Sono uomini e donne venuti a rappresentare i lavoratori jugoslavi; dopo la notte trascorsa alla. «partigiaria», si , sgranchiscono un po’. Già nel pomeriggio del giorno prima la città era piena delle loro carovane: interi treni e file interminabili di automezzi di ogni genere. Lubiana, sempre generosa, si è fatta in quattro per ospitare tanta gente. Alberghi, ristoranti e privati si sono trovati ingaggiati nella lotta contro lo spazio, ma molti hanno dovuto ugualmente bivaccare nei pubblici locali e alla stazione. Da un luogo di bivacco a un altro, per tutta la notte, trovavamo le stesse immagini : una folla impossibile che affidava le membra spossate dal lungo e disagevole viaggio all’avara comodità di poche panche, in miracoli d’equilibrio. Una valigia, un libro o le spalle del vicino facevano da guanciale. Mezz’ora di sonno, anzi di dormiveglia, poi una sigaretta, il giornale: cosi per tante ore lunghe a passare. E dappertutto profondo silenzio. S’è fatto giorno. Nel grigiore della pioggia le lampade, abbrunate, continuano ad ardere. Nuove delegazioni — dall’Istria, dalla Macedonia, dalla Bosnia — giungono alla stazione. I cortei, con ghirlande e bandiere, cominciano a sfilare davanti al Palazzo dell’Assemblea Popolare della Repubblica Slovena, nel quale è stata approntata la camera ardente. Il corpo di Boris Kidrič giace ih una cassa di noce coperta da una lastra di vetro. La bandiera della R. F. P. J. avvolge per metà la bara, ai piedi della quale sono due ghirlande «Al marito e padre». Membri della Lega dei Comunisti e dei Sindacati montano la guardia d’onore accanto al feretro, tre per lato. Intanto la folla dei visitatori — che si sussegue i-ninterrotta dal giorno innanzi — passa in silenzio. E’ una coda lunga diverse centinaia di metri, chilometri se si calcola quanta gente si è inchinata finora alla salma. Il popolo vuole rendere l’estremo o-maggio all’uomo che tanta parte ha avuto nel destini della nuova Jugoslavia. Non importa se piove; il minatore dell’Arsia, il tornitore di Jesenice, ih contadino della Vojvodina aspettano il loro turno sfidando la stanchezza. E una volta na selva di bandiere e di fiori. U-na folla immensa è trattenuta da cordoni di forza pubblica, e spinge, preme. Ognuno cerca di assicurarsi un posto dove passa Vedere ; si alza sulle punte dei piedi, sulle panchine. Perfino gli alberi della piazza sono carichi in modo inverosimile di gente. Ai lampioni stanno attorcigliati gruppi umani. Caratterizza la scena un profondo silenzio, rotto a intervalli da fiumi di musica mesta e solenne. Ghirlande e ghirlande attraversano continuamente la piazza; infine spunta un reparto di soldati che si dispone in doppia fila davanti al palazzo dell’Assemblea. Sta per iniziare la cerimonia; la musica si fa alta, dalla cadenza maestosa e quasi militaresca. Poi appare la bara avvolta nella bandiera, su un affusto di cannone trainato da 6 cavalli neri. I soldati presentano le armi e il compagno Kardelj prende a parlare. E’ un commiato fraterno, commosso quello che egli indirizza a Boris Kidrič. Molta gente trattiene a stento le lagrime. «Non riusciamo a renderci conto, Boris, che tu non sei più con noi» dice Kardelj, e l’urlo di centinaia di sirene pare incaricarsi di portare lontano l’eco delle sue parole. FUnito il discorso di Kardelj e quello di Jagko Rudolf, che gli è succeduto alla pedana a nome dei .Sindacati, la salma di Kidrič si suo posto, conquistato in . tante ore d’attesa sotto la pioggia. Riusciamo infine a fendere • la calca e penetrare oltre i cordoni. A pochi metri sta il compagno Tito solo, in piedi. I fotoreportere lo inquadrano in un lungo scattare di lampi al magnesio. Egli rimane impassibile. E’ come se stesse sull’attenti, e con lui tutto il popolo che gremisce la piazza. Il Presidente dello Stato e il suo popolo attendono di porgere l’estremo omaggio a Boris Kidrič. Dopo alcuni minuti, arriva il corteo funebre. La bara viene desposta su una portantina. Il compagno Tito si libera del cappello e dei guanti e assieme alle più alte autorità dello Stato porta a braccia le Spoglie dell’Eroe fino al mausoleo che le accoglierà. Quindi Tito parla, rievoca con voce appassionata, rotta da profonda commozione, la figura del combattente scomparso. «Caro compagno, Tu ci hai insegnato che si può lottare anche contro l’impossibile, con successo. La difficile lotta che fu Tua l’assumeremo noi nel Tuo nome, i Tuoi compagni dei più bei e più duri momenti». Il popolo piange. Tre successive salve di fucileria accompagnano la posa della bara. Le sirene delle fabbriche fanno,'lontano, un coro cupo e nell’aria si spandono le note dell’Inno dei Lavoratori. Gloria a Boris Kidrič! GIOVANNI BUGGERI Il comp. Miha Marinko saluta il feretro dinanzi all’edificio dell’Assemblea Popolare della R. P. di Slovenia. attesa, ritornano ad attendere, a formare ì cortei che accompagneranno lo Scomparso all’estrema dimora. Quando usciamo dalla camera ardente, la piazza antistante il Palazzo dell’Assembela Popolare è u- IL COMMOSSO DEL COMPAGNO «Caro Peter! Cittadini, compagne e compagni! Accompagnamo all'ultima dimora l’uomo che nel vero senso della parola è consunto nell’amore illimitato verso i lavoratori, nell’aspirazione rivoluzionaria alla realizzazione del socialismo. Il popolo jugoslavo perde con lui un grande figlio, la cui vita è scolpita nella storia della nostra rivoluzione e della nostra lotta per il socialismo, come sua parte integrante. E noi, suoi compagni di lotta, Comunisti, perdiamo in lui un compagno devoto e fedele, che ha sopportato l’onere più grave in tutte le battaglie della nostra Rivoluzione, senza aver mai detto : non posso. Quando la morte nemica ci ha tolto te, caro Peter, ei ha tolto quanto di più caro avevamo. Ci ha strappato una parte del nostro cuore. Boris Kidrič non ha avuto una vita lunga, ma ha lottato lungamente e con energia, quasi avesse presagito la breve durata della sua esistenza. Non è necessario vi parli dei suoi meriti verso il popolo sloveno e jugoslavo ; mi sembra che quanto direi a proposito sulla sua bara, darebbe soltanto un pallido quadro della sua figura, della figura che vive nel nostro ricordo e che vivrà eterna nel ricordo delle generazioni future. Boris Kidrič non ha mai pensato a se stesso. Era uno di quei rari uomini che hanno dedicato senza soste, fino aU’ultimo respiro, la loro generosa esistenza al proprio popolo, nelle lotte continue per il suo progresso e per il progresso dell'umanità in genere. E così anche si è spento. Il suo cuore, così forte e grande nella lotta per il socialismo e così buono e nobile nell’amore verso l’uomo lavoratore, ha cessato di battere nel mezzo della lotta contro il pericolo della degenerazione statale-capitalista della rivoluzione socialista; lotta nella quale si è gettato con tutta la propria energia e nella quale si sono rivelate tutte le sue virtù di uomo, di combattente, e di pensatore. Così era Boris Kidrič. E su tali uomini, su simiti combattenti, poggia la storia del progresso dell’umanità. Uomini come lui vengono creati solo da grandi periodi storici, da grandi opere popolari, come quelle alle quali appartiene la nostra rivoluzione socialista. E se oggi esprimiamo il nostro riconoscimento al grande contributo di Boris Kidrič nella lotta per un migliore avvenire del popolo jugoslavo, con ciò soltanto indichiamo la grandezza della nostra rivoluzione popolare, che ha generato uomini di tanta forza creativa, come quella di Boris Kidrič. Caro Peter, noi tutti sappiamo che non hai mai chiesto riconoscimenti e che gli elogi nulla significavano per te. Tuttavia le centinaia di migliaia di lavoratori jugoslavi, uel più profondo dolore, a capo chino lungo il tuo ultimo passaggio da Belgrado a Lubiana, e le loro lacrime, non sempre trattenute, ti dimostrano oggi nel modo più commovente che il popolo lavoratore jugoslavo ti ringrazia e ricambia riconoscente l’amore che tu gli hai tanto magnanimamente donato durante tutta la tua esistenza. Questo amore di popolo è il monumento senza eguali alla tua memoria. Boris Kidrič non è stato soltanto un combattente, egli è stato il creatore, l’organizzatore,’ il pensatore, che ha dato un contributo inestimabile alla linea ideologica delia nostra Rivoluzione Popolare e del nostro cammino socialista. Egli è stato l’internazionalista socialista, ma non l’uomo senza patria. Ha amato appassionatamente la propria terra slovena, alla cui liberazione ha tanto contribuito; e con questo amore egli ha abbracciato la comunità fraterna dei popoli jugoslavi, in quanto sapeva che senza di questa non possono esservi nè libertà, nè socialismo per i suoi popoli. Al consolidamento di questa comunità ed alla sua potenza egli ha dedicato le proprie energie in ogni sua opera. In tutto questo però senza neppur l’ombra di nazionalismo e di grettezza nazionalista. Il suo grande cuore di comunista e di rivoluzionario non conosceva confini nazionali e statali; esso palpitava per l’uomo, per il lavoratore, senza riguardo alla sua lingua e alla sua razza. Boris Kidrič viveva nei vasti orizzonti dell’umanismo e deU’interna-zionalismo socialista; ed è per questo che ha potuto dare tanto alla collettività socialista jugoslava ; perciò la sua opera è, simultaneamente, un contributo molto prezioso al socialismo internazionale in genere. Peter, tu hai creduto profondamene nella missione storica delta nostra lotta contro il burocratismo, per il trionfo del socialismo e della democrazia socialista e tutto hai fatto affinchè questa lotta trionfasse; e, quando domani le esperienze ed i successi della stessa lotta diverranno parte indivisibile del tesoro dei movimento operaio internazionale e del socialismo, queste esperienze e successi saranno indivisibilmente legati al tuo nome. Con il tuo nome di battaglia «Petro» tu, compagno e amico caro, qui in Lubiana, 26 anni addietro, guidavi arditamente nella lotta rivoluzionaria per il potere del popolo lavoratore, per il socialismo. Uggì ritorni nella tua città per rimanervi per sempre. Non sci ritornato stanco ed affranto dalla lotta. Tu non hai mai manifestato stancliez-za- La lotta ti ha sempre dato nuovo vigore. Soltanto un’insidiosa malattia ha potuto spezzare un uomo della tua fatta. Riposerai tra i tuoi compagni, fra gli eroi che sono caduti prima di te. Il commissario politico dell’Eser- salutata la bara, dopo 4—5 ore di muove fra due fitte siepi di popolo. Seguono la bara, la moglie e la giovane figlia dello Bcomp&rso, poi le più alte autorità dello Stato: Kardelj, Djilas, Ranković, Moša Pijade, Bakarič, Miha Marinko, Stambolič, Blažo Jovanovič, Djuro Pucar-Stari, Lazar Koliševski, Ivan Gošnjak, Svetossaa' Vukmunovic, Franc Leskošek, Koča Popovič, Djuro Salaj, Rodoljub Colakovič, Milentije Popovič, Božidar Maslarič e numerosi altri, tutti senza ombrello e a capo scoperto sotto la pioggia che cade ininterrotta. La filarmonica di Lubiana, le bande della Difesa Popolare e dell'Aereonautica eseguono musica funebre, al ritmo cadenzato della quale marcia il corteo lungo circa un chilometro e mezzo. Bandiere e fiori paiono non finire più. I giardini, le serre di tutta la Jugoslavia si sono spogliati in un gentile, commovente omaggio all'Eroe. La parola del compagno Tito SALUTO KARDELJ cito Popolare di Liberazione della Slovenia, Peter Kalan, ritorna tra i suoi compagni caduti nella lotta. A noi, che insieme a te e con Tito a capo, per una lunga serie di anni abbiamo lottato per la stessa causa, a noi che innumerevoli battaglie hanno così saldamente unito a te, in un cameratismo rivoluzionario ed in una calda amicizia, a noi che oggi ti accompagnamo nel tuo ultimo viaggio, si spezza il cuore quando pensiamo che tu non sarai più tra noi. Ma no, lavoratori della Jugoslavia, il compagno Kidrič non ci lascia. Noi portiamo nel suo ultimo viaggio soltanto la cenere della sua esistenza, prematuramente consunta dal nobile fuoco del sacrificio e dell’abnegazione. Boris Kidrič è entrato nell’anima della nostra rivoluzione. E questa anima vive, combatte battaglie vittoriose; essa, di giorno in giorno, genera nuovi frutti e nulla al mondo può distruggerla. In quest’anima della nostra rivoluzione e nei suoi frutti, vive e sempre vivrà Boris Kidrič, il nostro caro compagno e amico, Peter. E la sua tomba rimarrà di sprone alle generazioni di oggi o di domani nella ineluttabile lotta per il progresso, per un migliore avvenire del popolo lavoratore. I , Gloria eterna a Boris Kidrič. Viva la grande causa del socialismo, per la quale egli si è battuto. Davanti alla sede del Governo, il Presidente della Repubblica Slovena, Miha Marinko, e poi ancora Jose Vidmar, rivolgeranno al grande compagno scomparso sentite parole. Ci avviamo intanto verso la piazza degli Eroi della Rivoluzione, nella quale un mausoleo accoglierà le spoglie di Boris Kidrič. Là il Maresciallo Tito si accomiaterà dal compagno e amico. Ma non si sa niente di ufficiale e di preciso. T giornalisti lo credono e si passano la voce l’un l'altro. Man masM) che ci si avvicina alla piazza, la folla ai lati si fa più ritta. I cordoni della polizia stentano a trattenerla e qua e là sono chiamati nuovi rinforzi. E’ incredibile come la gente sfrutti ogni cosa per montarvi sopra, automobili, chioschi di giornali. Tetti, balconi, linestre sono gremiti all’impossibile. Dalle grate dei cancelli pendono gruppi dà persone. Difficile è raggiungere piazza degli Eroi della Rivoluzione. La folla non si scosta di un solo passo. Ognuno difende il Caro compagno Boris! E’ difficile parlare quando il cuore è attanagliato e la bocca convulsa pensando che noi, che siamo stati tuoi compagni per tanti anni, non potremmo più ascoltarti e lavorare con te, e-sultando per il sempre più grande e più vicino trionfo del lavoro socialista per il quale tu, tra i primi, hai profuso tutte le tue energie e nel quale hai formato la tua gioventù e tutta la tua vita. La tua vita è stata quella di un rivoluzionario. Ancora fanciullo sei entrato nel movimento rivoluzionario della classe operaia, sfruttata e maltrattata. Ancora fanciullo hai ripudiato quella classe che poteva assicurarti una vita comoda. Non te ne sei andato per sentimentalismo o spirito d’avventura, no, tu sei entrato nelle file del Partito Comunista nel periodo delle più dure persecuzioni, quando i membri del Partito venivano fucilati dal regime della dittatura militare di A-lessandro e del generale Zivkovlé. Sei entrato nelle file del movimento operaio perchè il tuo nobile animo non poteva sopportare ed assistere come spettatore all’impari lotta tra gli sfruttati e gli sfruttatori. Vi sei entrato perchè la tua natura rivoluzionaria, già nella prima giovinezza si è approfondita nello studio delle leggi dello sviluppo sociale in base alla scienza di Marx, di Engels e di Lenin. Sei entrato nel movimento operaio anche perchè volevi partecipare e combattere attivamente con la tua intelligenza, col cuore e con tutto il tuo essere nel nuovo che si crea e non nel vecchio che si estingue. Boris caro, noi vecchi tuoi compagni abbiamo allora seguito la tua lotta contro tutti coloro che volevano allontanarti dalla strada che da solo ti eri scelta. Sei stato irre- I compagni Tito, Kardelj, Ranković, Djilas, Leskošek, Pucar, Sa Pijade, Stambolič e Koliševski portano la bara. movibilc. Non ti ha arrestato nè la prigionia, nè le persecuzioni. Come noi, sei stato rinchiuso nelle celle delle prigioni e ciò quando appena entravi nella vita. Ti sei comportato come bisogna e deve comportarsi ogni rivoluzionario. La prigione era per te una scuola, ivi potevi arricchire il tuo sapere marxista. Essa non ti ha piegato come speravano i nostri nemici, al contrario, ti ha dato nuove forze, nuove energie per continuare il lavoro rivoluzionario alla tua uscita dai muri della prigione. Caro Boris, qui, in questa città, dove d’ora innanzi riposerà il tuo corpo, io ti ho incontrato 19 anni fa. Io, comunista tenuto d’occhio dalla polizia. Anche allora eri colmo di entusiasmo e di energia ed è per questo che, come tanti altri compagni, ti ho voluto subito bene. Da allora, per 19 anni, noi abbiamo lavorato insieme, senza riguardo dove ci trovavamo. Per 19 anni ho a-vuto la possibilità di seguire la formazione della tua eroica figura rivoluzionaria. E durante questi 19 anni tu non hai mai deluso nè me, nè gli altri compagni. Ti ho visto a Braga nell’anno S1937, quando sopportavi con rassegnazione la dura e faticosa vita di emigrante, continuavi gli studi per ordine del Partito e lavoravi infaticabilmente per il Partito, per il Paese. Ti ho visto a Parigi negli anni 1937— 1938 e 1939, nei momenti più duri per il nostro Partito quando il suo organismo veniva dilaniato dalle lotte di frazione nei fori dirigenti e quando su esso gravava il pericolo di essere soffocato da parte di coloro che nel Comintern erano stati i principali responsabili della lotta frazionista. Boris, inestimabile è il valore della tua fermezza e del contribuito che hai dato a noi in quel frangente per salvaguardare la avanguardia della classe operaia jugoslava, per renderla monolitica e per prepararla ai duri momenti che si stavano avvicinando e che minacciavano di distruggere i nostri popoli. Alla vigilia di quei giorni pieni di incertezze e di minacce per il nostro paese e per i nostri popoli, sei ritornato dall’emigrazione per condividere le sorti assieme ai tuoi compagni e al tuo popolo. Sapevi che il tuo posto era tra loro. Hai lavorato instancabilmente assieme a noi nei preparativi, ed assieme a noi hai vissuto la gioia della creazione deìl’unità e della compattezza del nostro Partito, al quale spettò lo storico ruolo di organizzare e guidare l’Insurrezione popolare contro gli occupatori eil i traditori del nostro paese. Come uno dei primi dirigenti dell'Insurrezione popolare nella Slovenia tu, in questa grande opera popolare rivoluzionaria, hai dimostrato le tue grandi capacità organizzative e la tua grande fermezza morale. Sei divenuto uno dei migliori dirigenti dell’Insurrezione popolare e della lotta rivoluzionaria per la creazione della nuova Jugoslavia. In questa grande opera il tuo nome è rimasto nei cuori di milioni di nostri lavoratori. Ciò lo dimostra l’illimitato cordoglio che ha colpito milioni di cittadini della Nuova Jugoslavia socialista alla notizia della tua scomparsa pre- matura. Esiste forse un cuore di vero cittadino del nostro paese, che ama questa terra dilaniata da lotte secolari, che non sia stato colpito duramente dal profondo dolore quando ha appreso che il tuo cuore ha cessato di battere, quel tuo cuore che ha amato sconfinatamente il suo popolo e la sua terra? ’l'u ci hai lasciato, Boris, ma la tua figura di combattente e di comunista rimarrà profondamente radicata nei cuori della nostra gente. Caro Boris, nell’anno 1948 ci ha minacciato un nuovo grave pericolo. In quei difficili giorni tu sei stato per il nostro Partito e per i nostri popoli fra i primi, il primo a comprendere l’essenza dell’attacco rivolto contro di noi e là tragicità della posizione nella quale in quel momento ci venivamo a trovare. Anche in questa occasione hai dimostrato la tua tempra d’acciaio, la tua tempra di rivoluzionario e di comunista. .Sei rimasto inflessi-bile assieme a noi in lotta, in quella impari lotta per la indipendenza, per la libertà, per la felicità dei nostri popoli. Sì, Boris, la tua inestinguibile fiamma di rivoluzionario e di patriota, che hai saputo con tanta forza radicare nei cuori e nel pensiero dei compagni più giovani e dei combattenti durante la Lotta popolare di liberazione e durante il tuo lavoro pieno di spirito di sacrificio nel periodo dell’edificazione del socialismo, divamperà anche dopo la tua morte prematura, luminosa ed inestinguibile nei cuori delle presenti e future generazioni. Milioni dei nostri lavoratori conosceranno il tuo lavoro, ma Boris, noi tuoi compagni lo abbiamo visto da vicino, ogni giorno. Ti abbiamo visto logorarti nel tuo lavoro, giorno e notte, temevamo che troppo presto saresti crollato. Ma non sapevamo, come non lo sapevi neppure tu, che il tuo forte corpo nascondeva una terribile malattia, quella malattia che ti ha tolto cosi presto dalle nostre file. Compagno Boris, questa perdita è per noi insostibuibile, tu sapevi e potevi portare una immensa mole di lavoro sulle tue spalle. Ma noi, che restiamo, nel migliore dei modi ci renderemo degni di te, portando in comune il peso ohe hai portato tu da solo in vita, e dando tutte le nostre forze affinchè venga realizzato quello per cui hai lottato e per cui hai dato la tua vita. Compagno Boris, con te i nostri popoli hanno perso ii loro grande figlio. I nostri popoli ti devono molto ; ma essi, in segno di riconoscenza, conserveranno nei loro cuori il ricordo di te e della tua eroica personalità che resterà eterna. t aro nostro compagno e indimenticabile Boris, col cuore pieno di tristezza mi aecemiato da te, anche in nome dei miei compagni e dei nostri popoli. Porteremo nei nostri pensieri e nei nostri cuori la tua figura piena dì vitalità e di sano , ottimismo. Riposa in pace, Boris, qui tra gli eroi caduti che, anche dopo la loro morte, vivono nei cuori dei nostri popoli quale esempio imperituro perchè, come il poeta dice: «gli avelli di questi non sono tombe, ma fonti di nuove forze». Gloria eterna a te, caro compagno Boris Kidrič.» AL NOME DI BORIS era legata tutta un epoca KIDRIČ gloriosa L’Uomo di pensiero e d’azione scomparso - scrive Boris Ziherl in teva perfino la palese ammirazione del nemico di questo profilo classe nscuo* Il loompugmo (Peter non « Rii* fra i vivi . . . Tutto fa noi Si ribella di fronte alla crudele realtà. Egli Ila cessato di vivere, creare e lavorane. E’ »comparso Duomo, al cui nome era e sarà inscindibilmente legata l’epoca più gloriosa della storia del popolo sloveni*}, un quarto di secolo caratterizzato dalla preparazione, realizzazione e l'onsolidanierjto della nostra Rivoluzione popolare, socialista. Quest’anno ricorre il /ventiaiinique-simo anno da quando lo studente di settima ginnasiale, Boris Kidrič, figlio unico di un grande studioso sloveno, venne accolto ned 'Partito dei comunisti ed iniziò da via idei combattente — rivoluzionario del proletariato. Il movimento operaio im Jugoslavia si trovava allora in una situazione delle più difficili. Dal come esso sarebbe uscito da questa prova, (Upend*'va tutto il suo sviluppo ulteriore, il suo futuro ruolo nella lotta delle nostre masse lavoratrici per la libertà e il progresso. Di fronte alle crescenti contraddizioni sociali e nazionali, elle con le loro conseguenze mamjajoedavano di suo dominio alle fondamenta, da reazione borghese, allora all potere, si decise a prendere delle misure estreme. Essa introdusse la dittatura monarco -fascista aperta, diretta sopratutto contro il movimento operaio e contro la sua avanguardia comunista, in cui la reazione vedeva il proprio nemico più pericoloso. Il suo piano strategico sembrava all’appairenza molto semplice; in pratica, però, si dimostrò iiinrealizzabdle : scompaginare il movimento rivoluzionario dei lavoratori, incarcerare e, possibilmente, sopprimere à suoi combattenti d’avanguardia, i comunisti. Se questo piano si idimostrò irrealizzabile, allora e tanto più in Slovenia, di merito va ad uomini della fatta del defitta to Boris iKùdtóé. In iquesto periodo, forse un po’ meno noto, della sua vàtai di rivoluzionario, crebbe T allora ancor minorenne studente idi ginnasio Boris e, nei conflitti d’otgni giorno con il potere borghese, nella lotta senza soste per la ricostruzione, per il consolidamento e l’allargamento dell’or-ganiizzaZione comunista fra gli Sloveni, incominciò a rivelare quelle energie inesauribili e quelle capacità di mente che, allora e dopo, unitamente alla dedizione sconfinata alla causa della classe lavoratrice, infondevano rispetto e amore presso i compagni, .palese ammirazione presso il nemico di classe. ORGANIZZA TORE CAPACE E INSTANCABILE Ecco, in brevi tratti, la via percorsa dello scomparso Boris Kidrič nei prima dieoi anni della sua lotta rivoluzionaria ; l’organizzazione illegale della gioventù rivoluzionaria e della nascente intelligenza progressista negli anni 1928 e 1929 ; un anno di carcere ned penitenziario di Maribor; il ritorno e la nuova attività Illegale, interrotta ispesso da più o meno lunghi periodi di arresto; il contributo derisivo alla costituzione di tuia larga rete di organizzazioni del Partito in tutta la Slovenia, alla riattivazione del movimento rivoluzionario dei lavoratori in genere nel periodò 1930—35; la lotta per l’unità di tutte le forze democratiche nazionali slovene, per la libertà e l’u- guagliaiuza dei diritti del popolo sloveno; gli anni dell’esilio 1935—39; il ritorno dm patria e, ancora, il carcere per molti mesi; la preparazione politica e organizzativa instancabile delle masse lavoratrici slovene per gli anni fausti e decisivi della Lotta di Liberazione contro gli occupatomi fascisti e i loro servi nostrani. LA LOTTA DI LIBERAZIONE Già in quel periodo il compagno Kidrič, accanto ad Edvard Kardelj e Tone Tomšič, divenne la personalità più in vista del movimento democratico antifascista in Slovenia. Il ruolo sostenuto dal compagno già da studente e di cui Egli s’arricchì ancora, vagliandola nella prassi, nel proprio sviluppo ulteriore. Spesso non era possibile togliersi l’dm-pressiione di avere dinanzi una figura perfetta del risorgimento, che assimili gli avvenimenti in tutta la loro ampiezza e varietà, senza che un solo aspetto della vita gli sia sconosciuto. Il parlare con il compagno Peter era sempre, per il suo interlocutore, un’esperienza : si trattasse di questioni politiche ed economiche, o di quelle, apparentemente più lontane dai problemi immediati della società, come la filosofia, l’estetica, la letteratura c la storia. Chi arra cura IL MARESCIALLO TITO PORGE L ESTREMO SALUTO ALLO SCOMPARSO COMPAGNO ED AMICO Kidrič nella Lotta di Liberazione e nella edificazione socialista dopo la guerra; i suoi meriti pei- l’organiz-zaiziorae politica e militare del urto vimento di liberazione in Slovenia per dii fondamento teorico e per l’in dirizzo pratico dello sviluppo econo muco delia Jngoriavia libera, per l’in eretn cinto continuo degli elementi so eia,listi e progressivi della nostra re afta sociale, in breve tutta la sua opera, che gli accattivò negli ultimi dieci, dodici anni, il rispetto e la fiducia non solo degli Sloveni pro grossisti, ma amiche di tutti i lavo rateri jugoslavi, tutto è ben noto a ogni cittadino cosciente del nostro paese e sarebbe probabifmemte superfluo parlarne. Perciò preferiamo rivolgere il nostro reverente pensiero alla personalità dell’Estinto, a ciò che costituiva l’essenziale inquadratura di questa figura di uomo più umica che rara nella nostra «orietà. UOMO DI PENSIERO £ D’AZIONE Boris Kidrič era uomo di pensiero e dazione. Egli assommava in sè al massimo grado ambedue le qualità. Le sue decisioni e i suoi atti derivavano ognora dalla ferma convinzione che la sua opera sia giusta è in armonia con le tendence al progresso nello sviluppo della società. Questa sua convinzione traeva origine da una conoscenza ampia e profonda, che stupiva i suoi compagni LA SALMA DELL’EROE ISSATA SU UN AFFUSTO DI CANNONE PASSA FRA DUE FITTE Ali DI POPOLO EISENHOWER LANCIA la controffensiva di pace Dopo l’offensiva di pace lanciata dai nuovi dirigenti del Cremlino era logico attendersi la controffensiva degli Stati Uniti. L’ha iniziata giovedì scorso Eisenhower con il discorso tenuto nella riunione della associazione americana dei direttori dei giornali. Le dichiarazioni del Presidente statunitense lasciano comprendere che si tratta di una controffensiva in grande stile, in cui gli elementi psicologici e propagandistici si confondono con gli elementi di una vasta manovra diplomatica, diretta a presentare a Mosca una serie di banchi di prova su cui valutare le effettive intenzioni dei nuovi capi sovietici. Nel discorso del Presidente americano è facile infatti scorgere due elementi essenziali: uno diplomatico tendente a stabilire quali possibilità effettive esistano per risolvere le questioni più acute della guerra fredda, e l’altro psicologico diretto a strappare ai russi l’iniziar tiva della cosidetta b^tagUa per la pace di fronte all’opinione pubblica mondiale. Eisenhower ha detto, in sostanza, quali sono, secondo Washington, le condizioni per una pacifica convivenza Intemazionale e quali i problemi che debbono essere risolti a tale scopo. Alcune condizioni sono molto al di là delle possibilità immediate di distensione e al di fuori della realtà dell’attuale situazione dei rapporti intemazionali. Tra queste, il riesame della situazione nei paesi satelliti e il varo di una specie di superpiano Marshall, comprendente anche 1TJRSS. Altre condizioni sono però realizzabili relativamente a breve scadenza. Così, ad esempio, l’armistizio in Corea, la riunificazione del paese sulla base di libere elezioni e la conclusione del trattato dì Stato austriaco. Su questi problemi può concreta» mente essere raggiunto un accordo suscettibile di tradurre in realtà la speranza di tutti i popoli nell’inizio di un’epoca veramente nuova per l’umanità. Le condizioni per trattare ci sono. Sta ora ai sovietici approfittare della porta lasciata a-perta da Eisenhower e dare una dimostrazione concreta della loro proclamata volontà di porre fine alla tensione intemazionale. Dopo le dichiarazioni di pace di Mosca e di Washington, il mondo attende prove concrete, fatti, al di fuori di ogni elemento propagandistico. Le forze della pace, malgrado tutto, si armo andate consolidando nel mondo e la loro pressione diviene sempre più decisiva nel senso che scoraggia ogni prospettiva di aggressione e di pazzesca avventura per la conquista del mondo. E’ sotto questa pressione che si sono sviluppate l’offensiva di pace sovietica e la controffensiva americana. Al punto in cui si è giunti quindi, pur senza esigere improvvisi, mira- ; colosi capovolgimenti di situazioni • che si sono andate formando nel ’ giro di alcuni anni, nè un immedia- ' to inizio di un nuovo corso storico,. è lecito attendersi il crearsi di un’atmosfera nuova nei rapporti intemazionali. E questa può essere determinata dalla fine della guerra in Corea, dalla restituzione dell’indipendenza all’Austria, dalla cessazione della pressione aggressiva del blocco cominformista contro la Jugoslavia. Sono questi i primi problemi la cui soluzione darebbe una prova convincente che le espressioni di pace di questa primavera non sono sola propaganda e farebbe venir meno in buona parte quella recìproca diffidenza che oggi avvelena le relazioni intemazionali e o-stacola ogni progresso sulla via della sicurezza nel mondo. Se nelle preposte di pace di que- ' ste ultime settimane vi è serietà ed onestà di propositi, l’umanità può cominciare a ben sperare in un nuovo corso dei rapporti Intemazionali. < ! Xeon Franchi dii raccogliere la sua eredità letteraria, accanto alle sue analisi politico-reonomidre più importatiti, (che tanto hamu« contribuito alla soluzione pratica di molti problemi economici della nostra epoca) troverà, in particolare, fra le pagine di «Letteratura» e «Attualità» delTantegueirra, d suoi trattati idi critica letteraria; storia, i suoi conflitti filosofici com gli avversari del socialismo scientifico, eoe., ohe, per il loro acume e concretezza, non sono a meno delle sue opere politico-economiche. LA POTENZA RIVOLUZIONARIA DEL SUO CARATTERE La potenza rivoluzionaria del suo carattere era unita inscindibilmente alla sua indomita volontà di apprendere sempre più. Le convinzioni, acquisite con il suo sapere e nella sna prassi, furono sempre, per lui, l’incentivo principale di un’azione cosciente, resa tale dalla necessità storica, e libera. Boris Kidrič, era un granule pensatore, che non solo cercava di interpretare le manifestazioni della vita sociale, ma, e più ancora, voleva Oontribuiiire, in base alle cognizioni acquisite delle leggi snaturali nello Sviluppo sociale, alla trasformazione della vita sociale, allo sviluppo di sempre più grandi e sempre più nobili forme di coUabarario-ne umana. In breve; Egli era uno dei più degni rappresentanti di queU’in-telligemza, ehe Lenin affermò avesse il diritto di essere delimita tale poiché Tappresenta, il più propriamente, il più coscientemente e il più decisamente, lo sviluppo degli interessi di classe e dei raggruppamenti politici nella società. La profondità delle sue convinzioni ha sempre spinto il compagno Peter verso il movimento progressista. PERSONALITÀ’ CREATRICE Il compagno Kidrič, quale perso nalità creatrice, disponeva in gran diissima misura di quelle caratteri etiche meravigliose che rendono pos šibile ai grandi umanisti d’immedesi inarsi nell’animo e nella natura del prossimo e la comprensione del suo essere. Come fu sempre inflessibile verso tutti coloro nei quali «copriva pensieri perversi e basse intenzioni, così Egli volle essere umanamente generoso e scusare gli errori e d difetti di coloro ehe avevano la co-scienza a posto. Con tali doti seppe fa«- miracoli durante la Lotta di Liberazione quando si trattava di unire, in un unico sforzo liberatore, e in una giusta conoscenza dei principi sociali più immediati nella vita nazionale libera, tutte le forze vera- mente patriottiche del popolo sloveno e degli altri popoli jugoslavi. Ai fattori soggettivi; o meglio, individuali delle nostre vittorie, negli anni della Lotta e del dopoguerra, appartengono il più propriamente uomini di tal fatta. Il compagno Kidrič fu tra coloro che primi compresero i rivolgimenti sociali, avvenuti negli ultima vent’an-ni neiil’Uinìoine Sovietica e d pericoli (rappresentati dal rafforzamento delle tendenze burocratiche del capitalismo dii stato) per il socialismo in-termariomale. Perciò sin da principio, con tutte la forza della sua persuasione, basata sulla profonda conoscenza dei fatti, interpretò e difese il pensiero di Tito sul libero sviluppo del socialismo in Jugoslavia, garan tito soltanto da un sempre più gran de approfondimento della democra zia socialista, da un’educazione pra lica e continua delle masse lavora trici a divenire il vero padrone del proprio destino. Marx scrisse un tempo che il comuniSmo non è per noi una condizione in base a cui la verità deve comportarsi, ma è un movimento concreto e vitale, che deve distruggere l’attuale situazione. LA FIGURA DELL’UOMO SOCIALISTA Spesso, da noi, discutiamo quale debba essere la vena figura del comunista, quali debbano essere le caratteristiche morali che lo nobilitino, perchè con la sua condotta contribuisca quanto più alla formazione dell’uomo nuovo e della nuova società. Più volte tracciamo delle figure ideali di uomini, che in realtà non esistono e die, forse, mai esisteranno, ma nella nostra realtà già esistono uomini, temprati dalla lunga lotta per ima vita migliore ideila nostra gente lavoratrice, forgiati dal ComuniSmo, quale vero movimento per ila soppressione dei vecchi rapporti sociali e delle istituzioni superate dalla storia. Non è necessario immaginare figure ideali che possano servire di modello agli uomini. Gli uom ini viventi, che hanno superato la normalità della propria epoca, sulla base delle loro profonde conoscenze e in un nobile slancio delle loro aspirazioni sociali, ed siano d’esempio. Quest esempio, con la sua opera e con la sua fine, ci è stato donato dal compagno Peter. Nei suoi rapporti e nella sua operosità, Egli cd lascia in eredità il modello del vero uomo socialista, della personalità morale più pura. InidieaodoKjL, con tutta la sua esistenza, quale debba essere l’uomo dell’epoca socialista, il compagno Peter rimarrà sempre ricordato Ira noi. Egli vivrà in tutti coloro die, nel pensiero e nedl’azione, seguiranno il suo nobile esempio. B. Z. «Egli era una personalità tale, il mi lavoro può essere sostituito soltanto da un intero collettivo»: così ha detto, sabato scorso, il compagno Milovan Djilas, commemorando il grande scomparso. E bassa, infatti, considerare la sua opera postbellica, per rendersi conto di quale perdita il nostro Paese abbia avuto a soffrire. Ogni rievocazione della sua esistenza è, di per se stessa, un serto alla fronte di colui che ben a ragione possiamo chiamare Eroe del popolo. Della giovinezza di molti uomini noti e grandi si parla spesso in tono enfatico, tale da sopperire alle pori'e cose che si hanno da dire. Ma per Kidrič l’enfasi è superflua : • tratteggiarci la sua giovinezza bastano le scarne e commosse parole del Maresciallo Tito: «Ancora fanciullo hai ripudiato quella classe che poteva assicurarti una vita agiata. Non te ne sei andato per sentimentalismo o spirito avventuroso, no: tu sei entrato nelle file del Partito Comunista nel periodo delle più dure persecuzioni, quando i suoi membri venivano fucilati dal regime di dittatura militare di Alessandro e del generale Živkovih». Chi lo conobbe a scuola, come H compagno Krajger, ha ancor oggi vivo il ricordo di quel ragazzo irrequieto e pensieroso ad un tempo, tenace si dedicò all’organizzazione ed alla diffusione della stampa clandestina, alla preparazione delle manifestazioni popolari. Il carcere non valse a piegarlo, ansi, lo rafforzò e l’indurì, tanto da farlo rispondere alle vessazioni degli sgherri con l’organizzazi&ne di scioperi fame tra i detenuti, con l’aperta protesta. A dire lo spirito con cui egli affrontò i disagi e i pericoli della clandestinità prima, quelli della lotta ar- Dalla vita dell Eroe e ribelle, nemico d’ogni convenzionalismo. Già allora, come ebbe a dire Kidrič stesso, si accanì «contro due nemici: la burocrazia e lo spirito piccolo-borghese. Questo emerge chiaro. d'altronde, anche dalla sua prima attività letteraria, invero poco conosciuta, dal primo, focoso articolo apparso sulla rivista «Književnost», agli scritti pubblicati su «Rdeči Signali», V organo degli studenti progressisti di cui egli fu il promotore e l’iniziatore. La sua lealtà, il suo accanimento sulla via, a volte durissima, che a-crebbe condotto alla Rivoluzione vittoriosa, colpirono tutti: da Tito, il quale ne scrisse, in una lunga lettera indirizzata al Comitato Centrale di Vienna, a Kardelj, che lo conobbe quindicenne a Lubiana e che con lui mata poi, sono sufficienti le sue parole, ricordate dal colonnello generale Dapčevič: «E’ una fortuna vivere in un’epoca come la nostra. Noi siamo la generazione più fortunata». Ed è ancora alla sua commemorazione che dobbiamo riferirci per sintetizzare il gigantesco, quasi sovrumano lavoro portato a termine dallo Scomparso nei difficili anni del dopoguerra : «Alle opere di Boris è legata ogni nastra fabbrica sino all’ultimo pezzetto d'acciaio, ogni nostra diga, ogni nostra miniera, con ogni nostro sforzo. Egli cementava in queste costruzioni, brano a brano, se stesso, il suo essere e il suo pensiero. A Boris è dovuta l’edificazione di 37 fabbriche militari, ed i nostri aerei — c'ie, come l’Idea per cui Kidrič lot- ALLE SOLENNI ESEQUIE LUBIANESI ERANO PRESENTI, NELLE PERSONE DI MIGLIAIA DI DELEGATI GIUNTI DALLE PJU’ LONTANTE REGIONI DEL PAESE, TUTTI I POPOLI JUGOSLAVI. NELLA FOTO, LE MASSI ME AUTORITÀ’ DELLO STATO E LA FAMIGLIA SEGUONO LA SAL MA DELLO SCOMPARSO. tò, spaziano liberamente nei cieli — e i nostri cannoni, le nostre armi sono ora pronte a difendere quello per cui Kidrič ha fatto olocausto della vita». Il male incurabile che lo colse non lo piegò. Egli continuò a sorridere, anche se il morbo sinistro gli rombata alle orecchie, quasi a ricordargli in ogni istante Vineluttabilità della sua sorte («Le orecchie mi rombano come se avessi nel capo tutta la nostra industria pesante a cui ho lavorato», soleva dire, alieno dai pensieri da cui ogni altro, nelle sue condizioni, sarebbe stato terrorizzalo), continuò a sorridere fin sulla soglia buia, come quella sera di Capodanno in cui la sua figliola minore. Marietta, gli si avvicinò a chiedergli con trepida ansia come si sentisse. Sorrise, come a dire: «No, non mi sono ancora arreso». Egli sapeva che per la sua malattia non v erano medicine, sapeva che la fine era inevitabile. Pure, non volle lasciare il suo posto di lavoro e di combattimento finché le forze non 10 abbandonarono,, finche la sua resistenza fisica, pur meravigliosa, gli venne a mancare. E tre giorni prima della morte, al compagno Djilas che si era recato al suo capezzale, dava prova del suo stoicismo sublime, sorridendogli tra le strette def dolore: «Sai, un rivoluzionario non dovrebbe sopportare questa fine lenta e penosa, ma bisogna che io la soffra fino in fondo. Un rivoluzionario dovrebbe abbreviarla, ma io debbo soffrire fino all’ultimo, poicfié dinnanzi alla mia malattia mi trovo come se fossi di fronte alla polizia, e debbo resistere, non debbo far nulla che getti sia pure la minima ombra sul mio passato e sul nostro movimento». Quali parole avvrebbero potuto meglio addirsi ad una simile tempra di quelle con cui il Maresciallo Tito ha chiuso il suo accorato discorso? «Caro nostro compagno, indimenticabile Boris, con il cuore pieno di tristezza mi accomiato da te, anche in nome dei miei compagni e dei nostri popoli. Porteremo nella mente e nel cuore la tua figura piena di vitalità e di sano ottimismo. Riposa in pace, Boris, qui fra gli Eroi caduti che, anche dopo la morte, vivono nei cuori delle nostre genti quale esempio imperituro poiché, come 11 poeta dice, «questi avelli non sono tombe, ma fonti di nuove forze’». UL TIMI GIORNI Dl KIDRIČ Anche quando la morte stava per ghermirlo, l'instancabile combattente dava proposte e suggerimenti ai compagni La notte, che ha seguito la morte di Kidrič, trascorse tormentosa nell’ospedale dove egli era stato degente. Poltrone un po’ sgualcite e, accanto, un cappotto. Più in là alcuni berretti e cappelli. Negli occhi dei medici si legge il dolore per la perdita dell’uomo a'ie fino a poco fa viveva ancora. In un ospedale guarigione e morte sono avvenimenti che accadono ogni giorno. Ma stavolta la tristezza, sui volti dei medici, ha motivi profondi. Nella stanza del primario dell ospedale dott. Maistorovié sì erano riuniti tutti i medici curanti: il dott. Franjo Bulič, il dott. Jovan Bjelić, il dott. Velimir Maistorovié e il dott, Borisluv Najdanovič. Nessuno potrebbe pretendere che essi parlino come di constitelo. Sono tutti sotto l’impressione delle notti passate. * » * Quando la malattia era ancora all’inizio, i medici compressero subito che si trattava di cosa seria e consigliarono : — «Sarebbe opportuna la vostra venuta per un paio di giorni all’ospedale. Dobbiamo sottoporvi ad un esame generale». Kidrič esitava. Era tutto immerso nel fervore delVuomo responsabile che dirige l’economia. Gli sembrava impossibile staccarsi dal lavoro. — «Venite almeno per due giorni». — «E... va bene. Ma ricordatevi: per due giorni soltanto, non un’ora di più». * * * La malattia era grave. Nell’ospedale «Dragiša Milovič» era giunto un nuovo paziente, al quale venivano prodigate sin dall'inizio le massime cure. E, in realtà, se le era meritate. Egli ora un ammalato insolito e. tra eli altri, il più disci- plinato. Si atteneva con scrupolosità alle istruzioni dei medici, che in breve tempo gli si fecero amici. Ma in-sisteva per liberarsi da quelTambien-te dove gli era vietato di lavorare e di leggere a lungo. Si pretendevano da lui tutte quelle cose, cioè, cui egli non era abituato. E ne soffriva. Tutti avevano cura di lui e si preoccupavano. Perciò in breve si abituò a tutto. Una mattina gli venne vicino l’infermiera assistente. Nella mole del lavoro quotidiano dell’ospedale nessuno aveva osservato che essa aveva gli occhi infossati per le lunghe notti insonni. — «Oggi avete delle preoccupazioni vero? — le chiese Kidrič guardandola. — Avete forse il bambino ammalato?» E non desistette fino a che non la fece mandare a casa a curare il suo bambino. * * * Alla vigilia del VI Congresso era già abbastanza grave. Fu sottoposto alla trasfusione del sangue. Pregò i medici di lasciarlo presenziare ai lavori. del Congresso. Lo lasciarono a condizione che non rimanesse a lungo seduto e che non si stancasse troppo. Con lui andò anche un medico. All’esposizione del compagno Tito seguì la discussione. Kidrič dimenticò di essere ammalato. Era rientrata in lui la vita del paese. Parlò, ma dopo un po’ si rivolse al medico, quasi rimproverato dalla coscienza: —- «Sto bene — disse — non temete per me. Desidererei rimanere ancora un pochino. Non sono affatto stanco». * * * Dal Congresso ritornò all’Ospedale. Scese dall’automobile tenendo in una mano la sua valigetta e salutando con l’altra il medico: — «Buon giorno, caro dottore. Eccomi di ritorno e mi sento bene». Dopo la prima perdita di sangue, aveva guardato negli occhi il curante che stava accanto al suo letto. ■— «Ditemi la verità. Del resto la conosco. Ad un rivoluzionario bisogna parlare sinceramente, qualunque sia la verità». che già sqnte la morte, si rivolga infine a se stesso e soltanto a se stesso. Tutti gli perdonerebbero l’egoismo di quest’ora, che giunge indipendentemente dalla sua volontà. Ma proprio in questi momenti Kidrič fu grande, forte, più elevato. E yuan-dò già stava perdendo la coscienza, dirigeva ancora conferenze, criticava. LE SPOGLIE DI KIDRIČ VENGONO CALATE NELLA TOMBA : Egli sapeva leggere negli occhi quello che gli si voleva nascondere. Aveva detto sorridendo: — «Ma guardate un po’! Ed io ero persuaso che i medici non sappiano nascondere la verità! Chi a-crebbe mai potuto pensare che siano dei cospiratori così abili?» * * * La morte si avvicinava Crudele. Rivolgendosi ai medici, Kidrič li confortò : — «Non preocupatevi, tutto andrà bene». Pronunciò queste parole con un sorriso amaro. Stava già perdendo Tuđilo, ma continuava ad adattarsi al nuovo modo di comunicare con la gente — scrivendo. Intanto preparava i medici per un altro permesso, per andare, cioè, a votare per il Presidente della repubblica. — «Se troverete qualsiasi motivo per impedirmelo, ve ne riconoscerò il diritto. Tuttavia riuscirò in qualche modo ad. uscire dalT ospedale. Devo dare il mio voto a «Stari» (così gli chiamava Tito). E sorrideva. — «Spero mi accontenterete», disse. Gli fu concesso di allontanarsi dall’ospedale per 10 minuti soltanto. Era felice di esser nuovamente tra i compagni. Si sentiva addirittura impaccialo, ma qualcosa operava allora su lui. Tutti i deputati ti erano alzati per salutare e applaudire il vecchio compagno e dirigente. Egli vide il battimani, ma non Tudi. • * « La sue condizioni peggioravano tempre più. E’ naturale ma Fu«»«, pensava, dava suggerimenti, proponeva. Accanto a lui stava Zdenka, la sua consorte, senza il diritto di poter piangere. Soffocava in se il dolore prorompente, taceva e vegliava. Più di una volta era necessaria altrove: a casa la piccola aveva la febbre, ma bisognava non farlo sapere a quest’uomo nobile e generoso, cui la morte si avvicinava silenziosa. Sopportò tutto, con abnegazione. * * * Sì avvicinava ormai la fine. Alzò le mani e stese le dita. Mostrava 10. Era il 10 aprile, il suo quarantunesimo compleanno. Com’era triste. L’agonia cede ogni tanto U posto alla coscienza per non fargli sentire il dolore. Quel giorno i compagni gli augurarono buon compleanno, gli inviarono regali e brevi, calorosi saluti. Tito, Kardelj, Ranhović, Djilas, Salai ed altri lo visitavano continuamente. Ogni loro visita gli dava nuove forze, gli ridava (energia di vivere. Quel pomeriggio gli portarono un grande mazzo di fiori Con un augurio. Era di Tito. , ’ Verso le 20 stentava già a leggere. Improvvisamente si aggravò. La febbre salì e alle 23 il termometro era arrivato a 40. Disse: — «Mi sento tanto male». La consorte ed il medico si chinarono sull’infermo per sentire le sue parole. Alzò una mano, poi anche l’altra, come volesse abbracciare qualcuno. E disse : «Oh, «Stari» come ti voglio benel» Zdenka ed il medico valsero lo sguardo. Piansero. j, Vessilli abbrunati nella nostra zona Una eco profonda e dolorosa ha trovato anche nella nostra zona la notizia della morte del compagno Borte Kidrič, notìzia che si è rapidamente propagata sino alle più remote borgate dei due distretti di Buie e Capodistria. I vessilli, abbrunati, delle tre nazionalità conviventi, apparvero alle finestre delle case ed agli ingressi degli edifici pubblici. Dai convegni nei villaggi e dalle riunioni commemorative la nostra gente inviò telegrammi al Consiglio federale e alla compagna Kidrič Zdenka in cui esprimeva il suo cordoglio per la perdita del grande rivoluzionario, dell’uomo che aveva sacrificato la propria vita per la causa del socialismo. Le fabbriche interrompevano il proprio lavoro per onorare l’infaticabile combattente per i diritti della classe operaia. Gli allievi nelle scuole assieme ai propri insegnanti, accomunavano i loro sentimenti a quelli dei genitori nel dolore per il compagno, amico e padre scomparso. Un senso di profonda commozione desta la lettera inviata alia figlia del compagno Kidrič dagli allievi della scuola ottennale italiana di Buie. Non meno commovente è quella dei pescatori cittanovesi imbarcati sui motopescherecci «Nazor» e «Gortan», attualmente in pesca nelle acque della Dalmazia. Toccano il cuore le semplici parole del coop e rati vista di Mattereda, Antonio Koslovič : «Tanto ha creato, tanto ha aiutato tutti noi, ed ora, quando ha fatto tutto questo, se n’è andato senza poter lui stesso godere i frutti della sua grande fatica». Lettere ed espressioni di cordo- A UMAGO INIZIATO IL GROSSO DEI LAVORI Una quarantina di operai deil’im-presa edile «Primorje» ha iniziate in questi giorni i laivoxi per la costruzione della parte centrale della cittadina dii Umago. Sono state demoiJiiiti alcuni magazzini lungo la via centrale e i muri di cinta di alcuna orti nella patrie retrostante. (Nei pressi delTautogaira-ge si prepara invece la «spianata per la costruzione della Casa di Salute ed i lavori di escare sono già a buon punto. Nelle vie di Umago ai provvede intarato al- raccordo della canialiizz anione e delle tubature dell’acqua e dopo si passerà all'asfaltatura delle strade. Particolare curioso, nei lavori di scavo dei canali, proprio nella piazza centrale di Umago, sono venuti alla luce quattro teschi umani sepolti da vecchia epoca. Non si comprende come si trovassero ivi ma si suppone stiano stati seppelliti durante qualche epidemia di peste che un tempo decimavano a non lunghi in-ajjKOU ojpp auorax-fodjod tt{ «[pAuaj cittadine. glio sono partite da ogni angolo, da ogni collettivo e il giorno che il corpo del compagno Kidrič scendeva all’ultimo riposo, oltre mille persone della nostra zona, assieme ai lavoratori provenienti da Devdjelia al Tricorno, da tutta la Jugoslavia hanno voluto rendere l’ultimo o-maggio alla salma del grande Scomparso per dirgli tra le lacrime, assieme al compagno Kardelj : «Addio compagno Peter, il tuo corpo Ci lascia ma la tua opera resterà eterna tra noi». La popolazione del Buiese e del Capodistriano mai scorderà il com-jragno Kidrič. NEL BUIESE IL PRinOTHKTRE DEI PIANO SUE PRIMAVERA. GINNASTICA ALL’APERTO VITE, LA I CAMPI PIANTA CHE CONQUISTA DEL DISTRETTO DI BUIE —Ma la vite non è sempre stata la regima della campagna Buiese? —■ potrà chiederci il profano di statistica agricola leggesudo il titolo di questo articolo. Transitando per le polverose strade che s’inltrejcciano tra i dolci declivi e le pianure ohe attorniamo Buie, può sembrare effettiva mente che ivi la vigna doratimi sovrana. I filarti si estendono da una parte e l’akra della strada, quasi a perdita d’occhio, eppure lo statistico appurata il dito su una cifra affermando ch’è assolutamente esatta: appena P1L3 per cerato della superficie coltivabile del distretto di Buie è ricoperta dalle vigne. E se quella cifra è esatta, allora la vite, pur non essendo Cenerentola, non è nemmeno regima. Con i prezzi del vino che corrono molti, molti agricoltori sd pentono di non aver piantato quattro-cinque anni fa, viti — là, iu quel campo dove ora si nota un frumento rachitico e rinsecchito dal sole che splende inesorabile già da due mesi. — Se avessimo ora quietila ohe possiamo avere tra quattro anni, vedi, si farebbero milioni — ci diceva leggi un cooperatore dalla I. Maggio. Le nuove abitazioni di Siedale NEL CAPODISTRIANO MINI .PROBLEMI DELLE COOPERATIVE L’ordinanza del Consiglio esecutivo federale sulla riorganizzazione del cooperativismo agricolo non riguarda per ora, almeno in linea generale, le cooperative esistenti nel distretto di Capodistria, mancando i motivi per la sua applicazione. Il settore cooperativistico del distretto di Oapodtetria aveva adottato i suoi nuovi criteri di organizzazione e d’attività prima ancora dei nuovi provvedimenti. Da questo lato, quindi, la problematica del cooperati^ vismo capodistriano sembra meno complessa di quella delle cooperative buiesi. Viceversa par quanto riguarda il suo rafforzamento e sviluppo, molti problemi attendono migliori soluzioni. * All’Assemblea annuale della Federazione Cooperativistica, tenutasi in Capodistria sabato li aprile, i delegati hanno discusso largamente su varie questioni ancora in sospeso. Prima fra tutte il rinnovo dei vigneti e dei frutteti. La produzione del vino e della frutta è infatti la più redditizia. Lo stato attuale della maggior parte del vigneti e dei frutteti del distretto è ben lungi dall’essere soddisfacente. Essi vengano sfruttati, infatti, da molti anni senza che i coltivatori abbiano provveduto tempestivamente a ringiovanire le culture. Inoltre i metodi di coltivazione e i mezzi di produzione, in uso da noi, sono in genere molto arretrati rispetto a quelli più moderni praticati in altri paesi. La selezione delle piante è poi ancora troppo irrazionale. Ne deriva che il problema del rinnovo dei vigneti e dei frutteti deve tessere affrontato dagli agricoltori, e in primo luogo dalle cooperative agricole, in tutta la sua importanza ed urgenza poiché ad esso si collega anche la necessità di compiere un passo decisivo verso il miglioramento dei metodi di coltivazione mediante la creazione, ove le condizioni del terreno siano favorevoli, di grandi complessi terrieri, la cui realizzazione presuppone l’abbandono di vecchi concetti, ancora radicati fra la gente di campagna, e che provocano un sempre maggiore fra-zionamento delle proprietà con danno evidente per tutta la nostra economia. Sugli effetti deleteri del frazionamento delle proprietà non è il caso di soffermarci, tanto essi si fanno sentire. Oiò non ostante c’è ancora qualche singolo restio a comprendere il danno a lui derivante così da portarlo talvolta allo scoraggiamento e all’abbandono della terra. Leggete e diffondete La nostra LOTTA In stretta relazione con il precedente è pure il problema del rim-' boschimento, anch’esso di particolare importanza in quanto costituisce una annosa e difficile questione, ma ohe si sta avviando verso buone prospettive, dato che si procederà alla piantagione non soltanto di pini, come si usava finora, ma di altre piante che, cerane l’olivo, il noce e il nocciolo, possono dare un’utile in minor tempo. Con la costituzione dell’azienda cooperativista «Vinosad», (che curerà la selezione delle piante seguendo il criterio di adattamento al terreno ed al clima, la coltivazione di complessi modello, la produzione e la vendita dei vini,) un grande passo sarà fatto sulla via del rinnovo dei nostri vigneti poiché certamente la convenienza di un simile metodo di coltivazione stimolerà i produttori a porsi decisamente sulla strada del progresso. La Federazione cooperativistica distrettuale sta procedendo poi alla formazione di sezioni per la viticoltura, la frutticoltura e l’allevamento del bestiame. Questo sarà un nuovo mezzo per accelerare lo sviluppo di tali rami della produzione agricola nel settore cooperativistico e, naturalmente, anche in quello privato, senza tener conto dei grandi vantaggi che, da una simile iniziativa, trarrà la nostra e-conomia agricola in generale. In tal modo si potrà eliminare anche la tendenza negativa di alcune cooperative e curare più l’attività commerciale che ia lavorazione della terra, nella ricerca di guadagni più facili. Ma di questo problema e di altri ancora, parleremo prossimamente. il A PROPOSITO Df «TEATRO E CRITICA» Dalla compagna Živa Beltram ricéviamo: Nel numero 190 del vostro settimanale del 14 corrente avete pubblicato sotto il mio nome aldine presunte dichiarazioni in merito alla f situazione della compagnia di prosa del Teatro di Capodistria. Vaglio precisare come stanno le cose: In occasione dell’inchiesta condotta dal Vostro giornale, il membro dello redazione Giovanni Ritggeri, ebbe con me un lungo colloquia sulla situazione generale del Teatro, e precisamente su entrambe le compagnie di prosa. Nel corso della conversazione espressi al Ruggeri il mio punto di vista su tutta una serie di problemi, più. di carattere organizzativo che artistica. Mi meraviglia che egli abbia creduto di poter sintetizzare in due righe il senso delle mie dichianmia-ni, ehe logktpnente non vanno formulate come la san La rinascita della vitàcoltora bu-iiese data dai giorni che seguirono la liberazione, ma simo al 1949 furono passi da neonati, incerti e piccoli, fatiti quasi esclusivamente da HÌra-goli proprietari che sira da primci-pio videro nella vite la pianta del domani. Ira questi cinque anni furono piantati a vite solo 300 ettari di terreno con ima media di 60 ettari per anno. Negli ultimi tire anali le cose cambiarono, specie per effetto del nuovo sistema economico e del ruolo sempre più signàfiicatiivio che in questo campo è venuto ad assumere il settore »aula lista della produzione agricola. In questi uMmi tre anni, difatti, nel solo settore privato sono staiti piantati a vite 342 ettari di terreno con una media di 113 per anno. Tale media non è stata ugualmente distribuita negli anni ma ha segnato run costante crescendo. Un apporto ben maggiore, rispetto alla sua estensione, è stato dato e lo dà aU’imcrement-o della viticoltura l’agricoltura socialista. La cooperativa agricola dii Buie ha piantato a vite circa 18 ettari di terreno, la «Vinoproduikt» di Umago altri 12, la cooperativa di Salvore 14, quella di Cdttanova e di Madonna del Carso quattri» ciascuna, e le altre mell’insreme circa venti. Si tratta, dunque, di un toltale di 72 ettari di terreno coltivato a vite. La «Vi-noprodukt» di Umago ha poi preparato por ooTtìvare a vite altri 20 ettari di terreno in cui essa verrà piantata nel corso del prossima autunno. Ma l’apporto del settore so ria lista alla nostra viticoltura mora appare tanto significativo per la vastità delle superfiiai coltivate quanto lo è per la raxionailitàà dei metodi di coltiva-rione adoperati Nei vigneti dell’»-rierada statale e dell« cooperative agricole è stato adottato il sistema a piantagione che, al vantaggio di una maggiore produttività e qualità, aggiunge la possibilità di effettuare il 70 percento dei lavori con il trattore e con mozzi meccanici. I filari sono distanti nino dall’altro 2-2,20 metri cosicché nell’intervallo passa comodamente anche il (trattore. A questo sistema, sconosciuto sino a pochi anni fa nelle nostre campagne, ricorrono ora anche i più progrediti agricoltori privati. Esso sarà generalizzato ancor più quanto gli agricoltori potranno vedere applicata questa meccanizzazione. Oggi, infatti, solo Taratura profonda viene effettuata eon trattori mentre mancano i trattori per Taratura superficiale, per la spruzzatura dello zolfo e del solfato di rame che, a quanto affermano gli organi (preposti alTagri-coltuira presso il GPD, verranno importati nel corso di quest’anno. E’ attualmente allo studio un programma decennale di sviluppo del-Tagriooltura. Secondò tale programma, che avrà un valore orientativo, nel distretto di Buie verranno rinnovati 1.300 ettari di vigne mentre 1.700 verranno piantati a nuovo. La superficie delle vigne del Biuiese dovrebbe secondo tale programma, salire a circa 5000 ettari, cioè al 17 per cerato dell’intera superficie, coltivata. Merita rilevane un Vitro successo della viticoltura buiese. Secondo dati statistici prebellici, la (produzione media di allora era di 35 quintali di rava per ettaro, mentre la prodti-riorae attuale s’aggira sui 50. Chiesto al compagno Btrusic, della sezione agricola del CiPD, le ragioni di tale sensibile aumento della produzione media, ci ha risposto che esse sono da attribuire sopratutto ai prezzi del vano che stimolano Tagricoltore a più diligenti cure e alla lavorazione più razionale dei vigneti. Che pod i prezzi siano, specie quest’anno molto vantaggiosi, una conferma ci è stata data da un agricoltore di Matterada; «Se il vino fosse pagato a 60 dira, al litro sarebbe già un bel premio alle nostre fatiche, invece i compratori lo pagano a 100 din, e questa è un’esagerazione — ai ha dichiarato egli — e noi certamente non discuteremo con loro pera cederlo a prezzo inferiore». Chiuso il primo trimestre, possiamo fare una breve analisi di quanto è stato realizzato ira tale periodo del piamo sociale del distretto di Borie. A prima vista, gli indici non sono soddisfacenti. Infatti il fondo paghe è stato realizzato nella percentuale del 13,9%, Tacoumiulazione iu quella del 15,6%, e i’ammortizzariome ira quella del 15%, mentre realizzando quanto pianificato, le percentuali dovevano essere del 25%. Quindi una differenza sensibile ohe parò non causa preoccupazioni poiché nelle percentuali di realizzazione non sono comprese aziende che sui globali di questa harano un certo peso, quali le B aiutiti, il maglificio «U. Gorilam», il conservificio «Dragogna», il demanio agricolo «Mima.» e la «Vi-noprodukit». Le miniere di bauxite sono escluse per il fatto ohe hanno contrattato la rimessa del materiale solo nel secondò e terzo trimestre di questo arano; per etri nel primo trimestre mora harano realizzato fondi propri, svolgendo la attività con crediti bancari. La situazione di detta azienda non si presenta rosea poiché solo una parie della sua produzione di questo arano è stata collocata mentre rimangono ancora da vendere 154)00 tonnellate prodotte lo scorso arano. Il Consiglio per l’eeomomia ai è interessato per lo smerdo amiche di questo quantitativo affinchè Tariera-da possa sfruttare in pieno il suo potenziale produttivo, comunque la direzione delle miniere è stata costretta a ridurre, temporaneamente, la mano d’opera. Il conservificio «Dragogna» di Umago prosegue normalmente la sua produzione però rad primo trimestre raemmemo quest’azienda ha spedito merci. Per interessanten to della reta commerciale del distretto, è stata contrattata la vendita della produzione totale del conservificio, ma, data la scarsa richiesta sul mercato nazionale ed iralemazdoraale dei filetti, si è dovuto addivenire alla eompemsaiziorae di filetti con macchine da scrivere. Benché questa compensazione mora risulti molto favorevole perchè costringe ad acquistare merci per le quali rael distretto di Buie non esiste un particolare interesse, tuttavia essa metterà la «Dragogna» in grado di ooraitinuare indisturbata la sua normale produzione. UN'OSTETRICA . 7. E’ comparsa recentemente dinnanzi al Tribunale Popolare distrettuale di Buie, tale Grassi Giovan-riina, da Umago, esercitante ira quella località la professione di ostetrica. La Grassi, da due armi a questa parte, esercitava illecite pratiche abortive, facendosi pagare profumatamente le sue... prestazioni. Infatti le 17 donne comparse come testi, hanno dichiarato che l’imputata esigeva da esse 20 e più mila dinari quale compenso. L'imputata ha confessato ogni cosa, e cioè di aver compiuto 17... operazioni del genere, servendosi dì strumenti chirurgico — ostetrici da lei posseduti. Alla domanda del presidente, se essa si rendeva conscia della sua responsabilità, poiché i suoi atti potevano pregiudicare non solo la salute, ma anche la vita delle pazienti, la Grassi ha risposto di essere pratica nella sua professione, esercitando da circa una decina d’anni, e quindi di non aver mai avuto tema che le sue operazioni ottenessero esiti letali o dannosi. In base alle risultanze processilo- A chi le vinacce? In uno degli scorsi numeri scrivevamo dei successi ottenuti dallT-stituto per l’incremento dell’economia con le vinacce ridotte a mangime per il bestiame. «Negli scordi anni — dicevamo — furono usati nel foraggio i cascami della lavorazione del pesce. Il cascame del pesce doveva essere passato in acqua corrente prima di divenire commestibile per il bestiame. Ma questo procedimento eliminava il sale e tutte la altre sostanze solvibili in acqua, fra le quali la vitamina B 12 che rende più agevole alle bestie la digestione e T assimilazione delle proteine. L’inconveniente fu superato mescolando il cascame del pesce alle vinacce. Il lavaggio diventò superfuo e il sodio e le altre sostanze non andarono più perdute. Dieci chilogrammi di questo miscuglio e uno di fieno al giorno sono l’ideale per un capo di bestiame giovane». Aggiungevamo che la «Cantina Vino» di Capodistria aveva venduto a Trieste 11 vagoni di vinacce che avrebbero potuto essere adoperate meglio dall’Istituto par l’incremento dell’economia, e promettevamo di ritornare sull’argomento. Manteniamo ora la nastra promessa. La «Cantina Vino» ha effettivamente spedito a Trieste il vagoni di vinacce, ma allora essa ignorava gli esperimenti che avrebbe fatto l’Istituto e, in ogni caso, non poteva prevederne il risultato. Quando poi cominciò a profilarsi il successo degli esperimenti, la «Cantina» era legata da un contratto al quale non poteva non tener fede. Stando cosi le cose, l’unico appunto ohe a questa impresa si può muovere è di non aver fatto una politica economica lungimirante. Nonostante che la «Cantina» .abbia da realizzare il suo piano di lavoro con i relativi fondi paghe e di accumulazione, essa ha mostrato in questo caso di perseguire un interesse limitato, quasi personalistico, cioè limitato alla sola azienda. K' invece buona norma del nostro sistema eh* ogni singola impresa si preoccupi, oltre che dei propri affari, della nostra economia in genere e sappia, al-l’occorrenza, sacrificare il primo ristretto interesse al secondo della collettività tutta. Questo valga d’esempio per il futuro. Non lo diciamo specialmente alla «Cantina Vino», cogliamo invece l’occasdone per ricordarlo a tutte le nostre aziende. Vogliamo finire questa nota rilevando ancora una volta che in zone minacciate dalla siccità come la nostra, oppure dove non è possibile per ragioni di spazio o di economia lasciare grandi aree a prato, l’esperimento dell’Istituto assume un notevole significato e merita di essere seguito con interesse. Le cooperative e gli agricoltori farebbero opera utile se si mettessero in più stretto contatto con l’Istituto, onde approfittare deU’esperienze di questo, applicandole man mano nel proprio lavoro. J ■ J Il maglificio, per ritarefi sopravvenuti nell’arrivo del uiaccLiiiuri, minierà la saia produzione dl 1. maggio. Lo stesso può dirai per la «Vino» produkt» che ora esegue lavori di travestimento e la eud realizzazione evvenra solo verso la' fine deU’anrao. Inoltre nelle cifre suindicate nora Borao comprese le aziende ohe lavo, »■ano nel distretto di Buie, ma la cui Bede si trova altrove. Comunque, le arieinde dovranno compiere notevoli sforzi per riguadagnare gli ante-traiti. La situazione generale doll’eoòno-mìa non presenta in ogni caso aspetti preoccupanti. Anzi, ehe esistano buone prospettive lo si desume dal fatto che la rituaziome dei corati correnti aziendali presenta un soldo attivo di 274 L'alberghiero "Jadran ha ragione? li, la Grassi è stata condannata alla pena di 8 mesi di carcere ed all’interdizione per 11 periodo di due anni della professione di ostetrica, con Ü conseguente ritiro della patente. ... E L'AUTISTA NEGLIGENTE E’ stato processato a Buie, l’autista dell’impresa edile «NAPREDAK» di Umago, Valente Mariano, responsabile dell’incidente avvenuto qualche tempo addietro nei pressi del posto di blocco di Ponte Porten. L’imputato ha ammesso di a-ver guidato negligentemente la macchina a lui affidata e, in conseguenza, di aver causato il rovesciamento della stessa nonché il ferimento di tre occupanti. E’ stato condannato a 3 mesi di carcere con la condizionale per 11 periodo di due anni, nonché alla rifusione dei danni, ammontanti a 24.483 dinari, alla Napredak. DUE CONTRABBANDIERI Sono stati processati a Caipadistrk tenti Tricamco Ciro eGahrovié Giu-Beppiraa, ambedue da Trieste, òhe hanno coratrahbanxlato nella zona un rilevante quantitativo dà calte e di riso, poi venduto al gerente della cooperativa rita nei pressi della *at «tairione di Capodóstria, lucrando circa centomila dinari. Il Tricarico trasportava il caffè nascosto iu un apposito vano ricavato radio schienale dd sedile posteriore ddla sua FIAT 1500. Egli è stailo condannato a 8 uteri -di carcere ed alla confisca ddla macchina; la Gabroviè a 5 mesi di carcere. Agli acquirenti ddla miope contrabbandata è stata inflitta un« pena pecundaria. RAPINA A COSTABONA Giorni addietro, approfittando dd-l'osaurità che impediva di discaarne* re i loro lineamenti nel!abitazione di dui sono penetrati nell’abitazione di certa Voler Albina a Costaboraa cui, con la minaccia di armi da taglio, hanno imposto di consegnare quanto danaro possedeva. La poveretta tremando per lo spavento, ha consegnato loro 55 mila dinari. Compiuta così la rapina, i malfattori ri sono Ecco i rilievi preannunciati nel numero precedente, e che fanno seguito alla lettera di risposta dell’alberghiera a Jadrana di (imago al nostro articolo, da essa incriminato. Ora, se dovessimo prendere per oro colato quanto appare scritto in detta lettera, l’albergo «Soča» sarebbe un modello di pulizia. Lo comprova il fatto che nei suoi gabinetti, quando per colpa dell’Acquedotto manca l’acqua, c’è un recipiente, ripieno dello stesso liquido, che il cliente civile si cura di vuotare. In caso diverso (ma guarda un po’ quanto sono bravil) c’è la donna ohe compie questa operazione. Tutto ciò fa dubitare che il direttore, Suhor Vicko, prenda i nostri lettori di Umago e tanti altri per delle persone con gli occhi foderati di prosciutto. «Nessuno dell’amministrazione ha mai notato che le coltrine delle stanze abbiano servito agli ospiti per pulire le scarpe», risponde sdegnosamente la «Jadran». Noi si, invece, e non solo noi. Comunque è questione d intendersi, e noi possiamo anche essere d’accordo con quanto essi proclamano poiché, per non notare le deficenze nelle stanze del aSoča», basta non fare il giro per le stesse. Nella lettera tlella «Jadran» si legge anche che le trasferte del suo personale sono di 500 din. non di 1.000, come precisato nel nostro articolo. Per accertare chi abbia ragion,’, o torto, basta che il direttore Vicko consulti U regolamento tariffario della sua azienda ed in esso troverà scritto che peti Lubiana, Zagabria, l'lume ed altre città grandi la trasferta viene fissata in 1.000 (mille) din. Che poi alla azienda sia riconosciuta la facoltà di fissare una trasferta superiore a quella per i dipendenti dell'amministrazione statale, è un’altro paio di maniahe. In ogni caso, il direttore Suhor, nella sua risposta, non afferma il vero, come non lo afferma quando dichiara che l’attuale fondo paghe è quello approvato dal piano sociale. Consulti anche a questo propòsito il regolamento tariffario, e vedrà che la somma mensile delle paghe ammonta a 415M00 din. circa, che in un anno ammontano a 4J>8(U)00 din. Viceversa, nel piano sociale quest’ultimo importo è fissato in 4,03X000 din. Se la matematica non è un opinione, vorne lo è per Suhor, ognun vede dove sta di casa la ragione. Che il regolamento sia stato poi approvato deliorgano superiore dei sindacati, può interessarci fino ad un certo punto, poiché tale approvazione non è legge, come lo è invece il piano sociale. Si afferma inoltre nella risposta: aAlle persone, presso le quali l’articolista ha attinto le informazioni, la direzione dell’azienda non è tenuta a comunicare le ragioni dei viaggi dei propri dipendenti». Non salo a quelle persone, compagno Suhor, ma a tutta l’opinione pubblica, quando lo vuole, lei deve comunicare queste ragioni perchè il popolo, che paga, ha il sacrosanto diritto di sapere come viene speso il suo denaro. Questo per principio. Quanto ai motivi dei viaggi in argomento, dobbiamo ribadire che una buona parte degli stessi è dovuta a ragioni fami-gtiari. E’ bensì vero che i dipendenti non ricevono in tal caso le diarie (e nel nostro articolo non intendevamo affermare il contrario) ma ciò non toglie che durante le assenze, prolun-gantisi alle volte per diversi giorni, essi percepiscano Ut paga. Uno ci ha dichiarato che, per ricuperare dette giornate, effettuano ore etraordinariq quando sono a Umago, tua questa è una affermazione da accettarsi col beneficio dell’inventario, perchè incontrollabile. Siamo ben lungi dal non riconoscere ai dipendenti il diritto di visitare le proprie famiglie, dato che al Umago mancano gli alloggi, però tali visite devono essere contenute nei dovuti limiti, con permessi non pagati, oppure con giorni computati nelle ferie annuali. In due punti il Suhor ha ragione: nel numero dei dipendenti ed in quanto concerne il rimborso per il vitto e l’alloggio, per il cui ultimo, del resto, ci eravamo già espressi in forma dubitativa. Rilevando il numero eccessivo di impiegati, non avevamo tenuto conto che, sino al 31. 12. 1952, la «Jadrana amministrava altri 4 alberghi e ohe per il breve intervallo che la divide dalla stagione turistica non era il caso di procedere a licenziamenti. Quanto al vitto, sono esentati dal rimborso il cuoco ed gerente, non altri. fiMt&uuaUtìnfi a Isola Avevamo sentito spesso parlare in modo piuttosto strano di un locale di Isola, così strano che ci avevamo fatto l’idea si trattasse d’una specie di «buca» esistenzialista. Il locale in parola è la «Taverna». Quando ci siamo andati abbiamo visto che non è proprio quello che si dice una «bucaa. Aveva in compenso però, tutte le altre pittoresche attrattive dei caffè esistenzialisti: tavoli zoppicanti, sedie sgangherate, piatti sbocconcellati, posate arrugginite. Per ultimo, abbiamo dovuto rinunciare ad entrare nel gabinetto per il tónfo che ne usciva e il fango che ricopriva il pavimento. ''Tutto bene, d accordo. L'unico guaio sta nel fatto che la aTaverna» non nutre, nemmeno l’aspirazione a diventare un locale esistenzialista. Ne consegue a'ie l’incuria, il disordine e U pessimo arredo sono dovuti alla abulia e al menefreghismo della direzione. Non c’è qualcuna che sia capace di dirglielo? PAESAGGIO CARSICO RADIO Incominciamo col segnalarvi A zonzo col microfono, radiocronaca delle più significative manifestar zioni del nostro popolo che va in onda giovedì alle 20,30. Altre rubriche di prosa offerte da Radio Trieste zona Jugoslava sono: Dal mondo del lavoro, venerdì alle 20,30 ; Panorami culturali e Uomini, fatti e Paesi, rispettivamente alle 11,30 e alle 20,30 di sabato. Le donne sono invitate domenica alle ore 11,00 al consueto appuntamento con La donna e la casa. Veniamo ai programmi musicali, come al solito numerosi, vasti e per tutti i gusti Agli amanti delia musica segnaliamo per giovedì alle 21,00 la seconda trasmissione del ciclo 400 anni di musica jugoslava. Musica per voi e Le più belle canzoni richieste ritornano ad allietarvi rispettivamente domenica alle ore 12,00 e mercoledì alle 20,00. Ancora per domenica, alle 20,15, segnaliamo Serata allegra, programma comico-musicale. Ai più giovani raccomandiamo per la rubrica L’angolo dei ragazzi una trasmissione dedicata alla figura di Antonio Gramsci. Nostro scenario presenterà lunedi alle 20,30 «Viva Zapata!», adattamento radiofonico del famoso film. CINEMA Questa settimana vedremo sui nostri schermi Quattro in jeep, il famoso film che tanto successo ha avuto nel mondo. La vicenda è nota. Nella Vienna del dopoguerra, 4 soldati rappresentanti ognuno una delle potenze occupanti, pattugliano le strade sull’auto della polizia internationale. U loro compito consiste nel tenere l’ordine pubblico, ma i loro personali rapporti con i singoli 11 portano spesso ad atteggiamenti diversi fra il dovere e i sentimenti umani. Succede cosi che quando un uomo, fuggito da un campo di concentramento russo, ripara a Vienna in cerca della giovane moglie, i tre militari occidentali, ignorando come U russo potrà prendere la faccenda, favoriscono l’incontro fra il fuggitivo e la donna. DB «Un» fUm non privo df inte- resse è Ritorno, con Clark Gable e Lana Tumer. Ne II figlio del fulmine, a colori, è tratteggiata la storia di un cavallo, dalla nascita alla prima corsa, ma specialmente la cura e la considerazione degli uomini verso di lui. E’ un film che interesserà. Altri nuovi films Sono: Perdutamente e L’urto della folla. 1t&thLÌari& * B * ine rì « I ì » — k I l STRIANO I ABBAZIA — Il direttore dell’associazione Uffici turistici svizzeri, dotti Frei, ha dichiarato ad un giornalista: «I prezzi degli alberghi e le bellezze turìstiche della Jugoslavia sono oggetto di vivo interesse dei turisti svizzeri che sono soddisfatti di una e dell’altra cosa. Ci spiace che quasi tutti i vostri alberghi siano «riservati per quest'anno, ma i nostri turisti organizzeranno lo stesso escursioni turistiche di gruppi più numerosi. Le formalità confinarie dovrebbero essere però semplificate ed accelerate» ha concluso il dotti Frei. POLA — Il piano sociale della città di Pola stantia per quest’anno un importo di 100 milioni di dinari per il completamento della fabbrica di vetro da laboratorio, che è stata costruita a Pola e che occupa uno spazio di tre mila.metri quadrati. La fabbrica è l’unica del genere nei Balcani ed occuperà circa 300 operai, il 45% dei quali sarà rappresentante da donne, La fabbrica porterà il nome di Boris Kidrič. FTUME — L’Istituto di statistica croato rende noti i primi dati ufficiali sul numero degli abitanti delia città di Fiume e rilevati in base all’ultimo censimento. In baše a questi dati Fiume conta 75.112 abitanti. ROVÌGNO — Gli archeologi di Pola hanno scoperto in questi giorni nei pressi di Rovlgno, due abitati preistorici dell’età del bronzo. Tali abitati sono 1 più grandi «Inora scoperti in Istria. Sono stati rinvenuti oggetti di ceramica e di bronzo. , Pirano 18 15 1 2 69 11 31 Aurora 17 14 9 1 82 12 3Ü Odred 16 8 4 2 44 31 2« Proleter 17 8 2 7 37 32 ld Umago 17 9 0 8 43 2 é 18 (seia 16 7 3 6 34 31 17 Jadran 16 8 0 8 46 44 16 Saline 17 5 4 8 27 36 14 Buie 16 5 2 9 23 48 12 • crteneglis 15 2 l 12 15 63 5 LVlomiano 15 1 0 14 11 16U 2 I RISULTATI SOTTOLEGA DI CAPODISTRIA Aurora — Buie 4-0 Saline — Verteneglio 3-0 p. f. ladran — Momiano 4-5 Odred — Umag« 4-5 Proleter — Pirano 3-1 CAMPIONATO REPUBBLICANO DELLA SLOVENIA - Girone occidentale Korotan - Isola 0-2 Proletarec tit) — Gregorčič 2-1 Postojna — Krim 3-2 Slavlja — Železničar NG 0-4 CAMPIONATO JUGOSLAVO (i ricuperi) I. LEGA Vardar — Partizan 3 :1 BSK — Zagreb 3 : 0 Vojvodina — Cr. Zvezda 0-1 Hajduk — Sarajevo 1 :1 17. ma GIORNATA Cr. Zvezda — Lokomotiva 1-1 Partizan — B. S. K. 0-1 Hajduk — Vardar 2-0 Sarajevo — Vojvodina 0-1 »jjartak — Zagreb 3-0 Velež — Dinamo 3-1 CAMPIONATO ITALIANO SERIE A Como er- Milan 3-1 Fiorentina — Sampdoria 2-2 liucrnazionale — Lazio 1-1 Juventus — Pro Patria 2-0 Napoli — Torino 3-0 Novara — Palermo 3-4 Koma — Ataianta 2-2 Spal — Udinese 3-0 Triestina — Kolajna 1-0 LEGA INTKKRKPURBLICANA Tekstila« — Quaniero 3-2 Meta’ac — Branik 1-1 Odred — Slavlja 5-0 lTd|eter Železničar 5-0 .vcbćaico — Rudar 5-0 SOTTOLEGA DI FIUME Ko vigno —- Sv..„ 11(1 Olivi 2-3 Budućnost --- Mladost 2-1 Nekaj — Jedinstvo 4-2 Abbazia — Lokomotiva 2-4 Goran — Crikvenica 2-3 Naprijed — K udaj- 3-0 PALLACAN ESTRO AURORA PIRANO 01-17 LA CLASSIFICA SOTTOLEGA DI CAPODIS11UA CAMPIONATO REPUBBLICANO GIRONE OCCIDENTALE železničar NG 8 5 1 2 23:16 11 Korotan 8 4 2 2 32:11 10 Isola 8 3 4 1 21: 9 10 Postojna 8 5 0 3 14:17 10 Krim 8 4 1 3 18:13 9 Proletarec 8 2 2 4 10:25 6 Slavija 8 2 1 5 12:23 5 Gregorčič 8 13 4 7:21 5 CAMPIONATO JUGOSLAVO 1. LEGA Hajduk 17 8 6 3 35 23 22 Partizan 17 9 3 5 43 24 21 Cr. /vezda 17 8 6 4 30 22 21 B.Ü.. K. 17 8 5 4 29 26 21 Sarajevo 17 7 3 7 34 28 17 Spartak 16 7 3 6 27 24 17 Vojvodina 17 7 3 7 30 32 17 Lokomotiva 16 5 6 5 24 30 16 dinamo 16 5 5 6 20 22 15 Zagreb 17 5 3 9 15 22 13 Vardar 17 4 4 9 23 38 12 VeUž 16 3 2 11 17 35 8 CAMPIONATO ITALIANO SERIE A Inter 30 18 9 3 42 19 45 Juventus 39 16 8 6 69 35 40 Milan 30 15 7 8 54 31 37 Napoli 30 14 9 7 48 36 37 Bologna 30 15 4 11 46 39 34 Roma 30 12 8 10 46 31 32 Lazio 30 12 6 12 37 37 30 Fiorentina 30 9 11 10 27 40 29 Udinese 30 9 10 11 37 47 28 Palermo 30 10 8 12 40 47 28 Ataianta 30 8 11 11 45 50 27 Triestina 30 9 9 12 42 49 27 Torino 30 9 8 13 38 41 26 Sampdoria 30 7 12 11 30 39 26 Spai 30 6 14 10 33 34 26 Novara 30 7 9 14 34 49 23 Como 30 9 3 16 25 39 23 Pro Patria 30 7 8 15 22 40 22 LEGA INTERREPUBBLICANA Proleter Odred Tekstil ac Sebenico Branik Metalac Oliar nero Železničar Stavija 11 9 11 8 11 6 U 6 U 11 11 11 11 1 39 3 31 3 20 26 19 11 12 9 13 10 19 13 16 14 14 19 14 20 12 15 8 19 22 20 Rudar 11 3 0 8 14 32 6 SOTTOLEGA DI FIUME Lokomotiva 15 11 1 3 40 20 23 Sc. Olivi 15 9 2 4 30 11 20 Crikvenica 15 9 2 4 50 28 20 Nehaj 15 6 6 3 29 30 18 Mladost 15 7 3 5 24 23 17 Jedinstvo 15 6 4 5 29 31 1(1 Rudar (ratizzare. LE PARTITE DI DOMENICA Proleter — Verteneglio, a Capodistria, ore 15,30, delegato Barak Mario Isola — Umago, a Isola, ore 15,30, delegato Pa^enzan Antonio Odred — Aurora, a Umago, ore 15.30, delegato Mitar Ivo Momiano — Saline, a Buie, ore 12.30, delegato Živec Žarko Buie — Jadran, a Buie, ore 16,00, Londra. —- Sabato si è disputato Tincomtro calcistico tra ile rappresentative delllrighilterra e della Scozia, cnniclluisasi col pareggio 2 a 2. Al termine .tei primo tempo il risultato era di l a 0 per gli inglesi. ISOLA - KOROTAN 2-0 NETTA SUPERIORITÀ' deiicalciatori isolani ISOLA : Mosco! in. Gianni, Delise I, Miilloeh, Pugliese, Zatro I, UJeigrati, Benvenutii. Depasc, Pugliese II, Degrassi. L’Isola, impegnata nella prima gara di ritorno del girone occ-identale nel camipiio nato reipuibhlieamo della Slovenia', nella difficile trasferta a Kraanj, contro la capoiliiata. Korotan, ha otttenuto una smagliante vittoria ponendo così la sua candidatura per la ipixhmozione nel campionato inteir-r «pubblicano. La vittoria in questa partita chiave è più ehe meritata, e la gencaosa prestazione dellTsola merita un particolare cenno di lode, ma ancor più lo merita la correttezza sportiva dimostrata daii giocatori isolani e riconosciuta anche dalli’imparziale, nonché generoso pubblico di K/ranj ohié ha tributato ai vincitori vivi applausi. Gli ai ri elidi delila vittoria sono Žaro e Mil lodi, pii astri del quadrilatero, i quali hanno giganteggiato durante tutto Pincontro. Nei primi minuti, quando più forte infuriava la pressione del Korotan, i due mediani hanno sistem a tioamente liberato la propria area, imponendo il loro gioco di testa. Poi, nella contiroffien-»iva isolana, essi hanno rifornito a iosa il quintetto attaccante. Ulci-graii e. Depase, gli autori delle due reti, hanno fatto cose egregie, come del reato la squadra in blocco. Il Korotan ha praticato un gioco piuttosto pesante, ma non è riuscito nel suo intento, poiché gli isolani hanno imposto la loro tecnica: cioè trame a fitto intreccio al ('entro del campo, gioco volante nell’arca avversaria, il che ha scombussolato i pur solidi reparti arretrati della squadra casalinga. In breve la cronaca : Il Korotan, sperando di sorprendere gli avversari, parte di scatto e riesce a portarsi in area isolana. Ma Ja loro pressione rimarne senza esito dato l’intelliigenite gioco praticato da Žaro e Mil lodi. Gli ospiti passano quandi al eontraattaceo e alFll’ per-Vcingono alla prima rete, realizzata da Depase, il quale, ricevuto un PALLACANESTRO AURORA - PIRANO 61-17 E’ stato tutto un monologo dei locali che in Simeoni hanno trovato un valido pilastro nella difesa a zona, tanto da non permettere ai pirar nesi di segnare neppure un cesto nel primo tempo, ed in Steffè II il più forte realizzatore, coadiuvato per lo più da Steffè I, Agostini e Olivieri. La partita è priva di cronaca, meritando un accenno solo il gioco pesante e scorretto dei piranesi. Nel secondo tempo Olivieri face-, va giocare una formazione più leggera cosi da permettere anche agli ospiti di realizzare qualche punto. La partita si è conclusa nel grigiore generale perchè anche il quintetto aurorino si è lasciato trasportare dalla foga, tralasciando di impostare quel gioco tecnico che ha possibilità di effettuare. Del Pirano si sono distinti: Ra-valico nella difesa, Cnearscle, Venturini nell’attacco, ma un pò sfortunati nel tiro in cesto. AURORA: Olivieri (6), Agostini (8), Simeoni (13), Steffè II (14), Steffè I (9), Luglio (4), Riccobon (2), Giassetti (5), Cemivani, Grillo. PIRANO: Saiz, Fonda, Ravalico (4), Novak, Cnearscl (10), Sprak, Conciglia (2), Venturini (1). ARBITRI: Vascotto e Ferfoglia. Direttore responsabile CLEMENTE SABATI Stampato presso lo stabil, tipograf. aJADRAN» Capodistria Pubblicazione autorizzata allungo di Ben verniti, scaraventa al volo In rete. Il gioco si fa quindi più pesante poiché i giocai ori del Korotan non lesiinano le rudezze. Ma gli isolani, diinostirando una calma esemplare, sventano tutte le manovre avversarie, anzi, su repentini cambiamenti di fronte, si fanno minacciosi in arca avversaria. S-u un errore della difesa isolana, un attaccante del Korotan sii trova solo dinanzi alla rete di Moscai™, ma costui, con un balzo felino, si appropria della palila. La seconda rete isolana è stata segnata da Uloigrai, il quale, spostato sulla destra, scarta un terzino e. benché ostacolato dal portiere, saetta diagonalmente in rete. Sino alla fine nulla dii determinante. Dopo il fischio di chiusura, numerosi sportivi di Kranj hanno invaso gli spogliatoi, congratulandosi vivamente con gli atleti isolani. MA GIORNATA, CAMPIONATO JUGOSLAVO DI CALCIO I. L E G A LO HAJDUK CAPOLISTA I ricuperi della 16 giornata dei massimo campionato calcistico jugoslavo, non sono certamente serviti a portare un po’ di luce nella classifica che rimane ingarbugliata ed incerta quanto mai, con gioia o dolore per i numerosi tifosi di calcio, molti dei quali stanno trepidando sulle possibilità effettive dei propri beniamini, giacché, a sole cinque giornate dalla fine del campionato, ben quattro squadre, racchiuse nello striminzito spazio di due punti, si trovano in lotta per la conquista del primo posto, ov-verossia della vittoria assoluta, Partizan, Hajduk, Crvena zvezda e BSK. La sorpresa maggiore della giornata è venuta da Skoplje, dove la squadra del Vardar, penultima in classifica, si è presa il lusso di rimandare a casa i quasi campioni del Partizan con ben tre reti nel sacco contro una, capovolgendo cosi tutti i pronostici che davano per netto vincitore dell’iincontro il Partizan. Se il Partizan è stato sconfitto, non ha però perso il comando della classifica, perchè il suo rivale diretto, l’Hajduk, in una prestazione mediocre, non è riuscito ad andare oltre 11 pareggio nel confronto casalingo contro il Sarajevo ed tra perso cosi la occasione di raggiungere, dopo sedici giornate di inseguimento, i campioni in testa alla classifica. Chi ha approfittato-dei due passi falsi sono state le due compagini belgradesi, le quali hanno colto due nette vittorie. Il BSK non ha faticato molto per aver ragione della modesta compagine dello Zagreb, la quale si dibatte nelle acque basse della classifica. Più difficile è stato il compito della Zvezdà, la quale, dopo una appassionante e dura partita, è riuscita a portare a casa ambedue i punti da Novi Sad dal confronto con la Vojvodina, rimettendosi così in carreggiata per la vittoria finale. » T risultati a sorpresa avutisi nei ricuperi di giovedì scorso e nelle serie di incontri »Iella diciasettesima giornata di gaie del e a rapi orato di prima lega, hanno portato ad un rivoluzionamento delle posizioni in testa alila classifica. Grazie alTemipasse del Partizan, piegato nuovamente domenica scorsa, sia pur dii minima misura sull campo amico dal BSK, il’Hajdiuk (che, a sua volta, non ha faticato eccessivamente per battere il Vardar) è riuscito a insediarsi in testa alla classifica. Alle sue spalle, a quota 21, si è formato un terzetto di inseguitori e cioè lo spodestato Partizan, la Grve-na Zvezda ed infine il BSK che. da qualche settimana non fa altro che raggranelli aire risultati positivi. Ri usci .‘anno gli spalatimi a conservare l'iruiivid labile posizione? La risposta če le potranno diaTe le prossime giornate di campionato. Sarajevo, Spartak e Vojvodina si trovano ormai in zona dii sicurezza e pertanto esse lotteranno per un miglior piazzamento finale nella lista. Nelle acque basse si acuisce invece la lotta fra le squadre pericolanti, in cerca di punti per non retrocedere. l. 1 Velez domenica scorsa si è concesso addirittura :il lusso di battere la Dinamo con un punteggio che non ammette discussioni. A sua volta, il Vardar si e rifatto giovedì scorso sul Partizan. Son proprio le cenerentole Mt Porge le sue felicitazioni ai soci e dipendenti iti occasione delia Fés t a del Lavoro! Per il I. Maggio porge, a tutti gli elettori del comune, l’augurio di sempre maggiori successi nel lavoro per l’edificazione socialista \i COMITATO POPOLARE PEL COMUNE CITTADINO DI BUIE FABBRICA DI FSBTERlfiLE ÌSOLANTE LUBIANA * MOSTE - Tel. 21-852 e 20-557 Prodotti di bitume: Piastre bituminose pei’ tetti delle misure; N.' ICO, N. 150‘e N. 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Il collettivo della KAMENOLOM BUIE - Tel. 7 saluta in occasione della Festa de! Lavoro tutti i collettivi della zona, augurando loro un proficuo lavoro Fra le nostre giacenze assortite offriamo : CUOIO di tutte le specie delle maggiori fabbriche nazionali. Cuoio per tomaie e suolette. Cuoio per sellai e tappezzieri e pellami per oggetti di largo consumo. L’occorrente per calzolai, sellai, tappezzieri e pellettieri. Cinghie di trasmissione di cuoio o di gomma, cinghie del tipo a cuneo di tutte le dimensioni. 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Materiale tecnico per la manutenzione delle officine e per la protezione dei lavoratori. Il I LE OFFICINE Dl PIHANO E ISOLA in occasione del I Maggio, salutano tutti i collettivi di lavoro della zona L'Istituto di pubblicità prop agand LUBIANA Dalmatinova 4 si felicita con tutta la clientela ed i collettivi di lavoro, augurando loro un FELICE PRIMO MAGGIO €€ La filiale sindacale de! conservificio ARRIGONI a nome del collettivo augura a tutta la clientela, in occasione deI 1. Maggio, nuove vittorie ne! lavoro I ISOLA-tei. 11 La CAMERA ARTIGIANA DEL DISTRETTO DI BUIE saluta gli Artigiani invitandoli, nel contempo, ad associarsi IL COMITATO DISTRETTUALE DELL’ U.S.P.L. DEL DISTRETTO DI BUIE In occasione del I.o Maggio - Festa internazionale dei lavoratori - augura alla popolazione de! Distretto sempre maggiori successi nell’ opera di edificazione dei socialismo, invitando gii italiani e croati dei Distretto a rafforzare e consolidare sempre più i legami di fratellanza e di unione con tutti i popoli delia Patria socialista: la Jugoslavia di Tifo. pipo poduzeće FIUME - RIJEKA Impresa Won! Maritile augura un felice I Maggio - Giornata internazionale del Lavoro -a tutti gli operai e dipendenti nonché alla propria clientela In occasione del 1 Maggio, Festa dei Lavoratori, augura ai propri soci sempre maggiori successi nell’ opera di socializzazione dell’ agricoltura COOPERATIVA AGRICOLA DI CAPODISTRIA E DINTORNI Nei nostri spacci e rivendite è disponibile perla nostra clientela ogni qualità di merce a prezzi di concorrenza. Nelle basi acquistiamo i vari prodotti agricoli. ..... .** La Cooperativa Vi nico la di B uie in occasione del I.o Maggio - Festa dei Lavoratori - porge ai propri soci l’augurio più fervido di nuovi successi nell’opera per l’incremento della produzione. La Federazione Distrettuale delle Cooperative Agricole di buie: in occasione dei I. Maggio, augura alle cooperative affiliate sempre maggiorisuccessi nell’ opera di socializzazione deile campagne La Filiale Sindacale dei CANTIERI Boris Ridrié DI P IRÀNO in occasione del Primo Maggio - Festa dei Lavoratori - a nome di tutto il collettivo augura a tutti i lavoratori sempre maggiori successi nella edificazione del socialismo L’AZIENDA COMMERCIALE DEQLI IH VA LIDI Tobak CAPODISTRIA - Telefono 59 in occasione del I Maggio - Festa dei Lavoratori - augura a tutto il popolo lavoratore sempre maggiori successi nell’ edificazione del socialismo. Auguriamo al popolo lavoratore del Territorio Libero di Trieste, dell’ Istria e del Goriziano, in occasione del I. Maggio - Festa internazionale del Lavoro - sempre maggiori successi Radnom narodu Slobodne Teritorije Trsta, Istre i Gorice čestita medjunarodni praznik rada -PRVI MAJ Radni kolektiv II collettivo di lavoro L'IMPRESA COSTRUZIONI EMIT ISOLA Augura alla spettabile clientela ed al popolo lavoratore un FAUSTO PRIMO M A OOIO L’IMPRESA COMMERCIALE all’INGROSSO e al MINUTO per il RIFORNIMENTO della RETE COMMERCIALE ed ALBERGHIERA FIUME DOLAC 8 rffP *< AV Telcf. 28-61 Augura un felice I.o Maggio - Festa internazionale dei lavoratori - al popolo lavoratore del T. L. di Trieste. Nel contempo offre i suoi servizi a tutta la dieatefa del TLT LA FÀBBRICA DI PRODOTTI IN GOMMA „SAVA” KRANJ la occasione del I. Maggio, augura ai collettivi della zo*a sempre Maggiori successi nella edificaziane del socialismo. Attrezzature tecniche in gomma, chirurgieo-sanitarie, articoli di largo consumo. 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Maggio porge un fervido augurio a tutti i lavoratori ISOLA »m m Iif La Cooperativa Agricola di GRISIGNANA augura ai soci e alie cooperative della zona un LIETO I.o MAGGIO LA COOPERATIVA AGRICOLA Di mPU; TIPO GENERALE In rtmsfsirina tiri I n Maggio, porge i più IL COMITATO POPOLARE DEL COMUNE DI fervidi auguri ai propri soci affinchè contribuiscano sempre più al progresso della M 0 MI A N O nostra agricoltura. in occasione del I. MAGGIO augura a tutta. la popolazione del comune nuove vittorie ! ! DI CITI ANO VA LA "ton. a. COMMERCIO IN LEGNAME Un lieto I.o Maggio ♦ Cilic] Spciluullc Llltll tela ed a tutto il popolo lavoratore. CA PO.D 1 ST R 1 A DEL DISTRETTO DI CAPODISTRIA salula i propri soci augurando loro un lieto FIINO MAGGIO -/La -/7a//er/a Cè/z/ra/e d/ S Jso/a IN OCCASIONE DEL I. MAGGIO SALUTA LA CLIENTELA AUGURANDO NUOVE VITTORIE Jsfč?//' e/e/for/ def co/xzzz/ze a/z^z/r/a/zzo, zzz occas/o/ze de/ /. 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CAPODISTRIA Auspicando un lieto I.o Maggio, si felici la con i dipendenti e tutta la classe operaia li collettivo di lavoro dell impresa „BAUXITE“ DI UMAGO In occasione della Giornata internazionale dei Lavoro, porge i suoi fervidi auguri ai propri dipendenti nonché alla classe operaia della Patria Socialista Rendiamo noto a tutte le istituzioni cooperativistiche, ai fornitori ed alla clientela che, per un più razionale ed economico funzionamento, si sono fuse le imprese esportatrici ed importatrici, come pure la agenzia e l’azienda „Servis“ dell’Unione Repubblicana delle Cooperative della R.P. di Slovenia e cioè: ÀGROl EHNiKA, KOOPERAUVÀ SLOVENIJA, ŽIVINO - EXPORT, ZADRUŽNA AGENCIJA SLOVENIJE e AGROSERVIS - formando la nuova azienda »AGROTEHNIKA LUBIANA » Miklošičeva cesta 6 '»v EXPORT I M P O mtmmmomit La neo-costituita azienda esplicherà le seguenti adiviià ESPORTAZIONE d. : tutti i prodot.i agricoli, deli’ allevamento del bestiame, del bosco e legname per l'industria nonché i prodotti dell' artigianato locale MPÖRTAZIGNE di tutto il macchinario ed aitrezzalure per l’agricoltura, per l'Industiia delie foreste e per le stazioni di macchine. Besliame di razza per allevamento, mezzi di riproduzione e 1’ occorrente per le istituzioni cooperativistiche agricole. SERVIZIO GENERALE: per garanzie e contraili, forniture dei pezzi di ricambio :cd istffižTc riè di quadri tecnici. MEDIAZIONE: per la fornitura e la vendila di tudi i prodotti agricoli, dell’ industria del legno, del materiale da costruzione e di tutto il materiale per la riproduzione nonché per le occorrenze del cooperativismo agricolo COMMERCIO INTERNO: Fornitura alle cooperative agricole de! macchinario e de! materiale da riproduzione di fabbricazione nazionale e di provenienza estera Tutte le istituzioni cooperativistiche, i fornitori e la clientela devono ora rivolgersi per affari e contrattazioni alla nuova impresa AGROTEHNIKA - Export - Import - LUBIANA / numeri telefonici rimangono per ora invariati