Académie Roumaine, Institut de Linguistique "Iorgu Iordan - AI. Rosetti" - Université de Bucarest, Faculté de Langues et Littératures Étrangères, Dictionnaire des emprunts latins dans les langues romanes, Jana Balacciu Matei, Cristina Halichias, Coman Lupu, Cristian Maroianu, Alexandra Niculescu, Victoria Popovici, Sanda Reinheimer Rîpeanu, Oana Salisteanu Cristea, Maria Theban; sous la direction de Sanda Reinheimer Rîpeanu; Editurà Academiei Române, Bucureçti 2004; 456 pagine 1. Il livello scientifico e i risultati raggiunti dalla lingüistica romanza in Romania non richiedono prove né esempi: basti citare i nomi dei due maggiori che figurano nel nome dell'Istituto di Lingüistica, non dimenticando beninteso numerosi altri valenti studiosi, come Maria Iliescu, Marius Sala ed altri ancora. Essendo uno dei paesi di lingua neolatina e precisamente il solo délia Romània orientale, il contatto tra romeno e latino é self evident, anche se é diverso dai legami tra il latino e gli idiomi romanzi dell'Europa occidentale, v.av. Comunque, il complesso latino-romanzo costituisce un tutto orgánico in cui nessun limite cronologico netto divide le lingue base, il latino, dalle sue forme attuali, che sono le lingue neolatine1. 2. In senso storico, la principale differenza tra il romeno e le lingue neolatine occidentali consiste nel contatto costante tra queste ultime e il latino. Gli idiomi romanzi dell'Europa occidentale vivono tutto il tempo "all'ombra" del latino, attingendovi dai primi documenti (ricordiamo ad es. il latinismo virginitet, nella Sequenza di S. Eulalia, fine del IX secolo). I Romeni, al contrario, per mille anni, hanno vissuto, come è stato detto con una felice immagine, "con la faccia rivolta all'oriente", dunque senza contatti con il latino e gli idiomi congeneri dell'Europa occidentale. Appena negli ultimi tre secoli circa é iniziata la ri-latinizzazione, o ri-romanizzazione, del romeno, mediante contatti e prestiti dai latino e dai due maggiori idiomi romanzi moderni, il francese e l'italiano. 3. Questa, all'incirca, la problemática abbracciata dai libro qui recensito, che tratta un importante aspetto dell'insieme bimillenario latino-romanzo. La valente équipe di scienziati romeni, coordinati da Sanda Reinheimer Rîpeanu, ci offre uno sguardo sintético su quanto gli idiomi neolatini devono agli imprestiti dalla loro lingua-madre. II fine del dizionario é di presentare un inventario completo dei latinismi nelle lingue romanze (p. 6). Queste lingue, prese in esame nell'opera, sono sei, da ovest ad est: portoghese, spagnolo, catalano, francese, italiano, romeno. 4. La struttura del volume non è tanto chiaramente riconoscibile quanto si desiderebbe. Anzitutto, manca un sommario; inoltre, la prima parte è "acéfala " perché non porta nessun titolo (pp. 15-20). C'è una prima sezione (pp. 5-9), che dà alcune linee generali; segue L'inventaire (pp. 9-13), diviso in 1.1. Sélection des termes (pp. 10-11) e 1.1.1 .Autres termes éliminés (pp. 12-13). La seconda sezione è dedicata ai "latinismes apparents" (v. av.) (pp. 13-14). La terza sezione (pp. 15-20) espone 1 A questo punto vale citare quello che più di quarant'anni fa osserva E. Lôfstedt (Late Latin, Oslo 1959, p. 2). Commentando l'opinione di Dag Norberg, secondo cui fino all'anno 600 si puô parlare di latino e dopo T800 di romanzo, Lôfstedt dice: "For the intervening period either name will serve, provided that we bear in mind the fact that no firm frontier in time separates spoken Latin from the earliest Romance idiom" ('Per il periodo intermedio possono servire ambedue i termini a condizione di tenere presente il fatto che nessun limite cronologico netto separa il latino parlato dai primo idioma romanzo'). 12 La structure des articles (la p. 20 essendo riservata all'elenco dei collaboratori con i rispettivi domini scientifici e ai ringraziamenti). Le pp. 21-23 contengono le abbreviazioni e i titoli dei dizionari adoperati. Dalla p. 25 fino alla p. 441 si estende il dizionario vero e proprio (cca 7000 parole, da ABBATIA a ZOOLOGICUS). Aile pp. 443-456 si trova la bibliografía al cui inizio la nota 23 ci informa che nella bibliografía non sono incluse le grammatiche storiche né le storie linguistiche dei singoli idiomi neolatini. 5. Questa è in grandi linee la struttura del nostro Dizionario; passiamo adesso a sintetizzare i procedimenti applicati e i principali risultati scientifici raggiunti. 5.1. Il Dizionario si propone di colmare una reale lacuna, offrendo per la prima volta un inventario completo dei prestiti latini nelle lingue romanze (p. 6). 5.2. La scelta effettuata rifiette l'evoluzione convergente degli idiomi romanzi quanto alia costituzione del lessico scientifico e técnico moderno. 5.3. "Romanisation d'origine et re-latinisation offrent l'image d'un continuum dans le temps et dans l'espace de la Romania occidentale actuelle [...] " (p. 8). 5.4. L'infiusso del latino si manifesta nell'arricchimento del lessico romanzo, nel contatto delle voci latine con i corrispondenti romanzi e nelle relazioni interromanze (pp. 6-8). 5.5. Gli strati popolari e quelli latini (prestiti) tendono sempre più a fondersi; soltanto in romeno esiste ancora una certa tensione tra i due elementi (p. 8). 5.6. L'eliminazione di termini troppo scientifici, troppo specializzati, cosi come dei nomi propri e di certi composti dotti, ha permesso di ridurre le voci incluse a cca 7000 (pp. 10-11). 5.7. Bisogna tenere conto anche dei termini che hanno tutto l'aspetto latino, ma che sono di origine greca o di formazione posteriore, oppure derivati da termini romanzi (pp. 13-14). 5.8. Di fronte ad una lunga serie di aggettivi abbastanza eterogeni adoperati dai vari autori per determinare il latino (imperiale, tardo, cristiano, medievale, ecclesiastico, scolastico, giuridico ecc., p. 15), gli autori del nostro Dizionario si limitano alla distinzione únicamente cronológica di quattro strati: 1) latino [tout court], cioè attestato fino all'anno 200); 2) latino tardo; 3) latino medievale; 4) latino moderno (nota 14, p. 15). 6. Il Dizionario, qui (troppo) brevemente recensito, è un contributo sostenziale alla lingüistica neolatina; nel contempo, esso puô servire da modello in altri domini analoghi, studi di lessicologia, contatti diacronici, elaborazione di vari repertori. Un solo fatto stupisce: il REW, tuttora impreteribile nella lingüistica romanza, viene citato nella nota 3 a p. 6, ma non in nessuno degli elenchi bibliografici. Comunque, il Dictionnaire des emprunts latins dans les langues romanes fa onore ai suoi autori. Siamo certi che l'opéra verrà consultata da tutti coloro che si occupano o si interessano di lingüistica, soprattutto lessicologia, neolatina. 13