PREMESSA Ebbi numerose occasioni di discutere con il compianto Rado Gospodarič in merito ai problemi carsici di comune interesse. In particolare parlavamo di questioni relative ai depositi di riempimento delle grotte, alle fasi alterne di accumulo e svuotamento di depositi sabbio-so-argillosi, dei riempimenti "fissi" (crolli) e di modificazioni dei depositi di concrezione calciti-ca, determinante da fattori climatici e sulle cause del rovesciamento delle colonne stalagmiti-che e dei distachi di cieli stalattitici e di concrezioni parietali. Ricordo che una decina d'anni fa I'amico Gospodarič mi accompagnö piü volte nel brac-cio laterale delle Grotte di Postumia, chiamato "Pisani rov". In quelle visite studiavamo le ragi-oni delle modificazioni strutturali, di distacco, di crollo delle concrezioni calcitiche. Mi comuni-cö i risultati di alcune radiodatazioni eseguite sulle neostalagmiti formatesi dopo una fase di crollo. Ma ciö che ambedue ci turbava, era la difficoltä di interpretare le cause del rovesciamento delle grandi concrezioni calcitiche. II problema stava principalmente nella verifica delle cause piü probabili: cedimento del substrato argilloso-sabbioso e quindi possibilitä di rovesciamento delle concrezioni stalagmitiche, oppure per spezzamento alia base dovuto ad intense cause sismiche. Riccordo che in quell'occasione Gospodarič mi pregö di fare alcune verifiche nelle grotte del Carso Triestino per cercare di avere maggiori conoscenze sul problema. In tutti questi anni ho fatto molte osservazioni sui fenomeni di crollo ed i risultati ottenuti Ii dedi-co con il presente lavoro alia memoria dell'amico Rado Gospodarič. CONSIDERAZIONI GENERALI In una seria di pubblicazioni: Forti, F. (1977); Cucchi, F., Forti, F., Semeraro, R. (1979); Cucchi, F., Forti, F. (1979); Cucchi, F., Forti, F., Forti, P. (1982); venivano prese in considera-zione alcune modificazioni strutturali avvenute nelle grotte del Carso Triestino a causa di movimenti neotettonici, il tutto proiettato a supporto della "Carta neotettonica d'Italia". Tale lavoro illustra sinteticamente il comportamento dinamico della superficie terrestre dal Pliocene in poi con particolare riguardo alle ultime centinaia di migliaia di anni. L'individuazione del movimento orizzontali e/ o verticali avviene interpretando tutti gli "indizi di neotettonica" morfologici, geologici (strutturali, stratigrafici ecc.) e talora quelli ottenibili dallo studio morfo-tettonico dei fenomeni carsici. II risultato di tali ricerche indica un generale debole sollevamen-to dell'area del Carso Triestino con una netta tendenza ad un sollevamento maggiore a S e minore verso N, il che significa un graduale innalzamento del finaco sudoccidentale dell'anti-clinale in corrispondenza della faglia inversa che corre con direzione SE-NW. I grandi fenomeni di crollo, sempre nella campo della datazione degli avvenimenti tetto-nici, da una stima delle concrezioni formatesi sui blocchi di frana porta a considerare che aicuni eventi siano preglaciali Würm III ed altri siano databili 10.000 - 15.000 anni fa. CROLLO DI BANCHI ROCCIOSI E' frequente nell'ambito delle grotte a galleria del Carso Triestino rinvenire fenomeni di crollo di tratti di volte o distacchi di grandi blocchi rocciosi dalle pareti delle gallerie stesse. Questi crolli, genericamente definibili come corpi rocciosi staccatisi da volte e pareti per cause dinamiche, risultano caduti su precedenti e quindi piu antichi depositi di riempimento sia di tipo concrezionario, sia su frane. I blocchi rocciCKi di piu recente evento di distacco sono rico-perti a loro volta da depositi concrezionari stalagmitici, le cui altezza variano da pochi decime-tri ad alcuni metri. Da tutte le visite effettuate in numerose grotte a galleria non risulta che successivamente a questa fase di crollo ce ne siano state altre, per lo meno della stessa entitä. Da una stima approssimata su quest'ultima fase di crollo, che risulta piü o meno penecontem-poranea in tutte le cavitä analizzate, Č databile tra i 10.000 ed i 15.000 anni fa. Tali fenomeni aventi quasi le medesime caratteristiche strutturali, sono stati studiati in particolare alia Grotta Gigante (N° 2 VG) ed alia Grotta delle Torri di Slivia (N° 39 VG). In ambedue le cavitä si osservano dei blocchi rocciosi del volume di una decina di metricubi cia-scuno Che si sono staccati dalle rispettive pareti secondo piani di discontinuity determinati da piani di stratificazione e da sistemi di fessurazione. Alcuni di tali blocchi sono stati poi successivamente mobilizzati nel senso che si sono rovesciati due o tre volte per cedimento del substrate di appoggio. Tale fenomeno t verificabile con I'osservazione dell'anomala crescita di stalagmiti variamente inclinate sul blocco stesso. E' evidente che sono cresciute in tempi diver-si e che il diverso assetto del masso franato č avvenuto di scatto e non gradualmente. Risulta molto difficile valutare i motivi di tali distacchi improvvisi di blocchi rocciosi dalle pareti e dalle volte senza invocare una causa scatenante esterna al sistema carsico. In pratica si osserva che i blocchi ed i massi caduti presentano delle evidenti nicchie di distacco secondo ben precisi piani di discontinuity, talvolta allargati da azioni dissolutive carsiche. Ma ciö che piü colpisce 6 la contemporaneity dei fenomeni di distacco in tutte le grotte osservate. Se ne deduce che fatta salva una predisposizione meccanica e chimica, vi č stata una motiva-zione sismica di una certa intensity a determinare la causa scatenante del crollo stesso. Parallele osservazioni compiute sulle Dolomiti (Gruppi del Sella, Tofane, Conturines) e nelle Alpi Carniche e Giulie in generale, hanno evidenziato la costante presenza di enormi torrioni dolomitici rovesciati sui fianchi delle montagne o in fondo alle valli che dividono i vari gruppi montuosi. Anche qui si puö notare una certa contemporaneity dei fenomeni di crollo, ma piü interessante ž osservare che i torrioni sono caduti su preesistenti depositi morenici e talora su depositi fluvio-glaciali. Ciö indicherebbe una contemporaneity fenomenologica tra i crolli delle torri dolomitiche ed i crolli nelle cavity del Carso, ambedue sicuramente postglacial! Würm III. CROLLI E DEFORMAZIONI DI CONCREZIONI CALCITICHE Piü complesso ed assai piü articolato t il problema relativo ai crolli, distacchi, dislocazio-ni, rovesciamento delle concrezioni calcitiche, fenomeni questi rinvenibili in tutte le grotte a galleria del Carso Triestino. La stranezza dei fenomeni osservati sta nel fatto che accanto a enormi colonne stalagmitiche rovesciate e spazzate in piü parti al suolo, ve ne sono altre inta-tte o quasi, salvo la presenza di qualche fessura ricementata. Ciö fa pensare, per alcune, alia possibilitä di cedimenti del substrato di appoggio delle stalagmiti e quindi alia probabilitä di un locale rovesciamento della concrezione stessa. E' noto che in tutte le grotte a galleria del Carso e nelle doline, i depositi di riempimento "mobili", sono in netta fase di assorbimento o di svuo-tamento. D'altra parte al suolo si osservano pezzi di centinaia di stalattiti che sono cadute non in tempi diversi, ma di scatto in un unica soluzione temporale. Altre volte si assiste alla caduta di enormi colonne stalagmitiche, nettamente staccatesi dalla volta ed ii cui sunstrato di appoggio al suolo non presenta cedimenti di sorta. La grotta che mostra un vero e proprio caos di stalagmiti rovesciati t la Grotta deH'Orso (N° 7 VG). Nella sua parte terminale vi ž un ammasso di grandi colonne stalagmitiche rovesciate e spezzate su crostoni di concrezione. Qui perö si ritiene di intravvedere una ragione di crollo a duplice effetto. La grotta contiene un grande deposito di materiali argillosi e le grandi concrezioni calcitiche appoggiavano su tali depositi. La causa scatenante dei crolli in questo caso deve essere stata certamente sismica, perchč non si notano effetti di dislocazioni dovuti a cedimenti, ma solamente crolli improvvisi con netti distacchi delle colonne stalagmitiche dalle volte e successivo rovesciamento e spezzamento in blocchi al suolo. E' noto che l'intensitä sismica varia in funzione della diversitä litologica del substrato su cui č appoggiata una costruzione e nel caso presente le concrezioni calcitiche. Assumendo O (zero) per i graniti, I'incremento dell'intensitä sismica, secondo alcuni Autori, arriva a 0,2 - 0,5 per i calcari, mentre per le argille arriva a 1,2 - 2,1. Ciö significa che se le colonne stalagmitiche si trovano su crostoni calcitichi che a loro volta appoggiano su di un substrato argilloso, l'intensitä dell'effetto sismico aumenta da 1,2 a 2,1 volte. E' quindi cosi possibile che in queste condizioni avvengano i crolli piü rovinosi. CONCLUSIONI Sono stati citati časi di crollo e di rovesciamento di masse rocciose e di concrezioni calcitiche di alcune grotte a galleria del Carso Triestino. Analoghi fenomeni sono stati registrati anche in tutte le altre cavitä, senza eccezioni. Dai risultato di tutte le osservazioni compiute t indubbio che i grandi crolli rocciosi e concrezionari sonno avvenuti per un' intensa causa sismica, databile grosso modo post Würm III e che successivamente a tale evento non si osservano altri fenomeni di crollo aventi pari intensitä. La concomitanza dei crolli e rovesciamento di stalagmiti, avvenuti nello stesso periodo ma per cause diverse (cedimento del subtrato argilloso) Č difficilmente valutabile. Si ritiene probabile che il progressivo svuotamento dei depositi argillosi sia da considerare come una predisposizione al crollo e rovesciamento, ma che la causa scatenante sia sismica di grande intensitä. Ovunque č stata osservata la presenza di precedenti crolli ma la sovrapposizione dei fenomeni rende assai difficile sia I'interpretazione delle cause sia le morfologie dei crolli stessi. I conf ronti con i crolli delle torri dolomitiche penecontemporanei ai crolli avvenuti nelle grotte fa pensare ad un evento sismico di intensity submassima e massima scatenatosi neirarco delle Alpi Orientali e Dinariche in un periodo postglaciale Würm III. BIBLIOGRAFIA Carulli, G.B., Carobene, L, Cavallin, A, Martinis, B, Onofri, R, 1980: Rvoluzione strutturale Plio-qua-ternaria del Friuli e della Venezia Giulia. Contrib. prelim, realizz. Carta Neotettonica d'ltalia; Pubbl. 356 del Prog. Finalizz. Geodinamica, Unitä Operat. 6.2.10, 489-545, Napoli Cucchi, P., Forti, F., 1979: Lo studio di attivitä tettonica recente in cavitä carsiche a supporto della "Carta neotettonica d'ltalia". Atti del 4.Conv.Reg.di Spehdel Friuli-VG, 243-248, Pordenone Cucchi, F, Forti, F., Forti, P., 1982: Movimenti neotettonici recenti nel Carso Triestino da analisi di concrezioni stalagmitiche. Atti del 5.Conv.Reg.di Spel.de! Friuli-VG, 141-151, Trieste Cucchi, F, Forti, F., Semeraro, R, 1979: Indizzi di neotettonica in cavitä della Val Rosandra (Trieste). CNR - Prog. Finalizz. Geodinamica - Sottoprog. Neotettonica; Pubbl. 250, Atti e memorie della Comm.Grotte "E.Boegan", Vol.19 (1978), 105-109, Trieste Finetti, I., 1967: Ricerche sismiche a rifrazione sui supporti strutturali fra il Carso ed il Golfo di Trieste. Boll. Geof. Teor. e Appl., Vol. 9 (35), 214-224, Trieste Forti, F, 1977: Rapporti tra terremoti e carsismo nella Regione Friuli - Venezia Giulia. Atti 4. Conv. Speleol. 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Vzporedna opazovanja v Dolomitih so pokazala ob vznožju in v dolinah teh gora ogromne količine podornega materiala. Starost teh pojavov lahko pripišemo Würmu 111, kajti ti veliki podori leže na morenskem in fluvio-glacialnem gradivu. Istemu obdobju lahko pripišemo velike podore v jamah na Krasu, predvsem zaradi pojava mlade sige, ki je zrasla na skalnih blokih in na podrtih stebrih. Po tem pojavu seizmike, ki je z intenzivnostjo zaobjel celotne Vzhodne in Dinarske Alpe, nismo opazili podobnih podorov enake intenzivnosti. Sledi torej, da kažejo jame Tržaškega Krasa sledove prejšnjih, veliko starejših podorov, ki jih je težko razložiti in datirati.