Anno V. Capodistria, Ottobrk 1U07. N. in PAGINE ISTRIAN PERIODICO MENSILE Vaglia, manoscritti e cose attinenti tanto all'amministrazione quanto alla redazione del giornale vanno indirizzati al Dottor NAZARIO DE MORI Capodistria. Giuseppe Martissa. 11 terribile morbo che lo uccise lo niinava da circa un lustro. No comincio a sentire i primi sintomi noi febbraio del 1!I0."», e da (piell' epoea sino alla morte di Lui le sofferenze non eessaroiio un solo islante, sicclie, a quaraut'anni, il nostro povero amico si ridusse iucartapecorito e eadente come un vecchio ottuagenario. E, strazio piti orrendo ancora, sin da principio previde il suo lato. Lo dedussi dallo scetticismo con cui mi parlava di medici e di medicine e di stazioni climatiche e di cura. Mi pare sempre di vederlo, con un tabarro sulle spallc, venirmi incontro asmando e tossendo, e, benehe si fosse di maggio e di fuori i campi esultassero nel ridestarsi della stagion novella, accennarmi con un mesto sorriso alla stufa aceesa, come per dirmi: — Vede, caro amico, fa caldo ed io ho fredclo! — Sollecitato ad uscire, a mostrarsi fra i viventi, rispondeva quasi con risentimento: Non eseo, perche sarei guardato come una bestia rara: anche gli ammalati hanno i loro pt\dori! — Cotesta malaugurata tissazione, cli' egli ebbe coinune con un altro compianto trapassato concittadino, il Dottor Domenico de Manzoni, contribul, non v' ha dubbio, ad accorciargli la vita, che ben poco sollievo potcvano recargli le anuuali pere-grinazioni ch' egli, acl ogni principi« d' estate, andava facendo da un luogo di cura ali'altro, dali' ultiina delle quali ritorno affranto, quasi moribondo. Pure, quantuncpie con un piede nella toniba, non ristette fino aH' ultimo di lavorare per le Pag in e Istrianr, per queste Pagine ch'egli aveva visto nascere e alle quali aveva dedicato le sue clotte cure di erudito e di critico profondo sino al giorno della sua inorte. Manco alle nove di sera del 1 corrente, e spiro placidamente, ottobre ]>. p.. t'u sentita con grande rammarico dalla sua eitta natale, che perdette in 1 ni un figlio atfettuoso, e dalla provincia tutta, che lo stimava ed amava per le belle sne doti di mente e di cuore. per le quali t'11 ap-prezzato come dotto scrittore, valoroso insegnante e beu amato maestro. Nato a Oapodistria addi 20 luglio 1S;)4, compiuti gli studi ginnasiali i primi sei nuni nel civico ginnasio comunale. i due ultimi a Trieste in quel ginnasio dello stalo, passo aH' Universita di Vienna, dove si dedieo allo studio della filologia classica. Dati gli esami a quella universit/i si porto a Oapodistria, dove ali'apertura deli'anno seolastico isno-lil fu noininato supplente e alla fine dello stesso anno professorc effettivo. Da quest' anno incomincia la sua operosita come scrittore o come docente, tutta intesa al bene deli' Istria, sua patria, ch' egli, amoroso figliuolo, volle illustrare coi lumi della sua mente, e alla quale volle giovare coll'opera coscienziosa d'insegnante istruendo ed educando quella numerosa falange di giovani, che ormai divenuti uomini adulti, sparsi per tutta 1' Istria e fuori ancora dei confini di essa, ricordano con affetto il loro maestro, il suo eccellente metodo didattico, la sua non comune pazienza, la sua arte speciale di sminuzzare e sboc- eoneellare, com' egli diceva, per anivare a farsi eomprendere anche da coloro che da natura erano dotafi di minore intel-ligenza. Nominato direttore del ginnasio li 4 novembre 1871, quando 1'istituto si trovava in eondizioni deplorevoli mancandovi i docenti ed essendo quindi scarso il numero degli allievi, colla sna attivita, colla sua costanza e colla sua abilita seppe far in modo che il ginnasio un po' alla volta consolido le sue basi in modo cbe meritamente si acquisto un bel nome nella provincia. Tale sua operosita fu giustamente riconosciuta e, dopo una visita fatta ali' istituto dal ministro deli' istruzione dott. Carlo cav. de Stremavr, avvenuta li 25 maggio 1877, fu insi-gnito del titolo di cavaliere deli'ordine di Francesco Giuseppe, in ricognizione della meritevole di lui operosita nel magistero. Egli diresse 1'istituto con intelletto d'amore fino al 14 maržo del 1900. Dell'attivita letteraria del Babuder si sono oecupati quasi tutti i giornali della provincia e non c' e persona col ta che l'ignori; essa risulta dagli annuari del patrio istituto. (liovera peraltro qui accennare ai principali lavori da lui pubblicati, i quali anche se non sono sempre condotti con ri-goroso metodo scientiflco e con larga preparazione, furono un incentivo a quelli che lo seguirono ed agevolarono loro la v i a, clic altrimenti sarebbe stata piu diffieolt-osa e piii lunga. 11 suo primo lavoro, pubblicato nel programma ginnasialo di Capodistria del 1865, e: «D'alcuni lstriani cultori delle lettere classiche dal 1400 in poi, ed in particolare della tra-duzione deli' Iliade di Andrea Divo giustinopolitano.* Fu seguito dali'altro importantissimo: »Pietro Paolo Vergerio il Seniore da Capodistria, uno dei piu celebri umanisti italiani all'epoca del risorgimento« pubblicato nello stesso annuario del 186(i, «buona monografia, 1'unica di qualche valore clie finora s'abbia» (Vedi Carlo Maria Patrono. «Pagine istriane* 111 1905 K. 4-5). Di non minore importanza e il lavoro: «Sulla vita e sugli scritti del marchese Girolamo Gravisi*, pubblicato nel 1868. Nel 1873 pubblico altro scritto intitolato «Studio critico sopra alcuni poemi epici con ispeciale riguardo alla Pugna Angelo-rura di Cesare Zarotti, medico e letterato capodistriano del secolo XVII». Le georgiche di Virgilio, tradotte in ottava rima da Francesco Combi, opera poštnina pubblicata nel 1873 a Venezia, gli diedc occasione di pubblicare lo studio: «Le geor-giehe di Virgilio considerate nei loro pregi d' argoinento e di forma, con un ceuno critico sopra alcuni traduttori italiani delle medesime*, nel quale considerando i vari traduttori a lui noti, ritiene migliori le versioni delPAriei e del Combi. Questi sono gli studi del Babuder, dettati dall'affetto per la nostra storia e per la nostra lingua, eh'egli ebbe vivissimo. Parecchi altri ne aggiunse di argoinento letterario diverso, fra i principuli i seguenti: «La dolina Spartaiuu »Ritlessioni morali e politiebe di :> grandi storici ed uomini di stato Tueidiile. Cornelio Tacito e Nicolo Maehiavelli*, »Considerazioni sulla poesia popolare in generale, con ispeeialje riguardo a quella della Grecia moderna«, «L' eroicomica e generi aftini di poesia giocoso-satirica* ultimo suo lavoro, ])ul)blicato nei programmi ginnasiali del 1896 e del 1898. La sua indefessa laboriosita nel campo deli' insegnameuto e nel campo letterario non gli impedi di prestare 1'opera sua di cittadino nella patria rapprcsentanza, dove spessissimo fece udire la. sua autorevole voce, nella Dieta provinciale quale deputato per varie legislature, e al Pio Istituto (irisoni, dove in qualita di direttore si fece propugnatore di utili inuovazioni. In attesa ehe altri pari i piu diffusamente di questo bene-merito cittadino, basti ora questo breve cenno a dimostrare quale fu I' uomo malicalo alla nostra estiinazione ed al nostro a tleti o. F. Major. Trieste fu sempre citta fecondatrice di nobili ingegni, e come nel suo porto si atfolta una foresta di abeti che formano I'alberatura d'una flotta che ritorna da lontani lidi eonquistati a' si:oi commerci, cosi da ricetto a quanti nutrono atnore per il conseguimento .di nuovi veri e d' un ideale di forma che le naturali sne bellezze inspirano coll' azzurro del suo mare, con le sinuosita della sua costa, con la purezza de' suoi tramonti. E fuvvi un tempo in cui essa si pose a capo d' un movimento letterario e ci vilo, al quale parteeiparono le intelligenze piti spiccanti del Friuli, della Dalniazia e deli' Istria e costituirono la repubblica letteraria elie tiori intorno al 1848. E Domenico Rossetti, «che gli ultiini anni deli'onoratissima sua vita traeva fra' libri e' tiori, vigilava, qual nuine tutelare, su quegli uomini operosi che vi tenevano acceso il sacro fuoco del bello, del buono e del vero* '). Allora il dottor Antonio Madonizza, sov-venuto dal libraio Giovanni Orlandini, fondo il giornale letterario hi Far i//a (18;-Jt5-184(5), che, sotto la direzioue cleH'illustre pubblicista Pacifico Valussi e di Francesco Dali' ()ngaro, tiori lecoiidando le idee che gia si presentivano e che dovevano ]ireparare, in un periodo si fecondo di politici avvenimenti, la coscienza del popolo aspiraute a piu alti destini. Con illu-minata autorita e con grande amore vi scrivevano (iirolamo Fanti, Diego Piacentini, Carlo Cohen, 1' avvocato Antonio Šolnina, delicato trageda. Antonio Gazzoletti, venusto cantor di Ondine; poi gl' istriani Besenghi degli Ughi, il Combi. il Tagliapietra, (iiovanni d'Oplanich ed il Madonizza stesso; i dalmati Nicolo Toinmaseo, Federico Seismit-Doda e Fcrdinando Pellegrini, mentre dal Friuli e da Venezia corrispondovano la novcllatrice Calerina Percoto, Cesare Cantii. Angelo Brof-ferio, Luigi Carrer, Eduardo Freschi, Antonio Herti, Giuseppe Vollo; tutla gen to vaiorosa che agli studi letterari sapeva sposare un affetto jjrofondo ]>er la patria; ed era alle prime armi un giovane goriziano, autodidatta, che doveva riuscire il pili grande glottologo italiano, Graziadio Ascoli. M i rabi le accolta di uomini nuovi ed inquieti che s'affra-tellavano a tanti altri, i quali nei vari campi dello scibile approfondivano le men ti ecl erano il lustro di quella citta pieiia di vita rigogliosa e geniale! Ed essi affrettavano col desiderio un tempo intravveduto nei rumorosi e scomposli moti dei popoli agitantisi per 1' ottenimento delle liberta che dovevano fruttare le riforme poli ti che, la repubblica francese e 1'unita d'Italia, L'esultanza trepidante che accompagna gli albori di un'era nuova s'appalesa nell' attivitii artistica di tutti. La forma letteraria che pili andava a genio in allora era il romanticismo, pili o meno temperato da un' a ura cli classicita e da un corredo di scrie investigazioni che infrenavano una trop p o faciie produzione e tenevano vivo il culto della coni- postezza della forma. In tutti passa il fremito deli' entusiasmo patriottico; tntti sentono il softio della vita novella e vanno al popolo per educarlo e renderlo capaee alle battaglie attese nell' indomani. E fu 1'educazione del tempo sentimentale, filan-tropica, cristiana; e, quantunque trapelasie qua e la certa avversione al clero politieante, davvero morale e religiosa. Niente di basso, di profano, d' indegno in quei sacerdoti del sapere ; appena vi seorgi • a trati i un delicato lepore ehe si smorza in un sospiro. 11 sorriso era in fatto svanito. Non rideva piu il popolo, pensavano i dotti e della larga schiera degli scrittori della Farilla non v' era aleuno che amasse la musa allegra e ridanciana che aneor faceva capolino in Italia col (Uiadagnoli (f 1858). Uno solo fa parte a se: e il Besenghi. Spirito altero, meditativo ed arguto, fa schioppettare la sua satira mordace negli avvolgimenti del verso ben tornito; ma anche li, sotto il riso forzato de' suoi apologhi seorgi il euore che piange. In tutti insomma I' estro malinconieo si tinge di speranza e di fede in un avveniro di gloria che da un tono di solennita aH' cspressione del pensiero, di proposito attenuata e ri vesti ta c!' una veste seinplice ed aceessibile alle masse. Fra quesli letterati troviamo anche Michele Fachinctti. Sepolla in mezzo al verde, sul declivio "del poggio che si sprolonda nella .boseosa valle di Montona, al cospetto d' un cielo azzurro, dove le allodole e le rondinelle vanno intessendo una mirabile trama di garruli voli, giace Visinada, Fantiča Rosario. Chi di la guarda il sole che tramonta, vede una striscia d' argento incastonata nel turchino del mare sperden-tesi in un nimbo di rosei vapori e qualche vela candida che si gonfia alla brezza che la reca lontano. A libeccio s'indovina meglio che si veda Parenzo, che ostenta al cielo la torre di San Francesco ed il campanile della basilica eufrasiana, ]ioi Visignano in fra i lila r i di viti ubertose, e Santa Domenica e Castelliere. E d'altra jiarte eceo Montona raccolta sulla cima del colle in contemplazione tranquilla della natura che da lontano le parla, e sparsi (pia e la, sulle falde del monte, a pie' dei eolli, casolari e vilic, e nella valle il mormorio del Quieto che come un nastro d'argento o d' oriealco s'affretta al mare. Visinada 6 una grossa borgata che ora conta un migliaio c piu d'abitanti, dediti per la maggior parte ali' agricoltura. gen te svcglia e robusta che sente fluire nelle vene il sangue e s' infiamma alle idee fecondatrici di sociali rivolgimenti. E la il T ottobre 1812 sorti i natali .Michele Fachinetti da Giorgio e da Antonia dei Conti Toto, e fu ultimo di tre fratelli, di cui il maggiore fu professore di seienze positive airAccademia di coininercio in Trieste, ed il secondo, Giovanni, professo la medicina ed ebbe nome meritamente celebrato. La sua tamiglia, che vanta fra gli antenati anche un papa, lnno-cenzo IX (1 Sil 1592), e oriunda dalla liomagna e da qualche secolo stabilita fra noi. Essa gode un titolo di nobilta che le vcnne confermato addi 11 novembre 18ol con un decreto deli'i. r. Governo di Venezia, e che le deriva per aver ap-partenuto al cessato nobile Con sigi io di Parenzo '). Lo steinina ]>orta 1'insegna d'un elefante con sul dorso due torrett.e, su cui sventolano due banderuole col inotto: Ta rde, sed tale. .Michele studio.il ginnasio di Capodistria e poi si rcco a Padova. in ipiella celebre universita che formo tutti i noslri uomini di allora, e ritorno in patria con la laurea nelle leggi e la- stiina di molti, i qnali conobbero nel giovane quelle doti di cuore e di ni en te ch' egli doveva consecrare al bene del-1' Istria. Col a strinse belle ed ainbite amicizie e conoscenze con Vincenzo de Castro, Antonto Bonima, Nieolo De Rin, Carlo de Porenta, Francesco da Caniin, Costautino Cumano e con altri, dei quali parecchi nel '48 fornieranno il dra]ipello della rccchia guardia per gridare protestando contro imposizioni niiuncciate ai n ostri ]>aesi dal Parlamento di Francoforte. Del-1'amicizia con Xicolo Tominaseo fanno testimonianza due lettere, che il gran Dal mata gli scrisse, 1' una del ';!f>, quando, reduce da Firenze, dove aveva omai stretto relazioni affettuose col Viesseux e aveva collaborato con lui nella compilazione del-V Antolouia, attendeva a Padova agli studi; 1' al tra da Venezia. Nella prima dichiarasi ainico del Nostro; nell'altra 1'amicizia, non potutasi coltivare jier malicata continuita di corrispondenza, aveva dato luogo ad una stiina reciproca ed alta3). Ebbe amico anche Giovanni Prati, che nel ';52 gli consegno dei versi, i quali pili tardi fregeranno le colonne del Po/iolano *): e spesso col poeta di Dasindo passeggiava per la via di Vanzo, via olitaria e contornie al loio carattere fantasioso e gentile. E quaute cose si saranno detti que' due giovani cosi sensibili, cosi lmoni, cosi accesi d' entusiasmo per ogni vero, per ogni beiio! E fu certaniente il Prati 1'amico di cui paria nelle «Memorie», il quale insieme con lui die' ricovero alla povera Maria Arrighetti. Ritornato in patria, fu trattenuto dali amor dei genitori nella famiglia, che circondo di cure affeftuose. E la, appartato nella pace profumata dei capipi, tra il sorriso de' suoi bimbi, coltivo nel cuore tutto un eftiuvio di affetti, che traboccavano nel!' arraonia delicatamente inelanconica dei sonetti, nei pen-sieri educativi o nei profondi articoli di giornale, che i politici rivolgimenti suggerivano a lui, che da lont.auo li meditava. Nel '41 prese in mogiie Zoe (la chiamavano Lola) de' Con ti Furegoni, gentile c santa donna, che seppc ispirargli quella vena di amore devoto, in cui un uoino generoso ritempra le sne forze e i suoi propositi; ed il fascino ch'ella esercito sul-1' aniino di lui, si rivela ne' suoi scritti. Angelo della famiglia, la Zoe «Aui6 la patria di non 1'also aniore. «Fu genitriee pia, inoglie leal, «E nei »iorni del g-audio e del dolore «Serl>6 1'aniinn pura, alta ed cgnal ■"'). Visse fino a tarda eta (25 aprile 1896), vedendo la talce di morte succidere ad uno ad uno i cognati, il marito, i suoceri ed i figliuoli. meno Giovanni, 1'erede del notne ed il prose-cutore della prosapia. II poeta, trasc.orse la vita nella retta amministrazione tle' suoi poderi crcscendo dei tigli buoni e civilmente educati, provvedendo al bene del suo paese natale, di quest" Istria clio anio piu della vita. Corrispondente di vari giornali di allora, penso aH'educazione del popolo, difese la nostra lingua contro gli attacchi che piu volte le vennero mossi. e quanti a lui ricorsero, fossero coinunita o privati, da lui ebbero lumi e eoseienziosi indirizzi. L opera sua, esercitata in un borgo oscuro, parve a talimo temerita, e la vigile e sospettosa polizia del '48 tenne d'occhio il |)oeta, che pur continuo fino alla fine a vo-gliare sugli avvenimenti e a gittare il grido d'allarme ogni volta che con attivita e versatilita si escogitava un nuovo mezzo di strappare ali' Istria il suo carattere nazionale. Prof. Valeriano Mouti. NOTE ') O. de Hassok, Prof. alle poesio e proso dol Piesenghi. •) II II titolo di nobilta vevine oonformato dali' I. II. Govorno di Venezia con P atto preselite : N." 380.% ~ 1810 Al nob. Sig.r Faehinetti Giorgio di Visinada. SUA M A EST A 1' Iinperatore e lle, niediante due Sovrane Risolu-zioni 3 settembre e 5 ottobre anno corrente si e degnata di aeeordare al Nob. Sig.r Faehinetti Giorgio la eonforma della Sua Nobilta derivante dali' aver appartenuto la propria faniiglia, al cossato nobile Consiglio di Parenzo. II Govorno in seguito ali' aulieo dispaceio dei 10 ottobre p." p.° n 23013 si eonipiaeo di eoniunieare al suddetto nob. Sig.r Faehinetti Giorgio 2562 tali Sovrane graziosissime risoluzioni per di hi i norma e soddisfaeente notizia. Venezia 11 novembre 1831. Spaun m. p. N. N. m. p. 3) La prima lettera del Tonnnaseo e estesa su di un 1'oglietto di earta turehina e grezza, di eni maneil una pagina. Eeeola : Mio eariss.o Faehinetti. Padova ai 15 nov. 1835. Ebbi col mezzo deli' aniico Laghi la gradita tua, e avrei faeilmonto risposto con un' altra mia a quella tutta piena ili gomili ospressioni della tua ainicizia : ma 11011 111 i avvisai di farlo, percho mi credova in cambio di abbracciarti tra poco, come Io mi davi a sporare tu stesso. M'aceorgo pero ehe il tiinore del cholera ti rattieue a časa tua : ti diro ijnindi da parte del Prof. Lippich, al quale scrivesti, che 1' attuale malaltia fa po-chissimi progrossi, se puro non s' ha a dire ch' ella deehina a gran passi-T'ho a dire ancora da parte dello stesso Prof., ch'egli (sono sne parole 1 ti guarantisce la vita, che v' ha tempo siiio al principio del venturo meso a serivere il tuo nome sui catalogo degli studiosi ; che, se una volta vieni a Padova, puoi ad ogni ineontro andartene a Pavia, ma ehe 1' attuale stato di cose 11011 e tale da mettere tiinore. Ne io avrei che altro da ag-giungere a suoi detti, se non che 1' esortarti a venire, e quanto al cholera. bon puoi pensare e te ne faccio fede io stesso, che il detto o maggiore a inille doppi del fatto. — E useito alla luce il Fasc. VI della opera di Gia-comini e contiene: Segala cornuta, China ferro, iposteniggi (?) vaseolari arteriosi; Aeidi nitrico, muriatico e gli acidi vegetabili, il Senapo, la Co-clearia, ecc. iposteniggi (?) vaseolari venosi, con molto belle. e nuove vo-dute come al solito") sulla essenza delle felibri interniittenti, sulla elorosi, sullo seorbuto ecc. II sullodato Profoss. ha formo e detto per vere dillo tambeceani (!?•))■ di dare coinpimento in quest' anno ali' intiera opera di Farinacologia. Si ce lic, vieni, che, avremo ampia materin da ragionare; ma se persisti, il ehe tolga l)io, nel proponimento fatto di rimanertene a easa, andrassene ogni nostro disegno, e insieme la proposta ehe hai fatta nella easa t na di studiare, di esaminare, di eonsnltare e ehe so io. Come vedi, nollo seriverti ho usato lo stesso lingnaggio di amicizia e di 1'amigliaritii di ehe mi valsi anche nell' altra mia, mi sarebbe grave eh'esso non ti garbasse : come d'altra parte reco a me meraviglia e riti-creseimento il vedere adoperarsi per te nello serivermi quell' Kila cerimo-nioso al sonimo, e tanto dal Baretti detestato, massimamente se trattisi, come accade epu, di parlare. tra due amici. — E con questo, pregandoti de' miei saluti al fratello e alla famiglia, li abbraccio e mi protesto tuo aff.mo amico Nicolo Tommaseo. Segue un poscritto d' un altro amico, il cui nonie e andato perduto con la chiusa. 1'. S. Soffri, che non avendolo.potuto alla mia venuta, io ti abliracci per lettera, sapendoti cordialinente grado de' tuoi gentili saluti, e cio ]mr in augurio del tuo presto venire. Non aggiungero altre sollecitazioni a ipielle deli' amico Tommaseo che qucsta, se mai fosse il timor del eholera che li rattenesse; ed e che egli stesso lo si ebbe e senza cattivi effetti, riducen-dosi il tutto a qualche doloruccio vago ali' addome, una lieve emierania, e un poco di malessere: se egli stia per cio male, non lo ti diro, poiche s' e egli stesso dimenticato. Ora che le tuo ferie autunnali, che spero lelici, si sono nllungate di un mese, ben sarebbe che tu pensassi anche di venir a trovarci, ben inteso, che a non esser fraudati per la tua tar-danza, ti iinporremo, (piando verrai, il sagritizio di qualche tratto di nostra compagnia. Ti abbraccio e pregoti de' miei doveri .... La seconda lettera del Tommaseo porta la data di Venezia 28 maggio 1X4;!, ed e scritta da mano estranea, e tirmata soltanto da lui. Preg.o Sig.e A me Dalmata veramento 11011 si conviene il godere che la misera patria mia sia privata di pastore si degno. Ma poiche il generoso riliulo olfre all'eta cupida e vana un tanto ]iiu necessario cjnanto piii raro esempio, non posso non me ne congratulare e a Pirano e alla Chiesa tntta. Vorrei poter dare ipialcosa |iiii degna : ma Kila, Signore, gradišča 1'intenzione e la stilna del suo dev. serv. N. Tommaseo. 1 II Prati, ispiratore di ]iarecchi versi del Nostro, fu il comjiagno piu frec|ueiite de' suoi passeggi; e nel Pojmlavo tleli'Istria S e 21 i ot.tobre 1850 comparvero due lirichc 1'una intitolata !' ivfante, 1'altra il reeehia: componimenti questi, di cui il genlile poeta di Dasindo s'era forse dimenticato. r') Fachinetti: In m o rte di una sposa. Del cartografo Giovanni Valle Nato a Capodistria il 2(5 febraio 1752 Giovanni Valle fu chiarissimo ed eccellente cartografo. Mori a Venezia il 24 gennaio 1819. Fece il disegno del Polcsine di Uorigo con il Fcrraresc, la bella mappa del Padorano, due carte dell7>.7/7rt, una della Dahuazia, nov amen te una deli' Istria ; s'era accinto a deli-neare il dogado, ma in causa delle vicende politiche, che condussero alla eaduta della Republica, il progetto ebbe tra-monto. — L' anno 1806 attendeva a disegnare tutta 1' Italia. E nota la sua contesa con Simone Stratieo (1733-1824), protessore di matematiche ali' universita di Padova, che in modo indegno sfrutto 1' opera sua. 11 benemerito Can. Stan-covieh '), rifaeendo la questione, a giustamente rivendicato il suo merito ali' illustre capodistriano, dimostrando a base di documenti di quali bassezze siasi servito lo Stratieo, pur di acquistarsi gloria, di cui sembra esser stato avidissimo. Della vita e delle opere del nostro cartografo lo Stan-eovich non da altre notizie, tranne quella attinta dali'apologia o Discorso parcnctico del dottor Marca Piazza, che cio6 il Valle «giovane di grande ingegno e delle piu alte speranze. godeva il patrocinio del rinomato patrizio v ene t o cavaliere (lirotanio Zidiani, e che dal medesimo nel 1779 fu coimnis-sionato a rilevare la pianta della citta di Padova, opera dif-ticile, che pero il solo Valle seppe riclurre a perfezione». Rovistando un giorno tra le vecchie carte d'un archivio mi eapito tra' mani una lettera, autografo del Valle, che potra fornire agli amanti di cose patrie alcuni altri dati biogralici del nostro cartografo, per cui non čredo inopportuna la publi-cazione della stessa. Nel traserivere il documento, diretto allo zio Andrea del Dottor Giovanni Andrea Manzoni (m. 1872), ometto certe cose atfatto inutili alle nostre ricerche. ') 1'. Stancovich: «Biografi,i (legli nmnini distinti deli' Istria>. Capodistria lsss, pagg. 450-454. Venezia li 26 Gennaio 1. Viva i Santi, viva Gesii, viva la Vergine Maria, avocata che la ne sia de noi altri duti qnanti, viva el c.ie.l e. duti i Santi. (a Mnggia e Isola . 270. Padre nostro picolo de vera penitenza, San Alarco co le spade, e San Piero benedeto che porta le ciave del paradiso averto. - Colombela, coloinbelii, cos' te fa a quel Cristo V Ali ciog-o su de 1' oio per batizar sto Cristo ; batiza ti, batizo mi, no batizar quei eani de (iiudei, che i vii eriando in Domino. Maria xe bona feniina, temina feminando, San Piero va predicando per la luna e per el sol (iesu nostro Salvator. a Aluggia, Isida e Albona . 277. Santa Alaria, che in caniara stia, con tre eandele de oro, che ardiva pe '1 sil' filiolo : c, Gesii el ga domanda : Mare mia, cossa fe ([iiaV — - Pio, no magno, no bevo e no dornio, dei sogni che o fato sta note ; quei cani de Giudei i t' A messo in erose. - Ve digo, mare mia. el vero e no bllsia, chi tre volte al giorno la dira, le pene del jmrgatorio no 'I tocara. a Parenzo). Friuiccsco Itnltnilri. L' ARCHIVIO ANTICO DEL MUNICIPIO DI CAPODISTRIA (Cont.; vodi i minieri preccdenti i\. 1251. Detto. Fascio di carte relative ad interessi del Con-vento. Numeri l.S con c. s. 52. Notizie c documenti dal 1500 al 1700. N. 1252. Processetto di testamenti, instrumenti e stiiue della časa del conto dei R. R. P. P. del Oonvento di S. D al 1771. N. 1258. Squarcetto de' livellarj di questa inquisizione tli Ca-podistria c della riscossione Rev.ino P.re Inquisitore di Venezia. Registro come sopra, di c. s. 27. Dal 1771 al 1806. N. 1259. Libro della fabbriceria. 1592-1010. 11 libro legato iti pel le, segnato D. couta carte 51) etl incomincia cosi: .1 Uun/e e gloria deli' Ovipotente Sommo Iddio ct della iiidiridua Trinitii 1~>9'2 ad) p.o maggio evtrasmo noi Mathco llruni ct Pietiv Paulo liasotto a! gorerno ct adrninistration detli lSeni et cntrate della fabrica della Chiesa catreilal di /j.sta citta di Capod.a essendo statli elletti il detto anno '92 dal cl.mo Alrise Soranzo Dig.mo Pod. et Cu p.o di 'j i testa citta et con fi rmati nel general Consiglio el di poi approbati del D.no Vescoro Li. lt.mo et Ill.mo S. 0'ioranni Ingenerin et c vrineta ijni sotte. N. 1200. Carte attinenti alla Mansioneria Garielli. Libro di carte 73 + 7 sciolte, involto in pergamena, con notizie e copie di documenti dal 1057 al 175)8. 212 I 'A( il.NE ISTI! I AN K Armailio O. N. 1261. Convento di S. Domenieo. Livelli, stimo, vendite ecc. 15i5;S-17;52. Fascieoli (i. 1) C. s. 51, con copie d' istrumenti 15(57-1719. 2) Istrumento del 1604 c. s. una. 3 C. s. 30, con copie d'istrumenti 1665-1733. 3) C. s. 92, con eopic d'istrumenti 1003-1732. 5i C. s. 22, con copie d' istrninonti 1604-1728. 6) C. s. 13, copie d' istr. 1533-1677. N. 1262. Detto. Come sopra. 1469-1802. Fascieoli 6. 1 C. s. 16, con copie di documenti 1703-1712. 2; 0. s. 27, con copie di doc. 1604-1733. 3) C. s. 70. Documenti e notizie 1687-1704 . 4) C. s. 21. Doc. e not. 1469-178«. 5) Documenti 2 di c. s. 3, 1684 e 1703. 6) C. s. 6. Permuta ta t ta nel 1802. N. 126;;. Detto. Come sopra. 1528-1802. Fascieoli 8. 1) C. s. 46. Doc. e not. 1528-1802. 2 C. s. 21. doc. e not. 1667-1728. 3) Copia di ducale del 1684. Cessiono di niagaz-zino. 4) Tre copie d' istrumenti del 1695. 5) C. s. 11. Not. e doc. 1713-1725. (i) C. s. 3. Due istrumenti del 1528 e del 1575. 7' Due testamenti 1528 e 1--.37. 8i Due istrumenti di donazione al con-veuto 1587. N. 12.64. Detto. Come sopra. 1474-1802. Fascicoletti 13. F C. s. IS, not. e doc. 1611-1731. 2 C. s. 1. Doc. 1S()2. 3) C. 2, due istrumenti del 1706 e del 1713. i) Istrumento del 1768. 5) Istruni. del 1725. (Plstrum. del 1726. 7j C. s. 70, Not. e doc. 1604-1729. 8) C. s. 29. Not. e doc. 1174-1716. 9i C. s. 18, not. e doc. 1651-1718. 10) C. s. 47, doc. e not. 1640-1715. 11) C. s. 39, doc. o not. 1575-1731. 12 C. s. 19, not. e doc. 1615-1736. 13) Un e,stimo del 1802. X. 1265. Detto. Come sopra. 1550-1805. Fascieoli 5. 1 i C. s. 53, not. e doc. 1550-1717. 2) C. s. 60, not. e doc. 1684-1805. 3 C. s. 83, not,, e doc. 1603-1712. 4) C. s. 28, not. e doc. 1623-1707. 5 C. s. 26, not. e doc. 1681-1709. Continua) Prof. F. Majer. BIBLIOGKAFIA rmltertfi Venida. Lilireria Giuseppe Mavlauder editrice (Trieste 1907). Con ipiesta pubhlicazione .ali ainici vollcro ricordare il terzo anni-versario della morte di llmberto Veruda, avvenuta in Trieste nella notte del 29 agosto 1904. Se nel loro affetto pel caro estinto per Parte sua, mirarono a farne comprendere il valore piu largamente e meglio di ipiello che fino ad ora sia, avvenuto, hanno data una bella p rova anche di patria carita, ma che abbiano niostrato di conoscere il loro pubblico non mi sembra. Le poche pagine di Silvio Beneo interno alla vita ed a gli intendiinenti artistici di Umberto Veruda sono troppo poche, troppo sintetiche, troppo dottamente artistiche per iniziare i profani ad un' arte, ch' essi considerarono come aberrazione d' un cervello sijnilibrato. Ne le quaranta tavole da quadri e studi del pittore aiutano gran che le parole di Silvio Benco. Poche rieseono a dare un' idea approssiinativa dei pregi deli' originale : di veder cpiesto. per saperne qualclie cosa, la maggior parte fa nascere il desiderio, od almeno d' una riproduzione meno eonfusa e fiacca ; alcune poi sono dei brutti sgorbi sempliceiiiente. La pit,tura d'Umberto Veruda, strettamente iniparentata con (ptella di Ettore Tito, e osservazione imniediata del vero, sinceramente riprodotta nell' aria e nella luce ; quindi le sue qualit.a. caratteristiche son di tjuelle che non si laseiano riprodurre, E eerto non si convertiranno aH'arte di Umberto Veruda quelli, che, fatuaniente sorridendo, o pronunziando la, loro irrefonnabile condanna, passavano innanzi a quel superbo studio di dolina nuda alla mostra deile di lui o pove neJl' autunno del 11)04, a guar-dave la tavola XVI, che vorrebbe esserne la riproduzione. Ne di piu si puo sperare dalle tavole IV, V, VII e IX, in cui a lnala pena s' intravede il soggetto. Ma- — si dira — por tre corone che cosa si puo dare? — Per tre corone quaranta riproduzioni colla relativa introduzione sono regalate assoluLamente. Ma per far capire che cerli giudizi stili'arte di Pniberto Veruda, che ancora si ascoltano talvolta. passando dietro le spalle a elit osserva 1' unico di lui quadro al lituseo Kevoltella, inspirano delle lnalin-coniche rifiessioni sull' educazione artistica del gran pubblico, era meglio far cosa, che per finitezza e convenienza ntilla lasciasse, a desiderare, Se la pubblicazione perdeva qitalche cosa dal lato del biiou prezzo, chi avrebbe prolestato ? Gli ammiratori di Umberto Veruda no certamente ; e neppur gli amanti delle cose belic. m. F. Siilniojraglii, Sull' origine }>ad. Parentin; scala pla-uimetrica 1:25,000, altinietrica 1: 10,000, a colori. Cor. 15. II Sig. Parentin, ispettoro, scolastico distr. a. Capodistria, e favoro-volmente noto per altri suoi pazienti lavori del genere. uesta volta egli ci A modellato egregiamente in carta pesta 52 ;< 42) il nostro territorio con parte ili i|uelli di Isola c Muggia. Sianio certi che il bel rilievo verrA acquistato da tutti gli istituti scolastici della nostra citta. <«. Prof. Krncsto Majer, La contituzione municipale dalmato-inlriana nel medio evo e le sue bani romane. Traduzione dal tedeseo di ('. De Fran-eenehi. In «Atti e Memorie della soc. istr. di arch. e storia patria.» Vol. XXII, fasc. 3" e 4", Parenzo 1907. I.' originale era stato publieato nel vol. XXIV della «Zeitschrift der Savignvstiltung fiir Rechtsgeschichte« di Weimar. L'A. ribadisce con largo corredo di argomenti il vecchio concetto che i comuni deli' Istria e della Dalmazia sieuo avanzo degli antichi Municipi romani e non creazionc nuova dei tempi di mezzo. Se non tutti potranno condividere appieno le idce deli' egregio autore, certo pero il lavoro del Maver e un importante contributo allo studio della costituzione dei comuni dalniati ed istriani nel medio evo. Alla line troviamo alcune osservazioni del Dott. I go In-chiostri per la parte del lavoro che riguarda la Dalmazia. del traduttore per (juella che riguarda la provincia nostra. (i. Enrico Hoiiihitr, Carta deli' Istria, Citta e Territorio d i Trieste, Fiiime e Friuli. Scala 1:200,000, a colori. Stab. tiralici E. Passero Udine Ed. E. H. Schimpff, Trieste , Cor. 3. Lo dicimno subito, non 6 una carta destinata a scopi scientifici o scolastiei; ne que.sta era 1' intenzione del coraggioso disegnatore, un figi i o di (Jorizia; troppe sono le imperfezioni e le inesattezze: la rappre.sentazione grafica non corrisponde spesso alla. realta ; non c' e quasi inai differenza fra le varie specie di strade; la topografia e spesso sbagliata (p. e. nella penisola di Valle d'Oltra troviamo segnati due paesi, uno 1 'alle, I'altro 01 tra .') ■ vi si trovano molti eerehietti indieanti villaggi o innominati o immaginari; alcuni nomi loeali sono trascritti erroneamente (p. e. Momiaeo per Momiano, Seopiaceo per Scopliaeo, Marmorano per Momorano eee. i; coll1 italianizzazione de' nomi slavi si ando un po' troppo avanti, fino a rasen tare il ridieolo. I difetti quindi ei sono. Ma la carta fu fatta per il gran ])ul)lico; e il gvan publico non guarda troppo per il sottile, non bada alle minuzie; ad esso malicava una carta italiana della nostra regione, a scala abbastanza grande; il Bombig glie 1' a fatta ed egli la compera vo-lentieri e fa beue. La mitezza del prezzo a anehe molto contribuito alla sua diffusione, che e veramente confortante. (i. Benevenia li. Di Zorzi Ver/tura, pitlore za rutino e del suo casato. Rivista Dalmatica. Anno IV. Nuova serie. Fasc. I. (Juesto studio e interessante per noi, perche tratta d' un pittore, che lavoro a Capodistria, del quale si occuparono anehe il Tedeschi e il Vesnaver. L' A. avendo fatto suo pro' di tutte le notizie riguardanti ipiesto pittore, vagliate e criticamente fissate le varie epoehe, che finora in base a documenti sono aeeertate, non essendosi potuto finora stabilire ne il giorno della sua nascita, ne <|uello della sua morte, si diede a studiare la genealog-ia delle famiglie Ventura di Žara, ed espone i risnltati dei suoi studi nella II e III parte del suo lavoro «perche altri sgombrata in parte la vin delle ricerche s'invogli a perseverare colTaiigurio di miglior fortuna . Egli suppone che il Zorzi Ventura pittore derivi da uno dei 3 figli di 1'ietro Ventura-Pezegl. Parlando degli eventuali maestri di lui non črede impossibile che venuto a Capodistria nel 1553 Iavorasse nella bottega di Benedetto Carpaeeio, il quale nel 1545 era quivi stabilmente accasato, perche -21 settembre 1'egregio prof. E. Majonica tenne ad Aqui-leja ecl a Grado, dinanzi ai niaestri del distretto di Gradišča, un corso di storia patria deli' evo antico, illustrando i monumenti di quelle due ve-tuste citta. si- Addi 22 settembre furono levati i preziosi mosaici della villa romana scoperta a Val Catena nell' isola Brioni e trasportati al museo civico di Pola per le riparazioni necessarie ; i mosaici vi lianno un'estcn-sione di circa 10 metri quadrati. # K uscito coi tipi del Del Bianco di Udine il «Messagio de Gol-doni a Trieste«, eccellente lavoro in versi martelliani di Riecnrdo Pitteri, detto dali' autore stesso lo scorso febbraio alla Kilarmonica di Trieste e. al liceo Benedetto .Mareello di Venezia. si-- Kida (iiaiielli puhlica in elegante opuscolo la confereuza da lei tenuta la sera dei li) aprile 1007 aH' Universita del Fopolo di Trieste intorno a Filippo Zamboni e it suo poema Koma nel mille (Trieste, Balestra, pp. ;)2). La scrittrice triestina signorina Maria Merlato ha dato alle stampe la sua bella confereuza su «La donna di Dante e la douna di Gabritde D'Annunzio», che, letta dapprima in Roma, inauguro l'anno scorso i con-vegni intellettuali della Societa di Minerva. & La «liivista dalmatica» di Žara ha ripreso le sne pnblicazioiii, iniziando una niun a serie. II primo fascicolo che, e mol to voluminoso contieue. dei buoni articoli, interessanti la storia politica ed artistica della Dalntazia. ' ->K Le Nuove Pai/ive, periodico che esce da A. I, iS) fra altro uno studio del comprovinciale Prof. Bolt. (Jiors^io Pitaeeo su Gli Areadi Sonziaci (in cont.). SS- Alla dieta istriana, convocata a Capodistria, I' on. Cleva ha pre-sentato nella scduta del 12 ottobre una mozione di protesta contro il tra-sporto avvenuto di documenti risguardanti 1' Istria dagli archivii luogote-nenziali di Trieste agli archivii centrali di Vienna, ed ha chiesto che i documenti fossero restituiti agli studiosi paesani. sif II nostro chiarissimo comprovinciale Dott. Matteo (liulio Bartoli di Albona, linora lettore di lingua italiana aH' universita di Strasburgo e stato nominato di questi giorni a prolessore ordinario di filologia coni-parata ali' universita di Torino. Sfc Addi 5 ottobre moriva a Rovereto il Coiite, Filippo llossi-Fedri-gotti e,x presidente deli'«Accademia degli Agiati-> ed ai 14 dello stesso mese a Torrenno di Martignacco il sig. Federico Cantarutti gia segretario e bibliotecario della »Societa Alj)ina Friulana«. Le n ostre piu vive con-dogiianzc ai due benemeriti sodalizi. # Sommario degli Atti e Mentoric della societa /.str. di archeologia e. storia patria, Vol. XXII, fasc. i3"e4°, Parenzo, 1907. Direzioue, Senato rettori (cont.); U. Ventiirini, II casato dei marchesi Gravisi (covt.); E. Majer, La eostituzione dalmato-istriana nel medio evo (trad. dal tedescoi; (L Bossi. Cenili sulla popolazioue della citta di Pola nel secolo XVI e suecessivi. -S Sommario delle Alpi Giulie, A. XII, N.» 4, Trieste 1907. X. ( oboi, XXV Convegno della Societa Alpina delle Giulie. T. Taramelli, A proposito deli' epoca glaeiale stil Carso. Dott. G. A. Gravisi, Alcune osservazioni sopra un foglio della carta inilitare austriaca. M. (>. M., Relazione gitibi-liare della Cominissionc d'imboschimento del Carso ; Escursione sociale; Doni, scambi ecc. ecc. Recenti publicazioni: A. Ottolini, Dram m i storici di Giuseppe llerere, Saronno, Rotondi, 190(>. A. De Giibernatis, Storia cotnjuirata /legli lisi funebri in Italia e Iirvsso gli altri popoli Indo-Kuropei; 111 edizione, Milano, Treves, 1907. Dott. A. Pilot, Don Cesare d'Kste e la Satira (1597-8 . Est.r. dall'Arch. Veneto, A. XXX, V. II, fasc. 2. Venezia 1907. C. Neppeiilioler, Carlo K miz Xozze d'argento Mnlitseh-Seppenlioler). Gorizia 1907. Giiide Treves, Venezia e il Veneto eontpresi i/ Lag/> iti Garda e il Čadu re, Trento, Trieste e l'Is t rut (Nuova edizione, pp. 198, ;>2 incisioni .Milano. G. Franccsclii, 1'ro/erbi e modi /irorerliiali italiani, pp. XX-.'1S5, Milano, Ildpii, 1907. Doti. X. Krebs, Die Halbinsel Istrien, eiue lanileskundlicke studie. In «Geograpbiscbe Abhandl.« di A. 1'enk. Leipzig, Tetibner 1907. (Di <[itest' opera, molto elogiata dal Potrese (I, 40) parleremo anche noi in uno dei prossimi numeri. G. Sabalicli, La Dalmazia nei commerci delta Serenissima, pp. 112. /ara, Vitaliani, 1907. aiovjlkrjsri vesjvavjeh Fi-ustra per autumnos nocentem \ corporibus metuemus Austruni. — Due millenni anno sulla goblia i versi, e paiono d' attualita ! Non c'e eristi: per <|uanto assiclui e valenti, cadono i collaboratori delle Vagine istriane, col cader delle fogiie, 1'uno apprcsso deli' aitro, con tre t ta inesorabile. Gosi alle 14 del 5 ottobre di quest'anno e caduto anche Giovanni Vesnaver, la, ov'era nato ai 9 di novembre del 1850, tiglio d'un maestro di scuola, nella sua dilettissima Portole, nella casetta degli avi, in cui fierissimo inorbo 1' attanagiio per piu mesi, e, aecanto al suo poderetto, riposa per sempre, Percorse le scuole eleinentari in patria, sette classi ginnasiali a Ca-podistria, i due ultimi corsi delle magistrali a Trieste e si abilito maestro delle cosi dette scuole cittadine per il gruppo di lingua italiana, storia e geografia. A Trieste continuo a consumare gli anni piu belli, facendo prima il docente nelle scuole magistrali stesse, poi il direttore della scuola popolare di fondazione Morpurgo, fin ehe non fu costretto a smettere dal male, che comincio a insidiarlo, quattro anni or sono a un bel circa. Allora iisso sua diraora a Oapodistria, che tanti lieti ricordi gli rievoeava della giovinezza; ma ben presto, perehe sperava ancora nella buona efli-cacia deli' aria nativa, si ridusse a Portole. Fuor del male torribile, a cui soccornbette, altri erucei, ch'io 'sappia, non ebbe in sua vita, se non <|uello di perdere, I' una dopo 1' altra, a brevi intervalli, giovani ancora e affettuose, tre mogli, e '1' altro d'essere di statura piii tosto basso, e il terzo di non riuscire, per quanta ricerca ne facesse, a scoprire nemmeno una copia del sonetto, diventato nelle nostre provineie fainoso e proVorbiale, de' settantadue letterati di Portole. Forse pero fu a volte un po' chiuso in se stesso, un po' accigllato, un po' burbero; ma fu burbero benefleo, ospitale sempre, affabile anehe, marito e padre premuroso. Del resto ebbe P aniino forte e alle sventure seppe trovare pronto conforto nello studio della patria istoria, al quale si era dato con ardore lin da giovane ed attese costantemente lino agli ultimi suoi giorui, anehe in mezzo alle sofferenze indicibili del male. E frutto degli studi suoi sono i numerosi lavori, che puhlico in tx< /nvrincia tleli'Istria: Spogli deli'archivio ejiiscojtale. tli Cittanora neti'Istria, Indice delle carte tli 1,'asjm; in Atti e mentoric delta Socield istriana tli ar-cheologia e storia patria: Grutignana ti'Istria, Stemmi e iscrizioni renete tli Portole nell'Istria; I pririlegi detla chiesa di Grisignana; in Archeografo triestino: Notizie sloriche del castello tli Portole nell'Istria, l nabili Cavtlitlo tli Portole; in II popolo istriano: Usicoslumi e credenzc del popolo di Portole; Vna satira del costurne al tempo della Serenissima ; in Pogine istriane ; Notizie storiche tli Grisignana (seconda edizione) : in Nicolb Tommasco : La scrobola. Aggiungi San Leonardo, tjucalro tlel pittore zaratino Giorgio Ven-tura e Questione di con fin i fra Castelnuoco o Iiachele e Momorano e Mo-morano e liarbana alVArsa (per nozze Vidali-Vatova). Che se non sempre vi osservo rigorosamente il metodo ne sempre adopro scrupolosamente, la critica, che usano oggi, non pero sono lavori senza importanza vuoi per la copia delle notizie, che contengono, diligen-teinente raecolte ed illustrate, vuoi per la spinta, che. possono dare a nuove e piu profonde indagini. Attestano ad ogni modo il fervido affetto, che Giovanni Vesnaver senti per 1' Istria in generale e per il suo luogo natio specialmente. Alla sua monioria dunque il nostro riverente oinaggio, alla vedo\ata consorte, agli orbati quattro figli il nostro sineero compianto. (iiuseppe Vivtova Nazario j>ottor [)[, Mmp.i editore o redattore respousabile. Stab. Tip. Carlo Priora, Oapodistria.