OROANO DELL'UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI Anno Vili. - No. 425 Redazione • Amministrazione : CAPOD1STRIA Via Santorio X« - tei 128 MARTEDÌ’, 15 novembre 1955 Prezzo 10 din — 20 lire ABBONAMENTI: Annuo din. 420. semestrale din. 320, trimestrale din. 110 Spedizione in e. e. p. Per la staila del mercato agr Il Consigli® esecutivo federale ha preso necenltemqnitle ama decisione relativa alfe norme nell’acquisto dei prodotti agricoli che, accanto alle altre misure, quaili gli^ accreditamenti a breve scadenza e gli investimenti nelTaigricalttrra, tende a lavorare quanto più la produzione in questo importantissimo ramo delta nostra economia, in armonia con il nuovo carso dettila nostra politica economica in genere. LI provvedimento in parala stabilisce innanzitutto che Riacquisto diretto da parte dii aziende commerciali dèi prodotti agricoli debba avvenire soltanto sui mietrcalti alil’in-grosso, fiere e centri d'ammasso, R quali sono d’altra parte soggetti a speciali norme della Segreteria di stato per il’economia suite modalità d’acquisto presso i produttori. Le aziende commerciali dettagliante e quelle alberghiere possano, d’altronde, acquistare d prodotti anche sul mercato al minuto, previa autorizzazione dei Gomitati comunali e distrettuali, e soltanto in loco, o nelle immediate vicinanze. La facoltà idi effettuare l’ammasso uei prodotti può avvenire anche in loco, qualora però, sul ' territorio del distretto, o del comune, esistano cooperative agricola in grado di fare altrettanto, e sempre previa autorizzazione delle Segreterie idi stato repubblicane competenti, in accordo con le Camere di commercio e le Unioni cooperativistiche. Una norma importante della decisione riguarda i pagamenti degli acquisti cue devono euectuarsi solo alla cassa idelTazieinda compratrice, o tramite assegno bancario o postale. Questo per evitare l’intervento nella campagna acquisti di speculatori che, in passato, creavano l’a-narohia e una sfrenata corsa al rialzo dei prezzi nella situazione instabile del nostro mercato agricolo. Pei lo stesso motivo, te persone 'incaricate dell’acquisito dei prodottiti dilettamente dai produttori e per tonto di organizzazioni economiche autorizzate dovranno essere muniti di una speciale conferma, mentre le cooperative agricole potranno intervenire nella campagna acquisii saltante) stu|l| loro termtlo-rio. Lo scopo della decisione sull’acquisto dei prodotti agricoli è, dunque, quello di disciplinare il fero movimento a fa .parte degli, sforzi ■per ragg.ungere la stabilità del mercato la cui instabilità produce gravi disturbi alia nostra economia in genere. .Ma non bastando ciò, poiché il fattore fondamentale di Influenza negativa sulla disorganizzazione e sull’1 in 5' t abiiit à del mercato, è rappresentato dalle condizioni di 'arretratezza della nostra produzione agricola, non io grado di soddisfare alle sempre maggiori richieste — è logico che ogni altro sforzo tenda all’aumento della produzione agricola. Tenendo, poi, conto del fatto che anche la scarsità e la situazione precaria dei trasporti provocano il deterioramento dei prodotti con relativa accentuazione dei dislivelli fra d prezzi d’aoqiuisto e di vendita, e del rìschio, bisogna provvedere al miglioramento delle condizioni tecniche nei itrasporti. D’altronde anche l’attuale anga-nizjzazioee nel commercilo dei prodotti agricoli non corrisponde alle esigenze, saprattuto per la mancanza di collegamento ohe provoca) instabilità e squilibra ohe, a fero volta portano a una concorrenza a rovescio, vale a dire alla . corsa al rialzo dai prezzi. Il modo migliore per realizzare il collegamento fra produttori, regioni produttive e commercio è quello 'da attuare tramite le cooperative lagttiooùe che, in definitiva, sono le organizzazioni dagli stessi produttori, ohe hanno compiti straordinariamente importanti per l’inaremento della produzione e ohe, infine, non possono rimanere appunto per tali ragioni, estranee al commercio dei prodotti agricoli, a parte il fatto ohe con ciò esse ottengono proventi da impiegare nel più uitife dei moidi. Così si’ eviteranno anche le speculazioni dei numerosi acquisitori e rifornitoli che, spesso, provocavano l’aumento artificioso della domanda. Si tratta, quindi, di fare delle cooperative il fattore principale nel commercio con i prodotti agricola che ara passono per de stazioni d’acquisito oooiperativisitdche soltanto nella misura del 20%. E dii questo stailo di cose non sii può rimanere di certo soddisfatti. L’albillitaiziane delle cooperative a tali mansioni non è, d’altro canto, un compito facile, oollegandosi a ciò tot to un complesso di problemi 'di 'ardine tecnico e finanziario. Ma è un fatto che, se vogliamo che nel mostro commercio agricolo, come in qualsiasi altro ramo della nostra attività economica, si affermino i principi della morale socialista e il tornaconto di tutta la collettività, bisogna date alle cooperative il massiimo aiuto in un sistematico lavoro di preparazione ad assumere 'l’incarico, sopradetto. Ed è proprio a questo che tendono, sia la decisióne del Consiglio esecutivo federale sulle condizioni .del diretto acquisto da parte di aziende commerciali dei prodotti agricoli presso i produttori, sia te altre misure menzionate, come quelle che ancora verrano adottate. EDVARD KARDELJ IN INGHUTERRA nello spirito dei rapporti d’amicizia Importante rassegna della politica jestera di Koča^Pc^ović all’ Assembea federale Si trova da ieri in Gran Bretagna, dove rimarrà fino al giorno 19, il vicepresidente del Consiglio esecutivo federale, Edvard Kardelj. Nel corso della sua visita ufficiale in Inghilterra, Kardelj sarà ricevuto dalla Regina Elisabetta II e sarà ospite a colazione del Presidente del Governo, sir Antony Eden. Egli visiterà inoltre il Parlamento britannico, dove la sezione dell’Unione interparlamentare offrirà un ricevimento. All’Istituto per la politica internazionale «Chatham House», Kardelj terrà una conferenza su alcune questioni politiche di attualità. Il vicepresidente del Consiglio e-seoutivo federale lascierà Londra per visitare una cittadina britannica onde conoscere di funzionamento deH’amministrazkme locale, nonché l’Istituto per l’energia nucleare di Harwell. «E’ con particolare soddisfazione — ha detto Kardelj alla sua partenza da Belgrado —- che mi reco per alcuni giorni in Gran Bretagna su invito del Governo britannico. Tra la Gran Bretagna e la Jugoslavia non vi sono problemi particolari da risolvere. Al contrario, i nostri reciproci rapporti postbellici si sono sviluppati in una collaborazione amichevole e nello spirito dei tradizionali vincoli e-sistenti tra i due popoli. «Tanto più sincero può essere pertanto lo .scambio d’opinioini nel contatto personale su questioni diintereslse comune. Sono convinto che i colloqui, che avranno luogo nel corso di questa visita con il Premier Eden e con il Ministro de>-gii Esteri, qualora glielo permetta la conferenza di Ginevra, serviranno per unp scambio di opinioni sia in merito alla situazione intemazionale sia alle questioni derivanti dai rapporti amglo-jugoslavi. «Il mio compito è tanto più facile in quanto questa visita costituisce soltanto la continuazione dei colloqui iniziatisi al massimo (livello nello. autunno del 1952 con la visita alla Jugoslavia dell’attuale Presidente del Governo britannico, signor Antony Eden, e con la visita del compagno Tito alla Gran Bretagna nella primavera del 1953. Distensione in Marocco _____i______________________ ~________ La situazione nel protettorato^è migliorata, £jmà è lontana dal Tesser, „norma le La questione marocchina è giunta ad una svolta che ha tutti i punti per essere quella decisiva. Ben Jusef, il sultano depasto i'1 20 agosto 1953 idal governo Lanfel-Bi-dàulit, ritorna sul trono di Rabat. Era stato allontanato per i suoi at-chiè rappresentante di quella giovane borghesia araba che soltanto in una maggiore emancipazione del paese dalla Francia vede ila possibilità del suo sviluppo. Al suo posto veniva allora insediato Mulay Ben Anafa, pupillo del Pascià di Marrakesch, El Glaoui, .già .accanito sositenitore dei francesi. Dal lontano Madagaskar, dopo due anni di esilio, Ben Jusef è ritornato .in Franala, su invito dello stesso governo dii Parigi, pressato dalle insistenti richieste dei nazionalisti marocchini. Gli accordi franco-marocchini di Aiix Les Bains prevedevano soltanto iil ritorno dell’ex sultano 'in Francia. A due mesi di distanza, i'1 governo francese ha deciso ali!.’unanimità di non opporre alcun ostacolo al .ritorno di Ben Jusef sul trono di Rabat. Ci sono voluti però due armi di .incidenti sanguinosi, due anni che hanno fatto perdere alla Francia preziose 'amicizie nel mondo arabo, che hanno minato ili suo prestigio, ponendola per ben due volte sul banco degli accusati di frante alle Nazioni Unite. Un periodo questo che è stato sufficente per ingigantire e unificare il movimento per l’indipendenza nazionale, radiealiz-zandolo ai punto che il sovrano deposto nel 1953 come nazionalista e indipendentista antifrancese, è stato quasi come il salvatore della Francia, di fronte all’intransigente richiesta dei diritti popolari, avanzata dai dirigenti nazionalisti marocchini, che godono l/assoluta fiducia delto popolazione araba e berbera del Marocco.. Per il Marocco, quindi, la soluzione è stata: Ben Jusief. Il suo re-insediamento a Rabat soddisfa le richieste dei nazionalisti marocchini in genere e dell’Istiklal in particolare. D’altra parte il ritorno di Ben Jusef nelle vesti di sultano, considerati il siuo conciliante atteggiamento verso la Francia' e l’autorità di cui gode nel popolo, rappresenta urta specie di compromesso duraturo fra il governo di Parigi e ristudiai. A Ben Jusef, ritornato a Rabat, verrebbe affidata la funzione di mediatore tra Je due parti con il compito di attenuare l’intransigenza dei nazionalisti. Tale azione dovrebbe portare va tranquillità in tona marocchina e offrire alla Francia almeno qualche possibilità di salvare, il salvabile Per questo, forse, è stato concesso a Ben Jusef di rientrare a Rabat. A questa concessione la Francia è stata costretta dal precipitare degli eventi. Da qualche .parie è stato affermato ohe non valeva la pena per la Francia creare tutte quelle complicazioni con conseguente dispendio di vite .umane e di miliardi per riportare la situazione in Marocco alilo status quo ante. Questa affermazione potrebbe andar 'bene per quanto riguarda i danni subiti dalla Francia, ma non per fare intendere che fe cose sono rimaste oome prima. E’ noto, ’infatti, che nel protettorato è tornata la calma solo su iprecisa disposizione dellTstifolal e del partito democra-jtfeo deUl’indlipendenza, cailma che oltre 120.000 poliziotti e gendarmi sarebbero staiti altrimenti incapaci di 'mantenere. Le cose non sono rimaste come prima. Innanzitutto nella metropoli ci si è resi conto di molti errori. In secondo luogo le correnti nazionaliste del nord-Afriica si sono rese conto de facto della loro forza, come se ne sono convinti anche coloro che a Parigi ila sottovalutavano. In 'terzo luogo, poi, tutti hanno fatto un po’ dà esperienza e si sono convinti che certi problemi, specialmente quando si tratta di fette per J’iimdipendenza, non si possono risolvere senza tener conto di ciò che vogliono gli interessati. Qiuesibo infillutirà pasjititvamemte, to speriamo, sui futuri rapporti fran-co-marooohiini e fornirà più di un insegnamento per chi to saprà raccogliere, per quanto riguarda i rapporti franco-algerini. La Jugoslavia e la F.A.O. A dieci anni dalla costituzione della iFAO (Tlor.ganizzazi.ane del-TONU per T agricoltura e Talimen-tazione) possiamo fare un breve bilancio della partecipazione jugoslava aiti’attività di quesito attivissimo organismo intemazionale, della cui costituzione il nostro paese fu uno dei promotori. La delegazione jugoslava partecipò ai lavori della prima conferenza dela FAO, che si svolse a Quebec nell’ottobre del 1945 e nella quale venne approvato fe statuto dell’organizzazione. Da allora la Jugoslavia rimase membro permanente della FAO, mentre in questi anni 11 numero dei paesi associati' salì da 45 a 71. La Jugoslavia, tramite la propria commdss(ione nazionale, svolse nej trascorso decennio un’intensa attività, tesa a fax progredire l’agricol-tuira, a migliorare il rifornimento alimentare e il tenore di vita della popolazione dei paesi associati, come pure a suddividere quanto più razionalmente i prodotti 'agricoli, fini che la FAO si profigge. Rappresentanti jugoslavi parteciparono a .tutte fe conferenze indette dall’organizzazione, facendosi iniziatori di tutta una serie di misure utili. Nell’ambito dell’a'ttività dai singoli comitati, commissioni e grappi di lavoro, merita particolare rilievo quella svolta dai tecnici jugoslavi nel Comitato europeo per l’agricoltura, che cura ilo sviluppo tecnico dei paesi del nostro conti- . nenie. Oltre a ciò la Jugoslavia è membro attivissimo del Comitato per le merci e del .Consiglio per la pesca mediterranea, collaborando così sia alla determinazione che alla realizzazione dei comuni programmi di 'lavoro. Con l’aiuto e 'la collaborazione degli esperti della Commissione per gli aiuti itecmiai della FAO, nella stessa Jugoslavia sono staile attuate varie azioni tese a sviluppare l’a-gr.icoLtura, come ad esempio la fetta contro l’afta epizootica, un’iin-tensa azione propagandistica e e-sperimetale per ampliare l’uso delle sementi ibride del granoturco, Fazione antiperonosperica, eco, Dal 1951 ad oggi, infatti, ben 54 esperti della FAO sono sitati in Jugoslavia in qualità di istruttori nei singoli rami dell’agricoltura, della foreste, .della veterinaria, 'dell’economia domestica e di quella agricola, oome pure dellalimentaizione. Nello stesso periodo, oltre un centinaio di esperti e tecnici agricoli e forestali jugoslavi si sono recati in vari paesi esteri per un periodo di specialiizazione. LI valore della varie attrezzature, specie -di quelite per laboratori, ricevute dal nostro paese da parte della Commissione .per gli aiuti tecnici della FAO, ammonta a 290 mila dollari. Gli esperti della FAO hanno porto un efficace aiuto ai loro colleghi jugoslavi nel campo della produzione cotìolmeilaij in quello della produzione e della conservazione delle carni, del latte, dell’allevamento degli ovini, eoe. Da sottolineare, infime, Tiimterveoto della FAO dopo Tannata 'di siccità del 1952. il funzionari del Comitato nazionale della FAO per .la Jugoslavia rilevano, infine, come la collaborazione neWlamibito di questo importante consesso intemazionale abbia dato possibilità agli esperti de.1 nostro ' paese di conoscere meglio fe esperienae degli altri. Oggi è generalmente notò che questi contatti sono stati un significativo apporto al rafforzamento della collaborazione amichevole tra i due Paesi. Sono convinto che anche gli attuali colloqui contribuiranno a questa cooperazione e alla camprenisiiane recìproca». * Alla .seduta comune di venerdì scorso delle due Camere dell’As-setoblea popolare federale iì Segretario di Stato agli Esteri, Koća Popovič, ha presentato un esposto sulla politica estera. «In questa esposizione — egli ha esordito —-desidero far presenti soltanto alcuni avvenimenti politici che hanno avuto un importante ruolo nella distensione nel mondo ed accennare allo sviluppo delle relazioni del mostro Paese con l’estero.. La politica della «guerra fredda», che aveva caratterizzato dopo la seconda guerra mondiale i rapporti internazionali, ha subito nel corso del 1955 serie modifiche. Lo «spirito di Ginevra», quale espressione d’urna tendenza e di un’aspirazione generale alla pace e a rapporti pacifici, ha ricevuto il diritto di cittadinanza nella politica estera delle grandi potenze. L’equilibrio materiale, Raggiunto .tra i due blocchi e la consapevolezza degli stermini e delle distruzioni, che porterebbero con le armi nucleari alla catastrofe dieir-umanità, hanno consentito il rilassamento della tensione internazionale , nel mondo». Trattando ancora dei buoni auspici che si sono levati dalla conferenza di Ginevra dei «quattro grandi», Popovič ha così proseguito: «Ito «spirito di Ginevra» non potrà venir cacciato dalla ribalta interim nazionale. L’opinione pubblica mondiale si va convincendo ogni giorno di. più che le guerre costituiscono un crimine contro l’umanità, che le questioni controverse nel mondo vadano perciò risolte con mezzi pacifici, con accordi e compromessi, e che il dominio sull’energia nucleare crea condizioni e offre la base per il raggiungimento di una pace duratura per il benessere generale. «Applicando la sua politica della coesistenza attiva, la Jugoslavia ha compiuto nel corso di quesfanno grandiosi sforzi allo scopo di dare il massimo contributo al rilassamento della tensione internazionale. Essa si è sopratutto prodigata affinchè le questioni controverse con gli altri Paesi, particolarmente con quelli limitrofi, venissero risolte mediante trattative ed accordi». Le relazioni con l’Est Il Segretario agli Affari Esteri ha quindi detto- ohe su questa linea di condotta sono stati raggiunti te-devo’li risultati, sopratutto nelle relazioni con l’Unione Sovietica. «Possiamo dire che nel corso di quest’anno, tali rapporti sono migliorati tanto da porre solide basi per una collaborazione pacifica, su piede di parità, costruttiva ed amichevole. Nelle dichiarazioni dei due Governi hanno trovato affermazione i principi dei rapporti pacifici, il rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale, l’indipendenza e la parità nelle relazioni fra gli Stati in generale e' la necessità di uria coesistenza pacifica, indipendentemente dalle differenze ideologiche e deRTordinamento sociale. Nell’interesse del loro normale viluppo e al fine di allargare la collaborazione fra i due- Paesi, verranno prese tutte le misure necessarie per normalizzare la situazione nel campo dei rapporti economici e culto-rati, nonché in altri settori». Passando a trattare delle relazioni jugoslave con gli altri Paesi dell’Est, Koča Popovič ha detto che. per quanto concerne i rapporti con la Polonia, si riscontra un continuo e graduale progresso. Con Tini-zio di quest'anno è stato stipulato con la Polonia un accordo commerciale la cui realizzazione procede in maniera soddisfacente. Anche con la Cocoslovacchia va realizzandosi la collaborazione scientifica, culturale e sportiva. La base di questi rapporti è fornita dall’ac-oordo commerciale e sui pagamenti, attualmente modesto, ma che rappresenta Tini-zio di una più larga collaborazione. Restano da regolare i crediti economici e finanziari. «I nostri rapporti con la Bulgaria — è detto neti’es'posto sulla politica estera — si evolvono nello spirito della comprensione reciproca e nel desiderio di ambo le parti di incrementare tali relazioni. E’ stata risolta una serie di problemi concreti e sono stati stipulati diversi accordi con i quali vengono risolte, nelTinberesbe di ambo le parti, questioni di confine, economiche e del traffico. Da parte bulgara c’è, stato il saldo del credito delle nostre ferrovie per Tammontiare di circa 3 milioni di dollari. Abbiamo poi regolato con la Romania alcune questioni importanti, come, ad esempio, il regime di confine ed altri problemi nel settore del traffico ferroviario e fluviale. E’ stato anche stipulato un accordo commerciale». Koča Popovič si è quindi riferito al trattamento della minoranza jugoslava i.n Romania: «Da parte romena è stata notata urna certa prontezza per la soluzione di questa questione, ma il modo in cui veniva affrontata finora la cos'a non può soddisfarci. Attendiamo perciò che da parte romena vengano fatti nuovi sforzi per la completa ed e-qua soluzione della questione della nastra minoranza». Concludendo, infine, la rassegna dei rapporti con i Paesi dell’Est europeo, il Segretario di Stato agli Esteri ha detto che con T,Ungheria ci sono ancora delle questioni insolute, che cotstituis'cono un serio o-stacolo a uno sviluppo più normale dei rapporti reciproci. Finora la buona volontà del Governo Jugoslavo non ha trovato un’eco corrispondente da parte ungherese. Per quanto concerne l’Albania, quel Governo si è mostrato pronto negli ultimi tempi a risolvere alcune delle questioni sorte nel corso dei pass'ati rapporti. Il Governo jugoslavo si attende1 che con la regolazione delle rimanenti questioni vengano create le basi per l'ulteriore sviluppo dei rapporti di buon vicino. L'Alleanza balcanica «Nei nastri rapporti di politica e-.sfera — ha proseguito Koča Popovič — si trova in primo piano la collaborazione con la Grecia e la Turchia nel quadro1 deti’Alleaniza balcanica. Questa cooperazione ha dato in breve tempo una serie di significativi risultati. Essa si è affermata come un’importante elemento della regolazione dei rapporti nei Balcani e nel processo distensivo in questa parte del mondo. All’inizio di marzo ha avuto luogo la conferenza tripartita di Ankara nella quale è stato costituito il Consiglio permanente dei Ministri. In questa occasione \ tre Paesi hanno sottolineato la loro fedeltà ai principi costruttivi sui quali la politica tripartita è stata avviata sin dall’inizio. In essa esistono ancora nu-meroise possibilità non utilizzate». I rapporti con l'Ovest Il Segretario di Stato è passato poi a parlare delle relazioni con gli USA, la Gran Bretagna e gli altri Paesi occidentali. «Il Governo della Jugoslavia e degli Stati Uniti — egli ha detto — hanno continuato a servirsi del metodo degli scambi di opinioni su piede di parità in merito ai problemi di interasse reciproco e generale. E’ nastra decisione di rafforzare ulteriormente la politica della totale indipendenza in tutti i campi, cos'a che ha incontrato comprensione da parte del Governo degli Sitati Uniti. I,n tal senso gli USA hanno continuato ad offrirci un aiuto economico e militare in base alla legge degli aiuti all’estero. Riteniamo esser venuto il momento di esaminare la questione della ricerca di nuove forme di collaborazione attraverso arrangiamenti a lunga scadenza sulU’mvio dell’eccedenze agrieoi ee al finanziamento di alcuni obiettivi d mostra costruzione. (Continua in IV. pagina) CONSUNTIVO DI GINEVRA Era nelle qualcosa di Domani Molotov, Foster Dulles, Mac Miliari e Pinay dirameranno da Ginevra il comunicato conclusivo del fero convegno e, secondo le accreditatissime indiscrezioni, si daranno un nuovo appuntamento. Sempre a Ginevra e sempre nello «spirito di Ginevra», sebbene durante L’attuale conferenza si siano avuti momenti iin cui il sorriso fra i quattro ministri è sitato scambiato a denti stitreti. Cihiiusia formalmente la conferenza dei «quattro», vi è motivo di pessimismo o di ottimismo? Nè l’uno nè l’altro, pensiamo. Semplice-mente realistica valutazione della situazione. Questo sebbene alcune Cassandre, di certa stampa internazionale, cerchino di affogare in una larga ondata di scetticismo il fatto che la distensione internazionale è in atto nei lavori ginevrini con i quaili ha un legame di interdipendenza. Infatti a Ginevra si è preso atto che Tapinitene pubblica mondiale è stanca della guerra fredda e non è disposta a lasciarsi trascinare in una guerra calda. E si è preso atto anche Che L’esisitenza delile armi nuoleari, se non rende impossibile un oonfllitto fra fe grandi potenze, lo farebbe per fe meno equivalere ad un suicidio. E’ un dato di fatto che consente speranze realistiche. Cioè nè cttkrii-stóche nè pessimistiche, ma semplicemente speranze ben fondate sui desideri e sulle aspirazioni dei popoli alla pace. Così come i dati di fatto realistici portano a riconoscere il contrasto di interessi fra le quattro grandi potenze sui problemi che si trovavano all’ordine del 'giorno della conferenza di Ginevra. E su questa realtà sarebbe stato veramente utopistico pensare che, in meno di 'tre settimane, Molotov, Foster Dulles, Mac Millan e Pinay sarebbero andati oltre il sorriso per trovane un toccasana che risolvesse —• o solo avviasse a soluzione a breve scadenza —■ i problemi che si trovavano sul tappeto. Il realismo politico, alla vigilia di Ginevra, ad altro non consentiva di auspicare che ad un «passetto» innanzi», sia pur minimo, ed al mantenimento della «porta aperta» per altre discussioni e per altri convegni. E questo, in mtsuha più o meno modesta, si è avuto. Vediamo. Primo punto dell’ordine del giorno: riunifteazione tedesca e sicurezza collettiva europea. Le posizioni sono oggi più lontane o più vicine di quello ohe fossero ài momento delTapertiura della conferenza 'di Ginevra? Innanzitutto la questione dell’uovo o della gallina. Ossia se la riundfdeazione tedesca deve precedere o seguire un accordo sulla sicurezza. I punti di vista sono rimasti quelli di prima: Molotov per la sicurezza e gli occidentali per la riunàfiioazione tedesca. 'Però, dailTuna parte e dailTallbra, per l’uno e l’altro problema, si è fatto luce dii oomoetto della «gradua- aspettative piu concreto lità», su cui sembrano conoenire tutti e quattro i ministri degli esteri. Non è molto, ma siccome .la riuni-fieazione tedesca e ila sicurezza collettiva europea pongono probtemii di potenza, oltre che politici, sociali e militari, Tessere convenuti sul concetto di .gradualità non è poco. Tenuto conto che ile soluzioni «totali» e rapide fra ile grandi potenze non si potrebbero ottenere che con la «vittoria» .degli uni e la «capitolazione» degli altri. Il che rappresenterebbe, in ùltima analisi, u-na vittoria della politica dei blocchi ohe rafforzerebbe la strategia e gli appetiti di una parte a danno deliTequilibrio, bene o 'tnale, esistente. Sarebbe, cioè, una vittoria pericolosa, 'Invece la «(gradualità» implica ulteriori discussioni! alla ricerca di un compromesso che non rafforzi nè l’uno nè l’altro 'blocco. Consuntivo, dunque, non negativo nel senso della distendane. Secondo punto: disarmo. Invece dei «piani» propositi da Est o da Ovest si ha una dichiarazione con la quale fe grandi potenze si impegnano a non fare uso della forza per risolvere le loro vertenze. Inoltre Tinvdto a tutti gli altri stati, anche non membri delTONU (allusione alla Cina Popolare) ad aderire a tale diohiaraizfone. Un 'impegno morale, si dirà, non ha mai fermato la .guerra. E’ vero però ohe i’impegno morale più l’interesse reciproco (rappresentati) dlalll’esistlen-za delle armi nucleari) può essere .una forte remora alla guerra. E come tale non si ha »1 diritto di considerar,fe, nel bilancio, come un dato trascurabile. Infine i «quattro» passano al sottocomitaito delTONU i loro «piani» di disarmo e di controllo ohe durante i lavori di Ginevra ( hanno perduto qualcosa 'dal lato propagandi]'stico ed acquistato da quello del concreto avvicinamento di posizioni. Anche questo ritorno dialetticamente potenziato della quesione del disarmo in sede ONU non è molto, ma qualcheco-sa sì. Terzo 'punto delTordine del giorno: rapporti Est Ovest. Per noi il punto fondamentale nella soluzione «.graduale» dei problemi controversi. Aumentare gli soambi economici e culturali fra d due «mondi», favorire l’obbiettiva reciproca informazione, consentine all’opinione pubblica delle due parti dì meglio conoscere i reciproci bisogni! e le reciproche aspirazioni. Quale miglior via per controbattere il veleno installato nelTumaniità dalla propaganda dii odio bellicista del periodo della guerra fredda? E se su questa via sii sono avuti a Ginevra i maggiori risultati, è segno che si incomincia dalle fondamenta a costruire Tedificio della pace. Se il meccanismo della conoscenza fra i popoli viene messo in moto, è quasi certo che i «quattro .grandi» o i loro sostituti —1 nel prossimo incontro — .faranno qualche altro passettino verso la solution* «.graduale» Chu En Lai sui rapporti fra Cina e Jugoslavia I rapporti tra Cina e Jugoslavia sono ora normali. Alla loro base è 1 amicizia. E il loro sviluppo sarà sempre più 'intenso. Così ha dichiarato al corrispondente a Pechino del quotidiano belgradese Politica, fi presidente 'della Repubblica Popolare Cinese Chu En Lai. Il premier cinese si è dichiarato convinto che è questo il desiderio reciproco dei popoli dei due paesi. Chu En Lai ha quindi tenuto a rilevare di essere riconoscente alla Jugoslavia per l’appoggio 'da questa dato al 'legittimo diritto della Gina Popolare di essere rappresentata alle Nazioni Unite e per l’atteggiamento 'assunto in favore della sovranità della Repubblica Popolare Cinese su Formosa. Siamo anche riconoscenti alla Jugoslavia per l’appoggio contenuto nella dichiarazione sovietico-ijugaslava di Belgrado ai risultati della conferenza afro-asiatica di Bandung. I popoli e il governo della Repubblica Popolare Cinese — ha proseguito Chu En Lai — sono .profondamente soddisfatti della dichiarazione sovietico jugoslava poiché essa ha contribuito all’allentamento della tensione nel mondo. D’altro canto il .miglioramento dei rapporti tra l’Unione Sovietica e la Jugoslavia ha incoraggiato i .popoli amanti della pace e i paesi socialisti. La politica jugoslava di coesistenza pacifica tra tutti i popoli, di sicurezza collettiva e di disarmo generale — ha concluso il premier cinese — ha favorevolmente influito sulla situazione mondiale ed essa ha tutto il nostre appoggio.' Kubischeku assumerà la presidenza In Brasile, sopravvento, la scorsa settimana, delle forze di sinistra alla presidenza provvisoria della Repubblica. lì generale Teseira, ministro della guerra, appoggiato dal-1 esercito ha deposito il capo provvisorio dello stato Carlos De Luz, succeduto a Cafè Fillio, dimissionario per «ragioni di malattia». Alla presidenza della Repubblica è stoto chiomato il presidente del senato Ramos, il quale rimarrà in carica sino al 31 gennaio, quando aloè avverrà Tinsediamento del social-democratico Kubischdc, regolarmente elètto nelle recenti elezioni pres'idenziìaK. Il generale Teseira si sarebbe deciso ail’azfone per evitare ohe Carlos De Luz, appoggiato da elementi della destra conservatrice, attuase il colpo di stato per impedire che ili neo eletto presidente assumesse il potere costituzionalmente, 11 colpo di sitato del generals Teseira è avvenuto senza spargimento di sangue. La sua 'azione è stata approvato dal senato con 145 voti contro 72. Ancora una volta la fiducia a Faure Con 286 voti contro 247, l’Assemblea .Nazionale Francese ha concesso sàbato scorso per Temnesima volta la fiducia al 'governo Faure. E’ stato così approvato il progetto di legge della commissione elettorale parlamentare il quale prevede che le elezioni si svolgano .in base alla legge del 1951, senza gli apparentamenti. Con questa votazione il governo viene ad avere garantito anche Tantiaipo delle elezioni a dicembre. A salvare Faure sono sitati i voti dei comunisti, i quali hanno dichiarato di votare a favore del governo non perchè esso abbia la loro fidùcia, ma soltanto perchè venga anticipato la consultazione eletfcaràiè. I socialisti asiatici e la pace nell’E.O. La segreteria della conferenza socialista asiatica ha diramato un comunicato in cui la situazione nel Medio Oriente viene definita peri-cotosq per la pace mondiale. Il comunicato rileva che la corsa, agli armamenti e i .patti militari affrettati creano una situazione densa di pericoli. La conferenza socialista asiatica propone che Stato d’Israele e ì Paesi Arabi sii astengano dall’uso della forza e ricerchino soluzioni pacifiche. Che d Paesi Arabi riconoscano Israele e quest’ùltimo, da parte sua, appoggi i programmi di aiuto alfe vittime della .guerra palestinese. -Le grandi potenze vengono iniwiitaite a facilitare il ritorno della pace In quel. settore e a non aumentare la tensione 'incoraggiando la corsia agli, armamenti. Andre i cinque paesi del Piano Colombo e le Nazioni Unite vengono linvitaite nel comunicato ad esercitare la toro influenze per allentare la tensione nel Medio Oriente. dei .problemi in sospeso. Lo faranno perchè domani, più che oggi, prendendo sempre più coscienza della reciproca realtà e buona volontà, i popoli del mondo (ivi compresa perciò Topinione pubblica di qua e di là della linea dei blocchi) ■lo esigeranno con maggior forza. In sostanza, dunque, nè ottimismo nè pessimismo a chiusura di Ginevra. Scio realismo. Sano realismo che non chiede a nessuno dei quattro quello che oggi non può dare, ma che conta sull’«arrivederci a Ginevra» mentre si fà strada negli statisti e nei popoli' la necessità della soluzione graduai* dei vari problemi. ALLA FRUCTUS DI CAPODISTRIA SI LAVORA SODO senza troppo fumo di réclame CAPODISTRIA, 13 —■ Parlare delle nostre aziende, specialmente di quelle commerciali, non è, oggi, compito facile, essendo i problemi connessi* alla loro attività malto oompllè)ssti e richièdendo essi uno studiò particolare, pretesa questa ohe ili presente articolo, non (ha, ne’ può avere. In particolare tettandosi, come nell caso della «Fructus», di aziemdte che si dedicamo prevalentemente a H’e sipontazion e, {terremo scottante e delicato, ora alllesafne degli organi centrali del commercio estero per una radicale riorganizzazione,) parleremo della «Fruc-ctus» soltanto alla hice dei dati statistici', che sono tuttavia in grado, senza richiedere analisi particolareggiate, di dare un’idea abbastanza chiara del suo operato. Prima cosa da rilevare sarà perciò il fatto che l’azienda capodii-sitriana sta svilupandosi in armonia con gli scopi per i quali è sorta e per i compiti assuntisi, vale a dire assicurare il piazzamento dei prodotti agricoli caratteristici del Ca-podi&triano, sui mercati nazionali ed esteri, e favorire, con una accorta politica dei prezzi mediante il proprio intervento nella campagna acquisti, lo sviluppo di moderni metodi di coltivazione e le colture maggiormente redditizie. A dimostrazione di ciò ricorreremo direttamente ai dati. rattere generale. La tabella dell movimento merci e finanziario deM’a-zienda degli ultimi anni appare: Anno 1952 1953 1954 1955 Dinari 380 milioni 534 milioni. 953 milioni 1 miliardo Tonnellate 6 mila 11 mila 15 mila 18 mila {in previsione) Da 'Osservare al riguardo .che tale progresso è stato registrato nonostante le difficoltà e le difiicenze dei trasporti e dell’orgaoizzaizione degli acquisti, ancora non in grado di smaltire tutto 'il prodotto delle campagne. L’esportaziione, nel movimento igeneralle dell’azienda, occupa, oo-rrffe già detto, un posto assalìitamen-te preponderantei, benché l’azienda intervenga in larga parte anche sul mercato interno, in particolare a Lubiana e Zagabria. Ciò appare dal seguenti da’ti: Ha e Trieste, qneSt’ulbime 'appena peT ili 5%. La «Fructus» è lun’azienda, che fra te altre similari, occupa, nel complesso dell’esportazione 'jugoslava dei prodotti agricoli, uno dei primi posti con il 7% .di volume in tonni, e ili 7% dii valere in dinari valuta (dati del 1954). Questanno ■tale sua posizione si è ulteriormente rafforzata con il 9% di volume in tomi, e circa il 9% anche di valore .in din. valuta. Anno 1952 1952 1954 1955 Tomi. 3.500 5.080 11.556 10.407 Dilani valuta 77.950.000 83.000.000 180.000.000 200.000.000 Innanzitutto qualche cifra di ca- ffiino al 30 9) 1955 15.000 (previsione) L’intervento della «Fructus» avviene, per ardine di importanza, sui mercati di Austria, Cecoslovacchia, Germania occidentale, 'Germania o-rienitaile, Svizzera, Unione sovietica {negli ultimi tempi) e, infine, Ita- Tenendo, quindi, conto delle difficoltà obiettive òhe la «Fructus» incentra ne/lllia sua attività, i dati suesposti possono costituire un buon elemento per una valutazione obiettiva,che è semi’altro buona. Tolto, poi, il grigiore alle cifre col dire ohe il genere dei prodotti richiede compipiti delicatissimi, non sempre suffragati da mezzi adeguati, (trasporti leniti, attrezza ture ancora molto inferiori alle necessità, eoe.) bisogna concludere con un elogio al collettivo e all’amministrazione, ohe, senza troppa reclame a buon prezzo, dimostrano di lavorare sodo, cosa che purtroppo non potremmo diire di altre aziende più chiassose. L’orologiaio Stroka Toma, residente a Capodistria, è stato processato dal Tribunale1 distrettuale, per aver venduto, a più riprese, oggetti vari come braccialetti, orecchini eoe., di produzione industriale. Dal momento che egli non era autorizzato a farlo, è stato condannato alla pena peouniaria di dinari 20.000, mentre gli sono stati sequestrati tutti i monili che aveva presso di sè (49 orecchini, 46 anelli, 24 catene, 11 catene ccn. braccialetti) e di valore non rilevante, trattandosi di imitazioni. * Insediato a Capodistria il delegato apostolico Angolo tranquillo d el villaggio istriano Certo Baruc Ivan, da Socerb si è buscato 1 anno e 2 mesi di carcere per i seguenti motivi: già nell’anno 1954 egli era stato condannato a 3 mesi di carcere per passaggio clandestino oltre confine, pena che non aveva scontato perchè riparato in zona A. Per ben 7 volte, il Baruc era ritornato a Socerb, sempre clandestinamente, con l’intento di visitare la donna dalla quale aveva avuto una [bambina. L’ultima volta gli è andata male. Processato, è stato condannato alia pena suddetta, nella quale sono contemplati pure i tre mesi affibbiatigli in precedenza. Per furto, perpetrato ai danni di certa Božič Jolanda, Družina Gilda dovrà scontare otto giorni di carcere. La Družina aveva rubato ancora nel febbraio dell’anno in corso, libri, quaderni, matite ecc. dal-T abitazione della Božič. * li Tribunate Circondariale di Pola ha condannato in questi gioirai il capo muratore Augusto Matej ičić, il quate ha dovuto rispondere all’accusa di mancata applicazione di misura preventive contro gli infortuni durante la costruzione di un niucvo edificio. Per tate motivo, un muratore è rimasto vittima di un incidente ohe ha avuto quale conseguenza l’amputazione dell’indice della mano sinistra. All’imputaito è stata inflitta ila pena pecunària di dinari 10.000. IN POCHE TAPPE DA BUIE SENZA PRECEDENTI la vendemmia di quest'anno CAPODISTRIA, 13 — Ha avuto luogo l’injtediamento del nuovo delegato dell’amministratore apostolico, moos. Toros, nella persona del rev. Kjiuder Albino, parroco di Tò-maddo, che viene a sostituire così nell’incarico morns. Mus’izza, dimissionario. UN .,GIRO Dl ROLA * * sotto i rovesci di pioggia BUIE, 12 — La cooperativa vinicola di Buie ha chiuso quest’anno la lavorazione dell’uva con un successo senza precedenti. Da circa un quarantennio, infatti, non entrava nelle sue vasche tanta uva: 140 vagoni. Si tenga presente che la sua capacità massima, è di circa 120 vagoni e che, ai fini di una buona lavorazione, jl quantitativo d’uva dovrebbe essere di regola inferiore del 30°/o alla capacità di una cantina. Ciò significa che la cooperativa vinicola ha veramente conseguito una non comune vittoria del lavoro. Una vendemmia così copiosa fu registrata salo negli anni 1907— 1908. Poi il raccolto dell’uva andò a diminuire e, infine, lo scorso anno apparve soddisfacente. Nelle precedente stagione la cooperativa accolse, infatti, 103 vagoni d’uva. Era una bella quota; ed ecco poi questo anno u,n ulteriorere aumento di 37 vagoni. Come si ricorderà, i capricci del tempo minacciavano la vendemmia. La cooperativa convinse i propri soci a vendemmiare una’ decina di giorni dopo che singoli contadini a-vevano già incominciato, a cogliere l’uva. Quei pochi giorni bastarono ad arricchire l’uva di altro zucchero, così che, poi, la media dell’uva lavorata raggiungeva i 19 gradi zucchero. Ottima quindi anche la qualità. La cooperativa vinicola di Buie lavora esclusivamente per i viticoltori suoi soci e non per terzi. Per i soci provvede pure alla vendita dèi vino. La gran parte di esso viene esportato a Trieste e il resto si consuma in Slovenia e a Zagabria, dove la cooperativa ha un proprio magazzino. La clientela è andata icempre più allargandosi e le1 ordinazioni 'Sono tante che è difficile soddisfarle tutte. Compito precipuo della cooperativa — ci faceva osservare il presidente Romano Bonetti — è tuttavia di influire sullo sviluppo della produzione. A questo scopo essa fornisce anticrittogramici e concede crediti e anticipi per investimenti nella viticultura. Al fine di sviluppare la produzione delle uve comuni e, particolarmente, di quelle pregiate, la cooperativa ha in progetto di scassare degli impianti per nuovi vigneti su terreni di proprietà statale che le verrebero ceduti. Per la lavorazione di questi terreni verrebbe arricchito di' nuovi mezzi il parco macchine della cooperativa, ohe già ora comprende due trattori. E’ ancora da decidersi se i nuovi vigneti saranno dati alla cura di singoli nu- clei familiari, oppure entreranno direttamente a far parte dell’econo-mia della cooperativa. Quailcosa di più concreto s’i potrà sapqre nella prossima primavera. Ne riparleremo dunque a isiuo tempo. Infanto ci fa piacere poter rilevare che l’attività della cooperativa è .sempre più andata aumentando, come pure ; suoi mezzi sociali. Lo stesso numero dei soci si è moltiplicato varie volte. Dai 92 che erano nel 1946 i soci sono ora saliti a ben 450! Difficile alla ,Proleter' il rifornimento del legname BUIE, 12 — L’impresa falegnami «Proleter» dii Buie, affermatasi in questi ultimi anni con i suoi mobili veramente pratici ed eleganti, sta attraversando da alcuni mesi un periodo di relativa crisi, imputabile a questioni che sono fuori della sua diretta portata. La «Proleter» è diventata pian piano uin'azienda di una certa consistenza. Come tale, s’’è creata tutta una cerchia di clienti sul luogo, quindi a Umago, Isola, Pirano e perfino in regioni più lontane. Con l’allargato volume di affari e di consegne, si sono pure ampliate le capacità produttive dell'azienda e lo stesso quadro delle maestranze. A questo punto, che bisogna far risalire ai primi mesi dell'apno, al-l’impres'a falegnami è diventato difficile, anzi problematico, potersi rifornire della necessaria materia prima, il legno. La difficoltà' circa il rifornimento del legno perdura tuttora e sembra non ci siano pro- spettive di miglioramento. D'altro canto, per far frante a proprie necessità interne, la «Proleter» dovrebbe procurarsi ancora due maestri falegnami. Costoro pongono come condizione per trasferirsi a Buie che venga l'oro assegnata un’abitazione. Purtroppo la crisi degli alloggi non consente la regolazione della cosa. E’ tuttavìa da augurarsi che venga trovato il modo di risolverla. Di gran lunga più importante è la questione della fornitura alla «Proleter» della materia prima. Altrimenti quest'azienda si vedrebbe costretta a diminuire la propria produzione, con evidente danno del-l’economia comunale, nonché ad alleggerirsi di parte del personale. Ci sembra che simile eventualità debba venire .scongiurata: sono molte ,le famiglie che vivono del lavoro della «Proleter» e ci sono quindi una diecina di apprendisti ai quali non bisogna togliere in nessun caso la possibilità di farsi un mestiere. I dirigenti dell’azienda ci hanno confermato ohe difficilmente giungono ad assicurarsi qualche partita di legno da costruzioni. Ovunque essi si rivolgano sii sentono dire che una data partita è già venduta ad altre imprese e più spesso che è destinata all’esportazione. Quando poi trovano del legno, si tratta di materiale per lo più fresco e quindi non lavorabile prima che non sia stato fatto stagionare alcuni mesi. Ecco quindi di nuovo messi in forse il lavoro e la qualità. Soluzioni? In considerazione del fatto che a Buie e nelle altre località di questa parte deUTstria non ci isono grossisti di materiali da costruzioni, non sarebbe male poter formare qualche azienda can l’incarico di provvedere alla fornitura di detti materiali. Dal canto suo, la «Proleter» ha chiesto per il 1956 i mezzi d’iinveistimento per la messa a punto di una piccola segheria e di uno speciale reparto per stagionare e asciugare rapidamente il legno. La spesa complessiva, nella quale entrerebbero altri lavori minori, si aggirerebbe sui 12 milioni di dinari. Con ciò il problema del rifornimento del legname non sarebbe totalmente risolto. Pertanto ci sembra utile insistere nell’invitare chi di competenza a voler prendere in esame la possibilità di formare una impresa per la fornitura all’ingros-so di materiali di costruzione. Al Cantiere navale Scoglio Olivi sono in corso' i preparativi per la partenza dello «yacht» Brioni per l’Etiopia. Come si ricorderà, la modernissima nave andrà in dono airimperatoire Hailè Selaissiè. L’equipaggio abissino, che prenderà in consegna la nave, ,si trova già da tempo sul posto. — Al Circolo della Marina da guerra ha avuto buon successo un concerto di musica operistica, sostenuto validamente dalla soprano Sitane e dal basso Janjič, ambedue cantanti dell’Opera di Sarajevo, accompagnati al pianoforte dal maestro e compositore Papanidopulb, di Fiume. Il programma comprendeva brani fra i più noti di Haydn, SohuberU Verdi, Mozart, Monteverdi, Puccini, Čajkovski, Gounod, Dvorak e Rimski Korsakov. — In occasione della Settimana della stampa, che avrà luogo dal 20 al 27 novembre, un Comitato composto da giornalisti e corrispondenti de, «La voce del popolo» e de «La nostra lotta» allestirà, nel locale Circolo italiano di cultura, una originale serata artistica, alla quale prenderanno parte il complesso musicale e alcuni solisti della SACO «Mariani«. — Lj’Unjivers’iità popolare organizza nel corso di questo mese due .interessanti conferenze nella sede del CIC. Sul tema «Responsabilità criminali e condanne» parlerà, il giorno 17 alle ore 18, i dott. Ante Petrovič, Presidente del Tribunale distrettuale, mentre il 24, sempre alla stessa ora, il Presidente dell’Unione socialista del distretto di Pola, Erminio Medica tratterà del-T«Importanza storica della nostra Rivoluzione». POLA, 13 — L’autunno detta ormai legge con i suoi scrosci insistenti di pioggia che impiastricciano le vie e i malcapitati passanti cerca di un riparo di fortuna ira tra la fanghiglia che 'trabocca a dovizia dalle buche e dalle crepe delle strade per appiccicarsi, a delizia idei gentil sesso, sulle «velate» piu o meno fine, a soddiis,fazione dei possessori, sul vestito o sul (soprabito nuovo. Il bello si è, poi, che non Si sa a chi dare la colpa della trase,ureizza in cui si trovano le vie della città. La «Put», incaricata della manutenzione stradale, dice di non aver soldi, mentre il CPC, tanto per cambiare, non ha fondi da destinare allo scopo. Così, rimbalzando la palla finanziaria da piede a piede, a farne le spei:e sono proprio . . . i piedi dei polesi, mentre a guadagnarci sono i servizi automobilistici urbani, sulle cui vetture, per spostarvi in un punto qualsiasi più lontano, non trovereste pasto nemmeno a spintoni. E sì che a questi, i polesi sugli autobus, erano da anni abituati e mantenuti in forma! Sarà consigliabile, pertanto, tenersi piuttosto attorno al centro cittadino, evitando di sgambettare troppo alla periferia. »Irt : Una panoramica originale di Capodistria PER LE VIE DI FIUME SINFONIA D’AUTUNNO FIUME, novembre. — Auluinio. Il viale coi suoi grandi e vecchi platani è scosso dai fremiti. Frusciano le ultime foglie, poi, avvizzite, scendono lente e fermo funerale. Con la sigaretta appiccicata tra te labbra lo spazzino le ammucchia. Mormora la Rijecina, inquieta nel suo l'etto d'acqua, per correre quindi, dopo piazza Tito, verso ili delta ove .l’attende ilo amplesso dei! mare. Il piroscafo costiero è attraccato alla banchina; beccheggia ancora, e già i passeggeri coprono veloci >la distanza òhe li divide dalla teiraferma. Chi non ha dimestichezza col mare grosso, ha pagato 10 scotto della prima forte libecciata di stagione. Frignano te seghe circolari in più parti ideila città. Ronzìi di 'gigantesche vespe, Sembrano. E piace, e dà calde sensazioni, il ritmo secco delle accette che spezzano il legno. 11 «chi ha tempo non aspetti tempo» batte alla penta della prudenza. Daill’autunno, scrollato per metà, alTinvemo il passo è breve; e col gelo non esistano compromessi: occorre molto combustibile per combatterlo efficacemente. Garrule voci di scolari per te vie. La giornata di studio è finita e si rincorrono, vispi come rondinotti a primavera, fellioi del primo voto negli spazi dello studio, virgulti sani in crescita, future speranze della società modema che per essi vigila. Anche noi, un giorno, cosi... Meglio non rievocare, tanto òhe vale? Giovani non si toma. Rintocchi di campane e fuggir di passeri. La Torre ha singhiozzato tre cólpi: mancano quindici minuti ■a mezzogiorno. Sotto, sulla via, coirono ile nuove vetture filoviarie. Un timido sale ha eluso la vigilanza delle nubi. Mate, il decano dei pensionati, l’ha fatta grossa: siede nel parco alila marina, attendendo gli amici. iScn cose che non si fanno, alla tua età, vecchio Mate! Il clima è .traditore, oggi. E gli altri non verranno: hanno cento dinari di prudenza in saccoccia. E fanno 'bene. Il mare ha fatto il broncio sul serio e mostra una brutta cera giallognola a mezzo miglio dalla costa. Ente 'in porto una nave e dà il saluta. L’urlio della sirena sembra racconti la soddisfazione dell’equipaggio di aver raggiunto, dopo imi-glia e miglia di navigazione affatto lieta, la meta e il riposo. Autunno. Strade che sudano nel centro lasciano tracce di mata sulle scarpe in periferia. Di fronte alla Stazione ferroviaria Ila maino 'dell’uomo opera per .rimediare la canalizzazione dal marciapiedi. L’edilizia e i problèmi comunali sono sempre in vita a Fiume. E con profitto. (Nessun profitto, invece, per l’illuso ohe va in cerca di una pesa pubblica non menzognera per sapere esattamente quanti, chiolgrammi porta in circolazione 'tra carne ed ossa. A meno ohe non s’accontenti di fare... la radice quadrata dei totali. I gabbiani volano bassi sul «Canal .morto» • »opra il porto: fanno ghirigori sull’aria, disegnano il loro umore, triste e grigio, come la cappa dèi cielo, ili! sole timido è stato rimesso in guardina. Cento e cento imbarcazioni pullulano nella Fiumara, 'dando il dolce ricordo del-Testate, che fu .gradita e bella, col mare azzurro, placido e refrigerante. Dopo ila pioggia, i funghi, primizie per lo più con la capocchia caffè cupo. Nei mercati non mancano, e fanno venire l’acquolina in bocca a ohi n’è. goloso.. Che c’è ancora nella bisaccia di questo mezzo autunno? Ah, si, il frutto di Stagione. La castagna, non più prigioniera del riccio. Ma ha vita breve: qualche giorno al mercato, o nelle vetrine, poi ad arrostire sulla calderina dei venditori, a bollire nella famigliale «.pignatta»;, oppure materia prima del castagnaccio. Basta. Qua Ila mano, autunno, bello o brutto che tu sia! T’,abbiamo aoquiistlaita «carlo jprezzft, per dovere naturale, seppellendo Tarnata estate. Ti vorremmo ancora lieto per farcì sorridere lilluminati dal sole. E soprattutto, .gradiremmo non vederti chiedere crediti alTinvemo i cui ghigni antipatici fanno, accapponare la pelle. Gli anticipi vestiti di 'bora, gelo e neve, meglio lasciarli dn disparte; sono regali che fanno perdere gli amici. E noi vorremmo restare tali per te e stringerti, stavolta con nostalgia, la mano quando allusolo dela nostra vita 'busserà il 21 dicembre per indicarti la via délll’eisilio. Ettore Mazzieri te, non hanno Toltalo fino. Sì, perchè bisogna sapere ohe lo sgabuzzino, per tanto tempo rimasto vuoto, serviva a più bisogni che, spesso, venivano presi alla lettera! E il bello è che tale caratteristica, acquisita nel tempo, continua a tramandarsi in barba aiTapparec— chio appeso sulla parete, che sembra ammonire: «Ohè, vi faccio osservare ohe, dopo esigere servito via via 'da distributore di benzina, rivendita biglietti, chiosco per giornali, tabacchino e . . ., questo locale, almeno per il momento, è una cabina telefonica pubblica, e se is'i va avanti così dovrà venir chiusa per salvare ’ il decoro cittadino!« Ai giardini glli alberi, sempre impeccabilmente allineati e silenziosi (ma loro non hanno necessità alcuna dì spostarsi, che altrimenti non sapremmo, cosa potrebbe succedere . . .), piangono grosse e lucide gocce che, frammiste alle foglie, finiscono nella mota a terra. Accanto, il piccolo «.box», che da un anno attendeva Tapparecohio telefonico pubblico, finalmente l’ha avuto, per cui i cittadini òhe lo desiderino, o ne abbiano necessità, passano servirsene s'e, naturalmen- I gerenti dei locali pubblici hanno deciso invece di venire ad approcci coi ladri per un patto di . . . non aggressione per sospendere i furti con scasso, almeno nel periodo autunnale e invernale. I più interessati sono quelli di Sacicongiana, Stoja, Eistaherhüt-te (!), «Ribomaterial», «Triglav», «Proleter», «Komisionar», «Buren-ce» e altri a ruota. Al bar «Tri- glav» (.siamo in salita!) la scorsa settimana i ladri hanno avuto arv che il tempo di fare una emozionante e combattuta partita a briscola e tresette al lume della lanterna a petrolio! Mentre i cacciatori festeggiano con veglioni a ripetizione le loro battute alla selvaggina (a meno che non impallinino, come di tanto in tanto avviene, il proprio can da caccia) i profani di sport venatorio allungano le loro passeggiate sino alla Riva. Dopo essersi imbevuti di puzza di pesce bruciato al «Marittimo», proseguono lungo la banchina dove fa biella mostra di .se e continua a resister, alle intemperie un arco eretto già1 in primavera. Per scacciare la malinconia si mettono a guardare i natanti nei porto e, in particolare, una barcaccia verde carica di botti che, poi, è quella stessa dello scorso anno, di proprietà degli allegri pescatori — viticoltori, di San-isego il cui «vino nuovo», che ti fa pensare venga conservato nelle botti della «Jugo.petrol», proviene in realtà da oltre la diga, dove l’acqua è più pulita ... In ogni cast» si può sempre trovare conforto pensando che, infine, è meglio arrischiare un pò di quel vinello che correre il pericolo di caricarsi lo stomaco di bacilli Tfoc con i bicchieri dello «Sport bar», dove un tubercolotico sta tutto il giorno attaccato al banco, o coni i pasticcini di una nota pasticceria cittadina il cui confezionatore è pure malato di quel morbo. Mentre, naturalmente, Tispezione sanitaria sta a guardare . . . Ci sarebbe da far tappa anche alla Posta, dove gli sportelli cambiano ubicazione a ogni mutar del tempo, o alla Stazione autocorriere a mettere il proprio orologio sull'ora giusta con l’orologio pubblico, funzionante a . ! . olio di semi, e a consultare, per noni perdere l’aiutóbus, un orario aggiornato ai tempi di Attila. Siccome però lo spazio e il tempo, stringano, e d’altro canto, come già detto, è meglio evitare la fanghiglia delle vie per non sporcarsi gli abiti, facciamo traguardo di questo «giro» per Pola, non sènza rimpiangere di non poter far in tempo a vedere i pescatori di frodo con le mani nel sacco! Romano Farina Si è concluso in questi .giorni a Fola uno dei più interessanti processi di questi ultimi, anni. Ben 13 persone, 'tutte sotto 'l’accusa di furto continuato, sedevano sul banco degli imputati. I 13 facevano parte della cosidetta «banda ideilo stagno» ohe aveva per capo un .magazziniere dèi cantiere «Scoglio Olivi». Da questo cantiere erano stati .asportati in due anni circa 744 chili di stajgno. Lo stagno veniva asportato dal magazziniere Veìlbanac ohe lo passava a Romano Berglié di Pola e ai coniugi Ivan e Zora Gluhak di Zagabria. (Mediante altre persone, lo stagno veniva venduto agli artigiani privati ed imprese statali di Pola, Fiume e Zagabria. Rodolfo Verfoanac è stato condannato a 18 anni di carcere duro; Romano Bergilié a 14 anni di carcere duro. A Ivan Gluhak e consorte sono stati inflitti rispettivamente 10 e 8 anni di carcere duro. Il magazziniere Antonio Stanič è stato condannato a 2 anni di carcere duro, il meccanico Abram Perkovič e suo fratello Aldo a 1 anno e .mezzo di reclusione. 1 anno e 8 mesi al vetraio lido Chersitaldi. • Il meccanico Mate Jiuric è stato condannato a due anni di carcere, ili magazziniere Francesco Saina a 10 mesi, Partigiano privata Jasiip Turkovič a un anno e sei mesi, e il fonditore, privato Ceidomiir GoLubis a sei mesi di re-òlkisicne. Tutti gli imputati dovranno inoltre rifondere per intero il danno patito dal cantiere navale «Scoglio Olivi». Dall’altra par* della via la libreria sfoggia belle mostre nelle vetrine, arredate con gusto e bell’ordine, .stagionalmente aggiorniate. Ma lo senti, caro lettore, il dialogo nellTinterno della bottega fra il cliente e la graziosa simpatica commessa? No? Allora te lo faremo ascoltare noi — Buon giorno, ha carta da lettere, carta concetto bianca . . . della migliore — Spiacente, per ora non posso servirla . . . — Beh, mi dia allora di quella più scarta . . .. —- Purtroppo è ancora in arrivo .. . — Mi dia la quadrettata, fa lo stesso ... — Neanche questa c’è, per il momento . . . — Ma quella a righe l’avrete...? — Spero di. potervi accontentare fra breve, ma ora proprio . . . — E va bene. Per oggi prendo soltanto della carta d’impacco . . . — Dolente, ma non ne abbiamo.... — Almeno la carta assorbente... — Mi deve scusare, ma nemmeno quella ... — E vasetti di colla? . . . — Niente, mio malgrado ... — Fascicoli? . . . — In arrivo, signore . . . A questo punto il dialogo cessa, perchè cessa anche ogni logica e i.1 cliente, a scelta del lettore, impazzisce, s’arrabbia, sviene o se ne va semplicamente, disgustato. In ufficio il lavoro si sospenderà finché il materiale di cancelleria in arrivo, sarà giunto a destinazione! RARO ESEMPIO DI MORALE IN ECONOMIA SANA CONCORRENZA DELLA ..SODA" DI CAPODISTRIA Fra le molteplici iniziative concretizzate per lo sviluppo industriale e il potenziamento economico del capoluogo deilTamipliato distretto di Capoìdisria, merita un accenno particolare anche lo stabilimento per la produzione in loco della soda. Questa fabbrica, la cui iniziativa risale a due capodistriani, è sorta nel febbraio di quest’anno e già ha compiuto grandi passi, acquistando fama e piazzando i suoi prodotti sia nellTistria che sui mercati delTiniterno. Gli scopi principali della sua fondazione vanno ricercati nella opportunità dello impiego di manodopera e della riduzione dei prezzi attraverso una sana concorrenza con le altre fabbriche del genere. Attualmente la fabbrica della soda capodistrìana produce giornalmente 1.200 kg dì soda e 2.000 kg di varecchina. Col prossimo anno si prevede una produzione raddoppiata, oltre a introdurre altre lavorazioni, come sapone .in polvere, cera per pavimenti ecc. impiegando così altre maestranze, mentre oggi il collettivo è formato da nove pensane. Da principio s’i incontrarono difficoltà per gli acquisti delle materie prime; la soda calcinata proviene da Lukavac nella Bosnia e la calce di cloro da Jajce, pure nella Bornia. Dall’estero non si importa materia prima alcuna, risultando più che sufficiente quella nazionale. Altre difficoltà .si incontrarono nche nelle vendite e dovute alila deficen-za di quadri capaci nel ramo commerciale. Ma ora tutto procede bene, pur non riuscendo a soddisfare tutte le richieste .sia dell'Istria che delTintemo, risultando ben quota-ito il prodotto della «Soda» di Ca-podistria. Mensilmente vengono ri- chielste alla fabbrica 70 tonnellate di sodia e 45 di varechina. Si sta ora elaborando un progetto allo scopo di ottenere, dimes;traodane l’utile e vantaggioso impiego, di nuovi investimenti per acquisto di altro macchinario, nonché di un camion di media portata per il trasporto diretto dai prodotti della fabbrica. Già oggi la «Soda» di Capodistria produce a prezzi inferiori del 10% nei confronti delle altre fabbriche e si calcola, ottenendo i predetti, investimenti, di poter ulteriormente ridurre i prezzi stes'si. Certo è che la fabbrica in argomento realizza già" oggi un buon uti'e sulle vendite. A proposito di vendite, non ci sembra inopportuno accennare al fatto, assai significativo, che la fabbrica «Soda» di Capodistria vende presso la sua sede la soda a 38 dinari il kg. mentre nei negozi il prezzo della soda stessa è di 56 dinari e più. A nastro parere, questa forte maggiorazione del prezzo nei negozi di Capodiistria non può essere assolutamente giustificata. Jn conclusione, dobbiamo ccm-piancerci coi dirigenti e le maestranze della fabbrica «Soda» dì Capodistria per il buon andamento della fabbrica stessa i cui prodotti hanno ottenuto buon esito e incontrato il favore di chi ne fa uso. Inutile sottolineare che con il progettato potenziamento della fabbrica aumenterà anche il numero delle maestranze. —• In s eno all'Assoc iazione distrettuale dei cacciatori è stata costituita una sezione uccellatori. Lo s’copo principale della nuova sezione consiste nell combattere le distruzioni vandatistiohe di volatili utili da parte di parecchi cittadini incoscienti. RADIO CAPODISTRIA dal 15 al 20 novembre 1955 NOTIZIARIO: Giorni feriali: 6.15, 12.30, 17.00, 19.00, 23.00. Giorni, festivi: 7.15, 12.30, 19.00, 23.30. COMMENTO POLITICO: giornalmente, esclusa la domenica, alle 12.45. NOTIZIE SPORTIVE: Giornalmente ale 19.15 -— Commento, ogni domemioa alte 22.00. MARTEDÌ’ 15: 11.30 — Musica sinfonica. 11.45 — Polke e valzer. 17.20 — Blanco e nero. 17.30 — Il romanzo alla radio: «Addio alle armi» di E .Hemingway (I. puntata). 18.00 — Galleria musicale: Pagine rossiniane nell’87. anniversario della morte. 18.30 — Corrispondenza. 18.40 — Musica leggera. 20.30 — Salame’, opera in 1 atto. 22.30 — Musica da ballo. !! GIOVEDÌ’ 17: Archi in vacanza: [orchestra David Rose. 11.45 — Tra prati e aiuole fiorite: programma di musica popolare. 12.00 e 12.45 —- Musica per voi. 17.15 — Canzoni di tutti i giorni. 17.30 — Finestra musicate. 18.00 La Comune. 18.15 — Concerto del giovedì. 22.30 — Musica da ballo. VENERDÌ’ 18: 12.00 e 12.50 — Musica per voi. 17.15 -— Mosaico musicale. 17.45 —- Bianco e nero.. 18.00 — Dal mondo del lavoro. 18.15 — Canzoni di tutti, i giorni. 18.30 •— Appuntamento con l’opera. 22.30 —. Musica da ballo. SABATO 19: 12.00 — Musica per voi'. 17.15 — Canzoni di tutti i giorni. 17.30 — Ritratti: Beniamino Gigli, 18.15 — I nostri programmi. 18.25 — Canzoni popolar? nel mondo. 22.30 —• Musica leggera. 23.10 — Ritmi: sestetto da ballo di Lubiana. MERCOLEDÌ’ 16:’ 11.00 — L’angolo dei ragazzi. 11.30 — Piccole composilzionii di [grandi maestri. 11.45 — Musiche da films e riviste. 12.00 —• Cantano per voi. 17.15 — Le più 'belle canzoni richieste. 18.00 Galleria dal nostro paese: L’insur-reizione serba. 18.15 — Arie, duetti e cori rin microsolco. 22.30 — Musica da ballo. DOMENICA 20: 10.00 — Matti- nata musicate. 10.30 — La danna e Ila casa. 11.00 — Concerto sinfonico. 12.00 e 12.45 — Musica per voi. 17.00 —• Canzoni di tutti i grami. 17.15 —- Nositro scenario: «La ragazza e i soldati», di G. Pugnetti. 18.05 -— Dal mondo operistico-22.10 — Ballate con noi.. 23.10 --Ritmi: archeste Ceraglieli UNO SGUARDO AL PASSATO LTSTRIA nel TRECENTO Il 9 di ottobre del. lontano anno 1202 appare nelle acque dì Pirano fa flotta di Enrico Dandolo, al comando dei Crociati francesi, in navigazione verso là Terrasànta. Cento-novanta vascelli armati s'errano il golfo. Sui vascelli sono imbarcati 40 mila cavalieri e. fanti. L’undici ottobre la flotta scioglie le vele. Ambiente ' agli albori del nostro Trecènto. Sulla casta istriana, contesa fra Venezia ed il Patriarca d’Aqiuilea, mentre le città anel- alla libertà comunale, scoppiano liti, lotte, guerre, moti e sommosse spente soventemente nel sangue. Invia il Patriarca le slue sanguinarie masnade, come il Papa invia i Crociati in Terrasanta. Nel 1209 l’Istria- marittima viene infeudata da Ottone IV ai Patriarchi d’Aquilea. Nello stesso tempo i Comuni vanno ordinandosi, eleggendo «motu proprio» i podestà, stringendo patti e accordi come stati indipendenti. Più tardi confermeranno l’indipendenza formale emanando leggi e Statuti. Ha lo Statuto Pirano nel 1274; lo avranno pure. Isola, Umago, Cittanova, Parenzo, Rovigno, Alfoona e poi Montana, San Lorenzo del Pasenaitico, Diignano, Buie, Duocai.telli (ciitità ormai scomparsa) Pinguente, Valle, Grisignana (oggi piccolo villaggio) e Ors'era. Ma i Patriarchi sono testardi; vogliono consolidare il loro dominio feudale. Quando non ci riescono, ricorrono alle truppe per reprimere i moti. Si rinforzano le mura di. Pola e vi si aggiungono delle torri, si fortifica Capodistria. Sorgono qua e là i primi conventi di frati. L’arte soffre di oscurantismo. Sono i Comuni ancora una volta a ribellarsi, chiedendo la libertà. Dal 1252 al 1300 Parenzo conduce una lotta accanita contro i poteri vescovili. Un podestà, alla testa del popolo, irrompe nel duomo, apre il tesoro ed incamera i preziosi e l’oro rinvenuto. Com un pubblico bando podestarile (1270) si proibisce al poppilo parentino di pagare le decime ed i quartfesi al vescovo, si proclama la libertà della pasca e del qa-scolo, vengono tolti alla Chiesa ed incamerati fra i beni del Comune alcuni possedimenti feudali: «ritornino a chi anticamente erano appartenuti». Viene assalito l’episico-pio (1296) a mano armata in una sommossa contro il vescovo Bonifazio, odiato dai parentini e dai ro-vignesi. Interdetti, scomuniche ed interventi dello stesso Papa non riescono a piegare il Comune c;he non tollera e non riconosce il potere vescovile. Nel 1225 gli abitanti di Valle arrivano sino al punto di oltraggiare il Patriarca Bertoldo. Nella dieta imperiale del 1232 il predetto patriarca si lamentò delle insolenze che si commettevano in Istria dagli abitanti di Pota, Capodistria e Pirano in odio alla sua auorità con l’eleggere i podestà, consoli e giudici, con l’alienare i possessi spettanti alla regalia. E quando s.i cercò di piegare i Polesi, questi fecero guerra. Cacciarono i messt del Patriarca, resistettero all’assedio (1233). Capodistria costrinse il patriarca a venire a patti. La stessa Pola nel 1242 mostrò anche a Venezia il suo spirito di indipendenza, soffrendo però undici giorni di saccheggio, dopo otto di assedio. Ma frattanto l'insurrezione dilaga. A Pirano s’accende una lotta fra nobili e popolani. Scoppia una guerra fra Parenzo e Montana, Rivolte contro il patriarca scoppiano a Montona, Parenzo, Valle e Rovi-gno (1266); Capodistria dichiara guerra a Parenzo (1267).-A Villanova viene fatto prigioniero lo stesso Patriarca. Capodistria, Pirano, Isola e Momiano fanno lega e distruggono Casteilveineire, danneggiano Pinguente; viene distrutta Pietrapelosa. Poi per quattro anni regna la più completa anarchia. Le città sono dilaniate da fazioni interne. Venezia, approfittando di ciò, con il suo solito gioco politico, riesce ad estendere la propria signoria. Gli atti pubblici si stendono in latino, che è piuttosto corrotto.^ Il volgo parla altrimenti. La scrittura comincia a ricevere elementi gotici angolari. Numerosi artigiani esercitano l’arte mutiiva e gli scalpellini formano le «fraglie». Ma non è ancora il risveglio delParte, e tanto meno della cultura, chiusa fra gli ambienti monacali. Le processioni religiose ancor sempre precedono atti di vendetta e di guerra. Nel 1278 Capodi,stria viene soggiogata da Venezia con la forza. Venezia la fa distruggere in parte, costruendovi poi il Castello per tenerla a freno. Sorse a cavallo della strada che divideva la laguna. Per entrare in città i pedoni, gli asina-ri 6 carrettieri detv on o attravensare il Castello e pagare il pedaggio, ri-scosso da uno stradiiere. Da otto a ventiquattsro militi custodiscono il passo. Li comanda un sergente, a sua volta agli ordini di un capi- G. S. tane. CURIOSITÀ' 0.e>tLdiwcUi&ei «Dimmi come cammini e ti dirò chi sei». Si possono ringiovanire i vecchi proverbi? E’ quello che vogliamo stabilire giovandoci della collaborazione dei lettori. Voi conoscete la vostra andatura, conoscete il volstro carattere, siete per altro in grado di giudicare le osservazioni che noi abbiamo fatto studiando il modo di camminare di molte persane di nostra conoscenza. Camminate a passi rapidi e corti col naso rivolto alla punta delle scarpe. Natura coscienziosa. Il vostro spirito è occupato continua-mente da mille piccole preoccupazioni cui siete inclini ad annettere molta importanza, magari esagerandola. Ma non vi capiterà di perdei, vi in Un bicchier d’acqua proprio per l’ostinazionè che avete a non voler trascurare nulla. Cambiate di continuo il ritmo del Ricordate che non c’è nulla di più ridicolo dello spettacolo di uno. Che si affanna di. istare al passo di un compagno e per far ciò, ogni due o tre passi compie un piccolo trotterello. Ogni tanto vi voltate indietro. Denota instabilità di carattere. Spirito inquieto, eterno complesso di colpevolezza. Passàte la vostra vita rimproverandovi degli errori reali q immaginari, senza tuttavia campiere il necessario per rimediarli, Vi sentite infelice, coloro che vi circondano pure. Vi adattate senza esitare ai passo della persona che è can voi. A meno che non lo facciate per puro riguardo, (diimodtraire una grande remissività. Siete conciliante. Camminate col collo teso, osservate tutto, prestate orecchio a) tutto cambiate sempre marciapiede per guardare una vetrina dali’al- semibnaimenta, o senza nessun motivo. Denotai uno spirito ourioiso anche più del necessario. Un pò d’avarizia e poca connessione nelle idee. Voi dovete lavorare con molto entusiasmo . . . quando non attraversate delie insormontabili crisi di pigrizia. E infine camminate con una andatura regolare, conforme al vostro senso e alla vostra consuetudine; guardate diritto innanzi a voi, riconoscendo i vostri amici e senza mettere i piedi nelle pozzanghere. Bravo!: ciò denota una grande Serietà e uni grande equilibrio di spirito. . . . Ma dovete mancare un pò di fantasia e di indulgenza. C. D. IL CERCHIO DI E. WALLACE passo. Dopo qualche passo lungo tr0 lat0j per mescolarvi ad un ais- succede una penosa e lenta odissèa ----------------- delle suole sul selciato; poi. d un matto, assumete un passo di danza per mutarlo subito dopo. Indice di un cattivo stato di salute, difficoltà respiratoria, d-iisturbi respiratori, della circolazione .... o di una inammissibile civetteria (scarpe troppo piccole). Consultate il medico. E se, come giureremmo, siete anche lunatico-, vedrete che mutando scarpe o regime, il difetto passera. .. , Camminate a passi lunghi e col naso all’aria. Tendenza alla fantasticheria, d’accordo, ma la vostra è una fantasticheria costruttiva. Fate castelli in aria; nella vostra testa si intricano mille progetti e prendete più appuntamenti • quanto ve lo conceda il tempo a vostra disposinone più moderna, complesso di m distratto o poco preciso. Spesso urtate contro il bordo del marciapiede o mettete i piedi in una pozzanghera (detto in sènso proprio e figurato). . ... Avete delle fissazioni, come quella di non posare i piedi sulle ombre dei riverberi, giungere col piede sinistro davanti hi tubi di sco o non posare la suola delle scarpe fra gli interstizi delle pietre stradali ecc. Mancanza di confidenza con voi stessi o, Secando- un’espressione più moderna, complesso di inferiorità. Tendenza alla superstizione. Le vostre opinioni sono agli occhi altrui irragionevoli; vi fate un’opinione buona o cattiva _ senza sapere esattamente il perchè. Nel corso di una cionversazianei vi smentite facilmente. Siete incapaci di compiere con e-sattezza un tragitto percorso quotidianamente. E’ una prova evidente che non siete buon osservatore. Ciò prova inoltre che non avete spi- rito pratico. , Incrociate persone che conoscete ... e non le ravvisate subito; non solo denota distrazione, ma amore dalla solitudine. Voi camminate invece di dormire; nessuna meraviglia, d'altra parte, perchè questo sistema ‘ha ispirato malti poeti e molti artisti. Ad ogni modo sorvegliate la vostra distrazione: molte persone sono suscettibili alle sgarberie, anche involontarie! . . . Obbligate coloro che vi accompagnano ad assumere una andatura uguale alla vostra senza preoccuparvi della loro età e del loro ses-Egoismo, indubbiamente, che manifesta maleducazione. A CAPODISTRIA ’LA MOGLIE IDEALE, CON DIANA TORRIERI CAPODISTRIA, 13. — La première de «La moglie ideale di Marco Praga -> la ripresa, andate in scena venerdì e sabato scorso al teatro del Popolo di Capodistria con il complesso del Dramma Italiano di Fiume e il-a partecipazione straordinaria di Diana Torrieri, hanno registrato -un caloroso successo. Alla fine del terzo atto, commossa daj vivi, applausi del pubblico, sialte certi che vi - ho dato il mio cuore». La moglie ideale mostrataci dalla Torrieri è stata costruita anzitutto con il cuore: il cuore di una grande attrice la cui sensibilità semplice-mente commuove. I tre atti di Marco Praga non sono nuovi al teatro e il tempo inevitabilmente li ha .sottoposti alla corrosione di miutevoli guati ed umori. Diana Torrieri si è fatta avanti , Tuttavia essi ci sono apparsi nell’e- Heather Bee, moglie di un buddista, ricorre ad autentici chiodi e spade affilate per dimostrare al pu bblico come si possa raggiungere l’incolumità fisica, medi ante la pratica dello «yoga» sulla ribalta ed ha detto d’esser felice dell’accoiglienza riservatele. «Sono quindici anni che recito in Italia e all’estero. Per oltre 4 mila sere ho cercato di dare al mio pubblico, in personaggi ora lieti ora tristi, il meglio della mia mente e della mia sensibilità. I giorni trascorri qui con voi mi hanno fatto vivere ore felici ed intense; e per questo sono un pò stanca. Forse non ho potuto darvi la mia prestazione migliore, ma dizione del Dramma Htaliano cosa iimmiediSatamarite contemporanea. Anzi il personaggio principale, la moglie ideale, è una creatura di sempre. Tutto il lavoro è del resto affidato a quest’eroina la cui figura sembra plasmata con lo spirito di cento donne insieme. Praticamente non esiste una trama, non ci sono colpi di scena nè situazioni improvvise. I tre atti scorrono con estrema semplicità intorno a una vicen- UN IMMENSO CANTIERE NELLO STERMINATO PAESE DI UN GRANDE P0]PQL0 LA NUOVA CHINA in termini economici e Parlare della China d’oggi senza usare il pesante linguaggio delle cifre grosse, da quelle dell’estensione territoriale che fà della China un subcontinente, a quelle della popolazione cite sii aita, appnossji-mativamente, senza tenere conto di quiche milione in più o in meno, sarebbe fare dell’accademia. Questo immenso paese non era, ancor pochi anni or sono, che un’assieme di contrasti fra nord e sud, fra est ed ovest, e, nel campo economico, andava dal sistema di sfruttamento coloniale e semicoloniale nelle città, dominio del capitale straniero, al feudalesimo ed all’economia patriarcale delle regioni più lontane all’interno. Oggi per scrivere della China nessuno, quasi inavvertitamente, parla più del classico folklore, fatto di miseria e di abbruttimento delle masse e del molle lusso dei mandarini o dei burocrati statali. Parlare della China oggi, non si può che in termini economici e sodali, per quanto aridi essi possano sembrare. Ciò perchè la nuova China non è che un immenso cantiere di un immenso popolo in un immenso paese dalle mille possibilità e ricco di un’enorme esperienza storica. E di questi dati aridi, ma eloquenti, noi faremo uso, anche se, pur così facendo, siamo certi di dare ai nostri lettori soltanto una pallida idea delle cose cinesi. IL PIANO QUINQUENNALE E L’INDUSTRIA Il primo piano quinquennale cinese prevede, nel campo industriale, uno sviluppo grandioso in cifre, ma non certo confacente alle possibilità delle ricchezze naturali del suo sottosulo, in quanto si è dovuto tener conto che, in ogni campo della prpduzkme, occorre creare, innanzitutto, la manod’opera specializzata ed- i quadri tecnici. Sostanzialmente, pur nelle sue cifre eloquentissime, il piano potrebbe es-fere chiamato il «Piano per la formazione dei lavoratori». Con dò le previsioni del 1953 {primo anno del prano) sono grandiose e le realizzazioni dei primi due anni corrispondono pienamente, per quantità se non ancora per qualità, alle previsioni. , Mano alle cifre: Ferro grezzo — produzione annua prevista a fine piano torni. 5.750.000 con una capacità di sviluppo annuale di 2.800.000 tonn. Acciaio — 6.100.000 tonn. con un’incremento annuo di 2.530.000 tonn. Energìa elettrica — produzione annua 4.060.000 kwh con una capacità di incremento di ulteriori 2.050.000 kwh all'anno. Carbone — 93.100.000 tonn. con una capacità di. incremento di straziane di tonn. 53.850.000. Automezzi — 90.000 veicoli annui con una capacità di incremento di 30.000 veicoli all’anno. Trattari — 15.000. Concimi chimici — 910.000 tonn. annue con una capacità di incremento di 280.000 tonn. all'anno, media per il secondo piano quinquennale. Telai per la tessitura - cotoniera —• 1.890.000 con uno sviluppo di 1.650.00 telai annui dal 1957 in pqi, ecc. LI fatto stesso che, come si vede, a fianco della produzione annuale si segnino le capacità di incremento su cui dovrà basarsi il secondo piano. quinquennale indicano come questo primo piano organico della Nuova China ad altro non miri, come obbiettivo principale, che alla creazione di impianti base ed alla formazione dei quadri specializzati e tecnici. In China agiscono oggi, in . campo industriale, imprese private (la cui produzione è specialmente importante nei tessili), «miste» e statali. Le imprese «miste» sono di vari tipi, e vanno da quelle a capitale privato —• statale, fino a quelle in cui l’intervento delio stato si limita all’acquisto ed alla vendita dei prodotti dell’imprenditore privato. Forme medie sono quelle in cui l’intervento— statale agisce, mediante la fornitura di. materiale, con ordinazioni dì commesse secondarie per conto dello Stato. I risultati ottenuti nel primo anno del Piano, per essere valutabili, in tutta la loro portata, dovrebbero veniir analizzati punto per punto e ramo per ramo. Purtroppo lo spazio non consente un’analisi del genere. Basterà ricordare, però, gli indici del 1954 rispetto al 1952. Ferro 56%, acciaio 65%, elettricità 51%, carbone 26%, cemento 61%, stagno 111%, cotone 37%. Nei due anni l’industria statale ha sviluppato la sua produzione del 29%, abbassaii-do del 9,6% il costo. La parte della produzione statale, cooperativa e delle società miste salì dal 61%, nel 1953, al 75% nel 1954., mentre il valore globale della produzione industriale saliva del 26,7% nel 1953 e del 33% nel 1954. Sono queste cifre e dati che hanno un semplice carattere indicativo dello sforzo cui viene sottoposto il popolo cinese per industrializzare il paese, ma che sono ancora ben poca cosa di fronte al fervore di lavoro chè pervade le campagne. A questo proposito non và dimenticata che, ad eccezione delle città co.-stiere, Veconomia cinese fu essenzialmente, fino al 1950, un’economia agricola su basi patriarcali e feudali. COOPERATIVE E SQUADRE DI SOLIDARIETÀ’ NELLE CAMPAGNE Se la mano d’opera delTmdustria cinesè assomma, oggi, a soli 850.000 lavoratori, il numero dei contadini è sterminato quanto la China stessa. Basti pensare che le sole 14.000 cooperative di produzione agricola, di cui abbiamo dati precisi, riuniscono ben 280.000 famiglie vista versare autentiche lagrime al pensiero della prossima partenza; e per consolarsi pregava la signora Depoli, Scaglia, Ramous e gli altri di scriverle spesso a Roma. Diana Torrieri è ripartita domenica mattina, chiamata da numerosi impegni di lavoro. In Italia l’at-tende la registrazione per la RAI de «Il lutto si addice ad Elettra» di O. Neill, nonché altri impegni maturati nel frattempo. Quest’anno essa doveva formare urna compagnia stabile a Roma sul tipo del «Piccolo Teatro di Milano», ma queste sono cose che richiedano molte cure a tempo e il nuovo complesso potrà entrare in attività nel prossimo anno. PHi ■IS Una rivista sovietica ha pubblicato questa illus'trazio ® insieme ad un articolo nel quale il prof. Pokrov sto — un noto tecnico di aviazione — ha spiegato come potrà essere fatto e funzionare un aereo a propulsione atomica. Secondo lo studioso, non è lontano il giorno in oui i velivoli ad energia atomica solcheranno a velocità supersonica i cieli. Pareva che fosse perfettamente al corrente di quanto accadeva ■alla banca Brabazon. Yale lo guardava meravigliato, e incominciava a riconoscere qualche valore a quest uomo che finora aveva trattato con benevola compassione. Mi dica, signor Parr; potrei fare, questa notte stessa, un piccolo sopraluogo nella casa di Marei? ’ chiese. — Ero venuto per proporglielo — rispose Parr — tanto «è vero che ho tenuto un taxi alla porta, proprio per questo. — Qui, certo l’odore non si avverte più — disse Yale, parlando fra sè. Si distese di nuovo sul tappeto, annusò, tossì forte • e si alzò in fretta. Intanto gli avevano portato i resti della bottiglia di vetro trovata rotta; nel fondo c’era ancora un pò di liquido che Yale si versò sul palmo della mano. — Acqua e isapone autentici — disse egli, raggiante. — Volevo ben dire. Ed ora signor Parr, le posso spiegare come è morto Marel. Lei mi Durante il percorso fino della palazzina di Marisburg ha detto che il suo ladro ha udito un sibilo: è esatto, era il SO. spesso Poco dopo la mezzanotte, Leonardo Yale, che abitava in un icomodo appartemento con vista sul parco, ed era ancora alzato nel suo piccolo studio, si vide comparire dinanzi l’ispettore Parr che veniva a raccontargli gli avvenimenti della serata. — Questo è un mistero per me — disse Parr. — Quel che è certo è che nessuno ha potuto entrare nella camera di Marel. Ho interogato Barnet, che ancora non sa a scopo di furto: mi disse mette di essersi introdotto nella casa a scopo di furto: mi disse che, mentre era sul posto, aveva avuto il sospetto della presenza idi qualcun altro e, naturalmente, si era appiattato; dice pure (di aver avvertito un fischio sottile e continuato ... Il medico non si è ancora pronunciato sulle caùse della morte; per me il movente del delitto è già chiaro. Marel ha prelevato dalla banca una grossa somma. Barnet, è vero, ha aperto la cassaforte, però, quando è stato perquisito non aveva indosso che delle cianfrusaglie di nessun conto. Ora, caro signor Yale, dove è andata a finire la somma che Marel aveva in casa? Yale, concentratissimo, passeggiava per la camera, con le mani dietro il dorso e il mento appoggiato sul petto. — Lei sa qualche cosa di questo Brabazon? domandò tutt’a un tratto. L’altro rifletté un momento. — E’ un banchiere che fa molti affari con l’estero — rispose. L’ispettore gli alzò lentamente gli occhi in faccia. — No ,— rispose, anzi le confiderò che abbiamo già avute lagnanze sulla poca correttezza dei suoi metodi. — Erano buoni amici Marel e Brabazon? — Buoni amici? . . . Mah . . . rispose esitando Parr. — ■E’ mia impressione che Marel in qualche modo, avesse Nuno strano ascendente sopra Brabazon. — E Brabazon era insolvibile? — mormorava Yale — e quest’oggi Marel aveva chiuso il suo conto . . . Come è avvenuto questo? E’ andato alla banca, oggi, Marel? L’ispettore gli spiegò brevemente quello che era avvenuto. •Place, uscendo dalle sue meditazioni, disse: — Vedrà che qui, ih qualche luogo, dobbiamo trovare un ipiccolo cilindro d’acciaio, una specie di bomba. L’agente di guardia nel vestibolo venne loro incontro: Abbiamo trovato nel garage una bottiglia di ferro, signor ispettore — disse. — Ah? fece Yale con aria trionante. — Che cosa le dicevo? Salirono le scale e si fermarono sul pianerottolo che or? era illuminato. Il piccolo tavolino era ancora sotto il ventilatore, e Yale vi si avvicinò; poi, appoggiandosi sulle mani e sulle ginocchia, si chinò verso il pavimento e fiutò il tappeto. Subito fu assalito da un. accesso di tosse e di starnuti, e si alzò tutto rosso in faccia. % — Lasciatemi vedere quella bottiglia — disseall’agents. Gliela diedero. Era una bottiglia di Sferro, all’estremità della quale era fissato un tubetto di gomma munito di un piccolo rubinetto. — Ed ora, in qualche luogo deve esserci anche un catino — disse Yale, guardandosi intorno — a meno che il nostro amico non lo abbia portato in, un’altra bottiglia. — Sì, signore —! intervenne l’agente — n-el garage, presso questa, c’era anchè una bottiglietta di vetro; ma è rotta. — Non fa nulla, portatemela com’è —• gli rispose Yale. — Voglio sperare che sia ancora possibile rinvenirvi almeno qualche traccia del suo contenuto. L’ispettore Parr, che non sapeva nascondere la sua diffidenza, guardava ingrugnito. —: E. a che scopo tutto questo? — chiese alfine. Yale rise, un pò beffarde. — E’ un nuovo sistema por uccidere la gente, mio caro ispettore — disse. — Ma entriamo 'dentro. Nella camera il cadavere di Marel giaceva sul letto, coperto da un lenzuolo. La macchia circolare sul cuscino era ancora umida. Le finestre erano aperte, e un capriccioso venticello agitava la tende. rumore di un gas pesante che sfuggiva da questo piccolo cilindro in cui era stato compresso. Posso sbagliarmi, ma credo iche in questa bottiglia di ferro ci fosse tanto veleno da regolare il conto a me, e a lei e da farne ancora parte agli amici . . . A proposito, attenzione! Ce n’è ancora per terra: è un gas di quelli che scendono. ~ — E come ha fatto a uccidere Marel? Hanno potuto iniettare il gas, attraverso la griglia del ventilatore, fino sotto il suo naso? Fece Parr, sardonico. Yale scosse la testa. — Il «Cerchio Rosso» impiega dei mezzi molto più micidiali — disse con calma. — Soffia delle bolle di sapone. — Lei dice? — Delle bolle di sapone. Guardi qui: l’estremità di questo tubetto è stata immersa convenientemente in una soluzione di sapone, lei ne può ancora vedere benissimo le tracce; poi fu fatta passare attraverso qualche apertura; quella del ventilatore, come ha detto lei, ad esempio; si apre delicatamente il rubinetto, si forma una bolla, e la si soffia lontano nella direzione che si vuole. Dal ventilatore si poteva appunto vedere il capo di Marel. Due o tre bolle non debbono essere riuscite; una ha còipito il cuscino, ma direi ehe deve esservi caduta quando egli era già morto. Una è scoppiata qui, sulla parete; ma un’altra. e probabilmente parecchie altre, debbono averlo colpito in faccia. Dirci che è stato ucciso istan taneamente. Quando l’ispettore Parr si recò da Barnet per interrògar'.o, questi gli spifferò ogni cosa. — Prima di tutto, dichiaro che io, del «Cerchio Rosso» non lae so nulla-incominciò risolutamente — e questa è la verità. Sicché . . . ero in relazione con una signorina impiegata presso la banca Brabazon; una sera, in cui la stavo ad aspettare neli* strada, mi sono sentito chiamare da un signore che usciva da una porta secondaria della banca. — Era Brabazon? — Appunto, signor ispettore Mi fece entrare nel suo studio e mi disse che Marel lo stava ricattando: gli aveva portato Uà dede carte compromettenti e le custodiva in una piccola cassaforte nella sua palazzina. C’erano mille sterline pe; me i fossi riuscito a riprendergliele. Questa è la verità. Alla banci, nello stesso ufficio dove lavorava Milly, c’era Una signorina che se l’intendeva con Marel . . . — Anna Drummond? — insinuò Parr. — Precisamente, signor ispettore — affermò Barn et, un pò sorpreso. — Orbene: quando seppi che egli l’aveva invitata a cena, mi dissi che questa era l’occasione che cercavo per rendere quel servizio al signor Brabazon. Mi decisi. Aprire la cas-saforte fu cosa facilissima. Non v’era che una busta da lettera, ma ness’un altra carta. Nella busta v’era una fotografia, un’istantanea di un signore e di una signora durante una gita in montagna . . . credo. Le due figure erano in un atteggiamento btrano: si sarebbe detto che il signore tentasse di spingere la signora per farla precipitare dalla roccia, mentre lei si sforzava di mantenersi aggrappata a qualche arbusto. Non ho capito bene che cosa poteva essere; mi parve più che altro un (frammento di una pellicola cinematografica ... Ad ogni modo, la bruciai. — Vedo — fece l’ispettore. — E questo e tutto? ■— Tutto, signor ispettore. Non ho trovato nemme-.no un centesimo. Il mattino dopo, prima delle sette, l’ispettore Part, con un mandato di cattura in tasca e accompagnato da due agenti,., irruppe hella casa ammobiliata dove abitava il signor Brabazon. Il cùstode, ancora in camicia da notte, gli indicò la camera del banchiere. La porta era chiusa, ma Parr, senza cerimonie la buttò igiu. La camera era vuota. Vicino al letto v’era il telefono, e Parr domandò all’ufficio controllo: — Mi saprebbe dire se questa notte fu fatta qualche comunicazione a mezzo di questo numero? Direzione di polizia: ispettore . Parr. — Dqe comunicazioni — rispose il controllore •<— e le ho date io stesso. Una da Bayswater . . . — Lasci stare: questa è la mia. E l’altra? — L’altra, dal Western Exchange, alle Ore 2,30. — Grazie — disse l’ispettore; e, rabbuiato, attaccò il ricevitore. Poi fregandosi volgarmente il naso, ammiccò ai suoi uompagni: — Anna Drummond sta per procurarsi un nuovo impiego. CALCIO INTERNAZIONALE RISULTATO SALOMONICO che accontenta un po’ tutti Francia - Jugoslavia 1:1 (1:0) LA IX. GIORNATA DEL CAMPIO NATO ITALIANO DI CALCIO — SERIE A IMMUTATE LE POSIZIONI in testa e in coda alla classifica I RISULTATI: PARIGI, 11 — Il dodicesimo confronto fra Ile rappresentative francese e jugoslava s’è concluso con un pareggio. La nazionale francese è riuscita, pertanto, a rimanere .imbattuta dal tempo degli ultimi campionati «del mondo in Svizzera, mentre la Jugoslavia s’è lasciata sfuggire, sul finire '