ORGANO DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI, LAVORATORI Anno VII. - No. 438 Redazione e Amministrazione CAPODISTRIA Via Santorio 26 - tei. 128 Gli accordi di questi giorni aprono nuovi orizzonti ad natici L'accordo sulla pesca e la cooperazione tecnica - Le dichiarazioni di Stane Pavlic 8 marzo - Giornata delle donne Sono stati firmati sabato a Belgrado gli accordi italo-jugoslavi per la pesca nell’Adriatico, per le forniture speciali e per la cooperazione tecnica. I documenti sono stati firmati da parte italiana dal-l’avv. Storoni e da parte jugoslava dal Consigliere di stato alla Segreteria agli affari esteri, dott. Stane Pavlič. L’accordo per la pesca tiene co-to della necessità di un razionale sfruttamento delle risorse ittiche di quel mare e costituisce per tanto un primo importante passo che consentirà di approfondire anche in questo campo i rapporti di buon vicinato fra i due Paesi. Per procedere allo studio ed alla conclusione di una convenzione per la protenzione e per una organica disciplina dell’esercizio della pesca nell’Alto Adriatico è stata decisa la costituzione di un’apposita commissione italo-jugoslava. L’accordo stesso infine concede ai pescatori italiani il diritto di pesca in alcune zone delle nostre acque territoriali (nei pressi delle isole di Pomo e Pelagosa, in una fascia ad ovest delle coste istriane mentre nella zona centrale del golfo di Trieste sarà permessa la pesca ai pescatori di entrambi i paesi). Quale compensazione per la concessione del diritto di pesca è stato firmato l’accordo per le forniture speciali in base al quale la Jugoslavia, mediante accordi finanziari, potrà effettuare acquisti di beni strumentali presso le industrie italiane per un ammontare complessivo di 60 milioni di dollari, di cui 45 a credito e 15 che l’Italia deve corrispondere alla Jugoslavia per debiti di guerra. L’accordo sulla pesca ha validità fino al 31 ottobre 1957 e sarà prorogato per un ulteriore periodo di un anno qualora, entro la suddetta data, l’accordo per le forniture speciali avrà avuto soddisfacente applicazione. Le due delegazioni hanno inoltre firmato l’accòrdo sulla cooperazione tecnica che prevede una stretta collaborazione fra i due paesi per quanto concerne i progetti e la costruzione di nuovi impianti, l’ingrandimento di quelli esistenti, la cessione di licenze e brevetti, il prestito di macchinari e-installazioni per l’industria edile, e per i lavori pubblici, lo scambio di tecnici e specialisti, l’istituzione di borse di studio, ecc. Nelle due dichiarazioni fatte dopo la cerimonia della firma i capi delle due delegazioni hanno rilevato che tali accordi segnano un ulteriore passo nello sviluppo della collaborazione economica tra i due paesi. Con l’accordo per le forniture speciali le economie dei due paesi si avvicineranno maggiormente. Questo accordo è vantaggioso sia per la economia jugoslava sia per quella italiana. Per quanto riguarda l’accordo sulla pesca a Belgrado si ritiene che esso porrà fine ai disaccordi che sinora hanno ostacolato un favorevole sviluppo dei rapporti tra le due vicine repubbliche. Il dott. Pavlič ha rilevato nella sua dichiarazione come già gli accordi econongici firmati lo scorso anno a Roma hanno dato la possibilità all’Italia di assumere il primo posto nelle esportazioni jugoslave ed il secondo nell’importazione. Parlando dell’accordo sulla pesca, egli ha detto ch’esso è il risultato di una speciale comprensione e propensione verso ulteriori avvicinamenti con il popolo italiano. Sarebbe desiderabile — ha continuato Pavlič — che queste forme di reciproca collaborazione avessero una pronta eco anche negli altri campi delle relazioni fra i nostri due paesi. Sarebbe errato impostare un riavvicinamento in campo economico e isolarlo dal piano politico e generale. Molto è stato già fatto ma l’interesse del-, la collaborazionè e la politica di avvicinamento richiederanno ulteriori sforzi da ambo le parti, specie perchè ci sono momenti — come il processo di Udine, la non esecuzione dell’art. 16 del Trattato di pace e le deficienze nell’applicazione del Memorandum di Londra — che impediscono ai rapporti fra i due paesi di essere tali quali dovrebbero essere. L'Intervista Storoni Al corrispondente di R^dio Capodistria Ton. Storoni ha concesso la seguente intervista: DOMANDE: L’opinione pubblica ha seguito con particolare interesse lo svolgersi dei negoziati per gli accordi testé firmati. Può dire qualcosa, nella sua qualità di capo della delegazione italiana, sul progressivo sviluppo delle trattative fino alla loro felice conclusione? RISPOSTA: Le trattative sono state laboriose perchè si è cercato di attuare una formula nuova. Non si voleva mettere in essere un semplice contratto di compra-vendita o stipulare un normale accordo di mutuo, si desiderava, e ci auguriamo di esserci riusciti, creare una collaborazione tra i due popoli che, approfittando della loro vicinanza geografica, e della complementarietà delle loro economie, permettesse la creazione di nuova ricchezza comune al fine di elevare il tenore di vita dei due paesi. DOMANDA: Vorrebbe, onorevole Storoni, 'illustrarci ora qualche aspetto concreto degli accordi firmati, in particolare di quello relativo alla pesca nell’Adria-~tico? RISPOSTA: L’Adriatico non è un oceano. E’ un piccolo mare comune. Non è possibile, specie per dei battelli da pe- sca, seguire delle rotte difficilmente controllabili, ristrette tra zone proibite. Ciò può determinare incidenti assai nocivi per le amichevoli relazioni tra i due paesi. Si è cercato quindi di eliminare per quanto possibile dal centro dell’Adriatico le zone finora interdette ai pescatori italiani. E’ stata inoltre prevista la possibilità per i battelli dell’Alto Adriatico di pescare in una delimitata zona dell’I-stria. Il vero scopo di questo accordo è forse quello di eliminare ogni possibilità di attrito tra i due popoli confinanti. DOMANDA: Permetta, onorevole, una ultima domanda. Quali sono a suo avviso le prospettive della ulteriore collaborazione italo-jugoslava in seguito a questi nuo vi accordi? RISPOSTA: Credo, in base alla esperienza latta con l'accordo commerciai© firmato un anno fa, che l’effettiva collaborazione italo-jugoslava supererà i termini previsti degli accordi stessi. Le difficoltà tecniche che tanto ci preoccupavano prima della firma, sono state in gran parte fugate dalla pratica attuazione. L’accordo commerciale da noi firmato il 1. marzo del 1955 ha raddoppiato i traffici tra i due paesi. E questo è stato un bene per tutti. DICHIARAZIONI DI KARDELJ SUL CONGRESSO PCUS Prendendo la parola nel corso di una discussione alla Conferenza distrettuale annuale della Lega dei Comunisti della Jugoslavia di Novi Sad, il compagno Kardelj ha fatto alcuni accenni sulle questioni correnti di politica estera. Egli ha innanzitutto richiamato l’attenzione dei presenti su alcune caratteristiche positive del XX Kongresso del Partito Comunista Sovietico. «Questo Congresso — ha detto Kardelj — rappresenta senza dubbio un cospicuo avvenimento le cui influenze si risentiranno per una serie di anni ed il cui pieno significato potrà essere valutato soltanto in avvenire. Il Congresso ha individuato una serie di manifesta- zioni obiettive e soggettive che, in diversi settori dello sviluppo socialista, erano stati fattori di stasi e di ostacolo». Dopo aver rilevato che è difficie fornire delle analisi dettagliate a poca distanza dagli avvenimenti che hanno caratterizzato il Congresso, il compagno Kardelj ha voluto notare tuttavia che i lavori del Congresso hanno dato un congruo contributo alla pace e all’ésistenza pacifica fra i popoli. «Non vi è dubbio — egli ha detto — che i critici, dalle loro opposte posizioni, troveranno da ridire sull’una -o sull’altra formulazione o esprimeranno questi o quei dubbi; nessuno però, che voglia mantenersi obiettivo, potrà negare che il Congresso è stato un'espressione della volontà di pace che ha le sue profonde radici nell’attuale realtà sovietica e nei suoi processi sociali. Proprio in conseguenza di ciò il Congresso contribuirà in ogni modo ad una migliore comprensione reciproca tra i popoli». (Vedere in terza pagina un articolo sulla donna in Jugoslavia) STANE KAVClC SUI RAPPORTI TRA L’ITALIA E LA JUGOSLAVIA IMPEDIRE di turbare Dal discorso pronunciato dal compagno Stane Kavčič, membro dell’Esecutivo del Comitato Centrale della Lega dei comunisti della Slovenia, alla recente conferenza della Lega dei comunisti del Distretto di Capodistria, riportiamo le parti più essenziali. Parlando dei rapporti con l’Italia, Kavčič ha dichiarato: «Voi stessi sapete che solo a costo di grandi sforzi ed anche di grandi sacrifici, specie da parte nostra, sono state create le condizioni per una fruttuosa collaborazione con i nostri ARCOBALENO SULL’ORIZZONTE INTERNAZIONALE? DAL VIAGGIO DI GRONCHI A QUELLO DI GUY MOLLET Nel nostro scorso numero affermavamo che la visita ufficiale del presidente della repubblica italiana, Giovanni Gronchi, negli Stati Uniti, si svolgeva in un clima nuovo. Clima che avrebbe consentito a Gronchi di farsi portavoce delle esigenze dei paesi e dei popoli che sentono rinascere le speranze in una pacifica coesistenza internazionale. Scrivemmo che, nella situazione, era facile fare i profeti. Infatti negli Stati Uniti (nel discorso al Congresso Americano, nei colloqui con Eisenhower e nelle conversazioni con i giornalisti) Giovanni Gronchi non solo ha parlato con le parole ed il tono che ci si attendeva ma le sue parole ed il suo tono hanno trovato immediata approvazione nella stampa internazionale. Tutto merito esclusivo del presidente della repubblica italiana che, in tal caso, sarebbe sbarcato in America come novello profeta del tempo nuovo? Certo non si può negare a Giovanni Gronchi il merito personale di aver detto ai militari, agli statisti ed alla classe di- Entro il I MAGGIO i nuovi consigli! operai Il termine per le etlezioni dei consigli operai la cui scadenza è prevista dalle disposizioni di legge per la fine di marzo, è stato prolungato fino al primo maggi®- In base alle istruzioni per lo svolgimento delle elezioni, a presentazione aivveniuta dei bilanci conclusivi delle imprese, ossia entro la fine di marzo di ogni anno. La votazioni si eseguono in base a liste di candidati, presentate dalle organizzazioni sindacali o da un determinato numero di operai ed impiegati. Nelle imprese che hanno sino a 500 lavoratori occupati il numero dei proponenti la lista deve rappresentare un miniimo del 10 per cento degli elettori, mentre nelle aziende con oltre 500 dipendenti il numero dei proponenti deve essere pari a quello dei componenti il consiglio operaio che si eleggerà. Nel consiglio operaio vengono e-leitti da 15 a 120 membri. Il voto è segreto. Il mandato dell’eletto avrà di regola la validità di un anno. I membri del nuovo consiglio operaio eleggeranno il comitato amministrativo nel quale nessuno può essere e’.ietto più di due volte consecutive. I primi consigli operai in Jugoslavia sono stati costituiti nel 1949 in 215 delle maggiori imprese ed avevano la funzione di organismi consultivi. Dopo l’approvazione della legge, nel giugno del 1950, i consigli operai sona stati eletti per la prima volta quali organismi di gestione delle imprese ed il loro mandato durò fino all’inizio del 1952. Da allora l’amministrazione operaia delle imprese si è notevolmente allargata, sicché di tali organi non dispongono oggi esclusivamente le imprese industriali e commerciali, ma anche il servizio postelegrafonico, ferroviario e l’indus'tria bellica. Il numero di ^operai ed impiegati eletti negli organi dell’ammint-straziione operaia sale costantamen-te. Si calcola che fino ad oggi oltre 600 mila operai ed impiegati hanno partecipato alla gestione diretta delle organizzazioni economiche. In 5.152 imprese economiche, con oltre 30 dipendenti ciascuna, il numero degli elettori iscritti nel 1954 era di un milione in base a 5.664 liste di candidati. Le filiali sindacali hanno presentato 5.363 liste e gruppi di lavoratori altre 281. Nei consigli operai sono sitati eletti in queU’anno 111.734 operai ed impiegati. Così in 4.373 imprese con meno di 30 dipendenti erano nel 1954 occupate complessivamente 74.904 persone. Il numero dei membri dei consiglio operai di queste imprese era pari al numero degli occupati, poiché in simili aziende jtuititi i membri del collettivo di lavoro costituiscono il «onsiglio operaio. rigente degli Stati Uniti «non quello che avrebbero avuto piacere di sentire ma quello che si doveva dire loro lealmente»^ (La frase non è nostra, ma di un grande giornalista americano che cosi s’ è espresso in un suo commento al discorso tenuto da Gronchi dinanzi alle Camere di Washington). Ma i consensi che la posizione di Gronchi ha incontrato ovunque stanno a dimostrare che le sue parole, ed il suo tono, altro non sono che l’espressione di una situazione in movimento su tutto l’orizzonte internazionale. L’affermazione gron-chiana che- un Patto come quello Atlantico, se vuole essere una «difesa» reale contro i pericoli di guerra, deve accentuare i sui caratteri di collaborazione economica e sociale non è nuova. Essa non è che l’espressione di precedenti esami e dichiarazioni (anche da parte del compagno Tito) in merito alla evoluzione che i vari «Patti» dovevano subire se volevano mantenere una ragione di essere in- un mondo che aveva ormai chiaramente ripudiato la politica della guerra fredda. Parlando ai giornalisti americani Gronchi (con tatto, ma con suf-ficente causticità) ha ricordato il vecchio adagio popolare secondo il quale «ne sà più il pazzo in casa sua che il saggio in casa altrui». Un modo comé un altro per stigmatizzare gli interventi negli affari interni degli altri paesi, siano essi operati attraverso le pressioni militari o quelle economiche. Un proverbio che conferma ie tesi antibloccarde di chi ha sempre affermato che solo l’indipendenza e la piena parità fra gli stati — grandi e non grandi, ricchi e non ricchi — può assicurare la pace e la tranquillità all’umanità presente e futura. Ed è confortante constatare che se fino a pochi mesi fa una linea politica del genere veniva attaccata dalla stampa conservatrice ed oltranzista come «sterili tentativi di terzaforzismo» oggi essa trova consenziente, (senza eccessivo entusiasmo forse, ma non importa) lo stesso Vaticano e le forze che dietro il manto di «ideologie e civiltà» tentavano di opporsi alle aspirazioni pacifiche dei popoli. Forze che oggi applau-dono a Gronchi perchè ormai la marea della volontà di pace è troppo forte per opporvisi senza arrischiare di venire travolti come un qualsiasi Glubb Pascià. Siamo dunque di fronte ad un arcobaleno sull’orizzonte internazionale? Tutto lascia credere che le cose della grande politica si va-dino orientando in questo senso. Dall’agonia del Patto di Bagdad, alla «sterilizzazione economico sociale» degli altri Patti militari maggiori. Dal Congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, alle dichiarazioni del ministro degli esteri francese. Dal riconoscimento dell’indipendenza del Marocco e della Tunisia al defenestra-mento di Glubb Pascià. Dal viaggio di Gronchi a Washington a quello di Mollet a Mosca. Sono faggi del sole della ragione che sembrano colorarsi dei colori della pacifica iride anche se qua e là temporali locali indicano i pericoli di possibili tempeste. Ottimismo? No. Solo cosciente orgoglio dei popoli che hanno lottato per la pacifica coesistenza che oggi non appare più un mito. vicini, sia in campo politico che economico, sia su un piano reciproco che su quello più vasto nazionale nel quadro del consolidamento della pace e della comprensione tra i popoli. Il nostro atteggiamento in proposito è chiaro e non è necessario rilevarlo nuovamente. Noi siamo per tale collaborazione, per essa abbiamo già fatto parecchio e siamo disposti a fare ancora nel futuro. Naturalmente, non possiamo disinteressarci del fatto che da quella parte elementi dall’estrema destra all’estrema sinistra, come abbiamo sentito recentemente, non si rassegnano all’attuale stato di cose e ritengono che questa collaborazione generale non sia altro che una nuova possibilità per continuare a svolgere nelle più svariate forme ia loro propaganda nazionalista e irredentista. E’ logico che noi non possiamo permettere e non permetteremo che una base fattiva per la collaborazione venga sfruttata in tale senso, sia con la propaganda, i contatti reciproci, il piccolo traffico di frontiera o qualsiasi altra forma. E’ ormai tempo che dall’altra parte, se non riescono a partecipare con sincerità a questa collaborazione reciproca, lascino trionfare almeno una politica reale, una politica di fatti reali. Fatti reali che hanno permesso la creazione della base per la collaborazione, possibile a condizione che si liquidino i vecchi piani irredentisti ed imperialisti. Ritengo sia nostro dovere reagire a simili piani ed aspirazioni esporre chiaramen- te i nostri diritti ed il nostro punto di vista socialista. Noi li abbiamo già esposti, ma sapremo farlo ancora una volta se sarà necessario, sia a Londra, a Mosca o a Washington, e, perchè no?, anche a Roma, Trieste o a Capodistria. A questo punto vorrei dire alcune parole in merito a quelle persone che sono andate via da qui e alle varie voci che corrono a riguardo. Io direi che qualcuno, causa gii stessi piani nazionalisti o direi addirittura imperialisti, è giunto nel passato in queste regioni e che ora, sempre a causa di tali piani le ha abbandonate. Noi in ecce c> siamo stati e ci resteremo. Ritengo sia giusto che ogni cosa venga chiamata col proprio nome. Noi dobbiamo appoggiare tutto ciò che, da quella parte o anche qui, rafforza la collaborazione e l’amicizia reciproca. Dobbiamo dire chiaramente che ciò è utile, saggio e necessario. Mentre invece tutto quello che ostacola tale collaborazione, tutto ciò che danneggia il progresso su questo settore o su un raggio più vasto, deve essere definito come dannoso, deve essere criticato, sia che si tratti di propaganda, di processo giudiziario, di qualsiasi ingiusto atteggiamento nazionalista di qualche nostro uomo che non comprende pienamente le cose £ non è in grado di guardarle da un punto di vista obiettivo e giusto. Questo è l’atteggiamento che i comunisti devono assumere in confronto a tale problema, qui e in tutta la Jugoslavia.» (Continua in II pag.) DOPO IL DEFENESTRAMENTO DI GLUBB PASCIÀ’ DABAGDAD AD AMMAN Il Patto di Bagdad, ultima creatura diplomatica della guerra fredda, continua a generare frutti di amarissimo còsto per il governo di Londra che ne fu l’organizzatore se non l’ideatore in senso assoluto. Dopo le crisi ministeriali che impedirono l’adesione della Giordania al Patto, dopo i colloqui E-den-Eisenhower, non troppo incor-raggianti per la Gran Bretagna, dopo l’ostilità dei paesi arabi indi-pendenti, dopo le prese di posizione sovietiche e dopo le critiche a-sprissime dell’opposizione laburista alla Camera dei Comuni si è avuto il colpo a sorpresa della destituzione del generale britannico Glubb Pascià dal comando della Legione Araba. Un vero e proprio fulmine a ciel sereno che ha scosso in modo pauroso il prestigio britannico nel Medio Oriente e la già tiepida fiducia che qualcuno — oltre Londra — poteva ancora avere nella vitalità del Patto di Bagdad e sulla attuale politica delle potenze occidentali nel Medio Oriente. Sotto la spinta della destituzione di Glubb Pascià e degli orientamenti della politica estera francese, annunciati dal minsitro Pineau a fine settimana, la questione del Medio Oriente sarà oggetto di esame nei preannunciati colloqui fra i primi ministri di Francia e Gran Bretagna. Pensiamo che invitando Mollet a Londra Eden non si sia fatto eccessive illusioni su di un appoggio francese alla sua politica nel Medio Oriente se tale politica continuerà ad avere — come cardine il Patto di Bagdad ed i suoi concetti strategico — militari. Tutto sarà ad indicare (oltre alle parole dello stesso ministro degli e-steri parigino) che la Francia non intende rinchiudere la propria politica nel vicolo cieco dei vecchi concetti dei blocchi concepiti alla vecchia maniera. Invitando ad una revisione in senso costruttivo e pacifico della politica occidentale Pi- neau non ha certo inteso pensare che alla politica «di pacifica competizione» debba aversi un’eccez-zione nel Medio Oriente. In quel settore cioè dove la Francia ebbe un suo ruolo nel Libano e nella Siria e dove si concentrano le ansie di quel mondo arabo che giunge fino alla zona (molto nevralgica per la Francia) del Nord Africa. Maggiori successi in materia del Medio Oriente e della sua politica in tale settore non si può attendere il ministro degli esteri britannico nei colloqui che avrà a Bangkok nelle more della conferenza dei paesi aderenti al Patto per il sud est asiatico. E’ ben difficile che Foster Dulles si lasci convincere a compromettere ulteriormente, a-gli occhi dei paesi ardbi, la politica americana e (peggio che peggio) gli enormi interessi petroliferi degli USA nel Medio Oriente. Se si volesse avere un anticipo sulla posizione di Dulles nei suoi prossimi colloqui con Selwin Lloyd pensiamo che basterebbe riflettere al fatto che il rappresentante delle Filippine all’ ONU si è fatto intervistare a New York la scorsa settimana per . . . condannare il Patto di Bagdad e la politica inglese nel Medio Oriente. Per chi conosce le strette relazioni fra la politica e-stera del governo di Manila e quella del dipartimento di stato a-mericano la cosa può esere suffi-centemente indicativa. Dalla firma degli accordi fra Gran Bretagna, Turchia, Irak, Iran e Pakistan che vanno sotto il nome della capitale irakena, fino alTallontanamento di Glubb Pascià, deciso dal governo di Amman, si è avuta tutta una serie di avvenimenti e di prese di posizo-ne che hanno, praticamente, sepolto il carattere e la validità militare del Patto di Bagdad. Per non parlare delle inquietudini che esso ha provocato nel Medio Oriente dove non ha certo contribuito a Prezzo din 10 lire 20 ABBONAMENTI: Annuo din. 420, semestrale din 220, trimestrale din. 110. Spedizione in c. c. p. AGLI IRRESPONSABILI le relazioni tra i due paesi diminuire la tensione e gli urti fra le grandi potenze. E ciò, pensiamo, perchè il Patto, dopo la lunga gestazione diplomatica, vide la luce nel momento meno adatto e nel posto meno adatto. Sorto fuori tempo perchè lo sviluppo della distensione internazionale metteva ormai in discussione la validità e l’utilità di accordi militari ben più importanti e più vasti mentre nulla lasciava credere che le riconosciute necessità di revisione del Patto Atlantico avrebbero consentito nel Medio Oriente metodi ch° si rivelavano ormai inutili e dannosi sul più vasto scacchiere euroasiatico. Fuori posto, il Patto di Bagdad, perchè creato la dove il conflitto arabo-israeliano per essere risolto pacificamente abbisognava di nuova fiducia e non di nuovi intrighi. I risultati, purtroppo, si sono visti proprio nell’inaspri-mento degli urti ed oggi resterà certo difficile per il Foreing Office dimostrare la tesi che l’allontanamento di Glubb . Pascià dalla Legione Araba rappresenti un segno dell’aumentata animosità araba contro Israele. Con Glubb Pascià è partito dal Medio Oriente uno dei principali fili dell’intricato gomitolo della politica, delle interferenze e delle pressioni straniere sugli stati arabi. Un intrigo di meno è sempre un fatto positivo. Vi sarà pericolo solo se si insisterà nel voler allarmare lo Stato di Israele (per servirsene contro gli arabi) con il calcare sull’afferma-zione che partito Glubb manca alle frontiere di Israele un motivo di sicurezza contro un attacco arabo. Se si calcherà su tale tasto (e si venderanno armi di sottobanco come nel recente passato) allora le responsabilità non saranno certo di chi ha allontanato Glubb Pascià. Sarà solo la prova che da Bagdad ad Amman gli intrighi non si arrestano di fronte ai pericoli di fiaschi diplomatici e di inquietudini internazionali. LA PROSSIMA VISITA DI TITO IN FRANCIA Le parole cordiali con le quali il Minstro degli Esteri francese Pineau ha recentemente parlato della prossima visita del presidente Tito a Parigi, come le dichiarazioni ufficiali del portavoce della Segreteria di Stato agli Esteri Branko Drašković testimoniano del grande significato che tanto il Governo francese quaqto il Governo jugoslavo attribuiscono all’approfondimento di quelle relazioni di amicizia fra i due Paesi che hanno le loro radici in una lunga tradizione. Dal piccolo Stato serbo sempre in lotta per il mantenimento della propria indipendenza come dai oppressi di Slovenia, Croazia e Bosnia si è sempre guardato alla Francia come al paese della libertà. D’altro canto la Francia nel consolidamento dell’indipendenza serba e nell’appoggio all’anelito di libertà e di indipendenza degli altri popoli jugoslavi sotto dominio straniero, vedeva la possibilità e la prospettiva di un bilanciamento della potenza degli imperi centrali. E se Pietro I Karađorđević nel 1871. difese la Francia a Sedan, il generale Franchè D’Esperè com- ’ battè nella Serbia meridionale nel 1914 contro l’esercito-■-austro-ungarico. La seconda guerra mondiale vedeva nuovamente Jugoslavia e Francia, maquis francesi e partigiani jugoslavi sulla stessa breccia in difesa dei valori dell’umanità contro la barbarie. Al Kaiemengdan, il più bel parco della nostra capitale, un marmoreo monumento è stato eretto all’amicizia fra i due Paesi. Oggi Francia e Jugoslavia sono legate da tutta una serie di interessi comuni e sopratutto dalla necessità di consolidare ia pace in Europa tramite una sempre più intensa collaborazione fra tutti i Paesi europei. La Francia è un fattore di grandissima importanza nell’arena politica europea. L’opinione pubblica mondiale riconosce alla Francia il positivo ruolo da essa svolto per ottundere ie asprezze fra Oriente e Occidente nei periodo più duro della guerra fredda. La tendenza del nuovo Governo del fronte repubblicano a rendere la politica estera francese più dinamica, più attiva particolarmente nel settore chiave del disarmo può avere una influenza molto favorevole sull’ulteriore normalizzazione della situazione nel mondo. Fra Francia e Jugoslavia esistono attualmente ampie possibilità di collaborazione in campo politico, economico e culturale insuffi-centemente sfruttate in questi anni del dopoguerra in seguito al disinteresse dì alcuni dei Governi francesi. Dalla formazione del gabinetto Mendes France del 1954 la collaborazione ha avuto un nuovo impulso. A sostenere la necessità del progresso delle relazioni di amicizia con la Jugoslavia sono soprattutto quelle forze oggi rappresentate nel governo Guy Moi-let-Mendés France, i campi della collaborazione insufficentemente sfruttati sono molto vasti, ed è nostra convinzione che i prossimi colloqui franco-jugoslavi al massimo livello rappresenteranno non soltanto un notevole passo avanti nella reciproca collaborazione, ma anche un contributo alla stabilità della pace in Europa. Questo è il nostro augurio e ne siamo convinti cne è anche quello dell’opinione pubblica francese. REALISMO In un discorso pronunciato all’associazione della stampa anglo-americana a Parigi, il ministro degli Esteri francese Christian Pineau ha fatto intendere di dissentire profondamente dalla tendenza generale della politica delle potenze occidentali rispetto ai problemi della guerra e della pace. «Abbiamo commesso un grave errore — ha detto — nel considerare il problema della sicurezza l’unico problema . internazionale del quale dobbiamo occuparci. «Il ministro degli Esteri francese ha ricordato che Topinione pubblica si orienta verso le proposte che offrono soluzioni pacifiche e non a quelle che avanzano soluzioni militari. «Il mondo occidentale — ha proseguito il ministro — deve andare oltre una concezione puramente statica della coesistenza. Un orizzonte immenso si apre ora dinnanzi a noi. Io orienterei la politica estera francese verso gli scambi culturali fra est e ovest, e vorrei convincere i nostri amici anglo-americani a rivedere la politica occidentale. La politica di guerra è stata scartata e si tratta ora di fare una politica di pace». '11 ministro degli Esteri Pineau e il Presidente del Governo Guy Mollet visiteranno ufficialmente l’Unione Sovietica il 14 maggio prossimo. DISORDINI A CIPRO A Cipro nuova ondata di azioni antibritannìche domenica scorsa. Appartenenti al movimento per l’unione dell’isola alla Grecia hanno lanciato in varie località bombe contro automezzi, stazioni di polizia ed altri obbiettivi militari inglesi. L,Arcivescovo Macarios ha come noto respinto le proposte britanniche per l’autogoverno dell’isola. Attraverso gli studi di Radio Capodistria Stane Kavčič sui problemi nostri IL CONCETTO SOCIALISTA COME UNITA’ DI MISURA (Seg. dalla I. pagi In merito alla gestione operaia ed alla situazione politico-economica su questo territorio, il compagno Kavčič ha rilevato come abbiamo avuto a fare con concetti e slogans «quasi sociali» e demagogici che ancora oggi non sono stati superati a fondo e dei quali bisognerà tener conto anche in avvenire. «Ciò — ha detto — si manifesta in particolare in campo economico, dove i problemi della produttività del lavoro, di una migliore organizzazione, disciplina, amministrazione operaia, diritti dell’amministrazione operaia e cosi via, si sono concepiti molto semplicisticamente o addirittura erroneamente. Tutta la nostra democrazia socialista, lo sviluppo della nostra gestione sociale ci danno contemporaneamente in mano due cose: i diritti ed i doveri. Non appena noi ci limitiamo a parlare di diritti e vediamo soltantò i diritti, dimentichiamo i doveri e le responsabilità che, parallelamente al nostro sviluppo socialista, vengono trasmessi verso il basso, verso ogni organo, ogni singolo cittadino, dal direttore al portinaio, dall’esperto all’operaio qualificato. «Può accadere che dietro a ben preparati slogans socialisti si nasconda un contenuto social-democratico un po’ anarchico, e molto dannoso al progresso e agli interessi dei lavoratori. E, come abbiamo detto- tali problemi qui da noi non sono stati ancora definitivamente chiariti. Qui agiscono naturalmente molte forze soggettive, come abbiamo potuto rilevare dalla discussione svoltasi a questa conferenza, che si rendono conto di tale fatto e di tale pericolo, ma ritengo che sarà necessario fare molto di più per far trionfare i rapporti realmente socialisti, necessari in primo luogo al progesso di questo settore ed agli interessi dei lavoratori. «Inoltre, molto spesso quello che Dopo il rigidissimo freddo che ci ha colpiti nella prima e seconda decade di febbraio, vediamo i nostri oliveti cambiare il bell’aspetto verde e assumere un colore rossiccio, triste e desolato. Circa l’entità dei danni arrecati dal freddo non è facile per ora pronunciarsi e fare valutazioni dettagliate. Dobbiamo attendere il pieno risveglio della vegetazione, per vedere ciò che è ancora vivo e ciò che deve essere considerato perduto. Molte sono le opinioni sia sui danni che sulle misure da intraprendersi. Prima di passare ad una qualsiasi azione tesa ad attenuare i danni arrecati dal gelo, sarà bene analizzare le misure intraprese dopo il grande gelo del 1929. Dalle prime valutazioni sembra che i danni attuali siano inferiori a quelli di allora. Nell’inverno del 1929, perirono centinaia di olivi che furono l’orgoglio dei nostri padri, come questi oggi rappresentano il nostro. In c’era di cattivo, che simpatizzava con l’arretratezza, con le tendenze quasi-socialiste, e con qualsiasi altra forma di tendenze antisocialiste lo si cercava di nascondere sotto il cosiddetto problema nazionale. Vi sono stati vari tentativi di fare del problema nazionale una cortina dietro la quale si potevano nascondere le più svariate cose. Se si diceva a qualcuno di lavorare meglio, c’erano delle persone che tentavano di fare . di questo un problema nazionale, se si chiedeva a qualcuno maggior comprensione per i vasti problemi della comunità socialista e per le sue difficoltà, eccetera, trovavi persone che nuovamente tentavano di fare anche di questo un problema nazionale. Ritengo che ciò non ha alcun senso. In questa fascia costiera sarà realmente socialista non complicare il cosiddetto «problema nazionale, ma sulla piattaforma del cetto socialista e lottare per tutto ciò che realmente torna utile al progresso di questo settore e anche al progresso di tutta la nostra comunità. Ciò potrà costituire, se sarà necessario, la base per una valutazione dei meriti individuali, valutazione che deve essere effettuata non su una piattaforma nazionale, ma sulla piattaforma del progresso, della reale attività sor cialista, che ha superato, supera e supererà quella nazionale. Noi abbiamo anche tra la minoranza italiana uomini che hanno a cuore il progresso socialista e che sono pronti a lottare per il socialismo — e li abbiamo anche tra gli Sloveni. Noi abbiamo uomini che non simpatizzano per tali concetti, sia tra gli Sloveni che tra gli Italiani. Su tale base bisogna valutare qui le cose e su tale base qualificare e fare infine la valutazione. Per quanto riguarda la sola minoranza nazionale italiana, essa, come voi stessi sapete ha tutti diritti e tutte quelle possibilità di sviluppo come gli appartenenti alle altre nazionalità. quei tempi, misure drasticissime, dettate dall’inesperienza, causarono danni immensi. Un'infinità di vecchie piante, che producevano 50 e più chilogrammi di olive all’anno, furono estirpate alla radice, non tenendo conto della resistenza vitale dell’olivo. Altre perirono per il totale abbandono nel quale furono lasciate ed altre ancora in seguito a potature effettuate con metodi del tutto errati e primordiali. Ciò accrebbe il disastro naturale. Oggi alcuni agricoltori, di propria iniziativa, già eseguono potature eccessive, contrarie non solo ai principi della moderna tecnica ma anche ad un logico ragionamento. Ad Ancarano, ad esempio, due alberi dall’età di circa 30 anni, hanno avuto la chioma tagliata fino al collo del tronco, mentre il gelo non ha colpito i rami principali. Sarà quindi opportuno che gli agricoltori attendano le istruzioni che verranno pubblicate ed i corsi che verranno organizzati per apprendere quelle misure e quei me- Umago, 2 marzo. — A Portorose non si è guardato troppo per il sottile riguardo le rette di soggiorno negli alberghi. La notorietà del luogo, del resto, permette un margine, certamente non esagerato, su quello che sono i prezzi di costo. Diversa si presenta invece la situazione delle altre località istriane, avviate alla carriera turistica appena nel dopoguerra, i cui prezzi non potevano essere fissati del tutto in base al costo effettivo del soggiorno di un turista, ma hanno dovuto tener conto anche dei prezzi delle località turistiche concorrenti, particolarmente di quelle italiane e spagnole. Ne è venuto fuori un compromesso che porta parecchie aziende turistiche a camminare sul filo del rasoio del deficit, beninteso se vogliono mantenere la dispendiosa organizzazione interna avuta negli anni passati. Allora gli abbondanti incentivi che le aziende turistiche ricevevano con la vendita sul mercato l'be-ro del 30 % della Valuta a loro disposizione, spingevano le aziende todi che perseguono il ritorno più rapido ad una normale produzione, senza curarsi dell’aspetto estetico della pianta che sarà riacquistato con il suo completo rinnovo. Misure diverse ed in disarmonia con gli scopi sopra citati, non solo danneggieranno gli agricoltori individualmente, ma devono considerarsi come un atto di sabotaggio contro tutta la nostra economia in genere. 11 recente gelo ha danneggiato particolarmente le piante giovani, quelle piantate lo scorso anno, che hanno riportato screpolature lungo tutto il fusto. Ma con ciò non è detto che siano del tutto perdute. Se non seguiranno delle complicazioni, rigetteranno a basso fusto. Comunque non dobbiamo scoraggiarci e non appena il tempo migliora, dobbiamo irrorare tutte le giovani piantine con iy2% di solfato di rame. In quanto alle altre operazioni dobbiamo attendere le analisi che si stanno facendo a riguardo ed in base alle quali verranno emanate tempestivamente le turistiche a porre in secondo piano o addirittura a trascurare il fattore prezzi, risparmio, organizzazione interna e razionalizzazione del lavoro. Con la riforma valutaria, che concede solo un premio del 33 %■ sul cambio ufficiale, i prezzi sono aumentati e nonostante l’aumento arrivano a malapena a coprire i costi. Ciò pone le aziende turistiche dinanzi ad un duplice compito: in primo luogo a migliorare i servizi, poiché se il turista paga di più è logico che pretenderà di più e poi a migliorare l’organizzazione interna per conseguire quei risparmi che permetteranno agli alberghi una gestione attiva. Possibilità in questo senso esistono. Basti citare, ad esempio, che negli alberghi degli Stati Uniti su una media di sei ospiti vi è una persona occupata. Da noi tale proporzione è di due a uno e qualsiasi considerazione si faccia sulla meccanizzazione degli alberghi americani e sull’impreparazione professionale dei dipendenti dalle nostre aziende di soggiorno la differenza è troppo grande. Qualche cosa in questo senso si è già incominciato a fare. A Paren-zo sono state fuse due piccole aziende alberghiere, l’albergo «Pa-rentino» e l’albergo «Jadran». A Rovigno si è fatto lo stesso con l’azienda alberghiera «Jadran» e l’Isola di S. Caterina. Si è realizzato in questo modo un primo risparmio, quello sul personale amministrativo, e tale risparmio non intacca per nulla i servizi a disposizione dei turisti. Altre soluzioni di simile natura si possono ancora trovare, e si raggiungerà, in sostanza, quello che si riproponeva la riforma valutaria decretata dal Consiglio Esecutivo Federale. Le rette alberghiere nelle località istriane si aggirano sui 750— 1.000 dinari al giorno nel camping, e sui 900—1.400 dinari per soggiorno negli alberghi. Posti a questo livello i prezzi sono leggermente superiori a quelli delle località più piccole della Riviera Ligure e della costa catalana e leggermente inferiori a quella della costa adriatica italiana e della Riviera Azzurra, ma indipendentemente da ciò pur sempre convenienti ai turisti austriaci e tedeschi, data la vicinanza delle nostre località turistiche ai loro punti di partenza. Questo fatto ha permesso all’agenzia viaggi «Turist» di Umago, che quest’anno ha esteso la propria attività su tutte le località turistiche dellTstria, una larga cerchia di affari, in particolare appunto con le agenzie turistiche tedesche e austriache. Senza andare nei dettagli, diremo che sino ad oggi la capacità turistica di Umago, consistente in Il ventiquattrenne Vittorio Ceccada, gerente dell’impresa commerciale «Goli Vrh» di Koromačno (presso Albona) si è appropriato di 212 jnila dollari, nello spazio di otto mesi, approfittando della sua posizione. Spesso, inoltre, egli si portava a casa articoli vari senza pagarli. Durante il processo è risultato che l’imputato impiegava il denaro nell’acquisto di abiti, in regali per la fidanzata, e in bevande alcooliche. All’atto dell’inventario si era fatto prestare 200 mila dollari dalla gerente di un altro negozio, in maniera che tutto risultasse esatto. Il Tribunale circondariale di Pola ha condannato il Ceccada a 5 anni di carcere duro e all’indennizzo dei danni arrecati al «Goli Vrh». * Skuhalo Francesco, operaio di Pie-dalbona, nonostante la sua giovane età (24 anni) è apparso già per la terza volta davanti a un tribunale. L’acusa mossagli contro questa volta è di furto e rapina. Egli, infatti, dopo essersi intrattenuto all’osteria con Mate Rojnić la sera del 17 novembre, usciva con questo e, nei pressi di un boschetto, lo assaliva legandogli le mani e colpendolo brutalmente. Quindi, toltogli l’orologio da polso, se la dava a gambe e si portava nella stanza di certo Pižmont Janez, da dove esportava 9.350 dinari. Nell’agosto dello scorso anno, inoltre, il Skuhalo avveva rubato a Lorbek Alojz 16.350 dinari. .Contro di lui è stata emessa sentenza di condanna a 3 anni di carcere duro. Il pubblico accusatore, però, si è dichiarato insoddisfatto ed è ricorso in appello. * Il Tribunale di Rovigno ha condannato a 7 giorni di prigione e alla pena pecunaria di 2.000 dinari certo Sponza Giovanni, pensionato. Il condannato si dava da molto tempo a cure «miracolose» valendosi del potere «magnetico» che, secondo lui, il suo pollice possiede. Non erano pochi i rovingesi che si servivano di lui e che lo pagavano per le sue prestazioni. Lo Sponza accorreva presso il malato e passava leggermente il pollice sulla ferita. Quando però are lui ad ammalarsi, preferiva consultare un medico. L'eterna «Radio Capodistria. Amici ascoltatori, buon giorno». Con queste parole hanno inizio le trasmissioni quotidiane della nostra Radio. Sono le 6 e per tutti coloro che si preparano in fretta per recarsi al lavoro ciò significa che è incominciata una nuova giornata. Pochi sanno però esattamente quanto complesso lavoro sia occorso per mettere insieme il programma che si sta ascoltando. La vita di una stazione radio è estremamente complessa, articolata sull’interdipendente e perfetto incastro di numerosi servizi. L’ef- 145 letti negli alberghi e in 120 letti nel camping, è stata compieta-mente prenotata per il periodo che va dal 15 maggio sino al 30 settembre. La Punta umaghese è oggetto di grandissimo interesse da parte delle agenzie turistiche estere, di modo che la richiesta supera di un centinaio di letti le offerte. Minore è invece l’interesse per Umago città, di modo che i 50 letti messi a disposizione dei turisti esteri dall’azienda cittadina «Soča» non sono stati ancora venduti. Per Salvore, oltre alle agenzie germaniche e austriache, si sono interessate anche due agenzie francesi. Sino ad oggi però i contratti sono stati stipulati solo con le prime, che hanno occupato il 70 % dei cento letti negli alberghi e il 60 % dei 230 letti situati nella tendopoli, mentre per il resto le trattative sono in corso e si spera in una loro rapida e fruttuosa conclusione. Dei 287 posti degli alberghi parentini, la «Turist» ne ha contrattati 210 con agenzie tedesche e austriache, mentre per gli altri 77 le trattative si trovano ad una fase quasi conclusiva. In fase conclusiva sono anche le trattative per il soggiorno dei turisti in tutti i 250 posti della tendopoli dell’Isola di S. Caterina, di Rovigno, come anche per i 50 posti messi a disposizione dei turisti stranieri nell’Isola Rossa. Scarso invece Tinte-resse per gli alberghi e le ville situate in città e sulla costa, ma si spera di occupare questi alberghi con la prevista eccedenza di richieste riguardanti le isole, dato che si tratta solo di 54 posti. Scarsissimo è invece l’inter-fsse dei turisti esteri, nonostante la propaganda fatta, per Cittanova, che dispone di una quarantina di letti, per Porto Albona (Rabac) con 200 letti e per l’Albergo «Riviera» di Pola con 240 letti. Di questi, solo il «Riviera» potrà ugualmente funzionare a ritmo quasi pieno con i turisti di passaggio, mentre Cittanova e Albona dovrebbero orientarsi sul turismo nazionale, stipulando contratti con le fabbriche disposte a rifondere una parte della retta alberghiera per i propri dipendenti in ferie annuali, dato che individualmente sono pochi i turisti nazionali che potrebbero sostenere la spesa negli alberghi. Questi turisti probabilmente si o-rienteranno sugli affittacamere privati, molto numerosi a Parenzo e a Rovigno, ed i cui prezzi sono all’altezza del potere d’acquisto dei nostri operai ed impiegati. BUIE. — Si è svolta a Buie la Seconda conferenza della Lega dei Comunisti del Comune di Buie, alla quale hanno presenziato in qualità di ospiti il compagno Franjo Širola, segretario della Lega del distretto di Pola. Il compagno Erminio Medica presidente del Comitato Distrettuale dell’Unione Socialista ed altri. La relazione, presentata da Armando Andreašić, si è soffermata particolarmente' sullo sviluppo del potere popolare e sul lavoro degli organi della gestione operaia. Una relazione più dettagliata dei lavori verrà pubblicata nel nostro prossimo numero. * FIUME. — Il Dramma Italiano del Teatro del Popolo di Fiume presenterà il 15 marzo un nuovo dramma in tre atti dello spagnolo Tarnajo Ibaus. In aprile ospite del Dramma Italiano sarà nuovamente la grande attrice Diana Torrieri, che reggerà il ruolo di protagonista nella «Dama delle camelie» di Dumas. Con ogni probabilità nei prossimi mesi anche Memo Benas-si verrà a Fiume per rappresentare lo «Enrico IV». * CAPODISTRIA. — Nei locali del mercato cittadino è stato aperta una mostra dei vini di produzione locale. Il primo premio è stato vinto dall’agricoltore Krmac Lazar di lotta con ficienza dell’organizzazione è il tocco magico senza il quale non si riesce neppure ad immaginare una staziorfe radio. Il programma di un giorno, qualunque esso sia, appare all’ascoltatore come un tutto unico: una sequela cioè di rubriche varie. In effetti sono molte le persone che hanno contribuito a comporlo. Ognuna di queste persone ha una certa specializzazione e, a seconda di questa, appartiene a questo o a quel settore della stazione radio. Innanzitutto, un’intera schiera di tecnici assicura il funzionamento «meccanico» della Radio. Una Radio, tecnicamente guardata, si divide in due parti: impianti di assunzione (dove il programma viene avviato al microfono) e impianti di trasmissione (l’antenna, che diffonde il programma nell’etere). Oltre ai tecnici che accudiscono al funzionamento di questi impianti, ci sono i tecnici del suono, della registrazione, delle telescriventi. Il programma viene «impaginato», cioè impostato nelle linee di massima con il contributo collegiale dell’esperienza di tutte le sezioni. L’«impaginazione» è periodica e vale fino a quando non intervengono dei fattori nuovi che consigliano la revisione. Ha quindi luogo la realizzazione del programma. I notiziari si compongono delle notizie che giungono da tutto il mondo, a poche ore di distanza dal momento che i fatti cui si riferiscono sono accaduti. Una rete internazionale di agenzie di informazioni è collegata alle telescriventi della Radio. Le notizie ricevute vanno tradotte se giunte in una lingua diversa, poi vengono messe insieme dal redattore di turno e infine la speaker le legge al microfono nelle ore stabilite. Poiché a Radio Capodistria i notiziari hanno inizio di buon matti- Bar... POLA. — Stando all’insegna che reca all’ingresso, lo «Sport - bar» dovrebbe essere un bar sportivo, per la precisione uno «Sport - bar». La densa cortina di fumo che ci investe non assomiglia affatto alla aria di un locale soprattutto rispondente all’insegna che porta. Addentrandoci, si ha sempre più l’impressione di trovarsi in una taverna di Cittavecchia, dove i bicchieri e le bottiglie vengono fermati al tavolo con una catenella, a scanso di... lanci sulle teste meno simpatiche. Ad ogni tavolo si gioca alle carte (distinguendosi in questo i giovani!) ed alla «mora», senza risparmio di parolacce e, spesso, risse. La minuscola cucina non risponde ad alcuna norma igienica e pratica, neZla quale la cuoca non si può nemmeno girare. Il fumo delle pentole invade il locale ed i clienti sono costretti a stropicciarsi continuamente gli occhi per poter guardare l’amico con cui chiacchierano. Ci si chiede se questo bar fosse stato aperto a triplo scopo e cioè: buffet, bettola e mensa. Pochi abbonati devono vedersela con tipi di avvinazzati prima di poter mangiane in pace nel fumo. E fra questi ci sono una quindicina di ragazze sordomute, sarte del «DES». E’ edificante come queste si mescolino nella confusione di un locale degenerato per mangiare! Sarebbe questo il ritrovo per gli sportivi? Ritenia- Vanganello, il secondo premio è stato distribuito tra gli agricoltori capodistriani Divo Pietro e Ma-ranzina Vittorio e l’agricoltore Lukač Antonio di Montignano. Il terzo premio è stato assegnato a Ma-ranzina Luciano, Turi? Celeste, Babič Giusto, Baboc Alessandro, Krmac Paimiro e Babič Giuseppe. ♦ Si è svolta a Capodistria l’Assemblea annuale della Cassa cooperativìstica di prestiti e depositi, alla quale sono affiliate 56 cooperative agricole e otto tra cooperative di produzione e aziende agricole. I depositi presso la Cassa ammontano a oltre 347 milioni di dinari. E’ stata rilevata la necessità di istituire sezioni di prestito e risparmio presso le singole cooperative del distretto di Capodistria. * Ha avuto luogo a Capodistria una riunione del Consiglio per l’educazione del Comitato Popolare Distrettuale. E’ stata decisa la costituzione di un fondo speciale per la premiazione dei maestri particolarmente distintisi per attività filo-drammatica post-scolastica tra la popolazione. Sarà inoltre intensificata l’azione propagandistica tesa ad una maggiore partecipazione dei giovani a tale attività. il minuto no e l’ultimo va in onda alle 23,45, assicurano il servizio due turni. La realizzazione delle varie rubriche è necessariamente diversa. Radiodrammi e commedie formano, fanno teatro, ma radiofonico. Come a teatro, un gruppo di attori si riunisce in uno studio munito di microfono e dei necessari requisiti acustici e recita sotto la direzione di un regista. Naturalmente si fanno delle prove prima che abbia luogo la vera e propria trasmissione. Ciò vale per ogni altra rubrica che deve avvalersi dell’interpretazione di più persone, di effetti musicali e sonori, di una data «atmosfera» e insomma del montaggio. I reportages sono presi diretta-mente sul posto, così come si fa con la registrazione di dati avvenimenti o di uno spettacolo in pubblico luogo. Il redattore incaricato della registrazione o il radiocronista è accompagnato da un tecnico munito di magnetofono, un apparecchio cioè che incide su filo o su nastro tutti i suoni captati dal microfono. A registrazione finita, la bobina di filo o nastro viene messa, nello studio, in collegamento con apparecchi che ne riproducono i suoni e li immettono negli impianti di trasmissione. I programmi musicali infine si avvolgono di dischi o di esecutori appositamente convocati negli studi, quando non si tratta di collega-menti con luoghi dove si svolge, ad esempio, un concerto. Ciò che presiede, autoritario e tiranno, a tutto il lavoro della Radio è l’orologio. Questa è una sorta di tirannia che non ammette discussioni e alla quale non è possibile sottrarsi: il programma deve andare in onda negli orari stabiliti. Così, quando vedete correre qualcuno per le vie di Capodistria, siate certi che si tratta di uno speaker di Radio Capodistria. spore ! mo sia ora di guardare un po’ nei fumo dello «Sport-barn, altrimenti si metta alla porta una tabella con la scritta «Taverna del Diavolo». (RF) MARTEDÌ’, 6 — Ore 6: Musica del mattino e calendarietto — 6.15: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 16: «Ridi pagliaccio . . .» — 16.45: Ritmi per pianoforte — suona il pianista Charlie Kunz — 17: Nostro Paese — 17.15: Palcoscenico musicale — 17.40: Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15: Quindici minuti con l’orchestra Helmut Zacharias — 22.30: Notiziario — 22.45: Melodie serali — 23.15: Musica da ballo — 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. MERCOLEDÌ’, 7 — Ore 6: Musica del mattino e calendarietto — 6.15: Notiziario — 11: L’angolo dei ragazzi — 12.10: Canzoni della montanga — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 12.45: Musica leggera e annunci — 13: Dal libro dei ricordi di Franz Lehar — 16: Ritmi e canzoni — 16.20: Radioscena — 17.20: Mosaico musicale — 17.40: Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15: Parata di cantanti belgi — 22.30: Notiziario — 22.45: Musica da camera — 23.15: Musica da ballo — 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. GIOVEDÌ’, 8 — Ore 6: Musica del mattino e calendarietto — 6.15: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 16: Musica leggera — 16.15: Concerto del giovedì: Offen-bach-Stolz: Fantasia dalle opere di Jacques Offenbach; Rahmeinov: Variazioni sui temi di Chopin — 17: Dal mondo del lavoro — 17.15: Motivi divertenti e ballabili — 17.40: Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15: Canzoni francesi con l’orchestra Eduard Duleu — 22.30: Notiziario — 22.45: Musica da riviste — 23.15: Musica da ballo — 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. VENERDÌ’, 9 — Ore 6: Musica del mattino e calendarietto — 6.15: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 16: Serenate per archi: suona l’orchestra Dolf van Der Linden — 16.25: Arie, duetti e cori in mocrosolco — 17: Corrispondenza — 17.10: Finestra musicale — 17.40: Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15: Ritmi e canzoni — 22.30: Notiziario — 22.45: Canti dalla Russia: esegue il coro dei cosacchi dei Don — 23.15: Musica da ballo 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. SABATO, 10 — Ore 6: Musica del mattino e calendarietto — 6. 15: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 16: Canzoni di tutti i giorni — 16.30: Gioielli musicali — 17: La comune — 17.20: Musica leggera URGENTE NELL' AGRICOLTURA Capodistria, 1 marzo — Si è svolta recentemente a Capodistria una riunione comune degli esperti agricoli e dei comitati per l’incremen-to dell’agricoltura presso la Federazione distrettuale delle Cooperative. Dei problemi trattati, ci soffermeremo solo su quelli la cui soluzione richiede un’azione immediata. Per quanto riguarda gli oli-veti, rimandiamo i nostri lettori all’articolo a parte. Oltre agli ulivi e ai fichi, il gelo ha colpito, presso parecchi agricoltori, le patate da semina. Alle cooperative agricole è stato, di conseguenza, richiesto tale prodotto e i quantitativi necessari sono stati già ordinati. Si riceveranno patate del tipo «Tonda di Berlino», che, accanto alla «Albona», sono la qualità più corrispondente alle conduzioni dei nostri terreni e del nostro clima. Le cooperative sono state inoltre consigliate a non procedere alla vendità dei quantitativi di patate tipo «Albona» destinati-al commercio, poiché anche questi potranno servire alla semina. Poiché è probabile che la semina delle patate subisca notevoli ritardi, con il rischio di presentarsi in ritardo anche sul mercato, è consigliabile che le cooperative agricole e gli agricoltori depositino le patate destinate alla semina nelle apposite cassette, dove i tuberi emetteranno i getti. Sono andate distrutte anche parecchie coltivazioni di piselli. Qualora non si possa procedere ad una seconda semina, è raccomandabile l’impianto di pomidoro per il quale le cooperative dovrebbero utilizzare nel modo più razionale i letti caldi delle proprie economie, quelli dellTstituto per le ricerche agricole e della «Vrtnarija» di Portorose. Ogni quantitativo di pomidoro sarà facilmente piazzabile a condizioni favorevoli, dato che il prezzo del pomidoro industriale è già garantito sui- 10—12 dinari il chilogrammo. Degli altri ortaggi vengono particolarmente in considerazione i fagioli del tipo «kok». Le cooperative sono in dovere di procurare ai propri associati quantitativi sufficienti di fagioli di questo tipo per la semina.. Il prezzo delle tegoline di questo tipo di fagioli è previsto in 30 dinari il chilogrämmo La sezione per l’agricoltura della Federazione Cooperative inizierà tra breve la stipulazione dei contratti per l’acquisto di sementi, in special modo di patate, fagioli «kok», pomidoro, frumento ed altri ortaggi. Notevole è la richiesta del seme d’erba medica, il cui prezzo raggiunge i 400 dinari il chilogrammo. Per ottenere i massimi quantitativi bisogna preparare e concimare il terreno, adoperando su di un ettaro 400—500 chilogrammi di superfosfato e da 100 a 200 chilogrammi di sale potassico. Senza queste misure agrotecniche non si possono raggiungere i risultati sperati poiché i nostri terreni sono molto esauriti. Un problema particolare è costituito dalle terre abbandonate che devono essere oggetto di speciali attenzioni da parte delle cooperative. Alla predetta riunione è stata esaminata anche la possibilità di ingaggiare i cavalli da traino delle zone carsiche, poco impegnati in questo periodo, per i lavori necessari nella fascia costiera. E’ stata sottolineata la necessità di un razionale sfruttamento dei mezzi meccanici. E’ necessario infine procedere al trattamento invernale degli alberi da frutto, trattamento che non deve essere rinviato data la stagione avanzata. I seminativi di frumento, parecchio indeboliti, devono essere rinforzati con l’erpicatura e la concimatura a base di concimi azotati a pronto effetto (nitrato di Cile, nitrato di calcio), da adoperarsi in due rate da 50—60 chilogrammi per ettaro. Quest’anno si inizieranno gli esperimenti dimostrativi sul frumento a base di erbicidi. Si tratta di preparati che distruggono le erbacce e che si trovano già in vendita (Phenoxilen e Agroxen) nel negozio «Zadružnik» di Capodistria. Dott. Juriševič necessarie istruzioni. Sono logiche le preoccupazioni e le incertezze dei nostri agricoltori. Non deve però esserci lo sconforto e soprattutto non deve prevalere l’idea di abbandonare le piante o di agire con metodi che potrebbero aumentare i danni arrecati dall’inclemenza del clima. Gli olivi, danneggiati ma non perduti, potranno ricevere la nuova chioma con una potatura di riforma, mentre se ci fosse qualche caso di tronco essicato sbucheranno nuovi getti della zocca, cosi che con due 0 tre poloni avremo anche qui una nuova chioma. Casi del secondo genere sembra però che non ne avremo. Non dappertutto il gelo ha lasciato le stesse traccie. In certe zone sono danneggiate solo le foglie con 1 getti annuali, mentre in altre sono danneggiati pure i rami più grossi che hanno delle screpolature e già ora rametti secchi. In altre zone rimaste preservate, i rami non presentano screpolature e facendo un taglio si vede che la corteccia si stacca dal legno. I probabili metodi da adottare non si differenzieranno sostanzialmente tra di loro: attendere la prima vegetazione per assicurarci che cosa è rimasto di vivo, ed in base a ciò passare alle operazioni necessarie, che avranno lo scopo di ristabilire la pianta e portarla al più presto alla piene capacità pro-dutive. Quantunque 1 periodicamente i freddi eccezionali danneggiano i nostri oliveti, non dobbiamo abbandonare il lavoro di rinnovo degli stessi poiché ugualmente rappresentano un ramo molto redditizio della nostra economia. Biloslav Narciso Lavori di stagione L’impresa autotrasporti «SLAVNIK» comunica che con lunedì 5 marzo è stata aperta la nuova linea CAPODISTRIA—ISOLA con il seguente orario: Giorni feriali Capodistria 5.30 6.15 7.15 8.15 9.00 11.00 11.45 13.50 14.30 15.00 17.00 18.00 19.00 23.10 Giusterna 5.33 6.18 7.18 8.18 9.03 11.03 11.48 13.53 14.33 15.03 17.03 18.03 19.03 23.13 «Ruda» 5.38 6.23 7.23 8.23 9.08 11.08 11.53 13.58 14.38 15.08 17.08 18.08 19.08 23.18 Isola 5.40 6.25 7.25 8.25 9.10 11.10 11.55 14.00 14.40 15.10 17.10 18.10 19.10 23.20 Isola 5.45 6.35 7.30 8.30 10.00 11.15 12.00 14.00 14.45 15.15 17.15 18.10 19.30 23.20 «Ruda» 5.47 6.37 7.32 8.32 10.02 11.17 12.02 14.12 14.47 15.17 17.17 18.12 19.32 23.22 Giusterna 5.52 6.42 7.37 8.37 10.07 11.22 12.07 14.17 14.52 15.22 17.22 18.17 19.37 23.27 Capodistria 5.55 6.45 7.40 8.40 10.10 11.25 12.10 14.20 14.55 15.25 17.25 18.20 19.40 23.30 Domenica e giorni festivi Capodistria 8.15 11.45 14.30 15.00 17.00 19.00 23.10 Giusterna 8.18 11.48 14.33 15.03 17.03 19:03 23.13 «Ruda» 8.23 11.53 14.38 15.08 17.08 19.08 23.18 Isola 8.25 11.55 14.40 15.10 17.10 19.10 23.20 Isola 8.30 12.00 14.45 15.15 17.15 19.30 23.20 «Ruda» 8.32 12.02 14.47 15.17 17.17 19.32 23.22 Giusterna 8.37 12.07 14.52 15.22 17.22 19.37 23.27 Capodistria 8.40 12.10 14.55 15.25 17.25 19.40 23.30 L’ ANGOLINO DELL* AGRICOLTORE NON UCCIDETE GLI OLIVI! Panorama della Punta umaghese Problemi turistici della costa istriana Gli alberghi dinanzi al duplice compito : migliorare i servizi e conseguire l'attivo Qua e là per l'Istria La donna oggi Il numero delle donne occupate in Jugoslavia è di 600 mila, cioè un quarto del numero totale degli occupati. Se tale cifra viene confrontata con quella del 1939, — 188.729 — si potrà constatare un sensibile aumento della partecipazione femminile all'economia della nazione. Un terzo delle donne occupate lavora nell’industria. Uri numero minore è impiegato nelle altre attività economiche, mentre il resto è occupato nell’amministrazione statale, nelle scuole e in servizi sanitari e sociali. Più della metà di queste donne (53,3 %) sono operaie, al secondo posto figurano le impiegate (38,5%), mentre la percentuale più piccola (17,2%) viene data dalle donne occupate in qualità di personale ausiliario. La posizione della donna iugoslava occupata in una attività extra-domestica, non può essere valutata unicamente dal numero delle occupate. Bisogna prendere in considerazione anche gli altri elementi sostanziali per valutare la posizione della donna nei rapporti di lavoro quali le disposizioni legali che regolano i rapporti di lavoro delle donne, in generale e particolarmente le disposizioni in difesa della donna madre. Le donne sono del tutto parificate agli uomini riguardo l’occupazione, il conseguimento di una preparazione professionale, l’avanzamento e la partecipazione a tutti i mestieri, e professioni. Le leggi jugoslave non fanno alcuna differenza di sesso. Quanto poi le leggi siano attuate lo possiamo constatare dal fatto che da un numero complessivo di 300 qualifiche e mestieri, registrati nel 1950 in occasione della revisione delle qualifiche, solo in 62 non sono comprese le donne. Si tratta in gran parte di professioni che richiedono un grandissimo sforzo fisico. Però, accanto al numero delle donne occupate e la varietà dei mestieri per i quali esse si decidono, un problema notevole è ancor sempre rappresentato dalla questione della preparazione professionale delle donne poiché la massima parte di esse appartiene al numero dei non qualificati e semiqualificati; solo un sesto possiede una qualifica, mentre appena recentemente un’insensibile percentuale ha raggiunto la specializzazione. Frattanto, già oggi possiamo parlare di nuove generazioni di donne che entrano o entreranno tra poco nell’industria o in altre attività economiche con una preparazione professionale già conseguita. Lo comprova il costante aumento della gioventù femminile nelle scuole e nei corsi di addestramento come anche nelle università. Il 33,4% del numero complessivo degli studenti alle scuole superiori è composto da donne. Alle facoltà tecniche il loro numero è raddoppiato nei confronti degli anni prebellici, salendo dal 7,8% del 1939 al 15% attuale. Per lo sviluppo del lavoro femminile extra-domestico in Jugoslavia è caratteristico che, in special modo nel periodo di ricostruzione e di rapido sviluppo dell’industrializzazione seguito alla liberazione, le donne si sono accinte a qualsiasi genere di lavoro, molto spesso anche a lavori non corrispondenti alla loro costituzione fisica. A spingerle seno stati, oltre che le cause economiche e patriotiche, anche la convizione di aver raggiunto con gli stessi diritti anche gli stessi doveri. Tale situazione ha cominciato a cambiar aspetto dal 1950, quando le donne venivano indirizzate ai lavori loro corrispondenti e nei quali esse hanno una maggiore prospettiva di sviluppo. A tale indirizzo ha influito in primo luogo l’autoamministrazione operaia in quanto gli organi della stessa, nella imprese, hanno cura di assegnare alle donne lavori, loro addatti. Non è mancata pure l’influenza delle organizzazioni femminili e sindacali che, tramite varie inchieste e analisi, hanno cercato di trovare e proporre agli organismi competenti dell’organizzazione statale, le misure corrispondenti all’orientamento e alla regolazione del lavoro femminile nel senso di permettere alla donna di svolgere un’attività all’infuori della propria casa, pur portando a termine gli impegni verso la propria famiglia e con il minor danno alla sua salute. Le donne percepiscono uguale paga per uguale lavoro e la legislazione sociale comprende tutte le donne in rapporto di lavoro — dunque anche quelle categorie (ad esempio le braccianti, le domestiche e simili) che molto spesso nei paesi più progrediti vengono lasciate fuori dall’assistenza sociale ed assicurativa. Leggi speciali assicurano la donna quale lavoratore di diversa co- stituzione fisica e psichica e quale madre potenziale (legge sui lavori vietati alle donne — lavori fisici pesanti, lavori con sostanze dannose, lavori nel sottosuolo, ecc.) e tutta una serie di altre disposizioni ha come scopo la protezione delle donne madri occupate. Tali disposizioni proteggono la salute della donna e del bambino durante il periodo di gravidanza, come anche durante il periodo di parto e dì allattamento e sono completate da altre disposjzioni sulla costituzione di enti per l’infanzia, dispensari, consultori per la madre ed il bambino. La donna gravida ha diritto alla completa assistenza sanitaria gratuita ed al ricovero ospedaliero gratuito per il parto (di questo secondo diritto godono tutte le donne — anche quelle che non si trovano in rapporti d’impiego, indi-pendente dalle loro entrate). In alcuni determinati posto di lavoro viene loro proibito lo svolgimento dell’attività durante il periodo di gravidanza e al nuovo posto di lavoro loro assegnato percepiscono la stessa paga precedentemente avuta. Tutte le donne occupate hanno diritto ad un permesso di 90 giorni e cioè di 21 giorni prima del parto e 45 giorni dopo il parto, mentre gli altri 24 giorni possono essere usufruiti a volontà dalla lavoratrice. Oltre alla paga integrale, la lavoratrice ha diritto a un assegno natalizio di 8.000 dinari, mentre gli assegni famigliari le liberano dalle preoccupazioni finanziarie, consentendole di dedicarsi al neonato. Tenendo conto della necessità della presenza della madre accanto al bambino durante i primi mesi di vita, le leggi riconoscono a tutte le madri in rapporto d'impiego il diritto a un orario di lavoro ridotto a 3—4 ore giornaliere, per un periodo di sei, rispettivamente otto mesi dalla nascita del figlio, senza alcuna riduzione della sua paga. Oltre a ciò la madre ha diritto di usufruire del proprio periodo di ferie annuali immediatamente dopo l’assenza per parto, prolungando così il periodo di costante permanenza accanto al figlio. Infine la madre che non ha a chi affidare il proprio bambino può prolungare l’orario di lavoro ridotto sino a un periodo di tre anni durante i quali gode di tutti i diritti derivanti dal rapporto d’impiego e dall’assicurazione sociale (anzianità di servizio, ecc.) mentre percepisce la paga per l’effettivo orario di servizio. Accanto a queste misure riguardanti direttamente la donna occupata, si è parallalelamente sviluppata una notevole attività assistenziale tesa a facilitare alle donne il lavoro domestico. Si tratta di speciali agenzie che forniscono alle famiglie le domestiche e poi i nidi e gli asili d’infanzia. La commissione nazionale jugoslava per l’UNESCO ha invitato, tramite le direzioni scolastiche, gli alunni di tutte le scuole a partecipare al Concorso per un disegno a colori, organizzato nel-l'ambito della campagna internazionale per la popolarizzazione dei musei. Tema del disegno è «Impressioni dai musei». Il Concorso è a-perto a tutti gli alunni delle scuole elementari e medie dai 6 ai 18 ■anni. I disegni verranno scelti da una giuria della commissione nazio-naliei ed i migliori verranno premiati ed esposti a Parigi, in Svizzera e a Nuova Delhi. In Jugoslavia i migliori lavori verrano esposti durante la «Settimana dei musei». * Sarà rappresentata tra breve a New York una nuova commedia di Steimbech, «Dischi volanti». Secondo la trama, gli abitanti della Terra sono costretti ad abbandonare precipitosamente il loro pianeta, minacciato dai marziani. A un giornalista che chiedeva allo scrittore il suo pensiero sul futuro di questi abitanti della Terra costretti a fuggire, Steimbech ha risposto: «Peccato che Einstein sia morto. Gli avrei chiesto di risolvere questa difficile equazione». * Sorella Rita, una giovane suora insegnante nelle scuole elementari di Roborst, un piccolo villaggio delle Fiandre, ha vinto un concorso pubblicitario. Il premio consiste in una pelliccia di astrakan. Sembra che la giovane suora sia ora piuttosto imbarazzata. C’è però chi sostiene che se le femminilità prenderà in lei il sopravvento, suor Rita scambierà la tonaca per la pelliccia. CALElDOSCOjPIO LA VELOCITA’ DELLA MULTA Una contravvenzione rilevata 29 anni fa è stata notificata soltanto in questi giorni. Il contravvenzio-nato è tale Daniele Perico di Bergamo, colpito da multa mentre nel 1927 traversava con la sua auto per Mestre. La multa, che era in origine 60 lire, nella sua p.erigrinazione da un ufficio all’altro è salita a 600 lire. Dato il tempo giungere a destinazione da Mestre a Bergamo, si è calcolato che l’incartamento ha marciato alla velocità di 80 centimetri all’ora. LA JELLA DEI CHA-CHA-CHA Dopo esser stata estromessa dalla televisione italiana grs censura cattolica sempre delle abbondanze . . . fisiche, Abe Lane e il marito Cugart hanno accettato di lavorare in un film i cui esteriori dovevano essere rati a Taormina. Ma ecco che poco tempo dopo i primi colpi di manovella, la società produttrice si trova senza fondi e squattrinati sono pure gli attori della troupe. I creditori li assediano e l’arbergatore che li ospita si prende come pegno i preziosissimi cagnolini della coppia Cugart, i celebri cha-cha-cha. I maligni insinuano che la colpa è tutta della jella che i cha-cha-cha si portano dietro. E infatti subito dopo il loro sequestro le faccende finanziarie della società si sono messe meglio. E’ cominciata in India la caccia agli elefanti soffitto. Per la massima meccanizzazione del funzionamento della casa, comperate tazze, recipienti, e tutto il possibile in colorata e trasparente materia plastica, che è infrangibile. Adottate coraggiosamente tutto quanto si può fare elegantemente e utilmente in carta, anche gli strofinacci. Le nostre donne non debbono essere schiave, ma padrone della casa; non debbono sfiancarsi in fatiche inutili. «Per fortuna tutti hanno la passione della cucina moderna. Anche i bei mobili moderni di cucina siano colorati, e la cucina non sia nascosta, ma si apra sullo spazio per desinare. Odori? Ma una cucina moderna, con i suoi apparecchi, i suoi ae-ratori non è quella cosa maleodorante, sempre in disordine e impresentabile di una volta. «L’espressione «felicità» della casa la affidiamo al colore vivace, allegro, sempre presente, al verde, al silenzio, alla luce diffusa. Meno mobiloni pretenziosi e gonfi e più testimonianze di un amore per cose delicate e belle. Al piacere del colore e del verde, si debbono aggiungere quelli del silenzio e della luce diffusa. Con i soffitti ad elementi forati, con la quantità di tende «mo-dernfold», con dei muri che sono dei settori a diverse inclinazioni, che frangono i suoni, e attutiscono gli echi ed i rimbombi, la nostra casa non sarà risonante come quelle fatte ancora‘di camere scatolette a super-fici lisce e parallele. «La luce non deve abbacinarci da sorgenti fisse. Essa può essere sistemata magari nel pavimento, nei mobili, fra i libri, in maniera che si diffonda senza ferirci e creando effetti bellissimi a vedersi. «Se, beati voi, non avete vecchi mobili, o avete il coraggio di disfar-vene e potete far tutto nuovo, adottate un arredamento leggero, con seggioline in legno, con divani e poltrone in gommapiuma, coperte in plastica stampata a disegni, Con le tastiere del letto a cruscotto, con le armadiature magari sostituibili. da «modernfold» (chiudibili).» Qualcuno potrebbe obiettare che non ci vuole solo il coraggio, ma anche le possibilità e le condizioni adatte. E’ giusto. Da noi, concretamente, il progetto oggi può sembrare irrealizzabile. In realtà, basterebbe che la «JugoviniI» cominciasse ad interessarsi della produzione degli articoli in plastica sunnominati (i «modernfold», ad esempio, non sono altro che delle pareti in materiale plastico a forma di armonica, quindi chiudibili a volontà e ideali per l’arredamento moderno) e che i nostri architetti, nella costruzione di nuove case, tenessero conto delle esigenze di una vita moderna e, quindi, dinamica. NEL MONDO DELLA SCIENZA LA CHIRURGIA TERRE RIVOLUZIONERÀ’ IL GLOBO «A quale latitudine si trova Vladivostok rispetto ad Abbazia?» Questa domanda, posta a cento persone, riceverà risposte quasi certamente errate: forse a nessuno verrà in mente che Vladivostok si trova addiritura un po’ più a sud del golfo del Quarnaro. La risposta sarà errata perchè Vladivostok richiamerà alla mente dell’interro-gato la Siberia non solo come territorio geografico ma soprattutto come un concetto atmosferico e climatico. Infatti se Vladivostok si trova pressappoco alla stessa latitudine di Abbazia, la temperatura media di gennaio vi è più bassa di ben 23 gradi, mentre le acque del suo porto sono ostruite per tre mesi dai ghiacci. Nello stesso tempo le acque di Murmansk, situata a 26 gradi di latitudine più a nord, sono per tutto l’anno navigabili. Quale è la causa di questa singolare differenza? Un ramo della corrente del Golfo costeggia il Capo Nord e va cosi a riscaldare il mare di Barentes, mentre le coste della Provincia marittima, di cui è capitale Vladivostok, vengono bagnate dalla corrente fredda proveniente dallo stretto di Bering. Così la Provincia marittima, pur trovandosi ad una latitudine relativamente bassa, ha inverni rigidi quanto quelli della Siberia orientale. Il clima dell’isola di Sakhalin, situata di fronte, è ancora più rigido e la corrente fredda vi provoca nebbie fittissime. Viene pertanto spontaneo pensare che si potrebbe attenuare l’inclemenza del clima sbarrando la via alle correnti fredde provenienti dall’Oceano Artico. L’idea non è irragionevole e rappresenterebbe in sostanza un ritorno all’antico, quando non esisteva lo stretto di Bering, e l’Asia era collegata al Nord America attraverso un solido istmo di terra. E’ significativo che il clima vi era mite, come nelle attuali zone temperate. Un mutamento geografico farebbe tornare l’antico clima. Non appena scomparsa la corrente fredda, la temperatura del Pacifico settentrionale salirebbe rapidamente al punto che Vladivostok potrebbe godere il clima di Abbazia o di Portorose. Secondo i Russi, capeggiati dal-i’ingegnier Davidov, una siffatta impresa è oggi attuabile. Essi propongono di costruire insieme con gli Americani un immenso sbarramento fra l’Alasca e la penisola dei Ciukci. Dal canto loro, ì russi ne costruirebbero un altro, più modesto, tra l’isola di Sakhalin e la costa siberiana. Una diga di quel genere offrirebbe, secondo i sovietici, anche un altro vantaggio: le potrebbe venir annesso un gigantesco impianto di pompe che riverserebbe nell’Oceano Glaciale Artico le acque più tiepide attinte dal Pacifico. Così i ghiacci in vicinanza delle coste, verrebbero respinti da un lato e dall’altro dello stretto di Bering, e sarebbe possibile navigare da Murmansk alla Siberia orientale. Non minore sarebbe il vantaggio per gli Stati Uniti, cioè per l’Ala-sca, che godrebbe di un clima temperata -e un’altra rotta marittima si aprirebbe così in direzione della baia di Hudson e della Groenlandia. Vera congiunzione tra l’URSS e gli Stati Uniti, la diga dello stretto di Bering sarebbe la più grande operazioni di chirurgia planetaria. Secondo i tecnici sovietici, due altri sbarramenti integrerebbero il riscaldamento della Siberia e ne consentirebbero lo sviluppo industriale: a ciò provvede il piano Davidov per la creazione di un mare siberiano nei bacini- del fiume Oh e Jenissei. Lo spunto per un’opera del genere è offerto da un fatto paradossale: le ingenti risorse idrauliche della Siberia non sono oggi sfruttate. I suoi fiumi, orientati dal Sud al Nord, sfociano nell’Oceano Glaciale. Ma 200 km. più a Sud, a quel deserto di gelo corrisponde un deserto di fuoco: le sabbie ardenti delle depressione turaniana, vasta quasi quattro volte la Jugoslavia, che si stendono fra il lago di Arai, il Mar Caspio e il lago Balkhash. Da queste constatazioni è sorta l’idea dell’ing. Davidov: fertilizzare le terre dell’Asia centrale mediante le acque sovrabbondanti dell’Ob e dello Jenissei, creando nel contempo una grande base di produzione dell’energia elettrica nella Siberia Occidentale. Un primo sbarramento, alto 78 metri, sorgerebbe sull’Ob, a valle della confluenza con l’Irtish. Esso inalzerebbe le acque del fiume di 60 metri, formando un serbatoio dalla superficie di 250.000 kmq., pari ai cinque sesti dell’Italia. Così nascerebbe il Mare di Siberia. Con il conseguente innalzamento del livello degli affluenti di sinistra dell’Ob, l’acqua defluirebbe nell’antico letto del fiume verso il lago di Arai. Il livello di quest’ultimo salirebbe di un metro e le sue acque, oggi salate, diverebbero invece dolci. Ma il contributo dell’Ob non sarebbe sufficiente ad irrigare la sterminata pianura siberiana. Verrebbe quindi sbarrato anche lo Jenissei a valle della confluenza con la Tungusca per innalzarne il livello di 80 metri e con un canale, lungo 90 km., i due grandi laghi, quello dell’Ob e dello Jenissei, verrebbero collegati tra di loro. Così, non soltanto l’area delle terre irrigate supererebbe i 25 milioni di ettari, ma per di più le centrali elettriche previste in corrispondenza dei vari salti di livello darebbero una quantità di energia pari a quella prodotta dall’Unione Sovietica nel 1949, ossia 82 miliardi di kWh. Inoltre il clima di tutta la regione ne risulterebbe mitigato e il limite della zona di gelo eterno (che passa a 300 km. a Nord del grande sbarramento sul- l’Ob) verrebbe in larga misura respinto verso settentrione. I grandi sogni scientifici tendono sempre più a diventare realtà operanti. Spesso piccole cause provocano grandi effetti! Al detto famoso di Pascal: «Se il naso di Cleopatra fosse stato più corto, la faccia della Terra sarebbe stata cambiata», lo scienziato moderno ne può contrapporre un altro: «Alzate qui una diga, scavate là un canale o una galleria, e il volto della Terra si trasformerà». L’avvento dell’energia atomica, le straordinarie possibilità dell’uomo consentono oggi di compiere tali miracoli. E nel caso concreto bisognerebbe partire dalla diga dello stretto di Bering. L’energia atomica, che oggi divide i due paesi, URSS e USA, potrebbe cooperare invece ad unirli in una grandiosa opera di pace e di prosperità. E i miliardi che si spendono per gli armamenti cpnsentirebbero la sua realizzazione. Mostra all’aperto sui grattacieli di New York PER VOI DONNE A base di plastica la casa moderna Una nota rivista italiana riportava recentemente un ampio servizio su quella che sarà la casa di domani. «La donna non sarà più schiava della casa», dicono i tre architetti intervistati in proposito. Carattere (dato dall’unità di tutti gli spazi nella casa), utilità (creata dalla trasformabilità e dalla capacità degli spazi), facilità (minima manutenzione e ingombro, massima meccanizzazione), civiltà (dipingere la cucina a diversi colori e metterla bene in vista), salubrità (con la massima aerazione e penetrazione del sole), felicità (tutte le pareti a colori vivi, con abbondanza di piante e fiori), gusto (arredamento moderno, leggero. Quadri, libri, dischi, riviste), riposo (niente illuminazione sfacciata, ma tutte luci dosate ed indirette), questi i punti fondamentali che, secondo Gio Ponti, professore alla Facoltà d’architettura ài Politecnico a Milano, caratterizzeranno l’abitazione moderna. Ma vediamo come Gio Ponti spiega questi otto elementi. «Unità degli spazi della casa vuol dire che non si deve più dividere lo spazio occupato dall’appartamento in poche o tante stanze separate da porte, servite da corridoi dove manca la luce e l’aria stagna. Nel progetto di questo appartamento ho abolito tutte le porte tranne tre (l’architetto si riferisce a un appartamento di 75 metri quadrati, superficie ideale per una famiglia media) e ho messo, per dividere gli ambienti, delle bellissime tende «modernfold», afoniche, scorrevoli e che si possono anche chiudere a chiave. Così si, possono avere ambienti chiusi a volontà e, nello stesso tempo, si può ottenere la massima unità e visibilità dell’appartamento. «Ed ora veniamo alla «facilità» della casa. In questo appartamento i pavimenti sono in materia plastica o in ceramica e si puliscono con uno straccio umido; niente più cera. Le pareti sono dipinte con vernici plastiche e così i mobili e le «modernfold» hanno coperture in flexa o in altre materie plastiche lavabilissime con acqua semplice; potete fare tutto candido senza paura. La manutenzione in queste case quasi non esiste. In materia plastica saranno gli apparecchi d’illuminazione; il riscaldamento sarà a pannelli nel IL CERCHIO— ROSSOÉ 0 DI E. WALLACE — Sono riuscito press’a poco a fare le stesse scoperte che ha fatto il povero Froyant — disse Parr. — Ho marciato, si può dire, sulle sue orme, cercando di sapere il più che potevo di Marei e delle sue furfanterie. Lei sa già che ha fatto parte di un’associazione di malfattori che operava in Francia, e che vi è stato condannato a morte insieme ad un suo compagno, che credo si chiamasse Lightman. Marei, lei può indovinare come, se la cavò; ma Lightman doveva essere giustiziato. Senonchè, per un errore del boia, l’esecuzione fu sospesa e gli fu commutata la pena. Fu mandato non so bene se all’Isola del Diavolo o a Caienna, certo in uno dei penitenziari; coloniali francesi, e vi morì. — Cioè ne evase — fece Yale tranquillamente. — Morì o evase la cosa* * per me non ha importanza — disse Parr. — Quello che smi premeva era di tener dietro a Marel. — Lei parla francese, signor Parr? — domandò Yale. — Certamente rispose l’ispettore. — Ma perchè me lo domanda? — O semplicemente perchè mi domandavo se lei poteva compiere le sue indagini da solo. — Parlo francese benissimo — disse l’ispettore asciutto, asciutto. — E Lightman è scappato . . . fece Yale, come se parlasse tra se. — E ora chissà dove si trova . . . Quando fu sul punto di uscire, Yale si rivolse all’ispettore: — A proposito, lei non è .il solo ad interessarsi degli affari di Marel. Poco fa, sul suo scrittoio, ho veduto un biglietto di Sandro Beardmore col quale le riferisce di aver trovato, tra le carte di suo padre, qualche cosa che riguardava quel disgraziato. Me lo immaginavo che suo padre avesse fatto delle ricerche anche sulla moralità di questo signor Marel. Ne faceva sempre e su tutto: era tanto prudente! Quel giorno Yale era invitato a far colazione coll’Intendente di polizia: Parr lo aveva saputo, ma non aveva provato alcuna invidia. In quel momento in cui aveva tanto da fare, principalmente per mettere insieme una specie di guardia del corpo per il Gabinetto, era ben contento che gli risparmiassero la seccatura di inviti del genere. Fu verso la fine della colazione che l’Intendente chiese a Yale: — Chi è quella ragazza laggiù? Ho notato che le ha sempre tenuto gli occhi addosso. — Quella ragazza? ... — disse Yale, voltandosi. — Ah ... è una signorina che si chiama Anna Drummond. Oh, guarda, guarda ... Se non mi sbaglio, il suo compagno è l’onorevole Raffaele Willings, uno dei membri del Governo minacciato dal «Cerchio Rosso». Poco dopo, mentre Yale era ancora seduto a tavola coll’Intendente, la fanciulla si alzò dal suo posto e, seguita dal suo cavaliere, attraversò speditamente la sala per uscire. Passando presso il tavolino di Yale, ella rispose al suo sguardo ironico con un grazioso sorriso e un piccolo cenno del capo, volgendosi poi a dare qualche spiegazione all’elegante signore di mezzà età che le veniva dietro. — Questa si chiama sicumera ... — borbottò Yale. La signorina Drummond era giunta all’ufficio solo da pochi minuti e si stava togliendo il cappellino, quando entrò il suo superiore. — Un momento, signorina — le disse questi. — Ho qualche cosa da dirle prima che riprenda il suo lavoro. Perchè si è allontanata dall’ufficio nell’ora della colazione, quando l’avevo particolarmente pregata di non muoversi di qui? — Perchè il signor Willings mi ha particolarmente pregata di andare a colazione con lui — rispose Anna, col più ingenuo dei suoi sorrisi. — Siccome è un membro del Governo, così ho pensato che lei, per il primo, se l’avrebbe avuta a male se io avessi rifiutato. — E come fa lei a conoscere il signor Willings? Ella lo guardò dall’alto in basso, con quel suo sguardo freddo e insolente che sconcertava. — Ci sono molte maniere di fare delle conoscenze: ci sono gli avvisi matrimoniali sui giornali, gli incontri al parco, le presentazioni. Io, al signor Willings, sono stata presentata. Yale cavò dal taschino un paio di banconote che depose sullo scrittoio. — Questo è il suo stipendio per la settimana in corso — disse freddamente. — Da oggi lei fnon è più al mio servizio. Ella spalancò gli occhi, meravigliata. — Lei mi. . .? Oh! E i suoi propositi di farmi cambiar vita? Parlava con tanta serietà, che egli per un momento rimase interdetto; ma poi rise. — Non è più possibile che lei si corregga, signorina — rispose. — O forse sì. Forse ci sarebbe ancora un mezzo per correggerla . . . La sua voce si 'era fatta insinuante, e si sarebbe detto che provasse difficoltà nel trovare le parole. — Cioè? . . . Me lo dica, per favore? — Sarebbe un uomo che la sposi. Quasi quasi sarei disposto io stesso a fare l’esperimento . . . La ragazza, seduta sull’orlo del tavolo, dondolava le gambe e rideva silenziosamente. — Quanto è buffo lei! — disse infine. — Ora sì che vi vedo il vero salvatore delle giovani pericolanti . . . Suvvia, signor Yale — aggiunse ^n un tono quasi serio — confessi che lei, con me, non ha voluto fare altro che un esperimento . . . -*• Insomma: io non sono innamorato di lei. E’ questo che vuol dire? MARILYN E LAURENCE all'ordine del giorno ,,Piu’ foto delle gambe : L’aereo trascontinentale proveniente da New York è giunto a Londra con 4 ore e mezza di ritardo. Nei locali dell’aereoporto londinese una piccola folla di giornalisti e di fotografi attorniava una pelliccia di visone. La pelliccia rivestiva una donna celebre, con un naso di Cleopatra: Vivien Leigh. Colui che faceva attendere questa stella era suo marito, sir Laurence Olivier. Brevemente, ma con una certa luce di ironia negli occhi chiari, Vivien Leigh rispondeva per l’ennesima volta a una domanda indiscreta: «Non siete sorpresa che sir Laurence abbia firmato negli Stati Uniti un contratto con Marilyn Monroe?» ■ — Affatto— ha risposto l’attrice. — Sono io che l’incoraggio. — Quindi — hanno incalzato i giornalisti, — è perfettamente normale per voi che Marilyn venga in Inghilterra a «girare» con vostro marito il film «il principe addormentato?» — L’essenziale è che mio marito faccia un buon film. — Cosa pensate di Marilyn Monroe come attrice? — E’ eccellente. — Perchè non avete accettato — è stata l’ultima domanda dei giornalisti, — di sostenere il principale ruolo femminile ne «Il principe addormentato?» — Perchè deve essere ricoperto da una americana. Marilyn svolgerà perfettamente questo ruolo. Poco dopo un grosso aereo depositava sulla pista sir Laurence Olivier in tenuta da viaggio, allegro « sorridente. Egli abbraccia la mo- ia alto é troppo eterea“ glie con molta grazia sotto il fuoco di fila dei flash fotografici. Queste foto e qualche amabile dichiarazione mettono fine al rumore sollevato all’annuncio dell’ingaggio dell’atomica bionda. * Giungendo a Londra Marilyn Monroe non ha mancato di usare al massimo il suo sex-appeal. E durante una serata in un famoso locale con gli Olivier, essa non si è affatto scomposta quando ad un tratto una delle bretelle del suo abito scollatissimo è saltata. Anzi, proprio in quel momento, s’è prestata con molta più grazia del solito alle esigenze dei fotografi. Ma dopo un centinaio di flash sir Laurence interveniva dicendo: «Più foto nelle gambe. A partire dalla cintola in su essa è troppo eterea.» La bionda attrice non ha mancato di sfruttare l’occasione per dichiarare seriamente che intende continuare gli studi drammatici per svilupparsi. Dal canto suo Laurence Olivier ha aggiunto: «Tutto ciò che Marilyn abbisogna è un po’ d’esperienza della scena. Ecco perchè essa intende prendere delle lezioni. E’ vero che l’affettuoso incontro di sir Laurence con la moglie Vivien Leigh ha messo a tacere molti pettogolezzi. E tuttavia i maligni non si rassegnano ancora a dimenticare che nel corso di una conferenza stampa a New York Marilyn Monroe ebbe a dichiarare: «Sir Larry è il mio idolo. «Molto ricordato è anche il telegramma che l’atomica bionda inviò a sir Laurence in viaggio per Londra: «Mi mancate già». IL TATUAGGIO fra criminali e GIAPPONESE collezionisti Senza dubio la gran parte degli uomini non ha mai visto un tatuaggio, nè sa pertanto di che specie sia e come si faccia. Nei Paesi bagnati dal mare non è tuttavia raro incontrare gente tatuata, per lo più marinai che fanno sfoggio sulla braccia e sul petto di ancore, velieri o delTimmagine della propria bella. Ciò significa che il tatuaggio è, se così si può dire, una tecnica di Paese lontani, che appunto i navigatori hanno introdotto e fatto conoscere in Europa. E’ infatti il Giappone la patria del tatuaggio, dove è diventata un’arte raffinata. Nelle società primitive dell’antico Giappone il tatuaggio aveva un significato sociale e religioso. Da magico e simbolico esso è poi diventato naturalista e la sua funzione è oggi puramente ornamentale: l’artista decora i dorsi umani come dipingerebbe un quadro. Ma non è lontano il tempo cui ì ladri giapponesi erano marcati sulla spalla di un marchio infamante. Ad ogni nuovo furto, un nuovo tatuàggio si aggiungeva ai precedenti, in modo da formare una vera e propria scheda giudiziaria. Così la pratica del tatuaggio, Originariamente onorifica, aveva finito per svilupparsi tra i fuorilegge, connettendosi, in certo modo, all’idea di iniziazione e di società segreta. Quando il Giappone cominciò ad occidentalizzarsi, una serie di disposizione intervenne a vietare questo costume, senza tuttavia riuscire ad abolirlo del tutto. In seguito il tatuaggio fu nuovamente tollerato e conserva ancora un particolare favore presso quegli individui che vivono al margine del codice penale. Le botteghe del tatuaggio fioriscono un po’ dappertutto in Giappone. In una specie di salottino, l’artista riceve i suoi clienti. Da molto tempo i temi del tatuaggio sono tradizionalnemnte fissati. Ai clienti viene presentato un campionario nel quale ognuno fa la sua scelta a seconda dei propri Calcolando che nelle diverse operazioni per radersi un uomo impiega 20 minuti e quindi una ora ogni tre giorni, alla fine di un anno la stessa persona avrà impiegato 131 ore e 4 minuti. Ammettendo che ciò venga fatto per quaranta anni consecutivi. — dai 20 ai 60 anni di età. — un uomo impiegherà in tale operazione 5256 ore, vale a dire 219 giorni che sono oltre sette mesi. Se si pensa che facilmente si vive anche più a lungo, si può affermare che un uomo passa circa un intero anno della propria vita con rasoio e pennello in mano. Non è una statistica curiosa? gusti e della somma che è deciso a spendere. L’artista disegna il motivo prescelto con un pennèllo sottilissimo di pelo di cammello. Questo -lavoro dura alcune ore. Poi viene incisa la pelle con aghi di forma e spessore vari; in questi solchi vengono poi iniettati i colori. Per un tatuaggio di una certa estensione sono necessarie anche più sedute. Si sa che tatuaggi famosi hanno richiesto il lavoro di 6 mesi ed anche di 1 anno. La parte più delicata del lavoro è l’incisione, piuttosto dolorosa. Un artista esperto non fa mai comunque sgorgare il sangue: si limita ad incidere la pelle quel tanto che basta a trattenere il colore. Fatto ciò, egli dà libero corso al suo estro: dalla sua abilità nella distribuzione dei colori dipende la riuscita dell’opera. I particolari sono talvolta così minuti che per apprezzarne tutto il pregio bisogna far ricorso ad una lente di ingrandimento. Naturalmente il tatuaggio si paga a pronta cassa, e cioè prima che il lavoro abbia inizio. L’artista vuol essere certo di poter portare a termine l’opera iniziata: immaginate un tale che abbia ordinato l’effige di una donna e quando si tratta di riprodurre la testa non ha più soldi per pagare l’artista! Interessante è che i tatuati di Tokyo hanno sentito il bisogno di riunirsi in un’associazione di categoria, in una specie di sindacato con un tanto di problemi e di diritti da far valere. Le riunioni vengono tenute in un bagno pubblico, anche perchè dopo un’immersione in acqua calda i colori dei tatuaggi spiccano più vivamente. Ricoperti di figure di draghi, samurai, serpenti e belle donne i tatuati si siedono poi a discutere i problemi della categoria. Non potevano mancare naturalmente in questo mondo i collezionisti e le quotazioni di borsa e di borsanera dei tatuaggi. Nella capitale nipponica esiste addirittura un museo dei tatuaggi, quello dell’Università. Un giorno, fra gli altri visitatori, c’era un soldato americano, il quale all’improvviso strappò da una parete una pelle tatuata e si dette alla fuga. La polizia lo trovò mentre stava vendendo il tatuaggio a un «antiquario». L’animatore del complesso fenomeno del tatuaggio, e come costume e come cosa d’arte e di commercio, è il dottor Fukushi, dell’Università di Tokio. Egli è il più grande esperto del mondo in materia di tatuaggi e la sua attività consiste quasi esclusivamente nel catalogare, in speciali sedute nei bagni pubblici, tutti i possibili ta- NON RIPOSA PIU' l’instancabile Chariot Durante la conferenza stampa concessa recentemente da Charlie Chaplin a Londra, il popolare attore appariva di ottimo umore. Chariot sta lavorando alla realizzazione di un nuovo film il cui titolo sarà «Re a New York». La sceneggiatura del film è ormai quasi completa; naturalmente, la cura l’attore stesso che, come quasi in tutte le sue pellicole, sarà allo stesso tempo soggettista, sceneggiatore, protagonista, autore della colonna musicale e regista del lavoro. Al suo fianco lavorerà l’attrice Dawn Adams scelta «perchè è una attrice inglese con un accento americano», cosa che crea meno complicazioni in un mondo che ne ha già di molte ...» — ha detto Chariot. Il film sarà girato in Europa («Non in America» là mi scotennerebbero . ..») e le scene newyorchesi saranno riprese con trasparenti e con la ricostruzione nei teatri di prosa. Il sovrano ip esilio, protagonista del film, si vede oggetto di un’inchiesta per attività «antinzionali» perchè, una volta perso il regno, cercò di indirizzare le ricerche atomiche del suo paese lontano dagli usi di guerra e a favore di impieghi pacifici. Quanto basta per essere sospettato di «comuniSmo». Si ritiene probabile che la pellicola non verrà proiettata in nessuna parte dell’America. Alla domanda dei giornalisti che volevano sapere se era per ragioni politiche o per il «messaggio» che il film contiene che l’America non avrebbe visto il «Re a New York», Chariot ha risposto: «Se vi saranno ragioni politiche non saranno state volute da me. lo non ho nulla contro l’America. E nemmeno ho dei «messaggi»: non sono un propagandista, e non credo alla validità dei drammi impostati su un motivo politico. Uomini ben più grandi di me si sono adoperati a trasmettere questi messaggi. Ogni volta che ad una immensa tragedia, ad esempio una guerra, ci mette in ginocchio, l’umanità si leva dalle rovine, e le menti migliori affermano «avremmo dovuto agire così». Purtroppo mai questi messaggi dei pochi sono riusciti ad influenzare i molti. Io non ho intenzione di trasmettere messaggi, ma semplice-mente di far sì che la gente rida, o almeno sorrida». Ai giornalisti Chariot ha dichiarato che non intende ritornare più in America. Il film non sarà nè a colori nè in cinemascope, ma semplicemente in bianco e nero. Entro due mesi, il primo colpo di manovella. tuaggì che gli capitano sotto gli occhi. Quando poi ha notizia che il possessore di un dato tatuaggio interessante è morto o sta per abbandonare questo mondo, il dott. Fukushi fa di tutto per entrare in possesso delle pelle. Egli ha anche una sua collezione privata, proveniente per la maggior parte dalle spoglie di famosi gangsters. Poiché talvolta costoro periscono in scontri con la polizia, parecchie pelli della sua collezione hanno dei buchi che non li ha prodotti il cacciatore. Il dott. Fukushi non è mai tranquillo quando vede uscire da una bottega del tatuaggio un esemplare magnificamente riuscito. Ha sempre paura che debba perderne la tracce. Uno dei più notevoli esemplari della sua collezione apparteneva a un operaio di Faga-yawa, morto in un ospedale nella più completa indigenza. «Per tre settimane di seguito — ama raccontare il bizarro collezionista — gli portai due uova al giorno e riuscii a convincerlo a lasciarmi in eredità la sua pelle in caso di morte. Poco dopo egli mori.. . Una vera occasione, per quel prezzo!« LA TV IN JUGOSLAVIA . jg. |MÌ Ih lp j-SranHK I tatuati di Tokyo, la maggior parte dei quali appartiene alla malavita — essendo il vezzo di tatuarsi diffuso particolarmente tra i gangsters — hanno fondato di recente un sindacato, una specie di associazione di categoria al fine di difenderè adeguatamente i loro «diritti». Sede della loro associazione è un bagno pubblico. La foto mostra il più grande specialista del mondo in tatuaggi mentre ammira degli esemplari preziosi. «Egli acquisterà queste pelli dai loro possessori per usarle, dopo la loro morte, come preziosi cimeli della sua ricchissima ma macabra collezione. tal Quando avremo !a televisione anche in Jugoslavia? Questa è un po’ la domanda del giorno, in particolare nella nostra regione e a Zagabria, dove è possibile la ricezione, rispettivamente, del programma italiano ed austriaco. Finora non ci sono state dichiarazioni ufficiali in proposito, ma si sa che l’Istituto per l’elettrotecnica di Lubiana ha dedicato da tempo tutto un settore alla studio della TV. Qui si affrontano i problemi televisivi e in particolare la possibilità di produrre ricevitori TV. Sembra che questi tentativi siano stati coronati da un certo sucesso. Esiste poi a Belgrado un centro tecnico limitato per ora a studiare le caratteristiche delle emittenti televisive. Radio Zagabria possiede infine un proprio piano, anch’esso allo stato sperimentale benché, come idea, in fase più avanzata. Secondo i tecnici di Radio Zagabria un minuto di programma, ove fosse realizzabile, verrebbe a costare attualmente 17 mila dinari, cioè qualcosa come 400 milioni di dinari all’anno per una ora al giorno di emissione. Le attuali possibilità finanziarie non consentono simile sforzo; e, d’altra parte, mancano i necessari costosissimi studi un quadro tecnico adeguato e una serie d’altre cose di non minore importanza. f Ciononostante a Radio Zagabria, che ha dedicato una propria sezione ai problemi della TV, si è del parere che qualcosa si possa fare, sfruttando in primo luogo l’attuale rete dei ponti radio. Radio Zagabria è appunto collegata con ponti radio con le stazioni di Spalato e Fiume. Ora — si dicono i tecnici — se accanto alle installazioni dei ponti radio mettessimo le necessaria apparecchiature per il trasporto dei programmi televisivi, ecco che saremmo in grado di ricevere nella gran parte della Slovenia e della Croazia le emissioni italiane e austriache. Non solo; attraverso queste due reti straniere, le regioni suddette verrebbero collegate anche in eurovisione. Ove si mettessero in collegamento i ponti di Radio Zagabria con quelli di Radio Belgrado, sempre che presso di questi ci fossero le necessarie installazioni TV, l’intera Jugoslavia potrebbe essere collegata in eurovisione. Naturalmente una cosa così non potrebbe soddisfare che per breve tempo, cioè fino a quando non si fosse formato un quadro tecnico nazionale. Solo allora si passerebbe ad emettere un programma nostro. Stando così le cose è augurabile che i tecnici di Lubiana, Zagabria e Belgrado uniscano le proprie forze in un centro unico che coordinasse tutte le iniziative legate all’introduzione della- televisione. ■ ■■«■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■»« SPORT LOCALE CAMPIONATO JUGOSLAVO DI CALCIO marcii abbinata dei due belgradesi fus°ida mRmstma LA Crvena zv. CLASSIFICA 14 8 6 0 26:9 22 che meritata SARAJEVO — HAJDUK 1:0 (1:0). Partizan 14 10 2 2 36:17 22 — Là partita è sitata decisa dopo Radnički 14 8 3 3 36:22 19 appena un minuto di gioco, sul pri- Velež 14 6 4 4 27:22 16 mo calcio d’angolo della giornata. Sarajevo 14 7 2 5 23:24 16 Sul tiro dalla bandierina la sfera Dinamo 14 6 3 5 23:24 15 perveniva a Novo, il quale, mal- Vojvodina 14 4 6 4 29:22 14 grado la convulsa mischia in area Budućnost 14 5 3 6 23:28 13 spalaltina, è riuscito a trovare lo Hajduk 14 5 2 7 25:24 12 spiraglio verso- la rete del pu-r bra- Spartak 13 4 4 6 21:27 12 vo Vidič. A nulla sono valsi i ri- BSK 14 3 4 7 22:27 10 pètuti tentativi d-aU’Hajduk per ri- Željezničar 14 3 4 7 12:26 10 portarsi in parità. Zagreb 14 4 0 10 25:27 3 VELEŽ — RADNIČKI 3:1 (3:0). Proleter 14 3 1 10 19:53 7 Anche il mito Radnički è caduto, e Dopo due mesi e mezza di meri- malamente, contro l’ottimo Velež, il quale ha messo k.o. gli avversari hanno fatto domenica, trionfale rientro negli -stadi, per iniziare le fatiche dal girone di ritorno del campionato di prima- toga. Drvena zvezda e Partizan, le due capolista della classifica, non sono venute meno alla tradizione ed hanno battuto- i rispettivi avversari p-i-ù 0 meno facilmente, mantenendo cosi intatta 1-a possibilità- di vittoria. La prima vi.ttim-a dei girone di ritorno è il Radnički, il quale, partito con ambiziosi propositi, è caduto malamente a Mostar contro il Velež, -staccandosi di tre punti dai due capolista. Lieta sorpresa iinveoe quella della Dinamo che, con- un partita- franca ed intelligente, è riuscita a carpire a Belgrado diue preziosi punti contro- il BSK. Il detentore del titolo H-ajd-uk, nonostante il lungo riposo, non è riuscito a- riprendersi. A Sarajevo ha infatti dimostrato di esserle sempre privo dii quel mordente e di quella combattività che Ianni addietro lo resero celebre. La Vojvodina, la squadra dei quattro nazionali, si è presa una meritata e netta rivincita contro il Železničar -di Sarajevo, il quale ha dovuto fa-r ritorno a casa con tre goal nel sacco. Irta di difficoltà s'i presenta- invece- la strada del Proleter, il quale, dovendo scontare ancora giorni dii squalifica, è costretto a- regalare 1 due punti alle proprie avversarie senza- giocare. Dopo la prima giornata di ritorno le posizioni appaiono già chiare: Crvena zvezda e Partizan candidate -alla vittoria finale, Z-agreb e Proleter alla .retrocessione. Eccovi ocra dei -brevi cenni di cronaca sui singoli, incontri: DINAMO — BSK 2:1 (2:1). — A Belgrado, davanti ad oltre 20.000 spettatori i blu di Z-agabria, capitanati da -un Horvait sempre in gamba, hanno portato via a-1 BSK due preziosi punti, pur non essendo -stati -la -migliore squadra in campo. La Dinamo ha preso il BS-K alla .sprovvista, centrandolo du-e volte consecutive in apertura di giogo con due precisi e micidiali colpi di -testa meslsi a segno da Prelčec al 3’ e 8’ di gioco. Allo sìcadere del primo tempo il BSK riusciva a dimezzare lo svantaggio con un gol di Ssnauer. Nella ripresa la difesa della Dinamo resisteva a (tutte le offensive degli attaccanti belgradesi. PARTIZAN — ZAGREB 2:1 (0:1). Poco è mancato perchè il pericolante Zagreb non procurasse la più grande sorpresa della giornata con una vittoria contro il Partizan. L'undici di Zagabria ha infatti tenuto duro sino alla mezz’ora del secondo tempo, quando è stato irrimediabilmente superato dagli attaccanti del Partizan, i quali, dopo essersi per lungo tempo persi i-n azioni senza effetto, sorto riusciti a trovare per due volte la. via della rete. Il Partizan, che per la verità è stato migliore tornito nel primo quanto nel secondo tempo, si è visto violare la rette da Firm al 43’ del primo tempo. Nella ripresa riusciva dapprima a pareggiare a-1 21’ con Zebec ed a segnare poi la rete della vittoria con Milutinovič al 26’. CRVENA ZVEZDA — BUDUĆNOST 2:0 (2:0). — Con due goal realizzati a-1 14’ del primo tempo da Mitič ed al 19’ da Toplak, la Crvena zvezda sii è assicurata il comando dèlia classifica per un’altra -settimana. La vittoria dei belgradesi, tra i quali ha debuttato a fuairéia della rete Beerà, è stata più già -nel primo tempo con un temo secco d'i Mujič, che ha segnato al 7’ 19’ e 25’. Il Radnički ha dovuto accontentarsi del punto d’onore, realizzato al 31’ della ripresa da con Vukelič. VOJVODINA — ŽELEZNIČAR 3:0 (2:0). Davanti ad oltre- 10.000 spettatori la Vojvodina è riuscita a prendersi una meritata rivincita per la sconfitta subita in apertura di campionato a Sarajevo. I padroni di casa si Sono portati in vantaggio sin Idal 2’ di gioco per merito di Rajkov. Lo stesso giocatore raddoppiava il vantaggio al 43’ Nella ripresa la Vojvodina segnava la terza ed ulitima ret-e al 15’ SPARTAK — PROLETER 3:0 p.f. Giovedì scorso si sono riuniti a Capodistria i rappresentanti dei tre club sportivi attualmenti esistenti in città per discutere sulla proposta di unire e costituire una società sportiva unica, composta da tante sezioni, quanti sono i rami di attività. I rappresentanti del club calcistico Capodistria, del club di can-nottaggio Nautilus e del club ciclistico Proleter si sono trovati d’accordo di fondere i tre sodalizi e costituire a Capodistria un’unica società sportiva. Dopo l’approvazione della proposta sulla costituzione della S. S. Capodistria, si è discusso sulla sua attività fu- CAMPIONATO ITALIANO DI CALCIO I viola virtuali campioni LA Fiorentina CLASSIFICA 20 13 7 0 40:14 32 tubo da Frizzi, Gors-o accorciava le distanze e 8 minuti d-opo ancora po. Bellissima azione d/i Giulinio che -serve Virgili il quale realizza. Milan 20 11 4 5 48:27 26 Corso ha sviluppato un’azione in La Fiorentina perviene alla se- Torino 20 9 5 6 25:22 23 profondità servendo Piataii-n che ha conda segnatura al 24’ con Virgili Roma 21 7 8 6 30:28 22 deviato imparabilmente il gol del su passaggio di Montuori. Due un. Sampdoria 20 S 6 6 29:27 22 pareggio. nrt dopo la *.-:rza rete de. viola Spai 21 8 G 7 27:26 22 BOLOGNA — PRO PATRIA 6:1 su azione Montuori-Giulinio con Inter 20 9 3 8 34:24 21 (5:0). — Sul terreno asciutto i gio- conclusione finale di Gratton. Napoli 21 7 7 7 33:30 21 catori rossoblu hanno dimostrato TORINO — JUVENTUS 2:0 (1:0). Lane Rossi 20 19 6 5 20:19 21 di trovarsi a proprio a-gio e con un — Il Torino, dopo sette anni, è riu- Juventus 21 6 9 6 18:25 21 gioco veloce e penetrante, spesso scito a -concludere con successo u,na Atalanta 20 9 2 9 41:40 20 affidato alle ali, hanno avuto ra- partita diretta, fra rivali cittadine. Padova 20 9 2 9 29:30 20 gione facilmente della fragile di- La partita è Stata vivace nel pri- Lazio 20 6 7 7 22:24 19 fesa bustocca. Pivateilli, Paiscutti e mo tempo coin qualche azione di- Genoa 21 8 3 10 34:37 19 Ra-nd-on hanno segnato due reti cia- screta; e betn posta. IH Torino è an- Triestina 21 6 7 8 15:28 19 scuno. La Pro- Patria ha ottenuto dato in vantaggio al 36’ del primo Novara 21 5 8 8 26:28 18 :ii goti della bandierina al 15’ del tempo dopo u-ntepertura a sinistra Bologna 20 6 2 12 37:38 14 secondo- tempo con La Rosa. operata- da Sentimenti III e con- Pro Patria 21 1 5 15 18:66 7 FIORENTINA — INTERNAZIONA- clusa da Bertoloni c-h>e ha messo ATALANTA — GENOA 2:0 (1:0). — Ga-ra aperta e veloce fi-no agli ultimi istanti. Dopo aver colpito i p-ali con Garcia e Annova-zzi al 16’ e al 22’. del primo tempo, l’Ata-ia-nta è andata in vantaggio a-1 36’ su azione di Angel-eri. Beeattiim ha deviato di pugno un pallone- entro l’area di rigore. L’arbitro ha indicato prontamente il dischetto bianco e Bassetto ha trasformato la masisi-ma punizione. Nella ripresa nu-ova partenza velocissime diall’A-talamta -che è pervenuta al gol già al primo minuto con Annov-azzi. Al 14' -su azione di calcio d'angolo bat- LE 3:1 (1:1).. — Le due squadre si sono presentate quasi al complèto. Fra i viola è rientrato Giulinio, mancava Rosetta. DellTniter ha fatto rientro V-olanthèn, ma mancava Giaeomazzi. La gara ha presentato due fis-anomie, di-verse nei due tempi. Nel primo tempo, anche se terminato in parità, si è registrata una superiorità di azione dei nero-azzurri. Nella ripresa invece il predominio è sta-t-o dei viola. I nero-azzurri hanno: segnato al 38’ con Lorenzi, che, intercettato u-n passaggio di Skogl-und, batte Torros sulla sua destra. -La Fiorentina, pareggia al-lo scadere d-el tem- HOCKEY SUL fcfflACCIO TRIONFI DHL PARTIZAN Belgrado è stata il centro degli sport invernali subito dopo le O-limpiadi di Cortina. Infatti tutte le maggiori riunioni, in particolar modo quelle dì hockey, si sono svolte nella nostra capitale. E la squadra più attiva è stata quella del Partizan, che, dopo una breve tournée all’estero, ha ospitato alcune fra le più note squadre dì Ungheria e Germania. Contro ambedue, e precisamente Kinjiži e Bad Telz, la squadra belgradese ha vinto nettamente, imponendosi all’attenzione dei tecnici, i quali le prevedono un radioso avvenire, non inferiore a quello dei calciatori. Dopo tre anni di esperimenti il Partizan è infatti riuscito quest’anno a mettere in piedi una squadra di hockey su ghiaccio da poter misurarsi, senza per nulla sfigurare, anche contro le formazioni che in Europa vanno per la maggiore. Giovedì scorso lo stadio del ghiaccio Tašmajdan ha visto all’opera il Bad Telz, una delle migliori della Germania Occidentale. I tedeschi, che il giorno prima avevano battuto facilmente la Crvena Zvezda per 11:5, si sono presentati al pubblico, valutato ad oltre 6.000 unità, con una sicurezza tale, da farli passare subito per grandi favoriti. Malgrado il ruolo di outsider, il Partizan non si scomponeva, e non appena 1,arbitro dava il segnale dell’ inizio si portava sotto la porta dei tedeschi. Questo suo slancio veniva premiato da due gol segnati entrambi da O’Niel. Nel secondo tempo, era O’Niel che portava a tre i gol di Ridelsheimer. Per nulla impressionati, i belgradesi insistevano nel loro gioco, riuscendo a segnare altri tre gol con O’Neil, Reno e Pelc. 6:1 era cosi il risultato finale dell’atteso incontro, che è servito al Partizan per farsi un nome in campo internazionale anche nello sport del hockey su ghiaccio. GIRO DE EUROPA DUE TAPPE in Jugoslavia Sabato scorso gli organizzatori del girò ciclistico di Europa per dilettanti hanno comunicato, a Parigi, che le prime due tappe di questa interessante competizione ciclistica europea avranno luogo in Jugoslavia. Dopo essersi abboccati con il corap. Stjepan Ljubič, membro dell’esecutivo della Federazione ciclistica jugoslava, gli organizzatori hanno stabilito che il Giro di Europa avrà inizio a Zagabria l’8 agosto. La prima tappa si disputerà sul percorso Zagabria—Novo mesto—Ljubljana, per un totale di 155 km, mentre la seconda sarà disputata sul tracciato Ljubljana—Nuova Gorizia, per un totale di 110 km. Il Giro, che verrà suddiviso in 11 tappe, si snoderà attraverso la Jugoslavia, l’Italia, la Francia, il Belgi« e l’Slamda, in rete a porta vuota. A tre minuti dalla fine su azione Amtoniotti e Buhtz, conclusa da quest’ultimo, il Torino realizza 1-a seconda rete. PADOVA — LANE ROSSI 3:1 (1:1). — Il Padova ha raggiunto la vit-tori-a a pochi minuti dalla fine e proprio nelle ul-timie bàttute della "partita -il successo dei locali ha assunto ampie proporzioni. Il Padova-, dopo esser riuscito a resistere agli attacchi degli ospiti, ha segnato per prim-o al-1’8’ quando Piu-menlto riusciva a battere Sentimenti IV spiazzato le coperto dai numerosi giocatori ammassati neli’a-rea. Il pareggio è giunto a-1 22’ per merito di Campana che con bella azione personale ha violato la rete padovana. La gara nel-la ripresa sembrava destinata ad un risultato -di parità ma al 38’ u-n-’improv-vi&'a azione di Parodi portava il Padova in vantaggio-, poi a-1 41’ un fallo di Giarolli, fatto in area, è stato punito 'dall’arbitro con la massima punizione che Moto con facilità ha realizzato. ROMA — NOVARA 2:1 (1:0). — La Roma è andata in vantaggio dopo -soli 6 minuti di gioco con un tiro del centro àvanlti Pren d-al limite -dell’area di rigore. All’inizio della ripresa il Novara ha potuto raggiungere i-1 pareggio con un tiro angolato dell’ala destra Massai da una decina di metri. La Roma ha poi premuto a lungo ed è ritornata definitivamente in vantaggio al 27’ su azione impostata da Giuliano- -e conclusa da Ghiggi-a con un acrobatico -tiro di testa imparabile. SAMPDORIA — LAZIO 1:1 (1:1). — La Sampdoria apparsa stia-nca pur avendo dominato per due terzi dell’incontro non è riuscita a passare per mancanza di penetrazione d-ell’a-t-tacco. I blu-cerchiati sono andati in vantaggio al 22’ s-u punizione tirata da 20 metri da To-ntul. Cinque minuti dopo il pareggio d-ei-l-a Lazio ottenuto da Vivalo -su -calcio di rigore che l’arbitro aveva concesso per un pallone tirato da Be-ttini e rimbalzato su un braccio *dii Chiiapin. NAPOLI — MILAN 2:0 (0:0). — Il Napoli d-opo oltre quattro mesi è ritornato al successo al Vomero con due ret-i realizzate nel primo tempio -e -segnate entrambe da Vinicio al 25’ e al 31’. TRIESTINA — SPAL 3:1 (2:0). — Hanno -segnato nel primo tempo Brighemti a-1 15’ e Paslsarin al 17’. Nulla ripresa, Dido p«r la Spai al S’ e Barifo al !•’. tura, mettendo particolarmente in rilievo la necessità di costituire quanto prima, oltre alle sezioni già esistenti, pure sezioni di nuoto, pallamano, pallavolo e tennis da tavolo. Alla fine della laboriosa riunione è stato eletto un comitato provvisorio di 11 membri, il quale dovrà elaborare il nuovo statuto sociale, dopo di chè verrà convocata l’Assemblea costitutiva. Il comitato sl e costituito immediatamente ed ha eletto a primo presidente della società il comp. Benčič Stane, deputato popolare al Consiglio federale dei produttori. MANTENERE LA TRADIZIONE BUIE. — Si è svolta a Buie l’assemblea annuale del Club calcistico locale, alla quale è stata analizzata la possibilità di continuare la partecipazione al Campionato calcistico istriano. E’ stato criticato l’operato della vecchia direzione che nella vana caccia ai punti e al piazzamento in classifica ha forzato la partecipazione dei militari nella prima squadra, che si è trovata,con la partenza degli stessi, ad avere solo quattro titolari. La nuova direzione orienterà la propria attività particolarmente sulla gioventù locale in modo da trarne ottimi auspici per il futuro. RINVIGORIRÀ’ L’UMAGO? UMAGO, marzo. — L’ex distretto di Buie possedeva nella squadra umaghese un ottimo rappresentante nella attività calcistica, come lo testimonia lo scudetto istriano conquistato nella stagione 1953-54 dall’undici umaghese. Successivamente la squadra si é trovata dinanzi a difficoltà insormontabili ad incomprensioni, così che nella stagione 1955-56 ha dovuto lottare, assieme al Buie, per la permanenza nel campionato. La qualità scadente della compagine, come anche la cattiva organizzazione del lavoro nel club, hanno messo sul forse la sua ulteriore partecipazione all’attività calcistica ufficiale. Alla recente assemblea annuale, alla quale hanno presenziato anche i rappresentanti del potere, è stato un po’ analizzato il passato. E’ stata decisa la costruzione degli spogliatoi, dato che sino ad oggi i giocatori dovevano spogliarsi o all’aperto 1 o in una casa privata nei pressi del campo. Da parte dei rappresentanti del potere e delle aziende sono state promesse facilitazioni per quanto riguarda l’occupazione dei giocatori che vorrebbero trasferirsi ad Umago. L’allenamento della squadra è stato affidato all’ex quarnerino Vukelič. Campionato jugoslavo di scacchi Domani si concluderanno a Skoplje i campionati jugoslavi di scacchi. A due giornate dalla fine la classifica non è ancora chiara. Teoricamente ancora tre, ma praticamente ancora due sono i giocatori che lottano per la conquista del massimo titolo nazionale. Questi sono i grandi maestri Gllgorić e Matanović, i quali comandano la classifica a pari merito con 12,5 punti, davanti al terzo grande maestro Ivkov, che ha 11,5 punti. Matanović dovrà ineontrare nelle due rimanenti giornate ancora Djaja e Pire, dai quali non può sperare di ricavare più di un punto e mezzo. Gligorié, contro Tomo-vie e Udovčić può conquistare 1,5 o 2 punti. Con due vittorie egli avrebbe il titolo in tasca sempre che lo scorbutico Udovčić lo permetta. Direttore LEO FUSILLI Vicedirettore responsabile MARIO BARAK Stampato presso Io stabil, tipograf. »JADRAN« Capedistria