SETTIMANALE DELL’UNIONE ANTIFASCISTA ITALOf- SLAVA Anno I - N. 8 CAPODISTRIA, 2 dicembre 1945 _______Prezzo Lire 4.— Italiani e croati deiristria riconfermano con le elezioni nei Comitati Popolari la volontà di difendere le mete delia lotta di liberazione PIÙ DEL 90% DELLA POPOLAZIONE ACCORSA ALLE URNE Domenica 25 novembre tutto il popolo dell’Istria Croata è andato alle elezioni. Non è stato un atto di ordinaria amministrazione come potevano essere considerate le elezioni in altri giorni, o una lotta fra popolo e popolo diviso in partiti. Tutti gli osservatori sono concordi nell’affermare che si è trattato di una manifestazione unanime di entusiasmo. Non poteva essere diversa-mente. Chi aveva partecipato alla lotta, chi sino dal primo giorno aveva compreso lo spirito che in essa aveva animato il popolo, chi aveva animato il popolo; chi aveva seguito passo per passo il meraviglioso evolgersi dell’Idea nuova nella massa, man mano che la sua forza cresceva, non poteva dubitare prima delle elezioni e non si meraviglia oggi. * II Quanti potevano sperare in una astensione della massa dalle elezioni erano solo quelli che si erano tenuti sempre lontani dal popolo o meglio ancora.dai quali il popolo si era definitivamente allontanato. Quale infatti è stata la propaganda che essi hanno fatto prima delle elezioni? Quale linguaggio essi hanno tenuto al popolo? Lo invitavano ad astenersi dal voto, ma che cosa promettevano in compenso? Quando tutto il paese era distrutto hanno dato essi il loro aiuto disinteressato per la ricostruzione? Hanno mai con una sola parola fatto pensare al popolo quale sarebbe stata la sua vita sotto di loro? Il popolo non conosceva i loro nomi, o quelli che conosceva gli ricordavano un triste passato. Nessuno di essi nel periodo delle massime sofferenze, quando il tedesco ed il fascista percorrevano da padroni la terra gli ha detto una parola di speranza, di incoraggiamento che gli potesse dare fiducia in una futura libertà e che lo spingesse a combattere, a ribellarsi anziché aspettare passivamente ogni sopruso. Era naturale che il popolo non ascoltasse le voci di quelli che gli erano sempre stati nemici, che lo avevano sempre trascinato nella via del disonore e della schiavitù. In tutti i villaggi, croati ed italiani il popolo è accorso in massa alle urne per affermare la propria volontà di difendere e rafforzare il potere popolare. A Buie ha votato il 83% della popolazione. A Pinguente più del 94%; nel distretto del Carso il 100%; nel distretto di Parenzo il 93%; ad Abbazia il 97%; e così in tutti i distretti. LA POPOLAZIONE DEL NOSTRO DISTRETTO celebra solennemente la ricorrenza del 29 Novembre e saluta la nuova Repub-blica Federativa Democratica Jugoslava Noi vogliamo vivere in questo stato, retto in forma repubblicana dove i popoli sono veramente liberi e fra loro uguali, perchè solo così vediamo garantito lo sviluppo economico, culturale e sociale della nostra Regione. Griovedi 29 novembre in tutti i più grandi centri del nostro distretto si sono svolte solenni manifestazioni per la celebrazione del II anniversario della II Sessione del Consiglio Antifascista di Liberazione Nazionale della Jugoslavia, svoltosi nel 1943 a Jajce nella Bosnia. La data storica in cui gli esponenti del movimento di Liberazione Nazionale della Jugoslavia con a capo Tito deliberavano di prendere nelle proprie mani la sorte del paese fino a quando il popolo liberamente non avrebbe avuto la possibilità di esprimersi per una o T altra forma di governo, ha anche per il nostro popolo una importanza di primo or dine. Senza le grandi deliberazioni dell’AVNOJ forse anche nella Jugoslavia come in altri paesi i popoli non avrebbero potuto godere i frutti dei loro sacrifici, non avrebbero potuto liberamente esprimersi l’il novembre per la Repubblica, per il Maresciallo Tito. Tutti i punti del programma allora tracciato dal Consiglio Antifascista di Liberazione Nazionale della Jugoslavia sono stati realizzati, dalla libertà del popolo di sciegliersi il proprio governo, alla riforma agraria, alla espropriazione dei beni dell’ occupatore e dei fascisti interni. Anche quello della incorporazione alla Jugoslavia di tutti quei fratelli jugoslavi che dopo la prima guerra mondiale erano stati strappati dalla propria patria si realizzerà perchè non solamente i popoli della Jugoslavia vogliono questo, ma trovano in questo l’appoggio di tutte le forze democratiche del mondo e perchè questo decisa- mente chiedono tutti gli abi tanti della Venezia Giulia. Da tutti i centri del nostro distretto sono stati inviati telegrammi e lettere di felicitazioni al Maresciallo Tito ed al nuovo Governo Jugoslavo, esprimenti la volontà del nostro popolo di voler vivere nella nuo va Repubblica Federativa Democratica Jugoslava. LI m DEL MIE praonico nelle elezioni in Bulgaria Il ministro degli affari esteri della Bulgaria, Petko Stajnov, in una conferenza stampa con giornalisti stranieri ha reso noto i risultati ufficiali delle elezioni. In Bulgaria avevano diritto al voto 4,378.314 persone. In tutto hanno partecipato alle elezioni 3,757.796, cioè T860/o-Dal numero complessivo dei voti dati, il Fronte Patriottico ha ricevuto 3,311.962 voti, ciò che rappresenta l’88% dei voti. Richiesto sulla linea politica del Fronte Patriottico dopo la vittoria alle elezioni il ministro ha detto che il governo bulgaro continuerà con l’attuale politica di sempre maggior legame alle grandi potenze e rafforzerà la pace e il nuovo, sano e democratico ordine nei Balcani. J3a popolazione di Grocebianca al ^Maresciallo TBito nella ricorrenza del 29 Novembre „Al Maresciallo Tito - Eroe Nazionale della Jugoslavia „Celebrando solennemente la ricorrenza del secondo „anniversario della II Sessione del Consiglio Antifascista „di Liberazione Nazionale della Jugoslavia, la popolazione „di Crocebianca (Pirano) vuole esprimervi tutte le felicitazioni e la grande ammirazione perchè come presidente „del Consiglio avete guidato i popoli della Jugoslavia non „solo alla vittoria militare contro le forze nazifasciste, „ma anche alla grande vittoria nel campo politico contro „tutti ì tentativi della reazione di impedire la realizzazione „delle mete che i popoli si erano prefissi". „In questo giorno che vede nascere la nuova Re* „pubblica Jugoslava, garanzia dello sviluppo e del „benessere dei popoli che in essa convivono, Vi esprimiamo „ancora la nostra volontà di voler vivere affratellati ed „uniti ai compagni di lotta, ai popoli jugoslavi nella Vostra „Repubblica Federativa e Democratica". „Morte al fascismo! Libertà ai popoli!" LA POPOLAZIONE DI CROCEBIANCA L’UAIS è II Fronte Unico Popolare della j | Regione Giulia. ISCRIVETEVI, RAFFORZATELO, j *____ Certi giornali... Il cliché che riproduce l’articolo di un giornale torinese, dice molte cose, rispecchia lo spirito di certi giornali italiani. Ai lettori, che tanto avidamente si cibano di panzane mal apprestale da scrittori volontari o incoscienti, al servizio di gerarchi spodestati, di oscuri manovratori pregni ancora di mistica fascista e di ìiazionalismo assassino, a questi lettori, che ancora si lasciano gabellare, questa documentazione dovrebbe una buona volta aprire gli occhi. e quello sloveno. Questo è lo scopo ! Ma perchè ? T.’hanno studiato bene il latino, quei signori la sanno lunga, conoscono bene il fiorentino Machiavelli. Non possono scordare quel ^Divide et impera» - Dividi, e potrai comandare - sì caro alla politica mussoliniana. Tentano, si servono di ogni mezzo perchè sanno bene che contro il loro diabolico 'Divide» ed imperialistico 'impera» sta il 'Viribus Unitis» V 'Unitevi», l’unione, la fratellanza. CapódUUianL, tcqqeUì „Grandi combattimenti a Capodistria 2000 combattenti, 20 morti'* ecc. / 1® NELLA VENEZIA GIULIA Pubblichiamo, riprodu-un articolo di un giornale torinese ; ISriSlaTStJ/S! I’'"formazione è dolala mmvBèuÉni~ochedapa- agli !''siilaT-ìttà’ istriani il commento! Vien da chiedersi sol- Non è solo un articolo, non è solo un giornale, ma una combriccola, che si serve di giornali, cosidetti apolitici o umoristici (di umorismo non c’è una briciola, ma solo menzogne, istigazioni). Quale sia lo scopo, é ben evidente. Odio (per seguire il comandamento del duce) di tutto quello che ai loro nasi puzza di slavo. Scrivono Slavi, con spregio, e leggono e gridano ancora Sciavi». E gli italiani, di sentimento e di cultura, che comprendono i tempi nuovi, che di nazionalismi pazzeschi sono arcistufi, che conoscono bene lo spirito e di Garibaldi e di Mazzini, questi italiani che sentono la fratellanza, vengono tacciati di 'venduti». Ma venduti a chi ? All’ oro di Belgrado ? (Non osano più dire Mosca, perchè questa musica vecchia puzza ancora di mussoliniano e di teutonico). Odio e discordia, ecco la loro méta! Che s’ammazzino ancora, che si guardino in cagnesco, I’ operaio italiano e lo sloveno, il contadino italiano e quello sloveno, l’intellettule italiano Chi ciò non v>uol comprendere, casca nel gioco, nel laccio dei mestatori. Gli onesti, intellettuali ed operai, cui è cara- la pace e la tranquillità, che non si lasciano più riempire le teste da certi appelli, non si lasciano ingannare da simili articoli o da certe trasmissioni, che fanno ridere anche i morti, per le panzane 'balle» ma balle, che offrono a quelli che vivono lontano da qui, perchè solo quelli possono credere. Questi giornali, giornalun-coli, e le diverse radio piazza, o mercato, o caffè, non fanno paura, nè danno al potere popolare, che segue la sua strada per il benessere del popolo, ma nuociono a quegli stessi che vi prestano ascolto. Eccitano gli animi, inaspriscono le difficoltà, esasperano certi malsani nazionalismi a da,nno esclusivo di chi qui vive e li ascolta. Il gracchiare di certi merli ed i latrati calunniosi di qualche diavolo, che con la coda vorrebbe accalappiare dei gonzi, non sono certamente i consiglieri migliori agli italiani che qui vogliono vivere in pace. a. b. C R O N A C HE ISTRIANE Associazione Partigiani Giuliani - Sezione Giulio Kubik Prima assemblea dì partipni italiani e sloveni dal nostro distretto COMUNICATI DELLA SEZIONE PER ILCOIVIIVIERCIO E L’ALIMENTAZIQNE presso il Comitato Distreti. di L. N. Tutte le carie annonarie individuali eccetto i supplementi, con il l.o dicembre cessano di essere valide. I commercianti quindi non dovranno dare nessun genere su carte annonarie già scadute. Delle tessere di supplemento sono scaduti solamente i seguenti cedolini: 1) Per lattanti: cedolini «Pšenični zdrob» e «N. 1». 2) Per le donne gestanti: cedolino «Krušna moka ali kruh», «N. 1» e «N. 2». 3) Per i vecchi (oltre 65 anni;: cedolini N. 11, 12, 13 e 14. Dal l.o dicembre 1945 valgono solamente le tessere del mese di dicembre. Il pane si distribuisce come al solito con i cedolini del pane, però solamente a quelli che si sono prenotati per il prelevamento del pane (prenotazione: cedolino «Dee. 23»). A quelli che manca il cedolino «Dee. 24» il pane non si può consegnare. La razione di pane è grammi 375. Reclami per le tessere di dicembre si accetteranno fino il giorno 1 dicembre 1945. Più tardi solamente i nuovi arrivati potranno ricevere le tessere annonarie. Solenni funerali di 6 caduti per la libertà Domenica 18 novembre si sono svolti a Scoffie i solenni funerali di sei eroici partigiani, che hanno dato la vita per la libertà della loro terra. Sono cadati vicino a Građena. Domenica la popolazione dei paesi vicini, gli operai, compagni di lavoro delle vittime nelle officine di Trieste, italiani e sloveni, bambini delle scuole elementari, circa seimila persone, con ghirlande, fiori e bandiere, hanno reso gli ultimi o-nori ed il riconoscente saluto agli eroi. Accompagnavano le sei salme i soldati dell’Armata Jugoslava, sloveni e garibaldini italiani, uniti prima, e uniti ora, come la popolazione civile. Le urne coi resti mortali, portate a mano dal Bivio di Risano fino a Scoffie, furono riposte nel cimitero locale, donde sono nativi i sei caduti. Più cori dei villaggi vicini hanno cantato sentitamente tristi e melodiosi canti funebri sloveni. Hanno parlato i rappresentanti del Comitato circondariale, di quello distrettuale, dei lavoratori del Cantiere, della GAP e diversi altri. Forte era la rappresentanza del rione popolare S Giacomo, la Stalingrado dei lavoratori di Trieste. Cosi il popolo rende omaggio a chi per la sua libertà diede la vita e consolidala fratellanza per la quale i compagni hanno lottato. Gloria ai caduti per la libertà e la fratellanza dei popoli! deWUAIS Mercoledì sera nella Casa del Popolo si è svolta la quarta seduta regolare degli aderenti all’UAIS. Erano presenti circa 200 membri fra italiani e sloveni funzionari del Comitato Popolare Distrettuale. Ha diretto la seduta il presidente de! Comitato cittadino provvisorio, comp. Tomat Guido. Dopo una esauriente relazione sulla situazione politica attuale e lo studio sulla particolare situazione nei singoli paesi si è accesa un' appassionata discussione sui compiti che stanno di fronte all’ organizzazione dell’DAIS cittadino per portare il proprio contributo nella lotta per la vittoria delle forze democratiche. I singoli intervenuti nella discussione obiettivamente dimostrano le varie defìcenze e propongono rimedi. Infine vengono accettate diverse deliberazioni che dovranno nel più breve tempo essere realizzate. Fra le altre et sono deliberazioni che impegnano singoli compagni in una forte attività per iniziare in seno all’or-nizzazione attività culturale. Viene così fissata una serie d: conferenze e due corsi serali. Su proposta del comp. John viene accettata la deliberazione di raccogliere fondi e organizzare una fe- Come era stato deliberato nella prima riunione dei partigiani delia sezione del nostro distretto, domenica 25 novembre da tutti i paesi del distretto di Capodistria si sono riuniti a Isola, alia prima assemblea, circa 150 ex partigiani delie brigate italiane e slovene. Cosi per la prima volta, malgrado il maltempo che ha reso difficile la strada, la gran parte dei combattenti del distretto si sono trovati uniti ed assieme hanno, discusso di tutti i problemi che stanno loro davanti per consolidare la conquista di quella lotta per la quale hanno dato tanti sacrifici. Affratellati nella loro famìglia di ex partigiani, operai di Isol , coloni di Stru-gnano, agricoltori e braccianti di Bertocchi, Pobeghi, Cesari, ecc. hanno fissato i propri compiti futuri affinchè tutto il glorioso passato non rimanga solo un ricordo, ma dia i frutti. L’Assemblea è stata aperta dal compagno Bosié, combattente nelle file della Marina partigiana di Tito, che ha partecipato a tutte le azioni per la liberazione delie isole dalmate ed infine dell’Istria. Nella relazione tenuta dai presidente della Sezione, tradotta nelle due lingue, viene e-sposta la situazione politica attuale ed il carattere della fase di lotta nella nostra regione. Sottolineando gli sforzi che fanno i nemici del popolo per dividere le forze sane e sgretolare il nostro blocco oltre che fra ceti sociali, anche neh’ interno delle nostre stesse organizzazioni, il compagno presidente. conclude : «Noi compagni, abbiamo visto che gli stessi sforzi sono stati fatti dai tedeschi, fascisti, belogardisti, cetnici, ecc., e che tutti sono falliti. Tanto più falliranno oggi che abbiamo dietro di noi una gratide esperienza ed abbiamo una forte organizzazione che ei guida con sicurezza : THAIS». Nella discussione che segue la relazione un compagno di Strugnano fa rilevare come si tenti oggi di disgregare 1’ unità della massa operaia proprio con quelli organi che dovrebbero essere di difesa dell’unità operaia. Egli spiega come la Confederazione Italiana del Lavoro voglia riconoscere i Sindacati Giuliani,^mentre non riconosce l’autonomia di quelli Unici. La miniera Era il 5 novembre allorché i minatori ehe si trovavano a 300 metri sottoterra, udivano uno spaventoso scrosciare di acque che, irrompendo con forza irresistibile, allagava rapidamente T intero pozzo adibito all’estrazione del carbone. Superato il primo momento di panico, i minatori reagirono immediatamente alla furia delle acque. Visto che era assolutamente impossibile arginare con qualsiasi mezzo questa spaventosa fiumana, cercarono di mettersi in salvo. Fu quindi un vero miracolo se tutti i minatori ebbero salva la vita, poiché anche fra coloro che erano provetti nuotatori dovevano strenuamente lottare contro T irruenza dell’ acqua. I famigliari dei minatori, avvisati prontamente della sciagura avvenuta, accorsero immediatamente sul luogo del disastro. Furono per questi, ore di angoscia e di trepidazione e, allorquando videro che i loro cari risalivano alla superficie, si ebbero scene di gioia indescrivibili da parte delle madri e delle, spose, che ormai riteneva.no i loro congiunti perduti per sempre. Ma, se fortunatamente si era scongiurato il pericolo di vittime umane, un altro non meno assillante si prospettava, cioè il tremendo spettro della disoccupazione derivante dalla completa inattività della miniera, ora completamente allagata. Prospettiva terribile in tempi difficili come questi, e con l’inverno alle porte. La miniera che dava lavoro ad oltre 300 operai, avrebbe portato, causa il sinistro, incalcolabili conseguenze al-Teconomia di un intero paese. In considerazione di ciò, il corpo dirigente della miniera in stretta collaborazione con le autorità politico militari della regione, studiarono ogni mezzo allo scopo di risolvere o almeno minimizzare l’entità del sinistro. sticciola per distribuire dei .doni ai bambini poveri di Capodistria, la domenica successiva alla Festa di S. Nicolò. La proposta è stata subito accettata ed il comp. Pecchiari Nazario, operaio di Capodistria ha dato 1’ e-sempio offrendo la somma di L. 200. Le compagne presenti si assumono la responsabilità delTorganizza-zione. Nel campo organizzativo viene proposto ed accettato che si passi alla suddivisione della città in quarti e la creazione in ogni quarto di città del proprio comitato delTUAIS in modo che T apparato si estenda più hanno la supremazia nella Confederazione del Lavoro e deliberano di inviare una protesta contro un tale atto chiedendo invece il riconoscimento doli’ autonomia dei Sindacati Unici. Parlando del potere popolare il compagno Frane da Manzano esorta tutti gli ex partigiani a voler essere i più accaniti difensori del potere e di aiutare con tutti i mezzi gli organi del nostro giovane apparato affinchè si rafforzino e si perfezionino. Alle prossime elezioni dei comitati popolari i nostri compagni che hanno combattuto devono anche saper conquistarsi la stima e la fiducia del popolo ; per questo devono essere attivi od interessarsi di tutti i problemi, devono essere in una parola i migliori. Il compago Mazzelli da Bertocchi tiene una breve relazione organizzativa delucidando che possono essere membri dell’Associazione solo quelli che possono dimostrare di aver partecipato alla lotta di liberazione nelle Brigate e con costante attività nel terreno o con sabotaggi nelle città e nelle fabbriche. Vengono quindi proposte ed accettate le seguenti sezioni locali : a Strugnano. Isoìa, Bertocchi, Pobeghi e Cesari, S. Galiziano e S. Toma, Manzano, Semedella, Sahara, Bossa-mariu, Campel ed a Smarije. Dopo aver discusso nei particolari altri problemi organizzativi la Assemblea fissa i compiti futuri della Sezione : 1. Istituzione di un fondo per lo aiuto ai partigiani poveri ed alle famiglie dei partigiani caduti; 2. Prendere i i cura la posa di lapidi commemorative di partigiani caduti, di ogni singolo paese; 3. Organizzare in comune con la Sezione di Trieste e di Monfalcone, una grande cerimonia per 1’ anniversario della costituzione della Brigata Fontanot. 4. Costituzione dei circoli culturali presso ogni sezione locale e partecipazione alla manifestazione culturale di Isola per domenica 2 dicembre. ; 5. Organizzazione di gruppi sportivi e organizzazione delle gare invernali di «orsa campestre. Ij’Assemblea è stata chiusa con un minuto di raccoglimento in onore dei partigiani caduti. di Sicciole L’ing. Gradi, direttore delia miniera. che con infaticabile operosità ha personalmente diretto tutte le o-perazioni di salvataggio, alla nostra domanda circa le cause presumibili del disastro, ci risponde che questo deve sicuramente ritenersi a forti infiltrazioni delle acque Richiestogli pure se e quando la miniera potrà funzionare, questi ci assicura che fra quattro o cinque mesi potrà nuovamente riprendere i lavori per l'estrazione del carbone con una produzione superiore alla precedente. Successivamente interrogato il presidente del locale Comitato di fabbrica, compagno Demarmels, questi ci dice testualmente : «Il colpo, che altri avrebbe abbattuto mortalmente, ha risvegliato e rinforzato in noi tutti, quello spirito di combattività che, sicuramente dovrà portarci contro tutto e tutti, ad un pieno successo per il bene e la prosperità del nostro popolo lavoratore». Richiestogli poi quali provvedimenti siano stati presi a favore degli operai circa la loro futura sistemazione, ci risponde che anche questo problema che in un primo tempo presentava difficoltà gravissime, è stato brillantemente risolto in questo modo, e cioè adibendo metà degli operai al riat-tivamento della miniera e i rimanenti nelle miniere dell’ Arsia. Cosicché, egli soggiunge, grazie al tempestivo ed appassionato interessamento delle competenti autorità, abbiamo potuto evitare la fame e la disoccupazione a centinaia di famiglie. E per concludere, una cosa degna di nota: Nella settimana della Croce Rossa, i minatori di Sicciole, pur versando in tristi condizioni economiche, hanno raccolto in pochi giorni oltre 6000 lire a favore dei bisognosi. Ecco un’altro nobilissimo esempio, che conferma ancora una volta quale sia la nuova coscienza del popolo lavoratore. ___ in largo ed essendo i comitati di quarto più vicini alle masse potranno raccogliere le necessità e servire da congiungimento fra gli organi del potere e la base. Alia chiusura della seduta viene unanimamente deliberato di inviare un telegramma di felicitazioni al nuovo Governo della Jugoslavia che si riunisce proprio nell’anniversario della seconda sessione del Consiglio Antifascista di Liberazione Nazionale della Jugoslavia, cioè nella storica data in cui i popoli della Jugoslavia in lotta contro Poccupatore, hanno preso nelle proprie mani il loro destino. Lettera sul sinistro di Sicciole Al momento di andare in macchina riceviamo dal compagno De Marrnels di Sicciole la seguente lettera che pubblichiamo integralmente : ... In quanto all’ articolo sulla miniera che voi avete intenzione di far pubblicare, ho avuto ieri V occasione di leggere un artìcolo sul giornale clandestino «Grido dell’Istria«, che tratta la questione a modo suo e che sarebbe bene contraddire e mettere in vera luce. L’articolo esalta enormemente l’opera del governo passato (fascista)per l’incremento della miniera. L’ incremento è stato dato, è vero, ma soltanto per sfruttare per proprio uso la produzione ed il personale. Scrive V articolo che tutta la colpa del disastro è dovuta all’incompetenza di ingegneri improvvisati slavi, che dopo il l.o maggio hanno assunto la direzione della miniera. Ciò non corrisponde al vero. Dirigente della miniera è un ingegnere laureato in mineraria ed i suoi collaboratori tutta gente che ha lavorato quasi tutta la vita nelle varie miniere. Può esservi stato anche qualche errore, però se mai dovuto al fatto che tutto il procedimento del lavoro fatto sotto il passato regime da tecnici «provetti« è stato del massimo sfruttamento senza badare agli immediati e futuri pericoli. I vari dirigenti susseguitisi badavano soltanto affinchè la miniera dia maggiore produzione per dividersi i lauti premi di produzione che le «gerarchie superiori« loro c.on-cedavano. Dice pure quel giornale che a causa del fatto, migliaia di operai vengono gettali sul lastrico. Dimentica che la miniera nel periodo più florido occupava al massimo 600 operai, e che in questa zona non vi sono disoccupali. Ad ogni modo nessuno, dicasi nessuno degli operai della miniera è rimasto disoccupato. E’ stato però disposto dagli organi superiori che la miniera, debba rivivere, ed al massimo entro 6 mesi, potrà essere di nuovo in efficienza. Non soltanto, ma saranno proseguiti i lavori per una maggiore attività e vero incremento, non quello strombazzato dal giornale, che andrà tutto a favore della m,assa lavoratrice e della zona. Ritengo utile, che voi includiate pure questi miei appunti nel vostro articolo, che così soltanto credo sia possibile ribattere le calunnie bavose, di certa, gente. Rodolfo De Marmels. fra i gruppi dilettantistici di An-carano, Capodistria, Isola, Plrano e Portorose Fra i giorni 5 e 8 dicembre il Gruppo culturale dei Korpus Narodna Obramba terrà nel nostro distretto una rappresentazione culturale (arte varia - filodrammatica). Per rendere attraente anche alla popolazione italiana tale rappresentazione è stato preso l’accordo che i gruppi di cultura locali si esebiranno nello stesso spettacolo con una buona metà di numeri. Per poter giudicare quali gruppi sono ì meglio preparati da esibire in una così grande manifestazione di arte varia è stata stabilita una rappresentazione selezionistica fra i gruppi del nostro distretto. Ogni comitato dell’UAIS è obbligato a partecipare alla gara selezionistica che si terrà domenica 2 dicembre alle ore 16 precise a Isola. Ogni comitato presenterà da un minimo di 2 numeri ad un massimo di 5 numeri. Logicamente possono partecipare i gruppi organizzati della Gioventù antifascista, delle Donne, dei Sindacati o dei Circoli di cultura, dei Pionieri ecc. La responsa-bilità però spetta al comitato del l’UAIS che deve inviare prima di sabato il programma dei numeri presentati, al Comitato distrettuale in Giusterna (Semedela) - Sezione Stampa e Propaganda). I comitati locali sono responsabili perchè i gruppi si trovino puntualmente a Isola il giorno stabilito (domenica 2 dicembre). Suggeriamo così che ogni gruppo presenti un programma abbastanza completo della durata di 15-30 minuti (brevi commedie, cori, duetti, recite, complessi filarmonici, recite o cori di pionieri ecc.). Ogni comitato risponderà della campagna nella località. Il motto della settimana deve essere: «Tutti a Isola per la gara selezionistica di arte varia». Un esempio da imitare I compagni e le compagne impiegati presso l'Istituto Regionale delle Assicurazioni Sociali, hanno elargito, in occasione della «Settimana della Croce Rossa», la somma di Lire 1.100 — Questo gesto altamente significativo a favore dei bisognosi è meritevole di essere segnalato, affinchè possa servire da esempio. I compagni dell’Assemblea protestano decisamente contro una tale manovra di partiti reazionari che NOVO CINE iSapodistria Sabato 1, Domenica 2 e Lunedi 3 dicembre „COIMO P" GRANDE FILM RUSSO Elargizioni prò „Istria Nuova“ Battaglione GAP UAIS Isola Sermino - Ancarano Portorose GAI - Isola Comp. GAP II Brig. NO Dif. Pop. Capodistria L. 360,— L. 3000.— L. 435.-L. 1200,— L. 3000.— L. 130.— L. 331,— ?raffi€H vino Il Comitato di Liberazione Nazionale -Sezione Finanze d’isola d’Istria rende noto : Per ordine del Comitato Distrettuale di Liberazione Nazionale per il distretto di Capodistria (Sez. comm. ed alimentazione) si comunica quanto segue : Si porta a conoscenza di tutti i Comitati locali del distretto di Capodistria che il prezzo del vino è stato fissato da lire 6 a lire 7 per grado. A questo prezzo viene pagato il vino al produttore sul posto ; le spese di trasporto e la tassa sono a carico del compratore. La tassa del vino che deve pagare il compratore ammonta a lire. 10 (dieci) al litro. Il produttore deve denunciare all’Ufficio Imposte Consumo la vendita del vino, poiché in caso di mancato pagamento della tassa da parte del compratore, questa verrà addebitata al produttore. La detta tassa verrà versata al Comitato locale (Ufficio Imposte Consumo). La ricevuta dell’avvenuto pagamento della summenzionata tassa serve quale lasciapasssre per il trasporto del vino. Il prezzo del vino al minuto, in questo territorio distrettuale non deve superare la somma di lire 8.50 (otto o cinquanta) per grado. Il Comando della Difesa Popolare eseguirà un rigoroso controllo in tutte le rivendite, che dovranno attenersi agli ordini sopra citati. L’esportaziooe del vino nella zona A oppure nella Jugoslavia è permessa soltanto col lasciapassare dell’Ufficio Regionale, Sezione alimentazione di S. Pietro del Carso. Le domande per il detto permesso devono essere presentate all’Ufficio Sezione Comm. e Alimentazione del distretto di Capodistria. AVVISO Il Coni, distrettuale - Sezione Finanze, invita tutti i contribuenti a voler pagare quanto prima le imposte correnti per l’anno 1945 come tutte le altre imposte in arretrato, in base all’ avviso di intimazione che riceveranno nei giorni seguenti dal-l’Esattoria di Capodistria, subordinata a questa sezione per le finanze. Le suddette imposte per l’anno 1945 sono da pagarsi . in base alle vecchie norme, finché non saranno pubblicate le disposizioni definitive. Lettere de! lettori Non so a chi dovrei dirlo, lo dico a te «Istria Nuova». Sai forse perchè sta ancora quel bastione o murone in Piazza, davanti al campanile? Per riparo a qualche coppia, o per i colombi, o già per il caso di nuovi bombardamenti ? (Ormai i ripari non servirebbero contro 1’ atomica). La Piazza è bella - libera! Saluti. El cavresan. Tutti i Giodi, Sabato e Domenica dalle ore 19 in poi avrà luogo nella Casa delPopolo di Capodistria Balia dei B&ftda Orchestrina ritmica „EGIDA11 Ottimo servizio di Bar Due parole su ile Cooperative Poco si parla ancora delie cooperative, di questo ramo della vita commerciale e sociale. Qualcosa si fa, ma non è ancora tutto, non basta. Causa di questo assenteismo, 0 non interessamento è o la diffidenza, o la paura, o, nella maggioranza dei casi la poca . conoscenza. Che scopo hanno le cooperative, come funzionano, chi interessano ? Il fascismo, al servizio del capitale, aveva dato poco impulso alle cooperative, quasi le ostacolava, ciò dimostrano le numerose cooperative, che fondate ante 1922, per un motivo o un altro, dovettero chiudere i battenti. Ora si sente maggiormente il bisogno delle cooperative. Perchè ? Certamente non le desiderano quelli che fanno ancora della borsa nera, non per bisogno, ma per lucro, quelli che vanno alla ricerca di «buoni affari» di lauti guadagni, di colpi di fortuna. Questi speculatori, che in tempi simili crescono come i funghi, .che vivono alle spaile del pros-Igslmo, anzi, gli succhiano il Esangue, lo strangolano, non sono solo alcuni commercianti, che oggi comprano a 5, domani vendono a 50, ma sono anche quelli senza bottega, i cosideiti pescecani, i più pericolosi. Questi temono le cooperative, le detestano, dicono che sono un inganno. Chissà perchè, forse perchè eliminano le occasioni per i loro guadagni ? Bene allora! Veramente lo scopo principale delle cooperative, special-mente in questi tempi di critico dopoguerra, è di eliminare la borsa nera, comperando direttamente dal produttore al prezzo migliore, e vendendo diretta-mente al consumatore al prezzo migliore, senza lauti guadagni, senza speculazioni. Comperare direttamente, vendere direttamente. Sono quattro parole, che comprendono tutto un sistema, che eliminano tanti interessi disonesti. La cooperativa è formata dai soci, che versano una quota sociale con una data garanzia. 1 soci eleggono, un comitato direttivo ed uno di contrailo. Tutti i soci hanno uguali diritti, quale sia il numero delle quote sociali versate. La cooperativa fornisce ai prezzi migliori la merce ai propri clienti, e la compera ai prezzi migliori, perchè non bada ai grossi guadagni. Che una cooperativa badasse ai grossi guadagni, sarebbe un controsenso. Infatti, alla fine dell’anno d’esercizio, la cooperativa divide il guadagno netto dell’ anno fra i membri, che della cooperativa si sono serviti per la compera o la vendita. Divide il guadagno soltanto fra quelli che alla cooperativa hanno venduto o dalla cooperativa hanno comperato. Ed è giusto ! Infatti chi si è servito della cooperativa ha contribuito ai guadagno, non chi ha soltanto investito del denaro. Da questo risulta che le cooperative sono istituzioni nettamente anticapitalistiche, perchè il capitale depositato non viene considerato l’unica fonte di guadagno, ma il commercio, la attività commerciale, il giro della merce sono quelli che determinano il guadagno. Logico quindi, che chi concorre a ciò, deve sentirne il frutto, il consumatore quindi ed il fornitore. Logico è quindi e naturale, che sarebbe assurdo accumulare guadagni, da quegli stessi ai quali alla fine dell’ anno bisogna distribuirli. Sarebbe un lavoro superfluo. Basta quel tanto di guadagno, che occorre per migliorare l’attrezzatura, che è pure sempre proprietà dei soci, per Incrementare 1’ attività, che è pur sempre nell’ interesse dei soci e per pagare le spese. Questa è la funzione delle cooperative e perciò, lo ripeto ancora, puzzano agli affaristi. Ma se non comodano a quei signori, comodano ali’ operaio, al contadino, all’ impiegato, al pensionato, a! professionista. Perciò c’ e un vivo interessa mento per le cooperative nei paesi democratici, antifascisti. L’interessamento, il bisogno maggiore è più sentito nei paesi dove i! capitale comanda ancora sovrano, ma le cooperative ivi non hanno quella possibilità di sviluppo, per ovvie ragioni, come le hanno nei paesi ove il capitale è in funzione del benessere sociale dei popolo. In un’ intervista, ad analoga domanda, il Maresciallo Tiro ha confermato che nella nuova, democratica Jugoslavia ie cooperative avranno ogni aiuto e possibilità di sviluppo. Con ciò non è detto che la iniziativa privata è ostacolata, o minacciata. Chi ha le doti, le capacità, l’inclinazione per ii commercio, ha davanti a se un bei campo di lavoro, e non rischia, come spesso è accaduto, di dover chiudere bottega, o per concorrenza del vicino o per fallimento. E poi, chi vuoi essere indi-pendente, può svolgere pure il commercio, però, dovrà lavorare onestamente, cioè non sognare di diventare milionario in un anno, ma di accontentarsi del guadagno modesto, ma sicuro. Le cooperaiive non sono, e non devono essere in funzione o alle dipendenze di alcun partito, perchè questo sarebbe i! pericolo maggiore per esse, diventerebbero, come ai tempi dei «benemeriti» fascisti, non cooperative ma «magnative» per i gerarchi fuori carica. Finalmente Capodistria ha il suo «vaporine Per fare un viaggio a Trieste bisognava sfidare il mare, la pioggia ed il vento sulla fragile barca, unico mezzo di trasporto e collegamento con Trieste. All’ ultimo momento, prima delie pioggie e dei venti è arri vato il comodo vaporetto. Non è stata lieta l’avventura toccata a!!’ «Itala», proprio alia vigilia deila vittoria, ma non è stato nemmeno facile il suo ritorno alla città. Movimentata la sua storia, ansiosa l’attesa del suo ritorno, perciò «el vaporiti» ci è ancor più caro. Alla fine d’aprile i tedeschi caricano ogni bendidio, munizioni e fuggono. Vengono mitragliati, scoppiano ie munizioni, nasce un incendio, parecchi Fritz ci rimettono la pelle ed il piroscafo arriva malmesso e pericolante nel porto di Trieste. Il piroscafo ormai ridotto ad una carcassa, attende i! proprietario, che non si fa vivo ancora. A Capodistria, intanto, il Comitato, che ha molto lavoro, trova ciononostante tempo per interessarsi del piroscafo. Si mette in contatto col comando jugoslavo del porto di Trieste, ottiene ii permesso, e la carcassa torna a Capodistria, ma non per il museo o per i rottami di ferro ! Il Comitato ordina tosto i lavori di riparazione nei cantieri cittadini, e la carcassa mal ridotta, riprende pian piano la sagoma di un simpatico vaporetto. Le difficoltà sono molte, mancanza di alcuni articoli e mancanza di operai metallurgici specializzati. Certi articoli, bisogna comperarii anche alla borsa nera, a Trieste. intanto il lavoro volge al termine, non occorrono che piccole riparazioni che bisogna fare a Trieste, ii vaporetto ci va. E sorgon nuove difficoltà! Si fa vivo il proprietario, e si fanno vjvi gli Alleati, che non vogliono permettere che il vaporetto faccia la linea nella zona B, perchè esso è iscritto nelle matrici a Trieste, e poi, starebbe bene Ciò viene automaticamente eliminato nelle nuove cooperative dai fatto, che i soci stessi eleggono ja direzione ed i membri dei controiio. Miglioramento della vita sociale in atto, eliminazione dello sfruttamento del capitalismo despota, democrazia vera, ecco ìa missione delle nuove cooperative. A. B. anche nella zona A. I membri del comitato cittadino, cui va un elegio, insistono, tengono duro, spiegano. Finalmente il comando alleato concede, perchè comprende il caso le riparazioni furono fatte a carico esclusivo del Comitato nei cantieri di Capodistria, ed il piroscafo è di interesse vitale per la città ed il contado per il collegamento con Trieste. E’ merito degli operai, che i lavori sono stati fatti bene, ed è merito dei comitato, che il piroscafo sia stato riparato e che sia rimasto alla città. Le autorità militari jugoslave, a detta dei membri del comitato stesso, gii hanno sempre aiutato moralmente neh’ opera. Grandi sono state le spese, che il comitato ha sostenuto, oltre 3.200.000 lire. Ai capodistriani il ritorno dell’ «Itala» ha procurato grande gioia, ai menbri del comitato grande soddisfazione morale. I capodistriani stessi riconoscono, che è merito del comitato se ora è stata riattivata la linea a loro tanto cara. E questo dimostra, che pur tra difficoltà, tra errori possibili ; il comitato lavora (non a parole o su carta) per il benessere delia popolazione. TRAMONTO Era una giornata festosa ed assolata. Lasciate le case fredde, la gente si riversava nelle vie cittadine e verso colli immediati dalla città rumorosa. Chiacchierio argentino di bimbi, cicaleccio di mamme e di nonnine canute, intente a far la calza ed a discorrere di ricordi mesti ed allegri, del loro passato, d' un passato. Anche il nonnino, con la nipotìna sì godevano questo particolare soie d’inverno. Si respirava un’ aria sottile, ed ii silenzio dalla campagna era larghissimo. Camminavano lentamente, lungo i sentieri romiti d’una collina dominata da frammenti di secolare casa colonica. Intanto la nipotìna irrequieta, sì perdeva nei trastulli diletti, affannosamante, cosi seriamente, con gran da fare. li nonnino la sorvegliava amorosamente con io sguardo in cui ie ombre del passalo parlavano eloquenti di rimembranze costruite su speranze cadute, d’illusioni, dolori e di vaghi sprazzi d’una felicità perduta per sempre. Assorto, il nonnino si era seduto sulle rovine delia casa colonica. Tumultuosi ricordi si agitavano nella memoria, come in un mirabile diorama, e gli parlavano un linguaggio di carezzevole e commovente poesia che nelle commettiture dette meste grinze sembravano ì’ opera d’un pianto di giovinezza sfiorita di recente vecchiaia. La nipotìna avvicinandosi vide il ciglio bianco del nonnino velalo dal pianto. „Nonnino che hai? Perchè piangi ?“ II vecchio si volse ; un sussulto scosse il suo angusto petto. La memoria vestila di una illusione di sogno era fugata ; il triste risveglio ai presente scialbo, si ripresentava crudo nella reale verità „Piccola mia, non piango sai, non ho niente; è il tramonto.... è il tramonto*. Le luci dei giorno infatti dipartivano sensibilmente, le ombre della sera invernale avvolgevano il loro velo sulle cose e sugli uomini. Fra gli ultimi monti brillava T oro pallido de! tramonto. O. V. La gioventù dei nostri villaggi dimostra costantemente il proprio attaccamento al glorioso esercito liberatore. Non passa settimana che le organizzazioni giovanili dei vari paesi del nostro Distretto non si rechino in visita ai feriti del nostro esercito ricoverati nello ospedale militare di Ancarano. Nell’ ultima settimana la gioventù di S. Toma si è intrattenuta una giornata intera all’ O-spedaie per conversare ed aiutare i nostri feriti ed invalidi. In tale suà visita la gioventù ha raccolto e donato ai feriti, 50 chilogrammi di frutta, 20 litri di vino, 8 litri di grappa, 18 chilogrammi di biscotti ed altre cose utili per i combattenti. Anche i giovani di Popetre hanno visitato i feriti, ed hanno offerto loro 5 chilogrammi di frutta, 6 litri di vino, 5 litri di latte, 50 sigarette, biscotti ed altro. Hanno promesso inoltre di ritornare in visita per le feste di Natale. Leggete, diffondete, collaborate e sottoscrivete per „L’ISTRIA NUOVA" il nostro giornale Breve storia delimitala" Per merito del Comitato Cittadino Capodistria ha nuovamente il proprio vaporetto Da Buchenwald a Sverin La nostra resistenza fisico-morale subiva alternate impressioni. Ora una sorgente caida di speranza, ora laceranti depressioni. In ogni modo ia nostra resistenza declinava in linea equivalente con i! progressivo sfacel-lo delie forze tedesche del «Gran de Reich» II lavoro esasperante continuava ciononostante. I tedeschi speravano nell’impossi-biie. Neve, pioggia, vento ed un freddo intenso ci dilagnava ie ossa ; poiché il più piccolo residuo di carne era scomparso. Un giorno, vittima di una imprudenza funesta confidai ad un SS che con ii suo comportamento aveva destato la nostra fiducia tutti i terribili massacri che facevano i «verdi« nei campi. Imprudenza che mi costo quasi, la vita Infatti allorché ritornai al campo, il blok-schreiber mi chiamò. Era questi un criminale che nei picchiare barbaramente i detenuti grugniva con palese soddisfazione, e lasciava colare una ripugnante bava dalia sua bestiale bocca sotto l’evidente stimolo spasmodico di un sadismo consumato. „Che cosa hai raccontalo alie guardie tu ?„ Mi domandò, con un espressione di livore che alterava le caratteristiche fisionomiche del suo ghigno, terribilmente. La figura di questo microbo aveva una consistenza criminale così marcata, che senza la più elementare induzione psicoìogica lasciava palesemente intravedere i suoi tossici propositi e ie sue ripugnanti pratiche con i detenuti stretti nella morsa del ricatto. La sua schifosa sensualità era di picchiare a sangue, esaltandosi sino al sintomo d’una soddisfazione bestiale. „Bene! Non vuoi confessare. Fra due o tre giorni non ti occorrerà più la razione di zuppa schwein italiano,,. Allorché mi voltai un formidabile colpo di flagello mi stordì 1’ orecchio sinistro. Sulla piazza del campo stavano alineati gli schiavi, od altrimenti uomini cangiati in numeri impersonali; molti e molti coll’impronta delia morte in faccia. Polmoniti, febbri, tubercolosi, non erano valide giustificazioni per mancare all’appello. Gii uomini che cadevano nel fango del piazzale venivano indotti ad alzarsi a colpi di «knipel» dei «verdi» che si accanivano anche dopo gii ultimi respiri di questi sventurati. Di prevalenza cade-vono gli ebrei ; perchè più colpiti sia dai SS che dai detenuti stessi, sia perchè smunti da una civiltà trimiilenaria costituita da scarsa attività lavoratrice e di prevalenza infelieluale. Io vivevo questi momenti cosciente ai mio destino. Aspettavo assolutamente indifferente, senza sentirmi dal profondo lo smarrimento davanti l’ignoto. Riandavo coi pensiero nel passato con una perfetta lucidità di memoria. Tutta la trama delia mia vita girava vorticosamente; mi vedevo bimbo vedevo la santa immagine di mia mamma, e una sposa lontana. Salutavo tutti coi pensiero più sereno. Qui non posso certo, riprodurre tutte ie impressioni emotive di quei particolari momenti. Ad un tratto sentii gridare : „43.890, raus! (fuori!)„. Mi presentai davanti allo stato maggiore del campo; forse fiero, forse ironico. Tredici mesi di sofferenze, ricche di spaventose visioni mi aveveno convinto che la morte non è un male e come essenza di questo mondo è dolore che si esplica in modo molteplice in tutte le sue manifestazioni umane. II campo di concentramento non era forse il modello più edificante delle sofferenze umane ? E prima la mia vita non era stata caratterizzata soìtanto da dolori, sofferenze? Che cosa può convincermi che questa vita vaie viverla se essa non è che il compendio di tutte le brutture umane? Non era ostentazione, o comunque pessimismo filosofico, ma una convinzione che sorgeva dal più profondo substrato della mià anima, senza l’ombra più vaga di eroismo, e che mi rendeva serenamente rassegnato dinanzi l’irreparabile. Mi interrogarono colpendomi ripetutamente, ad ogni risposta negativa. Io cercavo di speculare sul fatto che allor" che mi confidai con quei SS nessuno era presente all’ infuori di noi due. Era 1’ unico filo di speranza ; speculazione giuridica assolutamente nulla per i senza legge germanici. Mi colpirono selvaggiamente in quattro o cinque. II sangue schizzava da ogni parte. Alia cerimonia prendeva parte il comandante e il sotto comandante del campo inflessibili, carnefici molto esperti in materia. La loro insaziabile sete di sottili torture, non si limitò alle percosse sanguinose. Mi portarono sul porto del campo ; sotto scorreva un fiumiciattolo ancora ghiacciato ai margini del greto; sghignazzarono, mi tacciarono di «bandit» e poi con una tallonata allo stomaco mi ci scaraventaro per quattro volte consecutive. La notte la passai ali’ aperto. Cadeva una lieve pioggia; l’immagine cara della mamma e di una sposa mi erano le soie compagne confortanti fra tanta sventura. È. iniziato a Stru gnano il corso politico amministrativo in lingua italiana per i funzionari del potere popolare. Per inizialiva del Comitato del!’ U. A. I. S. viene organizzata una raccolta di indumenti, oggetti utili e denaro per i bambini poveri della città. L’opera non ha fini politici, ma altamente umanitari. Cittadini, offrite indumenti e denaro per i bambini bisognosi. Ricordatevi dei bimbi poveri ! IL COMITATO li giorno 24 novembre si è concluso a Strugnano il primo corso politico amministrativo in lingua slovena. Tutti gli allievi partecipanti hanno superato la prova di esame e quasi la metà ha dimostrato una preparazione «lodevole», tutti hanno tratto grandi inszgnamenii dalle due settimane di studio intenso e organizzato. 1! migliore del corso è risultato il comp. Lampe Rudolf di Decani che ora di propria iniziativa ha iniziato un corso per trasmettere quello che ha appreso al corso di Strugnano ai compagni del proprio paese. Con ottimo risultato ha preso parte al corso anche un vecchietto di 68 anni che ha dichiarato : «Di queste lezioni noi ne l'arem- STRUGMA1¥© che ha dato più di 50 combattenti nella lotta di liberazione continua sulla via della lotta per rafforzare il potere popolare Strugnano è uno dei paesetti che può vantare di non aver dato neppure un militante nelle file del fascismo. Sin dai primi anni del regime fascista questo paese ha dimostrato una solidarietà non comune nella lotta contro l’oppressione e non pochi sono i suoi figli che hanno dovilo subire persecuzioni e carcere e due sono state le vittime del terrore fascista. Durante la lotta di liberazione Strugnano ha dato ben 50 partigiani, 9 dei quali hanno donato la vita per la causa della libertà. Per onorare la memoria dei loro caduti, la Sezione Partigiani, ora costituita, in collaborazione con 1’ UAiS locale erigerà una lapide in loro memoria. Tutti gli abitanti sono attaccati al loro comitato popolare e molto di frequente si riuniscono e amichevolmente risolvono i problemi riguardanti il loro paese. Salvo qualche famiglia che è un po’ in disparte, tutto il resto del paese attivamente partecipa all’attività dell’ UA13, durante la settimana della Fratellanza ed Unità ben 300 si sono iscritti all’ UAIS. Gli abitanti sono quasi tutti di origine slovena, e oggi cercano in tutte le maniere di apprendere la loro lingua. Per questo stanno interessandosi della loro scuola elementare slovena, con il Lo dicembre inizieranno un corso serale di lingua slovena anche per i più anziani. D’ altra parte lo sforzo per la loro elevazione culturale è costante. Hanno già da tempo aperto la biblioteca che ha più di 120 libri. mo non per 14 giorni ma per 14 anni. Finalmente sono giunti tempi nuovi, occorrono uomini nuovi». Venerdì 30 inizierà il primo corso in lirgua italiana al quale sono invitati 24 allievi, funzionari o aspiranti nei posti amministrativi dei Comitati Po-popolari locali e cittadini. Anche per il corso italiano il programma rimane esenzial-mente invariato cioè verranno trattate brevemente nozioni di storia, dello sviluppo economico e profondamente dell’ amrnistra-zione dei comitati popolari con molti esercizi pratici. il corso avrà la durata di 14 giorni e giornalmente verranno svolte 12 ore di lezione. Questo villaggio di coloni e di pescatori ha dimostrato un elevato senso di solidarietà verso i più bisognosi e ha raccolto con elargizioni volontarie 959 lire prò Croce Rossa ; 750 prò orfani e 500 lire per gli scolari poveri. Particolarmente attive si sono dimostrate le Donne Antifasciste che partecipano a tutte le riunioni e sanno dire la propria parola dimostrandosi degne della uguaglianza acquistatasi nella lotta. 1 giovani finora sono stati invece poco organizzati ma hanno progettato ora di rafforzare la loro organizzazione e per mezzo della Sezione Parti giani, della quale sono tutti membri, daranno impulso alio sviluppo culturale, sportivo e collaboreranno per migliorare le condizioni economiche. Infatti i giovani sono i più attivi per la costituzione di una cooperativa di consumo. La Casa del Popolo di Strugnano, ben tenuta ed attraente, è il convegno per le riunioni e per le serate culturali e di divertimento. Da quando a Strugnano c’ è un reparto dell’ esercito e la scuola amministrativo - politica, la popolazione ha subito fraternizzato e ogni sabato organizzano in comune riunioni culturali e ballo. I giovani hanno ora progettato un piano di allenamento per par tecipare preparati alle gare di corsa campestre. Inoltre hanno una attiva sezione per amatori della caccia. Questo piccolo paesetto, dove fraternamente uniti tutti gli abitanti danno il loro contributo per risolvere la situazione difficile creata dalla guerra, ha certamente davanti a se la via di un rapido sviluppo e gli sforzi di oggi saranno compensati dai futuri successi. Gii operai di Isola protestano contro i tentativi della reazione italiana che vuole intaccare l’unità della nostra massa operaia. Più di 600 operai ed operaie della fabbrica Àrrigoni ed Am-pelea, riuniti in una assemblea per commemorare la ricorrenza del 29 novembre, secondo anniversario della II sessione del Consiglio Antifascista di Liberazione Nazionale della Jugo siavia hanno deliberato di inviare la seguente protesta alla Confederazione Generale Italiana del Lavoro : „Seicento operai ed operaie degli stabilimenti Àrrigoni ed Ampelea, esprimono tutto il loro disapp mto contro i tentativi di alcuni gruppi componenti la Confederazione Generale Italiana del Lavoro che vogliono portare alla disunione della nostra massa operaia volendo riconoscere i Sindacati Giuliani. Protestano decisamente contro questa mossa, che alcuni gruppi dei sindacati italiani tentano di attuare, perchè essa non rappresenterebbe altro che un i manovra delle forze antipopolari che vogliono ancora ritornare al vecchio gioco per dominare la classe operaia dividendola e ponendone i singoli gruppi l’uno contro l’altro. Chiedono invece che la Confederazione Generale Italiana de! Lavoro riconosca la piena autonomia dei Sindacati Unici della nostra regione, unico mezzo per porre la nostra classe operaia nella possibilità di sviluppare amichevoli rapporti non solo con gli operai dell’ Italia e della Jugoslavia, ma con gli operai di tutti gli altri paesi . Morte a! fascismo ! Libertà ai popoli ! Isola d’Istria, 29 novembre 1945 Un operaio dell’,,Ampelea" di Isola ci scrive: Anche nella nostra fabbrica abbiamo organizzato l’Unione Antifascista italo-Slava. Abbiamo eletto il nostro comitato composto da 15 membri, fra operai ed operaie ed impiegati. Lo stabilimento poi è stato diviso in settori così che ogni settore ha un responsabile per 1’ UAIS. Durante la settimana della fratellanza i s:mpatizzanti dell’UAiS si sono dimostrati molto attivi ed anno svolto una grande azione per l’iscrizione in massa nel movimento popolare antifascista : finora abbiamo 270 iscritti. Durante la settimana stessa abbiamo avuto una riunione di massa alla quale hanno partecipato tutti gli operai e parte degli impiegati dello stabilimento che hanno dimostrato di comprendere molto bene la situazione politica attuale e hanno manifestato la loro volontà di seguire sempre più decisamente la via scelta quando sono scesi in lotta per Io sterminio de! fascismo. In sole 4 ore, in un giorno lavorativo, sono state raccolte dai compagni dell’ UAIS più di 1000 lire prò Settimana della Croce Rossa e alla fine della settimana la raccolta ammontava a ben 4.800 lire. L’ UAIS si è preso ora il compito di epurare definitivamente dalla fabbrica tutti quegli elementi gii compromessi con il fascismo e che malgrado la possibilità di dimostrare con il lavoro di essersi ravveduti continuano la campagna contro il movimento democratico popolare e contro le conquiste della nostra dura loda di liberazione. Animati dalla più forte volontà tutti gli antifascisti deir„Ampe-lea“ sono decisi di dare tutto il loro sforzo, affinchè il potere popolare sia rafforzato e sia stroncata per sempre ogni manovra della reazione che tenta ancora di dividere la massa operaia fomentando 1’ odio di nazionalità e creando difficoltà nel campo economico. ». M. Gii operai della Compagnia Portuale di Firano per il proprio giornale '1 comitato cittadino dell’UAIS di Pirano ci invia la somma di L. 1000 accompagnate dalla se guente lettera : «Senza che nessuno abbia chiesto nulla è stata fatta dai lavoratori una sottoscrizione per il «nostro» giornale. 1 primi a farlo sono stati i braccianti della Compagnia Portuale di Pirano ; significato questo che i nostri operai, basandosi sulla esperienza della vita passata oltre che avere la coscienza di ciò che rappresenta per essi il giornale, danno una chiara dimostrazione agli operai del distretto di essere solidali con loro. 11 gesto spontaneo di volontà e di fede che li anima è il segno di chi conosce la giusta strada e sarà l’esempio per tutti gli operai de! paese non nel solo sacrificio del denaro, ma nello interesse di insegnare ad altri la giusta via da seguire per il migliore avvenire del nostro popolo». Dante C. Le Donne Antifasciste di Pirano migliorano continuamente ia propria organizzazione Più di cento Donne Antifasciste a Pirano sono organizzate e svolgono una forte attività. Già da tempo funziona il comitato cittadino composto da 11 compagne, del quale è segretaria la Compagna Vanda, ora al corso. 11 comitato si riunisce regolarmente ogni settimana e discute tutti i problemi riguar danti V organizzazione, il potere popolare,l’assistenza e la cultura. Nell’ ultima riunione è stato stabilito di suddividere la città in quarti e formare i sottocomitati, tre dei quali sono già costituiti. Nell’ attività organizzativa e nelle organizzazzioni politiche si è dimostrata la migliore la compagna Lionella Trost, il nuovo tipo di donna che oltre alla casa, trova il tempo per interessarsi di tutti i problemi dimostrando di comprendere cosa significa uguaglianza delle donne e il ruolo che le stesse devono sostenere per il miglioramento e lo sviluppo delle masse popolari. Già da tempo funziona a Pirano il corso di cucito e taglio. Con le elargizioni e organizzando trattenimenti le Donne Antifasciste di Pirano hanno raccolto prò Croce Rossa quasi 50 mila lire. Ora hanno progettato la raccolta di fondi per l’aiuto ai bimbi poveri della città. Per le feste di Natale le Donne Antifasciste si recheranno in visita ai feriti di Ancorano e doneranno loro in tale occasione una bandiera italiana con la stella rossa. Renata Direttore Responsabile MARIO ABRAM Stabilimento Tipografico Giuliano, Capodistrla Luglio-Agosto 1944 Altipiano di Tarnova CON LA BRIGATA GARIBALDI „TRIESTE11 L’acqua è lontana due-tre ore e le cucine non riescono a fare il rancio più di una volta al giorno. Tutti sono vestiti troppo leggermente e quasi tutti sono scalzi. Nei boschi incomincia a far freddo e la notte, all’apertò, senza coperte, è un tormento. .Ma tutto questo non spaventa ne gli uomini, ne il comando. Mancano armi, ecco quello che preoccupa. Adriano provoca subito un colloquio con i rappresentanti del movimento del C. L. N. di Trieste per avere aiuti, ma l’abboccamento non da risultati. Molti elogi per la azione che i nostri minatori, con 8 quintali di dinamite trasportati a spalle con una marcia di 24 óre, hanno compiuto contro i! viadotto di San Giovanni presso Monfalcone interrompendo i! transito per parecchi giorni. Ma aiuti concreti nessuno. In previsione del prolungarsi della offensiva nemica il comando del IX Corpus propone e viene accettata da! nostro comando, la suddivisione del migliaio e più di disarmati, in battaglioni, da aggregare alle brigate slovene della XXX e XXXI Divisione. Alla fine di agosto ; persistendo l’offensiva nemica, ven gono evacuati gli ospedali partigiani. Così due nostri battaglioni intraprendono una marcia memorabile assieme all’ intera XXXI Divisione che combattendo si apre la via attraverso la strada Postumia-Senosecchia e la ferrovia S. Pietro del Carso-Divaccia. Con questa marcia centinaia di feriti sloveni, trasportati a spalle da compagni italiani, possono raggiungere il campo di fortuna di Stari Trg, da dove gli aerei alleati li trasportano in territorio sicuro. Contemporaneamente da altri punti della nostra zona operativa, altri battagloni di disarmati, guidati dai migliori quadri che la Brigata Triestina disponeva, attraverso le linee di collegamento grado l’offensiva nemica e la povertà dei paesi, la perfetta organizzazione del potere popolare,ancora clandestino, permette che durante questa marcia gli uomini siano riforniti di cibo e per mezzo di un servizio di informazioni magnificamente organizzato, nel quale collabora-vano le giovani ragazze dei villaggi, le pattuglie armate, i vecchi contadini, le donne, i giovanissimi pionieri, in una parola tutta la popolazione dei villaggi sloveni dal Vipacco alla Notranjska, hanno eseguito dettagliatamente 1’ ordine del Comando del Corpus e così ai primi di settembre circa un migliaio di giovani combattenti italiani, disarmati, sfiniti dalla lunga marcia, in condizioni di vestiario e di calzature indescrivibili, tremendamente provati dalla fame, ma compatti e ancora pieni di fede, raggiungono il territorio liberato dai valorosi partigiani sloveni nella Bela Kraina. Da questi uomini, due mesi dopo, veniva costituita la gloriosa brigata «Fontanot», la seconda brigata Italiana nell’Esercito di Liberazione del maresciallo Tito. ( Continua) PONT 24.s BRIGATA ITALIANA DI LIBERAZIONE NAZIONALE dei partigiani sloveni si accingono alla marcia di trasferimento n?l territorio liberato del VI! Corpus. Dalla valle del Vipacco, con una difficilissima marcia di 10 e più giorni, circa 1000 giovani combattenti italiani raggiungono il VII Corpus. Mal- guidati dai civili stessi attraverso i punti difficili. Durante questo grande trasferimento di masse, in una fase della lotta più cruenta del nostro territorio, nessuno dei gruppi è caduto in agguati o fu attaccato. 1 comandi Mesta ancora cospirati s’intende.