447 izločil spet dvanajst, za katere ni dovolj dokazov, ki bi omogočali z gotovostjo identificirati glavno mesto. Tudi sicer načeloma evidenca ni dokončna in zgolj pri šestini provinc (13 ali 14) je mogoče z gotovostjo trditi, da je bilo eno mesto kontinuirano sedež vladarskega namestnika. Avtorjeve izčrpne analize so po- kazale, da ni lahko določiti glavnega upravnega provincialnega mesta celo v primerih, ko epigrafskega gradiva ne manjka, ker je pač takšne narave, da v tem oziru ne omogoča trdnih skle- pov. Guverner in njegovo osebje so se lahko iz najrazličnejših razlogov mudili v raznih mestih in tudi kvantite-ta podatkov ni vedno odločilna. H. je svoje delo opravil vzorno: knjiga je dragocen vir infor- macij za rimske province celega imperija in je neobhodna za vsakega, ki se ukvarja s katerimkoli vidikom rimske zgodovine in njenih pomožnih ved. Sodi med tista nujna dela, ki morajo biti vedno dostopna na polici v priročni knjižnici. Marjeta ŠAŠEL KOS Annemarie Kaufmann-Heinimann: Götter und Lararien aus Augusta Raurica. Herstellung, Fundzusammenhänge und sakrale Funktion figürlicher Bronzen in einer römischen Stadt. Forschungen in Augst 26, Augst 1998. 350 pagine, 791 illustrazioni in bianco/nero, 84 disegni, 60 carte e piante, numerose tabelle e grafici. Sono stati necessari anni di studio intenso per la stesura di quest’opera, premessa della quale sono i volumi usciti nel 1977 (Die römischen Bronzen der Schweiz 1, Augst und das Ge- biet der Colonia Augusta Raurica, Mainz am Rhein) e nel 1994 (Die römischen Bronzen der Schweiz 5, Neufunde und Nachträge, Mainz am Rhein; comprende i ritrovamenti recenti di Augst e Kaiser-augst). La ricerca edita nel 1998 nasce dall’esigenza di superare la precedente fase di catalogazione, peraltro approfondita e ricca di spunti, per collocare al meglio dal punto di vista storico il cospicuo gruppo di statuette e di elementi figurati in bronzo rinvenuti nella città di Augusta Raurica e nel Castrum Rauracense. Obiettivi primari di tale inquadramento sono l’in- dividuazione di eventuali specificità dei bronzi rispetto all’area di rinvenimento e la ricerca di un’evoluzione in rapporto alla stratigrafia verticale. All’inizio del volume l’A. esprime le proprie opinioni sulle problematiche fondamentali dei bronzi figurati - tecnica di fabbricazione, officine, tipologia, datazione - con rigore e senza pregiudizi, supportandole con un ricco apparato illu- strativo (sempre in scala), il cui reperimento ha certo richiesto un notevole dispendio di energie. Sul complesso problema delle Dublettenserien (produzione antica o falsi moderni?), A. Kaufmann-Heinimann propone una posizione più sfumata rispetto a quella di A. Leibundgut e M. Galestin, con forse troppa fiducia nell’analisi delle leghe per la definizione dell’au- tenticità di un bronzetto, in particolare nel dato dell’assenza dello zinco (nota 38). Interessanti le osservazioni sul problema della cronologia della piccola bronzistica, condotte con metodo, mediante la ricerca nell’ambito dell’Impero romano dei bronzetti rinvenuti in contesti forniti di un terminus ante quem ben preciso (pp. 57-59); al proposito l’A. mette giustamente in rilievo quanto possa essere insidioso – per la datazione delle singole statuette - il criterio stilistico, purtroppo ancora utilizzato spesso negli studi del settore. I principi esposti in queste ampie premesse fanno poi da guida nello studio di particolari aspetti delle testimonianze di Augusta Raurica. L’indagine topografica sui bronzi della città (Teil II, pp. 59 ss) ha incontrato numerosi ostacoli: innanzitutto la casualità delle testimonianze rimaste, per il noto fenomeno della rifusione del bronzo; poi i problemi di definizione cronologica tipici dei bronzetti, in particolare di quelli con funzione cultuale (che possono essere anche molto anteriori al contesto di ritrovamento); infine lo stato della ricerca archeologica nella località esaminata (solo alcune aree sono state indagate in modo esaustivo ed è comunque difficile definire la funzione dei singoli ambienti degli edifici scoperti). Queste difficoltà oggettive non hanno però impedito all’A. il raggiungimento di notevoli risultati. La volontà di rendere i dati di contesto immediatamente comprensibili per il lettore spiega la cura profusa nella illu- strazione dei ritrovamenti, tutti corredati di piante con i resti antichi evidenziati in rapporto al reticolo stradale. Vengono dapprima presentati i bronzi figurati provenienti dai monumenti pubblici (fori, templi, edifici da spettacolo, terme), poi quelli dai quartieri abitativi e produttivi: sono compresi anche pochi frammenti di grande plastica, benché la statuaria non sia oggetto della ricerca (cfr. pp. 64-65 e nota 231). Da questa esposizione scaturiscono conclusioni sulla distribuzione verticale (temporale) e orizzontale dei bronzi; la tabella fig. 108 mette chiaramente a confronto le datazioni dei singoli oggetti con quelle di contesto e stratigrafiche, evi- denziando in molti casi la tendenza dei bronzi a rimanere a lungo in circolazione. Relativamente ai militaria (pp. 154-155), è probabile che gli amuleti fallici fossero usati anche in ambito civile, come l’A. stessa fa notare per alcuni tipi (nota 513); l’esclusione di tali amuleti renderebbe meno numerose le testimonianze militari in bronzo in Augusta Raurica. Nella parte relativa ai culti della città (Teil III), un para- grafo è dedicato al rapporto fra la distribuzione dei bronzi e delle terracotte, da cui si deduce una diversa valenza non solo economica ma anche culturale delle due produzioni. Le presenze di statuette di divinità ad Augst sono poste a confronto con quelle dei territori gallici e germanici, sulla base di una profonda conoscenza di quanto finora pubblicato; la tabella (fig. 111) mostra la notevole ricchezza di ritrovamenti di bronzi della città esaminata, dovuta probabilmente alla con- tinuità e all’estensione delle indagini archeologiche ivi eseguite. Le testimonianze di culto offerte non solo dalle statuette a tutto tondo, ma anche da busti, frammenti, attributi, etc., sono poi rapportate alle epigrafi di Augusta Raurica (tabella fig. 112), evidenziando la prevalenza dei bronzi rispetto ai materiali lapidei, con interessanti considerazioni in merito. Il volume è arricchito da ben tre excursus, fra i quali è di particolare originalità quello dedicato alle statuette pre- disposte per offerte monetali (pp. 168-180), presentato in anteprima dall’A. al convegno sui bronzi antichi tenutosi a Madrid nel 1990. Non meno stimolante è la serie di appendici, che presenta con articolati commenti, ottime illustrazioni ed esaustiva bi- bliografia tutti i larari finora rinvenuti nell’Impero, facendo di quest’opera un fondamentale testo di consultazione per chiunque si occupi di piccola bronzistica di età romana. Margherita BOLLA Tamás Bezeczky: The Laecanius amphora stamps and the villas of Brijuni. Österreichische Akademie der Wissenschaften, Philosophisch-historische Klasse, Denkschriften, 261. Band. Wien 1998. ISBN 3-7001-2702-2. Strani 286, slik 50, tabel 59. Monografija Tamása Bezeczkega o amforah z žigi rodbine Laecanius temelji na obdelavi gradiva iz Fažane v Istri. Tu je Anton Gnirs na začetku stoletja odkril ostanke vile in velike delavnice amfor. O lastnikih posestva pričajo izključno žigi na Knjižne ocene in prikazi