ANNO IX. Capodistria, 1 Giugno 1875. N. 11. LA NCIA DELL' ISTRIA, organo ufficiale per gli atti della Società Agraria Istriana. Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Atti ufficiali della Società agraria istriana. N. 361. DEI.IBKRAZIOXI prese nella I Seduta del Comitato tenuta li IO aprile 1875 Presenti : Sig. Antonio Cecon, vicepresidente. — Sigg. Basilisco Dr. Giuseppe — Rismondo cav. Matteo — Sottocorona Tommaso, direttori. — Sigg. Angolini Giovanni — Bembo Tommaso — Matteo Dr. Campitelli — Marchesi Alberto — Nacinovieh Ernesto, membri del Comitato. — Sig. 'Luigi Hascli, segretario. — Sig. Carlo Maria Truxa, i. r. commissario, rappresentante il governo. — Sig. Prof. Giovanni Bolle, dirigente dell i. r. Istituto bacologico di Gorizia. ARGOMENTO I. Lettura ed approvazione del verbale dell'anteriore seduta. Il signor Segretario dà lettura del verbale della seduta 20 decembre 1874, che viene approvato. Motivata iudi l'assenza dei signori Pietro Dr. Madonizza, Leopoldo Slocovich, Domenico Vatta, Nicolò Corva-Spinotfi, Angelo Corazza, Pietro Toramasi e Barone G. Paolo de Polesini, si passa alla pertrattazione dei successivi punti dell' ordine del giorno. ARGOMENTO II. Domande di sussidi all'Eccelso i. r. Ministero dell' Agricoltura per l'anno 1876. Il Comitato, in seguito a proposizione della presidenza, approva le seguenti domaude di sussidio: 1. Per costruzione e riattazione di abbeveratoi f. 3000 2. Per l'incremento degli animali bovini „ 3000 3. Per l'incremento delle pecore nei paesi del Carso........... „ 300 4. Per agricoltura........ f. 100 5. Per macchine ........ n 300 Ri Per diffusione di buone razze di conigli V 160 7. Per orticoltura........ ff 1200 $ Per due stipendi enologici .... n 800 9. Per l'impianto d' un piccolo museo . V 200 Indi il prof. Giovanni Bolle chiesta ed ottenuta la parola, sottopone all' approvazione del Comitato la seguente sua proposta per 1 adorazione di misure atte a procurare incremento e diffondere sempre più la bachicoltura razionale nella nostra Provincia. Il più detto professore dice che a rialzare la bachicoltura languente nell'Istria gioverebbe assai l'istituzione di Osservatori bacologici. Scopo precipuo di questi osservatori sarebbe quello di mettere in buon accordo la scienza con la pratica e di render comuni fra le masse le sane dottrine oggigiorno professate in tale ramo. Per ognuno di essi osservatori vi sarebbe un dirigente, al quale incomberebbe 1' obbligo di tenere delle lezioni popolari di bachicoltura, e di confezionare piccola quantità di seme, e tenere un allevamento sperimentale. I locali per l'allevamento, ove possibile, sarebbero offerti gratuitamente dai rispettivi comuni, e resterebbero sempre aperti al pubblico. Inoltre il diligente sarebbe provveduto di microscopio e dovrebbe accettare dai privati il seme pel rispettivo esame. Godrebbe d'uno stipendio fisso da stabilirsi ed anche dei redditi eventuali dell' allevamento e confezione di seme. Il Comitato accoglie con grato animo le proposizioni del prof. Bolle e dichiarasi aderente in tutto alle medesime. In seguito a ciò è stabilito per massima d'istituire per l'anno 1876 due Osservatori, possibilmente uno a Capodistria e 1' altro a Pisino, e progressivamente negli anni successivi a Buje e Parenzo, e in ultimo in Montona, Dignano, Rovigno e Veglia. Su ciò viene deliberata una domanda di sussidio a tale scopo per l'anno 1876 di fiorini 1000. Pertrattato pure questo argomento, il prof. Bolle chiede di nuovo la parola, e propone al Comitato di deliberare anche una domanda di sussidio per favorire la gelsicoltura, senza di cui la bachicoltura non può giammai progredire. Con il sussidio si farebbe primieramente 1' acquisto d'una certa quantità di giovani piante di gelso, e quéste si venderebbero agli agricoltori della Provincia a prezzi minimi. Si terrebbe conto d'ogni acquirente, e dopo trascorso un anno gì' impianti sarebbero visitati da una apposita commissione, la quale aggiudicherebbe dei premi per le impiantagioni meglio riuscite e tenute in pieno ordine. Aftinché non vengali meno le cure dell'agricoltore per gl'impianti negli anni successivi, così dopo altri tre anni questi stessi impianti sarebbero di nuovo visitati ed ai più d"gni decretato un ulteriore premio. Il Comitato si unisce intieramente a queste vedute, e delibera per ciò la domanda di sussidio di fior. 1400. ARGOMENTO III. Ripartizione di sussidi per abbeveratoi. A nome della presidenza riferisce il segretario. Conformemente a conto liquidato con 1' Eccelso i. r. Ministero di agricoltura la Società Agraria Istriana a tutto 1' anno 1874 teneva un civanzo del sussidio per abbeveratoi ammontante a fiorini 4887:35. Con dispaccio 19 febbraio p. p. 1' Eccelso Ministero accordava per l'anno 1875 un sussidio di f. 1000:00 che uuito al civanzo del 1874 importa la somma totale di f, 5887:35. Di questi però devonsi riservare mille (1000) pei comuni di Cittanuova, Piemonte e Berda quale sussidio loro accordato nel decorso anno, ma non ancora pagato. Perciò resterebbero f. 4887: 35. Per l'incremento della razza bovina vennero accordati pel 1875 fior. 1000—; ma questa somma non è nemmeno sufficiente a coprire le spese per le esposizioni, per cui l'importo mancante farà d' uopo prelevare dai fondi per abbeveratoi. La mancanza viene calcolata a fior. 887:35 per cui rimangono disponibili per la distribuzione ai comuni f. 4000. Su ciò si passa all'esame dei disegni e calcoli relativi uniti alle domande di sovvenzioni dei vari comuni, e dopo breve discussione vengono accordati i seguenti sussidi: 1. Al comune di Dignano f. 600 2. „ „ „ Draguch „ 600 3. „ „ „ Yisignano „ 600 4. „ „ „ Gollogorizza „ 500 5. „ „ „ Dobasnizza „ 300 6. ,, „ „ Visinada „ 140 7. „ „ Umago „ 700 8. ,, „ ,, Pirano „ 200 ARGOMENTO IV. Disposizioni per le Esposizioni bovine. Riferisce pure.per la presidenza il segretario. Nel rapporto del rappresentante tecnico signor Nicolò de Bartolomei viene accennato alla convenienza di escludere Capodistria dai luoghi di sede delle esposizioni, e di tenerlo invece annualmente a Pinguente, perchè l'animalia è più numerosa, mentre nella prima città e territorio piuttosto scarseggia. La presidenza perciò invita il Comitato ad esternare le sue vedute in proposito o decidere il da farsi. Il Comitato quindi accoglie ad unanimità la proposizione del rappresentante tecnico signor Bartolomei e stabilisce che le esposizioni per quest'anno abbiano luogo : a Veglia Dignano 29 Pisino 79 31 Mofttona n 3 Buje lì 5 Pinguente n 7 Castelnuovo r> 9 addì 26 maggio Riguardo poi alla divisione dei premi per ciascun scompartimento il Comitato delibera di mantenere per quest'anno le somme come pel passato incaricando poi la Presidenza a compilare una esatta statistica del bestiame bovino per ogni singolo scompartimento per regolare poi in seguito i premi in proporzione dei capi di bestiame. .......... ARGOMENTO V. Sull'istituzione di congressi vinicoli regionali proposti dall' i. r. Società Agraria di Gorizia. Il segretario dà lettura della Nota dell'i, r. Società agraria di Gorizia d. d. 28 nov. 1874 N. 745, con cui dopo aver mostrata l'inefficacia dei Congressi vinicoli internazionali, invita ad associarsi a lei nella creazione di Congressi viticoli ed enologici ambulanti da convocarsi annualmente e per turno in ciascuna delle varie provincie e più precisamente in ciascuna delle varie regioni o distretti vinicoli della Monarchia, associandovi possibilmente temporarie esposizioni collettive delle uve, dei vini, degli utensili ed apparati di viticoltura e vinificazione usitati nel distretto ove risiederebbe il Congresso allo scopo di studiarne le condizioni viticole ed enologiche, di gettarvi le basi di una comune nomenclatura, di promuovervi l'uniforme preparazione dei vari tipi di vino corrispondenti alle condizioni speciali di ciascun distretto vinicolo, e di tutelare e difendere di comune accordo e con forze unite gl'interessi generali della viticoltura e vinificazione nei rapporti commerciali e doganali. Il Comitato, dopo avute alcune spiegazioni orali dal prof. Bolle, dichiarasi aderente alle proposizioni della società consorella di Gorizia, ed incarica la Presidenza a validamente appoggiarle pure presso l'Eccelso i. r. Ministero di agricoltura. ARGOMENTO VI. Eventuali comunicazioni. La Presidenza, in occasione del passaggio per Trieste di S. E. il sig. ministro dell'agricoltura, crede conveniente nominare una rappresentanza per recarsi colà ad ossequiarlo. Il Comitato aderisce pienamente alla proposta della presidenza, e sceglie come inviati i signori Tommaso Sottocorona ed Ernesto Nacinovich. Su ciò è invitato il signor Luigi Hasch ad assentarsi dalla sala di riunione dovendosi trattare argomenti che direttamente l'interessano. Il signor presidente dà quindi lettura della lettera del sig. Luigi Hasch, con cui domanda di esser confermato quale segretario effettivo della Società agraria istriana. In vista però alla grave importanza dell' oggetto e del piccolo numero degli intervenuti, tutti i presenti per ora in base ai §§ 20-34 degli Statuti Sociali si assumono la responsabilità di nominare il sig. Hasch a Segretario effettivo, riservandosi a ripeterne la ratifica in una prossima e più numerosa seduta. Dopo di che il sig. Hasch è fatto rientrare di nuovo in sala. In seguito il sig. Ernesto Naciuovich fa la mozione perchè venga caldamente interessata 1' Eccelsa i. r. Luogoteneuza ad usare d'ogni suo mezzo per far scomparire dai nostri territori la tanto dannosa capra. Sentito su ciò alcune spiegazioni del rappresentante governativo, il Comitato incarica la Presidenza rivolgersi all'Eccelsa i. r. Luogotenenza, affinchè voglia far sì che le leggi forestali e campestri sieno rigorosamente osservate per rapporto alla deplorata esistenza della capra in Istria. Quindi non restando altri argomenti da pertrat-tarsi è levata la seduta. In seguito alla interpellanza rivolta al commissario governativo nella seduta del 26 aprile della Dieta prov. dell'onor. Belli e comp. avendo il Commissario governativo risposto nella seduta 3 maggio e non soddisfatto l'onor. interpellante, aperta la discussione, l'interpellante onor. Belli pronuncia il seguente discorso: Il signor Commissario imperiale rispondendo a nome del Governo all' Interpellanza mia e dei 4 altri onor. colleghi, circa alla prima parte che cioè in alcune comuni ilell' Istria si insegni la lingua tedesca, senza che questa istruzione estranea alle materie d'obbligo, benché sotto forma di studio libero, sia stata desiderata dai Consigli scolastici locali, dice di non essere in grado di rispondere a quanto rifletta il caso concreto allegando unicamente che da parte degl' Interpellanti non siano stati nominati i Comuni dei quali s'intendeva parlare, e perciò non riscontra la domanda fattagli. Il non aver accennato da parte nostra un Comune piuttostochè un' altro, non toglie il fatto, che esistano Comuni in cui s'insegni in questa forma la lingua tedesca. Io non posso supporre del resto che 1' Autorità scolastica provinciale, la quale ha la sorveglianza generale su tutte le scuole, possa ignorare se ciò esista o meno; io sostengo, e lo sostengo a nome di tutti i firmatari dell' Interpellanza, che il fatto esiste e che anzi avvenne in questa guisa. Dopo una riforma delle nostre scuole, provocata nell'anno 1869 in seguito ad un'Interpellanza in Dieta, il Ministro della pubblica istruzione decideva che la lingua d'istruzione nei Comuni italiani fosse esclusivamente italiana ; escludeva affatto ogni istruzione in lingua tedesca nelle scuole popolari, come era anteriormente. Due anni or sono, per eccitamento indiretto da parte del signor Ministro del Culto, con promettere cioè un compenso a quei maestri che si sarebbero prestati all' istruzione del tedesco, fu introdotta qua e là in molti e principali Comuni, la lingua tedesca; sia in forma di studio libero, sia obbligatorio ; e quasi in tutti questi Comuni (dico in quasi perchè in tutti non garantisco) senza alcuna ingerenza delle Autorità scolastiche locale e provinciale. Ora che questa ingerenza debba avvenire, io mi permetterò di leggere il § 61 del Regolamento scolastico — didatico — il quale suona : " L' Autorità scolastica provinciale deciderà se nel-„ l'istruzione presso le scuole popolari abbiano a com-„ prendersi anche altre materie, qualora Vautorità „ scolastica locale lo desiderasse „. Che la lingua tedesca sia una materia nuova, è cosa fuori di dubbio : non è lingua del paese, e per introdurla legalmente deve essere desiderata dall'Autorità scolastica locale ; e non basta ancora, dopo ciò deve esserne decisa l'ammissione dell' Autorità scolastica provinciale. Così la legge. Il signor Commissario governativo accennava come non fosse al suo posto la citazione del § 17 della legge 14 maggio 1869. Nella nostra Interpellanza noi l'abbiamo citata per mostrare come nelle scuole popolari la legge non preveda neppure il caso di queir istruzione, ma soltanto nelle scuole civiche, quindi nelle superiori. Ed infatti la detta legge al § 17 dice: „ Presso le scuole civiche non tedesche è da of-„ frirsi anche occasioni di apprendere la lingua tedesca „. Con ciò indirettamente si viene a dire che l'istruzione di quella lingua nelle scuole popolari sia fuori di luogo ; ecco perchè l'abbiamo citata come argomento indiretto. Questo quanto alla prima parte. Sulla seconda parte non ho inteso, almeno, o non mi parve udire, che da parte del signor Commissario governativo fosse fatto cenno di quello arbitrario ed illegale procedere in un Comune, in cui, malgrado il voto negativo del proprio Consiglio scolàstico locale, sia stata introdotta la lingua tedesca. Il Comune citato è quello di Capodistria ; le scuole sono le maschili popolari, ed ecco il fatto. Neil' anno decorso, sopra decreto dell'Autorità scolastica distrettuale d. d. 7 novembre 1874 n. 559, si è provocato il Consiglio scolastico locale di Capodistria, di emettere un parere sull' opportunità d'introdurre la lingua tedesca nelle sue scuole popolari. Il Consiglio locale di quella città in data 10 novembre 1874 ha deciso in seduta negativamente, e con rapporto 28 decembre a. s. n. 314 ha esposto ciò all' Autorità scolastica distrettuale. Malgrado ciò, la lingua tedesca fu introdotta nelle nostre scuole il giorno 4 febbrajo p. d. in seguito ad atto della Presidenza dell' Autorità scolastica distrettuale indirizzato alla direzione della scuola. Nel giorno 11 detto mese il Consiglio scolastico distrettuale, raccolto a seduta, venne sopra mozione di un suo membro ad una deliberazione, che cioè essendo arbitrario ed illegale il modo, con cui fu introdotta l'istruzione della lingua tedesca, con preterizione di tutte le Autorità e tutte le forme volute dalla legge si dovesse sospendere immediatamente. Il protocollo di questa seduta fu portato, come di dovere, a conoscenza dell'Autorità scolastica provinciale, la quale presane nota, con decreto 16 marzo n. 332 ordinava la riattivazione dell' istruzione e rinfacciava al Consiglio scolastico distrettuale la illecita ingerenza in proposito. Che il Consiglio scolastico distrettuale fosse o meno nel suo diritto, anzi nel suo dovere, d'ingerirsene, Io saprete quando vi darò lettura del § 21 let. A circa la competenza dello stesso : „ Rappresentare (è suo obbligo) „ gl'interessi del distretto scolastico all'esterno, tenere in „ esatta evidenza lo stato dell'azienda scolastica del „ distretto, curare Vesatta osservanza delle leggi sco-„ lasticlie. „ Se queste parole " curare l 'esatta osservanza delle leggi scolastiche „ non includono anche la sorveglianza per un arbitrio, io non so intendere il senso ! Tanto è vero, che, portato nella seduta successiva del 18 marzo a conoscenza del Consiglio scolastico distrettuale questa decisione dell'Autorità scolastica provinciale, il Consiglio stesso ha notato una Risoluzione, con cui subendo 1' ordine superiore dichiarava di non decampare dalle proprie vedute, che in questo caso non si sia osservata la legge. Compita ora quest' esposizione del fatto della irregolarità con cui si sia proceduto dall'Autorità nell'introduzione della lingua tedesca in varie Comuni e segnatamente nel Comune di Capodistria, io devo limitarmi quest' oggi alla semplice esposizione, in quantochè il Regolamento interno mi vieta o ciò che equivale mi rende illusiva la presentazione d'una mozione, che non potrebbe essere ammessa a discussione, essendo questa 1' ultima seduta. È però mia opinione, come sarà pure parere di tutti, che in questa materia sia stata violata la legge. CORRISPONDEIZE Roma, 20 maggio 1875. Prima che il Parlamento nazionale si separi per le vacanze estive, sarà probabilmente discussa la proposta, presentata dal Presidente del Consiglio e dal Ministro di Agricoltura e commercio nella tornata del 20 genuajo, per la esecuzione di urrà inchiesta agraria e sulle condizioni della elasse agricola in Italia. Le proposte ministeriali si concretano nello stanziamento di una somma di 60 mila lire a quest' uopo ; 20,000 sul bilancio del 1875, 40,000 su quello del 76, più nella nomina di una Giunta, composta di 9 persone, alla scelta delle quali concorressero la Camera, il Senato el il Ministro di agricoltura, coli' obbligo per la Giunta di presentare entro due anni al Parlamento una documentata relazione dell' inchiesta. Grave è il compito della Camera presente per l'importanza di primo ordine delle leggi assoggettate al suo esame; ma si spera che anche l'inchiesta sulle classi agricole potrà approdare nella corrente sessione, essendo per fermo utilissima e ferace di risultati preziosissimi. I danari, che si spendono per consimili lavori nou sono gettati, sono anzi tanto meglio impiegati quant' è maggiore in Italia il bisogno di un confronto agricolo fra provincia e provincia, e quello di esplorare le ricchezze del nostro suolo, di fissare i mezzi più acconci per ritrarne vantaggio, e specialmente di distruggere errori e pregiudizi, che in particolare guisa in fatto di coltivazione perpetuano la povertà e la miseria laddove potrebbe esservi abbondanza e ricchezza. Havvi una terza parte d'Italia poco meno che ignota alle altre due. Dal Tronto in giù l'Italia è conosciuta solo superficialmente e spesso per cose le meno favorevoli. Nel mezzodì ed anche in parte del centro della penisola, per la retrività dei governi passati, nemicissimi di ogni progresso, non sono ancora penetrate che mol- to scarsamente le idee delle innovazioni economiche, a-gricole ed industriali. Per quel che si tratta di m icehine esiste pur troppo un' avversione, che solo mercè la persistenza e la fermezza dei proprietari più ricchi e più intelligenti potrà a poco a poco scemare ed aitine distruggersi. L'Italia superiore ignora i tesori nascosti in quella inferiore; a questa mancano l'iniziativa, l'abilità, la costanza nelle cure del suolo, largamente possedute invece dagli abitatori dell' Italia settentrionale. Se il centro ed il mezzogiorno possedessero queste virtù, metterebbero in essere ricchezze colossali e darebbero prodotti per mezza Europa. Perciò sarebbe assai utile invogliare il contadino lombardo ed il piemontese a preferire l'A-bruzzo, o la Basilicata o la Sicilia alla lontana America, per dove ogni anno emigrano a migliaja i forti ed attivi agricoltori delle nostre Alpi. L'ignoranza del proprio paese è tanta in questi, quanta nel contadino napoletano e siculo, i quali ultimi in ispecie non conoscono quale frutto potrebbero ritrarne dalla loro attività, se a questa accoppiassero l'industria del Piemontese o del lombardo. Arrivo a dire anzi che ne temono l'intervento ed il soccorso, e nelle circostanze non trascurano di avversarlo, a ciò sobillati da quelle voci e da quei suggerimenti, che sono la eco della avuta educazione retriva. — Sarebbe quindi anche questa una parte importantissima dell' inchiesta, che rifletterebbe le condizioni morali ed intellettuali della classe dei contadini, dove ognuno riconosce quanto vi sia a fare. Chi ignora quanto sia sana la coltura intellettuale nelle nostre campagne? Chi non sa quanto la cieca superstizione sia padrona delle donne e degli uomini, e vi mantenga, con danno evidentissimo materiale e morale, i più spaventevoli pregiudizii? Tutte le scuole nou fanno elleno capo ai parroci, ai curati di campagna? Quali erudizioni agronomiche e sociali vi si apprendano purtroppo i fatti stanno lì a dimostrarci nel modo più doloroso. Qui poi nel così detto Agro Romano v' accerto che si rivelano cose dell'altro mondo. Ben inteso che finora non esistono nemmeno comunicazioni fra borgata e borgata, fra villaggio e villaggio, ed i contadini a vantarsi d'essere vissuti per 50 anni senza mai essersi recati nel paese vicino! Tutto l'insegnamento riposto nel servizio di chiesa e non più in là; per cui allo stesso vostro corrispondente accadde di essere entrato in una grossa borgata presso Mentana, dove nessuno conosceva l'orologio, fattane eccezione del vicario, che per questo solo fatto acquistava un'importanza straordinaria fra quella brava gente. Cosicché sotto il governo pontificio la classe agricola vegetava selvaticamente, lasciando un suolo per natura fertilissimo nel più completo abbandono. L'uomo dei vulcanici territorii di Albauo (Alba), di Lavinium, dei campi di Annibale, di Genzano, fino sotto Terra-Cina e Nettuno, se v'avvenga d'incontrarlo in mezzo alle sue mandre di bufali o d'altri animali, vi mette spavento e compassione, che lo vedete nello stato quasi primitivo e dall' aspetto totalmente selvaggio. Il minimo lampo dell' ira sua produce o un ferimento o la morte. Egli vive in mezzo agli animali, senza alcun sollievo dalla vicinanza di altri esseri umani più colti, di più gentile sentire; è privo di ogui conforto, di ogni dolcezza, lontano dalla donna del suo amore sorpreso talfiata dalla febbre perniciosa, che in poche ore il fa cadavere, prima che il suo grido riceva un'eco in mezzo a quelle solitudini. Eppure, se ben osservate quel volto, quelle fortissime membra, se considerate quella stessa naturale fierezza, voi dovrete convenire essere quello lo stesso tipo dell' antica e nobile stirpe latina, scorrere anco:a in quelle vene il sangue degli Albani e dei Sanniti, essere certissimamente possibile di rialzare e riabilitare questi infelici paria della gleba e della superstizione, ed il mezzo : V educazione. Quando questa fiera ma potente e robusta popolazione sarà emancipata mercè l'istruzione, mercè le nuove comunicazioni, mercè il frazionamento delle vaste proprietà feudali, che ora la tengono schiava, allora quello stesso contadino vi comparili snello e vivace, dall'occhio intelligente, lieto d'aver una casa dove ritrarsi la notte, cantando non più a guisa di lamentevole ululato, ma con franca voce e sonora uua canzone nazionale, contento del suo lavoro, circondato dall'amore della sua consorte e dei suoi figli, non più avverso ma amico della sua Roma, dov' egli smerderà per sè e per la sua famiglia il prodotto dei suoi sudori e di quelli dei fratelli e dei figliuoli, trattati, non come ora a pedate od a morsi, a guisa di belve, ma coli' amorevolezza e con quel moderato rigore della parola, che le scuole civili gli avranno insegnato. E in queste stesse campagne torneranno a risuonare dolci all'orecchio i bei nomi di Coriolano, di Fabio, di Cornelio, di Claudio, e quelli di Camillo, di Publio, Duilio, Scipione, Gracco, Mario, Cesare, Pompeo, Augusto, Adriano, Aureliano, etc. scomparendo poco alla volta i Giacomi, Petronii, i Lazzari, i Policarpi, i Zaccaria, i Vincenzi, Caloceri, Gregorii, etc. ete. — E non vi paja ridicola questa osservazione, chè la storia italiana è lì per provare che col 16m0 secolo finiscono le principali glorie d'Italia, appunto quando spariscono i grandi capitani e le loro memorie e quando „ scompajono quei no-„ mi di Orazio, Pompeo, Fabrizio, Marcantonio, Scipio-, uè, Muzio, Ottavio, Fabio, Virginio, etc., che erano „ comparsi nel secolo XIII a risvegliare negli ani-„ mi il sopito amor della gloria È il doto Silvagni che lo scrive nell' interessante sua pubblicazione il Gotha di Roma. Riepilogando, io credo che il modesto, ma utilissimo progetto d'inchiesta agricola sarà discusso ed approvato fra breve dal nostro Parlamento e sanzionato dal Re. Bene dice a questo proposito, quell'egregio cittadino, eh' è il Filopauti, nella sua recente petizione per i lavori del Tevere e dell'Agro romano: " Il risorgimento economico dell' Italia dipende dall' agricoltura. Le quattro contigue provincie di Roma, Viterbo, Civitavecchia e Velletri, oltre uua porzione di suolo discretamente ben coltivato, contengono circa 400,000 ettari, o 4000 chilometri quadrati di terreno naturalmente ubertosissimo, ma che, a cagione della cattiva aria e più della pessima coltivazione, sono per l'Italia una calamità ed un disonore. Ricondotto a salubrità ed a buona coltura, con una graduale estensione di zone bonificate, questo territorio sì esteso acquisterebbe in pochi anni un valore due o tre volte superiore al costo complessivo di compera e di bonificio. Quando l'impulso e l'esempio sieno seguiti nel tavoliere della Puglia, in Sardegna ed in tanti altri luoghi di negletta coltura, questo vantato giardino d' Europa potrà divenirlo di fatto, e dimora di una popolazione più numerosa e più felice. „ Non v' ha quindi dubbio che grandi saranno i risultati, che tutta Italia attende da questa importantissima inchiesta parlamentare sulle condizioni agrarie della provincia. la Questione economica e l'agricoltura (Dall' Italia agricola) Mentre durano le discussioni sul Congresso degli Economisti di Milano, reputiamo assai opportuna la pubblicazione del seguente articolo di A. Caccianiga; il quale, quand' anco non riuscisse a conciliare le parti dissenzienti col dissipare quegli equivoci che tengono scisso il campo della scienza economica in Italia, si presenterebbe tuttavia pieno d'interesse e per l'attualità dell'argomento e pel nome chiarissimo dell'autore. Nè si creda che con ciò facciamo ammenda ai prin-cipii di libertà economiche da noi professati sempre e finora costantemente sostenuti : chè, astrazione fatta dal diritto di libera discussione che a tutti i collaboratori concediamo pieno ed assoluto, nulla d'altronde ravvisiamo nello scritto del Caccianiga, che possa per avventura discostarsi dalla scuola gloriosa di Adamo Smith. Il reclamare che per la porta della libertà non sia lasciato passo agli abusi, alle ingiustizie, alle utopie, alle ambizioni sfrenate, alle avidità insane ed alla violenza, non equivale certamente al disconoscere i grandi giovamenti che già vennero e che tutto dì voglionsi aspettare dall'aforismo di Quesnay: lasciate fare, lasciate passare. Il proibire il male non è già un inceppare lo svolgimento delle libere istituzioni : chè anzi queste dalla funzione d'ingerenza dello Stato, ogniqualvolta se ne senta inevitabile necessità in questioni specialmente di morale e di giure pubblico, possono trarre forza ed impulso di progresso maggiore. Lo Stato che rappresenta la volontà e l'operosità collettive devo limitarsi ad una funzione di semplice sorveglianza: prevenire e correggere, occorrendo — • illuminare sempre — tiranneggiare non mai. E sopratutto, rispettata la libertà d'ognuno; la libertà che non trasmoda in licenza, la libertà del fare tutto quanto non violi i diritti altrui, sia nell'ordine morale, sia nel materiale. Altrimenti si tornerebbe al regime assolutista od al socialismo asiatico: due estremi che, ben più del laisscr faire, laisser passcr male interpretato, hanno prodotto e produrranno sempre danno e regresso. Ciò premettendo, diamo senz' altro la parola al nostro Caccianiga: Interessa molto agli agricoltori di conoscere la questioni economiche che si agitano nel paese, e di dirne la loro opinione ; essi seutono il bisogno della libertà quanto del sole e delia pioggia, perchè come disse Montesquieu : „ i paesi non sono coltivati in ragione della loro fertilità, ma bensì iu ragione della loro libertà. „ Le rivoluzioni, le guerre d' indipendenza, i progressi della civiltà, le riforme legislative, modificarono costantemente le condizioni agrarie. Dalla schiavitù della gleba alla libertà assoluta corse una lunga serie d'avvenimenti che sconvolsero il mondo. Tuttavia l'agricoltore largamente rappresentato uei quadri dell' e-sercito, e in quelli delle imposte, è ancora troppo poco rappresentato in Parlamento ove si ode assai raramente la sua voce semplice, ma positiva e sensata. Forse la franca indipendenza del suo carattere gli renderebbe insopportabili le discipline parlamentari e le agitazioni dei partiti; egli che non ha piani preconcetti nè ambizioni politiche non saprebbe sovente ove prendere il suo posto alla Camera, e i suoi voti troppo speciali lo porterebbero ora a sostenere il governo ora a combatterlo. Spetta adunque a quei giornali che si occupano particolarmente degli interessi materiali e morali degli agricoltori, di raccogliere le loro opinioni disperse, e di presentarle al pubblico. E mentre noi assumiamo quell' ardua impresa rendendoci interpreti dei loro voti intorno alla questione economica che divide la scienza, facciamo appello ai nostri colleghi pregandoli, o di sostenere le nostre asserzioni, o di dirci francamente che ci siamo ingannati. Economisti e agricoltori sono fratelli, e devono cooperare concordi alla prosperità della patria. Questi producono gran parte della ricchezza, quelli studiano le leggi di circolazione, di distribuzione, di cambio; lo scopo comune è quello di raggiungere il benessere generale con tutti i benefizii della civiltà. Insorta una discussione che divide gli economisti in due scuole, quale deve essere la missione degli agricoltori ? — La risposta è facile, essa viene suggerita dal comune interesse, e dal senso morale, e si riassume in una sola parola: — conciliazione. Causa precipua di dissenzione si è l'abbandono d'una foratola proclamata come principio fondamentale dell' economia, da un patriarca della scienza, Adamo Smith. Adamo Smith visse dal 1723 al 1790, cioè 67 anni. La sua gioventù studiosa gli aperse la cattedra di belle lettere. Nel 1751 fa professore di logica, nel 1752 di filosofìa morale all' Università di Glascovia, poi all' U-uiversità d'Oxford. Nel 1759 publicò un'opera filosofica: La teoria elei sentimenti morali, che lo collocò fra i primi scrittori del suo tempo. Nel 1763 rinunziò alle funzioni di professore per visitar il continente con un suo discepolo, il Duca di Buccleugh. Ritornato in Inghilterra nell'ottobre del 1766, si ritirò a Kirkaldy, ove visse ritirato dieci anni con sua madr6, scrivendo la grande opera: Ricerche sulla natura c le cause della ricchezza delle nazioni, che pubblicò nel 1775 - 76. Due anni dopo fu nominato Commissario delle dogane a Edimburgo ove rimase fino alla morte. Quando l'agricoltore vuol conoscere a fondo uua pianta non si limita ad esaminarla superficialmente ma vuol sapere auche ove visse, e ne studia il clima e il terreno prima di giudicarla. Per seguire questo sistema anche nell'apprezzamento dell'opera economica di Adamo Smith, diventa necessario di gettare un rapido sguardo sopra ciò eh' egli vide in Europa nei tre anui di viaggi che servirono di base a suoi studi. (Continua) ^ Relazione al Consìglio «li agricoltura nell'adunanza 7 marzo 1875 (Continuazione Vedi pagina 1651) Col Ministero di Grazia e Giustizia e con quello dei Lavori Pubblici si sono presi gli opportuni accordi per un'ampia indagine sui diversi diritti di uso che gravitano ancora sulla proprietà rurale. 11 Ministero dei Lavori Pubblici intenderà alla parte che riguarda le acque ; il risultato di siffatte indagini al certo di non facile esecuzione, fornirà gli elementi per decidere se e quali di- sposizioni convenga invocare dal Parlamento, affine disbarazzare in modo definitivo le proprietà in Italia da servitù sempre dannose allo svolgimento dell' industria agraria. Nel 1874 sono state condotte a termine le seguenti operazioni sui Demani comunali nelle provincie meridionali.— Quotizzazioni n. 13 per n. 3431 quote sopra un'estensione di ettari 1658,91.06. — II canone attribuito a' comuni sulle relative quote ammonta a lire 21.194,87. — Conciliazioni n. 81 sopra ettari 5639,18.47, con un canone annuo a favore dei comuni di lire 37,496,41. — sono stati dichiarati alienabili, perchè insuscettivi di quotizzazione, ettari 961,17.36. — Rimangono al 31 dicembre 1874 a quotizzarsi ettari 76,529, e debbono sperimentarsi le conciliazioni, o procedersi a reintegra per ettari 181,139. Nella Sardegna l'applicazione della legge del 25 aprile 1865 che aboliva gli ademprivi ha dato i seguenti risultamenti : Ai comuni della Provincia di Cagliari Sassari Ettari attribuiti . . . 103100 37 95 83194 39 29 Ettari alienati . . . 49444 22 97 39648 69 60 Prezzo ricavato . . . 3074961 19 1503643 60 Ettari su cni pendono liti 28225 99 56 33416 33 92 Ettari invenduti . . . 25430 15 42 10129 35 77 Un disegno di legge è stato presentato alla Camera per prorogare il termine concesso per la vendita dei terreni suddetti. Nel primo semestre di quest'anno saranno condotte a termine le operazioni nell'ex-Principato di Piombino. Nel dicembre decorso è stato già approvato lo statuto per la Cassa Agricola Piombinese, prescritta dalla legge 15 agosto 1867. Nel decorso anno pervennero al Ministero n. 1048 regolamenti di polizia rurale e n. 406 regolamenti pelle guardie campestri. I comuni che tuttora mancano di regolamenti di polizia rurale sono 3326. — I comuni che hanno regolamenti per le guardie campestri sono, a tutto il 1874, 826. — È vero che nel decorso anno vi fu un sensibile miglioramento sull' anno precedente, ma siamo ben lungi dal soddisfare ai bisogui di polizia a-gricola. Il Consiglio fu di avviso nel decorso anno che si dovesse comunicare alle Rappresentanze provinciali e comunali, ed a quelle agrarie il disegno di legge sull'ordinamento della polizia campestre. Ciò essendosi fatto, le risposte finora pervenute sono 112, e molte di esse contengono varie ed assennate considerazioni. Alla prima adunanza del Consiglio il Ministero ripresenterà al vostro esame questo importante argomento. Statistica agraria. Il Ministero è venuto nel proponimento di chiarire, mercè indagini d'indole statistica, la importanza di alcuni prodotti del suolo che danno presso di noi origine a diverse industrie agrarie. Quelle compiute sulla produzione del cotone hanno offerto i seguenti risultati : Nel 1864 il cotone si coltivava in 28 provincie, sopra un'estensione di ett. 88,080, 25. Nel 1873 si coltivava in 14 provincie, sopra un'estensione di ett. 34.570,710. Nel 1864 la produzione del cotone, compreso il seme, era calcolata a quint. 633,096, e nel 1873 la produzione stessa fu di quint. 180,230. Le indagini relative alla produzione dell' olivo so- no quasi condotte a termine ; e sono in via di accertamento le altre che si riferiscono alla produzione degli aranci, alla produzione e al consumo delle patate, alla coltivazione della glyceriza-glubra. Furono raccolte notizie intorno alle condizioni della orticoltura in Italia. Ecco in breve ciò che ora sappiamo su questo argomento : In 5 provincie esistono Società orticole, e 1' orticoltura ha raggiunto un considerevole sviluppo; in 24 non esistono Società orticole, ma l'orticoltura è abbastanza sviluppata per opera dei Comizi agrari e dei privati; in 40 provincie non solo non esistono Società orticole, ma l'orticoltura è affatto trascurata. I risultati di queste indagini saranno resi di pubblica ragione per mezzo degli Annali del Ministero. Un altro mezzo di conoscere ed illustrare le nostre principali produzioni agrarie è parso fosse quello di una raccolta monografica dei campioni dei cereali e di altri prodotti che si coltivano in Italia. Codesta collezione è già iniziata, ed il Ministero si augura di avviarla abbastanza nel corrente anno per essere in grado di poterla presentare al Consiglio nella prossima riunione. _ Monografia di economia agricola (Cont. Vedi pag. 1053) 8. — Quanto si raccoglie di frumento per ettaro? quanto da una semente ? Il raccolto medio di frumento è circa 20 ettolitri per ettaro ; ma varia a seconda delle varie località della Provincia, specialmente riguardo alle differenze altimetriche. Il raccolto medio di una semente è di circa 1' 8 per uno ; calcolando la quantità sperperata e guasta. Anche questa proporzione è però molto variabile, a seconda della maggiore o minore concimazione, della qualità della terra e sopratutto della posizione. 9. — Quanto si raccoglie di granoturco per ettaro? quanto di segala, quanto di avena? In un ettaro di terreno coltivato a granoturco si raccolgono in media 30 ettolitri di questo cereale; e in una eguale estensione circa 22 ettolitri di segala. L'avena non è fra le colture di questa Provincia ; vi si sostituisce 1' orzo, che rappresenta in molte località uno dei principali prodotti, specialmente nella parte montuosa. Ogni ettaro produce 25 ettolitri di orzo. 10. — Vi sono risaie stàbili, di vicenda; quanto rendono di riso vestito e a quanto si riduce il riso sbucciato ? Non esiste questa coltura in alcuna parte della Provincia. 11. — Quale è V importanza della vite, del gèlso, dei frutti comuni, dei castagni, degli olivi nella economia generale del podere ? La vite, nella Provincia di Belluno, si coltiva ordinariamente a ceppo alto, maritata a pioppi o salci, e più raramente ad opii, in filari più o meno distanti in mezzo ai campi, o sulle colline in senso traversale alla pendenza. La importanza quindi di questa coltura è limitata, venendo calcolata come un accessorio, non come uno dei principali prodotti Devonsi peraltro eccettuare i vigneti a palo secco dei Comuni di Arsiè e di Fonzazo e quelli di alcuni solerti viticultori dei Distretti di Feltre e Belluno. La fatale atrofia che ha decimato i vantaggi dell'industria bacologica ha colpito di rimbalzo anche la coltivazione dei gelsi. Molti agricultori che negli anni scorsi piantavano gelsi anche dove natura li rifiutava, ora hanno sospeso non solo, ma taluno ha abbattuto eziandio qualche piantagione per rimpiazzarla con piante d'altra famiglia. Il frutteto è da qualche anno molto curato, poiché si estese assai il commercio dei frutti, e specialmente delle mele, che si esportano perfino in Oriente. Non si potrebbe calcolare il prodotto dei frutti, specialmente in vista della poca sicurezza del raccolto; ma se non si stabilisce la quantità, non si può assicurare che la quantità non teme confronto tanto per la bontà del gusto, quanto per la resistenza. I castagni sono coltivati in alcune località speciali; ma non dappertutto e quindi si possono calcolare fra i prodotti della maggior parte dei poderi. Gli olivi non allignano, e se qualche raro esemplare venne piantato in luoghi solati non dà quasi mai frutto. 12. -- Che importanza vi hanno le piante industriali : lino, canape, colza, ravizzone, ricino, barbabietole ? Tranne la canape, che si coltiva con sufficiente estensione, occupando circa 6 per cento della superficie media del podere, tutte le altre piante industriali o non si conoscono, o sono seminate da qualche solerte agricultore in via puramente sperimentale. La canape raccolta in Provincia si esporta raramente e in piccola quantità, venendo per la maggior parte usata per le telerie domestiche, o per la confezione della così detta mezzalana, che è una specie di stoffa grossolana usata dalla quasi totalità dei contadini. In molte località c' è bisogno di una ragguardevole importazione di canape. Fu recentemente introdotta la barbabietola da ingrasso, come pure si semina da taluno il guado per l'industria tintoria. (Continua) Varietà La società anonima di Alessandria, per la raccolta inodora e l'utilizzazione delle sostanze fertilizzanti, ha sentita la relazione sulla gestione del 1873 ; ne fu relatore il cav. Meneveri. Da essa apprendiamo che quando, mediante la severa applicazione delle disposizioni contenute nel regolamento, si rendesse possibile la raccolta delle dejezioni di tutti gli abitanti di detta città, ancorché una buona metà di esse andasse dispersa, la società Alessandrina si farebbe dispensiera di azoto, di acido fosforico e di potassa per un valsente di poco meno mezzo milione all'anno! NOTIZIE Il giornale ufficiale 1' Osservatore Triestino N. Ili, contiene in quarta pagina i Bilanci 1872, e 1873 della Camera di Commercio e d'Industria di Rovigno. Gli Introiti nel 1872 sommarono f. 1384:91 ai quali, aggiunto il civanzo di cassa 1871 di f. 1737:24, quindi un totale di f. 3122:15; si contrappone l'esito di f. 2345:95 ed un civanzo di cassa a pareggio di f. 776:20. La sostanza alla fine del 1872 consisteva in f. 4605:04V2. Nel 1873, sommato il civanzo di f. 776:20, all'incasso durante l'anno di f. 2834:64^2 si ha un introito di f. 3610:84V2 e un esito uguale nel quale sono compresi, f. 785:45% di civanzo. La sostanza aliatine del 1873 presenta un attivo di f. 8533 ed un passivo di f. 814, formato questo dalle quote 5 per cento verso il fondo pensioni non conteggiate per gli anni 1869-1870-1871-1872-1873. Cose locali li» gita della ginnastica triestina a Capodistria. Domenica 23 m. d., la nostra città era tutta in festa, perchè in attesa della società di ginnastica triestina. Ed ella giunse colla sua eccellente banda alle ore 4 1[2 sopra due piroscafi, preceduta da un' imbarcazione a remi. Altri tre piroscafi compresa la gita giornaliera Egida, e parecchie carrozze, le si associarono per rendere più gaja la festività; se veramente d'uopo abbia di più gaiezza tanto fiore di gioventù, il nerbo della città di Trieste. GÌ' intervenuti si calcolarono mille due cento. Recaronsi ad incontrarla, oltre immensa turba di popolo, la Presidenza del Comitato di ricevimento, la Direzione della Società di mutuo soccorso e della Filarmonica, quella di Canto e del Caffè della Loggia, le quali la scortarono al suono della banda fino in piazza. Quivi giunta, dopo i complimenti di rigore fatti all' autorità del paese nella sua sede municipale, deposto il vessillo, si sciolse per riunirsi alle 6 1]2 in piazza, ove le due bande, una diretta dal maestro signor Scherenzel, l'altra dal maestro signor Montanari, suonarono diversi pezzi, alternati da alcuni cori della locale Società operaia di canto. Alle ore 8 3j4, elargito prima ai poveri nostri il generoso importo di fior. 100, la gentile ospite triestina se ne partì, seguita fino al molo da migliaja di persone plaudenti. E che se ne sia partita soddisfatta, vi sono prova non dubbia le sue fervide acclamazioni alla nostra città, al suo podestà signor Giuseppe Pellegrini, al comitato dirigente la festa; acclamazioni, che vennero corrisposte dall'astante popolo capodistriano con getto di razzi, con trasparenti, con luminarie, e coi più sinceri arrivederci. Prossime pubblicazioni La disfida di Santo (.avarilo, Racconto storico Istriano di N. P. Grego. Questo Racconto già due volte annunciato, e poi per varie cause non pubblicato, vedrà la luce nel prossimo mese di giugno, stampato a Crema. Esso ha per soggetto un fatto onorevole di un va- lorose» gtieffiero Istriano del secolo XV, e come gli altri racconti del medesimo Autore, I Turchi a Cittanova1 La notte di San Sebastiano e Gasparo Calavani, i quali ebbero lieta accoglienza, inteude ad illustrare la storia dell'Istria, per così tanti motivi meritevoli di essere conosciuta. L'opera sarà stampata con buoni tipi e buona carta in 16rao di circa 200 pagine, e vendibile al prezzo di ital. L. 2 o soldi 80 aust. alla copia, da pagarsi all'atto della consegua dell'opera stes.-a che verrà spedita appena condotta a termine la stampa che è già in corso. Si spera che questo lavoro per l'argomento suo troverà beuevole accoglienza; e buon numero di quelli che amano la storia patria vorranno iscriversi come associati ed eventualmente raccomandare l'iscrizione alle persone amiche e conoscenti. PUBBLICAZIONI. Libertà e Lavoro giornale premiato all' Esposizione Triestina del 1871. Si pubblica il IO ed il 25 d'ogni mese. Prezzo il' abbonamento-. per Trieste un anno f. 3, sei mesi f. 1.50. Per i paesi soggetti alla Monarchia austriaca: un anno f. 3.30, sei mesi f. 1.75. Un numero separato soldi 20, arretrato soldi 30. Pel Regno abbonamento annuo L. 10. NAVIGAZIONE A VAPORE GIORNALIERA TRIESTE - CAPODISTRIA e viceversa che intraprendèrà il Piroscafo celere ad elice EGIDA. Incominciando col giorno 25 maggio 1875 fino a nuovo Avviso verrà attivato (tempo permettendo) il seguente : ORARIO pei giorni feriali Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 7 ant. » » » » » iov2 „ » » » » » *> "pom. Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 9 ant. » » » » 12 uier. » » » » » 7'/apom. per le domeniche e giorni festivi Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 7 ant. 10' » » » » J? 2 » „ * " * 71 „pom. Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 9 ant. f> » » » 12 mer. » » » » » 8s/,poin. Prezzo di Passaggio: indistintamente soldi 40. I ragazzi sotto i dodici anni pagano la metà. Arrivo e partenza a Trieste dal Molo S. Carlo, da Capodistria dal Porto. NB. Le partenze tanto da Trieste quanto da Capodistria succederanno col tempo medio di Trieste. TRIESTE, 20 Maggio 1875. L'Impresa.