ANNO N Capodistria, 1 Dicembre 1876 N. 23 LA PROVINO DELL' ISTRIA & ì Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e qua-trimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. PRIMO CONGRESSO GENERALE della Società Alpina Istriana Pisino, 25 novembre 1876 Quest'oggi in seguito ad invito diramato dal rispettivo comitato fondatore radunavasi nella nuova sala municipale gentilmente messa a disposizione da questo municipio, i membri della Società Alpina dell' Istria per deliberar^ sull'adozione definitiva dello statuto, l'elezione della direzione e gli altri oggetti portati all'ordine del giorno. Pur troppo fu esiguo assai il numero degli intervenuti a questo primo congresso, e sebbene l'assenza quasi completa di soci degli altri distretti vuoisi ascrivere alla cattiva stagione, pure non possiamo non deplorare il poco interesse dimostrato per un'istituzione utilissima, la quale è destinata a portare ottimi frutti tanto nel campo dell'istruzione della gioventù, quanto in quello dei rapporti sociali, avvegnacchè sia indiscutibile che il ravvicinamento dei cittadini, e specialmente della gioventù a scopi di comune utilità favorisca la concordia e l'unione di cui (il recente periodo elettorale ce ne ha fornito una deplorabile prova) facciamo pur troppo ancora difetto. Ciò non per tanto i soci intervenuti esaurirono con buon volere e pieni di liete speranze per 1' avvenire gli oggetti portati in discussione. — Venne approvato lo statuto dopo animata discussione, si nominò la direzione, e poscia si passò alla destinazione del luogo del futuro congresso. A direttori vennero eletti i signori Artusi D.r Lodovico — Belli de D.r Cristoforo — Bradinich Giuseppe — Camus Leandro — Corazza D.r Giovanni — Costantini Marco — Del Bello D.r Nicolò — Fonda D.r Giovanni — Nacinovich Ernesto D.r Antonio, i quali elessero a Presidente Giovanni D.r Fonda Vice-presidente Nicolò D.r Del Bello Segretario Marco Costantini Cassiere Leandro Camus Scampicchio Pel futuro Congresso venne ad unanimità di voti stabilita la città di Albona. Durante la seduta la Società venne telegraficamente felicitata dalla Società di Ginnastica di Trieste e dal Municipio di Capodistria. Vogliamo sperare che alla prossima adunanza i soci concorreranno in numero maggiore, per animare e favorire la novella istituzione, cui auguriamo vita rigogliosa e prospere sorti. COKEISPOUDEIZE Dal Veneto, nel novembre 1876 Sono in arretrato di due corrispondenze, causa quelle benedette lotte elettorali, e bisogna eh' io cerchi di rimettermi in palla, ripescando ora tutto ciò che avrei dovuto dirvi in questo frattempo. — Lasciate primieramente che vi mandi un cordialissimo mi rallegro pel buon esito delle vostre elezioni. Ora eccomi all' assunto preso di parlarvi qualcosa di noi; ma siccome le nostre elezioni, (già velo dissi) hanno assorbito la maggior parte del tempo, e tutte le menti e gli animi erano rivolte ad esse, così non potrei intrattenervi in cose di qualche rilievo. Discorrere di elezioni è lo stesso (pel vostro periodico) che uscire dal seminato; cioè entrare nel brutto gineprajo della politica, anatemi zzata dal vostro programma; quindi ripasserò piuttosto quanto di meglio è sortito nel Begno in questi mesi autunnali per ciò che spetta all'argomento librario; sicuro, se non altro, di non urtare in suscettività. Dirò in primo luogo, ma alla sfuggita, perchè se u'è già parlato a bastanza, di quell'ottimo libro dello Stoppani intitolato II lei paese. È desso una raccolta di conversazioni sulle bellezze naturali d'Italia, conversazioni fatte di sera ad un crocchio di ragazzini folleggiane, e tanto sono piacevoli che non si vorrebbe vederne l'albeggiare. — Altro libro che intesi essere pregevole e che non fo'fatica a crederlo perchè vanno ad esso associati due carissimi e illustri nomi = Fedele Lampertico e Carlo Combi, un veneto ed un istria- no. Autore è il' vostro concittadino, editore il nostro, che lo pubblicava per occasione di nozze. S'intitola : Notizia preliminare della vita e degli scritti di Jacopo Valvasone di Maniago, con note copiosissime. Il Valvasone (udinese 11. 1499 - m. 1567) lasciò scritti pregevoli di storia e di biografia, ed è. benemerito perchè fu tra i primi iu Italia che scrivesse intorno le cose nostre con buoua critica. Merita poi speciale ricordo un libro forastiero che parla d'Italia, cioè della sua musica; s'intitola Storia e Teoria della musica antica di Augusto Gevaert, direttore del Conservatorio di Bruxelles. Il Gevaert innamorato del nostro bel paese, come lo sono tutti gli stranieri educati, colti, ed imparziali, e dove soggiornò parecchio tempo, pubblicò in quel lavoro una raccolta di pezzi dei nostri compositori drammatici dall'origine dell' opera in musica sino a Cimarosa, col titolo : Glorie d' Italia. Questa raccolta, in cui figurano Peri, Carissimi>, Monteverde, gli Scarlatti, Cavalli, Porpora, Leo, Durante, Piccini, insomma molte celebrità musicali italiane de' secoli scorsi, è stata un' anticipazione pratica e positiva del consiglio dato da Verdi a chi si sente portato per la musica, — di ritornare cioè allo studio dell'antico. >— Un libro verameute nuovo per la somministrazione di tutta intera la suppellettile di materiali riguardanti la storia d'Italia è la Bibliografia statutaria e storica italiana del conte Luigi de Manzoni di Lugo. Ve lo accenno semplicemente, perchè avrete ormai letto 1' elogio che ne fa 1' Archeografo di Trieste, per mezzo del siguor d.r Attilio Hortis. Giustissima la correzione, con cui l'Hortis rivendica all' avv. prof. Carlo cav. Combi, il merito di aver compilato il bellissimo e ricchissimo Saggio di Bibliografia istriana, che dal Manzoni fu creduto opera del compianto bibliotecario della Marciana Giuseppe Valentinelli. Il Combi, oltrecchè per i molti svariati ed interessanti suoi scritti, è conosciuto tra noi quale distinto professore della Scuola superiore di Commercio nella nostra città. Coi tipi del Naratovich di Venezia è uscito uno Studio critico e filosofico di Tommaso Campanella, dettato .da Antonio Barbiani. L'autore, dopo aver discorso dello svolgimento della scuola filosofica nel Medio Evo, riassume in questo Studio, i concetti e le opere del Campanella, a cui più d'ogni altro devesi la caduta della scuola aristotelica, e l'inaugurazione della moderna scuola filosofica. Una curiosità stenografica sono i primi dieci capitoli dei Promessi sposi, eseguiti dal signor Costanzo Fea, ufficiale presso il Ministero della Guerra. Il Fea è uno de'più zelanti ed abili cultori dell'arte stenografica, secondo il sistema di Gabelsberger, direttore, come sapete, delle Scuole Tecniche superiori a Graz. Quella pubblicazione fa onore all'arte, ed è commendevole non solo per la chiarezza e per la precisione dei segni, ma anche per l'eleganza, essendo il volume adorno di bellissimi fregi, d' una nitida fotografia del 1Manzoni, e degli stemmi delle città italiane, ove esistono società stenografiche, come Trieste, Venezia, Padova, Treviso, Piacenza, Milano, et. In fatto di scienza medica abbiamo ora una ristampa di eccellenti lavori italiani, ottimi per lo studente e pel medio pratico. Ve ne accennerò alcuni : Lezioni ai anatomia patologica fatte duran- te 1' anno 74-75 nell' Università di Roma; — La trasfusione del sangue del dott. Enrico Morelli. — L'uso della galvano-plastica nell' interno della laringe, della faringe, della bocca, del naso, e dell' orecchio, preceduto da una breve introduzione alla Laringoscopìa e Binoscopìa del dott. II. Valtollini; — Sul reumatismo articolare a corso rapido ; studii clinico-anatomici di Concato Luigi; — Dell'indole della fisiologia sperimentale — nell' Università di Torino di Giacomo Malescotti, (il neonominato senatore del Regno :) - Studii di anatomia comparata secondo il programma in vigore dell'Università di Torino - et et. Anche di libri pei Licei, Ginnasi e Scuole tecniche abbiamo un' altra ristampa, ad esempio : il Trattato della prosodia dell' accento, e della pronuncia della lingua latina — autore A. G. Minotto; —la Grammatica storico comparativa della lingua latina del Pezzi ; Gli studii storico - morali della liiigua latina di Atto Vannucci ; — la Grammatica storica della lingua italiana del Fornaciari ; — il Ritmo dei versi italiani dello Zambaldi; la Geografìa del Bianca; — la Fisica sperimentale del Basso ; — le Lezioni di chimica docismatica del Sobrero; — la Storia moderna del Ricotti ; — la Storia d'Balia del Turbiglio ; la Storia della costituzione inglese del Ricotti; — Le Istorie di Erodoto d'Alicarnasso, volgarizzate ed annotate dal Ricci. Altri libri ancora, eccellenti, potrei nominare, u-sciti in tutto il Regno nella seconda metà di quest' anno ; libri che riguardano le scienze, le lettere, e le arti; ma a dirli tutti non basterebbero le 16 colonne del vostro periodico. Ad ogni modo anche i pochi nominati sono un luminosissimo esempio del grande movimento intellettuale dell'Italia, movimen va di pari passo coli' economico. Al qual proposito non v' ha italiano che non ricordi con giusto orgoglio le parole dette dal Sella nel suo discorso elettorale: dal 1859 al 1876, diss'egli, furono costruiti nel Regno 6 mila chilometri di strade ferrate, il movimento dei vaglia postali è salito a 417 milioni all'anno, si venderono 800 milioni di beni manimorte; gl'Istituti tecnici che avevano 1000 alunni ne hanno ora 5500, i maestri elementari che erano 25000 sono ora 45000; il movimento del risparmio è triplicato; dappertutto sono sorti nuovi istituti di credito, nuovi opificii, nuove industrie, s'introducono macchine, si fanno esposizioni. Il più fiero dei nostri avversarii, conchiuse il Sella, non potrebbe più dire che l'Italia è il paese del dolce far niente! E qui fo punto con un a rivederci. L. B. OGGETTI D'ARTE A quel signore, firmato R. Z., che ci chiedeva con lettera di data 22 novembre a. c., se per avventura ci fosse noto quali quadri di merito sieno stati trasportati a Vienna dall' 1110, signor Steffaneo di Carnea, Barone di Gronheim e di Eppenstein, Magnate del Regno d'Ungheria, Consigliere intimo di Stato, Ciambellano et. et., rispondiamo, quanto dissimo altra volta, che furono cioè trasportati a Vienna i quadri seguenti : 1) Madonna con bambino dormiente, pittura del quattrocento sopra fondo di gesso. Autore quel Vivarino di Murano, che fu tra i primi della scuola veneta a scuotere, benché timidamente, il giogo dei tipi bizantini. L'Accademia di Venezia vanta di lui molte tavole. — La Madonna del Vivarini, qui accennata, esisteva nella Chiesa di S. Bernardo al Porto Rose di Pirano. 2) Battaglia navale di Salvore, pittura colossale del Tintoretto (v'ha chi la disse invece del Veronese, ma è inesatto,) spedita in dono alla spettabile Comunità di Pirano dall'Eccellentissimo senato di Venezia. Un' uguale ammirasi ancora nella Sala del Gran Consiglio al Palazzo Ducale, ed un'altra consimile a Siena. Fu pure trasportato a Vienna dal sullodato signor Steffaneo P. T. un Busto del celebre medico istriano Santorio Santori, la cui effigie in gesso conservasi al Municipio di questa città, fatta ritrarre dal nobile avvocato Nicolò de Baseggio da una in marmo esistente a Venezia. Altra effigie dello stesso illustre medico si ammira nella volta della Cappella mortuaria al Civico Nosocomio di Trieste. Il Busto del Santorio portato via dallo Steffaneo si ritrova nel Gabinetto delle Antichità di Vienna. In epoche posteriori allo Steffaneo fu ceduto al generale Nugent, da chi ? ... certo no-lentibus aut inscientibus i capodistriani, un magnifico Leone di San Marco scolpito iu pietra d'Istria, che ornava la facciata dell' attuale sede municipale, il qual generale lo faceva trasportare nella sua villeggiatura di Tersatto presso Fiume, ove giace ora dimenticato in un loeale a terreno. Altre rarità istriane furono ancora spedite altrove, ma di queste ne parleremo subito che ci sarà dato di raccogliere i relativi documenti di cessione od altro. La Bed. —------xk>— Note sopra i Castellieri o Bovine preistoriche della penisola istriana del capitano lì. F. BCRTON, vicepresidente della Società Antropologica di Londra, e console di S. M. Britannica in Trieste Prima versione acconsentita dall'autore di N. M.-G. istriana. (Cont. V. N. 22) Soltanto allora che il geografo ispeziona l'interno, trova un vero bacino, generalmente di pietra arenaria, verde e rossa, localmente chiamata tassello (Mergel Sandstein) e masegno, (quarzo e micaceo), che forma forte contrasto colla pietra grigia calcarea. — Principiando immediatamente al di là della vecchia Cou-vedo o Covedo, la Cubida romana (?), un canale lateralmente tagliato da alte cime divisorie, estendesi fino alle sponde del lago di Cepich, ed è avvicinato verso il mare da sommità di 1500 piedi in media ; mentre in altri luoghi di 500 soltanto sopra il livello del mare, e ben quattro correnti d'acqua come ne' giganti dell'Africa debbono aprire la strada traverso i rocciosi margini del bacino prima di trovare il loro sbocco nell' Adriatico. Nei tempi primitivi la penisola istriaua era, senza dubbio, abitata, e quelli che si occupano di studi locali, ritrovano nel moderno linguaggio Veneto-Italiano, avanzi dell' antico Illirico Histriano (o Istriano), dialetto che è stato bellamente congiunto all'Etrusco, all'Umbro, al Celtico, al Greco, ed al Fenicio 1). Ai Carni apparteneva quel tratto Alpino, che estendendosi dal Tricorno o Triglou (Tri-glau) al Nanos forma in fine il "Carso,, 2), ed erano essi padroni di Concordia, di Aqui-leja e Tergeste la moderna Trieste (?). I Giapidi o Giapodi occuparono i paesi fra il Nanos ed il monte Albius o Albanus, sopra i cui pendii orientali vennero essi in contatto coi Liburni. 3) Circa il 600 a. C. certe tribù Gallo-celtiche, che aveano accompagnato Belloveso, occuparono l'Ocra 4) (la più bassa parte delle Alpi fra il Nanos e lo Schnee-berg). In questo e nel secolo posteriore, alcuui popoli Pelasgo-Ioni e Traci, affluendo dalla Grecia e dal Ponto, facilmente si confusero coi vecchi possessori del terreno, i Pelasgo-Umbri e gli Etruschi si stabilirono nelle parti più prossime al mare. A quest' ultima onda di emigrazioni si riferiscono le tradizioni di Medea e Giasone, di Apsyrtos o Assirto negli Argonauti e nei Col-chi, raccolte da Pomponio Mela da Strabone, da Plinio, da Pompeo Trogo, e da Giustino. Da quella il paese assunse il nome d'Istria, e per sempre vi perdette il suo antico. L'esistenza dei Traci è anche comprovata dal Periplo (Periegesis) di Scimno, di Chio scritta per comando di Dario d'Istaspe 5). Alcuni anni dopo il 300 a. C. noi troviamo che, secondo Cleonimo di Sparta, il quale navigò l'Adriatico, l'Istria signoreggiava codesto mare, e Floro c' informa che la città di Taranto mandò delle navi per negoziare colle coste della penisola. 6) La guerra istriana (177 a. C.) minutamente descritta da Livio (XLI. I passim), la distruzione di Nesazio, e la fondazione di Aquileja per opera dei Romani, mettono il paese in connessione colla vera storia. Questa interessantissima provincia, invasa dai barbari, soggetta ad una successione di conquistatori, annessa a Venezia, colonizzata dagli slavi, fu diffusamente descritta nel "Saggio di Bibliografia Istriana,, un volumetto in ottavo di 484 pagine, pubblicato dal dotto avv. Carlo de Combi di Capodistria (Tipografia Tondelli, Capodistria, 1864). Contiene questo "Saggio* i nomi di 3,060 opere, divise in dodici classi, cioè: Geografia e materiali corografici, Scienze naturali, Etnografia, Storia, Chiesa, Scienze storiche ausiliari, Legislazione, amministrazione, Economia, Beneficenza, Istruzione, Biografie, varie altre opere minori e classiche. A tutto vi è aggiunta un' appendice ed un indice delle persone e delle cose. 7) — Che l'Istria sia poco conosciuta in Inghilterra possiamo giudicare dal fatto che le nostre Guide trattano in quattro aride pagine tutto il soggetto, Pola inclusiva. 8) Già durante il secolo scorso, l'illustre Gian Rinaldo Carli di Capodistria in parecchie erudite pubblicazioni, specialmente in quella intitolata "Delle Antichità italiche,„ avea richiamato 1' attenzione ai grandi monumenti ed alla storica importanza della sua terra £ natale. Nella terza decina del secolo presente il canonico istriano Pietro Stancovich di ccBarbana, raolse in tre volumi ("Bibliografie degli uomini distinti dell' Istria,,) notizie di quattro cento settanta otto compatriota, cbe si distinsero nella carriera civile e militare. Egli fu imitato dal dottor Domenico nob. Rossetti (m. 1842,), il quale scrivendo intorno la storia e la legislazione, zelantemente difese i diritti ed i privilegi della sua diletta Trieste, e fu fondatore della Minerva (gabinetto letterario) ; del monumento a Win-kelmann; della collezione Petrarca e Piccolomini; dell'Archeografo t riestino, e di altre associazioni letterarie. Fu abbastanza fortunato di lasciare un seguace nel d.r Pietro Paolo Kandler, che sorpassò tutti tre nella estensione e successo de' suoi lavori 9). Intorno a questo degno istriano è indispensabile spendere alcune parole : Questi discendeva da una famiglia scozzese (Chandler), che si era stabilita a Trieste nel principio del sec. XVII. Nato in quella città nel 23 maggio, (24 ?) del 1804, studiò legge a Padova, a Vienna, e si addottorò a Pavia. Ritornato a Trieste nel 1826, divenne il discepolo del d.r Domenico Rossetti, e coprì vari posti importanti nella magistratura della sua città natale. Egli fondò il Museo, favorì lo imboscamento del Carso e divenne il Conservatore del Litorale (Istria, Trieste, Gorizia); fu consigliere governativo e in fiue membro del tribunale imperiale. Prese viva parte patriottica negli avvenimenti del 48, e si ritirò dalla vita pubblica nel 1854. Visse modesto, consecrando la sua fortuna ed i suoi ozii ai dilettissimi studi ; finche morì povero nel 18 gennajo 1872. Ci è grato poter aggiungere che i suoi compatriotti non si sono mostrati dimentichi de' suoi servigi, e che le sue carte e manoscritti furono acquistati dalla sua provincia natia. Il d.r Kandler incominciò a scrivere sulle antichità istriane nell' età di 15 anni, e perseverò in codesto studio fino a' suoi ultimi giorni. 1 titoli delle molteplici opere di lui e degli puscoli cuoprono undici pagine della Biografia fittamente stampate ; l'elenco delle sue carte geografiche e delle sue memorie iuedite quasi cinque di più. Egli scriveva con uguale perizia in latino, in tedesco, in italiano, e la sua epigrafe "Resurrecturis,, sopirà l'entrata del Cimitero cattolico, è ammirabile per la sua semplicità, ed è molto migliore del volgare "In Domino requiescentibus„ che le sta appresso. Il d.r Kandler avea tutti i requisiti di un viaggiatore e di un antropologista. Cominciò la sua impresa, collo studiare il terreno, e da studente ispezionò l'Ungheria la Croazia, la Slavonia, la Stiria e la Bassa Austria. Divenuto dottore visitò la Lombardia, i laghi svizzeri, ed il paese intorno Trento e Venezia. Ma la sua escursione autunnale favorita fu la zona marittima tra Aquileja e Fiume, incluse l'Istria, la Carsia (il paese del Carso) Gorizia e le Alpi Giulie (anticamente le Giapidiche o monti Albani) e coi ripetuti viaggi egli aquistò perfetta conoscenza di questo nucleo. Viaggiava a piedi non secondo l'uso di un moderno torista, e delineava accuratamente il paese mentre lo attraversava. Egli era un antropologo tutto zelo e ardore nel raccogliere fatti. Sollecitato a dettare una storia dell'Istria rispose .• "Gli annali dell'Istria sono scritti sopra la sua superficie dai monti al mare; ma non è un libro che possa esser letto da chi la percorre. Parecchie pagine sono state cancellate e falsificate, e non poche sono state del tutto stracciate. Per purificare 1' antico testo dalle alterazioni e dalle lordure di bande barbare, dalla violenza di quelle e dalla ignoranza di queste, e adequatamele supplire alle deplorevoli lacune, è un lungo e laborioso compito, è un lavoro di tempo, di studio, e di arte.„ Ma per lui era anche un lavoro geniale. La sua posizone a Trieste gli dava molte opportunità, e coli'aggiungere alle attuali esplorazioni gli ardui confronti degli archivi, e dei documenti sì pubblici che privati, collo esaminare ogni testimonio, colle frequenti discussioni cogli amici, che si godevano della sua vena umoristica e geniale, col formarsi vieppiù uno specialista, e col concentrare tutte le facoltà del suo cervello sopra un singolo punto, egli finì coli' acquistare quel "sesto senso,, ch'è il risultato d'intensa applicazione e la'sistematica educazione di alte doti naturali (10). Ma il dottor Kandler si è limitato allo studio dell'Istria romana; la scienza ch'ebbe principio con M. Boucher de Perthes lo raggiunse troppo tardi. La mente di lui era vasta e abbastanza suscettibile ad afferrare per accogliere la teoria dell'uomo preistorico; egli per altro dichiarò che lo studio della sua gioventù dovea essere quello della sua vecchiaja. Nelle molteplici escursioni ha accuratamente delineato i Castellieri ("La rete dei Castellieri,,) che esistono nella penisola ; ma era giunto nella persuasione che quelle fossero rovine di un campo romano. Venti tre anni fa (1850-51) fu loro attribuita un'origine celtica dal barone Carlo di Czoernig consigliere intimo di S. M. I. R. A. presidente et. Questo distinto personaggio, che ha ultimamente pubblicato un grosso volume intorno a Gorizia 11), non poteva ri polo guerriero avesse prescelto le sommità senz' acqua di quelle colline, e siccome in alcune parti della provincia se ne possono vedere da un solo punto, egli le attribuì dimora di una popolazione non di un'armata. Ma trascorsero degli anni prima che si giugnesse ad una conclusione concreta; quando il signor Tomaso Luciani (ora cavaliere)» ed il concittadino di lui 1' onorevole dottor Antonio Scampicchio di Albona ritrovando istrumenti preistorici perfino nella loro città nativa, e con altre prove soddisfacenti che appariranno tra breve, decisero definitivamente la questione. Sarebbe mal fatto di parlare de' Castellieri dell'Istria senza accennare ai lavori del cavaliere Luciani; ma siccome questo gentiluomo vive ancora, il mio racconto della sua vita dev'essere succinto. La famiglia di lui, evidentemente e notabilmente italiana, si stabilì nella classica Bespuhlica Albones-sium, la sola classica repubblica istriana 12) ancor nel secolo XIV, ove acquistò proprietà fondiarie. Nato verso il 1820, egli preferì come il fu M.r Buckle, lo studio privato alle pubbliche scuole, e la prima sua educazione fu diretta dal dotto albonese Antonio Lorenzini, il quale morì nel 1835. Viaggiò di buon ora l'Italia settentrionale e lavorò a suo talento in Padova ed in altri centri scientifici. Ardente patriota e sdegnato contro lo sterile e disorganizzato sistema governativo del suo paese prima che le riforme del 1848 e 1867 facessero dell'Austria uno de' paesi europei più costituzionali e progressisti, egli fu impigliato in affari politici, e nel 1861 dovette lasciare la sua patria per Milano. Col trasloco della capitale italiana (1865) andò a Firenze e nel 1866 quando Venezia fu ridonata alla libertà, egli vi si stabilì qual cittadino italiano, con un impiego nell'Archivio dei Frari. (Continua) 1) Leggesi nell' Istria a pag. 13: „Iu tutto il resto della Provincia, prevalse dal secolo XIV e XV in poi il dialetto Veneto, ma non così che con molta diligenza non si possano scoprire traccie del dialetto originario Istriano, in frasi, in forinole popolari, in proverbi, e nello stesso accento, lungo tutta la costa da Muggia a Fianona, anzi nella stessa Trieste, e nell' interno fin sulle alture di Raspo,, non fosse altro in qualche nome di località, di condizioni speciali del suolo, in alcune interiezioni appassionate, nel linguaggio che si adopera coi bimbi, e in certune di quelle voci, per lo più monosillabe, che servono a contenere e dirigere gli animali nella corte, al pascolo e sul lavoro.,, Una raccolta di tali forinole sarebbe veramente preziosa, e parecchi istriani sono ben capaci di farla. Io spero che in breve vorranno accingersi a tale compito. 2) Ij' origine di questa parola è disputata. A. de Morlot (Ueber die Geologischen verhaltnisse von Istrien, et. aus den Natarwissenscliaftìichen Abliandlung", ii. Band. ii. Theil. s. 257) propone di derivare Karst e Carso dallo sloveno Hrast, quercia, ancora il tipo della sua vegetazione ; così vorrebb'egli derivare Oakland, paese delle querele, l'antico nome della Germania. Ma coloro clie ricordano il paese trovarsi nel „Keltica al di là delle Alpi" (Transalpine Gaul ; Strabene, iv. 6, 1) naturalmente respingono quest'origine comparativamente moderna, e preferiscono il celtico Caer, pietra, che meglio ne caratterizza la superficie. 3) Perchè le Alpi erano chiamate Albia o Alpionia (Al-peina?), e al presente le alte montagne nel paese dei Giapodi, vicino all' Ocra ("Ov.pa) e alle Alpi è chiamato Albius, mostrando così che le Alpi si estendono fino là (Strabone, iv. 6, 1). Lo stesso autore (iv. 6. 10) dice i Giapodi essere "una nazione mista cogli Illirici e Celti " — Questa tribù illirica, chiamata pure Giapigia (Pomponio Festo Epist. Orb. Terr. Syn.) è stata abbondantemente descritta dai moderni geografi. 4) Strabone fa cenno dell' Ocra in cinque luoghi. Può questa parola aver connessione coli' Ocra della Siria (Mons Casius), che in arabo significherebbe montagna nuda? (Vedi "la Siria inesplorata, ii. 73.) Plinio pure (iii. 23) chiama Ocra, una città rovinata dei Carni. 5) Geographi Graeci minores (pp. Ixx iv e 196-237). „Anonymi (Scymnii Cliii, ut fertur) orbis descriptio." Vedi il passaggio che principia (i. 369) così: Eìt firnv 'ASpiavr; OaXatTa Xr;o:j.sy?; Egli descrive dopo Teopompo un luogo come un synisthmus col Ponto ; la costa guernita delle Assirti. delle Eletti-idi, delle Liburniche, ed altre isole consimili alle Cicladi ; i popoli barbari intorno alla testa (Sirabone nota le loro screziature) che contavano 150 min; la fertilità della campagna, la fecondità del gregge, che produceva due volte all'anno, l'umidità dell'atmosfera co' suoi repentini mutamenti specialmente nell' estate^; i suoi temporali, i suoi tu^Cvsc (il Sirocco e la Bora). Finalmente egli separa i Paflagoni Eneti o Henfti (di Venezia) dai propriamente Istriani in questa linea: 'Evctùìv i/yr,T. 0p5y.s? "IcTpoc ae-j'sjj.ìVsi Da ciò il dotto avv. Kandler (.Discorso sull'Istria et. Trieste, 1867) mette in dubbio che gli Istri, trovando una rassomiglianza fra le Alpi ed il Hìtemus (Balkan), l'Adriatico e l'Eusino il Golfo del Qiiiirnero col vero Delta Istriano, gli dessero il nome in memoria della loro antica diinora. Così Pontico Istropolis divenne Polis, Pula ; e la Valle del Quieto (Nengon o Ningun) può essere stata chiamata Ister. Queste derivazioni, comunque siano, son meglio dell'ebraismo dell' abbate Pietro Tomasin (Arch. Triest. Nuova ser. 2, 1871) che fa l'Istria una congregazione di acque ; ma le derivazioni del dotto abate sono sempre più ammissibili di quelle di Catone, che la vorrebbe derivata da un duce spedito da Giano, e che gli eruditi tradizio-nisti ritengono essere lo stesso Noè. 6) L'Istria, schizzo storico ^etnografico di Tomaso Luciani (Firenze, 1866). Le tradizioni dei Peìasgi sono evidentemente prese da Strabone (v. 2, 4), il quale li dice un' antica razza sparsa per tutta la Grecia, ma specialmente nel paese degli Eoli, presso la Tessaglia. In questi ultimi'tempi è venuto il vezzo di sconoscere tali fatti. 7) Francesco padre del dottor de Combi, che morì nel 1872, era pure un uomo di lettere. La sua traduzione delle Georgiche in ottava rima è stata ultimamente pubblicata a Capodistria in un volume in ottavo. Il figlio dottor Carlo è attual- mente professore alla Scuola Superiore di commercio in Venezia. Il suo ammirabile catalogo unisce in grande estensione documenti, notizie e date di edizioni. L'autore modestamente si firma: Il Compilatore; ed il libro fu pubblicato a spese di "una società patria., 8) Murray è marcatamente plagiario. Egli quasi testualmente piglia a prestito dall' ^Austria" di Turnbull, Londra, Murray, 1840. 9) Io prenderò a prestito da una biografia di Pietro Kandler, scritta dal signor Tomaso Luciani. Essa apparve prima nell'archivio Veneto, voi. Ili, parte I, Venezia, tip. del Commercio, 1872, e fu successivamente riprodotta in opuscolo di 23 pagine. 10) Su ciò parecchi esempi possono essere addotti. Il dottor Kandler fu spesso accusato di mania classica ; di avere cioè tramutato ad arbitrio nomi slavi in nomi romani, come ad esempio Nabresina vicino a Trieste (na-brek sulla collina o mon-ticello) nel latino Auresina. Anni dopo l'amico suo Tomaso Luciani compulsando nell'archivio generale veneto un codice in pergamena nella Cancelleria inferiore, intitolato „Atti ed istru-menti appartenenti a Beni della Ca' di Dio dai 1205 al 1527, rinvenne sopra un atto del 1292 come Zuane e Mateo Maroli da Trieste refunda una casa in la contrada de Cavana e tre vigne alla casa di Dio col testo latino et t'res vineas sitas in pertinentijs Tergesti in contrata Aurisini. Ciò non ostante intesi nomini gravi citar questo esempio come saggio della mania del dottor Kandler. 11) La città di Gorizia e Gradisca compresavi Aquileja, descrizione geografica-statistica-storica — del barone Carlo di Czoernig et. et. Guglielmo Braumuller, Vienna 1873. Dicono (perchè io non lessi i due volumi) che l'ipotesi celtica sia dimostrata nella "Etnografia degli Stati austriaci, Vienna, stamperia dello stato 1856. Qui pure fu pubblicata l'importante carta etnografica dell'impero d'Austria dello stesso autore, ed è ora ristampata. 12) E la capitale della Liburnia istriana, menzionata da Plinio (III, 25, 62); da Tolomeo (III, 17, Alvoua) ; e dall'Anonimo di Ravenna (v. 14). Il suo nome credesi comunemente derivato -dal celtico al alto, e bon uno stabilimento, colonia, fondazione. Per esempio Lis - bon ; questo nome è giustificato dalla sua posizione circa 1000 piedi sopra il livello del mare. La famiglia Luciani è nominata in tempi remotissimi*. Una Luciani fu madre al celebre Mattia Fiacco Illirico, alias Matteo Francovich, nato in Albona nel 1520. "Un des plus savants thèologiens de la con-fession d'Augsburg., (Bayle dict., sub. V "Illyricus,,), egli insegnò greco a Tubinga, e scrisse varie "Compositioni heretiche, perverse e maladette„ in favore del Protestantesimo. Notizie storiche su Barcana Alla ricca mèsse, già inviataci da un intelligente ricercatore di cose patrie, e pubblicata nel nostro periodico al N.° 17, anno X, aggiungiamo la seguente, riserbandoci in avvenire di continuarne l'importante pubblicazione. Avvertiamo che la serie dei capitani veneti qui sotto riportata, fu tratta dagli atti dell' Archivio comunale di Barbana e da iscrizioni esistenti in quella città, e che il paziente raccoglitore nell' eseguirla non conosceva nè conosce punto la serie già fatta dal benemerito Stan-covich, e perciò non pretende ad un lavoro completo. Serie dei Capitani veneti di Rachele e di Barbana Capitani sedenti in Rachele: 1 — 1540. Marco Bertaccio, 2 — 1543......Gualterio, 3 — 1545. Pietro Negri, Albonese, 4 — 1553. Gio: Pietro Bavenoldo. 5 — 1555. Agostino Lanza, 6 — 1556. Silvestro de Andretis, Vice Capitanio, 7 — 1557. Girolamo Pamporga, 8 — 1561. Bortolo Fanzago, 9 — 1562. Gian Francesco Gavardo, Capodistriano, 10 — 1566. Simon Lexi, Zuppano e Vice Capitanio, 11 — 1570: Gerolimo de Asola, 12 — 1576. Giacomo Proffici, 13 — 1577. Pietro Dragano, 14 — 1590. Martino Erjava, Zuppano e Vice Ca- pitanio, 15 — 1606. Antonio Capello, Capitani sedenti in Barbana: 16 — 1610. Ottavio Magagnati, 17 — 1612. Ercole Alcuno, 18 — 1617......Spinelli, 19 — 1621. Lunardo da Cà Padovani, 20 — 1644. Anton Maria Brauipote, 21 — 1635. Bortomio Ziraldi, 22 — 1636. Zvane Primecio, Governator Capitanio, 23 — 1636. Zvane Toncovici, Zuppano Vice Ca- pitanio, 24 — 1639. Ettore Vido, Vice Capitanio, 25 — 1642. Bortolomio Manzini, Albonese, 26 — 1651. Girolamo Franchini, 27 — 1653 Pietro Pinco, 28 — 1657. Iseppo Brutti, Luogotenente Delegato, Capodistriano 29 — 1659. Girolamo Bonmartini, 30 — 1660. Agostin Negri, Albonese, 31 — 1661. Pietro Paolo Andreini, Gindice De- legato, 32 — 1662. Gio : Batta. Cav. Negri, Albonese, 33 — 1663. Battista Scampicchio, Albonese, 34 — 1664. Iseppo Barbarigo 35 — 1664. Cesare Barbabianca, Giudice Delegato, Capodistriano. 36 — 1665. Francesco Mladineo, 37 „ 1674. Nicolò Zoja, 38 — 1682. Giovanni Venerio, 39 — 1687. Marco Zane, 40 — 1694. Gio : Dom.co Spierra, Vice Capitanio, 41 — 1696. Antonio Corsini, 42 — 1698. Alvise Corsini, 43 — 1703 Giovanni Francovich, Albonese, 44 — 1717. Antonio Dr. Francovich, Albonese, 45 — 1726 Giuseppe Fioiìo, 46 — 1728, Andrea Canonici Giudice Delegato, 47 — 1730. Anton Maria Bressanin, 48 — 1731. Gio : Pietro Besengo, 49 — 1737 Alessandro Gavardo, da Capodistria 50 — 1738. Giuseppe Piantoni, Vice Capitanio, 51 — 1738. Rocco Antonio Marchese Gravisi, da Capodistria, 52 — 1741. Vincenzo Urbasio, Zuppano, Vice Ca- pitanio 53 — 1741 Giacomo Vendramin Vice Capitanio, 54 — 1742 Marc Antonio Pellegrini Vice Ca- pitanio, 55 — 1742. Felice Maria Barbuta. 56 — 1750. Girolamo Manzioli, Capodistriano 57 — 1751. Francesco Candido, 57 — 1754. Pietro Paolo Corte, 59 — 1757. Nazario Corte, 60 — 1758. Annibale Verzi, Capodistriano 61 — 1762. Gio: Lucio Capello, 62 — 1767. Michiel Angelo Barbini, Giudice Deleg. 63 — 1770 Lorenzo Capello, 64 — 1777. Giacom Antonio Pellizzari, Vice Ca- pitanio 69 — 1778. Domenico Coppe, Albonese unico per- sionato 70 — 1790. Francesco Alessio Co. de Bocchina, Pinguentino, 71 — 1802 Tomaso Andrea Capponi, Cancelliere benemerito e Capitano Provvis. 72 — 1804. Pier Antonio Capponi, Cap. prov., poi Podestà benemerito 1815-1848. 73 — 1805. Giuseppe dalla Zonca, da Dignano, 74 — 1814. Gio. Fr. Rocco, da Rovigno ultimo. B. --- ——— - Seminario o Collegio ili Capodistria (Contiti. vedi pag. 1941) Li salariati del Monte e Fontico sono di già aggravati di Decime per occorrenze della Comunità, alcune de quali essendo cessate sopravanzano sessanta Ducati all'anno di questa ragione, che saranno applicati alle suddette spese del Collegio. Li Giudici, Giu-stitieri, Soprastanti e Vice-Domino, che sono Cariche simili dispensate dalla città riscuotono tra tutti ducati cinquantasei di salario dalla Camera all'anno, quali vengono pur applicati alle spese suddete del Collegio, privandosene spontaneamente questi Citadini, perchè la Gioventù habbi modo di far acquisto detto settime, e rendersi degni d'impiegar li loro talenti nel servitio di Vostra Serenità. Le scuole o siano Confraterne laiche di questa Città suo Territorio, Giurisditione in numero di cento a misure de'beni liberi, che possedono, e so-prabondanti all' ordinarie spese contribuiranno novantatre ducati, cosichè dalla Città, e Territorio di Capodistria si cavarano cinquecento disnove ducati all' anno. L'altre scuole poi della provincia in numero di quattrocento dodeci, con li riguardi, e misure dell' entrate e beni certi che possedono possono contribuir trecento sessanta sette ducati, come 1' E E V V. comprenderanno dalli annessi fogli, nei quali apparono le loro entrate certe e soprabondanti non comprese le sozalie d'Animali che contano in quantità per il commodo de' pascoli comuni, e de' quali ricavano utili considerabili cosichè.....contribuzione, che cadauna, scuola sarà obbligata di corrispondere, come da fogli medemi . . . d'insensibil aggravio, e produrrà all'incontro frutto così ottimo. Il denaro tutto applicato a . . . . affare sarà conservato nello scrigno del Fontico con dita, e scritta separata, qual sarà tenuta........demo Fontico e Monte col solo salario che gli viene somministrato da medemi lnochi, e verrà........della Fabbrica, et al pagamento dei pubblici Precettori con bollette sottoscritte dal.........e dalli Sindici della Città come si pratica per l'altre spese della Comunità. Nicolaus Sagredo Dei gratia dux Venetiarum Nobili et Sapienti Viro Laurentio Donato de suo mandato Potestati, et Capitaneo Justinopolis fideli dilecto salu-tem, et dilectionis affectum. — ommissis — Habbiamo poi considerate le vostre lettere toccanti V eretione già divisata d'un Collegio in codesta Città, per educazione e studio della gioventù, certo, che essendo per riuscir quest'opera quanto decorosa, altrettanto di frutto, e servitio alla Città medesima. V' inclina il Senato, e però concorre ad approvar non solo la parte presa nel suo Conseglio li 15 del corrente, che con 1' aggregatone di due famiglie proveder il dinaro necessario alla fabrica del luogo, ma impartire a Voi facoltà iu oltre, di stabilire giusta il foglio trasmessoci in dette lettere la tausa di ducati novanta tre alle cento scole della città, e territorio, e di ducati trecento settantasette .all'altre quattrocento, e dodici della Provincia, col supposto in ciò del loro assenso; a quali tutte stante l'adeguato riparto, che si è veduto, riceverà (come considerate) insensibile tale contribuzione, a che aggionti i salarj di molte cariche rilasciati spontaneamente da cotesti cittadini con loro merito et uuiti gli assegnamenti del Fontico, et il danaro impiegato pur di presente nel precettore ordinario, ascenderà in tutto la somma a ducati ottocento ottanta sei, che doveranno impiegarsi annualmente nel mantenimento d' esso Collegio con quella misura, e regola, che saviamente accennate nelle predette vostre lettere. A-nimando però voi essi cittadini al proseguimento dell' opera stessa, goderà molto il Senato, che sia da Voi fomentata, e da successioni con quel calore, che più sarà di bisogno per ben stabilirla. L'elezzione poi de Maestri, che sarà fatta costà doverà di tempo in tempo esser dal Collegio nostro confirmata come ricerca la città medesima. Dat. in nostro Ducali Palatio die 29 septembris, Indictione XIII 1675 G-iov. Batta Nicólosi. segretario {carte 19) Nicolaus Sagredo Dei Gratia Dux Venetiarum Nobili et Sapienti Viro Io. Cabrieli Contareno de suo mandato Potestati et Capitaneo Iustinopolis fìdeli di-lecto salutem, et dilectionis affectum. Le vostre lettere di primo corrente ci darò motivo d'osservare i ricorsi di cotesta Città fatti nel vostro ingresso alla Carica, perchè sia da Voi Stabilito quanto si richiede per dar essecuzione al deliberato nelle precedenti nostre di 29 settembre circa all' erriggere il Collegio destinato per educatione della Gioventù; Concorressimo noi a prestar 1' assenso ad' opera così fruttuosa, e considerabile, onde bora fermi nei medesimi sentimenti non habbiamo, che ad approvar la dispositione vostra pronta a consolar la Città stessa coli'ultimare questo affare, stabilindo la tansa dei ducati novantatre alle Cento Scuole della predetta, e del suo Territorio, delli trecento settanta sette alle quattrocento dodeci Scuole della Provincia, giusto il comparto da noi approvato dal Precessore Donà. Così dunque esseguirete a buon servitio, e consolazione di cotesti fedelissimi sudditi. Dat. in Nostro Ducali Palatio", die 21 Decembris, indictione XIII 1675. Lodovico Franceschi segretario. (Continua) -—— Notizie Varie U Associazione italiana di benificensa, residente in Trieste, venne iniziata dal console generale commendatore Bruno. Al novero dei socii perpetui e fondatori appartengono quei concittadini italiani del Segno che pagano almeno fiorini 75 per una volta sola. Soscrittori e aventi voto nei congressi sono quelli che pagano almeno fiorini 5. È a notarsi però che la maggior parte dei socii diede e dà somme molto maggiori dell'accennato minimo. I concittadini del Regno dimoranti in Trieste ascendono a circa 11000. Qui i servitori, camerieri di birrerie e di' caffè, lavoranti, sarti, calzolai, falegnami, muratori e squeraroli hanno quasi tutti il vanto di appartenere al Regno d'Italia. E per di più c' è un numero straordinario di vedove con figli piccoli, che sono divenute italiane per matrimonii e che devono venir soccorse da queste Associazioni. L'associazione nell'anno ultimo scorso distribuiva più che 2500 soccorsi per l'importo di circa fr. 11400, di cui frane. 9600 in denaro e medicinali, e circa fr. 1800 per ripatrii. Questi soccorsi vengono concessi a chi può dimostrare di trovarsi nel più stretto bisogno. Aggiungànsi fior. 1800 circa per pigione, salario di un cursore, stampe e altre piccole spese, e si ha l'esito totale di circa fr. 13200, L'associazione possiede circa frane. 5300 di rendita certa, ed altri fr. 2000 annui quasi certi per contributo dei socii. Quello che manca fu trovato finora ricorrendo a benefattori straordinarii, ma principalmente coli' offerire a mezza quaresima un veglione, l'ultimo dei quali produsse un civanzo netto di ben 5000 franchi. La maggior parte dei beneficati dall'associazione italiana di beneficenza è composta di veneti e friulani; assai pochi appartengono ad altre provincie del Regno. Il re dei Belgi mise a disposizione del futuro Congresso d'Igiene una magnifica coppa del valore di 5000 franchi, quale premio a chi, migliorando gli alloggi della classe povera, sarà giunto nel modo meno dispendioso e più considerabile a diminuire la mortalità in questa classe. Col principio del prossimo anno uscirà in Ioko-liama un giornale italiano, che sarà il primo che nella nostra lingua si publicherà nel Giappone. Il sig. Eugenio Bolmida di Trieste leggerà all'Ateneo di Venezia, un suo lavoro intitolato Memorie Triestine, che saranno storiche, letterarie e commerciali, quest' ultime relative pur anco a Venezia e al nuovo importantissimo ramo del transito. Parére enoterapeutico pél vino di Borgogna L'ammalato e un Borgognone di nobile schiatta e ben educato, ma influenzato dal clima soffre di bocca amara, per cui si teme possa cadere iu malattia più grave. Principiis obsta sero medicina paratur. Becipe : lenti e replicate purghe. Due a tre chiari d'ovo con un cucchiaio di sale comune ogni 40 boccali e non più alla volta. Se la bocca resta ancora amara, repetatur dosis, e mai dose forte. vii' io 1 :A -ti ..dia3 Alli : • ' Il male è un' alterazione dell' acido citrico che è attributo di vini nobili ed è più frequente nei climi meridionali. Se il vino ha sufficiente spirito non c'è da temere ; replicate ma tenui chiarificazioni lo ridurranno perfettamente. Potendosi avere dello spirito molto forte ed inodoro, io aggiugnerei all'albume una piccola dose di spirito ogni volta. Bene notandum che vini da pasto non sopportano aggiunte di più del 2 0/° di alcool. Ogni chiarificazione indebolisce alquanto il vino, perciò una piccola aggiunta di spirito restituisce la forza perduta. S. Notizie biografiche Da lettera del cav. Tomaso Luciani diretta all'illustre Mommsen, stampata nell' appendice della Gaz-setta di Venezia dei 17 novembre, rileviamo che l'avv. Carlo Gregorutti di Trieste pubblicava testé coi tipi del Lloyd il primo volume di opera srrave, meditata ed importantissima — Le antiche lapidi di Aqnileia. — Esso primo volume contiene le iscrizioni inedite, le quali, mirabile a dirsi, oltrepassano le ottocento. — L'illustre Mommsem, che in un recente passaggio per Trieste ne prese cognizione, ebbe a dichiarare che il D.r Gregorutti ha fatto più per Aquileia nelV ultimo vicennio, che tutti i collettori degli ultimi due secoli. — Co-teste ottocento e più iscrizioni sono derivate pella massima parte dalle esplorazioni fatte dal 1860 in poi, ma sono insieme il prodotto della instancabile diligenza spiegata dall' Autore nel ricercare e diremo quasi compulsare ogni angolo di Aquileia e dell' esteso suo territorio. In tanto numero di lapidi, allato alle importanti ed intere, molti sono necessariamente i frammenti ; ma anche questi giovano, non fosse altro, a dimostrare il buon senso delle popolazioni nostre, che raccolgono con religiosa cura ogni briciola dell'antica civiltà del paese. Un altro fatto assai consolante rileva pure il Luciani, ed è che dette lapidi per la massima parte sono già raccolte, o nei Musei pubblici di Aquileia e Trieste, o nelle Collezioni private dei conti Cassis, del barone Bitter, del Comm. di Toppo, del signor Munari e dello stesso Autore, a Monastero, a Buttrio di Udine, in Aquileia e nella vicina villa di Paperiano. Lodate quindi la diligenza e la dottrina spiegate dall'autore nel riprodurre, supplire, correggere, interpretare, annotare e corredare di indice particolareggiato e copioso, le sue iscrizioni avverte colle stesse parole di lui che il secondo volume comprenderà tutte le altre iscrizioni lapidarie aquileiesi, nonché le epigrafi sopra cotti, lucerne, bronzi, fistole di piombo, tubi d'acquedotto, gemme ed ogni altra maniera di oggetti, e sarà corredato della pianta d'Acquileia colla indicazione delle località e del sito dei principali ritrovi. Ricordando in fine alcune parole dell'illustre Mommsen, deplora che la nostra Pola, tanto ricca di romane memorie, non abbia avuto finora, nè uno strenuo patrono delle antichità come il Co. Comm. di Toppo, nè un pertinace ricercatore di lapidi come il eh. D.r Gregorutti. Però si consola col fatto che anche il materiale rimasto, e quello che il terreno ridona quasi spontaneo alla luce, rettamente adoperati ed interpretati, possono spargere di molto lume sulle antiche condizioni e della città e della provincia. E noi facciam voti che il D.r Gregorutti non si fermi alla sola Aquileia, ma porti la sua dotta attenzione anche sulle cose di Pola e si faccia illustratore anche di queste. E un compito per molti rispetti arduo, sommamente arduo, ben lo sappiamo, ma appunto perchè tale è degno di una mente ponderatrice, di uno spirito illuminato, di una volontà ferrea, di una operosità instancabile come la sua. La Redazione Omissione Nella versione delle Note sopra i Castellieri ecc. ecc. eseguita dall'istrianaN. M.-G. (rispettiamo il desiderio della traduttrice di lasciare le semplici iniziali come le troviamo nel manoscritto inviatoci) e precisamente a pagine 1936 n.° 22 di questo periodico, fu per isvista del correttore ommessa un'importante annotazione dell' illustre signor Burton. Nel capoverso 3, pag. id., col. II, lin. 5 andava posto un *) quale chiamata alla seguente annotazione, che doveva precedere tutte le altre: *) P. 10, L'Istria sotto l'aspetto fisico, etnografico, amministrativo, storico e biografico. Studio di Amato Amati e di Tomaso Luciani. Milano. Dot-tur Francesco Vallar di, Tipografo - Editore 1867. Tale omissione avrebbe rese incerte ed oscure le citazioni successive del lavoro surriferito; gli è perciò che ci affrettiamo a pubblicarla. La Red. NAVIGAZIONE A VAPORE GIORNALIERA FEA TRIESTE - CAPODISTRIA e viceversa che intraprenderà il Piroscafo celere ad elice GIUST1NOPOLI Incominciando col giorno I Novembre 1876 fino a nuovo avviso, verrà attivato tempo permettendo il seguente: ORARIO pei giorni feriali Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 8 ant. » » 21;s pom. Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 11 ant. » » 4 P°m-per le domeniche e giorni festivi Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 8 ant. » » 4 Pwn- Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 11 ant. » » pom. Prezzo di Passaggio: indistintamente soldi 40. I ragazzi sotto i dodici anni pagano la metà. Arrivo e partenza da Trieste, al Molo S. Carloda Capodistria dal Porto. . NB. Le partenze tanto da Trieste quanto da Capodistria succederanno col tempo medio di Trieste. TRIESTE, nell'Ottobre 1876. L'Impresa.