compendio UDK 598.914(497.4} IL PROGETTO Di REINTRODUZiON E DEL GIPETO (GYPAETUS BARBATUS) SULLE ALP! Fulvio GENERO dr., Osservatorio faunistico - FVC, Udine, IT-331G0 Udine, Via Diaz 60 dr., Favn !stièni observatorij Furlanije julijske Krajine, IT-33100 Videm, Via Diaz 60 SINOSSI II progetto di reintroduzione del Gipeto sulle Alpi é entrato nella fase operativa, con la iiberazione dei primí soggetti, ne! 1986. Le numeróse osservazioni effettuate e lo studio degli spostamenti degli individui liberati hanno consentíto di va/ufare i primi risuitati del progeífo e di ricavare numeróse informazioni originali sulla biología e !'ecología di questo grande avvoltoio. Viene presentata una sintesi delle informazioni disponibili, con particolare r iguardo aila presenza del i a specie in Italia e sulle Alpi oriental i. Parole chiave: Gipeto, Gypaetus barbatus, Alpi, reintroduzione Kljuène besede: Brkati ser, Gypaetus barbatus, Alpe, ponovna naselitev INTRODUZIONE L'areale di distribuzione del Gipeto (Gypaetus bar­batus) e relativamente vasto e comprende, con due di­stinte soitospecie, l'Europa méridionale, i 'Asia centrale e l'Aírica nord-occidentale, centro-orientale e méridio­nale. II Gipeto era un tempo presente, come nidificante, su gran parte dei massicci montuosi dell'Europa centro­meridtonale. Il suo areale comprendeva tutti i rilievi della Penisola Ibérica, le Alpi, gli Appennini, i Carpazi e i Baicaní. Oall'inizio dell'800 e iniziato un rápido declino che ha portato la specie all'estinzione in numerosi Paesí europei, con un drástico calo delle consistenze in gran parte delle popolazioni rimaste. II Gipeto nidificava sull'intero arco alpino. ín Svizzera erano noti almeno 20 siti di nidificazione e vi sonó indizi di riproduzione fino al 1886. In Francia l'ultima coppia venne abbattuta nel 1910. Per le Alpi italiane l'ultimo abbattimento risale al 29.10.1913 in Valle d'Aosta (Gbidini, 1914). L'estinzione e avvenuta in maniera progressiva da est verso ovest. Neiie Alpi oriental! italiane l'ultima nidificazione nota risale al 1845 nel Bellunese, mentre su quelle centrali l'estinzi­one é avvenuta attorno al 1860. Le Alpi occidental! {Alpi Mariítime e Gran Paradiso) costituirono le ultime zone abítate dell'intero arco alpino, dove la specie era presente in passato con popolazioni numeróse (Corti, 1958; Tosi, 1978). L'estinzione sulle Alpi italiane é avvenuta probabiimente all'inizio di questo secolo, an­che se é possibile che il Gipeto si sia riprodotto in Pie-monte fino a circa il 1920 (Boano & Mingozzi, 1986). In Italia la specie era presente anche in Sicilia (ultima nidificazione nel 1840), in Sarclegna (ultimo tentativo di nidificazione nel 1967-68) e probabiimente in varié zone dell'Appennino (Framarin & Genero, 1995). In Austria la specie sí é estinta nel la seconda meta del secolo scorso, l'ultima nidificazione risale all'anno 1880 nella zona del Wolaja sulle Alpi Carníche in Carinzia (Dvorak et al., 1993). Per il Friuli-Venezia Giuiia e la Slovenia non vi é alcuna citazione storica riguardante questa specie, mentre per la Croazia Matvejev & Vas!. (1973) riportano una osservazíone per la Dalmazia nel marzo 1880. in epoche successive alcuni gípeti, perlopiü immaturi e solitarí, sono stati osservati in varíe localitá alpine, in particolare dove un tempo la specie rísultava Fulvio GENERO : IL PROCETT O D I REINTRODUZION E DEL CIPET O (CYPAETUS BARBATUS1SULLE ALPI, 235-244 presente con le migliorl popolazioni. In Austria, ad esempio, a partiré dal 1920 quasi ogni anno sono stati osservati gipeti nel Salisburghese. Piü rare le osser­vazioni sulle Alpi centrali e piü frequenti su quelle occidentali. Gli ultimi avvistamenti risalgono agli anni '80. Per quanto riguarda l'origine di questi uccelli sono state fatte varié ipotesi; potrebbero forse provenire dalle colonie piü vicine all'area alpina e cioé dalla Corsica. Nell'Europa sudorientale la specie era sicuramente ben distribuita in passato sui Balcani e sui rilievi limitrofi. Varié notizie sono state al riguardo fornite da GrubaC (1987, 1994, 1995). In Serbia alcune coppie nidificanti erano presentí fino al 1955 in vicinanza dei confini con Bulgaria, Albania e Macedonia. L'osser­vazione piü recente risale al 1986. Per la Repubblica del Montenegro una coppia (probabilmente nidificante in Albania) é stata osservata nel 1992. In Macedonia all'inizio degli anni '80 esistevano tre coppie nidificanti piü 2-3 uccelli isolati, in pochi anni le coppie sono scomparse, pur se una decina di individui vengono con­siderad ancora presentí nel 1995 da Grubat. Attual­mente nessuna coppia é presente nella ex Yugoslavia. Le ragíoní dell'estinzione della specie sono legate a: persecuzíoni dírette, esche avvelenate e trasformazíone dell'habítat. In Albania mancano segnalazioní recenti, osservazi­oni di Gipeto lungo i confiní con la Serbia e !I Monte­negro lasciano !potizzare la presenza di 2-5 coppie nidificanti (GrubaC, 1994). In Grecia la specie ha avuto un calo rapidissimo. Una decina di anni fa erano presentí 10-15 coppie nidificanti (Handrinos, 1985 in Frey, 1994), il numero scese a 2-3 neglí ultimi anni a causa delle esche av­velenate úsate contro i lupi. Buona invece la situazione nell'isola di Creta, dove sembrano presentí 14-16 coppie (Handrinos: in Frey, 1994). Per la Turchía man­cano informazioni recenti. Le stime degli anni '80 ripor­tano 100-500 coppie presentí, ma poiché la specie vi­ene attualmente osservata solo di rado é probabíle che la popolazione sía notevolmente diminuíta (Frey, 1994). Per quanto riguarda la ex Cecoslovacchia sono note solamente tre segnalazioní, di cui l'ultima nel 1942 (Glutz et al., 1971). In Bulgaria il Gipeto si é estinto al-l'inizio degli anni '70, vi sono tuttavia recenti segnal­azioní di uccelli probabilmente attirati da un punto di alimentazione istituito di recente (Christov & Christova, 1994). In Romanía il Gipeto era ben dístribuito in passato ed ancora relativamente numeroso all'inizio del secolo nelle montagne di Fogarasche. L'ultima osser­vazione, non confermata, risale al 1993 (Negus, 1994). Per il territorio della ex Unione Soviética esistono poche informazioni. La specie é presente nelle aree piü meridionali, dove Galushin (in Niebuhr, 1994) stima presentí 150 coppie, di cui gran parte (110) in Caucasia. Attualmente le uniche popolazioni europee di Gipeto, oltre a quella di Creta e quella molto ridotta Fig. 1: Hans Frey e un suo collaboratore mentre col­locano i gipeti nel sito di reintroduzione austríaco (Photo: F. Genero). SI. 1: Hans Frey in njegov sodelavec se pripravljata na izpustitev brkatih serov v Avstriji (Foto: F. Genero). dell'Albania, risultano quelle della Corsica e dei Pirenei. In Corsica e presente una popolazione di otto coppie che pare abbia una produttivita molto bassa. Sussistono problemi legati alle disponibilité alimentan (in pre­valenza ungulati domestici) per cui sono stati avviati interventi di conservazione, tesi alla realizzazione di punti di alimentazione e a un auspicato aumento della popolazione di Muflone (Fasce et ab, 1994). I Pirenei rappresentano l'unica area europea dove la situazione si sta evolvendo in maniera positiva, con un recente incremento della specie e la possibilité di ricolonizzazione naturale di altre aree limítrofe. Questo risultato e stato raggíunto grazie ad un calo delle persecuzíoni in Spagna nei confrontí dei rapaci, ad un míglior contrallo della popolazione e alia creazione di punti di alimentazione (Heredia & Heredia, 1991). Ogni anno vi sono nuove aree occupate da coppie, attual­mente vi sono 80 territorí occupatí, di cui 62 sui ver­sante spagnolo (erano 40 nel 1985) e 18 su quello fran­cese. La produttivita della popolazione e peraltro diminuita, ma risulta molto bassa anche la mortalita Fulvio GENERO: IL PROCETTO DI REINTRODUZIONE DEL CIPETO (CYPAETUS BAKBATUS) SULLE ALPI, 235-244 giovanile (Heredia, 1995). L'intera popolazione europea e formata quindi allô stato attuale da poco piu di un centinaio di coppie. IL PROCETTO DI REINTRODUZIONE SULLE ALPI Considerata la difficolta di una ricolonizzazione spontanea delle Alpi da parte del Cipeto ci sono state varie proposte di reintroduzione délia specie. Un primo tentativo venne effettuato negli anni '70 nell'Alta Sa­voia. Furono utilizzati 11 gipeti importati dal-l'Afghanistan. Alcuni morirono in cattivita e l'unico risultato positivo fu che due dei soggetti liberati vennero osservati per oltre un anno in Alta Savoia e in Valle d'Aosta (Framarin & Genero, 1995). Nel frattempo i risultati positivi ottenuti con la riproduzione in cattivita all'Alpenzoo di Innsbruck sug­gerirono nuovi criteri di intervento. Negli anni '70 Winfried Walter del WW F Austria e Hans Frey délia Facolta di Veterinaria dell'Universita di Vienna pongono le basi per un nuovo progetto, le cui linee guida vengono fissate in un convegno tenuto a Morges (CH) nel 1978. Il progetto viene inizialmente portato avanti da IUCN, WW F e Societa Zoologica di Francoforte, con la partecipazione di Austria, Germania, Francia e Svizzera. Il progetto si basa sulla riproduzione in cattivita délia specie e sulla successiva reintroduzione in natura dei giovani nati con la técnica dell'hacking. Vennero utilizzati tutti i gipeti messi a disposizione dai vari zoo europei (inizialmente poco piu di una ventina di uccelli) per formare un centra di allevamento presso Vienna, altre coppie vennero formate in vari zoo europei. I giovani nati nei primi anni furono trattenuti per incrementare il numero di coppie in cattivita. Nel frattempo la collaborazione con altri Paesi europei consenti di ottenere altri gipeti (Frey, 1992). Interessanti risultano le tecniche di allevamento adottate, che consentono di aumentare la produttivita delle coppie evitando inoltre il fenomeno del "cai­nismo". In pratica tutte le uova vengono fatte schiudere in incubatrice e una parte dei pulli sono allevati a mano da specialisti per un periodo massimo di 1-3 settimane. Successivamente i giovani gipeti vengono fatti al levare da coppie adulte (Frey & Walter, 1989). A partiré dal 1978 e fino al 1996 nell'ambito del progetto sono nati in cattivita 196 uccelli. La mortalita e piu elevata nelle prime settimane di vita (47 morti) mentre nel periodo successivo si sono avute solamente 12 perdite. In media quindi il numero di nati e di circa una decina all'anno, con un massimo di 17 nel 1989, 1992 e 1993. Aumen­tare la produttivita delle coppie e uno degli obiettivi prioritari del progetto, poiche il numero di nati e in certi anni appena sufficiente per proseguiré il programma délia reintroduzione. Attualmente vi sono 100 gipeti adulti e immaturi in cattivita e 27 coppie adulte formate. Tutti derivano da Fig. 2: La riproduzione in cattivita nel centro di alle­vamento presso Vienna (Photo: F. Genero). SI. 2: Razmnoževanje brkatih serov v ujetništvu v vzgojnem centru v bližini Dunaja (Foto: F. Genero). 30 fondatori iniziali, per cui notevole attenzione e prestata alla variabilita genetica della popolazione (Frey et al., 1995). La scelta delle localita di reintroduzione e stata fatta da una apposita commissione che ha preso inizialmente in considerazione alcune tra le localita ritenute piu idonee, nell'ambito dei Paesi partecipanti al progetto. Successivamente, tuttavia, tali indicazioni non sono state rispettate e sono state preferite altre localita. I parametri considerati riguardavano comunque principal­mente le condizioni ambientali, le potenzialita trofiche, la presenza storica della specie e il grado di tutela e disturbo dell'area. Per quanto riguarda il metodo scelto per la reintro­duzione questo si basa fondamentalmente sull'hacking, e prevede il trasporto degli uccelli nelle aree scelte in cavita simili ai nidi della specie, da dove succes­sivamente si involano. I giovani gipeti all'eta di circa 100 giorni e in numero di due o tre vengono portati in tali cavita e successivamente alimentad ogni 3-4 giorni. In questa fase sono in grado di nutrirsi da soli ma non di volare. Dopo 2-4 settimane si involano e abbandonano il "nido". All'inizio compiono spostamenti limitati e ven­gono alimentati per circa un mese. Successivamente compiono spostamenti piu lunghi e iniziano ad essere indipendenti per il reperimento del cibo (Frey, 1992). Fino ad ora sono stati liberati 68 giovani uccelli in 4 punti di reintroduzione. I primi 4 gipeti sono stati liberati sugli Alti Tauri del Salisburghese (A) nel 1986. Dal 1987 gipeti sono stati liberati anche il Alta Savoia (F), dal 1991 in Engadina (CH) e dal 1993 sulle Alpi Marittime. In quest'ultimo sito i rilasci vengono effettuati ad anni al­terni sul versante francese (Parco Nazionale del Mercan­tour) e su quello italiano (Parco Naturale deli'Argentera). Fulvio GENERO: IL PROGETTO DI REINTRODUZION E DEL GIPETO ICYPAETUS BARiiATUS) SULLE ALPI, 235-244 Zona di 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 TOT reintroduzi­ one Alti Tauri (A) 4 2 3 4 2 2 2 2 2 0 2 25 Alta Savoia |F) - 3 2 5 2 3 2 2 2 0 2 23 Enßadina (CH) 3 2 2 2 0 2 11 Mercantour (F) 3 0 2 0 5 Argentera (1) 2 ú 2 4 Totale 4 5 5 9 4 8 6 9 8 2 8 68 T av. 1: Numero di individui liberati negli anni nei punti di reintroduzione. Tab. 1: Število izpušèenih osebkov v posameznih letih v predelih ponovnega naseljevanja. L'obiettivo del progetto é quello di liberare annual­mente almeno 2 gipeti per ogni sito, per un totale quindi di 8 uccelli. Tale risultato non é tuttavia sempre rag­giungibile a causa, in certi anni, del limitato numero delle nascite. Lo studio dei movimenti degli uccelli liberati é stato effettuato nel 1996 con l'ausilio della telemetría, me­todo successivamente abbandonato per le difficoltá di seguire gli uccelli nell'ambiente alpino. I sistemi di marcatura utilizzati prevedono la depigmentazione di alcune penne remiganti e/o timoniere, in combinazioni diverse nei vari individui. Questo sistema consente il riconoscimento individúale a grande distanza ed é valido per un periodo di 2-3 anni, quando le penne chi-are vengono sostituite con la muta. Tutti i gipeti ven­gono inanellati con anelli colorati di alluminio ano­dizzato, riportanti l'indirizzo dell'Alpenzoo di Inns­bruck. Dal 1994 vengono utilizzati due anelli: uno sulla zampa destra indica l'anno della liberazione (verde nel 1996), uno sulla sinistra diverso per ogni individuo (8 diversi colorí nel 1996). Negli ultími anni sono state poste le basi per un nuovo progetto di reintroduzione della specie nella Sierra di Cazorla nel sud della Spagna. Questo progetto seguirá le stesse modalitá sperimentate sull'arco alpino. Per la riproduzione in cattivité verranno utilizzati sola­mente uccelli recuperad provenienti dalla popolazione dei Pirenei (Frey, Llopis Dell, ined.). RISULTATI Gli uccelli liberati si involano in giugno-luglio. Per qualche mese rimangono legati alia zona di reintro­duzione, pur aumentando rápidamente Tarea frequen­tata. In agosto sono del tutto indipendenti per il reperi­mento del cibo e sono in grado di compiere lunghi spostamenti, abbandonando, a volte definitivamente, la zona dove sono stati liberati. La presenza in vita di individui reintrodotti da una decina d'anni costituisce un risultato di rilievo e con­ feriría come il sistema alpino sia !doneo a soddisfare le esigenze ecologiche della specie. Sulla base dei dati a disposizione si ritiene che la mortalité degli uccelli liberati sia pari al 20-40%. Fino ad ora sono stati recuperati 3 individui, 7 sono morti e per altri non vi sono informazioni disponibili da tempo. Le cause di mortalité sono legate a urto contro cavi sospesi, slavine e abbattimenti con armi da fuoco. Due sono i casi di bracconaggio documentad: il Gipeto Nina, liberato in Austria nel 1987, e stato abbattuto nel Parco nazionale francese del l'Ecrin nell'agosto 1993. Felix (CH-1993) e stato abbattuto nel marzo 1994 nella zona di Passo Resia, al confine tra Italia, Austria e Svizzera. E' tuttavia possibile che altri gipeti siano stati illegalmente abbattuti, anche in considerazione del comportamento relativamente confidente di questi uccelli, che a volte volteggiano a lungo a breve distanza dagli osservatori. E' stato calcolato che, tolti gli individui morti e persi, il numero teorico di uccelli in liberté dovrebbe essere 55. Nel 1996 sono stati segnalati ben 43 diversi soggetti, fatto che testimonia una bassa mortalité per questa popolazione, notevolmente inferiore rispetto ai valori riportati per altre aree (Coton, ined.). Con gli anni, con la scomparsa delle marcature, risulta tuttavia sempre piu difficile ottenere dati sugli individui liberati, per cui le informazioni risultano a volte parziali e di difficile interpretazione. Al fine di organizzare la raccolta dei dati e stato creato un sistema di monitoraggio coordinato sull'intero arco alpino. Una decina di coordinatori locali sono responsabili della raccolta dei dati nei rispettivi settori alpini; hanno inoltre il compito di tenere rapporti e informare gli osservatori presentí sul territorio, veri­ficando le osservazioni effettuate. II continuo scambio di dati tra i vari coordinatori e tra questi e un responsable per l'intero progetto garantisce un rápido scambio delle informazioni ed un buon livello di informazione gene­rale. La distribuzione degli osservatori nell'area alpina risulta tuttavia eterogenea e pertanto il livello di cono­scenza varia notevolmente da zona a zona. La raccolta dei dati risulta meglio organizzata e puo contare su numerosi collaboratori nell'area francese, in alcune zone della Svizzera (Valiese e Engadina), mentre per l'Austria e per l'ltalia mancano osservatori in alcuni settori. Questo sistema di raccolta dati si e comunque dimostrato molto efficiente, consentendo di ottenere anche molte informazioni sull'eco-etologia della specie. Fino ad ora sulle Alpi sono state raccolte oltre 10.000 segnalazioni ritenute valide (Coton, ined.). Le osservazioni effettuate in tutti questi anni hanno evidenziato che questi uccelli possono compiere sposta­menti che interessano l'intero arco alpino. La tendenza all'erratismo e superiore nei primi anni di vita, mentre successivamente i gipeti tendono a frequentare con maggior regolarité determínate aree. Vi sono comunque Fulvio GENERO: IL PROGETTO DI REINTRODUZIONE DEL GIPETO (CYPACTUS BARBATUS) SULLE ALPI, 235-244 Fig. 3: Gipeto in volo sugli Alti Tauri (Foto: F. Genero). SI. 3: Brkati ser v letu nad Visokimi Turami (Foto: F. Genero). delle notevoli variazioni individuali. Alcuni coppie ter­ritoriali si sono infatti formate nella zona della reintro­duzione tra individui da poco liberati, mentre in altri casi si sono formate tra individui immaturi a una certa distanza dal sito di origine. I gipeti liberati sulle Alpi Marittime piu volte sono stati osservati in Svizzera, quelli austriaci di frequente in Svizzera e persino in Francia, mentre quelli francesi raramente si allontanano dalle Alpi occidentali. Gli uccelli liberati non si sono ancora riprodotti con successo. Si sono tuttavia formate almeno 5-6 coppie territoriali. Alcune di queste coppie sono costituite da uccelli ormai adulti, che occupano da molti anni un determinato territorio. Due coppie si sono formate proprio nelle rispettive aree di reintroduzione in Alta Savoia e sugli Alti Tauri, un'altra in Francia a circa 60 Km di distanza dal punto dove gli uccelli sono stati reintrodotti. Una coppia é presente in Svizzera ed una probabilmente in Italia (Parco Nazionale dello Stelvio). Tre di queste coppie hanno giá costruito vari nidi (5 nidi la coppia austríaca) e nel 1996 la coppia dell'Alta Savoia ha deposto per la prima volta, abbandonando tuttavia la cova dopo circa tre settimane (Coton, Frey, Roth Cali Íes, ined.) Le prospettiva sembrano perianto buone e le prime nascite in liberta dovrebbero essere imminenti. LA PRESENZA DEL GIPETO IN ITALIA Le osservazioni di gipeti liberati nel corso del progetto riguardano praticamente tutto l'arco alpino italiano, pur risultando concéntrate in alcuni settori. Dopo le prime segnalazioni, nel dicembre 1987, vi sono stati solamente 13 avvistamenti nei due anni suc­cessivi, mentre a partiré dal 1990 le osservazioni sono progressivamente aumentate fino a superare le 100 segnalazioni annuali ed un totale di almeno 10-17 diversi individui annualmente osservati. L'aumento dei dati a disposizione é legato anche alia regolare frequentazione da parte dei gipeti di determínate aree, dove si é cercato di organizzare una miglior raccolta dei dati. Dal 1989 i gipeti hanno ini­ziato a frequentare con regolaritá il Parco Nazionale del Gran Paradiso, dalla fine del 1991 il Parco Naturale Fulvio GÉNERO: iL PROGETTO DI R E INTRO DUZ IO NE DEL GIPETO (CYPAETUS BARBATUS) SÜLLE ALPt, 235-^44 Adamello Brenta nel Trent i no e dal 1992 anche !I Parco Nazionale dello Stelvio. Successivamente, a seguito del­ie relative liberazioni, anche le Alpi Marittime. Dei 60 gipeti liberati fino al 1995 almeno 26 sono stati osservati con certezza in Italia, dei quali 17 segnalati nel 1994 (14 ídentifícati) e 15 (9 identificati) nel 1995. II numero di indivíduí rísulta tuttavia sicura­mente superiore a causa di números! casi in cui l'identi­ficazione é rimasta dubbia. Di questi 26 individui 14 sono stati osservati sulie Alpi centraii e orientali e 12 su quelle occidentali; in nessun C3so lo stesso Gipeto é stato osservato in entrambi i settori. La maggior parte delle osservazioni si riferisce alie principali aree protette italiane e alle zone limitrofe. In particolare almeno 8-9 individui diversi sono stati visti in Piemonte-Valle d'Aosta (soprattutto nel Parco Nazionale del Gran Paradiso), 6 nelle Alpi Marittime (in particolare nel Parco del I'Argentera), 7-9 nel Parco Nazionale delio Stelvio, 5 nel Parco Adamello-Brenta e 8 sul restante settore delle Alpi orientali, Öftre i'80% defle segna­lazioni italiane si riferisce ai parchi ricordati, che rap­presentano le uniche aree frequentate con regó la rita per periodi lunghi da piü individui contemporáneamente (Genero, 1994, ined.). L'origine dei gipeti osservati si riferisce quasi sempre alie piü vicine aree di reintroduzione. Piü in particolare sul settore occidentale alcuni uccelli liberati sulle Alpi Marittime tendono a spostarsi verso nord. Tutti i gipeti osservati alio Stelvio e sul Brenta provengono dal-l'Engadina, con l'esclusione di Diana e di Helmut libe­rati in Austria, Per quest'ultimo Gipeto, osservato nel Brenta nel novembre 1994, sí tralla deíl'ultima segna­lazione dopo il recupero sulla costa atlantica tráncese e il successivo rilascio in Francia. Sul settore Orientale 5 gipeti provenivano dall'Austria e 3 dalla Svizzera. Otto dei 14 gipeti svizzeri e austriaci osservati sono comparsi in Italia nell'autunno successivo alia libe­razione, altri 4 nella primavera seguente e solamente 2 in época piü avanzata. Sulle Alpi occidentali su 6 uccelli giunti dall'Alta Savoía 5 sono arrivati nei 12 mesi successivi alia reintroduzione (Genero, ined.). Si rileva che il numero di osservazioni e di individui osservati nei parchi citati é stato maggiore nel periodo 1991-1994, per calare poi negli ullimi anni. Questo fatto é anche legato all'aumento di individui non mar-cad, e quindi difficilmente riconoscihili individual­mente. La comparsa dei giovam fiberati si é verificata con modalita diverse negli anni. Ad esempio i primi tre gipeti liberati in Svizzera nei 1991 sono giunti sul Brenta nell'autunno successivo, compiendo negli anni succes­sivi spostamenti tra quest'area io Stelvio e l'Engadina. In tutti gl i altri casi !'andamento é stato meno regolare negli anni. Nelle Alpi occidentali (province dt Tormo, Aosfa e Verban.ia) oltre l'80% delle segnaíazioni interessa il territorio del Parco Nazionale del Gran Paradiso. In Fig. 4: Gipeto in volo (Foto: F. Genero), SI. 4: Brkati ser v letu (Foto: F. Genero). quest'area le segnala2Íoni sono iniziate nel 1989, con un incremento successivo e ben 6 individui presentí nel 1991. Negli anni successivi sono stati segnalati annual­mente 3-5 individui. La presenza si registra neli'intero arco deil'anno, con maggior regolaritá in invernó e pri­mavera. Gli spostamenti riguardano principalmente l'Alta Savoia e meno frequentemente i rilievi piü meridionali. Sulle Alpi Marittime le segnaíazioni sono concen­trate in gran parte nel territorio def Parco deli'Argentera, dove sono stati osservati tutti e 4 i gipeti liberati sul versante francese. Questi individui tendono a spostarsi verso nord frecuentando vari distretti alpini e giungendo in due casi (Argentera e Topolino) fino in Svizzera. Cinque gli individui segnalati nei 1995, di cui uno adulto. Da ricordare due osservazioni di un individuo marcato nel dicembre 1987 ed una nel 1991 (Rossi & Toffoli, ined.). Nei Parco Nazionale dello Stelvio i primi gipeti sono stati segnalati nell'estate 1992, All'inizio de! 1993 1-2 uccelli vengono segnalati nella parte trentina, mentre dalla primavera frequentano la parte lombarda (cinque diversi individui), che rimarrá successivamente quelia maggiormente frequentata (in particolare la Val Zebrü). Fuívto C f NERO: IL PROGETTO DI REINIRODUZiONt DEL GÍJ'LTO (CYPAíTUS 8AR8ATUS) SULLE ALPI, i. 33-244 ln quest'area risulta concéntrate un numero relativa­mente eievato di ucceili, fino a un massimo di 8 visti contemporáneamente nei mese di ottobre 1993. 4-6 gíi individui presentí ancora alia fine de! 1994, mentre suc­cessivamente sembrano diminuiti a 2-3. Si presume che si sia formata una coppia nel I'estáte 1994 tra Settschient (CH-1991) e jo (CH-1992), gia osservati spesso assieme anche in Engadina. Anualmente una coppia di gipeti (gli stessi?) frequenta costantemente le stesse pareti ed aicune nicchie nelia Valle del Braulio e risulta presente anche un altro individuo marcato. II controlio risulta attuaiinente meno regoiare a causa del la divisione della gestione del parco tra íe province e ia ríduzione del Personale {Ricci, ined.). Nel Parco Adamello Brenta le prime osservazioni risaígono all'inverno 1989/90 e divengono numeróse nelí'autunno-inverno 1991/92 quando sono presentí almeno 4 individui (di cui i tre liberati in Svizzera nel 1991). Ancora 2-3 risuitano presenil nel successivo in­vernó, mentre successivamente il numero cli soggetti e le osservazioni diminuiscono, con un contemporáneo aumento nel Parco deüo Stelvio. L'area viene fre­quentata in particoSare da novembre a marzo con spo­radiche osservazioni nei mesi estivi. Al di fuori di queste aree le osservazioni risuitano molto meno regolari. Da segnalare la scarsitá di dati in un ampio settore alpino compreso tra il Parco deiio Stelvio e quello del Gran Paradíso (Genero & Pedrini, 1994). LE OSSERVAZIONI SULLE ALPI ORIENTAL1 Come nievato la comparsa degli ucceili liberati !níeressa solo marginalmente le Alpi oriental!, dove l'unico settore regolarmente frequentato conisponde alia zona degli Alti Tauri. Sulle Alpi meridionali la presenza regoiare della specie si ferma a! parco del­l'Adameílo-Brenta in Trentíno. Le segnalazioni a est di tale area sono molto rare, se si eselude aicune segna­lazioni effettuate in altri settori del Trentino nei primi anni del progetto. Nel Veneto vi sono in totale circa 15 segnalazioni, in gran parte effettuate netla zona cli Cortina d'Ampezzo Ira ií 1990 e if 1994 e riferíte a tre diversi individui. Roche anche le segnalazioni (circa 5) neila parte orienta le della provincia di Bolzano. In Austria i gipeti liberati sugli Alti Tauri tendono a spostarsi verso ovest, verso sucí non sono mai stati os­servati su altre catene montuose, con !'única eccezione di aicune recenti osservazioni su! Kreuzeck gruppe in Carinzia {Frey, Níehuhr, Rolh Callies, ined.). Ne! Friuli-Venezia Giulia il primo soggetto osservato con certezza é stato "Baselisk" il 15 ottobre 1989 a Prosecco presso Trieste. L'avvoltoio volava su una zona rocciosa a breve distanza da! mare ed é stato fotografato da M. Celio (Genero & Perco, 1991). Baselisk era stato libérate in Austria nel 1 989. Dopo la sua comparsa sulla costiera triestina é stato osservato nel Trentino (Val d!Algone) i! 7 gemíalo 1990 e il 19 dicembre clello stesso anno presso Cortina d'Ampezzo {BL). Nel periodo successivo é stato nuovamente osservato nella zona di reintroduzione sugli Alti Tauri austiiaci (Frey, Roth- Callies, ined). II 10 maggio 1991 un Gipeto é stato osservato da P. De Martin in Val Bartolo (Tarvisio, UD) ed ancora un soggetto da P. Molinari sul M. Capin, nella medesima zona, !1 15.11,992. in entrambe le osservazioni non ó stato possibile notare marcature sulle ali e rimane comunque un certo margine di íncertezza sull'identifi­ cazione della specie. Per quanto riguarda la Slovenia sono note fino ad ora due solé segnalazioni, rífente alio stesso individuo, per il territorio del "Triglavski Naroclní Parle". Verso la meta di novembre 1994 un Gipeto giovane é stato osservato in volo sull'altopiano calcareo del M. Kanín-V, Vrh, a circa 2100 m cli quota (A, Zamolo). Pochi gioini dopo (20 novembre) lo stesso individuo é stato fotografato in Val Bavsica (Bovec) cía E. Chiandussi e D. Carnelutti, a circa 1900 m di quota. L'uccello proveniva da sud, kingo la Lovska Stena, compiendo un ampio giro all'interno della Val BavSíca e portandosi nuova­mente verso l'uscita della stessa. !I Gipeto é stato osservato alie ore 1 2,00 per circa tre minuti di tempo, a una distanza niiníma di 40 ni. Le marcature evidenti sulle remiganti e sulle timoniere e gli anelli coíorati alie zampe consentivano l'identificazione del Gipeto Pisoc, Individuo masebio nato alio zoo cli Dortmund (D) e libéralo in Engadina (CH) nel 1994. Pisoc, dopo la liberazione, é rimasto in Svizzera fino a! 1 7 setiembre, il 12 e 13 novembre era presente neila zona cli Cortina d'Ampezzo (BL) e quindi pochi giorni in Slovenia, a 1 25 Km da Cortina e a 250 Km dal punto cli reintroduzione. Dalla fine di maggio clello stesso anno é ritornato in Engadina (Genero, 1995), Da rilevare che tutte queste osservazioni sulle Alpi oriental! si riferiscono a soggetti isolati, perlopiu gíovani e ímmaturi in transito, che non sono mai stati osservati pee iunghí periodi (massimo 1-2 settímane) in determí­nate aree. Díffíciie risulta capíre il perché questo settore alpino non risulti regolarmente frequentato dalla specie. Si puó ipolizzare che essendo fino ad ora relativamente pochi gli ucceili iiberati, questi tenclano a frequentare solamente le aree migliori e píü ricche di alimento. Considerando comunque lo scarso numero di osservatori preparad ed interessati presentí su questo settore alpino, é probabile che le segnalazioni non diano una esatta idea del fenomeno, pur ritenendo improbabile l'esistenza di coppie o individui territorial!, ín quanto la presenza di questi ucceili per lunghi periodi in una determínala area diíficiimente passa inosservata. Fig. 5. Punti di reintroduzione (1-5) e aree maggiormente frequentate in !tafia (A-D), Spostamenti del Gipeto Baselisk (linea continua) osservato vidno a Trieste il 15.10.1989 e del Gipeto Pisoc (linea interotta) segnalato due volte nelia zona di Bovec nel novembre 1994. Si. 5: Predeli reintrodukcije (1-5) in predeli najpogostejših opazovan/ brkatega sera v Italiji (A-D). Premiki osebka Baseliska, opazovanega 15.10.1989 pri Trstu so oznaèeni z neprekinjeno èrto, osebka Pisoca, ki je bil opazovan dvakrat v bližini Bovca v novembru 1994, pa s prekinjeno èrto. 1 - Parco Nazionale degli Alti Tauri, Salisburghese (Austria)/ Narodni park Visoke Ture na Solnograškem (Avstrija), 2 - Alta Savoia (Francia)/ Haute Savoie (Francija), 3 - Parco Nazionale dell'Engadina (Svizzera)/ Narodni park Engadina (Švica), 4 ~ Parco Nazionale del Mercantour (Francia)/ Narodni park Mercantour (Francija), 5 - Parco Naturale dell'Argentera (Italia)/ Narodni park Argentera (Italija}. A - Parco dell'Argentera e Alpi Marittime, B - Parco Nazionale del Cran Paradiso, C - Parco Nazionale dello Stelvio, D - Parco Naturale Adamello-Brenta. CONCLUSION! coilaborazione avviata a üvello internazionale sia per poíer contare su una campagna di divulgazione e sensi- Dopo díeci anrti daü'inizio deíla reintroduzione i! bilizzazione il piu vasta possibile sia per contrallare glt progetto ha fornito risultati positivi, con (a presenza di spostamenti degli uccelíí liberati, che si muovono su 5-6 coppie ormai fórmate su!!'arco alpino e il primo lunghe distanze. tentativo di riproduzione ne! 1996. il programma di La presenza del Grifone sugli Alti Tauri del monitoraggio ha raggiunto un buon livello di organiz-Salisburghese rappresenía un fattore che facilita i gipeti zazione ed é in grado di fornire numeróse informazioni neiía ricerca delle fonti alimentan, in quanto questi sugit uccelü liberati. ultimi sono attirai i dalla presenza dei grifoni nei pressi Risulta necessario continuare ed approfondire la delle carcasse. Tutfavia i gipeti austriaci tendono a ful vio GENERO: iS. PROGETTO DI REINTROOUZIONE DEL Gl PETO fC T M EJUS HARB AVUS) SÜLLE ALPI, 235-244 spostarsi verso ovest e sud-ovest e a non seguire ! grifón? nei loro spostarnenti verso ia Síovenia e il Quarnero. Alio slato attuale le Alpi sud-orientali appaiono meno interessate alia comparsa deíla specie, anche se si puó !potizzare che con !'aumento della popoiazione di Gipeto suiie Alpi questo settore alpino potra avere in futuro una certa importanza. Le Alpi Giuiie costi­tuiscono un habitat adatto, pur se attualmente non pos­sono garantiré ovunque una disponibilitá trófica ade­guata alie potenziaiitá del territorio. Importaníi per i! Gipeto risultano le popolazioni di ungulati selvatici e domestici. Gli ungulati selvatici {principalmente Ca­moscio e Stambecco) costituiscono una potenziaie fcnte di cibo neil'intero anno per cu i rivestono una impor­tanza fondamentale. La loro consistenza risuita buona solamente in alcuni settori delle Alpi Giuiie mentre, a causa di una gestione venatoria non oculata, la situ­azione non é buona su vasti settori del versante italiano, Gli unguiati domestici (soprattutto pecore e capre) so no ancora numerosi solamente in poche aree, avendo súbito un notevole cafo negli ultimi decenni. La pre­ferenza dimostrata dai gipeti per ! grandi parchi e le aree ricche di ungulati é dovuta probabümente alia grande disponibilitá di alimento. E' probabile che con j'aumento delta popolazione alpina !a specie occupi anche altre aree che, come ie Alpi Giuiie, possono íornire condizioni ambiental! adatte. L'aumento delle aree protette e la migiior gestione degli ungulati dovrebbero creare negli anni condizioni piu favorevoíi alia presenza cii questo avvoltoio suile Alpi e Prealpt Giuiie. POVZETEK Deset let po zaèetku ponovne naselitve brkatih serov (Gvpaetus barbatus) v Alpe lahko trdimo, da je projekt dal pozitivne rezultate, saj danes na obmoèju Alp živi od 5 do 6 formiranih parov, beležimo pa tudi prvi poskus raz­množevanja v naravi, Program spremljanja je postal dobro organiziran in danes že daje številne podatke o izpu­šèenih osebkih, Pa vendar je treba uteèeno mednarodno sodelovanje še poglobiti, prva tako tudi program izobra­ževanja in ozavešèanja ljudi. Pomemben dejavnik, ki privlaèi brkate sere v Visokih Turah (Avstrija), je pojavljanje beloglavih jastrebov (Gyps fulvus) v bližini mrbovišè. Èeprav so trenutno jugovzhodne Alpe manj privlaène za brkate sere, avtor meni, da pomenijo primeren življenjski prostor in bodo zato v prihodnosti zanje imele veèjo vlogo. Predvsem je pomembno, da življenjski prostor zagotavlja brkatim serom obilo hrane. V tem smislu so še posebej pomembne populacije divjih kopitarjev kot sta gams in kozorog. Domaèi kopitarji, kot so ovce in koze, pa na žalost izginjajo z gorskih pašnikov in jih najdemo le še v maloštevilnih predelih Alp. Glede na dejstvo, da se brkati seri najraje zadržujejo v velikih narodnih parkih in predelih z velikim številom kopitarjev, je pomembno, da se v prihodnosti poveèa število zava­rovanih obmoèij in da zaènemo bolj smotrno gospodariti s kopitarji v julijskih Alpah. BÎBLIOGRAFIA Boano G. & MSngozzi T., 1986, Gli ucceüi di comparsa accidentaie nella regione piemontese. Riv. Psem. St. Nat. 6: 3-67. Christov C. & Christova S., 1994. Bearded Vulture-back to the Bird Fauna of Bulgaria. FCBV Bearded Vulture Annual Report:53. Cort i U.A. , 1958 . Zum Vorkommen des Bartgeiers in den französichen und italienischen Alpen, Anz. Ornithol. Ges. Bayern, 5: 27-30. Dvorak M., Ranner A. & Berg H.M., 1993. Atlas der Brutvöge! Österreichs. Bundesministerium für Umwelt, Jugend und Familie. Fasce P., Fasce L. & Torre J.r 1994. Bearded Vulture in Corsica. 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