PDBBLIcn^ (prezzi per mm d'altezza, larghezza 1 colonm): commerciall L. 1.50 — flnanziari, legaU, cronaca L. 2.50 — Concesslonarla escluslva UNIONE PUBBLIOITA ITALIANA S. A. LUBIANA, Via Selenburg n. 1 — Tel. 24 83 Lubiana, 22 maggio 1943-XXI SI PUBBLICA OSNI SABATO ABBONAMENTI: Amiuo L. 26 — Semestrale L. 13 — Sostenltore L. 1000 Spedizione in abbonamento postale II» Gruppo — UN NUMERO CENT. 60 DIREZIONE — REDAZIONE: LUBIANA, VIA WOLPOVA 12 — Tel. 2196 Patto d'acciaio Sono passati quattro anni da quel 22 Maggio 1939 in cui due Rivoluzioni, per volontä di due Capi, si sono incontra-te ed hanno firmato per la vita e F>er la morte un patto che, dalla ferrigna volontä di Chi lo voile, venne chiamato d'acciaio. Quattro anni di lotte dure sono passati da quel giorno. II sangue italiano si 6 mi-schiato a quello tedesco sui campi di battaglia, le due volontä sono divenute una sola perchfe unite in un unico sco-po: dare la pace con giusti-zia ai popoll di buona volontä, eliminare tutti gli ostacoli Che si frappongono a questo fine, vivere con dignitä, in ca-meratesca collaborazione, nel benessere conquistato dal sangue e dal lavoro. Un blocco granitico di cen-tociinquanta milioni di uomi-ni, Che rappresenta 11 defini-tivo incontro di due Rivoluzioni, sviluppatesi per com-battere con ogni arma 11 bol- scevismo Orientale e la pluto-crazia occidentale, fino al raggiungimento di un supe-riore ideale di giustizia, fa argine nella nuova Europa alia invasione barbarica della delinquenza bolscevica e di quella americana. Due Rivoluzioni: due Capi. Italia e Germania hanno perfetta coscienza e cono-scenza del compito arduo che la Storia ha loro affidato per forgiarsi il destino. fi lo spirito Che vince la materia: il lavoro che vince I'oro. fi; la guerra dei nostri foco-lari, dei nostri altari, delle nostre leggi contro la disgre-gazione della famlglia, i sen-za Dio, i fuorilegge. Noi, giovani e anziani di due Rivoluzioni, insolubilmen-te uniti, giuriamo ai nostri Capi di vincere o di morire per la Patria e per la Vitto-ria, nello spirito del Patto d'acciaio. ED ORA? La strategia anglosassone dopo Ire anni di sforzi, du-lante j quali ha immobiliz-zato in un solo settoie del vaslo teatro della guerra quasi tulte le sue lorze ter-Tostri, e buona parte di quelle aereonavali e riuscita a conquistare per intero il lido settentrionale dell'Africa, to-gliendolo alle forze dell'Asse. Indubbiamente e un suc-cesso perche nessuno pud negate che I'esistenza di un ironte africano dell'Asse serviva ad accrescere nell'eco-nomia generale della guerra le nostre possibilita di influenza nello scacchiere me-diterraneo dominato da op-poste sponde. Cid significa che il nostro compito di sor-veglianza della strozzatura mediterranea che si distende fra I'Africa e la Sicilia sara reso piü arduo, anche se per un certo aspetto si otterrä una maggiore concentrazione di forze. Tuttavia la strada fra il bacino occidentale e quello Orientale^ che e indubbiamente I'unica impor-tante agli effetti della costi-tuzione di un fronte continuo di rifornimenti fra gli anglo-sassoni e la Russia, soggiace ancora ampiamente< sotto il nostro Potenziale di offesa aerea, subacquea e di superfide. Si fa ora un gran parlare nel campo nemico di sicure basi di appoggio per un'of-fensiva contro lo schiera-mento meridionale dell'Asse e si aggiunge che il destino d> Roma si giuoca in Tunisia, in quella punta avan-zata doe del continente Africano che fu giä definita, al tempo in cui le parole nan avevano valore se non era-no racchiuse in frasi ad ef-fetto, una «pištola puntata contro ritalia». Sara vero, e anzi indubbiamente vero che I'esistenza di forze nemiche in Tunisia consente una maggiore possibilita di offese soprat-tutto aeree al territorio me-tropolitano: ma non e meno vero che la funzione di base avanzata della Tunisia per tentare eventuali sbarchi sul-le coste italiane ha un valore puramente teorico, Potenziale, realizzabile solo per assurdo. Che, se anche la strategia nemica pensasse ad un ob- biettivo del geriete e tentas-se l'impresa, essa non po-trebbe essere logicamente ed umanamente condotta a com-pimento per rimpossibililä di mantenere saldamente eventuali teste di ponte co-stituite in un punto qualsiasi della Costa mediterranea in possesso dell'Asse per la grande superioritä di uomini e di mezzi che questi, con facile e rapida manovra, po-trebbe spostare nel luogo di maggiore pericolo. Non si dimentichi che se la Germania fosse state in grado di invadere l'lnghil-terra, immediatamente dopo la sconfitta francese, non avrebbe mancato di farlo, dato anche che la distanza cleiringhilterra dal continente ä minima e non parago-nabile a quella che separa la piü vidna terra italiana dalla base di partenza dello siorzo anglo-americano * :|< * La ragione principale del nostro progressivo riliro dal- I Africa e indubbiamente e soprattutto da ricercare nel-Tesistenza fra la Madre-pa-tria e i luofjhi di. botfagim di una distesa di mare che supera in media i trecento chilometri, computati fra il massimo della distanza ed il minimo del canale di Sicilia. II nostro sforzo bellico e state perciö di continuo mini-mizzato dalle difficoltä di ri-lornire le truppe operanti nell'oltre mare. L'Italia per-tanto non ha po/u'o ivi svi-luppare che una modesta ali-quota del sue Potenziale bellico. Tali ragioni negative operano oggi in eguale mi-sura nei confronti di chi dovesse tentare un'impresa d'invasione del continente. C'e anzi da aggiungere che l'impresa sarebbe moltiplica- ia per died, nei suoi aspctti negativi, in quanto e fädle comprendere che mentre in Africa non possedevamo che un Potenziale ridotto, nel territorio metropolitano il Potenziale bellico esistente e totalitario. Si consolino dunque i portatori del bacillo della paura ed accanto ad essi i vili (ma non sono rholti) che gioireb-bero di una nostra prossima sconfitta. La strategia dell'Asse non e, non puö essere difensiva se non per un limitato perio do di tempo, necessario al conseguimento di taluni ri-sultati capitali in altri setio-ri: da quello del fronte est, al lontano ma sempre piü. minacdoso teatro di guerra del Giappone, a quello di alta deter minazione della battaglia oceanica. Renjio Arnoldi IL COMANDAMENTO DEL VALORE: RITORNARE La nuova Italia, che in breve tempo ha acquistato l'indipenden-za, si e affermata nel mondo, si e creata un Impero, ha sempre te-nuto presente, nella sua politica di colonizzazione, l'esempio che le veniva da Roma antica. Homa dei nostri padri aveva metodi di con-quista e di impero ben definiti, tanto che lungo il corso dei secoli il termine *colonizzazione ro^nanat e quello in modo concreto, quello che giä jref^li studi precedenli appariva in gernie; ei troviiiino di fronte ad uii eru-dlto che Beule d'aver da 'lire qualcosa di nuovo al niondo della cuüura e di |)oter diven-lare l'esiwnente di uuove loo-rie, se noa d'i juiow correriti e nuovi iiidini/.xi nella crilica del-l'arte. Kgli si serve della .li-lica luon per seguire un l're Jdo e analitiico conunento dell'? Dpe ro a CUL, volLi per volta, si av-vicina, non conie seniplice os-servatorie, lua, direi, coine au tore dell'opera niedesinui. sl i.lie dalila |)ersonalitä deM'interpre-tazione scaluriscano nuove vi-siioiii, e i)retendo talvolta superare (piello che l'antore ha seni-pliceniienle intuito. I'olreninio iusoninia dire dell'interprota-zione critica del CioTie, ninta-tis mutandis:), ipiello che egli suggeriftce net saggio rest"li-ca l'ilosol'ica e Ui criliica nuisi-cale> a proposto deU'inler-pr.pte delil'ojjera nuLsicale ;r. in op|K)siz,ioiie agi'i emrnciati del l'arenle): l'interprete che ii:i dinaTizi a se la trascrizione, da questji giunge anch'egli alla co-mniiir^izione ... e sale come lui dalila passioiie alio stili?>. (pag. orta ad un'inter|)re-tazione anarchica, ma anzi ad una veramente storica ed og-gettiva; i)erche sottopone ad un'unica necessity musicista e interprete>, net nostro caso Autoro e Critico. L'introduzione storica -Dal de Sanctis al Noveeento> con cui lia inizio il volume, ha la l'unzione di saldare tra loro i diversi saggi, nicttendo in luce il nesso storico esistente al l'on-do d'ogni nuovo i)roblema cul-turale trattato, daU'idealismo in nuando l'ruHo del romanti-cismo, al realism» materialisli-co e al i)osilivismo. Naturalmeute il De Saudis serve al-l'autore come mezzo per deli-nire gli opposti e vastl niovi-menti dell'800 culturale. La simpatia iiarticolare del Cione verso Francesco de Saudis e determinala anche dalla pro-fonda intuizione che egli ha dell'opera del critico uajwleta-no. liifatti il De Sauotis e evidente che apiMire nella consi-derazione del Cione come il simbolo di'l tormento spiritua-lo del secolo passalo, resi)res-sioue di (jnel |)assaggio dallo spi rito eroico del nostro risor-gimento al |K)silivismo borghose del i)eriodo umberlino. f; interessante notare conie il Cione si serva della complessa personalitä desandisiana, per dare risalto a cpiegU atteggia-menti che sono la premessa di tutto il movimento idealista del primo 'iKH). Iiil'atti e proprio nelfestetica del De Saudis il seme di detto mov.imento. Di «luat seuie si trattasse lo dinio-strano le i>olemiche che ne se-guirono, le cpiali, pur avendo l>reso le mosse dal campo pu-rameute letterario. o meglio dalla stessa ])oesia, si esteseix) a tutti i campi della critica darle, da quella fignrativa a quella musicale. Di questo il Cione si occujia in due tra i pift interessauti saggi: e l'estetica fi-losofira e la critica inusicale>. ^'el i)rimo sono esaniinate le correnti, dal Herenson al Ven- turi, del (juale tende a mettere in particolare rilievo la distin-zione Ira: arte e gusto- per le arti figurative, corrispon-dente a quella fra jjoesia» e :letteratura> stabilita dal Croce; lamenta invece che le clas-sificazioni per greiieri usate dal-l'attuale critica figurativa sia-uo rimaste ad un livello di inferiority rispetto alla maturitä di principi raggiunti dall'este-tica conteniporanea. 11 pericolo che oggi corre la critica ligu-rativa e precisamente qiiello del formalismo applica^to con metodo astratto e analitico, metodo ormai da tempo superato uel campo della critica lettera-ria, oggi iusufficiente in quello della critica figurativa, defi-cieuza dovuta alla «deficiente c. Si ricouosce pertanto il valore dell'opera di Matteo iMarangon.i, che di que-sta corrente e il [liii autorevole rap))resentante e che nel suo libro cSjiper vedere> appare talvolta jiersino convinceute per la finezza deH'aualisi, per il co-stante sforzo di liberare il con-templatore dellopera d'arte daU'ossessioue del conteniito che il pill delle volle sopprime il ])uro godimento della fantasia reali/.zala nei suoi valori formali. Fa seguilo all «Estetica filosofica e la critica niusicale> un saggio iiotevole per l'argomen-to: sicanalisi qualsdasi im|)ortauza sul terreno estetico. Attraverso (piesta serie dl siig-gi si giunge a quello che e il nocciolo dell'opera del Cioüe e in cui, cou una certa audacia, tenta a sua volta di creare im sistema. 11 saggio rappresen-taiio lo sforzo dell'autore per giiingere ad una dimostrazione die dovrebbe essere, secoudo il Cione, rivoluzionaria nel cam-IK) dell'aualisi estetica, ossia della sintesi a priori. II Cione si alloutana dal ooncetto Kan-tiano deifunitä sintetica che, l)er la sua analisi astratta, par-tiva da due concetti unilaterali ma opi)osti. In opposizione l'antore rivendica un'inversione. L'aualisi del Cione 6 soste-nuta con pacatezza e serietä. Potrebbe non sembrare del tutto fallito il tentativo di di-mostrare come ogni moineiito che. considerato dal lato teori-co. senibra una rappresentazio-ne puramente astratta e irreale, diventi invece lorza propul-siva quando passa dallo stato teoretico a quello pratico. Condudendo, e questo un libro che rinscirä certamente iu-teressiuite ad ogni studioso e artista, jier la molteplicitä dei problemi trattati; tratteggio breve, sintetico da cui si i)OS-souo attingere nuove idee speculative. Difetta talvolta al-l'esiwsizione la forza di convin-ziono, poiche troppo spesso il Cione i»rocede piü per intui-zione che per vera conoscenza. Ma questo e. in fondo, il difet-to del secolo. Come nell'arte gli spiriti cercano ansiosamen-te un equilibrJo nuovo che an-cora non hanno trovato, diva-sando da un estremo aU'altro, cosi, di riflesso, la critica estetica e costretta a procedere per tenfativi. E. Schneider (') KdnioiuloCjone: Dal DpSam--tls ;il Noveoonto — Editorp l'rinci-pato — Mllano-Mpssiiia. R I F L E T J Da «La falena» di Cap ! LA MAESTRINA Dopo iiScampolO". La maestrina!': ovverossia beneiiciala di Niccodemi, beneiiciala degli eredi di Niccodemi, beneiiciala degli Ultimi ledelissimi, malgrado i tempi, al reperlorio a grande eiielto di questo mediocre 'commediograio. Perö, per amore di veritä, bi-sogna contessare che il legisla Bianchi, nel ridurre per il cinema questa sirutlatissima commedia, ha reso un servizio a Niccodemi. Iniatti, pur rimanendo inalterati i canoni del dramma a iorti con-trasli con tulla la sequela di luo- UNA PR0P0S7Ä Dispone il Teatro italiano di una inyente aliquota di yiovani autori? Si Costitui-scono, questi, una forza viva operante genuina capace di florido sviluppo e dotata di costante fuoco sacro? Si. Sarebbe un bene per le scene nazionali disporre di un reperlorio piü ampiamente va-riato, integralmente nostra^ no, maggiormente originale? Certamente si. Lamentano i direttori di compagnie ed i registi un troppo esiguo ap-porto di novitä dei poeti mag-giori? Si. Š auspicato uffi-cialmente l'avvento dei nuovi scrittori poco o tnai rappre-sentati? Ancora si. Se e vero tutto cid, come e vero, perche non si passa dalla teoria alla pratica? Perche invece di dire «aiu-tiamo i giovani», non H si aiuta? Fino a prova contraria, gli ordini, piü che discuterli, Ii abbiamo eseguiti; i provvedi-' nienti piü che enuneiarli Ii-abbiamo messi in opera e sempre evitammo i discorsi quando ci fti da lavorare. Questa e, ormai la nostra belki im-primo tempo e 'mantenere subito dopo; detto fatto. 0 meglio ancora: eseguire, senza neanche aver perduto un'ora a progettare deddere appro-vare. Come la caritä cristiana va fatta senza gridarlo ai qmit-tro venti, cosi l'etica fascista va applicata senza antipasto di annunci previsioni profe-zie. Fare fare fare. E lasciamo che i prolisni discorsi di pre-sentazione siano il pasto pre-ferito degli imbonitori da fiera. E quello dei giovani e un problema di sempre. Qualche umorista (?) vorrebbe risol-verlo col fattore tempo-. ato negli eiietti comici La Denis da I'impressiono che si svegli soltanto a metä del iilm: per lor-tuna poi si rianima e ci da quai-che p. p. di commovente espres-sivitä. Ma ora basta con i lavori in costume, con • romanzi ridotti in Iilm, con le commedie ridotle in iilm, con le morti civili risuscita-te per lo schermo, con Mariella Lotti che ia la madre dolorosa, Loredana che ia la signorina e Maria Denis che la la maestrina! Registi ilaliani: una proposta. Non si potrebbe lare linalmente un iilm moderno? Mn un iilm moderno, possibilmente, senza telefoni bianchi. LA FALENA II solito soggetto: la iqgazza fnesta che precipita nella vita am-b.'gua del tabarino, la ragazza che — benche materialmente prostitui-la — Serba perö nel cuore la pu-rezza di un amore non corrotto per cui si sacriiichera, povera ia-Jena bruciata da una liamma trop-pc viva! II titolo palesa immediatamente la tesi del iilm e le sue intenzioni. Tuttavia Cap ha eluso la costri-zione del tema vieto, immettendo-vi risorse di psicologia e di audacia rappresentativa non comuni. II Iilm risulta percid notevole, riu-scendo a far dimenticare iniiniti particolari caduchi, come il soggetto non originale, molte situa-zione iorzate e talune reazioni troppo previdibili. 1 personaggi sono indagati dal regista con estre-ma amorosita, risultando incisiva-menle delineati. Nana Vitova e splendida sia come bellezza, morbidamente sensua-le come quella di tulle le attrici boeme (ricordare «Estasi« di Ma-chaty), sia come interpretazione, sincera commossa drammalicamen-le potente. La pellicola, buia e in taluni punti nebbiosa, accentua la sug-gestione della vicenda, ricordando certi Iilm irancesi d'avanguardia. Minia 4nlossi CASI E' morta a Roma la regista Wanda Fabro, non ancora trentenne. Chissa: forse e morta con 11 ricor-do un po' amaro delle critiche af-fllate che le si fecero da ogni parte quando mise in scena il «Glau-C0» di Morselli. Critiche spietate, ricordo: si coniarono giochi di parole, pungenti, frasi di uno spirito acre, senza pietä. I critici con il fegato perpetuamente ingravidato di fiele innalzarono peana di giu-bilo al fortunato caso che aveva fatto loro trovare una pecorella da sbranare. Ora giunge la nota affettuosa di Fulchignoni sul «Piccolo di Trieste», in ricordo di questa donna coraggiosa che lavoro con fede per la rinascita del teatro italiano. A Wanda Fabro non imporlano certamente piü gli echi delle parole aspre che le si rivolsero in terra. Ma a qualche critico piü velenoso degli altri (per partito pre-so) non riraorderä un poco la co-scienza? Sard sentimentale ma credo di si. areiusa ^mna Unca Problemi della produzione Premettiamo alcune nozio-ni essenzlali per precisare la posizione che l'azienda occu-pa oggi nel quadro economi-co nazionale, in funzione dei nuovi principi sociali e pa-litici. Presso i classici l'azienda e considerata strumento per 11 conseguimento del massimo utile, unitä organica nell'in-terno della quale l imprendi-tore agisce padrone e despota assoluto: egli riunisce i tre fattori della produzione, terra, capitale, lavoro, 11 coordi-na, sostiene il rischio d'im-presa ed ottlene una parti-colare remunerazicne deno-minata profitto. Ancora Fimprenditore si Sforza di ridurre i costi della sua azienda, cerca di influire sul prezzo di vendita che si forma sul mercato in modo da ottenere, per quanto fe pos-sibile, il massimo divario fra costi e 'prezzi, mira alia for-mazione di monopoli, alia formazione di alleanze e fu-sioni vantaggiose, sotto ogni forma. In tal modo il concetto di utile, di costo Lndividuale e ben chiaro e preciso e le coor-dinazioni con le esigenze superiori deU'economia nazionale non sono contemplate poichö generalmente si ritie-ne Che I'interesse individuale deU'imprendltore sia la mi-glior molla per il progress©, sia tecnico che economico, e per 11 sorgere delle iniziative utili. In sostanza la legge del piti forte domina incontrastata e poco importa se questa o quel-la industria si trova costretta a chiudere ed a lasciare di-soccupati un certo numero di operai, e pur constatando che tale fatto 6 un male non indifferente, non si pensa certo di eliminarlo intervenendo neiringranaggio delicatissimo dell'azienda che le sole mani deU'imprenditore possono toc-care. Se questa 6 la posizione dell'azienda nell'economia clas-sica, quali le sue funzioni in sede di economia corporativa? fi noto Che il fine ultimo del corporativismo va ricer-cato nel conseguimento di una piü alta giustizia sociale, giustizia estrinsecantesi nel-la piü giusta distribuzione della ricchezza fra le diverse categcrie sociali, non in base al principio della produttivi-tä marginale, ma in base a principi etici e politici. Lo Stato puö e deve inter-venire in ogni ramo dell'atti-vitä produttiva, perchfe esso solo 6 in grado di determina-re i fini da raggiungere dal-l'unitä nazionale, i mezzi ade-guati e le combinazioni piü adatte di tali mezzi per il conseguimento dei fini stessi. Alia luce di questi principi tutta la produzione e quindi l'azienda vanno considerate come strumento complesso in vista della potenza politica ed economica della nazione, sic-ch6 se I'importanza dell'ini-ziativa privata e quindi della funzione deU'imprenditore 6 riconosciuta, tale iniziativa va sottoposta aU'indirizzo e al contrallo dello Stato. Ormai č fuori didubbioche se la libertä assoluta ha pro-dotto 11 massimo utile a de-terminati individui, che se la libera concorrenza puö teori-camente essere il miglior sistema per il raggiungimento della migliore attrezzatura economica nazionale, tale sistema tuttavia comporta in-convenienti tali da essere re-spinto dalla teoria corporativa Che altro non e se non I'aspetto economico di nuove concezioni politiche ed etiche. Da tali premesse si possono senz'altro derivare alcune con-seguenze parziali in tema di costi e prezzi in sede di economia corporativa. La figura piü importante del costo 6 rappresentata dal costo nazionale che deve essere il piü basso possibile an, che al discpra e al difuori dei singoli costi aziendall. I Cosl se un determinato proicesso industriale si manifesta piü eccnomico agli occhi del singolo imprenditore, esi-gendo tuttavia I'impiego di materle prime da importare dall'estero, ecco che puö venire imposto un costo, dicia-mo cosl, individuale, piü ele-vato Che perö si tramuterä, in definitiva, in un minor costo nazionale. D'altra parte anche il consumatore non 6 piü costretto a difendersi con gli antichi mezzi che si rias-sumevano in una diminuzione dei consumi di fronte al pre-potere dei produttori in posi-zioni di privilegio, poichč nel-la complessa valutazione delle varie categorie, i consumatcri medesimi, categoria alia quale appartengono tutte le classi sociali ed in particolare le ' masse dei lavoratori la cui tu-tela e obbiettivo primo della nostra politica sociale, sono, attraverso appositi organism!, protetti contro 11 rialzo arbi-trario di prezzi il cui control-lo 6 tanto piü rigoroso quanto piü riguardante i consumi di prima necessitä. Da questa prima imposta-zione generale del tema pos-siamo dunque concludere (e le analisi parziali confermeran-no tale asserzione) che i due termini dai quali scaturisce I'utile d'impresa, prezzi e costi, risultano profondamente modificati rispetto alle posi-zioni da essi occupate nel-Teconomia classica e che al concetto di utile individuale si sostituisce quello di utile nazionale, al cui conseguimento va adeguata I'intera attrezzatura produttiva. Vig. ^Distribuzione di redditi e costi corporativi Sono d'accordo con il earn erat a Zenoglio per quanto ebbe a scrivere sidlo stesso *<■):,a; non diversamente mi sono espresso io su questi slcsse colonne e altrove. Dissent o solamente nelle conclu-sioni dello scritto dove il ca-■nerata dice essere necessa-rio ^compiere una profonda cd integrale bonifica morale, creando doe una mentalita corporativa-» affinche «.I'in-dirizzo economico corpora-tivo possa esplicare i suoi benefici effetti». Senza vole-I'e per nulla sminuire I'azio-ne moralizzatrice esplicata in eampo economico dalle Corporazioni, io affermo che alia pratica applicazione del costo corporutivo si possa giungere prescindendo dalla bonifica morale che viene ad assumere un carattere sussi-diario. Dal punto di vista dell'interesse personale gli vomini sono tutti tiguali senza distinzio^ie di razza o di nazionalita, quindi il voler far dipendere una qualsiasi azione dalla «speranza» che gli uomini acquistino win speciale veste morale, e pura Utopia. In campo economico, specialmente quando da un atto dipendono gli interessi della Nazione, occoire un pugno di ferro, non esorta-zioni alia morale; un'azione decisa difficilmente fallisce lo scopo. Per quanto si nferisce al-I'argomento possiamo dire che al desiderata si pud giungere mediante I'azione, e la strada su cui siamo avviati ce ne garantisce I'esito. St tratta dei tre principi se-guenti: il monopolio d'acqui-sto e di vendita delle princi-pali materie prime da parte di organi stutali, il controllo sid prezzi di vendita di un grande numero di prodotti e, cosa recente, la tipizzazio-ne sempre piu estendentesi. Spingendo al ^nassimo grado possibile I'appHcazione di questi tre principi giä in atto e coordinandone stretta-mente i fini, giungeremo senz'altro ill costo corpora-tivo e sxiccessivamente a ren-dcrc tutti i lavoratori com-partecipi alle vicende della azienda, uniformando altresi i redditi nel tempo e nello spazio. Questi saranno i benefici morali e sociali che sortiranno dall'esito di questa guerra alia quale in que-sto scnso dobbiamo essere grati. Esaminiamo brevemente i tre principi suesposti nelki loro sintesi. La conoscenza del costo delle principali materie prime e la base per la jissazione dei prezzi; s%i do ho esj)resso in precedenza il mio pensiero, affermando che la politica dei grandi enti statali di distribuzione delle materie prime deve essere, per quanto possibile, estesa; laddove cid non sia possibile, Sara necessario che gli organi corporativi siano in grado <-.'•■ controllare strettamente i costi delle nmterie prime. Sulla scorta di questi dati gli stessi organi possono «stati-sticamente-» formidare il prezzo di vendita del prodotto finito. Cid e meno difficile di quanto sembri; I'odierna politica della fissazione dei prezzi di vendita si basa ap-punto su questo procedimen-to. L'estendersi progressiva dei due principi ha condotto a una- conoscenza che si po-teva fadlmente prevedere: la tipizzazione della produzione. Per quanto il fenomeno risalga a qualche tempo ad-dietro, ptire le contingenze create dalla guerra I'hanno reso necessario per limitare I'ascesa dei prezzi e per ottenere una produzione a costi uguali e possibilmente in-feriori. Per convincersene basta osservare quanto e av-venuto nel settore tessile dove la tipizzazione si e mag-giormente esplicata. Gradual-mente il fenomeno si e esteso anche ad altri rami del-I'industria dei beni di con-sumo, come per esempio al-I'industria ceramica e vetra-ria e a quella degli articoli di alluminio per uso dome-stieo. L'attuale tipizzazione negli articoli tessili e destinata ad estendersi idteriormente nel dopoguerra: a cid si pud ag-giungere che la tipizzazione non sara un fenomeno esclu-sivo del settore tessile, alme-no in Italia. Infatti, avanzati come siamo in questo campo, dalla fissazione dei prezzi massimi di vendita alia uni-ficazione dei prodotti il pas-so e breve, mentre la pratica dei contrassegni per gli articoli di quanta e dei marchi di fabbrica essendo giä mol-to estesa, non costituira per nulla ostacolo al generaliz-zarsi del fenomeno. Ä ovyio come la tipizzazione, unita alia conoscenza dei prezzi, porti alia nozione sempre piu precisa del costo di produzione fino alia quasi Hlandardizziizione di questo. E poiche e noto essere il problema dei costi intimamente connesso a quello delle di-mensioni dell'impresa, noto il costo, si pud di massima agi-re su di esso in senso negativa nel tempo mediante I'au-mento della produzione per via della minore inddenza Magnifiche realizzazioni deU'edilizia fascista, volta al miglioramento delle condizioni generali di vita del popolo UN PROBLEMA DI ATTUALITÄ LE ABITAZIONI alia lerza cor rente che riposa sul buon senso del giuslo mezzo ed olire il lianco a minor! critiche delle prime due. Inialti, la libertä di contrattazioni nel nostro co-so e socialmente deprecabile per-che ridurrebbe molle lamiglie poco abbienti sul lastrico e ne co-stringerebbe allre a restringersi in un numero di camere insuliiciente ai loro bisogni, mentie, d alira parle, la superdelerminazione stala-le, anche se ottima in teoria. e praticamente inalluabiJe. Sara utile, perciö, lasciare piena libertä di contrattazione per gli al-loggi adatti ad ospilare iamiglie di elevata posizione sociale, per le quali il litto rappresenta solo una aliquota limitata del bilancio domestico ed istituire appositi enti che provvedano ad ospitare gli appartenenti alle classi povere in alloggiamenti di lorluna che, pur essendo provvisti delle comoditä indispensabili ad un tenore di vita decoroso, potrebbero essere dati in allitto a prezzi minimi sia per il loro carattere di costruzioni efiet-luate in serie, sia per il materiale flegno ecc.) e sia, inline, per gli eventuali contributi statali. I sistematici bombardamenti di cltlä aperte italiane, quali Torino, Genova, Milano, Napoli, Palermo e Cagliari ecc., rendono di attua-lilä, e particolarmente sentito, un problema proprio di tutti i momenti di crisi, quello delle abita-zioni. II problema non si e presentato «ex abrupto« in questi ultimi mesi a causa della distruzione di un certo numero. di abitazioni civili nelle maggiori cittä italiane, ma, fin dall'inizio della guerra, le dra-coniane misure limitanti la costru-zione di nuovi fabbricati crearono una situazione di squilibrio nel mercato dei locali di abitazione. E' certo, perö, che lo slollamen-to dei maggiori centri urbani, con-seguenza delle incursioni aeree nemiche, ha aggravato la situazione, modilicando, sotto taluni a-spetti, il problema stesso. Inlatti, la penuria di alloggi, che prima si iaceva sentire essenzialmente nelle cittä di una certa importanza, ora preme in modo inverosimile sui centri minori, specie rurali, a causa dello spostamento delle popo- delle spese generali, e nello spazio per lo stesso motivo, operando la concentrazione delle imprese. Pertanto, la tipizzazione con i auoi postu-lati, mentre semplifica la con-tabilita aziemlale, conduce la produzione verso un sistema che si potrebbe chia-ntare di cottimo per cui tutti i collaboratori dell'imprendi-tore sono spronati, nel loro interesse e in quello dell'azienda, a produrre sempre piü e sempre meglio. Ecco come appare pienamente giu-stificaio quanto si afferma essere possibile e qiianto H legislatore fascista ha codi-ficato nel libro del lavoro. ossia che il lavoratore pud essere retribuito in tutto o in parte con partecipazione agli utili. Estendendo la tipizzazione viene meno la necessitä della creazione di xina teorica azienda^tipo per effettuare il calcolo dei varii elementi del costo di produzione. Ad essere precisi questo concetto e giä stato messo in pratica mediante la fissazione di de-terminati prezzi massimi di vendita, i quali non possono vssere stabiliti se non esami-nando i supposti costi di pro-duzione di un'azienda media. Ritengo inoltre che, operando secondo il programma sud-detto, non potranno sorgere obiezioni circa il segreto aziendale intorno ai costi di produzione per la giä citata imificazione di costi e prezzi, come pure a motivo deU'uni-ficazione dei sistemi di con-tabilitä aziendale la cui applicazione pare sia in corso ih studio. Un tempo sembrava una Utopia mettere in pratica la compartecipazione dei lavoratori agli xdili dell'azienda; su dd si erano versati fiumi d'inchiostro, anzi I'argomen-to aveva costituito il cavallo di battaglia del varii partiti. rivohizionari. Oggi, al contrario, i tempi sono maturi per questa affermazione di giustizia sociale; non sarä lon-tano il giorno in cui ne ve-dremo la realizzazione. ViMore Caiaiaiii lazioni delle cittä bombardate, o che e lecito presumere possano di-ventare tali, e del decentramento delle imprese altinenti allellicen-za bellica della Nazione nonche degli ullici creati a causa della guerra. Si pud, perö, ritenere che in Italia «grosso modo» si sia ormai ad-divenuti ad una specie di «modus vivendi» se non comodo per lo meno tollerabile-, chi Iruiva in cittä di un lussuoso appartamento di otto o died camere, lornito di ade-guati elementi di termosifone, e si era accontentato delle due ca-merette nella villa dell'amico, ri-scaldate sommariamente dalla cu-cina economica, si e ormai accli-matato alia nuova vita; chi, inve-ce, dalle due o tre camere cittadi-ne e passato nella casa del mez-zadro, gioisce di essersi ora aggiu-stato e pensa che I'aria dei campi nella primavera sarä loriera di gio-vamento ai bimbi e non ad essi soli.. SuperlluQ ricordare che i pochi che non lasciarono la cittä nelle notti in cui le incursioni si susse-guivano con una Irequenza ed in-tensitä degne di miglior causa, ormai si sono delinitivamente decisi a rimanervi linche cause di iorza maggiore non Ii costringano ad abbandonarla. U problema piü.grave e di dilii-cile soluzione si presenlera nel-I'immediato dopoguerra quando si renderä necessario una sistemn-zione definitiva di tutti i problemi inerenii al passaggio dall'econo-mia di guerra a quella di pace. F auspicabile che il decentramento delle imprese assuma un carattere duraturo in modo da evi-tare il ripetersi della P'aga dell'ur-banesimo, combattuta per tanti an-ni invano, e risolta in modo certo troppo radicale dalle incursioni aeree nemiche. La necessity di dare una casa a tutti sarä vinco-lata alia capacilä dei locali di-sponibili ed alia possibilitä di ri-costruzione di quelli sinistrati o parzialmente distrutti e di costru-zione di nuovi. Su questo punto gli studiosi divergono nelle direttive per I'attua-zione pratica, e, precisamente, dobbiamo ricordare tre grandi cor-renti: 1) La prima prospetta una soluzione che possiamo chiamare libe-ristica del problema, auspicante i I non intervento del legislatore nella determinazione del prezzo degli alloggi, per cui questo si determi-nerä automaticamente in base alia legge economica della domanda e dell'offerta. 2) La seconda soluzione, cui si adatta I'appellativo di collettivisti-ca, presuppone un rigido controllo statale su tutta la vita economica nazionale, ed immagina, perciö, che la collettivitä abbia la possibilitä ed il compito di stabilire 11 tenore di vita delle singole famiglie a seconda dell'appartenenza alle diverse categorie sociali dei singoli che vi fanno parte e provveda, in con-formitä, alia distribuzione di alloggi adeguati. 3) La terza soluzione cerca di giungere ad un utile compromesso fra le prime due, lasciando agli interessati I'inizialiva di risolvere il problema secondo le proprie possibilitä e limitando I'intcrvento dello Stato ai casi che rivestono carattere di assoluta necessitä. Non neghiamo che la nostra simpalia di giovani cresciuti nel temperato clinui corporativo vada Ouesti gll aspetti contingent! e futuri del problema nella peni-sola. Veniamo ora a considerare quelli che si presentano nelle no-stre cittä. 11 tenore di vita della loro popolazione e inferiore a quello degli abitanti delle altre cittä italiane ed e nostro compito provvedere a lornire tutti i mezzi utili al loro adeguamento. E', so-prattutto, questione di organizza-zione. Nelle nostie cittä piCi po-polate noi vediamo che vi sono migliaia di persone che vivono ed esercitano il loro mestiere al cen-tro, solo perche i loro nonni la-voravano nello stesso punto; noi troviamo negozi e piccole aziende relativamente bene addobbati, ma composti di ambienti di pochi metri cubi con linestre che danno su una strada di pochi metri di larghezza con altri caseggiati di fronte e di fianco in cui pure si tiovano persone che potrebbero esercitare le proprie mansion! senza scapito veruno in bene aerati locali periferici. Si tratta, perciö, di provvedere alia sistemazione al centra degli uffici pubblici e delle aziende commerciali indispensabili, ed alia periferia degli stabilimenti industrial! ed artigiani e delle case di abitazione, provvedendo a tenere separate il piü possibile queste ultime dai primi per ovvie ragioni igieniche. Occorrerä, di conseguenza, provvedere non solo al comodo ed economico trasporto di operai ed impiegati, ma anche ad un economico scambio di no-tizie, dilfondendo I'uso del telefono e fissando eque tariffe. Dovrä essere nostra vanto I'aver fatto co-nosceie anche alle classi umili la gioia delle casette in cui le donne italiane, anche della borghesia piü modesta, godono la felicita del focolare domestico e vanno orgo-gliose della tradizionale pulizia e ordine. Siccome, perö, laspettare che tutto venga da un «Deus ex machina» puzza di mussulmano e non e affatto consono all'indole italiana ne alio spirito del Regime, dovremo agire in profonditä sulla mentalita della popolazione locale perche cooperi lealmenle e lattivamente a questa grande opera che sarä a suo esclusivo van-taggio. Bernanlino iodari „RI O" luogo di COLAZIONE - ottimi VINI Selenburgova (di fronte all'U. P. I.) r NEI FASCI IN TRINCEA L'iUto Commissario e il Federale present! alle final! de! «Lud! Juveniles» dello sport II giorno 18 maggio nello Stadio dl Via Vodovodna si sonc svolte le finali del Ludi Iuveniles dello sport, che hanno visto adunati 120 atleti per la contesa del titolo di ■ Campione iuveniles dl spe-cialitä» per il corrente anno scolastico. Presenziavano alle gare l'Ec-cellenza l'Alto Commissario, il generale Ruggero anche in rappresentanza deU'Eccellen-za Gambara, il Segretario Federale, il Vice Federale Capur-so e numerose altre Au tori tä. Le gare si sono svolte con esemplare regolaritä, destan-do il vivo Interesse del pre-senti. La cerimonia si 6 iniziata con il rito dell'alza-bandiera e si 6 conchiusa con quello deU'ammaina-bandiera. I dirigenti dell'UNUCI, dei Combaltenti e da! Volontär! presentat! dal Federaie ali'Alto Commissario II 20 maggio alle ore 10.30 il Segretario Federale ha pre-sentato all'Ecc. l'Alto Commissario il Ten. Col. Beilei, comandante il Gruppo U. N. U. C. I. dl Lubiana, 11 Magg. Prec-chia, presidente della Federa-zione provinciale d€i Combat-tenti e il C. M. De Petris, comandante 11 Battaglione vo-iontarl. Proroga dei concorsi per la Giornata del Soldato L'Ufficio Combattentl della Federazione dei Fasci comu-nica: II limite per la presenta-zione delle adesioni ai Concorsi indetti per la V» Giornata del Soldato i prorogato al 10 giugrno p. v. l'esprimere ai felici genitori le felicitazioni piü vive, ha fatto loro pervenire 11 tradi-zionale fiocco bianco. pu "LECTURA DANTIS del prof. Caivi Sabato 15 maggio, alle ore 19, nella sala minore della Societä Filarmonica, il prof. Bartolomeo Calvl, Presidente dell'Istituto di Cultura Italia-na di Lubiana, ha tenuto l'an-nunciata lettura del canto XI del Paradiso di Dante. Erano present!, oltre ad un scelto pubblico intellettuale, italiano e sloveno, 11 rappre-sentante dell'Alto Commissario, Vice Prefetto David, il rappresentante del Segretario Federale Vice Federale Sello-ni, U rappresentante del Ve-scovo di Lubiana, la Fiducia-ria dei Fasci Femminili, il Rettore dell'Universitä, nu-merosi presidi e professori imiversitari e medi. Dopo aver detto che, con la lettura di im canto del di-vino Poema di Dante, s'inizla il nuovo ciclo di attivitä del- Attivilä del Fascio Femminile Offerta della bandiera ad un reparto militare Nel giorni scorsi la Fidu- , oiaria Provinciale ha offerto, l'Istituto di Cultura Italiana, a nome del Fascio femminile, una bandiera ad um reparto militare dislocato alia perife- ria della cittä. Dopo l'alzabandiera salu-tito da tutti i soldati in armi, la Gorarca ha esaltato, con commosse parole, il signifi-cato dell'offerta ed ha recato i'affettuoso saluto di tutte le donne fasciste ai valorosi ca-meratl in grigioverde. Una S. Messa air Ospedale Militare Nella chiesa di Kodeljevo e stata celebrata, il 30 u. s., una messa alla quale ha presenziato 11 I» Battaglione ^Cacciatori delle Alpi». II Cappellano del Battaglione ha rivolto al soldati vi-branti parole di fede Incitan-doli ad essere soldati di Cri-slo come sono bravi soldati della Patria; quindi i quattro-centocinquanta uomini si sono accostati tutti al santo sacramento della Comunione. Hanno partecipato al sacro rito la Fiduciaria dei Fasci Femminili e due camerate del Patronato per l'assistenza spirituale al soldato, le quall hanno distribuito medagllette della Madonnina del Grappa ed hanno quindi fatto pervenire pacchi-dono a tutto il Battaglione. Visita all'Ospedale Militare Nel pomerigglo della giornata dell'Angelo, la Fiduciaria dei Fasci femminili, ac-compagnata da alcune colla-boratrici. si ä recata all'Ospe-dale Militare per distribuire doni a tutti i degenti. Le camerate si sono trattenute a Nel programma presentato da Sijanec al 14" concerto dellUnion figurava per pri-mo 11 compositore italiano Mancinelli, di cul l'orchestra ha eseguito «La fuga degli amanti a Chioggia». A pro-posito di questo brano sinfo-nico, che pm- tra sequenze di un'inedita preziositä denim-cia una costituzionale graci-litä espressiva, si puö lamen-tare soltanto la mancata pos-sibilitä di ascoltarlo inserito nella Suite completa delle «Scene veneziane», il che per-metterebbe un piü diffuse e docvmientato giudizio. I grandi nomi della serata erano invece Rahmaninov e Čajkovski. Del primo ä sta to scelto opportunamente il mi-rabile «Concerto in do minore per pianoforte e orchestra», In cui il doloroso tor-mento dell'autore 6 espresso con cosi lacerante sinceritä da riscattarlo dall'accusa, facile a muovergli, di un troppo iüngo7aven7oV/turtl'rsol-l^'^^ personalismo. In ve-datr parole affLuoSime di Rahmamnov 6 sempre interLamento, dl co^fo^to e ^ 11 conferenziere ha ampia-mente illiistrato 1 tempi genial! di Dante e d! Giotto, l'uno e l'altro intimamente legat! con lo spirito al Pove-rello d'Assisi, e le correnti ideal!, politiche, social! del-l'epoca; si 6 soffermato pol sul pensiero religioso e politico di Dante; ha parlato dell'opera immortale dl San Francesco ed ha Inquadrato 11 canto XI del Paradiso nel complesso della terza Cantica. Quindi il prof. Calvi ha letto e commentato, terzina per terzina, tutto il canto francesca- no, mettendone in luce le idee e le bellezze. Alla fine della lettura i present! hanno applaud!to e com-plimentato I'oratore per la sua dotta conferenza. La Boheme eja Butterfly al LIrico II 18 maggio ha avuto luo-go al Teatro Lirico la messa in scena della «Bohfema» di Puccini ad opera del com- . plesso del Teatro lirico d! Lu- ' biana, con la partecipazione straordinarla d! Mafalda Fa-vero nella parte di Mimi. Erano present! alia rappre-sentazione I'Ecc. l'Alto Commissario, I'Ecc. il Generale Gambara, il Segretario Federale ed altre Autoritä. L'opera, realizzata con cura in un clima di fervida colla-borazione artistica, ha riscos-so il piü entusiastico consen-so del numeroslssimo pubblico intervenuto, che ha tribu-tato a Mafalda Favero, ai cantanti sloven! ed al Maestro concertatore e direttare d'Orchestra žebre vibrant! ac-coglienze. Anche la Butterfly ha avu- , to il successo sperato. Mafalda Favero, gli artist! sloven!, 11 maestro direttore dell'Or-chestra e il complesso orchestrale harmo ottenuto dal pubblico il piü largo consenso. II successo della manllestazione musicale indena da! Palronato pro Dssistenza spirituale al soldato II concerto tenuto dalla pianista Rossana Orlandlni a favore del «Patronato pro Assistenza spirituale al soldato», Che ha ottenuto il vl-vissimo successo di cu! si ^ detto nel numero scorso, ha fruttato la cospicua somma di lire 16.225, che permetterä al Patronato di iniziare tem-pestivamente la sua attivitä rivolta all'assistenza a favore del militari combattentl. La signora Rossana Orlan-dini ha devoluto la somma, Che le sarebbe spettata per la sua partecipazione artistica, alla cassa del Patronato. Lo stesso Patronato ringrazia, da queste colonne, tutti gli Italian! che, presenziando al concerto ed offrendo il loro contributo, hanno,giovato al-I'ottimo esito dell'iniziativa, associandos! contemporanea-mente all'attiva opera di con-forto Che 1 Fasci Femminili svolgono con inesausto fer-vore a beneficio delle gloriose Forze Armate. la guida intelligente di Sijanec, ha assecondato la pianista con fervore. Ultimo, Čajkovski si 6 presentato ancora una volta con la «Sinfonia n" 6 in si minore», la celebre «Patetica», in cui si faimo sempre gu-stare i due notevolissimi «Adagio», I'iniziale e il finale. In essi I'autore dice veramen-te una parola valida nli II PER UNA NOTTE con Lida Baarova Rappresentazioni; giorni feriali alle ore 15.30, 17.30 e 19.30; giorni festlvi alle ore 10.30, 15.30, 17.30 e 19.30. MOSTE L'eroica lotia contro il barharismo „G1UNGLA" Vivi Gioi, Albrechl Schflnhals Paula VVeäselly in un dramma d'araore „LA FIGLIA DEL VENTO" KODELJEVO Un film spiritoso e commovcnle „II re d'lnghilterra non paga" con Armando Falconi Segue Marianne Hoppe in un film di gründe valore artistico „I.NGR.MITUDINE" Classifica dei vindtori del concorso di natale «II Duce lo ha detto» I) Cap.le I'emero Atiacleto, L. 300, punti 78; 3) Sold. Morandini Rino, L. 200, punti 78; 3) Cap. Magg. Tnmadini Bruno, L. 150, punti 7S; i) Art. Fior Primo, L. 100, punti 78; 5) Cap. Magg. Gurioli Lorenzo, L. 50, punti 78; 6) Art. Ressato Pasquale, L. 50, punti 78; 7) Cap. Magg. Lomhardi Balilla, L. 50, punti 78; 8) Cap. Magg. Pavan Naifro, L. 50, pimti 78; 9) Vcsq. Buiatti Renato, L. 50, punti 78; 10) Serg. Magg. Amici Guerrino, L. 50, punti 78; II) Cap. Magg. Pre tic Satur-vino, L. 50, punti 78; 12) Cap. Magg. Maltugliati Egi-dio, L. 50, ptmti 78; 13) Amaldeo Lino Artigliere, L. 50, punti 78; H) Cap. Magg. Boldossoro Gia-como, L. 50, punti 78; 15) Conf.Ta/rducciAihos, L. 50, punti 78; 16) Cap. Magg. Donato Alfredo, L. 50, punti 78; 17) Art. Fontana Matteo, L. 50, punti 78; 18) Art. Bahini Lino, L. 50, punti 78; 19) Cap.le Gamharo Domenico, L. 50, punti 78; 20) Art. Lucato Marino, L. 50, punti 78. I suddetti nominativi sono stati Horteggiati tra i componenti ehe hanno totalizzato il maggior numero di punti. Classifica generale dei premi a reparto I premi di reparto per un totale di litri 250 di vino Ckianti sono stati tutti diappannaggio del Comando 3" Gnvppo del 6" Regg. Art. lilsonzo* P. M. 59. J suddetti premi sono a dispo-sisione dei vincitorl die potranno venire a ritirarli con regolare documento di idtntificazione mu-nito di fotografia, presso I'Ufficio Combattentl della Federazione, Punteggio ottenuto dai con-correnti non premiati del concorso di Natale «II Duce lo ha detto» Punti: 78:,Art. Roma Libero; cap. magg. Romeo Antonino, cap. Berges Lino, cap.le Cattallan Giuseppe, art. Pagoni Egeo, art. Baraldo Odilo, cap.le Fioravanti Enrico, cap.le Visentin Mario, cap. magg. Maioli Antonio, art. Giorgi Rietro, art. Pansini Nino, art. Franceschini Guerrino, art. Spa-don Manlio, Vcsq. Silenzi Stani-slao. Punti 77: Sold. Cossettini Pietro. Putiti 76: tino. Punti 7i Franco. Punti 72: Punti 70: gen. Tartari atto Egidio, ginio. Punti 68: mando. Punti 67: C. n. Pascucci Lcardo. carab. Paoletti Onofrio, gen. Cic-cocioppi Pasquale. Punti 66: Sold. Medeossi Elvio. Punti 65: Cap.le Festa Luigi, cap. magg. Assandri Francesco. Punti 6i: Serg. Mecozzi Guido, carab. Pagnoni Giorgio, gen. Ber-tani Ezio, cap. magg. Dalan, sold. Brandi Franco, scm. Santaniello Antonio, maresc. Scaglione Sal-vatore, sold. Macci Giovanni, gen. Cantoni Angelo, gen. Dalla Riva Emilio. Punti 63: Serg. Cavaliere Mario. Punti 62: Cap. magg. Stradolini Odero, fante Innocenti Antonio, art. Sartor Alfredo. Punti 61: Cap.le Dondarini Antonio, serg. Orfei Orfeo, fante Maiardi Mello, gen. Maiorana Giuseppe. Punti 60: Art. Bigi Paolo, serg. De Candito Sergio. Punti 59: Maresc. Lombardo Vincenzo, gen. Vanini Carlo, cap. magg. Antonazzi Giovanni, cap.le Ferroni Fabio, serg. Bernini Giu-stino. Punti 58: C. n. Bonelli Guido, fante D'Agostino Giuseppe, sold. Gobessi Diego, serg. Revoloni Vit-torio, serg. Viali Otello, vcsq. Bernini Vitaliano. Punti 57: Sold. Squadrone Ame-lio, gen. Monfredotti Bruno. Punti 56: Cap.le Maurizi Giuseppe, fante Sagliano Salvatore, serg. Pavan Giuseppe, fante Al-viti Angelo. Punti 55: Serg. magg. Medda Gustavo, vcsq. Bagnato Michele, art. Palmieri Giuseppe. Punti 5i: Cap. magg. Bolognini Ugo. Punti 53: Cap. magg. Botto Luigi, art. Milani Raffaele. Punti 51: Gen. Badiali Ismeno, art. Artinghelli Berardino, cap.le Salutari Nazzareno. Punti 50: Gran. Orisio Francesco. Punti 49: Art. Bettagna Vit-torio. Punti 48: Art. Alesso Angelo. Punti 47: Art. FLnotello Nilio. Punti 46: Cap. magg. Pietrantoni Antonio. Punti 45: Ss. Biasciutti Romeo, cap.le Fortunat! Giovanni, sold. Rizzotto Giuseppe, art. Orritos Giovanni. Punti 44: Vcsq. Di Falco Spar-taco, serg. Manron Lino. Punti 42: Fante Capozzo Mario. Punti S7: De Angelis Cesare. Punti 36: Serg. magg. Lodovici Gaetano. Punti 30: Art. Russo Pietro. Punti 27: Serg. Torini Filippo. Punti 15: C. n. Sciamca Umberto. Punti 1: Sold. Ruzzoni Gian-carlo. Vcsq. Pizzidar Valen-Cap.le Simonetti Cap.le Meazza Ettore. Gen. Buzzi Xicolo, ni Renato, cap.le Cro-gen. Sinwnetti VirSold. Pomodoro Ar- Rimesse a favore dei prigionieri di guerra D'intesa col Ministero degli Scambi e Valute che ha, in quest i giorni, definite le modalita per le rimesse di denaro ai prigionieri di guerra, d stato di»posto che la ruccoaa, I'esame e la trasmissione delle domande inoltrate dai fami-Ikiri vengano dcmiandate ai Fasci t emminili che vi provvederanno d'intesa con gli Uffici Combattentl dei Fasci di Combattimenti. Poichd le norme che reyolano I csportazione della valuta njn possono consentire VaecoglimentM incondizionato e illimitato delle domande, d stato disposto che, in linea di massiina, salvo maggiori precisazioni che saranno date at-traverso la stampa, sia con.ientito i'invio di un massimo di 50 fran-chi svizzeri per ogni familiare pri-gimiiero, ima volta al mese. La notizia dell'accoglimenio delle domande da parte del Ministero degli Scambi e Valute verrä sempre data ai familiari per ü tra-mite dei Fasci Femminili. II Fascio Femminile e I'Ufficio Combattenti della Federazione di Lubiana sono a completa disposi-zione per eventwili rimesse a con-gtutiii prigionieri. Varie Si informa che il Ministero delle Corporazioni lui elevato il limite dei punti per l'acquisto di indu-menti destinati ai prigionieri di guerra da 60 a 120. F. ElfLER UNICA FABBRICA DI VELLUTO E DI FELPA LUBIANA, BLEIWEISOVA 75 I PRODOTTI DI MARCA DELLA DISTILLERIA DI OLLI ESSENZE Ing. IVAN TUMA. Devica Marija v Polju. 126 si vendono al minuto presso la PROFÜMERin VIKfl. flrinelini & Co ■ Lubiana - Židovska. 3 (presso Piazza Mussolini) rCDRRD//f/ neittta Unca R i C h i a m o c^® proprio U chiarimento, la "Tj ; definizione del termine «.bor- allg rogione gf^gse-», cosicche si andava Carlo Ravasio, su «II Po- nvanti, nelki cainpagm antipolo d'Italia» del 18 corrente, horghese, parlmido e scriven-nel suo articolo «Richiarno» a vanvera. ha voluto veramente richia- Alia borghesia, cioe a quel mare alia ragione qtuinti in ceto che lavora e crede per-questo tempo di guerra far- che e moralmente sano, ap-neticano intorno a taluni ar- parteniamo noi, appartengo-gomenti economici e non si no tutti gl'italiani che lavo-aceorgono di do che succede rano. La distinzione non va intorno a loro. quindi piii imperniata su una Si critica il corporativismo divisione di casta, o meglio senza pensare minimamente di categorie, ma soltanto di al punto in cui era giunto valori etici. i: contro i por-nella sua fase formativa pi-i- tatori dei valori negativi, cioe ma che la guerra iniziasse la contro quel tipo cinico, fred-sua, azione verso la staticitd do, calcolatore, che il Fasci-in taluni settori e la dinami- smo intende scagliarsi, e non cita verso tal'altri orizzonti contro quelhi borghesia che che non sono certamente qu£l- ha fatto I'unita nazionale, che U del periodo di pace. tutto ha dato e da senza mil-Al posto delle critiche piu ^^^^dere. Molti ma forse 0 meno spicciole oggi deve f ''TT ^ subentrare la disciplina, poi-, essere soltanto loro gli Che soltanto attraverso la di- »"^erpretijel Fascismo, a ta- sciplina e il dismteresse si ^f 'W'do, e hanno fatto un pud salvare I'mteresse di tut- «f^« ^^^ e bor-ti; all'^io» ognuno deve sosti- ' Ohesta, badando alio, catalo- fitire il moiy> delln patria. I O^zione sociale di vecchto combattenti guardano al po- ^ta^npo, o alia qmlita del la-polo e il popolo ai suoi di- fensori: tutti, un giorno, quel- | Non sono mancate pero del- lo delta Vittoria, dovremo te voci contrastanti che rifa-mettere sui piatti delta bilan- j ce^idosi alia dottnna fascista cia delle competenze il dato giustamente ritenevano che e I'avuto. Soltanto chi, fin I'uomo non doveva essere d'ora, ha la cosdenza tran-' considerato come individuo quilla pud aspirare ad essere ma, perche potesse avere di- Concorrenti durante le prove DEI. LAVl^RO degno delta Patria e dei suoi combattenti, cioe di vivere. II Sindacato non si focca Non sono un conservatore, tutt'altro, ma allorche mi toc-ca di leggere settimanalmente uno, due, died articoli che accendono o continuano po-lemiche piu sciocche che f rut-tuase intoi-no al sindacato, alia suo, funzione, alia sua com-petenza e, anche, intorno al significato delta stessa parola sindacato, allora mi viene proprio voglia di scrivere per dire che sarebbe ora di finir-la una buona volta e pensare alia guerra, verso la quale devono essere convogliate tutte le nostre forze e la nostra votonta per poter un gioi-no gridare al mondo ne-mico che abbiamo vinto. Tirare in hallo il sindacato con tutti i suoi annessi e con-nessi per affermare poi che non funziona e non saper di-scutere le ragioni di questa sua disfunzione non e certcu-mente cosa che fa onore al-I'intelligenza italiana. II sindacato e quelto che e: ha dimostrato in mitle e una occasione di saper funzionare e, se vi e una falla, questa ritto di dttadinanza nello Stato Fascista, come produt-tore. Sono state timide voci, sommerse dat clamore di co-loro «che hanno creduto — come scrive "Dedma Regio,, — di possedere cosl grosso e agile cervetto da poter fare da se in tanti settori delta vita nazionale-». A biion punto e dunque giunta la parola del Segreta--rio del Partito, che pone termine al troppo zelo di que i citati e pone chiara la distinzione tra borghese e borghesia. E. G. I problemi balcanici IL PROBLEMA UNIVERSITARIO CROATO La prowida iniziativa del-I'lstituto di Cultura italiana di Zagabria di inviare in Italia un foi-te niimero di študenti croati, oltre ad aumen-tare sempre piü i vincoli di cameratismo tra I'universita italiana e quella croata, ri-stalbilisce un'antica tradizio-ne di cultui-a che i secoli hanno mostrato feconda ap-portatrice di benessere materiale e morale per il vicino Stato. Non vi e dubbio infatti che, agli effetti di un definitivo orientamento di pensiero, I'influenza esplicata dall'uni-versita italiana sull'ordina-mento accademico croato fu decisiva. i: infatti necessario riconoscere che la fondazione in questo modo I'ateneo di Zagabria perdeva la facolta di teologia e filosofia. La tra-dizione non si spegneva pero perche fino al 19 ottobre 1874 la superstite facolta di legge diede vita alia Regia e Supe-riore Accademia di giuris-prudenza. In tale anno, che appunto si e voluto erroneamente fis-sare come data di fondazione della univereita di Zagabria, il Sabor ricostituiva I'ateneo nella sua originale costituzio-ne riducendo I'accademia di giurispiTidenza a facolta e meno moralmente I'universita i-iunendo come facolta le di-di Zagabria alle maggiori so- sperse scuole di teologia e i-elle deirimpero: Colonia, Vienna, Magonza, Praga e tante altre. Era questo un vero atto di fondazione in quanto quelle patenti riconoscevano nel lim-pido linguaggio latino il di-ritto all'universita ad eleg-gersi il proprio rettore, con un consiglio di decani, e a conferire dottorati e licenze. II Sabor a sua volta riconob-be tali patenti il 3 novembre 1621. Le facolta da principio fu-rono soltanto quella teologica e quella filosofica, ma giä dal 9 ottobre 1772 a questa scuo-la venne unita la scuola di deve ricercarsi nel sistema o dell'universitä di Zagabria vfi"'hf^J'^n,?^ meglio ancora nette compe- risale piii in la del 1874 per vice-bano Buzan ave- tenze. Se poi a tutto do si giungere, e onnai certo, al aggiunge la ferrea convinzio-ne che in tempo di guerra non e assolutamente igienico fare degU esperimenti, d convinceremo che la polemica e inutile e che altri settori (leggi: guenu) meritano piu energie e soprattutto piü comprensione. Spizzichino V o C I Borg h'e's e e borghesia 1669 a testimonif.re una con-tinuita di insegnamento che, sia pure sotto van aspetti, ma sempre con carattere di insegnamento superiore, con-tinua dal secolo XVII. Anzi, se vogliamo essere esatti dobbiamo risalire a quelle scuole di teologia e di filosofia che i Padri Gesuiti aprirono rispettivamente nel 1632 e 1662 accanto al Gin-nasio di Grič, sull'acropoli di Zagabria per trovare le ragioni di quei privilegi e di I quelle autonomic concesse da «Bosta con la retorica anti- Leopoldo I il 23 settembre borghese, perche cid crea confusione e riveta una ten-denza di bassa speculazione demagogical — ha detto Carlo Scorza — e piü ottre ha definito it «borghese-» contro cui bisogna scagliarsi: «un individuo cinico, freddo, calcolatore, pauroso, che non appartiene a nessun ceto sociale e pud essere di tutti i ceti sodali». Quelto che fino ad oggi non era stato fatto. 1669, che equipararono al- ficifna tinea ICTTIMANALE OELLA FEDERAZIONI DEI FA8CI DI COMBATTIMENTO DI LUBIANA filc«ofia. Nel 1917 fu poi aggiunta la facolta di medicina e nel i Balcani e in particolare delle nazionalita che si af-facciano all'Egeo e al-I'Adriatico, quello dell'alte-rato rapporto tra popolo la-voratore e popolo studioso, rapporto alterato ad arte, da un lato, dalle susseguenti do-minazioni, particolannente la asburgica e la jugoslava e re-centissima quella morale del 'bolscevismo, per ragioni po-litiche, e dall'altro per quelle sorti di peculiarita di razza che giä altre volte abbiamo esaminato e che si riassumo-no in un fanatico desiderio di analisi piü che di cono-scenza. Si e fatto cenno delle ragioni politiche e queste sono le essenziali: creare la classe colta voleva dire creare la 1 o 1 o j; classe dirigente e se questa 1919 _la Scuola Supenore di ^^^^^ ^^^ ^ ^^ DIrattora reiponiabll* LUIGI PIETRANTONI O Tlpogralia cMerkur» S. A. Lublana va fondata contemporanea-mente alia scuola di scienze politiche e sociali aperta da Maria Teresa il 17 luglio 1769: I'universita acquistava cosi una nuova facolta, quella di giurisprudenza. L'abolizione dell'ordine dei Gesuiti non interruppe la tra-dizione perche lo Stato con-tinuo a sowenzionare e a proteggere I'univei-sita cosi fondata assegnando ad essa nuovi insegnanti, prima a nomina sovrana e poi scelti a base di concorso finche I'll ottobre 1776, coll'erigersi dell'universitä in Regia accademia di scienze, I'ateneo tro-VÖ la sua definitiva sistema-zione. Non erano pero tei'minate le vicende dell'accademia: nel 1784 I'imperatore Giuseppe II separo la facolta d i teologia e la trasporto al Seminario teologico di Zagabria e nel 1850 il Ministero dell'istru-zione austriaco soppresse la Regia Accademia di scienze; veterinaria passo come facolta sotto la giurisdizione del rettore dell'universitä di Zagabria: dopo una serie di vicende negli Ultimi decenni, in cui il Govei-no jugoslavo pro-seguendo nella sua politica anticroata cerco di smembra-re la compagine dell'ateneo, il risorto Stato croato assicu-ro la definitiva sistemazione della sua universita riordi-nandola e aggiungendovi la facolta di faitnacia. Queste notizie piuttosto dettagliate (ma altre se ne potrebbero aggiungere specie su quanto riguarda tutto il movimento culturale croato) vogliono far considerare al lettore come nella mente del vicino popolo giä sia comple-ta la preparazione per affrontare e risolvere il problema della sua classe universitaria che e in ultima analisi il problema di tutti mento di razza voleva dire far dominare quella razza o quel colore. Per gli Asburgo vi era da risolvere un problema di equilibrio da un lato e di dominio dall'altro: percio il lavoro fu di favorire i Croati nelle zone prevalente-mente sei^be o bosniache e vi-ceversa, per la Jugoslavia, quello di favorire il nucleo dominante cioe quello sferlw, per il bolscevismo di favorire alia maniera degli Asbm'go gli uni nei territori degli altri, ma soprattutto di favorire quelle classi che, assolutamente impreparate alia vita della cultura, sarebbero state elemento di disgregazione nella compagine statale. In questo quadro si trova ad operare il giovane Stato croato, giovane di costituzio-ne ma con una tradizione si-cura di esperienza universitaria ed accanto ad esso si trova con la sua simpatia e la. sua potente attrezzatura I'u-nivei-sitä italiana. Gian Liiigi GaMi L I B R R R I A IG. KIWYUFED. BWRG Soc. ag.l. - MIkloiliava 16 Tutte le novitä llbrarle In Itallano - sloveno - tedesco. Nuovl tostl scolastlcl per tutte le scuole dl ognl ordl-ne e grado. Glornall d I moda e rlvlsti. LA FARMACIA Don. G. riCCOL! a Luiilana, di (ronle al grallacielo dlipone dl g^ande assortiniento dl •poolalitll nailonall »d eslere, for-nlio* medicin» lu ricelt« di lutU It eaane animnlatl. Arrcdata DodernamcDta - Tel. M.W COLORI asriulti - ad olio - smalti - vernici a smalto - pennelli e tutti gli iitensili per pittori - stucco pervetrai - ecc. — potete acqui-stareaprezzivantagffiosi presso; Fr. MEDIC FABBRICA OLII - SMALTI • COLORI Resljeva cesto 1- LUBIANA r^HOPIAHO ARBOR SOC E T Ä A e. L. 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