ANNALES • Ser. hist, socio!. • 10 • 2000 • 2 (22) saggio scientifico originate U D C 325.2 (=131.1 )"1945-1956" ricevuto: 2000-07-04 ANALISl DELL'ESODO D ALL1 ISTRI A NORD - OCCIDENTALE DA PARTE DELLA STAMPA UFFICIALE DELL'EPOCA Alessandra ARGENTI TREMUL Si-6000 Capod ¡stria, Bertocchi, Ariol 12 a, e-maii: alessanclra.iremul@rtvslo.si SINTESI Le fonti su cu i si basa la ricerca sono i giornali in lingua italiana, oggi reperibili, editi a Capodistria dal 1945 al 1956. Questi erano espressione dei poten popolari, organi d'informazione del le organizzazioni di massa, che avevano il compito di rafforzare il nuovo potere socialista che in quegli anni si andava formando in ¡ugoslavia. Dalla lettura e dall'analisi délia stampa dell'epoca emerge che la responsabilité dell'esodo (delta popolazione italiana presente neil'lstria Nord- occidentale) viene fatta ricadere sul governo italiano, che opera principalmente íi tira verso il CLN per l'lstría. L'esodo di massa dal Capodistriano, e da tutta la zona B del TLT, avvenne da! 1953 al 1956. Atcuni fondamental! motivi dell'esodo vengono individuati anche dalla Lega dei Comunisti ¡ugoslavi, ribadendo al contempo l'estraneità dello stato socialista. I motiviquindi, che hanno portato all'esodo degli italiani sarebbero la perdita della posizione di privilegio aH'interno del!a société; l'effetto dell'azione política irredentista e di propaganda italiana; il sen t i mentó nazionale degli italiani; i forti legami parentali ed economici della fascia costiera con Trieste; e l'introduzione dei rapporti socialisti. I periodici consultad evidenziano perô il fatto che gli esuli siano stati ingannatí, viste le condizioni in cui vivrebbero una volta raggiunta l'ltalia. Parole cfiiave: mtgrazioni, esodo, emigranti, italiani, istria, 1945-1956 AN ANAL YSIS OF MIGRATIONS FROM NORTHWESTERN ISTRA ON THE BASIS OF THE OFFICIAL NEWSPAPERS PUBLISHED AT THAT TIME ABSTRACT The sources on which the research is based are the newspapers printed in Italian language and published in Kopet during 1945 and 1956. They were the voice of the people's government or of various mass organisations, as well as a tool to strengthen the new socialist regime that was beginning to take shape in Yugoslavia. With an analysis of the newspapers published at that time it can be established that the responsibility for the exodus (mass migrations of the Italian population from northwestern Istra) was being ascribed to the Italian government working particularly through the National Liberation Committees for Istra. The mass departure from the Koper district and the entire Zone B of the Free Territory of Trieste was taking place between 1953 and 1956. The main reasons for these mass migrations were a number of times referred to by the Yugoslav Communist Party, emphasising that the socialist country was riot involved in it. The reasons that led to the exodus of the Italians were therefore to be looked for in the loss of their privileged status within the society, in the irredentism, the Italian propaganda, the national awareness of the Italians, the strong ties of kinship and economics with the coastal belt of Trieste, and in the restoration of the new socialist order. The newspapers of that time were further underlining the fact that the people that left were the victims of deception, substantiated by the dreadful conditions in which they lived after moving to the Italian side. Key words; migrations, exodus, emigrants, Italians, Istra, 1945-1956 393 ANNALES Ser. hist. socio!. • 10 • 2000 • 2 (22) Atessancira ARGENT! TREMUL: ANALIS! DEU ' ESOOO D ALI 'LSI Ri A NORD - OCCIDENTALE D A PARTE DELL A STAMPA UFE ICI ALE DELL'EPOCA, 393-<1I0 I N T R O D U Z i O N E Ne! periodo che va dal 1945 ai 1947 il fenomeno dell 'esodo intéressa, come entità massiccia, particolar- mente le città di Fiume e di Poia. In seguito all'entrata in vigore del Trattato di Pace con I'Italia seguí l'esodo dalla gran parte de!la penisola ístríana passata sotto la sovranità jugoslava, i cosiddetti territori ceduti, che s'in- tensificó notevolmente dopo Pemanazione della Riso- luzione del Cominform. Lo spostamento di massa, per quanto riguarda il territorio del capodistriano e di tutta l'area deüa zona B del Territorio Libero di Trieste (in seguito TLT) si compie da! 1953 al 19S6 (Cattaruzza, 1999; Coiumni et. al., 1980; Pupo, 1994). Le íonti su cui si è basata la mia ricerca, sono i giornalt" in lingua italiana, editi a Capodistria ( d a ! 1945 a! 1956) dove era insediata i'amministrazíone militare e civile, della zona B del TLT - punto di riferimento, quindi, non solo per la fascia costiera oggi appartenente alla SJovenia, ma per tutto i! Circondario dell'lstria. ! periodici consultai , ad-eccezione dell'organo d'in- formazione della Cioventù Antifascista Italiana (prima censúralo e sequestrato, poi soppresso - a dimostrazione dell'assenza di liberté di stampa imposta dalle autorità jugoslave), erano espressione dei nuovi poteri popoiari, sotto i! controllo della commissione agit-prop, alie cli- rette dipendenze de! Partito Comunista Sloveno. L'lstria Nuova e La Nostra Lotta erano gli organi d'informazione del l 'Unione Antifascista Italo Slava (erede de! F:ronte di Liberazione sloveno - O . F., fondata a Trieste il 4 giugno 1945) (Troha, 1998; Perovsek, 1997, 79-86). Mentre Ricostruzione e La Bandiera dei Lavoratori erano i bollettini dei Sindacati Unici , i quali vennero costituiti a Trieste, i'8 maggio 1945, sulla base délia priorità dell'appartenenza di classe e del principio dell ' internazionaüsmo proletario (Troha, 1998, 95). Anche dalla lettura della stampa dell 'epoca, pos- siamo cercare di capíre i! fenomeno deil 'esodo, attra- verso l'analis! che ne viene data dai mezz! di pro- paganda dei poteri popoiari. Ne! le pagine di Risveglio, che esce dalPagosto a!-- I'ottobre del 1945, non si menziona nemmeno un tra- Foto 1: II Rassegna della cultura italiana, Pirano 1951. Da destra seduti in prima fila: Colonello Miloš Stamatovič (VU¡A), Julij Beltram (Presidente del circondario dell'lstria), Eugenio Laurenti, Ciuseppe Borisi (Vicepresidente dell'Unione degli Italiani) (ACISS). Si. 1: II. predstavitev italijanske kulture, Piran, 1951. V prvi vrsti sedijo z desne: polkovnik Miloš Stamatovič (VUJA), Julij Beltram (predsednik istrskega okrožja), Eugenio Laurenti, Giuseppe Borisi (podpredsednik Unije Italijanov) (ACISS). 394 ANNALES • Ser. bist. sociol. • 10 • 2000 • 2 (22) Atessamira ARGFNTÍ TREMUI.: ANAUS! DÜLL'ESODO OALL'SSTRIA NORD - OCCIDtNTAtE DA PARTE DELtA STAMÍ'A UFFICIAUÍ O El. (.'EPOCA, 39M10 sferimento d¡ popolazione o di qualche fuga dalla zona B della Regione Giul ia. Del resto ció é comprensibile, visto che non ci sono stati ancora simili episodi, in quanto sembra che la situazione nel capodistriano sia ancora abbastanza tranquilla - almeno fino alio sciopero di Capodistria del 31 ottobre del 1945. Solamente dopo tale data, che segnó una svolta nelia gestione del territorio da parte delle nuove autorítíi favorevoli alfa jugoslavia e ad un cambiamento nei rapporti con la popolazione, la situazione s'inasprisce. Ne L'lstría Nuova, si inizia a parlare di rifugiati e fuggiti dall'lstria che in ogni caso sono compromessi con il passato regime fascista e con l 'occupatore na- zista. Apprendiamo perianto che taü personaggi hanno trovato rifugio nella zona della Regione Giul ia am- ministrata dagli afleati anglo - americani ( IN 1). II gior- nale tende a metiere in riltevo, inoltre, come coloro che sono scappati abbiano una condizione económica ab- bastanza florida. II foglio de l l 'UAIS giunge alia con- clusíone che, in real ta, questi non siano fuggiti dal- l'lstria, ma siano stati scacciati a furore di popolo. inoltre, essi, dal luogo di rifugio, per difendersi, parfano di persecuzione degii istriani {IN 2). Ne l periodico sindacale Ricostruzione si parla del- l'esodo in modo ind¡retío, inserendolo nel contesto della reazione italiana che attende la creazione deí TLT per far rítorno nei luoghí dove non ha ptú ragione di essere presente viste le azíoni compiute nei passato. In questo modo gii esuli rientrano ne! gruppo dei reazionari {R1C 5). In La Bandiera dei Lavoratori, i 'argomento dell'esodo viene aff ron tato da un gruppo di operaie. Queste riten- gono che a causare f'esodo siano i nemici de! nuovo poíere popolare, cioé gli esponenti del sistema eco- nomico antagonista - quello capitalista, e naturalmente il fascismo o neofascismo che dir si voglia (BL 1). Neü'organo de l l 'UA IS circondariale, La Nostra Loita, fa questione dell 'esodo é trattata in maniera molto piü ampia rispetto ai periodici precedenti e questo non solo perché íl giornaie esce per quasi un decennio, rispetto agí i altri che hanno ínvece un'esistenza alquanto efft- mera, ma anche perché le punte massime deí fenomeno compaíono nei territorí ceduti dali'líaiía alia jugoslavia, quíndí ín gran parte dell'lstría, dal 1948 al 1950, e per queí che riguarda invece la zona B de! TLT si consuma neglí anní daf 1953 ai 1956. Da non scordare poí che a tale fenomeno é legata puré l'esistenza del gíomale stes- so, che cessa di vivere proprio in conseguenza del- l'esodo. Sin dai primissimi numen del gíomale cí sí chíede come mai tanti istriani se ne siano andati. II motivo viene individúate nella propaganda italiana (NL 1). 1 primí a fuggire sono stati proprio i fascisti, persone, queste, che non vanno molto d'accordo con il potere popolare visto che questo ha tolto loro le proprietá ed i privílegi, per non diré tutto o quasi. fn sostanza nella categoría degfí esuli vengono inseriti gli sfruttatorí, i nemici del popolo, 1a borghesia reazionaria (NL 2-4). Análogamente al precedente organo d'informazione del l 'UAIS - L'lstría Nuova - anche La Nostra Lotta, as- serisce che gli esponenti fascisti, una volta abbandonata l'lstría, abbiano trovato ospitalitá a Trieste. II giornaie lo desume da! fatto che questi risuftino addirittura iscritti nelle liste elettorali de! 1949 (NL 5). La fuga degfi elementi fascisti dalla zona B, avviene al fine di evitare il processo gtudiziarío, con le relative conseguenze, per i crimini commessí contro il popolo. Si rileva pero che l 'abbandono dell'lstría da parte dei fascisti sia organizzato dal Comítato di Liberazione Na- zionale (di seguíto CLN) (NL 6). Con questa operazione i fascisti scappati alia giustizia vengono tramutati in martiri dell'italianitá a tutto vantaggio della propaganda italiana, Un altro gruppo fra i primí ad abbandonare la zona é quello degli insegnanti. Questo fatto appare sulla stam- pa a partiré dal 1948, ed anche in questo caso ía responsabílíta dei l 'accaduto viene falta ricadere sul CLN . Gl i insegnanti fuggiti dal Círcondarío delí'lstría, vivono in condizioni pessime, tali da far desiderare loro il ritorno ai luoghi d'origine (NL 6-10). Ed é proprio grazíe a questo avvenímento che la scuola del Circondario istríano dafla realtá socialista trae nuova linfa vítale (NL 11). Si puó dedurre perció che alie autorilá jugoslave non dispíace molto l 'esodo deglí insegnanti dai lernton affidati alia loro ammini- strazione, anzi sembra proprio il contrario visto che ora é possibile attuare in maniera effícace un'educazione di stampo socialista. Si osserva poí che gli insegnanti che hanno abbandonato il Circondario istriano, lo hanno fatto forse perché non hanno compreso l'essenza del cambiamento rivoluzíonario avvenuto anche in campo scolastico (NL 12). Dopo aver organizzato l'espatrío dei fascisti, degli insegnanti italiani, degli itaüani dai terrítori ceduti nel 1947 - quindi da gran parte delf'lstria, ora, in seguito al rovente autunno del 1953, il C L N ed i suoi attivisti si mettono all'opera per svuotare anche quest'uftimo pez- zo di territorio (la zona B) in procinto di essere cedrito dail'ltalia alia Jugoslavia (NL 6, 13). Le azíoni condotte dal CLN , secondo il periodico consúltate, sono pero possibilí grazíe all'effettivo so- stegno ottenuto daf governo italiano, che divierte ¡I princípale responsable dell 'esodo, coadiuvato ín ció dal Governo Militare Alleato e dalla Pontificia com- missíone di assistenza, affidata al vescovo Santin (NL 14-20). Glí strumenti con cui, secondo La Nostra Lotta, s'induce fa popolazione ad abbandonare il proprio ter- ritorio d'insediamento storico, sono Podio e l'intolle- ranza, ti tutto inserito nell 'opera di propaganda condotta da! C L N dell'lstría (NL 15, 21). II giornaie sí chiede quali possano essere i motivi che hanno portato tale Comítato ad agiré nel modo 395 ANNALES • Ser. hist, sociol. • 10 • 2000 • 2 (22) Alessandra ARCENTI TREMUl: ANALISI DLLL'LSODO DAU'ISTRIA NORD - OCCIDENTAL DA PARTE DELL A STA.VIPA IJFFjCIALE DELL'EPOCA, 393-410 appena descrítto, constatando la volontá di impediré un accordo tra ¡taiiani e jugoslavi, alio scopo di mantenere la propria posizione di privilegio (NL 15, 18). La política del C L N non e pero del tutto chiara se ad un certo punto si appella ai governo italiano affínché intervenga per bloccare Pesodo. Lo ía nel momento in cui é in pieno svolgimento l'inarrestabíle flusso daJJa ex •• zona B,1 che in poco tempo svuota quasi completa- mente ¡i Capodistriano (NL 22). Del l 'esodo dall'lstria nord - occidentale si ínteres- sano le massime autoritá statali, come Edvard Kardelj che súbito dopo le prime partenze massicce dal Capo- distriano, iniziate appunto iiei mese di ottobre del 1953, constata - metiendo in primo piano la spontaneita di detto movimento demográfico - che "senza alcuna pressione da parte jugosíava, ¡a maggioranza degli ita- liani e degli jugoslavi italianizzati, che si trovavano nelle cittá del territorio della regione Ciulia nel corso degli anni successivi falla Seconda Guerra mondiale, N. d. AJ si é trasferita in Italia, sicché nel la parte jugosíava del territorio della regione Giulia ci sono oggi in tutto circa 20.000 i ta liani. Questi sono nella maggioranza onesti cittadini e lavoratori che nessuno in jugoslavia caccia dai focoíari né al quali vengono negati i loro diríttl nazionali e la plena patita come tutti i cittadini della jugoslavia." (NL 23). L'importante esponente po- lítico sloveno rileva poi che mentre molti italiani ve- nutisi a trovare entro lo stato jugoslavo banno abban- donato il territorio, lo stesso non é invece avvenuto con gli slovení che puré sono statí esclusi dal loro stato nazionale. L'evento viene spiegato con l'ausilio deile teorie marxiste - leniníste sulla questione nazionale. Si pone cosí "la domanda perché gli jugoslavi siano rímasti quasi al cento per cento nei loro focolari sotto ¡'Italia mentre un cosí grande numero di italiani ha ahhan- donato le cittá che appartengono alia jugoslavia? La risposta é molto sempüce. Gli jugoslavi in ¡talla sono contadini sul proprio suolo autoctono oppure intellet- tuali e operal che si sono formati su questo suolo, men- tre la maggior parte degli italiani nelle cittá della regi- one Giulia é venuta in questa regione assieme al espí- tale italiano e al potere italiano. Si capisce che tale par- Foto 2: Siluazione detle Scuole italiane nel Utorale, Anno Scolastico 1950/51 oppure 1951/52 (ACISS). Si. 2: Stanje italijanskih šol na Primorskem, šolsko leto 1950/51 ali 1951/52 (ACISS). In base ad un'arsaiisi compiuta dalle autoritá slovene nel 1957, dal capodistriano (cioé dal Utorale sloveno) se ne sarebbero andate tra II 1953 ed il 1956, 16.062 persone delle quali 13.882 italiani 2.180 slovenj. (PAK. OLO Koper}. 396 ANNALES • Ser. hist, socio!. • 10 • 2000 • 2 (22) Alessiwidre ARGENT; TREMUL: ANAUS1 DELL'ESODO DALL'ISTRIA NORD - OCODFNTALE DA PARTE DEILA ST AM PA UFF1CIALE DELL'EPOCA, 393-410 te, assieme a una parte dei croat i e cleg I i sloveni ita- ¡ianizzati, si sia anche trasferita net momento in cui questo potere é scomparso ed é vénula la fine della dominazione economica altrui in questo territorio" (NL 23). Possiamo osservare che per I 'ennesima volta viene usata ia contrapposizione tra la campagna e la cittá, "dimenticando" I 'ampia attivita rurale degli italiani che vengono nuevamente fatti passare per stranieri, quindi non sono autoctoni, nel loro territorio d'insediamento storico. Anche il governo italiano si interessa del fenomeno in questione percio chiede spiegazioni a quello jugo- slavo sul perché dello spostamento massiccio di popo- lazione dalla ex - zona B. II Segretario di Stato agli esteri jugoslavo, Branko Draskovic, risponde affermando che il processo dell 'esodo sia spontaneo, coglie I 'occasione per ribadire la giustezza dell'appartenenza di Trieste alia Jugoslavia (NL 24). A ulteriore conferiría della sud- detta teoría si mette irt rilievo ¡I fatto che nonostante Trieste non sia stata inclusa nella propria nazione, gli sloveni trovandosi in uno stato straniero non hanno peró abbandonato il proprio territorio. Sí parla poi dell ' intenzione italiana di far cessare l'esodo dalla zona B, richiedendo anche I'intervento della N A T O presso ii governo di Belgrado. La contra- parte jugoslava risponde, peró, come cid possa essere fatto senza tenere in debita considerazione la prece- dente azione di propaganda svolta nei confronti degli istriani (NL 25). La política italiana, agli occhi dei redattori de La Nostra Lotta, é alquanto contradditoria siccome da un lato fa opera di persuasions sugli italiani dell'¡stria affiché si trasferiscano in Italia, mentre dali'altro chiede il rispetto e ia tutela dei connacional i che vivono nel territorio affidato alia Jugoslavia (NL 26). Al ie dichiarazioni dei massimi esponenti statali seguono quede delle autoritá local!, cosí alia IV Con- ferenza distrettuale della Lega dei Comunisti della Jugo- slavia a Capodistria Julij Beltram^ nella sua relazione política rileva: "dopo I'd ottobre anche dal distretto di Capodistria, diverse famiglie italiane si sono trasferite a Trieste poiché in gran parte famigliari di persone oc- cupate a Trieste e in Italia che hanno richiamato i propri congiunti in seguito alie difficoltit di movimento imposte dal diktat dell'8 ottobre. Per gli stessi motivi si sono trasferiti alcuni Sloveni. Questo processo di normaliz- zazione non é ancora finito - ha affermato il compagno Beltram - e nessuno potrebbe arrestare un processo che é del tutto spontaneo e comprensibile. Qualsiasi diversa interpretazione data per sfruttare questo problema é quindi frutto di malafede propagandística e non esprime la realtá obiettiva" (HL 27). Anche ¡n questa esposiztone viene evidenziata la spontaneitá dell 'emigrazione e il carattere sostanzialmente italiano di coloro che scel- gono ia vía dell 'esodo, Nell ' intervento di Beltram ¡I pas- saggio piú interessante é forse quello in cut si definisce l'espatrio di cui in oggeíto un "processo di normalíz- zazione", ne deriva che gli italiani siano qui degü estranei, visto che con ¡I loro abbandono i I quadro demográfico istriano ritorna alia su a normalítá. Serrtbra che per il momento le autoritá slovene, ed i giornalisti stessi de La Nostra Lotta, non possano fare altro che prendere atto della situazione venutasí a cre- are neíla zona B del TLT, individuano peró ¡ motivi dell 'esodo in primo iuogo nella attivita svolta dagli organismi preposti all 'organízzazione del trasferímento di popolazione. Una volta indivíduata la causa prin- cipaíe dell 'esodo nella propaganda italiana, ed aver af- fermato che l'esodo sia stato indotto per realizzare l'annessíone de! territorio conteso all'ltalia, si registra un fatto importante: é avvenuta la rottura nel corpo étnico italiano deli'lstria ¡n due tronconí, gli esuli ed i rimasti (NL 26). L 'abbandono della zona B, potrebbe essere ¡n parte gíustificato dall ' introduzíone dell'obbligo, per i residenti nel Capodisíriano e nel Buiese, di prestare il servizio militare in Jugoslavia (NL 28). Nei primí mesí de! 19S5 vengono rese pubbliche, da parte del CLN , aícune cifre sul movimento demográfico avvenuto, ottenendo eos) una prima quantificazione dell'esodo. Si apprende perció che "dal 8 X 1953 al 31 XII 1954 sono emigrate dalla zona B 1.948 famiglie" (NL 29) cosi suddivise: 609 famiglie, parí a 1.677 persone, da Pirano; 526 famiglie, quindi 1.678 persone, da isola e 517 famiglie da Capodistria, parí a 1.370 persone (NL 29). Comunque, sempre nello stesso artícolo, si rileva che tale spostamento di popolazione non sia ancora cessato. Questa "trasrnigrazíone" che avvíene a differenza di qualsiasi altra in Europa, a díeci anni di distanza dalla conclusiane del Secondo conflitto mondíale, sarebbe l'effetto della continua baltaglia delí'ltalia per l'otteni- mento deíl'intero TLT, in quanto considéralo italiano nella sua interezza. Questo fatto ha effettivamente deter- mínalo una campagna con la quale é stato ottenuto l'esodo elegí! italiani dalla zona B, nonché í'emigrazione degli abitanti della zona A in Australia, per daré spazio agli esuli istriani (NL 30, 31). Anche il Circolo Italiano di Cultura di Capodistria deve fare í conti con l'esodo dalla ormai ex - zona B, che viene spiegato sulla falsariga di quanto gia af- fermato dal potere statale e lócale (NL 32). 2 Dal 1947 a S 19s2 fu la massirna autoritá civile della zona B del TLT, cíoé Presidente del CE del Circonclario dell'istria, comprenderle i clistrettí di Capodistria e Buie. 397 ANNALES • Ser. hist, sociol. • 10 • 2000 • 2 (22) A! 555.™ [ira ARGENT! TRfMUL: ANALISf DEU'ESODO DALI'¡STRIA NORD -OCQPENTALE OA PARTE D Eli. A STAMP A UFFICiALf OCLL'EPOCA, 393-110 L'analisí svolta invece dalla Lega dei Comunisti del Distretto di Capodístría é molto piü dettagiiata ed apprafondíta. Dal le parole delie autoritá ¡ocaíi, sí evínce che l'esodo abbía stravolto l'intero tessuto socíafe del Litorale sioveno, mettendo ín dubbío addírittura l'ideo- logia comunista. L'esodo tocca quindi le basi dello stato socialista, e forse percíó si spiegano i'ínteresse e la preoccupazione suscítate ai diversí livelli del potere jugosiavo (NL 33). Neii'affrontare la questione deíle massicce partenze dalia zona B e probabilmente anche per cercare di arginare le ripercussioni che ne de- riverebbero, si mette chíaramente in ríiievo a tutti i livelli ed in tutte le occasioni, l'assoluta estraneita dello stato socialista dalle cause scatenanti l'esodo, Infatti i motivi deil 'esodo, enucleati dalle autoritá sarebbero: la perdita della posizione di privilegio aíPinterno cíella societa (NL 34, 21, 33, 35); l'effetto dell 'azione política irredentista e di propaganda italiana (NL 15, 21, 25, 26, 28, 30, 32, 33, 3.5-37); i! sentimento nazionale deglí italiani (NL 33); i forti legami parentaíí (NL 27, 32, 33) ed economíci (NL 24) della fascia costiera con Trieste; e l ' introduzione dei rapporti socialisti (NL 35). Per í 'ennesima volta la leadershíp slovena ribadisce che le motivazioni che hanno indotto la popolazione italiana a scegliere la via deil 'esodo, sono estranee alia struttura dei nuovi poteri. Sembrerebbe, poi, che l'esodo abbia ¡nflussi addirittura positivi suli 'economia (NL 33). Nonostante ormai, nel 1956, se ne sia andata la maggior parte della popolazione, viene rilevato che la propaganda italiana non sia ancora cessata, anche se non ha piu motivo di continuare la sua opera. In questo quadro gii esuli diventano un categoría superiore di italiani, ne consegue che questi abbiano un valore superiore rispetto agí i altri italiani (NL 37, 38, 39). Gl i italiani d'lstria che non hanno abboccato alia propagan- da, e sí sono quindi rifiutati di abbandonare la propria casa, constatano invece di essere solo italiani (NL 26). 11 giomaie mette in rilievo il fatto che gli esuli siano invece solo le vittime della propaganda contro la jugo- slavia socialista (NL 29, 35). Questi peró, rna soprattutto i cittadini di Capodístria, come si ríleva, si sono prestati a tale strumentalizzazione in quanto non si sarebbero rnai adattati a convivere in condizioni di paritá con le genti slave (NL .34). Ved íamo ora la definizione che il periodico da al termine di esule, pariendo dalla sua etimología: '"£sule'. Molte sono le persone che oggi non conoscono /'etimología di questa parola. £ssa, deflniva, un tempo, l'uomo che, libero nel pensiero e nell'azione, insof- ferente della costrizione alie dottrine dogmatíche, ab- bandonava la propria patria, pur di non sacrificare la propria indlvidua/itá e la propria dignltá di essere sociale q uale incensó su lie are dei despot i. La storia dell'umanitá é terribilmente ricca di simili esempi" (NL 36). Poi sí spiega invece il significato attuafe del concetto di esule: "Chi sono invece coloro che oggi vengono definid 'esuli'? In genere sono degli ¡ndividui comuni - se escludiamo i criminali di guerra fuggiti di fronte alia giustizia popolare - aüontanatisi da lie loro case per rincorrere un mondo immaginario, creato nella loro fan- tasía da una propaganda subdola e interessata, per sod- disfare i! desiderio, irragiungibile ed in nessun caso rag- giunto, di vivere nel paese di "Bengodi", fra l'abbon- danza e le comoditá. Sono quindi delle persone che hanno perduto la loro umanítá e pretendono di vívere fuori del tempo e del luogo, nell'assurdo, poiché é pacifico che oggi questo desiderio non puó essere che un sogno. Di tale assurdo se ne accorgono ben presto ed il loro risveglio di ridiventare uomini é tanto piu vio- lento, quanto piü violento & H loro risveglio alia realtá, cessando di essere strumenti di loschí interessi" (NL 44). Per l 'Unione degli Italiani dell'lstria e di Fiume (in seguito UIIF) gli esuli, ovvero coloro che non hanno saputo resístere al trapianto, sono avvertiti come "tarad cronici dello sciovinísmo, gli infetti del virus della superioritá della stirpe e tutti coloro per i quali il nostro sistema sociale non offre prospettive di grandi profitti e di facilí arricchimenti, di vita avventurosa e comoda a spese di chi lavora e produce"(NL 21). Si ríleva, percíó, che il commento dell 'associazíone di regime deglí italiani día un commento molto duro riguardo all'esodo, in ossequio alia rnassíma deii'essere piü papista del papa. Le peculíaríta dell ' insediamento nella penisoletta istriana di coloro che intraprendono la strada dell 'esule che, come abbíamo visto sono di nazionalitá italiana, vengono definite in maniera alquanto ambigua. Questo perché sono considerará in alcuni casi autoctoni - quando sí d ice che "hanno abbandonato la propria casa" (NL 28) oppure che un "gran numero di italiani (...) hanno abbandonato auesta parte dell'lstria per 'tra- píantarsi' a Trieste, o a i trove, ion ta ni dalle proprie ierre" (NL 21) - ma anche il contrario. Infatti "in mérito a quelle persone che sono a nel ate via da qui e alie varié voci che eorrono a riguardo (...) direi che qualcuno, causa gli stessi piani nazlonalistici o direi addirittura imperialistici, é giunto nel passato in queste regioni e che ora, sempre a causa di tali piani le ha abbandonate. Noí ¿slovenij invece el siamo stati e ci resteremo" (NL 40). Questo per chiedersi poi se "si tratta di persone non indígene dell'lstria, oppure di persone vil i le quali, senza giustificato motivo, abbandonano le proprie terre" (NL41 ) . Da quanto appreso finora sull'esodo si conferma il fatto che questo abbia ¡nteressato nella sua interezza (o quasi) la componente italiana dell'lstria (NL 20, 21, 23, 26, 29, 30, 31, 32. 35). Ció vale soprattutto per la zona B dei TLT, visto che gli articoli letti in cui si specifica anche la nazionalitá degli esodati si sítuano nel quadro spazio - temporafe dello svuotamento proprio dell'area dell 'ex - Circon- 398 ANNALES • Ser. hist. soc.iol. • 10 • 2000 • 2 (22) Alrasaadra ARGENT! TREMUl : ANALIS! DEU ' E SOOO D AU.11 STRIA NORD - OCCIDENTALE DA l'A RTE DEILA STAMPA UFE1CIALE DE I I ' EPOCA, 3J3-4I0 dario dell'lstria. li periodico vuole rnettere chiaramente ¡n evidenza come in realtá gíi esuli siano stati ingannati, viste !e condizioni misere in cui ia maggior parte di ioro vivrebbe nei luoghi di accogiienza. Perció quanti hanno abbandonato l'istria vengono considerad delle vittime. La reafta deiia loro nuova vita, che avrebbe dovuto essere di molto migliore di quella in un paese socialista, nella fattispecie la jugoslavia, é peró ben diversa (NL 1, 36, 42). La situazione nei campo profughi delía 7'oscana, dove si sono sistemati degli esuli dei territori ceduti con i! Trattato di pace del 1947, viene ampiamente narrata da diversi quotidiani del!'Italia (NL43) . E quale sceíta rimane da fare a quest.i uomini che hanno perso tutto, anche la dignítü umana? Se le donne per sopravvivere sono costrette a prostituirsi, in un mondo borghese depravato agíi uomirii spetta l'ingaggio neile organizzazioni di stampo terrorista (NL 44). Tale situazione di miseria non viene migliorata da chi potrebbe invece farlo perché non c 'é n'é bisogno siccome gíi istriani sono abituati a vivere in povertá (NL 45). La situazione in Italia é talmente grave per gli esuli da íar s) che alcuni di essi ritornino nella zona amministrata da! Governo Militare jugoslavo. Proba- bilmente questi possono tornare indietro perché sono fuggiti illegalmente, non sono optanti - altrimenti la sceita sarebbe irreversibile. Infatti per la zona B del T.L.T., come sappiamo, fe opzioni si apriranno appena alcuni anni piü tardi, in seguito al Memorándum di Londra. G l i esempi riportati si riferiscono agí i anni 1950-1952, ed in questo periodo il territorio del Capo- distriano e del Buiese é ancora conteso, per l'appunto (NL 46, 47, 48). Nemmeno gli italians che lasciano la zona B in rnassa sono trattati meglio di quanti li hanno proceduti, e cío viene puntualmente riportato dal periódico letto (NL 6), Inoltre Trieste, oramai satura, non e piü in grado 'd i accogliere nuovi arrivi (NL 49). Nonostante le condizioni in cui v ivono gli esuli, di cui l 'opinione pubblíca ne é ampiamente informata, nonostante l'esistenza di concrete diffícolta di acco- giienza da parte dell'ltalia e nonostante questa venga dipinta a tinte íosche, i'esodo continua inarrestabile (NL 22). Daglí articoli sopraccitaíi si puó dedurre che la situazione degli abitanti della zona A del TLT peggiori di giorno in giorno a causa dell'inarrestabile afflusso di profughi. A farne le spese é soprattutto la minoranza slovena, come viene rilevato dal Segretario di Stato agíi esteri jugoslavo, Ales Bebler. Cosí il "maggiore danno deriva alia popolazione slovena dall'acquisto di teñe, che viene fatto nella maggioranza dei casi, con la forza ed a prezzi irrisorí. in quest'ultimo scorcio di tempo per l'appunto e nonostante le proteste degli agricoltori s!oven i, sono state acquistate notevoli aree, che ven- gono sfruttate per l'immigrazione dell'elemento italiano e di istituzioni snazionaiizzatríci italiane. L'istituzione scolastica slovena sí trova sempre in condizioni di in- fériorité rispetlo a queíla italiana (...) gli organi dell'am- ministrazione e degli impieghi pubblici cercano di rendere del tutto impossibile il pubblico uso della ¡ingua slovena, e addirittura dei nomi sloveni delle localité" (NL 50). Ecco comparire, quindt, uno degii ulterior! scopi delf induzione dell 'esodo degli italiani dalla zona B verso l'ltalia: la snazionaiizzazione dei territori sloveni che purtroppo non rientrano sotto la giurisdizione jugo- slava, la quale altro non è se non la continuazione della sólita opera di purificazione svolta già in passato, e mai cessata, dalle autorité italiane. Infine, dopo la firma del Memorándum di Londra, fa capolino l'associazionismo degli esuli giuüani con compiti ben precisi quaii ad esempio ía continuazione della política italiana di rivendicazíone dei territori che non le appartengono (NL 51). Non si puó comprendere l'analisi dell'esodo, ap- parsa sulle pagine dei periodici consultât!, senza de- scrivere la perceztone della popolazione italiana autó- ctona dell'fstria nordoccidentale, nei territori da annet- tere alia jugoslavia. G l i italiani vengono considérât! dalle nuove autoriEa, come si legge nei giornali, dei corpi estranei nella Regione Giulia e nella nuova società a democrazia po~ polare (NL 23, 35, 52-63). Inoltre, nei contesto della lotta di classe del pro- letariato, gli italiani rappresentano i! nemico da ab- battere (NL 62, 64-66), dal momento che il nazio- nalismo e lo scíovinismo sarebbero le loro caratte- ristiche fondamentali (NL 66-72}. Ne risulta, quindi, che gli italiani vengano considerati dai nuovi poterí jugoslavi in maniera sostanzialmente negativa. Essi non hanno nemmeno ¡I diritto di difendere la propria identiîà e queiía del proprio territorio d'insediamento storico a causa de! passato fascista e dei danní provocati agli sloveni (NL 66, 73-76). Si sottolinea, perció, in maniera costante l 'azione violenta, nonché snazionalizzante ed assimiiatríce, svol- ta dall'ltalia fascista ai danní della minoranza slovena e delle popolazíoni slovena e croata deiia Ve.nezia Giul ia e della Dalmazía. Azione, questa, che sarebbe stata svol- ta non soltanto durante il regime littorio, ma anche prima dei suo avvento, durante la Seconda guerra mondiale, come pure dopo la conckisione del conflitto e 1a nascita della Repubblíca Italiana (8L 2; NL 77-83; RIC 2). Dalla lettura della stampa emerge, pertanto, ¡I carat- tere strumentale de.Ila visíone del fenomeno def fascis- mo, che sarebbe connaturato alf'essenza degli italiani (NL 82, 99, 1 15, 116, 1 17; R IC 3), e va al di là dei suoi limiti temporali. in questo modo vengono definiti fascísti, non sol- tanto tutti coloro che sono stati coinvolti con íl regime littorio, ma anche i soggetti che non sostengono i nuovi 399 ANNALES • Ser. hisi. sodo!. • 10 • 2000 • 2 (22) Alessandra ARGENTITREMUl: ANAUSI DRftSOOO DAtfISTRIA NORD - OCOOlNTAlf DA PARTE DEILA STAMPA UFFICJAtE DELL'EfOCA, 393-410 Foto 3: Autorita civili e militari alla riunione delfUnione degli 11 al rani, Isola 1950 (ACISS). SI. 3: Civilne in vojaške oblasti na sestanku Unije Italijanov, Izola, 1950 (ACISS). Foto 4: II Rassegna della culhira italiana. Pirano, ottobre 1951 (ACISS). SI. 4: II. predstavitev italijanske kulture. Piran, oktobra 1951 (ACISS). 400 ANNAIES • Ser. hist. sociol. • 10 • 2000 • 2 (22) Atessandra ARGENTf TREMU!.: ANAlISi DEIL'ESODO DALL'I5TR!A NORO - OCGDENTALE DA PARTE D R I A STA.MPA UFEiClALE DEU.'CPOCA, 393.410 poteri popoiari (BS 1; IN 3, 4; NL 78, 99, 118; RiC 3) e quelli che difendono l'identitá italiana (NL 62, 119, 120; RÍC 5). In sostanza chitinque sia contrario all 'annessione del territorio conteso, ma soprattutto di Trieste, alia jugosíavia ( ¡N S, NL 79, 89, 1 18, 121, 122, 124-127) viene identificato con fascista, e questi sono esplicita- mente invitati ad andarsene.3 Nel nuovo sistema sociale gíi elementi considerati fascisti vanno puniti (NL 86). A loro é riservato l'esame della Commissione di epurazione ( ¡N 6) ed i! gtudizio da parte del Trihunale del Popolo ( IN 7; RIC 6). Accanto a ció spetterebbe loro la morte (BS 1) e le foibe (solo riel 1945) (IN 2); la neutralizzazione (8L 3; BS 1, 2; NL 79, 128, 129; R iC 7), í'esclusione dalla vita pubbfica (NL 130) e dalla gestione del territorio ( IN 4); l'esproprio e la confisca dei beni (NL 130, 131). Alta popolazione italiana dell'lstria viene, perp, of- feria la possibilita di riscattare il proprio passato fascista attraverso la costruzione della societá socialista (IN 2, 8- 11; NL 132-134) e la realizzazione dell'tdea risorgi- mentale slovena (cioé la creazione della Siovenia Unita) (NL 135-138), nonché attraverso la lolta antifascista (NL 139-145). In queste circostanze la presenza italiana diviene accettabile per i nuovi poteri jugosiavi nella Venezia Giul ia, specialmente se ía propria identitá nazionate viene subordinata a queila socialista (NL 133, 143, 146-151). Ma cí sarebbero stati anche gli "italiani onesti e democratici" raccofti nefla loro organizzazione di massa. L 'Un ione degli Italiani (CUIIF), era stata creata dal PCj, alto scopo di appoggiare la popolazione croata e slovena nelie loro rivendicazioni di unione con il proprio popolo e con la jugoslavía (Drndití, 1981; Gíuricin, 1991, 1998, 1999). Le loro posizioni avevano lo scopo di rendere piü convincenti le tesi annessionistiche jugoslave, dal mo- mento che netnmeno gli italiani vorrebbero I'Italia, quíndi la propria Nazione Madre, nel proprio territorio d'insediamento storico. I rappresentanti uffíciaii degli italiani, che vivono in ¡stria, condannano le pretese del governo italiano suí TLT ed esprimono la volonta di vivere in jugosíavia (NL 133, 152-154). Quest'ultima, essendo socialista, avreh- be una democrazia superiore a quella borghese - rea- zionaria, e quindi solo qui gli italiani avrebbero la possibilita di lavorare e di sviiuppare la propria cultura, perció come viene affermato dai rappresentanti del- S'UliF: "no/, italiani del Circondario dell'lstria, vediamo nella Jugosíavia socialista I'única garanzia del nos tro awenire socialista, di vivere e lavorare conservando e sviluppando la nostra cultura" (NL 107). La stampa del! 'época, metíe in risalto il trattamentó riservato agli italiani dai poteri popolari, nonostante tutto quedo che han no commesso nel passato (NL 115, 155-160). Le autoritá local i affermano che la popo- lazione italiana sia adeguatamente rappresenfata nefle strulture del potere (NL 69, 86, 161); godono di diritti (NL 65, 76, 83, 133, 137, 139, 151, 161-169) ad un Folo 5: Francobolli e cartolina emessi dalla VUfA in occashne della Rassegna della cultura italiana tenutasi a Pirano nel 1951 (Collezione privata O.G.). SI. 5: Poštna znamka in razglednica, ki ju je ob Predstavitvi italijanske kulture v Piranu leta 1951, izdala VUJA. (Zasebna zbirka O.G.). 3 Infatti "chi appoggia l'espansionismo italiano non é un nostro amico e non vuole la pace nel mondo. (...) I sostenítori del CI.N e deli'imperiaiismo italiano, non gli vogliamo ira noi, che se ne vadano.'". (NL 62). 401 ANNALES • Ser. hist. sociol. • 10 • 2000 • 2 (22) A ! C W ^ K f r r A K c i N T r f i ^ L 7 A N A L l S l DEU/ESOOO DALL'1STRIA NORD - OCCIDENTALE DA PARTE DEUA5TAMPA Uf F1CIALF DELL'Ef'OCA. 393-410 Foto 6: Discorso del Presidente dellUnione degli Italiani alla l Rassegna cutturale. Isola, 1950 (ACISS). SI. 6: Govor predsednika Unije Italijanov na I. predstavitvi kulture. Izola, 1950 (ACISS). Foto 7: Discorso di G. Borisi, Vicepresidente delFUnione degli Italiani, allinaugurazione della Mostra del Litorale (?) (ACISS). . . , , Si. 7: Govor G. Borisija, podpredsednika Unije Italijanov, na otvoritvi Primorske razstavef?) (ACISS). 402 ANNALES - Ser. hist, socio!. • tO • 2000 • 2 (22) Alcssiim-i™ AKCENT! TREMÜl: ANAUSI OFI.l 'ESODO EJAIl'ISTRiA NORD - OCCIDENTALS OA PARTE DELIA STAMPA UFE SCALE OFU'EPOCA, 393-410 Foto 8: II Presidenlv Tito ° 3, 1 novembre 1946, 2. RIC 4 - Perché i lavoratori di tutto ií mondo hanno celebrato l'anniversario deila Rivoluzione Soviética. A. i, n° 4, 15 novembre 1946, 1. RiC 5 - Lotta a fondo contro lo sciovinismo. A. i, n° 3, 1 novembre 1946, 1. RIC 6 - II processo contro i criminali di guerra ed i col- iaborazionisti. A. II, n° 1, 15 gennaio 1947, 1. RIC 7 - Conferenza distrettuale del Partito Comunista della Regione Giulia. A. II, n° 2, 1 febbraio 1947, 2. Risveglio, a. 1 (5 agosto - 15 ottobre 1945). Organo quindicinale della Gioventu Antifascista Italiana. Capo- distria, Síabilimento Tipográfico Giuliano. Cattaruzza, M . (1999): L'esodo istriano: question! inter- pretative. Ricerche di storia política, a. II, n. s., n° 1. Bo- logna, 27-48. CoSumni, C., L. Ferrari, C. Nassisi & G. Trani (1980): Storia di un esodo. Istría 1945 - 1956. Trieste, Istituto Regionaie per la Storia del Movimento di l.iberazione nel Friuli - Venezia Giulia. Drndič, L. (1981): Le armí e la liberta dell'lstria: 1941- 1943. Fíume, Edít Giurícin, L. (1991): Tutta da riscrivere la storia del- l 'Unione deglí ¡taliani. Panorama, n° 1, Fíume, Edit, 20- 26. Giuricm, !.. (1999): É ora di feria finita con gli articoli offensivi. La Voce del Popoio, 2 lug!io 1999, 20. Giuricin, L. (1998): ti setiembre '43 in Istría e a Fiume. Quaderni, vol. XI, Rovigno, Centro di Ricerche Storíche, 7-113. Perovsek, F. (1997): Moja resnica. Ljubljana, Društvo piscev zgodovine N O B Slovenije. Pupo, R. (1994): L'etá contemporánea, in: Salimbení, F. (ed.): Istria. Storia di una regione di frontiera. Brescia, Morcelliana. Troha, N. (1998): Politika slovensko - italijanskega brat- sva. Ljubljana, Arhiv Republike Slovenije, 410