received: 2012-06-26 UDC 930:061(450.367) review article IL RUOLO DELL'ISTITUTO DI STORIA SOCIALE E RELIGIOSA DI GORIZIA NELLA RICERCA STORIOGRAFICA ITALO-SLOVENA Luigi TAVANO Istituto di Storia Sociale e Religiosa di Gorizia Via del Seminario, 7, 34170 Gorizia, Italia e-mail: istitutodistoriasociale@virgilio.it SINTESI L'Istituto di storia sociale e religiosa, sorto a Gorizia nel 1982 per iniziativa di studiosi italiani e friulani, ha realizzato uno strumento propositivo, atto anche a superare la scarsa reciproca conoscenza fra la storiografia italiana e quella slovena. Le modalità e gli esiti di questi 30 anni di lavoro si possono sintetizzare cosí: la scelta di progetti di ricerca storica di comune interesse, dall'erezione della diocesi trilingue del 1751 alla complessità della diocesi bilingue dell'800 e '900; l'amichevole collaborazione fra studiosi italiani e sloveni, sia nella scelta che nei criteri di lavoro comune; la presenza di una ventina di storici sloveni fra i Soci dell'Istituto; la comune progettazione di convegni, confronti e pubblicazioni, sia di carattere par-ticolare che di interesse internazionale; una particolare attenzione a far conoscere al pubblico italiano la realtà slovena, sia nella storia della comune diocesi che in altri aspetti socio-culturali della slovenità. Parole chiave: storiografia comune, collaborazione, Goriziano, Italia, Slovenia, Austria THE ROLE OF THE INSTITUTE OF SOCIAL AND RELIGIOUS HISTORY OF GORIZIA IN ITALIAN-SLOVENIAN HISTORIOGRAPHIC RESEARCH ABSTRACT The Institute of Social and Religious History (ISSRGO), established in Gorizia in 1982 on the initiative of Italian and Friulan historians, has carried out a proactive programme. It has also acted to overcome the lack of mutual knowledge between Italian and Slovene historiography. The modalities and results of these 30 years of work can be summarised as follows: - the choice of historical research projects of common interest, from the establishment of the trilingual diocese in 1751 to the complexity of the bilingual dioceses of the 19th and 20th century; - the friendly cooperation between Italian and Slovenian scholars, either in the selection or criteria work carried out in common; - the presence of a dozen Slovenian historians among the Members of the Institute; - the common plan of conferences, debates and publications, both of particular and international interest; Luigi TAVANO: IL RUOLO DELL'ISTITUTO DI STORIA SOCIALE E RELIGIOSA DI GORIZIA ..., 607-614 - special attention to making the reality of Slovenia known to the Italian public, either in the history of the common diocese or in other socio-cultural aspects of Slovenianness. Key words: common historiography, collaboration, Gorizia region, Italy, Slovenia, Austria L'affermazione di un autorevole storico regionale, non e lontana dal vero: nell'ambito socio-culturale del Goriziano, le due realtá nazionali ivi presenti avevano assunto, fra '800 e '900, come predominante modalitá di convivenza, l'estraneitá, anche in sede stori-ca. Gli italiani scrivevano la propria storia e gli sloveni la loro. Soprattutto per i primi non si poteva parlare di desiderio di conoscenza reciproca, tanto meno di strumenti adeguati allo scopo. Un tanto valeva anche per la storia socio-religiosa ed ecclesiastica; esemplifico con i tre piu noti storici del clero friulano: Igino Valdemarin, Francesco Spessot, Giovanni Battista Falzari, che nelle ricerche, fra gli anni 1920 e 1960, sembrano ignorare la realtá slovena della comune diocesi, di cui pure conoscevano la lingua. Una reciproca ignoranza che potrebbe venire, fra l'altro, dal totalizzante predominio della cultura tedesca in sede culturale fino al primo '900, e dal clima nazionalista invalso fra le due guerre mondiali. Si deve soprattutto al mutamento di clima culturale subentrato nel Goriziano nel sec-ondo dopoguerra, nella generazione rieducata dall'esperienza democratica, in cui emerse la matrice universalistica propria dei cattolici, se nel Goriziano, al quasi esclusivo interesse di tipo nazionale, subentro l'attenzione alla complessitá della propria storia; fra i nativi, ricordo la personalitá di Camillo Medeot (Santeusanio, Pillon, 1993), e fra i maestri, la scuola storiografica di Gabriele De Rosa (Billanovich, 2011). Un pluralismo socio-culturale quello goriziano, che non aveva il carattere mercantile proprio di Trieste, ma un evidente aspetto nativo, fatto di secoli di autonomia istituzionale e di compresenze anche linguistiche, intrecciate nella convivenza globale di soggetti umani e di modalitá associative. I primi spunti dell'esigenza di passare ad interessi storiografici rispettosi di tale pluralismo, affiorano nella rivista "Iniziativa Isontina", avviata a Gorizia negli anni Sessanta e trovano spazio nell'attenzione di cinque istituzioni locali, che avevano promosso un convegno su "I cattolici isontini nel XX secolo", che vede gli interventi degli sloveni Avgust Sfiligoj, Branko Marušič e Marko Waltritsch, in un volume che esce nel 1981 a Gorizia (I cattolici, 1981)1 Ma il passo decisivo in questo ambito storiografico venne dalla nascita dell' "Istituto di storia sociale e religiosa", costituitosi formalmente a Gorizia nel 1982, grazie alla corresponsabilitá di studiosi provenienti dal mondo accademico (come Sergio Tavano 1 Nel 19B2 e nel 19B7 uscirono a cura dell'Istituto il vol. II. Dal 191B al 1934 ed il vol. III. Il Goriziano fra guerra, Resistenza e ripresa democratica (1940-1947) (I cattolici; 19B2; 19B7). Luigi TAVANO: IL RUOLO DELL'ISTITUTO DI STORIA SOCIALE E RELIGIOSA DI GORIZIA ..., 607-614 e Fulvio Salimbeni) ed amici interessati alla ricerca storica del Goriziano (come Ettore Fabbro, Ferruccio Tassin, Italo Santeusanio, Luigi Tavano). I CRITERI DELL'ISTITUZIONE GORIZIANA I criteri fondanti dell'Istituto furono cosi individuati: operare una mediazione fra la ricerca storica nazionale e quella locale: da una parte, avendo presenti i contenuti di una storia articolata sul cosiddetto "confine mobile" (per vicende secolari e per lingue); dall'altra, nell'attenzione al pubblico e non solo agli specialisti (Figure e problemi, 1998, 243-264). Tenendo presente che "per fare storia a Gorizia non si puo partire né dal Friuli né da Trieste né da Lubiana" e che piu valida e la prospettiva austriaca, criterio distintivo dell'Istituto fu quello di coinvolgere nella propria specificitá studiosi sloveni ed austriaci, ma non solo come ospiti occasionali ma come corresponsabili di un ruolo storiografico secondo il "Gorzer-geist", vivendo creativamente un ruolo di cerniera di identitá e di convivenze, e non di confini nazionali o etnici. Acquisiti in pochi anni una ventina di Soci ordinari, dalla regione ma anche da Roma e da Lubiana, da Klagenfurt e da Milano, giá dopo 15 anni di lavoro - ma, come vedremo - giá valido per convegni internazionali e per collaborazioni scientifiche, nonché per una ventina di pubblicazioni, il patriarca degli storici austriaci per l'Austria interna, il prof. Johann Rainer, nel 1995 aveva inserito l'Istituto goriziano nel numero delle societá storiche operanti in questa unitá territoriale asburgica, con la lusinghiera dizione: "In neuerster Zeit erhilten die historischen Forshungen in Gorz neue Impulse Istituto di storia sociale e religiosa gegründete" (Figure e problemi, 1998, 265-270). Un bell'augurio difronte alla secolare tradizione della Vereine stiriane e carinziane e delle associazioni ora comprese nella Zveza zgodovinskih društev slovena. Restando cosi al tema di questo Convegno, cioe i rapporti italo-sloveni nella vita dell'Istituto, indico anzitutto le principali modalitá di questa nuova stagione storiografica realizzata dalla piccola Gorizia: Istituto, che con tutti i suoi limiti, risulta oggi l'unica istituzione storica che nel Goriziano, consideri come proprio compito, non solo occasion-ale, lo sviluppo dei rapporti storici fra realtá italiana e slovena, mettendo a tema comune non solo i problemi ma i contenuti storici di una convivenza. La prima modalitá - a mio avviso decisiva - fu quella di scegliere dei progetti di ricerca e di edizione che riguardassero aspetti, personalitá , problemi del mondo sloveno. Non e quindi un caso che il primo convegno internazionale di studio del neonato Istituto il 20 gennaio 1984, riguardasse lo storico e poliglotta Štefan Kociančič (1818-1883), i cui atti escono nel medesimo anno (SK, 1984), e sono il primo volume della collana scientifica "Fonti e studi di storia sociale e religiosa", le cui caratteristiche presentavano adeguatamente le finalitá ed il metodo che l'Istituto si era proposto, realizzando cosi una biografia che mancava anche nella storiografia slovena e vedeva coinvolti quattro storici sloveni (Jože Piijevec, Franc Kralj, Branko Marušič e Marijan Brecelj) e quattro italiani (Giuliano Tamani, Ettore Fabbro, Sergio Tavano e Luigi Tavano). Segue nel 1985 l'incontro sui piani di studio del clero nei seminari dei domini asburgici fra '700 e '800, Luigi TAVANO: IL RUOLO DELL'ISTITUTO DI STORIA SOCIALE E RELIGIOSA DI GORIZIA ..., 607-614 che vanno dal Lombardo Veneto a Lubiana, in cui interviene France Dolinar, che sarà per tanti anni un protagonista della vita dell'Istituto (Cultura e formazione, 1985). Solo due anni dopo, si avvia il grande "Progetto Attems": nel Comitato scientifico, presieduto da Gabriele De Rosa, gli sloveni Bogo Grafenauer e France Dolinar, insieme agli austriaci Grete Klingenstein e Peter Tropper. Da due convegni internazionali tenu-ti Gorizia nel 1988, sul tema "Carlo Michele d'Attems, primo arcivescovo di Gorizia (1752-1774)" escono i due volumi: I. Studi introduttivi e II. Atti del Convegno. Si trattó del primo studio organico sulla nuova diocesi goriziana che comprendeva gran parte della popolazione slovena del tempo: questa costituiva il 75% di tutti i fedeli di una diocesi, che andava dalla Sava a Cortina d'Ampezzo, dall'Adriatico alla Drava, con il 15% di fedeli di lingua tedesca e 10% di lingua italiano-friulana. Un avvio che porterà all'edizione di quattro volumi degli Atti delle Visite pastorali dell'Attems: quasi tre mila pagine comp-lessive che riguardano la realtà degli sloveni, dalla Stiria al Collio Goriziano, rilevanti per la ricchezza delle informazioni ma anche per l'edizione trilingue del testo, inusuale in ambito italiano. I volumi escono a Lubiana nel 1991, a Vienna nel 1993, e a Gorizia nel 1996 e nel 2000 (v. Fonti e bibliografia). Il progetto troverà sviluppo anche in successivi studi fra cui le prediche slovene dell'Attems, a cura di Lojzka Bratuž (Bratuž, 1993) e la corrispondenza fra l'arcivescovo e l'abate e arcidiacono della Dolenska, Franz Xaver Taufferer (v. Cunja, 2003). LA SCELTA DI PROGETTI STORICI COMUNI Un altro progetto, assolutamente nuovo e come tale percepito dalla storiografia interregionale, quello che l'Istituto promuove sull'Augustineum o Frintameum viennese: ne escono 260 profili biografici, editi nel volume "Das Frintaneum in Wien", fra cui quelli degli alunni sloveni dell'Istituto suddetto, appartenenti alle due metropolie di Gorizia e Salisburgo, dal 1818 al 1918, presentato a Vienna in sede universitaria nel 2006. France Dolinar è membro del Comitato scientifico; gli autori sloveni delle biografie sono Andrej Hozian, Tomaž Simčič, Liljana Žnidaršič. Anche nel seminario "Riforma cattolica e controriforma nell'Austria Interna 15641628" svoltosi in quattro tornate a Lubiana, Graz, Gorizia e Klagenfurt nel 1992 (v. Do-linar et al., 1994), l'Istituto figura fra i promotori, insieme agli Archivi della Repubblica di Slovenia e la Facoltà teologica di Lubiana, con 15 relatori (anche questo volume è trilingue). Un altro aspetto della collaborazione dell'Istituto alla storiografia slovena appare quello di un affronto comparato tra studiosi italiani e sloveni sul periodo storicamente cruciale dell'età contemporanea, cioè gli eventi bellici e la Resistenza fra 1941 e 1947. Ne esce nel 1996 un volume bilingue "Chiesa e società nel Goriziano fra guerra e movi-menti di liberazione", la cui novità consiste nell'aver richiesto a storici sloveni, quali Tone Ferenc, Jože Piijevec, Boris Mlakar, Branko Marušič, Tamara Griesser Pečar, inter-venti intesi a far conoscere al pubblico italiano la condizione della società e della Chiesa nella realtà slovena nei decenni precedenti il 1941, del tutto ignoti al pubblico italiano. Un tema che viene ripreso nel volume "Tra Osoppo e Osvobodilna Fronta" a cura di studiosi Luigi TAVANO: IL RUOLO DELL'ISTITUTO DI STORIA SOCIALE E RELIGIOSA DI GORIZIA ..., 607-614 di diversa scuola storiografica e con interventi che costituiscono interessanti novitá per la realtá slovena (v. Ferrari, 2006). Egualmente significativa la partecipazione di storici italiani dell'Istituto ad iniziative di studio e di edizione di matrice slovena: cosi gli interventi di italiani ai convegni romani dello Slovenicum su Sedej e Missia, ma anche a convegni locali su Sveta Gora (Tavano, 1990, 42-49), su Martin Bavčer (Tavano, 1992, 275-284), su Valentin Stanič ed altri studiosi sloveni. L'Istituto ha spesso presentato la propria attivitá in sedi culturali slovene, da Lubiana a Trieste, da Gorizia a Nova Gorica, come ad esempio il "Furlansko-slovenski slovar" di Marijan Brecelj. Quando nel 2004 si tenne a Gorizia il convegno di studio sui santuari di confine (presieduto dal noto storico André Vauchez) (Tilatti, 2008), una delle due tornate ebbe luogo al santuario Goriziano della Kostanjevica, che italiani e sloveni chiamano insieme familiarmente Capela (Kapela). L'attenzione a far conoscere aspetti ignorati o sottovalutati della presenza slovena nella storiografia italiana ha portato all'edizione della "Cultura slovena nel Litorale" giá nel 1988 (Cultura Litorale, 1988; autori: Emilijan Cevc, Alojz Rebula, Branko Marušič, Milko Rener, Borut Uršič), saggio che ha poi ispirato quella che figura fra le piu felici iniziative dell'Istituto: la collana che illustra le varie facce culturali che si colgono qui nella storia secolare fra le Alpi e l'Adriatico, cioe cinque volumi sulla cultura friulana, slovena, tedesca, veneta ed ebraica nel Goriziano, usciti fra il 2005 e 2009. Quello sulla cultura slovena costituisce per certi verso una novitá anche nei confronti dell'editoria slovena sul tema (autori: Alojz Rebula, Sergio Tavano, Peter Štih, Branko Marušič, Loizka Bratuž, Ivan Žerjal, Alessandro Quinzi, Verena Korsič Zorn, Joško Vetrih, Franc Kralj, Liliana Ferrari, Silvan Kersevan, Inga Miklavčič) (Cultura Goriziano, 2005). COLLABORAZIONE E CONFRONTO DI CULTURE E STRUMENTI Va segnalata anche la conoscenza e la collaborazione reciproca fra l'Istituto e la realta slovena anche a livello istituzionale: oltre 20 storici sloveni risultano Soci ordinari nell'Istituto: fra cui, nei Consigli direttivi passati, Joško Toplikar, Joško Vetrih, Loizka Bratuž e nell'attuale Consiglio, Peter Černic e Alessandro Quinzi. Come non sono mancate borse di studio a giovani studiosi sloveni per ricerche particolari. Mentre risulta preziosa per il nostro Istituto la collaborazione scientifica del direttore dell'Archivio provinciale di Nova Gorica, Drago Trpin per una serie di iniziative archivistiche, ad es. sul gotico tedesco, che da cinque anni trovano riscontro non solo a Gorizia ma anche presso l'Archivio di Stato di Trieste. Per l'ultimo decennio, segnalo il contributo dato alla conoscenza della componente slovena della diocesi goriziana, grazie alla prima storia della diocesi medesima (17501947), edita dall'Istituto nel 2004 (Tavano, 2004 e 20 082), ma anche l'attenzione avuta nel recupero dei preziosi diari dello storico Rudolf Klinec (v. Klinec, 2010) e del vescovo di Trieste Andrei Karlin: un tanto anche grazie all'autoritá scientifica della presidenza di Liliana Ferrari, con la sua sensibilitá nei confronti della nostra pluralitá culturale. Luigi TAVANO: IL RUOLO DELL'ISTITUTO DI STORIA SOCIALE E RELIGIOSA DI GORIZIA ..., 607-614 Aggiungo anche la pubblicazione "La cristianizzazione degli Slavi" (2004) uscita per i tipi delFIstituto Storico per il Medio Evo e il prossimo "Gli antichi Slavi tra archeologia e mito". Concludo questo rapido intervento con una nota di colore, che indica qualcosa di piu di quella che e stata una collaborazione scientifica, cioe un senso di amicizia nei rapporti fra l'Istituto e la slovenita, emerso nelle numerose occasioni che in questi trent'anni hanno portato storici italiani e sloveni, ma anche amici di una convivenza, a vivere insieme una serie di visite culturali e di incontri promossi dall'Istituto in diversi Paesi europei e nelle attigue "patrie". Restano cari nel ricordo, la compagnia di Emilijan Cevc nelle sue visite guidate da Prilesje a Pleterje, ma anche quella degli amici che ci hanno portato agli scavi di Tonovcov grad, alle mostre lubianesi come Pismo brez pisave, fino alla recente mostra su Zoran Mušič. Con l'augurio che questa corresponsabilita storica si svolga e si sviluppi sempre sec-ondo criteri culturalmente fondati, evitando di nazionalizzare la storia e restando attenti allo spirito proprio di universalismi propositivi. VLOGA INŠTITUTA ZA SOCIALNO IN VERSKO ZGODOVINO IZ GORICE V SLOVENSKO-ITALIJANSKEM HISTORIOGRAFSKEM RAZISKOVANJU Luigi TAVANO Inštitut za socialno in versko zgodovino v Gorici, Via del Seminario, 7, 34170 Gorica, Italija e-mail: istitutodistoriasociale@virgilio.it POVZETEK V zgodovinski stroki je obveljalo za dejstvo, da sta bila med 19. in 20. stoletjem v družbeno-kulturnem kontekstu Goriške regije - se pravi, od Julijskih Alp do Jadrana - v očeh obeh tam živečih nacionalnih skupnosti edina možna načina sobivanja, tudi kulturnega, bodisi odtujitev bodisi konflikt. To večinoma velja tudi zaradi pomanjkljivega proučevanja zgodovine Italijanov in Slovencev verskega in cerkvenega značaja, teme, ki je le predstavljala očitno motivacijo za medsebojne odnose v okviru skupne nadškofije. S tem medsebojnim nepoznavanjem so se od sedemdesetih let prejšnjega stoletja postopoma spopadali vse bolj proaktivno, zahvaljujoč procesom vzpostavitve kulturnih srečanj in sodelovanj med italijansko in slovensko stvarnostjo. Pri teh srečanjih je vlogo glavnega tolmača igral Inštitut za družbeno in versko zgodovino, ki je bil formalno ustanovljen v začetku leta 1982 v Gorici, v zgodovinskem ozračju soodgovornosti goriških raziskovalcev - tako akademikov kot neodvisnih raziskovalcev - do neke skupne zgodovine, ki so jo na tem ozemlju doživljali italijansko-furlanski in slovenski prebivalci in institucije. Luigi TAVANO: IL RUOLO DELL'ISTITUTO DI STORIA SOCIALE E RELIGIOSA DI GORIZIA ..., 607-614 Značilnosti tega novega obdobja zgodovinopisja lahko sintetično povzamemo takole: - izbor projektov za zgodovinsko raziskavo v skupnem interesu (npr. "projekt Attems" o prvem goriškem nadškofu in njegovi škofiji (1750-1774), v kateri je bilo 75 % slovensko govorečih vernikov: šlo je za dve mednarodni konferenci in z njimi povezane dokumente ter objavo treh zbirk aktov o pastoralnih obiskih na področju od Goriške do slovenske Štajerske; sledil je "projekt Frintaneum", z biografskimi podatki gojencev dunajskega Inštituta iz goriške metropolije); - prijateljsko sodelovanje italijanskih in slovenskih zgodovinarjev (B. Grafenauer, F. Dolinar, R. Bratož, M. Benedik, B. Marušič, T. Simčič, J. Pirjevec, F. Kralj) v raziskovalnih programih in izmenjavah, od protireformacije do narodnih preporodov, od konteksta Srednje Evrope do obdobja med dvema svetovnima vojnama; - prisotnost več kot dvajsetih slovenskih zgodovinarjev med člani Inštituta, vključno z izvršnim odborom (J. Toplikar, J. Vetrih, L. Bratuž, P. Černic); - primerjalni pristop italijanskih in slovenskih raziskovalcev v njihovih publikacijah glede zgodovinsko kritičnih obdobij, kot so svetovna vojna in odporniška gibanja; - sodelovanje italijanskih zgodovinarjev Inštituta v slovenskih zgodovinskih projektih (naprimer simpoziji v sklopu Slovenicuma v Rimu, simpoziji na Sveti Gori o M. Baučerju, Kociančiču, V. Staniču in L. Bratužu); - izdaja knjig o slovenski kulturi na Obali in na Goriškem; prva zgodovina goriške škofije, s posebnim poudarkom na slovenski komponenti; - kulturni obiski v Sloveniji - ogledi razstav in obiski krajev z umetnostnimi znamenitostmi. Ključne besede: skupno zgodovinopisje, sodelovanje, Goriška, Italija, Slovenija, Avstrija FONTI E BIBLIOGRAFIA Billanovich, L. (2G11): Gabriele De Rosa (1917-2009). Itinerario biografico e indirizzo di storia socio-religiosa: una ricostruzione. Rivista di storia della Chiesa in Italia, 65, 1, 3-30. Bratuž, L. (1993): Slovenske pridige Karel Michael Attems (1711-1774). 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