la nostra lotta ORGANO D Eli L' U. A. I. S. DEL CIRCONDARIO ISTRIANO - TERRITORIO DI TRIESTE NON LA FALSA UNITA MA LA DECISA VOLONTA DI TUTTI I LAVORATORI È GARANZIA DI VITTORIA DIHEZIONE — EEDAZIONE — AMMINISTRAZIONE Riva Castrlleone 2 — CAPODISTRIA, telef. 170 ABBONAMENTX: Zona B e Jugoslavia anno: Din. 180, semestre Din. 80, trimestre Din. 50. — Zona A: anno L. 1400, semestre L. 740, trimestre L. 380. Spedizione in! abbonamento postale DINARI 3. - LIRE 15. Conto con. nella Banca Istriana DICHIARAZIONE DEL COMITATO D’AZIONE SINDACALE RIPORTARE L’AGITAZIONE AGLI OB1ETTIVI ORIGINALI ___l_j_uLj_L_.................m.. mi ■iiiimmiimiimiim maiii ■———i mn II Comitato di azione si tacale per la ricostruzione dei sindacati classisti, dopo un profondo esame della situazione al quarto giorno dello sciopero degli addetti all’indu-stria dithiara quanto sejue: «L’attuaie se opero promosso dalle direzio/ii della Camera del La-voro e dei Sindacati Unici di Trieste non ha le caratteristiche e le finalità di uno sciopero per miglio-rare le condizioni economiche dei * I lavoratori ma quelle di una gravis-sima speculazione política obietti-vamente ad eselusivo beneficio del-la borghesia. Penetrando fino in fondo nei fatti di questo sciopero, ;l Comitato ha tratto una serie di elementi cosi decisivi, da poter proclamare al cospetto di tutti i lavoratori di Trieste e di quelli di qualsiasi al-tro paese del mondo che questo sciopero si traduce in una mani- NAUFRAGHI ALUA DERIVA Sono oramai sette giorni dacché a Trieste é in atto lo sciopero degli cperai impiegati nelTindustria. Malgrado pero questa durata rile-vante, quasi non é dato di accor-gersi di un avvenimento che pur tanta importanza ha per la vita di una cittá industríale qual’é Trieste. Stando difatti davanti a uno stabilimento industríale si é por-tati piuttosto a pensare che si trat-ti di una serrata degli industrian, anziche di uno sciopeio promosso dai lavoratori. Perché tutto ció? I lavoratori di Trieste sono en-trati nello sciopero con degli obiet-tivi precisi e definili. Bisognava che cessasse una siti.azione in cui un lavoratore se ne t jrnava a casa, dopo una settimana di lavoro, por-tandovi quelle magre 5—6000 lire, assolutamente insufíicienti per sod-disfare alie reali esigenze della vita. Insomma, le richieste poste dagli operai, l’obiettivo fondamentale dell’azione dei lavoratori di Trieste, poggiavano su una situazione di fatto che non poteva essere smentita. Se pero si rifletta che quando nel passato erano promosse consimilii azioni i lavoratori hanno sempre dovuto far fronte alie for-ze unite di tutte le correnti anti-operaie ed ora invece essi beneficiario per lo ir eno della benevo-lenza di laghe cerchie che passano per antiprogressve, razlonarie, bi-sogna concludere che qualcosa in questo sciopero non va. Si preoccupano davvero i vari Santin, Palutan e la variopinta schiera dei loro servitori del ben-essere dei lavoratori? Quella gente qualche volta ha levato la sua voce per protestare contro le condizioni di vita imposte a coloro che Javo-rano? No certamente. Quindi ció significa che i Santin e i Palutan che oggi si fanno paladini della cauisa dei lavoratori, magari per le 60 lire di contingenza, sotto nascon-dono degli scopi e finalitá ben di-versi Quali sono questi obiettivi? Non é ormai un mistero per nes-suno che i Sindacati Unid, e per essere piü precisi, i loro dirigenti stanno negando la necessitá di una differenziazione tra le due organiz-zazioni sindacali a Trieste. Anzi questi dirigenti hanno ormai rico-nosciuto che le due organizzazioni si equivalgono. E’ altresi evidente, tenuto conto anche di fattori del tutto formali, che le due organiza zazioni sindacali perseguono lo stesso scopo. Giá molte volte si ó constatato che i Sindacati Unid di Trieste stanno perdendo terreno a causa della politica non classista dei loro dirigenti. D’altra parte é evidente che la Cainer.i del Lavoro non ha piü ormai la possibilitá di mobilitare i suoi ader nti su quella base strettamente nazional-sciovini-sta di cui essa si é servita nel passato. Sono questi i due naufraghi che disperatamente cercano di ri-farsi un pó di prestigio per poter giustificare la loro esistenza di fronte ai lavoratori di Trieste. Come avrebbero potuto i dirigenti dei SU tenere il loro congresso se non avessero fatto balenare agli ocehi dei lavoratori la possibilitá di un miglioramento? Non hanno forse per questa ragione lasciato correre una pía menzogna che .le trattative per addivenire ad una soluzione, continuavano, laddove queste trattative erano state inter-rotte? E la Camera dei Lavoro non ha essa stessa forse bisogno di un crisma dei lavoratori che vi aderi-scono per continuare nella sua at-tivitá di sindacato giallo? E’ evidente che i dirigenti dei due orga-nismi sindacali si sono serviti della difficile situazione dei lavoratori per propri scopi particolari. Per quanto riguarda i dirigenti dei SU questi scopi particolari rien-trano nel quadro generale della politica che cominformismo perse-i gue nella zona A del Territorio di Trieste. II distacco da tutto quanto sá della tradizione rivoluzionaria dei lavoratori di Trieste, da tutto quanto il popolo democrático trie-stino ha dimostrato di saper fare nel corso della lotta di liberazione e durante la lotta contro il neofascismo ed i sostenitori — gli imperialisti anglo-anmericani — di questo. Per i dirigenti cominformisti dei SU si tratta innanzitutto di lottare contro tutte le tendenze che vor-rebbero riportare il movimento sin-dacale e rivoluzionario in genere di Trieste, sulla strada che esso ha seguito durante l’ultimo decen-nio, cioé nella direzione che ri-sponde in sostanza agli irsj-eressi fondamentali dei lavoratori di Trieste. A tale scopo, tanto da parte dei dirigenti dei SU, quanto della CdL, nonché di altri elementi, tutto si fa per scagliarsi contro i cosi-detti titísti, la zona B, la Jugo-slavia. La lotta contro il «vergo-gnoso passato» rappresenta una carta di legittimazione di cui ne-cessitano i cominformisti triestini per entrare nella grande famiglia della reazione italiana di Trieste. Ad essi non importano le condizioni dei lavoratori, ad essi importa il perdono largito da coloro che, ancora ieri, erano stati dichia-rati (ed effettivamente lo sono anche oggi) servitori della causa rea-zionaria. Insomma é in atto una grande mistificazione. Mentre i lavoratori triestini credono di lottare per un miglioramento delle loro condizioni di vita, per un aumento congruo delle loro retribuzioni, i loro dirigenti non si preoccupano di ció. Per tale ragione lo sciopero si stá impantanando, per tale motivo a Trieste non si ha l’impressione dello sciopero, ma piuttosto dí una serrata. Per tale motivo cresce lo scontento in mezzo alia massa dei lavoratori. Invece di mobilitare ail-tri lavoratori, come ad esempio i portuali, in appoggio alio sciopero, si preferisce daré l’illusione che tutto procede bene, pur di poter ottenere il nulla osta ad una poli-tica non classista. da parte di un congresso i cui delegati non rap-presentano obiettivamente che se stessi, Per tale ragione si prefe-risce, insomma, che la ciasse ope-raia si demoralizzi e si contenti poii, alia fin fine, delie bricdole patrocínate anche dai Santin e dai Palutan. I lavoratori di Trieste hanno una coscienza di ciasse, che é molto diversa da qued che immaginano i mestatori del sindacalismo ufficia-le. Questi lavoratori sapranno af-fermare decisamente i loro interesni, sventando tutte le macchinazio-ni che i loro amici di ciasse hanno intenzione di effettuare, imponendo alia direzione dello sciopero una sollecita azione di allargamento delio sciopero e una conseguente im-postazione classista del medesimo in modo che possa concludersi con successo. PIRAHO LA I. RIUNIONE del Consiglio Cittadino Sabato scorso con la partecipazio-ne di quasi la totalitá dei delegati ha avuto luogo a Pirano, la I.a riu-nione plenaria del consiglio citta-dino, quale Organo consultarlo del Comitato Popolare Cittadino. Ai delegati, componenti il fonsi-glio cittadino, é stato esposto il piano económico riguardante la cittá di Pirano. Piano per la cua realiz-zazione é prevista per il Comitato Cittadino di Pirano, nel 1950 la (Continua in IV. pagina) politico - irredentistica.taccano i poteri popolari della zona festazione Esso rappresenta il biiancio consuntivo di venti mesi di azione cominformista intesa ad assoeiare, sulla base dell’irredentismo, i lavo-ratori dei Sindacati Unici ai dirigenti della Camera del Lavoro di Trieste. Questo organismo padrona-le e istrumento di rottura del fronte internazionale sindacale difatti conduce questa agitazione dei lavoratori dell’industria sulla piatta-forma della politica della borghesia e dell’imperiaiismo. La sistemática azione della stam-pa cominformista di riabilitazione della C. d. L. di Trieste, le esplicite dichiarazioni dell’«Unitá» sulle finalita di questo sciopero, le ade-sioni del vescovo di Trieste, quelle del prefetto, il tenore dei «bollet-tini», redatti con lo spirito caratte-ristico deH’organismo sindacale giallo, confermano che i lavoratori di Trieste si trqvano di fronte ad una vasta, per quanto complicata, manovra della reazione. Lavoratori, riflettete sul fatto dell’adesione alio sciopero dei par-titi típicamente antioperai, la bene-volenza della stampa capitalista, la «comprensione» del Governo Militare Alleato, il favore della Lega Nazionale, la non motailitazione delle squadre neofasciste, la mancata organizzazione del crumiraggio, la tiepidezza della condotta dello s,cio-pero e le finte richieste per un adeguamento salaríale alie condizioni italiane, fatti questi che de-vono far ancora meditare tutti i lavoratori che non avessero ancora piena convinzione di trovarsi di fronte ad un ñero tradimento della lotta classista dei lavoratori di Trieste. La stessa messinscena del con-gresso sindacale e la creazione di una psitosi di grande avvenimento e rispettiva mobilitazlone di dirigenti sindacali della Repubblica Italiana di alta statura e loro stes-se dichiarazioni confermano la denuncia del Comitato di azione sin-dacale. Lavoratori, per avvolgere questa pericolosa manovra, si é scatenata una vergognosa e calunniosa cam-pagna contro il Comitato di azione sindacale, contro le organizzazioni demoeratiche, contro i lavora-tori conseguenti nella lotta di ciasse. Invece di rafforzare la lotta e precisaré gli esatti obiettivi, si at- B, la Repubblica P. F. J., gü «slavo-comunisti», i «titisti» e proprio dai pulpito, del socio promotore della internazionale sindacale gialla si parla di frazionisti, si parla di tra-ditori del movimento operaio. Lavoratori, i fatti dimostrativi sono cosí numerosi e generali da far diventare di massima urgenza la necessitá di combatiere questa santa alleanza costituitasi ai danni della ciasse operaia e dei suoi in-teressi, santa alleanza, che va da Vidali al vescovo Santin, dai dirigenti scissionisti e sciovinisti della Camera del Lavoro di Trieste al prefetto, dalla borghesia irredentista alia Lega Nazionale e alie squadre di Cavana. Combattete questa falsa, gesuitica e pericolosissima unitá, rómpete questo triste connubio. Lavoratori in agitazione, yoi stessi potete osservare come é avve-nuta la lenta, ma definitiva tras-formazione dell’obiettivo originario dello sciopero. Dalle sedi della C. d. L. e dei S. U, partono direttive intese a far dimenticare ai lavora-tori le gravissime cifre indicanti le loro tristi retribuzioni ed il caso del referendum per una lotta ad ol-tranza per un concreto e solido miglioramento delle retribuzioni operaie. II Comitato di azione sindacale denuncia a tutti i lavoratori questa azione, oscura in origine, ma oggi di evidente unitá con la Camera del Lavoro e, tramite essa, indiret-tamente,. con la borghesia e con il neoimperialismo italiano. II Comitato di azione sindacale invita ad una lotta decisa di smo-scheramento e di rottura di questo inganno, ad una lotta per una vera azione sindacale, efficace e solida al fine di migliorare le gra-vi condizioni economiche dei lavo-ratori di Trieste, cioé per una lotta conforme alie ragioni per cui i la-voratori sono scesi in sciopero, per la continuazione dello sciopero. H Comitato di azione sindacale in questa giusta e necessaria batfa-glia vi a ' ‘ ‘rá. Vi dará tutto il suo aiuto concreto, vi fornirá sempre giuste direttive, conformi agli interessi fondamentali dei lavora-tori di Trieste, senza curarsi della rabbiosa reazione dei mistificatori colti con le mani nel sacco. Settimo giorno di sciopero Istruttivi insegnamenti dei fatti Veri e falsi obiettivi deli'cigitazione - Le principali preoccupazioni dei dirigenti dei S.U. - Cid che manca a questo sciopero - L' appoggio delle organizzazioni democratiche ali’azione in corso L’agitazione dei dipendenti del-Findustria è giunta al 7.0 giorno di sciopero. Che cosa fanno intanto i dirigenti sindacali? Come la pensa-no gli scioperanti? Quando e come finirá questa inattivitá? Sono domande alie quali ci pro-poniamo di rispondere in queste poche righe, non solo, ma intendiamo pure addittare quelle che avrebbero dovute essere le direttive di questa lotta, se con essa si tendesse veramente di raggiungere un obiet-tivo ch non fosse poi quello costi-tuito dali’aumento di 50-60 lire-gior-naliere sulla contingenza, ma un ri-sultato piú concreto, tale da valere la pena: cioé un 20-30 per cento di aumento sulla paga bas’e. Ogni lavoratore che. possegga un minimo senso analítico, soíferman-dosi ad esaminare i fatti emersi in questa circostanza, non puó non ac-corgersi che lo sciopero in atto non è uno sciopero ecvnomico, ma sol-tanto un esperimento da serviré ai dirigenti per dimostrare ai superficial! la possibilitá di svo.lgere a-zioni congiunte, tía le due organizzazioni sindacali di Trieste. In se-condo luogo, all’oservatore attento non puó sfuggire la coincidenza di questo sciopero con il congresso dei SU, che si è avuto recentemente e trarre da questa conicidenza la con-clusione che i dirigenti dei SU non potevano desiderare nulla di meglio per poter nas'condere dietro a questo fumo la vera situazione dell’or-ganizzazione, alie delegazioni ginnte dall’estero. Quale sia la vera situazione dei SU, ciascuno lo sa: i delegati parte-cipanti al congresso rappresentava-no non piú del 6 per cento degli inscritti sui registri! Malgrado ció il dirigente Radich, non ha esitato proporre al congresso l’espulsione dei rappresentanti jugoslavi dalla Fed. Sind. Mondiale. E’ ben vero pero che Jaksetich è stato anche piü spassoso perché è giunto al punto di affermare che dato il «terrore» esistente nella zona B, la Confed. dei SU del TLT, con l’aiuto della FSM, avrebbe dovuto procederé alio scioglimento dei Sindacati di quella Zona. Ecco, dunque, che mentre 30 mila lavoratori sono in sciopero e si attendono gius'tamente che i diri-geneti sindacali si occupino di con-durre a termine le vertenze in corso, quest’ultimi, trovano più urgente e necessario impiegare il loro tempo a lottare contro i lavoratori vicini di casa. E va notato che 17 mila di questi lavoratori apparte-nenti alla Zona B e regolarmente inscritti ai SU, hanno chiesto inva-no di veder rispettato il loro dirit-to di partecipare a codesto congresso, per mezzo dei loro delegati! Il compiacimento di Jaksetich per i battimani ottenuti con le sue parole, non dev’es'sere stato eccessivo se ha potuto accorgersi — come s’ac-corsero tutti — dei molti delegati che abbandonavano la sala disgu-stati dalla sua grossolama demagogia. Istruttivo, molto istruttivo, per chi voglia giudicare i fatti con la propria testa, è stato il comizio di sabato scorso nel giardino della CdL. Qui si è esibito Muslin, il quale ha avuto parole severe contro que-gli scioperanti che avrebbero volu-to inasprire lo sciopero lasciando spegnere i forni dell’Ilva. Non si sa con quale soddisfazione degli ascol-tatori, ha poi soggiunto che ogni minimo vantaggio che sl otterrà con la lotta in corso, avrà il valore di un autentico successo perché bi- (Continua in IV. pagina) LETTERA APERTA DEL COMITATO D’AZIONE SINDACALE mjk, Al representante della FSm ed ai delegati esteri al congresso dei S.Ü. «La lotta dei lavoratori di qualsiasi paese del mondo é lotta comu-ne di tutti i lavoratori. Da ció é nata la solidaríetá internazionale, per queste ragioni é sorta la FSM, organizzazione sindacale mondiale dei lavoratori. Per queste fondamentali ragioni ai congressí sindacali nazíonali par-tecipano deiegati della Federazio-ne Sindacale Mondiale e ci sono gli scambi di rappresentanze sindacali nei rispettivi congressí nazíonali. II Comitato di azione sindacale saluta i rappresentanti della Fede-razione Sindacale Mondiale, della Confederazione Generale Italiana del Lavoro, dei sindacati cecoslo-vacchi, ungheresi, bulgari e francés! giunti a Trieste per prendere parte al congresso dei Sindacati Uníci del Territorio Libero di Trieste. Compagni rappresentanti, siete giunti qui certamente con la con-vinzíone di partecipare ad un congresso sindacale. Ma é veramente il congresso dei lavoratori dei SU del TLT questo a cui partecipate? II Comitato di azione sindacale ha l’obblígo ed il dirítto di risponder-ví con un no, dimostrarvi che questo é un congresso sindacale solo nella mísura in cui riesce ad ín-gannare. Esso é stato ínfatti prepáralo íntenzionalmente con lo scopo di ingannare i rappresentanti della FSM, quelli della CGIL, voi deiegati sindacali esteri; di inscena-re una manifestazione di superfic ale sentimentalismo, di mascherare la realtá della situazione sindacale di Trieste, lasciando al posto l’impressione che in questa zona i Iavorato-rí siano uniti dietro ail’attuale direzione dei Sindacati Unici ed entu-síasti della sua linea politico-sinda-cale e della sua rispettiva opera. 11 frastuono dí parole grosse, l’ab-bondanza di affissi murali e la ri-cercata regia sevvono, o compagni, a nascondére il grave fatto che il 95 per cento dei lavoratori della zona A ed il cento per cento di quelli della zona B del Territorio di Trieste sono estranei a questo pseudo congresso sindacale. E’ evidente anche ai piú coscienti lavoratori che lo stesso sciopero degli addetti aU’industria si sfrutta non soltanto ai fini di un inaudito inganno per soddisfare alie esigenze irredenti-stiche della politica della Camera del Lavoro e dei partiti borghesi, ma anche per creare ai rappresentanti sindacali esteri Tillusione che effettivamente i lavoratori di Trieste aderiscono alia linea politico-sindacale dell’attuaie dirígenza dei sindacati di Trieste. Nella frettolosa preparazione di tutta l’inscenatura, una sola preoc-cupazione é ernersa: quella dí ar-ruffare alia meno peggio elementi fittizi ,traíti da dati statísticí della lotta passata dei lavoratori di Trieste, dí ricavare elementi superficial! e coreograíici dalla situazione politica triestina, far avvallare il tutto da superficiali ríunioni dei lavoratori delle rispettive categorie, che vi hanno paríecipato e vi parte-cípano nella misura percentuale succitata, e costruíre con questi elementi un falso congresso sindacale ed una falsa cornice dí lotta e di partecipazione sindacale altiva. Compagni rappresentanti, neli’in-teresse della verítá e perció della cornune causa dei lavoratori, il Comitato di azione sindacale vi invita a chieder ai lavoratori deHTIva, dello Jutificio, delle Cooperatíve O-peraie, ai marittimí, ai poligrafici, agli edili, a quelli del Caniíere San Marco, agli addetti alberghi-mensa, a quelli dello spettacolo, ai contadi-ni, agli addetti alia stampa, ai pensionad ed ai dísoccupati come, quan do, dove ed in quale misura abbia-mo partecipato alia elezione dei propri delegad al congresso sinda-cale; il Comitato vi invita ad indagare, a controllare, ad ispezionare questa sonante botte: vi sará facile ottener conferma di quanto si de- TRIESTE, 7. — Apprendiamo al-Fultimo momento che in sede separata sarebbero in, corso regodari trattative tra le organizzazioni sindacali ed i rappre¡sentan¡ti della piccola industria, i quali sarebbero disposti ad accettare la base d’au-mento sulla contingenza di L. 56 giornaliere. L’accettazione da parte dei deiegati padronali sarebbe sub-ordinata all’approvazione dell’as-semblea dei p-iccodi industriali. Non é certamente per questo meseta risultato che i lavoratori scesero in lotta. Dopo una settimana di sciopero, giungere a queste concliusioni, si- nuncia sulla situazione organizzatí-va dei SU; vi troverete anche tanto vuoto. Non avete certamente bisogno, compagni, che noi vi rammendamo che la forza sindacale dei lavoratori si basa sulla concreta, attiva, voluntaría partecipazione dei singoli lavoratori, sulla loro determinazione ad essere forza sindacale, sulla loro coscienza e sulla base di una sincera e fraterna convivenza nelTambi-to del sindacato di categoría, redo con la piü schietta democrazia proletaria. Questi principi sono stati gli elementi determinand della forza della ciasse operaia e delle sue vit-torie, essi devono essere la sostanza della morale eroíca del movimento di emancípazione del proletaría-to del mondo. I responsabili di questa situazione sono i componenti dell’attuale direzione iilegale sindacale. Essa a-vrebbe dovuto presentare al congresso il veritiero biiancio di venti mesi di sua atdvitá e sottoporlo al giudizio dei lavoratori e dei rappre-sentanti della FSM, analizzare one-stamente le cause di un biiancio cosí negativo e porvi rimedio. Avrebbe dovuto presentare al congresso un esame comparativo tra la gloriosa storia dei Sindacati Unici, dai loro sorgere al giugno 1948, le gran-dí forze da essi rappresentate, le grandi battaglíe sostenute, i dati orgogliosí del congresso costítutivo territoriale dell’ottobre 1947 (60.000 iscritti, dei quali 46.000 in zona A, filialí sindacali in tutte le fabbri-che e azíende) e la reale situazione odíerna, Gli organizzatori del congresso a-vrebbero dovuto spiegare: Perché fino al giugno 1948 i Sín-dacatí Unici siano stati una forza importante nel Territorio di Trieste; perché con le loro masse ab-biano contribuito alia lotta per la diiesa della rívoiuzione popolare e dei suoi istitutí; come con 10 scio-perí general! e 26 scioperi parziali abbíano concorso a frustare gli o-biettivi massimi della controrivolu-zione a Trieste; abbiano potuto mobilitare in manifestazioni per il primo maggio oltre 150.000 cittadini ed avere migliaia di quadri esperti, stampa e sedi bene organizzate, linea conseguentemente classista e risultati positivi localí e nello stesso quadro generale delle forze sindacali e democratiche del mondo? Per questo operato e per i sacri-fici immensi del popolo lavoratore del TLT la Confederazione dei Sin-dacatí Unici é stata ríconosciuta come affiliata dalla Federazione Sin-dacaie Mondiale. Compagni deiegati esteri, il Comitato di azione sindacale vi denuncia la politica di capitolazione dell’attuale dírigenza sindacale ri-spetto alia Camera del Lavoro di Trieste, che viene riabilitata proprio quando questo organismo pa-dronale e scissionísta si vanta, at-traverso la sua stampa, di essere stato e dí essere tuttora uno dei so-ci fondatori deU'internazionale sin-dacaie gialla. II Comitato vi invita inoltre ad indagare sulle ragioni per cui ostinatamente vengono ri-pudiatí deiegati dei lavoratori della zona B, sulla realtá della situazione sindacale e politica della zona B del Territorio di Trieste, sulle ragioni disoneste della voluta rottura tra i lavoratori deile due zone, sulla politica irredentista, che ha sempre avuto conseguenze gravi per i lavoratori di questa regione; accer-tarvi se, per caso, l’esclusione dei lavoratori della zona B non rappre-senti l’esclusione della veritá sulla zona B e consenta che un attivo al-largato della frazíone politica ca-peggiata da V. Vidali sia contrab-bandato quale congresso sindacale. Sono queste, o compagni rappresentanti della FSM, della CGIL e delle altre organizzazioni nazionali, le conseguenze di una politica set-taria e frazionista, contraria ai prin- gnifica speculare sulle nécessité del lavoratori e prendersi gioco delle loro condzioni. che hanno ben altre esigenze. AIUTI MATERIAU AGU SCIOPERANTI CAPODISTRIA 6 Oggi corne sempre, le masse la-voratrici della zona B si sentono unite alla classe operaia triestina in lotta per il raggiungimento di cipi statutari della Federazione Sin-dacale Mondiale. alia tradizione sindacale internazionale; conseguenze di una tattica terrorista per l’im-posizione delle direttive del Comin-form nel campo sindacale e la conseguente trasíormazione dei Sindacati Unici in agenzia dove possono militare soltanto coloro che sono ciecamente solidali con la politica sindacale terrorista e revisionista del Cominform a Trieste. Per questa politica, la liquidazione dei glo-riosi Sindacati Unici procede rápida e l’attuale dírigenza sindacale neii’attuaria scioglíe addirittura la Federazione SU lavoratori cultura-li, paraiízza íntere organizzazioni, rifiuta dí accogliere al congresso deiegati di 17.000 lavoratori della zona B, fa allontanare dalla poli-zia, centinaia di deiegati contadini, espelle arbitrariamente dall’organiz-zazione quadri dei vértice e della base, squalifica ed abbandona die-cine di elementi dirigenti di valore, liquida il patrimonio ideológico, íi prestigio e la forza dei Sindacati Unici, falsifica storia e fatti, situazione e dati, rinnega un passato glorioso, imbrogiia e chiama congresso un raduno atto soltanto a serviré una frazione. Se avete qualche dubbio su quanto il Comitato di azione sindacale per la ricostruzione dei sindacati ciassistí di Trieste vi sta denunciando, vi invitiamo a chiedere che siano convocati almeno i lavoratori deile piú iinportanti categorie, che siano convocati almeno i 30.000 mita lavoratori che avevano prelevato le tessere sindacali neil’anno 1948, a farvi daré l’esatto conto del numero e della somma dei contributi sindacali pagati nell’anno 1949, e l’esatto numero delle tessere sindacali 1950 richieste dai lavoratori. Svolgendo un’inchiesía in tal senso, se vi preme conoscere la verítá, se veramente controlierete con l’inten-zione di andaré a londo nelle cose, avrete dappertutto la conlerma del disastro provocato dalla politica írazionista praticata dalla dirigen-za cominformista dei Sindacati U-nici di Trieste. Inline, compagni deiegati, quale funzione e signifícate essumerebbe la vostra presenza al congresso se non iniervenite con un giusto e severo giudizio su quanto avreste constatato? La vostra presenza signiíi-cherebbe un semplice placet ad una política sindacale che ha portato i lavoratori di Trieste in condizioni dí passivitá mai conosciute e che ha distrutto una delle piü forti conseguenti e combatlive íiliazioní della FSM, e, oggettívamente, diver-reste cosí corresponsabili del pro-lungarsi di questa situazione. Ii Comitato dí azione sindacale é convínto che cosí non si combatte contro l’imperialismo, non si aifen-dono gli interessi dei lavoratori, non sí educa, non si fa del sinuaca-to scuola di lotta di ciasse, non si rispettano i principi della tradizione socialista del movimento operaio, gli insegnamenti di Marx e di Lenin, non si ricostruisce la forza sindacale, non si riporta la íiducia e la coscienza dei propri doveri nelle masse. 11 Comitato di azione sindacale é a vostra disposizione per comprovare la sua denuncia; il dovere dei rappresentanti delia FSM e dí quelli delle altre organizzazioni sindacali é quello di riportare alie rispettive organizzazioni noti-zíe obiettive ed esperienze concrete che servano per rafforzare la lotta generale dei lavoratori. Diversamente, partiti che sarete, di positivo, per i lavoratori triestini, che abbiano comunque partecipato a questo congresso reslerá soitanto l’ui-teriore disíllusione da aggiungersi al giá tanto passivo biiancio e ren-derá piü difficile il compito dei Comitato di ricostruzíone dei sindacali classisti». migliori condizioni di vita contro lo sfruttamento della ciasse padro-nale. Alio scopo di daré un concreto appoggio ai lavoratori di Trieste, si é costituito, in seno al comitato circondariale dei Sindacati Unici per l’Istria, un comitato promotore con il compito di sVolgere un’azio-ne agitatoria tra i lavoratori della Zona per la raccolta di fondi in de-naro e viveri, che verranno inviati ai compagni di Trieste. Del comitato promotore fanno parte i rappresentanti del Partito Comunista e delle organizzazioni di massa. GIUNGA ALLA CLASSE OPERAIA TRIESTINA LA SOLIDARIETA’ DE «LA NOSTRA LOTTA» LA PICCOLA INDUSTRIA DISPOSTA A TRATTARE? LA RELAZIONE SUL PIANO ECONOMICO LETTA DAL COMPAGNO ROK LAVORATORI D’ASSALTO Dl CESARI-POBEGHI ALLA ¡V CONFERENZA CIRCOND. DEL P.C.T.L.T. L’assemblea del Comitato popola-re circondariale deiristria, ha ap-provato nella sua ultima ses'sione tutta una serie di decreti, il piü importante dei quali é quello sul Piano económico nel Circondario deü'Istria. Tale Piano introduce nuo-ve forme nella riostra economía, rafforza il nostro sviluppo económico, assicura l'elevamento del te-nore di vita della popolazione del nostro circondario Ma nello stesso tempo esso ci pone di fronte a nuo-vi e grandi compiti che riguardano tuttii i rami di altivitá per l'edifi-cazione ed il rafforzamento delle bas'i economiche, per un migliore e piü felice avvenire del nostro po-polo lavoratore. L’introduzione del piano económico nel nostro circondario é stata possibile soitanto grazie alia lotta di liberazione del popolo del circondario dellTstria sotto la guida del Partito comunista, II popolo lavoratore ha sconfitto nella lotta contro il fascismo le bande armate del ne-mico esterno e contemporáneamente ha vinto le íorze interne della reazione, forgiandc in questa lotta l’unitá morale e política del popolo lavoratore, la fratellanza fra i popoli qui conviventi, istituendo il potere popolare che rappresenta la rottura con il passato di s'chiavitü e nello stesso tempo la base sicura per impediré il ritorno del vecchio ordinamento sociale. II Potere ha indirizzato la sua e-conomia política nella limitazione degli elementi capitalisti i quali nella loro caccia al profitto portano l’anarchia nell’economia, ed ha in-trodotto un sistema económico il quale non conosce crisi e depres-sioni ma solo un costante elevamen-to del livello di vita del popolo la-voraore del Circondario Istriano. I risultati raggiunti da questa economía política sono chiari ed essi confermano la giustezza di questa linea. Come conseguenza di ció si é dimostrata necessitá improrogabile l’introduzione del método di lavoro pianificato nel nostro circondario. Giá l’anno scorso nel nostro lavoro nel settore económico abbiamo costantemente accennato al piano. Questo piano peró non fissava a nes-suno la realizzazione di compiti e- conomiei, perché nell’anno passato non sono síati predisposti tutti gli elementi essenziali per la elabora-zione di un vero piano económico. Conseguenza di ció fu la manéala regolaritá nell’as'solvimento dei no-stri compiti; perché prevaleva un sistema di lavoro che comportava una maggior disponibilitá di forze dovendole concentrare ora in uno ora in un'altro settore di attivitá, dispendio di forze che avrebbe poluto essere evitato con un lavoro piü sistemático. Facendo queste constatazioni non dobbiamo peró trascurare i suc-cessi che sono stati soddisfacenli in quasi tutti i principali rami del-economia. Senza dubbio nel corso di quest’anno con il lavoro pianificato raggiungeremo ancor maggiori successi ed elimineremo gli errori superando gli ostacoli che si pre-sentavano neü'esecuzione dei no-stri compiti. MOBI LITARE TUTTE LE FORZE Per poter realizzare e superare il piano económico del 1950, neees-s'ita che noi conosciamo bene il suo contenuto, le sue prospettive ed i compiti che esso pone davanti a noi. II piano económico del nostro circondario per l'anno in corso ci pone, nelle linee generali, ii compito di sviluppare ed elevare con ia mobilitazione di tutte le forze pro-duttive, l’industria, i’agricoltura, la pesca, l’aríigíanato e gli altri rami di attivitá económica, nonché l’in-cremento delia cultura popolare per .assicurare cosí l’elevamento delia cultura e del tenore di vita della nostra popolazione. II piano ci pone ii dovere di elevare per volume e valore ia produzione del circondario del 15 per cento ríspetto ail’an-no scorso. L’aumento della produzione rappresenta la base íondamentale per l’elevamento del tenore di vita dei nostri lavoratori. Dato che tutto il territorio di Trieste é diviso dal suo naturale retroterra la Jugoslavia e che il nostro circondario é territorialmente ancor piü limitato, é chia- PROTESTA DELL'U.G.Á. per l'atto antidemocrático della FMGD Il Comitato Circondariale del-l’Unione Gioventü Antifascista per la zona del Territorio Libero di Trieste, amministrata dell’Armata Jugoslava, presa visione della decisione del Comitato esecutivo della F. M. G. D. con la quale la G. P. J. viene espulsa dalla stessa ed interpretando il pensiero dei suoi 6.000 organizzati. CONSIDERA la decisione del Comitato esecutivo della E. M. G. D. un atto sconside-rato, che tende al disgregamento del movimento giovanile interna-zionale, proprio in un momento in cui la sua unità e saldezza è piü che mai necessaria nella lotta sem-pre piü acuta contro l’imperiali-smo; una aziome che lede il diritto di uguaglianza fra le organizzazioni affiliate alla F. M. G. D. ed una trasgressione al programma stesso della F. M. G. D.; un atto intimidatorio ed una pressione morale del tutto indegni di una organizzazione che vuole difendere i principi della demo-crazia e del progresso contro le forze dell’oscurantismo reazionario; il risultato della política revisionista del Cominform nei suoi aspet-ti più evidenti, alla quale linea è stata soggiogata la direzione della F. M. G. D. Pertanto D I C H I A R A la sua solidarieta con la G- P. J. e la sua direzione, che strenuamente difendono i principi marxisti-leni-nisti, conseguentemente agli inse-snamenti del P. C. J. e dei suoi dirigenti con alla testa il Mare-seiallo Tito, e che col più grande spirito rivoluzionario collaborano ell’edificazione della propria patria socialista, PROTESTA contro una simile ingiustizia, che offende, non soitanto l’eroica Gio-ventù Fopolare Jugoslava ed i popoli Jugoslavi, ma sol leva io sde-gno ed offende pure ogni onesto democrático mettendo in luce la proditorietà di tutti gli attacchi contro la nuova Jugoslavia socialista ed INVITA il Comitato esecutivo della F, M. G. D. e le direzioni delle organizzazioni giovanili di tutti i paesi, come pure i loro membri e tutti i giovani democratici a riparare 1’ ingiustizia commessa ai danni dell’Eroica Gioventù Popolare Jugoslava ed a lottare per la rico-struzione dell’uinità del fronte giovanile internazionale, intaccata dall’attuale direzione della F. M. G. D-, contro l’introduzione nel movimento giovanile del metodi liqui- datori e capitolardi del cominfor-mismo, che oltraggia le piü sacre tradizioni di lotta e la morale di ogni combatiente per la libertà dei popoli e per l’avvenire della gio-ventù. Morte al fascismo Libertà ai popoli! Capodistria, li 1. febbraio 1950. Il Comitato Circondariale UGA per l’Istria LE DONNE DEL BUIESE Sebbene il freddo sia abbastanza intenso, le donne dei Buiese non si scoraggiano. In data 22-1-1950, os-sia domenica u. s., sono ihtervenu-te ai lavori per la casa dei coope-ratore di Buie No. 14 donne, portando cosi il contributo di 640 ore lavorative. Nello stesso giorno 20 operaie della Arrigoni di Umago, cómprese della importanza di portare a termine la casa del coopera-tore di Buie, hanno voluto contribuiré alia sua costruzione, recan-dosi a Buie ed efíettuando ore 80 di lavoro volontario. Le donne han-no ben compreso la necessitá del vasto piano di lavoro dell’UDAIS. Anche da esse dipenderá la realizzazione del piano economizo che è stato approvato all’Assemblea del Potere a Capodistria nei gicrni 15 e 16 corrente. C0MUNICATI APERTURA DI UN CORSO PER INFERMIERE Il Dipartimento Sanità dei Com. Popolare Circondariale per 1 Istria rende noto aile interessate che sa-rà aperto un corso annuale per in-fermiere presso l’ospedale di Isola. Tutte le aspiranti alla professione di infermiera devono rivolgersi al sUddetto Dipartimento. Le condi-zioni per l’ammissione a taie corso sono favorevoli. ASSEGNAZIONE DI APPARECCHI RADIO CON BUONI SINDACALI AI MIGLIORI OPERAI Per venire incontro aile masse lavoratrici nella possibilità di ac-quisto di, apparecchi radio, il Potere Popolare ha messo nuovamente a disposizione dei SU Circondaria-li 160 apparecchi radio dei tipo «Kosmaj». Le filiali sindacali dei circondario riceveranno a richiesta i buoni per l’acquisto degli apparecchi radio, che verranno conse-gnati ai lavoratori d’assalto ed ai migliori opérai al prezzo di dinari 7.500.—. ro che il commercio di scambio al-I’internó sia molto limitato e l’ap-provvigionamento della nostra popolazione sia legato alla disponibilité di generi prodotti da noi e so-pratutto ottenuti dallo scambio con Testero. Dipende quindi dalla mag-giore nostra produzione anche Faumento del lo scambio per i generi e le merci che da noi non sono prodotti. E nei futuro dobbiamo lottare decisamenle nell’indirizzare la produzione e per aumentarla. Per Faumento dei volume e dei valore di luüa la produzione e per elevare il tenor di vita della popolazione dei Circondario il piano stabilisée un’aumento del valore degli investimenti nell’agricoltura, cooperativismo, pesca, industria, traffico, turismo, ricostruzioní, elettrifica, zione, cultura e sanità e negli altri rami, del 67 per cento rispetto a quelio dell’anno scorso. It piano degli investimenti prevede ia costruzione di edifici econo-mici per i possedimenti pubblici come pure per le cooperative di produzione, di magazzini per le cooperative di acquisti e vendite, di stalle, pollai, serre e la rícostruzione dei Siios. Verra costruito l’edificio' scoiastico a Capodistria, a S. Giovanni. a Vanganello ed ii ginnasío a Buie. Verranno poríati a termine i biocchi di case operaie ad Isola, t’albergo ed il grande magazzino a Capodistria, le cantine vinícole di Capodistria ed Umago l’ofíicina meccanica di Semedella, i’ospedale di Pirano ed altri iavori giá iniziali. Continuera in rícostruzione nelle campagne degli edifici scolastici, di case di abitazione a Capodistria, Isola, Pirano, Buie ed Umago. II piano prevede poi la sístema-zione debe saline, il rimboschimen-to e la costruzione dell’acquecíotto nella Valle del Quieto, a S. Canzia-no, a Coiogna ed in altri iuoghi non. che ia costruzione di cisterne nelle campagne. Verranno istítuiti diver-si obbieítivi di carattere comunale. Saranno asfáltate ie strade Scof-fie - Prade; Valetta Porta - Porton; Pirano - Portorose, verra costruito un ponte in cemento sotto Castel-venere e verra rícostruita la strada Rísano — Valmarin. Verranno poi ricostruite le strade distrettuali, ul-tímati e costruíti obbiettivi sporti-vi ed installate nuove linee ieleio-niche. Acquisteremo macchinari ed at-trezzature per I’agricoltura, la pesca, l’industria, i’edilizia, il traffico, ii turismo, per la Sanità e la cultura per un valore di 120,000.000— di dinari. Nella ass'egnazione del valore degli investimenti è stata dedicata par. ticolare cura alio sviluppo económico dei Comitati popolari distrettuali, cittadini e locali cosi che il valore degli investimenti di compe-tenza circondariale sarà del 18.7 per cento; di competenza del di-stretto di Capodistria del 58,8 per cento e di quello di Buie del 22,5 per cento del valore complessivo degli investimenti. Ecco perché ai Comitati distrettuali derivano compiti molto maggiori di quelli dell’anno scorso e perché sará neces'sario migliorare la loro organizzazione e le iniziati-ve. Per lo sviluppo económico cultúrale della popolazione, verranno dotati della corrente elettrica 42 paesi, portando cosí ii valore degli investimenti per l elettrificazione al 552 per cento rispetto all’anno scorso. Dovremo istituire nuove aziende industrials per la produzione degli articoii che sinora non venivano prodotti e per i quaii abbiamo di-ponibilitá di materia prima. La produzione industríale dovrá essere predisposta in maniera che sfrutti al massimo le materie prime locali. Per assicurare regolarmente ed e-conomicamente la portata a termine dei piano nell’edilizia dobbiamo aumentare la produzione del materia-le da costruzione del 502 per cento e produrre nuovi materiali edilí. Nell’industria alimentare — uno dei piü importanti settori della nostra industria — dovremo aumentare la produzione, migliorando la qualitá dei prodotti ed ii modo di imballarli. Dovremo organizzare il rápido trasporto e sfruttare ai mas-simo i cascami. Nell’industria del legno dobbiamo migliorare qualitativamente e quan-titavamente la produzione ed ass'i-curare la lavorazione dei prodotti per l’edilizia onde poter realizzare il piano degli investimenti. Dibbia-mo pure aumentare la produzione del mobilio per i bisogni della popolazione. Sviluppo in tutti i settori LTartigianato é un settore complementare molto importante della nostra economía. Questo settore finora non ha assolto i compiti che avrebbe dovuto assolvere nel quadro del-l’economia popolare. Dobbiamo per. ció, come é previsto dal piano, in-cludere questo settore dell’economia popolare dando i compiti di produzione ai singoli artigiani. II piano prevede poi un’aumento nella produzione delle nostre Saline e l’introduzione di nuovi prodotti del sale. Anche,-i minerali verranno estratti al fine di esportarli, cosa che finora non si attuava. Compito principale della nostra agricoltura é lo sfruttamento delle condizioni favorevoli del clima, per aumentare la produzione dei generi piü redditizi, in primo luogo della viticoltura, della frutticoltura e della pollicoltura nonché per aumentare la produzione del latte e dei grassi. (Continua in III. pagina) 9 i Nel mese di febbraio. verranno distribuiti alla popolazione i se-guenti generi razionati: Tessere R-l sul tagliando 101 gr. 300 di sapone da bucato, sul tagliando 102 1000 gr. di riso, sul tagliando 103 gm. 100 di sapone da toeletta, sul tagliando 104 una scatola di sardine. Tessere R-2 sul tagliando 201 gr. di sapone, tagliando 202 gr. -500 di riso, tagliando 203 gr. 100 di sapone da toeletta, tagliando 204 Una scatola di sardine. j Tessere R-3 sul tagliando 301 gr. 300 ‘d C sapone, ’tagliando 302 gr. di riso, tagliando 303 gr. 100 sapone da toeletta, tagliando 304 una scatola di sardine. Tessere 100 sapone Tessere Tessere Tessere D-l sul tagliando toeletta. D-2 sul tagliando D-3 sul tagliando G-l sul tagliando 401 gr. 300 di sapone, tagliando 403 gr. 501 gr. 601 gr. 701 gr. 150 150 150 sapone sapone sapone da da da bucato. bucato. bucato. Per l’acquisto dei prodotti cerealicoli, con gli appositi tagliandi numerati i čonsumatori potranno acquistare: 1. kg. di pane confezionato c0n farina integrale tagl. 8 1* „ », j, j, ,, ,, bianca ,, 12 1. „ „ farina integrale „11 t 1- i, „ „ bianca „ 15 1. „ „ gries di frumento „ 15 I. „ „ pasta „ 16 j 1. „ „ farina di granoturco „11 1. „ „ gries di granoturco „ 13 Per l’acquisto di grassi e generi vari: Tes. R-l tagd. 12 per ogni 100 gr. di gras., tagl. 12 per ogni gr- 250 carne 15 „ „ 100 „ „ ZUCCjiL- „ 3 ,, ,, », 50 caffé Tes. R-2 11 „ „ 100 „ „ gras. 10 „ „ „ 250 carne ,, 12 „ „ 100 „ „ zucch. „ 2 „ „ „ 50 caffé Tes. R-3 „ 10 „ „ 100 „ „ gras. „ 8 „ „ 250 carne ,, 10 „ „ 100 „ „ zucch. „ 2 „ „ «50 caffé Tes. D-l 4 „ „ 100 „ „ gras. „ 3 „ „ „ 250 carne >> 15 „ „ 100 „ „ zuoch. „ 1 „ ,V „ 100 cacao Tes. D-2 6 „ „ 100 „ „ gras. 4 „ „ „ 250 carne 10 „ „ 100,, „ zucch. „ 2 „ „ 100 cacao Tes. D-3 8 „ „ 100 „ „ gras. 5 „ „ 250 carne 10 „ „ 100 „ „ zucch- „ 3 „ „ 100 cacao Tes. G-l 6 ,, „ 100 „ „ gras. 7 250 carne „ 6 „ ,. 100 „ .. zucch. Tes. NOS ,, O ,, ,, iüü ,, ,, gras. 8 „ „ 250 carne ,, 16 „ „ 100 „ „ zucch. Tes. BOL „ 5 „ „ 100 „ „ gras. 12 250 carne ,, 10 „ „ 100 „ „ zucch. Tessere Tabacco gr. 140 su ogni tagliando N. 28-29-30-31. ISTRUZIONI I tagliandi del riso non usufruiti nei mesi di novembre, dicein-bre e gennaio rimangono valevoli- La distribuzione verrà effettuata se pubblicato a parte. Sotto prodotti di cacao s’intende, cacao, cioccolato e bomboni di cioccolato, Ja distribuzione dovrà essere effetuata secondo le giacenze effettive. GRAZIE ALLÁ DËDIZIONE DEI LAVORATORI Sorgono le case cooperativistiche nel Circondario Sarebbe grave dimenticanza il non includere nella schiera dei lavoratori d’assalto del circondario i compagni Medica Giacomo, Bertok Segej e Kocjančič Valerio i quali, con il loro slancio lavorativo e ia loro volontá di daré un maggior contributo alla realizzazione di un migliore avvenire per la popolazione lavoratrice del circondario, si sono meritati piü volte la quaüfi-ca di lavoratore d’assalto. II comp. Medica, proclamato due volte lavoratore d’assalto é opeiraio muratore, proveniente da íamiglia operaia. Fü sernpre un conseguente antifascista. Partecipó alla lotta di liberazione in Slovenia. Ora dirige i lavori di costruzione della casa del cóoperatore di Pobeghi- II -comp.' Bertok Sergej di 31 anni, operaio, proviene da íamiglia di contadini poveri. Fu perseguita-to dal fascismo, inviato nei batta-glioni speciali e poi prigioniero degli inglesi. Ritornato a Pobeghi si diede a lavorare con slancio pella rícostruzione, meritandosi nel 1949 una prima volta la qualifica di lavoratore d’assalto. Nell’ottobre del 1949 partecipó con ia brigata «II Congresso del PC TLT» al ta-glio delle legna nella Selva di Tar-nova ed ivi si mérito una seconda volta l’ambita qualifica di lavoratore d’assaito. Il comp. Kocjančič Valerio di 27 anni, da Pobeghi, é tre volte lavoratore d’assalto. Egli pure proviene da íamiglia eontadina povera, ha partecipato alia lotta di liberazione, meritandosi la promozione a sottufficiaile in servizio att.ivo. Dopo la liberazione partecipó al lavoro di rícostruzione nella Jugoslavia con la brigata Branki Babič ed ivi si mérito Ja qualifica di lavoratore d’assalto. La II volla venne proclamato durante la sua permanenza nella Selva di Tamova con ia brigata II Congresso. La III volta veniva proclamato lavoratore d’assalto per i suoi meriti ed ii suo slancio lavorativo nella Costruzione delia casa coopexativisti-ca di Pobeghi. Ma ii comp. Kocjančič ci ha promesso che non si fei-merá qui. Altri ed altri a decine sono i pionieri dell’ernulazione 2 dell'pdi-ficazione socialista. Nei prosshi i articoii tracceremo brevemente lo loro caratteristiche. LAVORI DI ADATTAMENTO ALLE STRADE DEL CIRCONDARIO I COMP. MEDICA GIACOMO, BERTOK SERGEJ E KOCJANCIC VALERIO La sta-ada Risano—Bivio alJargata. Nel vasto programma di lavori progettati per h miglioa-amento e lo sviluppo delle comunicazioni nel circondario Istriano é previsto pure lo aliargamento e la sistema-zione delta strada Risano—Bivio Dečani. Lavori questi che si pre-sentano quanta» mai necessari dato che la strada in argomento é la maggior via di comunicazione che ci collega con la Repubblica Populare denla Slovenia, strada sulla quale si svolge tutto di nostro at-tuaie traffico terrestre. Le condizioni attuali della strada non rispondono alio scopo causando un impedimento non lieve alio sviluppo dei nostri trafficl. La strada é stretta, in certi tratti é impossibile il passaggio di due macchine viaggianti in direzione opposta; le curve sono troppo LA BUROCRAZIA FRENA IL LAVORO SOCIALISTA In una coriferenza di Partito si é discusso molto per eliminare il burocratismo. Vediamo alcuni esempi: Giorni or sono, un comp. si recava in una Sezione del nostro Di-stretto onde ottenere un buono di cuoio necessario per la riparazíone di un paio di scarpe da palombaro dell’Impresa Gittadina di Pirano, facendo presente che da domanda, intesa ad ottenere tale quantita-tivo di cualo, era giá stata precedentemente consegnata a detta Sezione. Nonostante le ricerche del-l’impiegato, la domanda non é pos-sibile rintracciarla. Si aggiunge nelle ricerche l’operaio stesso e dopo una ora di lavoro, riesce a trovarla. Quando ormai pareva che tutto si sarebbe risolto l’impiegato spiega all’operaio l’impossibilita di effet-tuare tale assegnazione in quanto Ja nierce non era stata suddivisa. Da tenere presente che il cuoio si trova nei magazzini, e che il comp., dopo una perdita di mezza gior-nata, deve ritornarsene a casa. Ii palombaro lógicamente rimane sempre insperoso. La filíale sindacale dell’Impresa Costnuzioni Cittadina ha inoltrato domanda regalare alia Sezione competente per ottenere l’assegnazione di N.ro 40 paia di scarpe di lavoro per gli operai. A detta filíale ven-gono assegnate saltante dieci paia di tali scarpe, spiegando che non so-no in grado di soddisfare l’assegna-zione per intero. Presso la Cooperativa agrícola di Portorose riposano intanto N.ro 900, paia di scarpe parte delle quali in vendita libera. Si é dell’opinione che gli organi competenti non abbiano un’esatta evidenza della merce esistente, poi-ché é notorio a tutti i democratici che la merce esiste ed in special modo per gli operai che lavorano per l’edificazione del Socialismo nella nostra Zona. strette; in altri punti la non fa-vurevole compo.iizione geologica de. terreno ha rovinato il fondo stradale, sicchè è emersa la im-pellente urgenza e nécessita dei lavori di sistemazione e riatta-mento. ( , 1 tecnici stanno già attuando gii studi sui posto, t MORALE EUMlMFüfiMlSTA «Maiedetto il sangue di mio fra-teilo che è marto per questa causa». Taie orrenda espressione biasfema che si è lasciato sfuggire Millovaz Fulvio, cominformista di Cittanova. Questa frase da sola è più che bastante per boilare di vergogna un uomo che, accecalo da una pro-paganda di menzogne e senza morale alcuna, rinnega, offende e ma-ledisce il puro sangue di combat-tente dei fratelào che si è immolato per la causa di tutta l’uinanità pro-gressista- II fratello di Fulvio Millovaz è caduto falciato dal piombo tedesco suila piazza di Cittanova assieme ad altri compagni. Ora suo fratello lo maledisce perché, incurante délia vita, ha voluto dare al suo popolo la libertà e far si che questa terra martoriata non fosse più cal-pestata dal tallone dei tiranno. Questa è la morale dei comin-formisti. Qmesto insegna' il Com-inform. j, , j Altro ancora è uscito dalla lorde labbra di Fulvio Millovaz, altre espressioni che sono tutto un programma di bassezza d’animo e che lo mette al bando dalla nostra o-cietà. Fulvio Millovaz, tu rotoli nel fingo e ti copri di vergogna per.’iè ti sei messo dalla parte dei t i-ditori della classe operaia, dei li-quidatori della lotta di iiberazio 2, dalla parte dell’imperia'lismo e (.1 tradimento più nero. Fulvio Millovaz ,il sangue di tm fratello che ha bagnato la piaz a di Cittanova ti maledisce. PROTESTE DI OPERAI per l esclusione dal congresso dei S.U. Giungono. incessantemente decine e decine di mozioni di protesta da tutte le filiali sindacali indirizzate al «Comitato id’aziome sindacale per la rícostruzione dei sindacati clas-sisti.» In queste mozioni la nostra classe operaia esprime la sua volontà ed il suo incontrastabile diritto di partecipare al prossimo Congresso dei S. U. di Trieste. Nelle loro mozioni i lavoratori dei Circondario si appellano allô spirito di classe degli operai trie-stini affinchè venga smascherata la manovra dei traditori Radich, Se-milli e Destradi che tendono a mantenere divisi artificialmente i lavoratori délié due zone. Elenchiamo qui di seguito alcune filiali sindacali che hanno inviato al nostro giornale le cítate mozioni di protesta: Filiale sinda-caile della fabbrica Arrigoni di Umago; Istra di Umago; Pescatori di Umago; Agricola di Umago; Agrícola di Petrovia di Seghetto e di Morno; Edilit di Buie; Casa dei cooperatore di Buie, falegnami im-piegati, filiale mista, federazione, agricola e statale di Buie. Filiale delle Cave di Canegra; mista, statale e pescatori di Cittanova; Vi-noplod di Buie; Filiale dell’Ospe-dale civile di Isola; Comitato Citta-dino di Isola; Riba di Isola; Filiale mista di Portorose; Filiale degli agricoltori di Portorose ecc. ecc. Come si vede tutti i lavoratori dei nostro Circondario levano alte le proteste per raggiungere l’unità di lotta nel campo sindacale con i fratelli lavoratori di Trieste. I compagni operai della fabbrica IArrigoni di Umago hanno inviato la mozione che pubblichiamo e che dimostra lo spirito di cui sono ani-iïiati i nostri lavoratori: «Noi operai ed impiegati dell’Ar-rigoni di Umago, riuniti per esa-minare i nostri problemi interni, il piano di lavoro per il 1950 e stu-diare i risultati dedl’Assemblea Circondariale del Partito Comunista, protestiamo contro le manovre dei dirigenti opportunisti dei S. U. di Trieste che intendono organizzare un Congresso in camera caritatis. Tutti noi ci appeldiamo al «Comitato d’azione per la ricostruzio-ne dei sindacati classisti» affinchè vengano messe in pratica le decision! deli’Aissemblea Strao-rdinaria Circondariale del 2 agosto del 1948, di. rimanere cioè uniti ai lavora-tari di Trieste nella lotta contro l’imperiaüsmo, contro coloro che vogliono trasformare i S. U. in un appendice del Cominform e che vogliono introdurre nel movimento sindacale gli interessi di un grup-po di neo-dittatori. I lavoratori del nostro colleltivo di lavoro reclamano un Congresso unitario affinchè siano chiante al proletariato triestino le vere ra-gioni della rottura nel campo sindacale, rottura voluta dagli attuali dirigenti di Trieste, con a capo Vidali, Radich, Semilli e Destradi. Date le esperienze, noi reclamia-mo l’unitá di lotta poiché senza di questa passato ed il presente ci insegnano che il aindacato perde la sua caratteristica classista e non pu ó aiutare il proletariato di Trieste nella sua lotta contro l’imperiali- smo. RADIO TRIESTE Zona jugoslava del TLT Lunghezza ÍFontia ni. 240 Mercoledi 8 febbraio ore 18,00 Col nostro popolo 20,15 Follie d’inverho (rivista) Giovedi 9 febbraio ort 13,45 Per voi donne 17,30 Attualitá politiche 22.00 Viaggi attraverso la Jugoslavia socialista Venerdi 10 febbraio ore 17,30 Attualitá politiche 18.00 Rassegna sportiva 19.45 Froblemi sindacoli di B-Petronio 20.45 Orizzonti 1950 LE FILIALI SINDACALI DEL BUIESE Le varie filiali sindacali del di-stretto di Buie hanno svolto nel mese di dicembre e gennaio una vasta attivitá di lavoro d’assalto dedicato ailla costruzione della casa cooperativlstica di Buie. Tutti questi lavori hanno riche-sto 8.124 ore lavorative. MARTEDI 7 FEBBHAIO 1Ï3U •=r*r~ IBT—T? LA RELAZIONE ECONOMICA alla IV Conferenza del P. C. T.LT. (Continuazione dalla II. pagina) L’agricolutra verrá dotata di mac-chinari del 90 per cento in piü del-l’anno scorso. Nei singoli rami, come la viticol-tura, dobbiamo aumentare la superficie e migliorare la qualitá; nel-l’orticoltura aumentare del 10 per cento la superficie e, con la sele-zione delle sementi, aumentare la produzione, nella frutticoltura aumentare la produzione, la qualitá ed il valore dei prodottx con una maggiore cura e con ruso di mezzi protettivi e preparare una riserva sufficiente di piantine di peschi e di olivi: diminuiré la superficie a cereali del 5 per cento, aumentando pero del 10 per cento il prodot-to con la selezione dei semi e con altre misure agrotecniche. Bisogne. rá introdurre nuovamente ed aumentare la produzione di piante industrian. Negli allevamenti aumen-teremo del 10 per cento di grassi animali. Miglioreremo l’organizza-zione del servizio veterinario, miglioreremo la nostra pollicoltura, imboschlremo 100 are di terreno. Dobbiamo migliorare gli impianti di irrigazione nella Valle del Quieto rendendo cosi quei terreni adat-ti per la coltura degli ortaggl. Análogamente regoleremo il corso della Dragogna e con esperimenti s'cientiiici accerteremo quali siano le colture piü adatte nella Valle bo. nificata di Ancarano. Alie coope-rative di produzione giá istituite do-vrerao daré tutto l’aiuto materiale, organizzativo e proíessionale affin-ché possano divenire al piü presto dei poderi modello. Dovremo isti-tuire cooperative nuove e sviluppa-re le esistenti. Uno dei settori piü importanti della nostra economía é la pes'ca che fornisce le materie prime alie nostre maggiori fabbriche. Dobbiamo perció aumentare la po-tenzialitá dei mezzi per la pesca, costruendo imbarcazioni nuove e moderne, attrezzate secondo i principi piü moderni. Dovremo elevare ed appoggiare le cooperative fra pescatori. Introducendo nuove autocorriere dobbiamo migliorare le comunica-zioni e miglioreremo pure del 90 per cento il traífico delle merci. Per la completa utilizzazione del nostro autoparco includeremo nel piano anche i privati affidando loro dei trasporti. Lo stesso^ vale per il traífico marittimo. Come settore económico importante cureremo di piü il turismo, aumentando del 300 per cento la capacité dei nostri obbiettivi turi-stici. Per l’elevamento del tenore di vita e per lo síruttameñto delle possibilité produttive locali e per la giusta distribuzione dei beni, b¡-sogneré organizzare in tutte le citté nuove aziende di produzione e commercial!. Per la realizzazione dei compiti menzionati, fis'sati dal piano dobbiamo tenere un particolare eviden-za il problema della manodopera. Bisogneré includere nella produzione e nell’edilizia 1.500 nuovi o-perai ed aumentare un rilevante numero di opera!, non qualificati o semiqualificati, alia qualifica proíessionale. Dobbiamo introdurre e popolarizzare anche l’emulazione ira i lavoratori qualificati affinché questi, con il loro lavoro e capacité istrujsçano il massimo numero di apprendisti e di opérai non qualificati. La capacité dei nostri ospedali altri obbiettivi di produzione han-saré portata a 5,7 letti per ogni mille persone. Eleveremo il quadro proíessionale per gli ospedali ed is'tituiremo il servizio policlinico per gli allievi tnfermieri. Miglioreremo il servizio dell’igiene in generale. compito di ogni membro del parti-to di daré il proprio contributo in una azione costante per l’economiz-zazione e lo sfruttamento razionale delle materie prime, del materiale di impiego, dei combustibili ecc. Dobbiamo preoccuparci per il giusto impiego di tutti i cascami e scarti della produzione. Una cura speciale dobbiamo dedicare al mac-chinario ed agli attrezzi. L’EViDENZA è di capitale importanza Tutte le imprese, fabbriche e gli no il dovere di curare e migliorare le condizioni sanitarie e di lavoro. Le organizzazioni di massa devono tener conto di questo. Se vogliamo realizzare 11 piano nelle sue fasi: mensile, trlmestrale, anímale, dobbiamo lotíare giorno per giorno per la realizzazione ed il superamento del piano giornalie-ro. Da cié risulta lógica e chiara la nécessita di giungere ali’evidenza giornaliera e del controllo in tutti i rami di produzione. L’evidenza operativa non dovré essere oggeí-to solíanto della commissione dei piani e dei singoli dipartimenti roa bensí di ogni sigola direzione operativa. La esatía evidenza ci per- metteré il controllo sulla realizzazione del piano, sulla giustezza dei piani elaborati, sulla possibilité di un maggior sfruttamento delle for-ze produttive e delle materie prime. Voglio citare a tale proposito un esemplo del mese di ger.nalo: una federazione cooperativistica ha ri-cevuto il piano degli acquisti per gennaio e íebbraio. Si tratta di ar-ticoli che vengono prodoíti ma che finora non venivano compresi negli acquisti. Alcuni giorni fa giun-ge le relazione che dice: «Non ab-biamo acquistato nulla e non acqui-steremo nulla poiché questo non ab-biamo nel nostro piano». Ció significa che 1 compagni che hanno ri-cevuto il compito dell’acquisto nel piano, non comprendono il piano stesso e quale é il loro dovere nel-I’economia pianificata e nell’econo-mia del circondario in generare. Di quesi esempi ne abbiamo e ne avre-mo molí i., Dobbiamo quindi comprendere f’imporianza del piano e-cohomico dobbiamo spiegare, istrui-re e lottare per la realizzazione dei compiti del plano. AU’inizio ho gié accennato al íatto che la nostra economía verré a gravitare sui Comitati Distrettua-li e locali. Senza dubbio ci trovere-mo di fronte a molte difftcolté e dovremo rivolgere tutto 11 nostro aiuto alie Istituzioni di base. E’ dovere di ogni membro del Parti-to interessars'i del piano del proprio settore, della sua realizzazione e di prestare In ogni momento il süo aiuto. Tanto per daré un’idea della va-stité dei lavori nei singoli comitati distrettuaii e locali, indicheró alcu-nl di tali lavori che novranno essere iniziati e portati a termine nel primo trimestre cioé entro il 31. marzo: LA PRIMA TAPPA: IL PIANO TRIMESTRALE Le difficoM saranno supérate con I’ ai uto dei membri del Partito CAPOD1STRIA: Stazione autocorriere, riparazione strada asfaltata, canalizzazione piazza Broílo, acque-fc I dotto in Calegheria 150 m., ultiina- Per l’elevamento del tenore di vita aumenteremo nel commercio il fondo merci del 14 per cento ed approfondiremo la differenziazione fra i consumatori e sopratutto miglioreremo l’approvvigionamento ai lavoratori. Nel piano sono previsti acquisti superiori del 30 per cento di prodotti agricoli. Questi sono i compiti principan nell'ambito del nostro piano económico per l’anno 1950. Naturalmente questo é solo il piano: la sua realizzazione — la parte piü difficile del piano — deve ancora effettuar-si. La portata a termine dei compiti é un dovere d’onore per tutti i cit-tadini del nistro circondario. Cosi prevede il decreto del Piano stesso. Ovviamente ogni membro del Par-tito ha un dovere particolare per la realizzazione del plano. Nel corso della realizzazione del nostro piano, si presenteranno in-dubbiamente varié difficolté che soltanto la collaborazione coscien-te e l’aiuto incondizionato dei membri di Pártito e delle organizzazio-ni di massa faranno superare. I nemici del popolo lavoratore di ogni risma tenteranno con tutti i mezzi di sabotare in primo luogo la realizzazione del piano nel nostro circondario. Spetta a noi tutti vigilare su tali elementi, smascherar. li, s'coprirli in tempo e metterli nel-l’impossibilité di nuocere. " Il nostro piano' non significa' sol-tanto la giusta distribuzione dei compiti economici e la sola imposta-zione della prospettiva. II piano significa prima di tutto la mobilita-zione piü larga di tutte le forze di-sponibili nel circondario per la sua realizzazione e significa nel contempo lotta conseguente e dura di tutto il popolo lavoratore. Quindi il nostro primo compito é di studiare il contenuto del piano, i compiti da es'so derivanti, di popolarizzario, di spiegarlo e di farlo entrare nella coscienza del popolo lavoratore. O-gni nostro lavoratore deve compren-^ dere cosa significhi lavoro pianifi-'’' cato, che cosa il piano richiede da| lui e che cosa il piano prevede per; lui. Se noi riusciremo a fare ció/ la realizzazione del piano saré fa-l cilitata di molto. Un compito importante che spetta poi al nostro partito é quello di daré il suo aiuto concreto nell’in-troduzione di nuovi metodi di la-j voro, nelTorganizzazione dei nuovi1 procedimenti produttivi e nel raf-forzamento della disciplina lavora-tiva. prima fase della pescheria e del mercato, sistemazione parchi e giar-díni, istiíuzione della lavandería e sííreria, delia macelleria, della sar-toria per donne, di latterie, di ri-vendite verdure e preparazione dei iocali per barbieri e per la pastic-ceria. ISOLA: Riparazione di case d’a-jbitazione per un valore di 300,000 (dinari, bagno pubblico, 500 m. di Icanalizzazione, prima fase delia Istrada per Haré, apertura di varíe laziende quali: panifício, stireria, ¡sartorie e macelleria. PIRANO: Riparazione case d’abi-cazione per un valore di 1,000.000 di dinari, bagno pubblico e 500 m. canalizzazione, acquedotto, riparazione binari tram, lavandería, ísti-tuzione di aziende per panetíerie e macelleríe. PORTOROSE: Riparazione e as- Híaltatura delle strade, apertura di _ un bar, sistemazione di parcbi. santemente ed in ogni occasione l'importanza del lavoro di ogni singólo per la societé, per Ü rafforza-mento della economía popolare e per l’elevamento del proprio tenore di vita. Ad ogni passo bisogna smascherare i fannulloni, gli spe-culatori, i parassiti incoscienti, i burocrati e tutti coloro che voglio-no sabotare la realizzazione del piano. Soltanto con l’aiuto del partito, dei sindacati e delle altre organizzazioni politiche, potremo introdurre nella produzione nuove norme di lavoro e tcniche, che rende-ranno possibile una gius'ta ricom-pensa per il lavoro svolto. Bisogneré operare severamente la differenziazione fra coloro che danno tutto per la realizzazione del piano e coloro che schiveranno il lavoro sia per quel che riguarda l’approv-vigionamento come anche le varíe agevolazioni. Da ora in poi deve valere da noi il principio «a cia-scuno secondo il suo lavoro». E’ BUIE: Bagno pubblico, riparazione case d’abítazione per un valore di 700.000 din, apertura: farmacia, macelleria, panetteria, rivendita verdure, negozio ferramenta, nego-zio alimentan, sistemazione parcbi e piazze. UMAGO: 300 m di acquedotto, re-golamento del canale Petrovía-Uma-go per un valore di 1,000.000 din, sistemazione parchi e piazze, apertura: due macellerie, un panificio, due trattorie, un negozio combustibili, un negozio commesiibili, pescheria, negozio ferramenta, CITTANOVA: Riparazione case d’abitazione per 500.000 dinari, fab-brica acque gazzose, apertura: negozio combustibili, macelleria, bar-biere, latteria, negozio tessili, negozio alimentan, trattorie, sístema-zione parchi. 'hÁ'I oitre a ció, proseguiramo i lavori in corso di carattere circondariale e distrettuale. Si costruiranno strade e se ne rípareranno nel solo di-stretto di Buie 6. In tutti i comitati popolari locali si inizieranno i la-vori preparatori per la costruzíone di pozzi cisterna, abbeveratoi ecc. Solo nel dístretío di Buie ne sono previsti 22. Con un ritmo ancora piü celere si continuera la costruzíone delle case del cooperatore. Verranno a-úattatl del silos, si rimboschiré e si eseguiranno varí altri lavori, come strade di carattere circondariale, bonifiche ecc. MASSIMO IMPULSO al lavoro nolontario Da questa sola elencazione appa-re evidente la portata dei compiti che stanno davanti ai nostri comitati cittadlni e locali. Anche qui ne-ces'siteré tutto l’aiuto del Partito e delle organizzazioni di massa. La mancanza di manodopera è sensibi-le. Nei seguenti trimestri i lavori saranno ancora piü vasti e per di piü coincideranno con i lavori a-gricoli. Compagni, dobbiamo approfittare del tempo a nostra disposizione nel primo trimestre. E’ dovere delle organizzazioni di massa di organizzare al massimo il lavoro volonta-rio per l’aiuto immediato alia realizzazione del piano. Le nostre riu-iiioni, conferenze ecc. devono es'se-_re programmate per discussioni concrete e per conclusion! impegna-tive in tutto ció che serve alia realizzazione del piano. Non dubitia-mo che la maturité e la coscienza del nostro popolo lavoratore, in primo luogo dei membri dei Partito, saré un grande íattore per la realizzazione ed il superamento del plano económico dell’anno 1950. Tutte le forze per la realizzazione del piano! CARATTERISTICA E SIGNIFICATO DEL SISTEMA DI LAVORO A BRIGATE Di giorno in giorno i lavoratori della fabbrica Nardone di Isola sïruttano sempre più razionalmen-te le risorse dei proprio collettivo, elevano la produzione e, con sempre maggiori successi, realizzano i compiti dei piano perché scno con-vinti che con il costante impegno nel lavoro, raggiungeremo la vit-toria nella grande lotta che pure noi conduciamo accanto al popolo Jugoslavo per la vérité e la giusti-zia, per il progresso, per la realizzazione dei giust] rapport! fra gli stati socialisti. I lavoratori della Nardone hanno elevato la produzione e hanno fatto proprio il metodo di lavoro a slstema di brigate per l’uiteriore, incessante e sernpre maggiore aumento della produzione. Tutto il collettivo di lavoro della Nardone vanta oggi un altro suc-cesso ottenuto, cioè quello che taie sistema è stato Introdotto anche negli altri collettivi dl lavoro. La fabbrica Arrigoni di Isola è la seconda in ordine di tempo che ha introdotto il medesimo slstema per la migliore e più cosciente realizza-zlrine dei compiti derivanti dal piano. Ora è necessario che questo sistema di lavoro venga continua-mente perfezionato, allargato e raf-forzato, perché il sistema a brigate significa aliargare e rafforzare le basi dello slancio per una maggiore produzione, significa inoltre per-fezionare i principi basilari della meccanizzazione ed il miglioramen-to continuo dei processo tecnologi-co. Il sistema a brigata è una forma di organizzazione socialista dei lavoro altamente sviluppata, nel s’uo contenuto porta decisamente ad u-na più précisa e migliore suddivi-sione di lavoro in qualsiasl unité economica. Richiede la divisione dei iavori ausiliari, perché esime i lavoratori qualificati da una sérié di lavori paralleli e cosi favorisce la maggiore produttivité ai lavoratori qualificati, corne pure una migliore cernita e suddivisione dei lavoratori ed inoltre uno sfruttamento più razionale e completo dei tempo la-vorativo. Alla base della nuova organizzazione di lavoro sté il piano, la suddivisione, il coordinamento e l’organizzazione, il tutto perfezionato nei minimi particolari. La brigata nel suo funzionamento abbraccia più fasi e branchie dei PER QUESTO nacque Lenin Incontrai un operaio analfabeta, che neppure leggeva una -parola Ma egli aveva sentito la voce di Lenin ed egli sapeva tutto. Ascoltai il racconto di un contadino della Siberia. Espropriarono le terre, le difesero con baionette e corne un paradiso si divisero il villaggio.. Essi mai avevano letto Lenin, nè ascoltata la sua parola, ed erano leninisti. Vidi montagne senza erbe nè fiori. Qui, solo le nuvole cadevano sulle rocce, e a cento verste, sull’unico colle, luccicavano tra ; poveri i simboli di. Lenin. Oh, non sono ornamenti che te ragazze appuntano per civetteria, non è un amuleto, è un emblema il distintivo dei cuore che brucia pieno d’amore per Ilic. Su questo prodigio non âpre i suoi libri la sübdola teologia slava e non è dio che a lui ordinô: «Sii il mio eletto!» Con passo d’uomo e braccia d’operaio, con la sua intelligenza, egli percose questo cammino. Vladimir Majakovskij processo di produzione e tecnológico orgánicamente collegati. Tutte queste operazioni raggiungono la perfezione solamente quando le brigate vengono introdotte in tutti i pos'ti di lavoro. Questo in '-definitiva é il nocciolo del sistema di lavoro a brigate e su questo principio si basa il nuovo metodo di lavoro. I vantaggi del sistema di lavoro a brigata sono grandissimi, dato che proprio la brigata accresce mag-giormente e nella maniera piü razionale l’impegno che ogni lavoratore mette nel proprio lavoro per Faumento della produzione. Ogni brigata ha il proprio plano, ogni suo membro la propria norma. I membri della brigata non solo st preoccupano di perfezionare le proprie norme, ma, sopratutto, si preoccupano che la brigata, come unita, porti a termine il piano con successo. Ed é precisamente dal fatto che la brigata deve realizzare il piano, che deriva il livello del suo guadagno e con ció pure il 11-vello del guadagno di ogni singólo membro della brigata. Nella brigata viene realizzata la categorizza-zione in base al rendimento individúale e alia qualifica, 11 che sumóla in misura notevole i lavoratori all’elevamenlo proíessionale e induce i migllori ad aiutare i piü deboli e meno abili, il tutto per Fuñica ragione dell’aumento della produzione della brigata nel suo complesso. Oltreació il sistema a brigate é regolatore dell’organizzazione della produzione. La brigata, come unita base, come il piü piccolo ed il piü collegato collettivo della fabbrica, richiede l’evidenza operativa ed il controllo della produzione comune il piü preciso e particolareggiato, che deve assicurare il controllo piü esatto su quanto é su cosa lavora ogni membro della brigata ed il modo di contrallare piü fácilmente Era un bel mattino d’inverno. II solé, si alzava lentamente dietro i lontani monti coperti di neve. I suoi raggi iiluminavaino i picchi che si stagliavano nel cielo tersó e freddo. II panorama era meraviglioso, ma 10 ero triste. Il gelo mordeva le mié membra, la fame non mi dava pace ed ero stanco. Stanco, di una stanchezza che si era accumulata da settimane nei miei muscoli af-faticati. Di tanto in tanto nell’atmosfera passava con cupo rimbombo il tuo-no del cannone, e secco giungeva 11 crepitio delle mitragliatrici. 11 nemico era in aliarme. Arrivavano sempre piü vicini i proiettiii nemici, man mano che veniva aggiustato il tiro. lo ero solo, con al fianco, appoggiata sulla neve, la mitragliatrice. Verso mezzogiorno il vento co-minció ad urlare sollevando furiosamente dal suolo la neve che sem-brava nebbia poiché anche il solé, che alto brillava nel cielo, veniva spesso oscurato. Vidi allora in distanza il nemico avanzare. Corre-vano a tutta velocita. I puntini neri sulla neve si stavano avvici-nando rápidamente. Erano a mi-lle metri quando io diedi Fallarme. Ad uno ad uno i miei compagni dl lotta presero i loro posti di com-battimento e venne aperto il fuoco quando il nemico fu vicinissimo. La tromba nemica squillava al-l’assalto, le bombe a mano scon-volgevano iil suolo copento di neve ed i proiettiii fischiavano da tutteá ¡S il s'uo progresso. A questo scopo nécessita assolutamente sezionare 11 piano ed introdurre giuste e reali norme. La brigata richiede pure una migliore organizzazione dell’e-mulazlone. Con il più effettivo e diretto rapporto fra gli interessi dell’unité e del singólo, la brigata porta al rafforzamento continuo della disciplina lavorativa, all’au-mento del risparmio e della responsabilité verso gli opérai e gli attrezzi, abitua ogni singólo ad una piü completa conoscenza del problemi produttivi In ogni posto dl lavoro. La brigata nella fabbrica 0 nel cantiere è il perno, l’lnesau-ribile forza motrice di ogni perfe-zionamento nell’organízzazlone del-l’attivité produttiva nella produzione. La brigata costitulsce quella u-nité che, continuamente, alimenta tutto l’organismo della fabbrica con nuove iniziative, con nuove forze nella attivité produttiva, nella lotta per la realizzazione del piano. Ma il significato del sistema di lavoro a brigate non è solamente questo. La brigata è il centro dei collettivo di lavoro che educa i lavoratori nel lavoro quotidiano collettivo, sviluppa lo splrito dl sacrificio, che indirizza le loro abitudini, 1 loro rapport! e le loro opere in favore della collettivitè. II collettivo di una fabbrica composto da si-mili brigate è un collettivo unito c forte che puó portare a termine qualunque compito, che puó risol-vere ogni difficolté e che puó realizzare qualsiasl compito come un sol uomo. La brigata deve acqui-starsi autorité ed il suo nome deve avere un significato ben précis® per il lavoratore. Se consideriamo a quali conquiste porta il sistema di lavoro a brigate emerge la nécessité di lottare per l’introduzione di questo sistema su un largo fronte, sopratutto nelle (Continua in IV pagina): le parti. Era un inferno, ma la ritirata era impossibiile. Tutto il giorno duró ,il combat-timento. Soltanto con, il tramonto del solé il nemico, constata la inutilité dei suoi sforzi, desistette ritirandosi. Come la battaglia per-deva il suo mordente, cosi la furia del vento diminuiva ed allora, nel-l’oscurité della fredda notte subentró una calma paurosa mentre in alto nel cielo le stelle brillavano con una lucentezza insólita II gelo inténto aumentava sempre piü e soltanto la coscienza del mio compito mi tratteneva al posto di guardia. Un colpo di fucile diede l’ordine di iniziare il combattimento. Cha eravamo noi che attaccavamo. Le colonne partigiane avanzavano. Tutte le specie di armi da fuoco sparavamo rabbiosamente. II cielo era illuminato dal continuo lam-peggiare. I proiettiii dell’artiglieria tracciavano nell’oscuritá striscie di fuoco e piombavano sulle nostre torméntate posizioni. Non aveva un1 minuto di pace. La mía mitragliatrice sparava continuamente, mentre le sofferenze per il gelo mi davano un tormento insopportabiile e la fame mi mordeva le viscere. La sofferenza era grande, ma il dovere verso il mio popolo marto-riato dal fascista mi legava alia arma che non cessava un, istante di seminare la morte. All’una del mattino venne For-dine di inseguiré il nemico in fuga. Continuava la marcia verso la vit-toria. GIACOMO BRAICO DAL DIARIO DI UN PAR TIGIANO -— Come dite vol stesso, voi non capite, replicó Ernesto. II metafisi-co ragiona per deduzione prenden-do per punto di partenza la sua propria soggettivité; il dotto ragiona per induzione, basandosi sui fatti forniti dall’esperienza. II metafisico procede dalla teoria ai fatti, il dotto va dai fatti alia teoria. II metafisico spiega lUniverso conformemente a se stesso, il dotto spiega se stesso conformemente all’Universo. — Dio sia lodato del fatto che noi non siamo dotti, mormoró il dottor Hammerfield con un’aria di soddisfazione beata. •— Che cosa siete dunque? — Siamo filosofi. — Ed ecco la parola, disse Ernesto ridendo. Avete abbandonato il terreno reale e solido, e vi lanciate in aria con una parola a guisa di maichina volante. Di grazia, ridi-scendente quaggiü e voglíate dirmi alia vostra volta che cosa intendete esattamente per filosofo. — La filosofía é... (il dottor Hammerfield bevve un bicchiere per schiarirsi la golab qualche cosa che non si puó definiré in modo comprensivo se non per gli spiriti ed i temperamenti filosofici. II dotto che si Umita a flecare il naso nei suoi crogluoli non puó comprendere la filosofía. Ernesto sembró insensibile a questa stoccata. Ma egli usava rivoltare l’attacco contro l'avversario, e questo fece súbito, col viso e la voce pleni di benigna fratellanza. — In questo caso, comprenderete certamente la definizione della filosofía che ora vi proporró. Tuttavia, prima di cominciare, vi Invito o a III puntata rilevarne gli errori o ad oss'ervare un silenzio metafisico. La iilosofia é semplicemente la piü vasta di tutte le scienze. II suo metodo di ra-gionamento é quello stesso di una qualsiasi scienza particolare, o di tutte le scienze. E con questo medesimo metodo di ragionamento, col metodo induttivo, la filos'ofia fonde tutte le scienze particolari in una sola e grande scienza. Come dice Spencer, i dati di ciascuna scienza particolare non sono altro che co-noscenze parzialmente unifícate; mentre la filosofía sintetizza le co noscenze fornite da tutte le scienze. La filosofía ó la scienza delle scienze, la scienza maestra, se volé, te. Che pens'ate di questa definizione? ^ — Molto onorevole, molto degna di crédito..., mormoró goffamente il dottor Hammerfield. Ma Ernesto era senza pieté. — State in guardia, disse. La mia definizione é fatale alia metafísica. Se fin d’ora non potete indicare u-na lacuna nella mia definizione, fra breve sarete squaliíicati per addur-re argomenti metafisici. Dovrete passare la vita a cercare il difetto della definizione, e restar muti fin quando non l’avrete trovato. Ernesto attese. II silenzio si pro-lungava e diventava penoso. II dot- tor Hammerfield era tanto mortifi-cato quanto imbarazzato. Questo at-tacco a colpi di martello da fabbro lo smontava completamente. II suo squardo implorante fece U giro della tavola, ma nessuno rispondeva per lui. Sorpresi mio padre in atto di scoppiar dal ridere dietro la sua salvietta. — C’é un altro modo di squalifi-care i metafisici, riprese Ernesto quando la sconfitta del dottore fu manifesta, ed è quello di giudicarli secondo le loro opere. Che hanno essi fatto per Fumanitá, s'e non tes-sere íantasie aeree e prendere per Dei le loro proprie ombre? Ammet to che hanno aggiunto qualche cosa all’allegria del genere umano, ma quale bene tangibile hanno foggia-to per esso? Essi hanno filosofato sui cuore come sede delle emozioni, e durante quel tempo certi dotti formulavano la ciicolazione del san-, gue. Declamarono sulla farne e sulla peste come flagelli di Dio, mentre certi dotti costruivano depos'iti di provvigioni e risanavano le ag-glomerazioni urbane. Designavano la terra come centro dell’Universo, mentre altri dotti scoprivano FA-merica e frugavano lo spazio per trovasi il sole e le leggi degli astri. Insomma, i metafisici non hanno fatto nulla, assolutamente nulla per Fumanitá. Dovettero indietreggiare passo a passo di fronte alie conqui-scientificamente constatati avevano ste della scienza. E appena i fatti abbattute le loro splegazioni sog-gettive, essi ne fabbricavano altre in scala piü vasta, per farvi entrare Ja spiegazioné degli ultimi fatti constatati. E ques’to, io non ne du-bito, continueranno a fare sino alia cons'umazione dei secoli. Signori, i metafisici sono stregoni. Fra voi e l’Eschimese, che immaginava un Dio mangiatore di grasso e vestito di pellicce, non c’é altra distanza che alcune migliaia d’anni di con-statazione di fatti. — Tuttavia il pensiero di Aristor tile ha governato l'Europa per do-dicl secoli, enunció pomposamente il dottor Ballingford, e Aristotile era Un metafisico. II dottor Ballingford fece con gil occhi il giro della tavola e fu ricom-pensato da segni e sorrisi d’appro-vazione. — II vostro esemplo non é felice, rispóse Ernesto. Voi evócate precisamente uno dei periodi piü foschl della storia umana, quelli che chia-miamo i secoli di oscurantismo: un’epoca in cui la scienza era sqhia-va della metafísica, in cui la física era ridotta alia ricerca della pietra filosofale, e la chimica era sostituita dall’alchimia, e ¡’astronomía dalla astrologia. Triste dominio, quello del pensiero di Aristotile! II dottor Ballingford ebbe l’aria seccata, ma tosto si ripres'e e disse:' — Anche se ammettiamo il ñero quadro che avete dipinto, voj vi tróvate costretto a riconoscere alia metafísica un valore intrínseco, poiché essa ha potuto far uscire Fumanitá da questa fosca fase e farla entrare nella luce dei secoli success'i-vi. — In ció la metafísica non ebbe nulla a che vedere, replicó Ernesto. — Come! gridó il dottor Hammerfield, non fu il pensiero specu-lativo quello che ha condotto ai viaggi di scoperta? — Ah, caro signore, disse Ernesto sorridendo, lo vi credevo squalifi-cato. Non avete ancora trovato il minimo difetto nella mia definizione della filosofía, e reslate sospeso nel vuoto. Ma questa é un’abitudi-ne dei metafisici. ed io ve la perdono. No, ripeto, la metafísica non ha nulla a che fare lé dentro. Pro-blemi di pane e di burra, di seta e di gioelli, di monete d’oro e di altri metalli, e, incidentalmente, la chiusura delle vie commerciali ter-restri verso l’India, ecco ció che provocó i viaggi di scoperta. Quando cadde Costantinopoli, nel 1453, 1 Turchi bloccarono la via delle ca-rovane dell’Indo, ed i mercanti eu-ropei dovettero cercane un’altra. Tale fu la causa origínale di quelle esplorazioni. Cristoforo Colombo na-vigava per trovare una nuova via delle Indie; tutti i manual! di storia ve lo diranno. Si scoprirono incidentalmente nuovi fatti s'ulla natura, sulla grandezza e sulla forma della Terra, ed il sistema di Tolo-meo gettó i suoi ultimi bagliori. II dottor Hammerfield emise una specie di grugnito. — Non siete d’accordo con me? domandó Ernesto. Allora ditemi do-ve sbaglio. — Non posso altro che tener fer-mo il mio punto di vista, replicó a-spramente il dottor Hammerfield. E’ un discorso troppo lungo per cominciarlo qui. — Non ci sono tempi troppo lun-ghi per il dotto, replicó Ernesto con dolcezza. Perció egli arriva in qualche luogo; perció é arrivato in America. Non é mia intenzione di descrive-re l’intiera serata, sebbene sia per me una gioia il ricordare ciascun particolare di quel primo incontro, di quelle prime ore passate con Ernesto Everhard. La mischia era ardente e i pastori diventavano rossi in faceia, sopra- tutto quando Ernesto li chiamava filosofi romantici, proiettori di lanterna magica, e dava loro epiteti di questo genere. Ognl momento egli li fermava per richiamarli ai fatti. — E’ un fatto, compagno, un fatto irrefragabile, egli proclamava trionfalmente ogni volta che aveva assestato un colpo decisivo. Egli era tutto irto di fatti. Lanciava loro fatti tra le gambe per farli incespi-care, metteva fatti in agguato, 11 bombardava di fatti. — Tuttavia la vostra devozione è riservata all’altare dei fatto, lanciô 11 dottor Hammerfield. — Il fatto solo è Dio, ed 11 signor Everhard è il s'uo profeta, parafra-frasô il dottor Ballingford. Ernesto, sorridendo, fece un se-gno dl assentimento. — Sono corne l’abitante dei Texas, disse. E poichè si insisteva perché si spiegasse, aggiunse: — Si, l’uomo dei Missouri dice sempre: «Si deve mostrarmi questo»; ma l’uomo dei Texas dice: «Si deve mettermi questo in mano». Da ci6 risulta ch’egli non è metafisico. Un altro momento, poichè Erne-sto aveva affermato che filosofi metafisici no potrebbero mai sopporta-re la prova della vérité, il dottor Hammerfield tuonô: If...T... — ss ■ .¿II::: .. r w --7 m rï:W — m silili j.' tjuuiimu 133 u ' r • / 1 MEDUSA ■ PIRANO 3-1 (0-1) PIEGATI I CAMPIONI D’INVERNO DAI QIOVANI E TENACI CÀPODISTRIANi Il GIGANTI DI PIANICA IL MIGLIORE DEL MONDO CAPODISTRIA 5. — Era opinio-ne comune che l’incontro odierno dovesse portare ¡lumi aullé condi-zioni attuali del PIRANO. II campionato era ad una svolta decisiva, gli sportivi volevano delle spie-gazioni, specie nel quintetto attac-cante che da 12 partite. utiili era efficente. E le spiegazioni sono ve-nute, ma col risultato a rovescio! Torna ancora di loda il detto del MEDUSA squadra del miracolo, o della sorpresa che dir si voglia. Prima di scendere in campo, i gio-catori del MEDUSA avevano un pó di timore per ¡Lambiente in cui si sarebbe svolto l’incontro. Pen-savano ad un Firano ianciato, sen-za sorupoh, ail’arrembaggio, ad un pubblico uníante, ad un arbitro che £or¡se poteva smarrirsi in tali frangente E difatti fu cosí ma solo per quanto riguarda l’arbitro che an-nullava una rete dei giallo azzurri per un fuori gioco discutibiliss.imo. Ed a proposito diremo: chi ha toc-cato per ultimo la palla prima che questa si insaccasse? Segala, rispon-diamo noi. Dunque rete regolaris-sima, ma punto annullato! Ma co-minciamo con ordine: il PIRANO, dopo 12 partite utili, é stato bat-tuto da una squadra che 15 giorni addietro si era fatta battere per MEDUSA:Giudici, Lonzar e Mora, Corte, Parenzan, Brussani, Valenti, Vascotto, Sabadin I., Sabadin II. e De Pangher. PIRANO: Segala, Grigio e Paulon, Fonda, Stocca, De Bernardi, Da-pretto, Venier, Contento, Crisman, Fiumi. MARCATORI: Fiumi al 2’ del p. t. (rigore), Valenti 9’, Valenti 16’. Parenzan (rigore) 20, della ripresa! ARBITRO: Bikavec di Trieste. NOTE: Tempo nuvoloso, terreno a tratti sdrucciolevole. Al 21’ della ripresa Corte ustiva dal campo in seguito ad uno scontro con un av-versario. Rientrava dopo pochi minuti ma rimaneva pressoché mutile. Al 36’ l’arbitro espelleva Valenti per scorrettezze. Pubblico numeroso. 10 reti a zero (!). Quali le ragioni di questo clamoroso risultato? Co-minceremo col diré che la troppa confidenza con l’avversario (che giá al 2. minuto di gioco aveva una rete nel sacco realizzata da Fiumi, su calcio di regore, conces-so dall’arbitro per una banalissimo fallo di mano in area di rigore da Corte) e la troppa sicurezza nella vittoria, sono stati i fattori principan della sconfitta piranese. Lo si è visto benissimo verso la meta della ripresa (le sorti erano giá decise: 3 a 1 in favore del Medusa) quando il Pirano si buttó con foga, cercando di forzare ad ogni costo la difesa awersaria, ed in questo suo lavoro dimenticava completamente la tattica difensiva per cercare con una massa di manovxa, cui facevano parte anche mediani e terzini, di raggiungere gli avver-sari. Questa mancanza tattica è ¡sta-ta senza dubbio alcuno la ragione principale della sconfitta, ma non è la sola che afiloró sul campo. Si osservó inoltre che il comporta-mento del Pirano lasció molto a desiderare, sia come complesso che come individualitá. Sta di fatto co-tnunque che la squadra bianco-ros-sa, favoritissima alia vigilia, con-tinuava ad accumulare errori su errori e quando (nella ripresa) la rete di Valenti (7) (9. minuto di gioco) portó il pareggio, dopo la rete annuüata come giá accennato, si notarono momenti di nervosismo . . . Ma c’era anche in campo il MEDUSA che non era certo quel-lo che forse i piranesi si attende-vano. Una squadra agile e fresca, tutt’aitro che rassegnata a far da comparsa: una squadra che lottó dallo inizio alla fine, non abbat- COMMENTO ALLA CLASSIFICA DEL CAPIONATO DEL T.L.T TRA I DUE LITIGANTI L’ARRIGONI COGLIEIFRUTTI Dopo i sorprendenti e rivoluzio-nari risultati della prima giornata del girone di ritorno del Campiona-to del TLT, l’Arrigoni è ritornata al comando della classifica... con intenzioni sérié. Ha surclassato il Cittanova con 13 reti, subendone 2, e mettendo il punto al famoso con-to in sospeso del 3 novembre scor-so che porto le note cons'eguenze in seno al sodalizio isolano. Pan per focaccia è stato reso, e tutti sono d’accordo nel rilevare che difficil-mente la squadra isolana stavolta cederà lo scettro. La giornata di gare di domenica scorsa era molto importante per le indicazioni che avrebbe dovuto offrire sullo avve-nire del campionato, e le indicazioni attese non s'ono mancate: Il Pi-rano ha ceduto con un clamoroso 3 a 1 sul Médusa ed ha perso il po-sto. L’Aurora ha anche essa lascia-to le penne a Trieste contro una Ponzianina irriconoscibile (no ne! gioco, ma nei... giocatori). Si è ri-solto anche il duello ira... i santi: S. Giovanni e S. Anna chiuso in Ponzianina 2 Aurora 0 La netta superiorité técnica della Ponzianina si é imposta sulla rima-neggiata formazione capodistriana che ha saputo d’altronde conteneré la sconfitta nei limiti onorevolissi-mi di un 2 a 0. Effettivamente 1 in-contro non é stato ricco di azioni pregevoli, in quanto i Campioni del TLT hanno s'aputo con accorta ma-novra spezzare ogni insidiosa azione dei bianco-celesti Ponzianini. Ma, d’altronde, la vittoria dei triestini é stata meritatissima, anche se ot-tenuta non ad armi pari. parité, ma con la differenza che il S. Anna si è ufficialmente candida-ta nella lotta per lo s'cudetto ed il S. Giovanni per la lotta di non sprcfondare. Esaminiamo ora un pó da vicinp queste gare: Ad Isola la supériorité è stata de-cisa, e per un pezzo non se ne sentirá piú parlare. Il risultato non ha detto soltanto che i gials dell’Arri-goni sono stati 13 e quelli del Cittanova 2, ha detto anche che l’Arrigoni è una squadra completa, che la sua forza è forza di singoli e potenza di assieme, che nel suo sangue scor-re abbondante classe, autorevolezza, armonía di stile, maturité, intelli-genza, saggezza nell’impiego delle proprie forze. Si è rimesso in testa alla classifica ad attendere tra le proprie mura, i diretti rivali che A TRIESTE: Ponzianina — Aurora 2-0 S. Giovanni — S. Anna 1-1 AD ISOLA: Arrigoni — Cittanova 13-2 A CAPODISTRIA: Medusa — Pirano 3-1 Montebello — Umago non dispútala LA CLASSIFICA Arrigoni Pirano Aurora S. Anna Ponzianina Medusa Nova Gorizia Cittanova S. Giovanni Umago e Gorizia Verteneglio Opicina Montebello p. 22 p. 21 p. 20 p. 19 p. 17 p. 16 p. 15 p. 14 p. 13 p. 9 p. 7 p. 6 p. 2 Mercoledi 8 corr. allô Stadio di Capodistria, con inizio aile ore 15, avrà luogo l’importante incontro calcistico ODRED — RAPP. ISTRIANA ATLETICA LEG6ERA TRIESTE — Si è svolta stamane a Trieste la finalissima del crosscountry per esordienti, COPPA TRIESTE SPORT. La gara che ha allineato alio start 54 concorrenti, è stata vinta da SPIZ Mario, del Circolo Sportivo Verteneglio, che ha impiegato f’12”5 a compiere i 2000 metri del percorso. Secondo si classificava GREGORI Ivan del C. S. Basovizza a 14”; terzo Fernetti Marino del Verteneglio, a 30” dal vincitore, quarto Gerglich di Basovizza, quinto Sain del Cittanova. La coppa «Trieste Sport» è stata as-segnata al Circolo Sportivo Basovizza per i migliori classificati nei primi 20 arrivati. La cronaca registra un’inizio di gara veloce condotto da Gregori di Basovizza. Tutti gli altri concorrenti, frustrati dal capo gruppo, perse-guono nello sforzo, dando vita ad una vivace contesa per tutto il per-corso. Verso il traguardo, con una condotta di gara accortissima, Spitz del Verteneglio, riesce a staccare di forza ogni avversario, giungen-do tutto solo, con 14” di vantaggio sul secondo arrivato Gregori. dovranno ponderare bene le loro formazioni prima di avventurars'i in quel di Isola. E da una vittoriosa compagine, passiamo ora ad una sconfitta: il Pirano. Una squadra è un organismo delicato, che va messo assieme pezzo per pezzo, ed il lavoro è cos’i difficile che richiede una abilité grande, ed una pazienza da certosino per compierlo. Perché spesso ci Si accorge di avere sba-gliato e bisogna ricominciare da ca- po. II Pirano deve ricominciare da capo. La folla, il pubblico non sem-pre apprezza e capisce, perché il tifoso desidera il risultato immedia-to, pretende la vittoria, é impazien-te e non ha il dovere di sapere e di tener conto di tante cose. Ripetia-mo che le fondamenta gettate so-no buone, e si puó costruire so-pra; la squadra dispone di pilas'tri solidi, di una struttura elástica. II Medusa é sempre la squadra-fantasma. Un pó sorniona, procede non in modo continuo, ma a strappi, alterna azioni paurose ad azioni eecellenti e tira fuori le un-ghie quando meno ci si aspetta. Notevole la sconfitta dell’Aurora a Trieste contro la Ponzianina, seconda Sconfitta della stagione. Ha nociuto alia squadra capodistriana l’assenza di alcuni titolari, di qual. che elemento base (leggi Zetto). D’altra parte non é disonore per l’Aurora aver perduto su un terreno dove chiunque domenica avrebbe perso con una Ponzianina di quella taglia. I bianco-celesti eran fortissimi, rinforzati al massimo. Trattavasi di mantenere un prestigio, una vittoria da ottenere a qua-lunque costo. Anche se poi a tavo-lino Si perderá per la posizione ir-regolare di qualche giocatore, ció non conta. L’interessante è vincere sul terreno. Tanto il pubblico non sa. Agli sportivi nessuno legge i co-municati ufficiali. Lo sportivo sa che l’Aurora ha perso e basta. Non s’intéressa più se la gara viene o-mologata o no. E’ un gran errore. Anche i comunicati ufficiali, spe-cialmente quelli riferiti alie omolo-gazioni, dovrebbero ess'ere resi di pubblica ragione. L’incontro Montebello-Umago non è stato disputato per mancato arri-vo a Trieste della squadra umaghe-se. Se non c’entrasse una causa di forza maggiore, in cui il «forfait» non puó venir concesso al Monte-bello, questi avrebbe ottenuto la sua seconda vittoria in tutto il campionato. Ma invece i triestini ri-mangono ancora a quota 2. Riepiloghiamo ora con i risultati di domenica scorSa e con la classi-fica: tendosi quando Fiumi segnó sul rigore e quando l’arbitro annulló la rete del primitivo pareggio (11. del primo tempo) ed in fine, nemmeno quando lo stesso diret'tore di gara, ebbe espulso al 36. della ripresa il migliore uoino in campo del Medusa, Valenti, per scorrettezze nei confronti di Grigio. (Ed in fatto di scorrettezze ci sarebbe molto da dire . . .). Come dicevamo, non si abbatté il Medusa, ma, anzi, mol-tiplicó le sue energie per addive-nire ad una meritatissima vittoria che faré época nella storia del calcio istriano. In sede di cronaca ci limiteremo ad accennare ila mar-catura delle reti, dopo quelle gié descritte. Al 16. della ripresa, Valenti segna la seconda rete per il Medusa con un tiro che attraversa tutto lo. specchio della porta, ma in forma parabólica raso térra, tanto da decretare giustamente la rete avendo la paila oltrepassata completamente la fatale linea bianca. Al 20. terza ed ultima rete valida segnata da Parenzan su calcio di rigore, maturato per fallo commes-so da Stocca (?) ai danni di Saba-din «falciato», mentre questi stava per saettare in rete un tiro da pochi metri. E’ cosí acoaduto che il Medusa ha conquistato la sua prima Vitoria clamorosa in forma assoluta in questo campionato. II mérito ed il demerito dei risultato vanno equamente divisi tra il gio-, co di miglior fattura dei capodi-striani e l’incosistenza técnica dei piranesi, che, forse, hanno disputato, oggi la peggior partita. Concluden-do il PIRANO é in discesa. Triste ma pur doverosa constatazione, che vuo'l essere sopratutto un grido di aliarme, quando forse c’é ancor tempo per rimediare. La forza reale della squadra giallo-azzurra — é stata reparto destro. Un reparto di ferro: Valenti (7) Parenzan, Lonzar offrirono un contributo di primissimo ordine, sia all’attaceo che in difesa; sopratutto in difesa, dove anche un Mora, dopo un inizio scorbutico e pauroso, ha saputo mirabilmente riprendersi. Del Pi-rano abbiamo gia detto, ma non detto tutto. Merita un cenno di dis-approvazione l’atto inconsulto di abbandonare il campo esattamente pochissimi istanti prima dello sca-dere del tempo. A che pro, questa azione? Anche perdendo si puó u.scire dal campo di gioco a testa ben alta! Gino Volpato '• 0?" : ■ Élll; F * i-fU Come - é risaputo il trampolino gigante di Planica é il pió grande e perfetto d’Europa e parmette lan-ci fino a 130 metri. II grande trampolino dispone di ben quattro trampolini per 45 m, 65, 80 e 130 m, é stato cos'truito nel -932-33 secondo il progetto dell’ingegnere Stanko Bloudek. II gigantesco trampolino ha una altezza complessiva di 154 metri. Durant eil volo gli atleti raggiun-gono una velocité di circa 80—100 km-h. II primo record mondiale é stato stabilito dal norvegese Birger Ruud nel 1934 con 92 metri e portato nell’anno seguente dal suo compatriota Raidar Andersen a 99 m. Lo jugoslavo Janez Polda invece raggiunse nel 1948 i 120 m assieme alio sviz ero Blum, entrambi pero caddero nell’atterraggio compro-mettendo in tal modo il loro magnifico volo; II record ufficiale jugoslavo é di metri 109 ed é detenuto dal Polda. ENORMI Del l’atletismo I PASSI jugoslavo (nostro servizio BELGRADO — Nello scorso an-no l’atletica leggera Jugoslava si é molto sviluppata tanto che oggi essa puó essere annoverata ira quelle dei paesi piü conosciuti sul piano dell’attivité in campo inter-nazionale. Di questo ne fanno fede i risultati conseguit ;dagli atleti che permettono oggi all’atletica jugoslava di essere classificata nei primi 10 posti tra ¡le migliori e piü progredite nazioni europee. Nei 3000 metri a siepi l’atleta SEGE-DIN ha segnato un tempo di 0’6” e 2yiO; nel lancio del disco ŽERJAL ha raggiunto metri 51,61; nel lando del martello GUBIJAN 56,83 e cosí via. — La Rappresentativa Jugoslava ha poi vinto su quella Austríaca per 125 punti a 76; ha battuto la Nazionale Belga per 117 a 95, il Lussemburgo per 70 a 36 e la Svizzera per 127 a 74. Fino al -948, la jugosiavia si trovava al 15. posto nella classifica europea con 13 punti per l’atletica maschile ed al 19. posto con un punto per l’atletica femminile. Nel 1949 invece l’atletica maschile é riuscita a fare un bel passo avanti ed a piaz-zarsi al 10. posto con un totale di 47 punti, mentre anche quella femminile riusciva a farsi onore e clas-sificarsi lia. con punti 13. Progres- II veglione dello sport a Pirano PIRANO 4 — La Sala del Teatro Tartini di Pirano ci ha ospitati sa-bato sera al Veglione dello Sport, organizzato dal Circolo Sportivo Pirano. Una ben addobbata sala ci ha accolti festosamente e Lambiente prettamente sportivo aveva ri-chiamato molto pubblico. Alte" ore 10,30 il complesso orchestrale, egregiamente diretto dal maestro Bevi-lacqua, eseguiva tre spartiti d’ope-ra che meritavano veramente molta piü attenzione di quanto il folto pubblico ha in realté prestato. Evidentemente l’ambiente non si adat-tava alia música classica. Alia gio-ventü premeva l’inizio delle danze. Comunque, súbito dopo l’esecuzio-ne orchestrale, il referente per 1’Atlética leggera, Italo Corsi, ebbe modo di fare una breve relazione sul-l’attivita del circolo sportivo piranese. Ebbimo cosí una specie d’in-tervis'ta che possiamo riassumere come segue: II CS Pirano é formato da 4 se-zioni sportive: calcio, canottaggio, atlética leggera maschile e femminile. Nel campo dell’atletica leggera il relatore mette in rilievo i no-tevoli successi ottenuti dai compo-nenti la stessa, tra i quali figurano il campione del TLT, recordam del salto in alto, Venturini, il velocista Pierobon, Trani ecc. principali fau-tori delle tre annate consecutive di Campioni di Atlética leggera del TLT. Le vittorie della Sezione Atlética leggera non sono State cons'e-guite solo nell’ambito del TLT ma anche nella vicina RPFJ e precisamente a Maribor, Fiume e Belgrado. L’oratore passa quindi alia sezione calcio che comprende due squadre, una militante nel campionato del TLT, campione d’inverno, ed una nel Campionato di Zona Istria. Al termine della sua relazione, atienta-mente seguita dal pubblico, viene presentato il piü anziano giocatore della squadra di calcio, Fiumi, che si esibis'ce in una parodia cal-cistica. Quindi le danze hanno inizio. Tra gli ospiti notammo il cronista sportivo di Radio Trieste Zona Jugoslava che invitato dai diri-genti del CS Pirano stesso, porgeva un cordiale saluto agli sportivi, au-spicando alie future vittorie ed a sempre perseverare con volonté ed entusiasmo per il trionfo dello sport popolare. Sotto l’egida della piü schietta fratellanza, le danze si so-no protratte sino a tarda notte. In conclusione, una lodevole ini-ziativa che merita elogiata e con-siderata come esempio da imitare. so piü che notevole dunque, spe-cialmente se si tien conto che é stato raggiunto in un anno soltanto. Nei 100 metri piani, i velocisti JOVANOVIČ e BRNARD, hanho segnato il tempo di 10” e 8/10 in confronto ai 11” del 1948. Nei 200 metri il primpto nazionale, in confronto al 1948, é migliorato di 7 se-condi (22” 4/10 — 21” 7/10). Nei 400 metri, tre corridori hanno raggiunto il traguardo in 50”: I. SOBOLO-VJIC della Societé PARTIZAN in 48” e 5/10. Altri atleti invece sono generalmente sui 49”. Ottimi ^ono pure i tempi realizzati nei 5000 metri. Su tale distanza 5 corridori hanno percorso il tragitto in meno di 15’; tra questi il campione nazionale SEGEDIN che ha realizzato il tempo di 14’12” e 6/10. Nei 10000 metri, i tempi ottenuti nell’ anno 1948 sono stati migliorati di 24 se-condi. Buoni successi sano stati pure conseguiti nei lanci. Mentre nel 1948 il record jugoslavo del lancio del martello era di 50 metri (BE-REC e GALIN). nel 1949 GUBIJAN ha raggiunto i metri 56,83. I metri 51,61 raggiunti da Žerjal nel 1949, non trovano riscontro nei limiti massimi raggiunti dai lanciatori ju-goslavi negli anni precedenti. Nel lancio del peso non si sono regi-strati sensibili progressi rispetto al 1948, quantunque il risultato raggiunto sia abbastanza soddisfa-cente: metri 15,32. Anche nel lancio del giavellotto pochi progressi, causa il debole lancio di VUJANCIC quotato nel 1948 a metri 70,86. Tut-tavia hanno migliorato i lanci dal 1948. Nella staffetta il confronto fra le tabelle del 1948-1949, segna 500 punti a favore dell’ultima stagione. Nella staffetta 4/>^100, tre tempi sono inferiori ai 43”. I peggiori risultati sono stati registrati invece nel salto in alto, tanto che in questa speeialita gli atleti jugoslavi non possono competeré con qualche speranza in campo internazionale. Buoni sono tuttavia i risultati del salto in lungo (7,24) del salto con l’asta dove due elementi sono sui metri 3,90. Anche l’atletica femminile ha re-gistrato notevole progresso, per quanto si speri sapré daré molto nei prossimi anni poiché le atlete sono tutte giovanissime, delle vere e proprie speranze. Inoltre, le atlete migliori appartengono a Societé di minor rilievo quali la «SPLIT», la «PROLETER», la «MLADI RADNIK» ed altre. Si puó affermare quindi, che l’atletica jugoslava abbia davanti a se delle ot-time prospettive per il futuro. ’ G. V. NOTIZIE DA TUnO IL MONDO CRENA — La prova internazionale di ciclo-cross, svoltasi questo pomeriggio a Crema ed alia quale hanno partecipato corridori france-si, svizzeri ed italiani, é stata vinta dal francese LANDRE’, seguito dallo svizzero STEPPIN. Terzo si classificava ¡l’italiano TOIGO. Alio start 37 corrido'»';. ANTIAGO -- II velocista italiano Mario GHELLA ha oggi battuto il record mor-dicie di ciclismo con partenza da fermo col tempo sul kilómetro di un primo, 9 secondi e 2 quinti. A quanto si annuncia, i Irecord n n sara omologato perché ottenuto in gaza con altri corridori. Com’é roto il primato mondiale appartienz all’ inglese Reginald Harris con tempo di 1’9” e 4/5, conseguito al Vigorelli di Milano il 23 ottobre dello scorso anno. (Continuazione dalla I. pagina) sogna tener in debito conto la tenace intransigenza dimostrata da-gli industrian in questa occasione. Ed infine soggiunse che l’unita d’a-zione tra gli SU e la CdL vale da sola una vittoria. Dal canto suo il dott. Novelli n¡.n ha esitato a mentiré affermando che le trattative stess'e erano State in-terotte esatamente 3 ore prima. E lui lo sapeva! E lo sapeva puré il redatore del-l’Unité ma ció non gli ha impedito di scrivere. nel numero di domenica che nel pomeriggio di sabato si é avuto un’altro incontro tra le due partí. Menzogne! Perché s'ino a questo momento nessun incontro é piü av-venuto dopo quello tenutosi nella mattinata del giorno 4? Perché si ingannano cosí spudora-tamente coloro che vengono gia troppo ingannati dai ^pss'essori dei mezzi di produzione? La risposta é nei fatti; Si cerca di sostenere il morale degli sciope-ranti perché non si vuole allargare la lotta, condurla a fondo enérgicamente, decisamente secondo i con- Settimo giorno di sciopero cetti fondamentali della lotta di classe. I dipendenti dallo spettacolo la-vorano perché la categoría ha visto sodd'isfatte le proprie richieste; da parte dei dirigenti dello sciopero si giustifica intanto attribuendolo al fatto che in tal modo si... disgrega la compattezza* 1 * i della parte avver-saria. Ma davvero una scusa del genere presuppone in chi se ne serva un assoluto disprezzo per l’in-telligenza altrui. Intanto sempre piü numerosi sono i lavoratori che si chiedono perché non -si faccia scendere in lotta anche la categoría dei portuali e tutti quei lavoratori che, stando ai dirigenti del movimento, ciedono ed insistono di appoggiare fattivEmen-te l’agitazione. Coloro che non si lasciano turbare la memoria e la ragione da chiacchiere inconsistenti, ricordano che in tempi non troppo loitani gli scioperi avevano ben altro tone:, venivano condotti in ben altro modo. Questo é il risultato del quale i dirigenti dei S. U. si vantano oggi: l’effetto dell’accordo con la C. d. L, II quale accordo —■ come osservó giustamente al congresso il deleg.a-to Volpin — é stato raggiunto dai dirigenti senza che costuro si pren-dessero il disturbo di chiedere preventivamente il pareve agli ade-renti. Non saré inutile ripetere a questo punto che il Comitato di Azione Sindacale per la ricostruziona dei S. U. non ha mancato di assi-curare ai lavoratori in lotta ogni appoggio. Ma nel contempo nen ha mancato neppure di richiamare la loro attenzione sudi’esiguitá delle richieste formúlate dai duigenti dell’agitazione. 50—60 lire non risolvono la si-tuazione: i dirigenti stessi riconob-bero che per vivere almeno possi-bilmente occorrono 60 mila lire mensili. Bisognava dunque chiedere quel tanto per cui valga la pena di mettersi in lotta per raggiungerlo. Soltanto allora, quando i lavoratori si fossero convinti che la posta valeva il sacrificio, soltanto allora bisognaya mettersi in lotta. E senza tantennamenti, con tutte le forze, con tutto l’appoggio dei lavoratori della zona B, che sempre si son trovati a fianco dei triestini. A parte l’infelice dirigenza che ya aspramente criticata, gli scíope-ranti godono ogni simpatía da parte del Comitato di Azione Sindacale e lo stesso Comitato di so-stegno agli scioperanti ha moltipli-cato rápidamente la propria atti-vité alio scopo di sostenere concretamente i lavoratori in lotta. L’UDAIS, l’O. F., i partigiani, i contadini, tutte le organizzazioni di massa, rappresentate nel Comitato di Sostegno, hanno dato la loro entusiástica adesione, invitando i propri aderenti a raccogliere fondi, ed aiutare con ogni mezzo i lavoratori scioperanti. Ed é qui, su questo punto, che i dirigenti dello sciopero avrebbero dovuto riflettere in tempo e prov-vedere, perché lo sciopero va bene, ma non si vive di aria soltanto. Sull’ organizzazione ¡g delle brigate (Continua dalla III pag.) nostre fabbriche ed in ogni cantie-re di lavoro. Bisogna' lottare st;e-nuamente aeché il sistema di lavoro a brigate sia introdotto dopo una profonda analisi del processo di produzione e non -schematicamene, meccanicamente od occasionalmen-te. E’ necessario lottare aeché la brigata divenga- la~ forza—motric~e portatrice, la forma di organizzazione piü perfetta nel lavoro. Uno dei nostri compiti é quello di condurre una lotta radicale e de-cisa per la formazione e l’attivizza-zione delle brigate in ogni nostro collettivo di lavoro. La rapidité del nostro sviluppo richiede un continuo elevamento della produttivité del lavoro; ció significa che noi dobbiamo continuamente rafforzare il sistema di lavoro a brigata per perfezionare a rafforzare l’organizzazione del lavoro. BASILEA. Si sono chiuse in questi giorni le iscrizioni per i cam-pionati mondiaii di ginnastica che si svolgeranno nel prossimo luglio a Basilea. Delle nazioni ufficialmente invítate non hanno fatto per-venire la loro adesione gli Stati Uniti, la Russia e la Polonia. Fer-tanto il quadro dele nazioni iscrit-te comprende: Maschile, categoría prima: Francia, Jugosiavia, Unghe-ria, Lussemburgo, Italia, Finlandia, Egitto, Svizzera. Categoría seconda: Svezia. Isolate: Danimarca. Categoría terza: Olanda. FEMMINILE: Francia, Jugosiavia, Ungheria, Lussemburgo, Italia, Svezia, Inghilter-ra, Norvegia e Bedgio. LA PRIMA rionione a Pirano (Continuazione dalla I. pagina) somma di oltre 10 milioni di dinari. Questi investimenti serviranno per migliorare il tenore di vita della po-polazione lavoratrice della citta. II piano di lavoro prevede: 1) la realizzazione di un miglior rifornimento idrico per la citta. 2) Asfaltatura e riattamento di strade. 3) La canalizzazione da Piazza Portaduomo alia piazza S. Rocco. 4) Cos'truzione di numeróse case ed alloggi per operai. 5) La ricostruzione di una lavandería e del bagno pubblico. 6) La costruzione del nuovo campo sportivo. 7) La messa in efficenza dell’o-spedale per le malattie infettive. Sul piano annuale, e sui proble-mi ad esso connessi, hanno preso la parola una quarantina di delegati che hanno prospettato il modo e la maniera migliore per realizzare detto piano. Alcuni delegati presentí hanno trattato il problema della carenza della mano d’opera, per sopperire parzialmente alia quale le organizzazioni antifasciste attire-ranno i loro membri al lavoro volontario. Gli importi cosí rispar-miati verranno investiti in altri la-vori di pubblica utilité. I delegati, con le loro discussioni, hanno affermato l’importanza del piano e sottolineato l’interesse del Potere Popolare per i bisogni della popolazione che con il piano prevede una mole di opere intese al bene comune. Sono state quindi accolte varié do-mande di cittadini, fra le quali una concernente il restauro della scuola cittadina di música. Chiudendosi la riunione, il comp. segretario del CPD distrettuale, ha rivolto brevi parole di saluto ai delegati presentí. La I.a riunione plenaria del Consiglio cittadino di Pirano si é cosí chiusa in un’atmosfera di entusiasmo. CLEMENTE SABATTI Direttore responsabile Stampato presso lo Stabilimento tipográfico «Jadran» di Capo-distria. Pubblicazione autorizzata