OCENE / RECENSIONI / REVIEWS, 409-420 tovorjenje vina v Trst, pogosto pa so kmetje in železniško osebje žejo na vlaku gasili kar z vinom, ki je bilo pri roki, čeprav je bilo to seveda prepovedano. Avtor knjižice dodaja, da pomen te železnice, kljub kritikam, le ni bil tako neznaten, še zlasti ne za kmečko slovansko prebivalstvo, saj so njeno ukinitev nekateri domačini močno občutili in so se bili zaradi ekonomske stiske prisiljeni izseliti. Seveda njenega pomena tudi danes ni mogoče brati enoznačno, pa tudi marsikatera skrivnost se je najbrž že davno izgubila skupaj z železniškimi tirnicami. Železnica od Trsta do Poreča pa kljub vsemu ostaja del istrske preteklosti, dediščine in kolektivnega spomina, skupaj z ostalimi železniškimi progami tistega časa in z njimi povezanim življenjem, spomin nanjo pa nedvomno pomagajo ohranjati tudi knjižna dela, posvečena temu simbolu napredka 19. stoletja. Urška Železnik Luciano Giuricin: LA MEMORIA DI GOLI OTOK - ISOLA CALVA. Monografie X, Rovigno-Fiume-Trieste, Centro di ricerche storiche-Unione italiana-Universitá popolare, 2007, pp. 332 CENTRO DI RICERCHE STORICHK - ROVIGNO MONUGHAFLE X Luciano Giuricin LA MEMORIA DI GOLI OTOK-ISOLA CALVA UN ION E ITALIANA FIUME UNIVERSITÉ POPOLARE ■ TRIESTE ROVIGNO 2007 MONOGRAFIE, Ci.nl 10 di Rice relie SloHdtt, Rúvignn. vol. X. pp. 1-3J2. Rovigno. 2007 La storia dei deportati all'isola di Goli otok rappresenta certamente una delle pagine più crude e drammatiche del secondo dopoguerra in Istria e nel più ampio contesto oggi ex jugoslavo. Questo tema ha rappresentato per lungo tempo un tabù sia nella storiografia che negli altri settori d'indagine. Soltanto dopo la morte del maresciallo Tito s'inizierà gradualmente a trattare l'argo-mento e le vicende storiche collaterali ad esso collegate. Ricordo a questo proposito il film di Emir Kusturica, Papà è in viaggio d'a ff ari, ambientato all'epoca, in cui un padre di famiglia finirà in prigione per aver riportato una barzelletta sul maresciallo, e la sua as-senza verrà motivata al figlioletto come una retorica assenza dovuta ad un viag- 418 OCENE / RECENSION! / REVIEWS, 409-420 gio d'affari. Il che spiega bene il clima in cui allora si viveva: terrore, paure, deportazioni erano all'ordine del giorno. Il tema di Goli otok, dopo anni d'oblio, è venuto decisamente alla ribalta con la crisi della Jugoslavia, e da più di un decennio le drammatiche esperienze dei sopravvissuti a questo campo di rieducazione ed in altri simili è affiorato nelle indagini di storici e giornalisti, portandolo nella riflessione collettiva e sociale attraverso una serie di articoli, testimonianze e pubblicazioni varie di autori sia italiani che croati, sloveni e serbi, e della comunità nazionale italiana in Slovenia e Croazia. In questo contesto si inserisce anche l'iniziativa di Luciano Giuricin, che per conto del Centro di ricerche storiche di Rovigno ha raccolto tutta una serie di testimonianze, pubblicate ora in questa meritevole monografía. La ricostruzione non è stata certamente facile. Il tabù che ha accompagnato per decenni l'argomento non ha di certo facilitato la ricerca dei testimoni ed il loro racconto anche negli ultimi lustri, quando ormai gli spettri del passato sembravano lontani. A poco più di mezzo secolo di distanza dai fatti la sola rievocazione delle vicende ha evocato ancora dolore, tristezza e paure. Dietro ai fatti di questa microstoria si celano le vicende della macrostoria, i rapporti internazionali, quelli fra Tito e Stalin, fra il Partito comunista jugoslavo e quello sovietico, e quello fra Tito e il Cominform, l'organizzazione internazionale dei partiti comunisti, voluta dal generalissimo sovietico. È ben noto che i rapporti tra Tito e Stalin, dopo un periodo di iniziale cordialità, ben presto si deteriorarono. Nonostante i primi screzi, iniziati già verso la fine della guerra, questi rapporti rimarranno ancora ben saldi per un biennio o poco più dopo la cessazione del conflitto. Già verso la fine del '47 era evidente che qualcosa non funzionava tra i due. Cosa che diventa più chiara leggendo la cosiddetta corris-pondenza primaverile scambiata tra i due partiti nella primavera successiva, in cui i sovietici mossero tutta una serie di accuse contro gli jugoslavi, accusati fra l'altro di mancanza di democrazia interna al partito e di celare la propria attività dietro le maschere del fronte popolare. Nel mese di giugno, precisamente il giorno 20, si tenne a Bucarest la sessione del Cominform, l'internazionale dei partiti comunisti comprendente le organizzazioni dell'est europeo, e quelle più rappresentative occidentali del continente. Il PCJ venne allora espulso dalla stessa, e la relativa Risoluzione fu pubblicata il 28 giugno, giorno di S. Vito, che ricorda sia la tragica sconfitta serba a Kosovo polje nel 1389 ad opera turca che la dichiarazione di guerra austriaca alla Serbia del 1914. Chiaro il messaggio intimidatorio lanciato a Tito. Per lui erano anni non facili, viste le aperte contese con l'Italia in materia di confine, in cui era decisivo il sostegno sovietico. Ma d'altra parte una falla nel mondo comunista era ben vista anche in Occidente, per cui, secondo una ben delineata logica, se non si poteva avere Tito nel blocco occidentale, 419 OCENE / RECENSION! / REVIEWS, 409-420 andava almeno favorita la controversia interna a quello comunista, seguendo il motto del ministro degli esteri inglese: "Tenetelo a galla". Inizierá allora sul fronte interno una sorta di caccia alle streghe che coinvolgerá tutti i nemici del regime, anche quelli ipotetici, ed i sostenitori di Stalin. Verranno allora aperti numerosi lager, tra cui quello di Goli otok, riservato ai potenzialmente piu pericolosi. E, come disse un internato nel carcere fascista a Roma, nel lager nazista di Dachau ed a Goli, quest'ultimo era il peggiore tra i tre. E l'etnia italiana e stata forse quella che con Goli otok ha subito le conseguenze peggiori, visto l'elevato numero di connazionali ivi finiti. Il Goli otok ha rappresentato una delle tragedie piu crudeli della nostra storia recente sia per le conseguenze che esso ebbe sui coinvolti, ed in generale sulla so-cietá jugoslava di allora, sia sui suoi sviluppi futuri, comunemente alle vicende storiche di quel periodo, e di cui esso non e che la pura e semplice conseguenza. Il libro dunque ricostruisce quel duro periodo trascorso a Goli otok dai testimoni che si sono prestati all'uopo: la loro vita, le vicende, le idee, le opinioni, gli arresti, i falsi processi, l'assurdo arbitrio, le torture. Finora molto e stato scritto, ma molto di piu rimane ancora da fare. Per questo ed altri motivi e giusto ricordare e diffondere la conoscenza di questa tragedia e di coloro che l'hanno subita. Eppoi, ricordare aiuta a vivere. Denis Visintin 420