Antonio RATTI* * Responsabile Archivio Storico INA - Grup-po Generali Il contribute dell'Archivio storico INA alio studio dell'architettura del Mediterraneo RATTI, Antonio, INA Historical Archives Contribution to the Study of Architecture in the Mediterranean Area. Atlanti, Vol. 17, N. 1-2, Trieste 2007, pp. 135-146. Original in Italian, abstract in English, Italian and Slovenian, summary in English The report highlights the role of the property sector of the INA in the Italian construction industry, with special regard to the Italian Eastern Africa Territories. The instruments to make an analysis of this phenomenon are on one side the reportsfrom the Advisory Construction Commission — in charge of the feasibility study of various construction sites up the their opening and closing - and on the other side in charge of the inventory made by two specialists of the time and contributing editors of the "Treccani Encyclopaedia" - Antonella Nonnis and Tizjana Maffei. The documents from the Colonies Archival Fund improve the research about the new structural solutions suitable to the new climatic and historical territories. A special attention is given to the study of prefabricated buildings not being in need of skilled workers to manage the assembling but to be at the same time long lasting in time. A special interest is given to the use and the localization. A different approach is taken for traditional buildings in the biggest cities, where the State Institutions make use of high levelled architectural schools. The report examines the studies on the archival fund, with a special attention to the Overseas Architecture Exhibition of Bologna and Palermo (1992 — 1994, curator professor Gresleri - University of Bologna) and the study of professor Godoli (university of Florence — 2005) concerning the Italian architects and engineers from Far East to Maghreb. The conclusions stress the importance of the digital connections between the Mediterranean Sea Archives, for a deep knowledge of the structural and stylistic aspects of the matter. L'Istituto Nazionale delle Assicurazioni fin dalla sua costitu-zione - 4 aprile del 1912 - si predispone ad investire capitali di note-voli dimensioni nel settore immobiliare. Questo anche a garanzia di quelli che sono sempre i suoi principi ispiratori: diffondere la previ-denza volontaria e intervenire a sostegno della politica sociale della Nazione. Circa quest'ultimo punto e interessante notare come il cen-tralino telefonico dell'INA fosse collegato, "con filo diretto", con quello del Ministero dell'Interno cosi che le sue alte cariche potessero prendere contatti con tutti i Ministri e parlare in assoluta sicurezza. Siamo all'inizio del secolo scorso e certi particolari la dicono lunga sull'importanza che Giolitti e Nitti danno a questa istituzione, dove hanno chiamato a presiederla Bonaldo Stringher Direttore Generale della Banca d'ltalia. Un esempio emblematico e quanto avviene tra il 1912 e il 1913 allorche l'lstituto si fa carico del salvataggio della Cassa Mutua Coo-perativa Italiana per le Pensioni di Torino. La massa di questa e formata da operai dal reddito basso e il mantenimento del patrimonio della stessa rappresenta un fenomeno di grande valore economico e sociale. A questo proposito basti verificare quante sedute del Comitato permanente trattano dell'argomento. Sono in totale un centinaio; coprono un arco temporale che va dal 15 settembre 1912 al 29 agosto 1919. Altrettante riunioni impe-gnano l'altro organo direttivo, il Consiglio d'Amministrazione. Inoltre il Consigliere Delegato Alberto Beneduce ha una fitta corrispondenza con il Presidente della Cassa Ippolito Serafino, che testimonia l'importanza e la dignita che tale operazione ha nella politica del nuovo Ente di Stato. L'attenzione che l'INA ha sempre dedicato all'immagine di solidita trova conferma esplicita anche nella costruzione di quella che e stata, fino a pochi anni orsono, la sede di via Sallustiana a Roma (ora parte del patrimonio dell'Ambasciata degli Stati Uniti a seguito della vendita effettuata dalle Generali, nel cui Gruppo l'INA e entrato nel febbraio 2000). L'edificio, costruito in stile neo-cinquecentesco sulle fondamenta di Villa Massimo, di cui restano, ancora oggi, alcuni al-beri centenari, ha una struttura che si discosta nettamente dall'archi- tettura dell'epoca, per rifarsi alio stile degli insediamenti pubblici del-la Roma umbertina. Tale palazzo fu fortemente voluto per dare l'immagine di solidita che un ente assicurativo deve trasmettere. Il costo preventivato e approvato dal Comitato Permanente, nella seduta dell'11 settembre 1923, e di 18 milioni e cinquecentomila lire, somma di tutto rispetto per l'epoca. Ma analizziamo alcune cifre. Nel 1913 - quindi possiamo dire all'indomani della sua costitu-zione - l'Istituto investe in immobili un capitale di 6.807.200 lire pari al 3,71% sulle attivita, con il passare degli anni aumenta notevolmen-te in cifra assoluta ma diminuisce l'incidenza della percentuale sul coacervo delle attivita. Un esempio: nel 1922 troviamo investiti nel settore 20.803.924 lire che rappresentano l'1,72% delle attivita globali e i capitali assicurati oscillano tra i 3 e i 4 miliardi di lire. E questo certifica la buona salute economica dell'Ente poiche significa 'allar-gamento delle attivita nel settore assicurativo a cui corrisponde l'in-vestimento in un bene durevole a garanzia degli assicurati. Non si dimentichi che in questo periodo storico il "mattone" rappresenta la copertura per eccellenza a fronte delle fluttuazioni del mercato fi-nanziario. E proprio in questa ottica che si vedra poi come la percentuale potra salire senza inficiare l'allargamento del comparto pretta-mente assicurativo. Ai primi anni di vita di un Ente - e bene non dimenticarlo - corrisponde anche un investimento interno sulle strut-ture. Il 1923 rappresenta una svolta nella politica edilizia dell'INA, infatti, a seguito dell'allargamento degli investimenti immobiliari pre-visti - a garanzia dei capitali investiti in polizza - dallo stesso Statuto ma anche per adeguarsi a quello che e, al momento, l'indirizzo di al-tre Compagnie di assicurazioni in Italia e in Europa, viene costi-tuito l'Istituto Nazionale Immo-biliare. Con tale organismo si cerca di attuare un vasto pro-gramma di costruzioni. In questi anni si forma quella classe di tecnici del settore che portera l'INA ad essere sempre presente con interventi di grande pregio. Ma non solo. Il fatto di costruire direttamente permette una contrazione dei costi cosi da proporre sul mercato, normalmente in affitto, unita abitative accessibili ad un bacino di uten-za piu vasto. L'INI si propone con una struttura agile che gli permette di svolgere la sua attivita su tutto il territorio. A dirigere questo Istituto viene chiamato Gino Cipriani, architetto di fama inter- RATTI, Antonio, Il contributo dell'Ar-chivio storico INA alio studio dell'ar-chitettura del Mediterraneo. Atlanti, Vol. 17, N. 1-2, Trieste 2007, pp. 135146. La relatione tende ad eviden^iare il ruolo avuto dai settori tecnici immobiliari dell'INA in via generale nel mondo delle costruzioni in Italia e, in particola-re, in quello dei territori dell'Africa Orientale Ita-liana. Gli strumenti chepermettono di analiz^are il vasto fenomeno sono, da una parte i verbali della Commissione Consultiva Immobiliare - la quale erapreposta allo studio di fattibilita dei vari cantie-ri fino all'apertura e chiusura degli stessi - dall'al-tra dall'analitico inventario predisposto da due ar-chitetti - ricercatori specialisti del periodo e collaboratori della Treccani - Antonella Nonnis e Tiziana Maffei. Le carte del Fondo Colonie con-sentono di approfondire la ricerca di nuove soluzioni strutturali adatte a territori nuovi sotto l'aspetto climatico e storico. Particolare attenzione viene mes-sa nello studio di manufatti prefabbricati tali da non richiedere mano d'opera specializzata per il montaggio, ma che d'altra parte dovevano garantire affidabilita nel tempo. Particolare interesse riveste la destinazione d'uso e la localizzazione sul territorio. Diverso appare il discorsoper manufatti tradi-zionali nelle grandi citta, dove l'intervento dell'Ente di Stato si serve di scuole architettoniche di grande livello. La relazione passa quindi all'esame degli studi effettuati sul fondo archivistico, con particolare riguardo alla Mostra dell'architettura d'oltremare Fiume Palazzo INA ex via XX ottobre Roma ex Sede INA via Sallustiana di Bologna e Palermo del 1992 - 1994, curatore prof. Gresleri (Universita di Bologna), per arrivare allo studio del 2005 del prof. Godoli (Universita di Firence) sugli architetti e gli ingegneri italiani dal Levante al Magreb. Le conclusioni sottolineano l'importan^a delle rela-zioni informatiche tra gli archivi del Mediterraneo, per una conoscenza approfondita degli aspetti strut-turali e stilistici. RATTI, Antonio, Prispevek zgodovinskega arhiva podjetja INA z študiju arhitekturnih znaj na področju Sredozemlja. Atlanti, Zv. 17, Št. 1-2, Trst 2007, str. 135-146. Avtorjev prispevek osvetljuje in poudarja vlogo zasebnega sektorja v podjetju INA, ki spada v ita-dustrijo, vendar s posebnim na italijanska vzhodnoafriška področja. Pri spoznavanju tega področja so na razpolago poročila posvetovalne konstrukcijske komisije, prav tako pa izkušnje dveh specialistov, ki sta osnovala enciklopedijo Treccani — Antonella Nonnis in Tiziana Maffei. Dokumenti v prvi vrsti prikazujejo nova klimatska in zgodovinska področja, nadalje spo^avamo montažna poslopja, ki služijo delavcem, obenem pa dolgo časa trajajo. ' raziskave pa se dotakne pomembnosti digi- talnih povezav z sredozemskim morskim arhivom, kije s svojo vlogo omogočil razsežnejše strukturalne in stilistične vidike raziskovalnega predmeta. nazionale. Si creano le "Ammi-nistrazioni locali" rigorosamente tecniche collegate con la Dire-zione Generale. Queste vengono affiancate dalle "Sovraintenden-ze" che seguono l'andamento delle costruzioni; un "Comitato Tecnico" controlla le gare. Si tenga conto che molto spesso le costruzioni avvengono in esecu-zione di precisi piani di riqualifi-cazione di centri urbani e quindi - al di la di valutazioni estetiche di merito - devono corrisponde-re a canoni che superano la pura speculazione industriale per mostrare una speciale efficienza nel-la struttura e negli impianti. Questo modo di procede-re spinge i tecnici a trovare nuove soluzioni e all'INA di prendere contatti con noti esperti del settore. In effetti ogni intervento pre-suppone uno studio di fattibilita sulla struttura economica e sociale dei centri urbani sui quali si interviene. Il collegamento dell'INA con gli architetti permettera, anche in futuro, di progettare delle costruzioni all'avanguardia nelle scelte abitative, soprattutto quando queste investono la creazione di quar-tieri. La partecipazione massiccia nella creazione di citta di fondazio-ne (come Latina ex Littoria, Carbonia, Sabaudia ecc.) e forse l'esem-pio piu illuminante. Non si dimentichi che tra i progettisti dell'INA appaiono nomi come Foschini, Busiri Vici, Calza-Bini, De Renzi, Paniconi, Pedico-ni, Piacentini, Ridolfi solo per citarne alcuni. Quindi se e pur vero che il regime - nel tentativo di lasciare un'impronta nell'architettura del tempo - stimola la ricerca nonche nuove scuole di settore, e l'Istituto che - attraverso la sua ampia po-litica immobiliare - riesce ad assorbire le nuove intelligenze coinvol-gendole nei propri programmi e, soprattutto, dando la possibility ai settori tecnici di assorbirne l'alta professionalita. Un esempio qualificante, che puo essere seguito e verificato attraverso le carte del nostro Archivio, e rappresentato, a Roma, da-gli insediamenti che si vanno a strutturare ungo la direttrice degli attuali quartieri di Prati e Delle Vittorie. L'INA acquista terreni con progetti gia approvati e quindi i servizi tecnici sono a contatto con quello stile che contraddistingue le abitazioni del periodo dedicate al ceto medio, e permette poi di riprendere tale stile nelle costruzioni di case dedicate ai ceti piu popolari. Il che comporta - non e soluzione di poco conto - proporre, tra l'altro, nei vasti cortili del verde al ser-vizio degli inquilini, ma anche di progettare spazi abitativi con mag-giore luminosita. La presenza delle costruzioni INI ma INA si allarga notevol-mente, ancor oggi ad un osservatore, anche distratto, non sfuggono le targhe che sottolineano la provenienza dall'Ente di Stato di innu- merevoli stabili in tutta Italia. Ma anche nel secondo dopoguer-ra l'attivita immobiliare dell'INA non diminuisce, anzi la grande professionalita dei settori tecnici permette all'Istituto di svolgere un ruolo determinante per conto dello Stato nel settore della rico-struzione. In buona sostanza la collaborazio-ne con i maggiori architetti durante il ventennio permette, nella ritrovata de-mocrazia, di poter contare su conoscen-ze approfondite nella tecnica delle co-struzioni ma anche nel settore della creazione, come accennato in preceden-za, di nuovi insediamenti urbani. Prima si trattava di nuove citta ora di creare nuovi quartieri che, nei grossi centri urbani, significano interpretare i desideri e le necessita delle famiglie ma anche di non graffiare il paesaggio. Il Piano INA-Casa e il momento piu rappresentativo del riconoscimento della professionalita dell'INA nel settore. Questo rappresenta il piu vasto intervento pubblico realizzato in Italia nel settore edilizio. Viene varato nel febbraio 1949, su proposta del Ministro del Lavoro Amintore Fanfani, allo scopo di "incrementare l'occupazio-ne operaia agevolando la costruzione di case per lavoratori". L'ese-cuzione di questo piano e affidata ad una gestione autonoma costi-tuita presso l'INA (Gestione INA-Casa) e lo stesso Istituto realizza, unitamente ad altri enti, la costruzione di alloggi. Viene prevista, inoltre, la possibility per gli assegnatari delle abitazioni di contrarre una polizza di assicurazione vita con l'INA (durata massima 25 anni) per assicurare la continuity del pagamento delle rate in caso di pre-morienza dell'assegnatario. Il Piano si conclude nel 1963; durante i 14 anni di gestione vengono realizzati 350.000 alloggi, costruiti in 5.036 comuni italiani su un totale di 7.995. Oggi l'Archivio Storico attraverso due tesi di laurea ha riordi-nato e messo in consultazione anche questo Fondo. La sezione architettonica documenta i Palazzi piu significativi e le presenze piu important! che hanno interessato, soventemente, il tessuto urbano di molte citta italiane. In questo modo si puo seguire l'andamento di alcuni interventi di notevole spessore effettuati all'in-terno di precise indicazioni dei piani regolatori. La politica immobiliare dell'INA si rivolge anche verso le Co-lonie, d'altro canto il fatto di essere nato come ente pubblico econo-mico impone la presenza su tutto il territorio. Trieste Palazzo INA piazza Oberdan SUMMARY The presentation is meant to highlight the role of INA's technical real estate departments in the field of constructions in Italy in general and, more specifically, in the Italian territories of Eastern Africa. Concurrent with its establishment on April 4, 1912, Istituto Nationale delle Assicura^ioni starts making preparations to invest considerable amounts of money in real estate assets. Such an approach being meant as a guarantee of its basic tenets: dissemination of the voluntary pension idea and support of the national social welfare policy. Two tools allow an analysis of that broadly spread phenomenon: on the one side there are the minutes of the Real Estate Consulting Committee Meetings (this body was in charge of preparing feasibility studies on the various building sites before they were set up and until they were closed) which papers are now being rearranged in order to include them in the larger section comprising the whole Real Estate Historical Archives. On the other side there is the analytic inventory drawn by architects Antonella Nonnis and Ti^iana Maffei two researchers who specialized on that period of time besides cooperating with Treccani. Among other initiatives, an explicit confirmation of the care always devoted by INA to emphasizing its image of strength is the construction of its former Rome headquarters of via Sallustiana (the entire property now belongs to the United States Embassy following its sale by Assicurazioni Generali, which the INA Group became part of in February 2000). This Sixteen Century style construction rests on the foundations of ancient Villa Massimo andpresents a structure that differs widely from the architectural works of those years and instead draws on the pattern ofpublic buildings erected at the time of the Rome of Umberto the First. In 1913 — practically immediately after its establishment — INA invests in real estate a capital of 6.807.200 Lir^a equal t^o 3,71% of its assess. The year 1923 represents a milestone within INA's real estate policy, as a matter of fact, following an increase of its real estate investments in order to guarantee the capitals held in portfolio as provided for by its Articles of Association but also to fall into line with the then current policy of other insurance companies in Italy and in Europe, INA establishes the Istituto Nationale Immobiliare, a body meant to carry on a far-reaching construction project. These are the years of the formation of a class of experts in the construction field which will result in the continuedproduction of works of high artistic quality by INA. Just to cite a few names from among the list of INA's project managers, worthy of special mention are Foschini, Busiri Vici, Calza-Bini, De Ren^i, Paniconi, Pediconi, Piacentini, Ridolfi. INA's real estate policy takes in due consideration also the Colonial Territories because its status of public economic body calls for its presence in the entire territory. The Libya case is born practically the day after the establishment of INA. The papers in the Colonies Fund allow a better understanding of the exploration of new structural solutions better suited to territories situated in different weather and historical conditions. To be noted the special attention paid to the study ofprefabricated products that could be assembled without the intervention of specialized workers while at the same time reliable as far as duration in time. The intended use and the chosen site are of particular interest. The situation is totally different as regards traditional town buildings where INA engages the work of high level architectural experts. The Colonies Fund mirrors and, often, refers to meetings held by both the Board of Directors and the Permanent Committee. This means that these Archives offerfor consultation a range of documents with intertwining information which surely allows a better historical reconstruction. The presentation goes on to examine the studies carried out on the archival fund, with special emphasis on the Exhibition of Overseas Architecture in Bologna and Palermo 1992 - 1994, coordinator Prof. Gresleri (University of Bologna), as well as on the study prepared in 2005 by Dr. Godoli (University of Florence) on Italian architects and engineers from Near East to Maghreb. The conclusions point out the importance of setting up net links among Mediterranean Sea Archives in order to achieve a broad and in-depth knowledge of the different structures and styles. Il caso della Libia nasce all'indomani della costituzione del-I'lstituto per il fatto che si deve trovare un rappresentante in loco. Il Fondo Verbali del nostro Archivio e una miniera di infor-mazioni a partire dal rapporto stretto fra Banca d'ltalia e INA. La presenza di Stringher permette di poter disporre di funzionari affida-bili dell'Istituto di emissione specialmente quando si tratta di creare nuove Agenzie. Nel caso di Tripoli, all'inizio, viene proprio demandato il com-pito di rappresentanza alla Banca d'Italia. Il Fondo Colonie riflette e, spesso, rimanda a sedute sia del Consiglio di Amministrazione che del Comitato Permanente. Que-sto significa che l'Archivio mette a disposizione degli studiosi docu-mentazione che puo essere consultata intrecciando le informazioni ed arricchendo in tal modo la ricostruzione storica. I massimi organi di direzione dell'INA, in effetti, hanno sem-pre trattato - soprattutto nei primi anni di attivita quando i verbali riportano fedelmente il dibattito della seduta - tutti gli argomenti che interessano globalmente la vita interna. Questo permette oggi di co-noscere dei particolari su risvolti anche minimi ma che danno il pol-so della situazione. Nel Fondo Colonie si trova, ad esempio, la corrispondenza con alcuni architetti ma l'avvio e l'autorizzazione al progetto si tro-vano specularmente nei verbali. Dall'interessamento e dalle persone dell'organismo coinvolte, si puo misurare l'importanza del progetto e di conoscerne i risvolti economici e di politica aziendale che porta-no a quella scelta e non ad un'altra. Negli anni l'Istituto nel campo editoriale si e caratterizzato per una tipologia di volumi molto esclusiva: quella dedicata ai palazzi piu prestigiosi sotto il profilo storico-architettonico. In questo contesto due architetti - Tiziana Maffei e Antonella Nonnis - hanno avuto modo di consultare l'allora archivio generale immobiliare, oggi com-pletamente versato all'Archivio Storico, ed individuare un piccolo Fondo appunto quello dedicato alle costruzioni effettuate nelle ex colonie. Nell'ambito di questa collaborazione nasce un inventario som-mario e scorrendolo si puo apprezzare il materiale di prima mano che e contenuto nel Fondo. A questo si aggiunga che durante un trasloco e stata individuata ulteriore documentazione che potra con-fluire in un Fondo piu vasto. I questa ottica e stato presentato un progetto di riordino che prevede alcuni anni di lavoro. Il nostro Archivio potra mettere a disposizione una sezione immobiliare completa. Si intende con questa operazione il collegamento con tutti gli attuali fondi immobiliari, la redazione di schede descrittive per ogni costruzione, il rinvio - dove esistono - ai verbali della Commissione Consultiva Immobiliare col-legabili ai Verbali del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Permanente. Cosi riordinata e digitalizzata la Sezione Immobiliare dell'Archivio Storico INA potra rappresentare una delle maggiori fonti italiane di studio del settore. Tomando al Fondo Colonie, oggi consultabile, gia da un esa-me della descrizione dei pezzi si vede I'intervento diversificato se-condo le localita. Gli interventi edilizi nelle ex colonie si svolgono infatti in modo molto differente secondo le zone. Partendo da quelle che vo-glio definire di "eta crispina", quando dopo i primi insediamenti do-vuti esclusivamente agli acquartieramenti delle truppe ci si rende conto che l'ambiente naturale e ostile. Le stesse foto istituzionali del periodo parlano da sole e mostrano un ambiente molto lontano da quello che ci si aspettava almeno nell'immaginario collettivo. Completamente diversa, e non solo per il periodo storico, e la situazione di Tripoli e della Libia in generale. Infatti se e pur vero che per Massaua e per le localita dell'Alto-piano un decreto del 1901 impone che per ogni insediamento urbano venga redatto un piano regolatore comprensivo di regolamenti edilizi e per l'igiene, per Tripoli, ad esempio, ma comunque per tutti i territori della cosiddetta "quarta sponda", considerata a tutti gli ef-fetti - per la vicinanza alla Sicilia - un'estensione del territorio metro-politano, l'urbanizzazione entra nelle aule parlamentari in modo dif-ferente e senza dubbio piu immediato. Tra l'altro la citta principale ricopre da subito un'importanza primaria nella fantasia popolare per poi entrare prepotentemente nella retorica del regime. Tutto questo segna il tipo di architettura che tende ad essere piu "importante". Simonetti firma il piano regolatore di Tripoli nel 1914 dove appare, anche se con alcune condizioni come la sottolineatura delle vestigia Descrizione tecnica della costruzione smontabile "L'Invulnerabile - Tipo C" RAH DI TA Dl MONTAGfL^IO E PEAFCZIOt^E m MATERIALE » rr mr 1 ^ l mvffmij/mm/r - Ö J 1 k t i 1__ ' ; jI j ■ k "i J T^ "7 ." 1 ' ■ ■ t •C ■ J ■ r 2 ■ h Š 1 ■L i i . r_.il .EV 11 r .. : ■ r it c^f ■ —g« jj MJMuvrw mmtfs^z^i zjit/f^t-fi'.. L* -TriHli -npCHJ« »lil ' > I' F-fH ik ■ T« r-' B ISTITIITO HAZIOM41E ttLlt iiSICJflAZIONI n IM AOOfS ^BiBi "H^nr-TTi r ^n^vc-^TUv j- TqiDpi