ANNO XVII. Capodistria, 1 Ottobre 1883. N. 18. -4- DEL, L'ISTRIA Esce il lu ed il Iti d'ogni mese.. ASSOCIAZlONK per un anno fior. 3: semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli aMiviiwinenr.i si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lrtter» e denaro franco alla Redazione. — Un ntuuero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. L'esposizione agraria di Lodi Carta bianca dinanzi, non appunti di libri, e uon idee in testa che non siano di mostre, di illuminazioni elettriche, di opere in musica, di tornei, di luminarie fantastiche, di monumenti e di visite reali. Ecco in quali condizioni si trovava l'uar.ile vos-tro corrispondente la mattina del diciannove corrente, quaudo gli venne iu casa annunziata la visita d' un signore. Diedi un'occhiata al viglietto: Dr. D. T. doceute nella Scuola agricola di Grumello Monte (Bergamo) Scattai sulla sedia, e: questo, dissi, è un istriano, è il fratello del Dr. Marco che rompe laggiù le scatole ai signori della Nasa Sloga ; corsi, e „Nullo bel salutar tra noi si tacque." Si era assieme da un quarto d' ora, quando ecco un'altra scampanellata: chi è e chi non è? Un altro professore un altro istriano, ma uno scapato, che quando gli gira è buono di pigliare un dirizzone che so io . . . fino alla Terra del fuoco con un altro sacro fuoco nell' anima. Tagliamo corto sui temi de' nostri discorsi : già si possono immaginare: gli amici, i conoscenti, l'operosa Trieste, Piran pien de pan, Isola semiuascosa : insomma, sangue non è acqua, la patria. Andiamo nell' orto a dare un'occhiata alle pianticelle dell' Isola degli Stati, educate con molta cura : il professore, che con le signore è cavaliere, profonde Iodi, anzi dice che sono le uniche venute su dalle sementi importate ; vuol dire che la giardiniera è valente. Mi viene an' idea. — Andiamo, dico al professore agrario, a visitane la mostra; e pigliamo gii appunti per un articolo sulla Provincia. Accettato : questa volta adunque 1' articolo si fa in due, e quando leggerete di nuovi metodi, di macchine agrarie che realizzano una economia sul quantitativo alimentare ecc. ecc. resta sottointeso che è il mio dolcissimo Domenico che parla ; perchè io in materie agricole me ne intendo come il gran Sultano di giaculatorie per cacciare il demonio meridiano. Oh ci siamo ! Un saluto sulla soglia a quel-1' altro Meneghetto ; e si entra. Il grande cortile dell' antico castello dei Visconti, coperto da tet-toja, è convertilo in ampio ed elegante salone. A parte 1' assieme, ed occupiamoci dei dettagli. — Professore, dice lui, ecco la Trieur Marot. ■- Oh ! professore, che cosa è questa roba francese? —: Una macchina a mano p.r pulire la semente, dà tre ettolitri all' ora, costa 350 lire; questa 275, ce ne sono altre a buon mercato. In italiano si chiama svecciatrice. Ecco qui esce la veccia, di qui il frumento di prima qualità, da quest' altro cilindro quello di seconda, poi di terza e di quarta, a seconda che i buchi del cilindro sono più larghi. — Cominciamo male, roba francese. — G-ià, sicuro; ina che cosa vuole. Tutto non si può fare noi ; se non ci fosse varietà di prodotti e d'industrie non ci sarebbe commercio internazionale. — E quello che dico anche io ; e se non altro la roba forestiera indica che qui 1' agraria è iu progresso, e che i nostri affittaioli non seguono il canone del — così faceva mio padre, -r- Andiamo ayanti, dice il professore agrario, ecco la macchina Vanzutti per otturare le bottiglie. — Bellissima, però, ora come ora, mi piacerebbe vederne una per sturare; e farne subito l'applicazione pratica. — Sempre spiritoso lei, professore. — O Dio, professore, non mi faccia diventare rosso; anzi a proposito, smettiamo dal lustrarci a vieenda coi titoli, e trattiamoci alla buona senza guanti —+• Per me si figuri, prò . . . precisamente. Oh ecco ecco una macchina bellissima e di molta importanza. — Apparecchio di concentrazione del mosto d'uva nel vuoto. Oh se 1' avessero i nostri ! Qui 1' amico mi sciorina una bella spiegazione sul come, e perchè di questo vuoto; ma Dio me lo perdoni, per un po' stetti attento ; ma poi si fece anche nella mia testa il vuoto, per via del terzetto delle Precauzioni «Voglio veder le maschere" suonato benino dall' orchestra, in un canto del salone. Siamo in pieno Lodigiano tra le zangole per fare il burro, la scrematrice che in un iesus divide il latte dalla panna ed altre macchine del R. Caseificio lodigiano. Segue il molino doppio a sistema americano con cilindri di ghisa per ottenere le varie qualità di crusche ; poi i trinciaforaggi dell' Almici — Milano. — Ne abbiamo di questi, noi in Istria? — Temo di no. Pure non costano molto ; ce ne sono da 160 a 90 lire. — Caro elio el me diga, a che cosa servono veramente ? Avrete osservato, che per girare la situazione, noi veneti tra il lei e il voi ci abbiamo V elio. — Dunque, continua lui. i trinciaforaggi furono inventati, e si usano moltissimo in Lombardia, perchè è un fatto riconosciuto che l'avena schiacciata raggiunge meglio e con minor quantità lo scopo della nutrizione dell' animale, poiché in tal modo essa viene dal medesimo perfettamente digerita. La macchina, come vede, è provvista di due manubri uno dei quali unito al volante. Col mezzo di una vite a volantino si può regolare il grado di schiacciamento dell' avena, allontanando più o meno i cilindri operatori. Io avea capito perfettamente; quindi si passò avanti. Vedemmo aratri universali e seminatoi, aratri demoni, e roba nostra, cioè del Tomaselli da Cremona, che ha sul petto il peso rispettabile di 45 premi: 5 medaglie d'oro 15 d'argento ecc. ecc. ... E l'aratro si chiama demonio perchè rompe i terreni più duri. Avanti. Siamo tra i torchi, per utilizzare le vinaccie, dell'Agenzia enologica di Milano, tra le trebbiatrici a mano e gli sgrannatoi. E qui l' amico mi dice che ci sono delle lacune e mancano molte ditte italiane come il Calzoni di Bologna e il Cosimani di Grossetto. Un' occhiatina all'incubatrice di Novate Milanese, e vediamo sgusciare i pulcini. — Come farebbe bene dice lui, quest' industria vicino a Trieste dove si consumano tanti polli ! Lì vicino c' è la mostra Gavazzi per la confezione dei semi di bachi. —- Oh quanto a seme bachi, aggiunge lui, nell' Istria si va bene. C' è il Sottocorona di Dignano che tiene alta la nostra bandiera. Ma guardi, guardi, questa è una vera novità ; qui c'è il progresso: Filler, una macchina stupenda per imballare e legare il fieno. Queste macchine fanno tutto. La mietitrice falcia il fieno; la mietitrice legatrice forma automaticamente i covoni sempre eguali, li lega e li getta al suolo ; e basta un semplice conduttore il quale non ha altro a fare che dirigere i cavalli od i buoi. Compiuta la visita nel salone, e saltata a piè pari la parte industriale dove ci sono però delle buone mostre di sellajo, carrozze, bronzi di fabbriche lodigiane e milanesi (ed una specialmente di mode con relative bellissime ninfe che avvistando il lucido stivaletto lavorano al murmure della cadente fontana, e che noi professori, gente seria, sbirciammo appena) entrammo nella galleria delle macchine. Qui le solite locomobili di ditte estere che fischiano e girano girano con quel suono secco. Nella campagna lombarda vengono largamente utilizzate. È bello è poetico, quando si va girellando pei campi il suono di qualche lontana campana; ma più bello ancora nella stagione della trebbiatura sentire dalle remote cascine come un suono d' organo, e note ora acute ora profonde : sono le armonie del progresso, Ja benedizione e la poesia del lavoro. E non mancano tra le ditte estere anche qualche nazionale, come le trebbiatrici del Tessini Podestà di Cremona. — Ecco, ecco, in Italia si brontola, dice l'amico, si brontola sempre; ma qualche cosa si fa. — Certo, rispondo io ; ma c'è una grande differenza tra il brontolare di chi lavora e di chi sta in ozio. Il primo brontola, perchè vorrebbe far meglio: è pessimista, è incontentabile; ma intanto fa. Il secondo si culla nel dolce far niente, e dalla scranna di una farmacia o di un caffè, eterno burlone, mette in ridicolo quelli che tentano di fare qualche cosa e brontola contro il progresso. A miei tempi di questi tipi ce n' erano molti laggiù. Salimmo quindi al primo piano a vedere la mostra dei prodotti dei privati, e dei molti comizi agrari della regione lombarda. Attrasse subito la nostra attenzione lo — Stabilimento agrario dell'Ingegnoli di Milano per la produzione di buone sementi. — Ecco un' istituzione desi- curabilissima in Istria, osserva 1' amico. E poi, vede, qui ci sono studi statistici, tabelle, si fanno raffronti; a qualche cosa giovano pure i comizi agrari. — E i nostri, cioè il nostro itibus, aggiungo io; e quanto a chiacchiere, mi dicono ne abbia fatte di molte. Veggo sul muro un' iscrizione — Pianta della scuola e podere —- Grumello del Monte — Provincia di Bergamo. Lui per modestia vorrebbe tirare diritto, ma io 1' arresto, apro i libri, e voglio vedere tutto ed avere spiegazione di tutto. È un vasto podere con vigne, campi, boschi, orto, frutteto. Apro i libri, e ci veggo disegni di un contadinello che in due anni ha fatto rapidi progressi ; altri disegni di figli di signori, e perfino di consiglieri provinciali che non isde-gnarono di trattare la vanga e la marra. Oh ! questo sì è vero progresso, esclamo ; così dovrebbero fare anche i nostri proprietari, e non mandare i figli a biascicare il greco ed il latino sotto la ferula di qualche pedante che può dalla sera alla mattina, senza pietà, senza cuore cacciarli dall' istituto, perchè hanno salutato cordialmente un loro comprovinciale! E tutto per la boria di avere un avvocatuzzo senza cause, o un dottore senza dottrina che sarà poi uno spostato per tutta la vita! Oh! lo si intenda una buona volta ; l'agricoltura è l'arte delle arti, nobilissima, grande, perchè, senza di questa, nessuna altra arte, nessun progresso, nessuna industria sarebbero possibili. Solo il proprietario che sa, può imporsi e farsi amare e rispettare nello stesso tempo da suoi contadini. E certi burbanzosi nostri signorotti, che senza saper coltivare un cavolo, vengono in carrozza a sorvegliare i contadini, ad angariarli, e a farsi maledire, come meglio attenderebbero al loro interesse se mandassero i loro figli a studiare agricoltura. Perchè il proverbio — 1' occhio del padrone ingrassa il campo — oggi va rettificato così : La testa del padrone ingrassa il campo. In questo modo, io credo, meglio si potrebbe sciogliere anche da noi la questione nazionale : lo slavo, il contadino spesso vi odia perchè è angariato, perchè è povero ed ignorante : illuminiamolo, amiamolo : un albero, iuuestato dal padrone, un' operazione a-gricola fatta in comune, sia pure per pochi minuti, dal signore e dal contadino diventano mezzi efficacissimi di coucordia e di pace in barba a tutte le Nase Sloghe del mondo slavo. Nell'Istria abbiamo pure un' istituzione agraria ; non sarà il grande podere di Grumello; ma qualche cosa è ; a questa certo interverranno in gran numero i nostri giovanetti. Ma qui 1' altro m'interruppe, e alzando poche dita dalla mano : Tre, professore, soli tre, aggiunse con atto di sconforto. Mi sentii cascare le braccia. Basta, speriamo nel tempo che è galantuomo. E continuammo la nostra visita. Vidi certi studi speciali del nostro professore di Grumello sulle viti americane : le radici resistono alla filossera ; la vite nostra innestata sopra terra mantiene la qualità indigena. Ma qui da capo cose de populo barbaro sul modo andarono le cose in quella disgraziatissima Sicciole. La mostra del Cirio di Stradella grande e-sportatore, di fama mondiale ; e del Colombo di Milano che conserva con un suo apparecchio in eleganti vasi piselli, citriuoli, asparagi, frutta d' ogni qualità richiamarono per associazione d'idee alla nostra mente il nome del bravo ed ardito commerciante, il Fonda di Pirano. Non vi dico nulla dei giganteschi formaggi di grana di Lodi e di Codogno, nè delle piramidi di vini prelibati, nè delle immense zucche, nè delle frutta esposte dal Berti e da Borsani di Milano. Rammento solo delle mele grosse come boccie, e che all' odore devono essere pure gustosissime. — Quanto può l'arte, (e questa è osservazione del professore) e come vince le difficoltà di natura ! Perchè dopo tutto, non si ha a dimenticare che siamo nel paese del burro e delle rane ! Finita la nostra visita, e fatta un po' di sosta nell' attiguo giardino, e alla vicina mostra degli animali, ci recammo a dare un' occhiata alla mostra didattica, a quella di elettricità ed al torneo di scherma. La sera in piazza trovammo altri due amici carissimi, il dottor M. e l'avvocato G. B., venuti a bella posta da Milano. Quante chiacchere si fecero, e quanti dolci ricordi, là sotto i lampioni della luce elettrica ! Ogni tanto però io guardava la luna, che spuntava dietro il campanile, e la quale in mezzo a tanti lumi e a quel mite poetico chiarore delle lampade E-disson pareva come se dicesse riminchionita : Ma io che cosa ci faccio qui sopra? Splendi, splendi povera luna ; anche in mezzo ai nostri splendori, alle nostre artistiche illuminazioni sarai sempre la casta diva, e la protettrice degli a-manti, dei poeti e di tutti gli sfortunati che battono appunto la luna, ma sempre con la speranza in cuore di più lieto avvenire. Ed ora come ora io veggo sempre il tuo pallido raggio che si riflette nelle quiete acque di Miralonda olim Semedella; miro i tetti lucidi dei casolari su pel monte, le fosche ombre degli ulivi, ed odo voci lontane dei pescatori, e liete canzoni : Oe oe oe Issa il timon : Guardate gli agili Mozzi saltar Noi gli scoiattoli Siamo del mar. È il coro barcarola della Gioconda suonato in mezzo alla piazza dalla banda municipale di Lodi. Segue 1' ultimo addio di Gioconda che ha apparecchiato agli amanti la fuga fino di là d'Aquileja, dove saranno liberi e sicuri, così dice il libretto, dalle insidie del leone; „Col sol d'Illiria in fronte." Se questo sole d'Illiria esiste veramente, salutatemelo tanto anche da parte mia. Per ora torno a guardare alla luna, stringo la mano agli amici, e dopo una giornata bene spesa vado placidamente a dormire. P. T. Lo sviluppo ielle Società Operaie Del Benno d'Italia Togliamo da una corrispondenza della Perseveranza: Cremona 16 settembre. La festa operaia e V onor. Luzzatti. La nostra città ieri ospitava per la seconda volta l'illustre economista Luzzatti. Non solo nei nostri operai, — i quali fino dal 1877, allorché ebbe luogo il Congresso cremonese, avevano avuto campo di apprezzare il Luzzatti, presidente di quel Congresso — ma anche in buona parte della cittadinanza era vivo il desiderio di riudire la facile e chiara parola dell' amico vero dell' operaio, di colui che primo con somma efficacia propuguò i priucipii coi quali debbono governarsi le Società operaie per poter ricavare da esse quei vantaggi economici e morali dell' individuo che sono il loro nltiino fine. Potete quindi immaginarvi -quanto sia stato festeggiato il distinto uomo, ospite del Vac-chelli, che da alcuni giorni trovasi fra noi. Come già sapete scopo della festa di ieri era l'i-naugurazioue della Confederazione fra le Società operaie della provincia. La venata del Luzzatti ha dato alla festa una grandissima inportanza ed attrattiva, che si riconosceva facilmente dalla ricerca che vi era di biglietti per poter adire alla conferenza, nonché al banchetto sociale. Ora mi proverò a narrare come procedette quella festa, che ha lasciato nella nostra cittadinanza, specie nella classe operaia, buonissima impressione. Alle 8 aut., riunione nel palazzo della Banca popolare (locale Ufficio) delle ra-ppreseutauze per recarsi air innangurazione della bandiera della Società operaia dei Due Miglia. Alle 8, inaugurazione della detta bandiera, alla presenza del Luzzatti, del prefetto Giacomelli e del VaccheUi, con un brevissimo éiscorso del Luzzatti. A mezzogiorno solenne conferenza al teatro Ricci, addobbato elegantemente, Questa era la parte principale della festa. La folla che vi intervenne era immensa. Oltre il Vacchelli ed il Prefetto, facevano corona sul palcoscenico attorno al Luzzatti 24 rappresentanze di Sodalizi operai della provincia nostra. Allorché il Sommi, presidente della Società operaia cremonese presentò all' assemblea il Luzzatti tratteggiandone a larghi tratti la sua vita tutta spesa a prò dell' operaio, uu fragoroso applauso scoppiò nella vasta sala. Presa quindi la parola il Luzzatti, dopo uu brillante esordio, ricordò il successo che ottenne il Congresso di Previdenza di Parigi I' esposizione delle condizioni prospere delle Società operaie italiane, specie della operaia cremonese ; e 1' applauso che allora vi ottenne egli lo restituiva all' operaio eremaBese. Mostrò però come non si debba accontentarsi di quanto si è ottenuto fino ad ora, ma proseguire nella via intrapresa; e rammentando i grandiosi progetti di Bismark pegli ammalati poveri, sugli infortuni del lavoro, sulla vecchiaia, dimostrò che, se non si può tra uoi adottare il sistema di previdenza legale, ordinatrice dello Stato, bisogna profondamente studiarlo. Ricordò che fra noi invece si può riuscire ai medesimi intenti, limitando però l'azione dello Stato, il quale deve aiutare, qnale riserva, ma la sua influenza non deve esorbitare. Parlò poi dei progetti del ministro Berti a sollievo della classe operaia, la Cassa Nazionale e la Cassa per la vecchiaia. Si diffuse a lungo a spiegare il concetto, lo scopo di queste due istituzioni, che devono far capo non alle singole Società operaie, ma ad un nucleo di queste, ad una confederazione che rappresenti, nelle suddette nuove istituzioni, gli interessi delle siugole Società. Raccomandò il maggiore sviluppo che sia possibile alle biblioteche circolanti, e chiuse ricordando la necessità di costituirsi in confederazione. Questo discorso, di cui vi ho dato un pallido cenno, fu interrotto sovente da fragorosi applausi, e destò un grande entusiasmo negli operai. Il comm. ing. Giovanni Camolini poscia propose il seguente ordine del giorno, che fu approvato per acclamazione: „L' assemblea, facendo plauso alla benefica idea di promuovere la solidarietà permanente negli interessi economici e morali fra le Società operaie di mutuo soccorso della Provincia, ringrazia l'ou. Luzzatti e lo proclama benemerito della redenzion» delle classi operaie. " Scoperte preistoriche Pisino, 20 sett. 1883. Per incarico dell' I. R. Accademia delle scienze a Vienna, il Dr. Moser, professore all' I. R. Ginnasio dello Stato in Trieste, fece testé praticare degli scavi sul colle ove è sito il villaggio (che fu già castello) di Vermo presso Pisino; e ciò dalla parte di Ponente, uon lungi dalla strada postale. Gli scavi si eseguirono nel campo Martincich, dove anni addietro ripetutamente si rinvennero oggetti preistorici. Recatomi gli scorsi giorni sopra luogo, verificai trattarsi di un sepolcreto preistorico. Le urne erano infisse nello strato calcare a circa un metro di profondità, e disposte in fila, a breve distanza 1' una dall' altra. Se ne rinvennero in grande numero, contenenti ceneri ed ossa umane e vari oggetti di bronzo e d' ambra, anelli, fibule, ecc. Ricorderò, fra le cose ivi scoperte, una patera, un elmo di bronzo, accette di pietra, spilli d'osso, freccie, fusajuoli, corna di cervo lavorate, vasi di bronzo. Gli oggetti scoperti passarono al Museo di Vienna ; ed è a deplorarsi che non siano rimasti in provincia, ad eccitamento di studi ed anche onde in Istria si prenda conoscenza di simili oggetti per eventuali ulteriori scoperte. Il Dr. Moser ne eseguì esatti disegni, che a suo tempo verranno pubblicati. Queste, nonché quelle precedenti di Ossero, sono al certo le più importanti scoperte preistoriche fatte finora nell' Istria nostra. Ove si praticassero degli scavi, si potrebbero ottenere altri simili felici risultati, in molti siti della nostra provincia ; per esempio sili colli Pizzughi di Parenzo, su quelli (Petrovaz) di Mondellebotte^ecc. Sul monte Mordelle presso Parenzo, anni fa, fa rinvenuto un cucchiajo preistorico di cotto, ora in mio possesso. c. d. f. Sullo stesso argomento abbiamo ricevuto la seguente lettera: Faremo, 13 Settembre Ieri sono stato a Vermo. Gli oggetti preistorici scavati dal Dr. Moser in un piccolo campicello, posto a metà della collina, consistono in urne di terra cotta, ed altre poche, due se non isbaglio, di bronzo, con entro alcuni resti dei cadaveri cremati; in un cimiero ed una coppa, pure di lamina di bronzo ; ed in altri piccoli oggetti di bronzo come sarebbero braccialetti, fibule, fusaruole ecc. ecc. Questi oggetti appartengono, secondo ogni probabilità all' epoca celtica, e sono interessantissimi per la nostra storia. Gli scavi furono eseguiti per ordine dell' Accademia delle scienze di Vienna, la quale darà, nei suoi atti, la relazione sugli oggetti rinvenuti coi disegni dei medesimi. Gli oggetti stessi passano poi per la custodia nei musei imperiali. Gli scavi sono finiti jeri ; resta però molto terreno da scavare, dove non faranno certo difetto questi antichi oggetti, ed è già stabilito di proseguire gli scavi medesimi per conto della provincia. Desidero che il Dr. Marchesetti vi scriva sui risultati dell1 esplorazione nelle caverne di j Parenzo. Queste caverne si trovano a fianco destro : della strada ruotabile che conduce da Parenzo a Mompaderno, nella contrada Cattoni, poco distante dal villaggio omonimo ; io non mi perito di mettere penna in carta su quel poco che fu rinvenuto in una di queste caverne ; successiva-i mente il Dr. Marchesetti ha trovato in uno dei | castellieri così detto Pizzugi — Pozzuoli — ad un' ora di distanza da Parenzo, una freccia di selce, la quarta, credo, che possediamo, ma certamente la prima che fu rinvenuta in questi nostri castellieri in prossimità al mare. Archeologìa ! All' Onor. Sig. Carlo Defrancesehi Pisino Permetta anzitutto, onorevole Signore, eh' io Le porga l1 omaggio di queir affetto riverente che, comune a tutti gì' istriani miei comprovinciali, io Le professo da lungo tempo. Lei raccoglitore e illustratore instancabile di tutto che onora la storia del nostro paese, noi amiamo e ameremo sempre con affetto di figli riconoscenti. Mentre io La ringrazio delle benevoli espressioni dette a mio riguardo nel num. 18 di questo periodico, dirò, se permette, quattro parole sulle notizie che Lei s' è compiaciuto di fornirmi. La lapide da Lei pubblicata erami nota e se mai, ospite carissimo, Portole avesse l' onore di salutarLa entro le sue mura, Lei la vedrebbe murata sotto la loggia comunale presso l'altra da me pubblicata nel faseic. I e II di quest'anno dell' Archeografo Triestino. Era veramente nella casa Persico, rotta in due parti, e si diceva fosse stata trovata da lei in una escursione fatta nella località Cucùi. Io non la riportai tra le mie notizie per ciò che un si dice non credetti bastasse alla verità storica. Ora che n' ho la certezza da Lei. I' aggiungerò con piacere in appendice. In quanto alla iscrizione da me pubblicata nel n. 17 della Provincia, la lezione vera è questa: CLEREGIN VS- DE1VS TJ NOPOLI - PINXIT 147 1 Notando che a pag. 187 dell' Archeografo, fascicolo suindicato, tra le mie Notizie e sotto l'anno 1457 si fa anche menzione di un Chieregino, il quale potrebbe essere quello stesso della iscrizione. Mi son note le vestigia romane di S. Silvestro, di S. Elena, di S. Croce e d' Armagna. E so pure che intorno 1' anno 1864 1* onorevole Dr. Loser, allora nostro amatissimo Direttore, in uua delle sue consuete escursioni autunali portò via di qua non so qua! ido-letto o lapide del tempo romano. Fatta poi, dicesi, da lui stesso murare nell' atrio del ginnasio di Capodistria. Io non ebbi la fortuna di sapere da lui la verità nè, per quanto so, fu annunciata la scoperta su qualche periodico. Gradisca, onorevole Signoee, eh' io Le ripeta i sensi di affettuoso rispetto co' quali ho 1' onore di ras-segnarmeLe devotissimo servitore G. Vesnaver Portole, 24 settembre 1883. H) omanda Neil' opera dello Zanetti „Della pittura ve- i neziana" ecc., stampata nel secolo scorso a ; Venezia, ove 1' autore dice degli antichi metodi di dipingere a tempera, si legge (pag. 47) : BIo vidi una tavola sua (di Gian Bellino) venuta da Gittanuova nell' Istria per essere restaurata. Era colorita con vaghissime tinte e saporite, oltre a molte altre bellezze che aveva in sè ; e non fu chi non la credesse dipinta ad olio, e una delle belle opere di esso Bellino." — Esiste ancora questo dipinto a Citta-nuova ? — x, Sull' azione Insetticida e insettifuga della polvere di tabacco Grumello del Monte 17 Settembre. Giacche nell' ultima puntata, avete richiamato 1' attenzione degli agricoltori istriani sulla proprietà: insetticida della polvere d; tabacco, alludendo in special modo alle esperienze state iniziate dal ministero di agricoltura del Regno d' Italia nelle varie stazioni agrarie, credo non inopportuno, d'informare i lettori di questo periodico, sui risultati che ottenni nel corrente anno da tali esperimenti nel podere della scuola agraria di Grumello del Monte. La polvere inviataci dal miuisteroera composta dei 50;/0 di vagliatura di tabacco e cascami del medesimo, 40% di zolfo e 10 .„ di cenere di costole di tabacco. L'esperienza è stata fatta sopra piante di melo, pero, albicocco, ravizzone, fave, cavoli e asparagi. Le due prime specie di pianta erano invase dai bruchi delia Pieris crataegi, gli albicocchi, il ravizzone e le fave dagli afidi, i cavoli dai bruchi della Pieris napi e Noctua brassicae, gli asparagi dai Crioceri. Contro tutti questi insetti mi sembrò l'azione insetticida e insettifuga incontestabilmente provata. Sui bruchi iu genere, se piccoli aveva un' azione micidiale e se sviluppali li disperdeva, contro gli afidi ne fu meraviglioso l'effetto poiché venivano quasi prontamente uccisi, si riuscì a tener lontano uu piccolo scarafaggio che iuvadeva gli asparigi durante la notte. I rosai e molte altre piante del giardino, da fióre e da frutto come i limoni, aranci ecc., che sono tanto spesso invase da afidi o da altri parassiti animali, si possono liberare molto facilmente e presto con detta polvere e di ciò, quantunque non 1' abbia provato, mi rendo garante, per le assicurazioni che n' ebbi recentemente dall' Ispettore dei Giardini pubblici di Firouze Cav. Ing. Pucci. Questa primavera un'agricoltore, proprietario di un bel frutteto nel Cremonese, mi chiedeva consiglio per distruggere dei bruchi che per anni di seguito invadevano il suo frutteto cosi da annullare il prodotto. Gli diedi della polvere di tabacco e ne fu tanto contento che per quest' altro anno me ne ordinò già mezzo quintale. Circa il modo di applicare la polvere di tabacco si può spargerla a mano o col soffietto. Sarà meglio con quest' ultimo, ed attendere per questa operazione il mattino, quando le foglie delle piante sono bagnate dalla rugiada, acciò ne resti aderente una sufficiente quantità alle foglie ; si potrebbe, volendo, inaffiare le piante. L'operajo che attende a questa operazione, bisognerà che si protegga la bocca con uu fazzoletto, poiché ls polvere se inspirata e poi trangugiata colla saliva, potrebbe procurargli dei forti disturbi di stomaco. Si potrebbe adoperare anche il decotto per maggior risparmio della polvere. E giacche parlo di decotto, dirò ancora che le acque di tabacco sono molto raccomandate contro le malattie cutanee dei bovini suini, ovini, equini, provocate da parassiti animali. Nella mia pratica adoperai con profitto contro i pidocchi dei bovini una leggera unzione anche allungata di polvere di tabacco; sulla pecora, capra e sui niajali specialmente, che ne sono tanto spesso invasi, so che si ottiene un egual favorevole risultato. Mi preme d' avvertire che 1" operazione bisogna ripeterla per tre quattro volte di seguito uel periodo di 15 giorni affine di distruggere il pidocchio giovane, poiché detta acqua non ha alcuna azione sulle uova. La regìa dei tabacchi di qui mette in commercio la polvere di tabacco sofisticata collo zolfo nelle proporzioni come ho accennato più sopra, al prezzo di L. 25 il quintale; così pure prepara dei sughi, dai residui di lavorazione in apposito laboratorio, che mette pure in vendita a scopo agricolo. Chiudo col desiderio che la vostra domanda sia esaudita, che cioè „la fabbrica di tabacchi in Rovigno prepari e distribuisca nella nostra provincia la polvere di tabacco" ed io aggiungerò, „an-che degli estratti di sugo, *). ___D Dr. F. Esperimenti contro la peronospora. Co lievita no. li lò Settembre 1883 — ('ettolitri Sante. Per combattere la Peronospora quest' anno vennero fatte alcune prove nel vigneto sperimentale di questa R. Scuola di Viticoltura ed Enologia, delle quali, riserbandomi di dare più ampi dettagli un' altra volta, dó ora un cenno riassuntivo perchè possa invogliare qualche viticultore a ritentare gli esperimenti nell1 anno vegnente. Le sostanze che a preferenza adoperai furono il Carbonato di sodio, l'Idrato di sodio e l'Idrato di calcio in soluzione acquosa ; il Carbonato al 2 per cento come consigliò il Gazzotti, che pel primo lo propose ai viticultori, l'idrato di sodio dapprima al 2 per cento poi aìì' 1 e finalmente al 0.5 per cento ; per l'idrato di calcio adoperai una soluzione satura ottenuta spappolando 2 Kil. di calce viva in un Ettolitro d'acqua. Il Carbonato di sodio adoperato era allo stato di massima purezza, ma non diede che meschini risultati perchè la Peronospora ben presto tornava ad apparire sulle foglie già trattate dopo *) In mancanza di una speciale rappresentanza degli interessi agricoli cui rivolgere i nostri voti preghiamo la Giunta provinciale di voler interporsi perché almeno in via di prova sia approntata nella fabbrica di Rovigno per la ventura primavera la polvere di tabacco ed altri preparati insetticidi. (N. d. R .) uno o due giorni; non ebbi soddisfacenti risultati che adoperando una soluzione al 3 per cento aspergendo le foglie due volte coli' intervallo di due giorni fra un' aspersione e 1' altra. Pensai allora che se il Carbonato di sodio aveva dato al Sig. Gazzotti qualche risultato era perchè non aveva adoperato il Carbonato puro, ma quello del commercio il quale contiene dal 15 al 20 % e più di idrato oltre a solfiti, iposolfiti, solfati, cloruri ecc. e che questi risultati si dovessero quindi all'idrato e non al carbonato. Perciò volli esperimentare la soda caustica dapprima in soluzione al 2 per cento ed ottenni belli e rapidi risultati; fino dal giorno dopo la peronospora era scomparsa dalle foglie trattate ed ora che scrivo le prime viti assoggettate a questo esperimento, fino dagli ultimi di luglio, si conservano ancora immuni. L'idrato adoperato in questa prima prova era allo stato puro e quindi, sia per la purezza che per la quantità, troppo energicamente caustico, tanto che le foglie davano segno di qualche soflerenza; provai allora l'idrato commerciale all' 1 per cento ed al 0,5 per cento ottenendo sempre bellissimi effetti. Avuto in questo frattempo una pompetta spruzzatrice dell' Azienda Enologica di Milano (1) trattai 37 filari di viti, ciascuna di diversa varietà ed in diverso stadio d'infezione. La peronospora perì in tutte e fino ad ora non ricomparve, (2) mentre nelle altre viti non trattate, scomparsa per un istante causa il tempo caldo e secco che sopravenne, ora dopo due giorni di pioggia torna ad infierire. Pensai allora che potevasi adoperare anche il latte di calce e difatti ottenni qualche risultato anche con questa sostanza; però sulla pagina in feriore della foglia, ove va a cadere la soluzione, si forma un denso straterello di calce per la lenta carbonatizzazione che subisce all' aria, difficoltando i processi di assimilazione della foglia ed imbarazzando 1' enologo al momento della vinificazione perchè i grappoli restano fortemente in-zozzati di calce. Dagli esperimenti fatti e dai risultati ottenuti in questa prima prova crederei di poter consigliare l'idrato di sodio invece che il carbonato (1) La pompetta spruzzatrice messa in vendita dall' Agenzia Enologica di Milano è la più opportuna di tutti gli altri apparecchi di simili genere eh' io conosca suddividendo il liquido finamente e lanciandolo con sufficiente forza sulle viti, la qualcosa è quanto si desidera in questi trattamenti, i osta L. 16. (2) Oggi 17 sett mbre dopo alcuni giorni di caldo ee umido vevne riscontrato per la prima volta, dopo 24 giorni, la peronospora su due vitiodei filari trattati all' idrato di sodio. in soluzione dal 0,5 all' 1 per cento. Il prezzo dell' idrato non è molto alto (L. 0,90 il Chilo-gramma) e con un Ettolitro di soluzione si possono trattare dalle 200 alle 300 viti a norma il sistema di educazione con cui vengono tenute. È naturale poi che prendendo a combattere la peronospora fino dal suo primo apparire, la spesa diviene assai meschina tanto per la compera dell' idrato che per la mano d' opera. Da quanto ho più sopra esposto io crederei poter concludere: 1. Gli idrati alcalini in generale ed in special modo quello di sodio, danno buoni risultati per combattere la peronospora. 2. L'idrato di sodio in soluzione al 5 per mille e meglio al 10 per mille può utilmente sostituire il carbonato di sodio il quale non dà che risultati relativamente poco soddisfacenti. 3. L'idrato, spruzzato con una certa forza sulle foglie, ha due azioni; meccanica l'una, chimica 1' altra svellendo con gli spruzzi e trasportando con le goccie i conidii ed i rami conidìo-fori della peronospora, uccidendoli poi. 4. È preferibile l'idrato al carbonato di sodio perchè se anche quest'ultimo avesse azione micidiale sul phicomicete, il che parmi non sia che limita-mente, l'idrato con lentezza carbonatizzandosi all'aria accoppierebbe la sua azione caustica a quella del carbonato riescendo più efficace e più rapido. 5. L'idrato di calcio potrebbe forse servire in sostituzione dell' idrato di sodio, ma sporcando soverchiamente le foglie, i grappoli e tutte le parti verdi della pianta potrebbe riescire dannoso ai processi fisiologici della vite. (Riv. di Coneliano) Gli insetti e gli uccelli. A proposito della deliberazione presa dalla dieta provinciale perchè sia tolto il divieto dell' uccellazione, a maggior prova della inutilità del divieto, in aggiunta alle molte accennate dal' 1' onor. Fragiacomo, crediamo utile far conoscere una opinione dell' illustre Lioy che togliamo dal suo aureo libro „In Montagna". Ecco cosa si legge nel Capitolo XII: „ Sovente la straordinaria moltiplicazione di insetti dannosi alle piante dipende dalla diminuzione di altri insetti carnivori, che danno la caccia a quegli altri. Le pieridi degli orti sono tanto più numerose quanto più scarseggiano gli enfi ; certi insetti che rodono le radici sono tanto più abbondanti, quanto maggiore è la scarsezza degli omasei, dei pecili, degli arpali." "Si fa un gran discorrere sulla necessità di proteggere gli uccelletti insettivori. Ma chi indovina gli effetti di una legge troppo severa che ne favorisce la sfrenata moltiplicazione '! Distruggono. vero, molte bestiole nocive, ina e la strade che fanno degli insetti carnivori? Questi sono anzi peggio soggetti alle toro sevizie, essendo pift volatili e randagi; e in quanto a porre argine alla diffusione delle specie dannose, ci hanno forse e senza forse potenza maggiore degli uccelli. Si persuada il senatore Torelli; un pò di spiedo non può fare che bene." La preservazione dell'uomo nei paesi di malaria La Bevue Scientifique del 14 luglio p. p. riporta una lezione fatta nel museo di storia naturale a Parigi dal prof. Bonley dell' Istituto di Francia prendendo argomento dalla dotta relazione fatta sullo stesso soggetto al ministro Corti dall'ori, prof. Tommasi-Crudeli. L'illustre professore francese, dopo aver»1 riepilogate le parti più importanti della suddetta relazione, si associa completamente alia proposta umanitaria fatta dal prof. Tommasi-Crudeli di adoperare 1'arsenico come preservativo della malaria e conclude col far voti che la proposta di fare in quest'anno 1'esperiènza dell'arsenico in grande eia anche in Francia accettata dai ministeri, dalle pubbliche e private amministrazioni in ogni luogo di malaria. Questa notizia, che fa onore alla scienza italiana, mentre è tale da incoraggiare anche presso di noi quelle Società e quei privati che hanno già fatto intraprendere questa cura profilattica arsenicale, dovrebbe spronare quelli che finora si son mostrati restii, acciocché si possa una buona volta risolvere uu problema che. se lisoluto, agevolerà qualsiasi tentativo o progetto di bonifica di terreni palustri. ILT c tizi e La Cartiera di commercio ed industria dell' Istria in Roviguo. in seguito a istruzione dell'I. R. Ministero del Commercio, ha pubblicato una circolare per far avvertiti i produttori di vino delle molte ricerche cae vengono fatte di quella merce in Russia e specialmente a Pietroburgo. Mosca, Niznv-Novograd, Kiew, Varsavia, Carkow. Fin ora vi afluisca il prodotto francese anche fatturato a prezzi alti ed a parere del I. R. Minis tero del Commercio i nostri vini potrebbero sostenere la concorrenza purché sia organizzato un buon sistema di reclame come sanno fare i francesi. Il Comitato per sussidi agli studenti italiani presso 1' università di Graz ha pubblicato il resoconto dell' i-stituzione dell'anno scolastico teste finito; furono elargite durante l'anno 20 sovvenzioni, assieme fior. 201 — e il fondo di cassa, detratte le spese, rimase di fior. 1221.37. Il Comitato si raccomanda a tutti i generosi comprovinciali per nuovi sussidii, onde essere in grado di poter continuare la sua opera di carità. Domenica 16 corr. si è radunato a Pisiuo il Co-mitato della Società politica eletto a Parenzo nella (JAPODlKTKlA, Tipograti* di uatw l'noni. conferenza privata dei 25 agosto, onde avtisare al modo più conveniente per 1' impianto della Società politica, come anche per la definitiva sede. Dei nove membri eletti ne sono comparsi sette, i quali tutti rimasero concoidi nello stabilire la città di PisitoO come sede della futura Società, come pure nell'acoettare, meno qualche lieve modificazione, gli statuti sociali da noi già pubblicati. Ed ora non resta che presentare alle competenti Autorità gli statuti stessi, e por mano all' opera. Noi ce ne compiacciamo del risultato, e speriamo di salutare in breve questo urtovo sodalizio, che dovrà costituire un novello quauto valido baluardo contro i nemici della nostra nazionalità. (Istria) Leggiamo nell' Istria Come avevamo annunciato, giovedì 20 sett.. fu tenuto il dibattimento contro il «ostro redattore Marco Dr. Tamaro, nel Tribunale Circolare di Rovino quale Corte d' Assise, dietro accusa mossagli, ex §§. 488 e 493 C. P., da Don Michele Semelich parroco canonico di Barbaua e Don Giovauni Velnich cappellano di Por-gnana, uonchè da Don Mìkisa cappellano di Lovrana, tutti e tre patrocinati dal candidato d' avvocatura G. Dr. Stameli difensore penale. Il nostro redattore era difeso dal sig. Avv. Ercole Dr. Boccalari per i due primi, e dal sig. Notaio Felice Dr. Gleser per 1' ultimo. Seuonchè Don Mikisa all'ultimo momento ritirò l'accusa, uhm !... 1' altro dibattimento si svolse invece e durò fino ieri verso il mezzogiorno. Dopo le deduzioni e le proposte, ritiratisi i sig. giurati, dichiararono, con undici su dodici voti, il redattore del periodico L Istria Marco Or, Tamaro, assolto. Ne parleremo nel prossimo numero. Nella seduta tenutasi Lunedì 18 sett. il Consiglio d' amministrazione dell' Istituto di credito fondiario istriano, dopo esauriti alcuni argomenti di ordine interno, occupa vasi dell' esame di 38 istanze per la con* cessione di mutili nella somma complessiva di f. 85.H00. Di queste ne accolse, salva i'approvazàoue della Giunta provinciale, 28 per f. 67,100: ne respinse 9; rimettendone 1 alla prossima seduta. 11 numero dei mutui finora erogati ascende a 1011, per il capitale complessivo di f. 1.426.300, corrispondente alla somma delle lettere di pegno in circolazione. (Istria) Leggiamo nel Corriere di Gorizia. G. J. Ascoli, il nostro illustre concittadino, ha j aggiunto uu' altra splendida foglia alla sua corona di scienziato di fama europea. La nuova dotta pubblicazione s' intitola : Note irlandesi concernenti in ispecìe il codice ambrosiano. i Siamo lieti di annunziare ai nostri comprovinciali, I che il 20 settembre si è inaugurata a Pirano con | gran pompa la Fabbrica Vetrami della spettabile Ditta ! Furiali e Salvetti. P UBBLICAZIONI Inaugurandosi - -addi XVI settembre 1883 — accanto all'antico castello — in — Lodi—presente la Maestà — di — Umberto I. — Re d'Italia — il monumento — a — Vittorio Emanuele II. Ode di Paolo Tedeschi— Tip. C. dell'Avo — Lodi.— l'i etra Madori izza Arite-o (rravisi emt. e rwdat. refrpunsa&t'. .