E L I S A DRAMMA SENTIMENTALE IN UN’ ATTO PER MUSIČA. DA R APP RESENT ARSl NEL NOBILE TEATRO Dl LUBIANA. L a Primavera 1805. DED1CATO AGLI SIGNORI AMATORI E PROTETTORI DELL’ OPERA ITALIANA IN DETTA CITTA, Poesia del Sig. Gaetano Rossi. Musiča del Sig. Simeone Mayr. IN LUBIABA X r,^ WkH H . ,'unaäpL ö-j •- i i L».' Vr* r ix-**- • ' " •. -#> "'tr L '*•" >, ^ >.-> - f£ iX u/i » .£■. CVcL;iž Z V': - . - /£ ■*> - 2 SIGNORI! La benemerenza vostra, piü che la mira del mio avvantaggio, mi spin-ge a dedicarvi il presente Dramma sentimentale. Egli ö senza dubbio una delle pm sublimi fra le taute celebri produzioni della mai bastantemente lodata penna del rinomato Sig.Maestro Simeone Mayr. Aggraditelo, e nell’ onorarlo del vostro concorso , date al medesimo quello splendore, e dignity , ehe vaglia a tenerlo degno del-lo stesso. Gli miei sforzi in ben ser-virvi mi lusingano, ma la sperimen-tata vostra benignity mi assicura del pin costante desiderate favore. In attestato di stima e rispetto Giuseppe Durelli, Imp. a L PERSONAGGI. ELISA, la Sig. Marghtrita de Cesaris. DUPLESSIS, il Sig. Niculb Manzoni. TEORINDO, il Sig. Giulio Radicchi. CARLI, il Sig■ Lodovico Fidauza. LAURA, la sig. Rosalba Gazzi. JONAS, il Sig. Bartolomeo Morelli. GERMANO, N. N. C ORL Seguasi di Duplessis, Savojardi. Guide. La Scena d sulla Montagna di Ghiaccio cosi detta del 8. Bernardo. Lo Scenario tutto nuovo, Il Vestiario di ricca, e vaga invenzione. AT TO UNICO. La deeorazione rappretenta parte delle Mentagne di Ghiaccio del 8. ternardo, Dinipi ahissimi staccati, tutti coperti di neve Alla destra nna grotta tagliata ve' massi. Alla sinistra il sog-giorno di Duplessis. Sull’ alto alia destra, grande Toccia, a cui si passa per rozzo Ponte di I gno. Per tutto precipizi profondi; Si veg-gano delle Straddle streite pe’ Viandanti. SCENA PRIMA. La Musiča espritne il comparire del Sole. Sorte poi dal suo soggiomo Duplessis, accom-pagnato dai suoi, ehe portano. Coperte, Legne, Ferali, quel tutto, ehe pud essere »e-cessario a soccorso de’ pcricolanti; e ia Duplessis. Iv Aura d cheta, il Ciel sereno, JBrilla il Sol, ridente d il gioruo : Dolce zefdro d’ interno Verno rio fugando vä. Coro• Frä 1' error di questi monti Se V* ö un misero in periglio; L’ offri, o Cielo, al nostro ciglio , E da noi si salverä. Dup. D ogni interno guardate, scotrete L’ alte Vette, le V ali j profonde: Spesso il Sole s' oscura, s' asconde , L’ Oragano repente si desta , E sorpreso da nera tempesta L’ infelice piü scampo non hiy Coro» Noi ci siafflo: a salvär gH infelici Koi corriamo : Dup Miei teneri amici I COl Coro» Q uesto sacro , ed etcrno do vere Di piacere a sempre sari Tup, Dunque all* opra — Coro. Air opra — air opra; D' ogni interno la Montagna Si trascorra : si soccora L’ infelice umaniti. Questo sacro , ed eteruo dovere Di piacere a ^e. sempre sari. (si disperdono: parte salen-do alle cime : alcuni dis-cendendo tie ptecipici, aU tri da opposte parti, SCENA IT, Duplessis, c Germano, che sopragiunge. Tup. ( incontrandolo.) Ebben , German» ! Ler. ( inquieto) Lo vedeste"? Egli erra Per quest! precipiži. Ho una paura, Ch’ egli una volta, o 1’ altra Fossa pericolar ! Si bravo, e buono , Povero il inio Padrone. JJup• Oh, quanto egli ini fi mai compassions! Ma, sai tu veramente quale sia La cagion della sua melanconia ? Essa di giqyio in giorno - Si ß piü tetra, e perigliosa. Ger. ' Io credo, Che sia male d’ amore. ])up. Oimšl mal grande, E alle volte incurabile. Ger. Ei mi prese A Turino, ö giä un mese: avea risolto Pi porrarsi a Costanza. Il suo trasporto Pel disegno dl.portava in quelle parti Amene, e pittoresche; ma sorpreso Da fatal malattia dovS fermarsi Nell’ Ospital vostro soggiorno, Dup. Aperto A* miei simili ognora... Ei mi lascia e ci6 molto m'addolora. Possano consolarlo Le Lettere, ehe aspetta Addio, Germano : Ger. Ma troppo avverso a lui semhra il destino. (parte, SCENA III. Teorinda comparisce a mezza la Montagna. Un cupo concentr amenta, pro fondi so spirt, tutto palesa in lui tristezza somtna, e passione. Discende lentamente. Tea. Ove son io ? M quali Dirupi alpestri il piede innoltro ?... e dove Mi porta il mio dolor ? Solinghi orrori, Deserte piaggie, taciti ritiri, Mulla potete piü sopra il mio euere. Fr ä quest! ghiaccj avvampo ancor d’ amore. Ei mi persegne, e seco Una dolce memoria,.. Elisa !,* oh, notne, Spera, mi dice il cor, nž sp ero invano. (parte. Fosse pure jindovino 1 Caro, adorato! Elisa(tenercmente, Essa ö tutto per me. Dovnnque, ognora Io non veggo, non sento altro, ehe lei, (con trasporto. Elisa! .. anima mia! ah ! dove sei ? Dolce fiamma del mio core Per te pene, oh quanto t'ame • (f Eco dalle rupi ripete le u1r time parole de' sei primi verst. Se ti branmo, se t' adoro, Mio tesoro, Amor lo sä ; E tu, ancora a me sei fida ? Al tuo bene pensi ognnr.t ? Ah! se m’adora 1’amato oggetto, Se fido ancora la stnngo al petto Ebbra quest’ anima, fra dolci palpiti D’amor, di giubilo lieta šari Speranza amabile ! Tn mi eousoli, Ritorni a un misero, felicjta. E Jotias non si vede? e dovrd dunque Vivere ancora in questa Incertezza, crudel ?... ehe pena!. . Al meno, Genio mio, tu sollevami, Fri i grandi Oggetti, ehe natura a te preseuta, Quelle roccie, que’ ghiaccj, quel soggiorno D’ anime virtuose, cerca, trova Di che 1’anima oppressa Giunga un' istante ad obbliar se stessa. (Čara il Lapis, de fogli per di-segni, j’ appoggia alia grotta, e si mette a disegnare. lntanto da lontano si sente ulUgra Musi-Ca, accompagnata da Lirel Tri-angoli^ eCimbaletti, e vod diverse, che accostandosi in ) CORO di dentro. Suoniamo, cantiamo Con’ allegria di cor; Melanconia Noi non vngliamo. , Pochi danari, ma buon nmor. Ten. (sempre smanioso durante it Coro, si fermer'a, glicade il Lapis, s' alzer'a finito il Coro.) L’arte mia m’abbandona. Non posso proseguir, Mi comparisce L’immagine d’Elisa su que’ Monsi, Frä que’ ghiacc , io la vedo... e aucora suono (La Musiča ripiglia pin vicino• Di letizia, e piacer! Fuggasi •. Nulla Omai piü mi dilctta. Il suono del dolor solo mi spetta. (e si ritiro♦ SCENA IV. Savojardi, Savojarde, portano seco i loro fardelli, suonano delle Lire, e Triangoli: jotioj e con essi. Feriniamoci. amici, Beviamo uniti un po; Mentre tocchiamo, Tutti gridiamo Viva il buon Vino, chi 1’inventd! £fon, (con bicchiere alia mano ) Questo e il ristoro, il balsamo Del pover galantuomo, Corrobora, Vivifica, Fa stare in sanjtäj Soldati, Villani, Poeti, Artigiaai, I Rice hi, i Pi to-chi, I Savj, gli allocchi, Sia bianco, sia nero, Nostran, Forestiero, Han tutti bisogno Di fare g!ii, glii. (bbve, Coro(bevendo) Evviva il buon Vino! Facciamo . glü, glü. ,r. - 00». Allegri; Ca.ncrate, QuanJo alia gran Cittk ginnti šarete, Vi paretä vedlere tin nrindo vnovo, Starete ben; fortuna c’ per tutti, Masdme per voi altri ragazzotti Nerbdrpti, grassotti.. Tutti ridono. Ah» ha ! ha ? E voi altre ragazze, oli, gindizio : Guardatevi, ma ben dagli occhialetti Dei galanti, focosi narcisetti Occhiatine, sospir, parole dolci... E poi... Un Savoj. Voi siete sempre allegro, 00». Sempre. Un altro. Bevete. (versandogli vinoi 00»- Un galan'tuomo Non sei fa dir due volte.(beve) Evviva! bnono! Davvet* non ö cattivo. Io vi son grato, E voglio per provarvelo narrawi, Una storietta, die per voi, ragazze, Sark di scola per non far le pazze, Tutti. Bravo ! ,Jltro. Presto, 00». Ben bene Non sono ancora in voce, » Uno (gli versa vino.) Intend«,. 00». {bcve ) Buoho! Attend; adesso a perfezione intuono. Jo». Coro. fion. Coro. Jo». Coro. $on. %S* * ROMANCE. Facea la ronda, certo Signore Ad iiua Villica plena d’ onor,e. E dalli un giorno, e dalli un’ altro La trova sola quell’ udmo scaltro. Dal suo Cavallo smontando, dice, Vien quä, uioretta, sarai felice: Li poveretra cosi sorpresa, Ben volontieri, son quä, gridö; Eh * la frascetta j dovea dir nd. 2. Stä pur sicura, non teraer nulla, Damini il tuo cuore, bella Fanciulla Non son di quelli, ch* usin borlare, Sincere, e fido ti voglio aware. Ti daro tutto, quel cbevorrai, Oro, Carozze, ricca sarai: Eccoti un pegno d’ ainore intanto, Ed un anello le presentö, Bravo il signore! chiaro parld. 3- Ella risponde, Signor, bei bello Poco lontano c'ö mio fratello: S’ egli vi sente .. per caritk, A dirlo subito corre al Papä, S’ ei non vi fosse... Capite bene, Ma pria V assenso cercar conviene, SÜ quell’altuta, signore, andate, Se e’e guardate, se viene in quä. Oh ! la facenda come anderä ? 4- Mentre il Signore corre a vedere’ Ella eseguisce il suo pensiere. Su quel cavallo sbalza al momento E via g!i scapra ni p-r del ven to! Ridendo, dicegli, Suirure, addio. C i vendetta fö all onor mio. Ei resta immobil1, comeun C uccii, Le guards dietr , e »on c’č piti« Co' o(ridendo)Gh sti benissimo! br.ivo ilcncit! e COTI £fon Bvava ragazza ! ah * ben gli stä ? £jfon. Eeeo : qnel'o 6 il Soggioi'no Ove tntri j Viandanti hanno ricetto. Ajlegri, prescntatevi, e vcdrete Che buon cuor, cbe buon Vin ! ci troverete. Andi mi o, sit, da bravi... . (j incaminano, raccogliendo le loro robbe, e salendo. SCENA V. Teorindo, e £?onas, ch''e per satire. Teo. Jonas J sei ,u? £}on. Mio buon Signore! Allegri» 7 eo. (con premier a0 Hai lettere ? s on. Ne ho un pacco D 1 signor Daplessis. Teo. (piti vivamente.) Ver me ? £fOttm Vi pare! Senza risposta io non tornavo. Ho scorso Mezza Oenova. Al fine ho ritrovato Quell amico. Teo. Ti son molto obbligato. £?on Cosa mat dtte ? allegri j Sarei anco venuto molto prima, * Se un certo caso (ridendo) ah! ah !... nna Signora; Nen c* era male. Un poco magrtttina.,. (sempre scherzoso. Ma in somma ben fattina; a veva sect UiV altra Donna, grande., un cole setro Da non L ut tarsi via. Ten. Sole? £fon. Sole? (riciend0) Eh! sole? avean fcuona compagnis. (apre frattantoil suo voliggi'10' II Cicisbeo ; Ei mortava un bei lavallo Inglese, pien di kočo. II Signorino Faceva il bravo a gnlloppar sul gbisecio: Qnando, pufferte, g ü... (sempre ridendo• Per venire poi ni prese uns Slitta... E voile guidcr lui .. ah > ah !.. non fece Vend passi, che brumm, volta la Slitta, Vi colie gambe all’aria, e le Signore A1 fresco .. li sul gbiaccio, Senza poterle ah! servir di braccio. Teo» (Che fosse tnai.. !) nia sbrigati. . la letters £fon. Ah! son qua... (esomkia molte lettere, e gruppi. SCENA VI. Duplessis. c detti. Dup.Cver so Teo.) Nib dolce amico? Teo. O rispettabil Duplessis,! Blip- M’abbraccia. Ebbene come sta: ? (C0tl tutta bontä, £fon. (porgendolu a Teo ) Ecco la letters. Teo. Or saprd il mio destin. £fon»(dandone a Dup ) Queste per voi. Teo. Mi batte il core... tremo. (apretldo lalet- tera. Dup. Leggi, s’ esca di pena. £fOll. Or sentiremo. Teo.,(legge) „Diletto Anico, lo ero in an-,?gusUe. La tua repentina partenzat „senza yetfermi, ne additarmi il tno. ,,viaggio, mi fu di rammurico. I tuoi „Apiiciti compiangpno. Vuoi nuova „d’Elisa : eccole :i' C he pslpito ! En p. Via, segui Teo. {legge ) „ 7/ Padre d'Elisa h morto. Ess i „ha acquistato il diritto di dispi rre ,,della sila mano... Oh me felice ! e mia. (con trasporto. £?on. {gettando per aria il Capello) Victoria! d notsra. Allegri! Teo. Mio buon amico ?... (cGtl giubilo ) Lup. Mi consolo : avanti. Teo. {legge.) „Ascolta adesso il resto senza tremare, (si turba. j,11 Banckiere Johannis e fallito. Tu „hai perduti tutti i tuoi Capitali JI , giorno dopo tal fall imeti to Eli s a e „partita: Carli, il tuo amiiO infedelc „la segue, al momenta, che rießverai 3,questa letter a saranno gid sposi... (colpito vivamente, con impeto. Perfidi ! ., Sposi!.. oh Dio! »', E dunque ver sarä! {resta come fllOfi di se. Eup.Jm Povero “n mio! v - - Qual compassion mi fa \ Teo.(con furore.)Voglio seguirli... e dove ? Perderliv.. ov’ 6 il rivale ? Qual fremito m’assale '? Qual gel m’ agghiaccia it core J Nessnn dal mio furore, Nessun li salveri. Lup. Calmate que’ trasporti, A questo sen venite, I passi miei seguite, 3°n. Ragion v’a-sisteta. M’on ö poi, ehe una Donna, Mon veggo tanti mali: Son tutte quante egu ali, Un'altra cen šari* Teo. (con passione.') Ah! mo v'ä un altra Elisa ! £fon. Vi troverö una Nina, Lup. £?on. In ta n to vi calmate, Me state a disperar. Teo. (fUttO concentrato) Mentre io languia d’ amore, E mi sentia spirar... I perfidi! oh furore ! S’ amavan ! mi tradivano ? > D ill' ira, ehe fni lacora. Mi rento soffocar. (si getta su d'un sojjo. Lup. J On. (Vedete come smania! (Che cosa fa 1’amore' (Mi cava proprio il core, Teo. a tre (Chi Io consolerL! (Ah che mi manca 1’anima, (Ogni mio den perdei : (Avea riposta in lei (La mia feliciiL (resta immobile. Ebben venite... andiamo.,, Dolce amistži vi padi. Kd: vogli» fulminarli Ma poi... Cosi tra^irmi ? Signor,„ . Lup. Teo. Duu Teo. J on. Teo. {con imp et o) Che vuoi tu dirmi? Jo», (condel Umore ) Che... Sonc disperato, ' La vita orror mi fl. a Z- D up. A quali eccessi andate! Ragion alk» sentite, Deli, omai v' abbandonate A ten era amistä. Fermatevi... venite, Sentite, non si vä. Teo- Rup«> su me piombate.,. (con dispe-Vovagini, v' aprile, razioite) I mali terminate Di mia fatalitä. Lasciatemi... non vogli} Soccorso, nd pieti. Jo». Nd non v' ihcommodate, (verso le La bocea .ION aprite. Rupiagli Voj. donne, rovi nate a bis si.) La nostra umanitä. Fermatevi... sentite... Allegri... non si iä. (cercano trattenerlo, ma si stacca da loro, e fugge. SCENA VII. Duplessis, Jonas. Hup. Seguilo, Jonas, non lasciarlo. Jo». Corro, Eh noti mi scappa,no. Ah, donne ! donne! (segue. Teor. Hup Giovine sVentnrato > Tradito> abbandonato, con un cuore ft ScntiHfe all’ estremo I suoi trasporti io temo, e... (s ode una voce da lunge, chegrida. yoce. Oh Dio! Pup. * Qual grido! ^Ztra voce. Soccorso!... aita | Pup. Oh Ciel! ' {sale su (Tun mas so. v4/toa t)OC6. A juto! a juto ! Pup. Gente iu peri giro Hella Valle Amici! (verso il soggiorno. Semple disgrazie ! {essono) .Nella Valle... presti... V’affrettate. (discendono) Buou Dio ! Salvali: Corro a lor soccorso anch’io, s c ena vnr. Musiča analoga. Pot si vedono comparire Seguact di Duplessis fru di essi Elisa sostenuta da Laura, e da Carli. Elisa si regge a sten to, e mezza svenuta, Du-plesis con essi. Eli. Ah! piii reggere non posso... (s' abbandona su d' un masso. Manca il piS, langue il vigors... CarS Ella sviene... - Lau. Ajuto ! muore... (i seguaci di Dupl. s' inginocchia-no, alcuni accendono del foco. Dupl lefa odor are degli spirit* tutti in atto di soccorerla, Deh soccorso per pietä, Coro. Non temete, siam qui not, Questo spirito,.. quel foco, z fe 18 Lo vedrete, a poco a poco II vigor le rendcra. Dup. Apre gli occhi.,. Car Latt. Prende fiato. Caro. Ora appien s’animei4 £li{riavendosi)Dove son o ? tihi m’ aita ? Qual pietä mi rend e a) giorno ? Colla vita a me r torno La mia pace, oh Dio * no.i fk.‘ Car. Lau, State allegra,.. Eli. Nol poss’io, Coro, ?»oj zapremo consolarvi. . Eli. Troppo acerbo d il Ihto mio. Coro. Farem statvi allegraipente... Eli. Quanto čara, buona gente M’ £ si gran cordialitä ! Eup.Lail.Car Dunque bando al mal umore, Coro. Al piacer v’ abbandonate... Eli, Al mio core, voi destate Quella gioja, ehe non ha. Dup. Venite andiamo al mio soggiorno In esso Aqcoglienza cordiale, amico asilo V’offro, bisogno avrete di riposo Lau. Veramente un po si. Eli. Uuoni generoso ! Quanto mai vi dobbiam ! Ma, se volete li colmo potre a vostri benefizj, Fate vi prego, ehe al pili presto, entr* oggi, Se posibile č maj, prosegu r possa Il viaggio mio. Elip. Tanta premora, adonque Tahto interesse in questo viaggio svete? EU. Ciö ch’io vado a cercar, voi non sapete! (con sentimento. Dup, Quasi indovinerei i Eli (occhi basst, sospira) A mri Bup. Lati' Mel fi&»ravo. Se veduto Bup. A veste, ehe bel giovipe! ben fatto 'Nobile, virtuoso... insomma tutto Quelle, che si puö dir. E chi interruppe Un cost onesto atnore? Car. La tirannia d’avaro genitore. L’amico mio non era Ricco al paro di lei Pianti, preghiere, Nulla valse. Ei fö tanto. ehe il ridusse Alla disperazion. EU» Misero amante $ Senza sčorta, rammingo, D’ allora errand6 v a. Mori mio Padre, E noi da un mese, in vano Dovumque lo eerchiam: Forse passato Anche per qui sarä. Questo paese, Le sue varie bellezze, il maestoso Spettacolo, ehe qui offre natura, Sono testori d’un artista al core. (pittore ? Blip {con premura) Il vostro amante, (oh Ciel !) Eli. Appunto. Blip- - (Qual pen si er * sarebbe mai ?.*. Tanta conformiti (Testa petlSOSO» Eli. Perchž di lui Mi cercaste.**1 Signor ? Voi non parlate ? Bap- (Se fosse desso!) *1 vostto nomef Eli- Elisa. Elisa ? (colpitoO {Bup. comincia a interessarsi» forse d b 2 Eli. Si. F or se il mio uome udiste Qjii da alcun pronunziar! . sperar poirej, Dup Non del tutto, Ma pur., forse... giä un mese Un giovifie languente.,. oppresso .. eminte.. (Ells a, ripete anziosamente le parole , di Dup. Vittima dell’ amor... sni far di nolle... L’arte, i časi conform!... Eli. (interompendolopivamente.) Eia dess-v. or dov’d? Che fu ? mi dike ?... H vedrö ?..» il rroverd? Mi compatite. Dup. Niun piü di me vi compatisce, anch’io Conobbi le passioni, amore, e quanto! Non son di que' Filosofi rabbiosi, Che coudannan 1' amore. Vercbč son vecchi, ed lian gelato il cdte, Siamo al mondo Marionetti: Ognmi fa la sua figura: Ci fan muovef dei filetti A seconda di natura: Son quei fili le passioni, Che ci vengono a inquietar, U'io solo, ehe d il Giudizio, Ci stä sopra a regular. Finchd i fili van d’ accordo, Stä su dritto il bamtioccietto. -JMa... uno tira per di qui, Und gira, per di lä .. QuSlio falla, e casca gib .. V.i quell’ altro invece in su... Manca alfine quel di sopra, E si vk a precipitar. ‘ Ma sapetc, figlia čara, Qual fri tutti quei filetti, Piii scombussola gli affetti, E in disordin metre il'fcore! E’ il fileto deli airtore, v? Che ci fa prevaricar. State allegra, Figlia beli a, Sempre male amor non tl. I„o vedrete.. allegramentCs.. Che speriate il cor mi dice: l. Forse d questo il di felice, Che contents vi vedrä, {sale Jcon\Elisa., Carlu e ü I seguito* SCENA IX. Laura indi 2fonas, < Lati. Volesse pure il Ciel, ehe si trovasse, E a easa si toihiasse!. . - (s' avvia per satire. £fon. Ob ! una donna! * Fortuna! (la ravvisa) ah J ah I Allegri! Madama, ben venuta! Lau. Addio, buon’uomo! £fOtl. Cqme quä časi tardi ? Lau La gnida, ehe ci deste Era ubbriaco £j'OH. Il solito vizietto. Lau Falld la strada ; rovescid la Slitta, £ron. (ridendu) Ah ! Un’ altra volta?.. Poveret- ta! dica S' č ammaccata ? Lau. Un poechin, ma la Padrona Pati molto. II viaggiar su quest! gbiaccj, Sempre incerti. in pericolo... 8 S ,j > £fon. Oh si, ö vero, Ma io tengo una bestia, Che trotta, vola, ne pie merke in fallo, Che in gen ere ö fri 1’Asino, e il Cavallo, j Idest »n Mulo,., £ a suoi comandi. LaU. * Grazie, £pbfl. Oh! senza ceriraonie. Lati. La Padrona M’ aspetteri, (s' avvia. £fon. Se lei si degna, invece Della mia bestia son quä io, Sü igbiacej Potrebbe sdrucciolar. Lau. Mi fa piacere. ~ £fotl. E* onore a tal delta fare il bracelets, {salgono. SCEN A X. Teorindob netmassimo abbattimentoElisu poi da parte opposta. iTeo. (co» Foglio in mano.) ' Foglio infernhl! tu mi versasti in seno II velen delle fprie Elisa ! In grata ! Tu potesti tradirmi V e come ? Indegno, Perfido amice • Tu rapirmi uu cuore, Che sapevi esser mio! Ah J da chi, dove Piu sperare d' amore, Amicizia cercar ? e dove, in quale ' Abisso, antro profondo Agli Uomini, a me stesso, al Ciel m’ascondo 9 I/ (smanioso entra nella grottak Elu (scendendo) Egli ä in quest! contorni; Posso sperar di rivederlo, Oh dolce, Consolatrice ideal *3 Teo. (seduto entro lagrotta) Sperginra! tam* , pratesid, tmerezze - 3cordar, tradir cos j ? Tli. ' Diletfo aman?**, {si fermer'a ad ojservart. Io sard tua, tu Ml". Teo Resister non possh, 1 roppo opprcsso ö il mio cor. Tli, Qual šari mai (gnardci da ultra parte. •Al primo rivederlo il mio coutento ! Teo Oh mia dispevazion ? Eli. Qual gioja io sento ! t (scenderd lentamente. TeOV Car', fatale immagine D' una beltä fallace, Rendimi la mia pace, Fuggi, mi desti ovror. (r' interna nella grottai Eli. Tu ehe m' accendi l’anima Del piii costante affetto, Mosrrati, o mio djletto, Vieni nel sen d’ amor, {entra nella grotta. Teo. kiü non vedrö 1’ingrata: (comparisce al di sopra della grotta. Eli. Ah! fosse qui il mio kennel {siede sul sassomedesimo di Teo. Teo. Fuggir, morit conviene,.. Eli. Quanto sarei beataj Teo. Odiarla... Potessi... JVIorrei,.. Coutento... Eli. Vederlo... Vorrei... Me telice! Šarci. Vi destine, o Dei, , Pietade un* isrante . misero D un amante anima Le pene, il dolor. (Teo. siperde frhi MasH EU. da opposta parti. SCENA XI. huplessis, e Carlih hup. Che mi narrate mai ? Voi siete Carli? Voi 1' infedele amico Del p o ver o Teorindo ? Car. (con calore) E chi m’ appone Taccia s*infame? Chi?.., amoTeorindo, Rispetto Elisa, ed amici za sola Di liii movendo in traccia i passi miei Scorta mi fede in ricercarlo a lei, hup. Una lettera egli ebbe, Che disperar lo fece. Elisa inflda, Voi traditor suppose a lui quel foglio. Par. Menti chi serisse; sincerarlo io voglio. (per partire. 1 SCENA XII. Elisa, e detti. filj. Ebben dov’6 ? Si vide ancor ? 1’avete Voi ritrovato? JDujp. ' Peco Ancor poträ tardare; ö questa V ora, In eni suole ogni giorno Fare da suoi passeggi ä noi ritorno. Eli. Ei non prevede, ch’io sia qui; 11 sno core Non gli parla per me ; volar sul’ali Lo vedreste d* amor; Dup■ (Questa tardanza Mi dä pensier:) (OSserva attOYHO. EH• E ehe guardate ? Dup. (C. J.) Nulla. Ell. Sembrato inqnietdV. Dup• * Nö: (Che avvenuto ?) SCENA XIII. Laura, e detti. Lau (correndo)Ah < Signora! Signora! io 1* ho Eli (vwatnente)Teoriado ? veduto: Lau. Appunto. Dup• Dove ? Lau. Dietro al vostro soggiorno. Eli. E nol chiamasti ? Lau. Non mi send: Eli. Sentirä ben la voce, D’Elisa sua, Corriam... (s' avviano in questo. SCENA XIV. '£fonas - con foglio in mano, e detti. Pup, Jonas ? y^UU. (meste) Signore? (arrive amove. Eli, Quale scossa, sl cuore! J)lip. Teorindo! — lo I' bd lasoiato Poco fi, mai piti tanto concentrate, Patea volesse dirmi qualche cosa — intenc- rendosi: Stringeva i Denri — lagrimava — Allegri, (s' a sei uga gli oec H. Che non sarä poi nulla. Finalmente Quattro righe per voi sii questa carta Scrisse col Lapis, m’jibbraccio { Per sempre -Addio Jonas (jni disse : ) Tre Luigi. Mi pose^n mano , Non seguirmi — rests — Io dice colia fi.yz« di leö. Ei per 14, io per qua ; la storia ö quests: Dtip. Porgi, leggianio ; Car. Che mai nasee P Eli lo tremo. J)up, (legge) „ Mio rispettabih amico b „ Non ho cuore di rivedervi, e di änr-„ vi t'liltin'o addio. Elisa n' ha t ar-,, barumente tradito. Aon posso di-menticarla: non sö odiarla, ne ven-„ dicarmi. Vb ä terminure i miti mali, „ h eereare la morte. EU, ( con grida) Oh Dio ? ( la mnsica en~ tra tutta ad un colpo. Ei corre alia morte ? Momenta funesto! Che colpo ö mai qnesto A an povero cor! II Cid si fi nero, (principa il Temporale, U mugito lontano del tuono; il fis chio d e' ven-ti-, le piccole masse di nevi, che s’ agitano in vortici, an~ nanziano uti vidno orageuo' Vi il Tuono lmiggendo. Treinendo — Qragano Minaccia d’ orror. Eli. Io voglio segtiirlo Pill nulla m’artesta ^ 3=00. Almen la tempesta Lasciate pastir- Lau. Abbiate pazienza ) Per qualche momento. Cac. > Affanno , spavento Vi pilote costar. Eli ( agitatissima ) E iiitamo ei soccombe ? Lup. I miei vau girando. Jon E vi diveutando Piü serio 1’ affar. (Za campana della Torre sifhsentire, Eli Oinie ; — questo saono j *- Lup. Annunzia periglio. Eli. Nol curo — Lup. Jon. Car. Lau. a 4 Aspettate: EU- Non posso. a 4 Ascoltate — EU. S’ inccntri la morte M a U vogllo salvar, a 4 Fermate ; la morte Andate i incontrar. ( Eli, risotuta s’ avvia, in questo. SCENA XV, Teorindo comparisce ali' alto, verso le roc-cie delte nevi. Teo. Cielo! — pietoso Cielo ! — (eklamanšo tutto in se. Eli. (colpita) Qual voice! Oh Dei! Teorindo... (cön Car. e l)up. Teo• Agli occhi miei non credo... Xguardando a basso» e ere-dendo travedere. Eli. E‘ Elisa tua! ( con pas stone. Car. Son Carli... Teo. Perfidi!.. ancor vi vedo !... (con firemito, e pena, • Fugga... (compariscono dal Soggiorno i seguaci di Dup. Car. Ger. Coro. If vento in furia ... Eh. Fcrma... Tutti. La neve scuotesi... Qual oragano orribile !... C Teo. ha passato il monte, una Lavina si stacca, piomba sü Teo., e lo precipita seča. Tut- Tutti. ti con grido Oh Dio! — (Eli. sviene in braccio a Lou. Lup. Perisce... Car. Oh misero \... Dup. Compagni... Car. Andiam. s? Tutti ' Salvi amolo ... Cielo!... di lui pietä,.. (Lup., Car. Ger. scendcno e A suoi • gli altri restauo al di sopra osservando. SCENA XVI. Elisa, svenuta come sopra Laura, £fonas. Zon. tau. Znn- Lau. Zon. Eli. ( con j h (con Lc< u. Eli. Accoparsi per atnore Questä qui noti la cvedevo Proprio via mi portö il corp, Voglio a neb io cogli alfri andar. Non lasciarmi qui soletta : Veh ! in che stato ? (additando Eli. Poveretta ! Par rim-enga. Allegri , voce fioca ) E* morto !.. Forse nö... sentimento ) Snppormi infida ! Chi & ancor? ... Vano conforto! • Egli & morto, ed io 1’ uccisi! (con disperazione. 2fOn. Lau Non vi state & disperar: (in questo dalV abiso si sentono voci. Coro. Per di quä .. discetldiamo .. cerchiamo... Queste masse di sevi svogliamo < . ( poi. Piano ... attend ,. sentte ? . . lamenti! Eli con Lau. e il Coro di sopra. Che semite? , . lamenti?.. il vedete?,, žt> C >ro o basso. vd ... i>7i „ e Cof O. Scavate.,, chi sä il troverete... C )ro a basso• C’ č una mano ... 2$i, e Cof o. ( con isperanza ) Una mano ? Coro a bas sc» ( con giubilo) E’ trovato. Eli., e Coro, V ne? Cnro a basso. E' vivoRespira ...e salvato* Tutti. Lode al Ciel! oh dolcezza oh con- ten to •... Esultiamo... del Cielo cantiamo La clemenza, 1* im melisa bonrä: SCENA ULTIMA. Teorindo appoggiato a Duplessis, e Carli: • Viene lentamente: egli e mezzo sveuutoi Carli gli parla con fervore, rassicuiandoio. I soccorsi di BuplessiS lo animano. £fonaS Rubila: Elisa correndogli incontro» Eli» Ah >... Ti riveggo ancora!'" Idolo mio, m’ abbraccia. Amor, fii le mii braccia Ti faccia respirar. TeO» Se fida'ancor mi sei, Vivefe io posso ancurä z Eli. Viviper fchi t adora, • E piü non du bita r. Tutti.O TčOFidatevi : v* udora t Ne state i diihitar. TfO- D inque un geioso errore !'•♦ Eli CaV D up T’acciecö mente, e euere... Teo. Anima mia 1 .. perdono f... EU. , Mi torna ad’ abbracciar : s? Udo,., due.. Čari!... Allegri*. (bacciando la mutio di Tco. ed Eli• Cod .. oil benedetti! Amor vi teuga stretti, Iutti. Mi face ccnsolar. Amor co* suoi diletti. Du p. Vi faccia consolar, Di vostra sorte, oh come Gode il mio cuore, amici! 11 C:elo c.gnor telici Tutti. Vi possa conservar: Il Ciel cosi felici Vi possa conservar; Coro generale. A dolce contento II cor s’ abbaadoni, Imene coroni Si tenero ardor. Fine del Draauna.