Mirjam Premrl Universita di Ljubljana* UDK 811.131.1'367.625:378.147 commento delle scelte delle forme verbali nei CLOZE degli študenti di italianistica e di traduzione (identificazione dei punti critici e confronto tra i gruppi) 0 INTRODUZIONE Il presente contributo ha come argomento le scelte delle forme verbali italiane nei cloze compiute dagli studenti universitari di italiano, e il variare di questa prestazione lingüistica in dipendenza dagli anni di studio e dal corso di laurea frequentato: il corso di Lingua e letteratura italiana da un lato e i corsi di Traduzione e di Mediazione inter-linguistica dall'altro. Dopo un breve confronto tra le caratteristiche dei sistemi verbali italiano e sloveno, condotto allo scopo di evidenziare le difficolta di un apprendente slovenofono, saran-no presentati il test e il questionario. Sara discusso il cloze come metodo con cui non soltanto si mette il soggetto testato di fronte al compito di riempire il testo con le forme verbali che ritiene appropriate, ma ancora prima gli si chiede implicitamente di interpretare felicemente il messaggio del testo lacunoso. Si vedra, in seguito, che gli errori e le imprecisioni degli studenti non sono dovuti tanto a problemi di compren-sione del mondo testuale quanto piuttosto a difficolta relative alla scelta della forma verbale appropriata. Passero quindi in rassegna i dati delle analisi, soffermandomi sulla presentazione dei punti critici, sul commento delle scelte e sul confronto tra i gruppi. In base ai risultati ottenuti, cerchero di offrire, infine, dei suggerimenti di carattere didattico. 1 PARTE TEORICA Secondo Miklic (1997: 479) la scelta delle forme verbali dipende da tutta una serie di parametri: da quelli che riguardano il contenuto del messaggio e il modo in cui esso viene valutato - temporalita assoluta, temporalita relativa,1 tipo di azione (Aktionsart), modalita ecc. - e da quelli che riguardano le caratteristiche formali e i modi di presen-tazione - tipo di testo, varieta di lingua, adozione o presa di distanza, orientamenti dello * Indirizzo dell'autrice: Filozofska fakulteta, Oddelek za romanske jezike in književnosti, Aškerčeva 2, 1000 Ljubljana, Slovenia. Email: mirjampremrl@gmail.com 1 Con «temporalita assoluta» si intende la posizione temporale dell'azione rispetto al momento dell'enunciazione: passato, avvenire, attualita, attualita allargata, extratemporalita. Con «temporalita relativa», invece, si indica la relazione temporale tra l'azione in questione e un altro punto di riferimento, diverso dal momento dell'enunciazione: anteriorita, simultaneita, posteriorita, contiguita e indipendenza temporale (assenza di tale relazione). sguardo,2 messa in rilievo e aspettualita,3 meccanismi sintattici,4 procedimenti narrati-vi,5 modi di inserimento di altri discorsi6 ecc. La realta sottostante ai parametri men-zionati viene codificata in modo diverso nelle diverse lingue, il che puo comportare delle difficolta nel processo di apprendimento e di acquisizione di una lingua straniera. Gia da un superficiale confronto tra lo sloveno e l'italiano si vede che l'italiano dispone di una vasta gamma di paradigmi verbali finiti e infiniti, mentre lo sloveno ne vanta pochi soltanto; tra essi, quelli infiniti sono caratterizzati da un uso molto ristretto (cfr. Miklič 1992a: 197). In italiano le forme verbali finite sono di norma distribuite nella maniera seguen-te: indicativo (presente (Pr), passato prossimo (PP), futuro semplice (F), futuro composto (FF), imperfetto (IM), passato remoto (PR), trapassato prossimo (TP), trapas-sato remoto (TR)), congiuntivo (presente (Pr'), passato (PP'), imperfetto (IM'), trapassato (TP')), condizionale (condizionale semplice (C), condizionale composto (CC)), imperativo (imperativo (ImP)). Si classificano tra le forme verbali infinite le seguenti forme: infinito semplice (INF), infinito composto (INFF), gerundio semplice (G), gerundio composto (GG), participio (PART), participio presente (PARTPr). Per quel che riguarda, invece, le forme verbali finite in sloveno appartengono all'indicativo il sedanjik (il «presente» sloveno, SED), il prihodnjik (il «futuro» sloveno, PRIH), il preteklik (il «preterito» sloveno, PRET) e il predpreteklik (il «trapassato» sloveno); al condizionale il pogojnik (il «condizionale» sloveno, POG) e il pretekli pogojnik (il «condizionale passato» sloveno); all'imperativo il velelnik (cfr. Miklič/Ožbot 2007: 66-67; Toporišič 2000: 510-511). Il predpreteklik e il pretekli pogojnik si adoperano molto raramente (Miklič 1992a: 197). Questo breve confronto delle due realta fa gia intuire l'esistenza di differenze profonde tra le due lingue; la vera diversita consiste, tuttavia, non solo nella quantita delle forme verbali, ma soprattutto nel loro impiego. Le due lingue differiscono sensibilmen-te nell'espressione della temporalita relativa, dell'aspettualita, della modalita e della sintassi (cfr. Miklič/Ožbot 2007: 69-70). L'italiano offre al parlante una serie di paradigmi verbali atti ad indicare contemporaneamente l'ubicazione dell'azione tanto 2 Con questo termine ci si riferisce a tecniche espositive-narrative quali ordine naturale, flash-back, flash-forward e preludio. Si ha l'ordine naturale quando l'ordine dei predicati del testo coincide con l'ordine cronologico delle azioni nella realtà extralinguistica ovvero nel mondo testuale. Si parla invece del flash-forward quando in un punto della narrazione il narratore riporta uno o più eventi posteriori ma realmente accaduti, per poi tornare ai fatti della storia principale ossia alle azioni nel fuoco narrativo. Per una presentazione più dettagliata del flash-back e del preludio si vedano 2.8.1 e 2.8.5. 3 Con le due espressioni ci si riferisce alla presentazione delle azioni in primo piano per mezzo di un paradigma perfettivo, o in secondo piano per mezzo di un paradigma imperfettivo. 4 Con l'espressione «meccanismi sintattici» si pensa all'uso delle forme in vari tipi di strutture sin-tattiche. 5 Con l'espressione «procedimenti narrativi» si pensa alle tecniche espositive relative alla scelta degli insiemi di forme verbali per raccontare il passato, cioè ai procedimenti fondamentale, storico, com-binato e misto. Nei due più frequenti, fondamentale e storico, le azioni centrali vengono di norma segnalate nel primo caso tramite il passato remoto (o passato prossimo), nel secondo caso tramite il presente storico. Nei cloze del presente contributo si ha il procedimento narrativo fondamentale. 6 Ne fanno parte ad. es. il discorso diretto (DD), il discorso indiretto (DI) e il discorso indiretto libero (DIL). rispetto al momento dell'enunciazione quanto rispetto ad un altro punto di riferimento e quindi dispone di paradigmi distinti per l'espressione della cronología relativa nel non-passato (PP/PP', Pr/Pr', F/Pr/Pr') rispetto al passato (TP/TP', IM/IM', CC/IM/IM'). Questi paradigmi verbali si usano per segnalare un determinato rapporto di tipo relativo nei costrutti sintattici piu frequenti (giustapposizione (frasi indipenden-ti), periodi con dipendenti relative, causali, completive e alcuni altri). In questi costrutti la situazione in sloveno e simile a quella italiana nel non-passato, dove con il PRET, il SED e il PRIH ci si riferisce rispettivamente alle azioni anteriori, simultanee e posteriori. Diverso e l'uso delle forme verbali per la sfera del passato. Mentre nelle completive i rapporti di tipo relativo vengono segnalati - anche stavolta per mezzo del PRET, del SED e del PRIH, come nel non-passato -, nei costrutti indipendenti, relativi e cau-sali si fa uso del PRET, lasciando al destinatario il compito di interpretare la cronologia relativa per mezzo degli elementi di co- e contesto (Miklic 1992a: 195-201). Un altro punto importante riguarda le differenze nel funzionamento del sistema aspettuale sloveno rispetto a quello italiano.7 In sloveno, in linea di massima, il tipo di azione in buona parte incide sulla scelta di uno dei due elementi in opposizione, giac-ché con l'impiego del nedovrsnik (ND) (il «verbo imperfettivo» sloveno) viene messa in rilievo la fase durativa delle azioni omogenee (ateliche) nonché di quelle teliche che dispongono di una tale fase, mentre con il dovrsnik (D) (il «verbo perfettivo» sloveno) viene indirizzata l'attenzione verso la fase puntuale dell'azione telica, ma (con i verbi fasali) anche verso la fase iniziale8 o quella finale di quella atelica (Miklic 2007: 92, 9596, 99).9 Sul versante italiano, invece, quando l'azione omogenea o telica, di carattere singolo o iterativo, viene considerata nella sua globalita, si fa ricorso al perfetto, mentre l'espressione della visione parziale di un'azione qualsiasi,10 osservata da un punto passato rispetto al quale l'azione e simultanea, si affida all'imperfetto (Miklic 2007: 7 Per distinguere le due realtá Miklič (1981: 8) propone l'impiego del termine vid in riferimento alla situazione in sloveno e del termine ottica per la situazione in italiano. 8 Qualche volta la fase iniziale puo essere esplicitata con un verbo incoativo apposito. 9 Secondo la classificazione vendleriana rientrano tra le azioni ateliche gli stativi (state: essere malato) e i processi (activity: piangere), mentre fanno parte delle azioni teliche le realizzazioni (accomplishment: scrivere una lettera) e i conseguimenti (achievement: restituire) (Bertinetto 2003: 14). Sebbene l'azione atelica disponga anche di un inizio e di una fine, cioe di due fasi puntuali, la sua fase principale - quella che di norma viene messa in rilievo - e la fase durativa, per cui tale azione viene presentata per mezzo del ND (jokati [piangere]). Le fasi iniziale e finale, che si realizzano per mezzo del D, potrebbero essere classificate come situazioni di tipo conseguimento (zajokati [mettersi a pian-gere/cominciare a piangere], začeti/nehati delati, končati z delom [cominciare a/smettere di, finire di lavorare]). Le azioni di tipo conseguimento sono caratterizzate dalla sola fase puntuale (počiti [esplo-dere]), ma in alcuni casi possono disporre sia di una fase preparatoria durativa che di una fase puntuale (prihajati (ND) na vrh/priti (D) na vrh [stare per raggiungere la vetta/raggiungere la vetta]. Dato che in questo tipo di azioni viene, di norma, messa in rilievo la fase puntuale i conseguimenti sono perlopiu esplicitati per mezzo del D. Le realizzazioni, invece, sono caratterizzate sia dalla fase preparatoria durativa che dalla fase puntuale conclusiva. Quando si vuole presentare tutta l'azione, ponendo l'accento sul punto finale, viene usato il D. Quando, invece, si presenta tutta l'azione, ma senza dirigere l'attenzione sul punto finale, o quando l'attenzione si dirige verso la fase durativa, si ricorre all'impiego del ND (Miklič 2007: 92, 95-96). 10 Sono da escludere azioni momentanee puntuali, se non nel caso dell'impiego dell'imperfetto stilistico (cfr. Miklič 1981: 73). 93).11 Mentre in italiano la distinzione tra l'aspetto perfettivo e imperfettivo, sul lato espressivo, concerne soltanto alcuni paradigmi verbali (il PR/PP/TP in opposizione all'IM) in sloveno ogni forma verbale si manifesta o nella variante perfettiva o in quella imperfettiva, oppure - piu raramente in quella biaspettuale.12 Da quanto emerge da alcuni studi - e in particolare da quelli incentrati sull'impiego dei paradigmi verbali italiani in dipendenza dai costrutti sintattici da parte degli studenti universitari e ginnasiali - le difficolta in questo campo non sono del tutto superate nem-meno nei casi in cui l'italiano e una lingua dell'ambiente sociale, oppure vanta una forte presenza soprattutto a causa dei media: non lo sono nemmeno a livello universitario (Mertelj 2008: 349). A questo punto si potrebbe estendere il concetto all'impiego delle forme verbali in generale e ipotizzare che l'uso corretto dei paradigmi verbali sia conse-guenza dell'apprendimento cosciente piuttosto che dell'acquisizione spontanea.13 In quest'ottica persino gli anni di contatto con la lingua e le preconoscenze non sarebbero in grado di eliminare del tutto le difficolta nella scelta dei paradigmi del sistema verbale italiano. L'asserzione sembra trarre conferma da altri due studi di Miklic (1992b: 475 e 1998a: 373); il primo si incentra appunto sull'analisi degli aspetti problematici dell'apprendimento dell'italiano da parte di un madrelingua sloveno. Di fronte alle difficolta individuate l'autrice chiama di nuovo in causa la codificazione diversa della temporalita e dell'aspet-tualita in sloveno, ossia l'interferenza della madrelingua (Miklic 1992b: 475). La problematica dell'interferenza e stata affrontata anche da Sicherl (1998: 356), che, in base all'analisi dell'uso delle preposizioni negli studenti d'inglese, sostiene che in condizioni di mancato sapere metalinguistico o di altre difficolta nell'usare una lingua straniera si ricorre alla madrelingua. La stessa realta e stata osservata di recente da Ozbot (2009: 26), secondo la quale gli studenti componendo dei testi in una lingua straniera in qualche modo «tradu-cono» continuamente dalla propria o da un'altra lingua che sentono vicina. Influenzati dallo sloveno gli studenti d'italiano dovrebbero incontrare difficolta -sebbene in misura piuttosto limitata grazie all'insegnamento esplicito - nell'espressio-ne dell'anteriorita nel passato nell'ambito delle frasi relative e indipendenti (i casi di flash-back). Potrebbe risultare difficoltosa l'espressione della temporalita relativa tra le azioni passate nel caso dei discorsi inseriti indiretto nell'ambito delle completive e indiretto libero nell'ambito delle indipendenti. Si dovrebbe notare la tendenza, negli 11 Le azioni colte globalmente vengono denomínate da Miklič (1981: 76) «azioni di primo piano», mentre le azioni viste corsivamente sono definite «azioni di secondo piano». L'atteggiamento verso una rappresentazione di azioni globale è chiamato «narrazione», a differenza della tendenza a presentare azioni in modo corsivo, designata con il termine «descrizione» (Miklič 2007: 93). Con il termine «visione corsiva» ci si riferisce alla visione dall'interno dell'azione. L'espressione è stata presa da uno studio di Hermann («Objektive und subjektive Aktionsart», 1927) (Miklič 2007: 86). 12 In alcuni casi la stessa forma puo comparire come dovršnik e nedovršnik. 13 Gli effetti positivi del sapere acquisito sull'uso dei paradigmi verbali comunque non si possono del tutto escludere. La problematica è sfiorata da Mertelj (2008: 362) nella sua presentazione sintetica dell'uso dei paradigmi verbali in alcuni costrutti sintattici da parte degli studenti ginnasiali. Se non altro la familiarità con la lingua incide sicuramente su un livello più alto di comprensione testuale e, di conseguenza, su una maggiore disinvoltura, il che puo condurre a risultati migliori. Senonché in certi studenti appunto questo pregio pare essere causa di un mancato interesse nei confronti dell'apprendimento dei contenuti grammaticali. studenti, ad identificare l'uso del perfetto con l'uso del dovrsnik e l'uso dell'imperfetto con l'uso del nedovrsnik. Anche l'impiego attivo del preludio, praticamente sconosciu-to nello sloveno odierno (Miklic 1998b: 187), dovrebbe rivelarsi tutt'altro che facile. Infine non sono da escludere difficolta nell'uso del congiuntivo. 2 PARTE EMPIRICA 2.1 Preparazione e fini del test Per poter analizzare le prestazioni degli studenti nell'uso delle forme verbali - soprattut-to nei punti ritenuti critici - nonché il loro evolversi in dipendenza dagli anni e dall'in-dirizzo di studio - ho elaborato un test composto da due parti. La prima consisteva di cinque testi tratti da due numeri della rivista La settimana enigmistica (2008), la seconda, invece, di un brano tratto dal romanzo Ilgiardino dei Finzi Contini (GFC). Tutti e sei sono stati trasformati in altrettanti cloze con, tra parentesi, le forme verbali all'infinito. Ho scelto il cloze come tipo di esercizio perché nell'insegnamento moderno delle lingue straniere esso viene spesso usato anche per verificare le capacita dei discenti in relazione agli usi delle forme verbali. Rispetto a qualche altro esercizio linguistico - ad es. alla traduzione - il cloze, che indirizza l'attenzione del discente solo verso alcuni punti del testo, mentre tutto il resto e gia dato, sembrerebbe a prima vista un compito piu facile. Ma in realta il soggetto testato si trova davanti a un duplice compito. Sulla base del testo lacunoso deve in primo luogo capire il contenuto espresso dall'autore, cioe ricostruire felicemente il mondo testuale; soltanto in seguito potra completare il cloze con le forme verbali che ritiene appropriate, sia in base alle regole grammaticali apprese sia in modo automatico. La settimana enigmistica (LSE) e stata scelta per offrire ai partecipanti testi com-pleti e brevi di carattere divulgativo, e, quindi, non troppo complicati dal punto di vista lessicale, strutturale o contenutistico. I testi, di tipo prevalentemente narrativo, erano inoltre caratterizzati da una grande varieta di rapporti temporali e di conse-guenza da un uso svariato dei paradigmi verbali. Ecco i testi trasformati nei cloze. Il lettore e invitato a completarli e a confrontare in seguito la propria scelta con la presentazione dei fenomeni e con le soluzioni. Ad ogni soluzione italiana ho aggiunto - per evidenziare le differenze nel funzionamen-to dei sistemi verbali italiano e sloveno - anche la forma verbale con cui potrebbe essere resa la stessa realta nel testo sloveno. A. SALVATI DAL CANE Jean-Daniel e i suoi due bambini A.1 (partire) per una gita sulla neve nei dintorni di Villars-sur-Ollon (Svizzera) a bordo della slitta A.2 (trainare) dal loro cane Shady, quando all'improvviso una slavina li aveva travolti e sepolti. I soccorritori li hanno raggiunti solo dopo un certo tempo, ma i tre A;! (essere) gia fuori pericolo: il cane li Aá: (estrarre) dalla neve. (LSE 3993-12) A.1: L'osservazione attenta del cotesto (aveva travolti e sepolti) suggerisce l'uso del trapassato prossimo dell'indicativo (erano partiti (TP) /so se odpravili (PRET-D)/). I primi avvenimenti (era partito, aveva travolti e sepolti) costituiscono una specie di preambolo rispetto agli avvenimenti focali (li hanno raggiunti). Si tratta del cosiddetto preludio. A.2: La struttura e il conte- nuto richiedono l'impiego della forma verbale infinita PART (trainata/trainati /je vlekel (PRET-ND)/). A.3: L'azione e simultanea rispetto all'azione passata - (li) hanno raggiunti (erano (IM) /so bili (PRET-ND)/). A.4: L'azione e anteriore rispetto a (li) hanno raggiunti e erano fuori pericolo (aveva estratti (TP) /je izkopal (PRET-D)/). Si tratta di un flash-back (ante-riorita nell'ambito della indipendente). B. MARITO ABBANDONATO Tempo fa, il signor Norman Long di Saint Petersburg, una citta della Florida, intento una causa di divorzio contro la moglie Lizzie, accusandola di abbandono del tetto coniugale. La donna B.1 (allontanarsi) da casa poco dopo le nozze, celebrate piü di quarant'anni prima, e non vi B.2 (fare piü) ritorno. Al giudice che gli B.3 (chiedere) come mai B.4 (aspettare) tanto a denunciare la scomparsa, il marito abbandonato rispose: «Ho sempre sperato che prima o poi B.5 (tornare) da me...» (LSE 3993-12) B.1/B.2: Le azioni (verbalizzate nella indipendente) sono anteriori rispetto alle azioni passate nel fuoco narrativo - intento, chiese, rispose. Si tratta di un flash-back (si era allontanata (TP) /je odšla (PRET-D)/; non aveva piü fatto (TP) /se ni več vrnila (PRET-D)/). B.3: L'azione e contigua all'azione rispose (chiese (PR) /je vprašal (PRET-D)/). L'azione potrebbe essere interpretata anche come anteriore rispetto a rispose (aveva chiesto (TP) /je vprašal (PRET-D)/). B.4: L'azione e verbalizzata nell'ambito della completiva (il discorso indiretto del giudice) ed e anteriore rispetto all'azione chiese della frase citante. Nelle dipendenti interrogative indirette introdotte da chiedere si possono usare sia il congiuntivo che l'indicativo (Wandruszka 2001: 471) (avesse aspettato/aveva aspet-tato (TP'/TP) /je čakal (PRET-ND)/). B.5: L'azione, verbalizzata nell'ambito della completiva, e posteriore rispetto all'azione passata ho sperato (sarebbe tornata (CC) /se bo vrnila (PRIH-D)/). Per sottolineare la sfumatura modale puo essere usato l'IM' (tornasse). C. GIULIO II Verso la fine del 1510, papa Giulio II C1 (incominciare) a sfoggiare una folta barba, che C.2 (scandalizzare) cardinali e ambasciatori: alcuni C.3 (scrivere) che il pontefice C.4 (somigliare) a un orso, altri lo C.5 (paragonare) invece a un eremita. In realta, con tale gesto il Papa C.6 (intendere) emulare Giulio Cesare, il quale nel 54 a.C. C.7 (giurare) di non radersi finché C.8 (non vendicare) la morte dei propri uomini C.9 (massacrare) dai Galli. Secondo quanto riportato da un cronista bolognese, Giulio II C.10 (essere determi-nato) a farsi crescere la barba fino a quando C.11 (non sconfiggere e cacciare) dall'Italia il re francese Luigi XII. (LSE 3993-4) Quando in un testo, caratterizzato da un registro piuttosto elevato, l'argomento e di tipo storico il paradigma piü spesso usato per denotare azioni centrali e il passato remoto (cfr. Bertinetto/Squartini 1996: 389-391, 400, 413-414). C.1: Si tratta di un'azione centrale nel passato (incomincio (PR) /je začel (PRET-D)/). C.2: L'azione e presentata come simultanea all'azione passata sfoggiare (scandalizzava (IM) /nad katero so se zgražali (PRET-ND)/). Potrebbe essere presentata anche come contigua (scandalizzo (PR)). C.3-C.5: In italiano c'e la tendenza a presentare le azioni nell'ambito della coordinazione copulativa e dell'asinde-to in una stessa ottica (Miklič 1981: 82-83) (scrissero-paragonarono (PR-PR); scrivevano-para-gonavano (IM-IM) /so pisali/so zapisali-so primerjali (PRET-ND/D, PRET-ND)/). C.4: L'azione, verbalizzata nella completiva (discorso indiretto) e simultanea all'azione scrissero (somigliava (IM) /spominja (SED-ND)/). C.6: L'azione e simultanea rispetto a incomincio a sfoggiare (intendeva (IM) /je nameraval (PRET-ND)/). C.7: L'azione e anteriore rispetto alle azioni incomincio a sfoggiare e intendeva (aveva giurato (TP) /je prisegel (PRET-D)/). C.8: L'azione e anteriore rispetto a di non radersi che e sua volta posteriore rispetto a aveva giurato. L'azione e verbalizzata in una temporale nell'ambito della completiva (finché non aves-se vendicato (TP') /dokler ne bo maščeval (PRIH-D/ND)/). C.9: La struttura sintattica e il contenuto richiedono l'impiego della forma verbale infinita PART (massacrati /so jih pomorili (PRET-D)/). C.10: L'azione e simultanea a incomincio a sfoggiare (era determinato (IM) /je bil odločen (PRET-ND)/). C.11: L'azione e anteriore rispetto a farsi crescere che e sua volta posteriore rispetto a era determinato a. L'azione e verbalizzata in una temporale nell'ambito della completiva (fino a quando non avesse sconfitto e cacciato (TP') /dokler ne bo premagal in pregnal (PRIH-D)/). D. BENIAMINO Il biblico patriarca Giacobbe decise che al suo ultimo figlio D.1 (dare) il nome augurale di Ben Yamin (Beniamino), che in ebraico D.2 (significare) «figlio della destra», e dunque «fortunato», poiché la sinistra D.3 (venire) considerata infausta. Cosí facendo, egli D.4 (trasgredire) le ultime volonta di sua moglie Rachele, che, prima di morire nel dare alla luce quel figlio, D.5 (chiedere) che il bambino D.6 (chiamare) Ben Oni, ossia «figlio del mio dolore». (LSE 3993-4) D.1: L'azione, verbalizzata nella completiva, e posteriore rispetto all'azione passata decise (avreb-be dato (CC) /bo dal (PRIH-D)/). Anche se il verbo decidere fa parte dei verbi volitivi a cui nella dipendente segue di norma un verbo al congiuntivo (Wandruszka 2001: 420-421) l'impiego dell'IM' (desse) in D.1 non e possibile dato che il soggetto della completiva e della sovraordinata e lo stesso. L'espressione della volizione, infatti, risente della finalita e quindi non puo essere autoreferenziale (*decise che desse). E invece possibile l'impiego della forma passiva dell'IM' (fosse dato (IM') /naj mu bo (PRIH-ND)/) appunto per la diversita dei soggetti.14 D.2: L'azione e presentata come extratemporale (significa (Pr) /pomeni (SED-ND)/). D.3: L'azione e simultanea all'azione decise (veniva considerata (IM) /so jo imeli za (PRET-ND)/). D4: Si tratta di un'azione centrale nel passato (trasgredí (PR) /ni izpolnil (PRET-D)/). D.5: L'azione e anteriore rispetto all'azione trasgredí (aveva chiesto (TP) /jeprosila (PRET-ND)/). D.6: Dato che con il verbo chiedere e espressa una volizione che concerne un'azione posteriore nel passato, nella dipendente e richiesto l'uso dell'IM' (venisse chiamato/fosse chiamato (IM') /naj ga poimenujejo (naj + SED-D)/) (Wandruszka 2001: 420-421). E. I DANA Secondo quanto afferma l'ingegner Felice Vinci nel libro Omero nel Baltico, le gesta dei Danai, narrate nei poemi omerici, E.1 (non svolgersi) nel Mediterraneo, ma nei mari del Nordeuropa. Partendo da uno scritto di Plutarco, nel quale lo storico greco E;2 (sostenere) che l'isola di 14 Ho scoperto questa tendenza esaminando i casi nel corpus La Repubblica (http://dev.sslmit.unibo.it/corpora/query.php?mode=simple&path=&name=Repubblica). Calipso, Ogigia, e situata a cinque giorni di navigazione dalla Britannia, Vinci E.3 (analizzare) numerosi toponimi dell'Europa settentrionale, sorprendentemente simili a quelli omerici, nonché svariati fenomeni naturali, come gli enormi gorghi d'acqua detti maelstrom, che E.4 (ricordare) Scilla e Cariddi. Egli e quindi giunto a sostenere che i Danai (nome con cui Omero E.5 (indicare) i Greci) erano in realta Danesi dell'eta del bronzo, E.6 (migrare) in seguito nel Mediterraneo, dove E.7 (attribuire) alle nuove terre i toponimi dei luoghi natii. (LSE 3976-12) E.1: Si tratta dell'azione passata riguardo alla quale il produttore del testo esprime delle riserve (non si sarebbero svolte (CC) /naj bi se ne odvijala/se baje niso odvijala (naj + POG-ND/baje15 + PRET-ND)/). E.2: Dall'osservazione attenta del cotesto con il Pr (e situata) nella dipendente completiva (che esclude la possibilita dell'impiego dell'IM (*sosteneva) nella sovraordinata dato che la simulta-neita nel passato non puo essere resa per mezzo del Pr nella dipendente) si puo dedurre la posizione extratemporale dell'azione sostenere e quindi la necessita di renderla per mezzo del Pr (sostiene/trdi (SED-ND)/). E.3: L'azione e anteriore rispetto all'azione afferma (ha analizzato (PP) /je analiziral (PRET-D/ND)/). E.4: Si tratta di un'azione extratemporale (ricordano (Pr) /spominjajo (SED-ND)/). E.5: Con l'impiego dell'IM (indicava ¡je označeval (PRET-ND)/) l'opinione di Omero, vista corsiva-mente (a proposito del termine «corsivo» si veda la nota 11), e legata al passato. In questo modo si contrappone in senso non solo semantico ma anche temporale alle tesi di Vinci (e giunto a sostenere) che invece sono legate all'attualita. Per questo motivo la scelta dell'IM e migliore rispetto ad un'altra scelta possibile, il Pr (indica /označuje (SED-ND)/) che sarebbe usato per presentare l'azione come extratemporale. E.6: La struttura e il contenuto richiedono l'impiego della forma verbale infinita PART (migrati /so se preselili (PRET-D)/). E.7: Azione centrale nel passato senza legami con il momento attuale (attribuirono (PR) /sopoimenovali (PRET-D)/). Il brano tratto dal romanzo, essendo un testo letterario, e caratterizzato da una complessita maggiore. Inoltre, e anche piü lungo e meno completo dal punto di vista contenutistico. Per rimediare a quest'ultimo difetto il cloze e stato preceduto da una breve introduzione con cui si cercava di dare informazioni essenziali sul contenuto del romanzo nonché sui personaggi e sullo svolgimento della trama fino al momento dell'incontro - presentato nel brano - dei due protagonisti Giorgio (l'io narrato) e Micol nella camera da letto di quest'ultima. GFC Mi basto entrare nella sua stanza, invece, (dopo GFC.1 (introdurmi), Perotti aveva richiuso discretamente la porta dietro le mie spalle), per vedere che mi GFC.2 (sorridere - lei) benigna, gentile, amica. Ancor piü dell'esplicito invito a venire avanti, GFC.3 (essere) quel suo sorriso luminoso, pieno di tenerezza e di perdono, che mi persuase a staccarmi dal fondo buio della stanza e ad avvicinarmi. Mi accostai dunque al letto, dalla parte dei piedi, restando lí, con le mani appoggiate alla ringhiera. Benché infilata sotto le coperte, Micol ne rimaneva fuori con tutto il busto. GFC.4 (indossare) un pullover verde-scuro, accollato e dalle maniche lunghe, la medaglietta d'oro dello sciaddai scintillante sopra la lana della maglia, e due guanciali a sostegno della schiena. Quando GFC.5 (entrare - io) GFC.6 (leggere - lei): un romanzo francese, come GFC.7 (nota- 15 La sfumatura della notizia riferita puo essere data da un altro elemento di con- e cotesto non verbali. re - io), riconoscendo di lontano il tipo della copertina bianca e rossa; ed GFC.8 (essere) la lettura, probabilmente, piú che il raffreddore, a metterle sotto gli occhi un segno di stanchez-za. No, GFC.9 (essere) sempre bella - mi GFC.10 (dire - io) - contemplandola -, forse non GFC.11 (essere mai - lei) cosí bella e attraente. (GFC 1968: 212) GFC.1: L'azione è anteriore rispetto all'azione passata aveva richiuso. La dipendente temporale implicita richiede l'impiego della forma verbale infinita INFF (avermi introdotto /(me) je napovedal (PRET-D)/). GFC.2: L'azione è simultanea all'azione passata posteriore (per) vedere (sorrideva (IM) /se smehlja (SED-ND)/). GFC.3: Si tratta di un'azione centrale passata (visione globale). La com-binazione fu-(che mi) persuase presenta la stessa azione resa con due predicati per dare, nell'ambito della frase scissa, enfasi al soggetto (sorriso) (fu (PR) /je bil (PRET-ND)/). GFC.4: L'azione è simultanea all'azione passata accostai (indossava (IM) /bila je (v) (PRET-ND)/). GFC.5: Con l'azione, ver-balizzata in un costrutto sintatticamente indipendente dai costrutti in cui sono verbalizzate azioni nel fuoco narrativo (accostai, rimaneva, indossava), viene recuperata un'informazione anteriore -flash-back (ero entrato (TP) /sem vstopil (PRET-D/). GFC.6: L'azione è simultanea all'azione anteriore nel passato ero entrato (stava leggendo/leggeva (IM) /je brala (PRET-ND)/). GFC.7: Il PR viene usato per designare un'azione di importanza secondaria - in questo caso un commento del narra-tore - nel flash-back caratterizzato altrimenti dall'impiego del TP (casi simili presentati in Miklic 2004: 156) (notai (PR) /sem opazil (PRET-D)/). GFC.8: L'azione è colta globalmente, pero fuori del fuoco narrativo (flash-back). Si tratta di una stessa azione resa con due predicati (era stata-a metterle) nell'ambito della frase scissa (era stata (TP) /je bila (PRET-ND)/). GFC.9-11: Si tratta di azioni verbalizzate nell'ambito del discorso indiretto libero (DIL), rispettivamente simultanea e anteriore all'azione passata della frase citante dicevo (era-era stata (IM-TP) /je-je bila (SED-ND-PRET-ND)/). GFC.10: Nel romanzo abbastanza spesso si puo notare la tendenza a presentare l'azione della frase citante intercalata al DIL corsivamente (v. sopra) ((mi) dicevo (IM) /sem si rekel (PRET-D)/). Visto che la ricreazione felice del mondo testuale è essenziale per la scelta appropriata delle forme verbali - per farlo bisogna considerare il contenuto del testo come un'uni-tà esaminando la posizione temporale di tutte le azioni e non procedere frase per frase scegliendo la forma sulla base degli elementi di cotesto vicino - ho voluto identificare le possibili difficoltà degli studenti in questo campo; percio ho proposto ai candidati di: 1. sottolineare le espressioni sconosciute; 2. leggere la traduzione completa del testo C inserendo solo in seguito le forme verbali nel cloze; 3. riempire gli spazi vuoti dei cloze E e GFC, seguiti dalla traduzione slovena del testo integrale, con l'incarico di ripetere l'esercizio (completare gli stessi cloze una seconda volta: 2E, 2GFC); 4. completare il cloze D, tradurre il contenuto in sloveno per acquisire consapevolezza del mondo testuale e in seguito ripetere l'esercizio (completare il cloze una seconda volta: 2D); 5. rispondere alle domande riguardanti l'approccio usato nell'attività di scelta delle forme verbali. Per capire le motivazioni che li hanno guidati nella ricerca delle soluzioni ho chiesto loro di argomentare alcune scelte. I cloze saranno considerati in complesso nove, perché tre di essi sono stati proposti due volte. Il test è stato accompagnato da un questionario, composto da due parti principali. La prima conteneva domande legate sia all'indirizzo di studio dei partecipanti sia alle loro precedenti esperienze di apprendimento e acquisizione delle lingue straniere, in particolare dell'italiano. Nella seconda si cercava di sollecitare opinioni personali dei soggetti testati riguardo al grado della loro dimestichezza con l'italiano in comparazio-ne con altre lingue straniere, e di indurli a indicare le fonti di acquisizione o appren-dimento, evidenziando l'intensità di input linguistici che ne avevano ricavato. 2.2 Presentazione di alcuni tratti caratteristici dei corsi di laurea frequentati dai par-tecipanti all'esperimento16 La varietà dei corsi nell'ambito della Facoltà di Lettere e Filosofia di Lubiana offre una buona opportunità per la ricerca proposta, visto che l'insegnamento dell'italiano viene impartito sia al Dipartimento di Lingue e letterature romanze - corso di laurea in Lingua e letteratura italiana (Italianistica)17 - che nell'ambito del Dipartimento di Traduzione -corsi di laurea in Traduzione (Traduzione) e Mediazione interlinguistica (Mediazione)18 -, con due approcci in parte diversi, legati alle esigenze dei profili professionali dei futuri laureandi (cioè insegnanti o professionisti nel campo dell'editoria, turismo e simili da una parte e traduttori, interpreti e mediatori interlinguistici dall'altra). Tutti e tre i corsi hanno in comune l'insegnamento esplicito del funzionamento del sistema verbale italiano a livello morfologico, sintattico e testuale da un lato nonché atti-vità quali ad es. le esercitazioni di traduzione o di composizione di testi dall'altro, nel cui contesto l'attenzione è rivolta principalmente al testo stesso e l'impiego delle forme verbali non costituisce che uno dei tanti aspetti da tenere presenti. Ma da un confronto tra i programmi emerge che gli studenti di Italianistica seguono più lezioni del primo tipo (420) e meno lezioni del secondo (240), mentre per i loro colleghi di Mediazione e di Traduzione la situazione è opposta (165 del primo vs 465 del secondo tipo nel caso di Mediazione e 60 del primo vs 600 del secondo tipo nel caso di Traduzione).19 Poiché nell'ambito dei corsi di Traduzione e di Mediazione l'italiano è la terza lingua di studio accanto allo sloveno e all'inglese, il numero di lezioni a esso dedicate risulta ridotto (un terzo delle lezioni per il corso di Mediazione, il 25% per il corso di Traduzione). Il numero di ore obbligatorie dedicate ai vari aspetti dell'italiano (dalla linguistica alla letteratu-ra soprattutto) nell'ambito del corso di Italianistica, invece, raggiunge in complesso 1440 ore nel caso dell'indirizzo pedagogico e 1550 ore nel caso dell'indirizzo non pedagogico. 16 Le informazioni concernenti i corsi di laurea sono state ricavate dai siti internet ufficiali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Lubiana (http://www.prevajalstvo.net, 7. 4. 2009; http://www.prevajalstvo.net/files/Medjezikovno%20posredovanje_predstavitveni.pdf, 7. 4. 2009; http://www.ff.uni-lj.si/oddelki/romanistika/IT_star_pravi.htm, 7. 4. 2009). 17 II corso di laurea in Lingua e letteratura italiana, di durata pari a quattro anni, permette la scel-ta sia dell'indirizzo pedagogico sia di quello non pedagogico (Miklic/Ozbot 2001: 120). 18 Da una decina di anni esiste anche la possibilità di studiare italiano nell'ambito del Dipartimento di Traduzione (Miklic/Ozbot 2001: 120). Sulla scia della riforma dell'istruzione universitaria, il vecchio corso di laurea in Traduzione, di durata pari a 4 anni, è stato da qualche anno sostituito dal Corso di Laurea in Mediazione Interlinguistica (laurea triennale) e da un biennio di specializzazione (Laurea specialistica). I partecipanti all'esperimento del secondo e del terzo anno del Dipartimento di Traduzione erano già iscritti al nuovo indirizzo di studio mentre quelli del quarto seguivano il corso vecchio. 19 I numeri 420, 240, 165, 465, 60, 600 si riferiscono all'insieme delle ore di uno dei due tipi di lezioni offerte agli studenti nell'arco di tutto il corso di laurea. Il raffronto dimostra una prevalenza dell'italiano nell'ambito del Dipartimento di lingue e letterature romanze. Tuttavia, il corso di laurea in Italianistica si accompagna obbliga-toriamente a un altro corso di laurea di pari livello, che non necessariamente si colloca nell'ambito dello studio delle lingue; il fatto che, invece, gli studenti del Dipartimento di Traduzione studino contestualmente l'inglese e lo sloveno potrebbe contribuire a determinare in loro una maggiore sensibilità per il fatto linguistico. La domanda che mi sono posta come guida della mia indagine è se sia possibile raggiungere lo stesso grado di competenza nell'uso delle forme del sistema verbale italiano anche con un numero di lezioni dedicate all'apprendimento sistematico ed esplicito delle strutture della lingua italiana decisamente inferiore e con più diffuse attività che concernono la produzione di testi, da cui gli studenti potrebbero acqui-sire competenze per via induttiva. Va, pero, aggiunto che con il presente contributo non si intende privilegiare uno dei due approcci a scapito dell'altro visto che le dif-ferenze sono in gran parte giustificate dagli scopi educativi. 2.3 Caratteristiche del campione Ho deciso di sottoporre al test gli studenti del 2°, 3° e del 4° anno del corso di Italianistica, gli studenti del 2° e del 3° anno di Mediazione e quelli del 4° anno di Traduzione.20 Corso di lingua e letteratura italiana Corsi di Traduzione e di Mediazione interlinguistica Partecipanti del 2° anno del corso di Italianistica (IT2) Partecipanti del 3° anno del corso di Italianistica (IT3) Partecipanti del 4° anno del corso di Italianistica (IT4) Numero complessivo di tutti i partecipanti del corso di Italianistica (IT) Partecipanti del 2° anno del corso di Mediazione (TRA2) Partecipanti del 3° anno del corso di Mediazione (TRA3) Partecipanti del 4° anno del corso di Traduzione (TRA4) Numero com-plessivo di tutti i partecipanti dei corsi di Traduzione e Mediazione (TRA) 12 12/1121 12 36/35 14 12 9 35 Tabella 1: Numero dei partecipanti22 Gli studenti del 2°, 3° e del 4° anno di IT nonché gli studenti del 4° anno di TRA erano al corrente delle tematiche su cui si incentrava la ricerca. Il 4° anno IT si distingueva per aver ricevuto la quantità maggiore di insegnamento esplicito del funzionamento del sistema verbale italiano a livello morfologico, sintattico e testuale. Gli studenti del 2° anno IT, invece, seppur a conoscenza di tutti i fenomeni dal punto di vista teorico, pos-sedevano una scarsa esperienza pratica. Gli studenti del 2° e del 3° anno TRA, infine, 20 Siccome mi ero proposta di riflettere sull'insegnamento esplicito degli usi delle forme verbali italiane a livello universitario la partecipazione del 1° anno, dopo pochi mesi di esposizione a lezioni di questo tipo, non avrebbe contribuito a una maggiore oggettività dei risultati. 21 Alla prima parte del test hanno partecipato 12 studenti, alla seconda, invece, 11 soltanto. 22 Il numero dei partecipanti di ogni singolo gruppo non coincide con il numero complessivo degli studenti della stessa classe, visto che il test non era stato annunciato in anticipo. Sono stati coin-volti, quindi, gli studenti venuti con l'intenzione di partecipare alla lezione regolare di quel giorno. avevano appreso soltanto una parte delle tematiche. In comparazione con gli altri grup-pi, il 2° anno TRA aveva subito la quantita minore di insegnamento esplicito. A questo punto bisogna completare il quadro relativo al campione anche con alcuni dati ricavati dal questionario. Per quel che riguarda il punteggio ottenuto all'esame di maturita, che permetterebbe un paragone a livello nazionale, e i voti universitari dei par-tecipanti, entrambi indicatori sia delle capacita intellettuali che dell'atteggiamento verso lo studio, i gruppi presentano caratteristiche affini. Mentre la media dei punti all'esame di maturita mostra un lieve vantaggio degli studenti di Mediazione e di Traduzione (21,53 vs 20,4) in rapporto all'altro gruppo, la media dei voti universitari si rivela a favore degli studenti di Italianistica (7,87 vs 7,85). Anche se la maggioranza riteneva che al momento dell'iscrizione all'universita padroneggiasse bene l'italiano e pochi soltanto si dichiaravano principianti, la valutazione di alcuni altri parametri23 ha rivelato un grado di preconoscenze superiore negli studenti di Traduzione e di Mediazione.24 2.4 Classificazione delle soluzioni Nella fase iniziale dell'analisi ho suddiviso le soluzioni degli studenti in tre sottogrup-pi: soluzioni corrette (corr.), soluzioni parzialmente corrette (pcorr.), soluzioni inappropriate (err.). Si sono classificati tra le soluzioni parzialmente corrette gli errori di tipo ortografico (incomincio invece di incomincio), morfologico (eravano invece di erano), morfosintattico (avevano partito invece di erano partiti), lessicale (tirata invece di trainata) e le omissioni di elementi senza ripercussioni sull'uso appropriato delle forme verbali (aveva fatto invece di aveva piu fatto), mentre hanno trovato posto nel secondo sottogruppo gli errori di tipo sintattico (la segnalazione non-appropriata dei rapporti temporali: giuro invece di aveva giurato per l'anteriorita nel passato ecc.), semantico (mancata comprensione del contenuto: significherebbe invece di significa ecc.), sintattico-pragmatico (difficolta di scelta tra il perfetto e l'imperfetto: fu determi-nato invece di era determinato; scelta del passato prossimo (ha cominciato) al posto del passato remoto (incomincio) per presentare azioni centrali in un testo dal contenuto storico ecc.), nonché gli spazi da colmare lasciati vuoti, presumibilmente a causa di difficolta semantiche o sintattiche. Ho deciso di elaborare una tale suddivisione perché soltanto gli errori del secondo tipo riflettono difficolta di comprensione e d'uso.25 23 Sono stati considerad gli anni dell'apprendimento scolastico, la scelta dell'italiano come materia da studiare per l'esame di maturita, le fonti piu importanti dell'acquisizione e dell'apprendimen-to, i contatti con la lingua, il paragone delle competenze in italiano rispetto alle competenze in inglese o in un'altra lingua straniera. 24 Si alternano ai primi tre posti i gruppi TRA2, TRA3 e IT4, con prevalenza dei primi due, al quarto posto si collocano soprattutto studenti del gruppo IT3, mentre agli ultimi due posti tro-viamo i gruppi TRA4 e IT2. 25 Spesso un'unica soluzione conteneva non una sola, bensi piu inesattezze. Se presentava una combinazione di imprecisioni del primo gruppo, e stata unita alle soluzioni parzialmente cor-rette. Se, invece, presentava, accanto a uno o piu errori del primo gruppo, un aspetto qualsiasi del secondo, e stata classificata tra le soluzioni errate. Similmente sono state considerate errate anche le soluzioni caratterizzate da una combinazione di errori del secondo tipo. 2.5 Classificazione dei fenomeni osservati in base alla quantita di risposte inappropriate La Tabella 5 (per la sua lunghezza e stata inserita nell'Appendice) riassume i dati principali delle analisi. E stata elaborata in modo tale da disporre le soluzioni degli studenti in un ordine che tiene conto del grado di criticita di ciascun fenomeno. La Tabella 5 mette in evidenza un fatto molto curioso: pare che lo stesso fenomeno possa presentare livelli diversi di criticita (si osservino gli esempi di flash-back e di azioni extratemporali). Si potrebbe, dunque, sostenere che la valutazione del mondo testuale sottostante e degli elementi di cotesto in cui il fenomeno e inserito sia decisiva nella scelta appropriata dei mezzi linguistici. 2.6 Mondo testuale e cotesto L'analisi dei risultati dimostra che gli studenti hanno capito relativamente bene il mondo testuale, ossia i contenuti di ogni singolo testo. Infatti, hanno ritenuto sconosciuto sol-tanto l'1,04% di tutte le espressioni usate nei testi.26 La quantita di errori di tipo semantico, inoltre, si e rivelata molto inferiore rispetto agli errori di tipo sintattico o sintattico-pragmatico. Alcuni altri dati svelano qualche difficolta in piu: dovendo tradurre il testo D in sloveno gli studenti si sono resi conto delle difficolta semantiche e lessicali in misu-ra maggiore di quanto non fosse accaduto nella fase che prevedeva la sola identificazione di espressioni sconosciute nel cloze B. Una percentuale superiore al 60% - il 61,11% degli studenti di Italianistica e il 62,86% di quelli di Traduzione - ha dichiarato di non aver avuto difficolta a capire il contenuto del cloze GFC, il piu complicato di tutti. Difficolta in tal senso sono state evidenziate dal 33,33% degli studenti di Italianistica e dal 37,14% di quelli di Traduzione. Va notato il fatto che il gruppo IT2 ha risolto con un maggior numero di forme appropriate i cloze preceduti dalla versione slovena (2E, 2GFC, C, 2D) del testo; ció si e verificato in misura minore anche per i gruppi TRA4 e TRA3. E, quindi, possibile che il motivo per cui il gruppo IT2 si e classificato all'ultimo posto della gradua-toria generale (si veda 2.9) sia in parte imputabile alle difficolta di comprensione. Nel complesso i cloze preceduti dalla versione slovena non sono caratterizzati sistematicamente da una quantita superiore di soluzioni appropriate rispetto agli altri cloze, il che potrebbe essere interpretato come segno di assenza di difficolta significative degli studenti nel comprendere il mondo testuale. Il paragone tra i risultati dei cloze D, E, GFC e i rispettivi cloze 2D, 2E, 2GFC - che riflettono la prestazione degli studenti prima e dopo il confronto con la versione slovena - ha, tuttavia, rivelato quasi sempre un miglioramen-to della prestazione successiva alla lettura o all'elaborazione della versione slovena. Una delle strategie basilari che aiutano a riempire il cloze con le forme appropriate, considerando il contenuto del testo come un'unita e non solo sulla base degli elementi di cotesto vicino, consiste nella prelettura. Nel caso dei testi brevi della prima parte del test il 68,57% degli studenti ha asserito di aver letto gli interi cloze prima di 26 In condizioni ottimali il lettore ha bisogno, all'interno di un testo, di conoscere il 95% del lessico per poter ricreare con successo il mondo testuale. Il rimanente 5% puo essere desunto dal contesto (Sifrar Kalan 2008: 53). cominciare a inserire27 le forme, il 22,86%, invece, ha iniziato a risolvere l'esercizio senza una prelettura. Nel caso del testo GFC - più lungo e complesso e meno completo - solo il 58,57% degli studenti ha letto interamente il cloze prima di inserire le soluzioni,28 il 30%, invece, non lo ha fatto. La sola prelettura, tuttavia, non ha com-portato necessariamente un risultato migliore.29 È importante, quindi, che gli studenti imparino a osservare appropriatamente gli elementi di cotesto e ad accedere per mezzo di questi elementi ai contenuti. Nell'argomentare le proprie scelte circa il 20% degli studenti chiama in causa gli elementi di cotesto (una percentuale maggiore, invece, basa la propria scelta sull'indivi-duazione dei rapporti temporali tra le azioni). Questa tendenza è un po' più forte tra gli studenti di Traduzione. Tali argomentazioni mostrano spesso un ragionamento inap-propriato o superficiale da parte degli studenti, ma in altri casi ci fanno notare che essi si sono serviti con successo del cotesto per identificare il paradigma con cui denotare azioni centrali. Questa tattica, tuttavia, non è stata applicata sempre e da tutti; soprat-tutto gli studenti di Italianistica avrebbero potuto fare meno errori con un'osservazione più attenta del cotesto.30 Un'osservazione più attenta avrebbe potuto eliminare anche alcuni errori di tipo ortografico e morfologico. 2.7 Interferenza e coincidenza Le conseguenze di un'insufficiente osservazione degli elementi sopra menzionati e un sapere non abbastanza consolidato circa gli usi delle forme verbali italiane si manifestano nelle scelte influenzate dall'interferenza, soprattutto della prima lingua, cioè dello sloveno. L'esito delle analisi sembra suggerire che l'interferenza si manifesti a due livelli principali: al livello delle forme verbali31 e al livello delle strutture di superficie. I casi di interferenza sono stati classificati in cinque gruppi: i primi quattro riguardano il primo livello, mentre l'ultimo si riferisce al secondo. 27 75% (IT2), 75% (IT3), 91,67% (IT4), 57,14% (TRA2), 50% (TRA3), 55,56% (TRA4). 28 50 % (IT2), 54,55% (IT3), 83,33% (IT4), 50% (TRA2), 50% (TRA3), 66,67% (TRA4). 29 Mentre nel caso del gruppo IT4 effettivamente esiste una correlazione positiva tra i due fenomeni, il confronto dei risultati dei gruppi TRA3 e IT2 mette in luce una situazione opposta: anche se un numero maggiore di studenti aveva letto i cloze in precedenza, il gruppo IT2 non ha ottenuto buoni risultati; d'altro lato il gruppo TRA3, che in misura minore si era servito della preletura, ha ottenuto risultati assai migliori. 30 Nell'insegnamento la scelta del paradigma centrale da inserire nel cloze non deve essere limitata soltanto all'osservazione del cotesto, ma devono essere spiegate agli studenti le ragioni più profonde per cui una tale scelta risulta appropriata. Uno degli elementi che puo incidere sulla scelta consiste, ad es., nel genere testuale. 31 In questo senso il sedanjik («presente sloveno») trova la forma «corrispondente» nel presente del-l'indicativo, il pogojnik («condizionale sloveno») nel condizionale semplice, il dovršnik preteklika («preterito del verbo perfettivo sloveno») nel passato prossimo o nel passato remoto, il nedovršnik preteklika («preterito del verbo imperfettivo sloveno») nell'imperfetto dell'indicativo e il prihod-njik («futuro sloveno») nel futuro semplice. a) Interferenza totale dello sloveno (s+) (1) Al giudice che gli chiese come mai AVESSE ASPETTATO/AVEVA ASPETTATO tanto a denunciare la scomparsa, il marito abbandonato rispose. (2) Al giudice che gli chiese come mai *ASPETTAVA tanto a denunciare la scomparsa, il marito abbandonato rispose. L'interferenza, riflessa nell'uso dell'IM aspettava al posto del TP'/TP avesse aspettato/aveva aspettato nei test di alcuni studenti, si manifesta in due punti: influenzati dallo sloveno, che nelle completive segnala l'anterioritá nel passato con il preteklik e non con il predpreteklik (il trapassato sloveno), alcuni studenti non hanno scelto il TP neppure nel testo italiano. La scelta dell'IM (e non del PR) e inoltre dovuta all'influsso della forma imperfettiva del verbo sloveno (je cakal, PRET-ND). b) Interferenza parziale dello sloveno (s/) (3) Al giudice che gli chiese come mai *ASPETTO tanto a denunciare la scomparsa, il marito abbandonato rispose... Nel caso dell'impiego del PR aspettd non e stata segnalata l'anteriorita, ma a differenza del caso precedente, il ND, con il suo carattere imperfettivo, non ha esercitato alcuna influenza sulla scelta del paradigma italiano. c) Interferenza totale dello sloveno e dell'italiano del Nord d'Italia (sn+) (4) Tempo fa, il signor Norman Long di Saint Petersburg, una citta della Florida, intento una causa di divorzio contro la moglie Lizzie, accusandola di abbandono del tetto coniugale [...] Al giudice che gli *HA CHIESTO come mai avesse aspettato tanto a denunciare la scomparsa, il marito abbandonato rispose. (sn+) Con l'impiego del PP gli studenti non hanno rispettato la scelta dell'autore del testo di presentare le azioni centrali (tra cui anche chiedere) per mezzo del PR. A causa della forma per-fettiva del verbo je vprasal (PRET-D) gli studenti non hanno esitato ad usare il PP (paradigma perfettivo): l'esempio si e classificato, quindi, tra i casi di interferenza totale. Negli studenti si e potuta spesso notare la tendenza ad usare il PP32 nelle situazioni che in sloveno richiederebbero il preteklik. Il fenomeno e probabilmente dovuto al fatto che nell'apprendimento scolastico il PP viene insegnato relativamente presto rispetto al PR, all'IM e al TP. Gli studenti tendono ad usare il PP piü del necessario anche per la sua forte presenza - rispetto al PR - nell'italiano del Nord d'Italia, zona confinante con la Slovenia. d) Interferenza parziale dello sloveno e dell'italiano del Nord d'Italia (sn/) (5) Mi basto entrare nella sua stanza, invece, (dopo avermi introdotto, Perotti aveva richiuso discretamente la porta dietro le mie spalle, per vedere che mi sorrideva benigna, gentile, amica. Ancor piü dell'esplicito invito a venire avanti, *E STATO quel suo sorriso luminoso, pieno di tenerezza e di perdono, che mi persuase a stac-carmi dal fondo buio della stanza e ad avvicinarmi. 32 Questa tendenza e piü forte nel gruppo IT2 (73 casi), che e seguito dai gruppi TRA2 (49), IT3 (38), TRA3 (30), TRA4 (20) e IT4 (17). Con l'uso del PP gli studenti hanno rispettato la necessità di presentare l'azione globalmente e non si sono lasciati influenzare dalla forma imperfettiva (ND) del verbo essere sloveno, ma, per ragioni simili a quelle del caso precedente, non hanno usato il PR. e) Interferenza causata dalle strutture di superficie del testo sloveno (st+)33 (6) Proti koncu leta 1510 je papež Julij II začel razkazovati svojo gosto brado, nad katero SO SE ZGRAŽALI kardinali in poslaniki. (7) Verso la fine del 1510, papa Giulio II incominciô a sfoggiare una folta barba, che SCANDALIZZAVA cardinali e ambasciatori. (8) Verso la fine del 1510, papa Giulio II incominciô a sfoggiare una folta barba, che *SCANDALIZZARONO/*SCANDALIZZAVANO/*È STATA SCANDALIZZATA cardinali e ambasciatori. Influenzati dal sintagma verbale so se zgražali nad nella traduzione slovena del testo C (da cui que-st'ultimo era preceduto) che richiede il sostantivo barba in funzione di oggetto preposizionale, e il sintagma nominale cardinali e ambasciatori in funzione di soggetto, alcuni studenti hanno pro-posto come soluzione paradigmi quali scandalizzarono, scandalizzavano, e stata scandalizzata, evidentemente pensando che anche con il verbo scandalizzare le entita barba e cardinali e ambasciatori dovessero svolgere la funzione rispettivamente di oggetto e soggetto, o almeno ricoprire gli stessi ruoli semantici, cioe quello di tema nel primo, e quello di agente nel secondo caso.34 In alcuni casi la soluzione proposta dagli studenti sembra suggerire una loro interpreta-zione diversa del mondo testuale, che in sloveno sarebbe verbalizzata per mezzo di un paradigma considerato analogo alla variante scelta. Ma dato che non avevo una confer-ma piü solida, ho potuto soltanto ipotizzare l'interferenza. Ho denominato questo tipo di interferenza interferenza probabile (+?, /?). Si osservi il caso dell'azione in D.3: (9) Il biblico patriarca Giacobbe decise che al suo ultimo figlio avrebbe dato il nome augurale di Ben Yamin (Beniamino), che in ebraico SIGNIFICA «figlio della destra», e dunque «fortunato», poiché la sinistra VENIVA considerata infausta. (10) Svetopisemski očak Jakob se je odločil, da bo svojemu zadnjemu sinu za dobrodošlico dal ime Ben Yamin (Benjamin), kar v hebrejščini POMENI »sin desnice« in zatorej »srečen«, saj JE levica VELJALA za nesrečno. A differenza delle azioni decise (PR) e avrebbe dato (CC), l'azione significa (Pr) non si trova nella sfera del passato bensi nell'extratemporalita. Nel testo sloveno sarebbe percio verbalizzata per mezzo del SED. D'altro canto l'azione veniva (IM), simultanea all'azione decise, 33 Ci sono anche dei casi caratterizzati da una combinazione ulteriore dei quattro principali tipi di interferenza, ad. es. interferenza combinata dello sloveno e dell'italiano del Nord d'Italia e delle strutture di superficie del testo sloveno (snt+). 34 Un esempio simile è rappresentato dalle soluzioni influenzate dalla diatesi attiva in sloveno, quali chiamino, chiamarono, chiamassero, chiamerebbe, chiamasse in punto D.6, che in italiano invece richiede l'impiego della diatesi passiva. appartiene al passato. Nel testo sloveno sarebbe verbalizzata per mezzo del PRET-ND. Si trat-ta, dunque, di una situazione di coincidenza che gia di per sé avrebbe potuto comportare l'uso dell'IM. Ma invece dell'IM alcuni hanno proposto il Pr (viene): (11) Il biblico patriarca Giacobbe decise che al suo ultimo figlio avrebbe dato il nome augurale di Ben Yamin (Beniamino), che in ebraico SIGNIFICA «figlio della destra», e dunque «fortunato», poiché la sinistra *VIENE considerata infausta. Con molta probabilita la loro scelta e dovuta a una diversa interpretazione della posizio-ne temporale dell'azione veniva: anche quest'ultima e stata interpretata come extratemporale per l'attrazione esercitata dall'azione extratemporale significa e a causa della pre-senza del binomio destra - sinistra. Cio ha comportato l'uso del Pr (viene). Visto che in una situazione del genere anche in sloveno sarebbe stato usato il SED (saj levica *velja za nesrečno) si ha di nuovo un caso di coincidenza. Ma siccome questa interpretazione risulta inadeguata a rendere il significato completo della frase (il fatto che la sinistra veniva considerata infausta giustifica la scelta del nome), ho classificato il caso tra i casi di interferenza probabile e non tra i casi di coincidenza. Servendomi di questa suddivisione ho poi elaborato una nuova classificazione dei casi di interferenza, distinguendo tra casi di interferenza totale35 (+), casi di interfe-renza parziale (/),36 e casi di interferenza probabile (+?, /?). L'interferenza totale determina 32 su 65 casi di soluzioni inappropriate con la maggiore frequenza di occorrenze (si vedano i dati presentati nella Tabella 5). Se si considerano anche le soluzioni piu frequenti con interferenza parziale, ci si arriva a 37 casi. Se a questi si aggiungono anche i casi di interferenza probabile, i casi sono 41 su 65. I fenomeni di interferenza compaiono con una percentuale lievemente superiore tra gli studenti di Traduzione. Tipo di interferenza IT2 IT3 IT4 IT TRA2 TRA3 TRA4 TRA (+) 20,17% 14,53»% 10,87% 15,19% 18,7% 17,16% 15,25% 17,04% (+), (/) 23,39% 18,71»% 13,67% 18,59% 23,44% 21,71% 20,23% 21,79% (+), (/), (?) 26,82% 20,85»% 16,1% 21,26% 25,8% 24,78% 21,8% 24,13% Tabella 2: Percentuale media di soluzioni determinate dall'interferenza Gli študenti del 4° anno di Italianistica risultano decisamente i meno soggetti al fenomeno dell'interferenza; li seguono, nell'ordine, gli študenti del 3° anno di Italianistica e del 4° anno di Traduzione, quelli del 3° anno di Mediazione, quelli del 2° anno di Mediazione e del 2° anno di Italianistica. In linea di massima l'interferenza diminui-sce con il progredire degli studi, con un'intensita maggiore nel gruppo di Italianistica (si noti il dislivello notevole tra l'IT4 e l'IT2) e minore nel gruppo di Traduzione e di 35 Sono stati presi in considerazione i casi di interferenza, caratterizzati dai simboli s+, sn+, st+, snt+. 36 Si tratta dei casi di interferenza, caratterizzati dai simboli sn/ e s/. Mediazione che si rivela più omogeneo, ma anche un po' meno segnato da progressi in itinere. È da notare la posizione del 3° anno di Mediazione che si classifica piuttosto male rispetto al secondo posto nella classifica generale (si veda 2.9). Il risultato miglio-re del gruppo IT (si tratta, tuttavia, di differenze minime) potrebbe essere collegato all'insegnamento esplicito degli aspetti morfosintattici e degli usi dei paradigmi verbali in chiave contrastiva e testuale. D'altro lato le scelte compiute dagli studenti nei punti di coincidenza37 dimostrano che gli studenti - in occasioni in cui avrebbero potuto farlo - non sempre hanno proposto forme verbali ritenute analoghe.38 (12) Secondo quanto afferma l'ingegner Felice Vinci nel libro omero nel Baltico, le gesta dei Danai, narrate nei poemi omerici, non si sarebbero svolte nel Mediterraneo, ma nei mari del Nordeuropa. Partendo da uno scritto di Plutarco, nel quale lo storico greco sostiene che l'isola di Calipso, Ogigia, è situata a cinque giorni di navigazione dalla Britannia, Vinci ha analizzato numerosi toponimi dell'Europa settentrionale, sorprendentemente simili a quelli omerici, nonché svariati fenomeni naturali, come gli enormi gorghi d'acqua detti maelstrom, che RICORDANO (Pr) Scilla e Cariddi. In sloveno: ki sPQMINJAJÜ (SED-ND) na scilo in Karibdo. Soluzioni inappropriate proposte dagli studenti: *ricordavano, *ricordava, *ricordas-sero, *hanno ricordato, *ricordarono. Il confronto tra le percentuali di soluzioni appropriate nei casi di coincidenza e la percentuale media di tutte le soluzioni appropriate del rispettivo esercizio evidenzia una prestazione migliore nei casi di coincidenza da parte del del gruppo TRA, men-tre il gruppo IT è meno incline a scegliere i paradigmi secondo le analogie. 2.8 Commento dei punti critici 2.8.1 Azioni anteriori verbalizzate nell'ambito delle frasi indipendenti: flash-back Mentre nei testi sloveni, nella narrazione dei fatti passati, le azioni omesse in un primo tempo vengono recuperate tramite l'uso dello stesso paradigma con cui sono denotate le azioni nel fuoco narrativo, per cui il rapporto di anteriorità deve essere dedotto soltanto dagli elementi di co- e contesto, in quelli italiani tali azioni sono esplicitate anche per mezzo di un paradigma in grado di segnalare l'anteriorità. I cloze proposti presentavano 7 casi di flash-back: in 5 di questi si è raggiunta una percentuale molto elevata (oltre l'80%) di soluzioni inappropriate. Gli studenti di 37 Con il termine coincidenza sono indicati i casi in cui il testo italiano e la corrispettiva traduzione in sloveno richiedono l'uso dei paradigmi ritenuti analoghi nell'immaginario laico di un parlante sloveno. A differenza di quanto accade nei casi di interferenza, nei casi di coincidenza la scel-ta della forma ritenuta analoga e quella appropriata. 38 Si osservi la posizione nella classifica dei casi (Tabella 5): A.3, B.3, C.1, C.2, C.6, C.10, D.2, 2D.2, D.3, 2D.3, D.4, 2D.4, E.2, 2E.2, E.4, 2E.4, E.5, 2E.5, E.7, 2E.7, GFC.4, 2GFC.4, GFC.6, 2GFC.6, GFC.7, 2GFC.7. Italianistica in 5 casi hanno ottenuto risultati migliori rispetto ai colleghi di Traduzione.39 Tra le soluzioni inappropriate spiccano quelle evidentemente influen-zate dall'interferenza con lo sloveno: mentre il PRET-ND ha suggerito la scelta dell'IM, il PRET-D ha provocato l'impiego del PR o del PP nel testo italiano. Si osser-vi l'uso dei paradigmi verbali in GFC.5 e GFC.8: (13) Mi bastó entrare (PR) nella sua stanza [...] per vedere che mi sorridevabenigna, gentile, amica [...] Mi accostai (PR) dunque al letto, dalla parte dei piedi [...] Benché infilata sotto le coperte, Micól ne rimaneva fuori con tutto il busto [...] Quando *ENTRAI (PR)/*SONO ENTRATO (PP) (GFC.5) stava leggendo (IM): un romanzo francese, come notai, riconoscendo di lontano il tipo della copertina bianca e rossa; ed *ERA (IM) (GFC.8) la lettura, probabilmente, piú che il raffreddore, a metterle (INF) sotto gli occhi un segno di stanchezza. In sloveno: sem vstopil (PRET-D) in GFC.5; je bila (PRET-ND) in GFC.8. Soluzioni appropriate: ero entrato (TP) in GFC.5; era stata (TP) in GFC.8. Dal confronto dei 7 brani in cui appaiono i casi di FB emerge il ruolo decisivo, nel pro-cesso di individuazione del fenomeno, della complessita sintattica, lessicale, stilistica, contenutistica nonché del fattore della lunghezza del testo. Sono questi i motivi per cui i FB del testo GFC sono stati cosi difficili da decifrare. I casi B.1 e B.2, legati per mezzo della coordinazione copulativa, mettono in evidenza l'influsso della distanza dalla precedente azione nel fuoco narrativo sull'individuazione del fenomeno: mentre il FB del B.1 (si era allontanata) e stato riconosciuto dal 52,11% degli studenti, il FB del B.2 (aveva piú fatto ritorno) e stato segnalato soltanto nel 18,31% dei casi: (14) Tempo fa, il signor Norman Long di Saint Petersburg, una citta della Florida, intentó (PR) una causa di divorzio contro la moglie Lizzie, accusandola di abbandono del tetto coniugale. La donna SI ERA ALLONTANATA (TP)/*SI ALLONTANO (PR) (B.1) da casa poco dopo le nozze, celebrate piu di quarant'anni prima, e NON vi AVEVA piu FATTO (TP)/*FECE (PR)/*HA FATTO (PP) (B.2) ritorno. Al giudice che gli chiese (PR) come mai ... L'esempio A.4 rappresenta, per la chiarezza dei contenuti e delle strutture sintatti-che del primo testo, il caso con il maggior numero di soluzioni esatte (71,82%): (15) I soccorritori li hanno raggiunti (PP) solo dopo un certo tempo, ma i tre erano (IM) gia fuori pericolo: il cane li AVEVA ESTRATTI (TP)/*HA ESTRATTO/*HA ESTRATTI/*E STATO ESTRATTO (PP) dalla neve. 39 Nell'ambito di Italianistica il gruppo IT4 e stato il migliore nell'identificazione dei FB (33,33%), seguito dai gruppi IT3 (26,51%) e IT2 (17,86%), mentre fra gli studenti del gruppo TRA il miglior risultato e stato ottenuto dal gruppo TRA2 (21,43%), seguito dai gruppi TRA3 (20,24%) e TRA4 (19,05%). 2.8.2 Azioni anteriori nel passato verbalizzate nell'ambito della dipendente relativa L'espressione dell'anterioritá nell'ambito delle dipendenti relative, sia in sloveno che in italiano, e analoga all'espressione del FB, per cui presenta anche lo stesso tipo di difficoltá: (16) Dejansko pa je na ta način papež želel (PRET-ND) posnemati Julija Cezarja, ki JE leta 54 pr. Kr. PRISEGEL (PRET-D), da se ne bo obril, dokler ne bo maščeval smrti svojih mož, ki so jih pomorili Galci. (17) In realtá, con tale gesto il Papa intendeva (IM) emulare Giulio Cesare, il quale nel 54 a.C. AVEVA GIURATO (TP)/*GIURO (PR)/*HA GIURATO (PP)/*GIURAVA (IM)/*EBBE GIURATO (TR) di non radersi finché non avesse vendicato la morte dei propri uomini massacrati dai Galli. Tutti e tre i casi caratterizzati da questo fenomeno (C.7, D.5, 2D.5) presentano oltre il 50% di soluzioni inappropriate. Il risultato migliore (le soluzioni con il TP) e stato di nuovo ottenuto dal gruppo IT (IT: 50,93%; TRA: 33,43%). Il confronto tra gli studenti all'interno di ciascuno dei due gruppi IT e TRA mette in luce un fatto curioso: i due sottogruppi migliori della classifica generale, l'IT4 e il TRA3 (si veda 2.9), hanno ottenuto il risultato meno buono.40 Tra le soluzioni inappropriate prevalgono quelle det-tate dall'influsso dello sloveno, con un'intensitá maggiore negli studenti di traduzione (IT: 41,67%; TRA: 51,43%41). 2.8.3 Espressione della temporalitá relativa nel passato nell'ambito delle completive L'impiego delle forme verbali nelle completive ha presentato gradi diversi di criticitá.42 La piu critica si e rivelata - a causa della complessitá del costrutto sintattico, carat-terizzato da una temporale di secondo grado nell'ambito della completiva implícita - l'espressione dell'anterioritá nella posterioritá nel passato:43 (18) Po besedah kronista iz Bologne je bil Julij II odločen (PRET-ND), da si pusti (SED-D) rasti brado, dokler NE BO PREMAGAL IN PREGNAL (PRIH-D) iz Italije francoskega kralja Ludvika XII. (19) Secondo quanto riportato da un cronista bolognese, Giulio II era determinato (IM) a farsi crescere (INF) la barba fino a guando NON AVESSE SCONFITTO E CAC-CIATO (TP') dall'Italia il re francese Luigi XII. La percentuale media di soluzioni inappropriate in C.11 e C.8 e del 64,79%; esse risultano prevalenti nel gruppo TRA (IT: 59,72%; TRA: 70%).44 A prima vista 40 Soluzioni con il TP: 55,55% (IT2, IT3), 41,67% (IT4), 35,71% (TRA2), 25% (TRA3) 33,33% (TRA4). 41 Sono stati presi in considerazione sia i casi di interferenza totale che quelli di interferenza par-ziale. Tale tipo di errori costituisce il 57,14% (TRA2), il 55,56% (IT3 e TRA4), il 41,67% (TRA3), il 36,11% (IT4) e il 33,33% (IT2) di tutte le soluzioni. 42 Si osservi nella Tabella 5 la posizione dei casi B.4, B.5, C.7, D.1, 2D.1, D.6, 2D.6, GFC.2, 2GFC.2. 43 Per una discussione piu approfondita si veda Miklič (1991: 100). 44 Usi appropriati (TP'/IM'): 45,83% (IT2), 54,17% (IT3), 20,83% (IT4), 28,57% (TRA2), 25% (TRA3), 38,89% (TRA4). potrebbe sorprendere il fatto che la quantità più elevata di soluzioni inadeguate sia stata prodotta dai due gruppi migliori (IT4 e TRA3), ma dall'analisi delle motiva-zioni della scelta addotte da coloro che hanno inserito una delle due soluzioni appropriate, il TP' (avesse vendicato, non avesse sconfitto e cacciato) o l'IM' (vendicas-se, non sconfiggesse e cacciasse), si puo evincere che tale scelta è frutto non di un esame consapevole dei rapporti temporali tra le azioni - supportato da competenze attive nell'uso dei paradigmi verbali - ma di automatismo o casualità. Nell'argomentare la scelta soprattutto del congiuntivo, infatti, molti hanno chiama-to in causa la congiunzione finché, che di per sé non determina il suo uso. Si sono avvicinati di più all'interpretazione corretta dei rapporti temporali tra le azioni gli studenti che hanno proposto come soluzione il CC45 pensando, forse anche per non aver notato la completiva implicita, che si trattasse di una semplice posteriorità nel passato. Gli usi del F, Pr, FF e C sono dovuti all'interferenza dello sloveno,46 che raggiunge i livelli più alti nei gruppi TRA2 e TRA4, seguiti dal gruppo IT2:47 (20) Secondo quanto riportato da un cronista bolognese, Giulio II era determinato a farsi crescere la barba fino a guando *NON AVREBBE SCONFITTO E CACCIATO (CC)/*SCONFIGGEVA E CACCIAVA (IM)/*NON AVRÀ SCONFITTO E CACCIATO (FF)/*NON SCONFIGGEREBBE E CACCEREBBE (C)/*NON SCONFIGGERÀ E CACCERÀ (F)/*SCONFIGGE E CACCIA (Pr) dall'Italia il re francese Luigi XII. 2.8.4 Segnalazione della temporalité relativa nel discorso indiretto libero (DIL) Il discorso indiretto libero (DIL) è uno dei discorsi inseriti che si oppongono alla die-gesi, cioè al discorso della voce narrante. Il DIL presenta i contenuti da due punti di vista diversi: quello del personaggio, ossia l'enunciatore originario, e quello del narra-tore (cfr. Miklic 2003b: 94). Di conseguenza assomiglia per certi aspetti al DD e per altri al DI, ma la proporzione dei tratti caratteristici dell'uno o dell'altro dipende dalla sua realizzazione nell'ambito di una determinata lingua. In italiano il DIL prototipico rappresenta le stesse caratteristiche del DD per quanto riguarda la struttura sintattica (frasi indipendenti), le scelte lessicali, la deissi temporale e locale. Assomiglia, invece, al DI per quel che riguarda la deissi personale e l'uso dei paradigmi verbali. In sloveno, d'altro canto, il DIL ha ancora più tratti in comune con il DD, visto che anche i paradigmi verbali rimangono uguali a quelli nel DD (cfr. Miklic 2003b: 95). Il DIL proposto nel cloze GFC (GFC.9&11) - si tratta, più esattamente, di un «pen-siero indiretto libero» (cfr. Leech/Short 1981: 337) - è interessante soprattutto dal 45 L'impiego inappropriato del CC: 25% (IT2), 37,5% (IT3), 58,33% (IT4), 32,14% (TRA2), 62,5% (TRA3), 33,33% (TRA4). 46 Mentre gli usi del Pr e del F rientrano nei casi di interferenza totale, l'impiego del FF riflette un'interferenza parziale. Gli studenti che hanno scelto il FF avevano notato il rapporto di ante-rioritá tra l'azione della dipendente di secondo grado e l'azione della completiva, ma influenzati dal prihodnjik (si bo pustil rasti) non hanno segnalato l'appartenenza dell'intera situazione al passato. 47 L'interferenza ricopre in media il 16,67% delle soluzioni nel gruppo IT2, l'8,33% nei gruppi IT3 e IT4, il 39,29% nel gruppo TRA2, il 12,5% nel gruppo TRA3 e il 22,22% nel gruppo TRA4. punto di vista degli usi dei paradigmi verbali, in quanto non presenta elementi di deis-si temporale o locale. Nell'espressione il DIL della versione slovena non differisce dal DD (se non per l'assenza delle virgolette con cui di solito si segnala il DD). Non cosi nell'originale italiano. (21) DIL: Ne, še vedno je lepa (SED-ND) - sem si rekel, ko sem jo gledal - morda ni bila še nikoli tako lepa in privlačna (PRET-ND). (22) DD: »Ne, še vedno je lepa (SED-ND),« sem si rekel, ko sem jo gledal, morda ni bila še nikoli tako lepa in privlačna (PRET-ND).« (23) DIL: No, era sempre bella (IM) - mi dicevo - contemplandola -, forse non era mai stata cosí bella e attraente (TP). (24) DD: «No, e sempre bella (Pr) », mi dicevo - contemplandola, «forse non e mai stata cosi bella e attraente (PP)». Con l'inclusione del DIL nel test si e voluta osservare la misura in cui la codificazio-ne diversa del fenomeno in sloveno avrebbe influito sulle soluzioni degli studenti, sia di coloro che avevano gia acquisito queste nozioni nel loro percorso universitario (IT4 e TRA4) sia di coloro che ancora non le possedevano. Gli studenti hanno dovu-to prima riempire il cloze GFC. In seguito sono stati sottoposti per la seconda volta allo stesso cloze (2GFC), preceduto, pero, dalla versione slovena del testo. La versione slovena avrebbe dovuto favorire una comprensione piu completa del contenuto, anche se, al contempo, avrebbe potuto provocare l'interferenza. Nel caso del cloze GFC la combinazione corretta (IM-TP) e stata proposta dal 25,72% degli studenti e tale percentuale risulta uguale per i due gruppi (IT e TRA). Ho deciso di considerare parzialmente corretta anche la combinazione Pr-PP, tipica del DD.48 Tale interpretazione e stata proposta dall'8,56% degli studenti, con inten-sita maggiore tra gli studenti di Italianistica (IT: 14,29%; TRA: 2,86%). Il maggior numero di soluzioni inappropriate e stato prodotto dagli studenti di Traduzione (TRA: 71,43%; IT: 60%).49 La maggior parte delle soluzioni inappropriate riflette l'in-flusso dello sloveno (40%). Si tratta di combinazioni IM-IM (27,14%), Pr-IM (11,43%) e Pr-TP (1,43%). Mentre gli studenti di Traduzione hanno impiegato piu volte i due IM (TRA: 34,29%; IT: 20%), errore classificato come interferenza parziale, visto che soltanto l'uso del secondo IM e dettato dall'interferenza, gli studenti di Italianistica hanno usato piu volte la combinazione Pr-IM (IT: 14,29%; TRA: 8,57%), dovuta pro-babilmente all'interferenza totale.50 48 Ho tenuto conto del fatto che gli studenti avrebbero potuto interpretare il passo come un DD - interpretazione, peraltro, possibile. 49 Percentuali di soluzioni inappropriate in ordine decrescente: 54,55% (IT3), 58,33% (IT4, TRA3), 66,67% (IT2 e TRA3), 85,71% (TRA2). 50 Percentuali di soluzioni in cui risulta evidente l'influsso dello sloveno: 50% (TRA2), 45,45% (IT3), 44,44% (TRA4), 41,67% (IT2), 33,33% (TRA3) e 25% (IT4). La percentuale di scelte appropriate (IM-TP) nella seconda esecuzione del cloze (2GFC) (15,71%) è calata rispetto alla percentuale riscontrata nella prima esecuzione (GFC) (25,72%). Una quantità minore di soluzioni adeguate è stata proposta dagli studenti di Traduzione (TRA: 11,43%; IT: 20%). È aumentata la frequenza della com-binazione Pr-PP (15,71%), tranne che nei gruppi IT2 e TRA4, ma raramente a scapito della combinazione IM-TP.51 Mentre nel gruppo TRA la quantità di soluzioni inappropriate è ulteriormente cresciuta rispetto al cloze GFC (80%), nel gruppo IT è rimasta quasi invariata (57,14%).52 Tra le soluzioni inappropriate sono aumentati i casi di interferenza (55,71%), soprattutto i casi di interferenza totale (Pr-IM: 27,14%) e i casi di interferenza parziale (Pr-TP: 11,43%). È invece diminuita la quantità dei casi IM-IM (17,14%) spesso perché sostituita dalla soluzione Pr-IM o, in misura minore, dalla combinazione Pr-PP.53 Il confronto tra i gruppi IT e TRA dimostra un aumento maggiore dell'interferenza nel gruppo TRA (60% in 2GFC vs 42,86% in GFC) rispetto al gruppo IT (51,43% in 2GFC vs 37,14% in GFC). I casi di interferenza sono aumentati in tutti i sottogruppi, tranne che nei gruppi IT4 e TRA3. L'aumento più consistente si è verificato nel gruppo TRA2.54 Una delle attività successive al cloze 2GFC richiedeva agli studenti di argomenta-re la propria scelta della forma verbale in 2GFC.9. Il fenomeno è stato riconosciuto come DIL soltanto da 4 studenti del 4° anno IT, e da uno studente del 4° anno TRA.55 L'uso di IM in 2GFC.9 è stato per lo più spiegato con il ricorso a concetti quali «durata», «descrizione», «stato», riferiti alla simultaneità nel passato. Chi, invece, aveva proposto il Pr ha motivato la sua scelta con un riferimento al DD. La traduzione slovena come stimolo all'uso del Pr è stata menzionata da 6 studenti di Traduzione. Alcuni hanno scritto di aver scelto il paradigma intuitivamente, ma le loro soluzioni sono state di norma errate. La soluzione corretta è stata proposta anche da parte di alcuni studenti che non avevano ancora studiato l'uso delle forme verbali nel DIL. Ma in tal caso è stata spes-so sostituita, nel cloze 2GFC, da una combinazione caratterizzata dall'interferenza. 2.8.5 Preludio Tra i casi rivelatisi di più difficile soluzione va collocato anche l'impiego del TP per riempire lo spazio vuoto A.1. Nel testo riportato sotto, l'azione erano partiti è in rap- 51 Si è avuto questo cambiamento in 2 casi su 18. Tre volte la soluzione appropriata è stata sostituita dalla combinazione Pr-TP. 52 Percentuali di soluzioni inappropriate: IT2 (75%), IT3 (63,64%), IT4 (33,33%), TRA2 (92,86%), TRA 3 (66,67%), TRA 4 (77,78%). 53 Le soluzioni con interferenza totale sono aumentate dell'11,42% (25,71%) nel caso del gruppo IT e del 2 % nel caso del gruppo TRA (28,57%). Nel gruppo IT sono aumentate del 2,85% anche le soluzioni con interferenza parziale (25,71%), mentre nel gruppo TRA sono, invece, - dimi-nuite (dal 34,29% al 31,43%). 54 Percentuali di soluzioni caratterizzate dall'interferenza: 85,71% (TRA2), 66,67% (IT2), 63,64% (IT3), 55,56% (TRA4), 33,33% (TRA3), 25% (IT4). 55 Tra coloro che hanno riconosciuto il DIL non tutti hanno proposto la combinazione corretta. porto di contiguita rispetto alle azioni aveva travolti e sepolti. Tutta questa parte ini-ziale costituisce una specie di preambolo ai fatti nel fuoco narrativo che hanno come centro l'azione (li) hanno raggiunti, espressa per mezzo del PP: (25) Jean-Daniel e i suoi due bambini ERANO PARTITI (TP) per una gita sulla neve nei dintorni di Villars-sur-Ollon (Svizzera) a bordo della slitta TRAINATA dal loro cane Shady, quando all'improvviso una slavina li AVEVA TRAVOLTI (TP) e SEPOLTI (TP). I soccorritori li hanno raggiunti (PP) solo dopo un certo tempo, ma i tre erano (IM) gia fuori pericolo...56 Questo modo di esporre azioni passate in ordine cronologico, usando per quelle all'ini-zio del testo un paradigma in grado di segnalare l'anteriorita, e denominato preludio:57 e come se si volesse togliere alle azioni introduttive una parte della loro rilevanza per dare piu importanza alle azioni nel fuoco narrativo (cfr. Miklic 1997: 492; Miklic 1998b: 184-185). Visto che tale fenomeno nello sloveno odierno e quasi del tutto sco-nosciuto (Miklic 1998b: 187) sarebbe stato illusorio aspettarsi dai discenti un uso spon-taneo e appropriato del TP. Si e voluto, piuttosto, mettere alla prova la loro capacita di osservazione del cotesto (la presenza dei due TP aveva travolti e sepolti). Il risultato migliore e stato ottenuto dagli studenti IT (36,11% vs 20% di soluzio-ni corrette e parzialmente corrette), grazie alle soluzioni del 4° anno IT.58 Invece di proporre la soluzione giusta gli studenti hanno fatto uso del PP, scelta condizionata dall'influsso dello sloveno.59 2.8.6 Espressione di notizie riferite ad azioni passate dubbie Il condizionale composto (CC) si usa anche per esprimere azioni passate riguardo alla cui verita l'emittente del testo ha delle riserve (Miklic 2003a: 555). In questo modo e espressa, nel cloze E/2E una riserva riguardo a una delle tesi presentate nel libro Omero nel Baltico, relativa al luogo delle gesta dei Danai: (26) Secondo quanto afferma l'ingegner Felice Vinci nel libro Omero nel Baltico, le gesta dei Danai, narrate nei poemi omerici, NON SI SAREBBERO SVOLTE (CC) (E.1/2E.1) nel Mediterraneo, ma nei mari del Nordeuropa. 56 Le azioni scritte in lettere maiuscole fanno parte del preambolo, mentre quelle scritte in minu-scole sono nel fuoco narrativo. 57 A differenza delle azioni anteriori, che sono verbalizzate all'interno delle dipendenti, le azioni espresse con il TP (o con il PP nel caso del procedimento storico) per segnalare il preludio sono verbalizzate nell'ambito delle frasi indipendenti. 58 Percentuali delle soluzioni errate in ordine decrescente: 91,67% (IT2), 88,89% (TRA4), 83,33% (IT3), 78,57% (TRA2), 75% (TRA3), 16,67% (IT4). Il vantaggio del gruppo IT4 e probabilmente dovuto sia alla conoscenza del fenomeno che alla capacita di osservazione. Il fenomeno era stato studiato anche dagli studenti del 4° anno TRA e del 3° anno IT, ma nonostante ció questi gruppi hanno ottenuto risultati bassi, peggiori di quelli dei gruppi TRA2 e TRA3 che non ne erano a conoscenza. 59 Uso del PP: 75% (IT2), 83,33% (IT3), 8,33% (IT4), 71,43% (TRA2), 58,33% (TRA3), 66,67% (TRA4). L'espressione di una tale azione passata non necessariamente richiede l'impiego del CC: (27) Secondo quanto riportato da un cronista bolognese, Giulio II ERA determinato (IM) (C.10) a farsi crescere la barba fino a quando non avesse sconfitto e cacciato dall'Italia il re francese Luigi XII. La presenza del sintagma secondo quanto afferma nel cotesto, dunque, potrebbe sug-gerire al soggetto testato l'impiego del CC. Tuttavia ció non basta, il che traspare anche dagli elaborati degli studenti. Soltanto il 5,63%,60 infatti, ne ha fatto uso. Una quantita piu elevata ha preferito il PR (18,31%).61 In sloveno l'espressione di notizie riferite ad azioni passate dubbie e affidata al condizionale sloveno preceduto dalla particella naj (naj se ne bi odvijala (POG-ND)),62 oppure al preterito sloveno preceduto dalla particella avverbiale baje ((baje) se niso odvijala (PRET-ND)). Anche se nel processo di traduzione da una lingua all'al-tra, secondo la teoria della traduzione di Coseriu (2002: 385), si tratta di riprodurre la stessa designazione e lo stesso senso ma non gli stessi significati linguistici (stru-menti tipici di una determinata lingua), in certi casi e comunque possibile rendere il senso e la designazione nel testo d'arrivo anche per mezzo di un significato analogo a quello presente nel testo di partenza. In questo senso ho voluto verificare in che misura l'impiego del pogojnik nella traduzione63 avrebbe influito sulla scelta del mezzo analogo nel cloze 2E e se gli studenti ne avrebbero riconosciuto l'uso o avreb-bero agito a seconda dell'analogia formale. (28) Po trditvah inženirja Feliceja Vincija v delu Homer na Baltiku naj BI SE junaška dela Danajcev, o katerih pripovedujejo Homerjeve pesnitve, NE ODVIJALA (POG-ND) v Sredozemlju, pač pa na morjih Severne Evrope. Rispetto a E.1 il numero di occorrenze del CC in E.2 e aumentato (19,72%).64 L'impiego e stato maggiore nell'ambito del gruppo TRA (TRA: 25,71%; IT: 13,89%). E aumentata anche la quantita di usi del PR (21,13%).65 Alcuni studenti hanno detto di aver scelto il CC per aver notato il pogojnik nella traduzione. Nonostante questa affermazione e difficile stabilire con certezza se la scelta sia stata motivata dalla forma o dalla consapevolezza dell'uso. Visto che non e stato usato il C, che avrebbe rappresentato il valore prototipico piu simile al pogojnik, si potrebbe dire che agli stu- 60 Si tratta di 3 studenti del gruppo IT e di uno študente del gruppo TRA. 61 Percentuali delle soluzioni con il PR: 25% (IT2), 16,67% (IT3), 8,33% (IT4), 14,29% (TRA2), 33,33% (TRA3), 11,11% (TRA4). 62 Sarebbe possibile esprimerla anche per mezzo della combinazione naj e condizionale passato sloveno (naj bi se ne bila odvijala). 63 Il cloze 2E e stato preceduto dalla traduzione del testo integrale in sloveno. 64 Usi del CC: 8,33% (IT2), 16,67% (IT3, IT4), 14,29% (TRA2), 33,33% (TRA3, TRA4). 65 Gli usi del PR: 33,33% (IT2), 16,67% (IT3, IT4), 7,14% (TRA2), 33,33% (TRA3), 22,22% TRA4. denti e mancata soprattutto la terminología con cui spiegare correttamente il fenomeno. Altri hanno attribuito la scelta del CC a concetti quali «espressione di una supposizione», «espressione del sentito dire». Solo uno studente del gruppo IT3 ha spiegato la propria scelta usando la terminologia impiegata in classe: «l'espressione di un'azione riguardo alla quale il parlante ha delle riserve». La quantita di soluzioni inappropriate in E.1 e del 74,65% (e maggiore nel gruppo TRA (TRA: 77,14%; IT: 72,22%)),66 mentre nel caso di 2E.1 risulta piu bassa (59,15%) (stavolta soprattutto nel gruppo TRA (TRA: 54,29%; IT: 63,89%)).67 Tra le soluzioni inappropriate spiccano quelle scelte per l'interferenza: il PP e l'IM. Mentre la scelta del PP e stata determinata, probabilmente, dalla consapevo-lezza degli studenti di avere di fronte un fatto passato, la scelta dell'IM rappresenta un grado di interferenza maggiore: riflette, infatti, l'influsso del nedovršnik nelle due forme verbali (se niso odvijala (PRET-ND); bi se ne odvijala (POG-ND). In E.1, la quantita di PP (23,94%) e quasi uguale alla quantita di IM (21,13%). In entrambi i casi la percentuale e un po' piu alta nell'ambito del gruppo IT (PP: 27,78%, IM: 22,22% vs PP: 20%, IM: 20%).68 In 2E.1 si nota un impiego minore dell'IM (19,71%) e del PP (15,49%) rispetto a E.1. La quantita di usi nell'ambito dei due gruppi e piu o meno uguale (IM: 19,44% (IT), 20% (TRA); PP: 16,67% (IT), 14,29% (TRA)).69 2.8.7 Scelta tra la narrazione e la descrizione Il sistema aspettuale italiano e quello sloveno funzionano in modo diverso. Esistono, tuttavia, delle situazioni in cui si puo riscontrare una corrispondenza, sebbene superficiale, nella distribuzione dei perfetti (P) e degli imperfetti (IM) da una parte e dei verbi perfettivi (dovršnik (D)) e imperfettivi sloveni (nedovršnik (ND)) dall'altra: (29) Ko sem vstopil (PRET-D), je brala (PRET-ND). (30) Quando sono entrato (PP)/entrai (PR) stava leggendo (IM). Avendo notato tale corrispondenza il discente e portato a scegliere i P e gli IM a seconda dei modelli della madrelingua (Miklič 1983: 59). Uno degli ambiti in cui la scelta tra il P e l'IM da un lato e tra il D e il ND dal-l'altro segue un andamento diverso e rappresentato dalla coordinazione copulativa (e dall'asindeto): mentre la lingua slovena puo presentare uno accanto all'altro un D e un ND, scelti in base alla natura di ogni singola azione (telica o atelica), l'italiano mostra la tendenza a mantenere l'ottica costante (narrazione (con i P) o descrizione (con gli IM)) (Miklič 1983: 111). 66 E.1: 66,67% (IT2), 75% (IT3 e IT4), 85,71% (TRA2), 58,33% (TRA3), 88,89% (TRA4). 67 2E.1: 58,33% (IT2), 66,67% (IT3 e IT4), 78,57% (TRA2), 33,33% (TRA3), 44,44% (TRA4). 68 L'uso del PP (E.1): 33,33% (IT2), 25% (IT3, IT4), 21,43% (TRA2), 16,67% (TRA3), 22,22% (TRA4). L'uso dell'IM: 8,33% (IT2), 33,33% (IT3), 25% (IT4), 28,57% (TRA2), 8,33% (TRA3), 22,22% (TRA4). 69 L'uso del PP (2E.2): 16,67% (IT2), 25% (IT3), 8,33% (IT4), 21,43% (TRA2), 8,33% (TRA3), 11,11% (TRA4). L'uso dell'IM: 8,33% (IT2), 25% (IT3, IT4), 35,71% (TRA2), 8,33% (TRA3), 11,11% (TRA4). In C.3-5 nella versione slovena stanno due ND (so pisali, so primerjali), ma l'azio-ne in C.3 potrebbe essere resa anche per mezzo di un D (so zapisali). Nel testo italiano, invece, le due azioni possono essere presentate sia entrambe globalmente per mezzo dei perfetti (narrazione) sia entrambe corsivamente (v. sopra) per mezzo degli imperfetti (descrizione). Con la scelta dei due perfetti si continua la serie di azioni centrali iniziata con incomincio a sfoggiare, con la scelta dei due imperfetti, invece, si passa subito alle azioni che fanno da sfondo all'azione centrale. La considerazione dell'intero testo e del suo carattere informativo suggerisce l'uso dei due P. Inadeguata è invece la combinazione P-IM. (31) Proti koncu leta 1510 jepapež Julij II začel razkazovati (PRET-D + NED-ND70) svojo gosto brado, nad katero so se zgražali (PRET-ND) kardinali in poslaniki. Nekateri SO PISALI (PRET-ND)/SO ZAPISALI (PRET-D), da papež spominja (SED-ND) na medveda, drugi SO ga PRIMERJALI (PRET-ND) z eremiti. (32) Verso la fine del 1510, papa Giulio II incomincio a sfoggiare (PR+INF) una folta barba, che scandalizzava (IM) cardinali e ambasciatori: alcuni SCRISSERO (PR) che il ponte-fice somigliava (IM) a un orso, altri lo PARAGONARONO (PR) invece a un eremita. Soluzione alternativa: SCRIVEVANO-PARAGONAVANO (IM-IM). Soluzioni inappropriate: *scrissero-paragonavano (PR-IM), *hanno scritto-parago-navano (PP-IM). La combinazione con due PR è stata proposta dal 18,31% degli studenti (IT: 19,44%; TRA: 17,14%), quella con due IM, invece, dal 45,07% (IT: 47,22%; TRA: 42,86%). D'altro lato il 39,39% degli studenti (IT: 30,56%; TRA: 34,29%) non ha mantenuto l'ottica costante, proponendo, quindi, combinazioni PP-IM oppure PR-IM. Per il parlante sloveno, la scelta tra il perfetto e l'imperfetto si rivela particolar-mente difficile quando, soprattutto nell'ambito di una indipendente, si trova davanti a un'azione (o più) della storia focale, di carattere atelico e, quindi, espressa per mezzo del ND, visto che in italiano tale azione - in linea di massima - potrebbe essere colta globalmente e, quindi, resa con il P, oppure vista corsivamente (v. sopra) e, quindi, denotata per mezzo dell'IM (cfr. Miklič 1981: 81). È lui stesso a dover deci-dere - valutando gli elementi di co- e contesto - se presentarla con il P o con l'IM. Gli studenti si sono trovati davanti a questo tipo di scelta nei punti A.3, C.2, C.6, C.10, E.5/2E.5, GFC.4/2GFC.4. In tutti questi casi i testi italiani prevedevano l'im-piego dell'IM, uso che per l'analogia con lo sloveno (l'uso dei ND) non avrebbe dovu-to presentare grandi difficoltà. I risultati dell'analisi hanno, pero, rivelato che una determinata azione viene percepita come un'azione da sfondo (IM) con più facilità in certi contesti che non in altri. In C.10, ad es., gli studenti che hanno presentato l'azione essere determinato con il P (fu determinato, è stato determinato) (49,3%; IT: 41,67%; TRA: 57,14%) sono stati più numerosi di quelli che l'hanno resa con l'IM (45,07%; IT: 47,22%, TRA: 42,86%). In C.6 la situazione si è rivelata simile: 70 NED-ND: forma imperfettiva dell'infinito sloveno. (33) Verso la fine del 1510, papa Giulio II incomincio a sfoggiare una folta barba che scandalizzava cardinali e ambasciatori: alcuni scrissero che il pontefice somigliava a un orso, altri lo paragonarono invece a un eremita. In realtà, con tale gesto il Papa INTENDEVA (IM) C.6 emulare Giulio Cesare, il quale nel 54 a.C. aveva giurato di non radersi finché avesse vendicato la morte dei propri uomini massacrati dai Galli. Secondo quanto riportato da un cronista bolognese, Giulio II ERA DETERMINA-TO (IM) C.10 a farsi crescere la barba fino a quando avesse sconfitto e cacciato dall'Italia il re francese Luigi XII. (LSE 3993-4) In GFC.4 (similmente in 2GFC.4) - trattandosi di un caso di descrizione prototipico, segnalato già dall'impiego di ne rimaneva nel cotesto vicino - l'IM è stato scelto da quasi tutti gli studenti (92,86%; IT: 91,43%; TRA: 94,29%): (34) Mi accostai dunque al letto, dalla parte dei piedi, restando lí, con le mani appoggiate alla ringhiera. Benché infilata sotto le coperte, Micol ne rimaneva fuori con tutto il busto. INDOSSAVA (IM) un pullover verde-scuro, accollato e dalle maniche lunghe, la medaglietta d'oro dello sciaddài scintillante sopra la lana della maglia, e due guan-ciali a sostegno della schiena. L'impiego del PR in C.2, rappresenta, invece, un'interpretazione accettabile: (35) Verso la fine del 1510, papa Giulio II incomincio a sfoggiare una folta barba SCAN-DALIZZO (PR) cardinali e ambasciatori. In questo caso l'IM è stato proposto dal 38,03% (IT: 38,89%; TRA: 37,78%) degli studenti, il PR dal 43,66% (IT: 38,89%; TRA: 48,57%). L'impiego generalizzato del PR in alcuni contesti, tuttavia, non è un cattivo segno: vuol dire che gli studenti cercano di non prendere come modello la codifica-zione slovena, e di partire, invece, dalla situazione italiana. Le difficoltà relative alla scelta tra il P e l'IM si sono potute notare anche in GFC.3/2GFC.3. Il predicato fu rappresenta assieme al predicato persuase un'unica azione telica, colta globalmente. Nell'espressione di azioni teliche in sloveno viene di norma accentuata la fase puntuale tramite l'uso del D. Il verbo essere sloveno, pero, dispone soltanto della forma imperfettiva (je bil, ND). Sotto l'influsso del-l'utilizzo del ND sloveno la maggioranza degli studenti ha riempito lo spazio vuoto con l'IM (GFC.3: 52,86%; 48,57% (IT); 57,14% (TRA); 2GFC.3: 50%; 45,71% (IT); 54,29% (TRA)). (36) Mi basto entrare nella sua stanza, invece, (dopo avermi introdotto, Perotti aveva richiuso discretamente la porta dietro le mie spalle), per vedere che mi sorrideva benigna, gentile, amica. Ancor più dell'esplicito invito a venire avanti, FU (PR) quel suo sorriso luminoso, pieno di tenerezza e di perdono, che mi persuase (PR) a stac-carmi dal fondo buio della stanza e ad avvicinarmi. Soluzione inappropriata più frequente: *ERA (IM). 2.8.8 Segnalazione dell'appartenenza delle azioni di un testo a mondi testuali separati Le azioni presentate nel testo E (Danai) appartengono a due diversi mondi testuali. Il primo, staccato dal momento dell'enunciazione, ha come protagonista il popolo dei Danai, ragione per cui viene presentato per mezzo del passato remoto (E.7) o dei suoi sostituti - condizionale composto per sottolineare la sfumatura modale di noti-zia riferita in E.1 e participio passato nel caso della dipendente implicita in E.6. Il secondo mondo testuale, strutturato attorno alle tesi dell'autore del libro e legato al momento attuale, richiede, invece, l'impiego del passato prossimo (E.3): (37) Secondo quanto afferma l'ingegner Felice Vinci nel libro Omero nel Báltico, le gesta dei Danai, narrate nei poemi omerici, NON SI SAREBBERO SVOLTE (CC) E.1 nel Mediterraneo, ma nei mari del Nordeuropa. Partendo da uno scritto di Plutarco, nel quale lo storico greco sostiene che l'isola di Calipso, Ogigia, è situata a cinque giorni di navigazione dalla Britannia, Vinci HA ANALIZZATO (PP) E.3 numerosi toponimi dell'Europa settentrionale, sorprendentemente simili a quelli omerici, nonché svariati fenomeni naturali, come gli enormi gorghi d'acqua detti maelstrom, che ricordano Scilla e Cariddi. Egli È quindi GIUNTO a sostenere che i Danai (nome con cui Omero indicava i Greci) ERANO in realtà Danesi dell'età del bronzo, MIGRATI (PART) E.6 in seguito nel Mediterraneo, dove ATTRIBUIRONO (PR) E.7 alle nuove terre i toponimi dei luoghi natii. (LSE 3976-12) In sloveno le azioni passate di entrambi i mondi testuali - eccetto l'azione non si sarebbero svolte - sarebbero espresse per mezzo del preteklik. Gli studenti, poco abituati alle situa-zioni in cui all'interno di uno stesso testo per le azioni della diegesi compaiono sia il PP che il PR,71 hanno avuto difficoltà ad usare correttamente i due paradigmi: solo 4 studenti di Italianistica e 2 studenti di Traduzione hanno usato una delle due combinazioni accettabili (CC-PP-PR; PR-PP-PR) per riempire gli spazi vuoti E.1-E.3-E.7. 71 Durante la normale prassi didattica gli studenti sono generalmente sottoposti ai cloze che prevedo-no o la scelta del PR o la scelta del PP. Sono quindi escluse le situazioni che prevedono la coesi-stenza dei due paradigmi. 2.9 Osservazioni generali e confronto tra i gruppi GRUPPO IT 2 IT3 IT4 IT % corr. pcorr. err. corr. pcorr. err. corr. pcorr. err. corr. pcorr. err. ESERCIZIO A 29,17 18,75 52,08 47,92 14,58 37,5 85,42 8,33 6,25 54,17 13,89 31,94 ESERCIZIO B 36,67 6,67 56,67 53,33 3,33 43,33 66,67 5 28,33 52,22 5 42,78 ESERCIZIO C 55 8,33 36,67 59,17 4,17 36,67 61,67 0,83 37,5 58,61 4,44 36,94 ESERCIZIO D1 44,44 4,17 51,39 47,22 12,5 40,28 56,94 16,67 26,39 49,54 11,11 39,35 ESERCIZIO D2 51,39 2,78 45,83 45,83 11,11 43,06 55,56 18,06 26,39 50,93 10,65 38,43 ESERCIZIO E1 40,48 9,52 50 48,81 3,57 47,62 55,95 2,38 41,67 48,41 5,16 46,43 ESERCIZIO E2 47,62 8,33 44,05 51,19 3,57 45,24 60,71 3,57 35,71 53,17 5,16 41,67 ESERCIZIO GFC1 33,33 7,5 59,17 58,18 5,45 36,36 56,67 1,67 41,67 49,14 4,86 46 ESERCIZIO GFC2 40,83 8,33 50,83 58,18 4,55 37,27 60,83 5,83 33,33 53,14 6,29 40,57 IESERCIZI 42,10 8,26 49,63 52,20 6,98 40,81 62,27 6,93 30,80 52,15 7,49 40,46 Tabella 3: Percentuali relative alle soluzioni corrette, parzialmente corrette e inappropriate, per ciascun esercizio e per l'insieme degli esercizi, proposte dagli studenti di Italianistica GRUPPO TRA2 TRA3 TRA4 TRA % corr. pcorr. err. corr. pcorr. err. corr. pcorr. err. corr. pcorr. err. ESERCIZIO A 50 10,71 39,29 60,42 6,25 33,33 55,56 13,89 30,56 55 10 35 ESERCIZIO B 54,29 5,71 40 60 0 40 55,56 0 44,44 56,57 2,29 41,14 ESERCIZIO C 52,86 2,86 44,29 61,67 0 38,33 56,67 2,22 41,11 56,86 1,71 41,43 ESERCIZIO D1 51,19 16,67 32,14 59,72 8,33 31,94 48,15 7,41 44,44 53,33 11,43 35,24 ESERCIZIO D2 48,81 16,67 34,52 62,5 6,94 30,56 51,85 5,56 42,59 54,29 10,48 35,24 ESERCIZIO E 41,84 3,06 55,10 46,43 7,14 46,43 50,79 6,35 42,86 45,71 5,31 48,98 ESERCIZIO E2 50 3,06 46,94 57,14 9,52 33,33 55,56 11,11 33,33 53,88 7,35 38,78 ESERCIZIO GFC1 52,86 2,14 45 55 2,5 42,5 47,78 4,44 47,78 52,28 2,86 44,86 ESERCIZIO GFC2 47,86 2,85 49,29 56,67 5 38,33 54,44 4,44 41,11 52,57 4 43,43 IESERCIZI 49,97 7,08 42,95 57,73 5,08 37,19 52,93 6,15 40,91 53,39 6,16 40,46 Tabella 4: Percentuali relative alle soluzioni corrette, parzialmente corrette e inappropriate, per ciascun esercizio e per l'insieme degli esercizi, proposte dagli studenti di Traduzione Le due tabelle rappresentano il quadro riassuntivo della prestazione linguistica di ciascun gruppo. In generale i dati rivelano una modesta prevalenza delle soluzioni appropriate (52,77%) e parzialmente corrette (6,83%) rispetto a quelle inappropriate (40,46%). Le soluzioni appropriate in assoluto rivelano un modesto vantaggio degli studenti di Traduzione (TRA: 53,39%; IT: 52,15%). In 5 cloze su 9 gli studenti di Traduzione e di Mediazione hanno otte-nuto un punteggio piu alto rispetto agli studenti di Italianistica. Tuttavia, se consideriamo separatamente i singoli sottogruppi, notiamo che il risultato migliore e stato ottenuto dagli studenti del 4° anno di Italianistica (69,2%), seguiti dal 3° anno di Mediazione (62,81%). Il terzo posto è stato raggiunto dal 3° anno di Italianistica (59,18%) che precede di pochissimo il 4° anno di Traduzione (59,08%) e il 2° anno di Mediazione (57,05%). All'ultimo posto, infine, si è classificato il 2° anno di Italianistica (50,36%).72 In linea di massima la classifica rias-suntiva conferma, fatta eccezione per il quarto anno di Traduzione, un miglioramento della prestazione legato al grado di avanzamento nel percorso degli studi universitari. Se consideriamo l'esito di ogni singolo esercizio, la correlazione positiva tra anno di corso frequentato e prestazione grammatico-testuale si nota sei volte negli studenti di Italianistica e tre volte in quelli di Traduzione; nei casi rimanenti siamo in presenza di un'oscillazione, ossia di assenza di correlazione tra miglioramento della prestazione e anno di corso frequentato. Nei casi di oscillazione il gruppo IT4 si classifica una volta all'ultimo posto, mentre il gruppo TRA4 ottiene il risultato peggiore quattro volte. L'esame più dettagliato delle soluzioni con cui è stato riempito ogni singolo spazio vuoto mostra - negli studenti di Italianistica - un miglioramento delle capacità grammatico-testuali in dipendenza dagli anni di studio in 37 casi, un peggioramento in 5 casi, un'oscillazione in 22 casi73 e un caso di prestazione costante. La situazione concernente gli studenti di Mediazione e di Traduzione vede, invece, 11 casi di miglioramento, 44 casi di oscillazione,74 9 casi di peggioramento e un caso di prestazione costante. La situazione vede più volte il verificarsi di un progresso legato all'anno di corso fre-quentato nell'ambito del gruppo di Italianistica,75 mentre il gruppo di Traduzione e Mediazione si dimostra più omogeneo e forse meno incline a migliorare i risultati con il passare degli anni di studio, il che si potrebbe considerare, in misura limitata, una comprova del fatto che meno insegnamento esplicito e osservazione intenzionale del funzionamento del sistema verbale nel testo e più lavoro su base testuale non significhe-rebbero necessariamente un vantaggio per quel che riguarda l'uso dei paradigmi verba-li.76 D'altro lato il buon risultato ottenuto soprattutto dall'IT4 potrebbe dare conferma, appunto, dell'influenza positiva del maggior numero di ore dedicate all'insegnamento esplicito, anche se non si dovrebbe prescindere del tutto dall'importanza delle precono-scenze. I due gruppi migliori, IT4 e TRA3, si inseriscono, infatti, anche tra i tre gruppi migliori per il livello di preconoscenze. Senonché gli studenti del gruppo TRA2, bravi per le preconoscenze, si classificano soltanto al penultimo posto per quanto riguarda l'appropriatezza nell'uso dei paradigmi verbali. Tuttavia il confronto fra i gruppi TRA2 e IT2 di nuovo si rivela a favore del gruppo TRA2, caratterizzato da un livello più alto di preconoscenze. Considerati i risultati in generale, la prestazione degli studenti (solo due gruppi raggiungono una percentuale relativa agli usi appropriati superiore al 60%) si rive- 72 Sono state prese in considerazione le medie delle percentuali indicanti gli usi corretti e parzial-mente corretti delle forme verbali. 73 In 5 su 22 casi di oscillazione il gruppo IT4 si classifica all'ultimo posto, in 6, invece, al primo. 74 In 17 su 44 casi di oscillazione il gruppo TRA4 si classifica all'ultimo posto, in 8, invece, al primo. 75 Tale conclusione e abbastanza logica, visto che i gruppi IT4 e IT2 rappresentano i due estremi della classifica. 76 Per poter essere del tutto sicuri di questa affermazione bisognerebbe eseguire un esperimento del genere con ciascun gruppo piu volte nell'arco degli anni di studio. la deludente.77 Sembra che, nonostante l'insegnamento esplicito, l'impiego delle forme verbali permanga un campo difficile da maneggiare con disinvoltura. I risultati delle analisi rivelano, inoltre, che il problema principale degli studenti consiste non nella difficolta di comprendere le caratteristiche del mondo testuale, ma nella loro interpretazione consapevole, che dovrebbe portare all'uso corretto delle forme verbali. Visto che la capacita di valutare in modo cosciente il mondo testuale viene acquisita nel-l'ambito dell'insegnamento degli usi, si potrebbe dire che gli studenti possiedono un sapere non abbastanza consolidato, oppure che trovano difficolta nell'applicare gli usi alla realta extralinguistica per poca esperienza in merito al funzionamento dei paradigmi all'interno di vari tipi di testo. Potrebbero essere spia di un sapere non abbastanza consolidato - oltre ai numerosi casi di interferenza - anche l'impiego generalizzato del trapassato remoto,78 l'uso mancato, oppure generalizzato del congiuntivo79 ecc., mentre si potrebbero ascrivere alle difficolta nell'applicare gli usi alla realta extralinguistica l'uso generalizzato del passato prossimo nei contesti in cui andrebbe usato il passato remoto, tipico soprattutto degli stu-denti del 2 ° anno di Italianistica, la distinzione tra la narrazione e la descrizione, nonché, nel caso di preludio, la decisione di dare rilevanza alle azioni focali con l'impiego cataforico del trapassato prossimo per denotare quelle iniziali. La tesi viene confermata anche dalle difficolta incontrate dagli studenti qualora si trovino nella necessita di usare, all'interno di uno stesso testo, passato prossimo e passato remoto (si veda il caso del testo E/2E). CONCLUSIONE I risultati della ricerca sulle scelte delle forme verbali italiane nei cloze degli studenti dei corsi di laurea in Lingua e letteratura italiana da una parte, e in Traduzione e Mediazione interlinguistica dall'altra hanno confermato la necessita e l'importanza dell'insegnamento e dell'osservazione espliciti del funzionamento del sistema verbale italiano. Infatti, persino a livello universitario, spesso dopo non pochi anni di contatto con la lingua italiana, si e rivelata forte, specialmente in alcuni contesti, l'interferenza, dovuta soprattutto alla codificazione diversa della temporalita e dell'aspettualita nella 77 Si deve comunque considerare il fatto che il test non era stato annunciato in anticipo. 78 Gli studenti si servono del TR per denotare un'azione anteriore nel passato anche al di fuori di una dipendente temporale: In realtà con tale gesto il Papa intendeva emulare Giulio Cesare, il quale nel 54 a.C. *EBBE GIURATO di non radersi... L'impiego generalizzato del TR si puo notare spo-radicamente in tutti i gruppi, con intensité maggiore nel gruppo IT4. 79 14 studenti, tra cui 6 del 3° anno di Italianistica, hanno scelto l'imperfetto del congiuntivo in C.4 perché pensavano che si trattasse dell'espressione di un'opinione di cardinali e ambasciatori: alcuni scrissero che il pontefice *SOMIGLIASSE a un orso, altri lo paragonarono invece a un eremita... Si tratta, invece, dell'atto di riferire la loro opinione e quindi di un fatto reale. Un altro caso di gene-ralizzazione riguarda l'esempio D.1: Il biblico patriarca Giacobbe decise che al suo ultimo figlio *DESSE il nome augurale di Ben Yamin... Per poca esperienza gli studenti non si sono resi conto del fatto che l'uso del congiuntivo sarebbe stato appropriato solo se i soggetti della principale e della dipendente fossero stati diversi. Dato che i soggetti sono uguali non si tratta di una volizione, ma piuttosto di una decisione che riguarda un fatto posteriore nel passato. Il paradigma da usare è quindi il CC (avrebbe dato). È da notare anche l'uso sporadico del congiuntivo nelle frasi indi-pendenti per l'espressione di un parere o di un dubbio: No, era sempre bella - mi dicevo - contemplandola -, forse non *fOSSE STATA mai cosí bella e attraente. prima lingua dei discenti. Hanno riempito i cloze con maggiore successo gli studenti del 4° anno di Italianistica, seguiti, nell'ordine, da quelli del 3° anno di Mediazione, del 3° anno di Italianistica, del 4° anno di Traduzione, del 2° anno di Mediazione e, infine, del 2° anno di Italianistica. In base a questa graduatoria si puo supporre che l'insegnamento esplicito della grammatica abbia un influsso decisamente positivo sulla prestazione lin-guistica; d'altro lato pero, si e rivelato importante anche il livello delle preconoscenze. Le analisi hanno, inoltre, dimostrato che le scelte inappropriate sono legate non tanto alle difficolta nella ricostruzione del mondo testuale quanto a una mancata interpretazio-ne consapevole delle relazioni tra le azioni che ne fanno parte, e, quindi, all'assenza di un uso consapevole e argomentato delle forme verbali. Alcune volte tale sapere pare non abbastanza consolidato, altre volte le difficolta sono causate dall'incapacita di applicare il proprio sapere a una concreta attivita testuale. Per superare le difficolta si dovrebbero potenziare ulteriormente le abilita degli studenti nell'ambito della rappresentazione del mondo testuale: partendo dalla loro capacita di recepire in modo abbastanza completo il contenuto di un testo si potrebbe cercare di sviluppare una sensibilita maggiore verso la stratificazione temporale, modale e aspettuale dei testi. Per facilitare l'acquisizione di que-ste abilita si potrebbero offrire agli studenti, soprattutto ai livelli iniziali, testi narrativi brevi ma completi. Occorrerebbe, in seguito, piu lavoro pratico con diversi tipi di testo per evidenziare come la scelta delle forme verbali sia in stretta correlazione anche con la spe-cificita delle diverse tipologie testuali. Gli studenti dovrebbero diventare piu abili nella scelta tra il passato remoto e il passato prossimo per rappresentare le azioni centrali di un dato testo. Dovrebbero essere sottoposti anche a testi in cui, a causa dell'appartenenza delle azioni a mondi testuali distinti, vengono usati sia il passato prossimo che il passato remoto. Siccome l'influsso della prima lingua e un fatto da tenere presente nell'apprendi-mento della lingua in questione, sarebbero da proporre delle attivita basate sul principio contrastivo. Si potrebbe partire, ad esempio, dall'analisi attenta del testo sloveno con l'in-tento di osservare i fenomeni testuali e i rispettivi mezzi linguistici per poi procedere con la traduzione in italiano, concentrandosi soprattutto sulla codificazione appropriata di detti fenomeni. Infine, si potrebbero individuare i punti critici. L'insegnante dovrebbe cercare di richiamare l'attenzione sui principi dell'espressione della stessa realta anche nell'ambito di qualche altra lingua straniera nota agli studenti, come l'inglese, per aiutarli a raggiungere un livello piu alto di comprensione dei rapporti interlinguistici. Corpus LSE = La settimana enigmistica 3976. LSE = La settimana enigmistica 3993. GFC = Bassani, Giorgio (1962) Il giardino dei Finzi-Contini. Torino: Einaudi. Bibliografía Bertinetto, Pier Marco (2003) Tempi verbali e narrativa italiana dell'Otto/Novecento: quattro esercizi di stilistica della lingua. Alessandria: Edizioni dell'Orso. 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E stata elaborata in modo tale da disporre le soluzioni degli studenti in un ordine che tiene conto del grado di criticitá di ciascun fenomeno: si va, cioe, da quelli con il maggior numero di risposte errate a quelli con il maggior numero di soluzioni corrette (colonna 1). Nella colonna 2 e indi-cato il fenomeno con la soluzione corretta e, se necessario, anche con una soluzione par-zialmente corretta;80 nella colonna 3, invece, e evidenziata la posizione del fenomeno nel rispettivo cloze (ad es. A.1, A.2, B.5 ecc.). Nella colonna 4 e indicata la percentuale complessiva delle soluzioni errate per ciascuno dei fenomeni analizzati, a cui fanno seguito i dati parziali relativi alle soluzioni inappropriate degli studenti rispettivamente di Italianistica (IT) e di Traduzione (TRA). I segni t, i, = accanto alle percentuali evi-denziano il rapporto interno tra le percentuali di soluzioni inappropriate di ogni singolo sottogruppo. Quando all'interno di uno dei due gruppi la prestazione migliora a seconda dell'anno di corso frequentato81 il rapporto interno viene segnalato con il simbolo t. La 80 Con i simboli t e 4 nella colonna 2 si desidera mostrare la correlazione tra la prestazione negli eser-cizi 2D, 2E e 2GFC (il secondo tentativo) con la prestazione nei corrispettivi esercizi D, E e GFC. 81 Con «miglioramento della prestazione in dipendenza dagli anni di studio» si intendono situazioni in cui il sottogruppo IT2/TRA2 raggiunge la percentuale piu alta di soluzioni innapropriate, il sot-togruppo IT3/TRA3 una percentuale piu bassa e il sottogruppo IT4/TRA4 la percentuale piu bassa di tali soluzioni. situazione opposta è evidenziata con il símbolo 1. Se le percentuali delle soluzioni inappropriate con il progredire degli anni di studio rimangono uguali il rapporto è evidenzia-to con il simbolo =. Quando invece non c'è una correlazione né positiva né negativa tra il miglioramento della prestazione e gli anni di studio il rapporto è evidenziato con il simbolo ~ .82 Tra le soluzioni inappropriate una o due compaiono con maggiore frequen-za. La prima percentuale della colonna 5 indica appunto la media delle percentuali dei gruppi IT e TRA relative alla soluzione inappropriata più frequente. Sotto la media sono indicati i dati parziali dei gruppi IT e TRA. Tra parentesi, accanto all'indicazione della forma verbale usata con più frequenza, viene evidenziata la maggiore o minore presenza di interferenze. Con il simbolo + è indicata l'interferenza totale, con il simbolo / l'inter-ferenzaparziale. Le sigle s (sloveno), sn (sloveno in combinazione con l'italiano del Nord d'Italia), st (strutture di superficie del testo sloveno) e snt (strutture di superficie del testo sloveno in combinazione con l'influsso dell'italiano del Nord d'Italia) si riferiscono all'origine dell'interferenza. Nella colonna 6 sono indicate le soluzioni che nei cloze degli studenti compaiono con minore frequenza, con i rispettivi tipi di interferenza. Con ogni percentuale è indicata la quantità di un determinato tipo di soluzioni rispetto all'insie-me di tutte le soluzioni (appropriate, inappropriate e parzialmente corrette).83 1 % 2 3 4 % 5 % 6 FB (anteriorità nell'ambito della frase indipendente) era stata (TP) GFC.8 97,14 = 100 IT Î 94,29 TRA IM (s+): 71,43 82,86 IT; 60 TRA Pr', IM', PR (s/) 50 100 FB (anteriorità nell'ambito della frase indipendente) era stata (TP) Î 2GFC.8 94,29 ~94,29 IT Î 94,29 TRA IM (s+): 61,43 62,86 IT; 60 TRA IM', TP', CC, PP (s/), PR (s/) FB (anteriorità nell'ambito della frase indipendente) ero entrato (TP) GFC.5 94,29 Î 91,43 IT ~97,14 TRA PR (s+): 66,2 60 IT; 74,29 TRA PP (s+), IM, TR FB (anteriorità nell'ambito della frase indipendente) ero entrato (TP) 2GFC.5 94,29 Î 91,43 IT ~97,14 TRA PR (s+): 65,71 62,86 IT; 68, 57 TRA PP (s+), IM 82 Si tratta di situazioni in cui i sottogruppi sono disposti in base alla quantità di soluzioni inappropriate - dal grado massimo a quello minimo - in uno dei seguenti modi: IT2/TRA2 > IT4/TRA4 > IT3/TRA3, IT3/TRA3 > IT4/TRA4 > IT2/TRA2, IT4/TRA4 > IT2/TRA2 > IT3/TRA3, IT3/TRA3 > IT2/TRA2 > IT4/TRA4. 83 La Tabella 5 contiene anche alcuni altri simboli. 0: assenza della soluzione; % 0: assenza parziale della soluzione; (e): errore (il simbolo (e) accompagna le forme verbali che potrebbero essere considerate corrette o parzialmente corrette se non presentassero al contempo un altro tipo di errore: ad. es. al posto di non si svolsero in E.1 è usata la forma non si svolse, non furono svolte); (a) e (p): diatesi attiva e passiva (i due simboli sono usati soltanto nei casi in cui una tale distinzione è necessaria: ad. es. in D.6, che prevede l'impiego della forma passiva dell'IM' fosse chiamato, è importante distinguere tale uso dall'uso errato della forma attiva dello stesso paradigma come chiamassero o chiamasse). 50- 100 FB (anterioritä nell'ambito della frase indipendente) non aveva piú fatto (TP) B.2 81,69 Í 77,78 IT ~85,71 TRA PR (s+): 59,15 47,22 IT; 71,43 TRA PP (s+), IM, 0, á 0 azione passata riguardo alla cui verita l'emittente esprime delle riserve non si sarebbero svolte (CC): corr. non si svolsero (PR): pcorr. E.1 74,65 172,22 IT ~77,14 TRA PP (sn/): 23,94 27,78 IT; 20 TRA IM (s/): 21,13 22,22 IT; 20 TRA TP, Pr, IM', TR, PR (e) il TP" e i sostituti (IM') nell'ambito di alcune dipendenti di 2° grado all'interno della completiva per l'espressione dell'anterioritá nella posteriorita del passato: non avesse sconfitto e cacciato (TP'): corr.=12,68 sconfisse e cacciasse (IM'): corr.+pcorr. =1,41+11,27=12,68 C.11 74,65 ~69,44 IT ~80 TRA CC: 46,48 44, 44 IT; 46,57 TRA FF (s/), C (s+), F(s+), 0, IM, Pr (s+?), PP', TR preludio erano partiti (TP) A.1 71,83 Í 63,89 IT ~80 TRA PP (s+): 60,64 55,56 IT; 65,71 TRA PR (s+), IM , TR azioni simultanea e anteriore nell'ambito del DIL era-era stata mai, era-era mai stata (IM-TP) 2GFC. 9&11 68,57 Í 57,14 IT ~80 TRA Pr-IM (s+): 27,12 25,71 IT; 28,52 TRA IM-IM (s/): 17,14 17,14 IT; 17,17 TRA IM-PR, IM-PP, IM-TP', IM-F, Pr-TP (s/), Pr-PP(e) (s/), PP-PP' anterioritá nel passato nell'ambito della relativa aveva giurato (TP) C.7 67,61 158,33 IT ~71,14 TRA PR (s+): 47,89 30,56 IT; 65,71 TRA IM, PP (s+), TR, 0 azioni simultanea e anteriore nell'ambito del DIL era-era stata mai, era-era mai stata (IM-TP): corr. + pcorr. = 25,72 interpretazione secondaria: azioni simultanea e anteriore nell'ambito del DD (Pr-PP): pcorr. = 8,56 GFC. 9&11 65,71 ~60 IT ~71,43 TRA IM-IM (s/): 27,14 20 IT; 34,29 TRA Pr-IM (s+): 11,43 14,29 IT; 8,57 TRA IM-PR, IM-TR, IM-PP, IM-PP', IM-TP', IM- 0, IM-C, IM-F, PR-TP, PR-TP, PR-F, F-F, Pr-PP(e), PP-TP, TP-TP, Pr-TP (s/) azione centrale nel passato (visione globale), frase scissa (fu ... che ... per-suase) fu (PR) l 2GFC.3 60 ~62,86 IT ~57,14 TRA IM (s+): 50 45,71 IT; 54,29 TRA PP, Pr, TP azione passata riguardo alla cui verita l'emittente esprime delle riserve non si sarebbero svolte (CC) non si svolsero (PR) Í 2E.1 59,15 163,89 IT ~54,29 TRA IM+IM(e) (s/): 9,71 19,44 IT; 20 TRA PP: 15,49 16,67 IT; 14,29 TRA PR(e), TP, Pr, TR, PP', IM', F, TP' anteriorita nel non-passato (neces-sario rendersi conto della presenza di piu mondi testuali) ha analizzato (PP) E.3 59,15 152,78 IT ~65,71 TRA PR: 35,21 30,56 IT; 40 TRA Pr (s+?), IM (s+?), TP, TR azione centrale nel passato (visione globale), frase scissa (fu ... che ... per-suase) fu (PR) GFC.3 57,14 ~57,14 IT ~57,14 TRA IM (s+): 52,86 48,57 IT; 57,14 TRA PP (sn/), Pr, IM anteriorita nel passato nell'ambito della relativa aveva chiesto (TP) D.5 54,93 ~44,44 IT ~65,71 TRA PR (s/): 42,25 27,78 IT; 57,14 TRA IM (s+), PP (s/), TR, TP', PP', G azione centrale nel passato (necessario rendersi conto della presenza di piü mondi testuali) attribuirono (PR) 1 2E.7 54,93 ~58,33 IT i 51,43 TRA PP(sn+): 28,17 22,22 IT; 34,29 TRA TP, TR, Pr, F, IM, IM(p), IM' il TP' e i sostituti (IM') nell'ambito di alcune dipendenti di 2" grado all'interno della completiva per l'espressione dell'an-teriorita nella posteriorita del passato avesse vendicato (TP') + vendicasse (IM'): corr. C.8 54,93 i 50 IT ~60 TRA CC: 36,62 36,11 IT; 34,17 TRA FF (s/), F (s+), 0, C (s+), PP' anteriorita nel passato, nell'ambito della relativa aveva chiesto (TP) t 2D.5 53,52 ~44,44 IT i 62,86 TRA PR (s/): 40,84 27,78 IT; 54,29 TRA IM (s+), Pr, PP (s/), TR, PP', TP' 50- 100 simultaneita nel passato (visione corsiva) era determinato (IM): corr. sarebbe stato determinato (CC): pcorr. C.10 53,52 ~50 IT i 57,14 TRA PR (s+?): 40,85 33,33 IT; 48,57 TRA PP (sn/?), PP', TP, IM' anteriorita nel passato, dipendente implícita avermi introdotto (INFF) GFC.1 52,86 ~48,57 IT i 57,14 TRA INFF(e): 22,86 17,14 IT; 28,57 TRA INF, G, GG, INFF(e), TP, TP', 0, PP (st+), PR (st+) anteriorita nel non-passato, (necessario rendersi conto della presenza di piü mondi testuali) ha analizzato (PP) t 2E.3 52,11 ~47,22 IT ~57,14 TRA PR: 38,03 38,89 IT; 37,14 TRA IM (s+?), Pr, TP simultaneita nel passato (visione corsiva) veniva (IM) 1 2D.3 50,70 152,78 IT ~48,57 TRA Pr (s+): 18,31 19,44 IT; 7,14 TRA IM(e), IM', PR azione centrale nel passato (necessario rendersi conto della presenza di piü mondi testuali) attribuirono (PR) E.7 50,70 150 IT t 51,43 TRA PP (sn+): 19,71 13,89 IT; 25,71 TRA TP, TR, IM, F, Pr, IM' simultaneita nel passato (visione corsiva) veniva (IM) D.3 49,3 t 50 IT ~48,57 TRA Pr (s+?): 16,90 19,44 IT; 14,29 TRA IM(e), IM', PR azione extratemporale, esclusione di altre interpretazioni con l'osservazione attenta del cotesto sostiene (Pr) E.2 49,3 t 50 IT ~48,57 TRA IM (s+): 35,21 27,78 IT; 42,86 TRA PR, PP (s+), PP(p) (s/), TR, TP 40- 50 FB (anteriorita nell'ambito della frase indipendente) si era allontanata (TP) B.1 47,89 t 36,11 IT ~60 TRA PR (s+): 33,80 19,44 IT; 48,57 TRA PP (s+), TR, PP' azione extratemporale ricordano (Pr) E.4 45,07 t 52,78 IT t 37,14 TRA IM (s+?): 33,80 36,11 IT; 11,43 TRA Pr(e), PP, IM', PR, 0 simultaneita nel passato (visione corsiva) intendeva (IM) C.6 43,66 ~41,67 IT ~45,71 TRA PR: 40,85 38,89 IT; 42,86 TRA 0, TR, TP posteriorità nel passato nell'ambito della completiva in seguito al verbo volitivo decidere nella principale avrebbe dato (CC)/fosse dato (IM') i 2D.1 42,26 ~44,44 IT î 40 TRA F (s+): 15,49 13,89 IT; 17,41 TRA PR, IM', C, Pr (s+), FF posteriorità nel passato nell'ambito della completiva in seguito al verbo volitivo decidere nella principale avrebbe dato (CC)/fosse dato (IM') D.1 39,44 î 44,44 IT ~34,29 TRA F (s+): 14,08 13,89 IT; 14,29 TRA Pr (s+), PR, IM', C, FF, TP' posteriorità nel passato in combinazione con l'espressione del desiderio nell'ambito della completiva in seguito al verbo volitivo chiedere nella principale fosse chiamato/venisse chiamato (IM') D.6 38,03 î 41,67 IT ~34,29 TRA IM'(e, a): 9,86 13,89 IT; 5,71 TRA C(a), Pr'(p) (s+), Pr'(a) (st+), PR (a) (st/), IM'(a) (st+), IM (p), C(p), CC(p), Pr'(p), PR(p), TP'(p),/ 0, FF (a) posteriorità nel passato in combinazione con l'espressione del desiderio nell'ambito della completiva in seguito al verbo volitivo chiedere nella principale fosse chiamato/venisse chiamato (IM') 2D.6 36,62 î 41,67 IT ~31,43 TRA IM' (e, a): 9,86 13,89 IT; 5,71 TRA C(a), Pr'(a) (st+), PART, PR(a), IM'(a) (st+), IM, C(p), CC(p), Pr'(p), PR(p), TP'(p), / 0, FF(a) tendenza a mantenere l'ottica costante nell'ambito della coordinazione copulativa scrissero/paragonarono (PR): corr.+ pcorr. = 14,08+ 4,23 = 18,31 scrivevano/paragonavano (IM): corr.+ pcorr. = 45,07 C.3/5 36,62 î 33,33 IT ~40 TRA PR-IM (s+): 26,76 22,22 IT; 31,43 TRA PP-IM (s+), TP-PR, PR-IM' 30-40 anteriorità nel passato nell'ambito dell'interrogativa indiretta introdotta da chiedere nella principale avesse aspettato (TP') (corr.+pcorr. = 18,18) aveva aspettato (TP) (corr.+pcorr.= 46,59) B.4 35,21 î 33,33 IT ~37,14 TRA IM (s+): 12,86 8,33 IT; 17,14 TRA PR (s/): 8,45 5,56 IT; 11,43 TRA IM' (s+), TR, PP (s/), PP' (s/), TP(e), / 0 azione extiatemporale, esclusione di altre interpretazioni con l'osservazione attenta del cotesto sostiene (Pr) î 2E.2 35,21 î 38,39 IT ~31,43 TRA IM: 26,76 25 IT; 28,57 TRA PR, TP, PP, PP (p) parte del FB: avevo notato (TP) commenta: notai (PR) 2GFC.7 34,29 î 34,29 IT ~34,29 TRA PP (s+): 17,14 20 IT; 14,29 TRA TP (e): 15,71 11,43 IT; 20 TRA PR (e) parte del FB: avevo notato (TP): corr.+pcorr.= 5,72 commenta: notai (PR): corr.+pcorr.= 52,86 + 8,57 = 61,43 GFC.7 32,86 î 37,14 IT î 28,57 TRA PP (s+): 17,14 22,86 IT; 11,43 TRA PR(e), TP(e) azione presentata sia come un'azione di secondo piano nel passato (visione corsiva), oppure come extratemporale indicava (IM); indica (Pr) E.5 30,99 î 36,11 IT ~25,71 TRA PR (s+?): 19,71 19,44 IT; 20 TRA IM(e), TP, PP (sn+?) 30-40 azione presentata sia come un'azione di secondo piano nel passato (visione corsiva), oppure come extratemporale indicava (IM); indica (Pr) 2E.5 30,99 136,11 IT ~25,71 TRA PR: 19,72 16,67 IT; 22,86 TRA IM(e), TP, PP azione centrale nel passato (visione globale) trasgredí (PR) D.4 29,58 138,89 IT ~20 TRA PR(e): 11,27 16,67 IT; 5,71 TRA PP (sn+), Pr, TP, 0, CC azione centrale nel passato (visione globale) trasgredí (PR) 2D.4 29,58 136,11 IT ~22,86 TRA PR(e): 11,27 16,67 IT; 5,71 TRA PP (sn+), Pr, TP, CC azione centrale contigua nel passato (PR)/azione anteriore nel passato (TP) chiese (PR): 63,38 aveva chiesto (TP): 7,04 B.3 29,58 144,44 IT 114,29 TRA PP (sn+): 21,13 30,56 IT; 11,43 TRA IM', IM (s+?), PP' anteriorita nel passato, dipendente implicita avermi introdotto (INFF) t 2GFC.1 28,57 131,43 IT 125,71 TRA soluzioni disperse INF, GG, INFF, PP (st+), TP, TP', 0, PR (st+) FB (anteriorita nell'ambito della frase indipendente) (li) aveva estratti (TP) A.4 28,18 127,78 IT 128,57 TRA PP (s+): 28,18 27,78 IT; 28,57 TRA assenza di soluzioni inappropriate meno frequenti azione extratemporale ricordano (Pr) 2E.4 28,17 138,89 IT 117,14 TRA IM: 16,90 22,22 IT; 11,43 TRA Pr(e), IM(e), IM', PP, 0 20-30 simultaneita nel passato, azione verbalizzata nell'ambito del discorso indiretto, visione corsiva somigliava (IM) C.4 26,76 ~30,56 IT ~22,86 TRA IM': 19,72 27,78 IT; 11,43 TRA Pr (s+) costrutto implicito migrati (PART) E.6 23,94 ~11,11 IT ~37,14 TRA PR (st+): 5,63 5,56 IT; 5,71 TRA PARTPr, G, GG, IM, PP(snt+), TP, 0 visione corsiva dell'azione passata verbalizzata nell'ambito della frase citante intercalata al DIL: dicevo (IM) visone globale dell'azione passata verbalizzata nell'ambito della frase citante intercalata al DIL dissi (PR) 1 2GFC.10 22,86 122,86 IT ~22,86 TRA PP (sn+): 17,14 17,14 IT; 17,14 TRA F, Pr, PP/PR, IM', PR(e) visione corsiva dell'azione passata verbalizzata nell'ambito della frase citante intercalata al DIL: dicevo (IM): corr. = 25,71 visone globale dell'azione passata verbalizzata nell'ambito della frase citante intercalata al DIL dissi (PR): corr.+pcorr.= 52,86 GFC. 10 21,43 131,43 IT 111,43 TRA PP (sn+): 8,57 11,43 IT; 5,71 TRA PR(e), IM(e), C, Pr, F, 0 simultaneita nella posteriorita nel passato sorrideva (IM) GFC.2 21,43 ~20 IT ~22,86 TRA PR (s+): 12,86 11,43 IT; 14,29 TRA Pr (s+), CC, TP, 0, IM' costrutto implicito migrati (PART) t 2E.6 21,13 ~8,33 IT ~34,29 TRA PR (st+): 7,04 5,56 IT; 8,57 TRA PARTPr, G, GG, IM, PP (snt+), TP simultaneitá nel passato, visione corsiva erano (IM) A.3 19,72 t 22,22 IT ~17,14 TRA PP: 12,58 19,44 IT; 5,71 TRA TP, PR simultaneitá nel passato, visione corsiva scandalizzava (IM) (38,03) contiguitá, azione centrale nel passato: scandalizzo (PR) (43,66) C.2 18,31 t 22,22 IT ~14,29 TRA PR(e) (st+) + IM(e) (st+) + PP(p) (snt+): 8,45 16,67 IT; 0 TRA TP, PP (sn+) posterioritá nel passato nell'ambito delle completive tornasse (IM'): 38,03 sarebbe tornata (CC): 43,67 B.5 15,49 t 22,22 IT ~8,57 TRA F (s+): 5,63 8,33 IT; 2,86 TRA Pr (s+), IM, C, TP', 0, PP' 10-20 costrutto implicito, simultaneitá nel passato trainata (64,79)/trainati (12,68) (PART) A.2 14,08 113,89 IT 114,29 TRA 0: 7,04 5.56 IT 8.57 TRA G, TP, PP (s+?) azione extratemporale significa (Pr) D.2 12,68 ~16,67 IT ~8,57 TRA IM: 8,45 11,11 IT; 5,72 TRA Pr', C (s+) simultaneitá nella posterioritá nel passato sorrideva (IM) T 2GFC.2 11,43 ~5,71 IT ~17,14 TRA Pr (s+): 7,14 5,71 IT; 17,14 TRA PR, IM' azione centrale nel passato, visione globale incomincio (PR) C.1 11,27 ~11,11 IT ~11,43 TRA PP (sn+): 5,63 8,33 IT; 2,86 TRA TP: 5,63 2,78 IT; 8,57 TRA assenza di soluzioni inappropriate meno fre-quenti azione extratemporale significa (Pr) T 2D.2 8,45 ~11,11 IT ~5,71 TRA IM: 4,27 5,56 IT; 2,86 TRA Pr', C (s+?) simultaneitá nel passato, visione corsiva indossava (PART) GFC.4 7,14 t 8,57 IT 15,71 TRA assenza di una soluzione prevalente PP, G, PR 0-10 simultaneitá nel passato, visione corsiva indossava (PART) T 2GFC.4 4,29 12,86 IT 15,71 TRA assenza di una soluzione prevalente IM(e), PR simultaneitá nel passato, visione corsiva stava leggendo/leggeva (IM) GFC.6 4,29 t 5,71 IT 12,86 TRA assenza di una soluzione prevalente PP, PR costrutto implicito, anterioritá nel passato massacrati (PART) C.9 4,23 ~2,78 IT 15,71 TRA assenza di una soluzione prevalente PR (st+), 0, forma inesistente simultaneitá nel passato, visione corsiva stava leggendo/leggeva (IM) T 2GFC.6 1,43 t 2,86 IT =0 TRA PP: 1,43 2,86 IT; 0 TRA assenza di soluzioni inappropriate meno frequenti Tabella 5: Classificazione dei fenomeni in base alla quantita di risposte inappropriate Riassunto COMMENTO DELLE SCELTE DELLE FORME VERBALI NEI CLOZE DEGLI STUDENTI DI ITALIANISTICA E DI TRADUZIONE (IDENTIFICAZIONE DEI PUNTI CRITICI E CONFRONTO TRA I GRUPPI) Nel presente contributo l'autrice si concentra sull'osservazione e sul commento delle scelte delle forme verbali nei cloze degli studenti del 2°, del 3° e del 4° anno del corso di laurea in Lingua e letteratura italiana, del 2° e del 3° anno del corso di Laurea in Mediazione interlin-guistica e del 4° anno del corso di laurea in Traduzione. Il punto in comune di tutti e tre i corsi e l'insegnamento esplicito delle caratteristiche e del funzionamento del sistema verbale italiano, anche se nell'ambito di Italianistica la quantita di ore dedicate a questo tipo di insegna-mento e superiore rispetto a quella prevista nell'ambito di Traduzione, mentre nell'ambito di Traduzione una quantita maggiore di lezioni concerne esercitazioni di traduzione e composi-zione di testi. Per gli scopi della ricerca e stato elaborato un test composto da cinque testi autentici brevi ma completi e da un brano tratto dal romanzo Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani, trasformati in seguito nei cloze. Ma visto che la scelta della forma verbale nei cloze dipende non soltanto dalla conoscenza degli usi, bensi anche dall'interpretazione felice del mondo testuale, i cloze sono stati completati da attivita quali sottolineare espressioni sco-nosciute, tradurre il testo in sloveno, completare i cloze preceduti dalla versione slovena del testo. Dai risultati traspare che gli studenti non hanno problemi particolari nella comprensio-ne del mondo testuale, mentre incontrano difficolta nell'interpretazione attiva delle sue carat-teristiche e nell'applicazione degli usi alla realta extralinguistica. Per la quantita di usi inap-propriati si rivelano come i piü critici fenomeni quali l'anteriorita nell'ambito delle frasi indi-pendenti e relative, l'espressione della temporalita relativa nell'ambito dei costrutti sintattici complessi e nel discorso indiretto libero, il preludio, la scelta tra il perfetto e l'imperfetto e l'espressione di notizie riferite su azioni passate con il condizionale composto. Si e scoperto, pero, che la criticita di uno stesso fenomeno varia in dipendenza dalla sua riconoscibilita nel co- e contesto. I risultati hanno inoltre confermato - eccetto che per un gruppo - il migliora-mento della prestazione con il progredire degli studi. Al tempo stesso si e potuta notare l'im-portanza dell'insegnamento esplicito e dell'osservazione attiva degli usi delle forme verbali, dato che né le preconoscenze, acquisite spesso in modo informale e utili soprattutto nella rico-struzione del mondo testuale, né l'esperienza relativa alla composizione di testi possono eliminare l'influsso dell'interferenza. Data la presenza implicita della madrelingua nella produzio-ne linguistica del discente in un'altra lingua straniera, l'autrice propone delle attivita in classe che prendano come spunto i testi in madrelingua. Per superare le difficolta di applicazione delle nozioni teoriche ai casi pratici gli studenti dovrebbero essere esposti ancora di piü alla lettura e all'analisi dei vari tipi testo in lingua straniera. Gli studenti dovrebbero essere inoltre incitati a un processo consapevole di ricostruzione del mondo testuale. Povzetek KOMENTAR K IZBIRI GLAGOLSKIH OBLIK V CLOZIH ŠTUDENTOV ITALIJANISTIKE IN PREVAJANJA (OPREDELITEV KRITIČNIH TOČK IN PRIMERJAVA POSAMEZNIH SKUPIN) Avtorica opazuje in komentira izbiro italijanskih glagolskih oblik v clozih študentov 2., 3., in 4., letnika študijskega programa Italijanski jezik in književnost, 2. in 3. letnika Medjezikovnega posredovanja ter 4. letnika Prevajalstva. Skupni imenovalec vseh treh študijskih smeri je prisotnost eksplicitnega poučevanja značilnosti italijanskega glagolskega sistema in njegovih rab, čeprav je delež tovrstnega pouka na italijanistiki večji, medtem ko je na prevajalstvu več aktivnosti tvorjenja besedil. Za namene raziskave je bil izdelan test, sestavljen iz petih kratkih, vsebinsko zaokroženih avtentičnih besedil ter odlomka iz romana Giorgia Bassanija Il giardino dei Finzi-Contini, spremenjenih v cloze. Ker pa pri tem tipu naloge pravilna izbira ni rezultat zgolj poznavanja rabe, ampak najprej pravilnega razumevanja besedilnega sveta, so cloze spremljale dejavnosti, kot so podčrtovanje neznanih besed, prevod besedila v slovenščino in dopolnjevanje besedila ob predhodno podani slovenski različici. Rezultati raziskave pokažejo, da študenti skoraj nimajo težav z razumevanjem besedilnega sveta, pač pa z njegovo aktivno interpretacijo in aplikacijo rab glagolskih oblik. Za najbolj kritične se izkažejo signalizacija preddobnosti v preteklosti v neodvisnih in relativnih stavkih, signalizacija relativnih časovnih odnosov v zaplete-nejših skladenjskih konstrukcijah in polpremem govoru, signalizacija preludija, izbira med per-fektom in imperfektom, signaliziranje ograjevanja pripovedovalca od novic o preteklih dogodkih z obliko condizionale composto. Vendar pa na kritičnost točke ne vpliva zgolj sam pojav, ampak njegova (ne)prepoznavnost v ko- in kontekstu. Rezultati so pokazali - z izjemo ene skupine -, da je napredek premosorazmeren z leti študija. Hkrati se je izkazalo, da je eksplicitno poučevanje in aktivno opazovanje rab glagolskih oblik za njihovo pravilno rabo bistveno, saj tudi predznanje, pridobljeno v neformalnem stiku z jezikom, ki prispeva zlasti k razumevanju besedilnega sveta, in izkušnje s tvorjenjem besedil ne morejo zajeziti vpliva interference. Zaradi implicitne prisotnosti materinščine pri rabi tujega jezika avtorica predlaga aktivnosti pri tujejezičnem pouku, ki bi izhajale iz besedil v maternem jeziku. Poleg tega meni, da bi študenti potrebovali še več stika s tujejezičnimi besedili, saj bi le tako premostili težave pri aplikaciji svojih teoretičnih znanj v praktičnih situacijah. Prav tako je treba študente spodbujati k zavestni izgradnji in interpretaciji besedilnega sveta.