168002 IL SANTUARIO DELLA BEATA MGII DELLE GRAZIE Dl SEMEDELLA nel subnrbio -S Dl CAPO D' I ST R IA S- jnemoioe storiche con note CAPODISTRIA TIPOGRAFIA Dl CARLO PRIORA 1886 . s M t TIPOGRArli ^uMC. U 0 .J, rt* J (k /UcOčt'^ lj/d- 7 ^/ Carlo Priora tipofrafo editore. ■ . •'V •V. V MEMORIE STOR1CHE, I giornalieri rapporti di commercio ’) e di suddi- tanza deli’ Istria colla gloriosa e gentile Regina delPA- driatico, ove le pesti venivano importate dali’ Oriente, fuocolajo incandescente di raalattie zimotiche, per crassa inscienza di quei governanti, nemici della pulitezza, non curanti d’avviare miglioramenti nella condizione igienica ed immersi in sacrifici della piu laida volutta, di adot- tare misuve profilatiche, — furono la precipua causa, che il contagio penetro in Capo d’Istria 2 ) e si diffuse nei luoghi circonvicini. La popolazione, ordinariamente da 10 a 12,000 abitanti, venne flagellata piu di quella delle altre citta della provincia, probabilmente per le perniciose esalazioni dei paduli, 3 ) che le starano in prossimita, al lato d’Ostro. L’ultima peste del 1030-31 tolse la vita a 1927 persone, e precisamente: nella contrada di porta Bracciuolo (Grema) a 196 „ „ „ „ S. Martino (S. Marco o del Porto) „ 188 , , , , S. Nicolo veccbio (Zu- benaga o Musella) , 90 a N. 474 4 Porto N. . 474 nella contrada di porta S. Sofia (Isolana o S. Antonino a 121 „ „ „ „ S. Lorenzo (Bossedraga)- , 203 , , , „ S. Pietro (S. Stefano o Kotta) , 128 , , , , S. Tommaso (della Torre) ,126 , , , , Ognissanti (Pretorio) „ 144 , , , , Pusterla (Santa Maria Nuova) „ 125 , , , „ S. Margherita (Ponte- piccolo o Nuova) ,102 , , , , Maggiore (Galligaria o S. Clemeute) ,318 a N. 1831 che fnrono seppelliti in Semedella 4 ). NelPospedale denominato Lazzeretto, situato nella parte piana della contrada territoriale A- riolo, anticamente Passadella, presso la strada conducente a Trieste, e presso la chiesa della Madonna di Kisano 5 ), eretta nel secolo XII e fatta Curaziale nel 1635, nel sito che attual- mente si trova la časa dominicale della Signora Maria ved. Godigna, in addietro dei conti Pini „ 96 Assieme N. 1927 Per lo spirito religioso, che nei passati secoli so- vrastava a tutto, e costituiva la base del sistema sociale, il Nobile Consiglio, sempre zelante del bene della patria diletta, invocando il patrocinio della Beata Vergine delle Grazie per 1’estinzione del micidiale morbo, statui, nella seduta dei 4 Aprile 1631, di erigere un altare votivo nel Duomo, la cui esecuzione fu sospesa, stante la morte dello scalpellino, e per difetto di spazio nella Cattedrale. Idapprontato materiale venne ceduto alPamministrazione del Duomo, ad oggetto d’ aggrandire P ara del Principe degli Apostoli. 5 II prelodato Consiglio, nella tornata dei 23 Agosto 1639, ebbe a deliberare di erigere, in sostituzione del nominato altare, ima chiesa, dedicandola aila gran Ma- dre del divin Nume, alla Beatissima Vergine delle Gra- zie, sul fondo di Semedella c ), nel quale vennero sep- pellite le salme dei decessi nell’ ultima pestilenza in questa desolata citta, nel numero di 1831. Fu in pari tempo determinato che il saccello abbia la lunghezza di passi 4 e piedi 1, e la largbezza di passi 3, al prezzo di Lire 5 il passo, tanto la muraglia, quanto il čoperto ed il pavimento, colPobbligo dei sindaci, Dr. Baimondo Fini e Nicolo Elio q.m Cristoforo di somministrare il materiale ed i manuali. Gli imprenditori furono, Niccolo Carpaccio 7 ), pei lavori di muratore, e Pietro Isdrael 8 ), per quelli di falegname. La pietra lavorata, delle cave di Rovigno, venne fornita dagli scalpellini Stefano e Girolamo fratelli Torre di Pirano. Guidotto Guidotti a ) di Venezia ebbe 50 ducati per la pala delPaltare, di recente verniciata, che rappresenta 1’eccelsa Vergine di Dio Madre presso la SS. Tanita,- orante per la cessazione dello spaventevole eccidlo ; — 1’angelo, messaggiere delPOnnipotente, che libera i col- piti dal morbo inesorabile; — ed altri angeli di minore grandezza, che lenificano le fiamme delle anime del purgatorio. Il dispendio e stato sostenuto dal comune e dai privati. 11 Consiglio nella suddetta adunanza dei 23 Agosto 1639 statui di levare, per F esecuzione delFopera, du¬ cati 200 dal santo Moute, ed altri 200 dal Fondaco. Provveditori del Fondaco erano: il Dr. Giuseppe de Gravisi ed Alvise Itimicio. Giovanui Pietro Della Corte contribui per P indi- cata fabbrica ducati 10. Carlo de Carlo lascid colla sua testamentaria disposizione, per la medesima, la meta de’ suoi crediti. La nuova chiesa fu solennemente benedetta dal 6 vescovo Piotro Moravi, l0 ) assistito dal clero e dal po- polo, li 24 Aprile 1G40, — ed il Santo Padre, Urbano VIII, abbasso il Breve conccdente iudulgenza plenaria il giorno della Sagra. Per suffragare le anime dei decessi sono state celebrate pompose esequie, e fu assunto 1’ obbligo di condursi in processione annualmente, nel giorno festivo deli’ immacolato' Concepimento della Gran Vergine, che il sole ammanta e cigne, memorabile pel. sollievo dalla pestilenza, alla chiesa di S. FraDcesco, in questa citta (soppressa nel 1806) dei Minori Conventuali; — e di visitare la chiesa in Semedella nella Domenica n ) dopo 1’ ottava di Pasqua. Ritenendo la Signora Maria Favento 12 ) vedova Cargnel rimaritata Volpi angusta la detta cliiesa per P affluenza dei divoti, chiese li 11 Dicembre 1854 la permissione d’ aggrandirla, a di lei spese, e di ridurla in forma di croce latiua, con dne cappelle ai lati. Le tavole prodotte ali’ in allora qui esistente i. r. Ufficio Edile Distrettuale, furono elaborate dali’ ingegnere Do- menico Pulghcr. L’ impreuditore dei lavori e “stato il tecnico Pietro Gallo, per P importo di f. 1400. L’ i. r. ingegnere distrettuale Giuseppe Cipriani s’incarico d’ispe- zionare 1’eseeuzione dei relatiyi lavori; — e 1’ingegnere distrettuale Francesco Ricci, addi 9 Ottobre 1855 col- laudo P opera. Nella cappella a marritta di chi entra in chiesa, si trova il sarcofago di fnarmo istriano delle cave di Greciniana, contenente le ossa del vescovo Bonifa!io l)a Ponte, di sauta memoria, meno una parte della mandibola superiore, consegnata dal cappellano Don Gia- como Pangber alla Signora Maria Favonto-Cargnel-Volpi, per espresso desiderio, che la conservava in apposito stipo nel gabinetto della di lei časa dominicale con molino sul Formione (Risano), gia di proprieta del coute Francesco Tarsia. Infissa nel muro di fronte di detta cappella, al di sopra del sarcofago evvi una lapide colla seguente in- scrizione; 7 PER ONORARE LA MEMORIA Dl BONIFACIO DA PONTE VENETO BENEDETTINO CAMALDOLESE ULTIMO VESCOVO Dl CAPO D’lSTRIA DOTTO PIO MODESTO MODELLO D’OGNI VIRTU DECESSO NEL GENERALE COMPIANTO a’ VI GENNARO MDCCCX D’ ANNI LXXXIV NEL XXXIV d’ EPISCOPATO Q. M. P. MARIA FAVENTO CARGNEL VOLPI MDCCCLV NelPaltra cappella a mancina s’ammira sulPaltare la pala del nostro concittadino B. Gianelli del 1856, rappreseutante il santo vescovo Bonifazio, nell’ atto di conferire il sacramento della cresima. Le grazie ottenute dai fedeli pel merito della Ver- gine, alma e santa, sono testimoniate da vari doni 13 ) di oggetti preziosi, da quadri, gruccie, archibusi, H ) ecc. La campana e stata due volte rabata, la prima nel 1830. Addi 17 Giugno 1347 vennero furati 6 candellieri d’ ottone e 7 cerei. Al cappellano di detta cbiesa veuuero assegnate dal Consiglio nel 1640 Lire 30 e soldi 10 di rendita amina, verso 1’obbligo di celebrare ogni mese una messa da morto nella medesima, in suffragio delle anime dei defouti nel contagio del 1630-31, e di una messa so- lenne nel giorno della dedicazione ; inoltre di governare 1’altare, d’ illuminarlo cosi d’olio come di cera, nei giorui cbe verranno celebrate le dette messe. Ali’ufficio di cappellano del Santuario, vennero nominati dal Nobile Consiglio, o dai Sindaci, e dal 1814 impoi,-dal Magnitico Podesta, qual Iuspatrono: nel 1640 Don Giuseppe Giusti, Canonico, Vicario nerale ecc.; . 1670 . Ge- 8 nel 1700 Don Girolamo Marchese de Gravisi, dottore in ambe le leggi; Giovanni Beltramini q.m Paolo. Fu no- minato dai Sindaci Dr. Cristoforo conte Tarsia e Dr. Agostino Fini li 14 Otto- bre, previa conferma ed ammissione di Monsignor Vescovo Agostino conte Brut- ti, 15 ) conte d’Antiniano ; Cristoforo conte Brutti, canonico; Pietro G ero '; Benedetto Manzoni; Nazario Cernivani; Giacomo Pangher; Romano Romano; Giacomo Pangher, Santese e Maestro delle cerimonie del Duomo, per la seconda volta; Michele Gallo, Canonico, Decano capito- lare, ecc.; Francesco Petronio, Canonico, Preposito capitolare, Prelato del Mantellone, Pro- touotario Apostolico, Decano distrettuale, Reggente 1’Ufficio parrocbiale, Cavaliere della Corona ferrea, ecc. ecc. A beneficio delPaltare del vago Giglio, della Ver- gine, destinata da Dio a Madre, a Figlia, a Sposa, — Caterina vedova d’Antonio Veronese lego, col suo testa- mento dei 26 Giugno 1631, una vigna con olivi nella contrada Semedella, stimata dagli esperti: Antonio Al- merigogna e Francesco Musella, del valore di Ducati 55, che coulinava a Levante con Giovanni Caporali, ad Ostro col Rivo (S, Vittore) con pertiche 21, a Ponente con Stefano Superiori con pertiche 24, ed a Tramontana con Antonio Almerigogua; ed un un’altra vigna con 18 olivi, nella medesima contrada, del valore di ducati 16, confinante ad Oriente colla strada consortale con perti¬ che 7 l / 2 , ad Ostro con Giovanni Grio con pertiche 30, a Ponente col medesimo con pertiche 16 ed a Tramon¬ tana colla Coufraterna di S. Antonio con pertiche 27. , 1735 „ , 1767 „ ■ 1802 „ n 1822 „ » 1829 „ , 1831 „ , 1837 , . 1868 , n 1878 „ 9 Quesie due vigne furono cedute, coli’ istrumento del nodaro Antonio Belgramoni di data 21 Ottobre 1682, ai jugali Giovanni-Andrea ed Elisabetta Verzier, a titolo di livello francabile, verso 1’obbligo deH’anuua corrispon- sione del censo di Lire 20. Anche Simonella Cocever, moglie di Pietro Bona- corsi, col testamento dei 23 Luglio 1631, lascio alPaltare dellaVergine sacrato Tempio delPincreato Amore,un campo nella contrada Semedella, stimato dai suddetti periti li 7 Settembre 1639 del valore di Ducati 30, che veime ceduto con istrumento del nodaro Antonio Belgramoni, in data 10 Aprile 1640 a titolo di livello francabile, ai conjugi Giovanni e Giovanna Grio, verso 1’annuo censo di Lire 10 e 10. L’altare della Corredentrice al Salvator del Mondo, non riceve il pagamento dei rispettivi capitali, e mera- mente per prudenza non si pubblica il nome degli attuali debitori. La prelodata Favento-Cargnel-Volpi, col testamento dei 2 Maggio 1863, lascio al suo eredo, a titolo di prelegato, la di lei cainpagna nella contrada Semedella deli’ estensione di sei giornate circa, formante i corpi tavolari N. 1, 2 e 3 della partita N. 1407, del comune ceusuario di Lazzaretto, coli’ obbligo, per altro, che da lui, suoi eredi e successori, in perpetuo, le siano fatte celebrare, ciascun anno, venticinque sante messe, preci- samente nella cappella della Madonna di Semedella, e sia provveduto a qualche tenue riparazione interna, in quanto resa e constatata indispensabile della cappella stessa. Gli or defonti Pietro Rozzo fu Michele, Biagio Cobol fu Giorgio, Stefano Derin e Biagio Paccanoni fu Antonio, istituirono, or saranno 40 anni, un laico soda- lizio di uomini e di donne, allo scopo di far celebrare, colle loro contribuzioni, la santa Messa ogni sabbato, e tutti i giorni del mese eonsacrato a Maria, Giardino agli Angeli commesso, nel suo Santuario di Semedella. La benemerita Amministrazione del divoto sodalizio, so- stenne sensibili dispeudi pel decoramento deli’ altare, e per riparare il fondo-cimitero fino al 1811, dal deflusso 10 delle acque piovane del rivo San Vittore, al lato di Ponente. Le Scuole (Confrateme) nei passati secoli n,el nu- mero di 27, (soppresse nel 1806, ad eceezione di quella delPEucaristico Sacramento) visitarono processionalmente ogni anno, principiaudo q n el la dei Nobili, istituita nella chiesa di S. Tommaso, (incendiata nello scorso secolo) il Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Seme- della, per assistere con divoto raccoglimento e compuu- zione la santa Messa, — e poscia per recitare plorando le preči sugli avelli dei defunti deli’ ultima pestilenza. 11 pio pellegrinaggio viene ora intrapreso dalle confrateme di S. Andrea, nella mattina della seconda festa di Pasqua, — di S. Filippo Neri, — e della Ma- donna dei Serviti, nelle domeniche seguenti. Nella mattina dei 10 Gennaro 1810, la popolazione di questa citta, quella della diocesi, e quella di molti luoghi lontani deli’Istria, si raccolsero sulle piazze del Duomo e del Brolo, per assistere ali e solenni esequie del defunto Monsignor Bonifacio I)a Ponte, ultimo Ve- scovo di Capo d’Istria, della seconda serie,. morto il giorno 6 di detto mese, da infreddagione, che lo colse, sedendo in cattedra, nella festa del Capo d’ anno alla Messa cantata. Tutta quella imponente massa di popolo accompagno ali’estroma dimora le spoglie mortali del compianto Pastore, la quale impiego due lunghe ore per giungere alla chiesa di Semedella, irrorando la strada di lagrime per P irreparabile pordita. Nel centro della chiesa venne deposto il feretro, e dopo molti anni, per lodabile cura del cappellano, Don Giacomo Pangher, fu collocata una lapidaria iscri- zione. La lapide e stata preša nel cimitero del Duomo, ora orto del eavaliere Giuseppe Pallina, e serviva a coprire Pavello del canonico decano DonPietro Aittori 16 ). 11 II nobile Francesco Innoceute de Gavardo fu Gio- vanni Antonio, compose una lodatata epigrafe latina, che ncorda le virtu ed i meriti di Monsignor Da Ponte, ed il di lui figlio Giovauni de Gavardo la espose nella sagrestia maggiore del Duomo, a testimonianza del ri- verente affetto dol di lui genitore verso 1’estinto Pre- lato. II coute Orazio Rota di Momiano, distinto calli- grafo, contemplato dal canonico Don Pietro Stancovieh di Barbana nella Biografia degli uomini distiuti del- 1’ Istria, trascrisse 1' epigrafe con tanta abilita da meri- tarsi oncomio. Sarebbe desiderabile, che la detta epigrafe, colla traduzioue italiana, venisse pubblicata, per tramandare la degna memoria ai posten, d’un Vescovo insigne e d’un istriano distinto, da aggiungersi ai dotti di časa nostra. Pel solenne ingresso di Monsignor Bonifacio Da Ponte, e per la gloriosa partenza del di lui precessore, Monsignor Carlo conte Camucio, arcivescovo di Tarso, venne pubblicato nel 1776, coi tipi di Nicolo Bettinelli, un opuscolo di 28 pagine, contenente: I Sonetto, intitolato : Proemiale, d’ incognito au- tore, 2 Sonetti del dottore D. Pietro Genzo, canonico penitenziere, decesso li 18 Ottobre 1784, 1 Sonetto di D. Antonio Rainis da S. Daniele del Friuli, Rettore del Seminario, 3 Sonetti del nobile sig. Alessandro de Gavardo fu Giov., 1 Sonetto di G. G. M. F. allusivo alFarme Gamucio e Ponte, 1 Sonetto di D. Valerio Pellegrini, 2 Sonetti di D. Pietro Fabris, pievano della villa Dečani, 3 Sonetti di D. Pietro Pellegrini, 1 So¬ netto di D. Pietro Rossi, una Canzone di D. Antonio Giurr, di 15 quartine, una Canzone di D. Antonio De- clencich, pievano di Maresego di 13 ottave, 1 S on e t to di D. Giovauni de Gavardo, un Sonetto di D. Nazario Marchich. II ritratto in calcografia del vescovo Bonifacio Da Ponte si trova esposto nella sagrestia del santuario della Beata Vergine delle Grazie di Semedella, e sotto il medesimo si legge: 12 D. BONIFACIO A PONTE VENETO EX ABBATE PROCUR. GENER. MONACHOR. CONGR. CAMALD. ORD. S. BEN. EPISCOPO IUSTINOPOLITANO ECC. CONSECRATO DIE XXI IULII MDCCLXXVI AETATIS L D. 10 PETRUS ANT. CORNELIUS VENET. EJUSD. CONGR. MONACIIUS IN OBSEQWI ET AMORIS MONUMENTUM Le tavole votive peudenti alle pareti del Santua- rio provano, essere la Beata Vergine di Semedella, la dispensiera delle divine grazie. 1 . Giuseppe e Francesco Sumu, Luigi Frangini e Giuseppe Peuso si trovavano li 9 Maggio 1882 col loro battello in viaggio p er Venezia, quando fiero uragano, scoppiato di repente e perdurato 24 ore, rnise in peri- colo la loro vita; pero la Beata Vergine delle Grazie di Semedella, dagli stessi con gran fede invocata, li re- dense da certa morte. 2 . Nella notte dei 20 Dicembre 1851 un furioso colpo di vento slancio in mare Luigi Pippan, inesperto al nuoto, ed egli invocando 1’ aiuto di M. V. delle Grazie di Semedella, si trovo in un atomo presso la barca- tragbetto e fu salvo. 3. 11 piroscafo del Lloyd austriaco denominato Vul- cano, si trovava il giorno 21 Febbraro 1860 presso 1’isola di Candia in grave pericolo, pero la B. V. delle Grazie di Semedella, supplicata da Giovanni Torresini, lo salvo dal naufragio. 13 4. P. Apollonio, B. Apollonio, A. Apollonio, Giu¬ seppe Sbona ed Antonio Stradi, si trovavano il di 14 Giugno 1882 col loro bragozzo detto Tritone (figlio di Nettuno) senza timone, 20 miglia fuori di Venezia, in balia dei marosi, cbe spaventevole uragano l’uno alPaltro incalzava, colla speranza nell’ aiuto della B. V. delle Grazie di Semedella, ricuperarono la vita a mezzo del piroscafo del Lloyd, il Lucifero. Una barca da pešca in pericolo di sommergere nella notte dei 28 Giugno 1870, colPinvocazione delPas- sistenza di M. V. delle Grazie di Semedella, fatta dai rispettivi pescatori, pote riparare in porte senza disgrazie. 6 . Antonio Lonzar guardiano (sotto-ufficiale) delPi. r. fregata Venere, cade in mare nella notte dei 24 Maggio 1851, e M. V. delle Grazie di Semedella, da lui con gran fede invocata, gli salvo la vita. 7. Una gondola conducente il giorno 15 Luglio 1834 la nobile famiglia di Giovanni de Madonizza a diporto, venne da un fiero buffo di borea capovolta col rovesciare nelle onde i membri della medesima, cbe riuseirono a ricuperare la vita per la grazia della Beata Vergine di Semedella. 8 . I marinai di barca ripiena d’ acqua ed in pericolo d’ affondarsi, salvarono la loro vita coli’ aiuto della B. V. delle Grazie di Semedella, con grau fede invocata. 9. Lorenzo Bellesin appassionato giuocatore di carte, sempre con suo scapito, fece voto alla Beatissima Ver- giue delle Grazie di Semedella nel 1759 di mai piu giuocare. : ■ i NOTE ') Nei tempi andati il commercio e 1’industria contribuirono efficacemente al sostentamento della popolazione di questa citta, e quantunque nel decorso secolo, e 1’ una e 1’ altro andassero de- clinando, pure si trovarono sullo scorcio del medesimo, dieci concie di pelli, ciob di Petrihi, Zerial, Mani, fratelli Barega, Matteo Go- digna, Derin, fratelli Celadin, Allessandro Cecconi, Pellegrino Bar- tolomei, e Totto; e 40 navigli con vele latine i quali battovano il mare per Venezia, per la DalmaziaeperaltriscalideirAdriatico. 2 ) Capo d’Istria fu travagliata dalla peste cor stragi piu o meno incalzanti e crudeli negli anni: 746 (fu orribile in Europa ed in Asia), 954, 958, 1006, 1080, 1102, 1137. 1154, 1182, 1248, 1293, 1330, 1343, 1347- 1348, 1361, 1449, 1457, 1468, 1478, 1511, 1554, 1573, e 1’nltima che comincio nel Settembre 1630 e continud interpolatamente fino ali’ estinzione del morbo alla meta di Ott«- bre 1631. In questo secolo penetrb per infestare questa citta il gange- tico morbo negli anni 1836, 1837, 1849, 1855 e 1866. Il tifo la desolb negli anni 1806 e 1817; il vajuolo nel 1872. 3 ) Fondi Palustri e fondi di saline distrutte in varie epoche, atti con modico dispendio alla produzione del šale per uso dome- stico e per 1’ industria. 16 Inoltre i fondi comunali denominati Dosso, Dossetto, 1’ am- pio bacino della valle Stagnon ed il fondo delle saline appresso la strada regionale per Pirano, da Semedella al Palazzetto, in epoca reraota distrutte. Per trarre dai detti fondi un generoso vantaggio, il Sovrano Erario, previa compensazioni ai proprietarj dei medesimi, potrebi)e ridurli co’ suoi potenti mezzi a saline modello, e cosi favorire l’in- dustria nazionale, provvedere di pane piu centinaia di operaj, ed impedire, cbe perniciosi vapori esalino nella stagione ealda da detti fondi a scapito della pubblica salute. Nel secolo scorso, con autorizzazione del governo veneto, furono erette le saline situate lungo il canale, gia servente pel dcflusso delle aeque dei torrenti del territorio, compreso il Corna- longa o Fiumicino, e sono denominate le nuove. In questo secolo ebbero esistenza quelle appellate di San Leone. 4 ) Semedella, Scmitella, deriva da semita, voce latina, che significa strada stretta, viottolo, sentiero, scorciatoja. il nome d’ una contrada del suburbio di Capo d’ Istria, cbe principia al sito denominato la Colonna, ascende la collina per confinare le contrade S. Pietro, Colomba, S. Vittore e Cisterna, discende per ragginngere la strada regionale per Pirano e nei re- moti tempi le saline ora distrutte. Al tempo dei Romani attraversava questa contrada una se¬ mita (scmitella o semedella) cbe imboccava la strada maestra, lar- ga 20 piedi, la quale dal punto della colonna, situata appresso la 17 campagna dei figli di Giacomo Žago fa Eocoo, ascendeva il monte San Angelo (San Marco), discendeva per la contrada Villesano ed entrava nel territorio d’ Alieto (Isola), passava le contrade Pivo], Lonzan, Pregabr (Callelarga), S. Lorenzo, S. Simone, Saletto, Lo- retto, Marzane, e proseguiva per giungerc a Pirano, poscia Salvore e piu lungi, rasentando il mare per quanto il terreno lo concedeva. La contrada Semedella, distante da Capo' dTstria dieci mi¬ nuti *di cammino, per la strada nuova, attraverso il breve seno di mare, ideata dal commissario Circolare de Koch*) nel 1826, e una delle piu fertili, delle meglio coltivate del delizioso territorio per lussure'ggiante vegetazione, di questa vetnsta citta. Il distinto agronomo Pietro Bencich fu Nazario, ora defonto, colla sua cainpagna-modello fu maestro e sprone agli altri possi- denti di lavorare i loro terrenni, e di coltivare le piante a di lui esempio. Il ribes della sua campagna, meglio del suo giardino, e pregiato sul mercato di Trieste. Altri appassionati deli’ agricoltura nieritano essere memorati, avendo.importato: I. Il vescovo Bartolommeo Assonica nel 1506, la pianta del- 1'ol ivo dal, to Bugo, cbe produce olio di primissima qualita, e la coltivb neila sua campagna sul colle S. Minio (Bossamarin e San Marino) ora posseduta dalia Signora contessa Maria vedova de Totto nata Vicco : II. Marietta Capo d’Istria (Vittori) di Corfu, nel secolo XVI, la pianta del fico corcirese, qui demominato Scoffiiitto; III. I1 vescovo Prancesco Ženo, nel 1665, dalla citta d'Amari nell’ isola di Candia, la pianta del pero Moscadello, in queste parti appellato Paradiso, coltivandola netisuo cortivo nella contrada S. Marco, presentemente di proprieta d’Antonio Bartoli fu Bartolommeo; IV. Il Marchese Sigismondo de Gravisi fu Elio, il pesco j . di Verona; ‘ V. Giovanni Padovan fu Agostino, detto Športa, decesso li' 13 gennaro 1837 d’anni 92, nel secolo scorso la patata, portandola da Fiume, dove si era recato per rivedere le sue“”Sue sorelle in quella citta conjugate; VI. Giovanni Schipizza fu Domenico detto Scoccia, morto li 28 novembre 1855 d’ anni 88, i piselli da Tolmezzo nella Carnia; VII. Giuseppe Dezorzi ftfGTam&attista, delto Sodo e Tal- leretto, il pomo dl_qro. La lingua di questi industri e laboriosi agricoltori e italiana; essi usano pero vocaboli verso i loro animali domestici, ignoran- done la derivazione dalle lingue latina e greca. *) Il commissario Koch fece demolire le^chiese di S. Lorenzo e di S. Michele; le porte di S. Marco o del Porto (sotto il governo francese, Porta marittima), e di S. Pietro; la torre delle polveri in contrada S. Tommaso e 1’arsenale, grandioso fabbricato sulla piazza, ora giardino del Belvedere, 2 / 18 . • Al cavallo, perche cammini dicono, i! che proviene dal verbo latino eo, is, itum, ire; e 1’ i, cou voce di comando, che proferiscono verso il medesimo, vuol dire, va! AH’ asino ed al mulo, perche si mettano in cammino, e per¬ che prosegunno senza pesa, .dicono, alFinveco, eri. Eri (EPI) e una particella della Ijngua greca* clrasignifka: grandež?a, molto, assai; rinforza 1’idea, e viene usata dai poeti lirici ed 'epici; ]a qu'al par¬ ticella si prepona r qualcho-sostantivo, come si ha un esempio in Eretteo, ch’ e un nome composto della particella soc, indicante grandezza, e della parola vfituv, terra. Questa voce greca-egt, viene espressa dal padrone verso Ja povera bestia, nei mesi jemali, quando trasporta concime, legna o cose di poco conto. (Juando poi tras- porta uva o frutta, il padrone gli parla in italiauo, e previo l’-in- dispensahile segno della eroce, che fa col vincastro sni terreno iri- ’ nanzi la testa deli’ animale, gli dlee. con voce quasi amichevole: va con Dio, — piccolo |- Nella parte piana di-detta contrada si trova un fondo, gia piafltato' a cipressi, di*proprieta del comnne di Capo d’Istriia, della superficie di teše quadrate 1510, formante la particella catastrale N. 3460, e sopra questo la chiesa della Beatavevgine delle Grazie, eretta nel 1640, deli’ estensione di Klafter qnadrati 31, che com- pone la particella catastrale N. 308, ed ambe le particclle costi-. tuiscono il corpo tavolare 4" della partita N. 1724. . Nel suburbio-di Parenzo al lato d’ Ostro - Ponente di quel porto esiste la contrada. Semedella e su qhesta si trova il cimitero. A quelTi che asseriscono, avere Parenzo radice slava, si osserva, senza acrimonia, che 1’ avo del celebre Francesco Pe- trarca di Petracco e di Eletta Canigiani, nato in Arezzo li 20 Lu- glio 1304, era* ser Parenzo; e che uno dei deputati al Parlamento italiano, e 1’ onorevcflc Parenzo! 6 ) Nel fondo appresso la chiesa'doli’ Assunzione di Maria’- Vergine di Kisano, vennero seppelliti i cadaveri doi decessi dalla peste negll anni 1630-31, .nel viciuo ospitale (Lazzeretto) e nelle contrade: Ariolo (Passadella), Cafniola (Cragna), Sermino, Oltre, Gasello, Punta - grossa, Ancarano, Scofie, Prade, Farnei, Faranzano, S. Zanne, Cere, S. Ubaldo, S. Tommaso, Santissimo, Pompejano, Montignano, Altole, e Casalinarzoli; nonche nei villaggp di Berto- chi, Poheghi, Cimici, e Cesariano. Per impedire ai quadfhpedi di-calpestare i tumuli delle vit- • time del contagio„i prestantissimi Sindaci fecero recintare quel ci- mitero con solido imiro che tuttora' sussiste, Con soddisfazione dei coetanei e plauso dei posteri. 6 ) Nel camppsanto di SemOdella furono seppelliti, oltre' i morti nell’ultima pestilenza negli anni 1630-31 in Capo d’Istria, anche i decessi dal letale morbo nelle contrade territonali: Seme¬ della, S. Pietro, Colomba, S. Vittore, Cisterna, S. Marco, Prove, Villesano, Montiglio, Segaticci, Soivane, Ceredello, Lorctto, Bar- 19 bano, Cajitamesse, Valdohno, S. Marglierita, Carbonaro, Pasturano, 'Coppole, Ingaldca/S. Stefano, Salara, Canale, Perarioltf, S. Eocco, Čampo -Marzio, S. Orsola; Piacentino, Pademo, Nigrignano, S. Minio, (Bossamarin 'o S. M arino), Vergaluccio, Trebbiano, Tricolor, Cen- taura (Centora), S. Barbara, S. Canziano, Gravisa e S. Michele. Alla %e d’ottobre del 1805 preše qhartiere in questa citta h un corpo d’ armata francese di 12 a 14000 ubmini, comandato dal generale Seras, nej quale vi orano alcune legioni di reclute della Vandea e della Brettagna, cbe soffrivano in modo allarmante la \i.', nostalgia. Dopo tre mesi di soggiorno si sviluppii nel medesimcr il ' tifo con tanta violenza da caTgionar la'morte a p_iu decine giornal- mente di quei giovanotti, le di cui salme venivano trasportate su carri deli’ imprenditore Francesco Mori in Semedella, e cola veni- ‘vano in fosse della lunghezza del'fond o stipate, ricoperte di calce. ed internate. Tra quei cadavcri si trovarono tre infclicrche dovevaho venire sotterrati vivi, e cbe i beecamorti li lasciarono dipartire in costume j . quasi adamitico. Dessi si ricoverarono sul monte S. Marco, nnq nel j- cortivo di Don Antonid Scher, il secondo nella possossione di Bar- j. tolomeo Bartoli, ed il terzo nel . podere del notaio G iuseppe de 1 i;, Lugn|nb o dopo diversi mejii si allontanarono. •} ' . jncI mese d’Aprile 1806 guel- deeiraato corpo si accampb || nella coutrada .Prade, nclle čampagnc del čonte Nicolo Borisi fu ■ jjt i Bernardo e del principe Francesco-Serafino di Porzia,-conte di Or- . tenburgo, šlgnore creditario' di Prein, e Senosliezba, Lauterbach, ; TSTailenhoffen, ecc.'- ecc. gran" cordone deli’ ordine reale di Baviera - di sant’ Uberto ecc., (pria dei conti Fini ed ora di Stercai), fino al giorno 10 Settenrbre di quoll’ anno, clie segui la partenza. . 11 moibo si diffuse in citta e fece molte vittime in ogni classe della popolazione, le quali furono seppellite in. Semedella e trasportate con apposfita barea. Tra queste indichpremo la contessa '] | Eegina Tacco, .moglie del nobile Francisco - Tnnoccnte de Gavardo q.m Giovanni Antonio, morta li 26 ottobre 1800- d’ anni 43;,— ed il J ‘Canomc6 teologe "Francesco Pailovani, decesso il 1 Maggio 1806, —’ pure d’ anni 43, coli’ universale compianto. Egli tenne con alta ri- putazione la cattodra di retor ca nel celebre semlnario vescovile (fpn- dat;o dal vescovo Naldini 17) e lascio un trattato di belle letterei. 11 teschio di questo illustre professore fu conservato dal suo di- scepolo don Luigi Bencich, canonico, arciprete, parroco e decano in Uinago, mancato" a’ vivi li 4 Giugno 1857. Fino al 4806, salvi i časi di epidemia e di contagio, i morti veniyauo tumulati nclle cliiese o appresso le medesime in citta, o molte famiglie possedevano sepolture nella chiesa di San Francesco e nell’ attiguo convento dei Minori Conventuali, chg si poteva addimandare il sepolcreto dei Nobili di Capodistria. Per6 nel 1806 fu proibita la sepoltura in citta, e T ultimo seppellito nella chiesa di San FranbCsco e precisamente nell’ arca vicina al- .]’ altare della Conpessione, li 20 Gennaro di quell’ anno, e stato il S 'cadavero della nobile Licinia de Gavardo, consortc di Giovanni 1 I Antonio de 'Gavafdo7Tiata de Alniengotti. 20 Nel campo santo di Semedella si continuo a seppellire fino al 1811. In quell’anno e stato approntato il nuovo cirnitero in S. Canziano, nel quale venne tumulato .pel primo il cadavere del pro- tomedico provincialc, Dr. Leone Urbani, suocero del Barone Angelo -Calafati, * *) nativo deli'antica citta di Faria, principale delPisola di Lesina. Sarebbe -conveniente. secondo la pubbliea opinione’ cbe l’an- tieo campo santo di Semedella, da aleuui appellato pra!!, venisse chiuso con muro o con una siepe viva, onde impedire ai quadru- pedi di ealpestare il terreno che rinserra le ossa di clii riceve l’ul- timo vale colla frase: ti sfa lieve la terra; -- e rispettare il San- tuario della Begina delle Vergini, della divina Maria! 7 ) Nicolo Carpaccio era discendente dai pittori Vittore e Benedetto Carpaccio nalivi e possidenti di questa citta. 8 ) Pietro Isdrael o Israel discendeva da famiglia ebrea, che i si fece cattolica. Il cameriere del vescovo Bonifacio Da Ponto era israelita, riceve il sacramento del battesimo ed, assunse il nome d’ Antonio ; ed il cognome del di lui patrino Francesco Innoceute de Gavardo. j Dopo la morte di Monsignor Da Ponte, il neofito Anto.pio Gavardo entro nel corpo delle guardie delle salihe e mori a Pirano, la- sciando la sua tenue facolta alle sorelle Pollesini, che ebbero cura di lni per lunghi anni. 9 ) L’ altro pittore. Guidotti, Paolo, lavoro per la Primaziale e pel Campo Santo di Piša. 11 Campo Santo di Piša e un gran- dioso monnmento della pieta ed opulenza degli antichi Pisani; ed e un dovizioso inuseo, in cui trionfano le BSlle Alti. 10 ) Pietro Morari fu Canonico della cattedrale di Chioggia sua patria, Vicario Generale di Monsignor Leonardo Tritonio di Udine, Vescovo di Parenzo, e da S. S. Urbano VIII Venne eletto il 1 Maggio 1630, Vescovo di questa citta. Consacro piu chiese, tra le quali. la nuova delle sante sorelle Marta e Maria Maddalena dei Cappuccini in Capo d’ Istria e la riedificata di S. Giorgio in Pirano, benedi quella della Beata Vergine delle Grazie in Semc- della, raduno due sinodi, s’ applico a ravvivare le rendite della mensa vescovile, scrisse la storia della sua patria, e dopo 23 anni • *) Il Prefetto Angelo Calafati fu Antonio, innamorato di questa citta, da lui appellata sua seconda patria, fece fare la strada su- burbana, che denomino Napoleone, e la via che dal Brolo in linea retta arriva ali’ orto de’ Minori Osservanti, addimandata in allora via Calafati 21 di religiosissimo goverfio, come esprime il benemerito Vescovo Nal- dini, rese lo spirito al creatore. La sua salma venne-deposta nelle cappella episcopale di S. Alessandro martire, che fu Papa dal 119 al 130, appresso il "portone deli! episcopio, da 12 anni demolita, colla seguente lapidaria iscrizione: SEPULCRUM Petri Morari Episcopi O PULCRUM COKLI PRO PATRIA MORI I1 ) L’ Ordinariato* vescovile di Trieste e Capodistria proibiva nel 1837, la celebrazione della messa iu giorno festivo lielle pri- vate cappelle. In conseguenza di tale divieto fu tenuta chiusa la chiesa di Semedella nel giorno fissato della sagra. Per corrispon- dere al desiderio dei divoti, di conseguire, in via di grazia, la con- cessioile di poter far celebrare nella medesima, nel di della dedi- cazione. dei divini 'sacriflzj, questa Podestaria indirizzava la se¬ guente supplica: N. 176. Eeverendissimo Ordinariato! „Fin dali’ anno 1640 ergevasi una chiesetta campestre nella „contrada Semedella, - e dedicavasi in rendimento di grazie alla „Beata Vergine della Salute, per la di cui misericordiosa interces- „sione-la citta,,rest6‘liberata - dalla peste.“ „Da allora impoi fino in presente per devozione e per voto „si e sernpre praticato, eiascun anno, nella Domenka dopo 1’ ot- „tava_ di Pasqua di tener aperta la detta cappella alla pia concor- „„renza.dei ledeli. facentlovi celebrare varj divini sacrifiej. Ci6 si „raccoglie alla pagina 413, dalla accredltata Cronol.ogia Naldini.“ “La disposizicme di massima di codesto Eeverendissimo Or- ,,dinariato, obe proibisce di leggere Messe nelle private cappelle „in giorno festivo, arresta questo sfogo di religiosa piota alla de- „vota popolažione di Capo d’ Istria, ed iuterrompe 1’ inveterata „consuetudine per ben due secoli di visitare 1’ Immagine della* B. „V. della Salute in tale annuale ricorrenza," “Trovando confacente di secondare questo religioso senti- -„iuento dei proprj amministrati, la Bappresentanza comunale, come „quella, che sostiene il jus patronato della detta -chiesa pel pro- „prio comune, supplica il Eeverendissimo Ordinariato, di voler „benignamente* accordare per atto di grazia, che in via di special „eccezione nell’ indicata giornata festiva soltanto possano celebrarsi „dei divini sacrifiej nella suindicata chiesa di Semedella« Dalla Ppdestaria di Capo d’ Istria, li 14 Aprile 1840 Pietro Dr. Del BelLo, Podesta - Giorgio de Baseggio fu Nicolo, avvocato, Deputato Dr. Francesco de Combi, Deputato. 22 “L’ Ordinariato diede la seguente risposta: N. 805 Alla Spettabile Podestaria di Capo d’ Istria „Scorrč il quarto anno dacche venne vietata la celebrazione „della' S. Messa nelle cappelle private ne’ giorni festivi domenicali, „e tale divieto ebbe-delle ottime consegucnze in piu luoghi.“ „Ogni eccezione ipdebolisce una legge, e tanto piu conviene „attenersi ali’ addottato principio, quantocche si scorge un salutare ■ „effetto del medesimo, piu ancpra essendo gia inviato da.quattro „anni a questa parte.“ „Da cib comprendera cotesta Spettabile Podestaria, clie non . „possassi far luogo al petito d. d. 14'corrente N. 176, afine ve- „nisse permessa la celebrazione nella cappella campestre detta di „Semedella nella domenica depo 1’ ottava di Pasqua.“ „Consta inneltre clie il convegno in tale giornata e piu una „festa baceanale, che una divozione, specialmepte al dopo pranzo, „in cui 1’ intcra citta si diffonde pelle campagne a merendare, e „si potrebbe applicare il testo: sedit populus manducare et bibere „et surreserunt ludere!“ “Si. vorrebbe adunque santificare un dis,ordine con una so- „lennita religiosa? „ „Se 1’ antiehita avesse a formare legge anclie riguardo agli „abusil alle inconvenienze .ed alle assurdita, converrebbe abbattere „gli altari, erigendovi un’ai'a a Minerva e collocandovi la di lei „Egida.“' . „Se la popolazione credesi obbligata a tale devozione in „forza di un asserto voto, il sottoscritto Vescovo la dispensa da „cio, in forza'delle sue'facolta.“ • Dali’ Ordinariato Vescovile-di Trieste e Capo d’Istria Trieste, li 17 Aprile 1840» Matteo — Vescovo - Giuseppe D’A-n»ri ■ Cancelliere. La sagra venne quindi, con raddoppia.to- fefvore, differita • al seguente Lunedi. Dopo la morte del vescovo Matteo Raunicher, il di lui successore Dr. Bartolomeo Legat, di miti propositi, lascib liberta ai fedeli di .ritornare ali’ autica pratica, di tenere la festa ■ della dedicazione nel Santuario di Semedella nella Domeuiea dppo 1’ottava di Pasqua. Cosi ebbero origine i due giotni di sagra, clie dal 1848 impoi veugouo osservati. 12 ) La circostanza d’ avere, Maria vedova Cargnel nata Fa- vento-, dimorato -lunghi anni col di lei suocero Domenico Cargnel nel cortivo di questa mensa-vesco vile, (assegnato dalla eitta col- 1’istrumento dei 5 Luglio* 1186 per riavere un proprio vescoyo), situato alle falde del monte Fortezza, presso il fiumo Risano, clie 28 tenne in affitto; ■— Te fece risovvenire, che in ,quei casamenti al- loggiava, una parte deli’ anno, il vescovo- B »nifaeio Da Ponte, dal popolo venerato qual santo. Coneepi dessa di consegiienza 1’ idea d’aggrandire la chiesa della Beata Verginc delle Grazie in Seme- della, nella quale riposano le ceneri di ■ qncll’ insigne Prelato, spe- glio di virtu, e di collqcare in apposito marmoreo sarcofago le di Lui reliqiiie; il che escgui a tutte sue spese;,per dare pace al suo cuore, travagliato da iufauste vicissitudini domesticlie. 13 ) Vario porsone divote fecero dono alla veneranda chiesa della Beata Vergine delle Grazie di Seinedella di oggetti preziosi, tra le quali si segnalo la signora Alba contessa Totto nata Bocco di Kovigno, degna compagna del contVcavaliere Giovanni de Totto fu Michele. Nei documenti che šeguono sono indicati gli oggetti spet- tanti alla prenotninata chiesa. „Dičhiara la scrivenfe amministrazione di questa chiesa cat- „tedrale di aver ricevuto dalla persona divota a cui si rilascia la „presente: una iampada 3’argento.di oncie diecinOve ed un ottavo „ed im crocefisso d’ avgento Con croce di legno, quali due effetti „pre}iosi i*urono_ coiisegnati sino dali’ aiino.,1822. come egualmente „ricevo in ques£o giorno ffiedesimo auattro rasi d’ avgento, del peso „di oncie quarantanove e mezza. Eiiettitutti che la mcdesima per¬ lona p er qarticolar divozione alla chiesa della Beata Vergine di „Semedella, offre in dono alla stessa, colla condizione ed obhligo, che li suddetti 'effetti servir abhiano alP uso della chiesa suddetta." „e nell’occasione della festivita. solita a farsi ogni anno la seconda „domenica dopo -Pasqua, come pure' che dubbano essere custoditi „dall’ amministrazione ed usati anche in questa cattedrale nelle • ;,maggiori. festivita solenni, esclusivamonte sull’ altare del SS. Sa- •„cramento. ed in qnel!o di 8. Nazario, ne-che in nessun tempo „possino essere detti effetti cambiati o disposti in altra forma, sotto „1’ alternativa in ogni caso coutrario di farne il ritiro delli mede¬ nimi; come espressamente si riserva. per se e suoi eredi in per- „petuo, a possessori della presente obbligazione, £he «onserveranno „anche li conti originali, o di disponerlj altrimenti, accordando la „facolta a tali condizioni che sieno registfati 'nell’ iuventario mo- „biliare_ di . questa chiesa Cattedrale, e tutto cio nelle dobite forme. „La presente - dichiarazione šara finnata dali’ amministrazione „in duplo per la dovuth sna osservanza. 'DalT Amministrazione della chiesa cattedrale di • Capo d’Istria, li 4 Giugno 1828 Il 1’residente e Procuratore *• Giovanni Cavai.iere Conte de Totto Don Gio: Batta Godigna. Camerlengo Ecc.° ( Barnaba Brijoti, P rao iratore .Michei.e^Conte' Totto, Procuratore Piktro“de Madonizza, Prokurator? 24 Lorenzo MSnici e Tigre, gioiellieri in Trieste Per un Cristo con raggi e fornimenti e piedestallo, oncie 8 per f. 22 Trieste, li 3 Aprile 1822, Pietro Zamparo, gioieliere in Trieste don nazario cernivani —- Deve Dare ' A •" .. per venduto e consegnato: Una lampada in peso di oncie 19 '/ 8 a f. 2,14 . . . . f. 42:41 Per un crocifisso d’argento. .... » 9:— fattura della lampada .. . » 12:— Asssieme f. 64:41 . Saldato li 18 Aprile 1822 con f. 64. Addi 18 Gtugno 1828. — Capo d’ Istria llicevo io sottoseritto dalla Nobile Signora Alba Rocco con- tessa Totto fiorini dieciotto, e questi per actjnisto d’un abito di grisette d’argento ricamato. Domenico Simioni. Pietro Zamparo, gioieliere in Trieste II Signor cavaliere conte de totto — Deve Dare a Pietro Zamparo, per venduto & consegnato: ‘ * Vasi 4 d'argente, oncie 49 l J v 6. a f. 2:16 . . . . f. 112:03 fattura a 50 car, l’oncia.. 41:1,5 Assieme f. 153:18 22 Maggio 1828 25 Stimatissimo Signor Conte, Triesie, 1L 28 Maggio 1828 Unitamente alla prsgiata Sua, ricevei in saldo 4 vasi inviatile, 1’ importo, in .baveri 75 e tre mezzi, che formano il totale delli fiorini 153, avendoli anche rilasciato una ricevuta al traghettiere 'per sua cauzione. Per quello riguarda le tre tabelle, ogni qualvolta che Lei sarh a c.omandarmi, non ipancherb di renderla soddisfatto. Frattanto disposto al piacere de’ suoi comandi passo a di- chiararmi: devott. sorvo Girolamo Rossi. Seguono due inventari degli oggetti preziosi ed arredi sacri spettanti alla chiesa della Beata Vergine di Semedella. N. 17 pezzi d’argento donati alla Beata Vergine cioe: corone . N. 2 • 'croceflssi piccoli. »4 cročetta e lastra. ......... . 1 piede a lastra. ........ »1 cuori. . . "... . »5 occhi. »1 medaglia coli’im mag i ne della Beata Vergine.> 1 altro cuore . 1 tecca d’argento con entro la reliquia dell’abito della B. V. » 1 calicb con piedestallo d’ottone,. tazza e patena d’argento un pajo orecchini d’oro, donati li 14 Luglio 1850 nn piede d’argento,- donato li 13 Maržo 1861 un cuore d’argento, donato da Muslavich li 25 Luglio 1861 un crocefisso d'argento, donato da Giovanni Budica li 4 Maggio 1862 un pezzo di cordon d’or o del valore di f. 6.50, donato da Giovanni Comuzzo, li 9 Dicembre 1866 una piccola lampada d'argento Arredi di chiesa: pianette.-.N. 4 cuscini d’altare ".>4 tovaglie d’altare . .... »7 camici.. . . »3 stole . .»1 merli d’altare ..> 1 26 parapetto in due pezzi. ....... N. 1 colonne di stofa . » 1 sacri convivi »6 pnrificatori.»26 faz/oletti d'ampolline ..» 7 cingoli . .. .'...» 6 amiti..’.»4. corporali.. . . .'.»4 animette.■ ...» 4 asciugamani. -»2 canepazze. »2 candellieri d’ ottone . . .• . . » 2 detti di legno »6 trono per esporre la reliquia. » 1 messali . .. » 1 rituale. »1 chiavi piccole .. »6 » della chiesa.. » 1 Capo d’ Istria li 5 Maggio 1868. D. M. G. II. INVENTARIO Numero 21 pezzi d’argento di piccoje dimensioni, cioe: - «■ N. prog. 1 corone d’argento .' . . . ..... . N. 2 » 2 crocefissi d'argento. . » 5 » 3 crocetta (a lastra) fu applicata ad una corona d’argento . ..»1 » 4 piedi d’argento ........ . . »2 » 5 cuori d’argento'...» 7 . » 6 un pezzo. d’argento rappresentante due occhi » 1 » 7 *un medaglione coirimmagine della B. Vergine » 1 » 8 un braccialetto d’ argento con ismalto celeste » 1 » 9 un rosario di porle (false) con medaglia d'arg. » 1 . N. 4 pezzi d’argento di grandi dimensioni cioe: » 10 una teca d’argento per la reilquia .... »1 » 11 » lampada d'argepto »1 » 12 un calip.e d’ottone dprato Colla ooppa d’argento . » 1 » 13 una. patena d’argento , »1 27 ' N. 2 pezzi d’oro, cioe: » 14 un pajo orecchini..»2 » 15 un fllo di cordone, . .» 1 Assieme pezzi N. 28 L’elenco degli arredi registrato nellTnventario del 5 Maggio 1868, e esatto D. U. p. D. F. P. P. C. N. 336. NOTA) Tutti gli effetti preziosi elencati nell’inventario di C. S. M. di data 10 Maggio m. c. N. 1431, si trovano depositati nello scrigno di questa chiesa Cattedrale in cassetta s_eparata v la cui chiave viene custodita dal caraeraro della chiesa di Semedolla signor L U. Neli’inventario sopraricordato non si trovd inserito un brac- cialetto d’as-gento con ismalto celeste, ed un monile di perle false con una medaglia ridotta -da uiia moneta d’argento. — Per cio si permette lo sdrivente di aceompagnare 1’ esatto inventario dei pre¬ ziosi ed altfi arredi appartenenti alla- chiesa di Semedella. D. U. P. Capo d' Istria li 17 Maggio 1880 D. F. P. * ,4 ) Per lo passato i muri interni della chiesa di Semedel la, erano ricoperti di tavolette votive, quasi tutte della medesima gr an- dezza, dl arini da fuoeo, di stampelle, ecc. Dal .soppalco pende- vSno i inodelli microscopici d’ una nave, d’una galeazza e d’ una "tartanella. Questi vetusti ricordi di grazie ricevute, avranno avuto, pro- babilmente, egual sorte di quelli della chiesa di S. Basso e della cappella di S. Giovanni Nepomuceno/ cioe di flnir d’esistere. 15 ) JI conte Agostino Brutti venne nominato vescovo di Ci- ; donia ed Ahate d’ Asola sul fiuine Chiesa nella provlncia di Man- j * tua in Lombardia, e poscia filetto nel 1733, (non nel 1734, come [ - indica 16 Stancovich,) dal Sonnno Ponteiice elemente "XII a ve- ; : scovo in patria, che gl’ invio il segnente hreve: 28 „Clemens Episcopus Servus Servorum Dei „Vencrab. Fratri Augustiuo Brutti Episcopo Cijdoniensi in „Epis"copatum Justinopolitanum electo salutein, et Apostolicain ; „Beneditionem etc.“ „Volumus autem quod Tu Ecclesiae Chatedralis perfectioni, „proviribus incumbas coscientiam tuapi desuper onerando.“ „Datum Roniae apud Sanctam Mariam Majorem Anno in- „carnationis Dominicae millesimo septingentcsimo trigesimo tertio, „quarto Kal. Octobris Eontificatus Nostri anno quarto.“ Perlezionb egli quindi la' cattedrale, — amplib ed abbelli il coro della medesima, facendo colorire da mano maestra, i lavori a stucco del soffitto, cbe nel .1808 sono stati coperti di calie, per la mama di volar deturpare cio che avea sapore d' estetica, — or- „ dino un sinodo diocesano celebrato nei giorni 6, 7 ed 8 Maggio 1737, proinulgato collo^tampe di Stefano Monti di Venezia nel 1738, in un opuscolo di 100 pagine, — e dopo d’ aver retta la dio- cesi con zelo, saggezza e dottrina, passo ali’eterno riposo li-7 ottobre 1747, venendo il di lui cadavere seppellito nella cbiesa della Beata Vergine del Cannine. Il di lui ritratto viene conservato nella sagrestia dei preti del Duomo. 16 ) Il canonieo decano Pietro Vittdri (Vettori), amato e ri- spettato da’ suoi concittadini per la sua pieta e pel candore de’ suoi costumi, possedeva vasti terreni nella contrada di Semedella.. Le famiglie Vittori diqui e di Carcavia (Carcauzze) soiio cstinte. . . - In addietro esistevano famiglie Vittori a Lignano, a Mon- toua? a Trieste ed a Pletz nella provincia di Gorizia e Gradišča. Dell'Illustre famiglia Vittori (Vettori) di Corfu, (contem- plata dal nostro concittadino Giuseppe Lu^naui, nella sua operav Studj sopra la storia univeršaTe), e clie porta il nome delFaniica Toro patria, Capodistria, non šara discaro al lettere di apprendere i seguenti cenni. Il reverendissimo canonieo Don Giovanni Capodistria (Vittori) di Corcira (Corfu) preše parte alla seduta di quel capitolo dei 2 Gennaro 1698 S. V. Addi 10 Maržo 1710, il delto canpnico era Vicario Generaie di Monsignor Zacco. * „ * NelFatto capitolare 11 Febbraro 1715 egli comparisce quale .. Arcidiacono n Vicario Generale. Preconizzato Monsignor Zacco alla chiesa di Treviso, il su'd- detto a di 23 Dicembre 1723, venne eletto Vicario capitolare. Neli’ atto 1 Maggio 1725 ei si presenta quale Vjcario Ge¬ nerale di Monsignor Quirini, e nel 1728 di Monsignor Mazzoleni. Essendo stato nel L731 eletto Monsignor Fr. Vincenzo Mariu Mazzoleni da Bergamo, deli’ Grdine dei Predicatori, a vescovo di Parenzo, ii canonieo Capodistria, fu. rieletto Vicario capitolare. 29 « Dopo il Maggio 1736, non trovasi di lui piu memoria ne- gli at-ti del'Capitolo 'della Metropolitana dj Corfu, ma il suo snc- eessore nell’ Araidiaconato, non comparisce se non nell’ atto 8 Giu- gno 1738. _ _ ' Dal testamente della signora Margherita Capodistria, so- rella del canonico, si deduce essere stati figli del q.m Alvise. Quello c|je piu lustro diede alla famiglia, alla citta degli avi (Corfu), ed a qnella di bisarcavoli (Capodistria), si e il conte Giovanni. Capodistria, terzo genito del conte Antonio, nato a Corfu nel 1776, fratello ai conti Agostino e Viaro. Egli e stato il primo Presidente del governo provvisorio della Grecia, e dopo d’ avere impiegato i suoi talenti par redimere la patria di Licurgo, di So¬ lone e di Pericler, dal dominio del .Padiscia di 'Stambul, fu assas- sinato, (come abbiamo narrato nel primo numero del periodico „1’ Unione". addi 9 ottobre 1874),. la domenica dei 9 ottobre 1831 alle ore 6 del mattino, accompagnato da Demetrio Leonidas e da Giorgio Cozonis. ali’ entrare nella chiesa di S. Spiridione di Nau- plfa, da Costantino e Giorgio Mauromicali, 1’ uno fratello, 1’ altro figlio di 'Pietro Mauromicali bey, senatore, imprigionato per esser partito clandestinamente dal forte di Nauplia. Due monete, una di 5 AEI1TA del 1828, e 1’ altra di 20 del 1831 colle parole da un lato KTBEPNHTHS I. A. KAI10AI- STPIAS, e dali’ altro lato, la croce e la fenice, che rinasce, se- condo la fnvola, dalle prodrle ceneri, dopo d’^ssere vissuta 666 anni, colle parole: EAAHN1KH nOAITELA, sono possedute] dal compilatore del presente opuscolo. 17 ) Del cbiarissimo .pittore Giovanni Battista Naldini, si tro- vano preziose tele nell’ Eremo di Camaldoli e nella Cattedrale di Volterra. Nel detto Eremo esiste la celebre Tavola del Tintoretto. FINE. FONTI —*—£ 2 —*— L’ archivio mimicipale di Capo d’ Istria. , p.arrochiale - „ La corografia ecclesiastica del vescovo Naldini. Un opuscolo di 88 pagine, intitolato: stampa della curia episcopale di Capo. d’ Istria. Le Memorie inedite dei Minoriti Cargnati e Tom- masich, decessi: il primo, il giorno-12 Agosto 1789, d’an- ni 64; ed il secondo, li 27 Settembre 1854, d’anni 75.